panaino - il testo del padre nostro

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  • 7/23/2019 Panaino - Il Testo Del Padre Nostro

    1/26

    L

    TESTO DEL PADRE NOSTRO

    NELL'APOLOGETICA MAZDAICA1

    ANTONIO

    P

    ANAINO

    Nel capitolo

    XV, 148-149

    2

    del trattato apologetico zoroastriano Skand

    gumanig

    wizar

    La soluzione decisiva dei dubbi , si trova

    una

    ver

    sione

    in pazand

    del Padre Nostro . Questa opera, redatta nel IX

    secolo d.C. da Mardan Farrox Ohrmazddadan3,

    tramandata in

    pahlavi dalla tradizione manoscritta per i primi V capitoli, mentre i

    capitoli VI-XVI sono conservati solo nella redazione pazand.

    Si

    ha,

    inoltre,

    una

    versione

    in

    sanscrito~ che risale a Neryosang,

    l

    dotto

    parsi del

    XII

    secolo

    4

    Il testo pahlavi-pazand

    fu

    inizialmente tradotto

    da

    West

    1885),

    ma

    pubblicato

    per

    la prima volta nell'originale (pahlavi

    pazand pi

    la traduzione sanscrita)

    da

    Jamasp-Asana e West (1887, p.

    66); successivamente Padre

    de

    Menasce (1945, pp. 220-221),

    ne

    offr

    una pi

    moderna edizione con esclusione del testo sanscrito, che invece

    era stato ripubblicato

    da

    Bharucha

    1913,

    p. 52). Per quanto concerne

    strettamente la versione del Padre Nostro , l'unico studio specifico

    invece quello

    di

    Casartelli (1900).

    Il

    Padre Nostro

    inserito verso la fine

    di un lungo

    capitolo

    1

    Ringrazio i colleghi

    F.

    De Blois, Gh. Gnoli, Ph. Gignoux, D.N. MacKenzie, N.

    Sims-Williams e W.

    Sundermann

    per le diverse e stimolanti riflessioni relative a

    questo lavoro. Voglio rivolgere inoltre un particolare ringraziamento a Riccardo

    Contini, per

    l

    suo preziosissimo aiuto nella lettura e trascrizione dei testi siriaci.

    Ulteriori stimoli nella preparazione dell'articolo mi sono venuti dal compianto

    Prof. Luigi Cagni, la cui scomparsa lascia un vuoto enorme non solo nel

    mondo

    degli

    studi, ma

    in quello

    pi

    intimo degli affetti.

    2

    Cfr. WEST, E.W. 1885, p. 242; JAMASP-ASANA, H.J., WEST, E.W. 1887, p.

    166 (testo piizand e testo sanscrito); BHARUCHA, Sh.J. 1913, p. 52; CASARTELLI,

    L.Ch. 1900, pp. 253-254.

    3

    Cfr. DE MENASCE,

    P.J.

    1945, pp. 11-13.

    'BOYCE,

    M. 1979, pp. 168-169.

  • 7/23/2019 Panaino - Il Testo Del Padre Nostro

    2/26

    1938

    Antonio Panaino

    XV) dedicato

    alla confutazione della

    dottrina

    cristiana

    ed

    citato

    insieme

    ad

    altre testimonianze evangeliche

    5

    con

    l

    preciso scopo

    di

    mostrare che i

    discorsi

    del

    Messia

    sono

    particolarmente

    contrad-

    dittori

    in

    quanto

    suffragano

    l

    dualismo

    6

    Nel

    caso specifico

    dell Oratio Dominica

    si

    deduce

    che la

    volont del

    Cristo

    non

    sareb

    be

    sulla terra cos pura come

    in

    cielo e che la causa

    dei dubbi

    dell'umanit non

    dipenderebbe

    da

    Dio. Il testo, che

    dipende

    dalla

    versione di Matteo,

    VI,

    9-11,

    13

    piuttosto che

    da

    quella

    di

    Luca, Xl,

    2-4

    7

    come ha ben

    precisato Casartelli (1900, p. 254)

    8

    comunque

    citato in forma incompleta, ritengo deliberatamente, giacch

    l

    dotto

    zoroastriano

    si

    deve

    essere limitato a

    riportare

    i

    passi

    che

    pi

    in-

    teressavano alla sua argomentazione. Si tratta, in ogni caso,

    di un

    documento

    interessante

    di

    per

    s, poich

    l'unica

    versione

    del

    Padre Nostro

    9

    attestata in una lingua del periodo medio-iranico,

    5

    Cfr.

    DE

    MENASCE, P.J. 1945, p. 224.

    6

    Cfr. ibid., pp. 218, 219, linea 108: gaBesni i Masyiie

    Jrehest

    anbasiinihii aBar du

    bunyast namudiir,

    lett. i discorsi del Messia (sono) particolarmente contraddittori,

    perch (sono) una dimostrazione dei (lett. sui )

    due

    princpi .

    7

    Bisogna per notare che la versione della Pesitta di Luca presenta alcune pecu

    liarit; ad esempio l'invocazione iniziale ( Padre nostro che sei nei cieli ), a differenza

    del testo greco e latino (ove Luca ha solo

    Pater),

    identica a quella di Matteo; lo stesso

    dicasi

    per

    l conclusivo

    libera

    nos a malo, che compare solo in Matteo, mentre, nella

    Pesitta attestato anche nel testo di Luca. Sul problema della differente invocazione

    nella tradizione greca e latina, nonch sulla questione della supposta e dibattuta mag

    gior antichit della versione breve (Luca) rispetto a quella lunga (Matteo) cfr. JEREMIAS,

    J. 1979, pp. 29-35; 87-94; SCHURMANN, H. 1994, pp. 23-45; MAGGI,

    A.

    1996, pp. 37-

    60;

    SABUGAL,

    S.

    1996,

    p.

    29,

    n.

    73.

    Non ha senso, in questo contesto, sollevare l'ipotesi

    di una trasmissione all'autore zoroastriano dalla redazione della

    .6.t6axl\,

    che, per quanto

    improntata alla versione matteica, presenta alcune peculiarit ( perdona l nostro de

    bito, come pure noi perdoniamo ai nostri debitori anzich e perdona i nostri debiti

    come noi abbiamo perdonato ai nostri debitori , nonch la dossologia finale Perch

    tuo l potere e la gloria nei secoli ). A proposito della dossologia conclusiva, si noter

    che essa entrata nella versione siriaca di Matteo, XI,

    13

    (vedi

    l

    testo siriaco citato pi

    avanti). Su tale dossologia

    cfr.

    CARMIGNAC, J. 1967, pp. 21, 320-333.

    8

    Vedi anche WEST, E.W. 1885, p. 242, n. 3.

    9

    La versione

    in zendo ,

    pubblicata a p. 113, nella ristampa (1995) dell'edi

    zione del

    Padre

    Nostro in 250 lingue (1870) a cura della Propaganda Fide, non

    altro che una traduzione artificiosa

    in

    pseudo-avestico, peraltro sviante giacch

    presentata senza alcuna annotazione relativa. Il testo (in

    un

    alfabeto avestico molto

    peculiare) recita: ahmiikam pita ko bauuani suuargasu namam tauua puiiiatam tauua

    riiiatuuam aga~atu tauua zao~a si8iiatu yata suuarga~u uiti Z lmeca ahmiikam a1niam

    pratideuuahikam maibiio

    dazdi adiia

    iiaBii vaem ahmiikam

    aparii

    ir ah xsamiimaha

    taBiiiuua

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    Il testo

    del

    Padre Nostro nell'apologetica

    mazdaica

    1939

    che conferma, insieme a molti altri riferimenti testuali presenti nel

    suddetto

    testo

    pahlavi-pazand

    nonch

    in

    altre fonti, l'esistenza di

    una redazione

    medio-persiana dei Vangeli. Sebbene sia ragionevo

    le

    supporre

    che

    una Vorlage

    medio-persiana sia stata certamente

    condotta

    sul

    testo siriaco della Pesitta

    10

    ,

    nel caso specifico dell Oratio

    Dominica

    11

    ,

    dobbiamo per subito

    anticipare che

    l

    testo pazand

    risulta derivare da

    una versione molto vicina a quella della Vetus

    Syra (secondo

    l

    manoscritto curetoniano)

    12

    e

    del

    Diatessaron

    13

    ,

    la

    xsamasuua ahmiikem

    aya;

    no ma

    parixsiim

    ii7Jaiiam

    kiJJtu

    piipiik

    no

    rak~a.

    Si notino i

    ripetuti sanscritismi, avestizzati secondo una sorta di trascrizione meccanica:

    suuargesu

    nei cieli" (scr. svarge~u); a J Jam pane (scr.

    annam),

    puiiiatam

    "sia

    venerato (scr.

    pujyatam),

    aga~atu venga (il tuo regno"; scr. agacchatu), aparii8i7Jah

    crediti

    (anzich "debitori"),

    xsamasuua perdona

    (dr. scr. k~amasva), aya "pec

    cati" (scr. agha-), parixsiim distruzione = "male"; scr.

    parik~ii-),

    ki7Jtu ma =

    scr.

    ki,ri-tu), piipiik

    "(dal) male" (scr. papa-), rax~a "proteggi(ci)" (scr. rak~a), etc.

    1

    Cfr.

