originalità e ironia a sostegno di un’idea di donna in ... · la donna è dare la vita e per la...

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Il Corriere Apuano 12 novembre 2011 3 LA TERZA PAGINA di Antonio Ricci Nei due riquadri potete leg- gere la presentazione che Co- stanza Miriano fa di sé e del suo libro “Sposati e sii sottomessa - Pratica estrema per donne senza paura” (Ed.: Vallecchi, Collana Avamposti. Prezzo: 12,50. Pag. 258) con il quale si è aggiudica- ta il premio “Donna è vita” or- ganizzato dalla sezione Pontre- moli-Lunigiana dell’associa- zione “Scienza e vita”. Presen- tazioni che si trovano nei due ri- svolti di copertina del libro e che danno subito l’idea del perso- naggio e della sua opera. Sor- prendente non è solo il titolo, ma l’intero contenuto del libro della Miriano, che in esso espri- me idee non banali e destinate a far discutere, dalle quali, maga- ri, i lettori (soprattutto le lettrici) potranno dissentire, ma delle quali non si può dire che non siano espresse con chiarezza e convinzione. Se a questo si ag- giunge che il libro presenta uno stile molto accattivante, ci sem- bra che si possa facilmente capi- re la ragione di questa intervista per cercare di approfondire me- glio la conoscenza di questa donna che sostiene idee non fa- cili e, nello stesso tempo, è pie- namente coinvolta nella vita frenetica come molte altre don- ne. Il libro sta avendo un buon successo (“abbiamo raggiunto le 12mila copie stampate, poi si faranno i conti delle vendite”) e l’autrice ammette candidamen- te che “non avevo mai pensato, nemmeno nella migliore delle ipotesi, di poter conseguire un tale successo perché non pensa- vo di aver detto cose particola- ri”. Quanto allo stile “intrigan- te”, la Miriano ammette che “in effetti, il tentativo di conquista- re i cuori è stato ben studiato a tavolino”, giustificato dalla vo- lontà di “cercare di far passare la serietà con la lievità, di non annoiared’altronde io sono veramente convinta della belle- za delle idee che sostengo nel li- bro”. Alla domanda se le è venuto in mente di poter essere catalo- gata come “fondamentalista”, proponendo una immagine di donna minoritaria (se non “estemporanea”) nella nostra società. Costanza Miriano so- stiene che “non si può essere credenti senza essere “integra- li”: l’esperienza di fede è di per sé totalizzante”. Chi, però, co- me un noto giornalista, volesse collegare questo ad una idea di donna vestita di sacco peniten- ziale dimostrerebbe di aver ca- pito ben poco del libro: “Nella mia vita cerco di dimostrare che le idee che esprimo nel libro si possono vivere. D’altra parte, sono contraria all’immagine di una donna dimessa perché cre- dente. Se lo fa nel rispetto delle persone (il marito, i figli) è na- turale che una donna curi il suo aspetto; la differenza non la fanno le spalle nude o coperte”. La scrittrice, poi, vede il Vange- lo come un “libretto delle istru- zioni” degli esseri umani, ra- gion per cui “non è neanche ne- cessario essere credenti per ca- pire che l’uomo ha certe carat- teristiche e la donna altre”. Da qui a pensare che per la Miriano ci siano almeno 50 anni di storia del mondo femminile da riscrivere il passo è breve, ma di nuovo siamo spiazzati: “Al- cune conquiste del femminismo sono per me quasi nel disegno della Provvidenza: oggi noi possiamo tornare a casa dopo il lavoro senza sentirci in colpa”. Subito dopo, però, chiarisce e conferma l’idea portante del suo libro: “Prima chiamata del- la donna è dare la vita e per la famiglia, poi, nelle varie fasi della vita, possiamo dare il no- stro contributo in modo diver- so; è sbagliato, perciò, ripro- porre le logiche maschili per le donne”. Non si tratta di avere doti personali non comuni: “è un fat- to culturale sul quale c’è biso- gno di una controbattaglia”. Andando all’esperienza perso- nale, l’autrice ricorda che quando ho avuto i figli, per me è stato naturale metterli al pri- mo posto; non è possibile il con- trario, è una sovrastruttura cul- turale. È importante ristabilire i ruoli nella famiglia”. Queste convinzioni non si diffondono con le prediche, ma con la bel- lezza della vita vissuta”. La Miriano ha le idee chiare anche sui maggiori sacrifici che pesano sulle donne: “Per me il lavoro