normativa e prassi: le emissioni da moderni impianti di
TRANSCRIPT
Normativa e prassi:
Le emissioni da moderni impianti
di incenerimento e trattamento
dei rifiuti
Leonardo TognottiUniversità di Pisa
San Zeno, 18 settembre 2014
Sommario ed obiettivi del contributo
• Attuali tendenze normative nazionali e comunitarie in materia di emissioni
da impianti di incenerimento: la Direttiva «Industrial emission» ed il suo
recepimento nel Testo Unico
• Approccio al controllo delle emissioni: le Tecnologie attualmente
utilizzate nel trattamento delle emissioni nel Waste to Energy (WtE) in
Italia ed in Europa
• L’impianto S.Zeno: stato attuale ed obiettivi di miglioramento tecnologico
2
Il «Waste to Energy»
La situazione europea
• Nei paesi dove il WtE è più utilizzato, sono elevate le percentuali di
recupero di materia e compostaggio e minime le percentuali di ricorso
alle discariche
4
Waste to Energy: bilancio di materia
5/tot
Aspetti ambientali significativi
6
Scenario normativo e tendenze per i
prossimi anni
Normativa comunitaria >>> normativa nazionale su
rifiuti e incenerimento (Testo unico Ambientale,
Dlgs. 133 2005)
L’IPPC e la Direttiva «Industrial emission»
7
Testo unico ambientale (D.Lgs 152/06 modifiche introdotte dal D.Lgs. 46/2014 )
TITOLO III-bis - INCENERIMENTO E COINCENERIMENTO DEI
RIFIUTI
Art. 237-bis - Finalità e oggetto .
1 Il presente titolo definisce le misure e le procedure atte a prevenire oppure, qualora non
sia possibile, a ridurre gli effetti negativi delle attività di incenerimento e coincenerimento
dei rifiuti, ed in particolare le emissioni delle suddette attività nell'aria, nel suolo, nelle
acque superficiali e sotterranee, al fine di conseguire un elevato livello di protezione
dell'ambiente e di tutela della salute umana.
2. Ai fini di cui al comma 1, il presente titolo disciplina:
• a) i valori limite di emissione degli impianti di incenerimento e di coincenerimento dei
rifiuti;
• b) i metodi di campionamento, di analisi e di valutazione degli inquinanti derivanti
dagli impianti di incenerimento e di coincenerimento dei rifiuti;
• c) i criteri e le norme tecniche generali riguardanti le caratteristiche costruttive e
funzionali, nonchè le condizioni di esercizio degli impianti di incenerimento e di
coincenerimento dei rifiuti, con particolare riferimento all'esigenza di assicurare
un'elevata protezione dell'ambiente contro le emissioni causate dall'incenerimento e
dal coincenerimento dei rifiuti.
TITOLO III-bis - INCENERIMENTO E
COINCENERIMENTO DEI RIFIUTI
• Art. 237-bis - Finalità e oggetto
• Art. 237-ter - Definizioni
• Art. 237-quater - Ambito di applicazione ed esclusioni
• Art. 237-quinquies - Domanda di autorizzazione
• Art. 237-sexies - Contenuto dell'autorizzazione
• Art. 237-septies - Consegna e ricezione dei rifiuti
• Art. 237-octies - Condizioni di esercizio degli impianti di
incenerimento e coincenerimento
• Art. 237-nonies - Modifica delle condizioni di esercizio e
modifica sostanziale dell'attività
• Art. 237-decies - Coincenerimento di olii usati
• Art. 237-undecies - Coincenerimento di rifiuti animali
rientranti nell'ambito di applicazione del regolamento n.
1069/2009/UE
• Art. 237-duodecies - Emissione in atmosfera
• Art. 237-terdecies - Scarico di acque reflue
• Art. 237-quattuordecies - Campionamento ed analisi
delle emissioni in atmosfera degli impianti di
incenerimento e di coincenerimento
• Art. 237-quinquiesdecies - Controllo e sorveglianza
delle emissioni nei corpi idrici
• Art. 237-sexiesdecies – Residui
• Art. 237-septiesdecies - Obblighi di comunicazione,
informazione, accesso e partecipazione
• Art. 237-octiesdecies - Condizioni anomale di
funzionamento
• Art. 237-noviesdecies - Incidenti o inconvenienti
• Art. 237-vicies - Accessi ed ispezioni
• Art. 237-unvicies - Spese
• Art. 237-duovicies - Disposizioni transitorie e finali
DLgs 133/2005
Art. 237-ter - Definizioni
1. Ai fini dell'applicazione del presente titolo si definiscono:
a) 'rifiuti urbani misti': i rifiuti di cui all'articolo 184, comma 2, del presente decreto legislativo, ad
esclusione di quelli individuati al sottocapitolo 20.01, che sono oggetto di raccolta differenziata, e
al sottocapitolo 20.02 di cui all'Allegato D alla Parte Quarta;
b) b) 'impianto di incenerimento': qualsiasi unità e attrezzatura tecnica, fissa o mobile, destinata al
trattamento termico di rifiuti con o senza recupero del calore prodotto dalla combustione,
attraverso l'incenerimento mediante ossidazione dei rifiuti, nonchè altri processi di trattamento
termico, quali ad esempio la pirolisi, la gassificazione ed il processo al plasma, a condizione che
le sostanze risultanti dal trattamento siano successivamente incenerite. Nella nozione di impianto
di incenerimento si intendono compresi: il sito e tutte le linee di incenerimento, nonchè i luoghi di
ricezione dei rifiuti in ingresso allo stabilimento, i luoghi di stoccaggio, le installazioni di
pretrattamento in loco, i sistemi di alimentazione in rifiuti, in combustibile ausiliario e in aria di
combustione, le caldaie, le installazioni di trattamento o stoccaggio in loco dei residui e delle
acque reflue, i camini, i dispositivi ed i sistemi di controllo delle operazioni di incenerimento, di
registrazione e monitoraggio delle condizioni di incenerimento. Se per il trattamento termico dei
rifiuti sono utilizzati processi diversi dall'ossidazione, quali ad esempio la pirolisi, la
gassificazione o il processo al plasma, l'impianto di incenerimento dei rifiuti include sia il
processo di trattamento termico che il successivo processo di incenerimento;
Art. 237-quinquies - Domanda di autorizzazione1.La realizzazione e l'esercizio degli impianti di incenerimento e coincenerimento dei rifiuti rientranti nell'ambito di
applicazione del presente titolo devono essere autorizzati ai sensi delle seguenti disposizioni:
a) per gli impianti non sottoposti ad autorizzazione integrata ambientale ai sensi dell'articolo 6, comma 13, si
applica l'articolo 208;
b) per gli impianti sottoposti ad autorizzazione integrata ambientale ai sensi dell'articolo 6, comma 13 del
presente decreto legislativo si applicano le disposizioni del Titolo III-bis della Parte Seconda.
