natural mind n. 8 2012

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1 Econotizie per gli amanti della natura e del bello Anno 2012 • N. 8 in collaborazione con FAITA natural-mind.it Magazine prodotto con energia certificata Successo dell’open air al SUN di Rimini RECEPTION San Marino, la repubblica più antica del mondo ITINERARI DI Le teorie dei Prof spremitori STILI DI VITA

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La nuova ecorivista online per gli amanti della natura e del bello, completamente gratuita

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Econotizie per gli amanti della natura e del bello

Anno 2012 • N. 8

in collaborazione con FAITAin collaborazione con FAITA

natural-mind.it

Magazine prodottocon energia certifi cata

Successo dell’open airal SUN di Rimini

RECEPTION

San Marino,la repubblica più antica del mondo

ITINERARI DI

Le teorie dei Prof spremitoriSTILI DI VITA

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3GRADIREMMO CONOSCERE LA TUA OPINIONE SU natural mind®. PER FORNIRCELA, CLICCA QUI.

Cari lettori,

anche la torrida estate di quest’anno è passata. Ma la testa degli italiani, più che dal sole, è stata surriscaldata dall’altalena dello spread e dalle notizie sul latrocinio di denaro pubblico perpetra-to dai politici. Ormai ci siamo abituati a convivere con le cattive notizie e suscita soltanto una tiepidissima speranza il vaticinio del Prof. Monti di una non meglio identifi cata prossima ripresa economica. Continuiamo a viaggiare sulle montagne russe, te-mendo che possa avvenire il peggio, come in Spagna dopo la Grecia. Ciò nondimeno, i ragazzi fanno la fi la per acquistare il nuovo iPhone 5 a 1.000 euro.

In questo su e giù, fa piacere notare che pure quest’anno la va-canza all’aria aperta si conferma il fi ore all’occhiello del turismo in Italia, con uno sviluppo fra il 3 ed il 5%.

Nell’attuale numero di natural mind© vogliamo celebrare questo successo parlando di uno dei maggiori eventi internazionali che ruotano intorno all’open air, il SUN di Rimini – Salone dell’Outdo-or –, nel corso del quale l’8 ottobre scorso si è tenuta la Con-ventional Nazionale FAITA FederCamping dal titolo “La risorsa ambientale nel modello turistico open air”. L’argomento richiama come protagonista tutta l’Emilia Romagna, il vero cliché della vacanza in Italia, con articoli su San Marino, sospesa fra realtà e leggenda, sulla Ferrari, il prodotto emiliano più noto al mondo, sul baseball, stranamente ma non tanto, sport americano attec-chito soprattutto in Emilia, e su molti altri argomenti.

Buona lettura.

La redazione

Sulle montagne russe

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22RECEPTION• SUCCESSO DELL’OPEN AIR AL SUN DI RIMINI• CRESCE IL MERCATO DELL’ARREDO ESTERNO IN

EUROPA• FAITA HOME BY IRM

Tecnologia avanzata per un miglior comfort• CAMPER STYLE, CHE PASSIONE!• LE OASI DEL CAMPING IN ITALIA:

Romagna solatìa, dolce paese• ITALIA, TERRA DEL SOLE E DELL’ARTE:

Romagna, tra acqua e terra 44PASSIONIPICCOLA STORIA DELL’AUTOIl marchio Ferrari

57IL CLUB NATURAL MINDLA POSTA DEI LETTORI

ITINERARI DI 6

52JUNIOR CLUBIL PONTE DEL DIAVOLOLe avventure di Luc, Lazo e Full

SAN MARINOLa repubblica più antica del mondo

natural mind®

Econotizie per gli amantidella natura e del belloPeriodico online del Club

‘natural mind’

Anno 2012 • N. 8

REDAZIONE,COORDINAMENTO E PUBBLICITÀDall’esperienza ultraventennale di

marketing, comunicazione ed edizionedi Make Tailored Advertising Srl

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FOTOGRAFIEiStockphoto, Fotolia,

archivi privati,Uffi cio di stato per il turismo della

Repubblica di S. Marino

PROGETTO GRAFICOMake Tailored Advertising Srl

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alla richiesta di almeno 100 copietotali (minimale di stampa).Se vuoi ricevere una copia

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L’ORÉAL PARIS, OMAGGIO ALLA BELLEZZA E AL CINEMA

16SALUTE & BELLEZZA

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LE TEORIE DEI PROF SPREMITORISpesso a cavallo fra inesperienza e populismo

IL PARMIGIANO-REGGIANO

IL BASEBALL, QUELLO SPORT STRANOFra regole secolari e modernità avanzata

L’ETA’ DEL NONNOCiao Lorenzo: come nasce un libro

12STILI DI VITA

E-SHOPPING54

A GUSTO MIO42

SFIDE & SPORT48

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ITINERARI DI

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Vista dal basso, arrampicata com’è sul monte Titano fi no a 739 metri d’altezza in un pae-

saggio largamente pianeggiante, la Repubblica di San Marino comuni-ca subito l’idea di un prodigio archi-tettonico. Quando ne approfondisci la conoscenza, ti accorgi che questo prodigio non è solo fi sico, ma riguar-da anche e soprattutto la storia e le peculiarità di quella che è la più antica repubblica tuttora esistente al mondo.La tradizione fa risalire la sua fonda-zione al 3 settembre 301 d.C. ad opera del Santo Marino, un tagliapietre dal-mata dell’isola di Arbe. Varcato l’A-

driatico per sfuggire alle persecuzioni contro i cristiani dell’imperatore ro-mano Diocleziano, ritenne che il Mon-te Titano, il più alto dei sette colli su cui sorge la Repubblica, potesse rappresenta-re un idoneo rifugio per sé e per altri per-seguitati. Vi si stabilì usufruendo della grazia di una ricca proprietaria terriera del-la zona che, colpita dalla sorte e dalla fede della piccola comunità, le donò il territorio del Monte Titano, ribattez-zato poi “Terra di San Marino” in me-moria del fondatore. Il quale, prima di

Relinquo vos liberos ab utroque homine«Vi lascio liberi da ambedue gli uomini»

Non pagano perché non hanno mai pagato. È stato il loro Santo a lasciarli liberi

Nemini teneriNon dipendere da nessuno

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ITINERARI DI

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morire, volle sancire per sempre l’in-domito e perenne spirito di libertà di quella terra lasciando ai suoi seguaci la frase “Relinquo vos liberos ab utro-

que homine - Vi lascio liberi da ambedue gli uomini”. Gli uomini ai quali si ri-feriva erano l’Impera-

tore ed il Papa, rispetti-vamente sovrano dell’Impero e capo dello Stato Pontifi cio. Una concessio-ne non da poco, visti i tempi, che subì qualche assalto nel corso dei secoli. Queste parole sono rimaste il fonda-mento dell’indipendenza della Repub-blica, come si può leggere nel docu-

mento di un processo per la mancata riscossione di tributi tenutosi nel 1296 (poco meno di mille anni dopo la mor-te del Santo) presso il convento di Valle Sant’Anastasio: “Non pagano (i sammarinesi – ndr) perché non han-no mai pagato. È stato il loro Santo a lasciarli liberi”. “Nemini teneri - Non dipendere da nessuno”, è quindi l’an-tico credo del cittadino sammarinese, che si protrae ai giorni d’oggi. Lo aval-la un ulteriore documento ritrovato in un convento di frati minori a Sant’I-gne, presso San Leo. Qui l’esenzione dai tributi viene rivendicata come un vero e proprio diritto per gli abitanti di

Relinquo vos liberos ab utroque homine«Vi lascio liberi da ambedue gli uomini» San Marino