è una fregatura: una vol- ta poteva bastare un solo sti- pendio, ora siamo obbligate a lavorare”. Ma anche qui l’ap- proccio è particolare: la donna non può mettere il lavoro al primo posto: non può affrontare il lavoro come lo affronta un uo- mo”. E la società dovrebbe so- stenere questa diversità con strumenti di “protezione” ade- guati per quanto riguarda la ge- stione dei tempi di lavoro, un adeguato sostegno economico alle donne che vogliano stare vi- cine ai figli, specie nei primi an- ni di vita… mancanze ancora più inspiegabili in un Paese a forte tradizione cattolica come l’Italia: “Significa che su certi temi siamo cattolici solo for- malmente; anche tra i politici non ci sono molti che tengono veramente alla famiglia. Io co- munque volevo sottolineare so- prattutto il fatto personale: se una donna vuole stare con i fi- gli, in Italia non lo può fare; in tal senso non siamo in condizio- ne di scegliere liberamente”. Dalla teoria alla vita concre- ta: “Sono sempre di corsa, 20 ore al giorno (niente di più vero: anche l’intervista è effettuata di corsa!)”. Se poi si chiede a Co- stanza Miriano quanto riesce a mettere in pratica queste idee, la risposta è nello stesso tempo onesta e decisa: “In realtà, cre- do di vivere in concreto quello che esprimo nel libro, ma è un po’ come la conversione: più ci si avvicina alla verità, più que- sta sembra lontana. Certo, la perfezione è difficile da rag- giungere, ma io ci provo e ci credo seriamente nelle cose che ho scritto”. E qui si torna a quanto detto all’inizio: si potrà essere o meno d’accordo, ma non si può dire che Costanza Miriano non esponga e sostenga con chiarez- za ciò in cui crede! Il libro ... Sposare un uomo, che appartiene irrimediabilmente a un’altra razza, e vivere con lui, è un’impresa. Ma è un’avventura meravigliosa. È la sfida dell’impegno, di giocarsi tutto, di accogliere e accompagnare nuove vite. Una sfida che si può affronta- re solo se ognuno fa la sua parte. L’uomo deve incarnare la guida, la regola, l’autore- volezza. La donna deve usci- re dalla logica dell’emanci- pazione e riabbracciare con gioia il ruolo dell’accoglien- za e del servizio. ... Sta alle donne, è scritto dentro di loro, accogliere la vita e continuare a farlo ogni giorno. Anche quando la vi- sione della camera dei figli dopo un pomeriggio di gioco fa venire voglia di prendere a testate la scrivania. In questa raccolta di lettere originali ed esilaranti Costanza Miriano scrive di amore e famiglia in uno stile inedito: se fosse per lei produrrebbe delle encicli- che, ma siccome non è il Papa mescola i padri della Chiesa e lo smalto Chanel, la teologia e Il grande Lebowski, soste- nendo con ferrea convinzio- ne la dottrina cristiana del matrimonio senza perdere d’occhio l’ultima borsa di Dior. D’altra parte, come scriveva Chesterton, «non c’è niente di più eccitante dell’ortodossia». Si è svolta sabato 20 ottobre la ceri- monia di ricollocazione nell’atrio del plesso scolastico di via IV Novembre del monumento al gen. Pietro Ferrari, al quale la Scuola Media (oggi Istituto Comprensivo) è stata intitolata nell’a- prile del 1954. Alla cerimonia, introdotta e coordi- nata dal dirigente scolastico attualmen- te in carica, Pierangelo Coltelli, hanno partecipato alcuni discendenti del ge- nerale, i sindaci del comune di Filattie- ra e di Pontremoli, i professori Giusep- pe Benelli e Luciano Bertocchi. Ognuno di questi ha presentato un contributo alla conoscenza di Pietro Ferrari nei diversi ruoli di parente, me- dico, studioso di storia locale, proprie- tario terriero, patriota, cittadino affe- zionato alla sua terra d’origine. Signifi- cativo anche il lavoro svolto e presen- tato per l’occasione da alcune classi dell’Istituto Comprensivo per ap- profondire la conoscenza di un così il- lustre personaggio. In apertura di cerimonia, il monu- mento è stato benedetto dal parroco del Duomo, mons. Silvano Lecchini. Tutti i contributi sono stati raccolti nell’opuscolo “Omaggio a Pietro Fer- rari”, realizzato con il contributo dei Comuni di Filattiera, Pontremoli e Ze- ri e stampato preso la Tipografia Arti- gianelli di Pontremoli. Il libretto, che si correda di alcune foto d’epoca, illustra la figura di Pietro Ferrari (Filattiera 1874-1945), consi- derata