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Modulo 5.11 La tutela della privacy e le norme che assicurano la sicurezza nelle istituzioni scolastiche. I temi della integrazione. La normativa sulla trasparenza, il contenzioso e il diritto all'accesso agli atti. Le nuove direttive sui Bisogni Educativi Speciali a cura di Alessandra Silvestri

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Page 1: Nuove direttive sui BES - concorsodirigenti.it · 2006 L.P. di Trento n.5 (sistema di istruzione) 2010 L. 170 (DSA) e 2011 DM 5669 Linee Guida DSA 2012 Direttiva MIUR 27.12.2012 2013

Modulo 5.11

La tutela della privacy e le norme che assicurano la sicurezza nelle istituzioni scolastiche. I temi della integrazione.

La normativa sulla trasparenza, il contenzioso e il diritto all'accesso agli atti.

Le nuove direttive sui Bisogni Educativi Speciali

a cura di

Alessandra Silvestri

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L’INTEGRAZIONE

PRINCIPIO ISPIRATORE DI TUTTI I SISTEMI EDUCATIVI

INCLUSIVITA’

SUCCESSO FORMATIVO PER TUTTI GLI STUDENTI AL DI LA’ DELL’ETA’, DELLA NAZIONALITA’, DELL’ORIENTAMENTO RELIGIOSO E DELL’EVENTUALE DISABILITA’

PERSONALIZZAZIONE DEI PERCORSI FORMATIVI

REALIZZABILE GRAZIE AD UNA FLESSIBILITA’ DIDATTICA, ORGANIZZATIVA E CURRICOLARE

POSSIBILE GRAZIE ALL’AUTONOMIA SCOLASTICA

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 2

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LE POLITICHE DI INTEGRAZIONE IN EUROPA

L’aumento numerico di alunni disabili inseriti nelle scuole statali di ogni ordine e grado è costante!

2003 : il Consiglio dell’Unione europea ha proclamato l’Anno Europeo delle Persone con Disabilità, che è coinciso con il decimo anniversario dell’adozione delle “Regole standard per il raggiungimento delle pari opportunità per i disabili” da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, allo scopo di:

- sensibilizzare i cittadini sui temi legati alla non discriminazione e all’integrazione

- sostenere azioni concrete per favorire le pari opportunità e l’inclusione sociale

- informare sulle buone prassi a livello locale, nazionale ed europeo

- intensificare la cooperazione tra tutti gli attori delle politiche a favore delle persone con disabilità

- diffondere un’immagine positiva delle persone con disabilità

- promuovere i diritti dei bambini e dei giovani con disabilità a un pari trattamento nell’insegnamento

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 3

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LE POLITICHE DI INTEGRAZIONE IN EUROPA

2004 : il Programma dell’Aia ha sottolineato l’esigenza di intensificare il coordinamento delle politiche

nazionali e delle attività dell’UE in materia di integrazione, sulla base di principi fondamentali comuni.

Novembre 2004 : il Consiglio ha adottato undici principi fondamentali comuni della politica di integrazione

degli immigrati nell’Unione europea.

Settembre 2005 :la Commissione ha presentato “un’agenda comune per l’integrazione”, che ha fornito un

quadro per l’integrazione dei cittadini di paesi terzi nell’Unione europea.

Il quadro è stato completato attraverso l’istituzione:

- di un sito internet sull’integrazione www.integration.eu attivo dal 2009

- di un Fondo Europeo per l’integrazione dei cittadini di Paesi terzi, istituito nel 2007 e per il quale

sono stati stanziati 825 milioni di Euro per il periodo 2007 – 2013- di un forum europeo sull’integrazione

istituito nel 2009 nell’ambito del quale organizzazioni che rappresentano la società civile e che hanno iscritti

in diversi Stati membri, si scambiano esperienze ed adottano raccomandazioni in materia di integrazione.

Il trattato di Lisbona ha fornito una nuova base giuridica sull’integrazione, prevedendo che “il Parlamento

europeo e il Consiglio, deliberando secondo la procedura legislativa ordinaria, possono stabilire misure volte

a incentivare e sostenere l'azione degli Stati membri al fine di favorire l'integrazione dei cittadini di paesi

terzi regolarmente soggiornanti nel loro territorio, ad esclusione di qualsiasi armonizzazione delle disposizioni

legislative e regolamentari degli Stati membri” (Articolo 79.4 TFEU).

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 4

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LE POLITICHE DI INTEGRAZIONE IN EUROPA

2010: non conseguiti gli obiettivi del Memorandum di Lisbona (2000 e 2004)

Bruxell 2009 Europa 2020

L’Europa si propone di diventare un’economia intelligente, sostenibile, inclusiva ( = 5 obiettivi : innovazione, istruzione, clima ed energia, inclusione)

Riconoscimento di ciascuno al di là dell’età, della nazionalità e dell’eventuale disabilità.

