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ENEA | Caterina Rinaldi | Il progetto EU ACT CLEAN Ottimizzazione energetico ambientale del prodotto industriale Caterina Rinaldi ENEA Bologna Laboratorio “ LCA & EcodesignCorso Energy Manager – Torino, 29 novembre 2010

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Page 1: Ottimizzazione energetico ambientale del prodotto industriale · Analisi del ciclo di vita di un prodotto/servizio Analizza gli impatti potenziali lungo tutta la vita di un sistema

ENEA | Caterina Rinaldi | Il progetto EU ACT CLEAN

Ottimizzazione energetico ambientale del prodotto industriale

Caterina Rinaldi ENEA Bologna

Laboratorio “ LCA & Ecodesign“Corso Energy Manager – Torino, 29 novembre 2010

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ENEA | Caterina Rinaldi | Il progetto EU ACT CLEAN 1

Il progetto EU ACT CLEAN: opportunità per le imprese• Le direttive europee richiedono di rispondere a standard ambientali e di

assicurare processi di produzione eco efficienti. Anche il mercato spinge in tal senso privilegiando prodotti “verdi”.

• Il tema dell’ecoinnovazione è centrale nelle politiche ambientali europee come modalità per superare la dicotomia tra economia ed ambiente, promuovendo lo sviluppo ed il mercato di prodotti più competitivi e meno dannosi per l’ambiente.

• Come risposta, i paesi dell’Europa Centrale hanno aumentato negli ultimi anni le loro capacità nel campo delle tecnologie pulite e dei sistemi di gestione ambientale.

• Molte PMI ancora faticano a rispondere ai requisiti Europei e non hanno accesso alle soluzioni tecnologiche e gestionali sviluppate in altre parti della Regione.

• D’altro lato PMI che offrono tecnologie e prodotti “verdi” spesso non hanno accesso ai mercati dove esiste la relativa domanda.

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ACcess to Technology and know-how on CLEANer production in Central Europe

• Il progetto ACT CLEAN si propone di creare il primo network dell’Europa Centrale per la produzione pulita, facendo incontrare domanda e offerta e fornendo alle PMI gli strumenti necessari per attivare processi di ecoinnovazione.

• ACT CLEAN, co-finanziato dal programma europeo “Central Europe”, ècoordinato dall’Agenzia Federale Tedesca con la partecipazione di partner da Germania, Italia (ENEA), Austria, Repubblica Ceca, Slovenia, Ungheria, Polonia e Slovacchia.

• Durata: 2008-2001, Costo: circa 3.000.000 EUR

• In Italia, una particolare attenzione verrà data ai settori agroalimentare, legno arredo ed edilizia.

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Creazione di Network nazionali e del Network di ACT CLEAN

• Costituzione di un network europeo permanente di Contact Points Nazionali, per dare continuitàall’azione di supporto alle aziende anche oltre la durata del progetto.

• Ogni CP costituisce il terminale di network nazionali che formeranno un network transnazionale di oltre 200 soggetti.

• Per l’Italia, il network è costituito da tre network specifici di settore a cui partecipano esperti, centri servizi, associazioni di categoria, imprese ed enti pubblici in modo da consentire da un lato l’accesso alle competenze specialistiche necessarie, dall’altro un’interfaccia diretta con le aziende.

• Hanno già aderito: Ministero Ambiente, Regione Emilia Romagna, CNA, ERVET, GLD legno arredo Rete LCA (Federlegno Arredo, COSMOB, Scavolini, IGEAM, Università Politecnica delle Marche, FebeEcologic, Univ. Bicocca Mi..), Legno Legno, coordinatori GDL edilizia e agroalimentare della Rete LCA, Centuria…

• Costituzione di un network europeo permanente di Contact Points Nazionali, per dare continuitàall’azione di supporto alle aziende anche oltre la durata del progetto.

• Ogni CP costituisce il terminale di network nazionali che formeranno un network transnazionale di oltre 200 soggetti.

• Per l’Italia, il network è costituito da tre network specifici di settore a cui partecipano esperti, centri servizi, associazioni di categoria, imprese ed enti pubblici in modo da consentire da un lato l’accesso alle competenze specialistiche necessarie, dall’altro un’interfaccia diretta con le aziende.

