parco nazionale della majella ufficio monitoraggio …...periodo di applicazione 2008-2012 approvato...

59
Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio e Gestione Biodiversità PIANO DI PREVISIONE, PREVENZIONE E LOTTA AGLI INCENDI NEL PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA Aggiornato al dicembre 2007 (Legge 21 novembre 2000, n. 353) PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio 2008

Upload: others

Post on 26-Aug-2020

6 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

Parco Nazionale della Majella

Ufficio Monitoraggio e Gestione Biodiversità

PIANO DI PREVISIONE, PREVENZIONE E LOTTA AGLI INCENDI NEL PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA Aggiornato al dicembre 2007

(Legge 21 novembre 2000, n. 353)

PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008

Campo di Giove (Aq) febbraio 2008

Page 2: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

SOMMARIO

INTRODUZIONE I. PARTE GENERALE 1. Descrizione del territorio

1.1 Morfologia

1.2 Pendenze ed esposizioni

1.3 Clima

1.4 Rete meteorologica del Parco

1.5 Idrografia

1.6 Ambiente forestale

1.7 Agricoltura e zootecnia

1.8 Presenza antropica

2. Banche dati, cartografia di base e supporti informatici utilizzati

3. Analisi statistica

3.1 Ampiezza del fenomeno

3.2 Distribuzione mensile

3.3 Superfici interessate

3.3.1 Analisi degli eventi più rilevanti

3.4 Formazioni vegetali percorse dal fuoco

4. Obiettivi prioritari da difendere

5. Modello organizzativo

II. PREVISIONE 6. Cause determinanti e fattori predisponenti l’incendio

7. Le aree percorse dal fuoco

8. I periodi a rischio di incendio

9. Le aree a rischio potenziale di incendio

9.1 Vulnerabilità degli ambienti naturali

9.2 Vulnerabilità delle aree agricole

9.3 Vulnerabilità delle aree antropiche

9.4 Vulnerabilità in funzione della pendenza e dell’esposizione

9.5 Vulnerabilità di sintesi del territorio

9.6 Rischio statico nel periodo estivo

10. Indici di pericolosità

2

Page 3: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

11. Interventi per la previsione degli incendi

III. PREVENZIONE 12. Azioni di contrasto al fenomeno

12.1 Consistenza e localizzazione della viabilità di servizio, dei punti di

avvistamento, delle fonti di approvvigionamento idrico e delle piazzole

di carico per gli elicotteri

12.2 Consistenza e localizzazione dei mezzi, degli strumenti e delle risorse

umane

12.3 Il sistema di videocontrollo ambientale del Parco per l’avvistamento

degli incendi boschivi

12.4 Operazioni selvicolturali nelle aree a più elevato rischio

12.5 Consistenza e organizzazione sul territorio delle risorse umane, delle

attività di sorveglianza, prevenzione e primo intervento

12.6 Esigenze formative e attività informative

IV. RECUPERO 13. Attività di recupero delle aree incendiate

13.1 Studio del dinamismo della vegetazione post incendio nel Parco

13.2 Interventi selvicolturali sperimentali nelle aree incendiate

13.3 Produzione vivaistica per interventi di restauro ambientale

V. COSTO DEGLI INTERVENTI PREVISTI

ALLEGATI A) CARTA DEGLI OBIETTIVI PRIORITARI DA DIFENDERE

B) CARTA DEGLI INCENDI AVVENUTI NEGLI ULTIMI 8 ANNI

C) CARTA DELLA VULNERABILITA’ DELLE FORMAZIONI FORESTALI,

AMBIENTI NATURALI E COLTIVAZIONI AGRICOLE

D) CARTA DELLA VULNERABILITA’ STAGIONALE LEGATA AGLI INTERVENTI

IN AGRICOLTURA

E) CARTA DELLA VULNERABILITA’ ANTROPICA

F) CARTA DELLA VULNERABILITA’ ASSOCIATA ALLE PENDENZE

G) CARTA DELLA VULNERABILITA’ ASSOCIATA ALLE ESPOSIZIONI

H) CARTA DI SINTESI DELLA VULNERABILITA’ DEL TERRITORIO

I) CARTA DELLE STRUTTURE DI SERVIZIO NECESSARIE PER LA LOTTA

AGLI INCENDI

3

Page 4: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

J) STATISTICHE SUL FENOMENO

4

Page 5: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

INTRODUZIONE Gli eventi drammatici che hanno caratterizzato pesantemente la stagione estiva del

2007 sul versante degli incendi boschivi nel nostro Paese, aggravati dalla perdita di

vite umane, e che hanno colpito in particolar modo l’Abruzzo ed il territorio del

Parco Nazionale della Majella, con una superficie bruciata di 2.541 ha,

costituiscono un monito forte che impone di affrontare con la massima attenzione la

minaccia che riveste il fenomeno degli incendi per l’area protetta.

Pertanto, a seguito della scadenza del precedente piano triennale, l’Ente Parco

Nazionale della Majella, ha provveduto con la sollecitudine del caso e sulla base

delle esperienze acquisite nel settore in questi ultimi anni a realizzare il nuovo

“piano di previsione, prevenzione e lotta agli incendi nel territorio del Parco” di

durata quinquennale, che ogni anno sarà integrato solo per la parte relativa agli

aggiornamenti statistici degli eventi avvenuti.

Anche questo Piano, come i precedenti è stato predisposto attenendosi, in maniera

coerente e ponderata con la specifica realtà del territorio dell’area protetta, alle

indicazioni metodologiche riportate nelle Linee Guida per la realizzazione dei Piani

Regionali redatte dal Dipartimento della Protezione Civile–Ufficio Previsione e

Prevenzione, pubblicate sulla G.U. del 28.02.02 e allo “schema di piano per la

programmazione delle attività di Previsione, Prevenzione e Lotta attiva contro gli

incendi boschivi nelle aree protette statali” predisposto dal Ministero dell’Ambiente e

della Tutela del Territorio, nell’aprile 2002.

Nello specifico, gli obiettivi perseguiti sono stati i seguenti:

- realizzare una esaustiva analisi del fenomeno degli incendi che ogni anno si

sviluppano nel Parco, definire uno scenario articolato delle problematiche e degli

aspetti particolari con cui questo si manifesta sul territorio, pianificare e attuare le

azioni di contrasto più efficaci nel campo della previsione e prevenzione del

fenomeno, coerentemente con i ruoli operativi e le competenze attribuite dalla legge

ai diversi soggetti istituzionali interessati (Ministeri, Regioni, VV.FF., CFS, ecc.);

- realizzare un prodotto coerente con gli standard previsti per il piano antincendi

boschivi regionale, del quale la parte relativa alle aree protette dovrebbe costituire

una apposita sezione, nel quale prevedere l’inserimento di alcune azioni efficaci per

prevenire lo sviluppo degli incendi nelle aree più vulnerabili del territorio, quali: la

possibilità di prevedere interventi selvicolturali sostitutivi del proprietario

5

Page 6: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

inadempiente nelle aree a più elevato rischio1 e l’attuazione del censimento delle

particelle catastali interessate dagli incendi e la notifica ai proprietari delle stesse2;

- produrre, prima del periodo critico estivo di sviluppo del fenomeno, uno strumento

tecnico-operativo agile e al tempo stesso completo nella sua strutturazione

metodologica e organizzativa, contenente il massimo livello di informazioni utili e

suscettibile di essere implementato in futuro secondo modalità e tempi operativi

definiti nel piano stesso, così da poter programmare ed attivare per tempo e in

maniera stringente le attività di prevenzione previste;

- sviluppare e programmare, in maniera adeguata e coerente con la notevole

valenza naturalistica del territorio dell’area protetta, le attività finalizzate al recupero

naturalistico delle aree incendiate, la cui importanza è destinata ad aumentare

sempre più in futuro.

Per tutto quanto sopra esposto non si può sottacere che la capacità di incidenza del

presente piano risulta fortemente condizionata dall’assenza del Piano Regionale di

previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi di competenza esclusiva

della Regione Abruzzo che ad oggi non è stato mai predisposto e quindi dalla totale

assenza di quella indispensabile azione preventiva di individuazione congiunta e

condivisa delle strategie da sviluppare e dei mezzi e uomini che devono essere

impegnati sul territorio per affrontare l’emergenza e del successivo coordinamento

delle attività da mettere in atto sul campo al momento del bisogno.

Come avvenuto in passato, anche il presente piano costituisce l’unico strumento di

pianificazione e programmazione del settore vigente sul territorio dell’area protetta,

poiché comprende anche le Riserve Statali presenti nel Parco, grazie alla

collaborazione avviata da diversi anni con l’Ufficio Territoriale per la Biodiversità del

CFS di Pescara.

1 Legge 353/2000, art. 3 comma 3 punto l. 2 Legge 353/00, art. 10 comma 1.

6

Page 7: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

I. PARTE GENERALE 1. Descrizione del territorio. 1.1 Morfologia. Il Parco Nazionale della Majella si estende per 74.095 ettari nel cuore della Regione

Abruzzo. Gran parte del territorio dell’area protetta è di carattere montuoso: ad est

si erge il massiccio della Majella che con il Monte Amaro raggiunge i 2793 metri;

ad ovest si estende il Monte Morrone, massiccio meno imponente della Majella dal

quale è separato attraverso la valle del Fiume Orta; verso sud si trovano altri rilievi:

il Monte Porrara, naturale prosecuzione della Majella e a questa direttamente

collegato, il Monte Pizzalto e il Monte Rotella, fra loro e dal primo inframezzati da

altopiani carsici chiamati “Quarti”, e il complesso Monte Secine – Monti Pizzi, con

andamento NE - SE.

Il gruppo montuoso della Majella appare come un’enorme cupola ellittica, allungata

in senso nord – sud per ben 30 Km, ma piuttosto stretta (12 Km). Buona parte delle

sue cime superano i 2000 metri: accanto al Monte Amaro, infatti, si possono

annoverare il Monte Acquaviva (2737 m), il Monte Focalone (2646 m), il Monte Macellaro (2646 m) e Cima delle Murelle (2598 m). La parte sommitale della

Majella, specie nel suo settore centro – meridionale, appare come un’ampia

spianata di origine glaciale; i ghiacciai che qui si estendevano fino a 10.000 anni fa

hanno lasciato forme tipiche della loro erosione, fra cui i circhi glaciali presenti alla

testata delle attuali vallate e il ben noto Anfiteatro morenico delle Murelle. Anche

la Valle di Femmina Morta, di origine tettonica, è stata interessata da questi

fenomeni e successivamente dal carsismo. Altro elemento caratterizzante la

montagna della Majella è la presenza di lunghi e profondi valloni, veri e propri

canyon che ne solcano il versante orientale e quello settentrionale: la Valle dell’Orfento, fiume ricco di acque, il Vallone di Santo Spirito, la Valle del Fiume Foro, anch’essa fra le più ricche di acque, la Valle di Selvaromana e Vallone delle Tre Grotte, che confluiscono nella Valle del Torrente Avello, il Vallone delle Mandrelle – Valle di Santo Spirito, che giunge nei pressi di Fara San Martino con

la stretta Gola di San Martino dopo aver percorso 14 Km a partire dal Monte

Amaro, il Vallone di Taranta, con la nota Grotta del Cavallone.

Le Montagne del Morrone (2061 m), di certo più modeste del massiccio della

Majella, si allungano da Popoli a Pacentro con andamento NW-SE, in accordo con

gli altri rilievi della catena appenninica. Esse si ergono sulla sinistra orografica del

7

Page 8: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

Fiume Orta e limitano, con le balze rocciose del versante occidentale, la piana di

Sulmona.

Degli altri rilievi: Porrara, Pizzalto e Rotella, anch’essi di natura calcarea, solo il

primo supera i 2000 m. Una nota a parte merita il complesso Monti Pizzi – Monte Secine nel settore sud orientale del Parco, che, seppure di modeste dimensioni

occupa un’area con caratteri morfologici nettamente differenti dai precedenti

(minore altitudine) a causa della differente natura litologica del terreno, costituito da

marne, arenarie e argille.

1.2 Pendenze ed esposizioni Per le finalità del presente piano ed in particolare per l’individuazione dei profili della

vulnerabilità potenziale e rischio del territorio agli incendi, assume grande

importanza assieme all’uso del suolo, al tipo di vegetazione e alla sua struttura

spaziale, lo studio delle pendenze e delle esposizioni dei versanti.

A questo scopo l’Ente Parco ha acquisito il Modello Digitale del Terreno (DTM),

passo 40 m, dalla Regione Abruzzo con il quale ha elaborato la carta delle

pendenze e delle esposizioni dei versanti del territorio del Parco. Relativamente alle

pendenze sono state individuate le seguenti classi: Classe 1, da 0 a 12°; Classe 2,

da 12° a 24°; Classe 3, da 24° a 36°; Classe 4, da 36° a 48°; Classe 5, > 48°. I

risultati dell’elaborazione hanno evidenziato che la classe di pendenza più

rappresentata è quella compresa fra 12° e 24° (Classe 2), con una percentuale del

35%, seguita dalle classi 1 e 3 entrambi con il 27%; le meno rappresentate sono le

classi 4 e 5, cioè le pendenze più elevate, rispettivamente con il 10% e l’1%.

Relativamente alle esposizioni sono state individuate 9 classi (N, NO, O, SO, S, SE,

E, NE, N), tutte di 45° di ampiezza.

1.3 Clima Per quanto concerne la conoscenza dei caratteri climatici del territorio del Parco, le

informazioni relative alla individuazione dei tipi fitoclimatici presenti, nonché le carte

delle isoterme, delle isoiete e delle unità fitoclimatiche, sono state ricavate, dalla

monografia sul clima predisposta nell’ambito degli studi preliminari per il Piano del

Parco, nella quale sono stati presi in considerazione i dati forniti dalle stazioni

termopluviometriche e pluviometriche del Servizio Idrografico di Pescara del

Ministero dei Lavori Pubblici.

8

Page 9: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

In totale, sono stati utilizzati i dati di 26 stazioni: 9 termopluviometriche e 17

pluviometriche. Per queste ultime, il dato di temperatura media da utilizzare per la

realizzazione dei climogrammi di Bagnouls–Gaussen, utili per definire la presenza

dei periodi di aridità critica per la vegetazione, è stato ricavato sulla base del

coefficiente di correlazione mensile tra quota e temperatura media prendendo come

riferimento i dati delle stazioni termopluviometriche.

Attraverso l’analisi dell’andamento delle isoiete e delle precipitazioni annuali delle

singole stazioni, è stato possibile evidenziare, innanzitutto, la rilevante diversità

orografica ed ombrotermica del territorio del Parco, nel quale in ogni caso si

riscontrano livelli di piovosità relativamente inferiori rispetto alle regioni tirreniche

poste alla stessa latitudine.

E’ stato inoltre possibile individuare 3 ambiti territoriali ben distinti:

1. un ambito comprendente principalmente il versante occidentale del Morrone e

la Valle Peligna (Popoli, Bagnaturo, Sulmona, Pacentro, Pettorano sul Gizio),

caratterizzato da precipitazioni relativamente scarse, tra i 600 e gli 800 mm

annui.

2. un ambito caratterizzato da precipitazioni annue comprese tra 800 e 1000 mm,

(Palena, Pennapiedimonte, Montenerodomo, Guardiagrele, Pizzoferrato,

Manoppello, Lama dei Peligni, Fara S. Martino, Ateleta, Roccacasale, Campo di

Giove, Pescocostanzo).

3. un ambito caratterizzato da precipitazioni più elevate, in alcuni casi superiori a

1200 mm annui, a cavallo tra il Morrone orientale e la Majella settentrionale

(Caramanico, Passo Lanciano, Roccamorice, S. Eufemia, Salle, Pretoro).

1.4 Rete meteorologica del Parco Allo scopo di accrescere la conoscenza dei caratteri climatici e meteorologici del

territorio dell’area protetta, l’Ente Parco ha installato due stazioni elettroniche di

rilevamento dei parametri ambientali.

Le due stazioni, collocate presso i giardini botanici del Parco di Lama dei Peligni

(Ch) e S. Eufemia a Majella (Pe), sono state inserite nella rete regionale di

monitoraggio meteorologico in automatico, gestita dal Centro Agrometeorologico

Regionale, una struttura di supporto dell'Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo

Agricolo che, grazie ad una serie di software applicativi, consente di conoscere in

tempo reale la situazione meteorologica dell’intero territorio regionale. In questo

9

Page 10: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

contesto, la localizzazione delle due stazioni, posizionate rispettivamente a quota

670 e 900 m s.l.m., ha garantito l’acquisizione con cadenza oraria dei dati

meteorologici aggiornati (12 parametri ambientali3) sui due versanti del massiccio

della Majella che in precedenza risultavano per intero sprovviste di informazioni al

riguardo, favorendo in questo modo una migliore conoscenza dei caratteri

meteorologici del territorio del Parco.