La repubblica più antica del mondo

Nemini teneriNon dipendere da nessuno

FOTO GENTILMENTE CONCESSE DALL’UFFICIO DI STATO PER IL TURISMO DELLA REPUBBLICA DI SAN MARINO

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ITINERARI DI

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San Mari- no, San Leo, Ta-lamel lo e Maio-lo, tut-t a v i a c o n una s i -gnif i-c a t i v a differen-za. A San Marino il diritto è richiamato a nome dell’intera comunità, nelle altre tre terre a ti-tolo individuale. Oggi la piccola repubblica par-lamentare, terzo stato d’Europa per dimensio-ne, conta circa 32.000 abitanti distribuiti in 9 amministrazioni , dette Castelli, a loro volta divisi in 43 curazie (fra-zioni), con una densità media di

520 persone per km2. Ma la cifra glo-bale dei cittadini sammarinesi am-monta a circa 45.000, se si contano i

numerosi residenti all’estero, in par-ticolare in Romagna e Mar-

che. Singolare l’or-d inamento

dello

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ITINERARI DI

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stato regolato, al posto di una vera e propria costituzione scritta, dalle “An-tiche Consuetudini” e dagli “Statuti della Repubblica” risalenti al XVII se-colo. Singolare anche la composizio-ne degli organi istituzionali, con due Capitani Reggenti, che esercitano collegialmente funzioni simboliche di Capo dello Stato, ed una serie di Con-sigli che, a vari gradi, costituiscono il Parlamento monocamerale, il governo o Congresso di Stato, la Corte Costi-tuzionale e le Giunte di Castello. Mol-to alto il tenore di vita dei sammarine-

si, con un PIL pro capite di $ 34.100 (2008) che li colloca al 38° posto nel mondo come reddito medio/persona. Frutto della loro laboriosità ma, anche e largamente, della situazione storica di San Marino quale paradiso fi scale facilmente accessibile dall’Italia e, al-meno fi nora, senza grandi rischi per chi sa confi gurare bene i propri inve-stimenti. Di conseguenza, l’economia è fondata principalmente sull’interme-diazione fi nanziaria e sull’attività ban-caria, con un ottimo supporto offerto dalla fi liera del turismo. Attratti dalla

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ITINERARI DI

storia e dalla bellezza del paesaggio, oltre 2 milioni di turisti all’anno visitano San Marino, apportando un notevole benefi cio alla sua economia. Comple-tano il quadro una buona produzione dell’industria leggera e della cerami-ca nonché l’emissione di francobolli e di monete da collezione. L’agricol-tura, fonte economica basilare fi no agli anni sessanta ed oggi in regresso percentuale, produce vino e formag-gi. Tale composizione di ricchezza ha consentito alla Repubblica sino ai pri-mi anni 2000 di contare su un costante avanzo di bilancio. Più recentemente e sulla scia della recessione che ha affl itto i mercati internazionali anche San Marino ha dovuto affrontare un serio programma di riduzione del de-bito pubblico. Tuttavia, nonostante la congiuntura sfavorevole, San Marino presenta ancora uno dei più bassi tas-si di disoccupazione d’Europa: 5,5% a gennaio 2011, contro l’8,6% italiano ed una media europea del 9,5%. Ma i primati di San Marino non si fermano qui. La Repubblica somma tutta una serie di stravaganze e curiosità che

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ph Goffredo Taddei

ph Marco Castelli

ph Consorzio Terra di San Marino

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ITINERARI DIla rendono, anche per questo, unica. I Capitani Reggenti, per esempio, sono la carica a più breve durata al mon-do: soltanto sei mesi, dal 1° aprile al 1° ottobre. Negli atti uffi ciali interni, la Repubblica conta gli anni dalla sua fondazione. Pertanto, l’anno comincia il 3 settembre e termina il 2 settembre dell’anno successivo. Nel 1996 San Marino ha fi rmato il trattato di pace con la Svezia, ponendo fi ne uffi cial-mente a quello stato di belligeranza tra i due Paesi che durava dalla Guer-ra dei Trent’Anni (1618-48) e che, per un disguido, non era stato siglato alla Pace di Vestfalia. Infi ne, malgrado l’e-siguità delle sue difese, la Repubblica di San Marino è stata occupata mili-tarmente solo tre volte nella sua storia e per breve tempo: nel 1503 da Cesa-re Borgia; nel 1739 dallo Stato della Chiesa in un tentativo di annessione ad opera del cardinale Alberoni; nel 1944 dalle truppe tedesche in ritirata e successivamente dagli Alleati. Cu-riosità che fanno riscontro alla storia ed alla bellezza del luogo, rendendo-lo un posto da visitare per incantarsi

a guardarne il centro storico, inserito dall’UNESCO fra i patrimoni dell’uma-nità, a bordo dell’improbabile telefe-rica che lo congiunge a Borgo Mag-giore. O a visitare gli altri monumenti che testimoniano l’unicità al mondo di un’altra delle perle della Penisola: le tre Rocche sul Monte Titano, il Palaz-zo Pubblico, la Basilica di San Marino, le chiese di San Pietro, di San France-sco, dei Cappuccini, il Monastero del-le Clarisse, il Museo di Stato, quello di San Francesco, la Galleria di Arte Moderna e Contemporanea. “L’azzur-ra vision di San Marino “, come l’ha defi nita Pascoli nella sua “Romagna”, ci accompagna dal basso di quell’A-driatico al quale la saggezza dei reg-genti sammarinesi non ha mai voluto approdare per non rischiare che l’ap-petito dei potenti verso la Serenissima Repubblica aumentasse con il cresce-re del suo territorio. Nemmeno quan-do la storia ne ha offerto la possibilità.

Ulisse

Maggiori info su www.visitsanmarino.com

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STILI DI VITA

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Il titolo di “professore” designa da sempre le persone che sono state abilitate all’insegnamento, cioè a tra-

smettere agli allievi le nozioni apprese attraverso il proprio studio e la propria esperienza. Esso si distingue dal titolo ambiguo di “maestro” che può, al tem-po stesso, identifi care un insegnante di grado scolastico inferiore a quello del professore (es. insegnante di scuola elementare) ma, anche, una persona che abbia ottenuto eccezionali risulta-ti nella propria attività professionale, in particolare nelle arti, nella musica, nelle scienze.Nella tradizione italiana il professore,

in particolare quello universitario, è ri-masto largamente ancorato allo studio teorico di una particolare materia, trop-po spesso senza nessuna esperienza con gli aspetti pratici ed operativi che questa implica. Troppi gli insegnanti di scienza delle comunicazioni che non hanno mai partecipato allo sviluppo di un prodotto o di una campagna pub-blicitaria; troppi i docenti d’ingegneria che non hanno mai costruito una casa, troppi i chirurghi che operano stabil-mente solo sui libri.Il contrario di quello che succede nell’u-niversità anglosassone, ed in particola-re in quella americana, dove prima si

Le teorie dei prof spremitori

Spesso a cavallo fra inesperienza e populismo“Historia (e non schola) magistra vitae”(Cicerone, De Oratore, Libro II)

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STILI DI VITA

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Spesso a cavallo fra inesperienza e populismo

fa un mestiere, l’avvocato, il medico, il dirigente d’azienda, e poi si va ad inse-gnarlo agli studenti, corredandolo del-la necessaria parte teorica. Non è un caso che un recente studio sulla qua-lità dell’insegnamento nelle prime 500 università del mondo, effettuato da un istituto cinese e pubblicato dal “Corrie-re della Sera”, ponga le università ame-ricane ampiamente al vertice mentre la prima italiana, La Sapienza, compare solo al 125° posto.Nel mondo si guarda non soltanto alle nozioni da imparare ma anche e soprat-tutto a come tradurle in una professione ed in un lavoro concre-ti che ripaghino sia lo studente che ha investito i suoi anni migliori nell’apprendimento, sia il datore di lavoro che lo va ad impiegare e pagare.Nel citato studio, si perde nelle retrovie an-che l’uni-versità più

famosa e ricercata in Italia, quella Boc-coni della quale è stato Magnifi co Ret-tore per molti anni il Prof. Mario Monti. Evidentemente, anche l’attuale capo del governo non ha saputo dare al pro-prio istituto quella certezza di risultato e quel carisma che costituiscono la pro-perty delle migliori università al mon-do. In sostanza, malgrado gli indubbi e certifi cati sforzi compiuti, il Professore non è riuscito a qualifi care oltre i confi ni nazionali l’insegnamento offerto dalla Bocconi. Certamente ha infl uito negati-

