parola di dio e dalla vita mese di novembre 2010 · "ciò che noi saremo, non è stato ancora...
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Pensieri, spunti, riflessioni dalla
PAROLA DI DIO e dalla Vita
Mese di NOVEMBRE 2010
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Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore
Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le
sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito
Santo, a gloria del divin Padre.
In particolare:
Per quanti sono vittime della droga e di ogni altra forma di
dipendenza, grazie al sostegno della comunità cristiana, trovino nella potenza di Dio Salvatore la forza di cambiare radicalmente
la loro vita.
Perché le Chiese dell‘America Latina proseguano la missione continentale proposta dai loro Vescovi, inserendola
nell‘universale compito missionario del Popolo di Dio.
Perché il ricordo dei fedeli defunti ci spinga a guardare alla
morte come dimensione irrinunciabile di ogni forma di esperienza umana, che, alla luce della risurrezione d Cristo, ci aiuta a cogliere il significato più autentico della vita.
Forma breve
Le vittime della droga e di ogni altra forma di dipendenza trovino in Dio la forza di cambiare radicalmente la loro vita.
Le Chiese dell‘America Latina proseguano la missione continentale proposta dai loro Vescovi.
Il ricordo dei fedeli defunti ci aiuti a cogliere il significato più autentico della vita.
Cuore di Gesù, i pastori del tuo popolo guardino alla tua carità per apprendere a fare dono della loro vita.
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INSIEME A BETANIA
MARTEDÌ 9 NOVEMBRE 2010 ORE 20,45
… un incontro di preghiera e adorazione per ritrovare
nella PAROLA il senso della VITA
La riflessione sarà guidata da
p. Francesco Peyron (missionario della Consolata)
L’incontro è aperto a tutti
Presso la Comunità Piccola Betania
Vicoforte Fiamenga
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NOVEMBRE 2010
LUNEDI’ 1 NOVEMBRE FESTA DI TUTTI I SANTI
Una scheggia di preghiera:
BBEEAATTII II PPUURRII DDII CCUUOORREE PPEERRCCHHEE’’ VVEEDDRRAANNNNOO DDIIOO..
Hanno detto: La vera umiltà consiste nel giudicare limitati i propri
meriti e nel riconoscere i pregi degli altri, senza invidia e senza livore.
(San Gregorio)
Saggezza popolare: Quando Dio si accorse che il suo compito era
grande, creò la madre. (Proverbio Spagnolo)
Un aneddoto: Di molti santi e sante si legge che ebbero visioni di
Gesù Bambino e lo presero in braccio: per esempio, s. Antonio da
Padova, S. Teresa di Lisiewc, S. Rosa da Lima. Si dice che durante un
terremoto, la Madonna porse Gesù Bambino a san Juan Macìas perché
lo tenesse in braccio; ma il santo domenicano spagnolo non se ne
reputò degno e pregò la Vergine di portarlo nelle case dei sinistrati. Ai
nostri giorni don Zeno Saltini, l‘apostolo di Nomadelfia, usava benedire
la gente con un bambino alzandolo in alto in forma di croce, ―perché —
diceva — in questi innocenti v‘è il trono della Trinità‖.
Parola di Dio: Ap. 7,2-4.9-14; Sal. 23; 1Gv.3,1-3; Mt. 5,1-12
Dal libro dell’Apocalisse 7,2-4.9-14
Io, Giovanni, vidi un angelo che saliva dall'oriente e aveva il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli ai quali era stato concesso il potere di devastare la terra e il mare: "Non devastate né la terra, né il mare, né le piante, finché non abbiamo impresso il sigillo del nostro Dio sulla fronte dei suoi servi". Poi udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila, segnati da ogni tribù dei figli d'Israele: Dopo ciò, AAPPPPAARRVVEE UUNNAA MMOOLLTTIITTUUDDIINNEE IIMMMMEENNSSAA,, CCHHEE NNEESSSSUUNNOO PPOOTTEEVVAA CCOONNTTAARREE,, DDII OOGGNNII NNAAZZIIOONNEE,, RRAAZZZZAA,, PPOOPPOOLLOO EE LLIINNGGUUAA.. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani. E gridavano a gran voce: "La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all'Agnello". Allora tutti gli angeli che stavano intorno al trono e i vegliardi e i quattro esseri viventi, si inchinarono profondamente con la faccia davanti al trono e adorarono Dio dicendo: "Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen". Uno dei vegliardi allora si rivolse a me e disse: "Quelli che sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono?". Gli risposi: "Signore mio, tu lo sai". E lui: "Essi sono coloro
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che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello". Parola di Dio
Quanti sono i santi? Potremmo andar a vedere dove sono elencati.
Nelle Litanie dei santi ne contiamo appena qualche decina. Sfogliando
un calendario, ne troviamo qualche centinaio. C'è poi un libro, detto
Martirologio, che contiene l'elenco ufficiale dei santi venerati dalla
Chiesa, e ne presenta alcune migliaia. Ma san Giovanni nell'Apocalisse
ci ha detto che sono una schiera immensa; E allora? Credo che
possiamo pensare: sono santi tutti quelli morti nell'amicizia del
Signore. E questo è estremamente consolante, perché è
un‘opportunità che possiamo sfruttare anche noi. Come e dove
saranno i santi? Nei quadri delle nostre chiese li troviamo sovente
dipinti sulle nuvole. Non è che un'immagine fantasiosa. Un'altra
immagine, molto bella, ce l'ha offerta san Giovanni nell'Apocalisse:
"Stavano in piedi davanti all'Agnello (cioè davanti a Gesù), avvolti in
vesti candide, e portavano palme nella mano". Veste candida, ramo di
palma: sono simboli, segni di vittoria sul male e sulla morte. Ma
Giovanni nella seconda Lettura ci ha messi in guardia, precisando:
"Ciò che noi saremo, non è stato ancora rivelato". È un chiaro invito a
non lavorare troppo di fantasia. Ma ci sono ancora altre domande
importanti: Chi sono i santi? Perché sono santi? In che modo sono
diventati santi? Ora la risposta a queste domande la troviamo nel
Vangelo, ce l'ha data Gesù. Il santo, lo abbiamo udito nel Vangelo, è
l'uomo delle beatitudini e di quelle beatitudini che vanno contro il
pensare comune. E in questo, con l‘aiuto di Dio posso riuscirci anch‘io!
MARTEDI’ 2 NOVEMBRE COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI
Una scheggia di preghiera:
DDOONNAA LLOORROO PPAACCEE EE SSEERREENNIITTAA’’ IINN TTEE,, SSIIGGNNOORREE..
Hanno detto: Il Signore non dorme mai, a qualsiasi ora è pronto a
ricevere le mie confidenze. (E. Oliviero)
Saggezza popolare: Un uomo può vivere di poco, ma non di niente.
(Proverbio Scozzese)
Un aneddoto: C‘era un eremita che passava la maggior parte della
giornata a cantare nel deserto una lunga lode di Dio, benedicendolo
senza fine. Un pellegrino che poté parlargli gli domandò perché mai si
affannasse a cantare nella sua solitudine assoluta: ―Io canto‖, rispose
l‘eremita, ―perché chiunque m‘ascolti si rivolga al Signore. E mi
basterebbe un‘anima sola che si lasciasse toccare il cuore dalla mia
voce, per giustificare il canto di tutta la mia esistenza‖.
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Parola di Dio: Gb. 19,1.23-27; Sal. 26; Rom. 5,5-11; Gv. 6,37-40
Dal Vangelo secondo Giovanni 6, 37-40
In quel tempo, Gesù disse alla folla: "Tutto ciò che il Padre mi da, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. EE QQUUEESSTTAA ÈÈ LLAA VVOOLLOONNTTÀÀ DDII CCOOLLUUII CCHHEE MMII HHAA MMAANNDDAATTOO,, CCHHEE IIOO NNOONN PPEERRDDAA NNUULLLLAA DDII QQUUAANNTTOO EEGGLLII MMII HHAA DDAATTOO,, MMAA LLOO RRIISSUUSSCCIITTII NNEELLLL''UULLTTIIMMOO GGIIOORRNNOO.. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno". Parola del Signore
Ieri infatti pensavamo a quella schiera innumerevole di fratelli e
sorelle che avendo lasciato a Dio lo spazio di manifestare in mille modi
diversi la sua santità in loro mentre erano in vita, ora, in Paradiso
godono della piena comunione con Lui. Oggi invece il nostro pensiero
si rivolge a persone più vicine a noi, persone che abbiamo conosciuto,
con le quali abbiamo condiviso un tratto di cammino nella nostra vita,
ancor di più persone con le quali eravamo legate da affetto anche
profondo e di cui sentiamo con tristezza la mancanza fisica. Ma il
ricordo di noi cristiani non può essere solo il ricordo mesto di chi
piange davanti all‘ineluttabile, di chi vede nella morte la parola
definitiva della vita: noi, per i nostri fratelli defunti speriamo il
paradiso dei santi perché grazie alla risurrezione di Gesù crediamo che
la vita continui dopo la morte, e continui in modo pieno e totale. Quale
deve essere allora il nostro rapporto con i defunti? Prima di tutto
dobbiamo pensarli come dei vivi in Dio. Non sono fantasmi per
spaventarci, sono amici che ci vedono in Dio e in Dio possono avere un
rapporto vero con noi. Quell‘affetto che ci legava in vita e che la morte
sembra aver spezzato è invece ancora più forte: essi, per amor nostro,
chiedono a Dio ciò che maggiormente può aiutarci a realizzare il senso
del cammino della vita terrena per giungere al compimento anche per
noi nella vita eterna. Dunque tra noi e loro è solo cambiato il modo di
rapporto, ma il rapporto può esserci ed anche più intenso di prima. Noi
possiamo pregare per loro, affidarli alla misericordia di Dio che copra
le fragilità umane che essi possono aver avuto (ecco il vero senso
della preghiera di suffragio), noi possiamo ricordare e far rivivere in
noi e attorno a noi i valori positivi che essi ci hanno lasciato e
testimoniato, noi possiamo continuare a coinvolgerli nelle scelte della
nostra vita chiedendo la loro protezione, il loro aiuto, il loro consiglio
(che qualche volta è anche solo il ricordare quanto già ci dicevano da
vivi) ed essi certamente non ci lasciano soli, ci portano nella loro
comunione con il Signore. Io credo che il nostro migliore modo di
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essere in comunione con tutti i nostri fratelli defunti sia quando
facciamo la Comunione Eucaristica. Gesù ci ha lasciato se stesso nel
pane eucaristico dicendoci: ―Fate questo in memoria di me‖, e noi
facciamo memoria della sua morte e risurrezione, ma proprio grazie a
questa morte e risurrezione i nostri fratelli sono nella vita e godono
della misericordia del Salvatore, dunque quando noi siamo in
Comunione con Gesù, lì ci sono anche tutti i santi, tutti i defunti e
allora davvero la nostra preghiera diventa comune, corale per cantare
ora e sempre al Dio della vita e non al Dio della morte.
MERCOLEDI’ 3 NOVEMBRE
Una scheggia di preghiera: GGEESSUU’’:: MMIIOO TTUUTTTTOO!!
Tra i santi ricordati oggi: San Martino de Porres; Santa Silvia;
Santa Ginevra.
Hanno detto: Non dimenticarlo: siamo tanto più convincenti quanto
più siamo convinti. (Josemaría Escrivá)
Saggezza popolare: Chi guarda un albero perde di vista la foresta.
(Proverbio Russo)
Un aneddoto: Raccontava San Bernardino d‘uno, il quale aveva presa
la buona usanza di dir ufficio (=il breviario), prima di dormire. Un dì,
avendo avute molte faccende, dimenticò di dire Compieta. La sera
costui se ne va al letto, come era suo uso. Egli sta un‘ora, sta due ore:
costui non s‘addormenta. Sta tre ore, ancora non si può
addormentare. Egli comincia a pensare: ―O che vorrebbe dire questo?
Questo non mi capita mai!‖ Così pensava con meraviglia: ché di solito,
appena a letto, s‘addormentava. In tutto, pensando e ripensando, egli
si ricorda come non aveva detto Completa. Subito si leva e disse
Compieta. Ritornato poi al letto, non prima egli è sotto coperta, che
cominciò a russare. Chi poteva essere stato a fare che costui non
dormisse? Poteva essere l‘angelo, e anche Dio, e anche la virtù propria
per la buona consuetudine: certo è che si dorme meglio, dopo la
preghiera.
Parola di Dio: Fil. 2,12-18; Sal. 26; Lc. 14,25-33
Dal Vangelo secondo Luca 14, 25-33
In quel tempo, siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: ""SSEE UUNNOO VVIIEENNEE AA MMEE EE NNOONN OODDIIAA SSUUOO PPAADDRREE,, SSUUAA MMAADDRREE,, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, NNOONN PPUUÒÒ EESSSSEERREE MMIIOO DDIISSCCEEPPOOLLOO.. Chi non porta la propria croce e non viene
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dietro di me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo". Parola del Signore
Gesù, dopo una lunga sosta nella casa di uno dei capi dei farisei,
riprende il cammino verso Gerusalemme. Molta folla lo segue, nota
l‘evangelista. L‘entusiasmo di quelli che lo seguono è davvero
sorprendente. Ed è comprensibile: come non restare affascinati da un
uomo così buono che cercava in ogni modo di consolare e di
confortare tutti e particolarmente chi aveva problemi e bisogno di
guarigione? Gesù, di fronte a questa folla che gli andava dietro, sente
però l‘esigenza di chiarire cosa significa seguirlo, cosa significa essere
suo discepolo. Ne ha già parlato precedentemente quando ha detto:
―Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso‖ (9,23).