Gli Stati membri dovranno garantire a tutti l’uguaglianza delle opportunità e la qualità dell’educazione

Necessità di attivare percorsi personalizzati per tutti

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 5

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LE RISPOSTE DEGLI STATI MEMBRI “L’integrazione dei disabili in Europa”- Agenzia Eurydice

Modello “monodirezionale”: inserimento generalizzato dei disabili nel sistema scolastico ordinario. (Italia, Spagna, Grecia, Portogallo, Svezia, Islanda, Norvegia e Cipro)

Modello ‘’bidirezionale”: inserimento dei disabili in classi speciali distinte dalla scuola comune per i normodotati (Svizzera, Belgio, Germania, Paesi Bassi)

Modello ‘’multidirezionale’’ : soluzione mista e cioè inserimento dei disabili in una pluralità di servizi ordinari e differenziati (Danimarca, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Finlandia, Regno Unito, Lituania, Austria, Liechtenstein, Repubblica Ceca, Estonia, Lituania, Polonia, Slovenia.

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 6

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LE DIVERSE INTERPRETAZIONI DI BES IN EUROPA

La risposta varia

nello spazio: da Stato a Stato

nel tempo: da un decennio all'altro

Esempi In Francia (2005) e in Spagna (2006) si prevedono

programmi personalizzati per gli alunni “intellettualmente precoci”. In Italia NO.

In Italia i DSA sono considerati BES solo con la legge 170/10

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 7

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NEL REGNO UNITO

1978 rapporto Warnock

Il rapporto Warnock introduce il termine SEN (Special Educational Need) ed elenca 9 categorie di disabili in Scozia e 10 in Galles e Inghilterra

1996 Education Act

Un minore ha un SEN se

(a) ha una difficoltà maggiore nell'imparare significativamente, rispetto alla maggioranza dei coetanei,

(b) ha una disabilità che gli impedisce o gli ostacola l'uso delle strutture educative previste per i suoi coetanei,

(c) ha meno di 5 anni, ma, senza interventi, svilupperebbe un SEN

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 8

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IN GERMANIA

Le 89 scuole speciali di Berlino sono così suddivise :

“Sehen” (scuole per persone con problemi visivi): 2

“Hören” (scuole per persone con problemi di udito): 3

“Körperliche und motorische Entwicklung” (scuole per persone con problemi fisici e motori): 6

“Sprache” (scuole per persone con problemi di linguaggio): 11

“Lernen” (scuole per persone con problemi di apprendimento): 43

“Geistige Entwicklung” (scuole per persone con ritardo intellettivo): 16

“Emotionale und soziale Entwicklung” (scuole per persone con difficoltà emotive e sociali): 2

“Autistische Behinderung” (scuole per persone autistiche): 2

“Langfristige Erkrankungen” (scuole per persone con malattie a lungo termine ): 4

speciali private: 7

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TENDENZE COMUNI IN EUROPA

Trasformazione delle scuole e degli istituti speciali in centri risorse per gli insegnanti, i genitori e le altre figure professionali interessate.

Adozione di un programma educativo individuale per gli studenti con BES.

Superamento del paradigma psico-medico con una prospettiva più pedagogica

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 10

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GLI APPROCCI ALLA DIVERSITÀ

caritatevole: ESCLUSIONE (sino agli anni ’60)

1925. «Il preside deve allontanare dall'istituto gli alunni … affetti da malattie contagiose o ripugnanti…» (art.5 R.D. 3 dicembre 1925, n. 653). 1928. «Quando gli atti di permanente indisciplina siano tali da lasciare il dubbio che possano derivare da anormalità psichiche, il maestro può … proporre l'allontanamento definitivo dell'alunno al direttore didattico …, il quale curerà la assegnazione dello scolaro alle classi differenziali … o, secondo i casi, d'accordo con la famiglia, inizierà le pratiche opportune per il ricovero in istituti per l'educazione dei corrigendi» (art. 415 Reg. Gen., R.D. 1297/1928)

clinico: MEDICALIZZAZIONE (anni ‘60-’70)

normalizzante: INTEGRAZIONE (anni '80-'90)

educativo: INCLUSIONE (dal 2000)

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 11

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GLI APPROCCI ALLA DIVERSITÀ

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DEFINIZIONE DI INCLUSIONE Sebba, Ainscow (1996)

L’inclusione descrive il processo per cui la scuola cerca di rispondere agli alunni come persone riconsiderando la sua organizzazione e l’offerta curricolare.”

Inclusione è ciò che avviene quando «ognuno sente di essere apprezzato e che la sua partecipazione è gradita».