………………………………………………………………
TITOLO III-BIS - L'AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE
Art. 29-bis - Individuazione e utilizzo delle migliori tecniche disponibili
Art. 29-ter - Domanda di autorizzazione integrata ambientale
Art. 29-quater - Procedura per il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale
Art. 29-quinquies - Coordinamento per l'uniforme applicazione sul territorio nazionale
Art. 29-sexies - Autorizzazione integrata ambientale
Art. 29-septies - Migliori tecniche disponibili e norme di qualità ambientale
Art. 29-octies - Rinnovo e riesame
Art. 29-nonies - Modifica degli impianti o variazione del gestore
Art. 29-decies - Rispetto delle condizioni dell'autorizzazione integrata ambientale
Art. 29-undecies - Incidenti o imprevisti
Art. 29-duodecies - Comunicazioni
Art. 29-terdecies - Scambio di informazioni
Art. 29-quattuordecies - Sanzioni
Attività soggette ad AIA dopo il recepimento della Direttiva IED:
Gestione dei rifiuti
Con l’entrata in vigore del D.Lgs 46/2014 alcune categorie di impianti di
trattamento rifiuti vengono per la prima volta assoggettate ad
Autorizzazione Integrata Ambientale, (domanda entro il 7 settembre
2014). Tra queste si evidenziano:
• Impianti di compostaggio (potenzialità superiore alle 50 ton/giorno) dei rifiuti
urbani;
• Digestori anaerobici (potenzialità superiore alle 100 ton/giorno);
• Impianti di produzione CSS;
• Impianti di combustione CSS;
• Impianti di co-combustione;
• Impianti di tritovagliatura;
• Frantumatori di rifiuti metallici, compresi i rifiuti di apparecchiature elettriche
ed elettroniche e i veicoli fuori uso e relativi componenti;
• Trattamento di scorie e ceneri.
Il BRef della Commissione Europea
Ai fini della minimizzazione
dell’impatto ambientale tali impianti
sono tenuti all’adozione delle
migliori tecniche disponibili (MTD),
meglio conosciute con l’acronimo in-
glese di BAT (“Best Available
Techniques”).
Le BAT da impiegare per gli impianti
di incenerimento sono state
individuate a livello europeo da uno
specifico documento, il cosiddetto
“BRef” (Best Availaible Techniques
Reference document on Waste
Incineration), pubblicato dalla
Commissione Europea nell’agosto
2006.
13
Le migliori tecniche disponibili
Art. 29-bis - Individuazione e utilizzo delle migliori tecniche
disponibili
1. L'autorizzazione integrata ambientale è rilasciata tenendo conto di
quanto indicato all'Allegato XI alla Parte Seconda e le relative
condizioni sono definite avendo a riferimento le Conclusioni sulle
BAT, salvo quanto previsto all'articolo 29-sexies, comma 9-bis, e
all'articolo 29-octies.
Nelle more della emanazione delle conclusioni sulle BAT l'autorità
competente utilizza quale riferimento per stabilire le condizioni
dell'autorizzazione le pertinenti conclusioni sulle migliori tecniche
disponibili, tratte dai documenti pubblicati dalla Commissione
europea in attuazione dell' articolo 16 , paragrafo 2, della direttiva
96/61/CE o dell‘ articolo 16 , paragrafo 2, della direttiva
2008/01/CE.
l-ter.2) 'conclusioni sulle BAT': un documento adottato secondo quanto
specificato all'articolo 13, paragrafo 5, della direttiva 2010/75/UE, e pubblicato
in italiano nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea, contenente le parti di un
BREF riguardanti le conclusioni sulle migliori tecniche disponibili, la loro
descrizione, le informazioni per valutarne l'applicabilità, i livelli di emissione
associati alle migliori tecniche disponibili, il monitoraggio associato, i livelli di
consumo associati e, se del caso, le pertinenti misure di bonifica del sito;
l-ter.4) 'livelli di emissione associati alle migliori tecniche disponibili o 'BAT-
AEL': intervalli di livelli di emissione ottenuti in condizioni di esercizio normali
utilizzando una migliore tecnica disponibile o una combinazione di migliori
tecniche disponibili come indicato nelle conclusioni sulle BAT, espressi come
media in un determinato arco di tempo e nell'ambito di condizioni di riferimento
specifiche;
Art .5 Definizioni
La Direttiva IED ed il «Sevilla process»
16
Role of BAT conclusions in IED permitting
Fonte : JRC Siviglia
BAT conclusions are the reference for setting
permit conditions
Permits to contain emission limit values
(ELVs) to ensure that, under normal operating
conditions, emissions do not exceed BAT-
associated emission levels (BAT-AELs)
Derogation from BAT-AELs is only allowed in specific and
justified cases
• Need to demonstrate that costs are disproportionately higher than
benefits due to local/installation-specific situations
• Member States report to the public/Commission on use of
derogations
La direttiva sulle emissioni industriali (IED)
recepita con il dlgs46/2014
Alcuni aspetti specifici per il settore Incenerimento dei rifiuti
• La direttiva IED ha incorporato sia l'ex IPPC che le direttive sul Waste
Incineration.