Tornarci sopra sta a dire l‘importanza che egli attribuisce alla scelta
della sequela. Gesù chiede un legame esclusivo con lui, più forte di
quello che si ha con la propria famiglia. L‘evangelista Luca fa un lungo
elenco di persone che non debbono essere amate più di lui. Può
suonare strano l‘elenco. Ma è assolutamente chiaro che la scelta di
seguire Gesù viene prima di ogni affetto e di ogni affare. E‘ la scelta
più alta che l‘uomo è chiamato a compiere. Ed è in tale contesto che
va compresa la parola ―odiare‖, ossia non preferire nessun altro. La
scelta di seguire Gesù in maniera così radicale comporta
evidentemente tagli e divisioni da fare, a partire dall‘interno del cuore
di ciascuno. L‘amore esclusivo per Gesù è il fondamento della vita del
discepolo. Se non c‘è questo amore, che si esprime appunto nel
seguirlo, nell‘ascoltarlo, nel mettere in pratica il Vangelo, è come
costruire una torre (la vita) senza fondamenta o come andare in
battaglia senza un esercito adeguato. L‘amore per Gesù è la sostanza
del Vangelo ed è anche ciò che i discepoli debbono testimoniare al
mondo. Questo amore è il sale della vita.
GIOVEDI’ 4 NOVEMBRE
Una scheggia di preghiera:
TTUU MMII CCEERRCCHHII,, SSIIGGNNOORREE,, PPEERR PPRREENNDDEERRMMII SSUULLLLEE TTUUEE SSPPAALLLLEE..
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Tra i santi ricordati oggi: San Carlo Borromeo;
San Gerardo di Angers.
Hanno detto: Convértiti adesso, mentre ancora ti senti giovane.
Com'è difficile rettificare quando l'anima è invecchiata! (Josemaría
Escrivá)
Saggezza popolare: Bisogna nascere per essere festeggiati, sposarsi
per essere criticati e morire per essere lodati. (Proverbio Piemontese)
Un aneddoto: Un visitatore del monastero fu particolarmente colpito
da ciò che definì la radiosità del maestro. Un giorno, incontrando per
caso un vecchio amico del maestro, gliene chiese una spiegazione.
L‘amico disse: ―Mettiamola così: la vita è un mistero. La morte è la
chiave che lo svela. Nel momento in cui giri quella chiave scompari nel
mistero per sempre‖. ―Dobbiamo aspettare di morire per girare quella
chiave?‖, domandò il visitatore. ―No. Puoi girarla subito attraverso il
silenzio e scomparire nel mistero. Allora anche tu sarai radioso,
proprio come il maestro‖.
Parola di Dio: Fil. 3,3-8; Sal. 104; Lc. 15,1-10
Dal Vangelo secondo Luca 15, 1-10
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: ""CCOOSSTTUUII RRIICCEEVVEE II PPEECCCCAATTOORRII EE MMAANNGGIIAA CCOONN LLOORROO"".. Allora egli disse loro questa parabola: "Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione. O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta. Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte". Parola del Signore
Due atteggiamenti, quello di Gesù e dei farisei, completamente diversi
nei confronti dei lontani, dei peccatori. I farisei li hanno giudicati e non
vogliono contaminare la propria ‗purezza‘ con loro. Gesù, invece è
venuto apposta per cercarli, amarli, invitarli alla conversione. I farisei
preferiscono arroccarsi tra di loro per ‗rafforzare la propria santità‘,
Gesù rischia addirittura di trascura i ‗buoni‘ per correre dietro ai
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malvagi, ai perdigiorno, ai cattivi. E questo deve essere anche lo stile
dei discepoli. A Gesù non importa la nostra ‗santità formale‘ fatta di
osservanze magari senza cuore o di riti ‗compra-Dio‘, a Lui importiamo
noi come persone. Il suo giudizio non è la condanna per la pecora
fuggitiva o per la moneta persa, è il volerle recuperare a tutti i costi, è
il rischiare per esse. Anche la Chiesa dovrebbe essere così: prima del
giudizio ―per salvare l‘ortodossia‖ dovrebbe esserci il desiderio del
dare la via giusta, del cercare il fratello in difficoltà (spesso proprio a
causa nostra), al posto del giudizio, la disponibilità, il rischiare e
pagare di persona. Il tutto nell‘amore, perché la festa possa esserci
proprio per tutti.
VENERDI’ 5 NOVEMBRE
Una scheggia di preghiera:
GGRRAAZZIIEE,, SSIIGGNNOORREE,, PPEERR TTUUTTTTII II TTUUOOII DDOONNII..
Tra i santi ricordati oggi: Santa Elisabetta e San Zaccaria;
Sant‘Emerico.
Hanno detto: La tristezza è la scoria dell'egoismo. (Josemaría Escrivá)
Saggezza popolare: Non è giusto dir mal del giorno finché non sia
vissuto. (Proverbio Piemontese)
Un aneddoto: Un uomo di abominevole bruttezza, attraversava a
piedi il deserto. Vide qualcosa che brillava nella sabbia. Era un
frammento di specchio. L‘uomo si china, prende lo specchio e lo
guarda. Non ha mai visto uno specchio. ―Che orrore!‖, esclama. Niente
di strano se l‘hanno buttato via‖. Getta lo specchio nella sabbia e
prosegue per la sua strada.
Parola di Dio: Fil. 3,7-4,1; Sal. 121; Lc. 16,1-8
Dal Vangelo secondo Luca 16, 1-8
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "C'era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore. L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno. So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua. Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta. Poi disse a un altro: Tu quanto
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devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta. Il padrone lodò quell' amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. II FFIIGGLLII DDII QQUUEESSTTOO MMOONNDDOO,, IINNFFAATTTTII,, VVEERRSSOO II LLOORROO PPAARRII SSOONNOO PPIIÙÙ SSCCAALLTTRRII DDEEII FFIIGGLLII DDEELLLLAA LLUUCCEE"".. Parola del Signore
Dopo aver letto il Vangelo di oggi è lecito chiedersi: Gesù vuole
esaltare l'astuzia del protagonista del racconto e additarlo ad esempio?
Oppure intende trarne una lezione diversa? Se non leghiamo la
parabola con le frasi conclusive di Gesù, probabilmente la parabola
vuol solo dire: fate attenzione che davanti a Dio anche voi vivete in
una situazione critica, anche voi avete tutti delle magagne, per cui
avete un tempo brevissimo per fare la scelta giusta e mettervi in
salvo. L‘amministratore diventa così esempio non per la sua disonestà
ma per la decisione con cui ha provveduto per il suo avvenire. Ma Luca
ha legato la parabola con alcune frasi di Gesù sull‘uso dei beni, dunque
anche la parabola vuole parlarci di questo. Una prima frase dice che i
cristiani devono imparare dai "figli del mondo" la scaltrezza che porta
al successo. Ma quale successo? Quello dei soldi? O quello del Regno?
Il credente ha anche lui dei doni: la vita, l‘intelligenza, la fede, la
famiglia, le cose: la sua scaltrezza sarà di utilizzare di tutti questi beni
in funzione del suo fine ultimo. Il secondo detto prende spunto dal
comportamento concreto dell‘amministratore disonesto. Egli si è fatto
degli amici con le ricchezze che amministrava. Analogamente deve
fare il cristiano: le cose che ti sono date non sono tue, ma tu puoi
amministrarle a favore degli altri; in questo modo tu compi la volontà
di Dio che è fare tutti partecipi dei suoi doni. La solidarietà, l‘amore, la
condivisione sono i modi migliori di investire le ricchezze e i doni
ricevuti.
SABATO 6 NOVEMBRE
Una scheggia di preghiera:
CC’’EE’’ PPIIUU’’ GGIIOOIIAA NNEELL DDAARREE CCHHEE NNEELL RRIICCEEVVEERREE,, SSIIGGNNOORREE..
Tra i santi ricordati oggi: San Leonardo; San Demetrio.
Hanno detto: Siamo tutti pieni di difetti, per cui non solo dobbiamo
sopportare l'umore altrui, ma stentiamo a sopportare noi stessi,
perché ci troviamo in continua agitazione.(S. Vincenzo de Paoli)
Saggezza popolare: La superbia comincia dall‘ambizione. (Proverbio
Piemontese)
Un aneddoto: Una dama andava tutti i giorni da san Francesco di
Sales per opporgli tutte le difficoltà possibili al diventare cattolica. Ma
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il vescovo con pazienza riusciva a rintuzzare tutti i suoi ragionamenti.
Tentò con un ultima obiezione: il Vescovo doveva almeno ammettere
che il celibato dei preti era una legge tirannica della chiesa cattolica;
ma il santo vescovo trovò la maniera di smontarla pacatamente:
―Signora – le disse – se i sacerdoti cattolici avessero famiglia, non
potrebbero attendere al loro ministero. Io stesso, se fossi ammogliato
e con figli, come avrei potuto trovare il tempo per ascoltarvi per tanti
giorni e su tante obiezioni?‖
Parola di Dio: Fil. 4,10-19; Sal. 111; Lc. 16,9-15
Dal Vangelo secondo Luca 16, 9-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli::""PPRROOCCUURRAATTEEVVII AAMMIICCII CCOONN LLAA DDIISSOONNEESSTTAA RRIICCCCHHEEZZZZAA,, PPEERRCCHHÉÉ,, QQUUAANNDD''EESSSSAA VVEERRRRÀÀ AA MMAANNCCAARREE,, VVII AACCCCOOLLGGAANNOO NNEELLLLEE DDIIMMOORREE EETTEERRNNEE.. Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto. Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona". I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si beffavano di lui. Egli disse: "Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio". Parola del Signore
Nel Vangelo che abbiamo ascoltato ieri, Gesù ha contrapposto
all‘amministratore infedele il discepolo fedele: il primo traffica con
―ricchezze ingiuste‖, mentre il discepolo è chiamato a non lasciarsi
usare dalle ricchezze, a non esserne schiavo e a non usarle solo per sé
o per il proprio tornaconto. Le ricchezze ci sono date perché, oltre a
noi, siano di vantaggio anche per gli altri. Gesù esorta perciò ad
accorgersi delle necessità degli altri, a venire incontro ai loro bisogni, a
fare le elemosine, ad aiutare i poveri, a prendersi cura di chi ha
bisogno. Costoro staranno ad accoglierci alle porte del cielo e ad
accompagnarci ―nelle dimore eterne‖. Con queste parole si conferma
ancora una volta che la via maestra per entrare nel regno dei cieli è
l‘amore per i poveri aiutandoli anche con le nostre ricchezze. Chinarsi
verso di loro allontana da una religiosità farisaica che è
fondamentalmente egocentrica, ed inoltre affranca dalla schiavitù della
ricchezza, che spesso è fonte di violenza e di conflitto, per essere liberi
di servire il Signore e il suo Vangelo.
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DOMENICA 7 NOVEMBRE 32^ DOMENICA DEL T. O. ANNO C
Una scheggia di preghiera:
TTUU SSEEII LLAA RRIISSUURRRREEZZIIOONNEE EE LLAA VVIITTAA..
CCHHII CCRREEDDEE IINN TTEE NNOONN MMOORRIIRRAA’’ IINN EETTEERRNNOO..
Tra i santi ricordati oggi: Sant‘Ernesto; San Lazzaro Stilita.
Hanno detto: Quanto più l'anima si sente al sicuro tanto meno sta in
guardia. (Edith Stein)
Saggezza popolare: Chi vuol tutto a proprio modo viva da solo.
(Proverbio Piemontese)
Un aneddoto: Quando fu eletto Papa Pio X, a quanti lo avevano
designato disse: ―No, non posso accettare. Rinuncio al cardinalato,
piuttosto mi faccio cappuccino‖. Pressato da tutti poi accettò ma nella
sua modestia si sentiva indegno e incapace.
Parola di Dio: 2Mac. 7,1.2.9,14; Sal. 16; 2Tes. 2,16-3,5; Lc. 20,27-38
Dal Vangelo secondo Luca 20, 27-38
In quel tempo, si avvicinarono poi alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda: “Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello. C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli. Da ultimo anche la donna morì. Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie”. Gesù rispose: “I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. DDIIOO NNOONN ÈÈ DDIIOO DDEEII MMOORRTTII,, MMAA DDEEII VVIIVVII;; PPEERRCCHHÉÉ TTUUTTTTII VVIIVVOONNOO PPEERR LLUUII””.. Parola del Signore
Quante domande abbiamo sull‘argomento della morte e del dopo
morte! Provo ad enumerarne alcune: Tutto sembra dire che la vita
finisce con la morte; non è un ultimo tentativo di illusione credere a
qualcosa di cui abbiamo così poche prove concrete? Se è vero il
principio che in natura nulla si crea e nulla si distrugge potremo anche
credere ad un proseguo di vita, ma non certamente ad una
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risurrezione dei corpi. Se c‘è un'altra vita come sarà? Sarà una
trasmigrazione di anime in copie di vita simili alla presente? Con quale
corpo risorgeremo con quello dell‘età in cui siamo morti o con quello
della pienezza della giovinezza? Gli affetti e i sentimenti ci saranno
ancora? Ritroverò i miei morti? Saremo puri spiriti? Non ci sarà forse
da stancarsi in un paradiso fatto solo di contemplazione di Dio?… Gesù
non risponde alle nostre curiosità. Gesù ci propone di credere all‘aldilà,
non di immaginarcelo e nemmeno azzardarci a descriverlo. Gesù ci da
la gioia di poter credere a questa realtà sulla sua parola e sull‘esempio
di quanto successo a Lui, non viene a spiegarci per filo e per segno un
mistero. Ogni immagine che io posso farmi dell‘altra vita non è altro
che una proiezione di esperienze passate e di desideri legati ad esse.