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 13

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ALCUNE TAPPE PRINCIPALI

1933: R.D. 786 (scuole elementari speciali) 1948: Costituzione Repubblicana: art.3 (rimozione ostacoli allo sviluppo della persona umana), 34 (la scuola è aperta a tutti), 38 (assistenza sociale per gli inabili al lavoro) 1962: L 1859 (istituisce la scuola media) Istituisce classi differenziali per gli alunni ‘disadattati scolastici’ 1971: L118/1971 art.28 c.3 Sarà facilitata, inoltre, la frequenza degli invalidi e mutilati civili alle scuole medie superiori ed universitarie 1977: L. 517 (abolizione esami di riparazione) Riconosce a tutti gli alunni con HANDICAP psicofisici il diritto all’integrazione scolastica nella scuola elementare e media, con il sostegno di docenti specializzati – art. 2 e 7 1992: L. 104 Integrazione sociale persone handicappate 1999: DPR 275 (autonomia scolastica) La norma costituzionale del diritto allo studio va intesa alla luce della legge 59/97 e del Dpr 275/99 2003: L. 53/03 (Riforma Moratti) Principi della personalizzazione dei percorsi di studio

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NORME PIÙ RECENTI

2006: L. P. di Trento n.5 (sistema di istruzione) 2009: Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con DISABILITA’ 2010: L. 170 (DSA) e 2011 DM 5669 Linee Guida DSA 2012: Direttiva MIUR 27.12.2012 2013: C. MIUR. n.8 del 6.3.2013 , nota MIUR 27.06.2013 (precisazioni Piano Annuale per l’Inclusivita ), nota MIUR 22.11.2013 (precisazioni attivazione PDP) 2014: Nota sulle prove INVALSI per gli alunni con BES

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ALCUNE TAPPE

In Europa 1959 Dichiarazione dei diritti del bambino

(ONU) 1971 Dichiarazione dei diritti della persona

con ritardo mentale (ONU) 2000 Education for All (UNESCO) “includere coloro che sono socialmente,

culturalmente ed economicamente esclusi. Ciò richiede lo sviluppo … di approcci all’apprendimento diversi, flessibili e innovativi e di contesti che inducano al rispetto reciproco e alla fiducia”.

2001 International Classification of functioning Disability and Health – ICF (OMS)

2006 Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità (L. 18/2009)

In Italia 1933 R.D. 786 (scuole elementari speciali) 1948 Costituzione Repubblicana 1977 L. 517 (abolizione esami di riparazione) 1992 L.104 (integrazione sociale persone

handicappate) 1999 DPR 275 (autonomia scolastica) 2003 L. 53/03 (Riforma Moratti) 2006 L.P. di Trento n.5 (sistema di istruzione) 2010 L. 170 (DSA) e 2011 DM 5669 Linee

Guida DSA 2012 Direttiva MIUR 27.12.2012 2013 C. MIUR. n.8 del 6.3.2013 ,

nota MIUR 27.06.2013, nota MIUR 22.11.2013

2014 Nota sulle prove INVALSI per gli alunni con BES

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Le parole dell’integrazione nelle principali norme 1999: DPR 275/’99, art. 4: L’AUTONOMIA DIDATTICA

comma 1: Le istituzioni scolastiche, nel rispetto della libertà di insegnamento, della libertà di scelta educativa delle famiglie e delle finalità generali del sistema, a norma dell'articolo 8 concretizzano gli obiettivi nazionali in percorsi formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni, riconoscono e valorizzano le diversità, promuovono le potenzialità di ciascuno adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo.

comma 2: Nell'esercizio dell'autonomia didattica le istituzioni scolastiche regolano i tempi dell'insegnamento e dello svolgimento delle singole discipline e attività nel modo più adeguato al tipo di studi e ai ritmi di apprendimento degli alunni. A tal fine le istituzioni scolastiche possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune e tra l'altro:

c) l'attivazione di percorsi didattici individualizzati, nel rispetto del principio generale dell'integrazione degli alunni nella classe e nel gruppo, anche in relazione agli alunni in situazione di handicap secondo quanto previsto dalla legge 5 febbraio 1992, n. 104;

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LA LEGGE 170/10

- Art. 3: E' compito delle scuole di ogni ordine e grado… attivare… interventi tempestivi idonei ad individuare i casi sospetti di DSA ….

- Art 5: Agli studenti con DSA le istituzioni scolastiche garantiscono:

a) l'uso di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico che tengano conto anche di caratteristiche peculiari dei soggetti… adottando una metodologia e una strategia educativa adeguate;

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STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE DISPENSATIVE

b) l'introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere;

c) per l'insegnamento delle lingue straniere, l'uso di strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali di apprendimento… Le misure … devono essere sottoposte periodicamente a monitoraggio per valutarne l'efficacia e il raggiungimento degli obiettivi.

