organigramma del club k. r. ravindran mauro … · eccellere e operare in un'atmosfera di ......

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ROTARY CLUB PISA GALILEI - distretto 2071 anno sociale 2015/2016 - bollettino LUGLIO - OTTOBRE PRESIDENTE A.S.2015/2016 PAOLO CORSINI ORGANIGRAMMA DEL CLUB Past President Roberto Gianfaldoni Presidente Incoming Federico Papineschi Vice Presidente Luigi Murri Vice Presidente Alfonso Bonadio Segretario Claudio Gelli Tesoriere Andrea Maestrelli Prefetto Ignazio Bulgarella Consiglieri Adriano Galazzo Giuseppina Di Lauro www.rotaryclubpisagalilei.it PRESIDENTE ROTARY INTERNATIONAL K. R. RAVINDRAN ROTARY CLUB COLOMBO (SRY LANKA) GOVERNATORE DEL DISTRETTO 2071 MAURO LUBRANI ROTARY CLUB FIESOLE 1

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ROTARY CLUB PISA GALILEI - distretto 2071anno sociale 2015/2016 - bollettino LUGLIO - OTTOBRE

PRESIDENTE A.S.2015/2016

PAOLO CORSINI

ORGANIGRAMMA DEL CLUB

Past PresidentRoberto Gianfaldoni

Presidente IncomingFederico Papineschi

Vice PresidenteLuigi Murri

Vice PresidenteAlfonso Bonadio

SegretarioClaudio Gelli

TesoriereAndrea Maestrelli

PrefettoIgnazio Bulgarella

ConsiglieriAdriano Galazzo

Giuseppina Di Lauro

www.rotaryclubpisagalilei.it

PRESIDENTE ROTARY INTERNATIONAL

K. R. RAVINDRANROTARY CLUB COLOMBO (SRY LANKA)

GOVERNATORE DEL DISTRETTO 2071

MAURO LUBRANIROTARY CLUB FIESOLE

1

ROTARY CLUB PISA GALILEI - distretto 2071anno sociale 2015/2016 - bollettino LUGLIO - OTTOBRE

ELENCO MEMBRI COMMISSIONI

EFFETTIVO

Franco Bacchini (presidente)

Andrea Barbuti

Carlo Borsari

Franco Poddighe

Gianfranco Vannucchi

PROGETTI

Vittorio Prescimone (presidente)

Francesco Ciardelli

Lucia Della Porta

Grazia Masciandaro

referente nel C.D.: Giuseppina Di Lauro

AMMINISTRAZIONE DEL CLUB

Amerigo Scala (presidente)

Luca Bonfiglio

Elena Pepe

referente nel C.D.: Andrea Maestrelli

FONDAZIONE ROTARY

Giampaolo Ladu (presidente)

Mario Franco

Francesca Giardina

Pietro Vichi

PUBBLICHE RELAZIONI EINFORMAZIONE

Giampaolo Russo (presidente)

Diego Casali

Nicola Soriani

Carlo Tavella

Enrico Tozzi

referente nel C.D.: Ignazio Bulgarella

GIOVANI

Gianfranco Romeo (presidente)

Matteo Madonna

Lorenzo Rossi

COMPITI DEI PRESIDENTI E DEI MEMBRIDELLE COMMISSIONI

I membri di una commissione di clubaiutano a creare le condizioni checonsentono al club di avere successo,eccellere e operare in un'atmosfera dicordialità. Sia che un socio sia statonominato a presiedere la commissione , siache sia stato invitato a farne parte qualemembro, questi deve offrire il proprioapporto per migliorare la sua comunità esviluppare nuovi leader. Compiti dei presidenti delle commissioni sono:a) supervisionare le funzioni dellacommissione; b) convocare le riunioni e avviare le consueteattività della commissione; c) effettuare il controllo e il coordinamento deilavori della commissione; d) relazionare al club circa le attività dellacommissione.

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PROGETTI PER L'A.S. 2015/2016

1) Supporto alla gara nazionale diprogrammazione della Macchina diTuring,organizzata dal Dipartimento diInformatica dell’Università di Pisa;

2) contributo alla realizzazione di un progettodell'Istituto per lo Studio degli Ecosistemi delCNR (sede di Pisa), riguardante ladecontaminazione dei sedimenti di dragaggio delCanale dei Navicelli;

3) apparecchi di ausilio alle persone ipovedenti,per la lettura di libri, da destinare alla BibliotecaComunale SMS Biblio;

4) contributo all'associazione per l’AlzheimerAIMA di Pisa;

5) contributo al progetto "TO KA RE" di AgataSmeralda Onlus per l’acquisto di farmaci daparte del Centro Salute San Francesco dellaDiocesi di Doba nel sud del Ciad;

6) contributo alle Mense dei poveri della Caritasdi Pisa (Parrocchie di S. Stefano e di S.Francesco) e della Delegazione di Pisa delSovrano Ordine di Malta;

7) contributo per la riparazione del forno delLiceo Artistico Russoli e per la soffiaturaartistica del vetro;

8) catalogazione Informatica dei Volumi dellaBiblioteca dell’Opera Giuseppe Toniolo;

9) Supporto al Premio Internazionale GalileoGalilei dei Rotary Club Italiani;

10) concerto di primavera (con i Rotary ClubPisa e Pisa-Pacinotti);

11) cara di pittura, scultura e grafica per ragazzidei licei artistici (con il Rotary Club Marina diMassa Riviera Apuana del Centenario);

12) Restauro di un dipinto su S. Teresa D’Avilanella Chiesa del Carmine (con i Rotary Club Pisae Pisa-Pacinotti);

13) gara di fotografia (con i Rotary Club Pisa ePisa-Pacinotti);

14) predisposizione di un opuscolo sul problemadel cyber-bullismo da distribuire ai ragazzi dellescuole medie (con il Rotary Club Pisa-Pacinotti);

15) contributo al Rotaract;

16) partecipazione di giovani al RYLA.

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DAL ROTARY INTERNATIONAL

Messaggi del Presidente Internazionale

Agosto 2015Nel 1930, Ole Kirk Christiansen, falegnamedanese, aveva appeso sul muro un'insegna con lascritta, Det bedste er ikke for godt: "Solo ilmeglio è buono abbastanza". Oggi, Christiansenè famoso come l'inventore dei Lego, i mattoncinidi plastica colorati tanto amati dai bambini ditutto il mondo. Ma agli inizi dell'azienda Lego, ilsuo fiore all'occhiello era un'anatra in legno -prodotta secondo i più elevati standard, confaggio invecchiato e tre strati di vernicetrasparente. Nella storia dell'azienda si raccontacome Christiansen abbia usato le sue anatre perinsegnare una lezione sulla qualità a suo figlio,Godtfred Kirk: "una sera, sono andato a trovaremio padre in ufficio e gli ho detto: "È stata unabuona giornata oggi, papà. Abbiamoguadagnato un po' di più". Papà rispose: "Oh,cosa vuoi dire? "Beh, sono appena tornato dallastazione dove ho portato due scatole delle nostreanatre giocattolo da spedire alla Danish Co-op.

Normalmente applichiamo tre mani di vernice,ma dal momento che l'ordinazione era per unacooperativa, ne ho fatto applicare solo due perrisparmiare. "Lui mi guardò con sgomento e midisse. "Godtfred, vai a riprendere subito quellescatole e dai un'altra passata di vernice a quelleanatre. E non andare a letto fino a quando nonavrai finito - e fallo da solo". Con papà non sidiscuteva. Per me è stata una lezione su ciò chesignificava qualità".Oggi, gli standard di qualitàdella Lego sono leggendari, e i suoi prodotti sonoi giocattoli più popolari del mondo: i pezzi diLego sono più numerosi degli esseri umani, conun rapporto di 86 a 1. Sappiamo bene che questosuccesso deriva direttamente dalle prassicommerciali della Lego - la sua insistenza suqualità, efficienza e innovazione. Io paragonoquesto con i nostri sforzi nella governance eresponsabilità nel Rotary, e mi rendo conto che avolte non riusciamo ad applicare appieno glistandard prestabiliti. I dirigenti del RotaryInternational, di zona, di distretto e di clubdevono mantenere i più elevati standard inmateria di governance. Il presidente e gliamministratori del RI devono occuparsidell'effettivo in modo efficace; i dirigenti di zonadevono rispondere in modo adeguato alla fiduciache il Rotary ha investito in loro; i dirigentidistrettuali devono praticare una leadershipdinamica nell'ambito del distretto e puntare sullatrasparenza in materia di contabilità ecomunicazione tempestiva dei dati finanziari; e idirigenti di club devono svolgere la funzione direndicontazione in modo corretto, immettendo idati dei loro club in Rotary Club Central. Cosìcome Christiansen si è rifiutato di inviare unprodotto più scadente ad uno dei suoi clienti,anche noi dobbiamo rifiutare l'idea di applicareun minore sforzo nel nostro operato. Dobbiamodare sempre il meglio di noi stessi - nella nostravita professionale, e soprattutto nel nostroimpegno nel Rotary. Nel Rotary, quali sono inostri prodotti? Non sono anatre di legno némattoncini di plastica. Sono l'istruzione, l'acqua,la salute e la pace. È la speranza, ed è la vitastessa. Per realizzarle, solo il fare del nostromeglio è buono abbastanza. Chiedo a voi tutti diricordarvi di questo - e di fare del vostro meglio.Siate dono nel mondo!

