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Federico Testoni: una vita per il rugby l’Ovale Rosso blu Periodico di rugby • anno 2 numero 7 • 27 aprile 2012 • distribuzione gratuita

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Periodico del Rugby Bologna 1928

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Federico Testoni:una vita per il rugby

l’Ovale RossobluPeriodico di rugby • anno 2 numero 7 • 27 aprile 2012 • distribuzione gratuita

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Federico TestoniI numeri UNO

Federico Testoni, Federico Testoni, 42 anni, per 31 anni ha indossato la maglia rossoblù, dagli “aquilotti” fino alla A. In maggio la sua ultima partita da atleta per raggiunti limiti d’età: una bandiera per il Bologna Rugby.Cos’è questa storia della pallonata in testa a Dovesi?Avevo 11 anni. Ero andato a ve-dere una partita dove giocava mio fratello. L’ovale è uscito dal campo e io l’ho recuperato e calciato, col-pendo in faccia il buon Dovesi da due metri di distanza. Quando si è ripreso mi ha detto: “viene ben an-che tu a giocare a rugby”.Perciò amore a prima vista il rugby?A dire il vero avevo già 4 anni di scherma alle spalle (fioretto), ed ero arrivato ai campionati naziona-li di categoria. Ma il rugby mi ha conquistato e da allora non ho più smesso.Hai avuto tanti maestri, quali ricor-di con più affetto e riconoscenza? Ho iniziato con Pino Santi che, insieme a Franco Zambelli, sono stati un po’ la nostra famiglia. Mi ricordo ancora le trasferte in pulmi-no stile famiglia Bradford. Poi tanti altri: Rambaldi, Quadrelli, Minar-di, Coppo. Forse il più importante è stato Romagnoli, con Stefano ho imparato tanto. E ora Nicola Aldro-vandi, prima compagni sul campo e oggi allenatore.La tua più grande soddisfazione in

questi 31 anni?Da ragazzo la convocazione in na-zionale Under 16 e il debutto in serie B, sempre a 16 anni. Poi la vittoria in serie A contro il Parma allenato da Romagnoli. Per tutti noi fu una gran soddisfazione battere la squadra allenata da chi ci aveva in-segnato il rugby vero.E tra i compagni di squadra, hai in-contrato tanti campioni. Ne ricordi qualcuno?Visser, Pilat, Gritti, Van Harden, Oloefsen, Nichitean: tutti naziona-li. Nell’ultimo anno di serie A ho ri-trovato anche Canale come allena-tore, che conobbi come compagno di squadra al debutto in serie B. In tanti anni, tanti ruoli diversi: quale preferisci?Estremo, mi sento sicuro, anche se giocare terza linea è molto diver-tente: fu il ruolo nel quale debuttai. Ma ormai, dopo tanti anni, mi ren-do che non sono in grado di tenere il ritmo in quel ruolo: non c’è mai un attimo di respiro.Una leggenda vuole che davanti alle telecamere Rai, in occasione della promozione in A del ’94, ti presentasti con una mise parecchio “originale”. Raccontaci un po’.Fu in occasione dello spareggio con il Paese. Il telecronista era Mazzoc-chi. Io non ero stato convocato ma volevo ugualmente dare un contri-buto ai festeggiamenti. Al fischio fi-nale sono entrato in campo con un bandierone rossoblù indossando solo un body in tinta. Se lo ricorda-no in tanti.Hai seguito le orme di tuo fratello, tuo padre ti ha sempre seguito e ora giocano i tuoi nipoti. Una vera passione il rugby.Sì. Seguii mio fratello più grande, anche se poi lui dovette smettere per problemi fisici. I nipoti mi sem-brano dotati, il più grande, Luca, gioca nel Bologna, mentre il più piccolo, Giulio, nel Lions. E poi mio padre. Grazie al fatto che la-voravamo insieme ho sempre avuto vita facile nei “permessi”, e poi mi ha seguito ovunque: una volta a Fi-renze l’hanno anche picchiato.

