nicolÒ · le ragazze della gmg avevano ... cosa si assomigliano gesù ... guarda, le beatitudini...

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Gesù andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. Missione che sembra un falli- mento e invece si trasforma in una felice disseminazione: «percorreva i villaggi insegnando». A Nazaret non è creduto e, annota il Vangelo, «non vi poté operare nessun prodigio»; ma subito si corregge: «solo impose le mani a pochi malati e li guarì». Il rifiutato non si arrende, si fa ancora guarigione, anche di pochi, anche di uno solo. L'amante respinto non si deprime, continua ad amare, anche pochi, anche uno solo. L'amore non è stanco: è solo stupito («e si meravigliava della loro incre- dulità»). Così è il nostro Dio: non nutre mai rancori, lui profuma di vita. Dapprima la gente rimaneva ad ascoltare Gesù stupita. Come mai lo stupore si muta così rapi- damente in scandalo? Probabilmente perché l'insegnamento di Gesù è totalmente nuovo. Gesù è l'inedito di Dio, l'inedito dell'uomo; è venuto a portare un «insegnamento nuovo» (Mc 1,27), a mettere la persona prima della legge, a capo- volgere la logica del sacrificio, sacrificando se stesso. E chi è omologato alla vecchia religione non si rico- nosce nel profeta perché non si riconosce in quel Dio che viene annunciato, un Dio che fa grazia ad ogni figlio, sparge misericordia senza condizioni, fa nuove tutte le cose. La gente di casa, del villaggio, della patria (v.4) fanno proprio come noi, che amiamo andare in cerca di conferme a ciò che già pensiamo, ci nutriamo di ripetizioni e ridondanze, incapaci di pensare in altra luce. E poi Gesù non parla come uno dei maestri d'Israele, con il loro linguaggio alto, “religioso”, ma adopera parole di casa, di terra, di orto, di la- go, quelle di tutti i giorni. Racconta parabole laiche, che tutti possono capire, dove un germoglio, un grano di senape, un fico a primavera diventano personaggi di una rivelazione. E allora dove è il sublime? Dove la grandezza e la gloria dell'Altissimo? Scandalizza l'umanità di Dio, la sua prossimità. Eppure è proprio que- sta la buona notizia del Vangelo: che Dio si incarna, entra dentro l'ordinarietà di ogni vita, abbraccia l'imperfezione del mondo, che per noi non è sempre comprensibile, ma per Dio sempre abbracciabile. Nessun profeta è bene accolto nella sua casa. Perché non è facile accettare che un falegname qualun- que, un operaio senza studi e senza cultura, pretenda di parla- re da profeta, con una profezia laica, quotidiana, che si muove per botteghe e villaggi, fuori dal magistero ufficiale, che cir- cola attraverso canali nuovi e impropri. Ma è proprio questa l'incarnazione perenne di uno Spirito che, come un vento cari- co di pollini di primavera, non sai da dove viene e dove va, ma riempie le vecchie forme e passa oltre. Padre Ermes Ronchi Non abbiate paura, aprite… anzi spalancate le porte a Cristo… Offri un’ora di adorazione al Signore per Lui, per Te, per la tua famiglia, per gli amici e an- che per quelli che non amiamo abbastanza… (info: 347 248 20 48) dalle ore 18.00 alle 24.00 Don Roberto martedì ore 9.00 - 10.30 Don Emilio martedì ore 9.00 - 10.30 Don Luca giovedì ore 18.00 - 19.00 Don Roberto: sabato ore 9.00 - 11.00 Don Emilio: sabato ore 9.00 - 11.00

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Gesù andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. Missione che sembra un falli-mento e invece si trasforma in una felice disseminazione: «percorreva i villaggi insegnando». A Nazaret non è creduto e, annota il Vangelo, «non vi poté operare nessun prodigio»; ma subito si corregge: «solo impose le mani a pochi malati e li guarì». Il rifiutato non si arrende, si fa ancora guarigione, anche di pochi, anche di uno solo. L'amante respinto non si deprime, continua ad amare, anche pochi, anche uno solo. L'amore non è stanco: è solo stupito («e si meravigliava della loro incre-dulità»). Così è il nostro Dio: non nutre mai rancori, lui profuma di vita. Dapprima la gente rimaneva ad ascoltare Gesù stupita. Come mai lo stupore si muta così rapi-damente in scandalo? Probabilmente perché l'insegnamento di Gesù è totalmente nuovo. Gesù è l'inedito di Dio, l'inedito dell'uomo; è venuto a portare un «insegnamento nuovo» (Mc 1,27), a mettere la persona prima della legge, a capo-volgere la logica del sacrificio, sacrificando se stesso. E chi è omologato alla vecchia religione non si rico-nosce nel profeta perché non si riconosce in quel Dio che viene annunciato, un Dio che fa grazia ad ogni figlio, sparge misericordia senza condizioni, fa nuove tutte le cose. La gente di casa, del villaggio, della patria (v.4) fanno proprio come noi, che amiamo andare in cerca di conferme a ciò che già pensiamo, ci nutriamo di ripetizioni e ridondanze, incapaci di pensare in altra luce. E poi Gesù non parla come uno dei maestri d'Israele, con il loro linguaggio alto, “religioso”, ma adopera parole di casa, di terra, di orto, di la-go, quelle di tutti i giorni. Racconta parabole laiche, che tutti possono capire, dove un germoglio, un grano di senape, un fico a primavera diventano personaggi di una rivelazione. E allora dove è il sublime? Dove la grandezza e la gloria dell'Altissimo? Scandalizza l'umanità di Dio, la sua prossimità. Eppure è proprio que-