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TEST SPECIFICI PER DSA

IPDA: Questionario Osservativo per l’Identificazione Precoce delle Difficoltà di Apprendimento;

AC-MT (6-11,11-14): Test di valutazione delle abilità di calcolo e problem solving;

DGM-P: Test per la valutazione delle difficoltà grafo-motorie e posturali della scrittura

BHK: Scala sintetica per la valutazione della scrittura in età evolutiva

VCS: Valutazione dello sviluppo Concettuale e Semantico in età prescolare

CMF: Valutazione delle competenze metafonologiche

DDO: Diagnosi dei disturbi ortografici in età evolutiva

ABCA: Abilità di calcolo aritmetico

SPM: Abilità di soluzione dei problemi matematici

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IL TEST COPS

Ogni prova è presentata come un gioco attraente e divertente che dura circa 5 minuti e indaga nei bimbi da 4 a 8 anni:

Memoria sequenziale visivo/spaziale (spazio/temporale)

Memoria sequenziale visivo/verbale (simbolica)

Memoria associativa uditivo/visiva

Memoria sequenziale uditivo/verbale

Apprendimento associativo visivo/verbale

Consapevolezza fonologica

Discriminazione uditiva

Discriminazione cromatica.

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PERCHÉ LA DIR. MIN. 27/12/12?

Nel 2000, l’UNESCO, con il Dakar Framework for Action ha definito il principio dell’Education For All (EFA):

“includere coloro che sono socialmente, culturalmente ed economicamente esclusi. Ciò richiede lo sviluppo … di approcci all’apprendimento diversi, flessibili e innovativi e di contesti che inducano al rispetto reciproco e alla fiducia”.

Strategia Europa 2020 e quadro strategico ET2020: crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva

PON Competenze per lo sviluppo: nel 2014-2020 una quota minima del 20% del FSE sarà destinata ad azioni di inclusione sociale.

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LA DIR. MIN 27/12/12 ‘’Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica.’’

“La Direttiva ha voluto in primo luogo fornire tutela a tutte quelle

situazioni in cui è presente un disturbo clinicamente fondato, diagnosticabile ma

non ricadente nelle previsioni della Legge 104/92 né in quelle della Legge 170/2010, per le quali nulla è innovato.’’

In secondo luogo si sono volute ricomprendere altre

situazioni che si pongono comunque oltre l’ordinaria difficoltà di apprendimento, per le quali dagli stessi insegnanti

sono stati richiesti strumenti di flessibilità da impiegare nell’azione educativo-didattica.”

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BES CLASSIFICATI IN BASE AL TIPO DI TUTELA

Disabilità (L. 104/1992)

DSA certificati (L. 170/2010)

altri BES (Dir. Min. 27/12/12)

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DIFFERENZA TRA CERTIFICAZIONE E DIAGNOSI

Per “certificazione” si intende un documento, con valore legale, che attesta il diritto dell’interessato ad avvalersi delle misure previste da precise disposizioni di legge – nei casi che qui interessano: dalla Legge 104/92 o dalla Legge 170/2010 - le cui procedure di rilascio ed i conseguenti diritti che ne derivano sono disciplinati dalle suddette leggi e dalla normativa di riferimento.

Per “diagnosi” si intende invece un giudizio clinico, attestante la presenza di una patologia o di un disturbo, che può essere rilasciato da un medico, da uno psicologo o comunque da uno specialista iscritto negli albi delle professioni sanitarie.

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BES (DIR. MIN. 27/12/2012)

DISABILITA' (legge 104/1992) Funzionamento cognitivo limite borderline (QI 70-85, 200 mila alunni)

DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI (competenze intellettive nella norma) DSA (legge 170/2010) ADHD (disturbo dell’attenzione e iperattività, 80 mila alunni) Disturbi pervasivi dello sviluppo (asperger, autismo atipico, etc.) DS Linguaggio DS nelle aree non verbali della coordinazione motoria (disprassia)

SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO- LINGUISTICO E CULTURALE Es. per non conoscenza della lingua italiana

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 27

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CIRC. MIN. DEL 6 MARZO N. 8/2013

È compito doveroso dei Consigli di classe o dei teams dei docenti nelle scuole primarie indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria l'adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni. Ove non sia presente certificazione clinica o diagnostica il Cdc o, il team dei docenti motiveranno opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche; ciò al fine di evitare contenzioso.

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 28

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QUALI STRUMENTI PER UNA VALUTAZIONE GLOBALE?

La classificazione dei bisogni nel tempo: 1970 ICD (International Classification of Diseases, Injuries and Causes of Death)

1980 ICIDH(International Classification of Impairments Disabilities and Handicaps)

Menomazione Disabilità Handicap

1994 ICD-10

Eziologia Patologia Manifestazione Clinica

2001 ICF (International Classification of Functioning)

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 29

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ICF PER INDIVIDUARE UN BES

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 30

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IL PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO

Il PDP è strumento di flessibilità didattica per le difficoltà di apprendimento «complesse» o «permanenti» Il PDP va adottato soltanto quando l’unanimità dei Consigli di classe o del team docenti lo ritenga strumento «efficace», con l’eventuale adozione di misure compensative e/o dispensative, in presenza di diagnosi senza diritto a certificazione su richiesta dei genitori. I Cdc hanno quindi facoltà di individuare - eventualmente sulla base di criteri generali fissati dal CD e su fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche- casi specifici non clinicamente riscontrabili, per i quali attivare percorsi individualizzati e personalizzati da formalizzare in un PDP