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STILI DI VITA

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vamente sul suo sforzo la complessiva immagine di provincialismo che affl ig-ge da tempo l’Italia. Un Paese restìo ad ammodernarsi, fermo su principi e concetti ottocenteschi, ormai superati in tutto il mondo. Atteggiamenti che in parte ha trasferito anche nella ricerca della sua compagine governativa. Un governo largamente migliore di quello, osceno, gestito dai politici di destra e/o di sinistra negli ultimi quaranta anni, tuttavia non immune da provincialismo e populismo e completamente privo di spinta verso il recupero dell’economia. Basta pensare ad alcuni provvedimenti pensati nel campo della sanità, il buco nero del bilancio italiano. Fa persino ridere l’idea di (sur)tassare le bevande gassate al fi ne di ridurre quell’obesità che minaccia i popoli avanzati, gli Stati Uniti in particolare, ed il budget sanitario italiano. Vuol dire non a v e r mai viaggiato. Non aver mai visto la diversità di circonferenza vita fra un italiano medio ed un americano di pro-

vincia. Non aver considerato che la dieta mediterranea è scienti-fi camente la migliore, quella che ha portato gli italiani al primato di longevità nel mondo, anche senza un’ulteriore tassa sul bilancio delle famiglie.O l’altra idea, sempre in tema di sanità, di negare valore economico ai brevetti far-maceutici, forzan- do i

med ic i con regole

astruse a pre-scrivere succedanei

di minor valore terapeuti-co. O la riforma che vuole i me-

dici di famiglia aperti 24h per allevia-re i congestionati pronto soccorso degli ospedali. Senza tuttavia fornire loro, per mancanza di soldi, mezzi diagnostici suppletivi come tac o ecg. Quindi, con

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STILI DI VITA

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il concreto rischio di affollare ancor più

i P.S. di falsi malati con improvvisi mal di

pancia notturni.Ma la cosa che più sor-

prende è la totale assenza di idee e provvedimenti per rilanciare l’economia italiana. La vocazione dei professori rimane fedele al compito, rispettabilissimo, di spremere gli italia-ni per far quadrare i conti nel rispet-

to del diktat europeo. Nient’altro. Nemmeno un’idea su come

aumentare il fatturato, la produzione e quindi il la-

voro dell’azienda Italia. Tutti fermi agli ago-

gnati aiuti di Dra-ghi e della BCE.

Nessuno che pensi alle o p p o r -tunità con- c r e t e di mercato c h e l’Italia ha anche e soprattutto in que- sto momento nel settore del turismo, dove negli

anni ‘70 era la principale destinazione mondiale. O nel comparto alimentare, dove la gran parte dei supermercati del mondo vendono prodotti che si chiama-no con il nome originale italiano: sala-me, mozzarella, parmigiano, prosciutto e mille altri, senza che nessuno rivendi-chi royalties per la denominazione d’o-rigine. O negli altri comparti dove l’Ita-lia ha una leadership riconosciuta nel mondo: i mobili, la moda, il design. Qui sta la vera limitazione del governo dei professori. Tanta teoria e poca pratica, specie nella materia di maggiore utilità oggi, il marketing dei prodotti e del Pa-ese. Vale quindi la pena di ritornare al senso originale della frase di Cicerone, uno che di praticità nell’insegnamento se ne intendeva. È l’“Historia magistra vitae” e non la “Schola”, come qualcu-no ha voluto travisare. Perché l’historia aggiunge all’insegnamento scolastico quel tanto di esperienza pratica che è necessario alla conoscenza, all’azione e al progresso.

Tiffany

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L ’ O r é a l P a r i s , omaggio a l l a bellezza e al cinema

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SALUTE & BELLEZZA

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Una RASSEGNA

fotografi ca ha

celebrato i 5 anni

di l’oréal paris

come sponsor e

make-up uffi ciale

della Mostra del

Cinema di Venezia

SALUTE & BELLEZZA

Leïla Bekhti

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SALUTE & BELLEZZA

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Sonam Kapoor

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SALUTE & BELLEZZA

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In queste pagine abbiamo già raccontato come L’Oréal Paris da 40 anni

disegni il presente e il futuro della bellezza con la sua rinomata fi rma “Perché voi valete”, che è sinonimo di stima di se stessi e di valorizzazione dell’individuo, lontano

dalla bellezza perfetta e standardizzata.

Occupiamoci ora del connubio indissolubile tra cinema e make-

up, che la nota marca celebra da 5 anni su uno dei red carpet più glamour al mondo. Sponsor e Make-up Uffi ciale della 69.Mostra d’Arte Cinematografi ca di Venezia, L’Oréal Paris ha raffi gurato anche quest’anno l’incontro tra la bellezza dell’arte e l’arte della bellezza, creando dei look straordinari per le proprie ambasciatrici e mettendo la propria expertise nel make-up al servizio del cinema e dei suoi protagonisti.

Per tutta la durata della più celebre kermesse italiana della settima arte, una mostra fotografi ca al Lido

Freida Pinto

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SALUTE & BELLEZZA

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Fan Bingbing

Milla Jovovich

Jane Fonda

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di Venezia ha rafforzato il profondo concetto di bellezza incarnato da

L’Oréal Paris; una bellezza che sposa l’individualità e la diversità di ogni singola persona. Democratizzare l’eccellenza per renderla disponibile a tutti: è il segreto del lusso moderno secondo la marca, un messaggio che viene veicolato dal Dream Team delle proprie testimonial attraverso i 5 continenti, nel rispetto delle specifi che esigenze dei consumatori

nei diversi Paesi. “L’Oréal Paris, omaggio alla bellezza e al cinema”, questo il titolo dell’incredibile ed esclusiva raccolta di scatti fotografi ci in bianco e nero delle celebrities, icone di bellezza riconosciute in tutto il mondo. Jane Fonda, Claudia Schiffer, Freida Pinto, Diane Kruger, Sonam Kapoor, Milla Jovovich, Gong Li, Fan Bingbing, Gwen Stefani, Leila Bekhti, Aishwarya Ray e Doutzen

Kroes, sono le grandi protagoniste di questi scatti inediti, realizzati grazie all’obiettivo del celebre fotografo danese Kenneth Willardt.

Crono

SALUTE & BELLEZZA

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Make-up Ufficiale

Violante Placido per L’Oréal Paris

omaggio alla bellezza e al cinema.

Foto di Simone Falcetta per

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RECEPTION

Successo dell’open air al SUN di Rimini

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RECEPTION

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Il SUN, Salone Internazionale dell’Outdoor, è un punto di riferi-mento per i titolari di campeggio,

naturalmente interessati ad ag-giornarsi su attrezzature, prodot-ti e quant’altro è vicino al mondo dell’open air. FAITA FederCamping, la Federazione che associa i circa 2.500 titolari di campeggio italiani, ha quindi offerto il suo patrocinio all’edizione 2012 del SUN, che si è tenuta dal 7 al 9 ottobre presso la Fiera di Rimini. Nell’occasione, ha

anche organizzato la propria Con-vention Nazionale con l’intento di continuare a favorire il percorso di crescita aziendale del turismo open air incentivando le occasioni d’in-

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RECEPTION

formazione, scambio e confronto tra gli imprenditori ed evidenzian-do le istanze e le aspettative del comparto. Il tema della Convention è stato “La risorsa ambientale nel modello turistico open air“,

un argomento di estremo interes-se per i campeggi che, proprio sui valori dell’ambiente e della natura, costruiscono la loro offerta di tu-rismo. Il programma è stato il se-guente:

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Ora Argomento Relatore

11:00 Cocktail di benvenuto offerto da SUN

11:15-12:45 Visita degli stand

12:45-13:45 Lunch buffet offerto da SUN e Camping.it

14:30 Inizio convegno. Moderatore M. Bartoloni - Il Sole 24 Ore

14:30-14:45 Saluto ai partecipanti e agli sponsor M. Vianello – Pres. FAITA NazionaleS. Rossi - A.D. SUNF. Porinelli - Ass. Mondo Campeggio

14:45-14:55 Premiazione V4A R. Vitali - Presidente

14:55-15:00 Filmato sponsor L. Lupi – Pres. Make T.A.