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Settembre 2015C'era una volta un giovane molto forte, al qualeoffrirono un lavoro da taglialegna. Lui cominciòa lavorare con grande entusiasmo: la primasettimana tagliò 18 alberi, la seconda settimanalavorò altrettanto duramente, ma con sua grandesorpresa, si rese conto di aver tagliato solo 11alberi. La terza settimana, nonostante avesselavorato dalla mattina alla sera, tagliò solo 6alberi, e decise di presentarsi al suo capo per darele dimissioni: "sto perdendo la mia forza. Nonriesco più a tagliare lo stesso numero di alberi diuna volta".L'uomo guardò il giovane, che glisembrava in buona salute e gli chiese: "Hai maipensato di affilare l'accetta?"."Affilare l'accetta?Ma chi ha tempo per affilare l'accetta?", risposeil giovane stupito. "Ho troppo da fare a tagliarlegna!". Quando non facciamo i progressi chevorremmo, la risposta più naturale è diraddoppiare gli sforzi. Talvolta, però, la rispostamigliore sarebbe non di lavorare più duramente,ma in modo migliore. Riflettete sui metodi usati,analizzate tutte le procedure seguite. Stateusando le vostre risorse nel modo più efficiente?O state semplicemente investendo tutti i vostrisforzi per tagliar legna con un'accetta cheandrebbe affilata? Da oltre vent'anni stiamogridando ai quattro venti l'importanzadell'affiliazione al Rotary. Abbiamo definitoobiettivi e lanciato campagne, concentrandocicompletamente sull'importanza di avere semprepiù soci. Ma, i nostri numeri complessivirimangono invariati. È arrivato il momento diaffilare i nostri attrezzi. Piuttosto che chiederci:"Come possiamo avere più soci nel Rotary?"dovremmo chiederci: "Come possiamoaggiungere più valore all'affiliazione al Rotary,perché che ci siano sempre più personeinteressate ad unirsi a noi, e meno personepropense a lasciare l'organizzazione?". Un modoper fare ciò è l'uso del nuovo programma RotaryGlobal Rewards, lanciato a luglio. Questoprogramma innovativo consente ai Rotariani diottenere sconti e altri benefici da aziende efornitori di servizi di tutto il mondo. I Rotarianipossono chiedere l'inclusione della propriaattività commerciale tra le imprese già inclusedal Rotary: le offerte più appropriate sarannoincluse nell'elenco esistente. Inoltre, abbiamo

creato l'opzione per consentire alle aziende didevolvere una percentuale dei profitti da ognitransazione alla nostra Fondazione Rotary e varieaziende hanno già scelto di adottare questainiziativa. Ogni mese aggiorneremo l'elenco conulteriori offerte. Vi invito vivamente a provare ilprogramma e a registrarvi visitando Il mioRotary, sul sito Rotary.org/it oggi stesso. Piùsaranno i Rotariani partecipanti e più saràmigliore il programma. Rotary Global Rewards,più che un altro programma di fedeltà,rappresenta un nuovo modo di trarre beneficiodall'affiliazione al Rotary e dalla partecipazioneal network del Rotary. Questo è un altro esempiodi come combinare lavoro e service, ed è unulteriore modo per aggiungere valoreall'affiliazione al Rotary. Non dimentichiamo chei nostri potenziali soci potrebbero chiederci"Cosa ci guadagno dall'affiliazione?". Dobbiamodimostrare il valore del Rotary dimostrando chediventare Rotariani arricchirà loro la vita, come èsuccesso a noi.

Ottobre 2015Il mese scorso, dopo un intero anno senza nuovicasi di poliovirus, la Nigeria è stata toltadall'elenco dei Paesi in cui la polio è ancoraendemica. Oggi il poliovirus selvaggio,scomparso dall'Africa, persiste in due soli Paesi:l'Afghanistan e il Pakistan. I casi di polioregistrati nel 2015 a oggi ammontano a qualchedozzina in tutto il mondo. La portata di questoevento è epocale. La polio, presente sulla terra damillenni, ha infierito sull'umanità sin dai primiinsediamenti umani. Oggi, grazie al lavoro svoltodal Rotary e dalle organizzazioni partner, cistiamo avvicinando all'eradicazione dellamalattia: il conto alla rovescia è non più intermini di anni ma di mesi. Questo nostrosuccesso è al tempo stesso monumentale efragile. Avanziamo a fatica ma sistematicamente,grazie a uno sforzo enorme e incessante.Continuiamo a vaccinare centinaia di milioni dibambini con campagne di immunizzazionesincronizzate; continuiamo a svolgere attività dimonitoraggio per prevenire nuovi focolai.L'enorme portata dell'iniziativa in termini dicoordinamento, costi, impegno, è sbalorditiva.Alcuni si chiedono perché siano ancora necessari

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questi alti livelli di immunizzazione esorveglianza per una malattia quasi scomparsa.La risposta è semplice: non ci sono alternative.Rallentare le attività significherebbe un ritornodel virus e la vanificazione di anni di lavoro.Abbiamo già visto purtroppo come sia facileperdere terreno – e decenni di progressi – davantialla ricomparsa del virus. È per questo che iprossimi mesi saranno estremamente importanti.Abbiamo bisogno del vostro aiuto persensibilizzare l'opinione pubblica, raccoglierefondi e mantenere vivo lo slancio.

Abbiamo bisogno del vostro supporto peraiutarci a lottare sino a che la malattia non saràcompletamente sconfitta. Il 24 ottobre si celebrala Giornata Mondiale della Polio. Mi auguro chetutti i Rotariani vi prendano parte. So che moltidi voi si sono già impegnati a pubblicizzarel'evento a livello di club e distrettuale. Se nonavete ancora fatto piani, ci sono innumerevolimodi per partecipare. Sul sito endpolionow.orgpotete trovare idee, strumenti, esempi dicomunicati stampa e modalità di donazione.Sempre su questo sito troverete il link al nostroevento in livestream: vi invitiamo a collegarvi e acondividere l'iniziativa sui social media. La lottaalla polio è una nostra campagna – cominciataper sconfiggere la polio ma presto estesa all'odio,all'ignoranza e alla paura. Quando avremo vinto -cosa che succederà presto - noi Rotarianipotremo parlarne con i nostri figli e i nostrinipoti, che conosceranno un mondo senza polio,senza polmoni artificiali, senza protesi per gli articolpiti dalla malattia. Tutti noi Rotariani, daKano a Peshawar, da Swat a Seul, Madrid oChicago, faremo parte di questa narrativa; spettasolo a noi decidere di esserne protagonisti. Viinvito a farlo in modo tale che, nel raccontare lastoria della polio, noi tutti potremo dire diesserne fieri.

24 OTTOBRE 2015GIORNATA MONDIALE DELLA POLIO

Celebrità internazionali della sanità perfesteggiare i grandi successi contro la polio

Dopo un anno storico durante il quale latrasmissione del poliovirus selvaggio è statafermata nella Nigeria e nel resto del continenteafricano, siamo più vicini che mai a sradicarequesta malattia paralizzante da tutto il mondo,hanno dichiarato gli esperti della salute pubblicain occasione del 3º evento annuale del Rotary,"World Polio Day", il 23 ottobre scorso a NewYork. Oltre 150 persone hanno seguito l'eventoin live stream co-sponsorizzato dall'UNICEF, emigliaia di altre in tutto il mondo hanno guardatoonline. L'evento è stato moderato da JeffreyKluger, editore della rivista Time. Anthony Lake,direttore esecutivo dell'UNICEF, ha elogiatol'opera dei partner della Global Polio EradicationInitiative (GPEI). Dopo quasi 30 anni, la GPEI,che comprende il Rotary, l'OrganizzazioneMondiale della Sanità (OMS), l'UNICEF e iCentri statunitensi per il controllo e laprevenzione delle malattie (CDC) ed è sostenutadalla Bill & Melinda Gates Foundation, èarrivata alla soglia dell'eradicazione della polio.Sarà la seconda malattia umana ad essere maieliminata. Lake ha esortato le parti non a perdereil loro slancio: "In un momento in cui il mondo èlacerato da conflitti, quando i legami tra lepersone sembrano più deboli e più esili che mai,l'eradicazione della polio sarà non solo una dellepiù grandi conquiste dell'umanità, ma unsingolare e suggestivo esempio di ciò che puòessere realizzato quando un gruppo di partnersono guidati da un obiettivo comune, quandoagiamo come unità", ha spiegato. L'evento hasottolineato i recenti traguardi raggiunti contro lapolio: nel mese di luglio, nella Nigeria è statocelebrato il primo anniversario di assenza dinuovi casi, e nel mese di agosto, l'interocontinente africano ha festeggiato il suoanniversario. Ad oggi, restano solo due Paesi almondo dove il virus viene ancora trasmessoregolarmente: Afghanistan e Pakistan. Durante lasessione di domande e risposte con Kluger, ildott. John Vertefeuille, manager del reparto dellapolio presso i CDC, si è discusso delle ragioni

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del successo in Nigeria, tra cui il forte impegnopolitico a tutti i livelli e il supporto e l'impegnodei leader religiosi e della comunità. "Le basi delsuccesso in Nigeria sono costituitedall'incredibile dedizione di decine di migliaia dioperatori sanitari che si sono impegnati, spessoin circostanze difficili, per garantire che ilvaccino antipolio arrivasse a tutti i bambini", haaffermato Vertefeuille. Inoltre, in Nigeria è statopossibile raggiungere l'obiettivo prefissato graziealle modifiche innovative, ai meccanismi piùefficaci per garantire la responsabilità deglioperatori sanitari e all'impegno di medici,giornalisti e sopravvisuti alla polio. Le attività dieradicazione della polio sono in corso inAfghanistan e Pakistan. In Afghanistan, ilnumero di casi è sceso da 28 nel 2014 a 13 diquest'anno. In Pakistan, la trasmissione dellamalattia è scesa drasticamente, da 306 casi a soli38. Kluger e Vertefeuille sono d'accordo sul fattoche l'eradicazione della polio è un saggioinvestimento finanziario. Vertefeuille affermache per i prossimi 20 anni le previsioni indicanoun risparmio finanziario di 50 miliardi di dollari.Ha poi aggiunto che in caso di fallimento, sipotrebbe verificare una nuova insorgenza globaledella malattia, con 200.000 nuovi casi ogni annoper i prossimi 10 anni.

