negli ultimi anni del mio vivere: memorie di angelo michele negrelli

18
a cura di Quinto Antonelli e Mariano Longo 13 LE MEMORIE DI ANGELO MICHELE NEGRELLI 1764-1851 15/06/2006, 8.45

Upload: museostoricotrentino-museostoricotrentino

Post on 28-Mar-2016

219 views

Category:

Documents


5 download

DESCRIPTION

Atti dell'incontro pubblico organizzato per proporre chiavi di lettura, notizie, suggestioni contenute nelle singolari Memorie che Angelo Michele Negrelli scrisse e dettò tra il 1844 e il 1851, «negli ultimi anni del suo vivere». Si tratta di un voluminoso manoscritto conservato oggi presso la Biblioteca intercomunale di Primiero, nel quale sono registrati con dovizia di particolari quasi novant’anni di un’esistenza spesa a cavallo dei secoli XVIII e XIX. Una vita intensa quella di Angelo Michele Negrelli, che offre uno spaccato particolare della società e della cultura dell’epoca e dei luoghi nei quali visse.

TRANSCRIPT

a cura diQuinto Antonelli e Mariano Longo

LE ME

MORIE

DI A

. M. N

EGRE

LLI a

cura

di Q

. Ant

onel

li e M

. Lon

go

ISBN 978-887197-083-7E 11.00 13

LE MEMORIE DIANGELO MICHELE NEGRELLI

1764-1851

Tra il 1844 e il 1851, «negli ultimi anni del suo vivere»,Angelo Michele scrisse e dettò le sue Memorie.Si tratta di un voluminoso manoscritto conservato oggipresso la Biblioteca intercomunale di Primiero, nelquale sono registrati con dovizia di particolari quasinovant’anni di un’esistenza spesa a cavallo dei secoliXVIII e XIX. Una vita intensa quella di Angelo MicheleNegrelli, che offre uno spaccato particolare dellasocietà e della cultura dell’epoca e dei luoghi neiquali visse.La memoria, proprio per le sue dimensioni, potrebbeapparire a prima vista di difficile e fredda lettura, maad una successiva analisi, così come proposto eillustrato dagli autori dei diversi saggi, rivela unasorprendente e insospettata carica emotiva.

Sommario: Mariano Longo, Presentazione; StefanoKerschbamer, Il mostro precario: nota in margine allatrascrizione delle Memorie di Angelo Michele Negrelli;Quinto Antonelli, Tempi e racconto delle Memorie;Gianfranco Bettega, Viaggi e cosmi personali; CeciliaNubola, Società e vita quotidiana in Primiero tra Sette/Ottocento; Katia Occhi, Le attività commerciali tramontagna e pianura; Ugo Pistoia, Esercizi di lettura: ilibri e la biblioteca di Angelo Michele Negrelli; Fonti eriferimenti bibliografici.

Quinto Antonelli, ricercatore del Museo storico inTrento e responsabile dell’Archivio della scritturapopolare, è autore di numerose monografie e sagginel quale si è occupato fra i tanti temi di formazionedel senso comune, di immaginario folklorico, di storiadella scuola e dell’alfabetizzazione, nonché di scritture«minori» e popolari.

Mariano Longo, cultore di storia del Primiero eanimatore di varie iniziative culturali, è responsabiledella biblioteca intercomunale di Fiera di Primiero.

13

MUSEO STORICO IN TRENTOMUSEO STORICO IN TRENTOMUSEO STORICO IN TRENTOMUSEO STORICO IN TRENTOMUSEO STORICO IN TRENTO ONLUS

www.museostorico.it – [email protected]: 0461 230482 – fax 0461 237418

Coperetina.pmd 15/06/2006, 8.451

3

2006

Negli ultimi annidel mio vivere

Primiero tra Sette e Ottocento nelle Memoriedi Angelo Michele Negrelli

approcci di lettura

a cura diQuinto Antonelli e Mariano Longo

2006

001-008.pmd 09/06/2006, 13.223

5

Presentazione

Fin dal 2001 la Biblioteca intercomunale di Primiero e il Museo storico inTrento hanno in corso un progetto di collaborazione che riguarda uno deidocumenti più interessanti tra quelli conservati a Primiero. Si tratta di un volu-minoso memoriale sette-ottocentesco scritto e in parte dettato da Angelo Mi-chele Negrelli. Già il cognome ci indirizza verso l’identificazione dell’autore.Arcangelo Michele Giuseppe Maria Prosdocimo Vincenzo Ferrerio Negrelli è,infatti, il padre di Luigi Negrelli, ingegnere progettista di strade e ferrovie inEuropa centrale e nel nord-est d’Italia, e ideatore del primo progetto del cana-le di Suez. Non è però solo per la paternità e per luce filiale riflessa, ma ancheper luce propria: straordinaria e drammatica la sua esistenza e strabiliante ilracconto autobiografico da lui redatto.Figlio di Nicolò Negrelli, giunto da Valstagna in Primiero nel 1761 sulla «via dellegno» e accasatosi a Fiera con Anna Ceccato, vedova Romagna, Angelo Mi-chele (Michelòt, come veniva chiamato in famiglia) nacque a Fiera di Primieroil 7 novembre del 1764. La madre conduceva una locanda in cima alla Rivetta,lungo la via Imperiale, mentre il padre esercitava la mercatura del legname perconto della ditta Gianesi di Fonzaso. Seguendo le orme dei genitori, AngeloMichele esercitò diverse attività commerciali, la principale delle quali fu il com-mercio di legname, per conto di Giovanni de Bosio. Nel 1787 sposò Elisabetta«Bettina» Würtemberg (1763-1851) di Tonadico. Dal matrimonio nacqueroundici figli tra i quali il già citato Luigi. Angelo Michele condusse una vita attivae movimentata, con numerosi viaggi in Italia e in Tirolo. Morì a Fiera di Primieroil 2 aprile 1851.Tra il 1844 e il 1851 Angelo Michele scrisse e dettò le sue memorie.Si tratta di un corposo manoscritto, conservato oggi presso la Bibliotecaintercomunale di Primiero, formato da 16 fascicoli cartacei legati a filo; il di-ciassettesimo e ultimo fascicolo, è stato ritrovato due anni fa nell’Archivio delTechnisches Museum di Vienna, Fondo Luigi Negrelli e acquisito in formatodigitale grazie al Progetto Negrelli del Comprensorio di Primiero. Sono 780facciate dalla scrittura fitta, a volte di difficile lettura.Il manoscritto è inedito, nella sua versione integrale, anche se più volte utilizza-to: citazioni e stralci sono già comparsi su varie riviste e libri e parti del testosono state oggetto di letture pubbliche. Nella primavera dello scorso anno,

