nº 8 l'eco dal santa caterina

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1 In questo numero : 1. Redazionale. 2. Uova di Pasqua del Nido 3. La ricreazione secondo Nily 4. Una giornata di accoglienza 5. Il gioco-scherma 6. Indovina indovinello (soluzioni e classifica) 7. Home of the Lions 8. Una mattina in redazione 9. Il diario di Marghe (6^ puntata) 10.L’uomo e l’etica : quali valori (resoconto di un’esperienza – 2^ parte) 11.A teatro Versi per il “Giulio Cesare” 12.Cronaca di una gita a Barcellona Istituto Arcivescovile Paritario Santa Caterina 56127 Pisa, Piazza S.Caterina n. 4. tel. 050.55.30.39 e_mail : [email protected] ; http//www.scaterina-pisa.it Redazionale E’ stato faticoso mettere insieme questo numero, forse perché si comincia a sentire aria di vacanze, ma la Redazione continua a registrare le informazioni che provengono come un “eco” dal Santa Caterina. Molte le attività realizzate, molte ancora quelle in corso d’opera, ci piacerebbe però che nel prossimo numero arrivassero da parte di tutte le componenti suggerimenti, osservazioni, indicazioni per migliorare ancor di più un prodotto che riteniamo possa diventare un utile strumento per tutti. In particolare suggeriamo per il prossimo anno scolastico un Comitato Redazionale allargato agli alunni e a qualche genitore, visto che queste componenti, a cui è diretta la pubblicazione, non sono state, se non in parte, direttamente coinvolte nella programmazione. La Redazione dunque, nel ringraziare per gli attestati di stima espressi da più parti, esorta tutti alla massima collaborazione in vista della chiusura annuale della pubblicazione. La Santa Pasqua del Nido By Nily

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Periodico di informazione dell'istituto paritario arcivescovile "Santa Caterina" di Pisa

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In questo numero :

1. Redazionale. 2. Uova di Pasqua del Nido

3. La ricreazione secondo Nily

4. Una giornata di accoglienza 5. Il gioco-scherma

6. Indovina indovinello (soluzioni e classifica) 7. Home of the Lions

8. Una mattina in redazione 9. Il diario di Marghe (6^ puntata)

10. L’uomo e l’etica : quali valori (resoconto di

un’esperienza – 2^ parte) 11. A teatro Versi per il “Giulio Cesare”

12. Cronaca di una gita a Barcellona

Istituto Arcivescovile Paritario Santa Caterina 56127 – Pisa, Piazza S.Caterina n. 4. tel. 050.55.30.39

e_mail : [email protected]; http//www.scaterina-pisa.it

Redazionale

E’ stato faticoso mettere insieme questo numero, forse perché si comincia a sentire aria di vacanze,

ma la Redazione continua a registrare le informazioni che provengono come un “eco” dal Santa Caterina. Molte le attività realizzate, molte ancora quelle in corso d’opera, ci piacerebbe però che nel prossimo numero arrivassero da parte di tutte le componenti suggerimenti, osservazioni, indicazioni per migliorare ancor di più un prodotto che riteniamo possa diventare un utile strumento per tutti. In particolare suggeriamo per il prossimo anno scolastico un Comitato Redazionale allargato agli alunni e a qualche genitore, visto che queste componenti, a cui è diretta la pubblicazione, non sono state, se non in parte, direttamente coinvolte nella programmazione. La Redazione dunque, nel ringraziare per gli attestati di stima espressi da più parti, esorta tutti alla massima collaborazione in vista della chiusura annuale della pubblicazione.

La Santa Pasqua del Nido

L’ecologia vista dall’Infanzia

By Nily

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Qui Scuola dell’Infanzia

Rientrati dalle vacanze di Pasqua, bambini e insegnanti della Scuola dell’ Infanzia, hanno ospitato per 10 giorni un bambino inglese, di padre italiano e di madre giapponese; la sua presenza ha consentito alle insegnanti di approfondire con gli alunni il tema dell’ intercultura ed ai bambini, di trovare un nuovo amico che sperano possa presto tornare a far loro visita.

I bambini di 5 anni hanno avuto la notizia del rientro in Italia per le vacanze pasquali, di una compagna di classe dello scorso anno che attualmente si è trasferita con la famiglia in Germania.

Genitori e insegnante hanno pensato quindi che potesse essere piacevole organizzare un pomeriggio a sorpresa da trascorrere in un parco giochi con i gonfiabili, seguito da una cena in pizzeria, per far stare nuovamente insieme i bambini.

