n • anno secondo semestre 1999 rivista italiana · due testimonianze letterarie 483-86 rubriche...

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RIVISTA ITALIANA ONOMASTICA RION vol. V • Anno V • n° 2 secondo semestre 1999 di SOCIETà EDITRICE ROMANA RION, V (1999), 2

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RIVISTA

ITALIANA

ONOMASTICA

RION vol. V • Anno V • n° 2secondo semestre 1999

di

SOCIETà EDITRICE ROMANA

RION, V (1999), 2

Rivista Italiana di OnomasticaRION vol. V • nº 2

anno V • secondo semestre 1999

Direttore: ENZO CAFFARELLI

Comitato scientifico:MARIA GIOVANNA ARCAMONE, DAVIDE DE CAMILLI,

DIETER KREMER, CARLO ALBERTO MASTRELLI, † GIULIA MASTRELLI ANZILOTTI, SERGIO RAFFAELLI,

LUCA SERIANNI, UGO VIGNUZZI

Corrispondenti internazionali:KRISTIN BAKKEN (Oslo)

ANA ISABEL BOULLÓN AGRELO (Santiago de Compostela)DUNJA BROZOVIC�-RONCEVIC� (Zagreb)

EVA BRYLLA (Uppsala)ANA Mª CANO GONZA�LEZ (Oviedo)

AARON DEMSKY (Ramat-Gan)ZSUZSANNA FA�BIA�N (Budapest)

JEAN GERMAIN (Louvain-la-Neuve)MILAN HARVALI�K (Praha)

ANNE-DIETLIND KRÜGER (Leipzig)ANDRÉ LAPIERRE (Ottawa)

EDWIN D. LAWSON (Fredonia, NY)CLAUDIA MAAS-CHAUVEAU (Nancy)

LUCIE A. MÖLLER (Pretoria)WULF MÜLLER (Neuchâtel)

RITVA LIISA PITKÄNEN (Helsinki)DOMNITA TOMESCU (Bucuresti)STEFANO VASSERE (Bellinzona)

Redazione: c/o Enzo Caffarelli, via Tigrè 37, I-00199 Roma – T. +39.06.86219883Fax +39.06.8600736 – E-mail: [email protected] – Web: http://onomalab.uniroma2.it

Amministrazione, diffusione e pubblicità: SER (Società Editrice Romana s.r.l.) - ITALIATENEOpiazza Cola di Rienzo 85, I-00192 Roma – T. +39.06.36004654 – Fax +39.06.36001296

E-mail: [email protected] – Web: www.editriceromana.comDirettore responsabile: Giuseppe Caffarelli.

Vol. V, nº 2 (secondo semestre 1999) – Finito di stampare nel mese di settembre 1999 presso la Top Colors,

via Giamaica 6, 00040 Pomezia (Roma).

ISSN 1124-8890

«Rivista Italiana di Onomastica»RIOn, v (1999), 2

SaggiPietro G. Beltrami, Il Tesoro della Lingua Italiana delle Origini (tlio) e l’onomastica 349-62monique Bourin – Pascal chareille – Jean-marie-martin, Les activités du Group de recherche historique sur l’anthroponymie médiévale (Greham) 363-71enzo caffarelli, Schizzo per un Dizionario Onomastico dei Personaggi della Letteratura Italiana (doPli) 373-96Patrick hanks – enzo caffarelli, Il Dictionary of American Family Names (dafn) e i cognomi italiani più diffusi negli Stati Uniti d’America 397-414ottavio lurati, Metodo e storia nei cognomi italiani. Sondaggi dalle aree lombarde e svizzero-italiane 415-32Giovan Battista PelleGrini, Paesaggio e nomenclatura. Il caso di Lamosano (Belluno) 433-41Giulia Petracco sicardi, Il farsi dei toponimi 443-48max Pfister, L’importanza della toponomastica per la storia della lingua nella Galloromania e nell’Italoromania 449-64WolfGanG schWeickard, Gli antroponimi nel Deonomasticon Italicum (di) (articolo modello Hegel) 465-68stefano vassere, Problemi della ricerca toponomastica nella Svizzera italiana 469-74

Varietà carlo alBerto mastrelli, Teresino di Vivian Lamarque (n. Tesero 1946) 476-77Pavle merkù, Roma nel lessico e nella fraseologia sloveni 478-79vito PallaBazzer, Onomastica servitana 480-82roBerto randaccio, La canzone di Malbrough. Due testimonianze letterarie 483-86

RubricheM a t e r i a l i b i b l i o g r a f i c i / SchedeWilhelm F. H. Nicolaisen (a cura di), Scope, Perspectives and Methods of Onomastics. Proceeding of the XIXth International Congress of Onomastic Sciences, vol. i. Plenary Lectures – Theory, Surveys, Projects, Archives, Miscellaneous [Willy van lanGendonck] 488Wilhelm F. H. Nicolaisen (a cura di), Scope, Perspectives and Methods of Onomastics, vol. ii. Place Names [Wulf müller] 499Wilhelm F. H. Nicolaisen (a cura di), Scope, Perspectives and Methods of Onomastics, vol. iii. Personal Names [enzo caffarelli] 504Wilhelm F. H. Nicolaisen (a cura di), Scope, Perspectives and Methods of Onomastics, vol. iii. Names in Literature [friedhelm deBus] 513

Heinz Jürgen Wolf, Toponomastica barbaricina. I nomi di luogo dei comuni di Fonni, Gavoi, Lodine, Mamoiada, Oliena, Ollolai, Olzai, Orgòsolo, Ovodda [massimo Pittau] 519Bruno Porcelli – Donatella Bremer (a cura di), I nomi da Dante ai contemporanei [luiGi sasso] 528Manlio Cortelazzo – Carla Marcato, I dialetti italiani. Dizionario etimologico [enzo caffarelli] 539Wolfgang Schweickard, Deonomasticon Italicum (di), fasc. 2º [Paolo d’achille] 544Joan Miralles i Monserrat, Corpus d’antròponims mallorquins del segle XIV [Beatrice schmid] 553Ana María Cano González (a cura di, con la collaborazione di Susana Villa Basalo), Dictionnaire historique des noms de famille romans [José enrique GarGallo Gil] 556Dieter Geuenich – Wolfgang Haubrichs – Jörg Jarnut (a cura di), Nomen et gens. Zur historischen Aussagekraft frühmittelalterlicher Personennamen [heikki solin] 561Domnita Tomescu, Gramatica numelor proprii în limba româna [rodica zafiu] 564

Segnalazioni– Monografie e miscellanee 568– Dizionari, repertori e bibliografie 583– Riviste di onomastica 599– Articoli in altre miscellanee e in altre riviste 609– Riedizioni e ristampe 615– Onomastica divulgativa 616

I n c o n t r i– New York, xxxviii Annual Names Institute, 1º maggio 1999 619– Bruxelles, “Les doublets toponymiques en Belgique au cœur

de la problematique des langues, 5 giugno 1999 619– Ramat-Gun, 4th International Conference of Jewish Names,

14-15 giugno 1999 619– Porrentruy, “La donation de 999 et l’histoire médiévale

de l’ancien Évêché de Bâle”, 16-18 settembre 1999 620– Santiago de Compostela, xx Congresso internazionale di

Scienze onomastiche (icos), 20-25 settembre 1999 621– Reims, Xe Colloque d’Onomastique de la Société Française

d’Onomastique “Le vigne et le verger”, 30 settembre-2 ottobre 1999 629– Napoli, “Saperi e sapori mediterranei. La cultura

dell’alimentrazione e i suoi riflessi linguistici”, 13-16 ottobre 1999 630– Tarquinia, 50º anniversario del Consorzio di Bonifica

della Maremma Etrusca, 16 ottobre 1999 631– Lleida, xxvi Col·loqui de la Societat d’Onomàstica, 26-28

novembre 1999 631

– Chicago, Annual Meeting of the American Name Society, 27-30 dicembre 1999 631

– Chicago, Sessione speciale dell’American Name Society nel congresso della Linguistic Society of America, 6-9 gennaio 2000 632

– Valencia, v Congreso Internacional de Historia de la Lengua Española, 1-5 febbraio 2000 632