Ho bisogno di un Dante che mi descriva un "noioso" paradiso o posso
fidarmi della fantasia di Dio? Quindi smettiamola con questi salotti
sull‘aldilà, su morti che vengono a descrivercelo, su fiamme troppo
brucianti o su paradisi troppo artificiali. Paolo ci ha ricordato che "Dio
è fedele", e questo dovrebbe bastarci: la fedeltà di Dio non è a tempo
limitato, ma è per sempre e la mia fede sulla risurrezione si basa
allora sul "Dio amante della vita" che, come ci ha detto Gesù, è "il Dio
dei vivi e non dei morti". Qui è proprio il concetto che cambia: non c‘è
un Dio della vita terrena, del tempo, un Dio che si diverte a metterci
alla prova, un Padre - padrone che gioca con noi al gatto e al topo per
poterci poi premiare o castigare con qualcosa in una visione di un altro
Dio, dopo la morte. Dio è sempre lo stesso fedele ora e fedele per
sempre, oserei dire che se esiste la morte, non esistono "i morti"
perché Dio è per tutti il Dio della vita. Ecco allora che, invece di
contrapporsi, vita terrena e vita eterna fanno entrambe parte di quel
filo di amore che Dio ha intessuto fin dall‘eternità e per l‘eternità con
ciascuno di noi. Questo dovrebbe riempirci di gioia e bastarci.
LUNEDI’ 8 NOVEMBRE
Una scheggia di preghiera: AAUUMMEENNTTAA LLAA NNOOSSTTRRAA FFEEDDEE!!
Tra i santi ricordati oggi: San Goffredo; Sant‘Adeodato;
Santa Eufrosina.
Hanno detto: Il superbo è un idolatra di se stesso. (Giovanni Rossi)
Saggezza popolare: Chi vede, ascolta e tace, mantiene il mondo in
pace. (Proverbio Piemontese)
Un aneddoto: Affascinato nell‘udire il maestro cantare versi in
sanscrito, uno studioso di sanscrito disse: ―Ho sempre saputo che
nessuna lingua è migliore del sanscrito per esprimere cose divine‖.
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―Non fare il somaro‖, replicò il maestro. ―La lingua del divino non è il
sanscrito, è il silenzio‖.
Parola di Dio: Tt. 1,1-9; Sal. 23; Lc. 17,1-6
Dal Vangelo secondo Luca 17, 1-6
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "E' inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono. E' meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli. EE SSEE PPEECCCCAA SSEETTTTEE VVOOLLTTEE AALL GGIIOORRNNOO CCOONNTTRROO DDII TTEE EE SSEETTTTEE VVOOLLTTEE TTII DDIICCEE:: MMII PPEENNTTOO,, TTUU GGLLII PPEERRDDOONNEERRAAII"".. Gli apostoli dissero al Signore: "Aumenta la nostra fede!". Il Signore rispose: "Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe". Parola del Signore
Gesù riconosce la fragilità della condizione umana, ma non la
condanna senza possibilità di appello. Lo scandalo, cioè il peccato, è
tremendo se porta danno verso i più piccoli, cioè gli umili, gli indifesi,
gli innocenti. Ma non si deve pensare che non ci sia possibilità di
perdono. Come Dio è fonte di infinita misericordia, così noi, imperfetti
e peccatori, dobbiamo saper essere misericordiosi verso gli altri,
sempre, anche nel perdono più difficile. Questo è il modo per
aumentare la nostra fede. Nessuno può scagliare la prima pietra, perché nessuno è senza
peccato. Questa è la nostra condizione di creature: gli errori sono
parte del nostro essere, sono macigni che spesso ci cadono addosso e
non facciamo niente per evitarli. Ma il peccato non è l'ultima e
definitiva parola, il peccato è sì fonte di dolore, ma può diventare
anche fonte di rinascita e di cambiamento. La misericordia che Dio ci
ha insegnato, dobbiamo saperla usare verso noi stessi e verso gli altri.
MARTEDI’ 9 NOVEMBRE
DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE
Una scheggia di preghiera:
SSIIGGNNOORREE,, RREENNDDIIMMII CCAAPPAACCEE DD’’AAMMAARREE..
Tra i santi ricordati oggi: Sant‘Oreste; San Saturnino.
Hanno detto: Se qualcuno volesse dimostrare che la libertà non gli è
necessaria, assomiglierebbe a un pesce che volesse convincersi che
l'acqua non gli serve. (M. Bulgakov)
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Saggezza popolare: Chi sempre toglie e mai aggiunge, in men che
non si dica trova il vuoto. (Proverbio Piemontese)
Un aneddoto: Nello zaino di un soldato americano combattente nella
guerra del Vietnam è stato trovato questo biglietto: Ho cercato la mia
anima ma non l‘ho trovata. Ho cercato il mio Dio ma mi è sfuggito. Ho
cercato mio fratello e li ho trovati tutti e tre‖.
Parola di Dio: Ez. 47,1-2.8-9.12 opp. 1Cor. 3,9-11.16-17; Sal. 45;
Gv. 2,13-22
Dal Vangelo secondo Giovanni 2, 13-22
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: ««PPOORRTTAATTEE VVIIAA DDII QQUUII QQUUEESSTTEE CCOOSSEE EE NNOONN FFAATTEE DDEELLLLAA CCAASSAA DDEELL PPAADDRREE MMIIOO UUNN MMEERRCCAATTOO!!»» I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Parola del Signore.
Gesù porta un cambiamento radicale nella fede ebraica. I sacrifici che
gli ebrei facevano al tempio di Gerusalemme, erano un modo, solo
esteriore e materiale, di dimostrare la loro fede verso Dio. Ma Gesù sa
che tutto questo per molti è solo un modo ipocrita per mettersi in
rapporto con Dio, non è questo ciò che l'uomo deve fare per conoscere
e amare il proprio Signore! Non c'è bisogno di sacrifici e olocausti, i
tempi sono cambiati, adesso è Cristo il tempio vivente di Dio, ed è a
lui che l'uomo deve andare. Fino a quando non riusciremo a capire la
profonda e irreversibile trasformazione che Gesù ha portato nel
mondo, non potremo iniziare a capire la sua Parola. Già nell'Antico
Testamento Dio aveva parlato per mezzo dei profeti (Ezechiele, Osea,
Geremia) e aveva dichiarato di essere nauseato dai sacrifici che il
popolo compiva con distacco, come un rito meccanico e indifferente. E'
la misericordia che Dio chiede ai suoi figli, è l'amore, la conversione
che parte da un cuore nuovo, un cuore di carne e non di pietra.
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MERCOLEDI’ 10 NOVEMBRE
Una scheggia di preghiera:
GGEESSUU’’ MMAAEESSTTRROO,, AABBBBII PPIIEETTAA’’ DDII NNOOII!!
Tra i santi ricordati oggi: San Leone Magno;Sant‘Andrea Avellino;
Santa Fiorenza.
Hanno detto: Stai attenta a non mai scoraggiarti nel vederti
circondata da infermità spirituali. Se Iddio ti lascia cadere in qualche
debolezza, non è per abbandonarti, ma solo per stabilirti in umiltà e
renderti più attenta per l'avvenire. (San Pio da Pietrelcina)
Saggezza popolare: A cose fallite tutti sanno quale sarebbe stato il
rimedio. (Proverbio Piemontese)
Un aneddoto: PRESENZA E VICINANZA. Una figlia spirituale di Padre
Pio, sul bordo della strada, leggeva una lettera del Frate. Il foglio le
sfuggì di mano e il vento lo fece rotolare per la discesa. Era già
lontano quando si arrestò su una pietra e la signorina poté
recuperarlo. L'indomani Padre Pio le disse: "Fate attenzione al vento la
prossima volta. Se non ci avessi messo il piede sopra, la mia lettera
sarebbe finita a valle".
Parola di Dio: Tt. 3,1-7; Sal. 22; Lc. 17,11-19
Dal Vangelo secondo Luca 17, 11-19
Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: "Gesù maestro, abbi pietà di noi!". Appena li vide, Gesù disse: "Andate a presentarvi ai sacerdoti". E mentre essi andavano, furono sanati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: "Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?". E gli disse: ""AALLZZAATTII EE VVÀÀ;; LLAA TTUUAA FFEEDDEE TTII HHAA SSAALLVVAATTOO!!"" Parola del Signore
L‘incontro di Gesù con i lebbrosi è un incontro umanissimo con i
sofferenti. Il grido di angoscia e di aiuto lo commuove. Ed Egli opera il
miracolo, senza guardare alla nazionalità dei richiedenti o a qualsiasi
altra discriminante. La Legge comandava – al lebbroso guarito – di
presentarsi ai sacerdoti. Essi dovevano constatare il fatto e dichiararlo
ufficialmente. Li riammettevano nel contesto sociale. Quindi - dicendo
loro di presentarsi ai sacerdoti – Gesù annuncia la guarigione; ma non
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la opera subito. Richiede loro, pertanto, la fede. Ed essi credono.
Credono, vanno e sono guariti lungo il cammino. Fin qui sono stati
tutti bravi. Ma che cosa succede a questo punto? Nessuno di loro si
preoccupa di andare a ringraziare il Maestro, cioè colui che li aveva
guariti. Sono preoccupati solo di riacquistare, ora, i loro diritti sociali.
Fa eccezione un samaritano. Noi sappiamo quanto fossero disprezzati
dagli ebrei. Erano, infatti, una razza mista, in cui dominava il sangue
pagano. E ai pagani li assimilavano gli ebrei. E si tenevano alla larga.
Osserviamo il comportamento di Gesù. Ama tutti, in particolare gli
ultimi, i lontani, i disprezzati. E questi rispondono. Quindi, questi
lontani, a volte, sono più vicini di noi al Regno di Dio. Che cosa
avviene, infatti? Gli altri lebbrosi restano solo guariti nel corpo. Il
samaritano, invece, viene salvato. Riceve la vita di Dio: ―La tua fede ti
ha salvato!‖, non ti ha solo guarito. Che cosa, infatti, è venuto a fare il
lebbroso guarito? Non solo a ringraziarlo, ma a lodare Dio. Ora, questa
frase – in Luca – ha un significato tecnico ben preciso: indica il
riconoscimento dell‘opera salvifica di Dio. Per questo merita la
salvezza. E Gesù lo dichiara: diventa figlio di Dio, candidato al Regno
dei Cieli. Per essere salvi, dunque, non basta aver incontrato Gesù;
neppure esperimentare concretamente la sua potenza taumaturgica;
occorre entrare in sintonia con lui mediante l‘obbedienza, la
riconoscenza, la fede.
GIOVEDI’ 11 NOVEMBRE
Una scheggia di preghiera:
GGEESSUU’’,, VVEENNGGAA AANNCCHHEE OOGGGGII IILL TTUUOO RREEGGNNOO
DDII GGIIUUSSTTIIZZIIAA EE DDII PPAACCEE..
Tra i santi ricordati oggi: San Martino di Tours; San Cuniberto.
Hanno detto: Non bisogna scoraggiarsi, perché se nell'anima vi è il
continuo sforzo di migliorare, alla fine il Signore la premia facendo
fiorire in lei ad un tratto tutte le virtù come in un giardino fiorito. (San
Pio da Pietrelcina)
Saggezza popolare: Chi accetta regali vende libertà. (Proverbio
Piemontese)
Un aneddoto: PROFONDO CONOSCITORE. Nel 1954, racconta una
signora, mio padre, allora ferroviere, all'età di quarantasette anni si
ammalò di una strana malattia che gli immobilizzò gli arti inferiori.
Vana risultò ogni cura ed il posto di lavoro, dopo circa due anni, stava
per essere compromesso. Poiché la situazione peggiorava, uno zio
consigliò a mio padre di andare a San Giovanni Rotondo dove viveva
un Frate cappuccino al quale il Signore aveva donato speciali carismi.
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Con tante difficoltà mio padre giunse nel piccolo centro sul Gargano
accompagnato e sorretto da questo zio. In chiesa incontrò Padre Pio il
quale, vedendo in che modo si trascinava tra la folla, disse a voce
alta: "Fate spazio a quel ferroviere!" Eppure non conosceva mio padre
né sapeva che egli era ferroviere. Qualche ora dopo Padre Pio si
intrattenne in fraterno colloquio con papà. Gli appoggiò una mano
sulla spalla. lo confortò con un sorriso e gli rivolse parole di
incoraggiamento. Quando mio padre si allontanò da lui non si accorse
di essere stato improvvisamente guarito. Mio zio lo seguiva sorpreso,
stringendo tra le mani i due bastoni che non servivano più.
Parola di Dio: Fm. 7-20; Sal. 145; Lc. 17,20-25
Dal Vangelo secondo Luca 17, 20-25
In quel tempo, interrogato dai farisei: "Quando verrà il regno di Dio?", Gesù rispose: "Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché IILL RREEGGNNOO DDII DDIIOO ÈÈ IINN MMEEZZZZOO AA VVOOII!!"" Disse ancora ai discepoli: "Verrà un tempo in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell'uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: Eccolo là, o: eccolo qua; non andateci, non seguiteli. Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all'altro del cielo, così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga ripudiato da questa generazione". Parola del Signore
L'attesa del regno di Dio era uno dei punti principali della fede ebraica.
Proprio su questo argomento, i farisei rivolgono la domanda a Gesù
per cercare di trarlo in inganno, ma il Signore mette in guardia dalla
solita ipocrita visione delle cose di Dio che hanno questi ebrei. Il regno
di Dio non è qualcosa di estraneo che apparirà in un luogo o in un
altro, il regno di Dio è già qui adesso, è nel tempo presente, perché il
Signore è in mezzo agli uomini. Anche noi spesso ci aspettiamo la
venuta del Regno in modo eclatante, tra tuoni e lampi oppure sotto
forma di potere esercitato su tutti gli uomini. Non è così: E' necessario
guardare con occhi diversi per potersi accorgere che Dio è già qui. Ma
dove se più di cinque miliardi di uomini su sei sono ancora ‗pagani‘? E‘
qui quando le nostre carceri sono piene di battezzati? E‘ qui in un
mondo dove contano i soldi, il potere, le cose e gli uomini sono schiavi
di esse e Dio spesso è stato mascherato secondo le varie esigenze?
