non di solo pane n°743 - 14 febbraio 2016
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Settimanale di riflessione per la famiglia www.nondisolopane.itTRANSCRIPT
Settimanale di preghiera
PANE Non di solo
Sussidio di preghiera per la famiglia
Anno XV - n° 743
Domenica 14 Febbraio 2016
I Settimana di Quaresima
Non di solo pane Numero 743 Tempo di Quaresima pagina 2
Febbraio 2016
“Pregare, forse il
discorso più urgente”
Sussidio di preghiera
per la famiglia
Offerta della giornata
Cuore divino di Gesù,
io ti offro per mezzo
del Cuore Immacolato di Maria,
Madre della Chiesa,
in unione al Sacrificio eucaristico,
le preghiere, le azioni,
le gioie e le sofferenze
di questo giorno,
in riparazione dei peccati,
per la salvezza di tutti gli uomini,
nella grazia dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
Offerta quotidiana
Sito di Non di Solo Pane:
www.nondisolopane.it
Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego
specialmente per le intenzioni che il Santo Padre
raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo
mese
Intenzione del Santo Padre
Perché abbiamo cura del creato, ricevuto come dono
gratuito, da coltivare e proteggere
per le generazioni future.
Intenzione missionaria
Perché crescano le opportunità di dialogo e di
incontro tra la fede cristiana e i popoli dell’Asia.
Intenzione dei vescovi
Perché il Signore ci doni un cuore misericordioso
e umile, che riconosca la propria
povertà e si spenda per gli altri.
Intenzione del Vescovo di Brescia
Mons. Luciano Monari
Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente
e misericordioso, ci impegniamo con gioia
nella costruzione della civiltà dell'amore.
Intenzioni mese di Febbraio
Non di solo pane Numero 743 pagina 3
Domenica 14
Febbraio
I Settimana del Salterio
I Domenica di Quaresima
Questo è il tempo di lasciarsi toccare il cuore. Davanti al male commesso, è il momento di ascoltare
il pianto delle persone innocenti.
Papa Francesco
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
Brano Evangelico: Lc 4,113
Contemplo: II Signore, Dio
tuo, adorerai (Lc 4,8)
Satana con le sue seduzioni vuo-
le allontanare Gesù dal Padre,
gli prospetta un modo sbagliato
di essere Figlio. Gesù non accet-
ta le sue proposte. Resta fedele
al Padre nell'umile ascolto della
sua parola e nell'obbedienza ai
suoi comandamenti. Egli ci mo-
stra, così, il vero e solo modo di
amare Dio, in una adorazione
grata e filiale, che segue in tut-
to la sua volontà.
Agisci
Se il Signore non fosse con noi nei momenti di ango-sc ia, saremmo schiacciati dal dolo-re. Oggi affiderò a lui, nella preghiera, tutte le mie difficoltà e soffe-renze.
Il santo del giorno:
San Valentino
Martire
La festa del vescovo
e martire Valentino si
riallaccia agli antichi
festeggiamenti di
Greci, Italici e Roma
ni che si tenevano il
15 febbraio in onore
del dio Pane, Fauno e
Luperco. Questi fe
steggiamenti erano
legati alla purifica
zione dei campi e ai
riti di fecondità. Di
venuti troppo orridi e
licenziosi, furono
proibiti da Augusto e
poi soppressi da Ge
lasio nel 494. La
Chiesa cristianizzò
quel rito pagano della
fecondità anticipan
dolo al giorno 14 di
febbraio attribuendo
al martire ternano la
capacità di protegge
re i fidanzati e gli
innamorati indirizzati
al matrimonio e ad
un’unione allietata
dai figli.
Non di solo pane Numero 743 Tempo di Quaresima pagina 4
P a g i n e b i b l i c h e
«Suonate il corno in Sion e date
l’allarme in Sion
sul mio santo monte! Tremino
tutti gli abitanti
della regione, perché viene il
giorno del Signore,
perché è vicino».
Lo shofar (il corno di guerra
che, con il suo cupo richia-
mo, convocava l’antico po-
polo di Dio per la guerra) deve risuonare simbolica-
mente e misticamente nei
nostri cuori, ci deve destare
dal torpore e dal sonno che
segnano una qual forma di
lontananza da Dio e da una
vita autenticamente cristia-
na. La Quaresima è il tempo
propizio per una vera e fon-
damentale conversione, per
combattere le cattive incli-
nazioni che si annidano nel
nostro cuore, per distrugge-
re i vizi e il male che adom-brano la nostra vita impe-
dendoci di essere “luce del mondo e sale della terra”.
Si, anche se il termine non
ci aggrada, la Quaresima è un tempo di guerra e di
combattimento: una batta-
glia ardua e difficile perché avviene dentro di noi, con-
tro l’uomo vecchio che abi-ta nella vacuità del nostro
cuore così freddo e insensi-
bile. L’uomo è fragile e so-prattutto incline alle sua-
denti voci dell’“antico av-
versario”; insomma, suo
malgrado, l’uomo è per sua
costituzione “tentato”.
Questa misteriosa verità ci
viene confermata proprio
nel vangelo di Matteo dove
Gesù viene portato nel de-
serto per essere tentato dal
diavolo. «Il combattimento
vittorioso contro le tenta-
zioni, che dà inizio alla mis-
sione di Gesù, è un invito a
prendere consapevolezza
della propria fragilità per
accogliere la Grazia che li-
bera dal peccato e infonde
nuova forza in Cristo, via,
verità e vita (cfr. Ordo Initiatio-
nis Christianae Adultorum, n.25). È un deciso richiamo a ricor-
dare come la fede cristiana
implichi, sull’esempio di Ge-
sù e in unione con Lui, una
lotta “contro i dominatori di
questo mondo tenebro-so” (Ef 6,12), nel quale il dia-
volo è all’opera e non si stanca, neppure oggi, di
tentare l’uomo che vuole
avvicinarsi al Signore ….» (Benedetto XVI, Messaggio per La quaresima 2011).
Non ci sono dubbi: la Quare-sima è un tempo di lotta e
di battaglia interiore contro
i nostri vizi e le cattive in-
clinazioni, contro le tenta-
zioni e le insidie del Male.