– Palma de Mallorca, xiii Colloquio Patrom, 10-13 febbraio 2000 633– Pisa, vi Incontro internazionale “Onomastica & Letteratura”,

febbraio 2000 633– Oslo, 9. Nasjonale Konferansen i navnegransking

“Namn gjennom 2000 år – og i år 2000, 11-12 maggio 2000 634

A t t i v i t àIl punto sul Dizionario etimologico dei toponimi dell’Italia antica (detia) 635Il “Progetto Onomastica” dei Comuni italiani 636L’onomastica in un manuale di dialettologia 637Linguistica onomastica all’Università di Pisa 638Qualcosa di nuovo a Nord-est 638Il “Progetto Poschiavo” della Pro Grigioni Italiano 639Il 2º volume dell’Atlante Linguistico Italiano 639Lexicon Topographicum Urbis Romae e Lexicon Topographicum Suburbanum 641 Patrom: nel 2001 il 1º volume del dizionario panromanzo 642Belgio, Francia e Svezia in un programma europeo Socrate per la toponomastica 642I toponimi di Ribagorza in un progetto a Lerida 643Onomastica russa: i dizionari di Alexandra Superanskaya 644In lavorazione il dizionario toponomastico della Croazia 644European Heritage Days: in Finlandia si celebrano i toponimi 645

N o t e a i m a r g i n i 647

Po s t i l l e a rion, v (1999), 1 652

R i c o r d o di Giulia Mastrelli Anzilotti (1927-1999) [GaBriella Giacomelli] 660

Iiro Kajanto (1925-1997) [heikki solin] 661Rosanna Zeli (1935-1999) [stefano vassere] 663

B i b l i o g r a f i a o n o m a s t i c a i t a l i a n a 1 9 9 8 665

«Rivista Italiana di Onomastica» (rion), vol. v (1999)Indice generale 685

Riassunti degli articoli 690

Norme per i collaboratori 694

pietro G. beltrami, Il Tesoro della Lingua Italiana delle Origini (tlio) e l’ono-mastica, “Rivista Italiana di Onomastica”, v (1999), 2, pp. 349-62.

Il Tesoro della Lingua Italiana delle Origini (tLiO) è un vocabolario storico dell’italiano antico (ante 1375) giunto ora alla fase della redazione, dopo un lungo lavoro preparato-rio avviato fin dal 1965 dall’Accademia della Crusca e proseguito dal 1985 dall’Opera del Vocabolario Italiano del cnr. Benché il tLiO non abbia fini di ricerca onomastica, l’amplissima base di dati informatizzata su cui si fonda (oltre 16 milioni di occorrenze) è ricca di informazioni anche per gli studiosi di questo settore, soprattutto perché con-tiene tutti i testi documentari in volgare dei primi secoli. Inoltre, il materiale onomasti-co non è trascurato nella redazione, perché antroponimi e toponimi forniscono in vari casi prime attestazioni o attestazioni di rilievo: questi fatti si registrano in un apposito punto della voce, e si ammettono voci con attestazioni esclusivamente onomastiche (per es. abatone e bonventuro). Le voci del tLiO e la base di dati dell’italiano antico sono consultabili in web all’indirizzo http://www.csovi.fi.cnr.it.

monique bourin – paScal cHareille – Jean-marie-martin, Les activités du Group de recherche historique sur l’anthroponymie médiévale (GreHam) “Rivista Italiana di Onomastica”, v (1999), 2, pp. 363-71.

Dagli studi sulla modificazione della catena antroponimica di un individuo, cioè dal passaggio dal nome singolo alla forma di denominazione moderna a due elementi, e dalla trasformazione del soprannome in cognome, fino allo studio del nome come possibile marca sociale, il gruppo internazionale di medievisti ha progressivamente valorizzato il significato del nome proprio negli studi storici. Ora si guarda con inte-resse all’uso di indicatori isonimici e alla collaborazione con genetisti per misurare la rassomiglianza onomastica tra aree geografiche e analizzare in diatopia e in diacronia la diffusione dei patronimici. Il carattere internazionale e decentrato dei gruppi che lavorano sotto l’egida del gReham consente sia studi specializzati in ciascuno dei Paesi coinvolti sia confronti a livello mediterraneo ed europeo.

enzo caffarelli, Schizzo per un Dizionario Onomastico dei Personaggi della Letteratura Italiana (dOpLi), “Rivista Italiana di Onomastica”, v (1999), 2, pp. 373-96.

Il progetto di un dizionario onomastico dei personaggi della letteratura italiana – per il momento limitato ai secoli XIX e XX – vorrebbe costituire il primo tentativo di dar conto in maniera sistematica della ricchezza dell’onomastica letteraria in Italia. Disporre dell’intero corpus ordinato e classificato dei nomi propri in romanzi, novel-le, racconti, teatro di prosa e teatro lirico della produzione italiana e dialettale può infatti agevolare studiosi e studenti nella realizzazione di ricerche puntuali o compa-rate sul nome proprio nella letteratura e sull’influenza della letteratura nell’onoma-stica personale. Vengono qui presentati i criteri per la redazione del dizionario e un ventaglio delle possibilità di consultazione e investigazione scientifica offerte dal dOpLi, accanto ad alcune questioni tecnico-lessicografiche tuttora aperte.

Sommari

patrick HankS – enzo caffarelli, Il Dictionary of American Family Names (dafn) e i cognomi italiani più diffusi negli Stati Uniti d’America, “Rivista Italiana di Onomastica”, v (1999), 2, pp. 397-414.

Il dafn comprenderà 56.000 entrate, di cui circa 4.000 dedicate a cognomi italiani con frequenza superiore a 100 nuclei familiari negli Stati Uniti. In alcuni casi le forme sono omografe di cognomi appartenenti ad altri domini linguistici: la natura dei prenomi e la maggiore o minore presenza in Italia del cognome aiutano a stabi-lirne l’origine. Nel nuovo contesto linguistico nordamericano non pochi nomi di famiglia italiani, anche se in misura minore rispetto a quelli di altre lingue, sono stati adattati e deformati: le principali tipologie di cambiamento sono qui analizzate e documentate con numerosi esempi. Vengono inoltre presentati alcuni dati utili per determinare la provenienza regionale dei cognomi italiani più diffusi negli Stati Uniti; Sicilia e Campania fanno la parte del leone, seguite da Calabria e Abruzzo.

ottavio lurati, Metodo e storia nei cognomi italiani. Sondaggi dalle aree lombarde e svizzero-italiane, “Rivista Italiana di Onomastica”, v (1999), 2, pp. 415-32.

Si anticipano in questa sede alcune delle ricerche attualmente svolte sui cognomi lombardi e della Svizzera italiana. Il testo si sofferma tra l’altro su un gruppo di cognomi cumulativi, che escono in -aria e in -menta. La necessità è quella di os-servare anche forme che non rientrano nella solita categoria dei cognomi in -i. S’illustra poi la frequenza con cui ricorrono dei casi di abbreviazione delle forme: i cognomi si allungano a destra e “perdono la testa” a sinistra. Su un altro piano si analizzano i rapporti che intercorrono tra onomastica, toponomastica e seman-tica.

Giovan battiSta pelleGrini, Paesaggio e nomenclatura. Il caso di Lamosano (Bel-luno), “Rivista Italiana di Onomastica”, v (1999), 2, pp. 433-41.

A partire della ricerca dei geografi Laura Cassi e Paolo Marcaccini sui cosiddetti indicatori geografici, l’Autore esemplifica con il caso del toponimo veneto Lamo-sano, nell’Alpago, l’utilità di una collaborazione interdisciplinare, non solo tra onomasti e geografi, ma anche, nello specifico, tra linguisti e geologi. L’ipotesi per l’etimologia di Lamosano, basata su un attento spoglio di attestazioni d’archivio, troverebbe infatti giustificazione in fenomeni di franamento e smottamento già in epoca relativamente antica, se si accetta nella forma in oggetto la presenza dell’ele-mento lama inteso nel significato di ‘frana’.

Sommari

Giulia petracco Sicardi, Il farsi dei toponimi, “Rivista Italiana di Onomastica”, v (1999), 2, pp. 443-48.