Ebbene, sì, Il regno di Dio è qui perché Gesù come il piccolo seme è
morto ed è tornato in vita, è qui tutte le volte che il perdono vince
l‘odio, è qui in ogni azione buona. Il regno di Dio si comincia a
costruire sulla terra, con la nostra vita, con le nostre azioni e la nostra
preghiera. Dalla venuta di Gesù nel mondo ogni uomo può conoscere e
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vivere l'inizio del regno. Il Signore ci ha aperto definitivamente le
porte verso questa meta, perciò nessuno di noi può dire che non
conosce la strada e nessuno può cercare in altri luoghi ciò che è già
con noi.
VENERDI’ 12 NOVEMBRE
Una scheggia di preghiera:
LL’’OOGGGGII EE’’ PPRREEZZIIOOSSOO,, UUNNIICCOO:: CCHHEE NNOONN LLOO SSPPRREECCHHII..
Tra i santi ricordati oggi: San Giosafat;Sant‘Evasio.
Hanno detto: Scoraggiarsi dopo la caduta è artificio del nemico. (San
Pio da Pietrelcina)
Saggezza popolare: Se ti senti preso dal bisogno, rivolgiti ai poveri,
non ai ricchi. (Proverbio Piemontese)
Un aneddoto: PROFUMO E GUARIGIONE. Una signora di Bologna, di
24 anni, si era fratturata il braccio destro che, tre anni prima, era
stato operato in seguito a un grave incidente. Dopo una nuova
operazione seguita da un lungo e penoso trattamento, il chirurgo
dichiarò al padre della ragazza che ella non avrebbe più ripreso l'uso
del braccio. Desolati, padre e figlia, partono per San Giovanni
Rotondo. Padre Pio li riceve, li benedice e dichiara: "Soprattutto niente
disperazione! Confidate nel Signore! Il braccio guarirà‖. E‘ la fine di
luglio 1930. L'inferma ritorna a Bologna senza che si sia costatato il
minimo miglioramento. Padre Pio si è dunque sbagliato! Non ci si
pensa più e i mesi passano. Il 17 settembre, giorno delle stimmate di
S. Francesco, improvvisamente l'appartamento in cui viveva la
famiglia è invaso da un delizioso odore di giunchiglie e di rose. Questo
dura un quarto d'ora circa, con grande stupore dei coinquilini che
cercano invano l'origine di quegli effluvi. Da quel giorno la giovane
riprese l'uso del braccio. Una radiografia, che ella conservava
gelosamente, mostrava la rimessa a nuovo dell'osso e delle cartilagini.
Parola di Dio: 2Gv. 1.3-9; Sal. 118; Lc. 17,26-37
Dal Vangelo secondo Luca 17, 26-37
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell'uomo: mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca e venne il diluvio e li fece perire tutti. Come avvenne anche al tempo di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece perire tutti. Così sarà nel giorno in cui il Figlio dell'uomo
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si rivelerà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza, se le sue cose sono in casa, non scenda a prenderle; così chi si troverà nel campo, non torni indietro. RRIICCOORRDDAATTEEVVII DDEELLLLAA MMOOGGLLIIEE DDII LLOOTT.. CCHHII CCEERRCCHHEERRÀÀ DDII SSAALLVVAARREE LLAA PPRROOPPRRIIAA VVIITTAA LLAA PPEERRDDEERRÀÀ,, chi invece la perde la salverà. Vi dico: in quella notte due si troveranno in un letto: l'uno verrà preso e l'altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l'una verrà presa e l'altra lasciata". Allora i discepoli gli chiesero: "Dove, Signore?". Ed egli disse loro: "Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi". Parola del Signore
Gesù dopo averci detto che il suo Regno è già qui, preannuncia il
giorno del suo ritorno, quando Egli, Giudice supremo ratificherà le
scelte che ciascuno di noi ha fatto con i propri comportamenti di vita.
Quel giorno non ci sarà il tempo di dedicarsi ai preparativi, nessuno
potrà dire "aspetta", perché il tempo sarà finito. Allora sarà esaminato
solo ciò che è già stato fatto, non si potrà più tentare di rimediare agli
errori di una vita a cui, fino ad allora non avevamo voluto pensare.
Viviamo come se la morte non dovesse venire mai. Lavoriamo,
accumuliamo ricchezze, cose oggetti, come se pensassimo che saremo
sempre qui a sfruttarli. Non ci poniamo quasi mai le domande: "Come
mi preparo alla morte?", "La mia anima è pronta all'incontro con Dio?".
Rimandiamo, perché c'è ancora tempo, perché oggi non abbiamo
tempo, forse domani avremo modo di farci un esame di coscienza. Ma
l'ora della morte non la conosciamo, non sappiamo quando arriverà e,
mentre siamo occupati nelle faccende del mondo, lasciamo che la
nostra anima perda momenti preziosi e rimanga lontana da Dio.
SABATO 13 NOVEMBRE
Una scheggia di preghiera:
NNOOII CCRREEDDIIAAMMOO,, AAIIUUTTAACCII NNEELLLLAA NNOOSSTTRRAA PPOOCCAA FFEEDDEE..
Tra i santi ricordati oggi: Santa Francesca Saverio Cabrini; San Diego.
Hanno detto: Il cuore buono è sempre forte; egli soffre, ma cela le
sue lacrime e si consola sacrificandosi per il prossimo e per Iddio. (San
Pio da Pietrelcina)
Saggezza popolare: Chi dice sconcezze, non pensa bellezze.
(Proverbio Piemontese)
Un aneddoto: PROFUMO O SCHIAFFI. Un noto avvocato devoto di
Padre Pio racconta: "Una volta ero nella chiesa vecchia del convento
ad ascoltare la Messa, la lunga Messa di Padre Pio e, proprio
all'elevazione dell'Ostia, mi distrassi pensando ad altro, restando in
piedi, unico in mezzo alla folla di fedeli inginocchiati. Improvvisamente
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fui colpito da un penetrante odore di viole che mi fece tornare alla
realtà e guardandomi intorno, mi chinai anch'io col ginocchio per terra
ma senza pensare allo strano profumo. Come al solito, dopo la
funzione religiosa, mi recai a salutare il Padre che mi accolse con
questa battuta: "Che, oggi eri nu poco stunato 'ncapa?" - "Si Padre,
oggi sono stato un po‘ distratto. Fortunatamente mi ha svegliato il
vostro profumo..." - "Ma quale profumo, per te ci vogliono e
paccari...(gli schiaffi)".
Parola di Dio: 3Gv. 5-8; Sal. 111; Lc. 18,1-8
Dal Vangelo secondo Luca 18, 1-8
In quel tempo, GGEESSÙÙ DDIISSSSEE AAII SSUUOOII DDIISSCCEEPPOOLLII UUNNAA PPAARRAABBOOLLAA SSUULLLLAA NNEECCEESSSSIITTÀÀ DDII PPRREEGGAARREE SSEEMMPPRREE,, SSEENNZZAA SSTTAANNCCAARRSSII:: "C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi". E il Signore soggiunse: "Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?". Parola del Signore
Questo racconto mette in luce la bellezza e l'efficacia della fede. Gesù,
parlando del giudice, insiste sulla sua personalità di uomo senza Dio,
un uomo che non guarda in faccia nessuno, neppure una povera
vedova. Ma nonostante il suo cuore non conosca la misericordia,
decide di rispondere alla richiesta della vedova pur di essere lasciato in
pace. Ecco allora il nocciolo del racconto: se così agisce un uomo
senza Dio, possiamo noi dubitare che Colui che è infinitamente
misericordioso e premuroso verso i suoi figli, possa agire
diversamente? Non è Dio che non ascolta le nostre preghiere, siamo
noi che non abbiamo abbastanza fede da credere nel suo aiuto.
Innanzi tutto, non bisogna confondere la perseveranza con l‘insistenza
fastidiosa, né con la ripetizione meccanica. Perseverare nella preghiera
significa sempre fidarsi di Dio, sia quando ci ascolta sia quando
sembra ignorarci. La fede è un donarsi incondizionato all'Altro, è un
affidamento totale al creatore, con la certezza che tutto ciò che da lui
riceveremo è solo e sempre per il nostro bene. Un teologo ha scritto:" La cosa principalmente importante non è
quanta fede abbiamo in Gesù, ma è quella di avere la fede di Gesù". E
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tutti noi sappiamo bene quale fede ha riempito la vita del Signore e
fino a che punto egli l'abbia vissuta.
DOMENICA 14 NOVEMBRE 33^ DOMENICA DEL T. O. ANNO C
Una scheggia di preghiera:
VVIIEENNII SSIIGGNNOORREE AA GGIIUUDDIICCAARREE IILL MMOONNDDOO..
Tra i santi ricordati oggi: Santa Veneranda; San Giocondo di Bologna.
Hanno detto: E' più vicino a Dio il malfattore che ha vergogna di
operare il male che non l'uomo onesto il quale arrossisce di operare il
bene. (San Pio da Pietrelcina)
Saggezza popolare: La paura è fatta di niente. (Proverbio
Piemontese)
Un aneddoto: RICONOSCERE IL SACRO A volte, allorché a Padre Pio
gli presentavano degli oggetti (corone del Rosario, medagliette,
immagini sacre) con la richiesta di benedirli, il Padre restituiva al
richiedente qualche oggetto con la precisazione: "Questo è già stato
benedetto". Ed era vero. Padre Pio "sentiva" se un'acqua era da
benedire o era acqua benedetta. E se qualcuno gli presentava una
bottiglia con dentro dell'acqua di Lourdes, lui, senza fare domande, la
portava alle labbra e la baciava.
Parola di Dio: Ml. 3,19-20; Sal. 97; 2Tes. 3,7-12; Lc. 21,5-19
Dal Vangelo secondo Luca 21, 5-19
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, disse: ““VVEERRRRAANNNNOO GGIIOORRNNII IINN CCUUII,, DDII TTUUTTTTOO QQUUEELLLLOO CCHHEE AAMMMMIIRRAATTEE,, NNOONN RREESSTTEERRÀÀ PPIIEETTRRAA SSUU PPIIEETTRRAA CCHHEE NNOONN VVEENNGGAA DDIISSTTRRUUTTTTAA””.. Gli domandarono: “Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?”. Rispose: “Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: "Sono io" e: "Il tempo è prossimo"; non seguiteli. Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine”. Poi disse loro: “Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui
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tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime”. Parola del Signore
Quante volte è successo nella storia degli uomini che avvenimenti tristi
dovuti alle forze della natura o alle cattiverie degli uomini sono stati
letti come l‘inizio della fine del mondo: le persecuzioni dei cristiani, le
guerre, i terremoti, la bomba atomica, i campi di concentramento,le
torri di New York... Eppure non erano questo! Ma tutti questi fatti non
avrebbero invece dovuto insegnarci qualcosa? Ad esempio la
precarietà della vita. Noi sappiamo che la nostra vita è sospesa ad un
filo, che basta una scossa un po‘ più decisa della terra, che basta un
uomo impazzito magari nel nome di Dio o un semplice virus per
distruggerla, eppure viviamo come se fossimo eterni su questa terra.
Costruiamo torri di potere che come Babele vogliono toccare il cielo
con un dito e che invece non riescono ad unire gli uomini ma li
dividono in linguaggi diversi, mettiamo da parte ricchezze che non
riusciremo mai a consumare in una vita e assistiamo, quasi stufi di
sentircelo ripetere, alla fine di milioni di persone che non hanno nulla,
costruiamo imperi sul sangue nella certezza che dureranno, ci
crediamo civiltà superiori ad altre solo perché abbiamo un po‘ più di
tecnica o sappiamo sfruttare meglio i tesori e il petrolio dei popoli più
poveri, e magari in umanità valiamo zero, parliamo dei nostri piccoli o
grandi progetti come se fossero eterni. Gesù ci dice: "Ricordati che
tutto nasce e tutto muore, ricordati che il tempo è un dono prezioso,
non un diritto, non un qualcosa che si può comprare da parte di chi ha
più soldi, ricordati che anche questa piccola terra, questa meravigliosa
e terribile terra finirà" Gesù questo non ce lo dice per metterci
addosso paura, non lo dice come certe religioni che spesso della paura
approfittano per i propri interessi non sempre religiosi, lo dice per
ricordarci la nostra realtà fatta di cose che finiscono, che muoiono ma
anche che si trasformano. Perché il messaggio cristiano della fine dei
tempi sta proprio nel fatto che quello che noi aspettiamo è il "sole di
giustizia". Noi aspettiamo sì, il Giudice, ma il Giudice è Gesù che è
morto in croce per noi.
LUNEDI’ 15 NOVEMBRE
Una scheggia di preghiera:
DDOONNAACCII DDII VVEEDDEERREE LLEE TTUUEE OOPPEERREE,, SSIIGGNNOORREE..
Tra i santi ricordati oggi: Sant‘Alberto Magno;San Desiderio;
Sant‘Eugenio di Toledo.
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Hanno detto: La potenza di Dio di tutto trionfa; ma l'umile e dolente
preghiera trionfa su Dio stesso, ne arresta il braccio, lo disarma, lo
vince, lo placa e se lo rende, quasi sarei per dire, dipendente e amico.