• Alcuni ELV ( i massimi) già fissati nella direttiva nell'allegato VI (uguali ai
precedenti)
• Grande quantità di dati disponibili ( > 400 impianti)
• Crescita significativa nel settore e tipi di impianto di incenerimento dal 2006.
• Alto livello di interesse pubblico in molti Stati membri
18
• Il processo di aggiornamento del BREF inizia quest’anno e si stimano tre anni per
avere le BAT-AELs pubblicate sulla Gazzetta Europea.
• Nei prossimi due anni gli operatori saranno invitati a fornire i dati di gestione e le
autorizzazioni.
• I nuovi ELVs associati alle BAT saranno definiti sulla base delle prestazioni degli
impianti europei e saranno espressi come intervalli <X-Y
3. L'autorizzazione integrata ambientale deve includere valori limite di emissione fissati per le sostanze inquinanti, in particolare quelle dell'allegato X alla Parte Seconda, che possono essere emesse dall'installazione interessata in quantità significativa, in considerazione della loro natura e delle loro potenzialità di trasferimento dell'inquinamento da un elemento ambientale all'altro, acqua, aria e suolo, nonchè i valori limite ai sensi della vigente normativa in materia di inquinamento acustico.
I valori limite di emissione fissati nelle autorizzazioni integrate ambientali non possono comunque essere meno rigorosi di quelli fissati dalla normativa vigente nel territorio in cui è ubicata l'installazione. Se del caso i valori limite di emissione possono essere integrati o sostituiti con parametri o misure tecniche equivalenti.
Art. 29-sexies - Autorizzazione integrata ambientale
Valori Limite
ALLEGATO X
Elenco indicativo delle principali sostanze inquinanti di
cui è obbligatorio tener conto se pertinenti per stabilire
i valori limite di emissione
Aria:
• 1. Ossidi di zolfo e altri composti dello zolfo.
• 2. Ossidi di azoto e altri composti dell'azoto.
• 3. Monossido di carbonio.
• 4. Composti organici volatili.
• 5. Metalli e relativi composti.
• 6. Polveri , comprese le particelle sottili.
• 7. Amianto (particelle in sospensione e fibre).
• 8. Cloro e suoi composti.
• 9. Fluoro e suoi composti.
• 10. Arsenico e suoi composti.
• 11. Cianuri.
• 12. Sostanze e preparati di cui sono comprovate
proprietà cancerogene, mutagene o tali da poter
influire sulla riproduzione quando sono immessi
nell'atmosfera.
• 13. Policlorodibenzodiossina (PCDD) e
policlorodibenzofurani (PCDF).
Acqua:
1. Composti organoalogenati e sostanze che
possono dar loro origine nell'ambiente idrico.
2. Composti organofosforici.
3. Composti organici dello stagno.
4. Sostanze e preparati di cui sono comprovate
proprietà cancerogene, mutagene o tali da poter
influire sulla riproduzione in ambiente idrico o con il
concorso dello stesso.
5. Idrocarburi persistenti e sostanze organiche
tossiche persistenti e bioaccumulabili.
6. Cianuri.
7. Metalli e loro composti.
8. Arsenico e suoi composti.
9. Biocidi e prodotti fitosanitari.
10. Materie in sospensione.
11. Sostanze che contribuiscono all'eutrofizzazione
(nitrati e fosfati, in particolare).
12. Sostanze che esercitano un'influenza
sfavorevole sul bilancio di ossigeno (misurabili con
parametri quali BOD, COD).
13 sostanze prioritarie di cui all'articolo 74, comma
2, lettera ff).
Art. 237-duodecies - Emissione in atmosfera
1. Gli effluenti gassosi degli impianti di incenerimento e
coincenerimento devono essere emessi in modo controllato
attraverso un camino di altezza adeguata e con velocità e contenuto
entalpico tale da favorire una buona dispersione degli effluenti al fine
di salvaguardare la salute umana e l'ambiente, con particolare
riferimento alla normativa relativa alla qualità dell'aria.
2. Gli impianti di incenerimento dei rifiuti e gli impianti di co-
incenerimento sono progettati, costruiti, equipaggiati e gestiti in
modo che le emissioni nell'atmosfera non superano i valori limite di
emissione di cui rispettivamente all'Allegato I, paragrafo A, e
all'Allegato 2, paragrafo A, al presente Titolo.