L’analisi dei testi medievali come quelli raccolti e schedati per il secondo volume in la-vorazione della Toponomastica storica della Liguria, permette di rilevare alcune costanti nell’evoluzione storica dei nomi di luogo. Fin da epoca molto antica si ha una duplice tradizione orale e scritta, con frequenti interferenze. I toponimi prediali sono talora ac-colti precocemente nella tradizione scritta, più spesso passano a questa dall’uso orale quando la situazione richiede di denominare un insediamento. Modi e forme di tale fissazione sono vari e non prevedibili. I toponimi indicano un punto o un’area, e spesso entro un’area già denominata (macrotoponimo) nasce l’esigenza di individuare un pun-to o un’area minore (microtoponimo, che di solito vive in un primo periodo nella tra-dizione orale). Nel tempo un toponimo può passare a indicare un elemento dell’am-biente, diverso da quello originario (etimologico). Il documento è talora decisivo per ricostruire l’iter di formazione e fissazione del toponimo.

max pfiSter, L’importanza della toponomastica per la storia della lingua nella Gal-loromania e nell’Italoromania, “Rivista Italiana di Onomastica”, v (1999), 2, pp. 449-64.

Il contributo vuole evidenziare l’importanza dell’onomastica ai fini della storia linguisti-ca sia della Galloromania sia dell’Italoromania. L’onomastica si rivela infatti elemento fondamentale soprattutto per la determinazione cronologica di fenomeni fonetici (fior.a. Avogado, romagn.a. Bagnoli; Francia: Caziei, Chemanat); per la formazione delle parole (lat.mediev.tosc. Alegricto, fior.a. Amicheti, Baroncelli, Bosso Bacherelli, sangim.a. Armaiolo, lat.mediev.fior. Battallerius, lat.mediev.gen. Finis Amoris, fior.a. Deotaiuti, lat.mediev.cal. belvidire) e per la ricostruzione di aree linguistiche (lat.mediev.pav. Accola, lat.mediev.ver. fossa Lubia, Aoneto, lat.mediev.lomb. Abraria, lat.mediev.ver. Bovorca, lat. mediev.piem. via Uagii, Obaxiglam). Risultati probanti sono però possibili solo se disponiamo di basi solide dal punto di vista editoriale e soprattutto paleografico, con indicazioni precise per la datazione e per la localizzazione.

WolfGanG ScHWeickard, Gli antroponimi nel Deonomasticon Italicum (di) (articolo modello Hegel), “Rivista Italiana di Onomastica”, v (1999), 2, pp. 465-68.

La prima parte del Deonomasticon Italicum (di) comprende i nomi geografici e i loro derivati. Sono previsti complessivamente 15 fascicoli per tali nomi. Successi-vamente il di proporrà gli articoli riguardanti i nomi di persona. Come base per una prima discussione scientifica sulla sezione antroponimica dell’opera viene presentato un articolo modello, riguardante il filosofo tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel.

Sommari

Stefano vaSSere, Problemi della ricerca toponomastica nella Svizzera italiana, “Rivista Italiana di Onomastica”, v (1999), 2, pp. 469-74.

I problemi della ricerca in (micro)toponomastica nella Svizzera italiana risentono della regressione della dialettofonia in questa regione. Lo stesso vale per il processo di regio-nalizzazione dei dialetti, che perdono le loro caratteristiche arcaiche peculiari di cui lo strato toponomastico antico è stato diretto depositario. In tale scenario l’opera del Re-pertorio toponomastico ticinese, dopo aver proceduto, negli anni tra il 1964 e il 1984, a un rilievo di emergenza su tutto il territorio cantonale (con la raccolta e l’archiviazione di circa 60.000 toponimi), sta provvedendo all’allestimento del materiale cartografico adeguato. Abbandonati compiti più prettamente dialettologici (cui rispondono, nella Svizzera italiana, altri progetti di ricerca), l’attività del Repertorio si concentra ora mag-giormente sull’inventario delle forme toponomastiche documentarie, per salvaguarda-re quanto ancora recuperabile dello strato tradizionale dei nomi di luogo.

Varietà

carlo alberto maStrelli, Teresino di Vivian Lamarque (n. Tesero 1946), “Rivi-sta Italiana di Onomastica”, v (1999), 2, pp. 476-77.

Una doppia intervista all’autrice trentina di racconti per bambini e di poesie con-ferma l’importanza della testimonianza diretta degli scrittori nelle analisi di ono-mastica letterararia contemporanea.

pavle merkÙ, Roma nel lessico e nella fraseologia sloveni, “Rivista Italiana di Ono-mastica”, v (1999), 2, pp. 478-79.

La lingua slovena ha recepito il nome roma diacronicamente, prima e dopo l’VIII secolo, con due forme differenti e ambedue le forme hanno sviluppato una serie di derivati; pure la fraseologia se ne vale.

vito pallabazzer, Onomastica servitana, “Rivista Italiana di Onomastica”, v (1999), 2, pp. 480-82.

L’articolo riguarda la spiegazione dei toponimi delle località, in Firenze e nei din-torni, dove l’ordine dei Servi di Maria nacque nel XIII secolo. Sono inoltre consi-derati i nomi dei Sette Santi Fondatori; tutti appartengono all’epoca medievale e vanno esaminati sulla base delle forme attestate negli archivi e dei relativi sistemi onomastici.

roberto randaccio, La canzone di Malbrough. Due testimonianze letterarie, “Rivista Italiana di Onomastica”, v (1999), 2, pp. 483-86.

Verso la fine del XVIII secolo fu messa in auge, alla corte di Francia, una canzone satirica contro il generale inglese John Churchill duca di Marlborough. Il nome del generale, però, nei vari adattamenti, subì numerose deformazioni sia nell’ori-ginale francese sia nelle traduzioni. In Italia la canzone ebbe larga fama e due te-stimonianze letterarie lo confermano.

Sommari

Il Tesoro della Lingua Italiana delle Origini (tlio)e l’onomastica*

Pietro G. Beltrami

aBstract. (Onomastics and the Tesoro della Lingua Italiana delle Origini [tlio]). The Tesoro della Lingua Italiana delle Origini (tlio) is a historical dictionary of Old Italian (before 1375), now being edited after extensive preparatory work begun, in 1965 by the Accademia della Crusca and carried on since 1985 by the Board of the Italian Dictionary, a subgroup of the National Council for Scientific Research. The principal purpose of tlio is linguistic rather than specifically onomastic research. Nevertheless, the large quantity of computerised data on which it is based (more than 16 millions tokens) is rich in information for onomastic researchers, above all because it contains all documentary texts in vulgar of the first centuries.Anthroponyms and toponyms in this corpus are always relevant, and in many cases are first attestations. These facts are registered in a special field within the entry. Entries with exclusively onomastic attestations are also included (e.g. Abatone, Bonventuro). The entries of tlio and the database of Old Italian can be consulted on web (address: http://www.csovi.fi.cnr.it).

Il Tesoro della Lingua Italiana delle Origini (tlio) è il nuovo vocabolario sto rico dell’italiano antico, anzi il primo nel suo genere, del quale l’Opera del Voca bolario Italiano di Firenze (ovi) ha di recente avviato la redazione, dopo un la voro preparatorio di molti anni.

L’ovi è un Centro di studi del cnr, insediato presso l’Accademia della Cru sca, e in convenzione con questa, dal 1985, in virtù di una legge del 1983 (primo direttore, fino al 1992, ne è stato Carlo Alberto Mastrelli). In

RIOn, v (1999), 2, 349-62349

* Tutti gli articoli pubblicati su questo numero della «Rivista Italiana di Onomastica» nella sezione “Saggi” sono dedicati alla presentazione di progetti di ricerca nazionali o internazionali, in itinere o già completati, che hanno al centro dell’interesse l’antropo-nimia, la toponomastica, l’onomastica letteraria, la deonomastica. In alcuni casi si tratta di anticipazioni esemplificative, o di spunti metodologici che i progetti offrono agli Autori; in altri, di studi lessicografici ad ampio respiro – come nel caso del tlio protagonista di questo primo articolo – di cui sono messe in evidenza alcune informa-zioni di carattere onomastico particolarmente significative che da tali opere possono essere tratte. Di altri progetti nazionali e internazionali si dà conto, in altra forma, nelle sezioni “Materiali bibliografici” e “Attività” [n.d.r.].

Les activités du Group de recherchehistorique sur l’anthroponymie médiévale (greham)

Monique Bourin – Pascal Chareille – Jean-Marie Martin

aBstract. (The activities of Group de recherche historique sur l’anthroponymie médiévale [greham]) Starting with studies of the modification of the anthroponymic chain for individual persons, that is from the passage from the single name to the modern form of two-element denomination, and from the transformation of the nickname into surname, to the study of the name as a possible social mark, the international group of medievalists (Greham) has laid progressively increasing emphasis on the importance the proper noun in historic studies. The use of isonymic indicators and cooperation with geneticists to measure the onomastic similarities among different geographic areas and to analyse, diatopically and diachronically, the diffusion of patronymics are subjects now studied with interest. The international and decentralised nature of the groups working under the aegis of Greham allows both specialised studies in each of the countries involved and comparisons at Mediterranean and European level.