sta la buona notizia del Vangelo: che Dio si incarna, entra dentro l'ordinarietà di ogni vita, abbraccia l'imperfezione del mondo, che per noi non è sempre comprensibile, ma per Dio sempre abbracciabile. Nessun profeta è bene accolto nella sua casa. Perché non è facile accettare che un falegname qualun-

que, un operaio senza studi e senza cultura, pretenda di parla-re da profeta, con una profezia laica, quotidiana, che si muove per botteghe e villaggi, fuori dal magistero ufficiale, che cir-cola attraverso canali nuovi e impropri. Ma è proprio questa l'incarnazione perenne di uno Spirito che, come un vento cari-co di pollini di primavera, non sai da dove viene e dove va, ma riempie le vecchie forme e passa oltre.

Padre Ermes Ronchi

Non abbiate paura, aprite… anzi spalancate le porte a Cristo…

Offri un’ora di adorazione al Signore per Lui, per Te, per la tua famiglia, per gli amici e an-che per quelli che non amiamo abbastanza… (info: 347 248 20 48)

dalle ore 18.00 alle 24.00

Don Roberto martedì ore 9.00 - 10.30 Don Emilio martedì ore 9.00 - 10.30 Don Luca giovedì ore 18.00 - 19.00 Don Roberto: sabato ore 9.00 - 11.00 Don Emilio: sabato ore 9.00 - 11.00

Duomo: ore 7.30; 10.00; 19.00 Case : ore 8.30; Molina ore 9.00;

S.Libera: ore 16.00 Borgo Redentore ore 18.30

Ore 7.30 dal Bocciodromo: partenza 4° turno campeggio

Ore 18.30 in s.Gaetano staff Reparto Ore 20.30 in s.Gaetano: incontro di preghiera guidato da RnS. (Rinnovamento nello Spirito). Ore 20.30 in s.Gaetano: incontro Consiglio pa-storale Affari economici (CPAE).

Ore 20.30 in auditorium incontro genitori del 6° turno campeggio (23-30 luglio): portare con sé i documenti consegnati all’iscrizione insieme agli allegati richiesti e il saldo.

Ore 19.00 a Molina: liturgia della Parola e Co-munione Euc. a Molina: l’incontro con la Parola sarà sospeso nel pe-

riodo estivo e riprenderà nel mese di ottobre. Ore 20.30 in s.Gaetano incontro famiglie dei bat-tezzandi.

Ore 20.30 in canonica: incontro “Banca della Preghiera”

Ore 11.00 in S.Libera: matrimonio di Giacomo ed Emily

Duomo: ore 7.30; 10.00; 19.00 Case : ore 8.30; Molina ore 9.00;

S.Libera: ore 16.00

Ore 10.00 in duomo battesimi di :

NICOLÒ di Sabrina e Matteo

GIULIO di Silvia e Alessandro

CRIS di Elisabetta e Omar

Per i lavori affrontati al Centro Giovanile questa

settimana sono stati offerti 100,00€

Pellegrinaggio a Medjugorje dal 24 al 28 settembre

Salita e preghiera al Podbro e Via Crucis al Krizeva; tempo per la preghiera personale; visita ad alcune comunità (Suor Elvira,

Suor Cornelia…). Se possibile ascolteremo le testimo-nianze… - Adesioni in canonica fino ad esaurimento posti pull-man assegnati in base all’ordine di iscrizione. Costo del pellegrinaggio 300,00€

CORSI DI LINGUA IN S.GAETAMO INGLESE E SPAGNOLO

Vista la buona risposta da parte del territorio, riparti-ranno a fine settembre i corsi di inglese e spagnolo, organizzati dalla parrocchia di Malo. Si tratta di corsi con frequenza monosettimanale ( lezioni di un'ora ) che si terranno sempre per piccoli gruppi e in orari serali e di tardo pomeriggio.

