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Newsletter periodica d’informazione Newsletter ad uso esclusivamente interno e gratuito, riservata agli iscritti UIL Anno XV n. 3 del 30 gennaio 2017 Consultate www.uil.it/immigrazione Aggiornamento quotidiano sui temi di interesse di cittadini e lavoratori stranieri A Lampedusa il 2 febbraio per un mare di Pace e Lavoro A cura del Servizio Politiche Territoriali della Uil Dipartimento Politiche Migratorie Tel. 064753292- 4744753- Fax: 064744751 E-Mail [email protected] SOMMARIO Appuntamenti pag. 2 La UIL a Lampedusa con Barbagallo pag. 2 Una riflessione sul quadro migratorio pag. 3 Cittadinanza: serve una riforma subito pag. 4 Le comunità Migranti in Italia pag. 5 Territori: Bari pag. 6 Territori: Roma pag. 7 A cura del Servizio Politiche Territoriali della Uil Dipartimento Politiche Migratorie Tel. 064753292 - 4744753 - Fax: 064744751

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Newsletter periodica d’informazione

Newsletter ad uso esclusivamente interno e gratuito, riservata agliiscritti UIL

Anno XV n. 3 del 30 gennaio 2017

Consultate www.uil.it/immigrazioneAggiornamento quotidiano sui temi di interesse di cittadini e lavoratori stranieri

A Lampedusa il 2 febbraio per un mare di Pace e Lavoro

A cura del Servizio Politiche Territoriali della UilDipartimento Politiche MigratorieTel. 064753292- 4744753- Fax: 064744751E-Mail [email protected]

SOMMARIO

Appuntamenti pag. 2

La UIL a Lampedusa con Barbagallo pag. 2

Una riflessione sul quadro migratorio pag. 3

Cittadinanza: serve una riforma subito pag. 4

Le comunità Migranti in Italia pag. 5

Territori: Bari pag. 6

Territori: Roma pag. 7

Notizie in breve pag. 9-10

A cura del Servizio Politiche Territoriali della UilDipartimento Politiche Migratorie

Tel. 064753292 - 4744753 - Fax: 064744751EMail [email protected]

Dipartimento Politiche Migratorie: appuntamenti

Roma, 30 gennaio 2017, ore 11, SenatoCittadinanza - Conferenza stampa Italia sono Anch’io”(Angela Scalzo, Giuseppe Casucci) Roma, 31 gennaio 2017, ore 11.30, CgilRiunione tavolo immigrazione con associazioni(Angela Scalzo, Giuseppe Casucci) Lampedusa, 2 febbraio 2017, ore 10Immigrazione: giornata di testimonianza e solidarietà dell’Esecutivo nazionale UIL, guidata dal Segretario Generale (Guglielmo Loy, Giuseppe Casucci) Bruxelles, 3 febbraio 2017, ore 09.30 – sede ETUCMobility and Migration Policy Committee(Giuseppe Casucci) Roma, 09 febbraio 2017, ore 13, Camera dei DeputatiRiunione gruppo riforma T.U. Immigrazione(Giuseppe Casucci) Bruxelles, 14 febbraio 2017, sede CESERiunione gruppo esperti SOC 533(Cinzia Del Rio, Giuseppe Casucci)

Prima pagina

Barbagallo: Non possiamo esimerci dall’offrire un nostro contributo per affrontare il tema dell’immigrazione Il 2 febbraio a Lampedusa Leader sindacali e religiosi insieme “Per un Mare di Pace e di Lavoro”

Roma, 25 gennaio 2017 - Per il mondo del lavoro e per quello sindacale sarà un vero e proprio evento. Per la prima volta, a Lampedusa, l’isola simbolo, nel mondo, della questione immigrazione, si incontreranno leader sindacali e religiosi per dare vita al1° Meeting internazionale “Per un mare di pace e lavoro”. “I sindacati – ha detto il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo – sono importanti forze sociali di massa: non possiamo esimerci, dunque, dall’offrire un nostro contributo per affrontare il tema dell’immigrazione, anche nell’ottica del lavoro. Questo è possibile, però, se si creano le condizioni per operare in sinergia e nella logica della cooperazione. Abbiamo delle idee e qualche progetto – ha proseguito Barbagallo – che vogliamo realizzare condividendoli con gli altri sindacati dell’area del Mediterraneo e con rappresentanti delle religioni. Saremo, dunque, a Lampedusa non solo per un atto di testimonianza e di solidarietà, ma anche per assumerci, tutti insieme, un impegno”.L’evento, al quale sarà presente l’intero Esecutivo nazionale della UIL, vedrà la partecipazione del Segretario Generale UIL, Carmelo Barbagallo; del Sindaco di Lampedusa, Giuseppina Maria Nicolini;  Kamal Abbas (Coordinatore CTUWS – Egitto); Hassine Abbassi (UGTT Tunisia - Premio Nobel “Quartetto per la Pace nel 2015”); Husain Foqahaa (Segretariato Generale PGFTU - Palestina); Rachid Malaoui (Segretario Generale CGATA – Algeria); Uri Metuki (Responsabile settore giovani Histadrut – Israele);  Saida Oueld Aziz (Responsabile immigrazione UMT – Marocco); Nermin Sharif (Segretario Generale GFTUL – Libia); Nourredine Taboubi (Segretario Generale UGTT Tunisia); Kheit Abdelhafid (Imam di Catania); Oreste Bisazza Terracini (Vice Presidente ass.ne mondiale giuristi ebrei); Noemi Di Segni (Pres.ssa UCEI); Riccardo Di Segni (Rabbino capo comunità di Roma); Ruth Dureghello (Pres.ssa comunità ebraica di Roma); Izzeddin Elzir (Pres. UCOII); Losan Gompo (Monaco tradizione Buddista Tibetana); Don CarmeloLa Magra (Parroco Lampedusa); Ernesto Olivero (Fondatore Sermig); Luca Visentini (Segretario Generale CES).Sono previsti, inoltre, l’intervento del Sottosegretario di Stato per l'Interno, Sen. Domenico Manzione, e le testimonianze di coloro che sono in prima linea nell’opera di accoglienza degli immigrati in arrivo: il Tenente di vascello Paolo Monaco e il dottor