Sul campo?No, era in tribuna: unico tifoso bo-lognese. Allo scadere ho segnato sulla bandierina e dato alla vitto-ria al Bologna e lui, che per tut-ta la partita era stato zitto zitto a sentire insulti irripetibili su di me, quando ho fatto meta ha fatto il gesto dell’ombrello agli avversari. Successe il finimondo: lo presero a pugni e andammo noi giocatori in tribuna per... difenderlo.Negli ultimi due anni hai avuto il doppio ruolo di team manager e giocatore. E dal prossimo anno?Prima di tutto mi dedicherò a Lau-ra (in giugno mi sposo), poi vorrei continuare ad allenarmi, giocare con la Old e fare il team manager in modo più completo: sto imparando questo nuovo mestiere. Vorrei dedi-carmi anche al ruolo di educatore nelle scuole, inserendomi sempre più nel progetto “La scuola in meta” ed affiancandomi agli altri ragazzi che insegnano il rugby ai bambini.Un messaggio per i più giovani del-la squadra che lasci?Dal punto di vista tecnico non ho nulla da dire, ma credo di aver i titoli per insegnar loro che devono avere più tenacia, passione, dedi-zione alla squadra, soprattutto negli allenamenti, che sono fondamenta-li. In tutti questi anni ho constatato sulla mia pelle che si possono ot-tenere ottimi risultati anche senza essere dei campioni: se lavori duro e con continuità, le soddisfazioni arrivano. (A.M.)

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Una mischia tra Bologna e Parma nella gara di andata»

Si chiude con il Parma (1500)Oggi in campo

Formazione Emil Banca Rugby 192815. Enrico Scorzoni

14. Federico Testoni

13. Eduje Thomas

12. Giacomo Bianconi

11. Donato Di Paolo

10. Fabio Poluzzi

9. Elmer Malaguti

8. Daniele Montanino

7. Carlos Magallanes

6. Donato Brancaccio

5. Francesco Donati

4. Gianluca Tuzzi

3. Emilio Macchione

2. Stefano Negroni

1. Massimo Sandri (cap)

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Recupero della terza giornata di ritorno rin-viata per neve, quella tra Emil Banca Rugby Bologna e Rugby Par-ma 1931. Una gara priva di significato per la classifica tra due squadre che di certo hanno ottenu-to meno di quanto si aspettavano in questo campionato. Al verti-ce della classifica alla fine della passata sta-gione, probabilmente speravano di fare una migliore figura nel campionato di Elite. Per il Bologna si è vi-sto presto che l’annata non sarebbe stata del-le migliori; per il Par-ma invece, dopo un buon avvio, i risultati sono venuti a manca-re soprattutto nella se-conda parte del cam-

pionato. La sfida dunque di Bologna è l’ultima occasione per bolognesi e parmigiani per chiudere in bellezza.Per Emil Banca il campionato si conclude ma la stagione non è cer-to finita. Due gli impegni già programma-ti per il mese di maggio, entrambi dedicati ad azioni di beneficenza. Il primo, sabato 12 maggio, alle ore 18, all’Arcoveggio, per la sfida con la squadra rivelazione della stagio-ne in corso di serie C, i Lupi di Ca-nolo. La partita farà da cornice alla giornata di beneficenza a sostegno dell’Associazione Bimbo Tu, impe-gnata a portare aiuto, assistenza e supporto ai bambini e alle famiglie dei bambini affetti da tumori del si-stema nervoso centrale e periferico e da altre gravi malattie. Sabato 26 maggio – invece - la giornata a so-stegno della ricerca per la cura della sclerosi multipla sarà internaziona-le, con la partita tra il Rugby Bolo-gna e il Rugby San Marino. Anche in questo caso, fischio d’inizio alle ore 18, stadio Arcoveggio.Andrea

