papa francesco in terra ambrosiana · autoriz. trib. mi n. 193 del 25.03.02 direzione e redazione:...

17
1 Il Lievito - N. 180 Anno XVI - Aprile 2017 “Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata” Mt. 13,33 25 marzo 2017: Papa Francesco in terra ambrosiana Mensile della comunità pastorale S. Francesco di Melzo N. 180 - Anno XVI Aprile 2017 1 Euro

Upload: others

Post on 22-Jun-2020

1 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Papa Francesco in terra ambrosiana · Autoriz. Trib. MI n. 193 del 25.03.02 Direzione e Redazione: Melzo (MI) e-mail: il.lievito@libero.it Direttore responsabile: Eleonora Forloni

1 Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

“Il re

gno d

ei cie

li è si

mile

al lie

vito,

che u

na do

nna p

rese

e me

scolò

in tr

e misu

re di

farin

a, fin

ché n

on fu

tutta

lievit

ata” M

t. 13,3

3

25 marzo 2017: Papa Francesco in terra ambrosiana

Mensile della comunitàpastorale S. Francesco di Melzo

N. 180 - Anno XVIAprile 2017

1 Euro

Page 2: Papa Francesco in terra ambrosiana · Autoriz. Trib. MI n. 193 del 25.03.02 Direzione e Redazione: Melzo (MI) e-mail: il.lievito@libero.it Direttore responsabile: Eleonora Forloni

3 Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

2Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

EDITORIALESOMMARIO

EDITORIALE ..............................................................03- Solo gli audaci cambiano il mondo.

IL PAPA A MILANO ..........................................04- L’omelia durante la S. Messa a Monza.- Allo stadio con i cresimandi.

ATTUALITÀ ECCLESIALE ....................07- Il gesto del servizio. La lavanda dei piedi.- Adulti di AC in visita al Sermig di Torino.- La sorprendente bellezza di dire “sì”.- Amarti mi basta, e farti amare.- Terzo incontro di lectio divina per adulti.

PERSONAGGI ..........................................................13- Figlio di genitori santi.

INSERTO CENTRALE ..................................15- Lettera della comunità cristiana di Melzo alla cittadinanza.

ATTUALITÀ SOCIALE .................................19- Acli: cambiamo per rimanere noi stessi.- Dichiarazione dei redditi: alcuni consigli.- Orari e servizi Acli.

MISSIONE .....................................................................22- Campo dei sogni... si ricomincia.- Orari e servizi Caritas.- Orari CAV.

CULTURA .......................................................................23- Invito alla lettura.- Debutto dell’Orlando furioso al Trivulzio.- Progetto “Letterevive”

SPAZIO GIOVANI................................................26- Dalle voglie al desiderio.- Nel cuore dell’oratorio splende il sole.- Casa Betania: il Tabor della “bassa”.- Vacanze comunitarie 2017.

MUSICA ............................................................................29- Gen Verde: tutta un’altra musica.

DALLE PARROCCHIE ...................................31- Orari S. Messe- Anagrafe parrocchiale.- Quaresimale del Vescovo di Camerino

“IL LIEVITO” mensile della Comunità pastoraleSan Francesco in Melzo

Autoriz. Trib. MI n. 193 del 25.03.02

Direzione e Redazione: Melzo (MI)e-mail: [email protected]

Direttore responsabile: Eleonora ForloniAssistente: don Fabio Molon

Stampa: Grafiche Migliorini s.r.l. 20066 Melzo (MI)

Solo gli audacicambiano il mondo!

«Non so dove lo hanno posto»: è il lamento della Maddalena nel mattino di Pasqua. Che è come dire: non so dove si trova, dove sta, dove posso vederlo e par-largli, dove posso incontrarlo e conoscerlo, dove posso farne esperienza diretta e capirlo in ciò che dice e in quello che fa.

Le parole della Maddalena riassumono tutto il cam-mino dei giorni del Triduo Santo; giorni in cui Gesù non ha finto di soffrire e di morire, ma giorni «autentici», dice la liturgia, giorni cioè in cui Gesù ha fatto sul serio e in cui anche chi l’ha seguito ha dovuto fare sul serio. Non si trattava più dell’entusiasmante avventura iniziata anni addietro al seguito di un Rabbì famoso e osannato: ora si trattava di fare i conti con la verità del suo messag-gio, con l’onestà delle sue azioni, con la determinazione delle sue scelte, con la coerenza del suo orientamento.

Lo smarrimento è d’obbligo di fronte a Gesù, per-ché lui non può mai essere dato per scontato: il vangelo non è per gli abitudinari o gli annoiati e neppure per i superficiali o gli stupidi; il vangelo è roba da grandi, da uomini grandi e non un po’ di meno! E infatti nei giorni del Triduo dovremmo scontrarci con la sua vicenda, con i suoi gesti esagerati, con la sua audacia che è sempre al di là di ogni misurato buon senso: chi non ha prova-to il disagio o l’imbarazzo di fronte a Gesù non può dirsi cristiano; chi non è mai andato in crisi di fronte a lui non può dirsi credente; chi non è mai stato turbato dalla sue parole e da certi suoi gesti non può chiamarsi discepolo.

«Non so dove lo hanno posto» è il pensiero inquie-tante che dovrebbe attanagliare ciascuno di noi nel mat-tino di Pasqua: dove è Gesù? Cioè: dove ho le risposte per la mia vita? Dove trovo chi ne raccoglie i pezzi rot-ti e li rimette al posto giusto? Dove ritrovo me stesso? Dove sta la verità dell’esistenza? Dove stanno il bene

e il male? Dove recupero l’amore vero che magari ho smarrito o che addirit-tura ho tradito nella mia vita? Dove trovo il tutto di me che tanto spesso perdo per strada o che a volte rovino e distruggo con le mie stesse mani?

Se un uomo non sa affrontare questi inter-rogativi e non impara a trovare le risposte vere, rimarrà sempre un su-perficiale, un mediocre, uno scontento e, peggio, avrà vissuto per niente.

Occorre imparare a voltarsi indietro come la Madda-lena, a rivedere cioè il cammino percorso guardandolo bene per quello che è stato, dando il nome giusto alle cose e alle situazioni; occorre avere il coraggio di rifare da capo la strada, dall’inizio, ricucendo e riassettando quanto abbiamo sciupato o vissuto male.

È il coraggio di chi non si accontenta della banalità e di ciò che è scontato; è il coraggio di chi desidera es-sere esageratamente felice e non solamente un po’!

Ecco perché la Maddalena piange: perché se hanno portato via Gesù, cosa resta a noi? Se Gesù manca in casa mia, cos’è la mia famiglia? Se manca nelle mie scelte di vita, cos’è la mia esistenza? Se Gesù non c’è quando soffro e muoio, cosa resta di me?... La Madda-lena si era accorta di questo vuoto e noi invece viviamo tranquilli come se Dio non ci fosse, o, al massimo, lo rispolveriamo a Natale e a Pasqua: ma la falsa pace delle coscienze è la vera morte dell’uomo!

Questo giorno non è per i morti in piedi, ma per gli audaci che, come Gesù, ogni giorno sfidano la morte con una vita spesa nel dono di sé: solo lì è posto Gesù; lì lo posso vedere e incontrare; lì lo scelgo, lo faccio, lo divento io stesso!

don Mauro

TRIDUO PASQUALE

13 aprile: GIOVEDI SANTOore 21 nelle tre chiese della Città:

- Celebrazione della S.Cena e Lavanda dei piedi- Possibilità di adorazione notturna

14 aprile: VENERDI SANTOore 15 nelle tre chiese della Città:

Celebrazione della Passione del Signore

ore 21: Celebrazione dellaVia Crucis cittadina presso il quartiere di via A. Moro

15 aprile: SABATO SANTOore 21,00 nelle tre chiese della Città:

- Solenne VEGLIA PASQUALE - Liturgia della Risurrezione (portare TUTTI un campanello!!) - Scambio di AUGURI

Celebrazioni Pasqualidella Riconciliazione

12 aprile: Mercoledì Santo - ore 21 in S. Alessandro:Celebrazione comunitaria della Riconciliazione per adulti

Sabato 15 aprile, ore 15-18: Confessioni Adulti

La nostra caritàContribuiamo ad aiutare la Diocesi di CAMERINO

colpita dal terremoto dello scorso 24 agosto.Si propone per questo di digiunare al venerdì sera offrendo il corrispettivo della propria cena per

questa finalità.

Page 3: Papa Francesco in terra ambrosiana · Autoriz. Trib. MI n. 193 del 25.03.02 Direzione e Redazione: Melzo (MI) e-mail: il.lievito@libero.it Direttore responsabile: Eleonora Forloni

5 Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

4Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

IL PAPA A MILANO IL PAPA A MILANO

Di seguito il testo integrale dell’omelia del Santo Padre che ha celebrato la Santa Messa nel Parco di Monza.

“Abbiamo appena ascoltato l’annuncio più im-portante della nostra storia: l’annunciazione a Maria (cfr Lc 1,26-38). Un brano denso, pieno di vita, e che mi piace leggere alla luce di un altro annuncio: quello della nascita di Giovanni Battista (cfr Lc 1,5-20). Due annunci che si susseguono e che sono uniti; due annunci che, comparati tra loro, ci mostrano quello che Dio ci dona nel suo Figlio. L’annunciazione di Giovan-ni Battista avviene quando Zaccaria, sacerdote, pronto per dare inizio all’azione liturgica entra nel Santuario del Tempio, mentre tutta l’assemblea sta fuori in attesa. L’an-nunciazione di Gesù, invece, avviene in un luogo sper-duto della Galilea, in una città periferica e con una fama non particolarmente buona (cfr Gv 1,46), nell’anonimato della casa di una giovane chiamata Maria.

Un contrasto non di poco conto, che ci segnala che il nuovo Tempio di Dio, il nuovo incontro di Dio con il suo popolo avrà luogo in posti che normalmente non ci aspettiamo, ai margini, in periferia. Lì si daranno ap-puntamento, lì si incontreranno; lì Dio si farà carne per camminare insieme a noi fin dal seno di sua Madre. Or-mai non sarà più in un luogo riservato a pochi mentre la maggioranza rimane fuori in attesa. Niente e nessuno gli sarà indifferente, nessuna situazione sarà privata della sua presenza: la gioia della salvezza ha inizio nella vita quotidiana della casa di una giovane di Nazareth.

Dio stesso è Colui che prende l’iniziativa e sceglie di inserirsi, come ha fatto con Maria, nelle nostre case, nelle nostre lotte quotidiane, colme di ansie e insieme di desideri. Ed è proprio all’interno delle nostre città, delle nostre scuole e università, delle piazze e degli ospedali che si compie l’annuncio più bello che possiamo ascol-tare: «Rallegrati, il Signore è con te!». Una gioia che ge-nera vita, che genera speranza, che si fa carne nel modo in cui guardiamo al domani, nell’atteggiamento con cui guardiamo gli altri. Una gioia che diventa solidarietà, ospitalità, misericordia verso tutti. Al pari di Maria, anche noi possiamo essere presi dallo smarrimento. «Come avverrà questo» in tempi così pieni di speculazione? Si specula sulla vita, sul lavoro, sulla famiglia. Si specula sui poveri e sui migranti; si specula sui giovani e sul loro

25 marzo 2017

Con il Papa al Parco di Monza

futuro. Tutto sembra ridursi a cifre, lasciando, per altro verso, che la vita quotidiana di tante famiglie si tinga di precarietà e di insicurezza. Mentre il dolore bussa a molte porte, mentre in tanti giovani cresce l’insoddisfa-zione per mancanza di reali opportunità, la speculazio-ne abbonda ovunque.

Certamente, il ritmo vertiginoso a cui siamo sottoposti sembrerebbe rubarci la speranza e la gioia. Le pressioni e l’impotenza di fronte a tante situazioni sembrerebbero inaridirci l’anima e renderci insensibili di fronte alle innu-merevoli sfide. E paradossalmente quando tutto si acce-lera per costruire – in teoria – una società migliore, alla fine non si ha tempo per niente e per nessuno. Perdiamo il tempo per la famiglia, il tempo per la comunità, perdia-mo il tempo per l’amicizia, per la solidarietà e per la me-moria. Ci farà bene domandarci: come è possibile vivere la gioia del Vangelo oggi all’interno delle nostre città? E’ possibile la speranza cristiana in questa situazione, qui e ora? Queste due domande toccano la nostra identità, la vita delle nostre famiglie, dei nostri paesi e delle nostre città. Toccano la vita dei nostri figli, dei nostri giovani ed esigono da parte nostra un nuovo modo di situarci nella storia. Se continuano ad essere possibili la gioia e la speranza cristiana non possiamo, non vogliamo rimane-re davanti a tante situazioni dolorose come meri spetta-tori che guardano il cielo aspettando che “smetta di pio-vere”. Tutto ciò che accade esige da noi che guardiamo al presente con audacia, con l’audacia di chi sa che la gioia della salvezza prende forma nella vita quotidiana della casa di una giovane di Nazareth.

Di fronte allo smarrimento di Maria, davanti ai nostri smarrimenti, tre sono le chiavi che l’Angelo ci offre per aiutarci ad accettare la missione che ci viene affidata.

1. Evocare la MemoriaLa prima cosa che l’Angelo fa è evocare la memoria,

aprendo così il presente di Maria a tutta la storia del-la Salvezza. Evoca la promessa fatta a Davide come frutto dell’alleanza con Giacobbe. Maria è figlia dell’Al-leanza. Anche noi oggi siamo invitati a fare memoria, a guardare il nostro passato per non dimenticare da dove veniamo. Per non dimenticarci dei nostri avi, dei nostri nonni e di tutto quello che hanno passato per giungere dove siamo oggi. Questa terra e la sua gente hanno co-nosciuto il dolore delle due guerre mondiali; e talvolta hanno visto la loro meritata fama di laboriosità e civiltà inquinata da sregolate ambizioni. La memoria ci aiuta a non rimanere prigionieri di discorsi che seminano frat-ture e divisioni come unico modo di risolvere i conflitti.

Evocare la memoria è il migliore antidoto a nostra dispo-sizione di fronte alle soluzioni magiche della divisione e dell’estraniamento.

2. L’appartenenza al Popolo di DioLa memoria consente a Maria di appropriar-

si della sua appartenenza al Popolo di Dio. Ci fa bene ricordare che siamo membri del Popolo di Dio! Mi-lanesi, sì, Ambrosiani, certo, ma parte del grande Popo-lo di Dio. Un popolo formato da mille volti, storie e pro-venienze, un popolo multiculturale e multietnico. Questa è una delle nostre ricchezze. E’ un popolo chiamato a ospitare le differenze, a integrarle con rispetto e crea-tività e a celebrare la novità che proviene dagli altri; è un popolo che non ha paura di abbracciare i confini, le frontiere; è un popolo che non ha paura di dare acco-glienza a chi ne ha bisogno perché sa che lì è presente il suo Signore.

3. La possibilità dell’impossibile«Nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37): così termina

la risposta dell’Angelo a Maria. Quando crediamo che tutto dipenda esclusivamente da noi rimaniamo prigio-nieri delle nostre capacità, delle nostre forze, dei nostri

miopi orizzonti. Quando invece ci disponiamo a lasciarci aiutare, a lasciarci consigliare, quando ci apriamo alla grazia, sembra che l’impossibile incominci a diventare realtà. Lo sanno bene queste terre che, nel corso del-la loro storia, hanno generato tanti carismi, tanti mis-sionari, tanta ricchezza per la vita della Chiesa! Tanti volti che, superando il pessimismo sterile e divisore, si sono aperti all’iniziativa di Dio e sono diventati se-gno di quanto feconda possa essere una terra che non si lascia chiudere nelle proprie idee, nei propri limiti e nelle proprie capacità e si apre agli altri. Come ieri, Dio continua a cercare alleati, continua a cercare uomini e donne capaci di credere, capaci di fare memoria, di sen-tirsi parte del suo popolo per cooperare con la creatività dello Spirito. Dio continua a percorrere i nostri quartieri e le nostre strade, si spinge in ogni luogo in cerca di cuori capaci di ascoltare il suo invito e di farlo diventare carne qui ed ora. Parafrasando sant’Ambrogio nel suo commento a questo brano possiamo dire: Dio continua a cercare cuori come quello di Maria, disposti a credere persino in condizioni del tutto straordinarie (cfr Esposi-zione del Vangelo sec. Luca II, 17: PL 15, 1559). Il Si-gnore accresca in noi questa fede e questa speranza”.