……………………
ALLEGATO 1 Tit III bis Parte IV - Norme tecniche e
valori limite di emissione per gli impianti di
incenerimento di rifiuti
Polvere totale 10
Sostanze organiche sotto forma di gas e vapori espresse come
carbonio organico totale (TOC)10
Acido cloridrico (HCl) 10
Acido fluoridrico (HF) 1
Biossido di zolfo (SO 2 ) 50
Monossido di azoto (NO) e biossido di azoto (NO 2 ) espressi
come NO 2 per gli impianti di incenerimento dei rifiuti esistenti
dotati di una capacità nominale superiore a 6 t/ora e per i
nuovi impianti di incenerimento dei rifiuti
200
Monossido di azoto (NO) e biossido di azoto (NO 2 ) espressi
come NO 2 per gli impianti di incenerimento dei rifiuti esistenti
con una capacità nominale pari o inferiore a 6 t/ora
400
Ammoniaca (NH 3 ) 30
• Valori limite di emissione medi su 30 minuti
3. Valori limite di emissione medi ottenuti con periodo di
campionamento minimo di 30 minuti e massimo di 8 ore
espressi in mg/Nm 3
I valori medi di concentrazione degli inquinanti si ottengono secondo i
metodi fissati ed aggiornati ai sensi della tabella di cui alla lettera C
Cadmio e suoi composti, espressi come cadmio (Cd) 0,05
in totale
Tallio e suoi composti espressi come tallio (Tl)
Mercurio e suoi composti espressi come mercurio (Hg)
0,05
Antimonio e suoi composti espressi come antimonio (Sb) .
Arsenico e suoi composti espressi come arsenico (As) .
Piombo e suoi composti espressi come piombo (Pb) .
Cromo e suoi composti espressi come cromo (Cr) .
Cobalto e suoi composti espressi come cobalto (Co) 0,5
in totale
Rame e suoi composti espressi come rame (Cu) .
Manganese e suoi composti espressi come manganese (Mn) .
Nickel e suoi composti espressi come nickel (Ni) .
Vanadio e suoi composti espressi come vanadio (V) .
4. Valori limite di emissione medi ottenuti con periodo di
campionamento minimo di 6 ore e massimo di 8 ore.
I valori medi di concentrazione degli inquinanti si ottengono
secondo i metodi fissati ed aggiornati ai sensi della tabella di cui alla
lettera C.
a) Diossine e furani (PCDD + PCDF) (1) 0,1 ng/Nm 3
b) Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) (2) 0,01 mg/Nm 3
c) PCB-DL (3) 0,1 ng/Nm3
(1) I valori limite di emissione si riferiscono alla concentrazione totale di
diossine e furani, calcolata come concentrazione "tossica equivalente". Per
la determinazione della concentrazione "tossica equivalente", le
concentrazioni di massa delle seguenti policloro-dibenzo-p-diossine e
policlorodibenzofurani misurate nell'effluente gassoso devono essere
moltiplicate per i fattori di equivalenza tossica (FTE) di seguito riportati,
prima di eseguire la somma.
Questi valori sono in prospettiva soggetti a diminuzioni non sostanziali: il
prossimo step è la redazione dell’ aggiornamento del BREF previsto nel 2017
Il controllo delle emissioni
Tecnologie di trattamento delle emissioni
gassose
24
Il controllo delle emissioni
• abbastanza complesso, per le differenze che caratterizzano gliinquinanti presenti ed i corrispondenti livelli di concentrazione
• sistematica tendenza normativa verso un restringimento nei limitidi emissione, ispirato da criteri basati tanto sull’opportunità diadeguarli al progressivo miglioramento nelle tecnologie(“tecniche”) disponibili che dalle necessità di contenere i rischi perla salute connessi ai microinquinanti tossici a livelli che possanoessere ritenuti accettabili dalle popolazioni interessate.
Driving forces:
• MTD (Migliori tecnologie disponibili) e IED - “Integrated pollution
prevention and control”
• Minimizzazione rischi per la salute da esposizione a tossici
Concentrazioni inquinanti nei gas grezzi
26
Le strategie
Due distinti criteri di intervento, finalizzati
- alla minimizzazione della formazione di alcune componenti, durante lacombustione ed il successivo raffreddamento dei fumi (interventi preventiviper CO, VOC, organoclorurati, NOx),
- alla rimozione degli inquinanti tramite opportune tecnologie didepurazione a valle della combustione (end of pipe: NOx, tutto il resto ).
Le strategie preventive
1. Tipologia di rifiuti termovalorizzabili e necessità di pretrattamenti - CSS(preventivo - PRIMA)
2. Ottimizzazione del processo di combustione (preventivo - DURANTE):
• T, ossigeno, tempo di permanenza gas, turbolenza
• miscelazione aria/combustibile (rapporti primaria/secondaria, criteri
progettazione griglia/forno)
• configurazione innovative (aria arricchita, “staging” aria primaria)
• conversione organici (senza trasferimento ad altre fasi)
• conversione NOx (SNCR)
3. Controllo riformazione PCDD/F (preventivo-durante)
• inibizione attività catalitica ceneri volanti con additivi (urea, ammoniaca,
ammine)
• ricircolo gas combusti
• progettazione e gestione caldaia (cicli pulizia) per minimizzare deposito ceneri
Depurazione dei fumi
Approccio integrato nella configurazione delle linee di depurazione
• Depolverazione con elettrofiltri (pre) e/o filtri a tessuto
• Sistemi a secco/semisecco per il controllo dei gas acidi/tossici in
traccia
• Sistemi ad umido potenziati per il controllo dell’effetto memoria di
PCDD/F
• Sistemi catalitici per la conversione simultanea ad alta efficienza di
NOx/organici in traccia (PCCD/F)
29
Live
lli e
missivi (%
lim
ite)
40
80
60
20
0
Impianto di San Zeno:
AIA e le migliori tecniche disponibili
30
L’impianto è autorizzato dalla
Provincia di Arezzo con
l’Autorizzazione Integrata
Ambientale (AIA) n. 126/EC del
18-08-2009 (come modificata ed
integrata dai successivi
provvedimenti dirigenziali n.