    DE

    MENASCE, P.J. 1945, p. 209, con riferimento anche alla scoperta

    del

    pi recente Diatessaron persiano annunciata da Messina (MESSINA, G. 1942; 1943);

    il Diatessaron fu poi pubblicato, sempre da Padre Messina nel 1951; il testo del

    Padre Nostro compare in

    questa armonia dei Vangeli alla p.

    70

    (vedi sotto).

    11

    Ricordiamo che nella tradizione nestoriana si afferm l'uso di recitare il

    Pater per

    ben

    tre volte

    durante

    la messa; l'aggiunta di questa preghiera all'inizio

    e alla fine del servizio liturgico comunque un'innovazione posteriore all'epoca

    di Iso'yahb

    III (morto nel 657-658), mentre, come ha notato Jammo (JAMMO,

    S.Y.H. 1979, p. 19), all'epoca di Narsai si recitava solo una volta. Sulla questione

    si

    rimanda

    ancori , a JAMMO, S.Y.H. 1979, pp. 21-22, 44, 57, 69-70, 73, 75, 87.

    12

    Si vedano le edizioni CURETON, W. 1858 e BURKITT,

    F.C.

    1904, nonch la

    sinossi offerta da KIRAZ, G.A. 1996. Cfr. anche METZGER,

    B.M.

    1977, pp. 36-48.

    L'affermazione avanzata nel testo

    fondata

    su una

    serie di ragioni testuali esposte

    nel corso dell'articolo

    in

    merito a tre lezioni pre-Pesitta ancora conservate nel testo

    pazand.

    Le

    complesse e intricate relazioni testuali tra la Vetus Syra ed il Diatessaron,

    nonch i problemi concernenti la ricostruzione definitiva di quest'ultimo nella sua

    redazione siriaca, fuoriescono dai limiti di questo contributo e dalle mie competenze.

    Per la stessa ragione non sono in condizione di stabilire se le lezioni della Vetus Syra

    siano da considerarsi come dipendenti da quelle del Diatessaron o viceversa o ancora

    indipendenti (vedi gi SMITH

    LEWIS,

    A. apud BENSLEY R.L., RENDEL HARRIS, J.,

    BURKITT, F.C.

    1894, pp. xxiii-xxiv; dr. METZGER, B.M. 1977, pp. 45-48 con riferi

    mento alle diverse teorie), ma mi limito, nelle conclusioni di questo lavoro, a notare

    per che il testo pazand si fonda

    su

    una tradizione che trova appoggio in entrambe

    le

    versioni, anche se n

    un

    punto non supportata dal Commento di Efrem al Diatessaron

    (d.

    LELOIR, L. 1962, p. 24; MAcCARTHY,

    C.

    1993, pp.

    118-119 .

    13

    Non prenderemo dettagliatamente in considerazione in questa trattazione la

    versione neopersiana del Diatessaron (di trasmissione giacobita), edita da MESSI

    NA,

    G.

    1951, che presenta notevoli difformit nell'armonizzazione delle fonti evan

    geliche rispetto al testo tazianeo, e che probabilmente costituisce una

    composizione

  • 7/23/2019 Panaino - Il Testo Del Padre Nostro

    4/26

    1940

    Antonio Panaino

    cui

    tradizione, come

    ha

    indicato Voobus

    14

    ,

    parrebbe

    aver

    pesante

    mente influenzato la pi antica redazione siriaca del Vangelo da-

    mepharrese (ovverosia i Vangeli separati). Sarebbe peraltro fuor

    viante pensare che

    Mardan

    Farrox

    I

    Ohrmazddadan

    traducesse

    direttamente

    e per la prima volta

    dal

    siriaco; egli attingeva

    verisimilmente ad

    una

    tradizione medio-persiana dei Vangeli,

    in

    uso

    presso la Chiesa

    di

    Persia

    15

    , purtroppo

    perduta

    16

    Con

    grande

    affetto voglio

    pertanto

    dedicare alla memoria del

    collega

    ed

    amico Luigi Cagni questo studio

    pi

    aggiornato

    sull Oratio

    Dominica

    nella

    sua

    redazione

    pazand

    soggetto

    per

    il quale egli

    aveva mostrato,

    in

    passate discussioni,

    un

    profondo interesse.

    Per quanto

    concerne la terminologia utilizzata

    in pazand

    essa

    pu

    essere, almeno

    in

    parte

    confrontata con quella attestata

    nei

    recenziore, basata su un differente testo siriaco (METZGER, B.M. 1963, 108). Le

    altre versioni neopersiane relativamente antiche citate

    da

    Metzger (1977,

    pp.

    17-19,

    277-278), risultano ancor meno pertinenti al presente lavoro (vedi anche K.J. Thomas

    e F Vahman, in

    Encyclopredia

    Iranica,

    IV

    /2 1989: 210).

    14

    VOOBUS, A. 1951, pp. 34-36.

    15

    Sul Cristianesimo

    in

    Iran si consultino i contributi di LABOURT,

    J.

    1904;

    TISSERANT,

    E.

    1931; ORTIZ DE URBINA, I 1937; MESSINA, G. 1947; SPULER,

    B. 1961; GERO, S. 1981; WIDENGREN, G. 1988; CHAUMONT, M.-L. 1988; molto

    utile per ulteriori aggiornamenti la voce Christianity nella

    Encyclopredia

    Iranica,

    voi. V/5 1991, pp. 523-547.

    16

    L'indipendenza della Chiesa

    di

    Persia

    dal

    Patriarcato

    di

    Antiochia agli inizi

    del V secolo diede maggiore impulso ad una letteratura cristiana in medio-persia

    no,

    ma

    tale tradizione, fatta eccezione per i Salmi mp. cristiani ritrovati nel mo

    nastero nestoriano di Bulayiq [nei pressi dell'oasi di Turfan; dr. ANDREAS, F C

    1910; ANDREAS(-BARR), F C 1933],

    non

    stata conservata se

    non

    in traduzioni

    siriache; ci sembrerebbe indicare che il siriaco non perse mai la sua importanza

    e che

    ad

    un certo punto dovette

    riguadagnare

    uno

    status

    prioritario anche nella

    Chiesa di Persia, come nota SIMS-WILLIAMS, N. s.v. Cristianity , iv, in Encyclopredia

    Iranica,

    IV

    /2 p. 534). Gi nel

    IV

    secolo, Giovanni Crisostomo affermava che la

    dottrina cristiana sarebbe stata tradotta nella lingua dei Persiani (Omelia

    su

    Gio

    vanni,

    in

    Migne,

    PG

    LIX,

    col. 32),

    mentre

    nel V secolo Teodoreto conferma che i

    Persiani conoscevano i Vangeli Graecarum

    affectionum

    curatio,

    IX. 936, in Migne,

    PG

    LXXXIII, col. 1045c). Si vedano ulteriori dettagli e bibliografia aggiuntiva nella

    voce Bible della Encyclopredia

    Iranica,

    voi. IV /2 1989,

    pp.

    199-214, in particolar

    modo le sezioni i i i e iv a cura rispettivamente di THOMAS, K.J. e SHAKED, Sh.

    (pp. 203-206, 206-207). Molto utili i capitoli sulle versioni persiana e sogdiana del

    Nuovo Testamento redatti

    da

    METZGER, B.M. 1977, pp. 274-282.

  • 7/23/2019 Panaino - Il Testo Del Padre Nostro

    5/26

    Il

    testo del

    "Padre Nostro" nell'apologetica mazdaica

    1941

    frammenti

    dei Salmi cristiani in medio-persiano

    di

    Bulayi:q

    17

    Ve

    niamo quindi

    al testo

    pazand:

    (148)

    Inca

    goet

    ku:

    pidar-m( ,i

    pa

    asm( ,n,

    at

    bat

    saharyarI

    vat e

    bat

    kam

    pa zamI cun pa

    asm( ,n.

    (149) aBam( ,

    18

    dah

    n( ,n i rozgarI a{3am J. ma

    bar

    o

    gum( , garI.

    Egli (i.e. Ges) dice: 'Padre nostro che (sei)

    in

    cielo, [di]venga i l

    tuo regno e sia (fatta) la tua volont sulla terra come in cielo. E dacci

    i l pane quotidiano e non portarci al concepimento del dubbio '.

    Sulla

    base

    della

    trascrizione pazand possiamo tentare

    una

    Riickiibersetzung del

    testo

    pahlavi

    che

    doveva suonare pi

    o

    meno

    cos:

    pidar

    19

    -man

    20

    I

    pad

    21

    asman

    22

    u-t

    23

    bawad

    24

    sahryarih

    25

    u-t e

    26

    bawad

    17

    Oltre

    al

    primo studio

    di

    ANDREAS(-BARR),

    F C

    (1910) e

    all edizione

    ANDREAS(-BARR), F C 1933, si veda il contributo

    di

    SKJJERV0, P.O. 1983, pp.

    178-179, il quale evidenzia che, sebbene il manoscritto

    non

    possa essere pi antico

    del VI secolo, verisimilmente del VII [giacch contiene le aggiunte liturgiche ed

    i canoni introdotti da Mar Aba nella sua versione siriaca redatta non prima del

    550; vedi ANDREAS 1933, p. 6), la lingua e l'ortografia impiegate risalgono ad

    un epoca

    sicuramente precedente (intorno al IV secolo). Sull'arcaicit della scrit

    tura

    utilizzata per i Salmi medio-persiani, che rappresenta

    una

    forma antica della

    scrittura corsiva pahlavi, si rimanda a SKJJERV0, P.O. 1996, pp. 517, 523-524. Lo

    studioso norvegese diverge inoltre dalla tesi di GIGNOUX, Ph. 1969, p. 244, il

    quale ritiene che i Salmi fossero tradotti in medio-persiano

    da un

    siro nestoriano

    e

    comunque non da

    uno scriba

    di

    lingua

    madre

    persiana.