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Pietro Bartolo, medico di Lampedusa e protagonista tra gli altri del film documentario Fuocoammare, candidato agli Oscar 2017.>>> NEL LINK SOTTOSTANTE         La locandina in PDF  La locandina in PDF

Una riflessione sul mutevole quadro migratorio italiano Mentre aumentano gli sbarchi, diminuiscono gli arrivi legali per lavoro, mentre giovani italiani e stranieri lasciano l’Italia. Una riflessione della UIL alla vigilia del viaggio a Lampedusa. Di Giuseppe Casucci

Lo leggo do Roma, 26 gennaio 2017 – Appare sempre più complicato ed ingovernabile il quadro migratorio italiano. Questo, malgrado il lodevole sforzo delle nostre autorità per salvare vite nel Mediterraneo ed offrire una accoglienza degna di questo nome. Ci troviamo di fronte a due tendenze opposte di difficile decifrazione. Mentre aumentano gli sbarchi dal mediterraneo (oltre 500 mila negli ultimi tre anni), diminuisce la migrazione legale tradizionale. Molti immigrati lasciano il Paese, mentre altri perdono il lavoro e finiscono per ingrossare l’esercito del sommerso privo di diritti. Mezzo milione di arrivi in 3 anni. Da inizio 2014 sono sbarcati sulle coste italiane oltre 508 mila migranti e profughi. Gli arrivi nei primi 25 giorni del 2017 (2788 persone sbarcate) sono leggermente superiori allo stesso periodo nel 2016, anno record che ha visto 181.436 persone arrivare sulle coste italiane. Senza interventi efficaci, dunque anche il 2017 potrebbe diventare un anno record negli arrivi.L’Africa raddoppia la popolazione. Il forte incremento negli sbarchi ha una notevole componente di migrazione economica ed è dovuta alla forte pressione demografica dall’Africa ed ai dislivelli nello sviluppo tra i due continenti. L’Africa – secondo i demografi – raddoppierà la popolazione a 2 miliardi in questo secolo, mentre l’Europa potrebbe perdere il 10% della propria popolazione autoctona.Domande di asilo. Attualmente 175 mila persone sono ospitate nelle strutture di

accoglienza. Circa 84 mila persone nel 2016 hanno fatto richiesta di asilo. Il tasso di rigetto delle domande è attualmente superiore al 60%. Nel 2016 (ad ottobre) su 76 mila domande esaminate, ne sono state rigettate 47.500 (il 62,47%). I rifugiati riconosciuti e presenti in Italia a fine 2015 erano 118.047. Il 13% degli arrivati è ospitato in Lombardia, il 9% nel Lazio, l’8% in Sicilia, Calabria e Puglia. Il 40% è ospitato nelle regioni del Nord. Strutture di accoglienza: 23.822 richiedenti asilo sono ospitati negli SPRAR (gestiti dai Comuni), 14.694 nei Centri di prima accoglienza, e ben 137.218 è ospitato in strutture temporanee gestite dal privato sociale. Punti di arrivo. I porti maggiormente interessati agli sbarchi questo mese sono Catania, Augusta, Trapani, Messina e Lampedusa. Provenienza. Le nazionalità dichiarate al momento dello sbarco sono state: Costa D’Avorio, Guinea, Nigeria, Mali, Senegal, Gambia, Bangladesh, Iraq. Minori stranieri: nel 2016 sono sbarcati 25.846 minori, più del doppio che nel 2015. Crescita della popolazione straniera regolare: nel 2015 la popolazione straniera regolare sommava a 5.014.437 (8,2% della popolazione). L’aumento rispetto al 2014 è stato di 128 mila unità (al netto degli sbarchi): il più basso dal 2008. Molta gente abbandona l’Italia a causa della crisi economica. Ogni anno si stima che almeno 100 mila giovani italiani e 50 mila stranieri si rechino all’estero alla ricerca di lavoro. Negli ultimi 3 anni si calcola anche che a circa 700 mila stranieri non sia stato rinnovato il permesso di soggiorno, metà dei quali per perdita del posto di lavoro. I lavoratori stranieri sono attualmente 2,3 milioni. I disoccupati stranieri sono circa 450 mila. Considerazioni: L’attuale regolamento di Dublino III obbliga i richiedenti asilo che sbarcano a rimanere nel primo paese di approdo: questo penalizza i paesi costieri (Italia e Grecia particolarmente). E’ necessario dunque cambiarlo. Il programma di ricollocazioni dei rifugiati in altri paesi UE, al 6 gennaio, segnala che delle 160.000 previste, solo 9.934 persone sono state effettivamente ricollocate: 2.654 dall’Italia e 7.280 dalla Grecia. In pratica il programma è fallito a causa del rifiuto di molti Paesi europei a ricevere i rifugiati. Il gran numero di migranti economici arrivati (mezzo milione solo in Italia) obbliga Governo