La serata di gioco, pizza, musica e balli di gruppo, ha lasciato nel cuore dei bimbi e dei rispettivi genitori molta gioia e voglia di organizzare quanto prima un nuovo incontro.

Proseguono il Progetto di Madrelingua Inglese, riservato a tutte le classi di età e quello di Disegno, riservato ai bambini di 4 e 5 anni.

Dall’infanzia col sorriso….

<< Maestraaaa, il mio spazzolino non ha più la gengiva!>> Dice D.(3 anni) alla maestra << Cosa non ha più il tuo spazzolino?>> Chiede la maestra. << La gengiva…vedi??? Questi sono i dentini (dice indicando le setole dello spazzolino) e qui c’ era la gengiva che ora non c’è più >> (indicando la ventosa che si era staccata ed era andata persa)

Elena Marroni

Il nostro piccolo ospite mentre disegna con gli altri bimbi, incuriosito dalla punta del pennarello rosso.

Tutti sui gonfiabili (in alto) e poi a tavola, con un certo languorino allo stomaco (a destra)

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Qui Scuola dell’Infanzia

Gioco-scherma (riservato ai bambini di 5 anni). Il progetto si pone obiettivi generali sia nell’area motoria (educazione posturale, affermazione della lateralità...) sia nell’area sociale (capacità di lavorare in gruppo, capacità di confronto...)

Gioco-scherma Come da programmazione annuale i nostri bambini si sono cimentati, sotto la guida di un esperto istruttore, nella nobile “arte della scherma”. Come possiamo vedere dalle foto i nostri piccoli spadaccini hanno dimostrato ben presto di aver assimilato i suggerimenti avuti : in guardia … posizione … pronti … via per la stoccata vincente. Senza dubbio un’iniziativa

che ha incontrato l’interesse degli allievi e ha loro permesso di imparare abilità motorie diverse da quelle esercitate in altre discipline. Da notare nella foto 2 a sinistra come i piccoli spettatori seguano con estremo interesse l’incontro tra i loro compagni e come l’istruttore (in quella successiva) corregge la postura e suggerisce la posizione per il colpo migliore.

Non poteva certo mancare il momento del disegno e della creatività, sempre accolto con entusiasmo. Ed allora eccoli tutti al lavoro intorno ad un tavolo : c’è chi aspetta l’ispirazione e chi invece si è messo subito al lavoro, ma al termine della giornata ognuno di loro avrà espresso le sue sensazioni, ben felice di aver trascorso il tempo senza nemmeno accorgersi del suo lento procedere.

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Nota di Redazione. Ci viene segnalato un certo disinteresse per la sezione relativa all’indovinelli. Prendiamo atto della cosa e vi comunichiamo che i primi 10 in classifica parteciperanno ad una selezione finale, la cui data verrà fissata nel mese di Maggio. Vi daremo ulteriori informazioni in seguito.

Qui Scuola Primaria

Indovina indovinello …

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Una mattina in redazione Dopo avere partecipato al concorso “Cronisti in classe” indetto da La Nazione per il 2013, e avere provato a scrivere una pagina di giornale (“I 350 del Santa Caterina per l’ambiente”, pubblicato il 7 marzo), la scorsa settimana siamo andati alla scoperta della redazione pisana di questo antico quotidiano. Ci ha accolto una collaboratrice che ci ha parlato di come è strutturato il giornale, da dove e come si traggono le notizie e come si fa a diventare giornalista.

Il “QN” ( Quotidiano Nazionale ) racchiude “Il Resto del Carlino”, la cui sede centrale è a Bologna, “La Nazione” con sede a Firenze e “Il Giorno” a Milano. Sfogliando le pagine del quotidiano edito a Pisa troviamo vari inserti: anzitutto quello delle notizie locali (la cronaca) scritto la sera per il mattino seguente, ma anche il “Primo Piano”, che viene scritto intervistando su diversi problemi le persone per strada, e aggiungendo poi la foto della persona stessa (in gergo, testina) per un motivo di veridicità e chiarezza. Di solito le pagine di giornale sono sempre disposte con un certo ordine, con le notizie divise in tre parti, anche se nella sezione “24 ore” le notizie sono presentate in ordine sparpagliato, separate le une con le altre da box. I giornalisti si informano con i cosiddetti giri di cronaca,

ovvero telefonate a polizia, ospedali, oppure attraverso i siti delle agenzie, che lanciano le notizie in forma molto sintetica ma in tempi strettissimi. Se un giornalista volesse un articolo scritto un po’ di tempo fa lo può ricercare su uno specifico motore di ricerca.