15:00-15:30 Gli interventi energetici ed ambientali per la competitività e lo sviluppo

E. Manti – Coordinatore Sr. Ministero Ambiente

15:30-16:00 Natura e ospitalità Arch. R. Rossetto – Studio Pro. Tec. O.

16:00-16:30 Case History Marina di Venezia A. Enzo - Resp.Tecnico

16:30-17:00 La nuova normativa sulla prevenzione incendi

V. Muzi - Consulente FAITA

17:00-17:30 Commenti/approfondimenti Domande/risposte

17:30 Chiusura del convegno M. Vianello – Pres. FAITA Nazionale

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RECEPTION

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La parte professionale della Con-vention è stata poi seguita da una deliziosa Happy Hour offerta da “Associazione Mondo Campeg-gio”, il club che raggruppa alcune delle aziende produttrici di beni e/o servizi specifi ci per i campeg-gi. I numerosi invitati, oltre che da una raffi nata e squisita degusta-

zione di prelibatezze, sono stati piacevolmente intrattenuti dalla straordinaria verve e simpatia del mago Alberto Magico Alivernini. Una giornata ben spesa in tutti i sensi per i circa 300 operatori in-tervenuti.

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RECEPTION

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ll mercato europeo dell'arredo per esterni e del gardening nel 2011 - secondo i rilevamenti dell'Osser-

vatorio di SUN, il Salone internazio-nale dell'Esterno - ha sfi orato quota 55 miliardi, segnando una crescita

media annua del 3% dal 2007 al 2011.26 miliardi di euro è il valore del mer-cato continentale dell'arredo, at-trezzature e accessori per l'esterno (2011). 29 miliardi è invece il valore del gardening. Di conseguenza, il totale globale è di 55 miliardi di euro. L'Europa Occidentale vale, nel 2011, 44 miliardi di euro, contro i 10,7 dell'Europa dell'Est (aggrega-to Living+Gardening). Questa ha avuto un ritmo di crescita notevo-le (+6,4% medio annuo dal 2007 al 2011), mentre l'Europa Occidenta-le, mercato maturo, è cresciuta a ritmi più blandi, assestandosi su una media positiva annua del 2,3%.

Cresce il mercato dell’arredo esterno in EuropaBuone notizie per il 2012

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RECEPTION

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Le voci di spesa più importan-ti riguar-dano, sia a l l 'Ovest sia all'Est, il verde: s e m e n -ti, bulbi e piante che in Eu-ropa Oc-cidentale v a l g o n o , nel 2011, il 50,3% del totale (circa 22 mi-liardi di euro), nell'Europa Orien-tale raggiungono il 62,7% del-la spesa totale, con un valore tuttavia ancora marginale in ter-mini monetari: 6,7 miliardi di euro.In sostanza, un outlook positi-vo che conferma l’attitudine del-le popolazioni europee a vive-re sempre di più all’aria aperta.

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RECEPTION

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FAITA Home by IRMTecnologia avanzata per un miglior comfort

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In un mondo dove tutto cambia rapidamente, il camping sente la necessità di trasformarsi in quel-

lo che i francesi, leader di questo tipo di turismo in Europa, chiamano “hôtellerie en plein air”. L’albergo all’aria aperta al quale ci si riferisce è sostanzialmente una struttura re-cettiva dove il comfort ed i servi-zi hanno molta più importanza e spazio di quelli che avevano per lo spartano campeggiatore del pas-sato. Oggi il camping è in larga parte turismo familiare, appetibile non solo per il vantaggio di prez-zo che offre, ma soprattutto per il rapporto che il prezzo ha con la qualità del servizio e del comfort, ormai indispensabili anche per chi ama il piede nudo nella sabbia. E le case mobili, insieme all’accre-sciuta capacità di entertainment del camping sul modello dei villaggi turi-stici, rappresentano la chiave di volta rispetto al passato, essendo in grado di offrire a tutta la famiglia spazi mo-dernamente ottimizzati. Per questo FAITA Nazionale, la Federazione che

raggruppa gran parte dei circa 2.500 campeggi italiani, ha fatto un accordo con il gruppo francese Benéteau per la produzione nel nuovo stabilimento di Bologna di quattro modelli di case mobili studiati apposta per le esi-genze del mercato italiano e, perciò, contrassegnati con il marchio “FAITA

RECEPTION

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Mod. Super Mercure, m. 7,50x4, n. 2 camere

Mod. Super Titania, m. 8x4, n. 3 camere

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Home by IRM”. Laddove IRM rappre-senta il marchio del gruppo france-se leader nel mercato europeo delle

case mobili. Le nuove “FAITA Home by IRM” rappresentano l’ultimo gri-do in fatto di tecnologia specifi ca, combinando materiali ecologici e du-raturi con soluzioni abitative di gran-de comfort e praticità per la famiglia ospite. Un motivo in più a favore del turismo all’aria aperta, ormai vicino a rappresentare il 20% della formula di vacanza in Italia.

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Mod. Titania, m. 8x3, n. 2 camere

RECEPTION

Mod. Super Mercure Riviera, m. 7,50x4, n. 2 camere

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RECEPTION

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“Prolunga la tua voglia di va-canza: corri nei Fiat Motor Village e vinci un week-end

in camper.” Questo l’invito che il 22 e 23 settembre scorsi, in occasione del lancio della nuova Fiat 500L, ha porta-to migliaia di appassionati del camper style nei Motor Village di Torino, Milano e Roma.

Organizzata da Fiat Professional e APC-Associazione Produttori Caravan e Camper, l’iniziativa, nata per promuove-re il viaggio in camper con spazi dedicati ai veicoli ricreazionali all’interno dei Mo-tor Village, prevedeva anche un concor-so con estrazione di nove voucher validi per il noleggio gratuito di un camper du-rante il week-end (regolamento su www.sceglilcamper.it).

Nel corso del Porte Aperte, inoltre, le aziende produttrici associate ad APC, che allestiscono su chassis Fiat, han-

no accolto gli appassionati e curiosi di camper style per mostrare tutte le novi-tà dei veicoli ricreazionali made in Italy protagonisti del Salone del Camper, ap-puntamento di riferimento nazionale ed europeo del caravanning e del turismo all’aria aperta.

Nei Motor Village di Torino, Milano e Roma è stato dunque possibile salire a bordo dei veicoli per vedere com’è fatto e come funziona un camper, oltre a sce-gliere il veicolo più adatto alle esigenze dell’equipaggio: coppia, famiglia o grup-po di amici. Le aziende Autocaravans Rimor (brand: Rimor, Kentucky, Xgo), Trigano (brand: Caravans International, Roller Team) e Laika Caravans erano presenti al Motor Village di Torino, SEA-Società Europea Autocaravan (brand: Elnagh, Mobilvetta, McLouis) al Motor Village di Milano, mentre Arca Camper era al Motor Village di Roma.

RECEPTION

A SETTEMBRE UN’INTERESSANTE INIZIATIVA NEI FIAT MOTOR VILLAGE DI TORINO, MILANO E ROMA

Camper style, che passione!