57/EC – 71/EC - 121/EC –
182/EC dell’anno 2010, 51/EC
dell’anno 2012, 103/EC – 139/EC
dell’anno 2013)
174 pag/allegati
Il sistema di depurazione dei fumi
Iniezione di urea (SNCR) a valle della camera di post
combustione
In una finestra compresa fra 850°C e 950°C viene iniettata
una soluzione acquosa di urea che provoca la riduzione degli
ossidi di azoto (NOx) con formazione di azoto, acqua ed
anidride carbonica.
Reattore evaporativo a semisecco
La neutralizzazione dei gas acidi (HCl, HF) e il
raffreddamento complessivo dei fumi avviene ad opera di
latte di calce atomizzato
Venturi-iniezione di carbone attivo
All’uscita del reattore evaporativo i fumi raffreddati entrano
nel condotto Venturi, in cui i microinquinanti organici (PCDD-
PCDF) ed i metalli pesanti (Hg, Cd, etc) vengono adsorbiti
dal carbone attivo in polvere
Filtro a maniche
Il filtro separa il particolato ed i reagenti solidi. Il filtro a celle
filtranti in PTFE rivestito in ryton è stato dimensionato con
velocità di filtrazione relativamente modesta per ottenere
buoni rendimenti di separazione delle polveri (0,9 m/min). Il
filtro agisce come reattore di accumulo dei reagenti (calce,
carbone attivo) sulle maniche.
31
Dichiarazione Ambientale 2013:
I dati sulle emissioni in atmosferaLe emissioni al camino sono oggetto di monitoraggio in continuo tramite Sistema di
Monitoraggio Emissioni (SME), e di analisi dei fumi (almeno tre misure annuali)
mediante laboratori specializzati- il protocollo d’intesa siglato con ARPAT per il
monitoraggio delle emissioni
La concentrazione degli inquinanti emessi al camino è valutata come media delle
concentrazioni orarie nell’arco dell’anno;
32
CONTROLLO EMISSIONI – SME (Sistema di monitoraggio Emissioni in continuo)
Parametro Valori limite
di legge
Unità di
misura
2009 2010 2011 2012 2013
CO 50 mg/Nm3 1,9 2,5 3,2 2,6 2,9
CO2 - mg/ Nm3 6,0 6,2 5,6 6,2 6,0
NOx 200 mg/ Nm3 157,3 162,9 159,8 167,5 162,9
SOx 50 mg/ Nm3 4,0 5,7 6,6 7,78 6,12
HCl 10 mg/ Nm3 4,9 4,7 4,8 4,7 4,6
COT 10 mg/ Nm3 1,8 2,3 3,2 2,3 2,5
Polveri totali 10 mg/ Nm3 1,7 2,0 2,2 1,7 2,1
O2 - %V 14,2 14,1 15,0 14,2 14,3
Umidità Fumi - %V 16,0 16,4 14,3 16,0 15,9
T. Fumi - C 144,9 141,5 136,3 144,7 140,0
Portata Fumi - Nm3/h 31.120 33.214 31.760 31713 32284
CONTROLLO EMISSIONI Analisi fumi laboratori specializzati
Parametro Valori limite
di legge
Unità di
misura
2009 2010 2011 2012 2013
HF 1 mg/ Nm3 0,077 0,137 0,233 0,1700 0,0517
(Cd + TI) Cadmio + Tallio 0,05 mg/ Nm3 0,0024 0,0042 0,0020 0,0027 0,0077
Metalli 0,5 mg/ Nm3 0,0860 0,1260 0,0667 0,0795 0,1067
Hg (mercurio) 0,05 mg/ Nm3 0,0003 0,0030 0,0017 0,0007 0,0010
IPA 0,01 mg/ Nm3 0,0001 0,0002 0,0006 0,00004 0,0000
5
PCDD + PCDF (TE) 0,1 ng/ Nm3 0,0167 0,0063 0,0027 0,0030 0,0060
Rapporto fra gli inquinanti ed i limiti di legge
33
Non si sono mai registrati superamenti dei limiti emissivi dal
2000 ad oggi
Gli inquinanti emessi, in termini di concentrazione, sono molto
al di sotto dei limiti imposti dalla normativa.
Trattamento
emissioni gassose
• Reattore evaporativo a semisecco
• Venturi-iniezione di carbone attivo
• Filtri a maniche
Esistono numerosi impianti che
utilizzano lo stesso schema in Italia ed
Europa (circa il 15%)
L’attuale tendenza è quella del
multistadio a secco con doppia
filtrazione
34
Sistema abbondantemente in
grado di rispettare i limiti
normativi attuali
E’ in grado di adeguarsi ad
eventuali trend di riduzione dei
ELVs
Sistema di
abbattimento NOx
in caldaia
• Si utilizza il sistema SNCR (Selective Non
Catalytic Reduction), che implica l’iniezione di
urea in una determinata posizione in modo da
soddisfare i requisiti di temperatura e durata
delle reazioni di riduzione degli NOx. • In una finestra termica compresa fra 800°C e 950°C apposite lance
iniettano nel flusso dei fumi una soluzione acquosa di urea che
provoca una scomposizione (denitrificazione) degli ossidi di azoto con
formazione di azoto, acqua ed anidride carbonica
Attualmente i limiti del
133/2013 sono ampiamente
rispettati.