Nella settimana dal 10 al 15 settembre l’insegnate responsabile incontrerà gli interessati e raccoglie-rà le iscrizioni (presso il bar di San Gaetano).

Le lezioni andranno avanti fino a giugno e saranno centrate principalmente sulla lingua parlata, con gio-chi di ruolo e conversazioni. Lo scopo principale, infatti, rimane quello di incentivare l'ascolto e la pra-tica orale, attraverso macro argomenti che rafforzi-no la conoscenza dei principali vocaboli e delle espressioni più comuni nelle grandi aree tematiche di lavoro, quali trasporti, turismo, famiglia, salute, casa, abbigliamento, scuola, cibo, meteo e professioni. Per maggiori informazioni su orari e giorni dei diver-si corsi, contattare Raffaella Mancini Sgueglia, tele-

fonando al numero 347.6442718 o scrivendo all’e-mail [email protected] .

AAA: cercasi studenti volontari per ripetizio-ni scolastiche gratuite a ragazzi di classi ele-mentari / medie in S.Gaetano.

Per la disponibilità a questo servizio prende-re contatto con Marilena 0445 605218

DOMENICA 8 LUGLIO

FESTA DEL REDENTORE

A BORGO REDENTORE 18.30 S. Messa

Seguono festeggiamenti e cena all’aperto

SABATO 07 LUGLIO

Ore 8.00 in Duomo: Preghiera delle Lodi Ore 16.15 in RSA: Ore 18.00 Case: Ore 19.00 Duomo: Ore 19.00 a Molina:

DOMENICA 08 LUGLIO Duomo: ore 7.30; 10,00; 19,00

Case ore 8.30; Molina ore 9.00; S. Libera ore 16.00 Borgo Redentore ore 18.30

LUNEDÌ 09 LUGLIO Ore 8.00 in Duomo: Preghiera delle Lodi Ore 19.00 a Molina : Ore 19.00 in Duomo:

MARTEDÌ 10 LUGLIO Ore 8.00 in Duomo: Preghiera delle Lodi Ore 16.15 in RSA: Ore 19.00 in Duomo:

MERCOLEDÌ 11 LUGLIO Ore 8.00 in Duomo: Preghiera delle Lodi Ore 19.00 in Duomo: Ore 19.00 a Molina:

GIOVEDÌ 12 LUGLIO Ore 8.00 in Duomo: Preghiera delle Lodi Ore 16.15 in RSA: Ore 19.00: in Duomo:

VENERDÌ 13 LUGLIO Ore 8.00 in Duomo: Preghiera delle Lodi Ore 19.00 in Duomo: Ore 19.00 a Molina:

SABATO 14 LUGLIO

Ore 8.00 in Duomo: Preghiera delle Lodi Ore 16.15 in RSA: Ore 18.00 Case: Ore 19.00 Duomo: Ore 19.00 a Molina:

DOMENICA 15 LUGLIO Duomo: ore 7.30; 10,00; 19,00

Case ore 8.30; Molina ore 9.00; S. Libera ore 16.00

In Duomo, alla Messa prefestiva del sabato sera, si riserva lo spazio per soli 10 defunti (massimo uno per famiglia).

REFERENTI PER MALO: [email protected]

MARK 349 574 1724 -

MARIA LUISA 349 375 8607

per i ragazzi delle medie dal 26 agosto al 2 settem-bre presso la “Casa Alpi-

na” a Pian delle Fugazze.

Quota di partecipazione:

180,00€ per i tesserati AC

190,00€ per i non tesserati

Sconto di 20,00€ per il fratello o sorella.

Per informazioni: Martina Riva:

333 3972821

IL PAPA DELL’ALLEGRIA Di Juan Vincente Boo, corrispondente del quotidiano ABC in Vaticano da quasi 18 anni

“FATE CHIASSO”

A Rio de Janeiro attendevano il papa nientemeno che 3.000.000 di giovani. Non

si era mai vista così tanta gente sulla bellissima spiaggia di Copacabana. Nel

2006 un famoso concerto rock aveva richiamato 1.300.000 persone. I ragazzi e

le ragazze della GMG avevano ampiamente raddoppiato quel numero. In quei giorni si raccontava una freddura. -In

cosa si assomigliano Gesù Cristo, i Rolling Stones e papa Francesco? -Tutti e tre si danno appuntamento con i loro

amici sulla spiaggia! Quel 25 luglio mattina, il papa aveva dato precedenza a una visita nella favela di Varginha,

scenario pochi mesi prima di una gigantesca operazione militare, seguita dalla stampa di tutto il mondo, per caccia-

re via di lì, mitragliette alla mano, narcotrafficanti e delinquenti. Durante la visita, Francesco si era bagnato e riem-

pito le scarpe di fango camminando tra le baracche. Aveva ricevuto dozzine di baci e abbracci dalla gente, e quasi

un centinaio di piccoli regali… Era entrato in una di quelle piccolissime case per parlare un momento con una fa-

miglia che non riusciva a credere a quella grande fortuna. Nella spianata dove Jairzinho - una leggenda della forma-

zione brasiliana vincitrice della Coppa del Mondo nel 1970 - dedicava un’ora a settimana ad allenare i ragazzini

della favela, il papa disse ai suoi più stretti collaboratori che gli sarebbe piaciuto visitare tutti i posti del Brasile,