• Hanno già aderito: Ministero Ambiente, Regione Emilia Romagna, CNA, ERVET, GLD legno arredo Rete LCA (Federlegno Arredo, COSMOB, Scavolini, IGEAM, Università Politecnica delle Marche, FebeEcologic, Univ. Bicocca Mi..), Legno Legno, coordinatori GDL edilizia e agroalimentare della Rete LCA, Centuria…

Food

Arredo

Costruzioni

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Analisi dei bisogni delle PMI

Bisogni sul pianotecnologico

Bisogni sul pianotecnologico

Bisogni sul pianodegli strumenti

Bisogni sul pianodegli strumenti

Bisogni sul pianodi policy/normativoBisogni sul piano

di policy/normativo

• 20 Highlights europei promossi nelle PMI

• Banca dati con oltre 1000 tecnologie e best practices ambientali

• 20 Highlights europei promossi nelle PMI

• Banca dati con oltre 1000 tecnologie e best practices ambientali

“Joint tool box”: selezione europea dei migliori strumenti di ecoinnovazione

“Joint tool box”: selezione europea dei migliori strumenti di ecoinnovazione

Proposte e linee guida operative per gli stakeholders politici ed altri portatori di

interesse

Proposte e linee guida operative per gli stakeholders politici ed altri portatori di

interesse

Risultati del progetto ACT CLEAN

Scambio transnazionale delle migliori tecnologie pulite e strumenti di gestione

ambientale. Il progetto si propone di raggiungere con le sue attività oltre 2500

PMI dell’Europa Centrale.

Scambio transnazionale delle migliori tecnologie pulite e strumenti di gestione

ambientale. Il progetto si propone di raggiungere con le sue attività oltre 2500

PMI dell’Europa Centrale.

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Soluzioni sul piano tecnologico: Highlights europei• Industrial workshop: oltre 30 nei diversi paesi indirizzati alle imprese. In Italia: “Zero

emmission furniture” a Pesaro, “Efficienza Energetica” e “Gestione efficiente risorse idriche” ad Ecomondo 2010, prossimo a maggio 2011 sull”efficienza energetica in edilizia”, (calendario degli eventi su www.act-clean.it).

• I workshop sono finalizzati a formazione, incontri tra imprese e technology providersdei diversi paesi sia sul piano delle soluzioni tecnologiche che degli strumenti di ecoinnovazione. Seguono incontri 1/1 tra fornitori di tecnologie/imprese.

• Lo staff di ACT CLEAN in qualità di facilitatori nella collaborazione tra le parti e come supporto alle aziende (lingua, questioni contrattuali, proprietà intellettuale, …).

Come partecipare?

· Partecipando direttamente ai workshops (sia in Italia che nei Paesi partner), sia come domanda che nell’ offerta di tecnologie e strumenti per ridurre e gestire gli impatti ambientali.

· Disseminazione verso un gran numero di imprese in Europa.

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Banca dati europea di best practices di produzioni pulite

• Banca dati contenente oltre 1000 “buone pratiche”: tecnologie pulite, prodotti, soluzioni gestionali (ad esempio nel campo dell’energia o dell’acqua) raccolte nei diversi Paesi, con la collaborazione dei network nazionali.

• Per ciascuna best practice:

breve descrizione tecnica

aspetti ambientali, applicabilità, costi.

NCP: per avere ulteriori informazioni e/o mettersi direttamente in contatto con il fornitore della tecnologia. Facilitano la relazione tra domanda e offerta.

La banca dati è disponibile su www.act-clean.eu,

gratuita e di facile accesso!

Come partecipare?

• Inserite direttamente la vostra best practice nella banca dati di ACT CLEAN o contattateci se vi serve supporto.

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Soluzioni sul piano degli strumenti: sviluppo di un “joint toolbox”per l’ecoinnovazione.

• Analisi degli strumenti attualmente disponibili nell’area europea interessata, al fine di sceglierne un “pacchetto” che meglio risponde ai bisogni identificati dalle PMI, denominato “joint tool box”.

• Cosa si intende per strumenti?

• Strumenti gestionali per identificare e ridurre gli impatti di prodotti/processi (sistemi di gestione ambientale, Analisi del Ciclo di vita (LCA), ecodesign, strumenti di gestione di un territorio/distretto..),…

• Metodi di analisi di parametri specifici: es. strumenti di misura/ software per efficienza energetica, emissioni di CO2, ....