Lo slip di ammoniaca è
molto contenuto
In linea con le BAT, che
prevedono due metodi per
ridurre gli NOx
Sono possibili interventi di
miglioramento per garantire
eventuali diminuzioni dei limiti
di emissione nei prossimi anni:
35Studio benchmarking impianto
S.Zeno
Linea trattamento
emissioni gassose:
configurazione a
regime
È allo studio l’installazione di un
SCR. (da valutare se nella forma
tradizionale (catalizzatore separato
con iniezione di urea o
ammoniaca), oppure nella forma di
maniche filtranti catalitiche
(brevetto GORE, sempre con
iniezione di ammoniaca o
utilizzando lo slip di urea del
SNCR).
Entrambe le soluzioni (maniche o
reattore catalitico) possono essere
introdotte nel sistema di
trattamento gas dell’attuale
termovalorizzatore
36
• Approccio integrato nel
trattamento degli effluenti (pre-
durante-dopo)
• sistema a semi-secco (+ secco) per
il controllo dei gas acidi/tossici in
traccia
• depolverazione con filtri a tessuto
• sistemi catalitici per la conversione
simultanea ad alta efficienza di
NOx/organici in traccia (PCCD/F)
Trattamento emissioni
gassose:
reattore a semi-secco
• Tecnologia consolidata che
comporta minori consumi di
reagenti rispetto ai sistemi a secco
• Tutto il sistema di preparazione di
iniezione e atomizzazione del latte
di calce è ridondato.
• Per alcuni componenti, più sensibili, sono
stati previsti maggiori margini (ad esempio
sono a disposizione tre atomizzatori)
Il sistema garantisce ottime
prestazione nell’abbattimento
degli acidi, anche nelle ipotesi
di piano
Nel caso di abbassamento dei
limiti su HCl ed HF si può
pensare ad un multistadio
(aggiunta di un ulteriore
modulo a secco)
37
Trattamento emissioni
gassose:
iniezione carboni attivi
e filtro a maniche
• I carboni attivi vengono iniettati
mediante aria compressa prima del
filtro a maniche, in modo che
concorrano alla formazione del
pannello (cake) filtrante sulle
maniche.
• Il sistema di iniezione è stato completamente
ridondato. Se uno non funziona, l’altro
interviene.
• Il filtro è dotato di sistema di riscaldamento
durante i periodi di fermo impianto per evitare
le condense acide- garantisce la durata e la
continuità delle prestazioni
Il sistema garantisce ottime
prestazioni nell’abbattimento
di microinquinanti organici ed
inorganici, e del particolato
fine
38
Trattamento emissioni
gassose:
iniezione carboni attivi
e filtro a maniche
• Il filtro è sovradimensionato: sta lavorando a
circa il 60 % della sua potenzialità, quindi non
è mai stato sottoposto a stress
– Velocità attuale di filtrazione circa 1 m/min, il
progetto prevede una velocità dei fumi
ammissibile di 1,8 m/min
• Le attuali maniche sopportano fino a 220 °C
di temperatura, a fronte di T di esercizio di
130-150 °C e garantiscono polveri < 3
mg/Nmch.
• Meccanismi di separazione molto
efficienti per particolato fine
Il sistema garantisce ottime
prestazioni nell’abbattimento
di polveri e microinquinanti
organici ed inorganici
Vi sono margini per
aumentare le portate di
fumi da trattare, nelle
previsioni di piano
È allo studio la sostituzione con
maniche che garantiscono polveri
< 1 mg/Nmc e l’azione catalitica
sulle reazioni di rimozione dei
PCDD-PCDF
39
Sistema di
monitoraggio
emissioni (SME)
• L’attuale sistema, costituito da uno FTIR, da
un Multi-Fid e da un opacimetro, è in buone
condizioni:
• E’ sottoposto a calibrazione e manutenzione
programmata con cadenza semestrale.
• I vari componenti sono stati sostituiti con la
cadenza prevista dalla casa costruttrice.
• È in fase di revisione il protocollo di gestione
concordato fra AISA IMPIANTI e ARPAT
Sistema affidabile e verificato dagli
organi di controllo
Può essere introdotto il sistema di
verifica QAL 3 previsto dalla norma
UNI EN 1813 (auto calibrazione
periodica )
Può essere introdotto il sistema di
monitoraggio in continuo del
mercurio
40Studio benchmarking impianto
S.Zeno
Supervisione e
gestione dei
processi
(DCS)
• Sull’intero impianto (non solo sul termovalorizzatore, ma
anche sulla selezione e sul compostaggio e su tutti i servizi
ausiliari), è installato un sistema di controllo centralizzato che
permette di controllare, verificare lo stato e gestire in remoto
l’apparecchiatura. Tale sistema, in gergo tecnico definito DCS
(digital control system), inizialmente gestiva solo le macchine
principali, lasciando le altre ad un controllo locale. Nell’arco
degli anni tutte le macchine che interessano la produzione e il
trattamento ed il controllo delle emissioni sono state collegate
a DCS e sono stati eliminati i PLC locali che non garantivano lo
stesso livello di affidamento.
• Inoltre è stata svolta una costante azione di aggiornamento sia
della parte software (up-grade ogni 3-4 anni) che nella parte
hardware (sostituzione delle CPU con schede meno costose
ma di maggiore memoria e più moderne, installazione di
ridondanza sulle CPU, alimentatori, UPS, doppio anello di
distribuzione delle informazioni in ingresso e uscita al sistema
in profibus) in modo che di fronte a qualsiasi guasto il sistema
continui a funzionare, almeno parzialmente, e
contemporaneamente localizzi il guasto al fine di poter
intervenire in tempi rapidi.
Il sistema (ABB) è di ultima
generazione.
Ultimo up-grade e revisione
della parte hardware: ottobre
2013.
