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N. 2 - MARZO/APRILE 2006 Spedizione in A.P. art. 2 Comma 20/D Legge 662/96 - Direz. Comm.le Imprese Sicilia Aut. 98/99 ISSN 1594-5286

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PresidenteVincenzo Fontana

La Giunta Provinciale La Dirigenza

Assessori:Domenico PALUMBO PICCIONELLO (An) - Vice Presidente, Politiche Sociali;Stefano CATUARA (Udc) - Territorio ed Ambiente;Carmelo D’ANGELO (FI) - Lavori Pubblici, Viabilità e Patrimonio; Ivan PACI (FI) - Turismo, Politiche Comunitarie; Calogero FIRETTO (Udc) - Pubblica Istruzione, Edilizia Scolastica

e Problemi della Gioventù; Giuseppe ROMANO (Udc) - Sviluppo Economico, Programmazione; Santino LO PRESTI (Nuovo Psi) - Cultura, Beni Culturali, Rapporti con Enti Locali

e Politiche Mediterranee; Loredana SAIEVA (Nuova Sicilia) - Servizi Informatici, Sit, Trasporti, Pari Opportunità;Felice PLICATO (Udc) - Bilancio, Finanze, Incentivazione Sviluppo Locale

e Problemi della Famiglia; Antonino DI GIACOMO PEPE (AN) - Agricoltura, Caccia, Pesca e Viabilità Rurale; Salvatore MONTAPERTO (Udc) - Sport e Spettacolo Giovanni CATANIA (Nuovo PSI) - Politiche attive del lavoro e Formazione

Dr. Rita VITA Segretario GeneraleDr. Gregorio SIRACUSA Vice Segretario Generale Organi Collegiali Dr. Giovanni BUTTICÈ Segreteria Generale, Affari Legali e Generali Dr. Alfonso GRECH Personale, Organizzazione, Metodo Lavoro Dr. Rosanna MONTANA L. Servizi Sociali Dr. Amelia SCIBETTA Pubblica IstruzioneIns. Pietro MORTELLARO Gare e Contratti Dr. Teresa DE LEO Gest. ammin. opere e Servizi autorizz. e trasporti Dr. Achille CONTINO Sport, Turismo, Formazione Professionale Dr. Ignazio GENNARO Promozioni art., Manif. artistiche e Culturali, Settore Stampa PR ed URP

SETTORE ECONOMICO FINANZIARIOFinanze e BilancioDr Fortunato F. CARUANA Dirigente Finanze e Bilancio, Gestione Economica del Personale Rag. Giuseppe VIRONE Provveditorato

DIRIGENTI SETTORE TECNICOIng. Piero HAMEL Agricoltura, Caccia e Pesca, Opere servizi, aut. e trasporti Ing. Renato BUSCAGLIA Prevenzione e protezione Manutenzione immobili Ing. Bernardo BARONE Progr. gen. uff. del Piano CED-SIT, Ambiente, ass. territorio, Protezione civileIng. Gaetano GUCCIARDO Edilizia scolastica Ing. Giuseppe MILANO Viabilità

Il Consiglio ProvincialePresidente

Pietro LUPARELLO (Udc)

Vice Presidente:Giancarlo GRANATA (An)

Consiglieri:Udc - Unione di Centro

Carmelo CASTIGLIONE*, Francesco GIAMBALVO, Pietro LUPARELLO,Carmelo PACE, Alfonso SAPIA, Calogero GATTUSO.

Forza ItaliaCalogero ZARBO*, Angelo BENNICI, Vincenzo CAPPELLO, Nicolò TESTONE

Alleanza NazionaleGiovanni TAVERNA*, Mario LAZZANO, Luigi GENTILE, Giancarlo GRANATA.

Democratici di SinistraSimone DI PAOLA*, Pasquale AMATO, Giuseppe GIGLIONE, Liborio GIRACELLO

UdeurIgnazio DI PRIMA, Antonio GEREMIA, Onofrio CAMILLERI*, Giuseppe BUTERA,Salvatore PITRUZZELLA

La MargheritaDomenico FALZONE*, Diega CARLINO,Renato BRUNO

Nuovo PsiCalogero TRAINA*, Vincenzo CANGEMI

Partito della Rifondazione ComunistaFrancesco TUTTOLOMONDO

Lista Di Pietro - Italia dei ValoriGiovanni DI SCIACCA

Partito Repubblicano ItalianoCarmelo PICARELLA

Nuova SiciliaRolando MONTALBANO

LiberalsocialistiMariano RAGUSA

Socialisti Democratici ItalianiPasquale SALADINO

IndipendentiLorenzo PACE

* Capogruppo

I COMMISSIONE “AFFARI GENERALI”Francesco GIAMBALVO (Pres.) - Calogero ZARBO (V. Pres.) - Domenico FALZONE - Carmelo PICARELLA

Giuseppe GIGLIONE - Giovanni TAVERNA - Calogero TRAINA - Mariano RAGUSA - Angelo PIRRERA (Segr.)