Incontro del Papa con i ragazzi cresimandi e cresimati allo stadio Meazza-San Siro.

Ai giovani: ascoltate i nonni e combattete il bullismo.Ai genitori: non litigate e giocate con i vostri figli.

Ottantamila persone hanno accolto con grande calore Papa Francesco a San Siro, ultima tappa del-la sua visita pastorale a Milano. Nello stadio Meazza si è tenuto l’incontro tra il Pontefice, i giovani cresi-mandi e le loro famiglie. L’incontro è stato in realtà un dialogo: Papa Bergoglio ha risposto alle domande di alcuni ragazzi, dei genitori e dei catechisti. E ha coinvolto l’intero stadio con le sue risposte.

È tornato a consigliare ai giovani di parlare con i loro nonni. Ai genitori invece ha ricordato: “I bambini ci guardano. Voi non immaginate l’angoscia che sen-te un bambino quando i genitori litigano. Soffrono. E quando si separano il conto lo pagano loro, i bambi-ni”. Sempre ai genitori, il Papa ha chiesto: “Giocate con i vostri figli? E’ brutto vederli solo nei giorni di festa. E’ questa vita che ci toglie l’umanità. Giocate con i vostri figli”.

Infine papa Francesco ha lanciato un appello a tutti i giovani presenti contro il bullismo. «Per il sa-cramento della santa Cresima fate la promessa al Signore che mai praticherete il bullismo e che mai permetterete che lo si faccia nella vostra scuola o quartiere? Lo promettete? Mai prendere in giro, farsi beffa di un compagno di scuola, di quartiere. Promet-tete questo oggi?». E ha fatto ripetere per due volte, sempre più forte, il “sì” dei ragazzi. Poi, al momento del congedo, ha invitato lo stadio intero che lo accla-mava: “Pregate per me”.

◙Il vessillo dei giovani della Pastorale di Melzo presenti a S. Siro

Page 4: Papa Francesco in terra ambrosiana · Autoriz. Trib. MI n. 193 del 25.03.02 Direzione e Redazione: Melzo (MI) e-mail: il.lievito@libero.it Direttore responsabile: Eleonora Forloni

7 Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

6Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

ATTUALITÀ ECCLESIALE

LA LAVANDA DEI PIEDI

Il gesto del servizio“1 Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. 2 Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradir-lo, 3 Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, 4 si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. 5 Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto.” Gv 13,1-5

Nei primi anni del Trecento, nella piccola cappel-la degli Scrovegni a Padova, viene eseguito un ciclo di affreschi il cui autore è un pittore fiorentino, Giotto. La sua pittura porta una rivoluzione nell’arte, le sue figure sembrano compiere azioni e gesti quasi fossero dotate di vita e di respiro; i volti dei suoi personaggi, rappresentano volti di uomini e di donne che soffrono, che gioiscono, che cantano,che piangono e che ridono. In una parola: che vivono.

La Lavanda dei piedi è una delle opere rappresenta-te nella cappella. Ogni particolare in questo dipinto per Giotto è importante, soprattutto le mani che esprimono, nel gesto della benedizione, anche un comando, quello di accettare di essere purificati da Lui attraverso un amore che esprime accoglienza. Ma ciò che più colpisce in que-sta scena è Gesù inginocchiato di fronte ai suoi discepoli, in particolare di fronte a Pietro, e fa un gesto che neppure l’ultimo dei servi avrebbe allora voluto fare: quello di la-vargli i piedi.

E il modo dolce con cui Gesù tiene nella sua mano la gamba di Pietro all’altezza della caviglia, ci suggerisce la vera “regalità” del Cristo: le maniche della tunica rimboc-cate, il telo che gli cinge i fianchi e gli fa da grembiule, il gesto benedicente e la sapienza del Rabbi, che spiega, che consola, che passa il Comandamento dell’Amore, che ama Lui stesso, più di chiunque e come nessuno.

“Io ho amato fino alla fine; la fine del tempo, la fine di quello che dovevo fare. Non si può amare meglio , né di più. Io ho amato fino a quel punto in cui non si può fare altro che morire d’amore. E’ la celebrazione del sacrifi-cio d’amore. Il mio cingermi con un asciugatoio attorno alla vita, il mio rendermi così banalmente servo, è per te una grande rivelazione, una rivelazione che ti viene da un

asciugatoio. In questo modo ti rivelo il mio cuore di Figlio di Dio, pieno per te del desiderio di servire, di mettermi in ginocchio davanti a te, per manifestarti la realtà del mio amore quotidiano e l’assoluta necessità per te di seguire il mio stesso cammino per essere fra i miei amici, per es-sere mio. Io lavo i piedi dei discepoli e ciò richiede tempo a me che ne ho poco ormai da vivere in mezzo a loro. Eppure, io lo voglio fare e lo compio con la lentezza dei gesti semplici, perché è molto importante lasciarti questa mia testimonianza, questo mio segno.

Io so quanto questo segno ti fa conoscere chi è mio Padre che io rivelo. Voglio dirti non a parole ma con gesti concreti che mio Padre è servizio, è amore quotidiano dell’altro. Mio Padre è anche e anzitutto, colui che “si mette ai miei piedi”, perché ama me , suo Figlio e non saprebbe rifiutarmi nulla. Mio Padre è amico degli uomini; è colui che si sente quotidianamente preoccupato di te. Io te lo faccio conoscere, è un Dio che si preoccupa dei dettagli, dell’immediato, delle cose che ti sono necessarie ogni giorno perché egli è tuo servo. Io vengo a salvare il mondo non con una bacchetta magica, ma mi inserisco e mi nascondo nella banalità della tua vita di ogni giorno.

Io lavo i piedi e poi li asciugo. Il mio discepolo capi-sce quanto quel gesto sia sconcertante e portatore di un messaggio, per questo ti invita ad una lettura attenta che dà tempo alla contemplazione, alla meditazione, alla preghiera. Ti insegno a non passare troppo in fretta sul racconto di questi gesti, a non dilettarti troppo intellettual-mente nel tesoro delle mie parole.

Non riuscirai mai a capire le mie parole più solenni, se prima non avrai capito il mistero dei miei gesti sem-plici. Ti farò amare i gesti semplici che tu stesso potrai compiere a servizio degli altri, anche quando ti è impossi-bile dire a loro perché li fai. Ti insegnerò a vivere con più fiducia gli eventi semplici della mia e tua vita di ogni gior-no, dove trovi tante cose banali, che potrebbero essere fatte da altre, come se tu fossi chiamato solo dalle cose essenziali: è il cuore chiamato solo a me !

Non tutti i gesti da me compiuti durante la mia vita terrena sono stati raccontati, quello però di lavare i pie-di ai miei discepoli l’ho compiuto alla fine della mia vita, quando tutto aveva un’estrema importanza.

Quando hai uno straccio in mano, ti rivelerò che an-che quel povero straccio è un mezzo per essere unito a te, anche allora io ci sono, e ti comunico il mio mistero d’amore”.

a cura di Gabriella Trabattonitratto da “La Parola si fa gesto”

Per la tua pubblicità scrivi una mail a: inforadiotopfm.it

OGNI DOMENICA DALLE ORE 10,00PUOI ASCOLTARE

la S. MESSA su RADIO TOP FMsulla frequenza 92.2 oppure www.radiotopfm.it

RadioTop Fm 92.2

noi la

facciamo così

Studio ProttoStudio Associato

di Consulenza del Lavoro,Fiscale e Societaria

Lo Studio Protto

È specializzato in consulenza del lavoro, nell’assistenza e consulenza fiscale e tri-butaria da oltre 50 anni.

Attualmente vanta un organico compo-sto da 3 professionisti e 20 collaborato-ri che garantiscono al Cliente un servizio efficiente ed aggiornato nel campo della consulenza del lavoro ed in materia fiscale per fornirgli assistenza nella gestione delle scelte e nella soluzione delle problemati-che e soprattutto nell’adempimento degli obblighi dettati dalle normative.

Rag. Roberto ProttoConsulente del Lavoro - Revisore Contabile

Dott.ssa Marta ProttoDottore Commercialista - Revisore Contabile

Dott.ssa Chiara CazzanigaConsulente del Lavoro

Via Martiri della Libertà, 44 - 20066 Melzo (MI)Tel. 02/95.71.03.21 r.a. - Telefax 02/95.50.071info@studioprotto. it - www.studioprotto. it

Ordinedei Consulenti

del LavoroConsiglio

Provincialedi Milano

ORDINE DEIDOTTORI

COMMERCIALISTIE DEGLIESPERTI

CONTABILI

MILANO

Sede AccreditataServizi per il LavoroRegione Lombardia

Studio ProttoStudio Associato

di Consulenza del Lavoro,Fiscale e Societaria

Page 5: Papa Francesco in terra ambrosiana · Autoriz. Trib. MI n. 193 del 25.03.02 Direzione e Redazione: Melzo (MI) e-mail: il.lievito@libero.it Direttore responsabile: Eleonora Forloni

9 Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

8Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

Adulti di AC al Sermig - 18 febbraio 2017

Una giornata chesuscita meraviglia

Un’avventura nasce perché pensata dal Signore cresce perché

aiutata, stimolata, ostacolata amata, pregata…Il Sermig appartiene al Signore

e a tutti quelli che l’hanno condotto sulla strada che Lui aveva tracciato.

Il Sermig - Servizio missionario giovani - è nato nel 1964 da un’intuizione di Ernesto Olivero e da un sogno condiviso con molti: sconfiggere la fame con opere di giu-stizia e di sviluppo, vivere la solidarietà verso i più poveri e dare una speciale attenzione ai giovani cercando insieme a loro le vie della pace.

Dai “sì” di giovani, coppie di sposi e famiglie, monaci e monache è nata la Fraternità della Speranza, per essere vicini all’uomo del nostro tempo e aiutarlo a incontrare Dio.

Era un arsenale di guerra, una fabbrica di armi. Dal 1983 il lavoro gratuito di migliaia di persone lo ha trasfor-mato in Arsenale della Pace.

È un monastero metropolitano aperto 24 ore su 24, luo-go di fraternità e di ricerca. Una casa aperta al mondo e all’accoglienza delle persone in difficoltà.

È una casa per i giovani che cercano il senso per la propria vita, un laboratorio di idee, un luogo di incontro, cultura dialogo e formazione.

È un punto di incontro tra culture, religioni, schieramen-ti diversi per conoscersi, dialogare, camminare insieme.

È una casa aperta a chi cerca un soccorso: madri sole, carcerati, stranieri, persone che hanno bisogno di cure, di casa, di lavoro.

È un luogo di preghiera dove chiunque può sostare, incontrare il silenzio e Dio.

È un luogo dove ognuno può restituire qualcosa di sé: tempo, professionalità, beni spirituali e materiali.

Il risultato? Milioni di persone aiutano milioni di perso-ne.

L’Arsenale sorge in un quartiere dove emarginazione, intolleranza, povertà non sono solo parole. Una realtà che ci ha spinto a pensare, ad interpellarci e poi, per esigenza d’amore, a prendere posizione.

Tutti sono disponibili ad aiutare qualsiasi donna o uomo che, con sincerità, voglia uscire da qualsiasi situazione di degrado, purché accetti un metodo, una famiglia, una se-verità.

Forniscono assistenza medica nei poliambulatori, ac-

coglienza serale e not-turna, accoglienza resi-denziale, distribuzione borsa della spesa a fa-miglie in difficoltà, indu-menti e coperte.

“A Torino le porte dell’Arsenale della Pace si sono aperte sulla piazza antistante. Nel 2007 i giovani del Sermig hanno iniziato ad abitare la piazza quotidiana-mente per conoscere chi la frequenta: bambini e ragazzini dai sei ai diciotto anni, marocchini, tunisini, egiziani, alba-nesi, rumeni, somali, ghanesi, nigeriani, ivoriani, congo-lesi, iraniani, cinesi, peruviani, venezuelani. È bastato un pallone a fare il resto. La piazza è diventata una sala gio-chi a cielo aperto. Dal gioco di gruppo e di squadra si sono strutturate altre proposte che stanno favorendo percorsi di socialità e integrazione dei ragazzi e delle famiglie: i labo-ratori tematici di cucito, cucina, musica e canto. Sport di squadra, musica d’insieme ed infine l’accompagnamento individuale per il recupero scolastico, animazione, attività didattiche e ricreative offerte a 209 bambini e ragazzi del quartiere”. (dal sito www.sermig.org)

“Una generazione narra all’altra le tue opere, annuncia le tue imprese” recita così il salmo 145 e chissà se il salmi-sta aveva immaginato che la narrazione delle meraviglie potesse avvenire da una generazione più giovane a una più adulta? È quello che è accaduto nella nostra comunità.

All’inizio di gennaio i nostri adolescenti sono stati al Sermig a Torino e dopo poco più di un mese ecco gli adulti di AC seguire le loro orme per conoscere questa realtà straordinariamente evangelica. Certamente gli adole-scenti sono stati validi testimoni, ma è proprio l’Arsenale della Pace a suscitare meraviglia ed entusiasmo. Abbia-mo trascorso mezza giornata insieme a Gianni, una delle colonne della Fraternità che è il cuore del Sermig. Ci ha guidato non solo attraverso i luoghi ma dentro la storia, i volti, i gesti, i servizi e i valori di questa “città della mise-ricordia”. La risonanza è ancora forte nel cuore di chi ci è stato per questo vogliamo lasciare la parola ad alcuni di loro:

Ci ha colpito - dicono Elena e Mauro - il clima di acco-glienza fraterna che abbiamo respirato e il servizio svolto con alta qualità. Ci siamo portati a casa la serenità e la gioia di aver condiviso una bella esperienza insieme ad altri adulti della nostra comunità e la maglietta con il no-stro programma di vita: “Voglio la pace non solo per me…”

Sono state tante le suggestioni che hanno interrogato la mia coscienza - spiega Emma -. Quello che mi ha colpi-to è la correttezza che hanno nel gestire il bilancio, una te-stimonianza di come è possibile, sia pure in una struttura così grande, tener fede al principio della massima traspa-renza nella gestione economica. Credo che questa possa essere vista come una stimolazione alle nostre comunità. Un’altra cosa che mi ha colpito è la capacità di avere dei volontari di etnie diverse che riescono a lavorare insieme.

Esprimo meraviglia - dice Mirella - per come un pic-colo gruppo di amici, solo con l’aiuto della Provvidenza (che abbiamo toccato con mano che esiste), abbia potuto aprire un luogo da abitare e aiutare così tante persone. Tante volte bisogna solo lasciarsi condurre da Dio senza pianificare nulla, ci pensa lui poi a darti le forze! È il mes-saggio cristiano che non esistono barriere e che se c’è l’amore non manca nulla! Inoltre è stata veramente una bella giornata in cui ci siamo fermati da tutte le nostre an-

ATTUALITÀ ECCLESIALE ATTUALITÀ ECCLESIALE

È sempre una sorpresa per me tutto quello che Dio mi riserva e mi fa vivere! Una sorpresa, per il fatto che Dio co-nosce il mio desiderio più vero ancor prima che io lo possa esprimere e lo compie esagerando nella misura, o meglio, lo compie senza misura, come è nel suo stile.