nella sua multiforme attività di medico in tempo di guerra e di pace e di studioso di storia locale che ha dato al- le stampe ricerche importanti e basilari per ulteriori studi. Apre l’opuscolo il discorso commemorativo di Pierange- lo Coltelli, dirigente dell’Istituto Com- prensivo, che fa risaltare la validità e l’attualità del messaggio culturale del Ferrari scrittore di cose locali. Lino Mori sindaco di Filattiera traccia un esauriente profilo biografico e un rilie- vo critico su tre peculiarità della perso- nalità del Ferrari: la prima è la profes- sione medica, esercitata anche nel ruo- lo di militare in Libia (a Tripoli fondò anche l’Educatorio arabo per racco- gliere 150 ragazzi orfani) e sul Carso dove meritò medaglia di bronzo (stu- diò l’organizzazione degli ospedali da campo). Un secondo merito sono i suoi libri di storico e di narratore; nel 1910 scoprì la lapide altomedioevale collo- cata nella chiesa di S. Giorgio, edificio del quale promosse restauri insieme al- la pieve di Sorano. Numerosi i contri- buti su luoghi e monumenti lunigiane- si, che la Deputazione di storia patria per le province parmensi raccolse in volume nel 1985. Terzo aspetto fu l’impegno politico e sociale, definito un socialista romantico e idealista, an- tifascista, fu primo presidente del Cln di Pontremoli. Analoghe parole di ono- re e di memoria presenti nell’opuscolo sono dettate da Lucia Baracchini sin- daco di Pontremoli e da Davide Filip- pelli sindaco di Zeri. L’Omaggio allo “zio Piero” è fatto anche dai nipoti, da Giuseppe Benelli che dà risalto alle pubblicazioni del Ferrari in volumi e in riviste e giornali, tra gli scritti più signi- ficativi vanno ricordati Castelli di Lu- nigiana, La chiesa e il convento di S. Francesco di Pontremoli, Il “Comu- ne” di Pontremoli e la sua espansione territoriale in val di Vara, questi due editi a puntate su “Il Corriere Apuano” prima che in volume. Ideò nel 1939 la “mostra d’arte sacra” preludio all’al- manacco “Il Campanone”. Luciano Bertocchi si sofferma sul- la lapide commemorativa, opera dello scultore carrarese Sergio Vatteroni e sull’epigrafe che auspica la resurrezio- ne dell’Italia. Le ricerche degli alunni coordinate dalle insegnanti mettono in luce espressioni poetiche, considera- zioni sulla psicologia araba in relazio- ne al disegno, verso il quale Ferrari constatò poco interesse nei bambini e cercò di capirne le ragioni e le espose in un breve scritto. Altri studenti si sono occupati delle ricerche del Ferrari su monte Castello nell’alta valle della Capria, degli inse- gnamenti relativi all’agricoltura – volti a innovare, a migliorare i raccolti im- pedendo l’abbandono della campagne - alla bonifica del castagneto della Sel- va di Filattiera. Sono stati analizzati an- che articoli comparsi sul giornale La Terra nato nel 1898, che testimoniano l’attività di storico, l’impegno patriot- tico e antifascista. In conclusione è ri- portata la testimonianza delle onoranze in occasione della intitolazione a Pietro Ferrari della Scuola media e colloca- zione della lapide in sua memoria, il 5 aprile 1954, con riproduzione integrale del discorso del prof. Alberico Benedi- centi, l’amico farmacologo di Mocro- ne, che ne fece un commosso ritratto a tutto tondo. Intervista a Costanza Miriano, vincitrice del premio “Donna è vita” Originalità e ironia a sostegno di un’idea di donna in controtendenza Sabato 20 ottobre la ricollocazione del monumento nell’istituto a lui dedicato Il gen. Pietro Ferrari: un grande personaggio lunigianese L’autrice Costanza Miriano è nata 41 anni fa a Perugia e vive a Roma. Aspirante casalinga, attualmente è giornalista alla RAI, tg3 nazionale. Sposa e mamma di quattro esseri che sarebbe ottimistico e incauto defi- nire bambini, due di razza maschile e due femminile, un tempo era laureata in lettere classiche, ma attualmente studia le tabelline. È cattolica fervente e, convinta che in cielo si vada solo per rac- comandazione, cerca sempre dei canali preferenziali per arrivare al Capo Supremo. Trova che la messa e il rosario siano quelli che funzionano meglio. Non c’è molto altro da aggiungere al suo curriculum, se non che ha corso varie maratone, il che poi è venuto utile nel gestire una famiglia estrema.