Qui Scuola Secondaria di 1° grado

Le foto sono la seconda cosa più importante di un articolo: vengono scattate sul posto dal fotografo e poi inviate al poligrafico che le adatta secondo le richieste. Dulcis in fundo il titolo, il quale ha lo scopo di stimolare il lettore a comprare il giornale; la cosa più noiosa è invece correggere i possibili refusi ed evitare le ripetizioni, facili a verificarsi quando più articoli di mani diverse si trovano nella stessa pagina. Ci sono notizie che non hanno una scadenza

brevissima, e dunque possono essere utilizzate anche a distanza di qualche giorno, ma altre (quelle ad esempio di cronaca nera) accadute il giorno stesso devono essere obbligatoriamente stampate sul quotidiano del giorno dopo. Anche se la redazione è chiusa, un giornalista è sempre di turno: è suo compito fare un giro di cronaca e se esce una notizia di un certo peso deciderà di sacrificare qualcosa già in stampa, fermando la stampata in corso per inserire il nuovo articolo. Il Capo della redazione centrale coordina gli altri capi delle varie province; ogni mattina si riuniscono in videoconferenza per scambiarsi informazioni e notizie. Una fra le molte domande che abbiamo posto a Eleonora Mancini, la giornalista che ci ha accolto in redazione, è la seguente: come si fa a diventare

giornalisti? Per diventare giornalista professionista bisogna conseguire una laurea e frequentare poi una scuola specifica, al termine della quale si deve superare un esame. Il lavoro del giornalista è molto pesante e difficile, quindi deve essere veramente una passione. Grazie a questa esperienza abbiamo potuto conoscere cosa c’è dietro a quelle pagine che sfogliamo ogni giorno.

Matilde Maria G.

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Qui Scuola Secondaria di 1° grado

Il diario di Marghe (6^ puntata)

Venerdì 17 agosto - Il lancio del portafoglio Caro diario, ciò che ti sto per raccontare é accaduto circa alle 16,30 di oggi: ora sono le 21,00 e non ho ancora smesso di ridere. Hai presente mio nonno Battista? Lo sai che è un tipo un po' pazzerello, vero? Bene, oggi io e i miei genitori eravamo già pronti, sulla macchina, con il motore acceso, per andare a Cosenza a fare spese. Eravamo tutti pronti meno Battista, che ovviamente non voleva lasciare casa senza il suo portafoglio. Devi sapere che mio nonno aveva perso il portafoglio la sera prima, ma non aveva dato peso alla cosa perché aveva sonno e voleva andare a

dormire con l'idea di cercarlo il giorno dopo. Così oggi pomeriggio due minuti prima di partire era in cerca del portafoglio sparito misteriosamente. Però dopo aver perlustrato il primo e il secondo piano, é sceso in giardino per chiedere a mio padre dove poteva mai essere il portafoglio, così mio padre ormai seccato gli ha risposto che forse lo aveva lasciato in garage nella sua macchina. Allora Battista digrignando i denti e tirando malefici al cielo é andato in garage, ha aperto la macchina e una volta trovato il portafoglio lo ha scaraventato in terra con l'accusa che era colpa del portafoglio se lo aveva cercato con molta fatica per tutta la casa. Io a quel punto ho iniziato a ridere e ho smesso solo adesso.

Sabato 1 settembre - Una notte sugli alberi

Caro diario, ieri sono rientrata dalla Calabria e oggi siamo già ripartiti per passare gli ultimi giorni di vacanza in montagna, per la precisione in Friuli Venezia Giulia. Devi sapere che io e la mia famiglia non abbiamo alloggiato in un albergo, ma nientemeno che in una casetta sull'albero. Infatti un albergatore di Claut, il posto in cui siamo in vacanza, l'anno scorso ha deciso di costruire il Tree Village: delle magnifiche casette di legno costruite sopra gli alberi, senza nemmeno usare un chiodo, dove può dormire e mangiare la gente che viene qui da tutto il mondo. Ti racconto come é andata. Quando siamo arrivati la guida ci

ha mostrato la nostra casetta, poi ci ha fornito di sacchi a pelo e ci ha augurato la buona notte. Altro che buona notte! Per tutta la sera, infatti, abbiamo sentito il verso dei gufi e degli altri animali notturni. Dopo un po' però mi sono addormentata e la mattina seguente ho fatto colazione con latte e focacce cucinate sul fuoco acceso all'aperto. Mi sono divertita tantissimo e spero di poterci ritornare anche l'anno prossimo.