I. A. Le travail du Greham,1 gardant sa structure très décentralisée, se pro-longe selon plusieurs axes, en formations de taille et de nature différentes. Les études premières avaient pour objectif d’analyser quand et comment s’était forgé le système anthroponymique moderne, c’est-à-dire, pour l’écrire de manière très simple, d’observer à quel moment plus de la moitié de la population connue était désignée par un surnom accolé au nom. Les grands traits régionaux de ce phénomène sont maintenant connus, du moins pour l’Europe méridionale. Il se confirme que l’on ne peut mettre en avant la seule évolution du choix des noms pour expliquer l’apparition du surnom, mais qu’il s’agit bien d’une transformation, parfois très rapide, de tout le système de désignation. L’enquête se poursuit pour adjoindre de nouvelles régions, notamment celles de la France du Nord, aux corpus déjà connus. En même temps, les méthodes d’investigation se sont compliquées, pour permettre non seulement de disposer de l’information la plus complète possible sur chaque corpus de noms et de surnoms et de comprendre la gestion

RIOn, v (1999), 2, 363-71363

1 Le Greham est aujourd’hui intégré à l’umr 9963 cnrs-Université de Paris i, 17 rue de la Sorbonne, F-75231 Paris Cedex 05. Ses programmes constituent l’un des axes de travail de cette umr, Laboratoire de Médiévistique occidentale de Paris.

Schizzo per un Dizionario Onomastico dei Personaggi della Letteratura Italiana (dopli)

Enzo Caffarelli

aBstract. (Ideas for a Dizionario Onomastico dei Personaggi della Letteratura Italiana [dopli]) The projected onomastic dictionary of the characters of Italian literature – at the present limited to the 19th and 20th centuries – will be the first attempt to treat the richness of literary onomastics systematically. Availability of whole corpus of the first names used in novels, stories, theatre and opera, put in order and classified, will be a valuable resource for scholars and students researching on the first names in literature and the influence of literature on personal onomastics. The criteria used for the edition of the dictionary and a range of the possibilities of consul-tation and scientific investigation offered by doPli are presented here, together with some unresolved technical and lexicographical problems.

1. Le ragioni di un progetto

La ricerca nel campo dell’onomastica letteraria ha compiuto negli ultimi anni, in Italia, significativi progressi, grazie in particolare all’attività dell’as-sociazione Onomastica & Letteratura, nata a Pisa nel 1994 e organizzatrice di un convegno internazionale annuale, che si celebra nella stessa città to-scana e i cui Atti vengono regolarmente pubblicati, ora anche con gli indi-ci finali di tutte le forme citate nei contributi.1

RIOn, v (1999), 2, 373-96373

1 I testi inediti del 1° Incontro internazionale (24 febbraio 1995) sono apparsi su ri-on, i (1995), 1, pp. 51-173, a cura di maria Giovanna arcamone, francesco maria casotti e davide de camilli; gli Atti completi del 2° Incontro (1-2 marzo 1996) figurano su rion, iii (1997), 1, pp. 45-196 con gli stessi curatori; il 3º Incon-tro (27-28 febbraio 1997) è documentato nel volume Onomastica & Letteratura, a cura di maria Giovanna arcamone, Bruno Porcelli, davide de camilli e donatel-la Bremer, Viareggio, Mauro Baroni Ed. 1998; gli Atti del 4º Incontro (27-28 febbra-io 1998) sono in Onomastica & Letteratura. I nomi da Dante ai contemporanei, a cura di Bruno Porcelli e donatella Bremer, Viareggio, Mauro Baroni Ed. 1999. Infine, i contributi del 5º Convegno (18-19 febbraio 1999) sono in corso di stampa presso la stessa casa editrice, mentre la trascrizione della tavola rotonda su letteratura e onoma-stica tenuta nel corso del convegno apparirà su «Italianistica», xxviii (1999), 1.

Il Dictionary of American Family Names (dafn)e i cognomi italiani più diffusi negli Stati Uniti d’America*

Patrick Hanks – Enzo Caffarelli

aBstract. (Dictionary of American Family Names [dafn] and the Italian sur-names most widely diffused in the United States of America) dafn is a reference work in preparation, consisting of approximately 56,000 main entries, about 4,000 of which are dedicated to Italian surnames. One of the main criteria for selection is frequency: entries are given for all surnames borne by more than 100 families in the United States. In some cases the forms are the same as those of surnames coming from other languages. In such cases the nature of the first names and the more or less diffused presence of the surname in Italy can help determine the origin. In the new Northern American linguistic context, quite a few Italian surnames have been adapted and modified: the main typologies of change are analysed and documented here, with examples. In addition, factors determining the regional origin of Italian American surnames are discussed. Sicily and Campania take the lion’s share, followed by Calabria and Abruzzo.

1. Il dafn rappresenterà il più ampio dizionario dei cognomi americani mai realizzato, con le sue 56.000 entrate (oltre a 16.000 sub-entrate per le va-rianti) selezionate in base alle frequenze desunte da una lista computerizza-ta di 72 milioni di capi famiglia, fornita da un’azienda specializzata in marketing postale.1 Il criterio di scelta, tranne pochi casi in cui una forma è stata lemmatizzata perché particolarmente nota o significativa,2 è quantita-tivo: si tratta di tutti i cognomi che registrano oltre 100 occorrenze nella lista. In tal modo il dizionario tratta cognomi che rappresentano circa il

RIOn, v (1999), 2, 397-414397

* Le informazioni generali e metodologiche sul dafn sono di Patrick Hanks. Le osserva-zioni sull’adattamento di forme allotrie negli Stati Uniti sono di entrambi gli Autori. Enzo Caffarelli ha curato la parte relativa ai cognomi italiani (etimologie, provenienza, confronti statistici, ecc.). I dati riportati sono tratti dalle liste utilizzate per il dafn da Patrick Hanks, che dell’opera è il direttore scientifico, mentre Kate Hardcastle ne è il managing editor.

1 Si tratta della Donnelley Marketing Inc. Esperti informatici del Linguistics Research Department degli at&t Bell Laboratories (New Jersey) hanno prodotto un istogramma che mostra come i 72 milioni di nominativi corrispondono a circa un milione e mezzo di forme onomastiche differenti. La lista risultante è nota agli addetti ai lavori come Bellonnelley List o bdl.

2 Non sono tuttavia registrati i cognomi che risultino estinti.

Metodo e storia nei cognomi italiani. Sondaggi dalle aree lombarde e svizzero-italiane

Ottavio Lurati

aBstract. (Method and history in Italian surnames. Samplings from Lombard and Swiss-Italian areas). Some of the research conducted at present on surnames of Lombardy and Italian Switzerland is discussed in this article. The text focuses, among other things, on a group of surnames ending in -aria and in -menta. It is necessary to consider also family names that do not enter in the usual category of last names with the -i ending. The frequency of short forms is analysed: last names lengthen to the right at the same time as “losing their heads” on the left. On another level, the relations between personal onomastics, semantics and top-onomastics are analysed.

Vorremmo, in questa nota, trattare alcuni specifici problemi connessi all’a-nalisi etimologica dei cognomi italiani, esemplificando su casi lombardi che finora erano rimasti irrisolti. Tentiamo tra l’altro un approccio a for-mulazioni cognominali che esulano dal corrente tipo in -i, così come ana-lizziamo esiti di motivazione gergale e altri che intrigano in rapporto alle cause motivazionali. Anticipiamo qui, per rispondere all’invito della «Rivi-sta Italiana di Onomastica», alcune delle ricerche che svolgiamo attual-mente sui cognomi lombardi e della Svizzera italiana.