La collaborazione avviata con il Centro Agrometeorologico Regionale presenta altri

vantaggi: la possibilità da parte dell’Ente Parco, attraverso l’inserimento di una

apposita password, di accedere a pagine web dedicate in cui è possibile monitorare

in tempo reale, visionare ed eventualmente scaricare, dati meteorologici parziali o

complessivi del periodo. Questa possibilità potrà essere sfruttata per avviare la

sperimentazione di un sistema di rilievo in continuo dei più conosciuti indici di

rischio di incendio del territorio del Parco.

Di seguito, a titolo di esempio, si riportano i valori di alcuni parametri meteorologici

rilevati dalla stazione di Lama dei Peligni nei mesi estivi di luglio e agosto 2007,

periodo in cui si sono registrati gli incendi più devastanti che hanno interessato

l’area protetta.

Stazione di Lama dei Peligni

• mesi di luglio e agosto giorni piovosità 0

• temperature medie luglio MAX 35 C° MIN 19,4 °C

• temperature medie agosto MAX 33,5 C°MIN 17,7 C°

• temperatura MAX assoluta mese luglio 41,4 °C

• temperatura MIN assoluta mese luglio 11,2 °C

• temperatura MAX assoluta mese agosto 40,4 °C

• temperatura MIN assoluta mese di agosto 12,4 °C

• precipitazione totale anno mm di pioggia 598,8

3 Direzione del vento (gradi); - Pioggia (mm), istantanea e 24h; -Rad sol integr (mj/m2); -Rad. Sol.

Max (w/m2); -T max ( °C);-T media (°C) per le 24 h;T min (°C);Temp. Suolo max;-Temp. Suolo min; -

Umidità max (%sat); - Umidità min (% sat);- Velocità del vento (m/s) min, max media (24h);

10

Page 11: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

Diagramma termoluviometrico di Lama Peligni (valori decadali)

-5

0

5

10

15

20

25

3035

40

1 3 feb 1 3 apr 1 3 giu 1 3

ago 1 3 ott 1 3 dic

°C

0

20

40

60

80

mm

Pioggia T_min T_max MIN ASS MAX ASS

Diagramma di Bagnouls-Gaussen di Lama dei Peligni

0

10

20

30

40

50

60

gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

°C

-40

0

40

80

120mm

T. Media (16.0° c) pioggia (totale 598 mm)

1.5 Idrografia L’idrografia superficiale dell’area del Parco non è molto sviluppata; infatti, pur

trattandosi di un’area ricca di acque (numerose e copiose sono le sue sorgenti,

localizzate quasi esclusivamente a bassa quota, alla base dei massicci calcarei) il

deflusso sotterraneo supera di gran lunga quello superficiale, specie nelle aree

maggiormente interessate dal carsismo come il massiccio della Majella e i “Quarti”.

I suoi corsi d’acqua maggiori, il fiume Alento, il Foro, il Vella, l’Orta, l’Orfento e

l’Aventino, ricadono nei bacini idrografici Alento, Foro, Pescara e Sangro.

11

Page 12: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

Per questi stessi motivi, all’interno del Parco non esistono bacini lacustri di

dimensioni rilevanti: i più vicini sono i laghi di Casoli e di Bomba nel chietino, ed il

lago di Scanno nell’aquilano.

1.6 Ambiente forestale Secondo i dati forniti dal Piano del Parco, nell’area protetta i territori boscati

assommano a 28.766 ha, il 39% della superficie occupata dal Parco, per il 50% dei

quali è disponibile un piano di assestamento (18 comuni su 39).

Nel Parco domina la foresta temperata decidua nelle sue varie espressioni:

I faggeti, occupano 19.707 ha (il 69% della superficie forestale). Queste cenosi

costituiscono le formazioni boschive più estese del Parco e si collocano nella fascia

montana fra gli 800 e i 1800 m s.l.m. L’estensione media dei boschi di faggio è

quella più elevata fra le varie cenosi forestali presenti nell’area protetta;

I boschi misti di latifoglie submediterranee (querceti submediterranei, ostrieti), si

estendono su circa 4.000 ha (il 15% della superficie forestale). I cerreti, che non

raggiungono i 500 ha, sono distribuiti soprattutto nell’area sudorientale del Parco.

Non trascurabile appare la componente sempreverde rappresentata dalle mughete

di alta quota, che occupano 880 ha di superficie e, a livello più sporadico, da lecceti

(50 ha) e pinete naturali di pino nero (30 ha). Degni di nota anche i rimboschimenti

di conifere, per la gran parte, dominati dal pino nero, che interessano una superficie

di 2.750 ha, pari al 10% della superficie boscata.

Ripartizione percentuale delle principali tipologie forestali (dal Piano del Parco Nazionale della Majella)

faggeti – 69,81

altro –0,12 % rimboschimenti di conifere– 9,56 %

mugheta – 3,05 %

boschi misti di latifioglie – 14,96 %

cerreti e cerreti misti – 2,34 %

12

Page 13: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

Nel Parco la forma di governo più diffusa è il ceduo, che occupa il 58% della

superficie forestale (16.552 ha) ed è costituito per lo più da faggio (11.604 ha),

secondariamente da latifoglie mediterranee. Questi ultimi boschi, in particolare

quelli di roverella e cerro, appaiono quasi sempre frammentati in nuclei di superficie

media molto bassa, rispettivamente 22 e 8 ha.

L’alto fusto occupa invece una superficie di 12.214 ha, per oltre il 66% costituito dal

faggio (8.103 ha), nella quasi totalità di origine agamica. Si tratta, di soprassuoli che

si sono sviluppati in alto fusto a seguito di operazioni di conversione indiretta o per

evoluzione naturale. Nel Parco questa tipologia forestale si caratterizza per la

presenza di due aspetti strutturali, a volte distinti in ambiti geografici ben separati,

ma non di rado presenti all’interno della stessa particella.

Un primo tipo strutturale abbastanza diffuso è rappresentato dai soprassuoli con

fisionomia fondamentalmente monoplana originatisi a seguito di interventi di

conversione effettuati su intere particelle, non di rado vaste anche oltre 50 ha. La

curva di distribuzione dei diametri assume il classico aspetto a campana con un

prolungamento verso i diametri maggiori per la presenza di vecchie matricine. Si

tratta di popolamenti in cui la rinnovazione è spesso assente poiché si trovano nella

fase di autodiradamento e l’unico tratto che conferisce un certo movimento al profilo

del bosco è rappresentato dalle vecchie matricine, riconoscibili per le dimensioni

maggiori e per la chioma espansa. Eccezionalmente alcune piante possono avere

un diametro anche di 80 cm, ma generalmente le piante di più grandi dimensioni

non superano i 60 cm. L’età media di questi soprassuoli si aggira comunemente

intorno ai 60-80 anni e non supera il secolo nemmeno nelle situazioni più evolute.

Le provvigioni sono in media di 250-300 mc/ha, l’altezza media di 20-25 m.

Un secondo tipo strutturale è quello delle faggete a struttura composita. In questo

caso il bosco assume un profilo più articolato, fino ad arrivare nei casi estremi ad

una interconnessione fra le due forme di governo, alto fusto e ceduo. La curva di

distribuzione tende ad assumere andamento iperbolico e in diversi tratti, in

corrispondenza di buche nel soprassuolo arboreo, si rileva una attiva rinnovazione

di faggio. In alcuni casi si riscontrano piante di diametro superiore al metro e altezza

di 25-30 m. Questa tipologia deve la sua genesi al taglio a scelta a cui alcuni di

questi boschi sono stati sottoposti in passato oppure ad una evoluzione spesso

naturale, di cedui matricinati o composti, frammisti a tratti di alto fusto spesso

rilasciati a causa delle difficoltà che avrebbe richiesto la loro utilizzazione. La

13

Page 14: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

provvigione di questi boschi è generalmente più bassa rispetto a quella che si

riscontra negli altofusti monostratificati e si aggira intorno ai 180-240 mc/ha. In

alcuni boschi particolarmente utilizzati, la provvigione scende sotto 150 mc/ha.

Nella realtà forestale ora descritta, non si rinvengono boschi vetusti. Questi

particolari ecosistemi forestali, che comunque nel nostro paese sono molto rari e

generalmente sempre perturbati dall’azione antropica con la fase di crollo

pressoché assente e quella a cattedrale tutt’altro che comune sulla Majella, al

massimo possono essere rappresentati da alcuni popolamenti evoluti per struttura e

composizione che, se opportunamente gestiti, potranno divenire in futuro dei veri

boschi vetusti. In questo senso una prima formazione interessante risulta il Bosco di

S. Antonio a Pescocostanzo, o la faggeta localizzata lungo le pendici sud-orientali

del Pizzalto, nella quale tuttavia, provvigione e area basimetrica (rispettivamente

243 mc/ha e 23 mq/ha) sono troppo basse per una vera fustaia vetusta. Altre

formazioni si rinvengono sul versante orientale della Majella nel territorio di Palena,

di Pizzoferrato e di Pretoro. Quest’ultima faggeta presenta il valore più alto di

provvigione media unitaria riscontrato nel Parco (344 mc/ha).

Relativamente alla frammentazione della copertura forestale, a fronte delle 281

unità di superficie inferiore a 25 ha, se ne riscontrano 27 di superficie compresa fra

25 e 100 ha e 17 di superficie superiore a 100 ha. Le aree principali dove tali

fenomeni di frammentazione sono evidenti sono costituiti dai distretti collinari di: -

Bolognano, Roccamorice, Caramanico, Salle; -versante sud occidentale del M.

Pizzalto, Bosco S. Antonio e pendici del M. Rotella; -boschi al limite del Parco dei

Comuni di Ateleta e Gamberale. Forse non è un caso le zone maggiormente

interessate dagli incendi nel territorio del Parco corrispondono alle aree dove si

riscontrano in maggior misura fenomeni di frammentazione forestali.

1.7 Agricoltura e zootecnia Il territorio del Parco si presenta caratterizzato in maniera consistente, oltre che da

ambienti naturali di pregio, anche da una discreta superficie occupata da aree

agricole abbandonate ormai da lungo tempo e in fase di lenta evoluzione naturale

verso ecosistemi più complessi (arbusteti, pascoli arborati, boschi di

neoformazione, ecc.).

Queste aree, per la discontinuità degli ambienti e delle formazioni che li

caratterizzano, (ambienti di margine, fasce ecotonali), costituiscono luogo elettivo di

14

Page 15: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

rifugio per la fauna di pregio del Parco, lì presente in misura maggiore rispetto a

quanto si riscontra in altri ambienti naturali caratterizzati da una notevole uniformità

(boschi). Secondo i dati del Piano del Parco, le tipologie agricole presenti nel

territorio dell’area protetta secondo lo standard di classificazione dell’uso del suolo

Corine Land Cover, sono le seguenti:

CLASSE Superficie (%) Seminativi, 6,06 Sistemi colturali e particellari complessi 0,38 Oliveti 0,25 Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali importanti

1,07

Totale colture agrarie e arboree 7,76 Prati stabili 7,87 Aree a pascolo naturale e praterie 21,68 Cespuglieti 13,40 Totale aree sottoposte a pascolo 42,95

La superficie agricola ancora coltivata, presenta i caratteri della marginalità

economica tipici delle aree dell’Abruzzo interno, con aziende e proprietà molto

frazionate, caratterizzate da un numero di proprietari spesso elevato, per buona

parte costituito da persone emigrate delle quali si sono perse le tracce da tempo o

sono morte.

In questi casi la possibilità di ricondurre la proprietà ad un unico proprietario, di

accorpare l’azienda o aumentarne la superficie, in generale di sviluppare processi di

ricomposizione fondiaria, risulta essere praticamente nulla, a causa dell’incidenza

del costo del passaggio di titolarità, tale da scoraggiare una qualsiasi iniziativa al

riguardo.

Altro elemento caratteristico del territorio è costituito dalla presenza diffusa di terreni

comunali concessi gratuitamente in fitto in passato, a persone ormai decedute da

tempo, “livellari”, con la sola condizione che gli stessi fossero coltivati.

Attualmente buona parte di questi terreni sono abbandonati, sono stati ricolonizzati

dal bosco e dovrebbero ritornare nella disponibilità diretta dei Comuni, mentre,

quelli ancora coltivati sono gestiti dagli eredi degli affittuari senza alcun titolo di

possesso.

La quasi totalità dei pascoli presenti nel Parco è di proprietà comunale e vengono

utilizzati da allevatori locali, in genere con aziende senza terra, in regime di uso

civico. Nell’ultimo decennio, per una serie di concause (spopolamento della

montagna, invecchiamento della popolazione, mancanza di investimenti sui pascoli

15

Page 16: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

da parte dei comuni, mancanza di controlli) si è andato verificando un autentico

processo di degrado dei pascoli stessi, causato dagli animali lasciati al pascolo

brado senza sorveglianza in montagna, con una serie di conseguenze: permanenza

degli animali in prossimità dell’abbeverata sempre negli stessi posti, mancato

spargimento del letame sul pascolo con fenomeni di inquinamento delle aree di

permanenza e mancata concimazione delle altre aree, riduzione della superficie del

pascolo per rinaturalizzazione delle aree più esterne localizzate al confine del

bosco, sviluppo di arbusteti e scomparsa delle specie più appetite dal bestiame a

danno delle meno appetite che hanno invece colonizzato spazi maggiori proprio

perché il bestiame non è obbligato a pascolare a rotazione su tutta la superficie

pascoliva, degrado dei manufatti (sorgenti, stazzi, rifugi, ecc.) sempre per il

mancato controllo e interesse da parte del Comune ma anche della stessa

popolazione il cui interesse verso queste parti di territorio e attività è andato

scemando nel tempo, tanto che molti locali nemmeno conoscono queste parti di

territorio o le frequentano molto di rado.

In questo contesto è andata aumentando nel tempo la quota parte di superfici

pascolive non appetite dagli allevatori locali (le aree più lontane, difficilmente

raggiungibili, meno produttive, ecc.) che spesso corrispondono agli ambienti di alta

quota, caratterizzati da una elevata valenza naturalistica, nelle quali si è andata

accrescendo la presenza di allevatori provenienti da fuori regione.

1.8 La presenza antropica Il territorio si colloca in una posizione di particolare importanza, lungo il percorso

che collega, sul versante adriatico, l'area piceno-vestina, gravitante verso le regioni

centrali, e quella sannitica, già meridionale; è fiancheggiato dagli unici due solchi

vallivi (quello del Pescara e quello del sistema Aventino-Sangro) che interrompono

la cordigliera orientale dell' Appennino abruzzese e consentono la penetrazione

profonda nel centro della regione. Per questo il massiccio della Majella e le valli che

lo circondano sono state interessate da forti movimenti di popolazione in varie

epoche storiche.

La densità degli abitanti per kmq presenta una forte disomogeneità, ma il dato che

spicca maggiormente è la fortissima densità di abitanti nei Comuni di

Lettomanoppello (202 ab./kmq), Pratola Peligna (280 ab./kmq) e Sulmona (436

ab./kmq), tutti Comuni di collina o situati in conche.

16

Page 17: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

La rete stradale principale corre prevalentemente lungo la fascia perimetrale

esterna dei confini del Parco (l’ex S.S. 263 e S.R. 84, tangenti al versante orientale

del Parco, la S.S. 17 per Sulmona e la S.S. 652 per Castel di Sangro), con una

serie di linee di penetrazione all’interno, fra le quali si distinguono la S.S. n. 487 che

da Pacentro porta a Passo San Leonardo, S.R. 84 e la strada Pescocostanzo -

Bosco di Sant’Antonio - Cansano.

La rete stradale è ampiamente sviluppata nella zona nord del Parco, dove il

territorio è lambito dall’autostrada A24-A25 Pescara-Roma, dalla S.S. n. 5 “Tiburtina

Valeria” e dalla ferrovia; da queste arterie si dipartono la strada che collega

Roccamorice con Fonte Tettone e la strada che da Lettomanoppello porta a Fonte

Tettone. Sempre nel settore nord altra linea di collegamento che penetra nel

territorio del Parco è costituita dalla S.P. Majelletta che sale da Pretoro a Passo

Lanciano e alla Majelletta.

Anche gli insediamenti urbani sono dislocati prevalentemente all’esterno, lungo la

linea di confine del Parco, ad eccezione della Valle dell’Orta, con i Comuni di

Sant’Eufemia a Majella e Caramanico Terme, i cui territori ricadono per intero nel

Parco, e dei comuni di Pacentro e di Campo di Giove, la gran parte del territorio dei

quali, compreso i centri storici, ricadono nel Parco, e gli insediamenti turistici di

Passo Lanciano – Fonte Tettone, nei comuni di Serramonacesca e Pretoro e Valle

del Sole nel comune di Pizzoferrato.