• Formazione/informazione: es. corsi on line, Guide tecniche (es. di settore, supporto per l’analisi ambientale iniziale, guida per l’ottenimento di un marchio,..), Altro…..

• Strumenti che per le loro caratteristiche specifiche si prestano ad un utilizzo diretto da parte delle PMI (semplificazione, costo, tipo di competenze richieste, etc..).

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Test nelle PMI europee e promozione del “joint toolbox”

• Il joint tool box verrà testato in PMI dei diversi Paesi (trasnazionalità): adattamento alle specifiche esigenze del paese interessato (lingua, requisiti normativi, specifiche settoriali, etc..)

• Gli strumenti scelti ed adattati grazie alla fase di test, verranno quindi divulgati a livello europeo (attività di marketing e disseminazione), svolgendo con le PMI attività di formazione e promozione.

Come partecipare?

• Proponendo un strumento operativo che potrebbe fare parte del “joint tool box”

• Partecipando alla fase di test: formazione e supporto gratuito nell’utilizzo degli strumenti scelti dall’impresa.

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La metodologia LCA e l’ecoinnovazione di prodotto

Lo strumento di LCA di screening eVerdEE,

parte del “joint tool box” di ACT CLEAN

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C. Rinaldi

Obiettivo: Identificazione e sviluppo di percorsi di ecoinnovazione di prodotto/servizio, strategici per

garantire sostenibilità e competitività.

Ricerca, sviluppo ed applicazione di:Metodologia di Analisi del Ciclo di Vita (LCA);Specifici supporti tecnici per il trasferimento alle imprese: software semplificati di LCA ed ecodesign, banche dati settoriali, guide tecniche, ecc. Valutazione della sostenibilità delle nuove tecnologie fin dalle prime fasi di sviluppo delle stesse;Metodi e strumenti di LCA per l’analisi di sistemi di gestione dei rifiuti;Procedure di certificazione adattate alle esigenze del tessuto produttivo italiano, in stretto collegamento con gli organismi di normazione nazionali ed internazionali (UNI ed ISO).

Laboratorio “LCA & Ecodesign”ENEA Bologna

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C. Rinaldi

Sostenibilità di prodotti e servizi

Parte integrante delle strategie di Sviluppo Sostenibile della UE

OBIETTIVORidurre gli impatti ambientali, sociali ed

economici di prodotti e servizi. Coniugare la promozione della competitività

del sistema produttivo con lo sviluppo sostenibile

SINERGIAtra le politiche ambientali settoriali

(energia, risorse, rifiuti, ecc) LCA:l’analisi del ciclo di vita, per

intervenire su tutte le fasi di produzione, distribuzione e consumo, evitando di trasferire con interventi parziali

gli effetti da una fase all’altra, da un territorio all’altro, ecc

ECO-INNOVAZIONE dei prodotti, per contribuire ai

processi di innovazione processo/ prodotto.

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C. Rinaldi

Eco innovazione di prodotto/servizioIl rapporto delle imprese con le tematiche ambientali, oltre che dall’evoluzione

normativa, è determinato da esigenze e considerazioni di mercato;

− Processi di ecoinnovazione:

1. Analisi delle caratteristiche ambientali del prodotto sull’intero ciclo di vita;

2. Interventi di miglioramento (ecodesign, tecnologie innovative, ..);

3. Comunicazione e certificazione a livello di mercato delle prestazioni ambientali (Ecolabel europeo, Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD), Carbon Footprint (effetto serra), criteri GPP, etc..).

Gli aspetti di comunicazione e di certificazione ambientale, rappresentano l’interfaccia con il mercato, ma dal punto di vista del processo di ecoinnovazione si collocano alla fine del percorso.

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C. Rinaldi

L’Energy Manager e l’ambiente

• Da anni ormai i temi energetici ed ambientali si sono sempre più intersecati

• Solo da una valutazione integrata energia-ambiente può derivare una gestione economica e sostenibile dell’azienda

• I dati che l’energy manager deve gestire hanno una forte valenza ambientale

• L’energy manager ha la giusta “forma mentis” per affrontare in modo pragmatico ma sostanziale anche i problemi ambientali

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Life Cycle Assessment (LCA)• La Valutazione del Ciclo di Vita, Life Cycle Assessment

(LCA - ISO 14040), è lo strumento tecnico principaledelle Politiche di Produzione e Consumo Sostenibile, per valutare se e quanto un prodotto è “verde”.