Lunedì 3 settembre - Il mio amico Vasso

Caro diario, come sai sono in vacanza con i miei genitori in Friuli. Dopo essere stata a dormire sull'albero, adesso siamo ospiti dei nostri amici: Vasso e Claudia, che vivono con il loro simpaticissimo cane Lefchí. Nel caso tu pensassi che fosse proprio Lefchí a farmi divertire di più, allora ti sbagli di grosso, perché é Vasso quello che mi fa morire dal ridere. Devi sapere che Vasso é un nonno fantastico: urla in continuazione per parlare con sua moglie Claudia e con tutti gli altri, fa le linguacce quando cerco di fotografarlo, mi nasconde il computer e il telecomando della tv per farmi i dispetti e mi chiama Paxinú appena provo a protestare per qualcosa (Vasso é greco e Paxinú pare che sia stata una grande attrice drammatica anche lei greca). Come ti ho già detto mia madre sta cercando di mangiare vegetariano, ma a quanto pare Vasso non é affatto d'accordo. É successo che l'altra sera stavamo mangiando e lui ha preso dal frigo del salame e voleva a tutti i costi che mia mamma lo mangiasse. Ad un certo punto con il suo vocione le ha gridato: "Prendine due fette!". Mia mamma ovviamente ha risposto: "No, grazie". E lui di nuovo: "Prendine due fette... O lo butto nell'insalata!". A quel punto la povera aspirante vegetariana ha capitolato...

Margherita S. – classe III B

Siamo arrivati alle ultime puntate di questo diario che ci ha accompagnato, divertito, annoiato e tediato per un bel po’ … ma non per questo non dobbiamo riconoscere a Marghe il coraggio di essersi messa in discussione e di aver condiviso le sue “avventure” con gli altri. Un esempio da seguire, lo riproporremo il prossimo anno come appuntamento di una rubrica che si intitolerà “Caro diario …”; cominciate fin da ora a pensarci ! ci aspettiamo una massiccia adesione, perché siamo curiosi. Al prossimo anno allora !

La Redazione.

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L’UOMO E L’ETICA : QUALI VALORI ? (indagine conoscitiva anonima a scopo di programmazione didattica)

Qui Liceo Scientifico

(parte 2^)

1.2. PROBLEMI FONDAMENTALI DELL’ETICA

Il problema della libertà

Il problema della libertà è fondamentale nell’etica perché se un’azione non è libera, chi la compie non è responsabile di ciò che fa e, in assenza di responsabilità non si danno azioni morali, ma solo esecuzioni di ordini o adeguamento ad uno stato di necessità (faccio così perché non posso fare altrimenti). Allora il concetto di responsabilità discende immediatamente dal concetto di volontà. Essere moralmente responsabili significa infatti scegliere volontariamente di fare una certa cosa e, di conseguenza, farla consapevolmente, cioè avendo ben chiare le motivazioni e le conseguenze delle proprie azioni. Se quindi da una parte la libertà è necessaria perché si verifichino le condizioni che rendono possibile il comportamento morale, dall’altra parte il suo esercizio solleva il problema del limite. Porre dei limiti alla libertà individuale significa fondamentalmente stabilire che ognuno è libero di fare ciò che crede, purchè questo non comprometta la libertà degli altri.

Per evitare però che si cada nell’anarchia del “pur nel rispetto reciproco, ciascuno faccia ciò che gli pare” è necessario un ulteriore correttivo nell’esercizio della libertà. La tradizione filosofica ha formulato due grandi teorie relative alla libertà:

Teoria n.1: libertà come adeguamento a un ordine e

Teoria n.2: libertà come libero arbitrio Teoria n.1: libertà come adeguamento a un ordine Questa affermazione significa che io sono libero se e quando accetto consapevolmente di adeguarmi a un ordine a me superiore. Affermava Seneca (stoicismo – I sec. D.C.) che è libero solo chi fa consapevolmente e volentieri ciò che comunque non potrebbe non fare. Si tratta di un concetto spirituale di libertà, perché intesa in questo modo, consiste nel conoscere la legge delle cose e nell’accettarla. Teoria n.2: la libertà come libero arbitrio In questo caso libertà significa avere la possibilità di esercitare le proprie scelte, compiere un’azione piuttosto che un’altra, solo sulla base del proprio volere individuale, senza alcun riferimento ad un ordine superiore. In generale il libero arbitrio è ciò che intendiamo noi moderni quando parliamo di libertà. Ci sentiamo liberi quando possiamo esercitare la nostra facoltà di scelta tra opzioni diverse, senza subire condizionamenti o restrizioni.