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 31

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ALUNNI STRANIERI

Per gli alunni di cittadinanza non italiana: Si richiedono prioritariamente interventi didattici per l’apprendimento della lingua italiana In ogni caso, la formalizzazione degli interventi in un PDP è «eccezionale» e va riservata ai «neoarrivati ultratredicenni» provenienti da Paesi di lingua non latina (stimati 5.000/750.000) o in presenza di altre problematiche ed esse hanno comunque carattere transitorio Si ribadisce che il PDP non ha la finalità di «abbassare gli obiettivi di apprendimento», ma serve a «piegare la metodologia» didattica alle esigenze dell’alunno

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 32

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VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI

I minori con cittadinanza non italiana presenti sul territorio nazionale, in quanto soggetti all'obbligo d'istruzione ai sensi dell'articolo 45 del D.P.R. 394/99, sono valutati nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani (art 1, comma 9, DPR 122/09). Per quegli studenti che si avvalgano delle ore di seconda lingua comunitaria per il potenziamento della lingua inglese o per il potenziamento della lingua italiana, la seconda lingua comunitaria non è oggetto di prova di esame di I ciclo (Circ. 48/2012).

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 33

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ALUNNI CON DISABILITÀ ESAME PRIMO CICLO

Per gli alunni con disabilità sono predisposte prove di esame, comprensive della prova a carattere nazionale INVALSI, in relazione al piano educativo individualizzato e con ogni forma di ausilio tecnico necessario. Le prove differenziate hanno valore equivalente a quelle ordinarie ai fini del superamento dell’esame e del conseguimento del diploma di licenza. Eccezionalmente, se non c'è nessun progresso rispetto ai livelli iniziali, attestato dei crediti formativi, rilasciato dalla commissione e valido per l'iscrizione al secondo ciclo (O.M. n° 90/01, art. 11 comma 12)

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 34

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ALUNNI CON DISABILITÀ ESAME SECONDO CICLO

Diploma in caso di programmazione semplificata, con prove equipollenti e tempi più lunghi; - Attestato dei crediti formativi in caso di programmazione differenziata, rilasciato dalla commissione ed utilizzabile nell'IeFP oltre che nel mondo del lavoro.

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 35

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VALUTAZIONE ALUNNI CON DSA

Agli studenti con DSA sono garantite, durante il percorso di istruzione e di formazione scolastica e universitaria, adeguate forme di verifica e di valutazione, anche per quanto concerne gli Esami di Stato e di ammissione all'università nonché gli esami universitari. (L. 170/10, art 5, comma 4) Le Istituzioni scolastiche adottano modalità valutative che consentono all’alunno e allo studente con DSA di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento raggiunto mediante l’applicazione di misure che determinino le condizioni per l’espletamento della prestazione da valutare – relativamente ai tempi di effettuazione e alle modalità di strutturazione delle prove riservando particolare attenzione alla padronanza dei contenuti disciplinari, a prescindere dagli aspetti legati all’abilità deficitaria. (DM 5669/2011, art. 6 comma 2)

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 36

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ESAME DI STATO ALUNNI CON DSA

Diploma con strumenti compensativi previsti dal piano didattico personalizzato (PDP): utilizzazione di apparecchiature e strumenti informatici nel caso siano ritenuti utili dispositivi per l’ascolto dei testi della prova registrati in formato “mp3”. un commissario che legga i testi delle prove scritte trascrizione del testo su supporto informatico con sintesi vocale tempi più lunghi di quelli ordinari per lo svolgimento delle prove scritte, con particolare riferimento all’accertamento delle competenze nella lingua straniera, criteri valutativi attenti soprattutto al contenuto piuttosto che alla forma: prove orali sostitutive delle prove scritte delle lingue straniere moderne. - Attestato dei crediti formativi senza prove orali sostitutiva solo in casi di particolari gravità del disturbo di apprendimento, anche in comorbilità con altri disturbi o patologie, risultanti dal certificato diagnostico, dalla richiesta di esonero delle famiglie e conseguente approvazione del consiglio di classe (D.M. 12/07/2011 art. 6 comma 6).

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 37

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ALTRI BES ESAMI DI STATO

Direttiva Dicembre 2012: “Vi è quindi la necessità di estendere a tutti gli alunni con bisogni educativi speciali le misure previste dalla Legge 170 per alunni e studenti con disturbi specifici di apprendimento.” Documento USR Lombardia Dicembre 2013: “L’uso di strumenti compensativi e di particolari metodologie didattiche nel corso dell’anno scolastico, e fino al momento in cui il PDP eventualmente non decada, dev’essere finalizzato a mettere in grado lo studente di affrontare l’esame di licenza o l’esame di Stato con le stesse possibilità degli altri studenti della stessa classe, riducendo al minimo la fatica e le difficoltà conseguenti lo specifico BES. In sede di esame di Stato per questi alunni non sono attualmente previste modalità differenziate di verifica degli apprendimenti, anche se ciò potrebbe essere auspicabile.”