• Quadro di riferimento normativo:ISO 14040 (principi e quadro di riferimento);ISO 14044 (fasi della LCA);ISO 14048 (documentazione dei dati)

• E’ alla base di sistemi e strumenti certificativi quali ad esempio: etichette e dichiarazioni ambientali (EPD, ISO 14020), Life Cycle Costing, Ecolabel europeo, POEMS, ecc.

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C. Rinaldi

Analisi del ciclo di vita di un prodotto/servizio

Analizza gli impatti potenziali lungo tutta la vita di un sistema (dalla culla alla tomba): utilizzo di risorse, salute dell’uomo e conseguenze ecologiche a scala regionale e globale.Analizza gli impatti potenziali lungo tutta la vita di un sistema (dalla culla alla tomba): utilizzo di risorse, salute dell’uomo e conseguenze ecologiche a scala regionale e globale.

OUTPUTINPUT

materiali

energia

acqua

prodotti principali

co-prodottieffluenti in acquaemissioni inaria

rifiuti solidi

altre interazionicon l’ambiente

estrazione delle materie

processamento e fabbricazione

distribuzione

uso del prodotto

riuso, riciclaggiorecupero energetico

gestione dei rifiuti

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LCA consente di:• Riportare al centro la “funzione” del prodotto/servizio/sistema

• Identificare le opportunità per migliorare gli aspetti ambientali dei prodotti nei diversi stadi del ciclo di vita (evitando lo “spostamento” delle criticità ambientali da uno stadio all’altro del ciclo di vita)

• Fornire un indispensabile supporto nella progettazione (60-80% dell’impatto ambientale di un prodotto è infatti determinato a livello di progettazione): APPROCCIO PREVENTIVO

• Individuare indicatori rilevanti di prestazione ambientale e priorità di intervento

• Commercializzare: metodologia alla base di importanti sistemi di etichettatura ecologica

• Comprendere e gestire la complessità della filiera

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C. Rinaldi

Definizioni dello standard ISO 14040 (LCA-Principi e quadro di riferimento)

L’LCA é una tecnica per valutare gli aspetti ambientali associati a un prodotto, mediante:

· la compilazione di un inventario di ciò che di rilevante entra ed esce da un sistema;

· la valutazione dei potenziali impatti ambientali associati a ciò che entra e a ciò che esce;

· l’interpretazione dei risultati riguardanti le fasi di analisi dell’inventario e di stima degli impatti in relazione agli obiettivi dello studio.

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Definizione dell’obbiettivo e

del campo di applicazione

Analisidell’inventario

Valutazionedell’impatto

Interpretazione

Fasi dell’LCA

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C. Rinaldi

Definizione dell’obbiettivo e del campo di applicazione

• Obiettivo: applicazione prevista, motivazioni dello studio e il tipo di pubblico a cui é destinato

• Campo di applicazione dello studio· Riferimento a cui legare i flussi in entrata e in uscita· Confini del sistema (temporali, spaziali, ..): processi che si intendono includere

nello studio e lasso di tempo considerato· Requisiti di qualità dei dati · Tipo di revisione critica

• Unita funzionale: unità di prodotto (quantità e/o funzione) a cui andranno riferiti tutti i dati e i risultati dello studio LCA

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Fasi di un LCA

Definizione dell’obbiettivo e

del campo di applicazione

Analisidell’inventario

Valutazionedell’impatto

Interpretazione

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C. Rinaldi

Analisi d’inventario del ciclo di vita

• Quantificazione per ogni fase del ciclo di vita:· dei flussi in entrata INPUT (risorse naturali, materiali,

energia, coprodotti);· dei flussi in uscita OUTPUT (prodotti, emissioni nell’aria,

nell’acqua e nel suolo, rifiuti) di un sistema prodotto.

• Allocazione: attribuzione dei flussi tra prodotti multipli (es. riferire il consumo complessivo di energia elettrica dell’azienda al singolo prodotto oggetto dello studio).