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Page 1: Originalità e ironia a sostegno di un’idea di donna in ... · la donna è dare la vita e per la famiglia, poi, nelle varie fasi della vita, possiamo dare il no-stro contributo

Il Corriere Apuano 12 novembre 2011 3LA TERZA PAGINA

di Antonio Ricci

Nei due riquadri potete leg-gere la presentazione che Co-stanza Miriano fa di sé e del suolibro “Sposati e sii sottomessa -Pratica estrema per donne senzapaura” (Ed.: Vallecchi, CollanaAvamposti. Prezzo: 12,50. Pag.258) con il quale si è aggiudica-ta il premio “Donna è vita” or-ganizzato dalla sezione Pontre-moli-Lunigiana dell’associa-zione “Scienza e vita”. Presen-tazioni che si trovano nei due ri-svolti di copertina del libro e chedanno subito l’idea del perso-naggio e della sua opera. Sor-prendente non è solo il titolo,ma l’intero contenuto del librodella Miriano, che in esso espri-me idee non banali e destinate afar discutere, dalle quali, maga-ri, i lettori (soprattutto le lettrici)potranno dissentire, ma dellequali non si può dire che nonsiano espresse con chiarezza econvinzione. Se a questo si ag-giunge che il libro presenta unostile molto accattivante, ci sem-bra che si possa facilmente capi-re la ragione di questa intervistaper cercare di approfondire me-glio la conoscenza di questadonna che sostiene idee non fa-cili e, nello stesso tempo, è pie-namente coinvolta nella vitafrenetica come molte altre don-ne.

Il libro sta avendo un buonsuccesso (“abbiamo raggiuntole 12mila copie stampate, poi si

faranno i conti delle vendite”) el’autrice ammette candidamen-te che “non avevo mai pensato,nemmeno nella migliore delleipotesi, di poter conseguire untale successo perché non pensa-vo di aver detto cose particola-ri”. Quanto allo stile “intrigan-te”, la Miriano ammette che “ineffetti, il tentativo di conquista-re i cuori è stato ben studiato atavolino”, giustificato dalla vo-lontà di “cercare di far passarela serietà con la lievità, di nonannoiare… d’altronde io sonoveramente convinta della belle-za delle idee che sostengo nel li-bro”.