001-008.pmd 09/06/2006, 13.225

6 dopo quasi tre anni di «corpo a corpo» con il testo, Stefano Kerschbamer neha concluso la trascrizione ed è stato possibile apprezzarlo nella sua interezza,(quasi) pronto per la pubblicazione.Il risultato sono 394.800 parole per raccontare quasi novant’anni a cavallo deisecoli XVIII e XIX: la vita intensa di Angelo Michele, ma anche quella di un’epocapoco conosciuta nei suoi aspetti quotidiani, uno spaccato della società venetae trentina (e non solo) di antico regime. A prima vista un tal numero di pagine,uno scritto così impegnativo, poteva intimidire anche il più motivato dei lettori.Alcuni «temerari» vi si sono comunque cimentati e ne è scaturita la confermache la testimonianza scritta di Angelo Michele Negrelli offriva spunti interes-santi, saperi e gustose informazioni, ma insieme e sorprendentemente anchemeraviglia e divertimento per la sua forza narrativa.Era tempo di palesare il progetto e i suoi obiettivi, il principale dei quali era erimane la pubblicazione. Da qui l’idea di un incontro pubblico che attraversoapprofondimenti tematici e letture di brani dal manoscritto proponesse alcunechiavi di lettura, assaggi delle storie, notizie, suggestioni contenute nel testo, madelineasse anche giudizi di valore su quest’opera davvero singolare. Questo èciò che si è cercato di fare all’affollato seminario che ha avuto per titolo Primierotra Sette e Ottocento nelle memorie di Angelo Michele Negrelli: approcci dilettura tenutosi presso la Sala Negrelli a Fiera di Primiero il 27 agosto delloscorso anno. Già l’indicazione degli studiosi e degli argomenti trattati può darela misura dello spessore dell’incontro che, pur tra le inevitabili assenze e limita-zioni, è riuscito a fornire agli uditori un interessante e rigoroso, ma anche pia-cevole primo contatto con la autobiografia di Angelo Michele.Ha introdotto il seminario e apre la pubblicazione la relazione di QuintoAntonelli, coordinatore del seminario e vero animatore del progetto. Antonellianalizza le caratteristiche strutturali di queste poderose «memorie di un ottua-genario, primierotto, figlio del suo tempo, l’antico regime». Raccontando labiografia di Angelo Michele, rintraccia le motivazioni dichiarate e non dellagenesi e sviluppo della stesura; spiega che si tratta di scrittura di secondo livelloe per questo «le sequenze» descritte «pesano» in modo diverso per interesse,per quantità e qualità letterari.Con «Viaggi e cosmi personali» Gianfranco Bettega, studioso di storia del ter-ritorio di Primiero offre un tassello forte per la conoscenza delle memorie.Individua e in parte analizza ben settanta uscite da Primiero, senza contare glispostamenti «interni» alla Valle. Riferisce dei percorsi e delle reti per la mobilitàdi Angelo Michele per il quale «viaggiare è vivere»: comprendere il mondo,intessere conoscenze, fare affari, acquisire prestigio. Il viaggio è la sinuosa sot-tile linea che attraversa, costante le Memorie.Ottiene, peraltro, una particolare rilevanza la bella lezione di Cecilia Nubola,