Personaggi celebri portavoce del rotaryArchie Panjabi, attrice vincitrice di Emmy eambasciatrice della polio del Rotary, ha elogiatoil successo del Rotary nella sconfitta della polioin India nel 2012. "Ho vaccinato i bambini, e hoprovato una sensazione di pura gioia quando hosomministrato due gocce di vaccino nella lorobocca, che sono come due gocce di vita", hadichiarato. Il pubblico presente ha potutoascoltare Angélique Kidjo, cantante, attivista evincitrice di Grammy, che ha eseguito un branodal suo ultimo album, "Eva". La dott.ssa JenniferBerman, co-presentatrice della serie televisivavincitrice di Emmy, "The Doctors", ha definito ilruolo del Rotary nell'eradicazione della poliocome "una di quelle iniziative trasformative chefa leva sulle intuizioni della scienza permigliorare le condizioni umane". Durantel'evento sono stati trasmessi anche videomessaggi di Bill Gates, Mia Farrow, attrice e

sopravvissuta alla polio, la supermodella HeidiKlum, e due nuovi ambasciatori della polio delRotary, il campione di Wrestling John Cena el'attrice Kristen Bell. Bell ha commentato:"Come fermare la polio per sempre? Comegarantire che nessun altro bambino debba piùsoffrire a causa di questa malattia? È facileaiutare. Basta spargere la voce, donare osemplicemente cogliere l'occasione per sapernedi più".

Il rotary stanzia nuovi fondiJohn Hewko, Segretario generale del Rotary, haannunciato che il Rotary ha impegnato altri 40,4milioni a favore della lotta contro la polio. Oltre26 milioni andranno ai Paesi africani per leattività di controllo e prevenzione. Inoltre, ilRotary ha stanziato 5,3 milioni per l'India, 6,7milioni per il Pakistan e 400.000 dollari perl'Iraq. Quasi 1 milione servirà a sostenere leattività di immunizzazione e sorveglianza. Dal1979, il Rotary ha contribuito più di 1,5 miliardiper lo sforzo globale. "Il nostro programma diquesta sera vi mostrerà quanta strada abbiamofatto, e quanta ne dobbiamo ancora fare, perchiudere la porta in faccia alla polio per sempre",ha detto Hewko. "A quel punto, non solometteremo fine alle sofferenze dei bambinicausate da questa malattia interamenteprevenibile, ma svilupperemo anche un piano perla prossima iniziativa di salute globalemantenendo ferme le risorse esistenti a difesadella salute mondiale per il futuro".

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02 LUGLIO 2015

RELAZIONE DI LILIANA DELL'OSSO

I CONFINI TRA NORMALITÀ EPATOLOGIA IN PSICHIATRIA

Liliana Dell'Osso e Paolo Corsini.

Che si tratti della Grande Muraglia cinese, odella siepe del nostro giardino, i confini restanoun luogo di irriducibile complessità. Lineespesso ideali ed invisibili, separano due o piùentità adiacenti e al tempo stesso sono punti discambio e di contaminazione. E' questa duplicenatura che li rende luogo per eccellenza diconflitto. Nati per proteggerci, finiscono conl'imprigionarci. Nella scienza, e dunque anche inmedicina, tracciare confini è una necessitàimprescindibile: la complessità dei fenomenirende necessario delimitarli, conoscerli permezzo di categorie. La medicina ha col tempoaffinato le sue capacità discriminative,identificando sempre più numerosi parametrioggettivabili e strumenti per misurarli. Maquando le conoscenze si accrescono, i nuovidettagli obbligano a ripensare i confini stessi. Lapsichiatria, in quanto branca della medicina, sitrova nella medesima necessità di classificare, difare diagnosi, ma deve ancora basarsi su aspettidifficilmente misurabili quali comportamenti,vissuti o emozioni. Solo stabilire il confine tra

“normalità” e patologia psichica è estremamentecontroverso. La definizione dell’OMS, secondocui la salute "è una condizione di perfettobenessere fisico, mentale e sociale e nonsignifica soltanto assenza di malattia” è pocoutile poiché una tale, idilliaca perfezione è, adesperienza di tutti, eccezione e non regola. Tantopiù in psichiatria dove i tre costituenti, biologico,psicologico e sociale, fanno riferimento amomenti diversi, rispondenti ciascuno aparametri propri. Si potrebbe pensare dunque aduna definizione operativa di “normalità”psichica, che si concentri non sull'assenza disintomi ma sulla capacità di sopportare gli stressdell’ambiente biopsico-sociale senza riportaredanni, mantenendo l’equilibrio psichico, e diperseguire i propri fini nonostante le difficoltàopposte dall’ambiente interno (bio-psicologico)ed esterno (socio-culturale). Si pensi, adesempio, ad un studente socialfobico: se lo stresscausato da un esame orale è elevato matollerabile ed egli sostiene comunque i suoiesami con profitto, il problema può non diveniremai di pertinenza clinica. Anzi, l'ansia daprestazione, spingendolo a prepararsimaggiormente per la performance, potrebbeanche considerarsi iperadattativa. Ma se l'ansiagli impedisce di presentarsi all'esame,costringendolo a rinuniciare ai suoi obiettiviaccademici, la questione è ben diversa. Perchécompromettendo il funzionamento, incidesull'equilibrio psichico ed espone a ulterioricomplicazioni. Allo stesso modo, un'alterazionetimica che comporti la presenza di periodi diumore più elevato della norma, con ridottobisogno di sonno e alti ritimi produttivi puòessere anche un punto di forza o comunque noninfluenzare negativamente la vita del soggetto.Se non sfocia però nel discontrollocomportamentale o in una marcata instabilitàaffettiva, e si limita solo a lievi oscillazionistagionali. Ancor più complessa la questione deiconfini all'interno della psichiatria stessa, cioè diquanto i singoli disturbi psichiatrici, così comesiamo abituati a classificarli, siano realmenteentità nosografiche autonome. In mancanza diparametri oggettivamente accertabili, sono statiinfatti adottati confini convenzionali, costruiti suicriteri maggiormente condivisi. Così sono nati i

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sistemi diagnostici, DSM e ICD. Tale metodonotoriamente soffre della rigidità dei suoi criteridi inclusione e di esclusione, per i quali le aree diconfine sono invisibili. E’ questo il limitedell’approccio categoriale: basandosi sulmeccanismo del tutto o nulla, non può cogliere lafinezza dell'articolazione qualitativa equantitativa della psicopatologia. Anche ilconfine tra tipologie di farmaci è ormai virtuale,rendendo di scarso aiuto il criterio ex-adjuvantibus: raggruppabili nelle categorie diantidepressivi, neurolettici ed ansiolitici, nellapratica odierna questi gruppi risultano tutt’altroche specifici per le patologie a cui il loro nomerimanderebbe. E se gli antidepressivi trovanoimpiego nella gran parte della patologia nonpsicotica, i neurolettici lo trovano in quellapsicotica, ma non solo in essa. Gli ansiolitici siusano invece per lo più trasversalmente, comesintomatici (ma con parsimonia perché addittivi)e non certamente come terapia dei disturbid’ansia. Evidente, in questo contesto, la criticitàdell'annosa questione delle prescrizioni off-label.In passato insiemi grossolani erano forsesufficienti, sia per la scarsità degli strumentiterapeutici, sia per la limitazione dell'anticapsichiatria manicomiale ai soli quadri clinicigravi, ma oggi la situazione è molto diversa.Infatti con la deistituzionalizzazione da un lato ela maggior disponibilità di trattamenti dall’altro,si è attenuato lo stigma associato alla malattiamentale ed è aumentata la sensibilità al dirittoalla salute. E' cresciuta quindi la ricerca di curepsichiatriche, anche per patologie nonparticolarmente gravi o all’esordio. In questomodo è emerso il problema della patologiaattenuata, sotto alla soglia delle categoriediagnostiche utilizzate. La conseguenza è stato ilmoltiplicarsi del numero di diagnosi: le 106 delDSM-I del 1956, divennero 292 nel DSM-III-Rdel 1987. Ma una più vasta gamma di diagnosinon elimina il problema della mancanza attualedell'elemento validatore, quale può essere lapresenza di un batterio in una malattia infettiva.I limiti di questo sistema classificativo hannoportato, nel passaggio dal DSM-III al DSM-IV,ad abbandonare il sistema di organizzazionegerarchica delle categorie diagnostiche, aprendola strada al concetto di comorbidità. Nell'ultimo

decennio il sistema categoriale è statoulteriormente messo in discussionedall'affermarsi del concetto dimensionale di“spettro”. Prevedendo un continuum tra diversidistrubi e tra normalità e psicopatologia, ilfondamentale apporto di questo concetto consistenell'evidenziare la presenza nei singoli individuidei cosiddetti “tratti di spettro”, specifichecaratteristiche psico-comportamentali. Tali tratti,in caso di patologia psichica, conferiscono allapatologia stessa aspetti peculiari, ma soprattuttouna particolare e diversa sensibilità aitrattamenti, fondamentale per il clinico. E se giànel DSM-IV si è assistito all'introduzione diaspetti dimensionali in un sistema categorialenella forma di nuove sottocategorie, ad esempio,per i gradi di gravità, il fenomeno è andatoampliandosi nel DSM-5. Ma come utilizzare aifini diagnostici un sistema dimensionale?Distribuendo le patologie secondo variazioniquantitative, in un continuum tra salute e malattialungo le dimensioni indagate. Questo tipo diapproccio facilita la classificazione di casi alconfine tra differenti categorie, delle formeattenuate, riducendo l'abuso del concetto dicomorbidità, il rischio di stigmatizzazioneconnesso all'uso di etichette diagnostiche eaprendo la strada alla prevenzione. Per contro ilsuo impiego rende più difficile la comparazione,espone al rischio di esasperare lamedicalizzazione ed è certamente piùproblematico nella pratica clinica quotidiana, perla quale sarebbe necessario un sistemadimensionale empiricamente validato, almomento inesistente. Il modello categorialeresta il più adatto alla ricerca, nella quale ènecessario avere la massima comparabilità tra icampioni studiati, mentre quello dimensionale siadatta meglio allo studio dei fenomeni specifici enon facilmente generalizzabili. Il rischio è quellodi tornare al concetto di una psicosi unica nelcontesto della quale si possano rilevarevariazioni quantitative e qualitative di singole (omolteplici) dimensioni. In definitiva, lapsichiatria si trova ancora oggi nella necessità ditrovare una modalità di classificazionediagnostica che, in un sottile equilibrio, sisottragga sia alla rigidità del sistema categoriale,sia all’indefinitezza del sistema dimensionale.