Alla domanda se le è venutoin mente di poter essere catalo-gata come “fondamentalista”,proponendo una immagine didonna minoritaria (se non“estemporanea”) nella nostrasocietà. Costanza Miriano so-stiene che “non si può esserecredenti senza essere “integra-li”: l’esperienza di fede è di persé totalizzante”. Chi, però, co-me un noto giornalista, volessecollegare questo ad una idea didonna vestita di sacco peniten-

ziale dimostrerebbe di aver ca-pito ben poco del libro: “Nellamia vita cerco di dimostrare chele idee che esprimo nel libro sipossono vivere. D’altra parte,sono contraria all’immagine diuna donna dimessa perché cre-dente. Se lo fa nel rispetto dellepersone (il marito, i figli) è na-turale che una donna curi il suoaspetto; la differenza non lafanno le spalle nude o coperte”.La scrittrice, poi, vede il Vange-lo come un “libretto delle istru-zioni” degli esseri umani, ra-gion per cui “non è neanche ne-cessario essere credenti per ca-pire che l’uomo ha certe carat-teristiche e la donna altre”.

Da qui a pensare che per laMiriano ci siano almeno 50 annidi storia del mondo femminileda riscrivere il passo è breve, madi nuovo siamo spiazzati: “Al-cune conquiste del femminismosono per me quasi nel disegnodella Provvidenza: oggi noipossiamo tornare a casa dopo illavoro senza sentirci in colpa”.Subito dopo, però, chiarisce e

conferma l’idea portante delsuo libro: “Prima chiamata del-la donna è dare la vita e per lafamiglia, poi, nelle varie fasidella vita, possiamo dare il no-stro contributo in modo diver-so; è sbagliato, perciò, ripro-porre le logiche maschili per ledonne”.

Non si tratta di avere dotipersonali non comuni: “è un fat-to culturale sul quale c’è biso-gno di una controbattaglia”.Andando all’esperienza perso-nale, l’autrice ricorda che“quando ho avuto i figli, per meè stato naturale metterli al pri-mo posto; non è possibile il con-trario, è una sovrastruttura cul-turale. È importante ristabilire iruoli nella famiglia”. Questeconvinzioni non si diffondono“con le prediche, ma con la bel-lezza della vita vissuta”.

La Miriano ha le idee chiareanche sui maggiori sacrifici chepesano sulle donne: “Per me illavoro è una fregatura: una vol-ta poteva bastare un solo sti-pendio, ora siamo obbligate a

lavorare”. Ma anche qui l’ap-proccio è particolare: la donna“non può mettere il lavoro alprimo posto: non può affrontareil lavoro come lo affronta un uo-mo”. E la società dovrebbe so-stenere questa diversità construmenti di “protezione” ade-guati per quanto riguarda la ge-stione dei tempi di lavoro, unadeguato sostegno economicoalle donne che vogliano stare vi-cine ai figli, specie nei primi an-ni di vita… mancanze ancorapiù inspiegabili in un Paese aforte tradizione cattolica comel’Italia: “Significa che su certitemi siamo cattolici solo for-malmente; anche tra i politicinon ci sono molti che tengonoveramente alla famiglia. Io co-munque volevo sottolineare so-prattutto il fatto personale: seuna donna vuole stare con i fi-gli, in Italia non lo può fare; intal senso non siamo in condizio-ne di scegliere liberamente”.

Dalla teoria alla vita concre-ta: “Sono sempre di corsa, 20ore al giorno (niente di più vero:anche l’intervista è effettuata dicorsa!)”. Se poi si chiede a Co-stanza Miriano quanto riesce amettere in pratica queste idee, larisposta è nello stesso tempoonesta e decisa: “In realtà, cre-do di vivere in concreto quelloche esprimo nel libro, ma è unpo’ come la conversione: più cisi avvicina alla verità, più que-sta sembra lontana. Certo, laperfezione è difficile da rag-giungere, ma io ci provo e cicredo seriamente nelle cose cheho scritto”.