Il problema del male La questione riguarda principalmente la definizione di male. Due sono le concezioni principali:

La concezione di chi considera il male in relazione al bene

La concezione di chi lo definisce come una realtà a se stante

Il male come assenza di bene In questo caso la definizione di male dipende dalla definizione che diamo al bene. Questa interpretazione del male è quella che per lungo tempo ha dominato la ricerca filosofica: fino al cristianesimo medioevale il male viene definito come assenza o diminuzione di bene, il male è allontanamento da Dio che è il bene. Questa impostazione ha il merito di dare un’idea chiara del male, ma ha il limite di far dipendere il male dal bene,

per cui invocare il bene per spiegare il male significa ammettere che se non esistesse il bene, non esisterebbe il male. Oppure basta dire che il bene è relativo per affermare che il male lo è. Ma in questo caso si arriverebbe a sostenere che ciò che è male in un contesto, non lo è più in un altro. Il male come realtà indipendente Soprattutto grazie alla riflessione cristiana moderna e contemporanea ha preso forma una diversa concezione che considera il male come una realtà autonoma e operante in modo indipendente. In questo senso il male esiste autonomamente e, conferisce ad esso una realtà e una potenza specifiche.

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IL PROBLEMA DELLA

SCELTA

Mario Bruselli

Qui Liceo Scientifico

Questa prospettiva può avere, sul piano etico, conseguenze molto diverse:

da un lato l’azione del bene e del male viene spiegata attraverso il dualismo morale: esistono due principi indipendenti e in eterna lotta tra loro che operano nel mondo, indipendentemente dalla volontà umana. L’unica possibilità dell’uomo è decidere da che parte stare;

dall’altro il bene e il male vengono fatti dipendere dalla volontà umana, intessa come libero arbitrio. In questo caso il bene e il male non operano più autonomamente e indipendentemente dalla volontà umana. E’ grazie alla libera volontà umana e individuale che è consentito loro di agire.

Il problema dell’interiorità e dell’esteriorità

Interiorità di un’azione significa che ciò che conta nell’agire morale non è tanto l’agire in se stesso, quanto piuttosto l’intenzione. Non contano i risultati dell’azione, ma le intenzioni con cui si è compiuta. Se voglio aiutare un amico ma nel farlo finisco per danneggiarlo, sono moralmente innocente. Questa dimensione dell’etica è profondamente radicata in noi ed è quella che noi esprimiamo, per esempio, quando ci scusiamo dicendo “non l’ho fatto apposta”, “non era nelle mie intenzioni”. All’interiorità dell’etica appartengono fenomeni come il volere, l’intenzione, il desiderio di fare il bene o di fare il male. Parlare di esteriorità dell’etica significa invece spostare l’accento sull’azione in se stessa valutata per le sue conseguenze oggettive: ciò che conta è il risultato di un’azione indipendentemente dai motivi per cui viene compiuta. Se decido di danneggiare un amico, ma finisce che al di là delle mie intenzioni lo aiuto e lo favorisco, sono moralmente innocente. 1.3. PRINCIPALI MODELLI ETICI NEL MONDO CONTEMPORANEO Etica soggettivistica-libertaria Questo modello pone al centro dell’attenzione il valore dell’ autonomia individuale: ogni individuo ha il diritto di determinarsi da sé nella più assoluta libertà, facendo riferimento solo a se stesso nel compiere una scelta. La libertà personale incontra ovviamente dei limiti nella libertà delle altre persone: l’esercizio della propria libertà non può recare danno alla libertà altrui. La critica che si può muovere a questa teoria è che considera prioritario l’esercizio dell’autonomia individuale, privando del carattere di universalità i valori morali. Senza valori assoluti è difficile uscire dalla visuale del proprio egoismo e adottare una condotta morale. Etica utilitaristica Secondo questo pensiero non esistono azioni di per sé buone o cattive. La valutazione dipende dalle loro conseguenze: se le conseguenze sono buone, l’atto morale sarà buono e viceversa. Per essere buone le conseguenze devono essere utili alla realizzazione del bene (principio dell’utilità) e il bene può essere definito come la realizzazione del benessere e della felicità personali. Quindi un’azione è tanto più buona più realizza il bene del maggior numero possibile di esseri viventi.