Vista da questa prospettiva
la Quaresima diventa imma-
gine e sintesi di tutta la vita
cristiana. Proprio per que-
sto, durante il battesimo, il sacerdote ci ha unto con
l’olio, segno di fortezza, per
aiutarci a vincere tutte le tentazioni. Suonate il corno:
la vita del cristiano è una
continua battaglia contro le radici del male, contro il
proprio egoismo e la propria cattiveria.
Ritornare a Dio è sempre un inizio assoluto
Suonate il corno Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Non di solo pane Numero 743 Tempo di Quaresima pagina 5
P a g i n e b i b l i c h e
L’angolo della misericordia
Le preghiere più belle della Bibbia e dei grandi autori della tradizione cristiana.
Raoul Follereau
La preghiera alla Misericordia non è un'orazione astratta, di-
stante dalla realtà — in questo caso non sarebbe vera preghie-
ra cristiana — ma si traduce nella forma dell'impegno fattivo della carità, dell'amore del prossimo. Papa Francesco ha ri-
cordato, indicendo il Giubileo straordinario del 2016, che le
opere di misericordia sia corporale che spirituale devono tor-
nare al centro della riflessione del cristiano. La preghiera di
Raoul Follereau (1903-1977), laico che dedicò la vita ai miseri
e ai malati, in particolare ai lebbrosi, è perfetto esempio della
realizzazione terrena dell'invito celeste alla misericordia.
NON PERMETTERCI DI VIVERE FELICI DA SOLI
Signore, insegnaci a non amare noi stessi,
a non amare soltanto i nostri cari,
a non amare soltanto quelli che ci amano.
Insegnaci a pensare agli altri,
ad amare anzitutto quelli che nessuno ama.
Concedi la grazia di capire che a ogni istante,
mentre noi viviamo una vita troppo felice,
protetta da Te,
ci sono milioni di esseri umani,
che sono pure tuoi figli e nostri fratelli,
che muoiono di fame
senza aver meritato di morire di fame,
che muoiono di freddo
senza aver meritato di morire di freddo.
Signore, abbi pietà di tutti i poveri del mondo.
E non permettere più, o Signore,
che noi viviamo felici da soli.
Facci sentire l'angoscia della miseria universale,
e liberaci dal nostro egoismo.
Il 6 marzo 1447 fu eletto papa
il Cardinal Tommaso Parentu
celli che prese il nome di Nic
colò V. Dottissimo umanista, favorì le lettere
e le arti, fece tradurre in latino le maggiori
opere greche e raccolse numerosissimi mano
scritti che costituirono il primo nucleo della
grande biblioteca vaticana. Fece ricostruire
chiese, palazzi e ponti e si avvalse dell’opera
di eminenti artisti, quali il Beato Angelico e
Benozzo Gozzoli.
Il 19 gennaio 1449 con la bolla “Immensa et
Innumerabilia” indisse per l’anno 1450 un
Santo Giubileo. Nella bolla leggiamo:
“immensi e innumerevoli, più facili da stima
re che da computare, i favori della misericor
dia divina che l’ineffabile clemenza di Dio
Padre e del Signore nostro Gesù Cristo ha
operato e sempre continua ad operare per la
salvezza del genere umano […].
Inoltre crediamo che tra i doni celesti sia an
che da annoverare il fatto che alcuni romani
pontefici abbiano scelto, in qualità di ministri
di Cristo e dispensatori degli aiuti divini, al
cuni periodi nei quali i fiumi della Divina
Misericordia potessero sgorgare con più ab
bondanza per i fedeli, dal momento che lo
stesso Dio Onnipotente ha rinnovato in alcuni
periodi di tempo l’uomo vecchio decaduto,
ora con il diluvio, ora con la circoncisione,
ora con la legge, ora in tanti e tanti modi, e da
ultimo, in maniera del tutto nuova, tramite il
ministero del Verbo incarnato.”
Papa Niccolò V sottolinea quindi che il Giu
bileo Veterotestamentario ha assunto, dopo la
venuta di Gesù, un valore del tutto spirituale,
e diventa quindi uno strumento particolarissi
mo attraverso il quale si possa sperimentare
nel ministero dell’anno del Giubileo una par
ticolare vicinanza di Dio misericordioso a
tutti coloro che appartengono alla chiesa di
Cristo.
Don Luciano
Storia dei Giubilei Immensa et Innumerabilia Papa Niccolò V
Papa Niccolò V Al secolo: Tommaso Parentucelli Elezione: 6 marzo 1447 Fine pontificato: 24 marzo 1455 Morte: 24 marzo 1455 Anno Santo: 1450
Non di solo pane Numero 743 pagina 6
Lunedì 15
Febbraio
I Settimana del Salterio
I Settimana di Quaresima
Il santo del giorno:
San Sigfrido di
Vaxjo
Era un vescovo missionario originario dell'Inghilterra da cui si spostò intorno al 995 prima in Norvegia e poi in Svezia. Vi sarebbe giunto attraverso la Danimarca fermandosi a Värend, dove avrebbe costruito una chiesa. Secondo quanto riferito da anti
che tradizioni locali avrebbe affidato la gestione della sua piccola comunità a tre compagni missionari per recarsi presso la fonte di Husaby dove avrebbe battezzato il re Olav Skötkonung. Al suo ritorno a Värend trovò che i suoi compagni erano stati decapitati. Sigfrido sarebbe stato il primo vescovo di Skara, nelle regione del Gotland
e per la sua attività missionaria nel Paese scandinavo è soprannominato «apostolo della Svezia». Morì a Växjo intorno al 1030. Il suo culto è particolarmente diffuso in Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca fin dal XIII secolo. Sue reliquie si trovano a Copenaghen e Roskilde.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. […]
Brano Evangelico: Mc 25, 3146
Contemplo: Convertici a te, o
Padre (Colletta)
Convertici a te, o Padre, nostra
felicità e nostra salvezza, perché,
formati alla scuola del tuo Figlio
Gesù, tua sapienza perfetta ed
eterna, possiamo vivere con te per
sempre. Donaci di vedere il tuo
Figlio Gesù in quanti hanno biso-
gno, perché possano ricevere da
noi il tuo stesso aiuto. Fa' che nel
rendere loro il nostro servizio, pos-
siamo restare a te uniti e manife-
starti la nostra gratitudine per tut-
ti i tuoi benefici.