    18

    Cfr. NYBERG, H.S. 1974, p. 19.

    19

    Cfr. ptlwny *pidaron) nel Salmo mp. 95,

    6; ANDREAS -BARR),

    F C 1933, p. 58b.

    2

    Cfr. -m n -man) nei Salmi mp. passim);

    ivi

    p. 49b.

    21

    PWN

    pad)

    nei Salmi mp.

    passim).

    Vedi ivi p. 57a.

    22

    sm n asmiin) nei Salmi mp. 96, 5; 122, 1; 123, 8; 135, 5, 26;

    ivi

    p. 34a.

    23

    Cfr. ZY-t nei Salmi mp. (e.g.,

    S.

    96, Canone, I 17); ivi p. 62a. Ma, forse,

    ii-t?

    24

    Cfr. YHWWN- baw-) nei Salmi mp., ove l'eterogramma usato passim) solo

    al presente (indicativo); si veda ivi p. 44a.

    25

    Cfr. stld l sahryiir) Sovrano, Re , nei Salmi mp. passim); cfr.

    ivi

    p.

    61.

    Cfr. malakut

    regno dei cieli, mondo spirituale nel Diatessaron persiano.

    26

    Cfr. yw (e) nei Salmi mp.; ivi p. 32a.

  • 7/23/2019 Panaino - Il Testo Del Padre Nostro

    6/26

    1942

    Antonio Panaino

    kiim

    27

    pad zamig

    28

    ciyon pad

    asmiin.

    u-miin dah

    29

    niin

    30

    I rozgiirig

    31

    u-

    miin mii

    32

    bar

    33

    0

    4

    gumiingarih.

    [pdl-m'n ZY PWN 'sm'n AP-t YHWWN-'t stld'lyh AP-t

    'yw

    YHWWN-'t k'm PWN

    zmyk cygwn

    PWN 'sm'n

    AP-m'n

    YHBWN

    LHMA Y lwcklyh AP-m'n AL YBLWN OL gwm'nklyh]

    La

    traduzione in

    sanscrito (JAMASP-ASANA, H.J. 1877,

    p.

    166;

    CASARTELLI, L.Ch. 1900, p. 254; BHARUCHA, Sh.J. 1913, p. 52)

    dello stesso testo,

    interessante, giacch i conferma, anche se

    con

    qualche ulteriore fraintendimento, lo stato

    del

    testo cos come i

    stato

    tramandato

    nello

    Skand-gumanig wizar in

    pazand:

    (148)

    idarri codgirati

    yat pitar me

    35

    iikiise te bhuyat rajyar i tavaivarri

    bhuyiit kiimo jagatyarri yathii iikiise. (149) mahyarri dehi annarri sarritatiyarri

    marri

    mii

    samutsrja

    sar isayatve.

    Ed (egli = Ges) esclama: 'Padre mio

    in

    cielo, [di]venga

    i l

    tuo

    regno, si realizzi la tua volont come in terra cos in cielo. Dammi

    i l cibo perpetuo, non mi abbandonare nel dubbio '.

    Il testo

    pazand ci

    offre

    l'opportunit

    di riconsiderare alcune

    scelte lessicografiche utilizzate nella versione

    dal

    siriaco

    in rap-

    27

    Cfr. k'msty

    kiimist)

    desiderato, voluto , p.p.p. di

    kamistan

    volere, deside

    rare , nel Salmo mp. 131, 13; vedi anche k'my kiim) abbi

    soddisfazione

    (di noi) ,

    S. 118,

    Canone

    II;

    dr.

    ANDREAS(-BARR), F.C. 1933, p. 44b.

    28

    Cfr.

    zmyk

    zam1g) nei Salmi mp.

    passim);

    dr.

    ivi

    p. 41b. Cfr.

    dar iismiin

    dari

    va

    dar zamI

    nel Diatessaron

    persiano.

    29

    Cfr. YHBWN-

    dah-) nei

    Salmi

    mp.

    (e.g., 96, 7, 8: YHBWN-yt

    dahed),

    impe

    rativo

    pres. 2a pi.); vedi

    ivi

    p. 44a.

    30

    Cfr. Salmo 126, 2; 131, 15: LHMA niin); ivi pp. 18

    I.

    16), 23

    I.

    8), 47b.

    31

    Cfr. YWM (roz) nel Salmo

    mp.

    127, 5;

    ivi

    p. 44a. Cfr.

    rozgiiri nel

    testo

    del

    Diatessaron persiano.

    32

    Cfr. AL (mii) nei Salmi

    mp.

    118, 133; 131, 10;

    ivi

    p. 33a.

    33

    Cfr. YBLWN-

    bar-, burd) nei

    Salmi mp.; vedi e.g. S. 96, 6; 99, 5, p. YBLWN

    yt

    bared),

    imper. pres. 2a pi.;

    ivi

    p. 43b.

    34

    OL

    o) nei

    Salmi mp.

    passim); ivi

    p. 56a

    (dr.

    anche 29b-30a).

    35

    Come gi notava CASARTELLI, L.Ch. 1900, p. 253, Neryosang sembra aver

    frainteso l pronome di prima pers. pi. (pahl.

    ama;

    paz.

    -ma ... )

    con quello

    singo

    lare (scr. me).

  • 7/23/2019 Panaino - Il Testo Del Padre Nostro

    7/26

    Il testo del Padre Nostro nell'apologetica mazdaica

    1943

    porto anche al testo greco e latino. Cito pertanto l testo del Padre

    Nostro siriaco (Matteo, VI,9-14 e Luca, XI,2-4) della Vetus Syra (ed.

    Cureton) comparato con quello della Pesitta

    36

    :

    Vetus Syra (ms. Cureton)

    37

    ; Matteo, VI,9-14:

    (9)

    'bwn d-bsmy' ntqds smk

    (10) t't '

    mlkwtk w-nhwwn fibynyk

    b'r

    'yk d-bsmy' (11) w-ll;mn

    'myn'

    dywm' hb-ln (12) wsbwq-ln l;wbyn 'ykn'

    d'p 'nl;nn nsbwq l-l;ybyn (13) w-l'

    tytyn

    l-nsywn'. 'l' pfin mn bys'. mtl

    d-dylk

    hy mlkwt'

    w-tsbwl;t' l-'lm

    'lmyn 'myn.

    (9)

    Padre nostro

    che [sei]

    nei

    cieli, sia santificato il

    tuo

    nome,

    (10) venga il tuo regno e

    sia

    (fatta) la tua volont in terra

    come

    in

    cielo (11) e l

    nostro

    pane costante del

    giorno

    d a

    noi

    (12) e rimetti

    a

    noi

    i

    nostri

    debiti come

    anche noi

    (li) rimettiamo ai nostri debitori

    (13) e

    non portarci

    nella tentazione,

    ma

    allontanaci

    dal

    male,

    poi-

    ch

    tuo

    il regno e la gloria nei secoli dei secoli,

    amen

    38

    Vetus Syra (ms. Cureton)

    ; Luca, XI,2-4:

    (2) 'bwn d-bsmy' ntqds smk. w-t't' mlkwtk. (3) w-hb-ln ll;m' 'myn'

    d-kl-ywn. (4) w-sbwq-ln l;thyn.

    w-'p

    l;nn nsbwq lkl dl;yb-ln. w-l'

    t'ln

    l

    nsywn', 'l' pfin

    mn bys'.

    "(2) Padre nostro che [sei] nei cieli,

    sia

    santificato il tuo nome,

    e venga l tuo regno, 3) e dacci l

    pane

    costante di ogni giorno (4)

    36

    Cfr. HEALEY, J F 1980, p. 17; si vedano anche 'ed. della Pesitta a

    cura

    della

    British

    and

    Foreign Bible Society (senza data, p.

    7);

    'ed. del testo aramaico della

    Pesitta

    (1986, p. 7); la ristampa

    dell'edizione

    1870 del Padre Nostro" in 250 lingue,

    curata dalla Propaganda Fide, presenta diverse versioni

    dei

    testo siriaco (1995,

    pp.

    72-83), tra le quali anche quelle siriaca moderna

    dei

    Caldei e Nestoriani

    del Curdistan

    e dell'Iraq e quella dei Caldei e Nestoriani della Persia e della diaspora (1995, pp.

    80-83, testi VIII e IX). Per l testo di Matteo nel Lezionario palestinese, dr. SMITH

    LEWIS, A., GIBSON, M.D. 1899, pp. 130-131.

    37

    CURETON,

    W.

    1858; KIRAZ, G.A. 1996, I,

    pp.

    73-75.

    38

    Cfr. CURETON, W. 1858, pp. 8a-b:

    Our

    Father which art in heaven, Hallowed

    be thy name. Thy kingdom come. And be thy

    wills

    in

    earth,

    as in heaven. And our

    bread constant of

    the

    day

    give us.

    And

    forgive

    us our

    debts, so

    that

    aiso

    we

    forgive our debtors. And

    bring us

    not into temptation,

    but

    deliver

    us

    from the

    evi : Because thine is the kingdom, and the glory, for ever and ever. Amen .