• Procedura iterativa

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C. Rinaldi

Analisi d’inventario: gestione dei dati raccolti

• Utilizzo di software dedicati (es. software dedicati (es. GabiGabi, , SimaProSimaPro, Team,..), Team,..), i quali:

· Consentono la modellizzazione del sistema analizzato; · Comprendono database relativi a varie categorie: materiali,

energia, trasporti, processi, sistemi di recupero e smaltimento dei rifiuti, ..

· Contengono diverse metodologie di analisi degli impatti ambientali;

· Supportano la fase di elaborazione dei dati e di visualizzazione dei risultati.

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C. Rinaldi

Fasi di un LCA

Definizione dell’obbiettivo e

del campo di applicazione

Analisidell’inventario

Valutazionedell’impatto

Interpretazione

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C. Rinaldi

Valutazione dell’impatto del ciclo di vita

Attribuzione dei dati d’inventario a specifici impatti ambientali (Categorie di impatto), al fine di identificare:

· i principali problemi ambientali a cui il ciclo di vita del prodotto contribuisce (es. effetto serra, acidificazione, etc.);

· le fasi del ciclo di vita maggiormente critiche (es. uso del prodotto);

· materiali/processi e componenti responsabili degli impatti osservati;

· i flussi elementari (input/output) da cui l’impatto dipende (es. emissioni dei NOx nel processo di produzione di un determinato materiale).

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C. Rinaldi

Singolo indice

Salute umana

Salute ambientale

Risorse

Assottigliamento dello strato d’ozonoFormazione di ossidanti fotochimici

Inquinamento dell’ariaInquinamento dell’acqua

Effetto serraSostanze tossiche

AcidificazioneEutrafizzazione

Esaurimento delle risorse energeticheEsaurimento delle risorse minerarieEsaurimento delle risorse biotiche

NMVOC, CH4,..Sox, NoxCd, Pb,…

CO2, CH4,..Benzene,..Sox, Nox,..

N totale, P totale,..Combustibile, carbone,..

MineraliLegno

Impatto Totale Soggetto da salvaguardare CFCs, HCFCs,..

Bassa

Semplice

Media

Media

Alta

Difficile

Alta

Difficile

Categorie d’impatto

Sostanze

Interpretazione

Trasparenza

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Classificazione/Caratterizzazione:

Ogni sostanza può potenzialmente contribuire a più problemi ambientali (classificazione)

• L'effetto della stessa sostanza sui vari problemi ambientali è differente: la quantità di ciascuna sostanza viene moltiplicata per un "fattore di peso", che misura l'intensitàdell'effetto della specifica sostanza sul problema ambientale (caratterizzazione)

• Sommando i valori pesati, si ottiene un valore dell'effetto (effect score) per ciascun problema ambientale (profilo ambientale)

Es: le emissioni di gas serra, quantificate sull'intero ciclo di vita, vengono convertite in "CO2 equivalenti", calcolati moltiplicando la quantità emessa per il "potenziale di riscaldamento globale della sostanza“, che ad esempio per la CO2 è pari ad 1, mentre per il metano è 24.

26C. Rinaldi

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C. Rinaldi

CICLO DI VITA: caratterizzazione

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C. Rinaldi

Fase di premanifattura: caratterizzazione

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C. Rinaldi

Componente Archetto

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C. Rinaldi

Componente Gamba

Sostanze Totale AlCuMg1 (2017) I Tornitura Satinatura BarenaturaTotale 100% 93,26 0,5531 5,531 0,6562

ammonia 100% 87,36 1,037 10,37 1,23HCl 100% 86,79 1,084 10,84 1,286HF 100% 85,54 1,187 11,87 1,408

NO2 100% 100 x x xNOx 100% 88,48 0,9453 9,453 1,122SO2 100% 94,05 0,4879 4,879 0,5788SOx 100% 100 x x xAcidificazione

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C. Rinaldi

Fasi di un LCA

Definizione dell’obbiettivo e

del campo di applicazione

Analisidell’inventario

Valutazionedell’impatto

Interpretazione

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C. Rinaldi

scopo e confini del

sistema

Analisi dell’inventario

Valutazione degli

impatti

Conclusioni,

raccomandazioni e rapporto finale

Valutazione attraverso:verifica di completezza,verifica di sensibilità,verifica della consistenza,altre verifiche