Vivere questo Anno Santo come un momento
straordinario di grazia e di rinnovamento spirituale.
Papa Francesco
Agisci
Quanto è difficile ri-
conoscere la presenza
di Gesù in coloro che
sono in difficoltà!
Pregherò la Madre
perché mi renda ca-
pace di vedere il Fi-
glio nei sofferenti che
incontrerò in questa
giornata.
Non di solo pane Numero 743 Tempo di Quaresima pagina 7
Lv 19,12.1118 Giudica il tuo prossimo con giustizia.
C'è una cosa che colpisce nel libro del
Levitico e che deve farci riflettere atten
tamente: Dio vuole che il suo popolo sia
un popolo di santi, ma per arrivare a que
sto non chiede di pregare, di fare digiuni,
esercizi spirituali o chissà quali pratiche
ascetiche. Dio chiede di amare il prossi
mo attraverso gesti molto concreti: non
c'è altra via per realizzare la nostra santi
tà. Non saranno le Messe a cui avrò par
tecipato o le ore di adorazione che posso
aver fatto nella mia vita, che mi salveran
no, ma saranno i concreti atti d'amore che
avrò vissuto. La preghiera e i sacramenti
sono in funzione di questo e per questo è
importante viverli: lì incontro l'Amore
che, trasformandomi. mi rende capace di
amare con la sua stessa totalità e intensi
tà. Guai a confondere i mezzi con il fine!
Dal Libro del Levitico Non saranno le Messe ...
Preghiera
Signore Gesù, rinfresca ogni giorno la
nostra memoria e non lasciare che di-
mentichiamo i piccoli, e, al contempo, fa'
che ci ricordiamo in ogni momento di
quanto siamo piccoli. Infondi nei nostri
cuori il tuo Spirito che santifica. Lascia
che ci abbandoniamo all'amore ricevuto
e donato senza troppo pénsare.
Kyrie eleison!
Medita La Parola
Dio è nello sbilanciarsi Meditazione di Fiorella Elmetti
Un’affermazione di Albert Einstein dice: “Cento volte al giorno ricordo a me stesso che la mia vita interiore e esteriore sono ba-sate sulle fatiche di altri uomini, vivi e mor-ti, e che io devo sforzarmi al massimo per dare nella stessa misura in cui ho ricevuto”. Questi uomini, “vivi o morti”, sono ritratti nei giusti del vangelo con il loro stupore. C’è stupore, infatti, quando i giusti si sentono dire: “Venite, benedetti del Padre mio, rice-vete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. C’è stupore anche nella loro domanda: “Signore, quando ti ab-biamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. I giusti hanno gli occhi aperti sul mondo, at-tenti come tanti padri e madri dalle mani callose e dal cuore generoso, aperto a tutti, senza distinzione tra chi è di casa e chi vie-ne da un paese lontano. Sono così allenati a fare il bene che non fanno distinzione tra Gesù, il re, e i poveri che incontrano ad ogni angolo del mondo. E fanno del loro amore un segno di festa. Angelo Casati in merito scri-ve: "Dio è nel segno della festa, la festa di tutti, quando ci si abbandona, ci si lascia an-dare, quando si è sbilanciati, come in una danza...Dio non è nella rigidità, Dio non è nel trattenersi, Dio non è nel chiudersi. È nello sbilanciarsi, che è lo sbilanciarsi dell’amore. Se non ti sbilanci, non è amore". Verissimo.
Non di solo pane Numero 743 pagina 8
Martedì 16
Febbraio
I Settimana del Salterio
I Settimana di Quaresima
Quante pagine della Sacra Scrittura possono essere
meditate nelle settimane della Quaresima per
riscoprire il volto misericordioso del Padre!
Papa Francesco
Il Santo del giorno:
Santa Giuliana di
Nicomedia
Nacque intorno al 285 a Nicomedia, oggi Izmit, in Turchia. Nella sua famiglia d'origine era l'unica cristiana. Suo padre in particolare era un seguace zelante delle divinità pagane. All'età di nove anni, sarebbe stata promessa in sposa al pre
fetto della città, un pagano di nome Eleusio. Secondo gli accordi raggiunti dalle due famiglie, le nozze si sarebbero celebrate quando Giuliana avesse compiuto 18 anni. Ma quel giorno la giovane disse che avrebbe accettato solo se Eleusio si fosse fatto battezzare. Venne quindi denunciata dallo stesso fidanzato come cristiana praticante. Imprigio
nata, non tornò sulla sua decisione neppure dopo la condanna a morte. Venne quindi decapitata verso il 305, al tempo di Massimiano. L'iconografia la rappresenta spesso insieme ad un diavolo che la tormenta, ma non mancano le raffigurazioni delle torture da lei subite in vita, come l'essere appesa per i capelli o tormentata con il fuoco.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Brano Evangelico: Mc 6,715
Agisci
Gesù ce lo dice chia-
ramente: se non sia-
mo capaci di perdo-
nare gli altri, non
saremo perdonati da
Dio! Oggi perdonerò
di cuore qualcuno
che mi ha ferito.
Contemplo: Sia fatta la tua
volontà (Mt 6,10)
Nel "Padre nostro" chiediamo a
Dio che sia fatta la sua volontà.
Ciò significa che, da una parte,
dobbiamo accettare le vicende
liete e tristi così come avvengo-
no e, dall'altra, impegnarci nel
mettere in pratica ciò che sap-
piamo essere la sua volontà: a-
marlo con tutto il cuore e amare
il prossimo come noi stessi.