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16 LUGLIO 2015

Relazione di Maria Luisa Ceccarelli Lemut

PISA E IL MARE NEL MEDIOEVO

La professoressa Maria Luisa Ceccarelli Lemut

Per tutto il medioevo, come nell'antichità, Pisaebbe un rapporto specialissimo con il mare, checon le sue attività rappresentava la principaleragion d'essere della città, ne caratterizzavaprofondamente la vita in tutti i suoi aspetti,economici e sociali, religiosi, culturali e politici,e determinava i peculiari caratteri della suastoria. Per comprendere meglio tutto questo, ènecessario premettere alcune brevi cenni allamorfologia del territorio, significativamentediversa da quella moderna e contemporanea. Lalinea di costa era arretrata di diversi kilometririspetto all'attuale: nei primi secoli dell'altomedioevo non era molto lontana da quella antica,quando il mare lambiva S. Piero a Grado, in linead'aria 4,5 km da Pisa e 6 km dalla linea di costaodierna. Un leggero avanzamento avvenne primadel 1084, allorché la chiesa di S. Rossore&endash;nell'attuale località Cascine Nuove, 5km dalla città&endash;, era presso il lido delmare. Nei secoli successivi la linea di costaavanzò fino a raggiungere, alla fine delmedioevo, l'attuale località Torretta, 3 km dallido attuale. La città era collegata al mare e

all'entroterra da un sistema di fiumi navigabili, edi canali, in parte percorribili da piccoleimbarcazioni, punteggiati da porti ed approdi. Ilprincipale asse fluviale era naturalmente l'Arno,con un corso diverso dall'attuale, caratterizzatoda una serie di meandri. A Nord la città eralambita da un altro fiume, praticamentescomparso in età moderna, l'Auser, che almenofino al V secolo sfociava in Arno, ma che primadell'VIII secolo si diresse verso Nord Ovest persboccare in mare. Ramo secondario dell'Auserera l'Auserclus, odierno Serchio, che pureformava meandri. In una tale situazione, la cittàpossedeva un complesso sistema portualeintegrato di approdi marittimi e fluviali e/olacuali, tra loro collegati e interdipendenti,incentrato da un lato su Porto Pisano, posto a Suddella città nell'ambito della vasta laguna diStagno, e dall'altro sul porto fluviale cittadino,affiancati da una serie di altri porti o approdiminori sul mare e sulle acque interne. Esistevanoinoltre altre due ampie aree lacustri, il lago diMassaciuccoli, più vasto dell'attuale, unito alSerchio da canali navigabili, e il lago di Bientinao di Sesto, ora scomparso, formatosi tra la finedell'antichità e l'inizio del medioevo, collegatoall'Arno dal canale navigabile del Cilecchio, chesboccava a Bientina, e all'Auser, rendendo perciòraggiungibile anche da questa parte Lucca pervia d'acqua.

Allorché i Longobardi, entrati nel territorioitaliano nel 569, intrapresero l'occupazione dellaTuscia, conquistando Lucca e la Val d'Era egiungendo sino a Populonia negli anni 574-576,Pisa resistette, trasformandosi in una basemilitare avanzata dell'impero bizantino, una città

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portuale priva di retroterra, mentre buona partedel suo territorio, conquistato dai Longobardi,entrò a far parte del ducato e della diocesi diLucca. Soltanto dopo il 603, verosimilmente adopera del re Agilulfo (morto nel 610), Pisa entròa far parte del regno longobardo. Sotto il nuovodominio, la città divenne centro di unacircoscrizione militare e amministrativa, unaiudiciaria, forse istituita dal re Grimoaldo (664-671). Nel 774 anche la nostra città, come il restodel regno longobardo, passò sotto ladominazione dei Franchi. I pochi documentisuperstiti dei secoli VIII e IX, unitamente ai datidi recenti scavi archeologici, delineanol'immagine di una città vivace, politicamentestabile ed economicamente abbastanza florida.Pisa conservò le sue funzioni portuali, ancorchécon navigazione di piccolo cabotaggio e con unraggio d'azione ristretto all'orizzonte ligure-tirrenico, intrattenendo rapporti con la Corsica ela Sardegna. Navi pisane, accanto a quellegenovesi, dovettero far parte delle flotte che iFranchi organizzarono nel Mediterraneooccidentale per cercare di contenere o contrastare&endash;se possibile&endash; gli attacchimusulmani: forse da Pisa partì nell'826 la flottacomandata dal conte di Lucca Bonifacio IIcontro i Musulmani d'Africa, l'unica spedizionemarittima mai tentata dai Franchi. Nell'imperocarolingio Pisa, governata da un propriogastaldo, fece parte della contea-ducato di Luccae divenne sede di un conte solo nel corso del Xsecolo, periodo in cui il ruolo della città, legatoad un incremento quantitativo e qualitativodell'attività marittima, si fece sempre piùimportante. L'ampliarsi dell'orizzonte marittimoè testimoniato sia dalla presenza pisana inCalabria al fianco dell'imperatore Ottone I controi Musulmani della Sicilia e dell'Africasettentrionale sia dalle fonti archeologiche, chemostrano la presenza di ceramica islamica dellaseconda metà del X secolo proveniente dalMediterraneo occidentale, anche se nonsappiamo se si trattasse di rapporti diretti con lezone di produzione o se piuttosto si debbapensare ad empori intermedi. Un rapporto direttocon il mondo islamico è ad ogni modoverificabile nell'XI secolo, quando il capostipitedi una delle maggiori casate consolari cittadine, i

Casalei, si denominava Leone di Babilonia(Babilonia è il Cairo) e Buschetto costruiva unacattedrale con precisi riferimenti a modelliislamici.

Dall'inizio dell'XI secolo aumentano leinformazioni sulla sempre crescente attivitàmarittima dei Pisani, che aveva ormai realizzatoil salto di qualità verso una politica piùaggressiva e intraprendente. Sulla facciata dellacattedrale un'epigrafe esalta le imprese navalicompiute contro i Musulmani nei primi decennidell'XI secolo &endash;nel 1005 a ReggioCalabria, nel 1015-1016 in Sardegna e nel 1034 aBona, l'odierna Annaba in Algeria&endash;, eun'altra, relativa alla fondazione dell'edificio nel1064, celebra l'impresa contro Palermo del 1063,mentre la spedizione del 1087 contro le città oratunisine di Al Mahdia e Zawila fu cantata in uncarme metrico. Negli stessi anni Enrico IVriconobbe ai Pisani nel 1081 le "consuetudini chehanno per mare". In questo contesto assumonouna valenza particolare le origini dell'autonomiacomunale &endash;la prima menzione deiconsoli risale infatti agli anni 1080-1085&endash;. Il grande sforzo collettivo deiPisani, che forgiò la comunità cittadina e leimpresse il suo marchio, furono le impresemarittime, cui tutti parteciparono, "maggiori,mediani e ugualmente minori", come recital'epigrafe della fondazione della cattedrale.Questa unità d'intenti, suscitata e promossa dalmare, trovò la sua espressione materiale nellacostruzione di una nuova e splendida cattedrale enon a caso dunque su di essa furono apposte leepigrafi che celebravano quelle imprese. Nellaseconda metà dell'XI secolo dunque Pisa ciappare in piena espansione, politica, economica esociale. La città manifestò una notevole forza