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“Ancora una volta - ha dichiarato Pao-lo Bicci, Presidente APC-Associazione Produttori Caravan e Camper - abbiamo voluto stabilire un contatto diretto con curiosi e appassionati di camperismo e turismo all’aria aperta, per far cono-scere le ultime novità di prodotto e sco-prire che, grazie al camper, è possibile viaggiare anche quando fi nisce l’estate. Con l’iniziativa ‘Corri nei Motor Village e vinci un week-end in cam-per’, per la qua-le ringraziamo la fondamentale partnership con Fiat, intendeva-mo sostenere e promuovere la dif-fusione del viaggio in camper, verso cui cresce l’interesse, come te-stimoniano le 120mila presenze registrate al Salone del Camper. Il camper, infatti, offre l’opportu-nità di viaggiare insieme alla fami-glia e agli amici, in qualunque momento dell’anno, per visitare i luoghi più nasco-sti e belli d’Italia”.

“È un’ulteriore occasione – ha dichiara-to Bertrand Noguès, Responsabile per i veicoli ricreazionali per Fiat Professio-nal - nata dalla costante collaborazione tra Fiat e APC per far conoscere ed ap-prezzare il ‘camper style’ ad un pubblico sempre più va-sto”.

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RECEPTION

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RECEPTION

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RECEPTION

Le oasi del camping in Italia

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RECEPTION

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La località della quale parlia-mo oggi è la Romagna, intesa nel senso più ampio di quella

striscia di Adriatico che va dai lidi estensi a Rimini e Cattolica. Quel-la “Romagna solatìa, dolce paese“, simbolo della vacanza italiana, per la quale Pascoli coniò il claim pub-blicitario più adeguato e longevo.

Terra morbida, paciosa, dove an-che le scorribande ladresche di un tempo avevano più l’obiettivo di compensare il povero che di punire il ricco. Ma anche terra industriosa che, nel prodotto turismo, ha sapu-to cogliere la miglior combinazione qualità/prezzo, diventando per molti versi l’icona della destinazione va-canze per italiani e stranieri.

E questa capacità di offrire comoda ospitalità e copioso divertimento a

prezzi giusti non sfugge al segmen-to del turismo all’aria aperta. Nei poco più di cento chilometri della riviera romagnola si addensano 76 dei 121 (63%) campeggi dell’Emilia Romagna che offrono oltre 75 mila posto letto/notte, poco meno del 6% dell’intera offerta nazionale.

E questa percentuale è rimasta sta-bile, anzi è leggermente cresciuta, nonostante qualche grosso proble-ma che ha affl itto l’Adriatico negli anni passati, come le alghe e la mu-cillaggine. Merito della laboriosità e dell’ingegno dei romagnoli che han-no saputo gestire il problema e che hanno continuato, comunque, ad arricchire la loro offerta.

Com’è facilmente intuibile, il tar-get romagnolo del turismo all’aria aperta è formato da famiglie amanti

Romagna solatìa,

dolce paese

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RECEPTION

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del mare facile “sabbia e ombrello-ne”, attente ai costi, e non soltan-to a quelli relativi al camping, non

sostanzialmente diversi da quelli di altre località. Fra queste famiglie, non sono estranee quelle straniere, in particolare tedesche, da sempre affezionate clienti. Ma ciò che attrae maggiormente il turista rimane l’im-mensa città dei divertimenti che po-pola tutta la riviera romagnola. Par-chi, discoteche, intrattenimenti di ogni genere, anche sulla spiaggia, giochi, attività sportive, concerti ed eventi popolano il cartellone quoti-diano. Ed i camping della zona sono in sintonia nell’offrire al loro interno una paragonabile ludoteca.

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RECEPTION

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“Last, but not least”, ultima cosa, ma non la minore, la quantità di città d’arte e storiche offerte dalla Roma-gna. Splendide città come Ferrara, Ravenna, Forlì, per parlare di quel-le più vicine al mare. E San Marino, città-stato unica al mondo. A parte suggeriamo il nostro itinerario.

Romagna come mare e divertimen-to. Ma non solo.

Chaperon

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RECEPTION

Prosegue il viaggio alla scoperta del patrimonio ar-tistico più straordinario al mondo, con focus sulle località delle quali ci siamo occupati ne “Le oasi

del camping in Italia”.

ROMAGNA, TRA ACQUA E TERRA

FERRARA Distesa su un territorio nato dall’equilibrio tra acqua e terra, delimitata com’è dal Po a nord, dal Reno a sud e dal Mar Adriatico a est, la provincia di Ferrara offre un susseguirsi di paesaggi urbano e naturalistico unici al mondo: campi coltivati, città d’arte, pinete fi no ai centri balneari della costa.La città, che è stata un importante borgo medioevale e una corte sfarzosa nel Rinascimento, mostra intatto ancor oggi lo splendore dei suoi palazzi, vie, piazze, opere d’arte e mostre d’ogni genere.Info su www.ferraraterraeacqua.it

RAVENNARavenna è un mosaico che vive. Tre volte capitale, dell’Impero Romano d’Occiden-te, di Teodorico Re dei Goti, dell’Impero di Bisanzio in Europa, conserva nelle ba-siliche e nei battisteri il più ricco patrimonio di mosaici dell’umanità. Ma è anche la città che custodisce le spoglie di Dante Alighieri e ne mantiene viva la memoria con importanti manifestazioni culturali. A due passi dal mare, offre poi località balneari, parchi a tema come Mirabilandia, oasi protette e storiche pinete.Info su www.turismo.ravenna.it

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Firenze

Perugia

Roma

Bologna

Venezia

Trieste

Trento

MilanoAosta

Torino

Genova

Ancona

L’Aquila

Campobasso

Napoli

Bari

Potenza

Catanzaro

Palermo

Cagliari

VILLAGGIO CAMPING LIDOMaccagno (VA) VILLAGGIO CAMPING BOSCOCannobio (VB)

CAMPING VILLE DEGLI ULIVIMarina di Campo (LI)

CAMPING CANAPAIRio Marina (LI)

CAMPING RESIDENCE AMIATACasteldelpiano (GR)

VILLAGGIO CAMPING LE MARZEMarina di Grosseto (GR)

CAMPEGGIO SUMMERLANDViterbo

HAPPY VILLAGE & CAMPINGRoma

VILLAGGIO CAMPING TESONISMarina di Tertenia (OG)

HOTEL PICCADA & APPARTAMENTI LA GALATEAPalau (OT)

CAMPING MIRAGEBarano d’Ischia (NA)

CAMPEGGIO EUROPATerracina (LT)

LE PALME VILLAGETerracina (LT)

GREEN VILLAGEMarina di Camerota (SA)

RomaRoma

CAMPING CA’ SAVIOCavallino Treporti (VE)

VILLAGGIO DEL SOLEMarina Romea (RA)

PARCO VACANZE RIVAVERDEMarina di Ravenna (RA)

VILLAGGIO DEI PINIPunta Marina Terme (RA)

HOLIDAY VILLAGE FLORENZLido degli Scacchi (FE)

VILLAGGIO PINETAMilano Marittima Cervia (RA)

BolognaBologna

L’AquilaL’Aquila

CENTRO TURISTICO ECOCHIOCCIOLAMaserno di Montese (MO)

CAMPING VILLAGE DON DIEGOGrottammare (AP)

CAMPING EUCALIPTUSAlba Adriatica (TE)

MilanoMilano

I campeggi preferiti di

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RECEPTION

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A GUSTO MIO

IL PARMIGIANO-REGGIANOFacciamo una breve parentesi nel consueto excursus tra le ricette locali italiane, per occuparci in questo numero di un prodotto tipico della regione alla quale ci siamo interessati nelle precedenti pagine, l’Emilia Romagna. Prodotto rappresentativo dell’Italia nel mondo, eccellenza agroalimentare della Penisola. Stiamo parlando del Parmigiano-Reggiano.