(San Pio da Pietrelcina)
Saggezza popolare: Anche nei guai qualche cosa di buono troverai.
(Proverbio Piemontese)
Un aneddoto: RUDEZZA E DOLCEZZA. Un uomo raccontava: "...un
giorno, cedendo alle insistenze di mia moglie decisi di andare da Padre
Pio. Non avevo più messo piede in una chiesa da ben venticinque anni,
precisamente dal giorno del mio matrimonio. Sentii il bisogno di
confessarmi, ma Padre Pio, appena gli comparvi davanti, senza
nemmeno guardarmi, mi disse bruscamente: "Vattene!" - "Sono qui
per confessarmi, mi dia l'assoluzione" - gli dissi. "Vattene, ho detto",
mi rispose rudemente. Me ne andai. Attraversai di corsa la chiesa
piccola e mi precipitai in albergo. Mia moglie, avendomi veduto uscire
in quel modo, mi raggiunse in camera. - "Cosa è successo? Cosa fai?"
- mi domandò. "Faccio la valigia e me ne vado". In quel momento
un'ondata di profumo mi fece trasalire. Un profumo intenso,
meraviglioso. Rimasi interdetto. Mi calmai all'istante. E all'istante
sentii nascere in me un gran desiderio di tornare da Padre Pio. Ci
tornai il giorno dopo, ma prima feci un accurato esame di coscienza.
Padre Pio mi accolse benevolmente e mi dette l'assoluzione".
Parola di Dio: Ap. 1,1-5;2,1-5; Sal. 1; Lc. 18,35-43
Dal Vangelo secondo Luca 18, 35-43
Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli risposero: "Passa Gesù il Nazareno!". Allora incominciò a gridare: "Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!". Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!". Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: "Che vuoi che io faccia per te?". Egli rispose: "Signore, che io riabbia la vista". E Gesù gli disse: "Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato". SSUUBBIITTOO CCII VVIIDDEE DDII NNUUOOVVOO EE CCOOMMIINNCCIIÒÒ AA SSEEGGUUIIRRLLOO LLOODDAANNDDOO DDIIOO.. EE TTUUTTTTOO IILL PPOOPPOOLLOO,, AALLLLAA VVIISSTTAA DDII CCIIÒÒ,, DDIIEEDDEE LLOODDEE AA DDIIOO.. Parola del Signore
Ci sono tanti modi di essere ciechi, e tanti modi di vedere.
―L'essenziale‖, dice il piccolo Principe di Saint Exupéry, ―è invisibile agli
occhi‖: e forse per questo il cieco di Gerico sembra avere una marcia
in più. Egli ha bisogno degli altri, è vero, per sapere chi sia colui che
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passa seguito da tanta folla; ma, a differenza degli altri, non si ferma
alla prima apparenza – ―Passa Gesù il Nazareno‖ - ma va oltre nel
riconoscimento dell'identità di Gesù: ―Figlio di Davide, abbi pietà di
me!‖. L'eVangelo impone una scelta di vita: o con lui o contro di lui.
Impone un rovesciamento, un capovolgimento delle nostre vedute, un
cambiamento radicale nel modo di pensare e di agire, una
conversione. E‘ questa la vera vita che i testimoni della fede sanno
scegliere e che li rende forti e capaci di affrontare il martirio. E‘ questa
la guarigione operata da Gesù, che apre gli occhi al cieco e può aprirli
anche a noi, che siamo ciechi senza sapere di esserlo.
MARTEDI’ 16 NOVEMBRE
Una scheggia di preghiera:
TTUU MMII CCEERRCCHHII,, SSIIGGNNOORREE.. FFAA’’ CCHHEE MMII LLAASSCCII TTRROOVVAARREE..
Tra i santi ricordati oggi: Margherita di Scozia; Santa Geltrude.
Hanno detto: Di che dovete affannarvi se Gesù vuol farvi pervenire
alla patria celeste per i deserti o per i campi, quando e per gli uni e
per gli altri si perverrà lo stesso alla beata eternità? Allontanate da voi
ogni soverchia preoccupazione che nasce dalle prove con le quali il
buon Dio vuole visitarvi; e se ciò non è possibile, allontanatene il
pensiero ed in tutto vivete rassegnati ai divini voleri. (San Pio da
Pietrelcina)
Saggezza popolare: Non sono eguali nemmeno le dita di una mano.
(Proverbio Piemontese)
Un aneddoto: SCAPACCIONI. Un figlio spirituale di Padre Pio
residente a Roma, essendo in compagnia di alcuni amici, omise per
vergogna, di fare ciò che solitamente faceva passando vicino ad una
Chiesa cioè, una piccola riverenza in segno di saluto a Gesù
sacramentato. Ecco allora improvvisa e forte giungergli all'orecchio
una voce - la voce di Padre Pio - e una parola: "Vigliacco!" Recatosi,
dopo qualche giorno a San Giovanni Rotondo, si sentì così apostrofare
da Padre Pio: "Attento, questa volta t'ho soltanto sgridato, la prossima
volta ti darò un bello scapaccione".
Parola di Dio: Ap. 3,1-6.14-22; Sal. 14; Lc. 19,1-10
Dal Vangelo secondo Luca 19, 1-10
In quel tempo, Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, CCEERRCCAAVVAA DDII VVEEDDEERREE QQUUAALLEE FFOOSSSSEE GGEESSÙÙ,, MMAA NNOONN GGLLII RRIIUUSSCCIIVVAA AA CCAAUUSSAA DDEELLLLAA FFOOLLLLAA,, PPOOIICCHHÉÉ EERRAA PPIICCCCOOLLOO DDII SSTTAATTUURRAA..
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Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua". In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: "E' andato ad alloggiare da un peccatore!". Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: "Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto". Gesù gli rispose: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto". Parola del Signore
L'episodio di Zaccheo è uno dei più belli dei Vangeli. Gesù ancora una
volta fa una cosa che nessun pio ebreo avrebbe mai fatto: entra in
rapporto con un peccatore, un impuro, va addirittura a mangiare a
casa sua. Zaccheo non è salito sull'albero per cercare di essere notato
anzi, l'evangelista puntualizza proprio che è piccolo e che quindi non
avrebbe neppure avuto la possibilità di farsi vedere. Sale sul sicomoro
solo per curiosità, per vedere questo Gesù tanto famoso. E' invece
Gesù che cerca lui, che lo chiama e che vuol conoscerlo, e il gesto del
Signore apre le porte del cuore di Zaccheo che, di fronte a questo
semplice ma importante gesto, si trova a rivedere completamente la
sua vita e a dargli una svolta decisiva. In questo brano c'è un
particolare che, ogni volta, mi commuove e mi colpisce al cuore.
Zaccheo è "piccolo" e rappresenta tutti quegli uomini che vivono
nascondendosi agli occhi di Dio, sopraffatti dal bagliore dei poteri del
mondo. Zaccheo è uno di noi, con il cuore appesantito dagli sbagli e
crede che ormai, non può più fare diversamente. Non si attende niente
da Dio, in un certo senso pensa di non aver niente a che fare con lui.
Invece, improvvisamente, è proprio Dio che alza gli occhi e lo cerca!
Ecco, questo gesto mi penetra nell'anima: questo Dio così grande vede
anche le cose piccole, anzi le cerca perché sono preziose e non devono
andare perse, cerca ogni figlio, ognuno di noi e non si da pace finché
non ci trova.
MERCOLEDI’ 17 NOVEMBRE
Una scheggia di preghiera:
PPEERR TTUUTTTTII II TTUUOOII DDOONNII,, GGRRAAZZIIEE,, SSIIGGNNOORREE..
Tra i santi ricordati oggi: Santa Elisabetta di Ungheria;
Sant‘Aniano d‘Asti.
Hanno detto: Noi mandiamo giù a grandi sorsate la menzogna che ci
lusinga e beviamo a goccia a goccia la verità che ci riesce amara.
(Diderot)
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Saggezza popolare: Si sa dove si nasce ma non si sa dove si muore.
(Proverbio Piemontese)
Un aneddoto: Attenzione: l‘apparenza può ingannare! Un artista,
vestito in maniera un po‘ trasandata, si aggirava per le vie della città
quando sentì una voce femminile che si indirizzava a lui: ―Signore, per
favore, mi porti questa borsa‖. Girandosi vide una donna molto bella e
subito le rispose: ―Molto volentieri‖ La seguì da un negozio all‘altro
portando pacchetti e pacchettini. Giunti alla sua abitazione la donna
aprì il borsellino e cercò alcuni spiccioli per ricompensarlo. Ma Egli
rifiutò. ―Signora, io non sono un facchino, nonostante il mio aspetto.
Sono un artista. Mi considererò pienamente appagato se potrò ritrarre
il suo viso così bello. Presenterò l‘opera alla mia prossima esposizione‖
Parola di Dio: Ap. 4, 1-11; Sal. 150; Lc. 19,11-28
Dal Vangelo secondo Luca 19, 11-28
In quel tempo, Gesù disse una parabola perché era vicino a Gerusalemme e i discepoli credevano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro. Disse dunque: "Un uomo di nobile stirpe partì per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare. CCHHIIAAMMAATTII DDIIEECCII SSEERRVVII,, CCOONNSSEEGGNNÒÒ LLOORROO DDIIEECCII MMIINNEE,, DDIICCEENNDDOO:: IIMMPPIIEEGGAATTEELLEE fino al mio ritorno. Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un'ambasceria a dire: Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi. Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo di re, fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine. Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città. Poi si presentò il secondo e disse: La tua mina, signore, ha fruttato altre cinque mine. Anche a questo disse: Anche tu sarai a capo di cinque città. Venne poi anche l'altro e disse: Signore, ecco la tua mina, che ho tenuta riposta in un fazzoletto; avevo paura di te che sei un uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato. Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi. Disse poi ai presenti: Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci Gli risposero: Signore, ha già dieci mine! Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli
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davanti a me". Dette queste cose, Gesù proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme. Parola del Signore
Davvero Dio si fida di noi! Nonostante i nostri no, le defezioni, i limiti,
si fida al punto da affidarci quel regno che è costato il sangue di suo
Figlio. Ci affida la sua parola con il rischio che noi la nascondiamo o la
interpretiamo male, si affida alla testimonianza delle nostre povere
parole o della nostra vita. Possiamo permetterci di deluderlo?
Possiamo solo permetterci di puntare il dito contro gli errori degli altri
senza rischiare anche noi? Se invece di vedere solo i difetti della
Chiesa, ciascuno, pieno di gioia per la fiducia che Dio gli accorda,
dicesse: ―Io sono la Chiesa‖, e ognuno da parte sua portasse il suo
valido contributo, quanto migliorerebbe il volto della Chiesa. Non basta
dire: ―Nessuno si impegna‖, ma: ―Oggi comincio io‖. Non basta dire:
―Si parla solo di comunità, ma la comunità non c‘è‖, ma: ―Oggi
comincio a mettere qualcosa in comunione con te‖ o meglio: ―Oggi
vivo la comunione con te, cominciando a chiedere perdono del mio
egoismo‖. Non basta dire : ―I preti non capiscono niente‖, ma: ―Che
cosa sto facendo per aiutare il mio prete ad essere fedele alla sua
missione?‖ Non basta dire: ―Si da poco peso alla Parola di Dio, alla
preghiera‖, ma bisogna cominciare ogni giorno a leggere e meditare
un po‘ di Bibbia cercando di applicarla alla vita e trovare
quotidianamente spazi per la preghiera. Per il successo dell‘immensa
opera della creazione, Dio ha bisogno di una cosa sola: che tu faccia
del tuo meglio. Se tu dai quello che sei capace di dare (compresa la
tua debolezza), sarai unito in massimo grado alla sua opera creatrice e
allora il Padre sarà fiero del suo figlio che lo ha ringraziato trafficando i
suoi doni.
GIOVEDI’ 18 NOVEMBRE
DEDICAZIONE BASILICHE SANTI PIETRO E PAOLO
Una scheggia di preghiera:
IINNSSEEGGNNAAMMII,, SSIIGGNNOORREE,, LLAA RRIICCOONNOOSSCCEENNZZAA..
Tra i santi ricordati oggi: San Frediano di Lucca.
Hanno detto: Non potrete fare nulla per il prossimo finché non
saprete comunicare. (Lorenzo Milani)
Saggezza popolare: Le lingue inascoltate si stancano da sole.
(Proverbio Piemontese)
Un aneddoto: Durante la guerra civile degli Stati Uniti d‘America
Lincoln, in un raduno di amici, parlava con considerazione dei nemici
confederati. Una signora, quasi scandalizzata, disse con franchezza: ―
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Come può parlar bene di quelli che la farebbero volentieri fuori? Non
dovrebbe piuttosto cercare di distruggere i suoi nemici?‖. ―Signora‖,
rispose Lincoln, ―Non distruggo forse i miei nemici se con la carità e la
gentilezza me li faccio amici?‖
Parola di Dio: Ap. 5,1-10; Sal. 149; Lc. 19,41-44
Dal Vangelo secondo Luca 19, 41-44
In quel tempo GGEESSÙÙ,, QQUUAANNDDOO FFUU VVIICCIINNOO AA GGEERRUUSSAALLEEMMMMEE,, AALLLLAA VVIISSTTAA DDEELLLLAA CCIITTTTÀÀ,, PPIIAANNSSEE SSUU DDII EESSSSAA,, dicendo: "Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata". Parola del Signore
Il pianto di Gesù di fronte a Gerusalemme è espressione del dolore del
Dio Padre disconosciuto dai suoi figli. La città santa, con il suo tempio
dimora del Signore e segno dell'Alleanza stretta fra Dio e il suo popolo,
ha chiuso gli occhi e il cuore all'annuncio di Cristo, ha respinto la
Parola e non ha voluto capire la novità dei tempi. Il "popolo santo" non
accoglie la via della pace, la sua rovina sarà grande e dolorosa. Gesù è
pienamente uomo del suo popolo, ebreo fra gli ebrei, parte di quella
nazione che Dio ha scelto fra tutte le altre. Il suo dolore è quindi, il
dolore di un uomo, ma anche il dolore di un Dio, che ha voluto
mostrarsi personalmente a questi figli tanto amati. Eppure Israele non
lo ha riconosciuto, non ha guardato con occhi nuovi, né ha udito con
orecchie nuove; il popolo eletto si è indurito nella formalità dei riti e
dei precetti, ed ha soffocato il cuore con l'indifferenza.