II COMMISSIONE “PERSONALE”Rolando MONTALBANO (Pres.) - Lorenzo PACE (V. Pres.) - Renato BRUNO - Giovanni DI SCIACCA - Simone DI PAOLALuigi GENTILE - Giuseppe BUTERA - Carmelo CASTIGLIONE - Iole MONTALBANO (Segr.)

III COMMISSIONE “FINANZE”Angelo BENNICI (Pres.) - Luigi GENTILE (V. Pres.) - Carmelo PICARELLA - Liborio GIRACELLO - Ignazio DI PRIMA

Nicolò TESTONE - Rolando MONTALBANO - Salvatore PITRUZZELLA - Salvatore DI CARLO (Segr.)

IV COMMISSIONE “PROMOZIONE UMANA”Carmelo CASTIGLIONE (Pres.) - Vincenzo CAPPELLO (V. Pres.) - Giuseppe GIGLIONE - Diega CARLINO - Renato BRUNO

Calogero ZARBO - Luigi GENTILE - Alfonso SAPIA - Ferdinando ZACCARIA (Segr.)

V COMMISSIONE “PROMOZ. CULTURALE”Mario LAZZANO (Pres.) - Carmelo PACE (V. Pres.) - Simone DI PAOLA - Pasquale SALADINO

Francesco TUTTOLOMONDO - Nicolò TESTONE - Vincenzo CANGEMI - Onofrio CAMILLERI - Walter RAIMONDI (Segr.)

VI COMMISSIONE “LAVORI PUBBLICI”Vincenzo CANGEMI (Pres.) - Alfonso SAPIA (V. Pres.) - Pasquale AMATO - Pasquale SALADINO - Antonino GEREMIA

Angelo BENNICI - Mario LAZZANO - Calogero GATTUSO - Vincenzo GIGLIO (Segr.)

VII COMMISSIONE “SVILUPPO ECONOMICO”Onofrio CAMILLERI (Pres.) - Giovanni DI SCIACCA (V. Pres.) - Liborio GIRACELLO - Antonino GEREMIA - Lorenzo PACE

Carmelo PACE - Rolando MONTALBANO - Giuseppe BUTERA - Maurizio MANGIONE (Segr.)

VIII COMMISSIONE “ECOLOGIA”Vincenzo CAPPELLO (Pres.) - Pasquale SALADINO (V. Pres.) - Ignazio DI PRIMA - Pasquale AMATO

Carmelo CASTIGLIONE - Calogero GATTUSO - Calogero TRAINA - Francesco GIAMBALVO - Carmelo MILIOTO (Segr.)

IX COMMISSIONE “LAVORO - CONDIZIONE FEMMINILE”Mariano RAGUSA (Pres.) - Carmelo PACE (V. Pres.) - Domenico FALZONE - Diega CARLINO - Giuseppe GIGLIONE

Vincenzo CAPPELLO - Salvatore PITRUZZELLA - Francesco GIAMBALVO - Nino DE MICELI (Segr.)

X COMMISSIONE “VIGILANZA GESTIONE BILANCIO”Ignazio DI PRIMA (Pres.) - Calogero GATTUSO (V. Pres.) - Liborio GIRACELLO - Domenico FALZONE - Lorenzo PACE

Giovanni TAVERNA - Vincenzo CANGEMI - Mariano RAGUSA - Salvatore D’ALESSANDRO (Segr.)

XI COMMISSIONE “VIGILANZA SULLE PARTECIPAZIONI”Pasquale AMATO (Pres.) - Calogero TRAINA (V. Pres.) - Antonino GEREMIA - Francesco TUTTOLOMONDOAngelo BENNICI - Giovanni TAVERNA - Onofrio CAMILLERI - Alfonso SAPIA - Calogero COSTANZA (Segr.)