Da tempo, diciamo per l’intero Anno della Misericordia, mi frullava nella testa un interrogativo: io, animato da qua-rant’anni dal fuoco che il carisma di don Giussani mi ha ac-ceso nel cuore, come posso in quest’epoca così disorienta-ta ma al tempo stesso così sfidante, mantenere vivo questo impeto e dedicarlo umilmente alla sequela del Papa, all’ob-bedienza delle sue esortazioni e al servizio della Chiesa, con un amore rinnovato, sincero e concreto? Come posso diventare così povero, tanto da aprire il cuore al vero e uni-co mio bisogno, che è il bisogno di Lui? E lasciare che Lui entri in me e mi abiti per sempre? E allora, come è nel mio stile, si fanno i progetti, si mettono in fila i buoni propositi e ci si aspetta da questi la conversione della propria vita... cioè ci si illude di “guidare” noi la nostra vita, di sapere come fare a sistemare tutto e alla fine anche dove andare a parare. Poi Dio, che è già lì ad aspettarti, mai distratto neanche per un attimo, infaticabile e mai deluso, fa accadere un impre-visto, banale come questo: «Cercano volontari disponibili a fare il Ministro straordinario dell’Eucaristia», mi ha detto qualcuno, en passant, al termine di un Consiglio pastorale nello scorso autunno. Ci ho pensato tornando a casa e du-rante la giornata successiva, senza neanche sapere bene di cosa si trattasse, poi con due whatsApp mi sono confron-tato e ho chiesto consiglio ad amici fidati, ho detto di sì, pur ritenendomi inadeguato, ed eccomi qua. L’esperienza che ne è nata e che giorno dopo giorno si fa sempre più bella, è il fiore gratuito che sboc-cia anche sul legno secco di una fede piccola come la mia, il frutto sovrabbon-dante che matura anche nel freddo dell’inverno!

Cosa faccio di straor-dinario? Io niente: porto periodicamente la Comu-nione ad alcuni malati e anziani che non possono

più uscire di casa per le proprie condizioni fisiche, ma che desiderano Gesù nel loro cuore più della loro stessa sa-lute. Poi fa tutto Lui. Che testimonianza ricevo ogni volta! È Gesù la vera risposta al bisogno dell’uomo, al bisogno intero dell’uomo che è fatto di verità e libertà, di pienezza, di felicità, di dono di sé, di scopo e senso per cui vivere, morire, soffrire e gioire. Questo è quell’essenziale della vita cristiana che i malati mi rammentano ad ogni mio incontro con loro. E ogni volta è una sorpresa, una novità, è come una carezza che, facendola, ricevo a mia volta. “Perciò an-diamo dai poveri, non perché sappiamo già che il povero è Gesù, ma per tornare a scoprire che quel povero è Gesù” ci ha detto Francesco in una lettera scritta recentemente a tutto il movimento di CL. Non è per un “già saputo”, dunque, ma per non perdere l’accadere di un incontro (con Cristo) che avviene in quel preciso istante di tempo e di spazio.

Non so se dire così sia “teologicamente” corretto, ma esperienzialmente lo è di certo: ogni volta che porto il Corpo di Gesù ad uno dei “miei” malati, anch’io ricevo la Comunione attraverso le loro persone, sofferenti ma con il volto raggiante, attraverso i loro corpi esausti che mendica-no solo Cristo. Lo stesso bene infinito che indegnamente porto loro, mi viene misteriosamente ridonato con sovrab-bondanza.

Infine, un’ultima annotazione ma che è importante quanto le prime: appartenere alla comunità delle persone che prima di me, e ora anche con me, svolge questo mini-stero, è un continuo richiamo alla maternità della Chiesa che accoglie e cura i propri figli – per me è stato così – con quella tenerezza propria di un Altro Mondo in questo mon-do. “Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme” non è solo la frase di un Salmo (il 133) ma è una vita nuova iniziata qui, una promessa che inizia a compiersi qui ed ora, perché là il Signore dona la benedi-zione e la vita per sempre.

Gerardo Vitali

La sorprendente bellezza di dire “sì”

sie e cose da fare per dedicare un po’ di tempo allo Spirito e fare comunione tra di noi per una esperienza che non dimenticheremo!

Mi ha colpito - dice Giorgio - la quantità di volontari coinvolti, (ben 1200!), la centralità del luogo nel quartiere, l’autorevolezza di cui gode sia nei confronti della gente che presso le istituzioni. Mi colpisce che tutto questo sia stato costruito col lavoro e con la misericordia, non per l’appoggio di amicizie e influenze, anche se queste nel corso del tempo non sono mancate. Mi sorprende l’abnor-me sproporzione tra le risorse iniziali (un uomo e la sua idea) e il risultato di oggi, a distanza solo di pochi decenni: quando Gianni parlava di Provvidenza vien quasi da cre-dergli…

Continua Giuseppe: ciò che più mi ha colpito è come, quando ci si affida allo Spirito Santo e alla Provvidenza

con Fede vera, libera e pulita, si realizza l’impossibile in maniera estremamente concreta. È stata davvero un’ispi-razione vedere come persone molto normali sono riuscite ad affidarsi a Dio e a realizzare un progetto così concreto e importante per tanti “altri”.

Ci auguriamo che l’ispirazione di questo incontro ali-menti nel cuore di chi l’ha vissuto fiducia nella Provviden-za, passione per il servizio, spirito di comunione, traspa-renza nelle azioni quotidiane, disponibilità all’accoglienza e alla fraternità e desiderio di pace per tutti.

Auguriamo infine, a chi non ha ancora incontrato il Ser-mig, di accogliere questo annuncio di meraviglie e rega-larsi un giorno all’Arsenale della Pace (almeno un giorno! Sul sito trovate diverse occasioni di servizio per tutte le età).

Sara Cannizzo

Page 6: Papa Francesco in terra ambrosiana · Autoriz. Trib. MI n. 193 del 25.03.02 Direzione e Redazione: Melzo (MI) e-mail: il.lievito@libero.it Direttore responsabile: Eleonora Forloni

11 Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

10Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

Amarti mi basta, e farti amare

Nella ricorrenza del 170° della nascita di santa Gel-trude ci sentiamo tutte unite e più gioiose. Questa ricor-renza ci deve trovare con il cuore colmo di gratitudine per la vita di questa donna, santa suora che ha saputo mettersi in ascolto dello Spirito e discernere attentamen-te il disegno di Dio su di lei, dando vita, così, con il co-raggio profetico tipico dei santi, alla congregazione delle Suore Sacramentine.

L’esistenza di santa Geltrude, tutta permeata di va-lori evangelici, si è svolta all’ombra di Gesù Eucaristia, adorato nella preghiera e testimoniato nella vita; anche qui a Melzo, nell’anno 1938, faceva visita alle suore che lavoravano nello stabilimento Gavazzi.

Ai nostri festeggiamenti nella parrocchia Sacro Cuo-re di Melzo si sono uniti le parrocchie di Lavagna, Co-mazzo, S. Agata e, in modo speciale, il Santuario S. Ma-ria delle Stelle, presso l’Ospedale di Melzo, dove è stata celebrata la S. Messa solenne in onore della Santa: per la circostanza il Santuario ha esposto una bellissima re-liquia di santa Geltrude, ricevuta in dono dai superiori delle Suore Sacramentine (vedi riquadro).

Dall’Eucaristia santa Geltrude ha attinto per acco-gliere con tenerezza tutte le sue suore e le persone più deboli e fragili. Prediligeva e avvicinava con cuore di madre tutte le ragazze, anche quelle più disagiate. Veramente per lei l’Eucaristia era sorgente di relazioni evangeliche. Imitiamola, ... impegnandoci a rivedere le nostre relazioni con noi stessi, con Dio, con la Comunità e nei vari ambiti della nostra missione parrocchiale.

Rivolgiamoci a lei con fiducia e chiediamole di aiu-tarci a coltivare relazioni autenticamente evangeliche, sobrie, essenziali e vere. Come condizione indispen-sabile, però, è necessario che, come lei, ci poniamo in adorazione davanti a Gesù e ci lasciamo formare da Lui. Imploriamo la particolare protezione di santa Geltrude, non solo in questa ricorrenza del suo 170° compleanno, ma in ogni giorno della nostra vita, perché anche noi possiamo vivere il desiderio intenso che lei esprime con il suo “Amarti mi basta, Signore, e farti amare!”.

Suor Carla

Melzo 25 febbraio 2017

Carissima madre Maria Gambirasio

Le scrivo per ringra-ziarLa a nome di tutti i parrocchiani per il dono che ha fatto alla nostra città e, in particolare, al santuario Santa Maria delle Stelle: una reliquia di santa Geltrude Comen-soli.

A Melzo per molti mo-tivi è ancora viva la sua presenza, a partire dall’a-silo in cui anch’io, come la stragrande parte di tut-

ti i melzesi, ho ricevuto il dono di una educazione cri-stiana. Inoltre siamo vicino a Lavagna, dove suor Gel-trude ha vissuto e dove era tradizione fare ogni tanto una scappata in bicicletta. Ancora oggi sono vivi il ricordo della Santa e l’operosità delle suore sacramentine, pre-senti anche nella parrocchia Sacro Cuore, dove operano suor Carla e suor Pieralba che sono segni viventi della santità di Geltrude: nonostante l’età, vive, operose e ri-ferimento costante di molti parrocchiani, in particolare degli ammalati; la loro fede, la loro carità trascinano le nostre tiepide, spesso spente, fedi, e scaldano continua-mente i nostri cuori.

Anche oggi durante la S. Messa, quando abbiamo posto la santa reliquia insieme a tutte le altre che con-serviamo gelosamente, abbiamo trascorso un’ora di Pa-radiso. Le parole di suor Carla ci hanno commosso in-sieme a quelle di don Antonio Mascheroni: essendo nato a Melzo, anche lui è cresciuto avvolto dallo “spirito di santa Geltrude”.

Le novità sopraggiunte con l’arrivo del nuovo par-roco ci sollecitano a momenti di revisione della nostra vita religiosa, ci sprona a rivedere il nostro cammino e a continuare la ricerca di una vita di fede, coltivata con l’acqua della preghiera continua.

Grazie Madre, grazie santa Geltrude, grazie suor Carla e suor Pieralba.

Andrea Marchini

Ringrazio di cuore, Signor Andrea, per la testimo-nianza che mi ha inviato, riguardante le nostre due carissime Suore. Ringrazio per il bene che a loro vogliono.Davvero sono esempi di forte testimonianza evangeli-ca... il Signore le benedica. E benedica anche lei insie-me a tutti i parrocchiani.Con gratitutine saluto di cuore assicurando preghiere.

suor Maria

ATTUALITÀ ECCLESIALE ATTUALITÀ ECCLESIALE

Credenti “dentro” la Chiesa.3

Giovedì 2 marzo alle ore 21,00, nella chiesa di S. Francesco, si è te-nuto il terzo incontro decanale di lectio divina per adulti dal titolo:

Condividere la cena (I Corinzi 11,20-33)

L’incontro è stato guidato da don Angelo Puricelli che ha gentilmente curato anche questa sintesi per i lettori de Il Lievito.

ContestoAncora una volta (quasi ossessivamente) Paolo af-

fronta in questa lettera il problema della divisione all’in-terno della comunità. Una divisione che diventa tanto più scandalosa se si rende evidente proprio nel cuore della vita della comunità la celebrazione della Santa Cena.

Ci sono, del testo che affrontiamo questa sera, tre versetti che introducono e che non sono stati riportati nel brano da commentare ma che rendono ancora più evidente questa preoccupazione per Paolo: - vv. 17-19 17 E mentre vi do queste istruzioni, non

posso lodarvi per il fatto che le vostre riunioni non si svolgono per il meglio, ma per il peggio. 18 Innanzi tut-to sento dire che, quando vi radunate in assemblea, vi sono divisioni tra voi, e in parte lo credo. 19 E’ neces-sario infatti che avvengano divisioni tra voi, perché si manifestino quelli che sono i veri credenti in mezzo a voi.

Basti questa considerazione per lasciarci stupiti: “Non sono meravigliato che ci siano divisioni – dice Paolo – del resto solo a fronte delle divisioni è possibile capire chi sono i veri credenti”. Quasi a dire: “Chi veramente crede in situazioni di divisione manifesta la sua fede, lì emerge quello che veramente porta nel cuore, …se amore per Gesù e la sua Chiesa o solo ambizioni perso-nali e velleità proprie”.

Il testo può essere utilmente considerato in tre sezioni e una conclusione che, poi, è il succo di tutto:

- vv. 20-22 Il rimprovero di Paolo: Voi non mangia-te più la cena del Signore perché il vostro trovarvi fa emergere divisioni che meritano il disprezzo e rendo-no indegno vostro sedervi a questa tavola.

- vv. 23-26 Cosa è l’Eucaristia che celebrate? Ciò che abbiamo ricevuto e che dobbiamo trasmettere, il memoriale di quella Parola della Croce che risuona attuale nella vita di chi partecipa e che diventa annun-cio di vita.

- vv. 27-32 L’Eucaristia diventa misura dell’amore possibile, che ci misura e ci giudica.

- v. 33 Da tutto ciò l’esortazione: ASPETTATEVI GLI UNI GLI ALTRI. Se riflettessimo sulla ricchezza di questa immagine comprenderemmo che tutto sta in questo aspettarci vicendevolmente. Un aspettarci che è alimentato dalla pazienza dell’amore, della carità fraterna e della misericordia che impariamo quotidia-namente da un Dio che ci aspetta in tutte le nostre lentezze. Viene in mente l’immagine del profeta (Is 40, 1-11) che per parlare di Dio non trova modo migliore

che raccontare del Pa-store che “col braccio raccoglie il gregge, por-ta gli agnellini sul petto e pian piano conduce le pecore madri”. Aspetta-re è proprio del cuore misericordioso di Dio e dell’a-more paziente di ogni mamma per il suo bambino o del Padre (quello di evangelica memoria Lc 15) che non si stanca di scrutare l’orizzonte nell’attesa che il figlio ritorni.

Due considerazioni semplici a mo’ di riflessione intro-duttiva:

• Per sette volte viene ricordato l’atto del mangiare e per altre sette quello del bere: attorno a queste azioni nell’esperienza cristiana si è determinata la rivoluzione di un rapporto con Dio assolutamente nuovo e originale, che si fa mangiare e bere.

• Questo sederci al banchetto, lungi dall’essere una semplice azione rituale o celebrativa, giudica tutta la nostra vita, non solo il nostro essere veri credenti ma la possibilità di realizzazione della nostra uma-nità, fatta per amare di un amore che è dono e che può prendere vita solo quando, questo amore che è dono, lo riceve (è la riflessione della volta scorsa sulla Parola della Croce).

Lectio:- vv. 20-22 Cosa succedeva? Alcuni commentatori af-

fermano che probabilmente i ricchi, nelle cui case ci si trovava, anticipavano la cena rituale con banchetti e venivano poi raggiunti da alcuni poveri che dopo il la-voro giungevano senza neppure aver mangiato. Così che gli uni sono ubriachi e gli altri hanno fame. Tutto ciò risulta umiliante per i poveri e getta il disprezzo sulla Chiesa. Ecco perché si meritano la riprovazione di Paolo. Il luogo più alto della comunione con Dio e tra fratelli diventa il luogo dove le diversità sociali di-ventano imbarazzanti. Quel gesto che è fatto per dire unità acuisce la divisione.