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italiano e Europa a cercare una soluzione politica al problema. Le espulsioni effettive sono in media 5/7mila l’anno, a fronte di ingressi superiori a 180 mila. Non sono dunque una soluzione praticabile, anche per l’elevato costo e la complessità. Attualmente è in atto un meccanismo a “collo di bottiglia” per cui gli immigrati arrivano e non possono uscire dal Paese. Alla lunga questo causerà all’Italia gravi problemi, sia in termini di costi dell’accoglienza, ma anche in termini di dumping sociale (lavoro nero) ed aumento di insofferenza e razzismo da una parte crescente della popolazione. Sarebbe importante trovare una soluzione politica al problema: come ad esempio il conferimento di un permesso umanitario che permetta ai migranti di cercare un lavoro regolare in Europa (applicare la direttiva 2001/55/CE). Misure di sicurezza. L’Europa si prepara ad intensificare il pattugliamento delle coste libiche, apparentemente per combattere i trafficanti, ma il rischio è che si configuri una sorta di respingimento dei migranti (cosa per cui l’Italia era stata condannata dalla corte Europea nel 2014). Pur consapevoli della necessità di combattere la tratta delle persone e salvare vite umane, ci preoccupiamo che vengano rispettati i diritti umani delle persone.Conclusioni: di fronte a fenomeni epocali come le migrazioni in atto, la soluzione per noi non è costruire muri, ma permettere ai migranti di rivolgersi agli Stati ed alla legalità e non ai trafficanti. Il che significa:- Aprire canali d’ingresso legali anche per

motivi di lavoro (il decreto flussi è fermo dal 2010).

- Puntare sullo sviluppo (in cambio di più democrazia) per i paesi di origine e di transito dei migranti, avendo in cambio maggiore collaborazione nel governo dei flussi migratori;

- Sensibilizzare i migranti sulla possibilità di forme legali di migrazione e sui rischi della tratta.

In questo senso, la UIL ha chiesto ai sindacati dei Paesi della Costa Sud del Mediterraneo di collaborare in una attività di supporto alla migrazione legale, lotta alla tratta ed al terrorismo.

Riforma della cittadinanza

Cittadinanza, l'Italia sono Anch'io: "Riforma subito per un milione di italiani"Le associazioni indicono una mobilitazione permanente  "fino a che non verranno stabiliti tempi certi per l’approvazione della legge".

Roma - 26 gennaio 2017 - Il 13 ottobre 2015, ormai più di un anno fa, la Camera licenziò in prima lettura la proposta di riforma della legge sulla cittadinanza n.91/92. Quel giorno le organizzazioni della campagna L'Italia sono anch'io, che tra il settembre 2011 e il marzo 2012 avevano raccolto più di 200mila firme su due proposte di legge di iniziativa popolare sulla riforma della cittadinanza e il riconoscimento del diritto di voto amministrativo dei cittadini stranieri, sperarono in una rapida approvazione definitiva della riforma da parte del Senato. Invece non solo la legge non è stata approvata, ma si leggono notizie preoccupanti sul suo destino. Nonostante l’impegno del Presidente Grasso ad accelerarne l’iter, ricordano i promotori della campagna, le promesse fatte in un incontro con i promotori della campagna e con esponenti del movimento #ItalianiSenzaCittadinanza  dalla relatrice Lo Moro (PD) e dall’allora Presidente della Commissione Finocchiaro (PD), oggi ministro per i rapporti col Parlamento, di calendarizzare e approvare la legge subito dopo il referendum del 4 dicembre, sono state disattese.  Per l'Italia sono anch'io, il ddl licenziato dalla Camera presenta molte criticità e carenze. Tuttavia la sua rapida approvazione consentirebbe a circa un milione di giovani di origine straniera, italiani di fatto, di diventare cittadini italiani anche di diritto. Favorirebbe i processi d’inclusione delle loro famiglie ed eviterebbe di approfondire la distanza già grande tra le istituzioni italiane e le persone di origine straniera. I promotori della campagna hanno chiesto un nuovo incontro al ministro Finocchiaro, per ricordarle

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quanto si era impegnata a fare. Richiesta d’incontro è stata inviata anche ai capigruppo del Senato. Intanto, la campagna ha deciso di indire una mobilitazione permanente fino a che non verranno stabiliti tempi certi per l’approvazione della legge. Inizierà con una campagna sui social network che continuerà fino a fine febbraio, quando scenderà in piazza, insieme al movimento #ItalianiSenzaCittadinanza, per ribadire l’urgenza dell’approvazione di questa importante riforma. La Campagna L’Italia sono anch’io è promossa da Acli, Arci, Asgi, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Cnca, Comitato 1° Marzo, Comune di Reggio Emilia, Comunità di Sant'Egidio, Coordinamento Enti Locali Per La Pace, Emmaus Italia, Fcei, Legambiente, Libera, Lunaria, Migrantes, Il Razzismo è Una Brutta Storia, Rete G2 - Seconde Generazioni , Tavola Della Pace, Terra del Fuoco, Ugl, Uil, Uisp

 Società

Immigrazione: Canzio (Cassazione) ribadisce 'no' a reato clandestinitàSemplificare procedure per richieste protezione internazionale

Lo leggo do (ANSA) - ROMA, 26 GEN - Il Primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio, nella sua relazione per la cerimonia di apertura dell'anno giudiziario trasmessa in diretta televisiva alle undici alla presenza del Presidente della Repubblica, ha ribadito il suo 'no' al reato di immigrazione clandestina già espresso lo scorso anno e ha chiesto leggi che in maniera più rapida consentano lo svolgimento delle pratiche per le domande di protezione internazionale, tra le quali quelle dei tanti minori sbarcati senza genitori. "Si rileva l'esigenza di una urgente ridefinizione legislativa delle relative procedure in termini di semplificazione e accelerazione", sottolinea

Canzio in relazione all'iter delle richieste di asilo, e poi quanto al reato di immigrazione clandestina "si ribadisce l'inefficacia della risposta penale, mentre la configurazione di un illecito e di sanzioni amministrative, fino all'espulsione, darebbe risultati più concreti". "Il fenomeno dell'immigrazione - rileva Canzio - nella sua complessità pone problemi di natura umanitaria, culturale, economica e sociale. Ma ha anche ripercussioni considerevoli a carico dell'amministrazione della giustizia, sia per la gravosa gestione dei procedimenti" sia per "gli alti costi che comporta".