Epicuro

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AIUTIAMO I CASEIFICI TERREMOTATI!

Per aiutare i produttori colpiti dal sisma potete

acquistare il formaggio dai caseifi ci che aderi-

scono al fondo di solidarietà “Comitato Gruppo

Caseifi ci Terremotati” del Parmigiano-Reggia-

no (cliccate qui per saperne di più).

circa 4.000 agricoltori-produttori di latte che hanno ottenuto dalla legge il rico-noscimento della loro determinazione a conservare inalterato il metodo di lavo-razione e l’altissimo livello qualitativo del formaggio.

Scopriamo una ricetta veloce.

IIl Parmigiano-Reggiano racchiude in sé un viaggio unico e straordinario lungo nove secoli, che si compie ancora oggi

negli stessi luoghi, con la stessa tecni-ca, per regalare un inimitabile sapore che muove mente e cuore. Le sue origini vengono generalmente collocate attorno al XII secolo presso i monasteri cister-censi di Parma e i monasteri benedettini di Reggio-Emilia. Già nel 1200 il Parmi-giano-Reggiano aveva raggiunto quella tipizzazione perfetta che si è conservata immutata fi no ai nostri giorni. I maestri casari, oggi come una volta, continuano a produrre questo formaggio con il latte pregiato della zona d’origine, caglio na-turale e nessun additivo, in modo artigia-nale e con la stessa passione e lealtà. La storia recente del Parmigiano-Reggiano è quella degli oltre 400 piccoli caseifi ci arti-gianali della zona tipica, rappresentanti di

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IL PARMIGIANO-REGGIANOA GUSTO MIO

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Tagliatelle aromatiche al Parmigiano-Reggiano

Ingredienti• 400 g di tagliatelle fresche• 40 g di capperi• 100 g burro• 1 mazzetto di erbe aromatiche• 50 g di olive verdi• 50 g di olive nere• 200 g di pomodori maturi• 25 cl d’olio d´oliva• 100 g di Parmigiano-Reggiano• sale e pepe

PreparazioneMescolate il burro fi no ad ottenere una crema e aggiungete le erbe aro-matiche tritate fi nemente. Avvolgete il composto in una pellicola trasparen-te e conservatelo in frigorifero. Pelate i pomodori, togliete i semi e tagliateli a tocchetti.Poi in una padella rosolate nell’olio i pomodori preparati, aggiungete le olive, i capperi, sale e pepe quanto basta. Cuocete a parte le tagliatelle al dente, scolatele e fatele saltare in pa-della con il sugo per qualche minuto.Togliete dal fuoco la padella, mante-cate la pasta con il burro aromatiz-zato e cospargete con Parmigiano-Reggiano grattugiato.

Togliete dal fuoco la padella, mante-cate la pasta con il burro aromatiz-zato e cospargete con Parmigiano-

AIUTIAMO I CASEIFICI TERREMOTATI!

Per aiutare i produttori colpiti dal sisma potete

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scono al fondo di solidarietà “Comitato Gruppo

Caseifi ci Terremotati” del Parmigiano-Reggia-

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Continua su natural mind® la nostra piccola storia dell’automobile. Siamo

alla quarta puntata, avendo trattato nelle precedenti di Alfa Romeo, Audi e BMW, in stretto ordine alfabetico. Per questa volta, facciamo un’eccezione e, invece di parlare di Citroën e DAF, come sarebbe dovuto, parleremo di Ferrari in ossequio al tema di questa edizione della rivista centrato sulla Romagna. Di questa terra appassionata e sanguigna la Ferrari è il prodotto più rappresentativo, anche per il suo colore. Per chi fosse alla

prima lettura ripetiamo che protagonista della nostra storia è il marchio dell’auto, più che il motore, la linea od altri elementi meccanici. In termini tecnici, il marchio è l’associazione fra il nome che contraddistingue il prodotto e la rappresentazione grafica che lo racchiude. Un po’ come una persona, che s’identifica con un nome e con una propria, particolare ed inimitabile figura corporea. In termini moderni, questa immagine del marchio assume il nome di logo, abbreviazione anglosassone di logotype. Il

Piccola storia dell’autoPASSIONI

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“La stessa forza che ha trasmesso ai posteri il cavallino di Baracca non avrebbe consentito che il colore dello stesso venisse variato. E se è giunto a noi nero, tale doveva essere all’origine”. Antonio Duma, Quelli del cavallino rampante. Storia del 4º Stormo Caccia

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logo del quale trattiamo oggi, dunque, è quello della Ferrari S.p.A., la casa italiana fondata da Enzo Ferrari, il “Drake” che ha avuto l’intuito e l’abilità di creare e sviluppare il massimo mito d e l l ’ i n d u s t r i a au tomob i l i s t i ca , il prodotto più noto e qualificato dell’Italia, l’icona dello status symbol più ricercata al mondo. Il marchio Ferrari è simboleggiato dal famoso cavallino rampante nero in campo giallo, con in basso le lettere SF - Scuderia Ferrari - e con tre strisce, verde, bianca e rossa,

i colori nazionali italiani. Esso nasce dall’emblema personale del Maggiore Francesco Baracca, pilota ed asso della prima

guerra mondiale, che lo faceva dipingere sulle fiancate dei propri velivoli. Fu la stessa madre di Baracca a cederlo nel 1923 come portafortuna ad Enzo Ferrari e da allora il cavallino è

diventato l’emblema del marchio Ferrari

ed in particolare del reparto corse. Si narra

che Baracca avesse adottato il cavallino rampante a ricordo di un velivolo tedesco da lui abbattuto che portava sulla

PASSIONI

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Il marchio FERRARI

da Enzo Ferrari, il “Drake” che ha avuto l’intuito e l’abilità di creare e sviluppare il massimo mito d e l l ’ i n d u s t r i a au tomob i l i s t i ca , il prodotto più noto e qualificato dell’Italia, l’icona dello status symbol più ricercata al mondo. Il marchio Ferrari è simboleggiato dal famoso cavallino rampante nero in campo

pilota ed asso della prima guerra mondiale, che

lo faceva dipingere sulle fiancate dei propri velivoli. Fu la stessa madre di Baracca a cederlo nel 1923 come portafortuna ad Enzo Ferrari e da allora il cavallino è

diventato l’emblema del marchio Ferrari

ed in particolare del reparto corse. Si narra

che Baracca avesse

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fusoliera il simbolo della città di Stoccarda, appunto quel cavallino. Originariamente, pare che il suo colore fosse rosso, ricavato per inversione dallo stemma del 2º Reggimento “Piemonte Reale Cavalleria“ cui apparteneva l’asso romagnolo. Divenne poi nero quando i compagni di squadriglia ne cambiarono il colore in segno di lutto per la morte di Baracca. Discorso diverso, e meno romantico, per il tipico colore rosso della carrozzeria Ferrari, che ha contribuito non poco alla nascita ed al

consolidamento del mito. In base ad un provvedimento preso fra le due guerre mondiali dall’associazione che poi si chiamerà FIA, il rosso era il colore destinato alle vetture italiane che gareggiavano nei campionati automobilistici. Parallelamente, questo schema assegnava alle auto francesi, come la Bugatti, il blu, a quelle tedesche, come BMW e Porsche, il bianco, alle inglesi, come Lotus Cars e Jaguar, il verde. Negli anni, la tonalità del rosso delle auto da corsa Ferrari è gradualmente passata dal rosso scuro, famoso come rosso Alfa, ad una tinta notevolmente più accesa, il rosso corsa. Per le Ferrari di serie la tonalità del rosso è rimasta immutata ed il colore originale rimane di gran lunga la scelta preferita dai clienti. Ancorché, come premesso, non rappresenti l’argomento