- vv. 23-26 Ecco allora che l’Apostolo sente il bisogno di ricordare a tutti il significato della celebrazione eu-caristica, ripropone le parole dell’istituzione (che il suo amico e compagno di annuncio Luca aveva riportato nel Vangelo), ricordando tra l’altro che nessuno se le è inventate ma ci sono state consegnate (il senso più alto della tradizione di cui la Chiesa è depositaria) e che devono essere trasmesse ad altri.

Il memoriale (gesto capace di rendere presente e at-tuale l’effetto di un’azione che si è svolta nel passato)

Page 7: Papa Francesco in terra ambrosiana · Autoriz. Trib. MI n. 193 del 25.03.02 Direzione e Redazione: Melzo (MI) e-mail: il.lievito@libero.it Direttore responsabile: Eleonora Forloni

13 Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

12Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

porta con sé quell’eccezionale capacità di richiamare il passato nel segno della memoria, di rendere viva e attuale la sua azione nel presente e di mostraci il destino di immortalità che si dischiude per il futuro (ci immette nella vita di Dio).

- vv. 27-32 Da qui due considerazioni: • Siamo sempre indegni di accostarci ad un mistero

così grande ma sappiamo che per grazia è pos-sibile (“O Signore non sono degno di partecipare alla tua mensa ma di soltanto una parola ed io sarò salvato”), a meno che non vanifichiamo la grazia quando non riconosciamo che mangiamo il corpo del Signore.

L’indegnità è quando non riconosciamo il corpo ….. al versetto 29 quel …. “del Signore”…. ce l’abbia-mo aggiunto noi, perché di per se non c’è nel testo della lettera. Ci viene da pensare che non sia solo il corpo del Signore che dobbiamo riconoscere ma anche quello della comunità e dei fratelli.

• Allora la fraternità e la solidarietà è ciò che aiuta a vincere le solitudini e il dolore, non lo cancella ma lo rende più portabile. Forse per questo Pao-lo dice che il non riconoscere il corpo, è motivo di tanto dolore dentro quella comunità dove la morte e il dolore sembrano prevalere. Mi sembra di po-ter riconoscere che questa sia l’esperienza anche nostra. Penso al dolore immenso di quel giovane uomo che è andato in questi giorni in Svizzera a chiedere di aiutarlo a morire. Al di là di ogni giu-dizio, ci sembra di poter dire che è la sconfitta di

una comunità che non è stata capace di esprimere quella fraternità e quell’amore capaci di donare ra-gioni di vita e di speranza.

- v. 33 Perciò …. aspettatevi …. è la conclusione naturale di questo richiamo forte di Paolo.

* * *Actio:riguardo a questo aspettarci gli uni gli altri

Qual è la nostra capacità di stare al passo coi più de-boli e fragili della comunità? Come so riesprimere quella pazienza e tenerezza che Dio mi manifesta ogni volta che celebro l’eucaristia?

riguardo alla necessità di riconoscere il …corpo …Don Lorenzo Milani prete di grande fede fortemente

provato dall’ostilità e dai dubbi circa il suo ministero da parte del suo vescovo diceva, a chi lo esortava a lascia-re quella Chiesa: “Se non ci fosse la Chiesa non saprei dove andare a chiedere perdono a Dio dei miei peccati”. Amiamola questa Chiesa in tutte le sue fragilità e in tutta la bellezza, che non è sua ma della Parola della Croce che in essa risuona.

Sintesi a cura di don Angelo Puricelli

È la postulatrice della causa di beatificazione dei co-niugi Gheddo, l’avv. Lia Lafronte, a raccontarci la sto-ria del loro cammino di fede e le virtù eroiche vissute nella loro vita quotidiana prima e durante il loro breve matrimonio. Una testimonianza a favore della famiglia. Ci presenta, come in un racconto, chi sono stati queste due semplici persone; straordinarie nell’ordinarietà. “Io sono estremamente grata ed onorata per l’incarico rice-vuto e ringrazio il Signore non solo per le nuove prove trovate ma per avermi permesso di accostarmi così in-timamente, nello studio e nella ricerca, alla conoscenza degli umili e semplici Servi di Dio, ma proprio per questo grandi: Rosetta e Giovanni. Ho potuto apprezzarne le splendide virtù evangeliche, la cui eroicità spero possa essere al più presto decretata dalla Congregazione delle

cause dei santi e, soprattutto, sono arrivata ad amare entrambi così come si possono amare persone buone e care che si sentono vicine a noi. La spiritualità dei co-niugi e genitori Gheddo, manifestata già prima che si sposassero, mi ha colpito in modo molto profondo: è im-possibile riassumere la ricchezza interiore e la luminosi-tà della loro fede che ho percepito dai testimoni ascoltati e dai documenti storici che ho reperito. L’impressione forte che ho avuto è che ogni più piccolo gesto nella vita di questi Servi di Dio, così amabili nella personalità e così calati nella normalità della vita familiare, parrocchia-le e sociale da poter essere davvero definiti i “santi della porta accanto”, è che ogni loro più piccolo gesto è stato connotato da amore a Dio e dal voler fare la Sua volontà: nella gioia, nel dolore, nel sacrificio. Sono così emerse, in modo esemplare, l’adesione dell’uno e dell’altra alla spiritualità di don Giovanni Bosco (la loro era terra pret-tamente salesiana nel tempo in cui era molto forte l’eco della vita, delle opere e della morte del grande Santo) e la piena condivisione dei tre principi basilari dell’Azio-ne Cattolica, di cui entrambi facevano parte: preghiera, azione, sacrificio”.

Rosetta Franzi, iscritta anche all’ADMA (Associazio-ne dei Devoti di Maria Ausiliatrice), era stata alunna e convittrice, per anni, presso l’Istituto delle Suore di Maria Ausiliatrice a Casale Monferrato, dove aveva respirato e fatto proprio non solo il carisma di don Bosco ma anche quello di santa Maria Mazzarello, fondatrice per volontà del Santo, dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Giovanni, anch’egli ispirato agli ideali di don Bosco, della cui vita e spiritualità si nutriva tramite letture medi-tate, era parte viva e feconda dell’Azione Cattolica di Tronzano, dove negli anni 1923-1928 è stato anche presidente dei Giovani del Circolo ‘Don Abbondo’.

“Vorrei esprimere - continua la postulatrice - ciò che ho provato andando sulla tomba di Rosetta, al cimitero di Tronzano Vercellese. Un’emozione profonda mi ha pervasa al pensiero che quella piccola e dolce mamma, morta così giovane lasciando tre bambini per cui sogna-va con il marito un futuro di fede e carità (il primo giorno di nozze, al Santuario della Madonna di Oropa, avevano chiesto la grazia che almeno uno o una dei loro figli fos-se sacerdote o suora), sia stata trovata ancora intatta, incorrotta, durante l’esumazione del corpo a trent’anni

È bello essere figlio di genitori santi:una famiglia normale verso gli altari«Che bello, cari amici, crescere in una famiglia in cui mamma e papà sono “dei santi” (fra virgolette, perché il giudizio spetta alla Chiesa). Ti senti sempre, anche da pic-colo, nel calore dell’amore e della benedizione di Dio. Hai davanti degli esempi for-midabili e quando diventi anziano ti commuovi e ringrazi il Signore di aver avuto una mamma e un papà come Rosetta e Giovanni: la prima morta di polmonite e di parto nel 1934, a 31 anni (con due gemelli non sopravvissuti) il secondo a 42 anni (nel 1942) durante la guerra in Russia con un atto di eroica carità cristiana che ricorda san Massimiliano Kolbe! Due esistenze del tutto normali, senza miracoli, né visioni, né misticismi; due militanti dell’Azione Cattolica che hanno creato la loro famiglia, allevato tre figli (ne volevano dodici), aiutato i poveri e percorso assieme la difficile ma esaltante via all’unione con Dio già su questa terra». (Padre Piero Gheddo)

L’ultimo incontro si terrà a Gorgonzola,cappella della SS. Trinità, col seguente programma:

• Giovedì 18 maggio - ore 21,00 •La via migliore di tutte (I Corinzi 13,1-13)

ATTUALITÀ ECCLESIALE PERSONAGGI

OnOranze Funebri

Mutuo SoccorsoFunerali completi

(sconto per i Soci)

Disbrigo pratichein qualsiasi ospedale

Vestizioni - CremazioniLapidi - Monumenti

Trasportinazionali ed esteri

Fornitura fiori

E-mail: [email protected] - Sito: www.onoranzefunebrimutuosoccorso.itAgenzie: Truccazzano - Milano - GorGonzola

Servizio attivo 24 ore su 24 - diurno - notturno - festivoTel 02/95.50.762 - Via A. Villa, 35 - Melzo

Sala del Commiatogratuita

Page 8: Papa Francesco in terra ambrosiana · Autoriz. Trib. MI n. 193 del 25.03.02 Direzione e Redazione: Melzo (MI) e-mail: il.lievito@libero.it Direttore responsabile: Eleonora Forloni

15 Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

14Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

dalla morte (1964): in quella terra di risaie, umida ed assolutamente incompatibile, secondo la normalità del-le cose, con la conservazione di un corpo il cui cuore aveva cessato di battere per parto prematuro e polmo-nite incurabile, allora, senza la penicillina. Sono convin-ta, come per altri grandi santi, che quel rinvenimento è stato un segno della santità di Rosetta. Vedendo la foto di Giovanni sulla lapide, sotto quella di Rosetta, sono stata colpita invece dal pensiero del suo essere sepolto chissà dove, in terra straniera. Lui, perso nel gelo, sulle rive del Don, caduto per mano nemica nello slancio di carità volto a salvare la vita di un militare che doveva restare e morire al suo posto. Un corpo donato per amo-re al prossimo, nel Signore, quello di Giovanni, ed un corpo preservato dalla corruzione, dal Signore, quello di Rosetta. Due destini particolari, incrociati in mistica connessione. La vicinanza spirituale che percepivo di entrambi era grande e vera, reale come la stessa vita che hanno vissuto mentre comprendevo che Giovanni era perso solo nel corpo, null’altro. Insieme sono vissuti sulla terra ed insieme erano e sono in cielo. Insieme li percepivo e, con quell’emozione profondissima, mi sono sentita e mi sento loro figlia, come tante altre persone che hanno imparato ad amarli. Ho compreso che il se-condo desiderio da loro espresso al Santuario di Oropa, di avere 12 figli, non era stato disatteso ma solo riman-

dato e moltiplicato nel piano divino che non vede solo la maternità e paternità fisica ma anche, e soprattutto, quella spirituale”.

L’avvio del processo di beatificazione dei due coniugi Gheddo non ha lo scopo di mettere sul candelabro delle persone, una comunità o un paese; ma semmai vuol es-sere un’obbedienza all’invito di Gesù: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini. Perché vedano le vostre opere buone e rendano grazie al vostro padre che è nei cieli”. E forse i coniugi Gheddo, con la luce della loro testimonianza, radicalmente fedeli ad un Vangelo preso alla lettera giorno dopo giorno, nel lavoro e nella prova, nella croce e nella gioia, nella speranza e nell’amore, hanno un compito di “rappresentanza”, che è quella di dare voce a tante figure splendide di genitori cristiani for-giati dalla grazia e dallo Spirito Santo.

Nella logica del Regno di Dio è necessario che alcuni testimoni vengano ricordati e proposti come esempio, per dire che la santità non è privilegio di pochi: è il de-stino, la tua vocazione, la parola più vera che esprime quel desiderio di realizzazione che sta nel profondo del cuore umano.

Insomma, la santità è possibile anche per noi: è una sfida meravigliosa per tutti.

a cura di Lorena Motta

PERSONAGGI

Siamo tutti invitati a partecipareall’incontro pubblico

Quale futuro per Melzo?In occasione

delle prossime elezioni amministrativela comunità cristiana

ne discute con i cittadini

Verrà presentata laLettera della Comunità Cristiana

di Melzo alla Cittadinanzaseguirà una tavola rotonda

con alcuni espertinei vari ambiti di interesse

Giovedì 20 aprile 2017ore 21,00

Auditorium via Mascagni 11

Ci auguriamo che l’incontropossa costituire

un proficuo momento di dialogocon tutte le componenti

della nostra città.

In questi anni Melzo sta attraversando un periodo difficile della sua storia recente. Nella nostra città si riverberano le stesse contraddizio-ni e complessità della società attuale, che sta vivendo non tanto un’epoca di cambiamento, ma, come dice Papa Francesco, un cambia-mento d’epoca. Il modo di lavorare, di relazionarci e di trasferire conoscenze sta profondamente mutando e facciamo fatica ad adattarci alle nuove situazioni di vita. In questo contesto generale la nostra città sta subendo, forse più di altri paesi della zona, una fase di appan-namento economico e sociale e una perdita di centralità nella Martesana. Melzo appare come ferma nell’attesa di scegliere una nuova direzione per il proprio futuro.

Le elezioni amministrative della prossima primavera costituiscono uno snodo delicato e forse decisivo per le prospettive di Melzo. Anche nella nostra città si riscontra però un generale scetticismo verso la politica, intesa spesso come terreno di scontro di interessi e di poteri contrapposti che poco sembrano avere a che fare con la vita delle persone, e una crescente disaffezione verso i temi di interesse sociale. Si rafforza, per contro, una frammentazione individualistica che spinge a ripiegarci in noi stessi e ad occuparci solo delle nostre questioni personali.

La comunità cristiana, condividendo le ansie e le speranze di tutti i melzesi, sente il bisogno di stimolare il dibattito pubblico sulla situazione attuale della nostra città e sul suo futuro, offrendo il proprio contributo di idee e richiamando l’attenzione su quei temi che ritiene prioritari. Nella nostra città la comunità cristiana promuove numerose iniziative in ambito sociale, assistenziale e culturale le quali, lungi dal costituire la soluzione dei problemi di Melzo, rappresentano tuttavia degli esempi di servizio gratuito e disinteressato. Lo stesso spirito di servizio ci muove a presentare questa lettera, nella speranza di essere di aiuto alla nostra città.

Siamo consapevoli di essere cittadini tra altri cittadini, portatori di visioni e di istanze diverse dalle nostre, con i quali vogliamo confrontar-ci in modo costruttivo, per condividere idee che possano essere utili per il rilancio della nostra città. Crediamo che presupposto indispensabile per la rinascita di Melzo sia far crescere tra noi cittadini il senso di appartenenza civica e comunitario: metodo privilegiato a tale scopo è quello del dialogo rispettoso delle posizioni altrui.

Le elezioni amministrative possono rappresentare un’occasione propizia per riscoprire il senso del vivere comune. Vorremmo che esse costituissero non solo un appuntamento elettorale, ma anche un’opportunità per avviare una riflessione collettiva che, partendo dall’ascolto della cittadinanza e senza fermarsi alle singole questioni contingenti, ci aiuti a immaginare per la nostra città migliori possibilità di vita e di sviluppo nei prossimi anni.

Melzo conserva ancora notevoli risorse umane, associative, culturali, di volontariato: proprio da questo tessuto di prossimità si può sviluppare un dialogo positivo e costruttivo per il bene comune. La nozione di “bene comune” è il principio che svolge una funzione centrale ed unificante nell’etica sociale, nonché la ragione di essere delle istituzioni e della comunità politica: la scelta di quest’ultima attraverso le elezioni non può quindi lasciarci indifferenti.

Chi oggi, mosso da autentica passione per Melzo, decide di impegnarsi in prima persona nella politica locale è chiamato ad affrontare sfide complesse, e merita pertanto l’incoraggiamento della cittadinanza. La nostra comunità cristiana esprime il proprio apprez-zamento per coloro che, credenti e non credenti, hanno il coraggio di scegliere questa difficile forma di servizio, e si offre di accompagnare in maniera propositiva il loro cammino anche dopo la fase elettorale.