001-008.pmd 09/06/2006, 13.226

7ricercatrice dell’Istituto studi italo-germanici di Trento che esamina le usanze,le consuetudini, la vita quotidiana «impastata» di sacralità sia nell’ambientefamiliare come nella società di «antico regime». Il quadro che fluisce dalleMemorie è quello di una società in «passaggio» in cui i ceti sociali interagisconoma non si lasciano permeare, in cui le donne non hanno ruolo sociale mareggono le sorti familiari; in cui cresce il ceto mercantile (cui appartiene AngeloMichele) ma è alla mercé di fortune instabili e alterne.Davvero straordinario il contributo dal titolo «Esercizi di lettura: la biblioteca diAngelo Michele Negrelli» del bibliotecario e storico Ugo Pistoia che si è cimen-tato in un lavoro quasi da biblioarcheologo. Individuando decine di titoli men-zionati nelle Memorie o riportati nelle Raccolte di versi lasciate dall’autore,Pistoia traccia l’ambiente culturale e scolastico nel quale si forma il Michelòt eriesce a «ricomporre» a distanza di secoli la biblioteca di Angelo Michele.Non di meno vanno qui citati gli altri interventi, purtroppo non presenti inquesti atti ma che speriamo trovino spazio in altre future pubblicazioni, propo-sti durante il seminario. Da ricordare la chiara e articolata esposizione diChristoph Hartung von Hartungen, storico sudtirolese, sulle vicende delle guerrenapoleoniche e della sollevazione antifrancese a Primiero e la relazione diDanilo Gasparini, storico dell’alimentazione. Quest’ultimo, basandosi sui nu-merosi cenni alla produzione, commercializzazione, trasporto, trasformazionee «godimento culinario» degli alimenti rintracciabili nel manoscritto e puntan-do l’attenzione su tre prodotti, il sorgo, il vino, il «butirro» di Primiero, ha deli-neato il sistema commerciale e il rapporto di interdipendenza alimentare trapianura e montagna. Gigi Corazzol ha focalizzato l’attenzione sul «fattore»narrativo. Le Memorie rivelano a suo parere la struttura classica del romanzoottocentesco con l’eroe-antieroe, i vagabondaggi, gli amori, l’ascesa e disgra-zia economica e sociale del protagonista, con un chiaro propositomoraleggiante. Corazzol vi coglie suggestioni teatrali e efficacia cinematografi-ca e riconoscendo nelle Memorie un romanzo biografico, seppur con valenzedocumentarie, le inserisce a pieno titolo nella memorialistica sette-ottocentesca.In questo primo evento pubblico del «Progetto Memorie» non si è certo prete-so, in poche per quanto interessanti relazioni, di rendere esaustiva l’informa-zione su questo documento; molto c’è ancora da scoprire e rivelare. Si è cerca-to invece di sollecitare nel pubblico presente al seminario e ora nei lettori ildesiderio e la curiosità per l’opera nella sua integrità.Per questo sono di grande interesse e aggiungono qualità e completezza duealtri interventi che trovano spazio in questa pubblicazione. Stefano Kerschbamer,il già citato trascrittore, sviluppando la comunicazione esposta in faseseminariale, traccia una sorta di giornale di lavoro, quasi un diario insiemetecnico e «sentimentale» del suo rapporto con «il mostro precario».

001-008.pmd 09/06/2006, 13.227

8 Katia Occhi, ricercatrice presso l’Istituto di studi italo-germanici di Trento, ciinforma sul traffico del legname tra Primiero e la pianura. È in questa attivitàche Angelo Michele è figura di spicco, prima come agente e procuratore alledipendenze di Giovanni de Bosio, uno dei più importanti mercanti di legnamedi Primiero, poi per conto proprio. Occhi descrive il sistema mercantile e finan-ziario del tempo, ma mette in risalto anche la tecnica cantieristica, dal taglioalla fluitazione. Completa il lavoro una prima bibliografia «corale» di riferimen-to al testo di Negrelli.Gli atti escono, con il contributo delle amministrazioni comunali di Primiero,che fanno capo alla Biblioteca intercomunale, come estratto monografico del-la rivista Archivio Trentino. Corre pertanto l’obbligo di ringraziare il Museostorico in Trento per l’ospitalità concessa nella sua collana editoriale.Nel pubblicare la raccolta dei saggi sulle Memorie l’ambizione è che essa pos-sa entrare nelle biblioteche, nelle scuole e nelle case per offrire ai cultori distoria locale ma soprattutto ai comuni cittadini un’intensa testimonianza delpassato in modo da creare terreno fertile per il prossimo audace e non piùprocrastinabile traguardo della collaborazione, finora proficua tra Museo stori-co e Biblioteca, ovverosia la pubblicazione del testo nella sua integrità e fasci-no letterario.Se il seminario e i presenti atti evidenziano il valore storico e culturale rappre-sentato dal documento non ne va dimenticato l’aspetto letterario e affabulatorio.Concordemente i relatori hanno espresso elogi e apprezzamenti per la qualitàletteraria del testo, nientemeno Kerschbamer lo affianca («quasi uncontrocanto») alle Confessioni d’un Italiano di Nievo e Corazzol addiritturaalle Mémoires di Casanova. Tutti hanno riconosciuto di essere stati ammaliatidallo scritto e di essersi ritrovati a simpatizzare per Angelo Michele. È facile,infatti, appassionarsi alle Memorie e affezionarsi all’Autore-protagonista. Leg-gendone la storia ci si sente trasportati, come su una fantastica macchina deltempo, in un’epoca, in circostanze, in luoghi remoti eppure vividi e reali. Sirimane avvinti a tal punto nelle vicende narrate che è possibile per i lettori delMicelòt trovarsi in Valle di Primiero o tra i palazzi di Trento o di Rovereto,camminare per le calli di Venezia o per le strade di Bassano o di Padova eravvisare i «segni», i luoghi, i palazzi, le osterie che hanno fatto da scenografiaalle vicende di Angelo Michele Negrelli. Non resta che attendere il libro perdilettarci ed emozionarci con la memoria biografica di Angelo Michele. Ci saràtempo poi per approfondire i temi, analizzare e realizzare indici, apparati e altristudi. È tempo di sollecitare intese e trovare risorse per realizzare la pubblica-zione e finalmente svelare e offrire a tutti questo piccolo grande gioiello diPrimiero.