Nei 39 Comuni del parco, l'offerta ricettiva in alberghi e seconde case raggiunge

una dimensione molto rilevante, pari a più di 68.000 posti letto, costituendo circa il

74% della popolazione residente, concentrata solo in alcuni comuni. L'offerta

ricettiva alberghiera registra un picco a Roccaraso (più di 1400 posti letto) e valori

elevati a Rivisondoli (circa 800 posti letto), Caramanico Terme (circa 700 posti letto)

e Sulmona (quest'ultima però con caratteristiche urbane nettamente diverse da

quelle montane degli altri centri). Anche l'offerta ricettiva in seconde case fa

emergere il picco di Roccaraso (circa 16.500 posti letto al 1991), che si caratterizza

come il Comune con maggiore dotazione ricettiva, cui seguono Rivisondoli, Campo

di Giove, Pizzoferrato e Pescocostanzo, che pongono in evidenza la spiccata

caratterizzazione turistica del comprensorio meridionale del parco.

17

Page 18: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

2. Banche dati, cartografia di base e supporti informatici Per la realizzazione del presente Piano sono stati impiegati i dati a disposizione

dell’Ente Parco, integrandoli con altri raccolti allo scopo. In particolare sono state

utilizzate le seguenti fonti:

1. dati e cartografie degli Studi preliminari e dell’elaborato tecnico del Piano e del regolamento del Parco Nazionale della Majella e inseriti nel Sistema

Informativo Geografico, di seguito indicato con l’acronimo GIS, dell’Ente Parco.

Nello specifico le carte utilizzate vengono di seguito elencate, con descrizione

sommaria delle modalità seguite per la loro realizzazione ed un breve commento:

o Carta delle isoiete Scala 1:50.000

Per la costruzione di questa carta è stata utilizzata la carta idrologica dell’Italia

Centrale. Tale carta ben rappresenta la diversità orografica e ombrotermica che

caratterizza l’area studiata. A tal proposito è stato possibile individuare 3 ambiti

territoriali distinti: ambito caratterizzato da piovosità relativamente scarsa (tra i 600

e gli 800 mm), ambito caratterizzato da precipitazioni comprese tra gli 800 e 1000

mm annui, ambito caratterizzato da precipitazioni oltre i 1200 mm annui.

o Carta delle isoterme Scala 1:50.000

Per la costruzione della carta delle isoterme sono state individuate isoterme a

5°C, 10°C e 15°C, sulla base dell’intervallo dei dati di temperatura media presenti

nelle stazioni del territorio del Parco.

o Carta delle unità fitoclimatiche Scala 1:50.000 L’analisi integrata dei dati termopluviometrici e delle tipologie vegetali reali e

potenziali ha permesso di riconoscere 5 unità fitoclimatiche per il territorio del

parco: collinare umido, collinare subumido, montano umido, montano iperumido e

subalpino.

Eventi particolari come gli incendi, il disboscamento, il taglio possono modificare i

limiti altitudinali delle serie naturali nei diversi piani. Allo stato attuale la morfologia

e i parametri termici e pluviometrici individuano i confini delle unità fitoclimatiche

che rappresentano la potenzialità biologica del territorio.

o Carta dell’uso del suolo Scala 1: 25.000

Questa cartografia è sta realizzata integrando per il territorio del Parco, la vecchia

carta dell’uso del suolo realizzata secondo lo standard Corine Land Cover della

Regione Abruzzo, ottenuta da rilievi satellitari dei primi anni novanta, con le foto

aeree di un volo IGM del 1995 in scala approssimativa 1:25.000 e le ortofotocarte

18

Page 19: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

della Regione Abruzzo in scala 1:10.000, ed effettuando una serie di verifiche e

riscontri sul campo da parte di operatori specializzati. Contiene 24 unità

cartografiche delle 43 individuate dal Corine Land Cover – IV° livello.

Interessante ai fini della gestione forestale, l’individuazione delle varie tipologie di

rimboschimento e la distinzione tra cedui e fustaie.

o Carta fitosociologica Scala 1:25.000 Rappresenta la cartografia più congrua per l’acquisizione delle diverse

informazioni, infatti gli aggruppamenti vegetazionali sono collegati con i vari fattori

ambientali di tipo climatico, microclimatico, edafico ed antropico. Inoltre a questo

tipo di indagini sono associate le indagini dinamiche che permettono di

evidenziare le variazioni che si verificano nella vegetazione con il trascorrere del

tempo. Le tipologie fitosociologiche riportate nella carta sono 21.

o Carta delle aree ad alta valenza geobotanica Scala 1: 50.000 Con questa carta vengono messe in evidenza le aree ad alto valore biogeografico

per la presenza di singoli elementi floristici o di fitocenosi peculiari. Vi sono

riportate 12 unità cartografiche con l’elenco degli elementi floristici di pregio.

o Carta della naturalità Scala 1:50.000

Questa carta mette in evidenza oltre ad aspetti legati alla vegetazione naturale

potenziale, anche il valore biogeografico e la ricchezza in specie. Vengono

individuate 4 classi di naturalità degli ambienti.

Il grado di naturalità è legato anche al numero di Habitat di Importanza

Comunitaria e nazionale.

o Carta fisionomica Scala 1:25.000

Rappresenta il documento di base per tutte le valutazioni ambientali. In questa

cartografia viene evidenziata la presenza della vegetazione legnosa, circa il 50%

tra boschi, cespuglieti e aree con vegetazione boschiva ed arbustiva in

evoluzione. Vi sono messe in evidenza inoltre anche le superfici artificiali e le

superfici agricole utilizzate. Oltre a questi elementi la carta fisionomica mette in

risalto le principali categorie dell’uso del suolo.

o Carta delle utilizzazioni forestali Scala 1:25.000

La carta delle utilizzazioni forestali risulta essere la sintesi della carta dell’uso del

suolo descritta in precedenza e della cartografia dei Piani di assestamento dei

comuni dotati di tale strumenti, integrata da verifiche a terra condotte da

personale esperto.

19

Page 20: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

o Carta della frammentazione delle formazioni forestali e degli ambiti di

deframmentazione Scala 1:50.000 Riassume la situazione dello stato della copertura forestale dove il termine

frammentazione sta ad indicare la comparsa di soluzioni di continuità delle cenosi

forestali.

La superficie boscata è stata suddivisa in tre categorie distinte: popolamenti

frammentati in nuclei di superficie inferiore a 25 ha, popolamenti compresi tra i 25

e 100 ha e popolamenti a scarso rischio di frammentazione con nuclei di

superficie maggiore a 100 ha.

Le cause del fenomeno possono essere di origine naturale o il risultato di un

processo di intensa antropizzazione (es. incendi, pascolo ecc.).

2. Dati e cartografie realizzate di recente dall’Ente Parco attraverso l’elaborazione

del Modello Digitale del Terreno (DTM) passo 40 m fornito dalla Regione Abruzzo:

o Carta delle pendenze dei versanti - Scala 1: 50.000 Questa cartografia è di notevole importanza perché la pendenza dei versanti

influisce in maniera diretta sulla rapidità di propagazione delle fiamme, che

aumenta all’aumentare della pendenza. La legenda utilizzata è la seguente:

Classi di pendenza in gradi Descrizione

0° - 12° Bassa

12° - 24° Poco elevata

24° - 36° Media

36° - 48° Elevata

> 48° Molto elevata

o Carta delle esposizioni dei versanti in Scala 1:50.000

Questa cartografia è importante perché l’esposizione dei versanti è un parametro

indicatore di dell’irraggiamento solare e quindi della temperatura e

dell’umidità, fattori fondamentali nello scatenarsi e nel propagarsi degli

incendi. La legenda utilizzata è la seguente:

20

Page 21: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

Classi di esposizione in gradi Descrizione

0 – 22.5; 337.5 – 360 Nord

22.5 – 67.5 Nord Est

67.5 – 112.5 Est

112.5 – 157.5 Sud Est

157.5 – 202.5 Sud

202.5 – 247.5 Sud Ovest

247.5 – 292.5 Ovest

292.5 – 337.5 Nord Ovest

3. Informazioni e dati relativi agli incendi, alle strutture e ai manufatti utilizzabili per

contrastare il fenomeno forniti dai comandi stazione forestale del CTA e dai Comuni

del Parco e già inseriti nel GIS dell’Ente Parco; 4. Dati prodotti dalla Regione Abruzzo, costituiti nella fattispecie dal “Piano Regionale di Difesa dei Boschi dagli Incendi e di Ricostituzione delle Foreste

– seconda stesura – luglio ‘95”.

Di seguito si riportano, inoltre, nel dettaglio le cartografie inserite negli allegati al

presente piano e le fonti utilizzate per la loro realizzazione:

A. Carta degli ambienti prioritari da difendere L’elaborato riporta il perimetro dei Siti di Importanza Comunitaria localizzati

all’interno del perimetro del Parco ed è stato realizzato utilizzando i dati a

disposizione del GIS dell’Ente Parco.

B. Carta degli incendi I dati sono stati forniti su cartografia in scala 1:25.000 dai Comandi Stazione

Forestale del Coordinamento Territoriale Ambientale del Parco.

L’elaborato prodotto riporta gli incendi avvenuti dal 1997 al 2004 con circoli di

raggio crescente con l’estensione del fenomeno.

C. Carta della vulnerabilità delle formazioni forestali, ambienti naturali e coltivazioni agricole Questo elaborato è scaturito dall’analisi dei dati della Carta delle Utilizzazioni

forestali, della Carta fisionomica della vegetazione e della Carta dell’uso del suolo,

disponibili all’interno del GIS dell’Ente Parco.

Le 5 classi di vulnerabilità utilizzate sono state così definite:

I^ CLASSE – Vulnerabilità molto elevata

21

Page 22: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

La classe comprende gli arbusteti (formazioni a pino mugo, arbusteti altomontani,

arbusteti collinari submontani, arbusteti montani, pascoli e garighe collinari e

montani spesso situati su superfici rocciose e caratterizzati dalla presenza di arbusti

sparsi), i boschi di neoformazione (aree con vegetazione boschiva ed arbustiva in

evoluzione); boschi di conifere e boschi misti di conifere (nuclei di pino nero

laricio di Fara San Martino, rimboschimenti a prevalenza di conifere).

II^ CLASSE – Vulnerabilità elevata

La classe comprende i boschi cedui quercini e misti (boschi a dominanza di

roverella, boschi a prevalenza di leccio, Boschi a dominanza di cerro governati a

ceduo)

III^ CLASSE – Vulnerabilità media

La classe comprende i boschi a prevalenza di faggio governati a ceduo.

IV^ CLASSE – Vulnerabilità bassa

Comprende i boschi a prevalenza di faggio governati a fustaia. V^ CLASSE – Vulnerabilità nulla Comprende le aree nude con roccia e vegetazione rada o assente.

D. Carta della vulnerabilità stagionale legata agli interventi in agricoltura Questo elaborato è stato realizzato attraverso l’analisi dei dati della Carta dell’uso

del suolo, già disponibili all’interno del GIS dell’Ente Parco.

Sono state definite due aree la cui vulnerabilità è di carattere stagionale ed è legata

alle attività agricole che vi vengono svolte nel corso dell’anno. In particolare sono

stati presi in considerazione il periodo delle potature (autunno-inverno) e quello in

cui vengono bruciate le stoppie (estate).

E. Carta della vulnerabilità antropica Questo elaborato è stato prodotto utilizzando i dati inseriti nel GIS del Parco.

Con questa carta sono stati messi in evidenza i punti e le aree di possibile innesco

d’incendio; sono state quindi riportate tutte le aree di intensa attività antropica nei

quali si possono innescare seppure accidentalmente degli incendi: - aree picnic; -

campeggi; - discariche; - cave attive; - linee ferroviarie; - centri abitati per una fascia

di 500 m dagli stessi; - strade asfaltate per una fascia di 100 m dal bordo strada.

F. Carta della vulnerabilità associata alle pendenze Come già detto, dall’elaborazione del Modello Digitale del Terreno (DTM) passo 40

m, richiesto alla Regione Abruzzo, è stata ottenuta la Carta delle pendenze dei

versanti; tale elaborazione è stata operata con l’estensione Spatial Analyst di

22

Page 23: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

ArcView GIS. La pendenza facilita l’avanzamento del fuoco verso le zone più alte,

pre-riscaldando per convenzione i combustibili sovrastanti non ancora interessati

dalle fiamme. Per questa ragione è stata fatta una riclassificazione della carta

suddetta, associando alle varie classi di pendenza la vulnerabilità legata al

fenomeno appena descritto, al fine di ottenere una Carta della vulnerabilità associata alle pendenze, sulla base di quanto riscontrato al riguardo in bibliografia

(Chuvieco et al. 1994) rielaborato.

Tale riclassificazione è stata operata secondo la seguente tabella:

Pendenza in gradi Vulnerabilità associata alla pendenza 0-12 Molto bassa

12-24 Bassa

24-36 Media

36-48 Alta

> 48 Molto alta

G. Carta della vulnerabilità associata alle esposizioni Sempre dall’elaborazione del Modello Digitale del Terreno (DTM) passo 40 m della

Regione Abruzzo è stata ottenuta anche una Carta delle esposizioni dei versanti;

tale elaborazione è stata operata con l’estensione Spatial Analyst di ArcView GIS.

L’esposizione è un parametro indicatore dell’irraggiamento solare e quindi della

temperatura e dell’umidità. Per questa ragione è stata operata una riclassificazione

della carta suddetta, associando alle varie classi di esposizione la vulnerabilità

legata al fenomeno appena descritto, al fine di ottenere una Carta della vulnerabilità associata alle esposizioni sulla base di quanto riscontrato al

riguardo in bibliografia (Chuvieco et al. 1994) rielaborato.

Tale riclassificazione è stata operata secondo la seguente tabella:

Classi di esposizione dei versanti

Vulnerabilità associata all’esposizione

N Molto bassa

NO Bassa

NE Media

O – S – E Alta

SO –SE Molto alta

23

Page 24: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

H. Carta di sintesi della vulnerabilità del territorio Le cartografie della vulnerabilità associata alle formazioni naturali e ai

rimboschimenti, integrata con le aree occupate dalle colture agrarie, dalle pendenze

ed esposizioni, dopo essere state riclassificate attraverso gli strumenti dell’analisi

GIS raster, associando i rispettivi punteggi di vulnerabilità, sono state sovrapposte

per elaborare una carta di sintesi. L’analisi è stata condotta tenendo conto di una

cella di lato 40 m.

Per quanto riguarda le colture agrarie, queste sono state inserite all’interno della

carta della vulnerabilità delle formazioni naturali e associate alla classe di minore

vulnerabilità (classe V).

Una volta ottenuta la carta di sintesi, la stessa è stata riclassificata individuando 3

classi di vulnerabilità: bassa, media e alta.

Vulnerabilità formazioni naturali

Vulnerabilità pendenze

Esposizioni vulnerabilità territorio

V (1)

Molto bassa (1)

Molto bassa (1)

bassa (da 3 a 6)

IV (2)

Bassa (2)

Bassa (2)

III (3)

Media (3)

Media (3)

media

(da 7 a 10)

II (4)

Alta (4)

Alta (4)

I (5)

Molto alta (5)

Molto alta (5)

alta

(da 11 a 15)

I. Carta delle strutture di servizio necessarie per la lotta agli incendi Questo elaborato è scaturito dall’analisi di dati presenti nel GIS del Parco, integrati

con altri dati appositamente forniti dal CTA. L’obiettivo della carta è quello di

mettere in evidenza le strutture di servizio disponibili per organizzare la lotta attiva

agli incendi. A questo proposito sono state inserite: -la viabilità principale

(autostrade e strade principali); -la viabilità di servizio; -le sorgenti principali e altri

punti di approvvigionamento idrico; -i punti di avvistamento; -i rifugi; -le piazzole per

l’atterraggio di elicotteri.

J. Carta del rischio statico del territorio nel periodo estivo Come già ampiamente rilevato in precedenza, la carta di sintesi della vulnerabilità

del territorio ottenuta resta comunque una sommatoria di dati statici; pertanto, come

primo approccio alla realizzazione di una carta del pericolo agli incendi del territorio

24

Page 25: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

si è stabilito di realizzare una cartografia relativa al periodo estivo di massima

vulnerabilità al fenomeno.

Nello specifico, si è stabilito di attribuire ai seminativi, all’interno della carta di sintesi

della vulnerabilità del territorio, il massimo del valore di vulnerabilità e di

sovrapporre alla carta ottenuta i dati relativi alla vulnerabilità antropica, attribuendo

anche a questi una valutazione analoga.