SPECIALE COMMISSIONE “IMMIGRAZIONE”Nicolò TESTONE (Pres) - Francesco TUTTOLOMONDO (V. Pres.) - Salvatore PITRUZZELLA - Mario LAZZANO

Vincenzo CAPPELLO - Giuseppe BUTERA - Simone DI PAOLA - Diega CARLINO - Giovanni DI SCIACCARenato BRUNO - Carmelo PICARELLA - Carmelo PACE - Paolo ANTINORO (Segr.)

Commissioni Consiliari Permamenti

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La nuova Giunta con i due assessoriCatania e Taverna ”

1

I l nuovo assessore provinciale allePolitiche Sociali e Vice Presidentedella Provincia Regionale di Agri-

gento, Giovanni Taverna è subentratonella carica al Domenico Palumbo Pic-cionello.

Il nuovo assessore vive e lavora aPalma di Montechiaro dove da trentaanni svolge la professione di medico diMedicina Generale. E’ sposato e da sem-pre ha militato nelle file di Alleanza Na-zionale. In seno al Consiglio Provinciale,

Giovanni Catania è assessore per le«Politiche attive del lavoro e Forma-zione» Il nuovo assessore è subentratonella carica ad Eugenio D’Orsi.

Viva soddisfazione è stata espressadal Presidente della Provincia VincenzoFontanache ha parlato di continuità del-l’attività di Governo.

I due assessori si sono messi subito allavoro per proseguire l’attuazione dellaprogrammazione politico-economica giàavviata da questa Giunta.

1

New entry in Giunta ed in Consiglio Provinciale

Mario Lazzano, il nuovo ConsigliereProvinciale e Luigi Gentile

Nella foto: a sinistra il consigliereSalvatore Pitruzzella, a destra ilGiuseppe Butera

eletto nel 2003, ha subito rivestito la ca-rica di Capo Gruppo Consiliare di An.

Al suo posto, come consigliere pro-vinciale, subentra Rosario Marino diNaro il primo dei non eletti nella lista diAn nel collegio di Licata. che si è già in-sediato

L’altro assessore che comporta un al-largamento della maggioranza è Gio-vanniCatania che rappresenta in senoalla giunta del Presidente Fontana il Par-tito Repubblicano Italiano.

E’ stato reintegrato nella funzione di ConsigliereProvinciale l’avvocato Rino Lo Giudice che era statorimosso a seguito di un provvedimento del Ministero degli Interni. Rino Lo Giu-dice è stato reintegrato nel suo mandato popolare da una sentenza del TribunaleAmministrativo Regionale del Lazio che ha altresì decretato la decadenza del

consigliere provinciale Sal-vatore Pitruzzella che erasubentrato al suo posto.

Confermata, invece, lasurroga dell’ing Salvo Ia-cono con il consigliere Giu-seppe Butera.

Reintegrato in Consiglio l’avv. Rino Lo Giudice

Marzo - Aprile 2006

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1 New entry in Giunta ed in Consiglio Provinciale

1 Reintegrato in Consiglio l’avv. Rino Lo Giudice

3 Riconvertire l’Enel di Porto Empedocledi Vittorio Alfieri

4 Gli splendori dell’antica Akragasrivivno nell’era dell’informaticadi Laura Burgio

6 Il manager torna a scuoladi Laura Burgio

7 Studenti in visita alla Provincia di Agrigento

8 I Teutonici tra la Sicilia ed il Mediterraneodi Gaetano Allotta

9 L’Ordine di Santa Maria di Gerusalemme

10 Una mostra contro l’orrore della guerradi Mariantonietta Tesione

11 Luparello fa il bilancio di un anno di attivitàdi Salvatore D’Alessandro

12 La responsabilità sociale nella Pubblica Amministrazionedi Salvatore Rizzo

13 La Provincia di Agrigento alla Borsa internazionale del turismodi Nino Reginella

14 Scossa di terremoto del terzo grado «Ricther»di Vittorio Alfieri

17 INSERTOBreve storia dell’istruzione nell’agrigentinodi Gaetano Allotta

25 Un patto per lo sviluppo dell’olicoltura. Verso la nascita del distretto olivicolo della Provincia Regionale di Agrigentodi Vittorio Alfieri