    39

    CURETON,

    W.

    1858; KIRAZ, G.A. 1996, III,

    pp.

    220-221.

  • 7/23/2019 Panaino - Il Testo Del Padre Nostro

    8/26

    1944 Antonio Panaino

    e rimetti a noi i nostri

    peccati

    e anche noi li rimetteremo a ogni

    nostro debitore. E

    non

    farci

    entrare in

    tentazione, ma liberaci dal

    male"

    40

    Pesitta; Matteo, VI,9-14

    41

    :

    9) .. .'bwn d-bsmy ntqds smk,

    (10)

    t ' t ' mlkwtk, nhw' f?bynk

    'ykn'

    d-bsmy p b'r ; 11) hb-ln lbm' d-swnqnn ywmn',

    (12)

    w-sbwq-ln bwbyn

    'ykn' d'p bnn sbqn 1-bybyn. (13) w-1 t ' ln 1-nsywn

    l pf?n

    mn bys .

    mtl

    d-dylk hy

    mlkwt'

    w-byl' w-tsbwbt'. l-' lm 'lmyn myn.

    "(9) ... Pater

    noster qui

    [es] in coelo: santificetur

    nomen tuum.

    (10) Veniat

    regnum

    tuum:

    fiat

    voluntas

    tua,

    sicut

    in

    coelo,

    etiam

    in

    terra. 11) Da nobis panem indigentiae nostrae hodie. (12) Et dimitte

    nobis debita nostra sicut

    etiam

    nos

    dimisimus

    debitoribus nostris.

    (13) Et

    ne inducas nos in tentationem; sed eripe nos

    a malo.

    Quia

    tuum est regnum, et potentia, et gloria,

    in

    seculum

    seculorum"

    42

    Pesitta; Luca, XI,2-4

    4

    3:

    (2) .'bwn d-bsmy ntqds smk, t t mlkwtk, nhw' f?bynk 'yk d-bsmy

    'p b'r ;

    3) hb-ln lbm' d-swnqnn kl-ywm, 4) w-sbwq-ln bthyn 'p

    'nbnn g'r

    sbqn

    lkl d-bybyn-ln; w-l'

    t ' ln

    1-nsywn l prwqyn mn bys .

    "(2) ... Pater noster qui [es] in coelo, Santificetur nomen tuum.

    Veniat regnum tuum. Fiat

    voluntas

    tua, ut in coelis, etiam

    in

    terra.

    (3) Da

    nobis panem egestatis nostrae

    quotidie. 4) Et

    remitte

    nobis

    peccata nostra: nam

    etiam

    nos remittimus omnibus debitoribus nobis.

    Et

    ne inducas nos

    in tentationem,

    sed

    serva

    nos

    a

    malo"

    44

    0

    cfr. CURETON,

    W

    1858, p. 61b:

    "Our Father which

    art

    in heaven, hallowed

    be thy name.

    And

    come thy kingdom. And give to us bread continuai

    of

    every

    day. And forgive us our sins; and may we also forgive

    every

    one that is

    indebted

    to us. And bring

    us not into temptation;

    but

    deliver us

    from evi ".

    41

    Un tentativo di ricostruzione della pronuncia caldea offerto per M. VI, 9-

    13,

    da

    HOBERMAN, R.D. 1997, p. 264. Ricordiamo che l testo della

    Pesitta

    precedente

    alla

    scissione

    della comunit sira tra

    Giacobiti e

    Nestoriani

    e

    che

    quindi

    fu accettato da entrambe

    le

    Chiese (dr.

    METZGER, B.M. 1977, p. 48).

    42

    PUSEY, Ph.E. 1901,

    pp.

    45, 47.

    3

    Cfr.

    anche

    'ed.

    della Pesitta

    a

    cura della

    British

    and

    Foreign Bible Society

    (senza data, p. 94); 'ed.

    del

    testo aramaico

    della

    Pesitta (1986, p. 92).

    44

    PUSEY, Ph.E. 1901, p. 391.

  • 7/23/2019 Panaino - Il Testo Del Padre Nostro

    9/26

    Il testo

    del

    Padre Nostro

    nell'apologetica

    mazdaica 1945

    Veniamo

    quindi

    all analisi

    comparativa del

    testo pazand alla

    luce delle tradizioni

    pi

    significative

    45

    Mt.

    VI,

    9

    46

    :

    Tldnp

    ~wv

    i v

    rors

    opavors

    Pater noster,

    qui

    es

    in caelis,

    ci-yiaae~rw r

    ovod

    aou santificetur nomen tuum,

    C

    'bwn

    d-bsmy' ntqds smk

    Padre nostro

    che [sei] nei cieli, sia

    santificato

    il tuo nome

    P

    'bwn d-bsmy'

    ntqds smk

    Pater

    noster qui

    [es]

    in

    coelo, Santificetur nomen tuum .

    Cfr. Luca, Xl,

    2:

    Tldrep, ci-yLaae~rw r ovod aou Pater, santificetur nomen

    tuum.

    C

    'bwn

    d-bsmy' ntqds smk Padre nostro che [sei] nei cieli, sia santificato il tuo

    nome

    P 'bwn d-bsmy' ntqds smk

    Pater

    noster qui [es] in coelo, Santificetur nomen tuum

    paz.

    pedar-amii

    I

    pad

    asmii11

    [pahl.

    pidar-miin

    I

    pad

    asmiin]

    scr. pilar me

    iikiise.

    Come

    gi notato, la traduzione

    pazand

    in

    questo caso parziale.

    Mt. 6, 10:

    0.6rw ~aaLELa aou

    -yev11e~rw

    r 6 1]d aou,

    ws

    v

    opav@ Ka

    u

    Y~S

    C t t

    mlkwtk w-nhwwn ~bynyk b'r 'yk

    d-bsmy'

    adveniat regnum tuum

    fiat voluntas

    tua,

    sicut in

    caelo, et

    in

    terra

    venga l

    tuo regno e sia

    (fatta) la tua

    volont

    in

    terra

    come in cielo

    P t t

    mlkwtk,

    nhw'

    ~bynk, 'ykn' d-bsmy'

    'p

    b'r

    Veniat regnum tuum: fiat voluntas

    tua, sicut

    in coelo, etiam in

    terra.

    Luca, Xl,

    2:

    6Tw

    ~aaLeia

    aou adveniat regnum tuum.

    C w-t t

    mlkwtk

    e

    venga l

    tuo regno''.

    P

    t t

    mlkwtk, nhw'

    ~by11k,

    'yk d-bsmy'

    'p

    b'r

    Veniat

    regnum

    tuum.

    Fiat

    voluntas tua, ut

    in

    coelis, etiam

    in

    terra .

    paz.

    at bat saharyarI

    [pahl. u-t bawiid

    sahryiirih

    vat e bat kiim u-t e

    bawiid kiim

    pa

    zamI

    cun pa iismqn pad zamig ciyon pad asmiin.]

    scr.

    te bhiiyiit

    riijyam

    taiva111

    bhiiyiit

    kiimo

    jagatya111

    yathii iikiise.

    45

    Per l testo greco e latino si vedano le edizioni

    MERK,

    A.

    1964, pp 16

    (Matteo); 240-241 (Luca), NESTLE, B.

    et

    E., ALANO, B.

    et

    K 1994, pp. 13-14

    (Matteo); 195-196 (Luca). Per l testo della Vulgata si veda l ed. 1983.

    46

    Per l testo greco e latino di Matteo, VI, 9-13 e Luca 11, 2-4 cfr. MERK,

    A.

    1964, pp. 16, 240.

  • 7/23/2019 Panaino - Il Testo Del Padre Nostro

    10/26

    1946

    Antonio Panaino

    Al gr.

    ii ~acrLE a crou

    47

    e

    al

    sir.

    mlkwtk [malkutok]

    48

    (dr.

    ebr.

    malkiit

    corrisponde

    paz. at ... saharylirI; la

    resa

    puntuale

    e si

    noter

    che,

    sebbene

    nel

    caso

    di

    pahl.

    sahrylirih non

    sia

    usato alcun

    eterogramma,

    slih

    perlopi

    attestato come

    MLKA.

    Curiosa

    la

    resa

    con

    bat lett. divenga , di sir. (C

    =

    P)

    t t

    venga , forse

    influenzata dalla

    frase successiva

    con

    (C) w-nhwwn e sia (fatta)

    =

    vat biit (pahl. bawlid e divenga la

    tua

    ... [dr. (P) nhw (gr.

    yEVTJ811Tw ].

    Paz. (e pahl.) klim volere,

    desiderio

    (scr. klima-, m.)

    si giustifica come

    traduzione

    letterale di sir. ~bynyk [~e~yonok]

    il

    volere, il

    desiderio tuo

    (gr.

    T

    8T]d

    crou)

    49

    Non

    bisogna

    lasciar

    si

    fuorviare

    dalle

    complesse

    accezioni

    assunte dal

    scr.

    klima-,

    il

    cui

    signific~to

    di

    base

    non

    riducibile esclusivamente all'area semantica

    del termine amore

    (anche carnale), ma

    comprende

    i concetti di

    volere, desiderio

    50

    Si noter, peraltro,

    che

    gi in

    antico

    persiano,

    klima-,

    m.,

    usato

    con

    il

    senso di

    volere,

    desiderio espresso da

    47

    Il senso sembra essere

    propriamente

    quello

    di

    la

    tua

    sovranit ,

    piuttosto

    che quello prettamente politico

    di

    regno ; dr. CARMIGNAC,

    J

    1967, pp. 89-98;

    KLAPPERT, B.

    apud

    COENEN,

    L. et

    al. 1989, pp. 1524-1538; SCHURMANN, H.