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d'attrazione sul territorio circostante, cherapidamente si coordinò intorno al centrocittadino e non si collocò in posizioneconflittuale con esso. Il suo rapido e precocesviluppo comunale impedì o limitò la formazionedi giurisdizioni concorrenti e la città attrasse lefamiglie del territorio, che vi si inserironopienamente, contribuendo alla formazione di unceto dirigente dalle caratteristiche peculiarità,che agli interessi più schiettamente terrieri ecittadini connessi con i possessi fondiariassociava strettamente quelli legati al mare e alcommercio transmarino, con un'intensa attivitàarmatoriale, mercantile e finanziaria. Tali attivitàmarittime coinvolgevano tutta la fascia costiera,ove i Pisani cercavano di usufruire di approdisicuri lungo le rotte da essi frequentate,preoccupandosi d'instaurare un più attentocontrollo territoriale, dapprima attraverso irappresentanti del potere regio, i marchesi diTuscia, che promossero la fortificazione deicentri legati ai porti principali della contea diPisa, Vada e Livorno, a ridosso di Porto Pisano, edi quelli che controllavano gli accessi alla costa,Nugola e Rosignano Marittimo. Una particolarevalenza nel campo della difesa della costa e dellasicurezza della navigazione, nel contestodell'azione antisaracena condotta dai Pisani inaccordo con il papato nell'ambito della piùgenerale riscossa cristiana, ebbero la fondazionepresso i migliori approdi della costa a Sud diPorto Pisano di due monasteri, S. Felice di Vada(prima del 1052) e S. Giustiniano di Falesia nel1022. I monaci di quest'ultimo cenobiopromossero la costruzione del vicino castello diPiombino, sotto al quale poté svilupparsi un altroimpianto portuale. Questi porti avevano un ruoloimportantissimo sulle rotte per l'isola d'Elba conle sue miniere di ferro e le sue cave di granito,per le altre minori isole tirreniche e per laSardegna, produttrice di sale, argento e grano, ecome collettori dei prodotti &endash;cereali,sale, metalli&endash; forniti dal territoriocircostante e utilizzati dai Pisani perl'approvvigionamento cittadino e per ilcommercio. Alla fine dell'XI secolo Pisa, ormaigovernata da propri magistrati, i consoli, siconfigurava come una grande potenza marittima,con un ruolo di primaria importanza nella

politica pontificia, sì che alla fine dell'estate del1077 il papa Gregorio VII incaricò il vescovoLandolfo della legazia papale nell'isola diCorsica. Un quindicennio più tardi il vescovoDaiberto ottenne dal papa Urbano II dapprima,nel 1091, il vicariato apostolico nell'isola diCorsica, poi, il 21 aprile 1092, i dirittimetropolitici sulle diocesi di quell'isola,trasformando il vescovado di Pisa inarcivescovado o metropoli, e infine la legazionenell'isola di Sardegna. Daiberto fu molto legatoal papa Urbano II e lo seguì nell'Italiasettentrionale e in Francia, ai concili di Piacenzae di Clermont, in cui fu predicata la I Crociata.All'impresa i Pisani parteciparono nell'autunno1098 con un'imponente flotta di 120 navi alcomando dello stesso arcivescovo, che, rimastoin Terrasanta, fu per la sua grande capacità edesperienza eletto patriarca di Gerusalemme.Pochi anni dopo, nel 1113-1115 i Pisanipromossero e condussero a termine conGenovesi, Provenzali e Catalani un'importanteimpresa navale contro i Musulmani delle IsoleBaleari.

Il XII secolo rappresenta veramente l'età d'orodella città. Il predominio pisano sulle isole diCorsica e di Sardegna, a sua volta legato alcontrollo del Mediterraneo occidentale, provocò,tra il secondo e il terzo decennio del XII secolo,una rivalità sempre crescente con Genova, cittàugualmente interessata sia alla Sardegna e allaCorsica sia al commercio mediterraneo. Unaprima composizione del contrasto, che avrebbecontrassegnato tutto il XII e il XIII secolo, fuopera del papa Innocenzo II, che per le necessitàdella lotta conto l'antipapa Anacleto, alleato con iNormanni dell'Italia meridionale, aveva bisogno

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dell'appoggio delle due rivali. Così nel 1133 ilpapa riuscì a concludere la pace tra le due città e,per eliminare la materia prima del contendere,cioè la questione della Corsica, eresse la diocesidi Genova in arcidiocesi, sottoponendole ivescovadi di Bobbio e di Brugnato e le trediocesi còrse di Mariana, Nebbio ed Accia.Come risarcimento della perdita di metà dellaCorsica, Pisa ottenne nel 1138 i dirittimetropolitici sopra i vescovadi di Galtellì e diCivita in Sardegna e di Massa Marittima inToscana, la primazia sulla provinciametropolitica di Torres e la conferma dellalegazione in Sardegna. In seguito, nel 1176,l'arcivescovo di Pisa ottenne anche la primaziasulle arcidiocesi sarde di Cagliari e di Arborea.Nel secondo quarto del XII secolo dunquel'alleanza con il papato e l'impero schiudeva aPisa nuove e più ampie possibilità d'espansionenel Mediterraneo. L'area pisana si configuravacome un centro portuale con raggio d'azioneinternazionale, in un contesto in cui Porto Pisanoassunse una grande importanza sia come scalocommerciale sia come tappa per viaggiatori epellegrini diretti a Roma, a Gerusalemme o versola Francia meridionale e Santiago diCompostella. L'azione della città era concentratasullo sviluppo delle potenzialità marittime ecommerciali, alla ricerca di sbocchi commercialie di sicure basi d'appoggio, soprattutto in Orientee nell'Africa settentrionale. I Pisani credettero diaver trovato il modo giuridicamente più sicuro epiù rapido per consolidare le proprie conquiste eper progettarne di nuove nell'appoggio offertoall'imperatore Federico I Barbarossa, al quale lacittà legò sempre più le proprie sorti a partire dal1158, fidando nelle concessioni e nelle promessedel sovrano. Infatti l'esigenza di assicurarsi unretroterra militarmente sicuro edeconomicamente fruttuoso aveva ormai spinto ilComune di Pisa ad una politica volta a garantirsiil diretto controllo economico e politico di unterritorio ben più ampio dell'antica contea del Xsecolo, un territorio che comprendeva non solol'estesa fascia costiera dalla Versilia al fiumeBruna, ma anche le valli degli affluenti di sinistradell'Arno fin quasi a Montopoli. Attraverso ilcontrollo dell'area costiera e dei suoi approdi,Pisa si assicurò il monopolio commerciale della

Toscana e quindi cercò in tutti i modi d'impedireche altre città toscane potessero usufruire dipropri porti, come ad esempio nel caso del portoversiliese di Motrone, promosso da Lucca, edistrutto dai Pisani nel novembre 1170. Gli anniSessanta del XII secolo rappresentarono undecennio fondamentale di programmazionepolitica, quando non solo si procedette allariorganizzazione del contado e alla realizzazioned'importanti opere pubbliche, come laristrutturazione del sistema portuale, ma anchealla codificazione delle leggi e del dirittoconsuetudinario e marittimo nei due costitutirispettivamente della legge e dell'uso e ad allacreazione di un nuovo ordinamento giudiziario eamministrativo della città.All'inizio del 1189 i Pisani, ancora una voltaguidati da un loro arcivescovo, Ubaldo,parteciparono alla III Crociata, in un quadro peròben diverso da quello della I Crociata. Ora il cetodirigente cittadino era dilaniato da dissensiinterni, che portarono nel 1190 all'esperimentocostituzionale della nuova magistratura delpodestà nel tentativo di trovare soluzione allacrisi che colpiva il Comune. Forti contrastisociali e gravi tensioni politiche caratterizzaronola vita cittadina nei decenni successivi, per lavolontà di ceti sociali emergenti, dotati di forzaeconomica e organizzati nelle Quattro Arti, dipartecipare alla gestione del potere, detenutodall'aristocrazia consolare organizzata nei dueOrdini del Mare e della Mercanzia, e per laformazione delle fazioni, che avrebbero segnatotutto il secolo, capeggiate dalle due maggioricasate cittadine, rispettivamente i Visconti&endash;la più importante, prestigiosa e riccadelle famiglie del ceto consolare&endash; e iconti Della Gherardesca, entrati relativamentetardi in città, ma forti di un vasto patrimoniofondiario e di una fitta rete di rapporti con enti efamiglie cittadine. In tale situazione maturaronoimportanti mutamenti istituzionali: il consolatogradualmente scomparve, sostituito dal podestà,dagli anni Venti del Duecento cominciò aformarsi l'organizzazione del Popolo, dagli anniTrenta si allargò la base del Consiglio Generale,di cui poco prima della metà del secolo feceroparte anche i rappresentanti delle Quattro Arti.Infine, nel 1254, il Popolo prese il potere e a

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capo del Comune comparvero gli Anziani.All'esterno, Pisa legò ancora le proprie sortiall'impero nella figura di Federico II e si avviò adivenire il campione del ghibellinismo politicotoscano: tutta proiettata verso il Mediterraneo, lacittà si isolava sempre più dall'entroterra toscano,ove nella seconda metà del Duecento Pisa perseil monopolio commerciale, mentre cresceva ilruolo economico di Firenze. Una prima gravecrisi si verificò alla morte di Federico II nel 1250con ripresa del guelfismo, che, soprattutto dopola sconfitta di Manfredi di Svevia nel 1266 adopera di Carlo I d'Angiò, dilagò vittorioso inToscana e in Italia. Pisa era quasi perennementein lotta con Lucca e Firenze per il controllodell'entroterra e del commercio toscano, masoprattutto con Genova per il controllo delMediterraneo e della Sardegna, elementi vitaliper la città. Il 6 agosto 1284 alla Meloria iGenovesi inflissero ai Pisani una sconfitta navalemolto grave, che a Pisa provocò squilibrieconomici e demografici, poiché più di novemilaPisani rimasero per quindici anni nelle prigionigenovesi, e contribuì ad accentuare gli elementidi crisi, anche se non ebbe quella funzionedeterminante spesso attribuitale. Molto più gravee decisiva fu invece nel 1324-1326 la conquistaaragonese della Sardegna, l'isola da cui ilComune pisano ricavava la metà dei propriredditi, evento che segnò il definitivo tramontodella grande potenza marinara della città, ridottaal rango di potenza tirrenica. Pisa cercò allora diconservare la sua funzione portuale di grandecollettore dei mercati dell'Italiacentrosettentrionale, di "bocca della Toscana",come scrisse all'inizio del Quattrocento ilfiorentino Goro Dati. Questo non significò peròuna diminuzione né della mole dei traffici nédell'importanza del polo portuale pisano: più chedi una diminuzione quantitativa, si deve parlaredi una contrazione qualitativa, cioè di unrestringersi del commercio marittimo pisanoall'area tirrenica e all'Africa settentrionale.Dall'ultimo ventennio del Duecento, alla crisiistituzionale e politica che colpiva il Comune sicercò soluzione attraverso esperimenti signorili,affidati a personaggi della città come i conti diDonoratico, i Dell'Agnello o i Gambacorta, maanche esterni, come i Montefeltro o Uguccione

della Faggiola, intervallati dalla ripresa delnormale assetto istituzionale. Il Trecento ciappare un periodo di lento ma progressivodeclino, interrotto da brevi momenti di brillanteripresa immancabilmente seguiti da nuove e piùgravi ricadute. Tra i momenti migliori possiamoricordare, durante la signoria del conte Fazio,l'istituzione ufficiale nel 1338 dell'Università,riconosciuta dal papa Clemente VI nel 1343. Ilpericolo più forte proveniva da Firenze, la cuipolitica espansionistica e conquistatrice avevaportato alla conquista di Pistoia nel 1331 e diArezzo nel 1380, facendosi troppopericolosamente vicina con la sottomissione diVolterra nel 1361 e di S. Miniato nel 1370: Pisa eil suo territorio erano ormai seriamenteminacciati e la fine della libertà sempre piùvicina. I Pisani cercarono in tutti i modi diallentare il nodo scorsoio che gli stavalentamente soffocando fino a cercare un'alleanzacon i Visconti di Milano: nel febbraio 1399Gherardo d'Appiano vendette Pisa aGiangaleazzo Visconti, il cui figlio GabrieleMaria però cedette la città ai Fiorentininell'agosto 1405. I Pisani allora si ribellarono eper tredici mesi sostennero un duro assedio,finché il 9 ottobre 1406 le truppe fiorentineentrarono vittoriose in città.