Identificazione dei risultati significativi

• Sviluppo e miglioramento dei sistemi• Pianificazione strategica• Comunicazione al pubblico

Interpretazione

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C. Rinaldi

Limiti dell’LCA• Scelte ed assunzioni soggettive: necessità di documentare ogni step

(ISO 14048)• Limiti dei modelli dell’inventario e della valutazione dell’impatto• disponibilità dei dati• Incertezza• Metodologia complessa (conoscenze e strumenti specialistici)• Difficoltà di diffusione di questo concetto nelle imprese, soprattutto

PMI, a causa di:· scarse competenze interne· costi elevati· tessuto di consulenti non sempre adeguato· supporto della P.A. non sempre sufficiente.

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C. Rinaldi

L’ecoinnovazione di prodotto è un percorso di valorizzazione e miglioramento dell’impresa: consente al produttore di innescare una logica di miglioramento continuo del proprio prodotto:Possibilità per le imprese di aprirsi nuovi spazi di mercato· Attuazione di acquisti verdi da parte della PA (Green Public Procurement);· La realizzazione di prodotti/servizi verdi rappresenta un elemento di

differenziazione rispetto ai concorrenti;· Accresciuta immagine delle imprese sul mercato.Per ridurre i costi sono necessari strumenti di facile utilizzo, in grado di:· Individuare gli aspetti critici di un prodotto/servizio;· Identificare le aree di miglioramento;· Sviluppo di soluzioni di eco-design.

L’ecoinnovazione di prodotto: ricadute sulle imprese

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C. Rinaldi

Rete Italiana LCA

• ENEA coordina la Rete Italiana LCA (www.reteitalianalca.it): finalizzata a favorire la diffusione della metodologia LCA, lo scambio di informazioni, metodologie e buone pratiche sullo stato dell’arte e sulle prospettive della metodologia in Italia.

• Gruppi di lavoro:• Alimentare e Agroindustriale• Technology Assessment• Edilizia e climatizzazione• Prodotti e Processi Chimici• Servizi Turistici• Gestione e Trattamento Rifiuti• Legno arredo• Automotive & Elettrico-Elettronico

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Portale ECOSMES

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C. Rinaldi

eVerdEE

• Software on‐line di LCA di screening per valutare gli impatti ambientali dei prodotti.

• Principali caratteristiche:

∙ Valutazione quantitativa

∙ Aspetti metodologici semplificati (confini del sistema, flussi elementari, categorie di impatto …), ma derivati su base scientifica, dalle norme ISO 14040

∙ Supporto di database settoriali

∙ Corsi on‐line e Procedura user‐friendly per utenti non esperti, con percorso guidato e maschere di input predefinite

∙ Uso di matrici e grafici a bersaglio per la visualizzazione dei risultati e il confronto fra soluzioni progettuali

∙ Iscrizione gratuita su www.ecosmes.net

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C. Rinaldi

La nuova versione di eVerdEE:

• Banca dati europea sviluppata dall’European Platform on LCA (http://lca.jrc.ec.europa.eu/)

• Banche dati specifiche di settore • Migliore interfaccia con l’utente• Possibilità di stampare un rapporto con le principali caratteristiche del ciclo di vita del prodotto

• Migliore grafica e “help on line”.

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C. Rinaldi

“Il Carbon Footprint è la misura dell’ammontare totale delle emissioni di  gas ad effetto serra causate direttamente o 

indirettamente da un individuo, un’organizzazione, un evento o un prodotto.”

Carbon Trust 

CARBON FOOTPRINT

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C. Rinaldi

Perché calcolare il Carbon Footprint

Il Carbon footprint come strumento per:• Quantificare e localizzare le fonti di emissione.• Conoscere la propria “Carbon intensity”.• Analizzare le opportunità di miglioramento.• Avere un riferimento per confrontare le proprie performance con possibili competitori.

• Ottenere un marchio per il proprio prodotto/servizio.

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Come si calcola?

• Valutando l’intero ciclo di vita (dalla culla alla tomba)• Sommando le quantità, calcolate in CO2 equivalenti, di una serie di gas ad effetto serra (non solo anidride carbonica).