    1994, pp. 48-68; SEBUGAL, S. 1994, pp. 147-200.

    48

    La presente trascrizione (occidentale), che devo al Prof. Contini,

    del tutto

    strumentale

    ed

    utilitaristica. Siccome la tradizione Siro-orientale presenta alcune

    differenze, soprattutto nella qualit delle vocali ii anzich o,

    o

    anzich a etc.), le

    geminazione delle occlusive intervocaliche e in parte la diversa distribuzione delle

    variet occlusive spiranti delle bdgkpt (da considerarsi entrambe fonematiche), sa

    rebbe stato opportuno disporre di una trascrizione orientale. Purtroppo, nell'im

    possibilit di poter ricorrere

    ad

    un

    ecclesiastico o

    ad uno

    specialista della tradizio

    ne assira o caldea per una conversione della traslitterazione secondo i criteri

    della pronuncia siriaco-orientale mi limito a citare le parti

    pi

    interessanti del testo

    secondo la pronuncia occidentale. Nella presente trascrizione l Prof. Contini, che

    ringrazio per la vocalizzazione del testo

    ed

    altri utili suggerimenti, ha voluto ren

    dere le

    matres

    lectionis (che

    non

    esprimono

    pi

    la lughezza vocalica) mediante un

    accento circonflesso. Ricordo ancora che

    un

    tentativo di ricostruzione della pronun-

    cia caldea offerto solo per M. VI 9-13, da HOBERMAN, R.D. 1997, 264.

    49

    Cfr. CARMIGNAC,

    J

    1967, pp. 103-109; MULLER, D. apud COENEN, L. et

    al.

    1989,

    pp.

    2022-2027; SCHURMANN, H. 1994,

    pp.

    68-74; SEBUGAL,

    S.

    1994,

    pp.

    201-240.

    5

    Cfr. MAYRHOFER, M. 1956, p. 200,e

    in

    particolare 159,

    sub kam-

    begehren,

    lieben , base verbale rifatta sul ved.

    kii-ma-,

    a sua volta rad.

    *kii-

    desiderare

    (vedi av. kii- desiderare,aver piacere ; lat. cii-rus), di cui la forma vedica, l'av. ka

    ma-

    e l'ap. kii-ma-, sarebbero un derivato

    in

    -mo-. Cfr. BARTHOLOMAE, Ch. 1904,

    pp.

    462, 463.

  • 7/23/2019 Panaino - Il Testo Del Padre Nostro

    11/26

    Il

    testo

    del

    Padre Nostro nell'apologetica mazdaica 1947

    A(h)uramazda o dal re

    51

    , e quindi ingiunzione, volont . Cfr., e.g.,

    D(ario) S(usa}, F, 15-16

    52

    : Auramazdiim ... kiima iiha era

    desiderio

    di

    A(h)ura Mazda; D. Suez C, 12: yaBa miim kiima iiha come era mio

    desiderio

    (lett.

    come

    era

    desiderio

    per

    me

    scilicet

    Dario). L'ap.

    kiima-

    viene

    tradotto nelle

    versioni

    parallele in accadico

    53

    con l

    verbo l:}ebu desiderare

    [perlopi

    reso

    con

    lo stativo

    l:}ebiika (l:}e-ba

    a-ka54, ma anche con

    il:}-1:}e-bi, in X(erxes). Pers(ersepoli). F. 22, 30]

    fatta eccezione per

    NR

    B 11,

    ove

    usato iriim io amo v. ramu);

    in

    elamico abbiamo

    ha-ni-ra

    (DNa IV 31) desideroso

    55

    Nelle Ga8a,

    56

    kiima-,

    m., indica

    i l

    desiderio,

    l'aspirazione

    Y. 28, 13; 43, 13) o l

    piacere

    Y.

    32)

    del

    fedele; nell'Avesta recente

    hapax),

    segnatamente

    in Yt. 13, 33, i l desiderio usato (insieme a zaosa-, m., gusto,

    piacere ) con riferimento alla soddisfazione provata dalle Frava~i

    nell'abbattere l'ostilit dei nemici divini e umani. L'uso della radi-

    ce semitica :}by ritorna in

    pahlavi,

    ove

    i l v.

    kiimistan, kam-, volere,

    desiderare , reso con l'eterogramma

    57

    Y$BHN-stn' (MAcKENZIE,

    D.N. 1971, p. 49: YCBEN-stn'}

    58

    ;

    nei

    Salmi medio-persiani 131 [132],

    13), kiimist

    (k'mysty)

    corrisponde a sir. :}bo desiderare

    59

    Si ricor-

    51

    Con accusativo della persona che prova tale desiderio (cfr.

    KENT,

    R.G. 1953,

    179; BRANDENSTEIN,

    W.,

    MAYRHOFER, M. 1964, p. 128).

    52

    Per altri passi paralleli cfr. KENT, R.G. 1953, p. 179a.

    53

    Cfr. HERZFELD,

    E.

    1938,

    pp.

    221-223.

    54

    Vedi CAD,

    $,

    s.v.

    ~ebu

    =

    1962, p. 120a). Cfr. MALBRAN-LABAT,

    F

    1994, p.

    156: D.B., par. 43: libbii sa aniiku ~e-ba-a-[ka)

    ippussa

    essi fanno esattamente quel

    che io voglio .

    55

    Bibliografia e ulteriori annotazioni in HINZ, W., KOCH, H. 1987, I, p. 618.

    56

    KELLENS, J., PIRART, E. 1990, p. 230.

    57

    Tale eterogramma rifatto sulla forma di imperfetto 3a pers. sg. del

    v.

    aramaico

    ~by, yi~be (vedi GESENIUS, W. ed. 1975, p. 1109ab sub ~b'); cfr. NYBERG, H.S.

    1974, p. 7.

    58

    Si

    veda

    anche nelle iscrizioni sasanidi, mpm. YCBH-t

    [kamed]

    egli

    vuole

    (NPi 35), partico YCBH-t [kamed] (NPi 4); cfr. GIGNOUX, Ph. 1972, pp. 37a; 67a.

    Sulle forme attestate nell'iscrizione di Paikuli, cfr. HUMBACH, H., SKJJERV0,

    P.O.

    1983, p. 133; vedi anche HOFTIJZER, J., JONGELING,

    K.

    1995, Il, pp. 956-957

    (sub ~bw).

    59

    Cfr. BROCKELMAN, N. 1895, p. 619a; ANDREAS(-BARR), F.C. 1933, pp.

    23

    [111), 44 [132).

  • 7/23/2019 Panaino - Il Testo Del Padre Nostro

    12/26

    1948

    Antonio Panaino

    der, inoltre, in pahlavi, l'uso del termine kiimag volere, deside

    rio 60, nonch

    di

    nek ih-kamag

    dalla buona

    intenzione (detto di

    Ohrmazd) e di anag ih-kamak dall'intenzione malvagia

    (di

    Ahreman)

    6

    , etc.

    6

    Da notare l'inversione della sequenza cielo/terra

    63

    nella for

    mula paz. pa zam i

    cun

    pa asm{ln

    in

    terra come in cielo (registrata

    anche nel testo sanscrito), rispetto a quella normalmente attestata

    nelle versioni greche, latine e della Pesitta,

    nonch

    in quella

    neopersiana del Diatessaron. Tale peculiarit del testo

    pazand non

    dipende

    affatto

    da

    una semplice scelta stilistica,

    ma

    conferma pie

    namente

    l'antichit della versione

    in

    pahlavi, che

    deve

    essere cer

    tamente di

    epoca sasanide. Infatti il testo del

    Padre

    Nostro

    presen-

    tava due varianti 'testuali significative nella Vetus Syra Curetoniana,

    le quali rimasero in

    uso

    almeno sino all'epoca di Giacomo

    di

    Edessa

    (morto nel 708 e che, talvolta, ricorrono ancora oggi, come nota

    Jammo (1979,

    p.

    21), nell'ufficio ebdomadario. La

    prima,

    che tro

    viamo

    anche in Giacomo

    di

    Sarug, contemporaneo di Narsai (V

    secolo), recita infatti

    (C)

    w-nhwwn

    ~bynyk

    b'r

    yk d-bsmy fiat

    voluntas tua in terra sicut in caelo . Siccome la versione pi recen

    te appartiene al testo tradotto dal vescovo Rabbula

    6

    4 probabilmen-

    te alla Scuola

    di

    Edessa, ove Narsai fu rettore, si dovrebbe dedurre

    che

    la

    presente variante del testo

    pazand

    rifletta, attraverso la

    recensione pahlavi, quella della redazione della Vetus Syra

    (C).

    La

    stessa inversione si trova

    anche

    negli Atti

    di

    Tommaso

    65

    , che ven

    gono utilizzati da

    Ortiz

    de Urbina

    66

    per la ricostruzione del

    60

    Cfr. NYBERG, H.S. 1974, pp. 110-111.

    61

    Meng Xrad, cap. 8 (NYBERG, H.S. 1929,

    pp.

    200-201).

    62

    Cfr. NYBERG, H.S. 1974, pp. 110-111; MAcKENZIE, D.N. 1971, pp. 48-49.