Non di solo pane Numero 743 Tempo di Quaresima pagina 9
Medita la Parola
Abbà, Padre mio! Meditazione di don Carlo Moro parroco di Gargnabo
Con il "Padre nostro" Gesù ci fa comprendere,
anzitutto, che la preghiera, prima ancora di
essere un'orazione, vocale o mentale, è un at-
teggiamento: sentirci figli di Dio, gustare que-
sta nostra condizione, che ci fa sentire amati,
protetti e benedetti dal Padre. La condizione
di figli ci impegna a vivere da fratelli e, in
questo modo, la preghiera ci educa a combat-
tere il nostro egoismo e ad incrementare la
nostra bontà. Possiamo pregare in modi assai
diversi, insegnati dalle diverse scuole di spiri-
tualità e più adatti al nostro temperamento,
al tempo a disposizione, alle situazioni di vita
in cui ci troviamo. Però, affinché la nostra
preghiera sia autentica, essa deve essere in-
nalzata sulla "base" indicata dal "Padre no-
stro": l'umiltà di una creatura che riconosce di
essere sempre bisognosa della grazia; la ricer-
ca dei beni dello spirito, "il regno"; il desiderio
di praticare la volontà del Padre; l'affidamento
alla Provvidenza di Dio che sa prendersi cura
anche dei nostri bisogni materiali, la doman
da del perdono perché ci riconosciamo pecca-
tori, la promessa della misericordia verso gli
altri, l'implorazione dell'aiuto divino contro le
tentazioni che vengono dal nostro cuore. Ci
accorgiamo che nel "Padre nostro" tutti i gran
di valori del Vangelo sono mirabilmente rias-
sunti. Essa è la "preghiera perfettissima", se-
condo san Tommaso d'Aquino: Gesù, Maestro
della nostra preghiera, conosce nel suo cuore
di uomo i bisogni dei suoi fratelli e delle sue
sorelle di umanità e ce li manifesta.
Is 55,1011 La mia parola opera ciò che desidero. Come la piaggia e la ne
ve ...
È un'immagine semplice, ma molto bel
la e interessante quella che usa il profeta
Isaia per farcì capire l'efficacia e la po
tenza della parola di Dio: è come la
pioggia e la neve che permettono alla
terra di dare frutto. II seme che farà frut
tificare a terra irrigata non viene dalla
pioggia, ma è già nella terra, dormiente.
La pioggia lo risveglia, gli dona forza
vitale ed energia perché diventi frutto.
Così accade in noi quando ascoltiamo la
parola di Dio: scende dall'alto sulla no
stra vita e la bagna, permettendo al bene
che c'è in noi di risvegliarsi. di crescere,
fino ad arrivare al frutto della fede e
delle buone opere. Ecco perché abbiamo
bisogno di ascoltare la Parola ogni gior
no, con cuore attento e disponibile.
Dal Libro del Profeta Isaia
Come la pioggia
Preghiera
Signore Gesù, te lo chiediamo ancora,
te lo chiediamo sempre: insegnaci a
pregare! Maestro dei nostri cammini
interiori, ti supplichiamo ancora: inse-
gnaci a pagare il prezzo della cono-
scenza di Dio come Padre nostro, con
la memoria operosa e fattiva dei fratel-
li e delle sorelle che sono altrettanto
nostri. Kyrie eleison!
Non di solo pane Numero 743 Tempo di Quaresima pagina 10
Mi leverò e andrò da mio padre e gli
dirò: Padre, ho peccato contro il Cie-
lo e contro di te; non sono più degno
di esser chiamato tuo figlio.
Non ci resta che una nostalgia. La
nostalgia della casa paterna, del
bene, del bello. L’odore del pane,
il profumo di un giardino, dei
mandorli in fiore. Del calore di un
fuoco, del sorriso di un volto …
Nostalgia arcaica e sempre nuova.
Rumore di vento tra le fronde di
un bosco, canto di un ruscello che
corre tra i dirupi … Sussurri di
parole vere, labbra fresche da ba
ciare, bambini da abbracciare.
Nidi da raccogliere e da posare
con delicatezza tra i rami
dell’albero, tramonti da contem
plare, cieli stellati in cui spaziare.
Nostalgia di cose semplici e quoti
diane ma che riempiono il cuore di
gioia e gli occhi di lacrime.
Nostalgia dei miei monti, di prati
ricamati di fiori, dell’odore del
fieno, di corse senza fine. Nostal
gia di preghiera, di una Corona
che scorre tra le dita mentre il fre
sco soffio del vento crepuscolare
sussurra parole dolci e piene di
amore.
Ti lascio paese lontano. Ti lascio
la mia sete di potere, le parate do
ve primeggiare, le danze in ma
schera dove si celebra il culto
dell’apparire, i soldi da contare, le
bellezze artificiali delle tue donne.
Torno a casa, alla mia casa. Torno
dal Padre, al suo servizio, sotto il
suo sguardo pieno di compassione
e di amore. Torno al giardino, alle
cose vere, ad un uscio che da sem
pre mi attende. Beata nostalgia,
torno a casa.
Preambolo al commento sul figlio
maggiore.
I sentieri del cuore
Quando intraprendi il sentiero più
difficile, il sentiero del cuore, su
bito provi un senso di smarrimen
to che presto cede il posto alla
paura. Ti accorgi che le realtà più
bieche, le meschinità che tanto hai
combattuto sono dentro di te, sono
la palude maleodorante che tante
volte hai voluto bonificare negli
altri e nelle realtà quotidiane che
ti circondano. Nel sentiero del tuo
cuore trovi le cattive inclinazioni,
i pensieri perversi, gli urli e le
grida di istinti repressi e mai del
tutto sopiti. Ascolta, non fuggire.
Non permettere che la paura para
lizzi il tuo affannoso cammino tra
i dirupi di quello che sei. Abbi il
coraggio di percorrerlo fino in
fondo. E’ il tuo volto piagato
quello che intravedi nel profondo
del tuo io interiore. Non temere la
verità, riconosci quel fratello mi-
nore che null’altro ti chiede che
uno sguardo di pietà, un atto di
benevolenza che tante volte hai
concesso agli altri. Non assecon
darlo, ma ascoltalo. Dai sentieri
del cuore si ritorna nudi, umiliati,
con i bubboni scoperti ma veri ed
autentici. Solo così cresce in noi
l’uomo nuovo, l’uomo rappacifi
cato. Con se stesso, prima che con
gli altri.
Pagine bibliche Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
Anno della Misericordia 2015/16
Catechesi sulla parabola
del Padre Buono/3
Il Figlio minore/3 Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Non di solo pane Numero 743 pagina 11
I Settimana di Quaresima
Quante pagine della Sacra Scrittura possono essere meditate nelle settimane della Quaresima per
riscoprire il volto misericordioso del Padre!