Le comunità migranti in Italia (2016). On line le nuove edizioni dei Rapporti annualiA cura del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Lo leggo do Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato online sul proprio sito i nuovi Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dalla Direzione Generale dell'immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. I Rapporti offrono un'analisi dei dati sulle 15 comunità migranti più numerose in Italia (albanese, bengalese, cinese, ecuadoriana, egiziana, filippina, indiana, marocchina, moldava, pakistana, peruviana, senegalese, srilankese, tunisina, ucraina) e rappresentano uno strumento di conoscenza e approfondimento delle caratteristiche specifiche di ciascuna collettività. Nei Rapporti vengono descritte e discusse diverse dimensioni dei processi di integrazione, tra le quali l'istruzione, la partecipazione al mercato del lavoro, l'accesso al welfare, la partecipazione sindacale,

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l'inclusione finanziaria. I Rapporti offrono un quadro dettagliato delle caratteristiche dei cittadini migranti e rappresentano una base di conoscenza utile per la programmazione di iniziative e interventi specifici rivolti alle comunità. Sulla base dei dati disponibili al primo gennaio 2016, vengono analizzati i tratti socio-demografici delle comunità, le modalità e i motivi della presenza sul territorio, la partecipazione al mercato del lavoro e al sistema di welfare, i percorsi di istruzione. Tra i temi approfonditi vi sono quelli relativi ai minori e ai giovani con background migratorio, all’imprenditoria e a diversi aspetti dei processi di integrazione, tra i quali la partecipazione sindacale. Tutti i Rapporti sono disponibili sul sito istituzionale del Ministero e sul Portale Integrazione Migranti. Da segnalare i dati di sintesi relativi a tre comunità provenienti da Paesi del Nord Africa: Tunisini LA COMUNITÀ IN CIFRE REGOLARMENTE SOGGIORNANTI: 118.821UOMINI: 62,6% - DONNE: 37,4%MINORI: 37.072 (31,2%)TASSO DI OCCUPAZIONE: 48,6%TASSO DI DISOCCUPAZIONE: 23,5%SETTORI DI ATTIVITÀ ECONOMICA PREVALENTI: INDUSTRIA IN SENSO STRETTO (25%) - AGRICOLTURA, CACCIA E PESCA (18%)AREE DI INSEDIAMENTO: EMILIA ROMAGNA (22%), LOMBARDIA (20%) E SICILIA (15%)TITOLO DI STUDIO PREVALENTE: ISTRUZIONE SECONDARIA DI I GRADO (51%)ACQUISIZIONI DI CITTADINANZA NEL 2015: 5.585 Marocchini   LA COMUNITÀ IN CIFRE  REGOLARMENTE SOGGIORNANTI: 510.450UOMINI: 54,9% - DONNE: 45,1%.MINORI: 161.325 (31,6%)MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI (MSNA): 211TASSO DI OCCUPAZIONE 44,1%TASSO DI DISOCCUPAZIONE: 25,4%.SETTORI DI ATTIVITÀ ECONOMICA PREVALENTI: INDUSTRIA IN SENSO STRETTO (27%), COMMERCIO (20%)

AREE DI INSEDIAMENTO: LOMBARDIA (23,7%), EMILIA ROMAGNA (15,2%) E PIEMONTE (13,6%)TITOLO DI STUDIO PREVALENTE: ISTRUZIONE SECONDARIA DI I GRADO (45%)ACQUISIZIONI DI CITTADINANZA NEL 2015: 32.448ACQUISIZIONI DI CITTADINANZA NEL 2015: 32448 Egiziani LA COMUNITÀ IN CIFRE  REGOLARMENTE SOGGIORNANTI: 143.232UOMINI: 69,3% - DONNE: 30,7%MINORI: 49.141 (34,3%)MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI (MSNA): 2.807TASSO DI OCCUPAZIONE 52%TASSO DI DISOCCUPAZIONE: 14%SETTORI DI ATTIVITÀ ECONOMICA PREVALENTI: ALBERGHIERO E RISTORAZIONE (27%), TRASPORTI E SERVIZI ALLE IMPRESE (27%) SETTORE EDILE (22,3%)AREE DI INSEDIAMENTO: LOMBARDIA (67%), LAZIO (14,4%), PIEMONTE (6,1%)TITOLO DI STUDIO PREVALENTE: ISTRUZIONE SECONDARIO DI SECONDO GRADO (45%)ACQUISIZIONI DI CITTADINANZA NEL 2015: 4.422

Territori

Bari e provincia sempre più multietnicheI dati della Cgil Puglia sono stati presentati nella sede della Città metropolitana. I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil provinciali, insieme ai responsabili 25 associazioni e delle comunità migranti, hanno sottoscritto la "Piattaforma per l'inclusione dei cittadini migranti nell'area metropolitana di Bari". Di redazione, https://www.borderline24.com/

Lo leggo do La provincia barese è sempre più multietnica: il primo gennaio dello scorso anno – dati Cgil Puglia – erano 41.082 i residenti stranieri sul territorio (12.495 nella sola Bari), un numero cresciuto del 3 per cento rispetto al dato del 2015. Il rapporto fornito dal sindacato pugliese mostra più nello specifico la composizione degli stranieri sul