1. I cognomi cumulativi (Artarìa, Maestranzi, ecc.)

Segnaliamo una peculiarità che si coglie nelle aree in esame e cioè la soprav-vivenza di antichi cognomi con cui i parlanti designavano gli appartenenti a una corporazione di mestiere, di costruttori in particolare (come Artarìa e Maestranzi) o, caso ancor più raro, a un’antica comunanza: di qui il cogno-me che esce in -menta, un’uscita inattesa in cognomi. Ma accostiamoci dapprima al caso Artarìa, cognome lombardo che affiora in varie località, quali Como, Gandria (Ticino) e paesi che si affacciano sul Lago di Como, villaggi da cui per secoli numerose maestranze di costruttori e lapicidi mos-sero verso le più diverse città dell’Europa. Gli Artarìa si ritrovano in parti-colare a Como, in Borgo Vico, nel sec. XIII; poi, sempre nel medesimo se-

RIOn, v (1999), 2, 415-32415

Paesaggio e nomenclatura. Il caso di Lamosano (Belluno)

Giovan Battista Pellegrini

aBstract. (Landscape and nomenclature. The case of Lamosano [Belluno]). Starting from the research of the geographers Laura Cassi and Paolo Marcaccini on the so-called geographic indicators, the author exemplifies the importance of interdisciplinary collaboration, not only between researchers in topographic onomastics and geographers, but also, more specifically, between linguists and geologists. In the case of Lamosano, the hypothetical etimology based on a careful examination of archive materials appears to be supported by phenomena of landslipping and landsliding in a relatively early times, if the presence of the element lama meaning ‘landslide’ is accepted.

Il recente volume di laura cassi e Paolo marcaccini, Toponomastica beni culturali e ambientali. Gli “indicatori geografici”, per un loro censimen-to,1 mi offre l’occasione per trattare brevemente di un caso, fra i tanti, ove si constata con chiarezza il rapporto tra oggetto geografico e la sua deno-minazione; essa ne rende con sicurezza il significato originario. L’ampio volume non manca di originalità e, per quanto mi risulta, costituisce una primizia per lo studio dei fondamentali rapporti tra la ricerca geografica e la dialettologia storica. Il volume dovrebbe avere in sèguito una continua-zione e un ampliamento; sarebbe ad esempio importante tentare di fissare la documentazione areale dei singoli termini, che nell’opera è soltanto qua e là accennata secondo l’uso – introdotto per primo dal collega e amico Carlo Alberto Mastrelli – di “indicatore geografico”. In realtà, oltre a se-gnalare la posizione del luogo, i toponimi vengono a indicare o a precisare il senso (per lo meno originario) di tanti nomi locali. Ma a questo punto è indispensabile la collaborazione con il glottologo specializzato. Il volume giustamente non s’addentra in spiegazioni di ordine etimologico, poiché tale compito spetta di norma a chi abbia cognizioni approfondite di tale settore (e le incertezze per alcune proposte non sono poche).

Ricavo dal volume di Laura Cassi e Paolo Marcaccini alcune osservazioni generali che ritengo assai valide e utili. Ad esempio a p. 14, n. 6, si afferma che «molteplici sono le indicazioni offerte dalla toponomastica, sia che si tratti di

RIOn, v (1999), 2, 433-41433

1 Edito dalla Società Geografica Italiana (Memorie lvi), Roma 1998 (cfr. rion, v [1999], 1, pp. 206-8).

Il farsi dei toponimi

Giulia Petracco Sicardi

aBstract. (The making of toponyms) The analysis of medieval texts such as those gathered and catalogued for the second volume of Historic Toponomastics of Liguria reveals some constant factors in the historic evolution of place names. A dual tradition (oral and written) is attested from earliest times, with frequent gaps and distortions. Praedial toponyms sometimes became part of the written tradition very early, or more often passed into from oral use when the situation makes it necessary to give a settlement a name. The ways and forms of this type of fixation are various and unpredictable. Toponyms indicate a place or an area. Often, within an already named area (macrotoponym) a new need raises for indicating a particular place or minor area (microtoponym, normally beginning in the oral tradition). With time a toponym may come to indicate an element of the environment different from the original (etymological) one. The documentary record can provide conclusive evidence for reconstructing the route by which a toponym was created and fixed.

Come si formano, come si fissano, come si tramandano i nomi di luo-go? Fin da epoca molto antica è accertata la coesistenza di due tradizioni, una scritta, per così dire ufficiale e comunque già riconosciuta da chi redi-ge gli atti, l’altra orale, ma ben nota e usata dagli utenti del territorio.

Nella Sententia Minuciorum (cil v 7749, del 117 a.C.) il confine dell’a-gro privato e pubblico dei Langati, stabilito dagli arbitri, è espresso con locuzioni del tipo ab rivo infimo qui oritur ab fontei in Mannicelo ad flo-vium Edem, inde Ede flovio in flovium Lemuri (cioè ‘dal punto X al fiume Y, quindi seguendo Y al fiume Z’) oppure iugo recto Blustiemelo in monte Claxelum inde deorsum in fontem Lebriemelum (cioè ‘seguendo la costa X al monte Y, quindi scendendo alla fonte Z’): in questi contesti i nomi del fiume, del monte, della costa e della fonte sono considerati ufficialmente noti. Ma in due casi ricorrono espressioni che fanno esplicito riferimento all’uso parlato:

1. inde sursum iugo recto in castelum quei vocitatus est Alianus;2. inde sursum iugo recto in montem apeninum quei vocatur Boplo.Nel primo caso vocitatus est ‘è stato chiamato’ si riferisce a una denomi-

nazione stabilita in un determinato momento (probabilmente all’atto della costituzione del castellum) ed è tratta da un nome di persona, un Allius,

RIOn, v (1999), 2, 443-48443

Gli antroponimi nel Deonomasticon Italicum (di)(articolo modello Hegel)

Wolfgang Schweickard

aBstract. (Anthroponyms in Deonomasticon Italicum [di] [model article Hegel]) The first part of Deonomasticon Italicum (di) is concerned with geographical names and their derivatives. There will be 15 articles about these names altogether. Subsequently, di will contain articles concerning personal names. As a basis for a first scientific discussion on the anthroponymic section of the work, a model article is presented here, on the subjet of the German philosopher Georg Wilhelm Friedrich Hegel.

La prima parte del Deonomasticon Italicum (di) comprende i nomi geogra-fici e i loro derivati (cfr. il cap. 3 della Introduzione al primo fascicolo del di). Finora sono usciti i fascicoli 1 (Abano Terme – Arno, Niemeyer, Tübingen 1997) e 2 (Arona – Bordeaux, ivi 1998); il fascicolo 3 (Bordighera-Carinzia) verrà pubblicato entro il 1999. Complessivamente sono previsti almeno 15 fascicoli per i nomi geografici. Prima della pubblicazione degli articoli che riguardano i nomi di persona ci vorrà dunque ancora parecchio tempo. Per anticipare un esempio di un articolo (de)antroponimico, viene riprodotto di seguito l’articolo Hegel. Potrebbe servire come base per una prima discussio-ne scientifica sulla parte antroponimica del di. Sono gradite eventuali ag-giunte, correzioni o proposte di miglioramento all’indirizzo dell’autore (Wolfgang Schweickard, Friedrich-Schiller-Universität Jena, Institut für Romanistik, D-07740 Jena – E-mail: [email protected] – T. +49.3641.944641 – Fax +49.3641.944642).

RIOn, v (1999), 2, 465-68465

Hegel

Georg Wilhelm Friedrich Hegel. Filosofo tedesco (Stoccarda, 1770 – Berlino, 1831).

1. hegeliàno agg. ‘che si riferisce, che è pro-prio della dottrina filosofica di Hegel; che segue o si ispira a tale dottrina’ (dal 1846, EncPop 6,1006: «filosofia hegeliana»,

«ter mi nologia hegeliana»; 1874, Sala, Marri,FS Pfister 2,2531; 1883, Oriani-Ragni 1,373; 1906, Croce, Marri,FS-Pfister 2,253: «filo sofia hegeliana»;

1 Nel titolo del libro di Pietro Sala, I trionfi del papato sulla filosofia hegelia-na, Palermo, 1874.

Problemi della ricerca toponomastica nella Svizzera italiana

Stefano Vassere

aBstract. (Problems of toponomastic research in Italian Switzerland) The problems presented by research in (micro)toponomastics in Italian Switzerland are affected by the process of regression of dialect in this region. The same is true for the process of regionalization of dialects, which are losing their peculiar archaic characteristics, of which the ancient toponomastic stratum represents a direct repository. In this scenario, between 1964 and 1984 the Board of the Repertory of Ticinese Toponomastic, mounted an emergency collection programma throughout the whole Cantonal territory, recording about 60,000 toponyms. It is now preparing the adequate cartographic material. Having abandoned more specifically dialectological tasks, the work of the Repertory is now mainly concentrated on inventorizing the documented toponomastic forms, to safeguard what is still recoverable of the traditional stratum of place names.