Papa Francesco
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la
condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Brano Evangelico: Lc 11, 2932
Contemplo: Lavami, o Dio,
dalla mia colpa (Sal 50,4)
«Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi pu-
ro» (Sal 50,4). La nostra esperien-
za quotidiana ci insegna che
siamo poveri peccatori, fragili
e incostanti nel bene, nella fi-
ducia in Dio. Riconoscere da-
vanti a Dio il nostro peccato e
chiedergli perdono è il primo
passo verso la pace interiore.
Saremo così capaci di compren-
dere e perdonare il nostro pros-
simo.
Il Santo del giorno:
San Costabile Nacque verso il 1070 a Tresino in Lucania dalla nobile famiglia Gentilcore. A sette anni Costabile fu affidato all'abate di Cava dei Tirreni, Leone I, divenendo poi monaco nella stessa Abbazia. Dimostrò un impegno encomiabile nella Regola benedettina nella
vita monastica, tale che fu incaricato dall'abate di importanti trattative di affari. Il 10 gennaio 1118, con il pieno consenso dei monaci, fu elevato dall'abate a suo coadiutore, succedendogli poi nella carica alla sua morte, il 4 marzo 1122. Morì il 17 febbraio 1124 a soli 53 anni. Dopo la morte apparve varie volte agli abati suoi succes
sori, venendo in loro aiuto nelle contingenze. Si ricordano i suoi interventi prodigiosi per la salvezza delle navi, che in seguito appartennero all'Abbazia, al punto che per tutto il Medioevo fu ritenuto protettore dei marinai dell'Abbazia stessa.
Mercoledì 17
Febbraio
I Settimana del Salterio
Agisci
Per un sincero percorso
di conversione c'è biso-
gno di umiltà. Finché
restiamo seduti sul no-
stro trono, sentendoci re
e padroni assoluti della
nostra vita, non c'è pos-
sibilità di vero penti-
mento. Chiederò a Ma-
ria, modello di umiltà,
che mi aiuti a rinunciare
alle mie false sicurezze
per affidarmi a Dio.
Non di solo pane Numero 743 Tempo di Quaresima pagina 12
Gionata 3,1-10
I Niniviti si convertirono dalla
loro condotta malvagia.
L'appello alla conversione è rivolto a tut
ti, anche a chi non appartiene al popolo d'
Israele. come ali abitanti di Nìnive. Que
sto invito alla conversione raggiunge i
niniviti attraverso la voce del profeta Gio
na, che accetta di mettersi a servizio di
Dio per il bene degli altri, anche se non
sono suoi fratelli e non appartengono al
suo popolo. Hai mai pensato che Dio può
chiedere anche la tua collaborazione per
chiamare alla conversione i lontani che
incontri nella vita di ogni giorno e che
forse non avranno altre occasioni di arri
vare alla fede se non attraverso di te? È
proprio così: Dio ti chiede, oggi, di accet
tare di attraversare la Nìnive in cui vivi,
annunciando a tutti il suo amore.
Dal Libro del Profeta Giona Appello alla conversione
Preghiera
Signore Gesù, infondi nel nostro cuore
l'umiltà di chi crede nell'altro prima di
credere troppo in se stesso. Dona alla
nostra mente la santa curiosità di chi sa
sperare come i bambini, i quali si aspet-
tano sempre qualcosa di nuovo e di bel-
lo. Ricordaci ogni giorno che il inondo
degli altri viene da te e che tu te ne pren-
di cura chiedendoci di fare altrettanto.
Kyrie eleison!
Medita La Parola
… ma qui nel mondo Meditazione di Fiorella Elmetti
"Voglio stare nel mondo, dare un senso alla mia
vita, e riempirla di sorrisi nuovi e veri", diceva
una canzone di Pierangelo Bertoli. In questi bre-
vi versi si rileva la volontà di condividere la vita,
anche se difficile, cercando di migliorarla e di
renderla più vivibile. Ben diverso è stato il com-
portamento di Giona che per paura fugge prima
la vocazione che Dio gli assegna, poi la accetta
anche se a malincuore, predicando la necessità
della conversione dai peccati. Eppure, Dio non lo
mette in castigo come un profeta fallito, ma fa
di lui “un segno per quelli di Ninive”. Con Gesù
la nostra vita acquista profondità: “qui vi è uno
più grande di Giona”. Etty Hillesum ce lo confer-
ma a modo suo: "E' vero, ci portiamo dentro pro-
prio tutto, Dio e il cielo e l'inferno e la terra e la
vita e la morte e i secoli, tanti secoli. Uno sce-
nario, una rappresentazione mutevole delle cir-
costanze esteriori. Ma abbiamo tutto in noi stes-
si e queste circostanze non possono essere mai
così determinanti, perché esisteranno sempre
delle circostanze - buone e cattive - che dovran-
no essere accettate, il che non impedisce poi
che uno si dedichi a migliorare quelle cattive.
Però si deve sapere per quali motivi si lotta, e si
deve cominciare da noi stessi, ogni giorno da ca-
po". Di certo, non possiamo contare sulle nostre
forze umane. Di certo, dobbiamo tenere gli oc-
chi aperti e il cuore in ginocchio per non lasciar-
ci assorbire dalla routine, dal “tanto…cosa posso
fare io?”. Don Aldo Vignola affermava che occor-
re “una vita di preghiera, ma qui nel mondo: do-
ve si vive, si condividono e si devono santificare
con Cristo i valori e le tensioni del proprio tem-
po, le fatiche e le gioie, le aspirazioni e le pene
degli uomini, per cercare insieme in Cristo la
risposta ai loro problemi…”.
Non di solo pane Numero 743 pagina 13
Giovedì 18
Febbraio
I Settimana del Salterio
I Settimana di Quaresima
Riscopriamo le opere
di misericordia corporale!
Papa Francesco
Il Santo del giorno:
Beato Giovanni da
Fiesole
Il beato domenicano
Giovanni di Fiesole è
meglio conosciuto
come Beato Angeli
co. Esercitò l'arte
predicatoria con il
pennello, dipingendo
moltissimi capolavo
ri tra i quali la cele
berrima Annuncia
zione. Nato alla fine
del Trecento con il
nome di Guido a
Vicchio di Mugello,
entrò con il fratello
Benedetto nel con
vento di Fiesole. O
però a Firenze, in
tutta la Toscana, a
San Pietro e nei pa
lazzi vaticani, su in
vito di Eugenio IV.