    63

    Cfr. CARMIGNAC,

    J.

    1967,

    pp.

    110-117. Si noter che anche nella versione

    francese, l'ordine

    invertito:

    sur

    la terre comme

    au

    ciel .

    64

    Cfr. ZIAD,

    I

    1939, col. 1625, n. 2; JAMMO,

    S.Y.H.

    1979, pp. 21-22.

    65

    WRIGTH, 1871, p. 313. Il testo recita: che le tue volonta (sic) siano fatte

    sulla terra come

    in

    cielo ; dr. CARMIGNAC, J. 1967, p.

    113.

    66

    ORTIZ

    DE

    URBINA,

    I

    1967,

    p.

    42 [521].

  • 7/23/2019 Panaino - Il Testo Del Padre Nostro

    13/26

    Il

    testo

    del Padre

    Nostro

    nell'apologetica

    mazdaica

    1949

    Diatessaron siriaco, ma ad esempio non

    presente nel Commentario

    di Sant'Efrem al Diatessaron di Taziano

    67

    ,

    n, come si

    gi

    notato,

    in quello persiano.

    Per questa

    ragione, sebbene gli Atti

    di

    Tommaso

    e

    qualche

    altra tradizioni registrino delle varianti che coincidono

    con quelle della Vetus Syra (C), ritengo, in questo caso, meno sicu

    ra la derivazione diretta dell'originario testo pahlavi dal Diatessaron.

    Mt.

    VI,

    11: rv

    dprov ~wv

    rv

    moua1ov

    6s ~iv a~Epov

    Panem

    nostrum

    supersubstantialem da nobis hodie.

    C w-lbmn 'myn' dywm' hb-ln e il nostro

    pane

    costante del giorno

    d

    a noi

    P

    hb-ln

    lbm'

    d-swnqnn

    ywmn'

    Da

    nobis

    panem

    indigentiae nostrae hodie

    Luca,

    Xl, 3: rv dprov

    ~wv

    rv moua1ov 6(6ov r Ka0'

    ~pav

    Panem

    nostrum cotidianum da nobis hodie.

    C w-hb-ln

    lbm'

    'myn'

    d-kl-ywn

    e

    dacci l

    pane costante di ogni

    giorno

    P hb-ln lbm' d-swnqnn kl-ywm Da

    nobis

    panem egestatis nostrae quotidie

    paz.

    aBamq

    .dah nqn roigiiri

    [pahl.

    11 miin dah niin

    i

    rozgiirig]

    scr.

    mahyarri dehi anna111 sarritatiyarri

    Con n(ln roigiirI

    68

    pane giornaliero, quotididano , i l pazand

    non

    risponde al testo sir aco della Pesitta: (M) lbm d-swnqnn

    ywmn

    i l pane della nostra ristrettezza oggi"

    69

    , (L)

    lbm d-swnqnn kl-ywm

    i l pane della nostra ristrettezza ogni giorno", ma a quello della

    Vetus Syra (C). Dobbiamo infatti rimarcare che la traduzione me

    dio-persiana sembrerebbe essere

    basata

    su

    di

    una lezione

    pi

    an

    tica, che, come nel caso

    del gi

    discusso

    fiat voluntas tua in terra

    sicut in

    caelo,

    sarebbe

    rimasta

    in

    uso

    sino agli inizi dell'VIII secolo;

    i l

    testo

    di questa

    versione recita infatti: wlbmn

    myn

    dywm e

    i l

    67

    Cfr. tr.

    di

    MAcCARTHY, C. 1993, p.

    138: May your

    will

    be done as in

    heaven ( .. ) so too on earth".

    68

    Dietro

    i l

    quale si

    pu

    porre l'aggettivo

    pahl.

    rozgiirig

    (e

    non

    un

    astratto

    rozgiirih),

    derivato

    da

    pahl.

    roz giorno

    e rozgar

    tempo

    del giorno".

    69

    panem necessitatis

    nostrae;

    dr. ZORELL, F. 1990, p. 490. Nella versione siriaca

    Harklensis (redatta

    da

    Tommaso

    di

    Harkel nel 616; vedi ed. WHITE, J 1778 (che,

    per, identifica erroneamente questa versione con la Syra Philosseniana) si

    ha in

    Matteo (dr. ora KIRAZ, G.A. 1996, I): lh~m dylm' hw swnqny';

    in

    Luca (ibid., 1111: 74):

    lh~m d-swnqn' dyln. Cfr. anche BONUS, A. 1896, 48-49 (solo per Luca).

  • 7/23/2019 Panaino - Il Testo Del Padre Nostro

    14/26

    1950

    Antonio Panaino

    nostro

    pane

    costante

    del giorno

    7

    La mancanza

    in

    pazand

    di

    ogni

    traduzione corrispondente in

    Matteo al sir.

    (C)

    dywm

    del giorno

    e (P) ywmn oggi

    (a11Epov),

    o,

    in

    Luca, a sir.

    (C) d-kl-ywn

    e (P)

    kl-ywm

    ogni

    giorno

    (Ka0 T)pav

    ogni

    giorno )7

    1

    potrebbe

    inol

    tre essere alla base della resa con

    rozgiirI,

    che avrebbe cos accorpato

    i

    due

    concetti, quello

    del pane perpetuo

    e

    dell 'oggi in una

    sola

    espressione

    72

    Purtroppo

    la

    mancanza

    della versione originale e

    completa

    in

    medio-persiano non

    permette di

    essere

    perentori

    su

    tale argomento, mentre non si pu escludere, come

    in

    precedenza,

    l'influsso della redazione di Taziano sulla Vetus Syra (C), ove

    mouaLos

    reso

    con

    il sir.

    myn

    [ amfno ]

    costante,

    continuo

    73

    Cogliamo l'occasione

    per

    precisare che, come

    ben

    noto, la tradizio

    ne

    della Pesitta,

    in

    questo

    caso, diverge a

    sua

    volta

    dal

    testo greco

    Tv apTOv riwv v mouaLOv) ed

    stata

    in pi

    occasioni invo

    cata

    per

    ricostruire gli

    ipsissima verba Christi

    dell'originaria versio

    ne

    aramaica

    o

    ebraica?)7

    4

    dell Oratio Dominica.

    Peraltro,

    l'interpre-

    tazione del

    gr. moumos

    costituisce

    una crux

    dell'esegesi neotestamen

    taria; si tratta infatti

    di un lemma

    rarissimo (forse attestato

    in un

    papiro di

    Hawara)7

    5

    e, verosimilmente, confrontabile con

    l'astratto

    70

    Gi CURETON,

    W.

    1858, p. xviii notava l parallelo con quotidianum nella

    Vetus Latina

    a

    b

    e

    e con la lettura

    di

    Cipriano e ricordava che anche la versione

    gotica

    di

    Wulfila

    IV

    sec.) ha

    una

    lezione non lontana

    da

    continuo

    [hlaif

    unsarana

    thana

    sinteinan gif uns

    i l

    pane

    nostro giornaliero dacci , ove

    sinteinan

    (ace. sg.

    della decl. debole di

    sinteins)

    significa quotidiano, perpetuo ; cfr. DURANTE, M.

    1974, pp. 125, 130; PISANI, V. 1974, p. 195). Si veda ancora sulla lezione della Vetus

    Syra, CARMIGNAC, J 1967, pp. 125, 139-140.

    71

    Sulla

    due

    lezioni differenti

    in

    Matteo e Luca cfr. CARMIGNAC, J. 1967, pp.

    118-120; 214-221.

    72

    La

    traduzione letterale di perpetuo avrebbe dovuto essere in pahlavi jiiwediinag.

    73

    Cfr. ORTIZ DE URBINA, I. 1967, p. 42 (521: y danos el

    pane costante

    (asiduo)

    de hoy ), ma anche

    525, 526]. Vedi

    ancora

    CALDERONE, S. 1995, pp.

    59-61, che per legge per

    una

    svista amah~a . Cfr. BROCKELMANN, C. 1895,

    pp. 13b; 422b.

    74

    Sullo stato degli

    studi

    si

    rimanda

    a CARMIGNAC,

    J

    1969,

    pp.

    29-52. Vedi

    inoltre la recente discussione in CALDERONE, S. 1995, pp. 42-45, con ulteriori

    rimandi bibliografici alla questione.

    75

    CALDERONE, S. 1995, p. 49, in particolare alla nota 32.

  • 7/23/2019 Panaino - Il Testo Del Padre Nostro

    15/26

    Il

    testo

    del Padre Nostro nell'apologetica mazdaica

    1951

    moua a

    l'andar

    dietro

    (a

    qualcuno) .

    Tra le due

    etimologie pi

    volte avanzate, anche in

    epoche

    antiche

    ovvero da m E vm

    o

    da

    m t

    vm

    solo

    la seconda

    semberebbe

    linguisticamente ammis-

    sibile;

    in

    questo

    caso

    mouaLos

    significherebbe

    quello

    per

    anda-

    re , ossia

    il

    pane da

    viaggio ,

    il panis viaticus , come ha

    anche

    di

    recente

    ricordato Calderone

    (1995).