Qui e nelle pagine precedenti, alcune immaginidi Pisa nel Medioevo, tratte da alcuni importantidipinti e da incisioni.

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03 SETTEMBRE 2015

VISITA DEL GOVERNATOREMAURO LUBRANI

Il Presidente Paolo Corsini consegna in dono alGovernatore un'incisione, a ricordo dellagiornata di lavoro trascorsa insieme.

Il 03 settembre, nel corso di una riunionepomeridiana alla quale hanno preso parte tutto ilConsiglio Direttivo e i membri delle variecommissioni, il Governatore del Distretto 2071,Mauro Lubrani, in visita al Rotary Pisa Galilei,ha incontrato personalmente il Presidente, PaoloCorsini, e tutti i presidenti delle commissioni, iquali hanno esposto le linee guida del nostro clubper l'annata rotariana 2015/2016. Una voltaconclusasi la conferenza, si è svolta la riunioneconviviale, come di consueto nelle sale delGrand Hotel Duomo, dove il Governatore hatenuto il proprio discorso, esprimendo massimasoddisfazione per la presentazione – inun'occasione così importante – di un nuovosocio, Paolo Gennaro Torrico, in ottemperanzaad una sua precisa indicazione di continuare a

perseguire lo sviluppo dell’effettivo, già iniziatolo scorso anno con una netta inversione ditendenza dopo un lungo periodo di continuadiminuzione. Il Governatore ha manifestatoapprezzamento circa il programma di iniziativedel Club per l'annata rotariana in corso,auspicando una sempre crescente collaborazionetra Distretto e Club; inoltre, si è complimentatoper l'impegno profuso dal Club verso i giovani eper la Rotary Foundation, ricordando che,nell’ambito del progetto Polioplus, altri duePaesi dove la polio era endemica (India eNigeria), ora sono “polio free” e che laFondazione Linda e Bill Gate sostiene anchefinanziariamente l’iniziativa del Rotary,triplicando gli importi che il Rotary stessoinveste. Da ultimo, Mauro Lubrani ha rivoltol'attenzione al prestigioso Premio InternazionaleGalileo Galilei, sottolineandone l'importanza perla città di Pisa e per l'associazione stessa a livellomultidistrettuale e annunciando la prossimaistituzione di un premio per i giovani, medianteun aggiornamento dello Statuto della FondazionePremio Galilei.

Il socio Paolo Gennaro Torrico, dirigentedell'AOUP, è stato presentato in occasione dellavisita di Mauro Lubrani.

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17 SETTEMBRE 2015

RELAZIONE DI MICHELE BACCIIl ballo come espressione del corpo e

dell'anima: da evento sociale a danza sportiva

Il ballo, la danza in senso lato, sono nati comemanifestazioni più o meno spontanene di eventisociali sin dagli albori della storia dell’uomo.Con il passare dl tempo la danza spontanea si èposta progressivamente delle regole fino adiventare, ai giorni nostri, una disciplina sportivaben strutturata. Nella sua immediatezza, ladanza, è espressione di movimenti spontanei delcorpo collegati e sostenuti da una musicalità e daun ritmo. Man mano che diventa danza in sensomoderno, corpo e movimento rappresentano duecomponenti importanti per i processi evolutivi ededucativi di un individuo. Nella sua applicazioneconsente al soggetto di raggiungere obbiettivi diautonomia e di costruire una identità personalecome espressione di se stesso. Prima di diventaredanza sportiva, il ballo, nelle sue componenti,musica e movimento, esprime le caratteristichedella mentalità di un gruppo sociale e sottolineale sue manifestazioni più varie. Dalcorteggiamento al matrimonio, accompagna leattività vitali quali la semina e il raccolto, lacaccia, il combattimento. Esprime malattia e

morte e amore, enfatizza il sacro. A metàdell’ottocento, si realizzza una rivoluzione checostituisce la premessa alla danza moderna: ladanza che è stata essenzialmente danza di gruppodiventa danza di coppia, nasce il valzer. Siorganizza e si evolve e agli inizi del novecentovengono distinti vari tipi di ritmi e figure che siriconoscono nelle tipologie ancora attuali: tango,fox trot, boogie boogie, rock and roll, danzelatino americane, rumba ed altre ancora. E nelnovecento si inizia a sperimentare un nuovomodo di danzare, si insinua la cultura dellacompetizione e con essa si elaborano teorie etecniche, si sente l’esigenza di un confrontoatletico. E’ nel 1909 che iniziano le prime gareprivate in Francia, capitale mondiale della danzadi coppia. Ma è la Gran Bretagna ed in generalela scuola inglese che codifica i libri di tecnica eche prende il sopravvento nell’organizzazione dieventi e gare. Siamo nel 1922. Devono passarediversi decenni, con la nascita dell’associazioneIDSF perchè la danza assurga al rango dimanifestazione sportiva e con l’Italia altre 15nazioni accolgono la parola sport nell’ambito delmondo del ballo. A tappe forzate questocammino continua: nel 1995 la C.I.O. riconoscel’IDSF, nel 2000 il CONI riconosce laFederazione Danza Sport Italia FIDS comedisciplina associata e nel 2007 la FIDS diventafederazione sportiva nazionale. Oggi la W.D.S.F.(World Dance Sport Federation) organizzacompetizioni e eventi quali gran slaminternational open e competizioni nazionali,europei e mondiali come vale per tutti gli altrisport: campionato del mondo e europeo, coppaEuropa e coppa del mondo. Sono fiorite scuolequalificate che raccolgono ogni fascia di etàaccompagnando gli allievi attraverso il difficilequanto affascinante percorso della danza siastandard che latino americana. Oggi laFederazione Italiana Danza Sportiva conta su300 000 tesserati, 120 000 atleti con 3700 societàe 5000 tecnici. Un vero e proprio mondo che sioccupa di tenere attiva la danza sportivaattraverso la relizzazione di campionati daprovinciali a italiani fino agli assoluti, e contaatleti di altissimo livello internazionale. Sonodella scuola pisana gli attuali campioni delmondo.

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03 OTTOBRE 2015

PREMIO GALILEI

Storia del premio [Tristano Bolelli, 1992]"Che io parli di un premio potrà meravigliare chisa che non sono favorevole ai premi letterari eche tale atteggiamento non si attenua neppure alpensiero, spesso ottimisticamente espresso, chetali premi favoriscano la lettura. Ma il premio dicui mi propongo di parlare non ha nulla a chevedere con nessuno dei premi e premietti letterariche fioriscono ogni anno e che nascondonospesso interessi di casta e la monotonia di "io douna cosa a te e tu dai una cosa a me". Tanto èvero che scrittori come Morselli, Tomasi diLampedusa e Satta hanno dovuto aspettare lamorte per vedersi ricordare al pubblicodall'illuminatissima critica letteraria. Del resto,neppure il Premio Nobel per la letteratura èesente da sospetti, non foss'altro politici.Nessuno degli interessati lo dice apertamente,nella speranza di riceverlo un giorno. RobertoRidolfi raccontò, con quel suo stile pulitissimo,di quel romanziere che, sollecitato a ricevere unpremio da un milione di lire "nominali", finì colfarsi estorcere dal segretario del Premio unmilione di lire reali: ed immaginò che lacelebreAccademia dei Sillografi decidesse diformulare un bando in cui erano fissate patria,età, attività ed ogni altra caratteristica atta a farriconoscere il vincitore in anticipo.Fra le condizioni vi era quella di non aver maivinto alcun altro premio letterario e vincitorerisultò, ovviamente, quello designato fin daprincipio, il solo che presentasse tutte lecondizioni richieste. Ma la sorpresa fu che egliera anche l'unico fra cinquanta milioni di italiania non aver mai vinto un premio letterario.