Morì a Roma nel
1455 nel convento di
Santa Maria sopra
Minerva, dove tutto
ra sono conservate le
sue spoglie. Giovan
ni Paolo II l'ha pro
clamato nel 1984 pa
trono universale de
gli artisti.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».
Brano Evangelico: Mt 7,712
Contemplo: Chiedete e vi
sarà dato (Mt 7,7)
Ispiraci, o Padre, pensieri e
propositi santi, in modo da
chiedere ciò che realmente ci
aiuta nella fedeltà ai tuoi co-
mandamenti. Tu vuoi infondere
in noi il tuo Spirito, affinché
siamo realmente tuoi figli, e ci
hai donato il tuo Figlio diletto,
per mostrarci in lui tutto ciò
che dobbiamo fare e come
dobbiamo camminare dinanzi a
te in purezza di cuore.
Agisci
Ci sono dei momenti
nella vita in cui ci
sembra di essere com-
pletamente soli, ab-
bandonati da tutti. In
chi cerchiamo aiuto?
Con l'intercessione di
Maria, aiuto dei cri-
stiani, oggi mi rifugio
presso il Signore.
Non di solo pane Numero 743 Tempo di Quaresima pagina 14
Medita la Parola
Nel segreto Meditazione di Fiorella Elmetti
«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete;
bussate e vi sarà aperto».
Gesù si rende presente attraverso la bontà dei suoi
figli, attraverso tanti gesti di generosità che vengo-
no compiuti nel segreto, senza fatti eclatanti, nel
silenzio che avvolge la semplicità di piccole azioni
quotidiani. Il miglior commento al Vangelo di oggi
è questo episodio accaduto a Madre Teresa di Cal-
cutta.
Un giorno, a Calcutta, venne un uomo con
una ricetta e disse: «Il mio unico figlio sta
morendo e questa medicina la si può trovare
soltanto fuori dall'India». Proprio in quel mo-
mento, mentre stavamo ancora parlando,
venne un uomo con un cesto pieno di medi-
cine e, proprio sopra a tutte, c'era il farma-
co che ci occorreva. Se fosse stato sotto le
altre non l'avrei scorto. Se fosse venuto pri-
ma o subito dopo, non l'avrei potuto vedere.
Ma in quel preciso momento, tra milioni e
milioni di bambini nel mondo, Dio, nella sua
tenerezza, si era preoccupato di quel picci-
no che stava negli slums di Calcutta fino a
mandare, nel momento esatto, quel cesto di
medicine per salvarlo. Sia lode alla tenerez-
za dell'amore. di Dio, poiché ogni piccolo,
sia che appartenga a una famiglia ricca o a
una povera, è figlio di Dio, creato dal Crea-
tore di tutte le cose.
Ester 4,17
Non ho altro soccorso fuori di te, o
Signore.
Spesso la nostra preghiera diventa vera
solo quando siamo alle strette e ci ve
diamo senza più nessun appiglio. Proba
bilmente la ragione è da ricercare nel
fatto che, quando siamo nella sof
ferenza, diventiamo più veri e realisti
nei confronti di noi stessi e di Dio. Ab
biamo bisogno di aiuto e sappiamo che
solo lui può darcelo davvero. La regina
Ester, di fronte alla minaccia che in
combe sul suo popolo, si rivolge all'uni
co in grado di mostrare una via, una so
luzione per una situazione altrimenti
senza uscita. In questa Quaresima prova
a esercitarti in una preghiera più essen
ziale e semplice, ma anche più vera e
autentica: quella che nasce dal cuore.
nella fiducia e nella certezza che lui ti
ascolta sempre, anche quando ti sembra
che non sia così.
Dalla Prima Lettura Dal Libro di Ester
Preghiera
Signore Gesù, anche noi talora siamo
davanti a te come orfani alla ricerca di
un riparo, di un conforto, di un'ispira-
zione capace di rimettere in moto la
vita e di rinnovare la speranza. La pre-
ghiera che ti rivolgiamo sia per noi un
intimo laboratorio attraverso cui il no-
stro cuore divenga sempre di più conte
il tuo. Kyrie eleison!
Non di solo pane Numero 743 pagina 15
Venerdì 19
Febbraio
I Settimana del Salterio
I Settimana di Quaresima
Essere confessori significa partecipare della stessa missione di Gesù ed essere segno
concreto della continuità di un amore divino che perdona e che salva.
Papa Francesco
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella
degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli
antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi
dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi
poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice:
“Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta
all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono
davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo
dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui,
perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga getta
to in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino
all’ultimo spicciolo!»
Brano Evangelico: Mt 5,2026
Contemplo: Riconciliati con il
fratello (cf Mt 5,24)
I doni che offriamo in chiesa so-
no importanti, ma più importan-
te è avere il cuore libero da ri-
sentimenti. Facciamo in modo
che nel nostro intimo non riman-
gano contese e gelosie, disponia-
moci al perdono, alla riconcilia-
zione, affidando a Dio le nostre
fatiche e le nostre sofferenze.
Allora potremo offrire a Dio un
dono a lui gradito.
Agisci:
È questo il punto cen-
trale di un cammino di
conversione: formare
un cuore nuovo, un
nuovo modo di pensa-
re, sentire, agire. Og-
gi chiederò a Dio que-
sta grazia, perché an-
che io possa essere,
come Maria, una
"dimora tutta consa-
crata a Dio".
Il Santo del giorno: Beato Corrado Confalonieri
Nato a Piacenza nel 1290, era di nobili origini. Un giorno accusò un uomo innocente di un incendio appiccato da lui stesso durante una battuta di caccia. Di fronte alla condanna a morte per l'uomo accusato ingiustamente Corrado si mosse e pietà e ammise la sua respon
sabilità. Dopo aver pagato i danni causati si ritrovò in povertà. Assieme alla moglie vendette gli averi e ne diede il ricavato ai poveri. Abbracciate la regola di Francesco e Chiara decisero di diventare religiosi. Corrado quindi divenuto terziario francescano si ritirò in eremitaggio. Dopo aver vagabondato in solitudine approdò all'isola di Malta. Da qui riprese il mare e giunse al porto di Palaz
zolo e da qui a Noto Antica. Giunto nella Val di Noto vi passò trent'anni, tra la preghiera, il servizio e il romitaggio. Gli si attribuiscono molti miracoli. Morì mentre era in preghiera, il 19 febbraio 1351. Gli e' comunemente attribuito il titolo di santo. Cosi' fa pure la Bibliotheca Sanctorum. Il Martyrologium Romanum, invece, lo qualifica come "beato".