Nel caso di elementi puntiformi, ad esempio aree picnic o campeggi, si è attribuito il

valore di vulnerabilità massimo anche alle aree di buffer individuate all’intorno dei

citati punti.

Anche nel caso di elementi lineari, ad esempio le infrastrutture viarie e ferroviarie, si

è attribuito il massimo valore alle aree di buffer individuate ai due lati della stessa

(buffer di 100 m su ciascun lato).

Allo stato attuale sono in corso le attività di verifica dell’utilità e applicabilità di

modelli statistici e delle tecniche di elaborazione cartografica dei dati a disposizione,

che si conta di portare a compimento entro l’anno.

K. Statistiche sul fenomeno. L’indagine statistica è stata effettuata utilizzando i dati storici contenuti nel “Piano

Regionale di Difesa dei Boschi dagli Incendi e di Ricostituzione delle Foreste” –

seconda stesura – luglio 1995, integrata dai dati sul fenomeno nel Parco disponibili

dal 1997 al 2007.

3. Analisi statistica Per la valutazione dei caratteri specifici che assume il fenomeno degli incendi

all’interno del territorio del Parco sono state utilizzate due differenti fonti di dati: -la

prima, ricavata estrapolando i dati del Piano Regionale di Difesa dei Boschi dagli

Incendi e di Ricostituzione delle Foreste del 1995, costituita dal numero degli

incendi, riportati per Comune, anno e mese, verificati nel territorio amministrativo

dei Comuni del Parco, per il periodo 1975-1993 (19 anni);

-la seconda, realizzata dall’Ente Parco, per il periodo 1997-2007 (11 anni), relativa

però al solo territorio amministrativo degli stessi Comuni ricompreso all’interno del

Parco Nazionale della Majella, si riferisce, oltre che al numero di eventi per

Comune, anche alle superfici ed ai perimetri delle aree incendiate.

Questi ultimi dati sono stati forniti dal CTA del Parco per il tramite dei comandi

stazione forestale, in parte attraverso le schede AIB/FN prodotte dal CFS, che sono

25

Page 26: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

state fornite all’Ente Parco a partire dal 2005. Relativamente a queste ultime, sono

stati acquisiti anche gli estremi delle particelle catastali interessate, ad eccezione di

quelle relative agli eventi del 2007, che solo in parte sono state individuate dai

comandi stazione forestale del CTA, i quali, per gli eventi di maggiori dimensioni,

dopo aver delimitato il perimetro di tutte le aree incendiate, hanno rimandato ai

Comuni interessati il rilievo delle particelle catastali incendiate.

I risultati vengono riportati in maniera analitica, sotto forma di tabelle ed elaborati

grafici, nell’ALLEGATO I.

Malgrado le differenze sostanziali esistenti fra le due serie di dati, le elaborazioni

effettuate hanno fornito interessanti riscontri e informazioni, utili alla definizione

delle attività di prevenzione da adottare nel presente piano.

3.1 Ampiezza del fenomeno In generale dai dati del vecchio Piano Antincendio Regionale si evidenzia che i

Comuni nei quali si riscontra una maggiore presenza del fenomeno sono localizzati

per buona parte nella Provincia di Pescara, con epicentro in Caramanico Terme

(110 eventi, n. 5,7 incendi/anno), Bolognano (47 eventi, n. 2,5 incendi/anno) e

Popoli (36 eventi, n. 1,9 incendi/anno), seguita dal gruppo del Chietino:

Guardiagrele (20 eventi, n. 1 incendi/anno), Rapino (18), Pretoro (17) e Pizzoferrato

(21 eventi, n. 1,1 incendi/anno), Palena (16), Lama (14), Ateleta (12) e Gamberale

(10). Il territorio della Provincia dell’Aquila è quello caratterizzato dal minor numero

di incendi, in tutto 56 eventi in 19 anni (in media 2,9 eventi/anno su 12 Comuni, 0,2

eventi/anno/Comune). I Comuni dove il fenomeno per il periodo interessato è

totalmente assente sono: Cansano e Palombaro.

Se confrontiamo questi dati con quelli relativi agli undici anni di vita del Parco,

l’elemento che risalta con maggiore evidenza è costituito dalla generale riduzione

del numero degli incendi, che risulta ancora più marcata a seguito della totale

assenza di eventi avvenuta negli anni 2002, 2004 2005 e della limitata entità degli

stessi che si è verificata negli altri anni, con l’esclusione degli anni 2000, 2001 e da

ultimo del 2007, che rappresenta a questo riguardo insieme al 2000, sicuramente

l’annata più critica dell’intero periodo e certamente una delle peggiori in assoluto,

non solo per questi territori, ma per l’intera regione e a livello nazionale. L’analisi dei

dati evidenza che nella Provincia di Pescara come in quella di Chieti il numero degli

incendi si è ridotto in maniera sostanziale passando rispettivamente da 18,79 a 5,36

26

Page 27: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

e da 7,63 a 1,64 incendi/anno. Lo stesso fenomeno, anche se meno accentuato in

considerazione della limitata presenza del fenomeno sul territorio, ha interessato la

Provincia dell’Aquila, nella quale si è passati da 2,9 a 1,36 incendi/anno.

Per poter avere un quadro certo ed esaustivo della dinamica territoriale del

fenomeno sarebbe stato necessario verificare i dati ora elencati con quelli delle

porzioni di territorio dei Comuni del Parco esterne all’area protetta riportati nel Piano

Antincendio Regionale, che però ad oggi non è stato mai realizzato. Tuttavia, pur se

con tutte le cautele del caso, è possibile estrapolare alcune evidenze:

• l’istituzione del Parco ha creato una maggiore attenzione verso il territorio da

parte della popolazione, fenomeno evidente soprattutto nel pescarese, dove interi

Comuni sono ricompresi all’interno del Parco;

• anche nelle aree dove il fenomeno degli incendi si presenta contenuto, come in

provincia dell’Aquila, si riscontrano differenze fra prima e dopo l’istituzione del

Parco;

• probabilmente il ridotto numero di incendi riscontrati in buona parte dei Comuni

della provincia di Chieti risente anche della particolare morfologia del versante

orientale della Majella, caratterizzato dalla presenza di alti rilievi con elevate

pendenze e di zone scarsamente o per niente interessate da attività antropiche, che

non sia l’allevamento estensivo di ovicaprini;

• la Provincia di Pescara si presenta come una delle più sensibili del territorio del

Parco, con i territori dei Comuni di Caramanico Terme (2,18 incendi/anno) e

Lettomanoppello (0,91 incendi/anno).

3.2 Distribuzione mensile L’analisi della ripartizione mensile degli incendi presenta aspetti molto interessanti;

infatti, se ci riferiamo ai dati riportati nel vecchio piano antincendio della Regione

Abruzzo si osserva che, complessivamente per i 19 anni analizzati, i mesi in cui si

sviluppano meno incendi boschivi sono quelli di maggio (5 eventi), novembre (7) e

dicembre (9). All’opposto il mese in cui si osserva una maggiore recrudescenza del

fenomeno è agosto (151 eventi, n. 7,9 incendi/anno) seguito da marzo (101 eventi,

n. 5,3 incendi/anno) e settembre (87 eventi, n. 4,6 incendi/anno).

Nel complesso il trimestre più a rischio è quello di luglio (67 eventi, n. 3,5

incendi/anno), agosto (151) e settembre (87), seguito da febbraio (42 eventi, n. 2,2

incendi/anno), marzo (101 n. 5 incendi/anno) e aprile (39 eventi, n. 2 incendi/anno).

27

Page 28: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

Quest’ultimo dato evidenzia come all’interno dell’area protetta, oltre alle cause

dolose (piromani) e colpose (cicche di sigarette, fuochi accesi da turisti, ecc.),

l’agricoltura, anche se presente in maniera limitata all’interno del territorio del Parco,

esercita fra febbraio e marzo comunque un ruolo sullo sviluppo del fenomeno degli

incendi, attraverso la pratica di bruciare i residui della potatura dei fruttiferi (oliveti e

vigneti) alla quale si associa spesso quella deleteria della “ripulitura” del campo,

attraverso l’allontanamento dai bordi e dalle scarpate dei terreni degli arbusti

(soprattutto rovi, spini, ecc.) che lì sono confinati.

Il periodo critico principale è quello compreso fra la fine di luglio ed il mese di

agosto nelle zone più basse del Parco, localizzate principalmente in Provincia di

Pescara, quando si bruciano le stoppie prima di effettuare le lavorazioni del terreno

propedeutiche alle semine autunnali.

L’analisi dello stesso dato per gli ultimi undici anni di vita del Parco e per il solo

territorio ricompreso all’interno dell’area protetta, escludendo nella sostanza quindi

la quasi totalità dei terreni agricoli dei Comuni della provincia di Chieti e l’Aquila,

mostra come nei mesi di gennaio e aprile il fenomeno degli incendi sia nullo, mentre

in giugno ed in dicembre lo stesso si manifesti con intensità minime (1 evento),

insieme a maggio e novembre (2 eventi) e settembre (5 eventi). I mesi in cui si

manifesta con maggior frequenza il fenomeno si confermano agosto (32 eventi, n.

2,91 incendi/anno), luglio (25 eventi, n. 2,27 incendi/anno) e marzo (10 eventi, n.

0,91 incendi/anno).

3.3 Superfici interessate il fattore ponderale relativo alla superficie totale interessata dagli incendi costituisce

un dato di estremo interesse per poter comprendere appieno i caratteri specifici del

fenomeno all’interno del Parco. Al riguardo, mentre per il periodo 1975-93 non

abbiamo dati a disposizione, per gli undici anni (1997-2007) è possibile verificare le

dimensioni e la pericolosità del fenomeno.

In questo ultimo periodo, nel complesso, le superfici interessate dagli incendi

assommano a 3.949,32 ha, con una media annua pari a 359,03 ha. La provincia più

colpita è stata quella di Pescara con 2.723,67 ha, seguita da Chieti (1.185,04 ha) e

l’Aquila, con soli 40,61 ha. Si noti in proposito che nella Provincia di L’Aquila non si

sono in buona sostanza verificati incendi negli ultimi 6 anni.

28

Page 29: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

I dati fin qui esposti risultano fra loro fortemente disomogenei a causa di tre eventi

eccezionali che hanno interessato il territorio, due dei quali avvenuti nell’arco di

circa un mese l’uno dall’altro:

• il primo costituito dall’incendio scoppiato in alta quota per cause naturali (un

fulmine) nell’agosto 2000 e che da solo ha interessato una superficie di 1125 ha

nel territorio dei Comuni di Lama dei Peligni, Fara S. Martino, Civitella M.

Raimondo e Taranta Peligna, tutti in provincia di Chieti;

• gli altri due avvenuti il 22 luglio ed il 30 agosto 2007, di origine dolosa, avvenuti

in una situazione meteorologica eccezionalmente torrida e siccitosa che ha

interessato non solo il territorio del Parco ma anche l’intera Regione Abruzzo, e

che hanno interessato rispettivamente 1.730 ha nei Comuni di Lettomanoppello,

Roccamorice, Serramonacesca e Manoppello e 574 ha nei Comuni di S.

Valentino A.C., Abbateggio e Caramanico Terme.

• se si escludono questi tre eventi eccezionali, che da soli hanno interessato una

superficie di 3.429 ha su un totale per il periodo di 3.949 ha, l’estensione

complessiva degli incendi nell’area protetta sarebbe limitata.

Il rapporto complessivo della superficie incendiata negli ultimi 11 anni rispetto alla

superficie totale del Parco è pari a 5,33%. In media tale rapporto si è assestato per

il periodo allo 0,48%.

L’estensione maggiore degli incendi si riscontra nei Comuni di Lama dei Peligni

(975,00 ha), Roccamorice (960,57 ha), Lettomanoppello (700,64 ha) Caramanico

Terme (458,64 ha) e S. Valentino in A.C. (304,00 ha).

L’analisi della distribuzione mensile del fenomeno evidenzia come il periodo più

interessato dalla presenza degli incendi è quello che va da luglio (1.932,34 ha) ad

agosto (1.885,48 ha), quasi tutti concentrati a luglio in Provincia di Pescara

(Roccamorice, Lettomanoppello e Caramanico Terme), ad agosto in Provincia di

Pescara (Caramanico Terme e S. Valentino in A.C.) e Chieti (Lama dei Peligni).

Altro picco si osserva nel periodo febbraio (41,56 ha) e marzo (43,77 ha). Questi

ultimi dati confermano quanto anticipato in precedenza relativamente al ruolo

svolto dall’agricoltura sullo sviluppo del fenomeno all’interno dell’area protetta,

soprattutto per quanto riguarda il periodo delle potature e delle lavorazioni

primaverili.

Come già rilevato in precedenza è di tutta evidenza che i dati fin qui presentati

hanno una utilità limitata, a causa dell’assenza di informazioni sugli eventi che

29

Page 30: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

hanno interessato le restanti porzioni del territorio dei Comuni del Parco localizzate

all’esterno dell’area protetta e che dovrebbero essere invece tutti riportati nel “Piano

Regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi” che

dovrebbe essere predisposto dalla Regione Abruzzo.

In proposito sappiamo di certo che negli ultimi anni diversi incendi, anche di

discrete dimensioni, hanno interessato queste ultime aree, uno per tutti quello

avvenuto nel 2002 in Comune di Popoli e nel 2007 a Palombaro, Fara S.M. e

Civitella M.R. che fortunatamente ha solo lambito il perimetro esterno del Parco.

Tuttavia, pur in assenza di dati complessivi sul fenomeno degli incendi in Abruzzo,

si ritiene di poter affermare che l’istituzione e la presenza del Parco ha dato luogo

ad un decremento in numero degli incendi boschivi nel territorio.

Evidentemente nelle popolazioni locali la montagna mantiene una forte centralità,

non solo per le attività che vi si conducono (zootecnia) o per le risorse che

assicurano ai bilanci familiari (una fra tutte la legna di uso civico), ma anche e

soprattutto per la presenza di un forte valore affettivo e culturale radicato da sempre

nel tessuto sociale.

3.3.1 analisi degli eventi più rilevanti Rispetto a quanto fin qui rilevato, è importante rilevare che le attività di previsione e

prevenzione fin qui attuate in condizioni normali, se si escludono i tre eventi

eccezionali citati e che da soli hanno interessato una superficie di 3.429 ha su un

totale per tutto il periodo di attività del Parco di 3.949 ha, si sono dimostrate efficaci.

Questi tre eventi eccezionali, per le superfici interessate hanno costituito quindi un

serio pericolo per l’area protetta e necessitano pertanto di un supplemento di

indagine, per verificare possibili indicazioni utili per la comprensione del fenomeno

nel Parco.

Nell’evento del 2000 la causa scatenante fu costituita da un fulmine che si abbatté

in una zona di pascolo di alta quota non accessibile ai mezzi, a seguito del quale, a

differenza di quanto accade normalmente in queste circostanze, non seguì un

temporale, ma dopo un periodo di calma di circa 12 ore, durante il quale il

personale del CFS e del Parco mandato sul posto per le operazioni di spegnimento

era quasi riuscito nell’intento, quando si levò un vento fortissimo in zona

provocando una repentina ripresa del focolaio che si sviluppò in maniera

consistente per parecchio tempo anche a causa del persistere del vento nell’area

30

Page 31: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

per diverse giornate e dell’assenza nelle prime fasi dell’evento di un supporto aereo

alle operazioni di spegnimento.

Il 22 luglio 2007 la causa scatenante l’incendio, iniziato nel primo pomeriggio (ore

15.00) in località Macchie di Coco nel Comune di Roccamorice, che si è sviluppato

in un rado arbusteto basso posto ai bordi della strada che da Roccamorice porta

all’Eremo di S. Liberatore a Majella, è stata presumibilmente di tipo doloso. L’area

incendiata in meno di 1 ora fu raggiunta dal personale ausiliario del Parco che nel

pomeriggio aveva provveduto a spegnerlo. Sul posto fu quindi lasciata dal CTA del

Parco per la bonifica dell’area una squadra di volontari della Protezione Civile della

Regione Abruzzo che, dopo aver effettuato la bonifica dell’area, abbandonarono la

posizione poco prima che si levasse un vento fortissimo e caldo che riattivò il

focolaio, che in poco tempo si sviluppò lungo il versante della montagna attaccando

da un lato i pascoli totalmente secchi a causa della lunga siccità e così

espandendosi su vaste aree del massiccio, mentre dall’altro espandendosi lungo il

versante a Sud della Valle di S. Spirito, fino all’impluvio occupato per intero da

boschi di faggio ed in minor misura da pinete artificiali, soprattutto nelle aree a

maggiore pendenza. Anche in questo caso il vento caldo intenso e persistente che

si è mantenuto nella zona per diversi giorni, insieme alla totale assenza del

supporto di mezzi aerei per contrastare l’incendio che si sviluppava su più fronti,

verso l’alto (zona abitata di Passo Lanciano), il basso, fino a lambire l’abitato di

Roccamorice e a nord in prossimità di Lettomanoppello, ha avuto un ruolo

fondamentale nello sviluppo della dinamica dell’evento.