MARIANO LONGO

001-008.pmd 09/06/2006, 13.228

15

Tempi e racconto delle Memorie

Quinto Antonelli

Tempi e racconto delle Memorie

1. Il titoloIl testo si apre con un titolo esplica-tivo: Memorie Di Angelo MicheleNegrelli che servono alla Storia del-la sua vita, ed in parte a quella de’suoi tempi, scritte da lui medesimo,con difficoltà per l’abbreviata suavista, negli ultimi anni del suo vive-re, divise in 14 Capitoli.La prima parte del titolo pone unproblema di definizione: memorie oautobiografia? Poiché l’autobiogra-fia si è spesso definita per opposi-zione ad altri generi memorialistici,la questione delle differenze ha pro-dotto una certa letteratura. Così lememorie sarebbero la cronaca (piùo meno semplice) di una vita, unanarrazione evenemenziale dove loscrivente assume il ruolo del testi-mone di un’epoca; mentre nell’au-

tobiografia l’autore-attore mette l’ac-cento sulla propria vita individualee, in particolare, sulla storia dellapropria personalità1. L’oggetto dellememorie, scrive Lejeune, «è qualco-sa che supera largamente l’indivi-duo: è la storia dei gruppi sociali estorici ai quali appartiene»2; diver-samente l’autobiografia è animatada una intenzione meta-storica, di-venta uno strumento della cono-scenza si sé, ricostituisce e decifrauna vita nel suo insieme3.E allora che cosa vuole raccontarciAngelo Michele, la storia della suapersona o quella della sua epoca?Le cose non sono così semplici: segià il titolo ci mette sull’avviso cheracconterà di sé e in parte dei suoitempi, il racconto poi oscillerà traun’ottica biografica ed una più

1 La questione è ben esposta in IUSO 1997: 58-65.2 LEJEUNE 1971: citazione e traduzione in IUSO 1997: 59.3 GUSDORF 1996: 3-18.

015-030.pmd 09/06/2006, 13.2215

16

Quinto Antonelli

propriamente autobiografica4; tral’enfatizzazione del personaggiopubblico e la rappresentazione di unuomo solo e malato che giunge adubitare dei suoi successi; tra unpolo narrativo fisso (un progetto discrittura) e il turbamento (l’afasia)che lo specchio autobiografico gliprovoca. Insomma Angelo Micheleci dà un testo in cui il confine traautobiografia e memoria non è chia-ro. Così come in tanti altri raccontiautobiografici del tempo, tra anticoe nuovo regime, «la miscidazione deidue punti di vista, quello storico-me-morialistico e quello introspettivo eautobiografico, impedisce spesso didistinguere nettamente i due filoni»5.

2. La prefazioneLe Memorie di Angelo Michele,come gran parte delle autobiografiepremoderne, si inscrivono al model-lo «dell’intenzionalità presente» chetende a rivelare, sul limine del rac-conto, le motivazioni per aver scrit-to di sé6.Così anche la Prefazione program-matica di Angelo Michele contieneriflessioni e affermazioni imprescin-dibili.Intanto fin dalle prime righe, il no-

stro scrivente offre ai lettori un pro-prio incisivo ritratto che già contie-ne alcune linee direttrici del proget-to autobiografico, o, in altre parole,mette in luce alcune caratteristichedel sé che poi verranno a costituireuna sorta di struttura interpretativadella propria vita.E dunque, in terza persona, colui chequi gravato dal peso di ottanta anniinizia a scrivere, è il medesimo cheper tutta la sua vita si è fatto cono-scere come uno strenuo lavoratorenemico capitale dell’ozio; che persessant’anni ha praticato il commer-cio con il comune riconoscimento;che nella pratica degli affari non hamai avuto nulla da rimproverarsi;che si è speso come pubblico am-ministratore; e che, infine, ha pas-sato tanti e tali vicissitudini non sem-pre assistitito dalla fortuna.Nell’autoritratto la famiglia appareper inciso, né religione e patria en-trano per ora a segnare l’identitàpersonale che ruota intorno ad unsé pubblico, collettivamente ricono-sciuto.Ma arriviamo al patto referenziale(per usare la terminologia di PhilippeLejeune7) che anche Angelo Miche-le stringe con i suoi futuri lettori:

4 «E anzi molto spesso, si è detto, c’è in quelle che tecnicamente possiamo definire a tutti glieffetti autobiografie un’ottica piuttosto biografica che autobiografica, laddove ad esempio ilpersonaggio si vede tutto e soltanto come uomo pubblico (non importa se eroe, intellettua-le, attore ecc.), e si esaurisce nel suo ruolo» (D’INTINO 1997: 285).5 NICOLETTI 1989: 26.6 CERUTTI 1986: 177 LEJEUNE 1986: 11-50.

015-030.pmd 09/06/2006, 13.2216

31

Viaggi e cosmi personali

Gianfranco Bettega

Viaggi e cosmi personali

1. Angelo Michele Negrelli mer-canteFiglio di un mercante di legnami edi un’ostessa, Angelo Michele Ne-grelli (d’ora in poi Michele, per bre-vità e in omaggio al suo nomignololocale Michelòt) assorbe – con l’ariache respira – la cultura mercantiledella propria famiglia.Fin da ragazzino – nei suoi giochi –imita e sperimenta le attività com-merciali degli adulti, con esiti eco-nomici non sempre positivi ma si-

curamente formativi della sua men-talità1.Attraverso queste piccole esperien-ze egli acquisisce strumenti e modidel commercio che allora significa-vano, sembra di capire dal mano-scritto, innanzitutto scrivere e viag-giare.Per quanto riguarda lo scrivere, ba-sti qui osservare che, in Michele, lostrumento della scrittura debordapresto dall’ambito strettamente fun-zionale al commercio (contratti, re-