Le notizie dal “villaggio” della toponomastica della Svizzera italiana sono no-tizie che non possono che far riferimento al noto degrado della pratica e della cultura dialettofona, che la particolare realtà esaminata condivide del resto con l’intera comunità panitaliana. La ricerca toponomastica della Svizzera italiana è da sempre una ricerca basata sul rilievo sul campo dello strato mi-crotoponomastico, che è uno strato, come è affermato e dimostrato, prevalen-temente dialettale. Le previsioni sulla vitalità della dialettofonia nel cantone Ticino (un po’ meno nel cantone Grigioni, nelle sue valli italofone) sono previsioni che rimandano alle modalità dell’allarme, della scomparsa, dell’ar-chiviazione frettolosa di quanto ancora si può raccogliere e misurare.

Al proposito converrà richiamare i dati misurati ed elaborati in occasio-ne del Censimento federale del 1990, che ha dato origine a una straordina-ria serie di studi sulla diffusione di lingue e varietà linguistiche nella Sviz-zera e nei suoi cantoni: all’origine di questo fenomeno stava una rinnovata formulazione della domanda “linguistica” del censimento, la quale, oltre a richiedere l’indicazione della lingua madre (ora riformulata nei termini di “lingua principale”), indagava anche la pratica di lingue e varietà di lingua nelle situazioni di uso effettivo al lavoro (a scuola) e in famiglia.1 In base a

RIOn, v (1999), 2, 469-74469

1 Per tutta la questione, sono completi e illuminanti gli studi curati dall’Osservatorio linguistico della Svizzera italiana, e cioè: sandro Bianconi (a cura di), Lingue nel Ticino. Un’indagine qualitativa e statistica, Bellinzona, Osservatorio linguistico della

Teresino di Vivian Lamarque (n. Tesero 1946)

In un articolo intitolato Un legame di sesto grado e pubblicato nel quotidiano «Alto Adige» di Bolzano sabato 6 febbraio 1999 (p. 15), Valentino Beccari rife-risce dell’iniziativa “Dalle Alpi – opere letterarie di autori provenienti dall’arco alpino”, e parlando dell’incontro avuto al Centro Trevi di Bolzano, conclude la sua intervista a Vivian Lamarque, presente quella sera, con queste parole: «An-che Vivian Lamarque soffre del cosiddetto “mal d’origine”. E pensare che la scrittrice, nota anche per le sue favole e per le sue poesie per bambini, ha lascia-to la sua Tésero (Trento) a soli nove mesi per trasferirsi a Milano. “Vedo le Alpi come una quinta silenziosa – ha detto la Lamarque – che assiste muta a tutto ciò che avviene. Siamo figli di una data terra, possiamo anche allontanarci, ma non ci stacchiamo”. L’autrice di racconti teneri come “La bambina che non voleva andare a scuola” o “Il libro delle ninne nanne”, racconta un aneddoto che sinte-tizza il concetto di appartenenza. “Il mio primo libro si intitola Teresino [il vo-lume è una raccolta di poesie; fu pubblicato dalla “Società di Poesia & Guanda” nel 1981 e ottenne il Premio Viareggio-Opera Prima], che corrisponde all’ana-gramma diminutivo del mio paese, Tesero. Io non lo sapevo, eppure mi è venuto spontaneo intitolare il libro così. E questo vuole dire che il luogo d’origine c’è sempre, anche se tu non te ne accorgi”. Potere della terra e, perché no, potere delle Alpi».

Incuriosito da questa dichiarazione mi sono fatto coraggio e mi sono rivolto direttamente all’autrice, che gentilmente ha detto quanto segue: «Veramente, che Teresino sia una forma anagrammata di Tesero me lo avevano fatto notare alcuni amici e ho dovuto riconoscere che questa anagrammazione mi era occorsa in ma-niera del tutto spontanea; ma devo anche aggiungere che dietro Teresino non c’è solo il richiamo al paese dove ero nata, Tesero, ma anche al campo di concentra-mento di Terezín (ted. Theresienstadt, a settentrione di Praga), dove furono stermi-nati migliaia di bambini (così tragicamente documentato in Poesie e disegni dei bambini di Terezín, Milano, Lerici 1963)[successivamente si veda: I bambini di Terezín – Poesie e disegni dal lager (1942-1944), a cura di mario de micheli, Milano, Feltrinelli 1979; Terezín. Disegni e poesie dei bambini nel campo di stermi-nio, Pisa, Associazione Versiliese Italia-Cecoslovacchia – Regione Toscana – Amministrazione Provinciale di Pisa 1985; Terezín, a cura di marie Benesová e altri, s. e. 1991; I ragazzi di Terezín. Poesie da un lager, a cura di aitanGa Petrucciani GarGini e anna turi simoni, Bergamo, Fabbri 1996]; quindi in Teresino sono fuse la memoria dell’origine (Tesero), quella del dolore (Terezín), e an-che la loro sintesi perché le mie origini sono state dolorose: a nove mesi sono stata data in adozione».

Rivista Italiana di Onomastica

RIOn, v (1999), 2, 476-77 476

Roma nel lessico e nella fraseologia sloveni

Questo breve contributo vuol essere soprattutto un omaggio ai miei amici romani. Non è un caso che il nome di Roma registri una notevole rappresentanza nel les-sico e nella fraseologia sloveni; gli sloveni sono, infatti, l’unico popolo slavo che confini in terraferma con l’Italia; non ci si riferisce, ovviamente, soltanto agli at-tuali confini di stato e alla recentissima costituzione della Slovenia come Stato indipendente, bensì alla più che millenaria contiguità geografica da quando, nel 599 d.C., tribù slave giunsero nella regione che nell’800 Graziadio Isaia Ascoli avrebbe chiamato Giulia, attestandosi a oriente del Vallo longobardo; altri due secoli dovevano passare perché da una popolazione che comunemente denominia-mo slavi alpini e che parlava un dialetto dello slavo comune prendesse forma un popolo autonomo con una moderna lingua che chiamiamo sloveni.

Il confine linguistico si attestò tra sloveni e friulani (il lento e progressivo sfalda-mento della Ladinia friulana si verificò molti secoli dopo l’inizio dell’interazione linguistica tra friulano e sloveno), ma l’influenza che l’Italia esercitò sugli sloveni, a cominciare dall’azione della Chiesa aquileiese, ebbe da allora secolari ripercussioni.

Il nome della città caput mundi è stato recepito dallo sloveno in due forme corrispondenti a due livelli diacronici. Il livello più antico risale, forse, a un’epoca anteriore all’impatto tra slavi alpini e longobardi, come a quell’epoca risalgono evidentemente i primi agionimi cristiani recepiti in tutta la Slavia. Il Bezlaj, sem-pre molto prudente, nel suo dizionario etimologico sloveno (france BezlaJ, Etimoloski slovar slovenskega jezika, iii P-s, Ljubljana, Slovenska Akademija Znano-sti in Umetnosti 1995, pp. 355 – per gli altri dati cfr. aa.vv., Slovar slovenskega knjiznega jezika, iv Preo-s, Ljubljana, Slovenska Akademija Znanosti in Umetno-sti 1985, pp. 1125; aa.vv., Atlas Slovenije, Ljubljana, Mladinska knjiga – Geo-detski zavod srs 1985, pp. 367), al lemma Rím «Roma» (p. 180) ipotizza l’uso di *Rymu nelle lingue slave del sud, o jugoslave che dir si voglia, da un prestito del latino volgare o romano *Ro.ma (dal classico Roma) recepito nel corso del VII e VIII secolo nell’area adriatica, quando localmente la o (> slavo y) poteva già dare un esito acustico simile ad [i]. Ma il vocalismo di tale prestito è in un primo tem-po comune a tutte le lingue slave (croatoserbo Rȋm, macedone Rim, bulgaro e russo Rím, ucraino Rym, polacco Rzym, ceco R ím, slovacco Rím): nelle lingue slave del sud, che hanno perso l’opposizione tra vocalismo normale e vocalismo palatalizzante, l’esito sarebbe comunque stato [i].