Anche nel caso dell’evento del 30 agosto del 2007, iniziato alle ore 11.50 in località

Colle Arena nella frazione Scagnano del Comune di Caramanico, la causa di

innesco dell’incendio è stata presumibilmente di tipo doloso; infatti nei giorni

precedenti ci sono stati diversi focolai che si sono originati lungo la strada statale,

nel tratto compreso fra Caramanico Terme e S. Valentino A.C. Nel momento in cui

è partito il fuoco spirava un vento fortissimo in direzione SO che è durato

ininterrottamente per una intera giornata e che ha causato una impressionante

espansione e moltiplicazione dei focolai, anche su fronti separati e distanti, per la

gran parte localizzati in aree antropizzate costituite da un reticolo di case e aziende

agricole sparse in un tessuto frammentato, costituito da coltivi, oliveti, boschi,

arbusteti, siepi, boschetti di ripa, ecc.. Terminato il vento la situazione si è andata in

31

Page 32: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

breve tempo normalizzando e l’incendio è stato spento alle ore 21.00 del giorno

dopo.

La descrizione degli eventi ora rappresentata induce a sviluppare una serie di

riflessioni:

• normalmente le attività di prevenzione e primo intervento sviluppate dal Parco e

dal CFS sono efficaci. In questo contesto è fondamentale l’immediatezza, la

rapidità e l’efficacia dell’azione, frutto di elevata capacità operativa;

• il contributo dei volontari della protezione civile alle attività di prevenzione e primo

intervento organizzate in forma coordinata dalle strutture dell’Ente Parco e del

CTA è nullo, in considerazione del fatto che questi sono alle esclusive dipendenze

della Sala operativa centrale della Regione, che come si è già detto opera in

maniera totalmente autonoma e senza coordinamento alcuno con l’Ente Parco;

• il vento forte e persistente è sicuramente la causa principale che influisce in

maniera sostanziale sulla dinamica dell’evento;

• i fulmini in alta quota e negli ambienti naturali costituiscono il fattore naturale

principale di innesco degli incendi;

• quando gli incendi riescono a raggiungere le aree di pregio naturalistico del Parco,

a causa della grande e compatta estensione del territorio da queste occupato,

possono produrre una quantità di danni elevata, anche in considerazione delle

serie difficoltà che si riscontrano nel contrastarli.

• il supporto dei mezzi aerei nelle aree naturali del parco, caratterizzate da assenza

di viabilità, discrete pendenze, presenza di ecosistemi naturali, è fondamentale,

sia per la possibilità di intervenire direttamente attraverso il lancio diretto di acqua

e/o ritardante sull’incendio, che di far arrivare in tempi rapidi in prossimità

dell’incendio personale addetto allo spegnimento e bonifica dello stesso.

In questo contesto è di estrema importanza sviluppare per il futuro una capillare ed

efficace azione di prevenzione e di contrasto, tale da impedire all’incendio di

svilupparsi e raggiungere le aree di pregio naturalistico, nelle quali è

particolarmente difficile intervenire con la lotta attiva, poiché normalmente sono

caratterizzate da una morfologia complessa, da una accessibilità mediocre e da un

elevata accidentalità del terreno. Quando il fuoco raggiunge queste aree è

importante disporre di mezzi aerei anche per il trasporto rapido del personale

addetto allo spegnimento e bonifica dello stesso, dotato di elevata capacità

operativa e fortemente motivato.

32

Page 33: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

3.4 Formazioni vegetali percorse dal fuoco A completamento dei dati statistici riportati, vengono di seguito analizzati i dati sulle

tipologie vegetazionali interessate dal fenomeno.

La superficie percorsa dal fuoco negli undici anni di riferimento vede come

formazione vegetale maggiormente interessata i pascoli, con una superficie

complessiva pari al 48,39% (1911 ha) della superficie totale. I soprassuoli forestali,

nella loro diversa composizione specifica, hanno rappresentato il 20,89% (825 ha)

del dato globale. Più ampia la superficie percorsa per i boschi di latifoglie (494 ha);

senz’altro di rilievo anche il dato sulle pinete e le altre formazioni a prevalenza di

conifere (320 ha), tutte di origine artificiale, anche considerata la più contenuta

diffusione di questi ultimi popolamenti e in considerazione della concentrazione del

fenomeno solo in alcune aree dell’area protetta.

Tutti i dati di dettaglio sono riportati nell’ALLEGATO K.

4. Obiettivi prioritari da difendere Parlare di obiettivi prioritari da difendere dagli incendi in un’area protetta si può

ritenere a ragione un controsenso; nel caso del Parco Nazionale della Majella, in

particolare, la cosa appare ancora più contraddittoria nella sua evidenza, per il fatto

stesso che l’intero territorio del Parco è ricompreso all’interno di una Zona di

Protezione Speciale ai sensi della Direttiva 79/49/CEE e che buona parte del

territorio dell’area protetta (45.410 ha - 61,29%, è localizzato all’interno di Siti di

Importanza Comunitaria individuati ai sensi della Direttiva Comunitaria “Habitat” n.

43/92/CEE ( ALLEGATO A).

5. Modello organizzativo La legge quadro in materia di incendi boschivi all’articolo 8 stabilisce che gli enti

gestori delle aree protette per il territorio di competenza attuano esclusivamente le

attività di previsione e prevenzione, mentre quelle di lotta attiva sono organizzate e

svolte esclusivamente dalle Regioni. Ciò premesso, la struttura che l’Ente Parco

attiverà per l’organizzazione delle attività di prevenzione da porre in essere sul

terreno e, in caso di incendio, per assistere al meglio il responsabile delle attività di

spegnimento, sarà costituita dal personale dell’Ufficio Tutela Valori Naturali ed

Ambientali dell’Ente Parco che organizzerà il personale dell’Ente e/o gli ausiliari

assunti durante il periodo estivo per la sorveglianza e lo spegnimento di incendi e

33

Page 34: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

l’attività delle due centrali operative di videosorveglianza antincendio del Parco

dislocate: per il settore nord, che ricomprende per intero la Provincia di Pescara, a

S. Eufemia a Majella presso il Centro di Visita del Parco annesso al Giardino

Botanico; per il settore meridionale a Pizzoferrato, presso il nuovo Centro Visita del

Parco e che entrerà in funzione nell’estate 2008.

A questo personale si affiancheranno le Guardie Ecologiche Volontarie del Parco

Nazionale della Majella non appena queste saranno costituite a seguito

dell’espletamento del corso di prossima attivazione da parte dell’Ente del Parco e

del giuramento nelle mani del Prefetto. Verosimilmente le GEV non potranno essere

utilizzate prima della stagione estiva 2009.

In ogni centrale operativa sarà collocata anche una postazione GIS ed una copia

cartacea della cartografia utilizzata per la predisposizione del presente piano

antincendio. Inoltre, nella predetta postazione, sarà posizionato, quando sarà

realizzato, anche un computer con il software dedicato alla previsione del rischio di

incendio in tempo reale (vedi paragrafo 10).

La struttura del Parco, ora descritta, per tutto il periodo di validità del presente

piano, durante i mesi critici estivi nelle aree più sensibili del territorio effettuerà una

attività continua di monitoraggio, prevenzione e primo intervento sugli incendi.

Tale attività verrà svolta in stretta collaborazione con il Coordinamento Territoriale

per l’Ambiente del Parco che, oltre a sovrintendere l’impiego del personale dei

comandi stazione del CFS posto alle sue dirette dipendenze, si occuperà di gestire

l’interfaccia operativa con la struttura del CFS che gestisce le Riserve Statali

abruzzesi.

La dislocazione del personale sul territorio verrà organizzata ordinariamente sulla

base delle informazioni e delle cartografie prodotte dal presente piano relativamente

alla vulnerabilità del territorio ed alle statistiche degli eventi.

La struttura organizzativa di contrasto agli incendi dell’Ente Parco, dopo aver

accertato la presenza o aver avuto notizia di un incendio sul territorio, invierà

immediatamente i gruppi di operatori disponibili sul luogo e comunicherà

tempestivamente tutte le informazioni sull’evento al CTA del Parco o, in alternativa

al 1515 del CFS e/o alla Sala Operativa Unificata Permanente della Regione

Abruzzo e, se del caso, direttamente al gruppo UOT del CFS di Popoli, mettendo a

disposizione del responsabile delle attività di spegnimento a terra dell’incendio, tutto

34

Page 35: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

quello che potrà essere necessario, utile predisporre o adottare nella situazione

specifica.

II. PREVISIONE 6. Le cause determinanti e i fattori predisponenti l’incendio Le cause determinanti e i fattori predisponenti gli incendi sul territorio sono

molteplici e la loro conoscenza si rivela molto utile per poter meglio definire

l’approccio da seguire per studiare al meglio il fenomeno.

Ad una prima verifica dei dati sintetici forniti dal CTA relativamente alle cause di

incendio per il periodo 1997-2007 nel Parco, si evidenzia:

- la notevole difficoltà (1/3 degli incendi risultano non classificabili) di definire con

certezza le cause che portano allo sviluppo degli incendi, concentrata nella zona di

di competenza del comando stazione forestale di Caramanico Terme, ad eccezione

di due casi relativi a S. Eufemia a Majella;

- l’elevata incidenza delle cause dolose, 49,3% dei casi, fenomeno concentrato

nelle zone di Abbateggio, Ateleta, Lettomanoppello, Roccacasale, Roccaraso;

- la limitata incidenza delle cause naturali nell’innesco degli incendi: due soli casi,

tutti ascrivibili alla presenza di fulmini.

Anno Origine

Naturale Dolosa Colposa Non Class. 1997 4 3 1998 4 1 1999 1 2000 1 6 2 7 2001 1 9 2002 2003 2 2 2 2004 2005 2006 1 3 2007 20 6 Totale 2 37 11 25

Il quadro delle informazioni attualmente a disposizione conferma quanto finora

rilevato sulle problematiche del fenomeno nel territorio del Parco.

La causa principale degli incendi nel territorio del Parco quindi può dirsi

esclusivamente di tipo doloso e colposo. In particolare, mentre, si confermano gli

aspetti di pericolosità connessi alla presenza di “piromani” (Lettomanoppello,

35

Page 36: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

Popoli, Caramanico T., ecc.) o di comportamenti scorretti messi in atto da turisti,

dall’altro lato un ruolo di primo piano sulla caratterizzazione del fenomeno è

esercitato dall’agricoltura, attraverso la maldestra effettuazione delle pratiche

agronomiche.

Al contempo la circostanza che gli incendi si sviluppino in zone agricole,

caratterizzate in molti casi dalla presenza di una discreta trama di strade e

carrarecce e da una ridotta pendenza, favorisce l’intervento di uomini e mezzi e

consente in genere di ridurre il danno limitando l’ampiezza delle superfici

interessate.

Tutto questo comunque non può dar luogo a facili ottimismi sulla possibilità di

contrastare agevolmente il fenomeno perché le aree agricole sono localizzate a

ridosso delle aree di maggior pregio naturalistico del Parco, Valle dell’Orfento, Valle

dell’Orta, Monti Pizi e Monte Secine, tanto per citarne alcune.

In questo contesto è necessario esercitare sempre il massimo della sorveglianza e

dell’efficienza di personale e mezzi per contrastare il fenomeno.

Le considerazioni fino a questo momento sviluppate non possono ritenersi

esaustive. La presenza dei tre eventi accaduti nel 2000 e nel 2007, quando sono

bruciati migliaia di ettari di pascoli e boschi in quota sulla Majella, evidenzia come le

cause naturali di sviluppo degli incendi all’interno del territorio del Parco, anche se

si manifestano con una frequenza ridottissima, comunque, a causa dei particolari

caratteri e morfologia del territorio e della vegetazione naturale, quando

raggiungono le aree di maggior pregio naturalistico, si possono sviluppare

rapidamente su vaste superfici a causa delle difficoltà di intervenire da parte degli

aerei e del personale a terra per contrastarli e possono produrre una quantità di

danni elevatissimi sugli ecosistemi interessati.

7. Le aree percorse dal fuoco In relazione a quanto stabilito dalla legge quadro in materia di incendi boschivi, n.

353/2000, che all’articolo 10 comma 1 stabilisce: “le zone boscate ed i pascoli i cui

soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione

diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni….E’ inoltre

vietata per dieci anni, sui predetti soprassuoli, la realizzazione di edifici nonché di

strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, …

Sono vietate per cinque anni, sui predetti soprassuoli, le attività di rimboschimento e

36

Page 37: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche, salvo specifica

autorizzazione concessa dal Ministero dell’Ambiente, per le aree naturali protette

statali,…per documentate situazioni di dissesto idrogeologico e nelle situazioni in

cui sia urgente un intervento per la tutela di particolari valori ambientali e

paesaggistici. Sono altresì vietati per dieci anni, limitatamente ai soprassuoli delle

zone boscate percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia”, si è proceduto a censire

tutte le aree interessate da incendio all’interno del perimetro del Parco nel periodo

1997 – 2007 (vedi ALLEGATO B).

Tutti i dati acquisiti sono stati forniti dai comandi stazione forestale del CTA del

Parco, attraverso la trasmissione di copia delle schede AIB/FN, compreso i

perimetri delle aree incendiate e gli estremi delle particelle catastali interessate, e a

questo scopo si è provveduto a dotare ogni comando stazione forestale che fa capo

al CTA del Parco di apposito GPS.

Tale procedura è stata applicata solo in parte nel 2007, a causa della elevata

superficie interessata dagli incendi nella stagione estiva. Nell’annata in questione i

comandi stazione forestale competenti hanno solo provveduto a definire il perimetro

esterno delle aree incendiate, lasciando ai Comuni il compito di rilevare le particelle

effettivamente incendiate sulle quali gli stessi dovranno provvedere ad apporre il

vincolo previsto dalla legge.

In questo contesto si renderà indispensabile sollecitare il Ministero dell’Ambiente e

della Tutela del territorio perchè intervenga presso le sedi istituzionali competenti

affinché all’Ente Parco venga trasmessa ufficialmente la documentazione relativa a

tutti gli eventi che hanno interessato l’area protetta, al pari e contestualmente agli

altri Enti territoriali e alle altre istituzioni statali alle quali queste vengono

ordinariamente indirizzate per legge.

A questo riguardo si valuterà la possibilità di costituire un gruppo di tecnici del

Parco specializzati in rilievi catastali, dotati di GPS di maggiore precisione rispetto a

quelli comuni, da affiancare al personale dei comandi stazione forestale del CTA del

Parco allo scopo di effettuare in maniera più rapida, puntuale e affidabile i rilievi

delle aree incendiate.

37

Page 38: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

8. I periodi a rischio di incendio Sulla base delle risultanze dell’analisi storica del fenomeno riportata nel 3°

paragrafo, il periodo a maggior rischio di incendio nel territorio del Parco è costituito

dal trimestre luglio-agosto, seguito da febbraio-marzo-aprile.

L’analisi ponderale del fenomeno evidenzia però come il periodo più critico per gli

incendi è quello che va da luglio (1.932,34 ha) ad agosto (1.885,48 ha), quasi tutti

concentrati in Provincia di Pescara e Chieti. A questo riguardo un elemento di

differenziazione interessante fra le due province è dato dal numero di

incendi/Comune nei due mesi, che nel caso della Provincia di Pescara è pari

rispettivamente a 22 e 24, di molto superiore ai corrispondenti valori di Chieti, 1 e 7.

Il picco primaverile evidenziato ha una incidenza ponderale complessiva

nettamente limitata, con superficie totale incendiata negli ultimi 11 anni in febbraio e

marzo rispettivamente di 41,56 e 43,77 ha, a riprova dello scarso peso

dell’agricoltura sullo sviluppo del fenomeno all’interno dell’area protetta, legato

soprattutto al periodo delle potature e delle lavorazioni primaverili.

9. Le aree a rischio potenziale di incendio Secondo quanto riportato nello “Schema di Piano” redatto dal Ministero

dell’Ambiente, per “rischio si intende la somma delle variabili, che rappresentano la

propensione delle diverse formazioni vegetali ad essere percorse più o meno

facilmente dal fuoco. Il rischio è un fattore statico che caratterizza il territorio

nell’ambito della zonizzazione attuale. Il rischio può cambiare solo su lungo termine

e deve essere mantenuto distinto dal concetto di pericolo che è per definizione

variabile nel tempo in relazione al verificarsi di più fattori predisponenti”.