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territorio: rispetto al totale della popolazione barese, gli stranieri sono il 3,3 per cento, percentuale che lievita se parliamo su scala regionale. Un terzo del totale dei pugliesi stranieri risiede a Bari o in provincia. Se parliamo di extracomunitari, invece, il numero scende a 37.442, di cui il 51,2 per cento è titolare di permessi di soggiorno per lungo-soggiornanti, il 13,8 per cento è titolare di permessi di soggiorno a tempo determinato per motivi di lavoro, il 15,9 per cento per motivi di famiglia e il 16,9 per cento per motivi di asilo o umanitari.La piattaforma per l’inclusione dei migrantiDati importanti, quelli forniti da Cgil Puglia, che impongono una riflessione specifica sulle modalità di integrazione dei migranti sul territorio. Proprio su questo tema il sindacato aprirà una serie di tavoli di confronto, riunendo a Bari 25 organizzazioni, associazioni e comunità impegnate nel campo dell’immigrazione. A tal fine è stata sottoscritta oggi nella sala della Città metropolitana dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil provinciali, insieme ai responsabili delle associazioni e delle comunità, la “Piattaforma per l’inclusione dei cittadini migranti nell’area metropolitana di Bari”. “Punto chiave – spiegano dal sindacato – sono i Consigli territoriali per l’immigrazione, che coinvolgono una molteplicità di attori sociali, economici, istituzionali, del mondo della cultura, dell’università e dell’associazionismo e che rivestono il ruolo fondamentale di indicatori delle priorità degli interventi e delle politiche più aderenti al territorio utili a favorire l’integrazione dei cittadini stranieri nella società. Tutto questo dentro la cornice del Piano regionale triennale sull’immigrazione che va ripreso nei suoi contenuti aggiornato e innovato e posto in tempi ravvicinati al confronto con le organizzazioni sindacali, le associazioni e le comunità”.Gli stranieri e l’istruzioneDai dati forniti dalla Cgil risulta anche che sono più di 8mila i minorenni stranieri nel Barese, un quinto dei migranti residenti sul territorio. Gli studenti stranieri iscritti nell’anno scolastico 2015/2016 sono stati 7283 (di cui il 45,5% nati in Italia), 1451 quelli iscritti nelle scuole per l’infanzia (di cui il 77,5% nati in Italia); 2460 nella scuola primaria (di cui il 58,6 per cento nati in Italia), 1496 nella scuola secondaria di primo grado (di cui il 41,9 per cento nati in Italia) e 1876 nella scuola secondaria di secondo grado (di

cui il 6,4 per cento nati in Italia). “La notevole differenza – commentano dalla Cgil – tra la presenza nella scuola primaria rispetto a quella secondaria fa emergere due importanti aspetti. La differenza è da ricondursi alla giovane età degli studenti stranieri, e dall’altra, alla più precoce uscita dalla scuola di molti figli di immigrati. Nella scuola primaria la quota dei nati in Italia tra gli stranieri sfiora, infatti, il 60 per cento e in quella dell’infanzia addirittura l’80 per cento”. Significativamente minore il numero degli studenti universitari nella provincia di Bari: 828.Più di mille stranieri hanno acquisito la cittadinanza italiana nel BareseSono 1029 i residenti nel Barese che nel 2015 hanno acquisito la cittadinanza italiana (il 47,8 per cento dei pugliesi). A guardare i dati si nota una continua crescita del numero di domande accettate: nel 2013 erano 475, l’anno successivo 897. Il trend, come confermano dal sindacato, dovrebbe rimanere lo stesso nel 2016, anche se non ci sono ancora dati a riguardo. Venendo invece all’ambito professionale, i dati Idos mostrano che l’84,4 per cento di tutti gli occupati stranieri lavora in piccole imprese (con meno di 10 impiegati). I settori dove vengono impiegati maggiormente gli immigrati sono: l’agricoltura (31 per cento) e i servizi (39,1 per cento). Terzo posto per il settore edile.

Migranti, a Roma buchi nell’accoglienzaLa capitale è l’unica grande città europea che non ha ancora trovato una soluzione organica per i "transitanti", fra 300 e 500 persone al giorno che puntano a proseguire il viaggio verso l'estero e sono fuori dal circuito di assistenza ai richiedenti asilo. Se ne fa carico il movimento spontaneo Baobab, che in questi anni ne ha presi in carico decine di migliaia. L'ultimo intervento della polizia in via Cupa, nell'era Tronca, ha tolto un tetto agli ospiti, creando tensioni con il quartiere. Ora dalla giunta Raggi arriva una possibile soluzione

di Giuseppe Putignano e Marco Mastrandrea | http://www.ilfattoquotidiano.it/INCHIESTA SULL’ACCOGLIENZA/3. “Mi scusi, dove sono finita?”. Una donna si avvicina intimorita alla prima persona con la pelle bianca che incontra. Ha sbagliato uscita, “è la

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prima volta che scendo a Tiburtina, che cos’è qui?”. Piazzale Spadolini, uno slargo buio alle spalle della seconda stazione più grande di Roma, dove passano poche linee dell’autobus e nessuna automobile. Tende, sacchi a pelo, buste di plastica con cibo caldo portato da casa dai volontari, un camper per l’assistenza medica e un centinaio di giovani uomini e donne infreddoliti. È tutto ciò che resta della Baobab Experience, un movimento spontaneo di cittadini che si occupa di assistere i migranti di passaggio, i cosiddetti “transitanti”, quelli che non vogliono fermarsi in Italia e sono fuori dal circuito Sprar (Servizio centrale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) dell’accoglienza ufficiale. Sono tutti potenziali rifugiati, in fuga da guerre e dittature, ma anche solo alla ricerca di una vita migliore, che, stando al regolamento di Dublino dovrebbero rimanere nel primo paese dell’Unione Europea in cui mettono piede. Alcuni hanno fatto richiesta di asilo ma non hanno ancora ricevuto risposta, altri sono in attesa di aderire al programma “Relocation”, il piano europeo di redistribuzione dei migranti tra stati membri, altri ancora vorrebbero sfuggirvi e raggiungere la città inglese o tedesca in cui c’è un amico, un contatto che li aspetta. Ma, nel frattempo, da qualche parte devono pur stare. Roma è l’unica grande città europea che non ha ancora trovato una soluzione organica a un fenomeno relativamente piccolo, che diventa un problema solo se gestito male. Ogni giorno nella capitale transitano trecento, massimo cinquecento, migranti di passaggio. Persone che mangiano, dormono e vanno al bagno in ogni caso. Senza un luogo deputato ad accoglierle, lo fanno per strada, intorno alla stazione, sotto gli occhi di pendolari e cittadini. L’aumento dei flussi migratori dal Nord Africa e la conseguente chiusura delle frontiere del Nord Europa ha ingrossato le fila di questo limbo. Baobab era stato tuttavia capace di rispondere all’emergenza. I volontari accoglievano questo nuovo flusso di migranti in una struttura autogestita da circa dieci anni, nel palazzo di una vecchia vetreria abbandonata, in via Cupa, 5, una stradina vicino alla stazione Tiburtina. “In questo periodo” racconta Francesca Del Giudice, una volontaria, “c’era di solito un numero molto esiguo di migranti, richiedenti asilo o in attesa dell’asilo. Ora sono eritrei, somali, sudanesi, etiopi. Prima erano perlopiù del Maghreb. Nel 2015 abbiamo accolto 30mila