«suonare ad ogni porta» per «chiedere un bicchiere d’acqua fresca, prendere un cafezinho e chiacchierare come un

amico di famiglia». Era proprio quello che aveva fatto per molti anni nelle «villas miseria», le enormi baraccopoli

di Buenos Aires, che aveva visitato con regolarità. Era solito andare da solo, in autobus, vestito con un clergyman

da semplice sacerdote. In Brasile il programma ufficiale prevedeva, dopo la visita alla favela, il ritorno nel suo

alloggio. Francesco però sapeva che i 30.000 giovani argentini che partecipavano alla GMG morivano dalla voglia

di vederlo. Perciò, con la complicità dell’organizzatore dei viaggi papali e del cardinale di Rio de Janeiro, Orani

João Tempesta, li convocò «privatamente» in cattedrale. Poiché non tutti potevano accedervi, la maggior parte di

loro lo stavano aspettando fuori, colti alla sprovvista dal freddo e dalla pioggierellina che cadeva leggera e li

bagnava. Le nubi basse impedivano di vedere il maestoso Cristo del Corcovado, con le sue braccia aperte. Era

strano dover indossare il k-way. Il papa riscaldò l’ambiente con un messaggio tanto breve quanto elettrizzante:

«Fate chiasso!». Era il grido di guerra del pontificato, e lo spiegò. «Voglio chiasso nelle diocesi. Voglio che la

Chiesa esca per strada, voglio che ci difendiamo da tutto ciò che è mondano, da ciò che significa stare fermi, da ciò

che è comodità, clericalismo, da quello che significa stare chiusi in noi stessi ...». Parlava loro come un

rivoluzionario. «Guardate, penso che, in questo momento , la civiltà mondiale è andata troppo in là. È andata

troppo in là perché è tale il culto che ha fatto al dio denaro che stiamo assistendo a una filosofia e una prassi di

esclusione dei due poli di vita che sono le aspettative dei popoli: i giovani, esclusi dal mondo del lavoro, e gli

anziani, vittime di una specie di eutanasia nascosta». Si fece capire meglio con un dialogo catechistico: «”Quindi,

cosa dobbiamo fare, padre?” . ”Guarda, le beatitudini che sono sicuro ti saranno utili. E se vuoi sapere cosa fare in

concreto, leggi Mt 25, il protocollo sulla base del quale saremo giudicati. Con queste due cose hai il programma

d’azione: le beatitudini e Mt 25. Non devi leggere nient’altro. Te lo chiedo di cuore”». Mt 5 e 25. Facile da

ricordare. Una formula semplice da applicare a se stesso, e da consigliare agli altri. Il capitolo 5 è una parte del

«Discorso della montagna». Inizia con le beatitudini, manifesto scandaloso della vera controcultura odierna: «Beati

i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei Cieli… Beati i misericordiosi… Beati i miti… ». Poi c’è una

chiamata alla responsabilità: «Voi siete il sale della terra [...] Voi siete la luce del mondo». E, alla fine, la «nuova

Legge», che rinnova quella di Mosè: «Avete inteso che fu detto: occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico

[...]. Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: Amate i vostri nemici

e pregate per chi vi perseguita [...]». Mt 25 è il capitolo del rendiconto. Inizia con la parabola dei talenti e continua

con il discorso di Gesù sul Giudizio Finale, simultaneo e pubblico per ognuno, alla fine dei tempi [...]. Gesù Cristo

separa i cattivi alla sua sinistra e i buoni alla sua destra: «Venite, benedetti del Padre mio, prendete possesso del

Regno preparato per voi, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere;

ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a tro-

varmi». Sorpresi, i giusti gli chiedono: «Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da

mangiare o assetato...? Rispondendo dirà loro: in verità vi dico, ogni volta che avete fatto una di queste cose a uno

dei miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me». Davvero era qualcosa di inaudito. L’alternativa tra paradiso o in-

ferno non si decideva su questioni di dottrina o di fede, di servizio alla patria o di riti religiosi, ma in base alle opere

di carità nei confronti dei più deboli, dei poveri, dei malati e dei carcerati. Sì, era davvero strano: il cammino verso

il Cielo consisteva nell’aiutare persone in difficoltà.