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PASSIONI

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primario della nostra trattazione, non possiamo tacere dell’impatto che il suo motore ha sempre avuto sull’immagine vincente della Ferrari. Quell’inconfondibile rombo cupo, che diviene quasi un sibilo ai massimi giri, fa voltare anche il passante più distratto e più alieno dal mondo dei motori. Al Drake ci volle un po’ di tempo e di esperienza per metterlo a punto. Infatti, la sua Scuderia Ferrari S.A., creata nel 1929 a Modena, non produceva proprie automobili, ma si occupava soltanto della messa a punto di quelle prodotte dall’Alfa Romeo per partecipare alle competizioni. La casa costruttrice nacque ufficialmente il 13 settembre 1939 a Modena, con la fondazione da parte di Enzo Ferrari della Auto Avio Costruzioni centrata, comunque, sulla costruzione di componenti per velivoli. Solo nel primo dopoguerra, nel 1947

quando gli aerei militari non servivano più, Ferrari cominciò a costruire le proprie automobili. Nel 1969 la Ferrari SpA entrò poi a far parte del gruppo FIAT che successivamente, alla scomparsa di Enzo Ferrari avvenuta nel 1988, ne acquistò la grande maggioranza (90%) del pacchetto azionario. La differenza rimase nelle mani del figlio di Enzo, Piero Lardi Ferrari.Da allora il marchio Ferrari ha continuato ad accrescere la propria immagine, le proprie selezionatissime vendite e le proprie vittorie in F1. Per la cronaca, la Ferrari ha finora conquistato 17 titoli mondiali Costruttori e 16 Piloti ed è l’unica macchina ad aver partecipato a tutti le edizioni del Campionato del Mondo di F1 dalla sua creazione nel 1950.

Leonardo

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PASSIONI

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SFIDE & SPORT

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Il numero di oggi di natural mind©, cen-trato sulla Romagna e su San Marino, ci porta in maniera naturale a parlare

di uno sport che con la Repubblica del Titano condivide originalità ed esclusi-vità, nate per caso da vicende lontane fra di loro. Questo sport è il baseball, traducibile in italiano con la parola “pal-labase”. La contiguità fra il baseball e San Mari-no come, del resto, con le altre città o paesi italiani dove lo si pratica a livello professionistico (Grosseto e Nettuno, per citare due autorevoli sedi), nasce dalla presenza sul luogo di presìdi mili-tari americani durante la seconda guer-ra mondiale. La ricreazione dei soldati USA, giovani e vitali, era soprattutto dedicata all’e-sercizio delle attività sportive praticate in patria. Fra queste, il baseball, il foot-

ball da loro chiamato “soccer”, il basket o pallacanestro. Naturale che la pratica abbia contagiato i giovani italiani dell’e-poca e del circondario, protraendosi nel tempo, seppur con territorialità diverse, variamente stimolate dalla capacità del-le squadre locali di essere vincenti. L’Emilia Romagna è la regione italia-na dove ha più attecchito il baseball e dove c’è la pratica a livello più alto. Le compagini locali hanno addirittura vin-to gli ultimi cinque campionati della Ita-lian Baseball League, la Serie A di que-sto sport: San Marino nel 2008, 2011 e 2012; Bologna nel 2009; Parma nel 2010. Insieme, le compagini emiliane hanno vinto 11 dei 15 campionati italia-ni dal 1998 al 2012 e tuttora rappresen-tano la metà delle 8 squadre che pren-dono parte alla IBL. Per la cronaca, gli altri scudetti sono andati al Grosseto (2)

quello sport stranoFra regole secolari e modernità avanzata quello sport stranoIl baseball

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ed al Nettuno (2). Per chi non conosce il baseball, vale la pena di delinearne le regole principali, tralasciando le minu-ziosità cho lo rendono diffi cile da com-prendere nei suoi dettagli. Il gioco si pratica essenzialmente in uno spicchio di prato verde equivalente ad un quarto di cerchio di ampie dimensioni, delimi-tato da due linee divergenti dette foul line (linee di fallo). All’interno del prato verde è disegnato un quadrato in ter-ra rossa, contornato da un semicerchio con lo stesso fondo, dove sono poste le 3 basi da conquistare e dove si svolge l’azione principale di gioco. La zona rossa viene chiamata “diaman-te” perché è disposta a mo’ di rombo, partendo dall’intersezione delle linee di foul che delimitano lo spicchio di cer-chio. Su questo spigolo è posto un ret-tangolo, detto home plate, sul quale si

pone il batter (battitore) armato di una mazza speciale per respingere una pal-la mista di sughero, gomma ed altri ma-teriali, del peso di 142 grammi, lanciata a velocità che arrivano fi no a 160 km/h e con delle traiettorie speciali dal pitcher (lanciatore) situato su un dosso a 18,44 metri di distanza. Dietro il battitore, il catcher (ricevitore) che ha il compito di recuperare al volo le palle mancate dal battitore. Davanti al battitore, agli altri tre spigoli del diamante, le basi da con-quistare.E qui emerge una delle tante peculia-rità del baseball: il turno a rotazione sistematica fra squadra che attacca e squadra che difende. Chi attacca è la squadra con il battitore. Effettuata una battuta valida, all’interno del terreno di gioco e non raccolta al volo dagli av-versari, egli deve correre a conquistare

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quante più basi può prima che gli avversari prendano la palla e la fac-ciano ritornare verso chi di loro ha il compito di proteggere la base. Con il battitore corrono i suoi compagni che lo precedono nelle basi, fi no ad arrivare alla home di partenza e conquistare così un punto.Chi difende, invece, deve lanciare la palla (pitcher) in modo che il batti-tore non la respinga con la mazza o, se la colpisce validamente, corre-re a raccoglierla e rilanciarla (infi el-der) al compagno che protegge la base (baseman) prima che ci arrivi l’avversario, in modo da eliminarlo. Il lancio è valido (strike) quando la palla passa attraverso un rettangolo immaginario situato sopra il piatto

di casa base che va dalla parte bas-sa delle ginocchia fi no al petto del battitore. Non è valido (e si chiama semplicemente ball) se è al di fuori di questo spazio. La partita di baseball è giocata da due squadre di 9 giocatori e non ha limiti di tempo. È, infatti, distribuita in 9 riprese (inning), ciascuna delle quali si conclude quando vengono eliminati 3 battitori attaccanti per entrambe le squadre. In caso di pa-rità al termine dei 9 inning, si pro-segue con “extrainning” fi no a che una delle squadre non ne conclude uno in vantaggio. Il baseball, infatti, non prevede il pareggio. In sostanza, uno sport molto ameri-cano che fa risalire al 1839 la costi-

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tuzione della sua prima società organiz-zata, il New York City’s Knickerbockers Club, e la codifi ca delle sue regole da parte di Alexander Cartwright, un socio del Club, proclamato nel 1953 inventore uffi ciale del baseball da parte del Con-gresso degli Stati Uniti. Allo stesso tem-po, anche uno sport molto moderno che racchiude alcune modalità regolamen-tari avanzatissime, come il meccanismo della franchise, che non prevede la re-trocessione per le squadre in coda alla classifi ca, situazioni di gioco spettaco-lari (l’home run, cioè il giro d’onore delle basi quando un battitore manda la palla fuori del campo di gioco), l’interruzione della partita per manifesta superiorità di una squadra ed altre. In attesa di mag-giori sviluppi in Italia, così come è avve-

nuto nell’America Centrale ed in Giap-pone, la formazione oggi più conosciuta da noi di una squadra di baseball rima-ne senz’altro quella un po’ scaciata dei “Peanuts”, la famosa striscia di fumetti, con Charlie Brown lanciatore, ricevitore Schroeder, prima base Shermy, seconda base Linus, terza base Pig-Pen, interba-se Snoopy, esterno sinistro Patty, ester-no centro Frieda, esterno destro Lucy. Ed il ritornello che più celebra il baseball rimane la frase ripetuta ossessivamente da Dustin Hoffman in “Rain Man”, uno dei tanti fi lm ai quali questa icona ame-ricana dello sport fornisce spunto: “Chi gioca in prima base?”.