Pertanto, allo scopo di definire in modo dettagliato le aree a rischio di incendio

presenti sul territorio del Parco e il relativo livello di vulnerabilità, si è ritenuto

opportuno ripartire le stesse in classi tipologiche differenti: formazioni naturali, aree

agricole, elementi antropici. Per l’effettuazione dell’analisi, come già detto in

precedenza (paragrafo n. 2), sono state utilizzate le cartografie disponibili presso il

GIS dell’ente Parco e ne sono state in parte realizzate delle altre, come quella delle

esposizioni e delle pendenze.

9.1 Vulnerabilità degli ambienti naturali

38

Page 39: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

Nello specifico, per quanto concerne le formazioni naturali, intese come: boschi,

formazioni arbustive e boschi di neoformazione, pascoli naturali e aree agricole con

presenze importanti di spazi naturali, sono state individuate cinque classi di

vulnerabilità, basate sostanzialmente:

- sulla assenza/presenza di due elementi, il sottobosco e lo strato occupato dalle

chiome del soprassuolo arboreo, e sulla distanza fra gli stessi;

- sulla sopravvivenza al fuoco, quindi sulla capacità delle piante di ricacciare dopo il

passaggio del fuoco.

In relazione ai parametri citati sono stati individuati cinque livelli di vulnerabilità in

ordine crescente, riportati in cartografia nell’Allegato C e di seguito descritti in

maniera analitica:

• classe I - formazioni che presentano una vulnerabilità molto elevata, nelle quali

si riscontra: una capacità di sopravvivenza al passaggio del fuoco nulla, uno strato

arbustivo denso e compatto, uno spessore discreto di sostanza morta sul terreno

(boschi di conifere, arbusteti, boschi di neoformazione);

• classe II - formazioni caratterizzate da una vulnerabilità all’incendio elevata,

nelle quali si riscontra la presenza di un sottobosco spesso e continuo e di uno

strato occupato dalle chiome degli alberi poco distanti fra loro, così da consentire

facilmente alle fiamme di espandersi anche alla chioma (boschi cedui di latifoglie

eliofile, che mal tollerano una eccessiva densità del soprassuolo arboreo e che

prediligono suoli caldi, favorendo così la presenza di uno spesso strato arbustivo -

cedui di roverella, leccio, cerro con carpino nero, orniello, ecc.);

• classe III - formazioni che presentano una vulnerabilità media, che si discostano

dai precedenti a causa di una minore distanza dello strato delle chiome dal terreno

(cedui di faggio) e da una discreta capacità di ricaccio delle piante a seguito del

passaggio del fuoco o che addirittura ne possono trarre giovamento per la

mineralizzazione della sostanza morta e per la rinnovazione (pascoli naturali);

• classe IV - formazioni che presentano una vulnerabilità bassa, caratterizzati

dalla mancanza sostanziale di uno strato continuo e consistente di sottobosco e da

una distanza massima delle chiome dal terreno, composti sostanzialmente di

fustaie composte da specie sciafile (boschi di alto fusto puri di faggio o misti con il

cerro e con le altre latifoglie);

• classe V - formazioni naturali che presentano una vulnerabilità nulla (ghiaioni di

alta quota, ecc.).

39

Page 40: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

Il risultato di tale ripartizione, la cui rappresentazione cartografica è riportata in

ALLEGATO C, ha fornito i seguenti risultati riportati in forma percentuale rispetto

alla superficie complessiva del Parco: classe Ia 17,2%, classe IIa 5,2%, classe IIIa

15,7%, classe IVa 10,9%, classe Va 28,5%. Il totale non è pari al 100% del territorio

dell’area protetta poiché, come già detto, dall’analisi sono state escluse le aree

agricole e quelle antropizzate.

9.2 Vulnerabilità delle aree agricole In questa categoria sono state inserite tutte le colture agricole presenti nel territorio

che, all’interno del ciclo colturale, presentino una qualche fase che possa costituire

potenzialmente un momento di rischio per lo sviluppo di incendi. Per ognuna delle

colture individuate sono stati associati i periodi di rischio (vedi ALLEGATO D).

Sono stati così riportati:

• seminativi, sistemi colturali e particellari complessi, aree prevalentemente

occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali importanti e prati stabili,

a causa dell’operazione di bruciatura delle stoppie che sulla Majella avviene fra la

metà di luglio e nel mese di agosto e dell’operazione di “ripulitura”, ovvero di

bruciatura e allontanamento di arbusti e rovi dai bordi e dalle scarpate presenti nei

campi che viene effettuata nei mesi di febbraio e marzo, con una coda agli inizi di

aprile nelle annate più fredde e nelle zone più alte;

• gli oliveti, i frutteti e i vigneti, a causa delle operazioni di potatura delle piante

che viene effettuata nel periodo febbraio - marzo.

Come si evidenzia in maniera netta dalla cartografia prodotta, mentre la categoria

dei “seminativi” è discretamente diffusa nel territorio del Parco, occupando il 15,4%

della superficie complessiva dell’area protetta, l’area occupata dalle “colture

arboree” è quasi assente (0,3%) essendo concentrata tutta a ridosso dei confini del

Parco.

9.3 Vulnerabilità delle aree antropiche In questa categoria sono stati inseriti tutti i centri abitati e le attività antropiche che

vengono normalmente ritenute elementi potenziali di rischio per lo sviluppo degli

incendi. Sono stati così individuati sulla carta: i nuclei urbanizzati, le discariche

attive autorizzate e no, le cave, i siti comunali utilizzati per l’accensione dei fuochi

40

Page 41: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

pirotecnici, la viabilità stradale ordinaria con una fascia intorno di 50 m per lato (vedi

ALLEGATO E).

L’utilità di questa carta è strettamente connessa all’attività di sorveglianza del

territorio condotta nel periodo estivo dal personale del C.F.S. che fa capo al C.T.A.

del Parco e dal gruppo di ausiliari alla sorveglianza dell’Ente Parco, ai quali saranno

consegnate copie in scala 1:25.000 per il territorio di competenza.

9.4 Vulnerabilità in funzione della pendenza e dell’esposizione Come già accennato in precedenza, l’esposizione e la pendenza sono parametri

importanti per definire la vulnerabilità del territorio agli incendi. Infatti, il fuoco tende

naturalmente a svilupparsi verso l’alto per effetto del calore che per convenzione

tende a salire e più è alta la pendenza del terreno più questo fenomeno è

accelerato perché il fuoco interessa aree non ancora percorse dalle fiamme;

quest’azione è di tipo diretto, ma ne esiste anche una di tipo indiretto relazionata

alla presenza di una formazione boschiva piuttosto che un’altra a causa di una

diversa altezza, densità e contenuto organico dei soprassuoli da relazionarsi alla

pendenza e all’esposizione oltre che alla composizione litologica del substrato.

L’esposizione dei versanti, poi, a causa del diverso irraggiamento solare influenza

la temperatura e l’umidità, fattori chiaramente fondamentali nello scatenarsi e

nell’evolversi di un incendio.

Per definire quindi la vulnerabilità associata agli aspetti appena discussi le carte

della pendenza e dell’esposizione dei versanti sono state riclassificate in maniera

opportuna, associando una classe di vulnerabilità sempre più alta al crescere della

pendenza e, in maniera analoga, una vulnerabilità massima alle pareti esposte a

SO e SE e minima a quelle esposte a N, come descritto più in dettaglio nei

paragrafi precedenti. A questo punto, attraverso l’analisi GIS è stato possibile

calcolare quanta parte del territorio avesse una certa vulnerabilità associata alla

pendenza e all’esposizione dei versanti.

I risultati sono esposti nelle tabelle seguenti e negli ALLEGATI F e G.

Distribuzione percentuale nel Parco delle aree vulnerabili in rapporto alla pendenza dei versanti

41

Page 42: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

Classi di pendenza

Distribuzione percentuale nel Parco delle aree vulnerabili in rapporto all’esposizione dei versanti

(in gradi) Vulnerabilità associata

alla pendenza Percentuale di

territorio interessato

0-12 Molto bassa 27%

12-24 Bassa 35%

24-36 Media 27%

36-48 Alta 10%

> 48 Molto alta 1%

Classi di esposizione

Vulnerabilità associata all’esposizione

Percentuale di territorio interessato

N Molto bassa 12%

NO Bassa 11%

NE Media 15%

O – S – E Alta 37%

SE – SO Molto alta 25%

9.5 Vulnerabilità di sintesi del territorio Le cartografie della vulnerabilità associata alle formazioni naturali e ai

rimboschimenti, integrata con le aree occupate dalle colture agrarie, dalle pendenze

ed esposizioni, dopo essere state riclassificate attraverso gli strumenti dell’analisi

GIS raster, associando i rispettivi punteggi di vulnerabilità, sono state sovrapposte

per elaborare una carta di sintesi. L’analisi è stata condotta tenendo conto di una

cella di lato 40 m.

Per quanto riguarda le colture agrarie, queste sono state inserite all’interno della

carta della vulnerabilità delle formazioni naturali e associate alla classe di minore

vulnerabilità (classe V).

Una volta ottenuta la carta di sintesi (vedi ALLEGATO H), la stessa è stata

riclassificata individuando 3 classi di vulnerabilità: bassa, media e alta.

Vulnerabilità di sintesi Percentuale di territorio interessato

Bassa 26%

Media 58%

Alta 16%

9.6 Rischio statico nel periodo estivo

42

Page 43: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

Come già ampiamente rilevato in precedenza, la carta ottenuta resta comunque

una sommatoria di dati statici; pertanto, come primo approccio alla realizzazione di

una carta del pericolo agli incendi del territorio si è stabilito di realizzare una

cartografia relativa al periodo estivo di massima vulnerabilità al fenomeno.

Nello specifico, si è stabilito di attribuire ai seminativi, all’interno della carta di sintesi

della vulnerabilità del territorio, il massimo del valore di vulnerabilità e di

sovrapporre alla carta di sintesi ottenuta precedentemente i dati relativi alla

vulnerabilità antropica, attribuendo anche a questi una valutazione analoga.

Nel caso di elementi puntiformi, ad esempio aree picnic o campeggi, si è attribuito il

valore di vulnerabilità massimo anche alle aree di buffer individuate all’intorno che

dei citati punti.

Anche nel caso di elementi lineari, ad esempio le infrastrutture viarie e ferroviarie, si

è attribuito il massimo valore alle aree di buffer individuate ai due lati della stessa

(buffer di 100 m su ciascun lato).

I risultati ottenuti vengono riportati in allegato al presente Piano.

10. Gli indici di pericolosità Come già accennato in precedenza l’Ente Parco intende realizzare un software che

consenta di determinare in tempo reale il pericolo di incendio presente sul territorio

sulla base delle condizioni meteorologiche presenti (direzione e intensità del vento,

temperatura, ecc.).

A questo scopo, per testare gli algoritmi di 10 indici di rischio che utilizzano

esclusivamente parametri meteorologici, si verificheranno i valori da questi raggiunti

nelle aree interessate dagli incendi negli 8 anni passati, nel giorno e nel periodo in

cui questi si sono realmente verificati, utilizzando al riguardo il software di

simulazione del modello meteorologico MM5 (PennState/NCAR) e idrogeologico

HAM (Hydrogeological Alarm Model), che fornisce, in formato GRID, una

rappresentazione geografica continua dei parametri meteorologici per tutto il

territorio abruzzese. Sulla base dei risultati ottenuti sarà così possibile passare alla

realizzazione di un software in grado di determinare in tempo reale il pericolo di

incendio presente sul territorio sulla base delle condizioni meteorologiche presenti e

in funzione del rischio statico del territorio nel periodo estivo, come sopra definito.

Per l’utilizzo dei dati meteorologici sono stati stipulati accordi con l’ARSSA, che

gestisce la rete meteorologica regionale, nella quale sono state fatte confluire le

43

Page 44: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

due stazioni meteorologiche del Parco di S. Eufemia a Majella e di Lama dei Peligni

che operano in automatico all’interno della rete. In questo contesto, si valuterà la

possibilità di affidare la realizzazione del software applicativo citato ad una società o

ad un esperto del settore.

11. Interventi per la previsione degli incendi Come avvenuto in passato, anche per le prossime stagioni estive si utilizzerà la

mole dei dati acquisiti dall’Ente Parco sul fenomeno degli incendi e sulla sua

diffusione sul territorio per meglio programmare la dislocazione del personale e dei

mezzi presenti sul territorio.

Per quanto riguarda invece le azioni da porre in essere a regime, si porteranno a

conclusione le attività di ricerca da sviluppare in collaborazione con le istituzioni

scientifiche in precedenza citate relativamente alla valutazione dell’affidabilità degli

indici di rischio di incendio e alla predisposizione del software in grado di

determinare in tempo reale il livello di pericolo di incendio presente sul territorio.

III. PREVENZIONE 12. Le azioni di contrasto al fenomeno Le azioni di contrasto al fenomeno sono molteplici. Nello specifico, coerentemente

con le indicazioni riportate nelle linee guida deliberate dalla Presidenza del

Consiglio dei Ministri per la predisposizione dei Piani regionali di previsione,

prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi (L. 353/00, art. 3 comma 1), le

stesse sono state organizzate secondo le modalità di seguito riportate.

In considerazione della elevata valenza naturalistica ed ambientale dell’area

protetta e delle prioritarie esigenze di tutela che devono connotare l’attività di

gestione affidata all’Ente Parco, sono state eliminati dall’analisi e dalla

pianificazione delle azioni da sviluppare, tutti gli interventi che si caratterizzano per

un elevato impatto ambientale sul territorio del Parco (tracciati spartifuoco,

realizzazione di viabilità di servizio ex novo, ecc.).

12. 1 Consistenza e localizzazione della viabilità di servizio, dei punti di

avvistamento, delle fonti di approvvigionamento idrico e delle piazzole di carico per gli elicotteri

Allo scopo di conoscere in maniera dettagliata la localizzazione delle strutture che

possono essere utilizzate per contrastare lo sviluppo degli incendi sul territorio

44

Page 45: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

dell’area protetta sono state censite e riportate in cartografia alla scala di lavoro

1:25.000, vedi ALLEGATO I, oltre alla viabilità stradale ordinaria, le piste di servizio

forestale esistenti, i punti potenziali di avvistamento, le sorgenti perenni e le aree

che possono essere utilizzate come piazzole di carico dell’acqua per gli elicotteri.

Allo scopo di contrastare gli incendi, nei mesi estivi (luglio, agosto) a massimo

rischio per lo sviluppo degli incendi boschivi, l’Ente Parco verificherà in accordo con

le amministrazioni comunali interessate, la possibilità di regolamentare, anche ai

sensi dell’articolo 21 della L.R. 28/94, l’accesso a una parte della viabilità

secondaria (piste forestali o carrarecce), quella che insiste sulle zone caratterizzate

da un livello elevato di vulnerabilità, classificate ai sensi della citata legge regionale

come viabilità di servizio agro-silvo-pastorale.

Nello specifico, a seguito dell’emissione di apposita Ordinanza del Sindaco del

Comune interessato, o come estrema ratio di Delibera Presidenziale dell’Ente

Parco, nei punti di accesso alla pista si procederà a posizionare sbarre di ferro

dotate di lucchetto, le cui chiavi, oltre che nella disponibilità dell’Ente Parco,

vengono affidate al Comune e al locale comando stazione forestale.

A questo riguardo l’Ente Parco negli ultimi cinque anni, soprattutto nell’ambito delle

attività di salvaguardia dell’Orso bruno marsicano, ha già proceduto a posizionare

diverse sbarre nei punti di ingresso alla viabilità di servizio, anche collocando massi

ai bordi per impedire l’aggiramento delle stesse, riducendo così gli accessi non

regolamentati. Tale attività proseguirà anche per il futuro, con risorse ordinarie

interne all’Ente Parco, stimate per il quinquennio in circa Euro 35.000 anche in

funzione delle attività di contrasto agli incendi nell’area protetta.

12. 2 Consistenza e localizzazione di mezzi, strumenti e risorse umane Nella tabella di seguito riportata sono stati elencati, per ogni comando stazione

forestale che afferisce al CTA e all’Ufficio per la Biodiversità Territoriale del CFS di

Pescara, i dati relativi alla consistenza dei mezzi, degli strumenti e delle risorse

umane dislocate sul territorio. Fra le risorse umane a disposizione sul territorio non

sono state inserite le dotazioni a disposizione dei nuclei di volontari di protezione

civile della Regione Abruzzo, per i quali si procederà ad effettuare una ricognizione

sul territorio, coinvolgendo al riguardo le strutture competenti della Regione ed il

CTA del Parco.