Etica tecnico-scientifica Semplificando un po’, si può dire che è basata su una visione ottimistica dell’uomo e del mondo. “La ricerca ha portato enormi vantaggi all’umanità e si deve sempre farla progredire”. Ciò che è tecnicamente possibile diventa così anche eticamente giusto, con le gravi conseguenze che questo principio si trascina con sé. Etica ecologista Si basa sul rispetto dell’ambiente e sulla ricerca di un equilibrio armonico tra uomo e natura. Ha molti meriti, ma può favorire anche dubbi ed equivoci del tipo: tra i vari mondi (minerale, vegetale, animale) c’è distinzione o sono tutti sullo stesso piano? Esiste una scala di valori? Etica della responsabilità Distingue tra ciò che è possibile da ciò che è giusto; non pone al centro l’io ma il noi (società); si interroga sulle conseguenze delle proprie scelte. In materia di bioetica afferma: “Non tutto ciò che è tecnicamente possibile è anche giusto; non tutto ciò che possiamo fare, dobbiamo per forza farlo”. Etica personalistica Il cardine di questo orientamento è la difesa della dignità e del valore della persona umana. Alla base dell’etica personalistica c’è la persona umana, che non deve mai essere trattata come uno strumento, ma sempre e solo come fine. La scienza, l’economia, il diritto…devono operare nel rispetto della vita umana che va difesa come un valore assoluto. Afferma: “Non si può fare tutto ciò che è tecnicamente possibile oppure che ci risulta utile”. Etica religiosa Si richiama ai principi direttamente rivelati da Dio (come nei monoteismi), oppure codificati da una lunga tradizione, fissati e stabiliti nel tempo, a cui i fedeli devono attenersi. In questo senso l’etica religiosa è più “forte” di quella laica perché ha radici profonde nel tempo e non è puramente soggettiva, dovendo rispondere a Dio, o un “Qualcuno” o “qualcosa” di superiore all’uomo stesso. C’è un principio che accomuna i principi etici delle diverse religioni, ed è una visione sacrale della vita: “L’uomo non è padrone di tutto “.

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Qui Liceo Scientifico

Un po’ di classicità al teatro Verdi. “L’insediazione” di Giulio Cesare.

Rivisitazione del “Giulio Cesare” al teatro Verdi di

Pisa. Il giorno ventiquattro febbraio la mia classe ed io, accompagnati dal professor Pellegrini, ci siamo recati al Teatro Verdi di Pisa per assistere alla rappresentazione teatrale de “Il Giulio Cesare” messa in scena dalla compagnia di Andrea Barocco. La pièce teatrale suscita, sin dall’inizio, un forte

coinvolgimento del pubblico, come riferiscono molte persone all’uscita del teatro, grazie alla grande idea del regista di aprire lo spettacolo con un monologo rivolto a Cesare, recitato fuori scena e in cui si presagisce la grande drammaticità dell’opera e

l’evento tragico imminente. La scelta più azzardata e

innovativa del regista è quella di far diventare Cesare un personaggio “piatto”, così “irrilevante” per l’azione da esser personificato da una sedia rotta, rappresentazione del suo potere che sta andando in rovina; ecco, che così facendo, prendono rilevanza personaggi affascinanti come Bruto e Cassio, gli ideatori del complotto contro Cesare i quali, con le loro paure e i loro dubbi diventano i veri protagonisti dell’opera. La scenografia è composta da tre porte che vengono manovrate dagli attori per ricostruire ogni scena; per alcuni personaggi esse rappresentano solo la varietà degli ambienti, per altri invece la mente chiusa e piena di dubbi. Le porte vengono percosse dagli attori come se essi fossero in un continuo combattimento con il loro pensiero; una scenografia, a dir poco, indovinata perché, anche se povera, riesce a trasmettere allo spettatore la sua essenza.