26 Vicende costruttive e notizie storico critichedi Luigi Mula

29 Successo negli Stati Uniti per Simeone Tartaglione

30 Cianciana conquista gli inglesidi Santino Alfano

32 L’impegno culturale degli scrittori agrigentinidi Ermogene La Foreste

34 La Città ed i ragazzi, la necessità di spazi per una socialità costruttivadi Emanuele Mariani

36 La Sicilia e la Valle dei Templinalle letteratura inglese e francesedi Angelo Palillo

37 Tornain strada l’antica arte dei «Madonnari»

38 Francesca G. Licari, artista nostrana a tutto tondodi Corrado Catania

39 L’eredità culturale di Raffaele La Scala l’ultimo grande maestro carridoredi Margherita Biondo

40 Tom Sinatra,la poesia è musica e la musica è poesiadi Massimo Macaluso

Sommario

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2 Marzo - Aprile 2006

40 Tom Sinatra,la poesia è musica e la musica è poesiadi Massimo Macaluso

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L a Provincia Regionale di Agri-gento tramite il suo presidenteFontana e l'assessore Calogero

Firetto, proporranno ai vertici romanidell'Enel la riconversione industriale del-l'impianto della centrale elettrica diPorto Empedocle.

La proposta è venuta fuori dall'incon-tro che Vincenzo Fontana e l'assessoreCalogero Firetto hanno avuto con i sin-dacati di categoria e la Rsu dei dipen-denti Enel della centrale elettrica diPorto Empedocle.

Sul tavolo della riunione la ventilatadismissione dell'impianto empedoclinoche sarebbe legata ad una cessione di al-cuni rami dell'azienda al gruppo indu-striale Falk (acciaierie) e connesso alla

realizzazione del termovalorizzatore diCasteltermini.

Secondo i piani aziendali il 31 di-cembre del 2007 la centrale di OortoEmpedocle dovrebbe chiudere definiti-vamente i cancelli.

La delegazione, composta dal segre-tario generale dell'Uil Aldo Broccio e dairappresentanti della categoria elettriciCalogero Cipolla (Faei-Cisl), CalogeroCapobianco (Filcem-Cgil), AlfonsoSammartino (Ulcem-Uil) e dalla RsuFrancesco Castelli, Federico Ceresi eNazareno Manetta, ha chiesto al presi-dente Fontana il suo autorevole inter-vento per scongiurare questa cessione.

Allo stato attuale lavorano all'internodella centrale elettrica di Porto Empedo-cle 74 unità alle quali si debbono ag-giungere le oltre 30 che fanno parte del-l'indotto.

«La realtà economica rappresentatadalla centrale Enel di Porto Empedocle -dice il presidente della Provincia Vin-cenzo Fontana - và ben oltre queste cifre.E' l'intera economia locale che orbita at-torno a questo ultimo insediamento indu-striale che non possiamo farci scippare»..

La delegazione ha chiesto al presi-dente Fontana di attivare un tavolo di

trattative con i vertici dell'Enel ai qualiproporre la riconversione della centraleempedoclina in un impianto a ciclo com-binato, a bassi costi di produzione, chepotrebbe utilizzare il gas dell’impiantodi rigassificazione in fase di realizza-zione, sempre a Porto Empedocle.

Vincenzo Fontana e Calogero Firettohanno preso formale impegno di inter-

venire presso i ver-tici nazionali dell’E-nel, a Roma, perproporre questa ri-conversione con tuttii benefici che unaoperazione di questaportata potrebbeprodurre sia per l’a-zienda Enel sia perl’economia siciliana.

Riconvertire l’Eneldi Porto Empedocle

Entro il 31 dicembre 2007dovrebbe chiuderedefinitivamentel’impianto del centro marinaro dovelavorano 74 unità ed altre 30 persone nell’indotto ”

“Il Presidente Fontanae l’assessore Firettoa Roma per proporrel’utilizzo del gascome fonte di alimentazione ”

“Vittorio Alfieri

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logazione di tutto il materiale documen-tale reperibile sui siti e di tutta la docu-mentazione storica e iconografica rela-tiva ad essi. Le ricostruzioni sono staterealizzate da specialisti con strumentiinformatici di modellazione e simula-zione tridimensionale e sono state resefruibili all'utente con strumenti di navi-gazione virtuale che permettono di muo-versi all'interno degli ambienti rico-struiti. Un vero e proprio “viaggio” at-traverso quella che doveva essere l’a-cropoli agrigentina, con la possibilità ol-tretutto di interagire con il materiale con-tenuto nel dvd.