E qui si torna a quanto dettoall’inizio: si potrà essere o menod’accordo, ma non si può direche Costanza Miriano nonesponga e sostenga con chiarez-za ciò in cui crede!

Il libro... Sposare un uomo, che

appartiene irrimediabilmentea un’altra razza, e vivere conlui, è un’impresa. Ma èun’avventura meravigliosa.È la sfida dell’impegno, digiocarsi tutto, di accogliere eaccompagnare nuove vite.Una sfida che si può affronta-re solo se ognuno fa la suaparte. L’uomo deve incarnarela guida, la regola, l’autore-volezza. La donna deve usci-re dalla logica dell’emanci-pazione e riabbracciare congioia il ruolo dell’accoglien-za e del servizio.

... Sta alle donne, è scrittodentro di loro, accogliere lavita e continuare a farlo ognigiorno. Anche quando la vi-sione della camera dei figlidopo un pomeriggio di giocofa venire voglia di prendere atestate la scrivania. In questaraccolta di lettere originali edesilaranti Costanza Mirianoscrive di amore e famiglia inuno stile inedito: se fosse perlei produrrebbe delle encicli-che, ma siccome non è il Papamescola i padri della Chiesa elo smalto Chanel, la teologiae Il grande Lebowski, soste-nendo con ferrea convinzio-ne la dottrina cristiana delmatrimonio senza perdered’occhio l’ultima borsa diDior. D’altra parte, comescriveva Chesterton, «nonc’è niente di più eccitantedell’ortodossia».

Si è svolta sabato 20 ottobre la ceri-monia di ricollocazione nell’atrio delplesso scolastico di via IV Novembredel monumento al gen. Pietro Ferrari,al quale la Scuola Media (oggi IstitutoComprensivo) è stata intitolata nell’a-prile del 1954.

Alla cerimonia, introdotta e coordi-nata dal dirigente scolastico attualmen-te in carica, Pierangelo Coltelli, hannopartecipato alcuni discendenti del ge-nerale, i sindaci del comune di Filattie-ra e di Pontremoli, i professori Giusep-pe Benelli e Luciano Bertocchi.

Ognuno di questi ha presentato uncontributo alla conoscenza di PietroFerrari nei diversi ruoli di parente, me-dico, studioso di storia locale, proprie-tario terriero, patriota, cittadino affe-zionato alla sua terra d’origine. Signifi-cativo anche il lavoro svolto e presen-tato per l’occasione da alcune classidell’Istituto Comprensivo per ap-profondire la conoscenza di un così il-lustre personaggio.

In apertura di cerimonia, il monu-mento è stato benedetto dal parroco delDuomo, mons. Silvano Lecchini.

Tutti i contributi sono stati raccolti

nell’opuscolo “Omaggio a Pietro Fer-rari”, realizzato con il contributo deiComuni di Filattiera, Pontremoli e Ze-ri e stampato preso la Tipografia Arti-gianelli di Pontremoli.

Il libretto, che si correda di alcunefoto d’epoca, illustra la figura di PietroFerrari (Filattiera 1874-1945), consi-derata nella sua multiforme attività dimedico in tempo di guerra e di pace e distudioso di storia locale che ha dato al-le stampe ricerche importanti e basilariper ulteriori studi. Apre l’opuscolo ildiscorso commemorativo di Pierange-lo Coltelli, dirigente dell’Istituto Com-prensivo, che fa risaltare la validità el’attualità del messaggio culturale delFerrari scrittore di cose locali. LinoMori sindaco di Filattiera traccia unesauriente profilo biografico e un rilie-vo critico su tre peculiarità della perso-nalità del Ferrari: la prima è la profes-sione medica, esercitata anche nel ruo-lo di militare in Libia (a Tripoli fondòanche l’Educatorio arabo per racco-gliere 150 ragazzi orfani) e sul Carsodove meritò medaglia di bronzo (stu-diò l’organizzazione degli ospedali dacampo). Un secondo merito sono i suoi