VENERDI’ 19 NOVEMBRE
Una scheggia di preghiera:
SSIIGGNNOORREE,, PPUURRIIFFIICCAA LLAA NNOOSSTTRRAA FFEEDDEE..
Tra i santi ricordati oggi: San Fausto; Joseph Kalinowsaki.
Hanno detto: Quanto più sei colmo d'amore, tanto più sarai nella
gioia. (Albert Samain)
Saggezza popolare: Dalla casa del lavoro miseria e melanconia
scappano. (Proverbio Piemontese)
Un aneddoto: Alcuni monaci domandarono all‘abate: ―Se vediamo un
fratello che sonnecchia durante la preghiera, dobbiamo scuoterlo
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perché rimanga sveglio?‖ Rispose l‘abate: ―Se io vedo un fratello che
sonnecchia, metto la sua testa sulle mie spalle e lo lascio riposare‖.
Parola di Dio: Ap. 10, 8-11; Sal. 118; Lc. 19,45-48
Dal Vangelo secondo Luca 19, 45-48
In quel tempo Gesù, EENNTTRRAATTOO NNEELL TTEEMMPPIIOO,, CCOOMMIINNCCIIÒÒ AA SSCCAACCCCIIAARREE II VVEENNDDIITTOORRII,, dicendo: "Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!". Ogni giorno insegnava nel tempio. I sommi sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo perire e così anche i notabili del popolo; ma non sapevano come fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue parole. Parola del Signore
E‘ il grande rischio delle religioni quello di trasformare la fede in una
specie di commercio. La religione e la religiosità dovrebbero essere la
logica conseguenza della fede, la manifestazione di essa, però spesso
non succede così. L‘uomo, abituato ad approfittare di tutto, ha usato la
religiosità per manipolare la fede e per ridurre Dio alle sue necessità.
Si è ―venditori del tempio‖ non solo vendendo immaginette sacre o
candele, ma tutte le volte che pensiamo di comprare Dio con delle
preghiere fatte o fatte fare, quando approfittiamo della religione per
giudicare il nostro prossimo, per apparire giusti. E‘ facile puntare il
dito contro i tanti commerci della religione, ma qualche sferzata di
Gesù scende anche sul nostro groppone e... ben vengano se ci aiutano
a purificare la religiosità per farci riscoprire la fede.
SABATO 20 NOVEMBRE
Una scheggia di preghiera:
TTUU,, SSIIGGNNOORREE,, NNOONN SSEEII IILL DDIIOO DDEEII MMOORRTTII MMAA DDEEII VVIIVVEENNTTII..
Tra i santi ricordati oggi: Santi Ottavio,
Avventore e Solutore; Sant‘Edmondo.
Hanno detto: Non solo per me il sole, ma anche per i peggiori di me.
(Proverbio Piemontese)
Saggezza popolare: Chi non sa ridere non è una persona seria. (Don
Orione)
Un aneddoto: L‘imperatore della Cina sentì parlare della saggezza di
un eremita che viveva tra le montagne e gli mandò degli ambasciatori
ad offrirgli il posto di primo ministro del regno. Dopo molti giorni di
viaggio gli ambasciatori trovarono l‘eremita seminudo che pescava in
torrente e gli dissero il volere dell‘imperatore. Quando l‘eremita
comprese che l‘imperatore voleva lui come primo ministro, gettò
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indietro la testa e rise rumorosamente, poi ricompostosi disse agli
ambasciatori: ―Vedete quella tartaruga laggiù che muove la coda nel
fango?‖ ―Sì, stimato signore‖, dissero gli ambasciatori. ―Adesso ditemi:
è vero che ogni giorno la famiglia dell‘imperatore si riunisce nella
cappella reale per rendere omaggio ad una tartaruga imbalsamata
racchiusa in un reliquario sull‘altare principale?‖ ―E‘vero, onorevole
signore‖, risposero. ―Bene, pensate che quell‘animaletto che muove la
coda nel fango, farebbe il cambio di posto con la tartaruga divina?‖.
―No, esimio signore‖. ―Allora andate a dire all‘imperatore che neanch‘io
lo farei. Preferisco essere vivo su questi monti che morto nel suo
palazzo‖.
Parola di Dio: Ap. 11,4-12; Sal. 143; Lc. 20,27-40
Dal Vangelo secondo Luca 20, 27-40
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda: "Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello. C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli. Da ultimo anche la donna morì. QQUUEESSTTAA DDOONNNNAA DDUUNNQQUUEE,, NNEELLLLAA RRIISSUURRRREEZZIIOONNEE,, DDII CCHHII SSAARRÀÀ MMOOGGLLIIEE?? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie". Gesù rispose: "I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui". Dissero allora alcuni scribi: "Maestro, hai parlato bene". E non osavano più fargli alcuna domanda. Parola del Signore
Una domanda che spesso ci facciamo o sentiamo da altri è questa:
―Come dobbiamo immaginarci l‘aldilà?‖. Il fatto è che dobbiamo
credere nell‘aldilà, non immaginarcelo o cercare di descriverlo. Il
―come sarà‖ non è affar nostro. Il mistero, quando non è circondato di
rispetto e discrezione, rischia di venire profanato, banalizzato dalla
curiosità. Ogni mia immagine dell‘altra vita è sempre un
prolungamento della mia esperienza, un tentativo di concretizzare i
miei desideri. Tutti i paradisi raffigurati dagli uomini sono artificiali. Io
non ho bisogno di sapere com‘è il Paradiso e che cosa ci farò. Mi fido
più della fantasia di Dio che delle costruzioni della mia immaginazione.
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La fede nella risurrezione è basata sul Dio ―amante della vita‖, sul Dio
che non è il Dio dei morti, ma dei vivi‖. Il Signore è fedele. Ora ,se Lui
è fedele a se stesso e alle sue promesse, perché devo preoccuparmi
io, nel tempo, di colui che è Eternità e che in essa vuol donarsi a me
per sempre?
DOMENICA 21 NOVEMBRE 34^DOMENICA DEL T. O.
N. S. GESU’ CRISTO RE DELL’ UNIVERSO
Presentazione al tempio della beata vergine Maria
Una scheggia di preghiera: GGRRAAZZIIEE,, AAMMOORREE CCRROOCCIIFFIISSSSOO!!
Tra i santi ricordati oggi: San Romeo; Santi Celso e Clemente.
Hanno detto: Non v'è maggiore carità di questa: il mio Dio s'è fatto
uomo per farmi Dio.(S. Agostino)
Saggezza popolare: La libertà di fare disfare non può essere pagata
da nessuno. (Proverbio Piemontese)
Un aneddoto: Quando uno dei discepoli si macchiò di una grave
colpa, tutti si aspettavano che il maestro gli impartisse una punizione
esemplare. Quando fu passato un intero mese senza che nulla fosse
fatto, qualcuno protestò con il maestro: ―Non possiamo ignorare ciò
che è accaduto. Dopo tutto, Dio ci ha dato gli occhi‖ ―Sì‖, rispose il
maestro, e le palpebre‖.
Parola di Dio: 2Sam. 5,1-3; Sal. 121; Col. 1,12-20; Lc. 23,35-43
Dal Vangelo secondo Luca 23, 35-43
In quel tempo, IILL PPOOPPOOLLOO SSTTAAVVAA AA VVEEDDEERREE,, II CCAAPPII IINNVVEECCEE LLOO SSCCHHEERRNNIIVVAANNOO DDIICCEENNDDOO:: “Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto”. Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: “Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso”. C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei. Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!”. Ma l'altro lo rimproverava: “Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male”. E aggiunse: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Gli rispose: “In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso”. Parola del Signore
Strano modo quello della liturgia di presentarci Cristo Signore
dell‘universo raccontandoci la sua raccapricciante passione. C‘è gente
radunata intorno a quello strano trono della croce. Qualcuno è venuto
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a piangere la morte di Dio o di un uomo buono. Qualcuno è lì per
gloriarsi del suo potere che finalmente è riuscito a togliere di mezzo
questo piantagrane, questo millantatore, questo bestemmiatore: sono
i sacerdoti, e non si accorgono che con la loro presenza esercitano
proprio il compito sacerdotale, quello di offrire l‘Agnello Immolato. Ci
sono scribi e farisei, coloro che si considerano i puri della legge, gli
studiosi e l‘intelligenza del paese, e non si accorgono che sono nelle
mani del diavolo che si serve di loro per la sua ultima, terribile
tentazione a Gesù: "Se sei Figlio di Dio scendi da quella croce e ti
crederemo!". Ci sono i curiosi, come dappertutto, incapaci di vedere il
dolore o l‘amore ma solo desiderosi di colpi di scena o di aver motivo
per poi poter chiacchierare sulla morte di un uomo e di poter dire: "Io
c‘ero. Io ho visto. Io ho sempre pensato che…". C‘è anche la voce della
giustizia e del potere civile e militare rappresentata dai soldati e da
quel cartello che Pilato, forse più per disprezzo dei Giudei che di Gesù
stesso, ha fatto mettere su quella croce. E‘ la tanto invocata giustizia
degli uomini che ha creato ‗lo strumento di giustizia della croce‘ e che
lo gestisce attraverso il potere! Strana scena per l‘investitura di un re,
eppure questa scena di tragica beffa nei confronti di un uomo che sta
atrocemente morendo è la vera investitura di Gesù. Gesù è sul trono.
Non ci sta seduto, ve lo hanno inchiodato perché non scappi. Ha scelto
di amare gli uomini e a questo amore vi resterà, per suo volontà,
inchiodato per sempre. C‘è una corona regale: quella corona di spine
che ha strappato carne e sangue dal capo di Gesù. Non è la corona del
comando, del potere, è la corona dell‘ingratitudine umana da una
parte e del servizio dall‘altra è, in fondo, ancora la voce di Gesù che ci
dice: "Guarda che io non sono venuto nel mondo per portarti via
qualcosa, per chiederti cose impossibili, sono venuto a servire la tua
vita, a portarti i miei doni affinché tu possa viverla pienamente, sono
venuto a portare con te e per te il peso del quotidiano". C‘è la firma
del Padre: quel Dio che sembra assente, lontano mille miglia dalle
sofferenze del Cristo e nostre è lì, e quel cartello che Pilato ha fatto
mettere sulla croce e che dice Gesù re dei Giudei, è la stessa voce di
Dio che si era fatta udire il giorno della Trasfigurazione : "Questi è il
mio figlio, l‘eletto: Ascoltatelo!" Lì c‘è il male, il nemico che sta
sferrando la sua ultima tentazione a Gesù. "Perché Gesù hai accettato
e vissuto questa strada di dolore per dirci che sei il nostro re?" "Perché
nell‘ordine delle cose di questo mondo è l‘unica strada per dire amore
vero. Se il potere lo si combatte con un nuovo potere, si ottiene la
guerra e il male ha il sopravvento e si innesca una spirale di potere
che non finirà mai. Se si pensa di comprare il mondo con i soldi, essi ti
otterranno qualcosa ma poi ti accorgi che è polvere che ti sfugge dalle
mani. E la strada del successo? Le mani si battono finché fa comodo,
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l‘entusiasmo spesso come nasce muore, la curiosità accontentata ne
crea delle altre… L‘unico modo per amare è servire fino in fondo, fino a
dare la vita, fino a restare inchiodati per non potere più scappare
dall‘amore…"
LUNEDI’ 22 NOVEMBRE
Una scheggia di preghiera:
DDOONNAACCII,, SSIIGGNNOORREE,, LLAA CCAAPPAACCIITTAA’’ DDII VVEEDDEERREE IILL BBEENNEE..
Tra i santi ricordati oggi: Santa Cecilia; San Pedro Esqueda Ramirez.
Hanno detto: L'uomo superiore è calmo senza essere arrogante.
L'uomo dappoco è arrogante senza essere calmo. (Confucio)
Saggezza popolare: La nostra tomba non è nella terra, ma nel cuore
degli uomini. (Proverbio Persiano)
Un aneddoto: Uno scienziato mostrò al maestro un documentario
sulle conquiste della scienza moderna. ―Al giorno d‘oggi siamo in grado
di irrigare un deserto‖, esultava, ―di imbrigliare l‘energia delle cascate
del Niagara, di analizzare la composizione di una stella lontana e la
struttura di un atomo. Ben presto la nostra conquista della natura sarà
completa‖. Il maestro era impressionato, ma pensieroso. Più tardi ecco
che cosa disse: ―Perché conquistare la natura? La natura è nostra
amica. Perché non impiegare tutte queste energie per vincere l‘unico
vero nemico della razza umana… la paura?‖
Parola di Dio: Ap. 14,1-5; Sal. 23; Lc. 21,1-4
Dal Vangelo secondo Luca 21, 1-4
In quel tempo, mentre era nel tempio, Gesù, alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. Vide anche una vedova povera che vi gettava due spiccioli e disse: "In verità vi dico: QQUUEESSTTAA VVEEDDOOVVAA,, PPOOVVEERRAA,, HHAA MMEESSSSOO PPIIÙÙ DDII TTUUTTTTII.. Tutti costoro, infatti, hanno deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere". Parola del Signore
Fidarsi di Dio fino al punto da provocarlo: ―Tu hai promesso di
soccorrere le vedove e gli orfani. Ora non ho più niente. Ho solo te.