Akragas rivive con le sue mura, le suestrade e i suoi templi, dal Tempio dellaConcordia, che abbiamo ancora l’oppor-tunità di vedere dal vivo, a quello diGiove Olimpico, che finora potevamosolo immaginare. Di grande fascino è si-curamente la ricostruzione del quartiereellenistico-romano (in particolare del-l’insula tra cardo I e cardo II) attraversola quale si può anche sperimentare la vitaquotidiana dell’epoca e l’organizzazionemilitare che le strutture difensive dellacittà richiedevano. È possibile effettuareuna visita virtuale del teatro e dell’an-nessa officina di ceramista, ma anche di

D opo anni di ricerche sulla lorodisposizione originale, l’anticaAkragas e Eraclea Minoa rivi-

vono grazie ad un dvd multimediale fi-nanziato da «Por Sicilia 2000-2006» evoluto dalla Provincia Regionale diAgrigento. Il progetto com.Hera che hapermesso la ricostruzione virtuale tridi-mensionale dei siti archeologici dell’a-grigentino, è stato, infatti, presentato aRoma nella Sala del Carroccio del Cam-pidoglio, alla presenza del Presidentedella Provincia Vincenzo Fontana e delsoprintendente dei Beni Culturali edAmbientali di Roma, Eugenio La Rocca.Alla conferenza stampa erano presentianche i responsabili delle Aziende chehanno collaborato alla sua realizzazione,la Graham & Associati e l’Altair4 Mul-timedia.

I contenuti dell'opera com.Hera sonomolteplici e comprendono materiali didiversa origine e natura: numerosi testi,rilievi, fotografie, grafici e mappe. Il ful-cro dell’intero progetto resta, però, la ri-costruzione virtuale dei siti archeologicidella Valle dei Templi e di EracleaMinoa. Una ricostruzione che ha richie-sto, oltre ad uno specifico lavoro di ana-lisi e progettazione, la raccolta e la cata-

un’intera abitazione in cui sono state ri-costruite le decorazioni in stile. Grazie,infine alla sovrapposizione interattivadelle ipotesi ricostruttive con le imma-gini dello stato attuale dei monumenti, èpossibile conoscere i sistemi costruttividegli edifici e capire l’intima relazioneche sussiste tra i vari elementi, le forme,i colori e lo spazio. Una relazione spessoincompresa dalla maggior parte dei cit-tadini, che percepisce l’intero complessomonumentale come un insieme di fram-menti slegati tra loro.

Per rendere il viaggio ancora più af-fascinante, inoltre, tutti gli elementi dellaricostruzione, dagli ambienti architetto-nici, agli eventi storici, dagli episodidella vita quotidiana agli altri aspettidella vita politica, economica, sociale ereligiosa della città, vengono illustrati at-traverso il racconto di testimonianze di-rette ricavate da fonti storiche e da anti-che memorie di illustri viaggiatori delpassato. Come se non bastasse, da que-sta micro-scala delle singole componentiarcheologiche agrigentine si può passareanche alla macro-scala degli eventi chehanno caratterizzato la colonizzazionedell’intera Sicilia, attraverso la completaricostruzione tridimensionale della si-

Gli splendori dell’antica Akragasrivivono nell’era dell’informatica

Laura Burgio

4 Marzo - Aprile 2006

Il progetto«Com.Hera» hapermesso la ricostruzione virtuale in Dvd deisiti archeologici agrigentini • Il lavoro presentato a Romadal PresidenteFontana ”

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palermitana che si occupa di comunica-zione e marketing culturale ed è specia-lizzata in interventi atti a favorire la pro-mozione del territorio e delle sue risorseculturali, con l’obiettivo di migliorarnela fruizione, gli strumenti di comunica-zione e quindi indirettamente i flussi tu-ristici. L‘Altair4 Multimedia, inoltre, èimpegnata nell’ambito del programmapluriennale di ricerca e sviluppo desti-nato a valorizzare il patrimonio artisticoe culturale dell'Italia e del Mediterraneoe grazie ad una serie di collaborazionicon prestigiosi istituzioni pubbliche eprivate, anche a livello internazionale, hagià realizzato e sperimentato diretta-mente sul pubblico vari prodotti edito-riali che hanno permesso di sviluppareun approccio innovativo alle tematichedella valorizzazione del patrimonio.