Ridolfi, dopo così fine ironia, ci cascò anche lui,vincendo nello stesso anno addirittura due premiletterari. Bisogna, però, dire che lui, almeno,sapeva scrivere ed era un grande storico.Il Premio Galilei non è un Premio Letterario,bensì scientifico, e sia pure nel campo dellescienze umane. Prende il nome da Galileo ericorda che il grande scienziato fu anche unostraordinario scrittore, figlio di un musico,musico egli stesso e critico letterario, estimatoredi Lodovico Ariosto. Il Premio Galilei dal 1962al 1967 non si chiamava in questo modo. Avevaun nome, per così dire, balneare. Nacque con lastessa serietà di propositi che lo ha semprecaratterizzato e si chiamava col nome di unafamosa località tirrenica, ma dovette emigrare.La storia di questa emigrazione è esemplare.Nacque perché mi fu chiesto insistentemente dalSindaco e dal Presidente dell'Ente del Turismo diimmaginare di organizzare sul piano scientificoun premio che si differenziasse dai tanti premiletterari che infestavano e infestano la Penisola.Mi venne così in mente di proporre una formulamolto semplice ma alla quale nessuno aveva maipensato: premiare quei grandi studiosi stranieriche, ad altissimo livello, hanno onorato l'Italiacon opere fondamentali, costruendo, per il nostroPaese, monumenti più duraturi del bronzo, comediceva, ma al singolare, perché parlava dell'operasua, Orazio. Fu, naturalmente, subito implicatal'Università di Pisa per la necessaria garanziaculturale. L'idea piacque moltissimo ed ebbe ungran successo, se si giudica dalle amplissimecorrispondenze pubblicate dai giornali e dall'ecodella radio e della televisione. Ma quelli cheavrebbero dovuto assicurare la continuità delPremio (a parte la tenace difesa che ne fece ilRotary locale) incominciarono a litigare in unodei luoghi che sembrano più adatti ai litigi, e cioèil Consiglio comunale. Non era certo la spesa adatterrire, anche se allora si dava come premiouna statuetta di Emilio Greco che pesava un chiloe mezzo d'oro. E' che nei consigli comunali chesi rispettino bisogna litigare anche su cose che alilitigio si prestano pochissimo. Accaddero cosebuffe. Il Rettore dell'Università di Pisa ed io,dopo aver ottenuto un appuntamento, nontrovammo il sindaco e furono sguinzagliati ivigili urbani in motocicletta a cercarlo. Dopo un

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paio d'ore lo trovarono. Fu poi la volta di uninvito al Sindaco perché si recasse in Rettoratoed allora il Rettore - persona molto energica - sifece, come è naturale, sentire. Una volta, essendostato premiato quel grande musicologo che eraKnud Jeppesen, lo scopritore delle messemantovane di Palestrina, era stato previsto unconcerto di musica classica. Ebbene, alle ore 16(il concerto era previsto per le 17) non si sapevaancora dove si dovesse svolgere il concerto e ilpianoforte sostava sulla strada come se fosse uncamion, lungo la passeggiata a mare. Mancava illeggio e si dovette correre a prenderlo in casa diuna signora che in un palazzo vicino stavasuonando. Finalmente fu stabilito di andare in unnight. Ora, nulla è più triste di un night di giorno:pare una cappella mortuaria e solo le splendidevoci di due cantanti venute da Roma fecerodimenticare in che locale si fosse, spalancandocile porte del Paradiso. Furono cantate musiche diMonteverdi ed una signora milanese, capitata làdentro per caso, alla fine disse: "Mica male quelMonteverdi lì; perché non hanno fatto venireanche lui?" Ho dimenticato di dire che ilproprietario di un famoso locale a cui, inmancanza di meglio, era stata chiesta ospitalitàper il concerto, aveva equivocato sullo stessonome di Monteverdi. Duro d'orecchi o forse perdirla in latino, per vinum et vinolentiam, avevacapito, invece di Monteverdi, fiamme verdi e cioègli alpini. Una volta chiarito l'equivoco, disse chele fiamme verdi e i loro cori andavano bene,Monteverdi non sapeva neppure chi fosse. Enegò il locale. C'era anche, certamente, chivoleva che il Premio non continuasse, forsepensando al merito che poteva venire ad unavversario politico. La commedia degli equivocicessò e fu deciso, in seguito alla cattiva volontàdelle autorità comunali, di portare il Premio aPisa e di chiamarlo Premio InternazionaleGalileo Galilei dei Rotary italiani. Di lì ad unanno, un nuovo sindaco (la carica di primocittadino è, di solito, un'istituzione labile) vennea casa mia con tre componenti della giunta ascongiurarmi di riportare il Premio nellacittadina d'origine. E' chiaro che non fu possibileaderire alla richiesta per non ripristinare quelclima di instabilità che già avevamosperimentato. Cominciò, così, un'età nuova. Si

potrebbe scherzare dicendo che la nuova età eraquella del bronzo, rispetto a quella dell'oroperché il bronzo costituiva la materia della nuovastatuetta. Ma le cose richiedono un supplementodi informazione. Non si era ancora nel 1973,anno in cui cominciava un periodo che vide ilcosto dell'oro salire a tal punto di non permetteredi affrontare la spesa. Emilio Greco non eracontento della statuetta d'oro che lo facevasentire, come diceva, orafo e non scultore e simostrò assolutamente contrario a continuare adeseguire le repliche del suo lavoro. Volle fare unastatuetta molto più grande e artisticamente moltopiù bella, di bronzo. Lì per lì rimasi interdettopensando a come avrebbero potuto prenderel'innovazione i futuri vincitori che passavano daun'epoca ad un'altra; ma non fu così. Visto comesono andate le cose finanziarie di questo mondo,la ferma decisione di Greco fu un presentimentoed una fortuna. L'inflazione fece di lì a pocobalzare l'oro a prezzi proibitivi e non sarebbestato più possibile al Premio far fronte ad unaspesa che sarebbe diventata intollerabile. Ancorauna volta mi persuasi che gli artisti sono sempredi 50 anni avanti gli altri mortali. L'oro fumantenuto da una targa che accompagnò lastatuetta ed è ogni tanto offerta da un Socio,veramente benemerito, del Rotary di Pisa. Aproposito della statuetta d'oro c'è un piccolo fattoche merita di essere raccontato. I primi vincitoriamericani, quando, al loro rientro in patria,arrivavano alla dogana, si trovavano di fronte adagenti che, vista la statuetta, volevano imporreuna tassa doganale. Ma, dopo una sia pur brevecontemplazione, si vedevano presentata dalvincitore una dichiarazione in corretto ingleseche avevo preparato in cui si diceva che sitrattava di un premio internazionale assegnatoper meriti di studio con tanto di nome delvincitore. Tutte le volte i doganieri, neri obianchi che fossero, cambiato immediatamenteatteggiamento, dopo un'ultima sbirciata allastatuetta, non solo lasciavano indenne il vincitorema gli facevano, con largo e cordiale sorriso, lepiù vive congratulazioni. Anche perché diamoun'opera d'arte di alto livello, il Premio Galilei sidistingue da ogni altro premio e mi consta chealtri hanno tentato, ma vanamente, di imitarne laformula. Entrando nel meccanismo

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dell'istituzione, c'è una non trascurabilecaratteristica. Le giurie cambiano ogni anno ed ènecessario che sia così. Si susseguono diecimaterie ed è chiaro che ognuna di esse ha i suoispecialisti. E proprio questi specialisti scelti fra ipiù illustri studiosi italiani delle singole materie,lavorano con tale impegno da non aver mai datoluogo ad alcuna, sia pur piccola, recriminazione.Al Premio Galilei non si concorre, ma sono legiurie ad esprimere, con apposita relazione, inomi dei vincitori. Il Premio fa, per la diffusionedegli studi italiani all'estero, molto di più diquanto non si possa supporre. Ogni vincitore èun insigne italianista e la sua opera, attraversouna vita di studi e l'attività dei suoi studenti,irradia ed arricchisce un patrimonio inestimabiledi conoscenze e di scienza. In un periodo dicontestazione, un giovane giornalista mi chiesein tono quasi allarmato e certamente didisapprovazione, se il Premio era elitario. Miaffrettai a rassicurarlo che era molto elitario,visto che la parola elitarissimo non pare usabilein italiano. Aggiunsi anche: "Che cosa dobbiamofare di queste élites? Forse sopprimerle?" Larisposta fu trovata certamente impertinente in unmomento in cui tutti tendevano per paura acamuffarsi nella massa. Ma è da dire qualcosadel nome di Galileo, che è stato assunto, dopo ilnostro, da altri premi: uno di fisica, poi morto;uno destinato ad industriali a Roma (che cosaabbiano a che fare gli industriali con Galileo èalquanto misterioso, visto che Galileo i suoiaffari proprio non sapeva farli), uno per studi dimedicina. Io, nel mio studio, ho un fascicolo conl'indicazione: "Premi Galilei alieni" ed ogni annofaccio comparire un comunicato, incorrispondenza con la celebrazione di tali premi,per ricordare che essi sono stati preceduti dalnostro Premio Galilei. Naturalmente non si puòfare una causa, ma è da pensare soltanto al buongusto di chi, privo di fantasia, usa un nome che ègià stato assunto da un'altra iniziativa, divenutaFondazione, riconosciuta da una legge delloStato: ed è questo il solo intervento richiesto alloStato dal Premio Galilei, ormai adottato daiRotary italiani nelle persone dei loro governatori,a cui si è aggiunto l'aiuto diretto di molti, se nondi tutti, i club e di molti rotariani e privati, ed haormai trentuno anni di vita. La Fondazione,

senza chiedere denaro agli enti pubblici (ed io hola debolezza di dirlo ogni volta che è presente unministro alle cerimonie di assegnazione delPremio) intende onorare l'Italia e, facendobreccia nelle ben munite cittadelle della più altacultura nazionale ed internazionale, incoraggia ladiffusione della cultura italiana in ogni parte delmondo. Tutti i vincitori, fra i quali si contano atutt'oggi nove statunitensi, sei tedeschi, cinquebritannici, tre francesi, un canadese, unaustraliano, un belga, un danese, uno iugoslavo,uno spagnolo, uno svedese, uno svizzero, hannofatto scuola di civiltà italiana a migliaia digiovani in ogni parte del mondo ed hanno parlatocon autorità agli specialisti. I membri italianidelle giurie, composte da eminenti studiosi,rotariani e non rotariani, lo hanno messo inrilievo di volta in volta nelle loro relazioni. Sequalche volta insigni personaggi hanno guardatoal Rotary, sia pure ingiustificatamente, conqualche diffidenza, di fronte al Premio Galileitutti sono concordi: è un'istituzione unica cheonora non solo il Rotary ma l'intero Paese. Néhanno mancato di riconoscerlo alte personalitàcome i Presidenti della Repubblica GovanniLeone, Sandro Pertini e Francesco Cossiga e ilPresidente del Senato Giovanni Sapdolini. IlPontefice Giovanni Paolo II ha espresso vivoapprezzamento durante una visita privata deipromotori del Premio in Vaticano.