1 Fin da ragazzino – nei suoi giochi – imita e sperimenta le attività commerciali degli adulti.A 10 anni organizza, per gioco, una fluitazione di legnami in piena regola poiché «avevaveduto in bosco, in Canale, ed’in Fonzaso, le varie sorti di lavoro in legnami nei qualifaceva travagliare mio Padre».A 11 anni organizza, con l’appoggio di un fiozzo della madre che abita a Venezia, il recuperodell’oro dei bottoni e dei finimenti dei vestiti che incominciavano ad andare fuori moda…e così «li staccavano, li brucciavano, e poi vendevano l’oro brucciato a tre bezzi al caratto».Naturalmente aiuta la madre in osteria, a far paste e cavar vino in cantina, e così sempresugli 11 anni, racconta: «Io mi trovava con qualche centinaja di lire, onde mia Madre viacconsentì, anzi mi propose di comperare due somme di buon Vino Vicentino, che quicondotto aveva un certo Rodighiero di Asiago». Lo venderà dopo aver ottenuto l’autoriz-zazione a commerciarlo a prezzo maggiore del corrente direttamente dal Giudice di Primieroimbonito (su suggerimento della madre) con una bottiglia di assaggio.

031-050.pmd 09/06/2006, 13.2231

32

Gianfranco Bettega

gistri, cambiali…) per esplodere inuna fioritura di documenti che pos-siamo ben immaginare infinita2. Mi-chele fu percorso da una vero e pro-prio furore scrittorio: sappiamo didiari giornalieri, lettere, memorie sutemi specifici, biglietti con poesie,annotazioni in calce a libri… e per-fino di una foglia d’olivo con verga-ta la data 1848.A noi qui interessa più direttamentel’altro aspetto: l’esperienza del viag-giare che Negrelli esercita in manieracontinuativa e intensa e che egli mo-stra di considerare quasi sinonimo divivere. Tant’è che, nelle Memorie, egliscrive soprattutto di viaggi.Prima di esporre alcune valutazionisu questo versante delle Memorie,è il caso di esaminare concretamen-te qualcuno di questi viaggi.

2. Viaggiare è vivereGià l’indice che apre il manoscrittomostra come – almeno in questa scrit-tura della propria vita, sorta di revi-sione della vita vissuta – Michele con-sideri alcuni viaggi degli snodi fon-damentali della propria esperienza.

Forzando un po’ la mano all’Autore,ci sembra che alcuni di questi viaggipossano essere considerati come so-glie temporali che egli varca, o addi-rittura riti di passaggio che egli vivenella propria adolescenza/gioventù,ma anche nella maturità e in vecchia-ia. Le situazioni di viaggio – più omeno importanti per il Protagonista epiù o meno dettagliate nella descrizio-ne – sono davvero numerose: adesempio, si descrivono almeno 70uscite da Primiero, che resta per tuttala vita il campo base di Michele, no-nostante alcune assenze anche pro-lungate. Data la quantità e rilevanzanel testo degli episodi di viaggio, po-tremmo quasi affermare che la narra-zione è sostenuta da questa trama diitinerari spesso reiterati nel tempo.Cercando di seguire l’indicazionedell’Autore e di completare l’elencodei viaggi di passaggio che egli ab-bozza nell’indice, si individuano al-meno 14 descrizioni esemplari dellavicenda umana di Negrelli e del va-lore delle sue Memorie.Proviamo a sintetizzare queste lineenello spazio e nel tempo.

2 Ecco una stima sicuramente per difetto: «Giacevano da molti anni, in una cassa grande dinoce sulla soffitta di casa nostra, legate in fascicoli, lettere, cambiali estinte, conti di mer-canti e artigiani, ecc. che comprendevano lo spazio di tempo tra il 1750-1851. Esaminatelepel corso di questa state 1876, e trovato che ben poche potevano vantare un merito scien-tifico-letterario e che servivano più d’inutile ingombro che di utile alla famiglia, deliberai dibruciarle. Nel che fare io credo d’aver adempiuto ad un obbligo di pietà filiale, quantunquenel distruggere particolarmente gli scritti de’ miei Avi, Genitori, Fratelli, Sorelle, Amici eParenti mi sia tornato di sommo rincrescimento. Io calcolo il numero di tutte queste carte?e memorie diverse a cinquanta e più mila! Primiero addì. 5 Ottobre 1876. Nicola NegrelliSacerdote». Meglio sospendere il giudizio.

031-050.pmd 09/06/2006, 13.2232

51

Società e vita quotidiana in Primiero tra Sette/Ottocento

Cecilia Nubola

Società e vita quotidiana in Primierotra Sette/Ottocento

1. La famiglia d’origine e la so-cietà di PrimieroCome ogni autobiografia che si ri-spetti anche quella di Angelo Miche-le Negrelli comincia dalla descrizio-ne della famiglia d’origine1.La madre, figura centrale nella vitadi Michele, era rimasta vedova e sirisposa. Nasce una prima figlia fem-mina, Caterina, e visto che la don-na è ormai piuttosto anziana, attor-no ai 40, il marito teme che nonpotrà più dargli un maschio ma tut-to va per il meglio: la donna rimanenuovamente incinta dando così lavita al protagonista della nostra sto-ria.I genitori gestivano una locanda aFiera di Primiero; in realtà il peso diquella attività economica grava pre-valentemente sulle spalle della ma-dre essendo il padre spesso assente;

così Angelo Michele passa la sua in-fanzia e giovinezza in una famigliacomposta prevalentemente da don-ne: la madre, la sorella, due donnedi servizio e Maria che si prende curadel piccolo Angelo Michele2.Qualche anno dopo, nel 1774 o1775, la famiglia Negrelli prende incasa un nipote orfano (figlio del de-funto fratello del padre) dell’età diAngelo Michele.La consuetudine di prendersi in casaaltri bambini e ragazzi oltre ai proprifigli era, come si vedrà, abbastanzafrequente.La madre ostessa, il padre impegna-to in mille traffici, una famiglia dun-que, che potremmo definire appar-tenente ad un ceto medio benestan-te, ma le cui fortune possono rive-larsi instabili. Più in generale l’am-biente sociale di Primiero descritto

1 Sul genere letterario dell’autobiografia la letteratura è molto ampia; per un inquadramen-to generale si rimanda a ANTONELLI – IUSO 2000.2 Angelo Michele NEGRELLI, Memorie, pp. 3-4.