Vediamo se sei fedele alle tue promesse‖. Forse ho calcato un po‘ la
mano, ma in fondo il gesto della vedova che getta i suoi ultimi spiccioli
nel pur già ricco tesoro del tempio, ha anche questo significato. E‘ il
fidarsi e l‘affidarsi nello stesso tempo. E‘ aver fede nella fedeltà di Dio.
E‘ il modo concreto di riconoscere che tutto dipende da Lui, è quasi
―costringere‖ Dio. E questa povera vedova fa questo suo atto di fede,
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senza saperlo, sotto gli occhi di Gesù, quel Dio che tutto vede non solo
per punire ma cogliere il bene, per comunicarlo, per moltiplicarlo. E
infatti, fin d‘allora quella vedova è modello di fede. Il Tempio non se
ne sarà fatto molto dei due spiccioli della vedova ma per Dio e per noi
quegli spiccioli sono più importanti di tutti miliardi dei ricchi perché nel
portafoglio di Dio una fede da ―due spiccioli‖ è più importante di quella
di ricchi donatori di superfluo o di quella fatta di chiacchiere di preti,
teologi e benpensanti.
MARTEDI’ 23 NOVEMBRE
Una scheggia di preghiera:
VVIIEENNII AANNCCOORRAA IINN NNOOII,, SSIIGGNNOORREE GGEESSUU’’
PPEERRCCHHEE’’ CCII HHAAII FFAATTTTII TTEEMMPPIIOO DDEELL TTUUOO AAMMOORREE..
Tra i santi ricordati oggi: San Clemente; San Colombano.
Hanno detto: Una frase di S. Francesco d‘Assisi ha determinato da
sola tutta quanta la mia vita: Gesù, l‘Amore non amato! (Abbè Pierre)
Saggezza popolare: La parola che trattieni in te è la tua schiava; la
parola che ti sfugge diventa la tua padrona. (Proverbio Persiano)
Un aneddoto: ―Quale tipo di penitenza dovrò fare, data l‘enormità
delle mie colpe?‖ ―Capire l‘ignoranza che le ha generate‖, rispose il
maestro. Poi aggiunse: ―Così capirai e perdonerai sia gli altri sia te
stesso e smetterai di invocare la vendetta che tu chiami punizione o
penitenza‖.
Parola di Dio: Ap. 14,14-19; Sal. 95; Lc. 21,5-11
Dal Vangelo secondo Luca 21, 5-11
In quel tempo, mentre AALLCCUUNNII PPAARRLLAAVVAANNOO DDEELL TTEEMMPPIIOO e delle belle pietre EE DDEEII DDOONNII VVOOTTIIVVII CCHHEE LLOO AADDOORRNNAAVVAANNOO,, Gesù disse: "Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta". Gli domandarono: "Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?". Rispose: "Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: "Sono io" e "Il tempo è prossimo"; non seguiteli. Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine". Poi disse loro: "Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo". Parola del Signore
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Il Tempio era per gli Ebrei motivo di orgoglio per la bellezza della
costruzione e segno di unità religiosa e politica nazionale: nulla da
stupirsi, dunque, se vantavano questa costruzione sia per motivi
religiosi, artistici, politici. E‘ un po‘ come quando noi entriamo in
qualcuna delle nostre magnifiche cattedrali, dove costruzione, arte ci
parlano di fedi antiche. Ma Gesù, pur essendo un frequentatore fedele
del Tempio ci mette in guardia dall‘esteriorità anche in questo caso:
Dio non è grande perché gli abbiamo fatto una chiesa grande, l‘uomo
non è religioso perché ha costruito dei templi. Il tempio è un segno e
come tale destinato a passare, la fede è il luogo dell‘incontro con Dio
destinato all‘eternità. Amiamo la nostra chiesa di mattoni, ripensiamo
alla fede di chi l‘ha costruita, facciamo sì che ci siano ancora artisti
disposti a sognare cattedrali, ma incontriamo Dio nella fede che va al
di là delle mura delle chiese, che si incarna nel quotidiano, che nasce
sia nello splendore della cattedrale come nel buio del tugurio.
MERCOLEDI’ 24 NOVEMBRE
Una scheggia di preghiera:
SSPPIIRRIITTOO DDII DDIIOO RREENNDDIICCII TTEESSTTIIMMOONNII DDII GGEESSUU’’..
Tra i santi ricordati oggi: Sant‘Andrea Dung-Lac e compagni; Santa
Flora.
Hanno detto: È vero che saremo giudicati sull'amore, ma è
altrettanto fuori dubbio che saremo giudicati dall'amore, il quale altro
non è che Dio stesso. (Julien Green)
Saggezza popolare: La gioia che ci si offre dopo il dolore si gusta
maggiormente. L'ombra di un albero è specialmente gradita da chi è
accaldato dal sole. (Proverbio Orientale)
Un aneddoto: Una bambina pretendeva che il suo papà ogni sera
prima di andare a dormire le leggesse una favola. Quest‘uomo pensò
che forse poteva risolvere il problema in un modo moderno. Registrò
le storie su una cassetta, insegnò a sua figlia ad usare il mangianastri
e tutto andò bene per qualche giorno, finché una sera la bambina
prese il libro delle favole e lo cacciò in mano al papà. ―Ma, cara, disse
il padre, lo sai come si accende il registratore‖. ―Sì, fu la risposta, ma
no posso mica sedermici in braccio‖.
Parola di Dio: Ap. 15,1-4; Sal. 97; Lc. 21,12-19
Dal Vangelo secondo Luca 21, 12-19
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli::""MMEETTTTEERRAANNNNOO LLEE MMAANNII SSUU DDII VVOOII EE VVII PPEERRSSEEGGUUIITTEERRAANNNNOO,, consegnandovi alle
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sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime". Parola del Signore
Gesù si avvia verso la fine della sua missione e della sua vita, sa che
dovrà affrontare il dolore e la morte, ed è consapevole che anche i
suoi subiranno persecuzioni e martirio, per questo vuole rassicurarli e
prepararli alla perseveranza. Il mondo si metterà contro di loro,
perché porteranno la testimonianza del Signore. Ma Gesù li sosterrà,
nessuno potrà piegarli perché Dio sarà con loro, dovranno avere la
forza di tenersi saldi al nome del Signore, un nome odiato da molti,
calpestato, offeso, martirizzato, ma questo sarà l'unico cammino per
arrivare alla salvezza. Il Signore non lascia soli i suoi figli, avranno
ogni arma per difendersi e per resistere perché il vero e unico
baluardo in cui trovare rifugio, è solo Lui. Non dobbiamo pensare che
queste parole siano lontane da noi, fuori dal tempo, ormai superate.
Nel mondo di oggi esiste ancora l'intolleranza religiosa. Molti credenti
si trovano ancora a dover affrontare il disprezzo, l'isolamento se non
la persecuzione e la morte. Vivere in questo tipo di società, dove
l'unico dio è il denaro e il successo, sempre meno vengono accettati
coloro che rimangono saldi nella fede, che si affidano a Dio, che
cercano il bene e l'armonia. La religione è ormai solo un fatto
esteriore, che ognuno calza come le scarpe per poter camminare fra la
gente e avere un'identità culturale, ma in realtà di Dio importa sempre
di meno, non abbiamo voglia di difendere la sua Parola, di farci poveri
con i poveri, deboli con i deboli, ultimi con gli ultimi. Dov'è la
perseveranza nel nome del Signore che, sola, potrà salvare le nostre
anime?
GIOVEDI’ 25 NOVEMBRE
Una scheggia di preghiera:
CCHHEE IIOO TTII AAMMII NNOONN DDOOMMAANNII,, MMAA OORRAA..
Tra i santi ricordati oggi: Santa Caterina di Alessandria.
Hanno detto: Signore, come saresti piccolo se la mia mente potesse
comprenderti! (San Francesco di Sales)
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Saggezza popolare: Se volete che un favore vi si faccia, chiedetelo
sempre a chi ha molto da fare. (Proverbio Napoletano)
Un aneddoto: Sulla educazione morale dei figli una volta il maestro
raccontò questo aneddoto: ―Quando ero adolescente mio padre mi
mise in guardia da certi posti in città. Mi disse: ―Non andare mia in un
night club, figlio mio‖. ―Perché no, papà?‖ domandai. ―Perché vedresti
cose che non dovresti vedere‖. Questo ovviamente suscitò la mia
curiosità e alla prima occasione andai in un night‖. ―E hai visto
qualcosa che non dovevi vedere?‖. ―Certo, ho visto mio padre‖.
Parola di Dio: Ap. 18,1-2.21-23;19,1-3.9; Sal. 99; Lc. 21,20-28
Dal Vangelo secondo Luca 21, 20-28
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia. Guai alle donne che sono incinte e allattano in quei giorni, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. LLEE PPOOTTEENNZZEE DDEEII CCIIEELLII IINNFFAATTTTII SSAARRAANNNNOO SSCCOONNVVOOLLTTEE.. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina". Parola del Signore
Il Vangelo non fornisce previsioni e neanche oroscopi. Il Vangelo ci
mette in guardia e non soltanto sugli ―ultimi tempi‖, ma sui ―nostri
tempi‖ perché ho l‘impressione che noi rischiamo non solo di non
sapere il nostro futuro, ma di non vivere il nostro presente. Noi
abbiamo il tempo e spesso lo dissipiamo. Abbiamo ora la possibilità di
amare, di gioire, di servire il nostro prossimo e non la utilizziamo.
Scriveva Schillebeeck: ―La vita eterna ha a che fare con la qualità di
amore della nostra vita terrena qui, ora‖. Date, tempi, modalità della
fine del mondo (o anche solo della fine della nostra vita) possiamo
lasciarle nelle mani di Dio ma il tempo che Lui ci dà non dobbiamo
buttarlo via vuoto, esso è un dono che ci è dato ma che deve essere
ritornato al Donatore pieno di qualcosa.
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VENERDI’ 26 NOVEMBRE
Una scheggia di preghiera:
DDAA SSEEMMPPRREE EE PPEERR SSEEMMPPRREE EE’’ IILL TTUUOO AAMMOORREE PPEERR NNOOII..
Tra i santi ricordati oggi: San Corrado; Beata Delfina.
Hanno detto: Il nostro desiderio disprezza ed abbandona ciò che
abbiamo, per rincorrere ciò che non avremo mai. (M. De Montagne)
Saggezza popolare: Prendi per guanciale la morte quando vai a
dormire e tienila sempre davanti agli occhi quando sei sveglio. (Detto
Musulmano)
Un aneddoto: Il maestro inviò al governatore una lettera di dura
protesta per il modo brutale con cui aveva agito nei confronti di una
manifestazione antirazzista. Il governatore rispose dicendo che aveva
fatto solo il proprio dovere. Il maestro disse: Ogni volta che uno
stupido fa qualcosa di cui dovrebbe vergognarsi, dichiara che era suo
dovere‖.
Parola di Dio: Ap. 20,1-4.11-21,2; Sal. 83; Lc. 21.29-33
Dal Vangelo secondo Luca 21, 29-33
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: "Guardate il fico e tutte le piante; quando gia germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina. Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto. IILL CCIIEELLOO EE LLAA TTEERRRRAA PPAASSSSEERRAANNNNOO,, MMAA LLEE MMIIEE PPAARROOLLEE NNOONN PPAASSSSEERRAANNNNOO"".. Parola del Signore
Provate a pensare a quante parole udrete e direte prima di questa
sera: parole di saluto, convenevoli, chiacchiere da salotto, una media
di 40 pagine di parole sul giornale, parole 24 ore al giorno alla
televisione e alla radio, parole che confortano e parole che uccidono,
parole per blandire e parole per riempirsi la bocca... Quante di queste
parole ―non passeranno‖? Signore, tu lo sai, io amo la vita. Davanti al
mare e al cielo riesco a meravigliarmi, mi affeziono e provo gioia
davanti alle persone amate ma sono ancora più felice per questa tua
frase. Le tue parole non passeranno. Non passerà la tua promessa di
amicizia con gli uomini. Anche se stento a vederlo, il tuo regno di
giustizia, di verità, di pace, di amore verrà davvero e pienamente. La
croce si tramuterà in risurrezione. Chi mangerà il tuo pane vivrà in
eterno. Chi ascolta e vive la tua Parola è beato. Tu sei con noi tutti i
giorni, sei il buon Pastore che ci conduci alla vita. Grazie, Signore, di
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questa tua parola immutabile e che ciascuno, amando Te e la tua
parola in essa trovi il senso della propria vita.
SABATO 27 NOVEMBRE
Una scheggia di preghiera:
SSIIGGNNOORREE,, SSVVEEGGLLIIAAMMII PPEERRCCHHEE’’ PPOOSSSSAA CCOORRRREERRTTII IINNCCOONNTTRROO..
Tra i santi ricordati oggi: San Virgilio; Sant‘Acario.
Hanno detto: Se vi accadrà di trovarmi morta un mattino, non
abbiatene pena; significa solo che Papà, il buon Dio, sarà venuto a
cercarmi. E‘ senza dubbio una grande grazia. (S. Teresa di Lisieux)
Saggezza popolare: Gli straccioni fatti ricchi diventano Neroni.