C’è una prevalenza di luci bianche contro le ombre scure, come se ci fosse un gioco di chiaro scuro che trasmette più patos alla scena; queste riescono a svelare i segreti più nascosti dei personaggi e a sottolineare le scene tragiche come quella della morte di Bruto o la cucitura simbolica delle labbra di Porzia. Da

molto tempo non si vedeva uno spettacolo così bello e ben rappresentato al teatro Verdi di Pisa; lo dimostrano anche molte scene che suscitano nel pubblico applausi a sipario aperto come quella dell’arringa di Marco Antonio durante il funerale di

Cesare. Due sono le più grandi interpretazioni: quella di

Giandomenico Cupaiolo, che impersona Bruto e quella di

Roberto Manzi, Cassio; entrambe portano questo spettacolo ad un altissimo livello, oserei dire che è lo spettacolo più riuscito in questa stagione teatrale al Verdi.

Matteo De.P.

Il dubbio nel dramma moderno è freno dell’uomo; è proprio il dubbio, infatti, che “rode“ Bruto e lo dissuade, inizialmente, dal prendere parte al cesaricidio. Il personaggio di Bruto, infine, mette da parte le proprie domande, rimaste senza risposte, ed agisce; questa decisione, però, lo lascerà pieno di rimorsi e rimpianti; Bruto soffrirà a tal punto che, divorato dalle domande, prenderà la drastica decisione di togliersi la vita. Gli eroi moderni usciti dalla penna di Shakespeare sono, quindi, dotati di un certo spessore emotivo che li costringe, a differenza dei protagonisti delle tragedie antiche, a porsi domande di carattere esistenziale, come quelle che ritroviamo nel dramma di Amleto. Il dubbio, motivo centrale di tante tragedie moderne, rallenta l’azione a tal punto che Shakespeare si trova costretto a rompere i canoni di unità di luogo e tempo che, invece, caratterizzano il dramma classico; le vicende descritte nelle opere shakespeariane durano anche anni, come nel caso del “Giulio Cesare”, che si protrae fino al quarantadue a.C. (battaglia di Filippi.). Diverso è, invece, l’ “Oreste“ di Alfieri, in cui il protagonista è privo di dubbi, motivato e deciso; la tragedia narrata si sviluppa in un solo giorno poiché il personaggio principale, che sembra più una macchina priva di sentimenti che un essere umano, non ha decisioni da prendere; il suo destino è ben chiaro e definito e il dubbio non giunge a frenare l’azione. Un eroe come Oreste è, certamente, un personaggio antico e piatto, caratterizzato soltanto dalla sete di vendetta; protagonisti di questo genere, trascinati nelle proprie azioni da un destino già scritto, scompaiono totalmente dalle opere shakespeariane per lasciare spazio ad eroi più realistici, che si fanno autori del loro destino, grazie ai dubbi da cui sono attanagliati e alle decisioni che prendono. Un chiaro esempio della differenza che passa tra eroe antico ed eroe moderno ci è presentato in un passo de “Il fu Mattia Pascal”, dove il protagonista ci fa chiaramente notare che, se solo Oreste fosse stato assillato dal tarlo del dubbio sulla sua stessa esistenza, sarebbe diventato Amleto. La costante presenza di domande invoglia lo spettatore, o il lettore, a riflettere e a calarsi nei panni del personaggio, poiché l’uomo, per definizione, è una creatura pensante, spaventata e consumata dal dubbio come se, all’interno della nostra persona, ci fosse una guerra contro noi stessi. Questo è chiaro nel “Giulio Cesare”, dove Bruto pare quasi avere due personalità contrastanti e costantemente in lotta tra loro. I personaggi finiscono con l’agire solo perché spinti da qualcuno o da qualcosa a loro estraneo; nel caso di Bruto è l’amico Cassio che lo motivo a prendere parte alla congiura, nonostante Bruto sia ancora frenato dal dubbio. Il dubbio, quindi, pone una pausa di riflessione all’interno delle opere shakespeariane, rendendo eroi, prima piatti, moderni e reali, vicini a noi.

Giulietta G.

Prendendo spunto da questo spettacolo, in classe, abbiamo riflettuto sulle caratteristiche dei personaggi del “Giulio Cesare“, estendendole anche a tutti gli eroi shakespeariani. Caratteristica predominante della tragedia shakespeariana è il dubbio; di qualsiasi genere sia, s’insinua nelle menti degli eroi drammatici rendendoli turbati e titubanti verso le loro gesta e le loro intenzioni.