migranti, per il 2016 ne stimiamo almeno il doppio”. Solo che, da un anno, l’accoglienza non avviene più sotto un tetto. Gli stabili in via Cupa sono stati sgomberati dall’ex commissario cittadino Francesco Paola Tronca il 6 dicembre 2015, “per restituirli ai legittimi proprietari”. Un anno dopo le palazzine sono ancora abbandonate. I volontari di Baobab hanno continuato a offrire un pasto caldo, un materasso e assistenza medica in un “campo informale”, improvvisato nella stretta via da cui si accede alle palazzine, fino al 30 settembre 2016 quando, dopo una decina di sgomberi parziali, è stato smantellato definitivamente. In questa occasione, racconta Francesca, “l’Ama e le forze dell’ordine hanno sequestrato tutti i beni dei migranti, molti dei quali sono partiti senza le uniche cose che li legano alla loro terra, una foto, un documento, un amuleto”. I volontari hanno potuto recuperare gli oggetti solo un mese dopo. “E sappiamo bene che essendo transitanti, la maggior parte di loro nel frattempo è partita senza nulla”. Da ottobre 2016 i volontari si arrangiano quindi nello spiazzo alle spalle di Tiburtina, lontanissimi dall’idea contenuta in un progetto presentato da Baobab e altre associazioni al Comune e poi in Regione, “creare una cittadella dell’accoglienza”. L’aumento del flusso dei migranti ha snaturato la loro missione, “facciamo accoglienza, non assistenzialismo” tengono a precisare, ma diventa sempre più difficile. Perché sono troppi, perché non c’è una struttura ricettiva pubblica, perché quelle abusive sono puntualmente sgomberate. Con il freddo, la situazione a piazzale Spadolini si è aggravata e la pressione sull’amministrazione capitolina si è fatta più forte. A novembre c’è stato un importante faccia a faccia tra i rappresentanti delle associazioni di volontariato e Laura Baldassarre, l’assessore alle politiche sociali della Giunta Raggi. “Abbiamo raggiunto un obiettivo minimo, adesso ci aspettiamo un’accoglienza dignitosa”, commenta Francesca. L’amministrazione ha previsto l’immediato trasferimento di 92 ospiti al centro della Croce Rossa in via del Frantoio. Alla Tiburtina invece resteranno attivi i presidi di Baobab e Medu (un’associazione di medici volontari), che faranno da infopoint per i migranti transitanti. L’intenzione dichiarata dell’amministrazione Raggi sembra andare incontro alle richieste che le associazioni avanzano da due anni, l’apertura di un hub dedicato a queste figure che sono fuori dal

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circuito dell’accoglienza istituzionale. Ma tutto è ancora in divenire. “Via Cupa uguale anarchia” recitava un cartello esposto da una palazzina di fronte al campo informale, quando Baobab è stato costretto a organizzarsi per strada. L’assenza di un luogo chiuso, circoscritto, in cui accogliere i “transitanti” ha provocato le inevitabili proteste di chi abita nei dintorni della stazione Tiburtina. Alcuni fanno parte del comitato locale “Beltramelli-Meda-Portonaccio” e lamentano la situazione insostenibile dei parcheggi divenuti dormitori, ma le proteste dei romani restano contenute. A detta degli stessi volontari, il numero dei migranti accampati per strada, dopo la chiusura della sede in via Cupa, era tale da rappresentare oggettivamente un disagio per i residenti e i passanti. Il disagio è stato cavalcato da un esponente locale della Lega Nord-Noi con Salvini, Andrea Liburdi, consigliere del II municipio. “Quando abbiamo chiuso la strada perché gli ospiti erano troppi, ha scatenato il putiferio” raccontano i volontari. “La strada è nostra, le nostre attività in bancarotta, ci stiamo trasferendo tutti” era l’accusa. A luglio, con le telecamere al seguito, si è presentata al campo anche la deputata Barbara Saltamartini per esprimere e documentare tutto il suo “schifo”. Ne ha ricavato fischi e insulti e alcuni migranti le hanno offerto una banana facendo il verso delle scimmie, per rispondere alla provocazione. Ogni ospite del Baobab ha una storia da raccontare a cui, d’istinto, ci si rifiuta di credere. Alcune hanno un lieto fine. “Un ragazzo eritreo è rimasto con noi un mese, cosa insolita per i transitanti,” ricorda Francesca, “Abraham non aveva soldi, aspettava un suo amico a Roma per partire insieme, aveva il sogno di arrivare in Inghilterra. Scappava da una condizione di estrema povertà e dittatura ma era laureato, un ingegnere, parlava un inglese perfetto. Dopo Ferragosto è andato a Calais dove è iniziata la sua avventura per raggiungere l’Inghilterra. Ci è arrivato a fine febbraio. Ogni mattina si svegliava da Calais provava ad attraversare la Manica, ogni giorno, per sei mesi. Poi ce l’ha fatta, nascosto su un treno merci, e adesso lavora e ha un famiglia, ha realizzato un sogno. Una delle storie più belle e incredibili che ho avuto l’onore di conoscere e vivere. Dopo un mese era diventato uno dei nostri volontari di fatto, ci sentiamo ancora”. In questi due anni al Baobab hanno cercato di offrire più di un pasto caldo e una tenda,