Altro incontro della settimana: Rugby Jesi 70 - Rugby Forlì 1979

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Nell’ultima giornata di campiona-to il Firenze conferma il pronostico vincendo a Bologna, segnando le 4 mete necessarie per il bonus, guada-gnando così la promozione in serie B.Una partita bella, giocata a viso aperto dalle due squadre. Avvio fulmineo del Bologna che per due volte si avvicina alla meta. La sorpresa del Firenze dura però poco

e con il veterano Masi, alla prima occasione, segna la meta.Il Bologna con-trattacca ma non porta a casa pun-ti, regolarmente punito dai tosca-ni che con un uomo in più sulla trequarti segna-no con il centro Messini. Palla al centro e i rosso-blù, con una vo-

lata fantastica di Di Paolo che resi-ste a ben tre placcaggi, accorciano le distanze. Partita apertissima, con Bologna ancora vicina alla segnatu-ra con Scorzoni, fermato pochi me-tri dalla linea di meta. Poco prima dello scadere è però il Firenze – si-curamente più attento a sfruttare le occasioni - a segnare con l’estremo Valente.Nel secondo tempo il Bologna cala un po’ di tono, pur mantenendo un

gioco abbastanza gradevole, e i fio-rentini ne approfittano segnando la meta del bonus, che di fatto mette al sicuro il risultato e la promozione.Bella la trasformazione di Valente e ancor più spettacolare il drop di Van Niekerk pochi minuti dopo. Con il risultato al sicuro, il Firenze cala di ritmo e il Bologna, non ancora do-mato, regala al pubblico azioni mol-to veloci coi trequarti. Incursioni di Scorzoni, Thomas, Di Paolo e Soavi, che appena entrato si inserisce in velocità bucando la difesa fiorentina segnando la seconda meta. Finale di partita senza storia, forse un po’ nervosa, con qualche giallo ma non certo cattiva. Fischio finale e i fiorentini a festeggiare a centro campo la meritata promozione in serie B. A margine, l’abbraccio dei due “pensionati” Masi e Testoni (84 anni in due), che hanno voluto festeggia-re l’ultima sfida della carriera con un bel cartellino giallo a testa. (A.M.)

Squadra Partite Vinte Paregg. Perse Punti fatti

Firenze Rugby Club 18 16 0 2 77

Cus Siena 18 16 0 2 73

Terni Rugby 18 14 1 3 72

Rugby Jesi 70 17 10 2 5 58

Rugby Parma FC 1931 17 9 1 7 49

Rugby Forlì 1979 17 6 1 10 35

Rugby Gubbio 18 6 0 11 25

Emil Banca Bologna 1928 17 4 2 11 25

Foligno Rugby* 18 2 1 15 7

Amatori Rugby Ascoli 18 1 0 17 5

Classifica Campionato Serie C Elite - ultima giornataOVALE ROSSOBLUPeriodico del Rugby Bologna 1928. Anno 2, n.7Rugby Bologna 1928 SrlVia G.L.Bernini 140138 Bolognawww.bolognarugby1928.it

Direttore responsabile: Andrea Malossini. Hanno collaborato in questo numero: Carlo Castagnola, Andrea Malossini, Federico Testoni, Gianni Zanasi.Grafica e impaginazione: Michelangelo Abatantuono.Stampa: Tipolito Cattabriga - Via del Lavoro 13 - Pianoro.Tiratura: 300 copie, diffusione gra-tuita. Questo notiziario è distribuito tra i soci e i tesserati di Rugby Bolo-gna 1928 e ASD Bologna Rugby. Chiusura in tipografia: 27/04/2012.

Ieri in campo

*Penalizzato per irregolarità nell’incontro con l’Ascoli e vittoria a tavolino per 20 a 0 per l’Ascoli.

Firenze conquista la promozione a Bologna

Capitan Sandri difende la palla»

Marcatori: I tempo: 7 mt Masi (Fi); 19 mt Messini (Fi); 21 mt Di Paolo (Bo); 36 mt Valente (Fi). II tempo: 9 mt Palazzi tr Valente (Fi); 12 drop Van Niekerk (Fi); 18 mt Soavi (Bo).