Il Dvd è stato realizzato in quattro lin-gue (italiano, inglese, francese e tedesco)e sarà distribuito in 5.500 copie agli stu-denti degli istituti superiori e delle fa-coltà universitarie in archeologia e sto-ria, alle Accademie di Belle Arti, agliIstituti Italiani di Cultura all'estero, aicentri d'arte, alle biblioteche e ai museidi tutto il mondo. Il progetto è statoanche presentato negli Stati Uniti, in Ca-nada e in molte capitali europee. «La va-lidità di questo lavoro - ha detto il Presi-dente Fontana - consente di avere una vi-sione su un mondo a noi attualmentesconosciuto che è assolutamente affasci-nante veder rivivere. Grazie a questo dvdil nostro patrimonio monumentale potràessere esibito in tutto il mondo e serviràa fornire una nuova chiave di lettura atutti coloro che desideran o visitarlo».

VIABILITA’ PROVINCIALE

tuazione geomorfologica del territorio edegli elementi geografici ed orogeolo-gici che ne hanno determinato lo svi-luppo. Una mappa interattiva del Medi-terraneo, infatti, permette di analizzaregli eventi storici che hanno definito lastoria dell'Isola, nonché i flussi migratorie gli scambi commerciali con le varie co-lonie e con le altre civiltà. Una ricostru-zione della morfologia del territorio èprevista, poi, anche per l’area della pro-vincia agrigentina in cui sono stati indi-viduati i principali elementi naturali chene hanno caratterizzato lo svilupposocio-economico nel corso della storiapermettendo la nascita delle città di Era-clea Minoa e Akragas.

Vista la potenziale complessità e lavastità delle informazioni fornite grazie

a questo progetto, la struttura di naviga-zione della collana mira non solo a ren-dere comprensibili le connessioni tra itanti elementi, suggerite dagli esperti,ma anche a fornire agli utenti gli ele-menti necessari per creare proprie inter-connessioni attraverso la comparazionediretta di diverse fonti e contenuti. LaGraham & Associati è infatti una società

5Marzo - Aprile 2006

Nelle foto al-cune ricostru-zioni fatte alcomputer checonsente di rivi-vere la maesto-sità e la gran-dezza dei templidorici agrigen-tini

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6 Marzo - Aprile 2006

stati due della «Terna», giovane societàche opera nel settore della produzione dienergia elettrica occupandosi, in colla-borazione con l’Enel, delle strutture ditrasferimento dell’alta tensione a queicomplessi in cui viene trasformata inenergia effettivamente utilizzabile nellenostre case.

Massimo Cioffi è il Direttore del per-sonale spiega subito che lavorare inun’impresa come la sua significa innan-zitutto tre cose: sapere, saper fare, ma so-prattutto saper essere. Formazione, espe-rienza e condivisione sono le qualitàsulle quali il direttore ha insistito molto.È facile immaginare perché avere un’a-deguata formazione ed una produttivaesperienza nel settore possano esserefondamentali per la gestione di un’im-presa. Un po’ meno lo è se si parla delconcetto di condivisione. Cioffi ha rac-contato ai ragazzi che, nonostante l’opi-nione che molti hanno del mondo im-prenditoriale, in un’azienda è semprefondamentale prestare attenzione aquelli che sono i bisogni dei dipendenti.«Questa è spesso una conquista allaquale si arriva col tempo - spiega- ma èproprio grazie a un sistema di collabora-zione che si può migliorare in manieranotevole le condizioni di lavoro e quindiil profitto». Essendo un’azienda un si-stema di molti individui è necessario cheognuno partecipi senza subire solo pas-sivamente le decisioni di chi sta sopra dilui. Cioffi fa un esempio interessante:durante il periodo precedente alla fu-sione della «Terna» con un’altra aziendadel settore, entrambe le dirigenze deci-sero di collaborare nella realizzazione diun questionario da distribuire ai dipen-denti che permettesse non solo di cono-scere la loro opinione sulla fusione, maanche l’idea che ogni soggetto aveva sul-l’azienda con la quale questa doveva av-venire.Cioffi avverte i ragazzi che lavo-rare nel settore privato implica per forzail dover convivere sempre con una certasensazione di incertezza. Il mercato è un