(Proverbio Medievale)
Un aneddoto: Un sufi dall‘aspetto severo si presentò all‘ingresso del
palazzo. Nessuno osò fermarlo mentre si dirigeva verso il trono su cui
sedeva il santo Ibrahim ben Adam. ―Che cosa vuoi‖ chiese il re. ―Un
posto per dormire in questo caravanserraglio‖ ―Questo non è un
caravanserraglio, è il mio palazzo‖. ―Posso sapere a chi apparteneva
prima questo edificio?‖ ―A mio padre, che ora è morto‖. ―E prima di
lui?‖ ―A mio nonno. Anch‘egli è morto‖. E questo posto in cui la gente
alloggia per breve tempo e poi se ne va, vorresti farmi credere che
non è un caravanserraglio?
Parola di Dio: Ap. 22,1-7; Sal. 94; Lc. 21,34-36
Dal Vangelo secondo Luca 21, 34-36
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: ""SSTTAATTEE BBEENNEE AATTTTEENNTTII CCHHEE II VVOOSSTTRRII CCUUOORRII NNOONN SSII AAPPPPEESSAANNTTIISSCCAANNOO IINN DDIISSSSIIPPAAZZIIOONNII,, UUBBRRIIAACCHHEEZZZZEE EE AAFFFFAANNNNII DDEELLLLAA VVIITTAA e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. VVEEGGLLIIAATTEE EE PPRREEGGAATTEE IINN OOGGNNII MMOOMMEENNTTOO,, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo". Parola del Signore
Ancora un invito in conclusione dell‘anno liturgico (e, notate, sarà lo
stresso dei primi giorni di avvento) alla vigilanza e a dare senso di
completezza al nostro vivere quotidiano. Sappiamo per esperienza che
quando lasciamo che nella nostra vita abbiano il sopravvento le
preoccupazioni materiali, il denaro, il mangiare, il bere, il divertirci, le
paure per la salute, per il futuro, l‘affanno del voler sempre di più,
queste cose, poco per volta, ci mangiano la vita e alla fine ci
accorgiamo che non siamo più noi a vivere, ma sono questi affanni che
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ci vivono e spesso ci uccidono. Gesù non ci vuole disincarnati dalla vita
e dalla storia, non viene a dirci che non dobbiamo più pensare a casa,
cibo, lavoro, vuole semplicemente farci trovare il vero senso della vita
come un cammino che non finisce nelle cose, ma come un viaggio
verso una meta che non delude. Ecco perché l‘anno liturgico termina
con l‘invito alla preghiera e alla vigilanza: è un po' quello che
dovrebbe essere il riassunto di tutto il cammino di questo anno di
sequela di Gesù ed anche il progetto per il nuovo anno liturgico. Gesù
è colui che ha cambiato e cambia il mondo, ma è anche colui che
passa silenzioso, che giunge di notte a bussare alla tua porta: è facile
perdere l'appuntamento, è facile trovarsi impreparati o peggio,
sonnolenti e allora l'unica strada è stare attenti, vegliare, non con
addosso la paura ma con la trepidazione di essere desti per cogliere gli
avvenimenti della nostra storia della salvezza. E pregare sempre, non
come quantità di preghiere o formule ma come cuore sempre rivolto a
lui, come vita che trasforma il banale quotidiano in inno di lode e di
ringraziamento, come comunione di vita fraterna che diventa anche
comunione con Dio.
DOMENICA 28 NOVEMBRE 1^DOMENICA DI AVVENTO ANNO A
Una scheggia di preghiera:
VVIIEENNII PPRREESSTTOO,, SSIIGGNNOORREE GGEESSUU’’!!
Tra i santi ricordati oggi: San Sostene; Santa Caterina Labourè.
Hanno detto: Non c‘è e non può esservi che un peccato senza
speranza: dubitare del perdono di Dio. (L‘Abbé Pierre)
Saggezza popolare: Pugnali e lance sono meno taglienti delle lingue.
(Proverbio Malese)
Un aneddoto: Un avaro aveva nascosto il suo oro ai piedi di un albero
del giardino. Tutte le settimane lo tirava fuori e restava a guardarlo
per ore. Un giorno venne un ladro e rubò l‘oro. Quando l‘avaro andò a
contemplare il suo tesoro non trovò che un buco vuoto. L‘uomo si mise
ad ululare di dolore, tanto che accorsero i vicini a vedere che cosa
succedeva. Quando scoprirono la causa di tanto strazio, uno di loro
domandò: ―L‘avevi mai usato quell‘oro?‖ ―No‖, replicò l‘avaro. ―mi
limitavo a venire qui a guardarlo tutte le settimane‖. ―Be‘, allora‖,
commentò il vicino, ―Per quello che l‘oro ti dava, non cambierà molto
se tornerai ogni settimana a guardare il buco‖.
Parola di Dio: Is. 2,1-5; Sal. 121; Rm. 12,11-14; Mt. 24,37-44
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Dal Vangelo secondo Matteo 24, 37-44
Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra lasciata. VVEEGGLLIIAATTEE DDUUNNQQUUEE,, PPEERRCCHHÉÉ NNOONN SSAAPPEETTEE IINN QQUUAALLEE GGIIOORRNNOO IILL SSIIGGNNOORREE VVOOSSTTRROO VVEERRRRÀÀ.. Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà. Parola del Signore
“A te, Signore, innalzo l'anima mia”: All'inizio dell'avvento rinasce in
me la speranza di poter ricominciare a seguire le tue vie, che spesso
ho abbandonato. Ciò che mi muove alla speranza è il tuo invito ad
alzare il capo per vedere la liberazione vicina. Perciò innalzo a te
l'anima mia. La promessa della tua venuta sostenga di nuovo in me
l'impegno delle buone opere. “Fammi conoscere, Signore, le tue vie”:
Mentre ti chiedo di raddrizzare il mio cammino, comprendo che nulla
posso se tu stesso non mi insegni le tue vie. Non solo, ma tu stesso
sei la Via, tu sei il “germoglio di giustizia” che rende giuste le nostre
vie, tu sei l'unico per il quale io possa decidere di nuovo di spendere i
miei giorni nella carità. “La via giusta additi ai peccatori”: Voglio fare
verità in me, Signore. Di fronte alla tua promessa sento ancor più forti
le dissipazioni e gli affanni che mi appesantiscono il cuore, avverto la
cappa opprimente dei mali che affliggono il mondo in cui vivo e che ci
costringono tanto spesso ad accontentarci di un'esistenza di basso
profilo. Aprici alla speranza, perché non smettiamo di pensare in
grande e perché, infine, possiamo piacere a te.
LUNEDI’ 29 NOVEMBRE
Una scheggia di preghiera:
VVIIEENNII AA GGUUAARRIIRRCCII,, SSIIGGNNOORREE GGEESSUU’’
Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Antonio Fasani.
Hanno detto: Giovani, siete preoccupati per l‘inquinamento dell‘aria e
il problema dell‘ecologia vi sta a cuore. Ma esiste anche un
inquinamento delle idee e dei costumi che porta lontano dalla luce
della Grazia. (Giovanni Paolo II)
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Saggezza popolare: Il cavallo prestato cade anche su una buona
strada. (Proverbio Lituano)
Un aneddoto: Un avaro aveva accumulato un mucchio di soldi e già
pregustava di darsi alla bella vita per un anno in attesa di trovare il
modo migliore per investire il suo denaro, quando all‘improvviso gli
comparve davanti l‘angelo della morte che era venuto a prendersi la
sua vita. L‘uomo pianse e si disperò e addusse mille motivi
per prolungare ancora un po‘ la sua esistenza, ma l‘angelo fu
irremovibili. ―Concedimi ancora tre giorni di vita e io ti darò la metà
della mia fortuna‖ lo scongiurò l‘uomo, ma l‘angelo ignorò le sue
parole e cominciò a tirarlo per un braccio. ―Regalami un giorno
soltanto, ti supplico, e tutto quello che ho accumulato con tanto
sudore e fatica sarà tuo‖.Ma l‘angelo fu inflessibile. L‘avaro riuscì infine
a strappargli una piccolissima concessione, alcuni minuti per scrivere
queste parole: ―Chiunque troverà questo biglietto se ha quanto basta
per vivere, non perda tempo ad accumulare tesori, ma si goda la vita!
Con tutti i miei soldi non ho potuto comprare una sola ora di vita in
più!‖
Parola di Dio: Is. 4,2-6; Sal 121; Mt. 8,5-11
Dal Vangelo secondo Matteo 8, 5-11.
In quel tempo, entrato Gesù in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente». GGEESSÙÙ GGLLII RRIISSPPOOSSEE:: ««IIOO VVEERRRRÒÒ EE LLOO CCUURREERRÒÒ»».. Ma il centurione riprese: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Fa questo, ed egli lo fa». All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: «In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli. Parola del Signore
Con questa frase che Gesù dice al centurione venuto a chiedere la
guarigione del suo servo, si può configurare il mistero della
incarnazione del Figlio di Dio. Al Padre che, dopo aver mandato
patriarchi e profeti per il suo popolo, chiede: ―Chi manderò?‖, Gesù
risponde: ―Manda me‖. Gesù è il Figlio che compie la volontà del Padre
e che ama immensamente gli uomini, per questo dice: ―Verrò e lo
curerò‖. Ma noi uomini, abbiamo intenzione di lasciarci curare? O
meglio, sappiamo di essere malati, bisognosi di cure? Se penso di
essere sano, non ho bisogno di un medico, se penso di essere malato
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ma di avere la capacità di curarmi da solo, non ho bisogno di un
medico; ma se mi accorgo di essere malato, di non sapermi o potermi
curare da solo, allora sento il bisogno di un medico bravo che mi
guarisca. L‘uomo è malato. Il suo animo ha bisogno di qualcosa di
grande, non gli sono sufficienti le risposte di questo mondo, egli è
malato di eternità, di desiderio di bellezza, di giustizia, di verità, di
amore. L‘uomo ci prova a guarirsi da solo con il materialismo, con le
filosofie, perfino con le religioni. Sono tutte medicine insufficienti anzi,
avvelenano più che guarire. Se abbiamo capito questo, allora, anche
noi ci chiediamo: ―Chi verrà a guarirci? Chi ci salverà dal male e dal
Maligno?‖ E anche a noi, con la sua incarnazione Gesù risponde:
―Verrò io e vi guarirò‖.
MARTEDI’ 30 NOVEMBRE
Una scheggia di preghiera:
EECCCCOOMMII,, VVEENNGGOO PPEERR FFAARREE LLAA TTUUAA VVOOLLOONNTTAA’’..
Tra i santi ricordati oggi: Sant‘Andrea, Apostolo.
Hanno detto: L‘inferno non è più spaventoso di un‘anima priva
d‘amore.(Santa Margherita Redi)
Saggezza popolare: Non tutto ciò che è lecito, è anche onesto.
(Motto latino)
Un aneddoto: Viveva un tempo un uomo molto austero, il quale non
toccava né cibo né bevanda finché il sole non scompariva dal cielo.
Una stella lucente, quasi il segno dell‘approvazione celeste per le sue
rinunce, brillava in cima ad una montagna vicina, visibile a tutti, anche
in pieno giorno, sebbene nessuno sapesse come fosse arrivata fin lì.
Un giorno l‘uomo decise di salire sulla montagna e una ragazzina del
villaggio insistette per andare con lui. Faceva caldo e i due presto
ebbero sete. Egli incoraggiò la bambina a bere, ma lei rifiutò e disse
che doveva farlo anche lui. Il poveretto era in grave imbarazzo: non
voleva rompere il digiuno, ma neppure far soffrire la sete alla piccola.
Alla fine bevve e lei fece lo stesso. Per molto tempo egli non osò più
guardare in cielo, per paura che la stella fosse scomparsa. Si può
quindi immaginare la sua sorpresa quando dopo un po‘ alzò gli occhi e
vide due stelle lucenti che splendevano sopra la montagna.
Parola di Dio nella festa di Sant’Andrea: Rom. 10,9-18; Sal 18;
Mt. 4,18-22
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Dal Vangelo secondo Matteo 4, 18-22
In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. E disse loro: "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini". EEDD EESSSSII SSUUBBIITTOO,, LLAASSCCIIAATTEE LLEE RREETTII,, LLOO SSEEGGUUIIRROONNOO.. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono. Parola del Signore
Che cosa hanno spinto Andrea, di cui oggi ricorre la festa, Pietro
Giacomo e Giovanni a lasciare barca, reti e padre e seguire ―subito‖ il
Signore, senza indugio alcuno? Non v'è stato spazio per riordinare le
idee, per fare due calcoli, neanche per discernere. Lasciare e partire.
Lasciare e seguire. Forse non c'è molto da pensare, da scandagliare
per cercare di capire come realmente sia andata. C'era Gesù. E questo
basta. Solo Lui ha questo potere, solo nelle Sue parole c'è una forza
così dirompente, capace di cambiare la vita in un istante. Solo Lui ama
sino al più intimo d'ogni uomo. Solo Lui ha dato la vita per i Suoi
carnefici. Solo nei Suoi occhi vi è la Misericordia infinita. L'amore
senza condizioni. Gratuito. Solo Lui attende davvero il nostro cuore.
Come il cuore di Andrea e dei suoi compagni. "Seguimi, ti farò
pescatore di uomini". Come dire. "Ti conosco, non temere, sono qui
per farti libero, per dare senso alla tua vita, per rimettere ordine, per
farti essere ciò per cui ti ho creato. Ti amo, infinitamente". Gesù passa
nella nostra vita, dove oggi ci troviamo. E ci ama. Infinitamente.
Esattamente dove siamo. Di un amore che ci trasforma, che ci fa
capaci di amare, di perdere la vita per gli uomini, di gettare tutto di
noi per "pescare" anche un solo uomo. Lui passa e riscatta la nostra
esistenza, ci ama e ci fa uomini, veri. Ci ridona dignità, ci fa liberi. Ci
fa felici. Abbiamo ancora occhi per riconoscerlo, cuore per
entusiasmarci, gambe per seguirlo?
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Riflessioni di don Franco Locci
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