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Qui Liceo Scientifico

Barcelona: no serà solo un libro de Marquez, nunca màs. (1^ parte) Entusiasmo Cosa succede se un gruppo di studenti effettua un’uscita didattica (meglio conosciuta tra le masse con l’impropria nomenclatura di “gita”), e questa si rivela all’altezza del nome? Voglio dire, non una vacanza dalla quale uscire spavaldi, dopo aver frequentato i migliori hotel, soggiornato in ristoranti con menu completo e servizio impeccabile, non con la sosta ogni dieci minuti al bar per lo spuntino delle 10, delle 11 e delle 16. Cosa vuol dire essere affidati alle piccole mani ambrate di una professoressa alta come la metà dei suoi alunni, che cuoce a

fuoco a lento col proprio entusiasmo? Quando in casa mi è stato detto ufficialmente che avrei potuto tornare in Inghilterra quest’anno, mi sono vista esclusa a priori (per ragionevoli scrupoli economici) da tutte le altre “gite”. Poi, lo sguardo languido di mia madre di fronte alla circolare riguardante l’uscita didattica a Barcellona mi ha fatto sperare. E così è stato: pochi giorni dopo, armata di un trolley un po’ più pesante del previsto, con indosso pantaloni fin troppo larghi, per facilitare la camminata sulle Ramblas, mi sono presentata all’aeroporto. Avevo vinto le perplessità di mia madre riguardo al luogo dove avremmo alloggiato (sempre facilmente elusivo nella descrizione, lasciava intendere che non sprizzava lusso da tutti i pori), ce l’avevo fatta! Ero lì, impaziente di concretizzare quella che era la mia seconda uscita all’estero. Ho trovato le mie due amiche, gioiose e ridenti per aver abbandonato la classe impegnata con la monotona consuetudine di una giornata scolastica, ma non ho visto subito la professoressa: non me ne sono meravigliata, visto che una creaturina del genere può facilmente sfuggire alla mia vista non proprio acuta (5 diottrie di miopia pesano sull’esistenza e inducono a imprecare, fidatevi). La nostra accompagnatrice principale è infatti una personcina esile e minuta, dalla carnagione ambrata e il viso piccolo, dove si impongono due occhi vivaci e intensi. Le sue movenze esitanti ma al contempo incisive, come le sue parole, pronunciate con un sussurro carico di una vitalità interiore e di un estro artistico mai esibito, danno l’impressione di un essere che tende a brillare all’ombra, piuttosto che alla luce. Nonostante ciò ispira fermezza, instilla sicurezze che sono appena percettibili, ma presenti e radicate. Non può intimidirti per la sua timidezza, ma si rende imprevedibile a causa della solidità che cela con cura e arguzia. Comunque, non mi ero sbagliata. Carmen è arrivata in aeroporto dopo il professor Rovai, il secondo accompagnatore, che si è offerto di adempiere alla mancanza di qualcuno che ricoprisse questo ruolo, dal momento che eravamo sedici e non quindici (numero massimo per un solo accompagnatore). Il professor Rovai sembrava più entusiasta di noi, con il suo piccolo e leggero trolley rosso, e la sua buffa tendenza a camuffarsi da alunno un po’ cresciuto e a confondersi tra gli studenti, prendendo parte ai loro giochi, ma ponendosi sempre quel granello al di sopra in modo da non perdere la sua autorità di insegnante. Ha la freschezza di uno studente che ha appena perso la sua carica, e quindi sente sue le paure, le piccole trasgressioni che costellano la crescita, le incostanze, i bagliori di spensieratezza negli occhi degli adolescenti. Li conosce meglio di certi personaggi impolverati, che con l’età hanno perso quell’empatia che consente la simbiosi totale, ha il sorriso in più che facilita la partecipazione alla lezione piuttosto che penalizzarla inquadreranno a partire da quelle. Fondamentale è quindi

palesarle, accentuarle per renderle visibili e captabili.

Era lì, con la sua aria da eterno rockettaro, il giubbotto di pelle nero alla John Travolta, gli stivaloni nascosti sotto i jeans. E’ importante per gli alunni definire dei prototipi per i professori: tanto più si distinguono per nette caratteristiche, tanto più gli studenti li la John Travolta, gli stivaloni nascosti sotto i jeans. E’ importante per gli alunni definire dei prototipi per i professori: tanto più si distinguono per nette caratteristiche, tanto più gli studenti li inquadreranno a partire da quelle. Fondamentale è quindi palesarle, accentuarle per renderle visibili e captabili. In quel momento, quando Carmen è arrivata per riunirci di fronte al monitor con i voli imminenti, infilandosi negli anditi liberi della folla disordinata che gremiva l’aeroporto, eravamo pronti per il grande lancio. Voi siete pronti?! 3….2…1… Adìos!

Camilla S.