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 38

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TAR Lazio: Sentenza 23 agosto 2010, n. 31203

«E’ illegittimo per difetto di motivazione il giudizio negativo formulato dal consiglio di classe in ordine alla promozione alla classe successiva di un alunno, allorché, in presenza di un accertato disturbo specifico di apprendimento da cui lo stesso sia affetto (nel caso, dislessia), abbia omesso di fare menzione e di valutare il rilievo di tale situazione ai fini del giudizio sui risultati raggiunti dall’alunno».

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 39

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Due recenti sentenze del TAR-Campania

Sent. 6 Marzo 2013 n.1254

“La Scuola -pacificamente consapevole dei disturbi da

cui è affetta la scolara, almeno a livello percettivo, salva

la successiva diagnosi- non avrebbe potuto, né dovuto,

attendere passivamente che fosse la famiglia a

richiedere la detta diagnosi, posto che l'Istituzione

scolastica statale deve garantire, essa per prima, il

diritto all'istruzione ai discenti in qualunque situazione di

apprendimento essi si trovino.”

Ricorso accolto e bocciatura annullata

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 40

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Sent. 30 Settembre 2013 n. 4498

“Risulta ... acclarato l'espletamento dei doverosi interventi di supporto da parte dell'amministrazione scolastica, consistiti nell'adozione di un piano didattico personalizzato e nella sua attuazione mediante misure dispensative e strumenti compensativi”

Ricorso respinto e bocciatura confermata

Due recenti sentenze del TAR-Campania

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 41

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ALTRE TRE SENTENZE

«la legge 170/2010 è finalizzata a garantire il successo formativo e non a garantire sempre e comunque la promozione alla classe successiva»(TAR Friuli Venezia Giulia Sez. I - Sent. 12/01/2012 n. 9)

il mancato rispetto della normativa in tema di D.S.A., quale espressione in senso più ampio della lesione del diritto all’istruzione, può costituire fondamento anche per la domanda di risarcimento del danno, anche non patrimoniale (T.A.R. Lombardia, 30/01/2011) da valutarsi in via equitativa (TAR Liguria - Sez. II - Sent. 29/02/2012 n. 349)

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 42

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OGGETTO: adempimenti amministrativi per alunni con disabilita e DSA

Corretta redazione, da parte delle Istituzioni Scolastiche, del Profilo Dinamico Funzionale (art. 5 comm 5-6-8 legge 104/92 e vigente Accordo di Programma art.9) per gli alunni con certificazione legge 104/92 a partire dalla scuola primaria fino alla fine della secondaria di secondo grado. Il Profilo Dinamico Funzionale va redatto dal Gruppo Operativo, sulla base dei dati delle Diagnosi Funzionali, delle osservazioni collegialmente rilevate dai docenti, operatori sanitari e genitori. Esso e un importante strumento che servirà nel percorso scolastico dell’alunno anche a determinarne il “progetto di vita” e a porre le basi per il transito all’età adulta. Esso accompagnerà l’alunno all’eventuale passaggio alla sezione AUSL per adulti riportando, al termine del percorso scolastico da parte dei docenti, le reali competenze acquisite nel corso degli anni trascorsi a scuola, perche nulla di quanto fatto vada disperso.

Si chiede inoltre di porre particolare attenzione alle rivalutazioni AUSL dei ragazzi di 16 anni, alle quali possono seguire modifiche delle Diagnosi Funzionali e inevitabilmente rielaborazioni e aggiornamenti del Piano Educativo Individualizzato.

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 45

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OGGETTO: adempimenti amministrativi per alunni con disabilita e DSA

Particolare cura richiedono anche le stesure dei Piani Educativi Individualizzati (legge 104/92) e dei Piani Didattici Personalizzati (legge 170/2010) quando vengono stilati negli anni conclusivi dei cicli, perche da questi si desumeranno le modalità e i criteri di valutazione che sanno adottati durante gli esami dalle Commissioni.

Ricordiamo che entro il mese di novembre vanno comunicati per iscritto alle famiglie il calendario delle riunioni dei Gruppi di Lavoro di Istituzione Scolastica (GLIS) e dei Gruppi Operativi (GO), come richiesto dal vigente Accordo di Programma (punto 4.1.2 com. b). Il GLIS ha valenza triennale e viene convocato due volte l’anno.