45

Page 46: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

I dati sulla dotazione di mezzi operativi per la prevenzione e primo intervento agli

incendi boschivi presenti nel Parco riportati in tabella sono da intendersi comunque

incompleti per difetto; a questi vanno infatti sommati mezzi e personale dell’Ufficio

per la Biodiversità Territoriale del CFS di Castel di Sangro, che all’interno del Parco,

oltre a diverse aree demaniali gestisce anche la Riserva Naturale dello Stato

“Quarto S. Chiara”.

Al riguardo però, è necessario anche considerare che la legge quadro sugli incendi

boschivi attribuisce alla Regione la prerogativa esclusiva, insieme ai VV.FF. e al

C.F.S., di gestire sul territorio regionale le attività di lotta attiva agli incendi, e quindi

di organizzare, dislocare e coordinare: personale, mezzi e attrezzature, la cui

pianificazione complessiva passa per via esclusiva attraverso il Piano di previsione,

prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi che di competenza della Regione

Abruzzo.

A seguito dei drammatici eventi che hanno interessato il territorio del Parco nel

2007 e di una apposita richiesta formulata dalla Direzione Conservazione Natura

del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (nota n. DPN/2007/002552

del 9.10.2007), si è fatta una verifica approfondita della necessità di migliorare la

dotazione di mezzi ed attrezzature tecniche a disposizione del Parco e del CTA per

contrastare in maniera efficace il fenomeno, che ha portato alla predisposizione di

un elenco di mezzi ed attrezzature tecniche da reperire, rispetto al quale, per il

periodo di applicazione del presente piano si ritiene prioritaria la necessità di dotarsi

dei seguenti:

n. 1 vasca mobile per attingimento acqua per spegnimento con aeromobili con

relativo carrello o rimorchio per il trasporto,

n. 2 moduli di spegnimento tsk da applicare a pick up già in dotazione all’Ente,

n. 1 cisterna di 1000 litri da posizionare su pik up dell’Ente,

n. 1 autobotte tipo Fiat Iveco 4x4 con capacità di 1500 litri circa,

n. 2 mezzi fuori strada con applicati verricelli anteriori,

n. 2 moto da enduro per attività preventive, investigative e repressive,

n. 10 torce ricaricabili anche da automezzo per operazioni notturne,

n. 5 motoseghe e n. 30 dotazioni di attrezzatura varia (flabelli, rastri, zappe,

zappe/accetta, roncole, seghetti portatili, maschere antifumo, scarponi, guanti, zaini

di medie dimensioni con relativa attrezzatura sanitaria di prima necessità).

46

Page 47: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

La somma necessaria per l’acquisto della predetta attrezzatura, stimata non

inferiore a Euro 160.000, per la gran parte dovrà essere reperita con risorse

straordinarie esterne.

12. 3 Il sistema di videocontrollo ambientale del Parco per l’avvistamento degli incendi boschivi

Nel 2003 l’Ente Parco a seguito dell’espletamento di un appalto concorso per la

fornitura di un sistema fisso e/o mobile di videocontrollo ambientale per

l’avvistamento degli incendi boschivi, il controllo faunistico e l’ausilio all’attività

antibracconaggio ha appaltato la predetta fornitura alla ditta FAENZI s.r.l. di

Grosseto. Le caratteristiche salienti del sistema, di tipo mobile con presenza di due

postazioni fisse, sono costituite dalle unità di ripresa, che sono sia di tipo diurno

(colore), che notturno/diurno (ad immagine termica). In particolare, di giorno le

telecamere consentono tanto l’individuazione visiva del fumo, con riprese

faunistiche o supervisione territoriale, quanto l’individuazione della fonte di calore,

in caso di incendi anche di piccole dimensioni, mediante la sezione termica

dell’apparato; di notte, invece, è operativa principalmente la sezione termica, in

grado di rilevare tanto gli incendi quanto la presenza di fonti di calore prodotte da

animali, persone e mezzi.

Il sistema nel complesso è così composto:

n° 2 moduli di ripresa mobile, completi di unità di ripresa a doppia tecnologia

(visiva e termica) ;

n° 2 sistemi di telecomunicazione tra unità di ripresa e sale o consolle regia;

n° 2 sale di regia fisse di visione e controllo;

n° 2 consolle di regia mobili di visione e controllo da utilizzare su un mezzo di

trasporto o in ricoveri vari;

n° 2 sistemi di alloggiamento veicolare e portatile dell’unità di ripresa e della

consolle di regia mobile.

Nel dettaglio, i citati apparati avranno le seguenti caratteristiche:

SISTEMA DI RIPRESA MOBILE – denominato “SREP/DEIMOS”, progettato e brevettato

dalla ditta Faenzi. Il citato sistema mobile ha la possibilità di essere rilocato sul

territorio in maniera rapida, è trasportabile su un fuoristrada, con carrello o

elicottero ed è autonomo dal punto di vista elettrico grazie ad un sistema di

alimentazione fotovoltaica.

47

Page 48: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

A bordo del sistema si trovano vari apparati: - l’unità di ripresa, posta su un pistone idraulico che si eleva fino a 4 metri

all’atto dell’installazione;

- gli apparati di telecomunicazione video e dati;

- gli apparati interni di servizio alla macchina;

- la centralina di comando del sistema idraulico di posizionamento;

- le batterie di accumulo ed il regolatore del sistema fotovoltaico;

- l’antenna di tipo a parabola di 60 cm di diametro con relativo sistema di

puntamento;

- la centralina meteo;

- il rilevatore GPS.

Il sistema è collegato alla sala di regia, visione e controllo, attraverso un ponte a

microonde a 14 GHZ monodirezionale per la parte video, e via rete cellulare per

quanto riguarda i dati. Il sistema può essere spostato non solo in qualsiasi punto

all’interno del territorio del Parco Nazionale della Majella, dove può trasmettere

immagini e dati alla sala di regia posta sul territorio oppure alla consolle di regia

mobile, e, grazie a queste ultime, in qualsiasi localizzazione anche all’esterno del

Parco. Come già accennato, oltre alle unità di ripresa, il sistema è dotato di una

centralina meteo in grado di misurare la velocità e la direzione del vento e la

temperatura dell’aria, inviando in tempo reale i dati meteo che sono visualizzabili in

sala regia, sia fissa che mobile, nonché di un rilevatore GPS per il posizionamento

in cartografia satellitare georeferenziata dell’ubicazione del sistema sul territorio che

avviene automaticamente. Il controllo dei comandi è possibile anche dall’unità

stessa grazie ad una tastiera per il telecomando locale e ad un monitor LCD.

Le telecamere, costituite da una a colori ad alta definizione a da una termica 7,5-

13,5 microns, sono dotate di custodia stagna in alluminio, ottica zoom motorizzata

300X f. 1,8, autofocus, antivibrazione, illuminazione minima 0,2 lux, dotate di

brandeggio orizzontale e verticale con autopanoramica 360°.

SISTEMA DI TELECOMUNICAZIONE- ponte video a microonde+ cellulare dati: con questo

sistema le immagini riprese dall’unità di ripresa vengono restituite a monitor in

diretta e ad alta risoluzione. I dati viaggiano via cellulare ad una velocità che

consente una ampia possibilità e quantità di dati in transito nel collegamento, tanto

da permettere il comando, il test, il transito di dati meteo e la teleassistenza

software ed hardware del sistema.

48

Page 49: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

I dati di telecomando sono ricevuti dall’unità di ripresa in tempo reale, purché il

sistema di ripresa e le antenne della sala di regia siano in vista ottica.

Per il segnale del cellulare, in considerazione dell’orografia del territorio, diventa

facile collegarsi attraverso una piccola antenna direttiva ad una cellula, anche

distante, se non ci sarà copertura nel luogo di installazione del sistema di ripresa.

Per le postazioni regia, visto che vengono utilizzati dei computer, basterà inserire

un interfaccia GSM-GPRS allo steso per collegarsi alla rete cellulare nazionale. SALE DI REGIA – le sale di regia sono destinate a ricevere le immagini e i dati raccolti

dalle postazioni di ripresa, nonché a fungere da sale di controllo del sistema.

Queste sono costituite da un’ampia scrivania, sotto la quale è installato un mobile

metallico con rotelle sul quale vengono inseriti tutti i componenti tecnologici del

sistema. Ogni sala è dotata di tre monitor LCD per la visione in diretta, la

videoregistrazione e per il comando dell’unità di ripresa, dei dati meteo e

cartografici: tutto il sistema è operativo mediante la tecnologia touch-screen

(tastiera virtuale su una grafica semplice ed intuitiva. Le postazioni sono inoltre

dotate di un sistema di elaborazione immagine per il comando automatico di allerta

operatore o comando videoregistrazione in caso di incendi, presenze faunistiche o

bracconieri nella zona inquadrata dall’unità di ripresa. La videoregistrazione avviene

tramite un sistema digitale professionale ad alta definizione.

La sezione videocontrollo consente di:

- avere a video tutte le immagini riprese dalle telecamere, comandare le

funzioni di selezione immagini colore/termico;

- comandare le ottiche zoom;

- comandare il posizionamento e la rotazione delle telecamere;

- disporre di allarme presenza persone, animali o incendi in modo automatico;

- avere in cartografia da satellite la posizione in cui inquadra la telecamera,

effettuare zoomate digitali sulla cartografia, avere la posizione cartografica di un

punto stabilito e la possibilità di sovrapporre i diversi layer cartografici relativi a

diversi tematismi disponibili presso il GIS del Parco;

- avere dati meteo istantanei memorizzabili.

La sezione videoregistrazione consente inoltre di registrare le immagini a comando

o in automatico, e di riprodurre le immagini sul monitor.

POSTAZIONI DI REGIA MOBILI – componente principale di queste unità è un computer

portatile collegato agli apparati di telecomunicazione video e dati. I PC sono dotati

49

Page 50: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

del software per la visione, il comando ed il controllo delle unità di ripresa e la

videoregistrazione dei file video attraverso lo stesso software installato nelle sale di

regia fisse. Anche in queste postazioni i comandi vengono effettuati tramite tastiera

virtuale. Gli apparati di telecomunicazione, posti in un’apposita valigia possono

funzionare sia in presenza di energia elettrica che utilizzando una batteria 12 V di

sufficiente potenza (20-30AH). Le postazioni mobili permettono di utilizzare il

sistema di videocontrollo in qualsiasi situazione ed in qualsiasi località, purché le

antenne del sistema e della valigia degli apparati di telecomunicazione siano in

vista ottica.

POSTAZIONI DI RIPRESA VEICOLARE – le unità di ripresa, oltre che sul sistema mobile

“SREP DEIMOS”, possono essere facilmente smontate e posizionate in altre

configurazioni:

- su un mezzo tipo fuoristrada mediante una staffatura specifica;

- su un treppiede (h max 3 m);

- su un rilievo naturale (albero, roccia, ecc.) mediante staffatura specifica.

Per questi utilizzi l’unità di ripresa viene collegata al PC portatile della consolle di

regia mobile.

In caso di utilizzo in natura, il sistema può funzionare utilizzando come sorgente di

energia elettrica un batteria da 12 V. Sul mezzo il sistema si può spostare a

piacimento sul territorio. Il PC portatile effettua tutte le riprese ordinarie e, in

particolare per gli incendi boschivi può individuare sul posto i punti di calore dove

l’incendio è ancora presente o controllare il fronte di incendio e permettere una

puntuale indicazione del punto di lancio degli aerei.

Inoltre, utilizzando il software di analisi immagine il sistema può operare

autonomamente effettuando videoregistrazioni al passaggio di un animale, una

persona o un automezzo nell’area interessata dalla ripresa.

Per quanto concerne le attività del sistema mobile di videosorveglianza per

l’avvistamento degli incendi, a partire dalla stagione estiva 2008, come già descritto

al paragrafo 5, le due postazioni di osservazione mobili saranno dislocate nelle

aree settentrionale e meridionale, quelle più sensibili al fenomeno. Ogni modulo

sarà collegato direttamente alla sala operativa di controllo attraverso ponte video-

dati o, in alternativa montato su mezzo dell’Ente e collocato in punti particolari. Al

riguardo, le due centrali operative di videosorveglianza antincendio del Parco

saranno dislocate entro l’estate 2008: per il settore nord, che ricomprende per intero

50

Page 51: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

la Provincia di Pescara, a S. Eufemia a Majella presso il Centro di Visita del Parco

annesso al Giardino Botanico; per il settore meridionale a Pizzoferrato, presso il

nuovo Centro Visita del Parco.

12. 4 Operazioni selvicolturali nelle aree a più elevato rischio Fra le diverse azioni innovative ed interessanti che caratterizzano la legge quadro in

materia di incendi boschivi assume un ruolo di primaria importanza rispetto alla

possibilità di attuare un programma efficace di prevenzione del fenomeno quella di:

“porre in essere …interventi colturali idonei volti a migliorare l’assetto vegetazionale

degli ambienti naturali e forestali.”(art. 4 comma 2), “possono altresì concedere

contributi a privati proprietari di aree boscate, per operazioni di pulizia e di

manutenzione selvicolturale, prioritariamente finalizzate alla prevenzione degli

incendi boschivi.” (art. 4 comma 3). In caso di mancanza di interesse da parte dei

proprietari dei boschi a porre in essere le operazioni di pulizia e manutenzione del

bosco, la legge prevede altresì “..facoltà di previsione di interventi sostitutivi del

proprietario inadempiente in particolare nelle aree a più elevato rischio;” (art. 3

comma 3 punto l).

Già sulla base di quanto previsto dai precedenti Piani antincendio redatti dalle

strutture tecniche dell’Ente Parco, sul finire del 2003, in accordo con

l’Amministrazione del Comune di S. Eufemia a Majella (Del. G.C. n. 108 del

14.11.03) questa procedura è stata applicata per realizzare gli interventi di riduzione

della vulnerabilità delle pinete di origine artificiale localizzate nei pressi di

Roccacaramanico.

Relativamente all’effettuazione delle operazioni selvicolturali di pulizia e

manutenzione del bosco allo scopo di ridurre il rischio di incendio dei soprassuoli,

l’Ente Parco, ha realizzato, direttamente o attraverso l’affidamento ai Comuni

proprietari o all’Azienda Regionale Foreste Demaniali per conto della Regione,

diversi interventi di miglioramento boschivo di formazioni artificiali di conifere o di

formazioni naturali coniferate, finanziate con contributo del Ministero dell’Ambiente,

della Regione Abruzzo e con fondi propri dell’Ente, tutti allo stato attuale completati.

La superficie complessiva ad oggi interessata dagli interventi ammonta a 321,73 ha,

pari a circa il 12% della superficie complessiva occupata dalle formazioni artificiali di

conifere presenti nel territorio del Parco

51

Page 52: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

In ordine allo sviluppo di questa tipologia di lavori, sicuramente prioritari saranno gli

interventi da realizzare sulle formazioni naturali coniferate presenti nelle Gole di

Popoli, come sul Morrone Peligno. In questo caso i lavori ammonterebbero per il

quinquennio a non meno di 700.000 Euro. Tali risorse dovranno essere reperite da

fonti esterne di finanziamento.

12. 5 Consistenza e organizzazione sul territorio delle risorse umane, attività di sorveglianza, prevenzione e primo intervento

Allo scopo di prevenire in maniera efficace il fenomeno degli incendi boschivi

nell’area protetta, le attività di sorveglianza avvistamento e allarme ordinariamente

svolte dai comandi stazione forestale che fanno capo al CTA del Parco e all’Ufficio

per la Biodiversità Territoriale del CFS di Pescara, saranno incrementate,

complessivamente, a fronte dei 75 agenti CFS dislocati su 13 comandi stazione

previsti dal DPCM 5 luglio 2002 per il Parco Nazionale della Majella, attualmente

sono in servizio solo 59 unità, tale carenza sicuramente pregiudica in maniera

sostanziale le attività istituzionali di sorveglianza svolte a servizio dell’area protetta.

Si renderà pertanto necessario richiedere con l’urgenza del caso in tutte le sedi

deputate la copertura dei posti vacanti.

In relazione all’esigenza di presidiare in maniera efficace il territorio durante il

periodo di massima recrudescenza del fenomeno si renderà necessario

organizzare, in forma coordinata con le squadre messe in campo dall’Ente Parco, il

servizio ordinario di pattugliamento continuo, dall’alba al tramonto, lungo la viabilità

principale e secondaria, le aree picnic, ecc., che per il citato periodo si ritiene debba

essere composto di giorno da due pattuglie del CFS e di una notturna nel territorio

del Parco più interessato dal fenomeno, in Provincia di Pescara e di una pattuglia in

servizio continuo dalla mattina alla sera e di notte in Provincia di Chieti. Tale

servizio dovrà essere svolto con continuità anche durante le giornate festive. Va da

se che la carenza di personale del CTA sopra evidenziata costituisce un elemento

di forte criticità in ordine alla possibilità di assolvere al meglio allo sforzo

organizzativo richiesto nel periodo di massima recrudescenza del fenomeno.