    L'interpretatio

    siriaca

    della

    Pesitta,

    verisimilmente

    sulla

    base

    del

    lemma

    aramaico

    sottostante,

    si

    mossa

    nella

    direzione

    di un significato

    quale

    limitata misura

    di pane e quindi

    il

    pane

    della

    nostra

    ristrettezza

    ripresa

    in

    forma intuitiva

    e senza

    particolari supporti

    linguistico-filologici

    anche

    nella

    letteratura

    esegetica come

    il nostro

    pane

    necessario

    78

    Il testo pazand,

    con rozgarI, sembra

    fare

    da

    curioso

    pendant

    con

    la

    versione latina

    di Luca

    (panem nostrum cotidianum da

    nobis

    hodie}7

    9

    ,

    rispetto alla

    quale

    non

    per

    possibile

    tracciare alcun

    legame

    diretto.

    Mt. Vl,12

    assente

    nella

    traduzione pazand.

    Molto

    importante

    invece appare Mt. Vl,13:

    Kat ~ EaEvyKl]S'

    ~, ES

    1TEtpaa6v, et

    ne nos

    inducas

    in tentationem

    piaat ~, ,r

    roi ,rov ]poi. sed

    libera

    nos

    a malo. Amen.

    C.

    w-1 tytyn 1-nsywn'. '/'

    p~n

    mn bys'

    "e

    non portarci nella

    tentazione,

    ma

    allontanaci dal

    male"

    P. w-1 t'ln 1-nsywn'

    '/' p~n

    mn

    bys' "Et ne inducas nos in tentationem; sed eripe nos

    a

    malo"

    Luca,

    11, 4: Kat ~

    EaEVYKl]S

    ~,

    ES

    1TELpaa6v

    Et

    ne nos

    inducas

    in

    tentationem.

    76

    Cfr. BAUER, W. 1963, pp. 587-589; CARMIGNAC, J. 1967, pp. 121-143;

    MUNDLE, W. apud COENEN, L. et

    al.

    1989, pp. 1152-1153; ZORELL, F. 1990, pp.

    489-490; FOERSTER, W. 1967; SEBUGAL, S. 1994, pp. 241-288; CALDERONE,

    S.

    1995.

    77

    CALDERONE,

    S.

    1995, p. 58 aggiunge che tale soluzione esprimerebbe solo

    una

    parte

    del messaggio originario, nel quale si voleva ricordare ai discepolianche la via che essi

    avevano

    deciso

    di

    seguire .

    78

    Cfr. SCHRMANN, H. 1994, pp. 76-87,

    in

    particolare p. 78.

    79

    Il

    (panis)

    substantialis nella

    traduzione

    latina

    di

    Matteo risale

    ad

    un frainten

    dimento di Gerolamo, che

    prende

    le mosse dall'accostamento in Origene (PG, Xl,

    5090) di mouatos e trEptouatos. Sulla questione si veda la sintesi di CALDERONE,

    S. 1995, pp. 62-64. Cfr. anche DORNSEIFF, F. 1956, p. 146.

  • 7/23/2019 Panaino - Il Testo Del Padre Nostro

    16/26

    1952 Antonio Panaino

    Luca, C

    w-1'

    t'ln

    1-nsywn', 'I' p~n

    mn bys'

    Non farci

    entrare

    in

    tentazione,

    ma liberaci

    dal

    male

    P w-1'

    t'ln

    1-nsywn'

    I prwqyn mn bys'. Et ne

    inducas

    nos in tentationem, sed

    serva

    nos a malo .

    paz. a~am~ ma bar o

    um~gar1. [pahl.

    u-miin

    mii

    bar o

    gumiingar1h)

    scr. mii' mii samutsrja sa' lsayatve.

    Un

    nuovo

    indizio

    testuale conferma l'indipendenza del testo

    pazand

    dalla versione della Pesitta; infatti il pa z. a[3amf . ma bar e

    non

    portarci

    trova conferma nel testo di Matteo della Vetus Syra

    (C):

    w-1'

    tytyn e

    non portarci ,

    contrapposto a

    w-1' t ' ln

    e

    non

    indurci

    (lett. non farci

    entrare )

    della

    Pesitta

    (M e L) e

    della

    Vetus Syra

    in

    Luca.

    Anche

    questa

    lezione

    particolare della

    Vetus

    Syra trova conforto nella tradizione

    del

    Diatessaron siriaco

    80

    Mi sembra inoltre molto interessante l'interpretazione

    del

    siriaco

    w-1' tytyn

    1-nsywn 'e

    non portarci in tentazione con a[3amf .

    ma

    bar o gum( .garI

    e

    non portarci al concepimento del dubbio . In

    verit

    DE MENASCE, P.J. 1945, pp. 221, 275 traduceva guma( .garI

    come prova, tentazione e traduceva et ne nous

    induis

    pas en

    preuve ; anche

    CASARTELLI, L.Ch. 1900,

    p.

    254

    rendeva

    il

    pas

    so come etiam-nos ne induc in dubium . Ma se in pahlavi guman

    indiscutibilmente dubbio , gumangar significa,

    come

    precisa

    MAcKENZIE, D.N. 1971, p. 38

    casting

    doubt ;

    l'ulteriore

    aggiunta

    del suffisso

    degli

    astratti

    -Ih

    (come

    del

    doppio suffisso -Igih), non

    ripristina il significato di

    base,

    ma quello

    della forma

    ampliata

    con il suffisso dei nomina

    agentis; ovvero

    se gumiin'ih (come

    gumiinigih)

    vale

    ancora dubbio , gumiin-gar-Ih

    deve

    significare

    il concepimento del dubbio . Nel

    passo pazand di

    commento

    che segue il frammento del Padre Nostro , e del quale si gi

    discussa la

    prima parte,

    si aggiunge infatti:

    (Ez In ga{3esni peda kus... Inca

    ku

    gum{lgar1 i mardum

    ne

    i yazat.

    (Da questo discorso

    ()

    evidente che ... ) e (da) questo che la con-

    dizione del

    dubbio umano

    non

    (viene)

    da

    dio .

    80

    Vedi ORTIZ DE URBINA, I 1967, pp. 42,

    521

    (secondo gli

    Acta Thomae,

    ed.

    WRIGHT,

    W.

    1871,

    p.

    313).

  • 7/23/2019 Panaino - Il Testo Del Padre Nostro

    17/26

    Il testo del Padre Nostro nell'apologetica

    mazdaica

    1953

    Ci troviamo cos

    di

    fronte

    ad

    un'interessante resa letteraria di

    un

    passo difficile

    sul

    piano

    dell'interpretazione teologica,

    pienamente

    confermata, nella

    sua

    sottile esegesi, anche dalla traduzione sanscrita

    mli1 fl

    mii samutsrja

    sa71lsayatve

    non

    mi abbandonare nel dubbio ; la

    tradizione cristiana

    ha

    infatti ripetutamente sottolineato che Dio

    non

    pu

    volere

    l

    male,

    n

    essere ispiratore

    di

    male verso le

    sue

    creatu

    re81

    ma che bisogna intendere l'espressione come un'invocazione,

    affinch

    l

    Signore

    non permetta

    ai suoi figli

    di

    cadere

    in

    tentazione

    (o,

    pi

    precisamente, nella situazione della tentazione)

    82

    . Si infatti

    sentito

    n pi

    occasioni, n ambito cristiano, l'esigenza di puntualizzare

    questo aspetto

    83

    ,

    soprattutto

    in

    presenza di passi (in particolar

    modo

    veterotestamentari)

    84

    dai quali si sarebbe

    potuta

    estrapolare anche

    l'interpretazione opposta, e ci permette

    di

    comprendere la delica

    tezza e per certi versi l'apparente ambiguit formale del versetto in

    questione,

    dovuta ad una

    formulazione ellittica che necessitava

    di

    un

    commento esplicativo. Che tale interpretazione ortodossa fos

    se

    nota

    al redattore

    del

    presente trattato di apologetica mazdaica,

    appare nell'utilizzazione

    dell'Oratio

    Dominica

    come prova del dualismo

    e

    non

    come ulteriore mezzo

    per

    una facile polemica.

    Si

    sarebbe

    potuto

    infatti aspettare che, forte della connotazione demoniaca del

    dub-

    bio [non a caso

    l

    titolo dell'opera suona come La soluzione deci

    siva dei

    dubbi gumiinig)], Mardan

    Farrox, come

    in

    alcuni passi

    precedenti, ritornasse sull'ambiguit del monoteismo cristiano

    in

    merito all'origine

    del

    Princpio malvagio (paz.

    bunyastaa dusman ,

    l

    diavolo (tradotto anche come Ahreman [paz. Aharman]

    in un

    passo

    81

    Vedi Giacomo, 1,13: Nessuno, quando

    tentato, dica: 'Sono tentato

    da

    Dio';

    perch Dio non pu essere tentato dal male e non tenta nessuno al male . Su

    questo problema dr. CARMIGNAC, J 1969, pp. 236-304; SCHNEIDER,

    W. apud

    COENEN,

    L.

    et al. 1989, pp. 1850-1853.

    82

    SCHRMANN, H. 1994, pp.

    110-111;

    SABUGAL,

    S.

    1994,

    pp.

    335-373.

    83

    Si pensi ad esempio al dibattito attuale, presente nella Chiesa Cattolica,

    relativo alla nuova formulazione dell'Oratio Dominica in traduzione italiana, che

    viene a modificare e chiarificare espressamente questo parte della preghiera.

    8

    Si veda SCHRMANN, H. 1994, p. 106 che ricorda come nell'Antico Testa

    mento, tentare abbia spesso significato di mettere alla prova .