libri di storico e di narratore; nel 1910scoprì la lapide altomedioevale collo-cata nella chiesa di S. Giorgio, edificiodel quale promosse restauri insieme al-la pieve di Sorano. Numerosi i contri-buti su luoghi e monumenti lunigiane-si, che la Deputazione di storia patriaper le province parmensi raccolse involume nel 1985. Terzo aspetto ful’impegno politico e sociale, definitoun socialista romantico e idealista, an-tifascista, fu primo presidente del Clndi Pontremoli. Analoghe parole di ono-re e di memoria presenti nell’opuscolosono dettate da Lucia Baracchini sin-daco di Pontremoli e da Davide Filip-pelli sindaco di Zeri. L’Omaggio allo“zio Piero” è fatto anche dai nipoti, daGiuseppe Benelli che dà risalto allepubblicazioni del Ferrari in volumi e inriviste e giornali, tra gli scritti più signi-ficativi vanno ricordati Castelli di Lu-nigiana, La chiesa e il convento di S.Francesco di Pontremoli, Il “Comu-ne” di Pontremoli e la sua espansioneterritoriale in val di Vara, questi dueediti a puntate su “Il Corriere Apuano”prima che in volume. Ideò nel 1939 la“mostra d’arte sacra” preludio all’al-

manacco “Il Campanone”. Luciano Bertocchi si sofferma sul-

la lapide commemorativa, opera delloscultore carrarese Sergio Vatteroni esull’epigrafe che auspica la resurrezio-ne dell’Italia. Le ricerche degli alunnicoordinate dalle insegnanti mettono inluce espressioni poetiche, considera-zioni sulla psicologia araba in relazio-ne al disegno, verso il quale Ferrariconstatò poco interesse nei bambini ecercò di capirne le ragioni e le espose inun breve scritto.

Altri studenti si sono occupati dellericerche del Ferrari su monte Castellonell’alta valle della Capria, degli inse-gnamenti relativi all’agricoltura – volti

a innovare, a migliorare i raccolti im-pedendo l’abbandono della campagne- alla bonifica del castagneto della Sel-va di Filattiera. Sono stati analizzati an-che articoli comparsi sul giornale LaTerra nato nel 1898, che testimonianol’attività di storico, l’impegno patriot-tico e antifascista. In conclusione è ri-portata la testimonianza delle onoranzein occasione della intitolazione a PietroFerrari della Scuola media e colloca-zione della lapide in sua memoria, il 5aprile 1954, con riproduzione integraledel discorso del prof. Alberico Benedi-centi, l’amico farmacologo di Mocro-ne, che ne fece un commosso ritratto atutto tondo.

Intervista a Costanza Miriano, vincitrice del premio “Donna è vita”

Originalità e ironia a sostegno diun’idea di donna in controtendenza

Sabato 20 ottobre la ricollocazione del monumento nell’istituto a lui dedicato

Il gen. Pietro Ferrari: un grande personaggio lunigianese

L’autriceCostanza Miriano è nata 41 anni fa a

Perugia e vive a Roma.Aspirante casalinga, attualmente è

giornalista alla RAI, tg3 nazionale.Sposa e mamma di quattro esseri

che sarebbe ottimistico e incauto defi-nire bambini, due di razza maschile edue femminile, un tempo era laureata inlettere classiche, ma attualmente studia le tabelline.

È cattolica fervente e, convinta che in cielo si vada solo per rac-comandazione, cerca sempre dei canali preferenziali per arrivareal Capo Supremo. Trova che la messa e il rosario siano quelli chefunzionano meglio.

Non c’è molto altro da aggiungere al suo curriculum, se nonche ha corso varie maratone, il che poi è venuto utile nel gestireuna famiglia estrema.