41Studio benchmarking impianto
S.Zeno
Considerazioni conclusive (1)
L’impianto allo stato attuale di livello tecnologico e gestionale
(ISO-EMAS) dà garanzie:
• di affidabilità di funzionamento rispetto agli attuali flussi e
presenta dei margini di ulteriore trattamento.
• ambientali : rispetto dei limiti normativi entro larghi margini e
possibilità di miglioramento in prospettiva di ELVs più restrittivi
(IED e Bref in gestazione )
• di sicurezza: le tecniche e le procedure adottate sono in grado
di garantire ambienti di lavoro sicuri, con rischi molto limitati
per risorse umane e infrastrutturali.
42
Considerazioni conclusive (2)
l’impianto può far fronte all’ampliamento previsto dal piano senza
particolari problemi di processo e di componenti.
• e’ in grado di soddisfare eventuali riduzioni dei limiti emissivi che la
nuova Direttiva sulle Emissioni Industriali può introdurre con il
processo di revisione del BRef su Waste Incineration previsto per il
2015.
• può essere introdotto di un sistema di abbattimento catalitico di
NOx (e microinquinanti organici) per rendere il processo ridondante
(l’azienda si sta già muovendo in questa direzione) e può essere
introdotta una ulteriore sezione a secco per i gas acidi.
Sulla base di un’analisi dettagliata delle tecniche impiegate (il concetto di
BAT definisce tecniche sia le tecnologie adottate, sia il modo con cui esse
sono gestite e mantenute) la vita tecnologica residua dell’impianto, con il
programma di manutenzione puntuale e capillare già in atto, può ritenersi
di almeno altri 15 anni.
43
Riferimenti
44
• Autorizzazione Integrata Ambientale N.126/EC Provincia di Arezzo del 18/8/2009, N.139 EC del 22/8/2013
• Dati tecnici su impianto S.Zeno, AISA 2013
• Dublix engineering: Arezzo WTE plant, Design Review , Agosto 2013
• Proposta piano interprovinciale, Ato Sud Toscana , novembre 2013
• Integrated Pollution Prevention and Control, Reference Document on the Best Available Techniques for
Waste Incineration, August 2006
• Rapporto sul recupero energetico da rifiuti urbani in Italia – ENEA Federambiente, 2012
• Rapporto Rifiuti Urbani 2013, ISPRA
• A decade of Waste-to-Energy in Europe (2001-2010/11), CEWEP, 2012
• CEWEP Energy Report III , (Status 2007-2010) Results of Specific Data for Energy, R1 Plant Efficiency
Factor and NCV of 314 European Waste-to-Energy (WtE) Plants
• Energy from Waste. A guide to the debate , 2013, DEFRA, UK
Slide aggiuntive per eventuali commenti
45
L’incenerimento dei rifiuti urbani e
CSS in Italia nel 2012
Nel 2012 gli impianti di incenerimento per rifiuti urbani,
frazione secca (FS) e CSS operativi sul territorio
nazionale, sono 45
I rifiuti complessivamente inviati ad incenerimento sono
circa 5,5 milioni di tonnellate, di cui quasi 2,6 milioni di
RU indifferenziati, oltre 1,9 milioni di tonnellate di frazione
secca, quasi 553 mila tonnellate di CSS e 431 mila
tonnellate di rifiuti speciali. I rifiuti speciali pericolosi, di
cui quasi la metà di origine sanitaria, ammontano a oltre
54 mila tonnellate.
Nel 2012 il 17% dei rifiuti urbani prodotti viene incenerito.
Il maggior quantitativo di rifiuti urbani è incenerito nel
nord Italia (67,6% del totale nazionale: la Lombardia
presenta la percentuale più alta (44%), seguita dall’Emilia
Romagna (31,1%), dal Friuli Venezia Giulia (27,3%),
dalla Campania (23,1%), dalla Sardegna (17,7%), dal
Trentino Alto Adige (12,3%), dal Veneto (11,7%), dalla
Toscana e dal Lazio (10,8%).
Impianti in Toscana
47
LocalitàAnno
avviamentoLinee t/h t/giorno t/anno MWt MWe Tecnologia Depurazione fumi
Arezzo 2000 1 5,0 120 42.000 14,5 2,9 MG SNCR+SD+FF
Livorno 1974/03 2 7,5 180 54.000 31,2 6,7 MGWC SNCR+DA+FF
Montale Agliana(PT) 1978/01 2 5,0 120 43.800 15,7 0,8 RK SNCR+EP+DA+FF
Ospedaletto (PI) 1980/02 2 10,0 240 62.000 20,5 4,4MGMG
SNCR+CY+DA+FF+FGC
SNCR+DA+FF
Poggibonsi (SI) 1977/08 3 9,5 228 67.000 34,9 9,9
MG
MG
MGWC
SNCR+DA+FF
SNCR+DA+FF
CY+DA+FF+SCR
Attualmente 8 linee sono griglie, 2 RK (Montale)
Taglie tutte tra 100 e 300 t/giorno
Impianti non più operativi: Castelnuovo, Falascaia, Rufina
L’impianto di San Zeno (griglia raffreddata ad aria, taglia 120 t/g) si
colloca nella categoria più ricorrente in Italia
Taglie e tecnologie (Italia)
• La capacità media nominale di trattamento
risulta di poco superiore alle 400 t/g,
corrispondenti a circa 135.000 t/a.
• 24 sono gli impianti con capacità compresa
tra 100 e 300 t/g, 17 sono quelli con
capacità compresa tra 300 e 600 t/g, 3 gli
impianti che hanno una capacità inferiore a
100 t/g e 6 quelli che hanno una capacità
superiore a 600 t/g.