051-074.pmd 09/06/2006, 13.2251

52

Cecilia Nubola

dal Negrelli nelle sue Memorie è unmondo popolato in prevalenza dacommercianti piccoli e grandi, daartigiani, da funzionari e agenti perconto di mercanti esteri o delle stes-se comunità di Primiero; un mondomolto variegato e complesso cheruota in prevalenza attorno al legna-me. Ai due estremi della scala so-ciale vi sono i servi da un lato, i no-bili – i dinasti Welsperg innanzitutto– dall’altro. Una classe sociale checompare raramente nelle Memorieè quella dei contadini.Segnale di una società permeatadalla religione presente fin nei mini-mi dettagli della vita quotidiana è lapresenza del clero, sia secolare cheregolare, che costituisce il ceto so-ciale più rappresentato.Preti o frati sono padrini di battesi-mo e alla cresima, sono maestri eprecettori privati, confidenti, amici,frequentano le case e i salotti, ricam-biano l’ospitalità nelle canoniche enei conventi; prestano denaro, sioccupano di trovare fidanzate o dipromuovere matrimoni, fanno damediatori tra genitori e figli (interce-dono, ad esempio, a favore di An-gelo Michele quando i genitori sonocontrari al matrimonio con Bettina);intervengono quando, ingenuo edinesperto, si fa ingannare e perde

tutto il denaro che la comunità diPrimiero gli aveva affidato per l’ac-quisto di una grossa partita di sor-go (siamo nel 1788 Angelo Miche-le aveva 24 anni ed erano i suoiprimi affari di una certa consisten-za); dai curati del Veneto AngeloMichele troverà rifugio quando,dopo esser stato tenente aiutantenelle milizie volontarie antifrancesi,sarà costretto, dallo sbandamentodell’esercito austriaco, a riprenderela strada di casa… insomma: Ne-grelli nel suo scritto nomina unamoltitudine di preti e frati ma nonperché fosse particolarmente devo-to ma proprio perché erano per-centualmente un numero elevato ri-spetto al totale della popolazione3

ed esercitavano un ruolo sociale ri-levante e riconosciuto.Non sembra, infatti, che il nostrosia toccato da fermenti illuministicio anticlericali. Anzi segnala comeuna perdita di segno negativo ladiminuzione dei sacerdoti che sipuò registrare dalla sua infanzia ametà Ottocento, il periodo in cuiscrive:

«Era l’anno 1772 [...] ed’in allo-ra non mancavano già Preti percellebrarne [messe e funzioni],come purtroppo siamo in ades-so mancanti»4.

3 Cfr. DONATI 1975 ha parlato per il Trentino della prima metà del XVIII secolo, di«sovrappopolazione clericale»; si tratta di un periodo precedente rispetto alla nostra auto-biografia ma il fenomeno non è cambiato.4 Angelo Michele NEGRELLI. Memorie, p. 10.

051-074.pmd 09/06/2006, 13.2252

75

Le attività commerciali tra montagna e pianura

Katia Occhi

Le attività commerciali tramontagna e pianura

1. DigressioneSe non fossi stata chiamata a scri-vere di questioni importanti come lerelazioni economiche tra la giurisdi-zione di Primiero e l’area trentino-veneta vorrei dire che la lettura delmanoscritto di Angelo MicheleNegrelli è prima di tutto un passa-tempo. Dentro queste carte c’è ilgusto di seguire passo dopo passola sua storia, la vicenda personale equella della sua famiglia, di farsi at-trarre dal racconto dei giochi, dallapassione per la palla a quella per iballi, la caccia, le letture e il teatro.La sua cronaca ci coinvolge, ci in-calza pagina dopo pagina. Dipende-rà forse dalla circostanza che mi sonofamigliari le località e che tanti nomirichiamati nel testo ho già avutomodo di incontrarli. Così mano amano che procedevo nella lettura misono lasciata condurre dentro la sto-

ria di un uomo, approfittando dellaricchezza di informazioni che que-ste «Memorie» racchiudono.Conosco i luoghi perché sono inparte anche i miei. Li frequento permotivi di lavoro, di svago e di ami-cizia.Ho esperienza di questi nomi per lafrequentazione che ho avuto deidocumenti dell’archivio Welsperg.Quando scorrevo quelle carte leg-gendo le annotazioni dei notai e deicancellieri di Primiero, dei fattori edei fiduciari della famiglia Welspergmi sono sempre chiesta chi fosseroLorenzo Turra Bastia e AntonioSartori, solo per portare un paio diesempi1. Questo manoscritto ha re-stituito spessore anche a loro.Ma non è solo lo scritto di un uomodi Primiero, di un agiato mercantecon interessi a Venezia, Trento eInnsbruck. A me pare sia soprattut-

1 Il notaio Lorenzo Turra fu un carissimo amico di Negrelli; Antonio Sartori fu al servizio deiWelsperg e compare di Angelo Michele. Per l’archivio rimando a OCCHI 2002.