«P arlare ai giovani di culturaimprenditoriale è fonda-mentale per fornire loro

nuovi stimoli». È con questa frase che lapreside dell’Istituto tecnico «Sciascia»di Agrigento, Annamaria Sermenghi,ha aperto il primo incontro tra studenti eimprenditori dal significativo titolo «Ilmenager torna a scuola». Presenti l’As-sessore provinciale alla Pubblica Istru-zione, Calogero Firetto, e tre rappre-sentanti del mondo imprenditoriale, cheraccontato la propria esperienza, hannospiegato ai ragazzi pregi e difetti dellascelta di lavorare nell’ambito del privato.Considerando il fatto che la compren-sione dello scenario del mondo del la-voro è sicuramente una delle difficoltàpiù ardue che lo studente, in prossimitàdella conclusione del ciclo di studi, sitrova a dover affrontare, il progetto diorientamento avviato dall’AssessoratoProvinciale alla Pubblica Istruzionesembra essere un mezzo interessante perguidare i giovani nella scelta del loro fu-turo. Il programma prevede una serie diincontri con professionisti di alto livelloin grado di condividere con gli studentile loro conoscenze e soprattutto la loroesperienza sul campo.

A introdurre il primo incontro sono

elemento in frequente trasformazione esaper gestire anche i momenti di insicu-rezza è forse una delle qualità più im-portanti di un imprenditore. «Alzarsi lamattina e andare a lavoro significa es-sere consapevoli che è necessario riu-scire a portare a casa il risultato».

A parlare, invece, dell’ormai fonda-mentale settore della comunicazione èGiovanni Buttitta, responsabile comu-nicazione e relazioni esterne della Terna.A dimostrazione del fatto che essere unbuon comunicatore non significa sol-tanto essere un buon oratore, Buttitta rie-sce con poche parole ad attirare l’atten-zione dei suoi ascoltatori e a spiegare ilsuo punto di vista focalizzando l’inte-resse su quelli che sono gli elementiprincipali con cui un comunicatore ha ache fare ogni giorno: l’oggetto della co-municazione, il pubblico e i media. Uncomunicatore deve avere un buon rap-porto con i mezzi di informazione, masoprattutto capire a quale target di pub-blico rivolgersi. «Comunicare – dice – èconoscere chi ci sta di fronte».

Il terzo intervento è stato delgeom.Salvatore Moncada, imprenditoreagrigentino specializzato nel settore edi-lizio. La sua testimonianza, ha permessoai ragazzi di capire che tentare una car-riera nel settore imprenditoriale locale èforse difficile, ma non per questo impos-sibile.Una giornata dal grande valoreeducativo per l’assessore Firetto. «Que-sto incontro – spiega – è stato un impor-tante tentativo di avvicinare il mondo dellavoro a quello della scuola». In effettinon sempre è facile far incontrare ragazzicosì giovani con personaggi come Cioffio Moncada. Il fatto di aver portato degliesempi così preziosi fin dentro le mura diuna scuola è la dimostrazione della vo-lontà di imprimere in questi studenti ilforte senso di responsabilità da cui nonpossono prescindere nella scelta del lorofuturo post-scolastico, con la speranzache tra queste giovani menti possano es-serci i self-made-men di domani.

Il manager torna a scuola

Attività dell’Assesorato alla Pubblica Istruzione

Laura Burgio

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7Marzo - Aprile 2006

zi dell’Istituto comprensivo «Garibaldi» di Agrigentonella sala Consiglio e con l’Unità mobile dell’Urp. Al cen-tro il baby consiglio di Sambuca di Sicilia e sopra i ragaz-zi Russi

L’Ente provincia, come istituzione, continua ad interessa-re gli studfenti agrigentini. In queste settimane ben tre visite hanno impegnatol’Ufficio Stampa. Nelle foto dall’alto verso il basso i ragaz-

Studenti in visita allaProvincia di Agrigento

Gli alunnidell’Istituto comprensivo«Garibaldi» di Agrigento, del baby consiglio di Sambuca e di una lontanacitta Russa

”“

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8 Marzo - Aprile 2006

I Teutonici tra la Sicilia ed il Mediterraneo

I l Gran Maestro dell’Ordine Teuto-nico, l’Abate dr. Bruno Platter, cheha la sua sede a Vienna, ha presie-

duto presso il complesso chiaramontanodella Basilica dell’Immacolata di Agri-gento un importante convegno interna-zionale di studio, sulla presenza dei Ca-valieri Teutonici nella nostra provincia,dove gestirono, sia pure soltanto per 29anni, l’Ospedale di Santa Maria Mad-dalena ad Agrigento, un ospizio nellaChiesa di Santa Margherita a Sciacca edun’altra piccola struttura a Licata.