Coscienti dei nostri limiti, per questo nostro contributo avremo come bussola l’insegnamento della Chiesa e la sua Dottrina Sociale, con particolare attenzione alle sollecitazioni forniteci da ultimo da Papa Francesco nella sua lettera enciclica “Laudato Sì” sulla cura della casa comune. Alla luce di questo insegnamento cercheremo di indicare le questioni che riteniamo vitali per il futuro sviluppo della nostra città. Ciò non per imporre le nostre idee, ma per proporre dei criteri di lettura della realtà sui quali confrontarci con le altre componenti sociali di Melzo.

Tenteremo quindi di analizzare la situazione attuale della nostra città mossi dalla ricerca del bene comune, allo scopo di avviare un dialo-go con tutti i nostri concittadini, di qualsiasi estrazione, che hanno a cuore la nostra casa comune.

Lettera della Comunità Cristiana di Melzo alla cittadinanzawww.sanfrancescomelzo.it

“Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo,

e nulla Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore” (Gaudium et Spes n. 1)

Page 9: Papa Francesco in terra ambrosiana · Autoriz. Trib. MI n. 193 del 25.03.02 Direzione e Redazione: Melzo (MI) e-mail: il.lievito@libero.it Direttore responsabile: Eleonora Forloni

17 Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

16Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

Valorizzazionedel volontariato

Vera ricchezza di Melzo sono le associazioni e il volontariato esistenti in ambito assistenziale, culturale e sporti-vo, che costituiscono una preziosa trama di relazioni e una risorsa per la coesione sociale. Crediamo che queste realtà vadano ascoltate e sostenute, anche a livello fiscale, organizzativo e burocratico, e che le loro esperienze vadano valorizzate e fatte proprie, quando utili, dagli amministratori locali. È proprio della buona politica riconoscere il valore originale e libero dei soggetti che, aggregandosi dal basso, conoscono i bisogni reali delle persone e operano in spirito di gratuità per rispondere ad essi. Ci auguriamo che le realtà associative e di volontariato di Melzo possano cooperare fattivamente con le istituzioni da soggetti di pari dignità, senza essere considerate come semplici attuatori di decisioni prese altrove, o supplenti delle caren-ze del settore pubblico.

Educazione

La famiglia deve essere sostenuta anche nella sua funzione educativa. Ciò significa dedicare la necessaria attenzione alla conciliazione delle esigenze di vita con il lavoro, con particolare riguardo ai tempi e agli orari degli uffici e dei servizi pubblici, per garantire un maggiore sostegno ai genitori impegnati durante la giornata, che spesso non godono di una adeguata rete parentale. Riteniamo inoltre che vadano sostenute quelle iniziative della società civile, quali, ad esempio, il Progetto College, la scuola di italiano per stranieri e il Progetto Itinera, che offrono un aiuto concreto ai minori con difficoltà scolastiche o di integrazione, e che allo stesso tempo costituiscono un’occasione di crescita per i ragazzi più grandi. Sappiamo, inoltre, che i prossimi amministratori di Melzo sono chiamati ad affrontare con decisione il grave problema dell’edilizia scolastica, e auspichiamo che essi offrano adeguato supporto alla scuola paritaria operante nella nostra città, nel riconoscimento che essa rappresenta un presidio per l’effettivo esercizio della libertà educativa.

La famiglia

Sentiamo di dover ribadire la centralità della famiglia, vera architrave della nostra società, e ammortizza-tore delle difficoltà che l’attraversano. Si pensi, per fare solo un esempio, ai numerosi casi di famiglie melze-si chiamate ad affrontare in prima persona il problema dei propri anziani ammalati o di disabili gravi, le cui cure richiedono un impegno economico a volte insostenibile, e che spesso non sarebbero gestibili neppure dall’amministrazione pubblica. Crediamo sia dovere della società civile e politica, anche a livello locale, attuare politiche fiscali e sociali a sostegno della famiglia, riconoscendone il suo insostitui-bile valore.

Principio della sussidiarietà orizzontale, valorizzazione dei corpi intermedi, primato della società civile sulla comunità politica

Appartenenzacivica

Città inclusiva

Come abbiamo ricordato in premessa, presupposto indispensabile per la rinascita di Melzo è la crescita tra noi cittadini del senso di appartenenza civica e comunitario. È quindi essenziale creare occasioni che favori-scano il dialogo e la reciproca conoscenza tra le persone e tra i soggetti sociali presenti a Melzo: come comunità cristiana ci sentiamo chiamati a contribuire a questo sforzo. Vorremmo che l’amministrazione locale condividesse questa necessità, favorendo le occasioni propizie alla socializzazione tra i cittadini, e rivitaliz-zando gli appuntamenti e le tradizioni ancora sentiti come significativi dai melzesi. Desideriamo anche che Melzo sia una città accogliente e solidale nei confronti di tutti i residenti. Consideriamo pertanto una priori-tà sostenere e incoraggiare fattivamente l’integrazione degli stranieri in essa presenti, aumentati in maniera notevole negli ultimi 10 anni, e visti spesso finora come un problema di natura assistenziale o di ordine pubblico, invece che come una risorsa per l’arricchimento umano e il ringiovanimento di Melzo.

Partecipazione alla vita culturale, economica, sociale e politica verso il bene comune

“Il bene comune presuppone il rispetto della persona umana in quanto tale, con diritti fondamentali e inalienabili ordinati al suo sviluppo integrale. Esige anche i dispositivi di benessere e sicurezza sociale e lo sviluppo dei diversi gruppi intermedi, applicando il

principio di sussidiarietà. Tra questi risalta specialmente la famiglia, come cellula primaria della società” (Laudato Si’ n. 157)

“Non tutti sono chiamati a lavorare in maniera diretta nella politica, ma in seno alla società fiorisce una innumerevole varietà di associazioni che intervengono a favore del bene comune, difendendo l’ambiente naturale e urbano (…). Intorno a loro si sviluppano o si recuperano legami e sorge un nuovo tessuto sociale locale. Così una comunità si libera dall’indifferenza consumistica. Questo vuol dire anche coltivare un’identità

comune, una storia che si conserva e si trasmette. In tal modo ci si prende cura del mondo e della qualità della vita dei più poveri, con un senso di solidarietà che è allo stesso tempo consapevolezza di abitare una casa comune”

(Laudato Si’ n. 232)

Accoglienza dei profughi

Riteniamo che Melzo non possa sottrarsi al dovere di essere solidale nei confronti delle tante persone che, spesso rischiando la vita, arrivano nel nostro Paese nella speranza di un’esistenza migliore. Abbiamo inoltre un dovere di solidarietà verso le città e le zone del nostro Paese che per motivi geografici o logistici vengono investite più direttamente dal flusso dei profughi e dei migranti. Ci aspettiamo dalle forze politiche non una chiusura preconcetta, né una apertura indiscriminata, ma l’impegno a creare le condizioni affinché la nostra città accolga in modo responsabile e sostenibile i profughi che ad essa verranno eventualmente destinati dalle Autorità preposte.

Vivibilità eambiente

Papa Francesco ci ha ricordato che questione sociale e questione ambientale coincidono: “Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale” (Laudato Sì n. 139); la cura dell’ambiente non può quindi ridursi ad una questione marginale. È vitale perseguire la bellezza e il decoro degli spazi pubblici, anche di quelli più periferici, l’ampliamento del verde pubblico, il consumo zero del territorio, e la sostenibilità ambientale del ciclo dei rifiuti. Riteniamo peral-tro che questo principio sia particolarmente significativo per Melzo, dove il grave problema delle aree ex industriali dismesse, soprattutto quelle situate nella zona centrale, costituiscono allo stesso tempo un problema ambientale, un freno allo sviluppo economico e, non ultimo, una grave ferita dal punto di vista estetico e della vivibilità. Pur consapevoli di tutte le difficoltà del caso, vorremmo vedere queste aree rinascere, attraverso progetti concreti di sviluppo e di rilancio della città.

Sostegno a chi è in difficoltà

Anche nella nostra città le difficoltà economiche rischiano di penalizzare maggiormente i più fragili, come i minori, i disabili o i malati gravi, le famiglie numerose e gli anziani non autosufficienti. Durante questa lunga crisi la percentuale di persone bisognose di aiuto è aumentata anche tra gli italiani, e tra fasce sociali che prima sembravano indenni da problemi di questa natura. Colpiscono, in particolare, le nuove povertà derivate dalla difficoltà di fronteggiare situazioni inaspettate che potrebbero capitare a ognuno di noi, come la perdita del lavoro, o l’insorgere di malattie croniche di un familiare. Alcune risposte alle necessità di questi sogget-ti vengono già date dalle iniziative promosse dalla società civile di Melzo, iniziative che vanno incoraggiate e sviluppate, ma che da sole non possono essere sufficienti senza l’indispensabile intervento pubblico. Dato atto dell’impegno che le istituzioni dedicano a questi ambiti, e pur consapevoli delle difficoltà finanziarie nelle quali esse si dibattono ormai da anni, auspichiamo che l’aiuto e l’assistenza ai più fragili continui a costituire la priorità dell’azione politica locale.

Il lavoro

Anche Melzo soffre la crisi economica che ancora colpisce il nostro intero Paese. Questa difficoltà è resa palese dalla progressiva chiusura di negozi ed attività commerciali, anche nel nostro centro storico, che rischia di lasciarci in eredità un panorama urbano desolato. La conseguenza più drammatica della crisi è costituita dalle persone che hanno perso il lavoro o lo cercano senza riuscire a trovarlo. Riteniamo che Melzo non debba rassegnarsi a subire un progressivo declino, e auspichiamo che essa possa ancora rivestire un ruolo rilevante e peculiare nell’ambito delle dinamiche sociali ed economiche della Martesana. La nostra città potrebbe attrarre nuove attività imprenditoriali grazie alla sua rete di servizi, e ai suoi ottimi collegamenti ferroviari e stradali con l’area metropolitana milanese. Rilanciare l’economia di Melzo è un obietti-vo difficile ma possibile, che deve essere perseguito con i mezzi opportuni dalle forze politiche e sociali.

Principio della solidarietà e della opzione preferenziale per i poveri

“Nelle condizioni attuali della società mondiale, dove si riscontrano tante iniquità e sono sempre più numerose le persone che vengono scartate, private dei diritti umani fondamentali, il principio del bene comune si trasforma immediatamente, come logica

e ineludibile conseguenza, in un appello alla solidarietà e in una opzione preferenziale per i più poveri” (Laudato Si’ n. 158)

Page 10: Papa Francesco in terra ambrosiana · Autoriz. Trib. MI n. 193 del 25.03.02 Direzione e Redazione: Melzo (MI) e-mail: il.lievito@libero.it Direttore responsabile: Eleonora Forloni

19 Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

18Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

Condizionegiovanile

Rispetto alle altre fasce anagrafiche, i giovani patiscono maggiormente la perdita di attrattività di Melzo. Sembra che essi rinuncino a sperare che la nostra città possa costituire un luogo significativo dove progettare il loro futuro. È necessario mettersi in ascolto dei giovani e dei loro bisogni, da quello della possibilità di un sano divertimento a quello dell’inserimento nel mondo del lavoro, e offrire gli stimoli e le condizioni per la loro crescita e per la loro aggregazione, evitando che essi siano costretti a uscire da Melzo per trovarli. Un ruolo cruciale in questo senso può essere giocato sia dalla rivitalizzazione delle attività culturali melzesi, sia da un maggiore coinvolgimento dei giovani nelle realtà associative della nostra città, che potrebbe-ro rappresentare il veicolo del loro protagonismo. È inoltre necessario attuare politiche abitative che incentivino i giovani di Melzo a restarvi, e che agevolino il trasferimento di giovani famiglie nel nostro Comune: il progres-sivo invecchiamento della nostra popolazione non è un fenomeno neutro, ma un problema cui occorre porre rimedio.

Vita culturale

La cultura è il presupposto per l’esercizio consapevole dei diritti e dei doveri di cittadinanza, e l’antidoto alla superficialità e all’individualismo che oggi sembrano dilaganti. Melzo possiede luoghi e realtà che la distinguono dalla maggior parte dei paesi della nostra zona, e che le permetterebbero di costitui-re ancora un polo di attrazione per le attività culturali. Ci riferiamo, ad esempio, alla presenza di un centro storico relativamente esteso e in buona parte pedonalizzato, al Teatro Trivulzio, alla biblioteca Vittorio Sereni, al Cinema Arcadia, e alle numerose associazioni e istituzioni di carattere culturale. Auspichiamo che la prossima amministrazione comunale valorizzi adeguatamente le risorse culturali di Melzo, promuovendo la collaborazione tra pubblico e privato e stimolando un’interazione proficua tra i diversi soggetti esistenti. Oltre a favorire la crescita umana dei cittadini, questo processo potrebbe rivitalizza-re luoghi ora spenti, e generare un volano per lo sviluppo economico di Melzo.

Alla luce di queste considerazioni, esortiamo i nostri concittadini a vincere le tentazioni dello scetticismo e della passività, e a riscoprire il valore e la bellezza della partecipazione alla vita democratica della nostra città, anche attraverso il voto. Ci rivolgiamo pertanto anche alle forze politiche melzesi, affinché con il loro comportamento incoraggino i cittadini a rinnovare il loro interesse per le elezioni amministrative e le istituzioni locali. A tale scopo auspichiamo che fin dall’inizio della campagna elettorale e per tutta la durata della prossima consiliatura esse facciano proprio, pur nella distinzione dei rispettivi ruoli di maggioranza e opposizione, uno stile di reciproca collaborazione, presupposto per il buon governo della nostra città. Ci preme richiamare il rispetto dovuto ad ogni persona e alle idee di cui essa è portatrice, la pazienza nell’ascolto e la disposizione a comprendere le opinioni degli altri, l’importanza di evitare toni denigratori o la diffusione di notizie tendenziose.Vorremmo inoltre che, dopo lo svolgimento delle elezioni, il metodo con cui verranno adottate le scelte amministrative che riguardano il futuro di Melzo garantisse il responsabile coinvolgimento del maggior numero di cittadini, affinché esse siano il più possibile comprese e condivise; questo porterebbe come frutto una maggiore coesione all’interno delle comunità cittadina. Favorire la partecipazione significa sia dare risposte a chi è in grado di manifestare le proprie necessità, attraverso una azione individuale o di gruppo, ma soprattutto dare voce a chi non ce l’ha, a chi non è in grado di accedere al potere per mancanza di capacità, per solitudine, perché emarginato.

Nel presentare alla città questa lettera la comunità cristiana non è mossa né da un interesse particolare, né dal desiderio di contare, o di contarsi. Se è vero, come insegnava Paolo VI, che la politica è la forma più alta di carità, questo messaggio è un segno dell’amore gratuito che i cristiani di Melzo hanno per la loro città. Facciamo quindi appello a tutti i cittadini a confrontarsi con questo documento e a trarne spunto per la loro riflessione, collettiva o personale, disponibili a discuterlo e a recepire le osservazioni e le proposte che ci dovessero essere rivolte.

Marzo 2017La comunità cristiana di Melzo

Alle

go

ria

del

Bu

on

Go

vern

oA

mb

rog

io L

ore

nze

tti –

Pal

azzo

Co

mu

nal

e d

i Sie

na

Dall’1 marzo il Patronato Acli ha messo in campo una grande operazione di rilancio

Appena nacquero le ACLI, nel 1945, si attrezzarono per costruire un Patronato che sostenesse i lavoratori e i cittadini nella difesa dei propri diritti. Nel tempo questo servizio si è sviluppato e ha visto allargare costantemen-te lo spettro delle pratiche offerte, anche per il fatto che la burocrazia statale ha pensato di alleggerire i propri costi passando ad una completa gestione telematica delle pratiche e lasciando ai cittadini ogni incombenza che, nella maggior parte dei casi, non sono in grado di assolvere da soli.