075-088.pmd 09/06/2006, 13.2275

76

Katia Occhi

to un accattivante racconto che hasaputo rendere con pregnante viva-cità la storia dell’autore e dei suoitempi (con tutti gli escamotages e gliartifici del caso), con una ricchezzadi linguaggio, di divagazioni, conuna sterminata messe di notizie eminuti dettagli, ma soprattutto conarguzia e spirito.Ma non è di questo che sono qui ascrivere. I colleghi che mi hanno pre-ceduto lo hanno già fatto accurata-mente. A me spetta il compito diparlare d’altro. Di un aspetto dellavicenda biografica di Angelo Miche-le, quella che ora chiameremmo lasua esperienza professionale.

2. Il contestoVeniamo a sapere sin dalle primepagine che il clima in cui cresce èquello di una famiglia impegnata nelcommercio, nella gestione articola-ta e complessa di un attività che dasempre, potremmo dire, lega ilPrimiero alla pianura: il traffico dilegname.Il padre dell’autore proveniva daValstagna, un villaggio situato lun-go la riva destra del fiume Brenta anord di Bassano, ai piedi di un’im-portante strada di avvallamento deitronchi trasportati dall’altopiano diAsiago fino in laguna. Come moltidei suoi conterranei avevano fatto

nei secoli prima di lui, Nicolò Negrellilasciò Valstagna per stabilirsi inPrimiero, che alla fine del Cinque-cento era stato uno dei più redditiziuffici forestali della contea tirolese siaper gli introiti che derivavano dallavendita delle licenze di taglio che daidazi di esportazione. La sua posizio-ne geografica alle soglie dei territoridella repubblica veneta aveva attrat-to numerosi imprenditori, fattori eboschieri provenienti da alcunepodesterie della repubblica, interes-sati ad approfittare delle possibilitàofferte dai commerci lungo le vied’acqua del torrente Cismon e delfiume Brenta, che immettevano i le-gnami nei mercati urbani in modorapido e competitivo.A ridosso delle ricchissime risorseforestali di Primiero (a Fonzaso, a Val-stagna, nelle frazioni di Carpané e delMerlo di San Nazario, a Oliero) neisecoli del tardo medioevo e dell’etàmoderna erano cresciute aziende in-teressate ad approfittare delle occa-sioni offerte dai commerci di legna-me da costruzione e da ardere. Dopoil 1630, soprattutto nella Valbrenta,anche numerosi patrizi veneti aveva-no acquisito segherie e fatto costrui-re nuove ruote idrauliche2. E per que-ste aziende Primiero (con Tesino e laValsugana trentina) fu luogo di mol-teplici interessi.

2 Su questi temi rimando al mio lavoro OCCHI 2006. Sulla Valbrenta cfr. anche PERCO –VAROTTO 2004.

075-088.pmd 09/06/2006, 13.2276

89

Esercizi di lettura

Ugo Pistoia

Esercizi di letturai libri e la biblioteca di Angelo Michele Negrelli

Occorre innanzitutto specificare gliintenti di questo intervento succin-tamente riassunti nel titolo. Esercizidi lettura sono certo quelli del pic-colo Angelo Michele all’inizio dellasuo apprendistato di scrivente/letto-re; esercizi di lettura, però, sono an-che quelli di tutti noi alle prese conqueste straordinarie Memorie, checi consegnano – in presa diretta –uno spaccato vivacissimo della val-le di Primiero tra Sette e Ottocentoma che offrono soprattutto un esem-pio estremamente interessante dirappresentazione del sé, quasi unasorta di lettura e scrittura al quadra-to da parte di un piccolo borgheseche per tutta la vita affianca alle pro-prie attività, imprenditoriali o impie-gatizie, un’intensa frequentazione di

libri e lettori. Per decenni Negrelli col-tiva una costante, mai interrotta,pratica di raccolta e registrazione informa scritta della propria esistenza,aspirando a tradurla e a vederla rap-presentata in una vita di carta, a con-cepire la propria autobiografia qua-le «microresistenza» al fluire inces-sante della vita vera1.Impossibile, ovviamente, ricostruirequi e ora (ma anche altrove e in fu-turo, a meno di improbabili fortu-natissimi ritrovamenti quali potreb-bero essere inventari post mortem,atti notarili, ricevute d’acquisto,ecc.)2 il catalogo della biblioteca, siapur virtuale, del Negrelli. Con tutti ilimiti che anche un catalogo comun-que comporterebbe: sappiamo infat-ti – pensiamo soltanto alle nostre

1 TUTINO 2000: 116. Sulla pratica autobiografica nel Settecento cfr. GOULEMOT 1988: 314-316 che parla di «autobiografia necessaria». Per una definizione tipologica delle «scrittureprivate» cfr. FOISIL 1987. 2 Cfr. DARNTON 1994: 127; PASTA 2004. Nel caso in questione il tipo di indagine non può cheessere quantitativo: cfr. sull’argomento LAY 1977.

089-106.pmd 09/06/2006, 13.2289

90

Ugo Pistoia

biblioteche personali e alle nostreabitudini di lettori – che non solo nonleggiamo tutti i libri che compriamo,ma ne leggiamo anche molti che noncompriamo o possediamo3. Quelloche si può tentare di delineare è ilquadro degli interessi principali diAngelo Michele, le tendenze, le pre-ferenze, le pratiche di lettura, i ca-nali attraverso i quali si riforniva dilibri. Forse riusciremo a dare alcunisquarci sulle forme di circolazionedel libro in un lembo di provinciatra la fine del XVIII secolo e all’iniziodel XIX.