Olimpia

SFIDE & SPORT

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JUNIOR CLUB

Le storie che raccontiamo hanno due scopi: divertire i junior di casa e presentare situazioni e località interessanti, così da stimolare la loro curiosità ed apprendimento. In questo caso, la storia raccontata si svolge presso un ponte di epoca romana che ha ispirato delle leggen-de. La storia è adatta ai ragazzi dagli 8 ai 10 anni.

Questa volta il viaggio di Luc, Lazo (il nonno di Luc) e Full (il suo cane) sarebbe stato più corto del

solito. Si trovavano in vacanza a Ve-nezia ed il nuovo incarico ricevuto da parte dei genitori di Luc, noti scienzia-ti e studiosi, era quello di visitare il ponte di Tiberio nella città italiana di Rimini, in Romagna, per verifi care se è vera la leggenda che lo circonda. Il ponte di Tiberio ha, infatti, la nomea di essere un luogo satanico, frequenta-to dal diavolo che ci avrebbe addirit-tura lasciato l’impronta dei suoi zoc-coli. Questa leggenda è in comune con molti altri ponti, italiani e stranieri. Deriva, forse, dal fatto che i ponti, di notte, sono spesso rifugio di personag-gi strani, emarginati, vestiti con abiti rimediati che incutono paura. Inoltre, l’acqua che fruscia sotto le arcate tende ad aumentare quando il fi ume è

in piena e a sembrare molto minaccio-sa. I ponti, insomma, sembrano il posto ideale dove si può nascondere il dia-volo. Quello di Tiberio, fatto costruire dall’imperatore romano nel 21 d.C. per attraversare il fi ume Marecchia, è un ponte particolarmente imponente, con cinque arcate che crescono man mano che ci si avvicina a quella centrale, la più grande. Inoltre, ai lati del suo pa-vimento ci sono alcune lastre di pietra con iscrizioni latine e su una delle balaustre due intaccatu-re molto simili all’ impronta di piedi ca-prini. Quanto basta per sug-gerire alla fan-tasia popolare l ’accostamento

Il ponte del diavolole avventure di Luc, Lazo e Full

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al diavolo. Luc, Lazo e Full doveva-no, dunque, verifi care la consistenza di questa leggenda e, per avere più possibilità di scoprire la verità, deci-sero di visitare il ponte di notte. Se c’era davvero il diavolo, quello era il momento migliore per scoprirlo. Oltre-tutto, il cielo era cupo e soffi ava un vento gelido. Insomma, una notte da lupi, e da diavoli. I tre, ad ogni buon conto, si munirono delle loro usuali attrezzature da esploratori per affron-tare ogni possibile imprevisto. Presero anche una potente lanterna per leggere le iscrizioni in latino e le altre indi-cazioni e s’incamminarono. Man mano che si avvicinavano al ponte, esso ap-pariva sempre più cupo: un lungo cor-ridoio semibuio sotto il quale sibilava il vento e l’acqua scorreva impetuosa, aggiungendo il proprio scrosciante ru-more a quello del vento. In giro non c’era nessuno. Ma i nostri erano abi-tuati a situazioni diffi cili e continua-rono ad avanzare senza paura. Erano a metà del ponte quando da un fi oco

lampione sulla balaustra di destra saltò verso di loro un diavolo

incappucciato in un man-tello nero. Luc e Lazo fecero un passo indietro, mentre Full cominciò ad abbaiare furiosamente. Il tonfo che l’incappuc-ciato fece saltando dalla balaustra rivelò un peso

corporeo che il diavolo non avrebbe dovuto avere. Così, i nostri amici co-minciarono subito a pensare che sotto quel mantello nero ci dovesse essere qualcun altro. Incoraggiato da questa evidenza, Lazo tirò subito fuori dalla borsa il suo laccio e lo lanciò verso quella fi gura nera, mentre Luc la colpì con un raggio immobilizzante, una del-le sue tante invenzioni. Full provvide a controllarla, digrignando i denti. Fu, così, facile scoprire che non si tratta-va del diavolo, ma di un lestofante che approfi ttava della sua messa in scena per rapinare i passanti. In quattro e quattr’otto, i nostri lo consegnarono alla polizia e poi tornarono a verifi ca-re le scritte in latino e, soprattutto, le fantomatiche intaccature a forma di piede caprino. Non tardarono a sco-prire che si trattava di scanalature fatte sulla pietra nei secoli passati per aiutare i barcaioli a scaricare la pro-pria merce sopra il ponte. Niente di diabolico. E così i nostri amici avevano risolto anche questa avventura.

Fedro

JUNIOR CLUB

a metà del ponte quando da un fi oco

Il ponte del diavolo

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L’ETA’ DEL NONNOCome nasce un libro

L’età del nonno, dopo quel-la del fi glio e del padre, è l’e-tà defi nitiva. Un’età che,

molto più delle altre, marca il tem-po e che, al suo inizio, può crea-re sgomento. Un’età che, oggi più che mai, segna il trapasso dai len-ti e naturali ritmi millenari della vita dell’uomo a quelli frenetici e sem-pre più artifi ciali dell’età moderna.L’annuncio del primo nipote in ar-rivo spalanca d’improvviso la pro-spettiva della vecchiaia. Risuona come la tromba del silenzio dopo una lunghissima giornata di marcia, esaltante e faticosa. Così, l’idea di diventare nonno può istintivamen-te far puntare i piedi nel tentati-vo di fermare il tempo o rallentarlo.Invece, quando ci si accomoda den-tro, si scopre che un nipote rega-la nuovi scopi e traiettorie alla vita,

offrendo l’occasione per un viaggio nella memoria alla ricerca di ciò che è stato e di ciò che potrà ancora es-sere. Un fi l rouge che ha stimolato Luciano Lupi a scrivere “Ciao Lo-renzo”, un libro, bello e tenero, ot-timamente recensito da stampa e lettori, una lettera d’amore da non-no a nipote, dall’ultima generazio-ne della terra alla prima delle stelle.Il dialogo del nonno con Lorenzo, il nipote nascituro, affronta temi impor-tanti diventando, pagina dopo pagi-na, una sorta di vademecum rigoro-so ma senza pregiudizi, affettuoso e delicato, intelligente e moderno, in grado di aiutare futuri neo geni-tori o nonni a fornire risposte con-crete ai tanti perché di fi gli e nipoti.

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LA POSTA DEI LETTORI

IL CLUB NATURAL MIND

bella questa iniziativaCarlo

Salve,non sono sempre d’accordo con i vostri articoli, ma di certo sono sem-pre molto interessanti.Michela

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bella questa iniziativaCarloSi me gusta su revista, su comida y

mucho mas su pais.

Jose

non sono sempre d’accordo con i vostri articoli, ma di certo sono sem-pre molto interessanti.Michela

Grazie per la rivista.

La leggo sempre volentieri.

Mirko

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natural mind®, il magazine per chi ama l’aria, i viaggi e la natura edito da Make Tailored Advertising in collaborazione con FAITA FederCamping, è prodotto e distribuito nel rispetto dell’ambiente. I consumi di energia elet-trica legati alla produzione/invio delle newsletter di natural mind® del 2012 sono stati, infatti, certifi cati con “100% energia pulita Multiutility”.Certifi care i propri consumi energetici equivale ad utilizzare energia elettrica in-teramente prodotta da fonte rinnovabile: la certifi cazione "100% energia pulita” è basata sull'immissione in rete (tramite l'annullamento di certifi cati RECS) di un quantitativo di energia rinnovabile pari al consumo di energia legato alla produzione/invio del magazine, che dà diritto all'ottenimento di status "100% energia pulita” a favore dello stesso. Grazie a questa iniziativa è stata evitata l’e-missione in atmosfera di 700 Kg di CO2 e sono stati risparmiati 250 Kg di petrolio.

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