Vincitori del Premio Galilei 2015

Il Premio Internazionale Galileo Galilei deiRotary Club Italiani, giunto alla sua 54ª Edizionee dedicato quest'anno alla Storia dell'Arteitaliana, è stato assegnato all'unanimità da una

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Giuria composta di eminenti specialisti italianidella materia (Prof. Daniele Benati, Prof. CarloBertelli, Prof. Gian Carlo Gentilini, Prof. CinziaMaria Sicca) e presieduta dal Professor AntonioPieretti all'illustre studiosa Jennifer Montagu,per il suo contributo alla Storia dell'Arte Italiana.

Il Premio Internazionale Galileo Galilei deiRotary Club Italiani per la Scienza, giunto allasua 10° Edizione e dedicato quest'anno alleScienze Matematiche, è stato assegnatoall'unanimità da una Giuria composta di eminentispecialisti stranieri della materia (Prof. JürgenAppell, Prof. Erik J. Balder, Prof. Claude LeBris, Prof. Alexander Mielke) e presieduta dalProfessor Antonio Pieretti all'illustre studiosoAlfio Quarteroni.Ulteriori premi sono stati consegnati a duegiovani e promettenti studenti stranieri.

La torta del premio Galilei.

La cerimonia di consegna dei premi si è svoltanel pomeriggio, nell'Aula Magna della Facoltà diScienze dell'Università di Pisa. La sera, come diconsueto, ha avuto luogo la cena di gala in onore

dei vincitori, quest'anno presso l'hotelContinental di Tirrenia.

Alcune immagini dei giovani premiati, vincitoridel premio Nicoletta Quinto e del premio MariaCianci.

Giovanna Frullini; Matteo e FrancescaMadonna; Paola e Nicola Soriani.

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FONDAZIONE ROTARY

La Fondazione Rotary trasforma le donazioni inprogetti che cambiano vite a livello locale einternazionale. Come entità benefica del Rotary,la Fondazione può contare su una rete globale diRotariani che investono il proprio tempo, risorsee competenze per le nostre priorità, comel'eliminazione della polio e la promozione dellapace. Le sovvenzioni della Fondazioneconsentono ai Rotariani di affrontare le sfidequali povertà, analfabetismo e malnutrizione consoluzioni sostenibili e ad impatto duraturo.Enormi controlli finanziari, ottimi riconoscimentiper le opere benefiche e un modello difinanziamento unico ci consentono di ottenere ilmassimo dai tuoi contributi. Le sovvenzioni dellafondazione Rotary sono di tre tipi: a) lesovvenzioni distrettuali finanziano attività diminore portata, a breve termine, che rispondonoai bisogni della tua comunità e a quelle di tutto ilmondo. Ogni distretto può decidere i progetti dafinanziare con queste sovvenzioni; b) lesovvenzioni globali finanziano attivitàinternazionali di maggiore portata, con risultatisostenibili e misurabili in una delle nostre areed'intervento. I Rotariani creano e realizzano ipropri progetti. Si accettano e si prendono inesame le domande di sovvenzioni in ordined'arrivo; c) le sovvenzioni predefinite sono ideatedal Rotary e dai nostri partner strategici. Le

sovvenzioni finanziano attività simili a quelledelle sovvenzioni globali, ma il lavoro necessarioper definire la struttura generale dell'opera è statogià realizzato.

Per maggiori informazioni sulla ROTARY FOUNDATION

https://www.rotary.org/myrotary/it/my-rotary/rotary-foundation

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NOTIZIE ED EVENTI

Serate del mese di agosto

Come ormai da tradizione nel mese di agosto,restando sospese le attività del Club in virtù dellevacanze estive, le serate conviviali del 06 e del20 si sono svolte a Tirrenia, presso il ristorantedel Bagno Lido, in un clima di spensierataallegria. In particolare, alla seconda cena sonostati ospiti del Club il Presidente del Rotary ClubMarina di Massa Riviera Apuana del Centenario,Michel Caro, insieme a Marco Galassi, altrosocio di tale club, e a sua moglie.

Fotografie

Premio Galilei: i presidenti dei Rotary pisaniinsieme ai premiati e ad altre personalitàrotariane. In primo piano, secondo da sinistra,Paolo Corsini.

Premio Galilei: in primo piano, J. Montagu

Paolo Corsini con Liliana Dell'Osso.

Da LA NAZIONE, Pisa, 19 settembre 2015

All'hotel Duomo il via del nuovo annoRipartono gli incontri del "Galilei"

Ripartono le attività del Rotary Club PisaGalilei per l'anno sociale 2015/2016. Nei giorniscorsi, durante una conviviale di tutto rispetto,gli iscritti al Club pisano hanno goduto dellapresenza del Governatore rotariano MauroLubrani, nella splendida cornice dell'hotelDuomo, in via Santa Maria. Nel pomeriggio –prima della cena – si è svolta, inoltre, unariunione nella quale sono stati esposti ai sociprogrammi del Club per l'anno appena iniziato.Il governatore ha quindi fatto il punto sulproprio mandato, spiegando quali siano i suoiprossimi obiettivi e le attività in corso disviluppo. Alla cena è stato presentato poi unnuovo socio, Paolo Torrico. Davvero una serata degna della miglioretradizione rotariana pisana, nella quale nonsono mancati spunti di riflessione e argomenti didiscussione ai quali tutti hanno partecipato coninteresse e spirito partecipativo contribuendoalla buona riuscita della serata.

Andrea Valtriani

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Da LA NAZIONE, Pisa, del 04 ottobre 2015

Rotary d'italia per il premio GalileiA Pisa la cultura incontra l'umiltà

Cultura italiana, prestigio internazionale eorgoglio pisano. Dalla splendida sinergia tra iRotary italiani, Pisa e l’Università di Pisa,giunge alla 54ª edizione l’ambito premiointernazionale ‘Galileo Galilei’. Nato nel 1962dall’ idea di Tristano Bolelli, socio del Rotaryclub Pisa, glottologo dell’ ateneo pisano nonchévicedirettore delle Scuola Normale Superiorenegli anni cinquanta, il premio sposa lavocazione più alta del Rotary: il supporto allalibera circolazione delle idee e alla ricerca. Equest’anno l’ambita targa d’oro si è colorata dirosa. Infatti, per la sola seconda volta dal 1962,un’ illustre studiosa inglese ha ricevuto ilpremio. Il Rettore dell’Università di PisaMassimo Augello, nell’Aula Magna della facoltàdi Scienze, ha premiato la professoressa JenniferMontagu. Grazie alle sue minuziose indagini, aipeculiari studi di settore dell’arte italiana, ladocente britannica è una delle più autorevoliconoscitrici del barocco italiano. Curatrice dellagrande mostra sul Bernini al Paul GettyMuseum di Los Angeles, docente presso leeccellenti università di Oxford e Cambridge, alei il merito di aver fatto conoscere il Borrominie l’Algardi oltre oceano. E quando la culturaincontra l’umiltà, il premio assume ancora piùvalore. «E’davvero un grande onore che noncredo di meritare, l’onore è ancora più grandese penso che sono solo la seconda donna ariceverlo – dice commossa la Montagu – unomaggio dall’Italia ha un sapore speciale perme». Quando tutti studiavano le opere maggiori,lei cercava i dettagli nel barocchetto toscano,quando tutti cercavano di imitare un modello lei

cercava il suo metodo personale. «Non sarebbetanto più facile dire cose semplici come sestessimo scambiando qualche parola?», affermala professoressa che ha sempre cercato il bellonelle opere minori, nei camei sconosciuti, negliartisti meno famosi. «Questo messaggio e laricerca devono essere la spinta in più per igiovani perché il futuro è solo loro», dice ilpresidente della Fondazione Premio GalileiPieretti che, poco dopo, ha premiato diecigiovani ricercatori. Anche il sindaco MarcoFilippeschi si sente onorato di ospitare unautorevole premio che incarna le radici e lastoria più intima della città e spera di continuarein questa direzione «che, da sempre, raccontaPisa». Da dieci anni la fondazione Rotary haistituito il premio Galilei per la Scienza che,quest’ anno, è andato al docente del politecnicodi Milano Alfio Quarteroni. «Un premio checelebra lo spirito più intimo della cultura, cheesporta il nostro valore all’estero e che deveservire da esempio e da sprono in anni cosìdifficili e precari per la ricerca e per la cultura»,ha aggiunto il Rettore Massimo Augello nelconsegnare i premi.

Francesca Franceschi e Tommaso Strambi

MESSAGGIO AI SOCI

IMPORTANTEPER UNA MIGLIORE ORGANIZZAZIONEDELLE SERATE CONVIVIALI, TUTTI ISOCI SONO GENTILMENTE PREGATI DICOMUNICARE CON ANTICIPO ALSEGRETARIO O AL PREFETTO LAPROPRIA PRESENZA E QUELLA DIEVENTUALI OSPITI. IL PRESIDENTERINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE.

Un particolare ringraziamento da parte di tuttoil Rotary Club Pisa Galilei a Otello Leggerinidel Rotary Club Pisa Pacinotti per la stampadel presente bollettino.

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