  • 7/23/2019 Panaino - Il Testo Del Padre Nostro

    18/26

    1954

    Antonio Panaino

    sulla tentazione

    85

    di

    Ges

    di

    chiara derivazione neotestamentaria)

    86

    e accusasse i cristiani

    di

    attribuire al Dio del bene la causa

    del

    dub

    bio. Invece, come abbiamo visto, il passo di commento non solo non

    contiene nulla

    di

    simile,

    ma

    addirittura

    utilizza l'invocazione finale

    come

    prova

    del fatto che, se il dubbio non pu venire da Dio, allora

    deve venire dal Maligno

    87

    ; una conclusione apparentemente confor

    me all interpretatio cristiana,

    ma

    che per uno zoroastriano diviene

    conferma dell'esistenza di un principio dualistico, quello del Male,

    opposto a quello

    del Bene. n pratica Mardan Farrox interpreta in

    senso propriamente cristiano la lettera del passo, ma

    ne

    ribalta

    apologeticamente il significato

    88

    85

    Cfr.

    DE

    MENASCE, P.J. 1945,

    pp.

    218-219, 112-113. Sembrerebbe, da

    questo

    passo, che il demonio fosse reso con

    Ahreman

    nella versione medio-persiana del

    Nuovo Testamento.

    86

    Cfr. Matteo, 4,1-11; Marco, 1,12-13; Luca, 1-13.

    8

    Si ricorder, in proposito, che la tradizione zoroastriana di epoca sasanide

    conosce alcuni

    episodi

    che si

    inquadrano in una

    sorta

    di

    topos definibile come la

    tentazione

    di

    Zara8ustra . Secondo la

    narrazione

    del VII libro del

    Denkard,

    cap.

    IV 55-62 (MOL, M. 1967, pp. 52-53), il giovane profeta, salito al cielo per con

    ferire

    con

    Ohrmazd fu messo in guardia sul tentativo di seduzione che una

    druJ,

    in forma di giovane e avvenente fanciulla, bellissima davanti e mostruosa

    di

    dietro,

    avrebbe operato nei suoi confronti. Ridisceso sulla terra, avrebbe

    poi

    incontrato e

    sconfitto la druJ, mediante la recitazione della sacra preghiera yaf a ahu vairiio. Tale

    druJ

    non

    sarebbe stato altri che il

    demone

    (pi precisamente il karap)

    Cesmag

    sotto

    mentite spoglie. Cfr. JACKSON, A.V.W. 1899, p. 53; 1928, p. 103. Non si pu esclu

    dere che tale episodio rievochi,

    in

    qualche modo,

    un

    passo avestico dall'interpretazione molto incerta, Y. 51, 12, in cui, come mi ricorda opportunamente Gignoux,

    Zoroastro incontra

    un

    vaeipiio forse

    un

    sodomita.

    Un

    altro caso

    di

    tentazione, forse

    influenzato dalla stessa tradizione cristiana, quello attestato nel Menog

    i

    Xrad,

    capitolo LVII 24-26, ove

    si

    afferma:

    Ed

    rivelato che colui che per indole, per

    carattere e

    per

    contegno buono, deve esserne grato alla Ragione. Poich rivelato

    che Ahriman disse a Zarathushtra:

    Se tu

    ti ritiri

    da

    questa Buona Religione Mazdea

    ti dar la signora del

    mondo

    per mille anni, come

    fu

    data al signore degli abietti

    Dahi.k. Zarathushtra, per la sua saggezza, indole e contegno retto, non

    diede

    ascolto e

    non

    fu traviato, e da quell'inganno

    del

    Maledetto Fetente Empio

    non

    fu

    ingannato e traviato

    . . .

    (secondo la traduzione

    di

    BAUSANI,

    A.

    1963:167).

    Se

    questo episodio riflette segnatamente quello della tentazione di Ges nel deserto a

    opera di Satana, come mi suggerisce ancora Gignoux, si potrerebbe supporre che

    l'autore del Menog

    i

    Xrad conoscesse i Vangeli o una loro pericope.

    88

    Non si pu d'altro canto

    non

    tenere in conto un

    suggerimento

    che mi viene

    da

    una

    riflessione prudentemente formulata

    da

    Gignoux, secondo la

    quale

    l'insi

    stenza

    di

    Mardiin Farrox

    sul dubbio

    potrebbe riflettere in un certo

    qual

    modo

  • 7/23/2019 Panaino - Il Testo Del Padre Nostro

    19/26

    Il testo del Padre

    Nostro

    nell'apologetica mazdaica 1955

    Non si pu

    comunque

    non apprezzare la raffinatezza della tra-

    duzione

    gumr;,gar i, che

    deve

    essere inteso come il concepimento

    del

    dubbio . Tale spiegazione apre

    per

    un

    nuovo

    problema; il

    pahl.

    gumiingar ih,

    dell'originaria versione medio persiana, era frutto

    di

    un fraintendimento dell'autore mazdeo oppure

    risale

    ad un'in-

    terpretazione

    corrente

    nella Chiesa

    di

    Persia? La versione siriaca,

    adottata

    come testo di riferimento,

    dai

    Nestoriani non offre alcun

    sostegno diretto alla seconda ipotesi, ma non si pu escludere che

    tale scelta

    di traduzione

    fosse frutto di un'esegesi cristiana (e

    non

    zoroastriana}, in

    cui

    il

    problema

    dell'interpretazione del versetto

    non

    indurci

    in

    tentazione

    sarebbe stato risolto con

    una

    formula

    palesemente esplicativa.

    D'altro

    canto l'importanza assoluta della

    scelta ,

    soprattutto

    quella estrema e radicale

    tra

    bene

    e

    male

    u una costante dell'ambiente religioso iranico e

    mazdeo

    in cui

    operavano

    i Cristiani, e

    dove

    il

    dubbio

    si

    poneva,

    secondo la

    teologia

    zoroastriana,

    come

    un

    ostacolo ineliminabile

    da superarsi

    individualmente

    in

    piena libert di coscienza. Viene quindi

    da

    pensare

    che,

    in un

    contesto siffatto, i Cristiani

    di

    Persia abbiano preferito

    rendere l'idea

    della

    tentazione

    come

    dubbio ,

    e

    pi

    precisamente

    come

    condizione

    di

    dubbio ,

    che viene

    dal

    Maligno e di fronte al

    quale si invoca

    l'aiuto di

    Dio, affinch offra il suo sostegno nel

    difficile

    momento della

    scelta . Una soluzione

    questa

    che piacque

    all'esegeta zoroastriano, trovandolo pienamente concorde, salvo che

    per

    la

    conclusione

    finale, relativa alla constatazione,

    in

    chiave

    dualistica,

    dell'esistenza

    del principio antagonista.

    l'intenzione (evidentemente implicita) di rigettare ci che oltremodo noto nel

    mito di Zurwan, ossia la nascita di Ahreman come prodotto del dubbio concepito

    dal dio primordiale alla fine del suo sacrificio millenario.

  • 7/23/2019 Panaino - Il Testo Del Padre Nostro

    20/26

    1956

    Antonio Panaino

    Bibliografia

    AA.VV., 1995

    Padre

    Nostro nelle lingue

    di

    tutto il

    mondo.

    Edizione sulla base del

    volume Oratio Dominica in CCL linguas versa. Tipografia di Pro

    paganda

    Fide 1870, Casale Monferrato.

    ANDREAS,

    F C

    1910

    Bruchstiicke

    einer Pehlewi-Ubersetzung der Psalmen aus der Sassanidenzeit,

    in

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    Phil.-Hist. Klasse, pp. 869-872.

    ANDREAS(-BARR),

    F C

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    Bruchstiicke

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    herausgegeben

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    Worterbuch,

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    W.

    1963

    Griechisch-Deutsches Worterbuch

    zu den Schriften

    des

    Neuen

    Testaments

    und

    der ubrigen

    urchristlichen

    Literatur. Durchgesehener Nachdruck der

    funften, verbesserten und stark

    verhmehrten

    Auflage,

    Berlin.

    BENSLEY

    R.L. et al. 1894

    The Four

    Gospels in Syriac Transcribed /rom the

    Sinaitic

    Palimpsest.

    With an Introduction

    by

    A.S.

    Lewis, Cambridge.

    BHARUCHA, Sh.J. 1913

    Collected Sanskrit Writings of the Parsis Consisting of Old

    Translations

    ofAvesta and

    Pahlavi-Pazend

    Books

    as

    well

    as

    Other

    Originai Compositions

    with Various Readings. Part IV. Skanda-Gumanf-Gujara, Bombay.

    BONUS, A 1896

    Collatio

    Codicis

    Lewisiani Rescripti

    Evangeliorum

    Sacrorum cum

    Codice

    Curetoniano Mus. Brit.

    Add. 14, 451 cui adiectae

    sunt Syriacorum

    Lectiones

    e Peshitto desumptae, Oxonii.

    BOYCE

    M. 1979

    Zoroastrians. Their Religious

    Beliefs

    and Practices,

    London - New

    York.

  • 7/23/2019 Panaino - Il Testo Del Padre Nostro

    21/26

    Il

    testo

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    Curetonian

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    Un caso antico di

    Trahison des

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    Noster, in MORESCHINI,

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    c.}

    Esegesi, Parafrasi e Compilazione

    in

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    Terzo

    Convegno dell Associazione di Studi

    Tardoantichi,

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