Non di solo pane Numero 743 Tempo di Quaresima pagina 16
Medita la Parola
Guardare il bene e non uccidere con le chiacchiere Meditazione di Eletti Fiorella
La giustizia cristiana deve essere superiore a
“quella degli scribi e dei farisei”, perché si fa
davvero presto ad “uccidere”, sia col pensiero
che con la lingua. Così è per l’invidia, sottolinea
Papa Francesco, “uccide e non tollera che un
altro abbia qualcosa che io non ho. E sempre
soffre, perché il cuore dell’invidioso o del gelo-
so soffre. E’ un cuore sofferente!... Ma quante
volte nelle nostre comunità per gelosia si ucci-
de con la lingua. Uno ha invidia di questo, di
quell’altro e incominciano le chiacchiere: e le
chiacchiere uccidono! E io, pensando e riflet-tendo su questo passo della Scrittura, invito me
stesso e tutti a cercare se nel mio cuore c’è qualcosa di gelosia, c’è qualcosa di invidia, che
sempre porta alla morte e non mi fa felice; per-
ché sempre questa malattia di porta a guardare quello che di buono ha l’altro come se fosse
contro di te. E questo è un peccato brutto! E’ l’inizio di tante, tante criminalità. Chiediamo al
Signore che ci dia la grazia di non aprire il cuore
alle gelosie, di non aprire il cuore alle invidie, perché sempre queste cose portano alla morte.
Pilato era intelligente e Marco nel Vangelo dice che Pilato se ne era accorto che i capi degli scri-
bi gli avevano consegnato Gesù per invidia.
L’invidia, secondo l’interpretazione di Pilato,
che era molto intelligente ma codardo!, è quella
che ha portato alla morte Gesù. Lo strumento,
l’ultimo strumento. Glielo avevano consegnato per invidia. Anche chiedere al Signore la grazia
di non consegnare mai, per invidia, alla morte
un fratello, una sorella della parrocchia, della
comunità, neanche un vicino del quartiere: o-
gnuno ha i suoi peccati, ognuno ha le sue virtù.
Sono proprie di ognuno. Guardare il bene e non
uccidere con le chiacchiere per invidia o per ge-losia”.
Ez 18,2128
Forse che io ho piacere della morte
del malvagio, o non piuttosto che
desista dalla sua condotta e viva?
Ciascuno di noi ha per la salvezza o la
perdizione degli altri, un ruolo impor
tante. Chissà quante volte avresti potuto
avvisare coloro che il Signore ti ha mes
so accanto per riportarli a lui e al suo
amore e, per tanti motivi, non lo hai fat
to. Dunque la responsabilità è grande: a
volte, con tatto e rispetto, puoi dire sem
plici parole o fare piccoli gesti che pos
sono tirare fuori dal buio coloro che,
forse, hanno bisogno anche solo di un
incoraggiamento. Del resto, anche tu lo
avrai sperimentato: quante volte Dio ti
ha mandato la persona giusta al momen
to opportuno perché tu potessi incon
trarlo o vederlo più chiaramente? Que
sto è un vero ministero nella Chiesa, che
si manifesta nella semplicità ma ha in sé
un valore infinito.
Dal Libro del profeta Ezechiele
La correzione fraterna
Preghiera
Grazie, Signore Gesù! Riceviamo da te, ogni giorno, il dono inestimabile della tua misericordia, che ci rende creature nuove: più profondo lo sguardo, più accogliente il cuore, più sicuro il passo. Come possiamo, salvati dalla forza del tuo amore, negare ai fratelli «lo spic-ciolo» della nostra fiducia, del perdo-no, di una mano tesa, di una parola di speranza? Kyrie eleison!
Non di solo pane Numero 743 Tempo di Quaresima pagina 17
spiritualità Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
Perdonare le offese ricevu-
te non è solo un' opera di
misericordia spirituale, l'a-
pice e la perfezione dell'a-
more, ma è una necessità,
una sorta di pulizia psichica
e interiore. Perdonare è un
bene che facciamo a noi
stessi prima che all'altro, è
un atto dovuto alla nostra
esistenza più che un' opera
virtuosa. E' necessario per-
donare, fa bene perdonare.
Il rancore è una sorta di
morbo maligno, inquina le
sorgenti del cuore, rende
l'uomo cattivo, fa emergere
dagli abissi interiori il peg-
gio di noi. Le offese devono
rimanere sole; guai se tro-
vano delle resistenze, cioè
dei rancori, s'infiammeran-
no sempre più, distruggen-
do chi le ha subite. La
scrittrice Isabel Allende,
nipote del presidente Allen-
de, morto durante il golpe
del "funeralissimo" e
"benedettissimo" Arturo Pi-
nochet, confessa: «Ho per-
donato Pinochet perché non
potevo più sopportare di
provare rabbia e odio. Non
avrebbe fatto male a Pino-
chet, ma a me». Il risenti-
mento è preludio di danna-
zione, o meglio, è un picco-
lo inferno sulla terra; ogni
anelito al compimento, il
desiderio di pace, il soffio
vitale della beatitudine si
infrangono sugli scogli gelidi
e ruvidi del livore. Il per-
dono delle offese implica
un “lasciar andare”, uno
spezzare non certo il ricor-
do, ma il debito contratto
da chi ha commesso il male.
L’atto del perdono si mo-
stra così capace di guarire
non solo l’offensore, ma
anche l’offeso: “il perdono
è l’unica reazione che non
si limita a reagire, ma che
agisce nuovamente e ina-
spettatamente, non condi-
zionato da un atto che l’ha
provocato, e che quindi li-
bera dalle sue conseguenze
sia colui che perdona sia
colui che è perdona-
to” (Hannah Arendt).