coinvolgendo gli ospiti in attività ricreative, partite di calcio, tour guidati ai Fori Imperiali. “Sono tutti piccoli casi che per noi sono molto importanti, forse i più importanti in assoluto, perché andiamo oltre il mero assistenzialismo”. E i migranti lo sanno, se lo raccontano con il passaparola, cercano i volontari di Baobab perché offrono più che un pezzo di pane. Fanno rete con il Sud e il Nord Italia. Li proteggono da una doppia tenaglia, quella delle istituzioni europee che non li riconoscono e li respingono e quella dei trafficanti specializzati in lavoro nero e prostituzione, che li seducono con un’offerta comunque migliore, un tetto e un materasso. Ed è chiaro, soprattutto se sprovvisti di una struttura di accoglienza, spiega Francesca, “che davanti ai trafficanti possiamo fare ben poco. Sono circuiti talmente tanto dentro la loro realtà che non potremmo mai in ogni caso sapere fino in fondo”. Insieme alla fame, alla scomodità e alla condizione alienante di immobilità, spesso i “transitanti” devono fare i conti anche con le malattie. “In passato ci sono stati tanti casi di scabbia, dovute alle pessime condizioni in cui sono costretti a vivere. Con il calo delle temperature la scabbia diminuisce ma aumentano le patologie legate al freddo” spiega Anita Carriero, coordinatrice dell’unità mobile di Medici per i Diritti Umani, che il martedì e il giovedì raggiunge il presidio della Tiburtina. “La prima urgenza è avere una struttura dove ospitarli e curarli, le temperature si abbassano e la gente resta al freddo, per strada. A questo punto speriamo che non ci scappi il morto”. Sarebbe la beffa estrema per chi ha già attraversato ogni tipo di pericolo. Medu cerca infatti di raccogliere in un archivio le memorie dei maltrattamenti subiti dai migranti durante i lunghissimi viaggi verso l’Europa, “moltissimi hanno subito violenze, soprattutto in Libia nei centri di detenzione dove vengono portati dagli stessi trafficanti. Stiamo parlando sia di violenze fisiche sia di disturbi sul piano psichico. Brutalmente noi diciamo che mettiamo le toppe, perché il lavoro di Medu non è di tipo assistenzialista, ma vista la situazione ci ritroviamo a svolgere assistenza sanitaria”.

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Notizie in breve

ITALIA Regioni.it – Immigrazione: Minniti incontra la conferenza delle Regionihttps://goo.gl/tD8zEa“Il Piano è convincente – afferma il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini - e quello odierno è stato un incontro utile e apprezzato anche per la rapidità con cui il ministro ci ha visto", un rapporto  "che proseguirà nei prossimi incontri anche per incidere su diverse questioni sollevate da alcuni presidenti”. Il 25 gennaio nel corso di una riunione della Conferenza delle Regioni il ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha presentato ai presidenti il nuovo “Piano immigrazione” che il Governo intende varare, grazie anche alla collaborazione istituzionale delle Regioni.Il Sole 24 Ore – “Cruciale lavorare con le Regioni”https://goo.gl/8dtWH5Un piano migranti per l'Italia in linea Con l'azione dell'Unione europea. Ieri Marco Minniti ha presentato ai presidenti delle Regioni le linee d'azione del modello Anci (associazione nazionale comuni d'Italia): distribuisce su tutto il territorio gli immigratiin arrivo. Ma lo slogan di Minniti è duplice: «Più si è severi con le irregolarità e più è possibile l'integrazione». Nel suo programma c'è un Cie (centri di identificazione ed espulsione) in ogni regione, escluse le più piccole. E non solo l'allargamento della platea dei 2.600 Comuni oggi impegnati per l'accoglienza.The Washington Post - Italy may require asylum seekers to do community servicehttps://goo.gl/rniC8ALast year, 181,000 migrants reached Italy by sea, crossing the Mediterranean at the risk of their lives. More are expected to come this year. But Italy, with its sluggish economy, is struggling to host those migrants, especially asylum seekers who are guaranteed six months of free housing and meals under Italian law. Interior Minister Marco Minniti recently unveiled a plan to solve this problem: make community service a mandatory requirement for asylum seekers. The idea is an attempt to cover part of the expense of hosting the migrants and help improve the souring relations between refugees and locals.

Anti-immigrant sentiment is mounting in Italy, and a growing number of Italians now view refugees as a burden.L’Unità – Il Pd: nessun passo indietro sullo Ius soli. Sì delle Regioni a Minnitihttps://goo.gl/kt6v4bAnche il presidente Grasso si è impegnato per approvare la legge sui "nuovi cittadini" che dopo l'ok della Camera da un anno è in discussione in Senato. La Stampa - Stabilità nel Mediterraneo e in Africa. Ecco la roadmap dell'Italia all'Onuhttps://goo.gl/RLHt2ZPromuovere la stabilità della regione del Mediterraneo, e dell'Africa centrale da Est a Ovest, per affrontare insieme le questione delle migrazioni, dei traffici illegali e del terrorismo. E’ la stella polare che guida il lavoro dell'Italia al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, dove è entrata dal primo gennaio scorso.La Stampa Torino – “Bisogna distribuire. L’integrazione passa per i piccoli numeri”https://goo.gl/qbcZxAPotrà veramente essere una caserma la soluzione, per quanto a termine, per arrivare allo sgombero del Moi? Sergio Durando, direttore della PastoraleMigranti, rappresenta la Diocesi, uno degli attori del progetto in cui sono coinvolti Città, Prefettura e Compagnia di San Paolo, preferisce partire da un altro aspetto del problema. «Non parliamo solo di luoghi da liberare o da utilizzare.Il Manifesto – Il migrante si suicida gettandosi in acqua: insulti razzisti mentre annegahttps://goo.gl/ApyHVKUna corona di fiori in laguna: alle 17 davanti alla stazione di Santa Lucia si danno appuntamento non solo i profughi per una cerimonia analoga a quella di una decina di giorni fa sull'argine di Rottanova a Cavarzere, in ricordo di Sandrine Bakayoko, 25 anni, morta nell'ex base militare di Conetta.Stranieriinitalia.it - Non solo profughi, l'economia degli immigratihttps://goo.gl/gv8L3CLa giusta prospettiva sull' “emergenza immigrazione”. I costi sostenuti dalla pubblica amministrazione per gli stranieri residenti in Italia sono ampiamente compensati da tasse e