Formazione Emil Banca Bologna 1928: Scorzoni, Testoni (8 st Valzano), Thomas, Bianconi, Di Paolo, Poluzzi, Malaguti (13 st Soavi), Montanino, Magallanes, Brancaccio, Montanile, Nieland (26 st Donati), Macchione, Negroni, Sandri (32 st Salizzoni).

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Bellissima giornata quella trascorsa all’Arcoveggio di Bologna - il 31 marzo - in occasione della prima giornata della manifestazione “La Scuola in meta”. Centoventisei tra ra-gazze e ragazzi delle scuole medie, 11 squadre e sei scuole rappresenta-te. Un festa del rugby – organizzata dal Rugby Bologna 1928 e dall’ASD Bologna Rugby – che per la prima volta nel 2012 ha visto scendere in campo le nuove leve del rugby bo-lognese.A farla da padrone, sia in termini numerici sia di risultato, è stata la scuola Malaguti di Crepellano/Cal-cara, dominatrice tra le ragazze e con capacità tecniche di livello su-periore. Non da meno le Guercino di Bologna, le Zappa (che hanno di fatto giocato in casa e hanno goduto del tifo del presidente del Quartiere Navile Daniele Ara), le Rodari-Jussi di San Lazzaro di Savena e le Testo-ni. Ai ragazzi delle Scuole si sono aggiunti gli atleti Under 12 e 14 del Rugby Bologna 1928, che hanno dato man forte alle squadre meno dotate numericamente.L’organizzazione, benché sorpresa dalla festosa baraonda dei giovani atleti, ha retto all’impatto e messo in campo le 11 squadre, fatto disputare ben 12 partite e soprattutto organiz-

zato un terzo tempo per 200 perso-ne, genitori, tecnici e accompagna-tori compresi.Ad arbitrare e a consigliare sul cam-po i giovani rugbisti, molti degli atleti della squadra seniores del Rugby Bo-logna 1928 e alcune rappresentanti della squadra femminile del Bologna Rugby: gli stessi atleti che per tutto l’anno scolastico hanno contribuito – proprio nell’ambito del progetto “La Scuola in meta” - ad insegnare nelle scuole i valori e le tecniche fondamentali della palla ovale.Ma alla fine chi ha vinto il torneo? Dalle facce soddisfatte viste durante il terzo tempo... tutti: come sempre succede quando si gioca a rugby.Le “Malaguti” di Crespellano-Calca-ra: dove il sesso forte è femmina.Alle Malaguti – come in passato fu per il Serpieri – educazione fisica si pronuncia rugby. Tutti i 280 scolari, maschi e femmine indistintamente, nelle ore di “ginnastica” e per chi lo desidera nel tempo prolungato, gio-cano a rugby. Trascinatore di questa singolare esperienza è il prof. Mas-simo Simili, docente di educazione motoria che da anni utilizza lo sport della palla ovale quale miglior siste-ma per far crescere i ragazzi. Qual-cosa è concesso all’atletica, ma lo sport principe resta il rugby.

E i frutti del lavoro si vedono. Nel-la passata stagione la squadra fem-minile delle “Malaguti” si classificò seconda assoluta tra le Scuole dell’E-milia-Romagna e quella maschile terza, rivaleggiando senza timo-re con scuole di Parma e Modena, composte in gran parte da atleti già inseriti stabilmente in Club di solida tradizione rugbistica. In passato, at-leti usciti dalla Malaguti hanno pro-seguito la carriera in squadre blaso-nate come il Pieve di Cento, Padova e Treviso. Nella festosa cornice dell’Arcoveg-gio, a guidare le due rappresentative, Letizia Zunarelli per le ragazze e Pie-tro Fava per i ragazzi, due capitani determinati sul campo e fuori e con le idee chiare sul rugby. Tecnicamente, gli atleti della Ma-laguti si sono dimostrati molto pre-parati, specie le ragazze. Il segreto è presto svelato, come ha spiegato con parole semplici Letizia. “Quan-do giochiamo tra ragazze, forse imi-tando i maschi, andiamo a contatto e non ci risparmiamo nel corpo a cor-po, ma quando le partite sono con i maschi, dobbiamo usare la testa: dato che fisicamente sono più forti, passiamo la palla ed evitiamo il con-tatto, sfruttiamo la nostra superiore agilità. Quando un ostacolo non puoi ab-batterlo... lo aggiri”.