Anno della Misericordia 2015/16
Le opere di Misericordia
Perdonare le offese Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Non di solo pane Numero 743 pagina 18
Sabato 20
Febbraio
I Settimana del Salterio
I Settimana di Quaresima
"Un anno di misericordia" è questo quanto viene
annunciato dal Signore e che noi desideriamo vivere.
Papa Francesco
Brano Evangelico: Mt 5, 4348
Contemplo : Siate perfetti co-
me il Padre (Mt 5,43)
«Siate perfetti come è per-fetto il Padre vostro cele-ste» (Mt 5,43). Signore Gesù, tu ci chiedi qualcosa di vera-mente difficile per le nostre povere forze, ma apri i nostri
cuori alla tua grazia, e so-stienici con il tuo amore, al-lora potremo davvero amare e perdonare il nostro prossi-mo, accogliendolo come tu ci
hai insegnato a fare.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Agisci
Non sono le cose che
diciamo che contano,
ma quelle che faccia-
mo. La parola di Dio ci
viene data per essere
messa in pratica. Oggi
farò particolare atten-
zione affinché alle mie
parole seguano coeren-
temente i fatti.
Il santo del giorno: San Leone di Catania Vescovo Leone, nacque a Ravenna, nel 720 d.C.. Ancora giovane entrò nell'ordine dei monaci benedettini e si trasferì a Reggio Calabria. Qui rimase fin quando fu eletto vescovo di Catania. Si narra che i catanesi, dovendo eleggere un nuovo vescovo, a
vessero avuto in sogno da un angelo che a Reggio Calabria vivesse Leone che sarebbe stato la persona giusta. Inizialmente Leone, non ritenendosi degno, rifiutò, ma dopo molte insistenze, accettò. In quegli anni, in tutto l'Impero bizantino era in atto la distruzione delle immagini sacre «iconoclastia». Coloro che non ubbidivano all'editto che metteva al
bando le icone venivano incarcerati. Leone si oppose a questa legge. Per tale ragione il governatore della Sicilia ne ordinò l'arresto e Leone fu costretto a rifugiarsi sulle montagne. Dopo molti anni ritornò a Catania dove riprese il suo seggio vescovile e dove morì il 20 febbraio 789.
Non di solo pane Numero 743 Tempo di Quaresima pagina 19
Dt 26,1619
Sarai un popolo consacrato al
Signore tuo Dio.
Dio si impegna con Israele in un'alle
anza. Ma un'alleanza, per essere valida,
deve avere dei diritti e dei doveri da
parte di entrambe le parti: ciò significa
che Dio sarà fedele alle sue promesse a
patto che il popolo eletto si impegni a
osservare la sua legge. II premio per
questa promessa adempiuta è che Israe
le sarà un popolo particolare, cioè avrà
con l'Altissimo una confidenza che nes
suno ha mai avuto. Dio ha stipulato que
sta alleanza d'amore anche con te, ma
ricorda che anche tu hai dei doveri. Ge
sù, che ha pagato questa alleanza d'amo
re tra te e il Padre. ti chiede di fare la
stessa cosa che lui ha fatto. Dunque,
non si tratta tanto di offrire a Dio dei
sacrifici o di osservare letteralmente
delle regole, quanto piuttosto di donar
gli tutto te stesso, così come lui ha fatto
con te.
Dal Libro del Deuteronomio
Diritti e doveri
Preghiera
Signore Gesù, noi non sappiamo se siamo giusti o ingiusti... non lo sappia-mo di noi stessi e come potremmo mai saperlo degli altri? Aiutaci ogni giorno a rifuggire dalla ricerca dello straordi-nario e insegnaci le vie ordinarie di un amore che è sempre unico.
Kyrie eleison!
Medita La Parola
La bellezza dell’amore Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Perché devo amare sempre e comunque? Perché
questo bene deve andare oltre gli umani limiti,
fino ad accettare quelli che mi hanno fatto del
male, coloro che il Vangelo di oggi chiama
“nemici”? Non ho mai capito fino in fondo questo
“estremo”, questa legge evangelica che mi rende
debole e “stupido” agli occhi degli uomini. Alcuni
giorni fa ho trovato alcuni appunti relativi ad un
corso di esercizi che risalgono agli anni di teologi-
a. Avevo appuntato una citazione tratta da “le
Meditationes” di Guigo I, priore certosino (1083
circa - 1137): «l'essere privato di una bellezza o di
una perfezione naturale non è ugualmente danno-
so ad ogni cosa. Infatti se la rosa cessasse di avere
il suo colore naturale o il giglio di profumare, il
danno sarebbe piccolo per me, che pur amo que-
ste sensazioni; ma per essi, ossia per la rosa e per
il giglio, sarebbe molto più terribile, perché priva-
ti della loro propria e naturale bellezza».
L’amore, come la bellezza, non può perdere il
proprio colore, la fragranza del suo profumo, la
freschezza di una giovinezza che va oltre i limiti
del tempo e delle stagioni. Se un fiore si altera e
appassisce perde tutte le sue prerogative; così
l’amore: se non abbraccia tutti gli uomini, anche
coloro che ci hanno offeso o fatto del male, perde
il suo pregio, la propria virtù. E l’amore, quando
perde di qualità, si altera, subisce una metamor-
fosi e si trasforma nella propria antitesi: cattive-
ria, rancore, odio. La perfezione di cui parla Gesù
nel Vangelo non può essere corrosa dai torti subi-
ti, da quelle naturali antipatie che avvertiamo nei
confronti “di chi non la pensa come noi”, dalle
invidie o dai rancori che si accavallano, come on-
de spinte dal turbine, dentro di noi. “Beati i miti
perché erediteranno la terra... ; beato l’uomo
che «fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra
i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli in-
giusti».
333/3390059 don Luciano
Anno XV- n. 743
Domenica 14 Febbraio 2016
Chiuso il 09/02/2016
Numero copie 1470
Coordinatrice Fiorella Elmetti
Redazione
don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini,
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti
Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea
Ideato da don Luciano Vitton Mea
Sussidio di preghiera per la famiglia
Per la tua vita spirituale visita
Vi troverai:
Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo
Ti aspetto ogni giorno su:
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