• Cercando di incorporare tutte le emissioni, sia quelle dirette che quelle indirette.

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Come si calcola?

SOMMA((emissione) * (fattore di emissione)) = Kg CO2 eq

GAS SERRA POTENZIALE DI RISCALDAMENTO GLOBALE

CO2 1

CH4 21

N2O 310

HFCs 140‐11700

PFCs 6500‐9200

SF6 23900

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Da cosa deriva?Biossido di carbonio - CO2 :

• Combustibile per energia e trasporti

• Processi di produzione

Ossido di azoto - N2O :

• Industria chimica

• Agricoltura

Metano - CH4 :

• Rifiuti (discariche, attività naturali)

Idrofluorocarburi – HFC e Perfluorocarburi PFC :

• Refrigeranti

• Industria chimica, elettronica e di alluminio

• Spray e schiume Esafluoruro di zolfo - SF6 :

• Industria elettronica

• Fusione del magnesio

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The Greenhouse Gas ProtocolStandard e linee guida per contabilizzazione

e rendicontazione dei gas serra delle organizzazioni.

(World Resource Institute, WBCSD)

UNI ISO 14064Standard per quantificare e rendicontare a livello di organizzazione le emissioni di gas

serra e le loro rimozioni. (International Standard Organization)

Il carbon footprint delle organizzazioni: gli standard metodologici

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UNI ISO 14064Carbon footprint delle organizzazioni

1. Definizione dei confini organizzativi:a) controllo o equa ripartizione

2. Definizione dei confini operativi, identificazione delle fonti di emissione: a) Emissioni dirette: elettricità, calore e vapore generato;b) Emissioni indirette da consumo energetico: elettricità, calore, vapore 

importati e consumati dall’organizzazione;c) Emissioni indirette: consumo di prodotti, trasporti , smaltimento 

rifiuti, altro

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UNI ISO 14064Carbon footprint delle organizzazioni

3. Quantificazione delle emissioni di gas serra:a) Identificazione sorgentib) Metodologia di quantificazionec) Raccolta datid) Selezione dei fattori di emissionee) Calcolo delle emissioni di gas serra

www.sogoeco.co.uk

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Fornisce all’azienda uno strumento di Gestione e Monitoraggio delle emissioni dei gas serra:

1. Aumenta la capacità di controllo sulle prestazioni dei processi.

2. Interviene nella gestione dei processi.

Fornisce all’azienda dati ed informazioni a supporto delle scelte strategiche che consentono:

1. Il rispetto delle prescrizioni applicabili: Kyoto e altri programmi di riduzione delle emissioni.

2. Migliorare l’Immagine della azienda nei confronti di clienti ed investitori : GHG Declaration

UNI ISO 14064Carbon footprint delle organizzazioni

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Gli standard per il carbon footprint di beni e servizi

PAS 2050 (British Standard Institute, Defra, Carbon 

Trust)

UNI ISO 14067(International Standard Organization)

Ciclo di vita

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PAS 2050Carbon footprint di beni e servizi

• Fornisce all’azienda dati ed informazioni a supporto delle scelte strategiche:∙ Nello sviluppo di nuovi prodotti.∙ Nella gestione dei processi: rifiuti, energia, etc.∙ Nelle strategie di marketing: etichette ecologiche, confronto con competitori, etc.

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Chi calcola il proprio Carbon Footprint

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I calcolatori del Carbon Footprint nel web

Molteplici offerte orientate a diverse categorie di utenti e pernumerosi settori.

Elettricità, gas naturale ed altre fonti energetiche

Viaggi aerei

Trasporto su gomma

Stile di vita• Sensibilizzazione di un pubblico ancora inesperto.• Disponibilità di una valida base di partenza per la gestione e 

la futura riduzione delle emissioni.

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Alcuni sitiwww.carbonfootprint.comwww.footprintnetwork.orgwww.zerofootprintkids.com

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fonte: Ministero delle Attività Produttive, Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, 2004.

Emissioni di anidride carbonica per chilometro per alcuni modelli di automobili

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Siti web di riferimento:

www.ecosmes.net

www.reteitalianalca.it

www.act-clean.eu

Contatti:

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Caterina Rinaldie-mail: [email protected]

+39 051 6098388