Il Patronato Acli si è sempre sostenuto grazie al vo-lontariato, alla professionalità degli operatori e al Fondo Patronati che in questi anni ha subito tagli per 50 milioni di euro e che sta pagando con oltre 1000 giorni di ritar-do!

Oggi però, per poter continuare a sostenere il 70% del lavoro offerto agli utenti in gratuità dal Patronato ACLI, si sono dovute mettere in campo soluzioni inno-vative. Purtroppo in diverse parti d’Italia ha dovuto ope-rare scelte dolorose, quali la messa in solidarietà di più di cento operatori e responsabili. Un’impresa sociale che genera il 30 % dei propri “prodotti” senza poter incassare un euro da essi, non può pensare di ave-re un futuro. D’altro canto l’associazione intende conti-nuare sulla strada del passato, ovvero, non vincolare la fruizione del servizio al pagamento della tessera.

Si è pensato di accettare una sfida resa possibile da una recente legge dello Stato: quella di chiedere un piccolo contributo per alcuni no-stri servizi, per i quali lo Stato non ri-conosce alcuna remunerazione. Le Acli nazionali hanno deciso: dall’1 marzo, limitatamente a questi servi-zi, agli utenti verrà chiesto un con-tributo da 12 a 24 euro a seconda delle possibilità e con un occhio di ri-guardo per chi versa in condizioni di grave difficoltà. Trattasi di una sorta di “tiket sociale” (che non copre in nessun modo il costo del servizio erogato) per non lasciare il cittadino da solo di fronte alla burocrazia.

Ma la vera novità e la vera sfida per il nostro Circolo sarà un’altra: ab-biamo deciso di reimpostare da oggi la nostra organizzazione per venire ancora più incontro alle esigenze delle persone che si rivolgono a noi,

offrendo a tutti la possibilità di fissare un appuntamen-to, uno spazio di relazione esclusiva tra il Patronato e il cittadino. Il nostro intendimento è quello di eliminare il disagio e le code che, sovente, si creano anche al di fuori del Circolo.

Infine, poiché il Patronato non è il solo servizio svolto dal Circolo di Melzo, si è colta l’occasione per miglio-rare l’assetto organizzativo a partire dalla creazione di una nuova reception che possa diventare lo strumento principale che favorisca, migliorandola, la relazione con il pubblico. In questo modo potremo informare, indirizza-re, preparare al meglio coloro che si rivolgeranno a noi per le loro necessità.

Stiamo preparando le persone a svolgere questo delicato compito per il quale è necessaria molta forma-zione, capacità di relazione ed amore verso il prossimo. Senza persone che abbiano queste qualità gli strumenti, anche se necessari, non raggiungeranno l’obiettivo di offrire un servizio qualitativamente elevato e svolto nel rispetto delle persone.

Il circolo di Melzo nel rendere un doveroso ringrazia-mento a tutti coloro che, a vario titolo, hanno reso pos-sibile questa iniziativa, invitano coloro che pensano di poter dare un proprio contributo per svolgere l’attività di ricevimento a comunicarci il loro nominativo.

Il Circolo Acli

Cambiamo per rimanere noi stessi“Chiediamo fiducia, diamo certezze”

ATTUALITÀ SOCIALE

Page 11: Papa Francesco in terra ambrosiana · Autoriz. Trib. MI n. 193 del 25.03.02 Direzione e Redazione: Melzo (MI) e-mail: il.lievito@libero.it Direttore responsabile: Eleonora Forloni

21 Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

20Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

Anche quest’anno il nostro Caf è a disposizione di coloro che devono presentare la dichiarazione dei red-diti o, semplicemente, per chiedere informazioni reperi-bili anche sul sito del Caf di Milano: www.acliservizi.com. Quest’anno, a seguito della modifica del pro-gramma utilizzato, è stata introdotta l’agenda elettro-nica per cui si consiglia prenotarsi chiamando il nostro n. di telefono 02-95735859 durante l’apertura del CAF oppure recandosi presso i nostri uffici. In alternativa è possibile contattare direttamente il numero di telefono del Centro Unico di Prenotazione (CUP) al n.: 02-255 44 777.

Di seguito diamo alcuni consigli che, se seguiti, fa-ciliteranno il compito a tutti.

AppuntamentoLe prenotazioni per la compilazione del Mod. 730

sono già aperte. E’ possibile effettuarle, fino ad esau-rimento della disponibilità, seguendo le indicazioni so-praindicate. Invece, le prenotazioni per la compilazione dell’Unico, si accettano da metà maggio.

Apertura ufficiIn aggiunta ai normali orari di apertura (mercoledì,

giovedì e venerdì mattina) durante i mesi della cam-pagna fiscale (aprile/maggio: salvo eventuali proroghe) gli uffici rimarranno aperti anche il lunedì e mercole-dì sera dalle ore 20.45 alle 22.30 e il giovedì,venerdì pomeriggio dalle 14.30 alle 17.30. Eventuali modifiche relative all’apertura serale saranno tempestivamente comunicate al pubblico.

Documentazione indispensabileFotocopia carta identità e del tesserino sanitario del

Dichiarante (e del Coniuge Dichiarante se trattasi di D.R. congiunta), dichiarazioni 730/2016 o 730/2015, la CU, rendite catastali immobili/fabbricati, documen-tazione per le spese detraibili; inoltre, per le compra-vendite di immobili e fabbricati avvenute nel 2016 è necessario esibire la fotocopia del rogito contenente la visura catastale e la relativa rendita. In caso di stipula del mutuo la fotocopia del relativo contratto della banca erogante. È indispensabile anche produrre le ricevute relative all’IMU pagata nel 2016. Per gli scontrini della farmacia vanno presentati gli originali e fotocopia chia-ra degli stessi.

Documentazione per casi particolariPresso la nostra sede è disponibile per la consul-

tazione un elenco contenente la documentazione ne-cessaria per ogni forma di detrazione d’imposta o di deduzione dell’imponibile, oppure è possibile visitare il nostro sito: www.aclimelzo.it. In particolare ricordiamo che per la detrazione delle spese per interventi di recu-pero edilizio e delle spese di risparmio energetico (55 %) – se non già esibita negli anni precedenti - è neces-

sario produrre la fotocopia di tutta la documentazione che, in genere, viene consegnata dall’amministratore del condominio.

Delega rilasciata al Caf per l’acquisizione dei dati al ministero delle Finanze

Coloro che in sede di compilazione della D.R. dell’anno scorso hanno già rilasciato la delega dovran-no solo prendere l’appuntamento. Per tutti gli altri, ov-vero coloro che si rivolgono al Caf per la prima volta, è necessario, prima di prendere l’appuntamento, recarsi presso i nostri uffici con i documenti di identità e codi-ce fiscale per rilasciare la delega. Senza il rilascio di questa delega non sarà possibile al Caf compilare la dichiarazione dei redditi. Successivamente sarà forni-to la data per la compilazione della dichiarazione dei redditi.

Delega rilasciata al Caf per la compilazione dei red-diti di un “terzo”

In questo caso ovvero se a presentarsi per la com-pilazione della dichiarazione non è il “dichiarante” ma un terzo, è necessario che si presenti con la delega (il modello è ritirabile presso di noi) e la carta d’identità del dichiarante stesso e un proprio documento di identità.

Modello 730 senza sostitutoI contribuenti che nel 2016 hanno percepito reddi-

ti di lavoro dipendente, redditi di pensione e/o alcuni redditi assimilati a quello di lavoro dipendente posso-no presentare il Modello 730 anche in mancanza di un sostituto d’imposta tenuto ad effettuare il conguaglio. Tale opportunità è ammessa sia in caso di conguaglio a credito che in caso di conguaglio a debito.

Liquidazione impostaPer chi presenta il modello Unico il pagamento del

debito d’imposta dovrà essere effettuato mediante de-lega bancaria (F.24); per coloro che presentano il mod. 730 la liquidazione o il rimborso sarà effettuato a cura del sostituto d’imposta (datore di lavoro, Inps ecc.) en-tro i termini consueti.

Rammentiamo che gli eredi potranno presentare la dichiarazione dei redditi mod. Unico per conto del de cuius e che l’appuntamento si potrà prenotare a partire dalla fine del mese di aprile. Infine ricordiamo che tra i servizi erogati dal nostro Caf c’è la “Dichiarazione di successione” svolta da personale qualificato ed a prez-zi molto vantaggiosi.

Vi aspettiamoCAF Acli Melzo

Il CAF Acli di Melzo informa

Dichiarazione dei redditi:alcuni consigli Patronato ACLI (Assistenza previdenziale)

[email protected] previdenziale e servizio di consulenza

per pratiche pensionistiche e previdenzialigiovedì: ore 9.00÷12,30 e 14,00÷17.30

Solo per appuntamento:mercoledì, giovedì e venerdì ore 10,00÷12,00

Telefonare a 02/95.50.592

La segreteria Acli è aperta il martedìdalle 9,30 alle 11,00 per iscrizioni, rinnovi e informazioni

ACLI - Melzo sez. A. Grandi - Via M. Libertà, 5Tel. 02.9550592 - Fax 02.95716787 - mail: [email protected] - sito: www.aclimelzo.it

Servizi ACLI: ORARI DI APERTURA AL PUBBLICO

Biblioteca l’elenco dei libri è disponibilesul sito: www.aclimelzo.it alla voce “Biblioteca”

terzo venerdì del mese: ore 10.00÷11.00

Lavoro domestico [email protected] relativa ai tipi di contratto previsti dalla normativa e, a richiesta,

predisposizione preventivi. Stipula, gestione e chiusura del contratto.Assistenza completa al datore di lavoro durante l’esistenza del contratto.

lunedì: ore 15,30÷18.30 - giovedì: ore 9,30÷12,00solo su appuntamento

S.I.C.E.T. (Sindacato Inquilini Casa E Territorio)[email protected]

martedì: dalle ore 17,00 alle 19,00

Coop. ACLI “Uggé Franca”scrivere per appuntamento a: [email protected]

martedì: ore 14,00÷18.00 (1° piano C.C.L.)

Immigrati Richiesta e rinnovo del Permesso di soggiorno e Carta di soggiorno come previsto dalla normativa vigente; richiesta di “ricongiungimento familiare”. Inoltre, assistenza in merito ai Decreti Flussi e, in collaborazione con l’ufficio Immigrati di Milano, alla variegata problematica degli immigrati.

martedì: ore 9,00÷16,30 su appuntamento

C A F tel. 02/95.735.859 linea [email protected]

Tutte le pratiche fiscali, dichiarazione Mod 730, Unico persone fisiche, ISEE/ISEU, ICI, RED, FSO, Bandi prima casa, Social Card, Successioni, contratti di locazione, compilazione e trasmissione del modello EAS per gli Enti Associativi, Dichiarazioni di responsabilità richieste dall’Inps per l’erogazione delle indennità agli invalidi civili, delle pensioni ed assegni sociali (modd. CRI, ICLAV, ACC AS/PS).mercoledì, giovedì e venerdì: dalle ore 9,30 alle 12,00

solo su appuntamento(Gli orari di apertura relativi al periodo di campagna fiscale verranno affissi in bacheca)

Melzo - Via A. Pasta, 29/31 - Tel. e Fax 02/95710746Mail: [email protected]

ORARI APERTURA SEDE:da Lunedì a Giovedì: ore 9,00÷12,00 e 14,00÷17,00

Venerdì: ore 9,00÷12,00

INAS - Pratiche pensionisticheCAAF - Assistenza fiscale

NOTAIO - Consulenza notarile

Troverai accoglienza, ascolto, informazioni e aiuto nell’inoltro delle pratiche. In particolare:Martedì mattina: presenza di un funzionario dell’Inas per le pratiche previdenziali e pensionistiche.Martedì pomeriggio:- presenza notaio (informazioni per successioni e trasferimenti di proprietà);- sportello sanità (informazioni su dimissioni protette, posti di sollievo, ecc.).Giovedì mattina: presenza di addetto Caaf per servizi di assistenza fiscale (730/Unico), Imu, mod. RED, Isee e bonus vari, contenzioso fiscale.Iscriviti alla FNP-Cisl e potrai avere: forti sconti sulle dichiarazioni fiscali e sulle iniziative turistiche, contributi in caso di furti o scippi, una diaria giornaliera (30/50 euro) in caso di ricovero ospedaliero dovuto a infortunio di qualsiasi natura e tante altre agevolazioni.

ATTUALITÀ SOCIALE ATTUALITÀ SOCIALE

Page 12: Papa Francesco in terra ambrosiana · Autoriz. Trib. MI n. 193 del 25.03.02 Direzione e Redazione: Melzo (MI) e-mail: il.lievito@libero.it Direttore responsabile: Eleonora Forloni

23 Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

22Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

IL TERRORISMO SPIEGATO AI NOSTRI FIGLIdi Ben Tahar JellounAi nostri figli va detta la verità: hanno bisogno di parole scelte con cura.Gli attacchi terroristici che negli ultimi anni hanno portato la paura in Occiden-te (e non solo) ci obbligano a convive-re con una violenza spesso difficile da comprendere. Le televisioni e i giornali ci inondano di immagini traumatiche, la morte è diventata una notizia quo-tidiana, distribuita alla cieca tra gente

comune: allo stadio, nei teatri, al bar, in aeroporto. Un’inte-ra generazione sta crescendo con il timore di non essere al sicuro, e con molte domande che non trovano risposta. Come aiutare i nostri figli a liberarsi dalla paura? Come spiegare loro le ragioni di quello che sta accadendo, tra religione, storia, interessi economici e politici? L’autore ci regala un libro illuminante sull’importanza delle parole, sul-la responsabilità di educare, sul rapporto non negoziabile con la verità.Ed. La nave di Teseo - € 11,00

LA TRAGEDIA DELLA REGINA. Maria Tudor, sovrana incompre-sadi Robert Hugh BensonBenson racconta in questo romanzo la dolorosa storia di Maria Tudor, passata alla storia con l’appellativo di “Sangui-naria” in quanto cattolica, dopo secoli di stereotipi e pregiudizi che ne hanno deformato la memoria. Non un ritratto idilliaco, anzi contraddistinto da molte ombre che caratterizzarono il regno di questa sovrana: l’incapacità di farsi

amare e trovare affetto, il ristabilimento della religione cat-tolica tramite l’eliminazione di ribelli e dissidenti, il fallimen-to del suo matrimonio con Filippo II di Spagna, la rabbia di dover lasciare il trono alla sorella Elisabetta con il rischio di una nuova politica di protestantizzazione dell’Inghilter-ra. Un acuto ritratto psicologico finalizzato all’incontro con Cristo, l’unico in grado di donare autenticamente la pace.Ed. Fede & Cultura - € 15,00

LA LEGGENDA DEI TRE ALBERIdi Elena PasqualiLa leggenda è molto nota in tutto il mondo: tre alberi maestosi sognavano un futuro di gloria, infranto dalla scure che li abbatte tutti e tre. Per ciascuno di loro sembra tutto finito, ma scopro-no che il loro grezzo legname accompagnerà la vita di Gesù, dalla mangiatoia fino alla morte, e da quel momento sentono di essere stati onora-ti e privilegiati.Il messaggio della leggenda è im-portante per tutti, grandi e piccoli, e si riferisce al senso profondo della vita, che non sempre coincide con i sogni, ma che è comunque vita e riserva sorprese e gioia.Ed. Paoline - € 9,00

IL CROCIFISSO È VIVOdi Angelo ComastriGesù è entrato dentro la nostra pazza storia con il passo dell’umiltà e della semplicità. Con la sua morte in Croce ha dato inizio a una mi-rabile terapia della cattiveria umana: la terapia della Misericordia! Una terapia che solo Dio sa e può usare. Da allora, aprendo il cuore a Gesù, è possibile diventare sant’Agostino di Ippona o san Francesco D’Assisi o santa Ca-terina da Siena o san Vincenzo De’ Paoli o san Giovanni Bosco o san Giovanni Paolo II o Madre Teresa di Calcutta! Perché? Gesù può

compiere questi prodigi perché è il Figlio di Dio fatto uomo. Non dimenticartelo! Ed. San Paolo - € 12,00

SHAHBAZ. LA VOCE DELLA GIUSTI-ZIAdi Paul BhattiIl 2 marzo 2011 veniva ucciso Shahbaz Bhatti, ministro pakistano per le Minoranze religiose, figura fondamentale per il dialogo interreligio-so mondiale. Il fratello Paul, che da anni aveva abbandonato il Pakistan e aveva sempre cer-cato di convincere Shahbaz a cercare una vita più tranquilla e senza pericoli, decide di pro-seguire la sua missione ritornando in patria. Prendendo il posto di Shahbaz, Paul si ritro-va a conoscere aspetti della vita del fratello

che prima ignorava: entra emotivamente in quella missione che, precedentemente, non aveva capito fino in fondo e che diventerà anche la sua missione. Le vite dei due fratelli vengono raccontate non dal punto di vista pubblico ma privato. La missione sincera di chi ha dato voce a un ideale di giustizia.Ed. San Paolo - € 14,00.