Andrea Malossini

La scuola in metaLargo ai giovani

I ragazzi delle scuole Malaguti di Crespellano-Clacara»

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Pensare alla dinastia rugbistica de-gli Sgorbati è come rivivere, in buo-na parte, la storia della palla ova-le italiana. Eraldo Sgorbati e i figli Erminio e Giorgio, fecero parte di quel mondo sportivo che, diversa-mente da tante altre discipline, eb-bero col rugby la possibilità di vive-re e far vivere dei valori di rispetto, amicizia e sana partecipazione: valori che accompagnano ancora oggi amanti e praticanti dello sport del rugby.Eraldo Sgorbati nacque a Novi Ligu-re il 26 maggio 1911. Novi, terra di campioni, dove vide la luce anche il grande Fausto Coppi. Nel 1928 la famiglia si trasferì a Bologna. “Mio padre - mi raccontò il figlio Giorgio

- aveva la passione per l’atletica e alla Virtus si rivelò un veloce mil-lecinquecentista, con tempi miglio-ri di Luigi Beccali (olimpico alle X Olimpiadi di Los Angeles nel 1932 ed europeo nel 1934 a Torino, nei 1500 metri), ma non riuscì a par-tecipare ai campionati italiani, per-ché non aveva le scarpette. Nostra madre non gliele poteva comprare. Lui doveva studiare e diventare ra-gioniere, cosa che fece”. Ma come avvenne il suo incontro con il rugby? Qualcuno che lo ave-va notato alla Virtus gli raccontò di questo nuovo sport, che stava na-scendo anche in Italia, e lo portò a provare nella neonata squadra del Bologna Rugby, al campo dello

Sterlino. Gli fu detto che per gioca-re si doveva placcare, cioè prende-re per le gambe e atterrare l’uomo che aveva il pallone. In quell’alle-namento atterrò e placcò tutti gli avversari, e da quel momento co-minciò la sua splendida ascesa che lo portò presto a Milano con l’Ama-tori, dove per diversi anni vinse il campionato italiano. Totalizzò circa 60 presenze tra nazionale e universiadi di Torino, dove il rugby fu ammesso per l’u-nica volta. Subito dopo la guerra, rientrò a Bologna, richiamato più che dal lavoro dalla sua prima squadra: il Bologna Rugby. Ne divenne allena-tore-giocatore portandolo ai vertici della serie A fino al titolo di vice campione d’Italia. La Gazzetta del-lo Sport gli dedicò un articolo, nel quale si diceva che, per Sgorbati, la vita cominciava a 40 anni. Siamo ai tempi dei presidenti Scaglietti e Guy.Pochi anni dopo, il figlio Giorgio iniziò a giocare a rugby con gli Ar-lecchini (una squadra nata all’inter-no della Polisportiva Virtus) seguito più tardi, nel 1958, da Erminio (che giocò poi in nazionale alla fine de-gli anni ‘60). Memorabile fu la vittoria di questa neonata formazione sulla prima squadra del Bologna, frutto di una meta di Giorgio tra i piedi di Parra, che sancì il passaggio di generazio-ne. Erminio (che veniva dal lancio del disco), si mise in luce per i calci e i placcaggi. A Bologna, a quell’e-poca, le scuole promuovevano parecchie attività sportive, rugby compreso. Attraverso quelle mani-festazioni si formò quel gruppo di ragazzi, tra i quali, oltre ai “giova-ni” Sgorbati, c’erano Nicoli, Giani, Aldrovandi, Pelagalli, Righi ed altri che riportarono in alto il nome del Rugby Bologna, fondendosi con i “vecchi” Quaglio, Provvisionato, Tassinari, Lena, Fiumi, Lenzi, Osti, Rambaldi, Prati, Grandi, Quadrel-li, Morri, Magagnoli, Gamberini e Fossa.