Inoltre, in affiancamento al personale CFS impegnato nelle attività di sorveglianza e

primo intervento, come avvenuto in passato, durante il periodo estivo di maggior

rischio, verrà attivato un servizio di primo intervento costituito da personale dell’Ente

Parco o, in alternativa, di ausiliari. Tale personale, dotato di appositi mezzi ed

52

Page 53: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

attrezzature, assicurerà un servizio ordinario giornaliero di sorveglianza e di pronto

intervento in un arco temporale di 12 ore/giorno nel periodo di maggiore virulenza

del fenomeno degli incendi e che potrà protrarsi anche oltre nei momenti di

emergenza. A questo personale saranno da aggiungere le GEV del Parco

Nazionale della Majella di prossima istituzione.

Questa risorsa umana a disposizione garantirà anche un notevole supporto alle

altre attività istituzionali di importanza fondamentale per l’Ente. Il controllo del flusso

turistico (spesso foriero di incendi colposi) nelle aree di maggior pregio, un’azione

diretta di sensibilizzazione dei visitatori sul problema degli incendi, sono solo alcune

delle attività che saranno implementate.

Sulla base delle esperienze fin qui acquisite, saranno impiegate otto squadre,

composte da due operatori, impegnate su due turni giornalieri per sette giorni la

settimana, due delle quali riposeranno a rotazione, in maniera tale da assicurare la

copertura di almeno una squadra operativa per ogni provincia. Ciò detto,

comunque la dislocazione del personale del Parco impegnato nelle attività di

sorveglianza e primo intervento, oltre che sulla base delle situazioni contingenti che

si andranno a verificare nel corso della stagione estiva, verrà definita utilizzando le

informazioni statistiche e le cartografie prodotte dal presente piano relativamente

alla vulnerabilità del territorio e agli incendi che si sono sviluppati nel Parco.

Il coordinamento del personale dell’Ente Parco impegnato nelle attività di

sorveglianza, avvistamento e primo intervento degli incendi sarà coordinato

dall’Ufficio Tutela Valori Naturali ed Ambientali che avrà il compito di concordare

con cadenza settimanale lo svolgimento del servizio con il CTA del Parco, che a

sua volta si occuperà di organizzare le attività svolte dal personale CFS.

In aggiunta alle attività fin qui individuate, considerata l’assenza ad oggi di un piano

regionale AIB da parte della Regione Abruzzo, e parimenti, per quanto è a

conoscenza di questo Ente, di un piano di organizzazione e di coordinamento

regionale fra i soggetti direttamente interessati a qualsiasi livello in caso di incendio

per l’intero territorio regionale, compreso il CFS ed i VVFF, verranno presi contatti

con tutti i soggetti istituzionali citati, allo scopo di sollecitare l’individuazione di

soluzioni al riguardo, o quanto meno di realizzare momenti di confronto riguardo a

questa condizione di forte criticità. Infatti, a seguito di quanto avvenuto nell’estate

2007, diventa improcrastinabile a tutti i livelli (sia in fase di predisposizione di piani,

sia di attività di prevenzione, che di intervento attivo e di rilievo finale dei danni)

53

Page 54: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

definire nel dettaglio i ruoli, le modalità di coordinamento e di collaborazione fra tutti

i soggetti coinvolti nel campo della prevenzione e lotta agli incendi nel territorio del

Parco, anche in considerazione delle competenze attribuite dalla legge agli enti

gestori delle aree protette relativamente alle attività di prevenzione, che risultano

sicuramente mortificate dalla totale assenza di contatti con il soggetto che in via

esclusiva si occupa di organizzare le attività di prevenzione e di lotta attiva

sull’intero territorio regionale e di coordinare le modalità di intervento di tutti i

soggetti coinvolti.

Il costo annuale dell’attività di sorveglianza, prevenzione e primo intervento degli

incendi boschivi per l’Ente Parco, considerato che già per l’estate del 2008

dovrebbero essere portati a compimento i concorsi per la stabilizzazione di 38

lavoratori precari ed entro la fine dello stesso anno sarà istituito il nucleo di GEV del

Parco Nazionale della Majella, con la nomina delle prime 30 unità, può essere

stimato in circa 5000 Euro, che saranno reperiti utilizzando risorse a questo scopo

inserite nel bilancio ordinario dell’Ente Parco.

12. 6 Le esigenze formative e le attività informative Nel caso in cui l’Ente Parco dovesse reclutare personale ausiliario alla sorveglianza

e allo spegnimento degli incendi, lo stesso sarà scelto esclusivamente fra quelli che

hanno già effettuato con esito soddisfacente tale servizio negli anni precedenti o

che hanno frequentato i corsi di formazione regionale istituiti a questo scopo.

Nel caso dovesse essere attivato un servizio con personale interno all’Ente Parco,

lo stesso sarà sottoposto ad un apposito corso di formazione che sarà organizzato

dall’Ente in collaborazione con il CTA. A questo scopo tale corso potrà essere

utilmente svolto nell’ambito dei corsi annuali che saranno realizzati dal Parco con

risorse regionali per la formazione delle Guardie Ecologiche Volontarie del Parco

Nazionale della Majella.

Le attività di informazione alla popolazione in merito alle cause determinanti

l’innesco di incendio e alle norme comportamentali da rispettare in situazioni di

pericolo sono inserite ordinariamente nei programmi di educazione ambientale e più

in generale in tutti gli interventi di promozione e valorizzazione del patrimonio

naturalistico ed ambientale del Parco e non si ravvisa allo stato attuale la necessità

di incrementarle, anche in considerazione del ruolo primario che al riguardo la legge

attribuisce alle amministrazioni statali e regionali (legge 150 /00).

54

Page 55: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

IV. RECUPERO 13. Le attività di recupero delle aree incendiate 13.1 studio del dinamismo della vegetazione post incendio nel Parco A seguito dell’incendio verificatosi nell’anno 2000 sul versante orientale della

Majella, l’Ente Parco ha provveduto ad effettuare uno studio rivolto alla conoscenza

delle comunità vegetali interessate dall’evento e finalizzato a porre in opera attività

di restauro ambientale. Lo studio della durata di 5 anni, condotto dall’Università

degli Studi di L’Aquila, rappresenta una tematica molto importante sia in ambito

teorico, in quanto tende a chiarire i meccanismi spaziali e temporali dei fenomeni di

recupero delle cenosi vegetali, sia in ambito applicativo perché consente di proporre

interventi mirati per poter eventualmente accelerare i tempi. In tutto il settore colpito

dall’incendio sono state impiantate 15 aree permanenti con l'intento di cogliere tutta

la variabilità cenologica preesistente all'evento distruttivo.

L’area interessata dallo studio, estesa oltre ha 1.200, ha compreso 13 habitat di

interesse prioritario ai sensi della Direttiva Habitat 92/43, tra cui diverse formazioni

erbacee di pascolo (a Sesleria sp.sl., a Bromus erectus, a Festuca

circummediterranea, a Brachypodium genuense), garighe presenti nelle porzioni più

basse dell’area indagata e formazioni arbustive di ginepro e di pino mugo.

Particolarmente impattante è stato l’effetto dell’incendio su quest’ultima formazione

vegetazionale estesa per oltre 120 ettari. Tali arbusteti, oltre ad avere un corteggio

floristico di notevole pregio (associazione di riferimento: Orthilio secondae-Pinetum

mugo), assumono per il Parco un valore unico essendo una formazione a carattere

relittuale, la più estesa in tutto l’Appennino.

L’area presenta una elevata pendenza (si va dal 15% al 50%) con processi di

erosione molto evidenti (in alcuni casi superiore al 50% classe M3) e la tendenza

all’infeltrimento del cotico erboso. Tale fenomeno è particolarmente evidente nelle

formazioni vegetali interessate dalla presenza di pino mugo e ginepro nano.

Al termine dei cinque anni di studio si è riscontrato in maniera evidente come nelle

prime fasi del recupero, esistono delle specie vegetali che giocano un ruolo

essenziale nella ricostituzione degli ecosistemi, costituite principalmente da

emicriptofite e camefite.

L’analisi complessiva ha dimostrato che la copertura del terreno è notevolmente

aumentata fino a raggiungere in media il 70%, tuttavia la composizione dimostra

55

Page 56: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

l’assenza pressoché totale della componente legnosa. Il turn over delle specie

vegetali a distanza di 5 anni è ancora molto marcato. Nelle aree di potenziale

presenza del Pino mugo si è registrata la presenza di plantule della specie. In

questo settore risulta evidente come i fenomeni naturali di recupero prevedano

comunque tempi molto lunghi.

13.2 interventi selvicolturali sperimentali nelle aree incendiate La superficie consistente di mugheta interessata dall’incendio, di poco inferiore al

15% di quella occupata da questo importantissimo habitat di alta quota sulla

Majella, che rappresenta il popolamento più esteso della specie sull’Appennino e il

limite meridionale del suo areale in Europa e la lentezza nel recupero di questa

formazione vegetazionale, hanno portato a sviluppare alcune ipotesi di intervento di

tipo sperimentale, che presentano comunque una serie di criticità legate soprattutto

al raggiungimento dei siti, pertanto le superfici non dovrebbero superare i 1000 m2.

Nell’area in esame verranno predisposte delle aree campione sottoposte a tre

diverse tipologie di intervento:

- area lasciata all’evoluzione naturale;

- area sottoposta a semina a fori e a spaglio con sementi di pino mugo di

provenienza autoctona. In fase preliminare verranno eseguite campagne di raccolta

semi in aree geografiche distanti ma sempre ricadenti nell’area della Majella al fine

di incrementare la diversità genetica dei popolamenti di origine. I semi saranno

oggetto di test preliminari finalizzati a conoscere la capacità germinativa degli

stessi, elemento essenziale per calibrare il quantitativo di semi da utilizzare;

-area sottoposta a rimboschimento con piantine di pino mugo di tre anni. Per

quest’area dovranno essere effettuati preventivi tagli del legname bruciato. La

disposizione delle piante dovrà essere a gruppi.

Per questa sperimentazione è già stata presentata all’Ente Parco una proposta da

parte dell’Università dell’Aquila; a questo riguardo l’importo dei lavori si può stimare

in Euro 25.000, che necessariamente dovranno essere reperiti al di fuori del

bilancio ordinario dell’Ente Parco.

Indipendentemente dai risultati ottenuti dallo studio condotto sulla vegetazione di

alta quota e dagli interventi di tipo sperimentale che saranno realizzati, si renderà

necessario realizzare interventi selvicolturali di ricostituzione nelle altre aree

incendiate. A questo proposito, se si escludono le aree pascolive, si renderà

56

Page 57: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

indispensabile definire interventi di riqualificazione nelle pinete artificiali e nei boschi

di faggio bruciati. Ad oggi non essendo ancora iniziata la nuova stagione vegetativa

non è dato conoscere in maniera certa l’entità dei danni reali subiti dalle formazioni

vegetali di latifoglie, che almeno in parte potrebbero essere sopravvissute

all’incendio, anche se tale possibilità risulta essere notoriamente ridotta nel caso

del faggio; pur tuttavia, sulla base di una prima valutazione dei danni che hanno

interessato il patrimonio naturale del Parco, sicuramente non esaustiva, sarà da

verificare la possibilità di intervenire sui boschi di faggio, principalmente cedui

localizzati in aree di notevole pendenza, interessati da incendi di chioma, nei quali

si è constatata la morte di gran parte delle piante e la disidratazione dei semi. In

questo contesto si valuterà la possibilità di utilizzare parte del materiale legnoso

morto per fare fascinate utili a limitare l’erosione del terreno, che potranno essere

integrate successivamente da semine ed eventualmente, e solo in via subordinata,

dall’impianto di piantine forestali delle latifoglie tipiche delle formazioni forestali

interessate dall’incendio. Una prima e parziale stima sommaria del costo

dell’intervento prospettato, che potrebbe essere valutata in circa 300-400.000 €,

dovrà essere oggetto di una apposita stima che sarà effettuata entro la fine del

2008, sulla base della quale dovrà essere predisposto un apposito progetto di

ricostituzione. Tali risorse, una volta quantificate, dovranno essere reperite da fonti

esterne di finanziamento.

13.3 Produzione vivaistica per interventi di restauro ambientale Come si è ora detto le attività di riqualificazione selvicolturale delle aree incendiate

saranno caratterizzate dall’effettuazione di semine e/o impianto di postime forestale.

In questo contesto l’utilizzazione del germoplasma autoctono negli interventi di

restauro ambientale rappresenta una delle finalità prioritarie del Parco.

Questa attività permette di evitare inquinamenti genetici a carico della flora

spontanea circostante; inoltre gli ecotipi locali utilizzati dovrebbero risultare

particolarmente efficaci, in quanto preadattati alle condizioni locali di vita.

Dal 2006 l’Ente Parco è entrato a far parte della Rete Italiana Banche del

Germoplasma per la Conservazione ex situ della Flora Spontanea Italiana (RIBES),

costituendo uno dei 18 nodi della rete e attivando la Banca del Germoplasma della

Majella, la cui funzione principale è la conservazione dei semi di piante rare e/o

57

Page 58: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

minacciate di scomparsa, nonché di specie di rilevante significato biogeografico

ecologico e di potenziale interesse per azioni di rinaturalizzazione ambientale.

La raccolta e la conservazione dei semi viene svolta presso il giardino botanico di

Lama dei Peligni dove la struttura è stata dotata delle attrezzature per la corretta

conservazione dei semi (deumidificatore, gruppo refrigerante, datalogger per il

controllo dei parametri ambientali, ecc.) nonché di attrezzature per la pulizia e la

catalogazione dei semi.

Tale attività è complementare a quella svolta presso il giardino di S. Eufemia a

Majella dove, grazie alla presenza d’idonei spazi ed attrezzature, (serra, laboratorio

e vivaio), è stata avviata l’attività riproduttiva di diverse specie autoctone forestali e

arbustive.

La produzione vivaistica attualmente utilizzata nell’ambito delle attività di restauro

ambientale realizzate dall’Ente Parco (rinaturalizzazione del tratto terminale della

strada provinciale che dal rifugio Pomilio porta al Block haus, piccoli impianti di

fruttiferi nelle aree sensibili per la presenza dell’orso marsicano), dovrà essere

incrementata, sia per poter effettuare l’intervento sperimentale di restauro

ambientale delle aree di alta quota sottoposte ad incendio nell’agosto del 2000, che

per realizzare, almeno parzialmente, la rinaturalizzazione delle pinete artificiali e la

ricostituzione forestale delle altre aree boschive attraversate da incendi.

In questo contesto, svolgeranno sicuramente un ruolo utile a migliorare le capacità

e qualità produttiva delle strutture vivaistiche del Parco le attività avviate nel 2007

dai giardini botanici dell’Ente nell’ambito della L.R. 35/1997 della Regione Abruzzo.

Infatti, dall’anno in corso l’Ente Parco ha avviato una collaborazione con l’Università

degli Studi della Tuscia finalizzata, oltre che a sviluppare un’attività di

sperimentazione e ricerca sulla qualità germinativa di alcune specie forestali,

attuando i necessari test di vitalità, di germinabilità, ad effettuare i pretrattamenti

per la rimozione della dormienza vegetativa e definire le migliori condizioni di

semina e germinazione, anche a sperimentare le potenzialità di un sistema di

produzione su larga scala sviluppato dall’Università su alcune specie forestali

autoctone, allo scopo di produrre un elevato numero di piante precoltivate di alto

pregio biologico, in quanto non provenienti da rigenerazione clonale, da utilizzare

per interventi di restauro ambientale.

58

Page 59: Parco Nazionale della Majella Ufficio Monitoraggio …...PERIODO DI APPLICAZIONE 2008-2012 APPROVATO CON PROVVEDIMENTO PRESIDENZIALE N. 3 DEL 22.04.2008 Campo di Giove (Aq) febbraio

V. COSTO DEGLI INTERVENTI PREVISTI Sulla base di quanto rilevato nel dettaglio nei capitoli relativi alle attività di

prevenzione e recupero da sviluppare nel quinquennio di applicazione del presente

Piano, le risorse economiche necessarie per assicurare la compiuta attuazione

dello stesso possono essere così schematizzate:

• acquisto mezzi, e attrezzature € 160.000

• interventi selvicolturali nelle aree a elevato rischio € 700.000

• attività di sorveglianza, prevenzione e primo intervento € 25.000

• attività di recupero aree incendiate € 400.000

• interventi selvicolturali sperimentali in aree di alta quota € 25.000

Per la quasi totalità tali risorse, se si escludono in buona sostanza le spese di

sorveglianza, prevenzione e primo intervento, saranno da reperire attraverso fonti di

finanziamento esterno.

59