MARTIRE. Vita e morte di padre Jac-ques Hameldi Jan De Volder26 luglio 2016, Saint-Etienne-du-Rouvray. Du-rante la celebrazione della Messa mattutina, un commando di jihadisti prende in ostaggio un gruppo di fedeli e sgozza l’anziano sacer-dote, padre Jacques Hamel. È uno shock per il mondo intero, si tratta del primo martire in Europa nel 21° secolo. Ma chi era questo pre-te morto sull’altare? Jan de Volder, esperto di dialogo interreligioso, si è recato sul luogo del brutale omicidio e ha ricostruito minuto dopo

minuto, attimo dopo attimo, questo terribile rituale di sangue.Ed. San Paolo - € 9,90

Invito alla lettura LIBRERIAS. ALESSANDRO

Piazza S. Alessandro - Melzotel. 334/80.77.295 (orari apertura negozio)

ORARI di APERTURAMartedì, mercoledì, giovedì, venerdì:

dalle ore 9,00 alle 12,00

Sabato: ore 9,00 - 12,00 e ore 16,00 - 19,00

Domenica: dalle ore 9,00 alle ore 12,00

Lunedì: chiusura

Campo dei sogni...si ricomincia!

Con l’arrivo della bella stagione abbiamo ripreso le attività agricole al Campo dei sogni, con sempre più en-tusiasmo e un piccolo bagaglio di esperienza in più dopo il primo anno dall’avvio di questa bella (anche se impe-gnativa!) esperienza solidale.

Durante i fine settimana del mese di marzo sono sta-te avviate diverse attività : abbiamo concimato, un trat-tore è venuto a pacciamare (abbiamo messo giù una trentina di “prose” (aiuole), il doppio dell’anno scorso!!!), abbiamo seminato insalate, prezzemolo e qualche fra-gola, mentre i ragazzi dell’ACR ci hanno aiutato a pian-tare le patate.

Abbiamo anche iniziato la coltivazione dei mirtilli, che però non saranno pronti prima del prossimo anno.

Il nostro intento è quello di raddoppiare la produzione rispetto all’anno scorso, non solo in quantità ma anche in qualità, diversificando i prodotti.

Continua la collaborazione con il gruppo di rifugiati provenienti dall’Africa e ospitati presso la Cascina Roz-za a Truccazzano a cura del Consorzio Comunità Brian-za; insieme a questi amici pianteremo anche qualche prodotto che arriva dai loro paesi (Senegal, Mali, Gam-bia, Costa d’Avorio).

Seguiteci sulla nostra pagina Facebook oppure pas-sate a fare un giro in via Lussemburgo per sapere quan-do inizierà la vendita ufficiale dei prodotti: vi aspettano pomodori, insalate, finocchi, carote, spinaci, erbette, coste, finocchi, patate, cipolle, aglio, peperoni, peperon-cino, cavoli, melanzane…. rigorosamente bio, a km 0 e 100% solidali!

Serena e Simona

sede: Via San Rocco - 20066 MELZO (MI)

tel. 02.95732065 - fax 02.893670e-mail: [email protected]

sito: [email protected]

CENTRO DI ASCOLTO DECANALEGiorni e orari di apertura:Lunedì dalle 16.30 alle 18.30Martedì dalle 09.30 alle 11.30Giovedì dalle 16.30 alle 18.30Sabato (*) dalle 09.30 alle 11.30 solo il 1° e il 3° sabato del mese

CENTRO DISTRIBUZIONE CARITASAnche per chi vuol donare abiti smessi, biancheria

intima e per la casa, puliti e in buono stato,pronti per essere donati

Giorni e orari di apertura:Lunedì dalle 16.30 alle 18.30Giovedì da 09.00 a 11.00 e da 16.30 a 18.30

PER CHI VUOLE AIUTARCIPuoi offrire la tua disponibilità quale volontario

oppure un aiuto economico intestato a:Gruppo Volontariato S. Alessandro - Onlus - Caritassul C/C 51572 - BCC Cernusco S/Nav. - Ag. di Melzo

IBAN: IT12U0821433400000000051572

CaritasAmbrosianaDecanato di Melzo

Per carenza di materiale disponibile, Caritas ha difficoltà ad assistere molte famiglie che non riescono più a far fronte ad alcune ne-cessità. In particolare:

• Scarpe uomo, donna, bambino possibilmente sportive (no eleganti)

• Biancheria da casa• Biancheria da letto• Biancheria personale

Il tuo aiuto

per chi non ha

MISSIONE CULTURA

Centro di Aiuto alla VitaVia Martiri della Libertà, 5 - 20066 Melzo (MI)Telefono 02.95711377E-mail: [email protected]. web: http.//www.cavmelzo.it

Giovedì e sabato: ore 8,30~11,30Orario di apertura

Page 13: Papa Francesco in terra ambrosiana · Autoriz. Trib. MI n. 193 del 25.03.02 Direzione e Redazione: Melzo (MI) e-mail: il.lievito@libero.it Direttore responsabile: Eleonora Forloni

25 Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

24Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

Dopo la trilogia sulla Divina Commedia e l’affascinante viaggio nella vita di Dante alla scoperta del suo profondo legame con san Francesco di Assisi, “Dalla terra alla luna (e ritorno) con l’Orlando Furioso, un viaggio tra follia e me-raviglia”: un classico di 500 anni che ripropone l’attualità di Ludovico Ariosto attraverso le sue riflessioni e gli approfon-dimenti sulla natura dell’uomo e sulle vicende umane, come espressi dai tanti, caratteristici, ma anche molto diversi per-sonaggi del Poema. “Cos’è la nostra vita se non un conti-nuo confronto fra amore e guerra, fra amicizia e diffidenza, accoglienza e paura? Soprattutto nella società di oggi – come sottolinea Riccardo Moratti - in una fase storica in cui il concetto stesso di identità nazionale è spesso messo in crisi dalla globalizzazione e dai flussi migratori?”. Come già ricordato, le vicende dell’Orlando Furioso si svolgono sullo sfondo di una guerra fra cristiani e musulmani, fra Europa e Africa, e il duello decisivo si svolge sull’isola di Lampedusa.

Il progetto Letterevive, con la proposta di queste letture teatralizzate su capolavori della letteratura italiana, è stato accolto con entusiasmo e ha incontrato la risposta sorpren-dente e incoraggiante del pubblico. Il progetto sull’Orlando Furioso, in particolare, ha portato a un ulteriore importante sviluppo: l’inizio di una collaborazione con il maestro Ga-

briele Bazzi Berneri, che ha composto le musiche originali che accompagna-no le narrazioni e le letture. L’inserimento di musiche appositamente concepite per sottolineare l’espressi-vità del testo ha amplificato l’impatto emotivo della propo-sta. Inoltre, la proiezione in scena di illustrazioni d’autore, gentilmente concesse da Grazia Nidasio (uno dei nomi più importanti della storia dell’illustrazione italiana) ha portato ad una cura dell’aspetto scenografico che nei primi lavori era solo marginale.

Al tanto atteso debutto della nuova produzione Let-terevive, giovedì 9 marzo, la platea del Teatro Trivulzio di Melzo era gremita (sfiorato il tutto esaurito) e ha tributato una vera ovazione all’incalzante e coinvolgente esibizione di Riccardo Moratti. Nonostante le difficoltà di mettere in scena un poema cavalleresco del ‘500, la sua originale in-terpretazione, intervallata da momenti riassuntivi e di rifles-sione sulla nostra vita e sul mondo attuale, ha incantato i presenti.

Non c’è solo Angelica, simbolo e ideale di bellezza assoluta, ma “anche e soprattutto un’illusione: una narcisi-stica proiezione di sé di cui sono prigionieri quasi tutti i pala-dini, a partire da Orlando. Lei stessa è, almeno inizialmen-te, vittima di questa illusione. Sarà solo di fronte all’umile e generoso Medoro che smetterà di essere un ideale astratto e diventerà per la prima volta donna, una persona in carne e ossa, che prova pietà, che veglia giorno e notte per sal-varlo, che sente di poter essere felice solo donandosi a lui; che abbandona i suoi sogni di grandezza e di potere per gioire di un amore semplice, ma vero”. Solo così guarisce e – conclude Riccardo Moratti – “trova la via della felicità e della saggezza”.

Anche Ruggero, Bradamante, Astolfo, Sacripante e Rinaldo hanno preso vita sul palco attraverso la voce di Riccardo Moratti. C’è, in particolare, “Astolfo, il paladino che nel Poema riesce sempre con le sue magie a risolve-

PROGETTO

Il progetto Letterevive nasce dal desiderio di offrire occasioni per (ri)scoprire i grandi capolavori della letteratura, suscitando quello stupore che è premessa indispensabile a ogni percorso di conoscenza. La proposta è quella di letture che siano al tempo stesso incontri, lezioni, monologhi teatrali. Al centro di tutto, il gusto del raccontare; raccontare storie, raccontare vite, alternando il semplice dialogo a momenti in cui luci, musica e parole si fondono, creando suggestioni e suscitando emozioni. Senza il bisogno di raccontare tutto, ma scegliendo quelle pagine e quei personaggi dai quali possa filtrare il fascino dell’opera; personaggi in cui sia possibile anche ritrovare e riconoscere la nostra vita.

Debutto dell’Orlando Furioso al Teatro Trivulzio

Dalla terra alla luna...nuovo progetto Letterevive con musiche e immagini originali

Foto: Francesco Castellazzi

CULTURA CULTURA

re i problemi che affliggono gli altri personaggi, che invece sono sempre in balia degli eventi e del destino, come se fossero dei burattini. Lui invece è libero, leggero, senza paure, senza pesi; lì in groppa all’ippogrifo, nei cieli, fin sul-la luna, per salvare Orlando, folle d’amore per Angelica e per porre fine a una guerra che tiene lontani due innamora-ti, il prode Ruggero e la bella Bradamante. Astolfo, ne sono certo, era anche il personaggio preferito di Ariosto. Astol-fo è l’uomo che guarda al mondo con occhi meravigliati e cuore aperto. Astolfo è colui che non si lascia imprigionare dal proprio io, e che sa mettersi al servizio degli altri. Colui che sa trasformare gli imprevisti in meraviglia, le cadute in occasioni per nuovi balzi verso l’alto”.

A fine spettacolo, ai generali e incondizionati consen-si per Riccardo Moratti (narrazione, lettura e commento) si sono aggiunti gli applausi per le musiche originali di Gabrie-le Bazzi Berneri, presente in sala, e l’apprezzamento per le illustrazioni di Grazia Nidasio.

Il prossimo appuntamento con l’Orlando Furioso è a Milano, all’Auditorium de laVerdi in largo Mahler (sabato 8 aprile - ore 16,00), in versione teatrale per ragazzi con musica dal vivo. Per maggiori informazioni consultare il sito www.letterevive.it.

a cura della Redazione

Foto: Francesco Castellazzi

TERUZZIA MELZO DAL 1958

PORTERAffidabilità, praticità, economicità di gestione. Dimensioni compatte, raggio sterzata soli 3,7 m.PORTER non ha rivali tra i veicoli della stessa categoria

Il mito che rinasce!... è arrivata

VENDITA - ASSISTENZA - RICAMBI - ACCESSORI20066 Melzo (MI) - Via Verdi, 29 e 32/B - tel. 02/95.50.276 - www.teruzzimoto.it

Page 14: Papa Francesco in terra ambrosiana · Autoriz. Trib. MI n. 193 del 25.03.02 Direzione e Redazione: Melzo (MI) e-mail: il.lievito@libero.it Direttore responsabile: Eleonora Forloni

27 Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

26Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

Spazio GiovaniSpazio Giovani

Domenica 26 febbraio Melzo ha avuto l’onore di ospi-tare l’attuale vescovo di Albenga, Guglielmo Borghetti, che ha tenuto un incontro dal titolo Dalle voglie al desi-derio nel quale ha riportato le riflessioni contenute nel suo libro Educare per una pienezza di vita. Successi-vamente si è fermato a celebrare la Santa Messa delle 18.30 per poi vivere anche un momento di convivialità con il gruppo giovani della città.

Il vescovo ha concentrato l’attenzione sul particolare momento in cui la società, o meglio, i giovani in genera-le si trovano: egli l’ha definita come una cultura avoca-zionale, nella quale si è realizzato totalmente la caduta del desiderio. Riprendendo le parole di sant’Agostino, secondo il quale l’uomo è un essere «desiderante», si è cercato di capire quanto un giovane faccia gravitare la propria vita intorno ai desideri, dal latino de-sidera, qualcosa che rimanda al cielo, alle stelle, in definitiva a qualcosa di supremo.

E’ necessario perciò salvare i desideri, comprende-re cosa c’è dentro di essi, come mai possono essere considerati inesauribili. Lo scopo dunque che si è prefis-sato il vescovo è quello di trovare dentro le voglie, quei desideri più istintivi, appaganti e mondani, la traccia del Desiderio, quello più importante, vitale ed autentico.

Tutte le voglie che un giovane prova, si badi che con il termine voglie si indica appunto i desideri di cui si par-lava poco prima, possono essere delle spie rosse che raccontano di un giovane insoddisfatto, non appagato

Un macchia di fumo nero comparsa di fianco al ta-bernacolo ci ha fatto capire che era arrivata l’ora di im-biancare la cappella dell’oratorio. Erano ormai diversi anni che non venivano fatti dei lavori in uno dei luoghi più utilizzati nel nostro oratorio: in cappella iniziano gli in-contri di catechesi, si radunano centinaia di bambini tutte le mattine durante l’oratorio estivo, si svolgono i momen-ti più seri del cammino giovani. La cappella è davvero il cuore pulsante del nostro oratorio. Lì dove, per tutto l’anno, è custodita la presenza di Dio nell’Eucaristia.

Nell’ultimo periodo era diventato un cuore un po’ sbiadito, o meglio, un po’ annerito… Sembrava che i peccati del mondo fossero impressi sulle pareti. Ecco la decisione: imbianchiamo la cappella! La scelta del colo-re non è stata semplice: il bianco sembrava un po’ bana-le, ma in quale colore imbattersi? Dopo diverse discus-sioni abbiamo optato per il giallo: non un giallino soffuso ma un bel giallo acceso, caldo come il sole! Perché dove c’è l’Eucaristia splende sempre il sole, è la presenza di Cristo risorto che dissipa le tenebre delle fatiche e le fo-schie dei dubbi.