Dal toponimo derivano, nello sloveno, l’aggettivo etnico rímski e i sostantivi etnici m. Rimljàn (gen. Rimljána) e f. Rimljánka; rimlján è pure il nome di un colombo di dimensioni maggiori di quello comune e poco adatto al volo; un ulte-riore aggettivo etnico rimljánski ‘che attiene a Roma antica’; il nome astratto

Rivista Italiana di Onomastica

RIOn, v (1999), 2, 478-79 478

Onomastica servitana

Sul piano della toponomastica i punti di riferimento fondamentali dell’Or-dine dei Servi di Maria delle origini sono senz’altro Montesenario e la SS. An-nunziata sorta nella località di Cafaggio, “luogo ameno, ridente, coltivato a vigneti, salubre” (raffaele taucci, Un santuario e la sua città, Firenze, Ed. Convento SS. Annunziata 1976, p. 10); così si legge anche in altre storie dell’Ordine.

Il luogo in tempi precedenti all’insediamento dell’Ordine francescano (Taucci, pp. 10-11) e poi dei Servi di Nostra Signora, o che fosse occupato da piante spon-tanee o che ospitasse delle coltivazioni, era munito di un recinto perché Cafaggio, diffusissimo in Toscana (Cfr. silvio Pieri, Toponomastica della Valle dell’Arno, Roma, Accademia dei Lincei 1919, pp. 311-12) e in altre parti d’Italia, è una continuazione del longob. gahagi che significa appunto ‘bosco recintato’, cfr. an-che ted. mod. Gehege, ‘recinto, chiusa’.

Qualche problema in più presenta la spiegazione di Montesenario (montagna dove presero dimora i Sette Santi Fondatori dopo aver lasciato Cafaggio e la città di Firenze) che nelle primitive attestazioni archivistiche è denominato Monte Sonario (1249), monte Sonaio (1250 ss.). Nella Legenda de origine si parla di Monte Asinario o asinaro, denominazione che farebbe pensare a un luogo percorribile soltanto con gli asini o che costituiva un pascolo adatto per gli asini, che produceva piante buone per gli asini. Il Pieri riporta senz’altro (monte) sena-rio sotto il lemma asinus/asinarius insieme con (Colle) asinaio di Càsoli Camaio-re (Lucca), l’Asinaia del Galluzzo (Firenze), (Ponte) asinaio di Porta al Borgo (Pistoia), Senaja di Castiglion Fiorentino, (Rivo) asinario di Arezzo (Pieri, p. 259), e cfr. anche Joannes, filius [...] qui dicuntur Servi Virginis Mariae de Monte Senario (Città di Castello 1251). Da questi richiami si constata che il toponimo non è per nulla insolito nell’Italia centrale e che la base a cui va riportato è qua-si sicuramente asinarius, per quanto la motivazione possa variare da un luogo all’altro.

Da asinarius per via popolare si passa ad asenario (anzi, in Toscana ad asinaio, pur essendo ben ammissibile la forma *asenaio), ma come si è visto sopra la vocale protonica è stata anche sostituita da -o- (sonario, sonaio) e ciò ha fatto pensare che il nome traesse la sua origine dal risuonare del suolo a causa di cavità nascoste nella montagna, o da altri riecheggiamenti di natura fisica (est mons quidam [...] percussum enim a vento [...] maximum sonum emittit et a sonitu illo nomen Sonarius vel Sonaius accepit, 1463); in realtà si tratta di etimologia popolare senza riscontri nella geografia o nella geologia del luogo. Un’altra variante è sanario (luogo [...] lungi da Fiorenza circa nove miglia a Montesanaria, 1604; [...] ad fratres Montis

Rivista Italiana di Onomastica

RIOn, v (1999), 2, 480-82 480

La canzone di Malbrough. Due testimonianze letterarie.

Chi fosse John Churchill duca di Marlborough (1650-1722) forse oggi non è dato sapere ai più. Certo i libri di storia e le enciclopedie lo ricordano molto bene come valente comandante delle truppe inglesi e intraprendente nonché avido uomo politico; fra le sue tante battaglie si ricorda la vittoria contro i francesi a Blenheim (1704). Ma la sua fama universale, più che dalle sue imprese belliche, è stata de-terminata da una canzone parodistica che celebrava il suo nome. Sarebbe meglio dire che celebrava la deformazione del suo nome, dato che in Francia, dove la canzone fu composta, il suo onomastico era stato snaturato in Malbrough, come appunto recita il ritornello:

Malbrough s’en va-t-en guerreMironton - ton - ton, mirontaine

Malbrough s’en va-t-en guerreNe sait quand reviendra.

Sull’origine di questa canzone si sono fatte varie ipotesi. François-René de Chateau-briand, ad esempio, affermava che il motivo fosse analogo al ritornello di una canzone egiziana cantata dai crociati di Goffredo di Buglione presso le mura di Gerusalemme.

Ipotesi smentita dal fatto che, dal punto di vista compositivo, la canzone presenta elementi musicali molto più moderni; potrebbe comunque trattarsi di un motivo già presente nella cultura popolare del XVIII secolo, ma con un testo differente. C’è chi sostiene fosse stata scritta quando ancora il generale inglese era in vita, o meglio, nel 1709, dopo la battaglia di Malplaquet, quando si credette che Marlborough fosse caduto in combattimento. Di certo, molti anni dopo la morte del generale, nel 1784, si ha testimonianza della canzone a Parigi: Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais metterà in scena La Folle Journée ou le Marriage de Figaro, scritta nel 1778, dove il mo-tivo popolare viene ripreso nell’aria Malbrough s’en va-t-en guerre (atto ii, scena iv). Honoré de Balzac, che la cita due volte nella Commedia umana (La cugina Betta e Il medico di campagna), sosteneva nel suo “studio filosofico” su Caterina de’ Medici (1841) che la chanson fosse un plagio di una precedente canzone comica sul Duca di Guisa (Le convoi du Duc de Guise) che aveva come incipit:

Qui veut ouïr chanson?C’est du grand Duc de Guise;

Et bon, bon, bon, bon, Di, dan, di, dan bon,

C’est du grand Duc de Guise!Qui est mort et enterré.

Varietà

RIOn, v (1999), 2, 483-86483

RIOn, v (1999), 2 488

Schede

Wilhelm f. h. nicolaisen (a cura di), Scope, Perspectives and Methods of Onomastics. Proceedings of the xix th International Congress of Onomas-t i c S c i e n c e s ( A b e r d e e n , August 4-11, 1996), Aberdeen, Department of English University of Aberdeen, 3 voll., pp. 356+402+ 405.[L’indice completo delle comunica-zioni contenute nei tre volumi è ri-portato in rion, iv (1998), 2, pp. 561-68].→ Prof. Dr. Wilhelm F. H. Nicolaisen, Department of English, University of Aberdeen, Aberdeen AB24 2UB, Scot-land (UK) – T. 0044.1224.272957 – fax 0044.1224.272624.

Volume I. Plenary Lectures – Theory, Surveys, Projects, Archives, Miscel-laneous

Le thème du xixe congrès international des sciences onomastiques qui a eu lieu à Aberdeen en 1996 était Scope, Pers-pectives and Methods of Onomastics, un titre suffisamment général pour que les Actes couvrent un ensemble d’articles très variés rédigés en anglais, allemand, français ou espagnol. La plupart des conférences présentées ont été publiées dans ce volume, certaines communica-tions ayant paru ailleurs. Toutefois, pour chaque article non publié dans ces Proceedings, un résumé a été inclus. Le premier volume se divise en deux parties: la première comprend deux des quatre conférences plénières; la deu-

Materiali bibliografici

This section contains bibliographic entries and news of books and reviews, as well as single contributions in miscellaneous volumes or periodicals, of re-editions and indexes published, of the best popular texts and of doctoral dissertations also unpublished.The entries are meant to offer a rational note of the essays and articles presented. The recommendations include bibliographical data and the indexes of subjects (with the complete list of authors and the titles of single contributions in the case of miscellaneous volumes or of conference proceedings). The simple mention of any text in these pages is independent of its possible treatment, in a later number of rion, as a wider bibliographical entry or as a proper review. Entries and recommendations refer to Italian and Romance studies, as well as to others connected to Romance language (in particular relating to the Germanic and Slavic areas) or of general interest (especially those written in English or German). rion thanks Editors and Authors for sending volumes and reviews.