Si pone anche l’accento sull’importanza strategica dei Gruppi Operativi (art. 12 del vigente AdP), costituiti per ogni alunno dal Dirigente Scolastico, specificando nominalmente i referenti indicati dai diversi Enti. Esso viene convocato dal Dirigente Scolastico per la stesura, l’aggiornamento

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 46

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L’ORGANICO DELL’AUTONOMIA

La legge 4/04/2012 n.35, art.50: Allo scopo di consolidare e sviluppare l'autonomia delle istituzioni scolastiche, potenziandone l'autonomia gestionale secondo criteri di flessibilità e valorizzando la responsabilità e la professionalità del personale della scuola, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, … , sono adottate …, linee guida per la: b) definizione, per ciascuna istituzione scolastica, di un organico dell'autonomia, funzionale all'ordinaria attività didattica … alle esigenze di … integrazione e sostegno agli alunni con bisogni educativi speciali e di programmazione dei fabbisogni di personale scolastico…;

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 47

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Grazie

Per ulteriori chiarimenti

[email protected]

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 48

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Modulo 5.11

La tutela della privacy e le norme che assicurano la sicurezza nelle istituzioni scolastiche. I temi della integrazione.

La normativa sulla trasparenza, il contenzioso e il diritto all'accesso agli atti.

Le nuove direttive sui Bisogni Educativi Speciali

Altri materiali di approfondimento

a cura di

Alessandra Silvestri

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L’ORGANICO DI RETE

c) costituzione, … di reti territoriali tra istituzioni scolastiche, al fine di conseguire la gestione ottimale delle risorse umane, strumentali e finanziarie;

d) definizione di un organico di rete per le finalità di cui alla lettera c) nonché per l'integrazione degli alunni con bisogni educativi speciali …;

e) costituzione degli organici di cui alle lettere b) e d), …, sulla base dei posti corrispondenti a fabbisogni con carattere di stabilità per almeno un triennio sulla singola scuola, sulle reti di scuole e sugli ambiti provinciali, anche per i posti di sostegno, fatte salve le esigenze che ne determinano la rimodulazione annuale. »

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 50

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ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE

L’organizzazione territoriale per l’inclusione prevede:

• GLI, GLIP, GLIR,

• i Centri Territoriali per l’Inclusione (CTI) a livello di distretto sociosanitario

• almeno un CTS (Centro Territoriale di Supporto) a livello provinciale (12 in Lombardia, 7 nel Lazio, etc.)

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 52

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CENTRI TERRITORIALI PER L’INCLUSIONE

Dovranno collegarsi o riassorbire i preesistenti Centri Territoriali per l’integrazione, i Centri di Documentazione per l’integrazione ed i Centri Territoriali di Risorse per l’integrazione.

Serviranno anche per creare i presupposti per l’attuazione dell’art. 50 del DL 9.2.2012, n°5 (organico di sostegno su reti di scuole).

Le istituzioni scolastiche che volessero istituire un CTI possono presentare la propria candidatura direttamente all’Ufficio Scolastico regionale competente per territorio.

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 53

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A COSA SERVONO I CTS?

Informazione e formazione: I CTS valutano e propongono ai propri utenti soluzioni di software freeware a partire da quelli realizzati mediante l’Azione 6 del Progetto “Nuove Tecnologie e Disabilità” Consulenza: La consulenza offerta dai Centri non riguarda solo l’individuazione dell’ausilio più appropriato per l’alunno, ma anche le modalità didattiche da attuare per inserire il percorso di apprendimento dello studente sia a casa che a scuola. Gestione degli ausili e comodato d'uso: I CTS acquistano ausili adeguati alle esigenze territoriali per svolgere le azioni previste e per avviare il servizio di comodato d’uso dietro presentazione di un progetto da parte delle scuole. Buone pratiche e attività di ricerca e sperimentazione: I CTS sono inoltre Centri di attività di ricerca didattica e di sperimentazione di nuovi ausili, hardware o software, da realizzare anche mediante la collaborazione con altre scuole, CTS, Università e Centri di Ricerca.

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 54

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STRUTTURA DEI CTS

Il dirigente scolastico: è il DS dell'IS presso cui è incardinato il CTS ed ha la responsabilità amministrativa Gli operatori: tre docenti curriculari o di sostegno di cui almeno uno specializzato in DSA. La loro formazione vale come servizio ed hanno una riserva nei corsi/master Il comitato tecnico-scientifico: Fanno parte del Comitato Tecnico Scientifico il Dirigente Scolastico, un rappresentante degli operatori del CTS, un rappresentante designato dall’U.S.R., e, ove possibile, un rappresentante dei Servizi Sanitari, i referenti CTI, i rappresentanti degli Enti Locali, delle Associazioni delle persone con BES. Redige un piano annuale di intervento relativo ad acquisti e formazione Referente regionale: rappresenta per 2 anni il CTS presso l'USR

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 55

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GLI E GLHO

Si ribadisce la facoltà di autodeterminazione, nei limiti delle norme di legge, delle istituzioni scolastiche Le scuole valuteranno tempi e modi delle riunioni del GLI - da tenersi anche per articolazioni funzionali- ad inizio d’anno dopo un opportuno periodo di osservazione degli alunni in entrata. Nulla è innovato per il GLHO Il GLI ha funzione di raccordo di tutte le risorse specifiche e di coordinamento presenti nella scuola. Si raccomanda il rispetto delle norme sulla privacy