• L’82% degli impianti (per capacità di
trattamento) adotta sistemi a griglia mobile,
di cui il 23% dei quali utilizza griglie
raffreddate ad acqua.
48Studio benchmarking impianto
S.Zeno
Le iniziative più recenti in Italia
49
Fonte ENEA (2012):
Taglie superiori a 60.000 t/a, le griglie sono raffreddate ad acqua (MGWC), letti fluidi (BFB) e
gassificatori (G) per CSS
Nuovi inceneritori
in Europa
Esempi:• Isseane, Paris, (2007) 460000 t/a, griglie aq,
teleriscaldamento, 600 M€
• Zistersdorf, Au, (2009) 130000 t/a, griglia raffreddate ad acqua
(aq), 90 M€,
• EVI Europark, Germania-Olanda (2008) 365000 t/a, griglie aq,
200 M€
• Riverside Belvedere, London (2011) 585000 t/a, griglie aq,
teleriscaldamento, 400 M€
• KA3 Oslo. Norway (2011) 150000 t/a, griglie aq,
teleriscaldamento, 350 M€
• Torswik, Svezia, (2006) 160000 t/a, griglie aq, teleriscaldamento,
• Vantaa Finland, (2015) 320000 t/a, griglia a q,
teleriscaldamento, 250 M€
• Klaipeda, LT, (2013) 230000 t/a, griglia aq, teleriscaldamento
130 M€
• Costi medi: 0,60-1,1 M€ / (kton/a))
Caratteristiche :
• Potenzialità superiori a
100.000 t/anno
• Griglie raffreddate ad
acqua, sistemi a caldaia
integrata, elevati
rendimenti
• Integrazione con il
territorio
(cogenerazione)
50
Recupero di Energia
Il recupero energetico, anche se non prioritario
rispetto a quello di materia, è stato indicato
come necessario dalla normativa europea e
nazionale, ai fini dell'attuazione di un sistema
sostenibile di gestione dei rifiuti, in quanto
consente il risparmio di combustibili fossili e
riduce il quantitativo di rifiuti da avviare in
discarica.
La gestione integrata dei rifiuti, infatti, prevede
il ricorso alla discarica solo come forma
residuale di smaltimento, per quei rifiuti per i
quali non sia più possibile un ulteriore
recupero.
51
Incenerimento
• sterilizzazione
• riduzione volume (10-30 volte)
• inertizzazione dei residui a discarica
Termoutilizzazione
• recupero di energia
• riduzione impatto del ciclo di vita
Allegato II alla direttiva 2008/98/CE del 19
novembre 2008 (“Direttiva quadro sui rifiuti -
GUCE del 22 novembre 2008 e recepita in
Italia dal DLgs 205/2010):
L'attività di recupero energetico si
concretizza in:
“utilizzazione principale come combustibile o
come altro mezzo per produrre energia”,
includendo in tali attività l'utilizzo dei rifiuti come
combustibile normale o accessorio in impianti
industriali volti alla produzione di energia o di
materiali (utilizzo di Combustibile da Rifiuti
“CDR” (ora CSS) presso centrali elettriche o
cementifici, di scarti legnosi e vegetali presso
impianti a biomasse, di fanghi e altre frazioni
organiche presso digestori anaerobici, etc.);
“incenerimento a terra”, ovvero in specifici
impianti di incenerimento dove l’eliminazione del
rifiuto tramite combustione, è associata al
recupero di energia (termica ed elettrica).
Il recupero di energia La termovalorizzazione dei rifiuti solidi
urbani costituisce operazione di
recupero se consegue un’efficienza
energetica (R1) pari a:
• 0,60 in impianti funzionanti
autorizzati in conformità della
normativa comunitaria applicabile
anteriormente al 1° gennaio 2009;
• 0,65 in impianti autorizzati dopo il
31 dicembre 2008.
Questa distinzione assume particolare
rilevanza poiché consentirebbe di classificare,
su basi tecniche, l’incenerimento dei RU
come operazione di recupero dal punto di
vista legale, con tutte le implicazioni di
carattere operativo-gestionale e normativo
che tale differente classificazione comporta.
• EP energia annua prodotta sotto forma di
energia termica o elettrica;
• EF alimentazione annua di energia nel sistema
con combustibili che contribuiscono alla
produzione di vapore;
• EW energia annua contenuta nei rifiuti trattati
calcolata in base al potere calorifico netto dei
rifiuti;
• EI energia annua importata, escluse EW ed EF;
• 0,97 fattore corrispondente alle perdite di
energia dovute alle ceneri pesanti (scorie) e alle
perdite per irraggiamento.
Tutte le energie sono espresse in termini di Ep
energia primaria, moltiplicando:
- energia elettrica per un fattore 2,6 (rendimento
38,5%)
- energia termica per un fattore 1,1 (rendimento
90,9%)
52
La situazione dell’impianto di San Zeno
La formula, così come messa a
punto, risulta penalizzante nei
confronti di gran parte del parco
impiantistico nazionale,
caratterizzato da un gran numero
d’impianti di taglia ridotta nei quali è
predominante, anche per ragioni
geo-climatiche, la produzione di
energia elettrica come forma
primaria di recupero;
53
Nella situazione di San Zeno, si
ottiene, dall’analisi dei dati degli
ultimi anni, un R1 nell’intervallo
0,38-0,42.
Nota:
Anche se si aumentasse il
rendimento elettrico (attuale circa
16%) introducendo tecnologie che
forniscono prestazioni
energetiche superiori (od un
repowering) si dovrebbe
introdurre un sistema di
cogenerazione per l’utilizzo di
energia termica sul territorio per
soddisfare il criterio R1
Relazione Uni PG