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contributi versati dagli stessi lavoratori stranieri

EUROPAAvvenire - Aiuti alla Guardia costiera Il piano dell'UE per la Libiahttps://goo.gl/jmwH8VMogherini: «Vogliamo rendere più forti i presidi nel Nord Africa». Poche le novità e pochi i soldi per contrastare i trafficanti Nessun riferimento alla possibilità di un blocco navale nel MediterraneoIl Sole 24 Ore - Pattugliamento navale in Libia, circolo virtuoso fra Italia e Uehttps://goo.gl/GaMl7KA quasi un anno di distanza dal controverso accordo con la Turchia per meglio gestire i flussi migratori da Est, l'establishinent comunitario ha deciso di prendere di petto gli arrivi da Sud, ritenendoli ormai un "movimento strutturale". La Commissione europea ha proposto ieri una serie di misure da adottare nei confronti della Libia. Sul loro successo non mancano interrogativi; ma il riconoscimento del problema c'è, ed è il riflesso di un lavorio diplomatico italiano.The Irish Times - Supreme Court considering right to work of asylum seekershttps://goo.gl/QGF3IyA seven-judge Supreme Court is hearing an important appeal concerning the right to work here of asylum seekers. The appeal is by a Burmese man who lived in direct provision for more than eight years before he recently got refugee status. The case is against the Minister for Justice with the Attorney General and Irish Human Rights and Equality Commission as notice parties. The man had argued, while living in direct provision on a €19 weekly allowance, he suffered depression, “almost complete loss of autonomy” and being allowed work was vital to his development, personal dignity and “sense of self-worth”. European Commission - EU-UNICEF project to help more than 6 000 refugee and migrant children in Greece https://goo.gl/oOr0JAA new joint action between UNICEF and the European Union will support more than 6000

refugee and migrant children, including unaccompanied minors, across Greece. The €8.5 million initiative will be financed through the EU Emergency Support Instrument, which enables the European Commission to fund emergency operations within the EU.The Guardian - Migration: EU rejects proposals for Turkey-style deal for Libya https://goo.gl/ZoCu4YEuropean commission opposes Maltese idea to replicate Ankara deal to reduce crossings from Libya to Italy, which resulted in 5,000 deaths in 2016

ESTERIAvvenire - Myanmar: il dramma dei piccoli Rohinahttps://goo.gl/Cl6BX5Il dramma dei Rohingya, perseguitati in un Paese, il Myanmar, che non riconosce loro cittadinanza e condizione di rifugiato, è anzitutto un dramma dei loro figli. A ricordarlo è Andrea lacomini, portavoce di Unicef Italia con un messaggio dai toni accorati e urgenti. «L'esodo di massa in corso del popolo Rohingya dal Myanmar al Bangladesh in questo momento non è altro che la conseguenza dell'ennesima, ingiusta, persecuzione a danno di una minoranza etnica dimenticata dal inondo». Il Messaggero – Dalla tortura al muro, Trump sfida tuttihttps://goo.gl/o0i9cRCome succedeva durante la campagna elettorale, anche i primi giorni della presidenza Trump sono tanto frenetici che nessuno riesce a stargli dietroper spiegare a fondo le conseguenze delle sue scelte. Solo le più clamorose vengono a galla, come la possibilità di tornare a utilizzare la tortura o come la spettacolare lite con il Messico.Il Sole 24 Ore – Muro, scontro Usa-Messico: pronti dazi del 20%https://goo.gl/evgvSASiamo già alla Guerra commerciale? Possibile: a sorpresa la Casa Bianca ieri non solo ha rotto con il Messico, ma ha annunciato che nuove tariffe del 20% su importazioni messicane potrebbero essere estese a tutte le importazioni americane. Incluse dunque quelle dall'Italia?APPROFONDIMENTI

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CAMERA DEI DEPUTATI - Assemblea - Seduta di mercoledì 25 gennaio 2017 https://goo.gl/Db92l5Interrogazione a risposta immediata n.3-02732 dell’On. Fabio Rampelli sui tempi e modalità di attuazione delle iniziative recentemente prospettate dal Governo in materia di contrasto all’immigrazione clandestina. Interviene il Ministro dell’interno Marco Minniti European Commission - REPORT FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE EUROPEAN COUNCIL AND THE COUNCILhttps://goo.gl/5vnHceProtecting the external borders of the European Union, including through the European Border and Coast Guard, is one of the key pillars of the comprehensive European policy on migration on which the European Union is delivering in order to address the immediate, medium as well as long term needs identified in the European Agenda on Migration.Filippo CasiniConsiglio Italiano per i Rifugiati - OnlusVia del Velabro, 5/a - 00186 Roma  + 39 06 69200114www.cir-onlus.org

(a cura del Consiglio Italiano dei Rifugiati)

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