Andrea Malossini

Eraldo Sgorbati: un pioniere del rugby italianoAmarcord

Eraldo Sgorbati (al centro)»

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Il terzo tempo. Il rugby, si sa, si gioca in tre tempi: due sul campo e uno nel-la Club House, la casa della squadra ospitante. Con avversari e arbitro si stempera l’agonismo e si rinsaldano rapporti, con la complicità di birra e salsicce.Il “terzo tempo” è come una seduta psicanalitica, nella quale tutto quan-to è accaduto in campo viene rivisto senza l’adrenalina agonistica e l’ecci-tazione della competizione.Spesso si resta della propria idea su

quel fallo mai fatto o su quella meta che c’era, garantito che c’era!Ma altrettanto spesso l’avversario dell’incontro diventa l’amico della vita.Nel terzo tempo non si celebrano vit-torie o sconfitte, si celebra il rugby e i suoi valori, insieme agli avversari di 80 minuti, senza i quali un bel pome-riggio di emozioni non sarebbe esisti-to. Bene, adesso che avete letto le re-gole, certamente in un terzo tempo vi trovereste a vostro agio. Ma per capire

tutto quanto succede in campo duran-te una partita di rugby, forse ci vuole ancora un po’ di applicazione.Come per il buon vino, diventare fini estimatori richiede tempo, impegno e passione. Poi, le soddisfazioni si sprecano. Ma questo e’ solo il calcio d’inizio. Pa-tang... il pallone rimbalza sul terreno e vola in alto.La vostra partita dentro al mondo del rugby e’ cominciata e, siatene certi, continuerà per tutta la vita.

Carlo Castagnola

Compagni di strada: Italclima e Irish Cluricaune PubSavoia Hotel Regency Compagno di strada fin dalla rifondazione del Rugby Bologna, il Savoia Hotel Regency è un raffinato hotel 4 stelle Superior di Bologna, dove forme classiche e line-ari si avvicendano a un gioco di luci e dettagli ricercati, descrivendo la trama di un ambiente elegante, e dove i contrasti raffinati di uno stile eclettico si sposano a un’attenta e premurosa accoglienza. Savoia Hotel Re-gency, circondato da due ettari di parco, con piscina e area giochi per bimbi, ampi locali per meeting, si tro-va in una posizione privilegiata rispetto all’area fiera e rappresenta un insostituibile punto di riferimento per il business. Comodissimo da raggiungere in autostrada e con un ampio parcheggio. Ideale per sentirsi “a casa” anche quando si viaggia per lavoro o per turismo, il Savoia Hotel Regency è un sapiente mix di professiona-lità, cortesia e offre un impeccabile servizio all’altezza delle migliori strutture alberghiere

Ristorante GarganelliPosizionato a fianco del Savoia Hotel Regency, il “Gar-ganelli” è più di un ristorante. Un luogo profondamente legato ai ricordi e agli affetti della famiglia Trombetti, ra-dicati nella tradizione culinaria bolognese. L’allure degli anni ‘60 vibra nello stile degli interni, capaci di ospitare numeri importanti, dove con generosa ospitalità rivivono le buone tradizioni. Il ristorante propone serate con even-ti speciali e musica dal vivo, offrendo una gustosa varietà di menu. Ideale per matrimoni, pranzi e cene di lavoro, in estate anche a bordo piscina, offre anche spazi per cene

romantiche o con la famiglia. Insuperabili i dolci preparati dalle sapienti mani del maestro pasticcere Ermes Trombet-ti, e i primi piatti della tradizione bolognese, presentati come tutto il resto in maniera sobria ed elegante e dai sapori raffinati. Ottima anche la carta dei vini, con po-sitive sorprese sulla qualità dei vini locali e un’apertura interessante sui vini d’oltre confine. Da tempo considera-to dai clienti tra i primi ristoranti di Bologna (sempre nei primi 5 della classifica di TripAdvisor), non ha un giorno di chiusura.

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