New York, xxxviii Annual Names Institute, Baruch College, 1º mag-gio 1999.rose shaPiro, Incarcerated Allegory; The Social Use(s) of Prison Nicknames; leWis l. mcarthur, Geographic Na-me Classification: Some Proposed Chan-ges; PhiliP W. mattheWs, Maori Pla-ce Names; tatiana kalkanova, Pro-per Names of Bulgarian Immigrants in the US; alicia ascaBal, Proper Na-mes, Symbology and Semantization in the Narrative of Dora Alonso; José adrián vitier, Fascination and Poetic Use of Names; don B. randall, The English Patient, Novel and Film: The Cultural Effects of Name-Sharing; leonard r. n. ashley, Names in Mexico.[I lavori, cui hanno partecipato relatori di Bulgaria, Canada, Cuba e Nuova Zelanda, oltre che statunitensi, sono stati introdotti da Wayne H. Finke e conclusi da E. Wallace McMullen. Il prossimo incontro annuale, il 29º, è fissato per il 6 maggio 2000].→ Prof. Dr. Wayne H. Finke, Modern Languages, Box G-1224, Baruch Col-lege, 17 Lexington Avenue, New York, NY 10010-5526 – T. 001.212. 3871597 – fax 001.212. 3871591 – E-mail:Wayne_finke@Baruch. cuny.edu.

Bruxelles, “Les doublets toponymi-ques en Belgique au cœur de la pro-blématique des langues”, Palais des Académies, 5 giugno 1999.maria Besse: Les doublets toponymiques le long de la frontière linguistique: mé-thodologie, chronologie phonétique, étude de cas; Jacques devleeschouWer, Les doublets toponymiques en Belgique roma-ne et dans la région française du Nord.[La giornata è stata organizzata dalla Commission Royale de Toponymie et de Dialectologie belga, presentata da Léo Wintgens, Marie-Guy Boutier e Jean Germain].→ Commission Royale de Toponymie et de Dialectologie, Palais des Académies, Rue Ducale, Bruxelles – c/o Prof. Dr. Frans Debrabander, Keizer, Karelstraat 83, B-8000 Brugge – T. 0032.50.317366.→ Prof. Dr. Jean Germain, Université Catholique de Louvain (ucl), Bi-bliothèque générale et de Sciences Hu-maines (BGsh), place Cardinal Mercier 31, B-1348 Louvain-la-Neuve – T. 0032.10.474859 – fax 0032.10.472891 – E-mail: [email protected].

Ramat-Gan , 4th International Conference on Jewish Names, Bar-

RIOn, v (1999), 1619

Incontri

This section reports dates, places, authors and subjects of communications at mee-tings, conferences and congresses on onomastic themes which have taken place or are forthcoming in Italy and abroad. The events are listed in chronological order.

RIOn, v (1999), 1635

Il punto sul Dizionario etimolo-gico dei toponimi dell’Italia an-tica (detia).

Promosso quindici anni fa da Domeni-co Silvestri dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli, e realizzato in col-laborazione con altri gruppi universita-ri (Genova, Udine, Pisa, Roma Tor Vergata, Salerno), il detia (Dizionario degli etnici e dei toponimi dell’Italia an-tica) procede con la raccolta e la siste-matizzazione dei dati, tendenzialmente tutte le occorrenze etnotoponomasti-che reperibili con i loro contorni cote-stuali in fonti letterarie, epigrafiche e numismatiche, dalle origini al tardo antico. Il lavoro è a buon punto: si di-spone infatti di circa 50.000 schede, parte delle quali, però, ancora in ver-sione cartacea e bisognosa di una revi-sione puntuale.Il detia non costituirà un lessico orga-nizzato, ma una struttura modulare complessa in grado di orientare in mo-do pluridirezionale gli studiosi interes-sati al corpus onomastico. Il progetto è infatti disposto secondo prospettive multimediali e ipertestuali, per consen-tire di passare da un modulo all’altro; costituisce dunque un’opera virtuale

con prassi cognitive personalizzate. In t a l m o d o s a r a n n o c o n s e n t i t e sia forme essenziali di informazione/ educazione onomastica, sia elabo-r a zioni complesse di conoscenze storico-linguistiche. La “opera aperta” comprende cinque moduli fondamentali: 1. Censimento, ovvero lemmatizzazione alfabetica di tutti gli etnici e toponimi dell’Italia antica, sulla base dei più importanti repertori esistenti o, in caso di nuove attestazioni, facendo ricorso alle pub-blicazioni che le documentano. 2. Thesaurus delle occorrenze etnotopo-nomastiche, realizzato mediante una scheda informatica che inquadra il da-to onomastico nel suo contesto geo-grafico e procede nella classificazione articolata in una decina di possibilità, che chiamano in causa fondamental-m e n t e l a p e r t i n e n z a ( e c o - ) o la non pertinenza (geo-) del dato an-tropico, secondo una scala che va dalle categorie primarie dei geotoponimi (ac-que, rilievi, arealità varie) e degli ecoto-ponimi (centri abitati e luoghi connes-si) con i corrispondenti geoetnonimi ed ecoetnonimi, alle categorie secondarie dei geoecoetnotoponimi (nomi di terri-tori direttamente connessi con un

Attività

Information is provided on onomastics courses held in Universities; national and international research projects; studies in preparation by single researchers; asso ciations’ and institutes’ activities; essays and proceedings of conferences and congresses now in press. News related to Italian activities come first, followed by news of international interest or related to other countries.

Note ai margini

Pragmonimi, ailuronimi e altri nomi di nomi

Recensendo con grande attenzione e generosità il mio studio L’onomastica personale nella città di Roma dalla fine del secolo XIX ad oggi. Per una nuova prospettiva di crono-grafia e sociografia antroponimica (Tübingen, Niemeyer 1996), Paolo d’achille, sulle pagine di «Studi Linguistici Italiani», xxiv (1998), 2, pp. 254-70, mi rimprove-ra, non senza ragione, che la definizione di “antonimo” per i nomi derivati da fiori non è felice, «perché il termine ha già in linguistica il significato di ‘contrario’» e aggiunge, tra parentesi, che anche “pragmonimo” (per i nomi di oggetti concreti) o “ailuronimo” (per i nomi di gatti) «non sono proprio trasparenti» (p. 266). Posso dire, a ulteriore sostegno dell’osservazione dell’amico D’Achille, che ailuro nella lingua italiana già designa, in forma peraltro del tutto obsoleta, il panda.

E in effetti, tornando alla questione internazionalmente dibattuta della deno-minazione dei nomi, si corre il rischio di volersi a tutti i costi onomaturgi anche dove, forse, di nuove creazioni non ci sarebbe bisogno. Detto tuttavia che pragmo-nimo è già piuttosto frequente nella letteratura internazionale, e che sarebbe diffi-cile trovare una definizione per designare in modo tecnico i “nomi propri imposti a gatti” (o ad altri animali), mi corre l’obbligo di segnalare il dizionarietto di henri dorion – Jean Poirier, Lexique des termes utiles à l’étude des noms et de lieux, Québec, Les Presses de l’Université Laval 1975, dove accanto a pragmonimo è proposta una ricca serie di denominazioni quali apoteconimi (per boutique e negozi in generale); pelagonimi, potamonimi e limnonimi come iponimi di idroni-mo; mentre in genere i nomi di luogo vengono classificati mediante un determinan-te, per es. zoocoronimo, botanocoronimo, paleocoronimo, neocoronimo, microcoronimo, mitocoronimo, isocoronimo (detto, questo, di corrispondenti nelle varie lingue, come castello, château, alcazar, kassel, ecc.), omocoronimo (toponimi coincidenti), agiocoro-nimo. Curiose, in particolare, tre forme: politiconimi per i nomi geografici imposti dallo Stato; batinimi per i nomi dei sottomarini e polisonimi per i nomi della toponomastica urbana (cioè quelli che altri definiscono urbonimi).

Inoltre, al xviii Congresso internazionale di Scienze onomastiche (Treviri, 1993), la comunicazione di ÁnGel iGlesias oveJero (Pour une terminologie univoque de la désignation onomastique: Noms de Noms Propres, in corso di stam-pa) raccoglie i termini tecnici usati in varie lingue e ripropone, tra gli altri, quelli che potremmo tradurre come koinonimi (< koinônia ‘comunità’), dossonimi (soprannomi imposti a ragione di un’opinione: politica, religiosa, culturale), oiconimi (nomi di case), crononimi (nomi riferiti al tempo), ergonimi (nomi legati

RIOn, v (1999), 1647