Naturalmente, come ogni lavoro in oratorio, da cosa nasce cosa: scrostare i muri rovinati dalle infiltrazione, togliete chiodi inutilizzati, sistemare qualche luce e poi pulire, pulire, pulire!

Non solo, era rimasto in sospeso un desiderio: la-

sciare un segno della missione giovani vissuta lo scorso novembre e del cammino condiviso con gli amici frati mi-nori. Non poteva che essere il crocifisso di San Damiano l’eredità di questa esperienza, quel Crocifisso che parlò a san Francesco chiedendogli di “riparare la Sua casa” e che guidò poi tutte le scelte del frate d’Assisi. E così ora è proprio il crocifisso di Francesco al centro della nostra cappella, richiamo costante alla nostra comunità pastorale: possa continuare a parlare al cuore di ogni bambino e di ogni giovane che entra in questo luogo.

Infine abbiamo pensato di arricchire la nostra cappel-la con alcune scritte:

- la preghiera dell’Angelus che da sempre recitia-mo all’oratorio estivo e che ci riporta nel cuore di Maria dentro il mistero della nostra salvezza;

- una frase di don Bosco: “Qui con voi mi trovo bene” con la sua firma, richiamo costante per ogni educatore;

- uno stralcio della preghiera di san Francesco al Crocifisso: “Alto e glorioso Dio, illumina le tenebre del cuore mio, dammi fede retta, speranza certa, carità perfetta”.

Così appare ora la nostra cappella, cuore del nostro oratorio e di ogni sua attività, perché tutto sia rivolto a Cristo Crocifisso ed Eucaristico, accompagnati da Ma-ria, da don Bosco e da San Francesco. Lì i nostri giovani possano sentirsi accolti, illuminati e riscaldati dall’amore di Dio, dal Sole della loro vita.

don Fabio

Nel cuore dell’oratorio splende il sole

PRIMA

DOPO

Dalle “voglie” al desiderio:vita spirituale e maturità umana

nella propria intimità più profonda, riflettono pertanto l’in-soddisfazione della ricerca di Dio.

E’ dunque necessaria una torsione dei desideri nel mondo di oggi: non un annullamento, bensì un volgere questi al loro destino naturale, al Desiderio.

Il vescovo si è opposto alla ormai consueta critica de-gli adulti del fatto che i giovani desiderano poco e tutti allo stesso modo. Non è vero! I giovani desiderano trop-po: manca per loro la figura di colui che gli aiuti a scova-

re i reali desideri e riporti a galla l’unico Desiderio che permette agli altri di esistere.

All’interno delle Sacre Scritture, continua il ve-scovo, l’oggetto del desiderio è donato e rivelato: diventa una persona concreta, Gesù Cristo. In Lui si trova risposta alla molteplicità dei desideri che rivelano l’unico Desiderio.

Ed è grazie a Gesù, alla torsione del desiderio che la vita sale di tono uscendo da quella che vie-ne chiamata l’epoca delle passioni tristi. E’ chiara per questo una necessità, o forse sarebbe meglio dire, un’emergenza educativa che aiuti a scavare i desideri e le voglie per condurli a colui che toglie i peccati del mondo.

Concludendo, il vescovo ha affermato con chiarezza rassicurante e ammirevole che nei de-sideri umani c’è sempre una traccia dei desideri di Dio: il realizzarsi di un progetto di felicità com-piuta.

Stefania e Matteo B.

L’augurio della Clarisse di BergamoBergamo, 11 marzo 2017

Carissimi, vi consegniamo il Tesoro più prezioso della nostra vita: il Cristo povero e crocifisso, contemplato da Francesco e Chiara d’Assisi a San Damiano.

ASCOLTATELO senza paura affinché divenga anche per voi PERLA preziosa, TESORO inestimabile per il quale vale la pena donare la vita.

Il Signore sia sempre con voi. Ed Egli faccia che voi siate sempre con Lui.

Sorelle Clarisse di Bergamo

Page 15: Papa Francesco in terra ambrosiana · Autoriz. Trib. MI n. 193 del 25.03.02 Direzione e Redazione: Melzo (MI) e-mail: il.lievito@libero.it Direttore responsabile: Eleonora Forloni

29 Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

28Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

MUSICA

Servireè regnare

Guardiamo a te che seimaestro e signorechinato a terra staici mostri che l’amoreè cingersi il grembiulesapersi inginocchiareci insegni che amareè servire.

Fa’ che impariamosignore da tech’è più grandechi più sa servirechi si abbassa echi si sa piegareperché grande èsoltanto l’amore.

E ti vediamo poimaestro e signoreche lavi i piedi a noiche siamo tue creaturee cinto del grembiulech’è manto tuo regaleci insegni che servireè regnare.

Fa’ che impariamosignore da tech’è più grandechi più sa servirechi si abbassa echi si sa piegareperché grande èsoltanto l’amore.

Ecco quel che abbiamoEcco quel che abbiamo, nulla ci appartiene ormai! Ecco i frutti della terra che tu moltiplicherai! Ecco queste mani: puoi usarle, se lo vuoi, per dividere nel mondo il pane che tu hai dato a noi.

Solo una goccia hai messo fra le mani mie, solo una goccia che tu ora chiedi a me; Una goccia che, in mano a te, una pioggia diventerà e la terra feconderà!

Ecco quel che abbiamo, nulla ci appartiene ormai! Ecco i frutti della terra che tu moltiplicherai! Ecco queste mani: puoi usarle, se lo vuoi, per dividere nel mondo il pane che tu hai dato a noi.

Le nostre gocce, pioggia tra le mani tue, saranno linfa di una nuova civiltà; e la terra preparerà la festa del pane che ogni uomo condividerà!

Sulle strade il vento, da lontano porterà il profumo del frumento, che tutti avvolgerà. E sarà l’amore che il raccolto spartirà e il miracolo del pane in terra si ripeterà!

Come il PellicanoNel deserto dell’esilio e fra le spine Quando il male pesa e il mondo sembra nero Resta lì per tutti a dire Che non è lontano e non è chiuso il cielo Che per tutti l’infinito ha una carezza Che ci stringe al cuore e asciuga il nostro pianto Resta lì per tutti a dire Che nessuno mai sarà dimenticato Apri come il pellicano Le tue ali all’infinito Come in croce nell’abbraccio Che s’allarga sul creato Lascia come il pellicano Che il tuo cuore sia squarciato Nella sua la tua ferita Sia sorgente della vita Lascia che ne venga il sangue del perdono L’acqua viva e l’Eterno fatto pane L’olio sopra le ferite Fuoco e sale di parole mai udite E poi lascia che ti vedano in ginocchio A lavare i piedi carichi di piaghe Resta lì per tutti a dire Questo amore immenso che si può toccare Apri come il pellicano Le tue ali all’infinito Come in croce nell’abbraccio Che s’allarga sul creato Lascia come il pellicano Che il tuo cuore sia squarciato Nella sua la tua ferita Sia sorgente della vita Sia sorgente della vita

La storia:Il gruppo nasce nella cittadella del Movimento dei Focolari al Centro internazionale di Loppiano il 23 dicembre 1966, quan-

do Chiara Lubich, la fondatrice del movimento, regala ad alcune ragazze una batteria verde. La band in formazione, essendo del Movimento Gen (generazione nuova) ed avendo una batteria verde, aveva così trovato anche il nome: Gen Verde.

Nasce così il Gen Verde: grinta, capacità, parole, gesti e professiona-lità in sinergia per dire alla gente che l’umanità ha ancora e sempre una chance, che si può scegliere la pace contro la guerra, la coesione invece dei muri, il dialogo anziché il silenzio.

Il Gen Verde International Performing Arts Group è una band tutta al femminile composta da 22 artiste di 14 Paesi i cui punti di forza sono talento, internazionalità, ricchezza culturale, contaminazione delle sono-rità, sperimentazione artistica. Vuole dar voce agli uomini e alle donne di questo tempo, ai popoli e alla storia dell’umanità, avviata faticosamente ma inesorabilmente verso la fraternità. In definitiva la fratellanza, che è il DNA comune a ogni uomo o donna che vive su questo pianeta.

In quasi 50 anni di attività il Gen Verde ha portato in piazze, teatri e stadi del mondo oltre 1.400 spettacoli ed eventi, realizzato centinaia di tour e prodotto 67 album in 9 lingue. Ad oggi sono 144 le cantanti, musi-ciste, attrici, tecnici, danzatrici che hanno fatto parte del Gen Verde, il cui apporto professionale ha dato vita a produzioni artistiche diversificate i cui generi spaziano dai concerti live al musical, per non dimenticare l’attività didattica e formativa rivolta ai giovani, attraverso workshop e corsi specifici. Inoltre sono molti i contatti con artisti di tutto il mondo che contribuiscono costantemente ad aprire orizzonti e collaborazioni inedite. a cura di Pi.erre

https://www.youtube.com/watch?v=D1pGMCtATmUhttps://www.youtube.com/watch?v=iXrrAOrepfc

Ecco alcuni brani cantati dal Gen Verdee scaricabili da youtube

inoltretesti e musica delle canzoni,

spettacoli e informazioni sul sito:www.genverde.it

https://www.youtube.com/watch?v=sy7cbFI3qd4

Gen Verde: tutta un’altra musica...!TABOR Zona di Melegnano

Casa BetaniaMelzo 18 e 19 Marzo 2017

Ore 16.00 con qualche minuto di ritardo prende il via il Tabor della “Bassa”. 27 preadolescenti di Inzago, Tre-viglio, Gorgonzola e Melzo sono pronti ad iniziare questa avventura in compagnia di Gesù e dei suoi amici Lazza-ro, Marta e Maria.

Grazie alla bella giornata, l’accoglienza è nel cortile dell’oratorio Sant’Alessandro dove, sotto gli occhi un po’ stupiti di chi si trova a passare di lì, impariamo a cono-scerci con qualche simpatico gioco. Ci vuole poco a fare amicizia, anche perché con qualcuno ci conosciamo già dallo scorso anno … e quindi è il momento di fare sul serio!

Divisi in squadre ci cimentiamo in quattro giochi e al termine di ognuno di essi ci vengono consegnati degli oggetti un po’ particolari: scatoloni, tovaglia, lenzuola, giornali… La merenda attesa e desiderata fa da pausa al pomeriggio, prima di recarci tutti in cappella dove leg-giamo il Vangelo che farà da guida a questi due giorni, la Resurrezione di Lazzaro, e ci fermiamo un po’ a riflette-re sulle parole ascoltate.

È il momento di usare il materiale raccolto durante i giochi e, armati di carta da pacco,nastro adesivo e forbi-

ci, ecco apparire la casa di Marta e Maria e un origina-lissimo SEPOLCRO!

Cena e un po’ di gioco libero sono d’obbligo fino alle 21,00, quando ci spo-stiamo nella chiesetta di San Francesco in centro a Melzo, per la veglia. Don Fabio che ci accompagna in questo cammino ci invi-ta a scrivere su delle ben-de quella difficoltà, quel peccato o quella fragilità che ci lega e che abbia-mo nel cuore e a portarla all’altare come impegno a migliorarci. Ascoltiamo poi la testimonianza di Ma-teus, un seminarista del Pime. Lui ci sprona a non avere paura, a fare scelte coraggiose che renderanno la no-stra vita felice.

La veglia si conclude con il don che spruzza sul polso di ognuno di noi un po’ di nardo profumato,come segno di quel profumo di Dio che trasforma le nostre azioni. Torniamo a casa Betania e buona notte!!

La domenica mattina inizia con la colazione e la pre-ghiera del mattino: molto bella la risonanza del salmo dove ciascuno legge la frase che più lo ha colpito.

Un po’ di gioco libero prima di incamminarci (o for-se è meglio dire …. correre!!) in Parrocchia per vivere la S. Messa con la Comunità; c’è ancora tempo, prima del pranzo conclusivo di ritrovarci davanti al sepolcro per tirare le somme di questi due giorni intensi e im-portanti. Due giorni dove ragazzi ed educatori abbiamo cercato di dare il meglio di noi stessi, mettendoci in gioco,entusiasti ed allegri, impegnati e riflessivi insom-ma con tutti gli ingredienti esatti per vivere un Tabor da veri ACIERRINI DOC!

GRAZIE A TUTTI e al prossimo anno!Silvia e Davide

Spazio Giovani

Page 16: Papa Francesco in terra ambrosiana · Autoriz. Trib. MI n. 193 del 25.03.02 Direzione e Redazione: Melzo (MI) e-mail: il.lievito@libero.it Direttore responsabile: Eleonora Forloni

31 Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

30Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017

DALLE PARROCCHIE DALLE PARROCCHIE

ORARI S. MESSE

R.S.A. Giovanni Paolo IIViale Germania

Santuario S. Maria delle StelleViale Gavazzi

S. Messa: ore 10,15 - solo domenicaS. Messa: ore 15,30 - solo il sabato

Feriali da lunedì a venerdì:ore 8,30

Vigiliare: ore 18,00

Festive:ore 8,00 - ore 10,30 - ore 18,00

Parrocchia Prepositurale Ss. ALESSANDRO e MARGHERITA - P.zza S. Alessandro, 11don Mauro Magugliani, Prevosto: Tel. 02-9550305 - don Fabio Molon: cell. 340 7730207

Parrocchia SACRO CUORE - Viale Europadon Valerio Milani: tel. 02-9550887 - Suore Sacramentine: tel. 02-9551776

Parrocchia S. Maria delle Stelle - Via Trieste, 14 - Chiesa Beato Pier Giorgio Frassatidon Guido Stucchi: Tel. 02-95.710.283 - Segreteria e oratorio: Tel. 02.95.722.014 - Suore della Trinità: Tel. 02-95738443

Feriali da lunedì a venerdì:ore 8,30

Vigiliare: ore 18,00

Festive:ore 8,30 - ore 10,00

Feriali da lunedì a venerdì:ore 18,00

Vigiliare: ore 18,00

Festive:ore 9,00 - ore 10,30 - ore 18,30

Figlie di Maria Ausiliatrice (Casa S. Giuseppe): Tel. 02-95527611 - Fax 02-95527604Feriali da lunedì a venerdì: ore 7,00 - al sabato: ore 7,30

ALTRE CELEBRAZIONI

Anagrafedelle parrocchie:

febbraio/marzo 2017

DEFUNTIParrocchia S. Alessandro

Cilano Filippo (a. 86)Germani Giuseppe (a. 73)

Iula Alessandro (a. 94)Novellino Franca (a. 46)

Pinardi Silvia (a. 81)

Parrocchia Sacro CuoreGola Giuseppina Emilia (a. 82)

Borghi Tarcisio (a. 86)Romani Bruna (a. 88)

Parrocchia S. M. delle StelleVavassori Maria (a. 87)

Montorfano Natalina (a. 96)Cairati Luigia (a. 88)

Manganaro Sebastiana (a. 77)Villa Maria (a. 94)

Camisana Giuseppe (a. 72)Soldati Emilia (a. 62)

NATIParrocchia Sacro Cuore

Folli SimoneVenerdì 17 marzo

Quaresimale sul tema: LA FEDE SENZA LE OPERE È MORTAtenuto da S.E. mons. Francesco Brugnaro, Arcivescovo di Camerino,

diocesi colpita dal terremoto

Page 17: Papa Francesco in terra ambrosiana · Autoriz. Trib. MI n. 193 del 25.03.02 Direzione e Redazione: Melzo (MI) e-mail: il.lievito@libero.it Direttore responsabile: Eleonora Forloni

32Il Lievito - N. 180Anno XVI - Aprile 2017