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 56

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IL PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIVITÀ

È momento di riflessione di tutta la comunità educante per realizzare la cultura dell’inclusione e non mero adempimento burocratico. Va approvato dal collegio docenti entro il 30 Giugno ed inserito nel POF. Ha lo scopo di far emergere l’insieme delle difficoltà e dei disturbi riscontrati e di renderne consapevole la comunità. È utile ad orientare l’azione dell’Amministrazione in favore delle scuole con maggiori problematiche.

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 57

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RILEVARE, MONITORARE E VALUTARE L’INCLUSIVITÀ

La Direttiva ministeriale del 27-12-2012 individua due strumenti per “accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e trasversalità dei processi inclusivi”: Il progetto Quadis (www.quadis.it) elaborato dal Gruppo Regionale di Ricerca dell’USR Lombardia; L’Index per l’inclusione elaborato dagli inglesi T. Booth e M. Ainscow nel 2002 e giunto nel 2011 alla terza edizione.

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 58

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LA DIFFUSIONE DELL’INDEX

Sono state prodotte versioni dell’Index in 42 lingue fra cui italiano, arabo, cinese (per l’utilizzo ad Hong Kong), hindi, etc. La versione inglese viene utilizzata in Australia, Canada, Sud Africa e Stati Uniti. Un team internazionale supportato dall’agenzia UNESCO ha lavorato all’elaborazione di versioni dell’Index adeguate ai Paesi del terzo mondo.

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 62

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I CRITERI QUADIS

- efficacia: capacità di raggiungere gli obiettivi o i risultati attesi, definiti esplicitamente in sede di progettazione dell'intervento;

- rilevanza: coerenza del programma o dell'azione col problema che si intende affrontare;

- efficienza: relazione tra i risultati conseguiti con un determinato intervento (efficacia) e le risorse impiegate per la sua realizzazione;

- funzionalità: capacità di migliorare le prestazioni degli operatori o del sistema di azioni di cui essi fanno parte;

- significatività: capacità di attivare la partecipazione e l'adesione degli attori (sia dei destinatari che degli operatori) all'azione, di modificare il loro modo di porsi di fronte ai problemi e al loro contesto operativo e sociale, di fornire esperienze compiute e dotate di senso sulla base delle quali essi possano (ri)costruire processi operativi/di apprendimento/di riflessione;

- equità: capacità di ridurre le disuguaglianze e gli handicap a livello cognitivo, sociale, di opportunità e di risorse; capacità di valorizzare e di far emergere le competenze individuali e di trasformarle in risorse per il sistema.

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 70

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GLI STRUMENTI PER GLI OPERATORI

Intervista al DS

Intervista al docente funzione strumentale;

Analisi documentale

Questionario per gli assistenti alla persona/alla comunicazione/educatore

Questionario docenti curriculari

Questionario docenti di sostegno

Questionario collaboratori scolastici

Focus group con tutti i docenti

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 72

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GLI STRUMENTI PER L’UTENZA

Intervista agli alunni con disabilità (per il secondo ciclo e

dove possibile)

Focus group con studenti del secondo ciclo

Questionario studenti del primo ciclo

Testo con griglia interpretativa per gli studenti del I ciclo

Questionario per i genitori di alunni con disabilità

Questionario per i genitori rappresentanti di classe

Questionario per tutti i genitori

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 73

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DUE MODELLI DIVERSI

Il modello clinico: i BES derivano dal deficit del singolo alunno. Il modello sociale: gli ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione dipendono dal contesto educativo e dall’interazione degli alunni con l’ambiente, ossia con le persone, le regole, le istituzioni, le culture e le caratteristiche socioeconomiche che influenzano le loro vite

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 80

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CI AIUTA L’EUROPA?

Strategia Europa 2020 e quadro strategico ET2020: crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva PON Competenze per lo sviluppo, Obiettivo F: promuovere l'accesso di tutti all'istruzione, con particolare riguardo

alle fasce deboli e ai drop-out, agli allievi immigrati, ai soggetti diversamente abili;

favorire il successo scolastico attraverso strategie didattiche finalizzate a migliorare le competenze di base e a valorizzare le potenzialità dei singoli (le competenze informali e non formali) con modalità attraenti;

Azioni F1 (5511 progetti), F2 (1187 progetti) per i due cicli. Nel 2014-2020 una quota minima del 20% del FSE sarà destinata ad azioni di inclusione sociale

Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 88

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Modulo 5.11 - Testo a cura di Alessandra Silvestri 89

”Sentirsi speciali è la peggiore delle gabbie che uno possa costruirsi”

Paolo Giordano (La solitudine dei numeri primi)