Inestricabile nelle Memorie di Ange-lo Michele è il nesso tra alfabetizza-zione, scuola, formazione, scrittura,lettura4, (ma anche tra scrittura, let-tura e recitazione). L’insopprimibile«bisogno di scrivere»5 che innerva lepagine negrelliane si esplicita findall’inizio nel rapporto tra «scritturae parentela»6: Angelo Michele dichia-ra in apertura della sua autobiogra-fia di aver già scritto a suo tempodella vita e della morte dei suoi ge-nitori, Nicolò Negrelli, trapiantato inPrimiero da Valstagna nel Canale diBrenta nel 1761, e Anna Ceccato.Afferma inoltre di voler scrivere non

«per mostrar di far pompa di una

creazione, ch’io non ho mai van-tata, né conosciuta: e molto menoperché tali memorie contenesserostraordinarie aventure, né final-mente per procacciarmi alcun im-maginabile merito, ma come dice-va, io le scrivo soltanto per li mieifigli, per far conoscere ai medesi-mi tuto ciò che mi è avvenuto sinoqui nel lungo corso de’ miei gior-ni, e nel tempo istesso per fuggirealmeno in parte quell’ozio di cuifui sempre capitale nemico, piùnon potendo, come un tempo fa-ceva, passarlo colla lettura per nonistancare sovverchiamente l’inde-bolita mia vista»7.

Torneremo tra poco sulla lettura. Cipreme subito sottolineare come que-ste memorie si affianchino a, o me-glio, vengano dopo altre scritte inprecedenza e in tempi diversi; giun-gano dopo la stesura di diari, granparte dei quali sono presumibilmen-te andati perduti, di altri scritti auto-biografici, di centinaia e centinaia dilettere di carattere sia privato, siaprofessionale, di biglietti, di trascri-zioni pazienti di poesie e brani di testiparticolarmente significativi per An-gelo Michele, di poesie e versi da luistesso composti, per non parlare deilibri di conti, mastri e giornali, perfi-

3 Cfr. DARNTON 1994: 125; CERIOTTI 2002: 405. 4 Su questi problemi cfr. ROGGERO 1992. 5 Mutuiamo l’espressione dal titolo del bel libro di MARCHESINI 1992. 6 BARTOLI LANGELI 1989. 7 Angelo Michele NEGRELLI, Memorie, p. 2.

089-106.pmd 09/06/2006, 13.2290

120

Indice dei nomi

Indice

pag. 5 Mariano Longo – Presentazione

pag. 9 Stefano Kershbamer – Il mostro precario, nota in margine delleMemorie di Angelo Negrelli

pag. 15 Quinto Antonelli – Tempi e racconto delle Memorie

pag. 31 Gianfranco Bettega – Viaggi e cosmi personali

pag. 51 Cecilia Nubola – Società e vita quotidiana in Primiero tra Set-te/Ottocento

pag. 75 Katia Occhi – Le attività commerciali tra montagna e pianura

pag. 89 Ugo Pistoia – Esercizi di lettura

pag. 107 Fonti e riferimenti bibliografici

pag. 115 Indice dei nomi di persona e di luogo

115-120.pmd 09/06/2006, 13.22120

a cura diQuinto Antonelli e Mariano Longo

LE ME

MORIE

DI A

. M. N

EGRE

LLI a

cura

di Q

. Ant

onel

li e M

. Lon

go

ISBN 978-887197-083-7E 11.00 13

LE MEMORIE DIANGELO MICHELE NEGRELLI

1764-1851

Tra il 1844 e il 1851, «negli ultimi anni del suo vivere»,Angelo Michele scrisse e dettò le sue Memorie.Si tratta di un voluminoso manoscritto conservato oggipresso la Biblioteca intercomunale di Primiero, nelquale sono registrati con dovizia di particolari quasinovant’anni di un’esistenza spesa a cavallo dei secoliXVIII e XIX. Una vita intensa quella di Angelo MicheleNegrelli, che offre uno spaccato particolare dellasocietà e della cultura dell’epoca e dei luoghi neiquali visse.La memoria, proprio per le sue dimensioni, potrebbeapparire a prima vista di difficile e fredda lettura, maad una successiva analisi, così come proposto eillustrato dagli autori dei diversi saggi, rivela unasorprendente e insospettata carica emotiva.

Sommario: Mariano Longo, Presentazione; StefanoKerschbamer, Il mostro precario: nota in margine allatrascrizione delle Memorie di Angelo Michele Negrelli;Quinto Antonelli, Tempi e racconto delle Memorie;Gianfranco Bettega, Viaggi e cosmi personali; CeciliaNubola, Società e vita quotidiana in Primiero tra Sette/Ottocento; Katia Occhi, Le attività commerciali tramontagna e pianura; Ugo Pistoia, Esercizi di lettura: ilibri e la biblioteca di Angelo Michele Negrelli; Fonti eriferimenti bibliografici.

Quinto Antonelli, ricercatore del Museo storico inTrento e responsabile dell’Archivio della scritturapopolare, è autore di numerose monografie e sagginel quale si è occupato fra i tanti temi di formazionedel senso comune, di immaginario folklorico, di storiadella scuola e dell’alfabetizzazione, nonché di scritture«minori» e popolari.

Mariano Longo, cultore di storia del Primiero eanimatore di varie iniziative culturali, è responsabiledella biblioteca intercomunale di Fiera di Primiero.

13

MUSEO STORICO IN TRENTOMUSEO STORICO IN TRENTOMUSEO STORICO IN TRENTOMUSEO STORICO IN TRENTOMUSEO STORICO IN TRENTO ONLUS

www.museostorico.it – [email protected]: 0461 230482 – fax 0461 237418

Coperetina.pmd 15/06/2006, 8.451