L’Ordine aveva in Sicilia il suo piùimportante radicamento presso la chiesadella SS. Trinità della Magione di Pa-lermo, strappata con la forza all’Ordinemonastico dei Cistercensi. Nel corso del

zione dell’Ospizio palermitano, chedava asilo ai Cavalieri ed ai pellegrinialemanni, che capitavano in quella zona,oltre che fungere da luogo di raccolta pergli uomini ed i materiali bellici, direttiin Terrasanta per le Crociate.

Per quanto riguarda l’ospedale diAgrigento, dopo la brevissima gestionedei Teutonici, dopo le alterne vicende trai Chiaramonte e Bernardo Chiabrera,esso nel 1368 , per rescritto del VescovoMatteo di Fugardo, passò ai CavalieriOspitalieri dell’Ordine di san Giovannidi Gerusalemme (oggi Ordine di Malta),che vi operarono ininterrottamente finoal 1566 e che ristrutturarono l’anticaChiesa di san Giovanni all’inizio del-l’attuale via Atenea.

convegno, ai cui partecipanti hanno por-tato il loro saluto il Presidente della Pro-vincia dr. Enzo fontana ed il Presidentedel Polo Universitario prof. Roberto La-galla, hanno illustrato la storia dell’Or-dine illustri relatori, tra cui il Prof. PinoZingale, che si è soffermato sulla suaevoluzione nei secoli.

E’ stato sottolineato che la maggiorparte dei documenti sono stati ritrovati,appunto, presso la Magione ed oggi sonocustoditi presso l’Archivio di Stato diPalermo: si tratta di ben 801 pergamene,di cui 54 riguardano il territorio agri-gentino e vanno dal 1215 al 1447.

I più importanti studiosi di queste vi-cende furono il Mortilaro, il Mongitoree Rocco Pirri, che illustrarono la fun-

Il tavolo della Presidenzadel Convegno di studi, da sinistra il prof. Lagalla, il Presidente Fontanail preside Ruffino e S.E.Bruno Platter

Il convegno Internazionale di studi èstato voluto dal Presidente della Provincia Regionale di Agrigento, Vincenzo Fontana, dal Presidente del Cupa, Roberto Lagalla e dal Presidedella Facolta di Lettere e Filosofia dell’Ateneo palermitano Giovanni Ruffino • Ad Agrigento il dr. Bruno Platter, Gran Maestro dell’Ordine Teutonico, con sede a Vienna

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F u fondato nel 1190 da Federico, detto Barbarossa, durante l’assedio diSan Giovanni d’Acri in Terrasanta, per le emergenze della Crociate, alloscopo di curare i pellegrini, specie tedeschi. L’Ordine venne confermato

dal Papa Clemente III e dall’imperatore Enrico VI nel 1191 e venne dotato diuna regola simile a quella dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme (l’at-tuale Ordine di Malta). L’abito consisteva in una tunica nera ed in un mantellobianco, su cui era caricata una croce nera, orlata di bianco.

I cavalieri, detti teutonici, obbligati a lasciare la Terrasanta, per l’incalzaredella guerra, si rifugiarono a Venezia nel 1228 e riuscirono a conquistare mili-tarmente tutta la Prussia nel1319. L’Ordine, infatti, eradivenuto una grande potenzaeconomica ed uno Stato. Ma,in conseguenza della riformaprotestante, si verificò unascissione, dato che il GranMaestro Alberto diBrandeburgo abbracciò lariforma, proclamandosi ducadi Prussia. I pochi Cavalieririmasti fedeli al Cattolicesimosi ritirarono in Franconia ed elessero un nuovo Gran Maestro, Walter VonCromberg. Dopo le vicende napoleoniche, sia l’imperatore d’Austria (cattoli-co), sia il re di Prussica (protestante) mantennero nei loro domìni l’Ordine,

adattandolo ai tempi ed allarispettiva confessione religio-sa.

Nel 1929 vennero promul-gate le nuove costituzioni, cheriformarono l’Ordine, cheperse la sua caratteristicacavalleresca, per divenire unOrdine religioso, i cui scopidivennero la cura delle animee le opere di carità. Oggi ècomposto da circa 70 frati conprofessione solenne; che pos-sono essere sacerdoti e fratel-li laici. Il Gran Maestro ha lafacoltà di conferire ad altissi-me personalità il titolo diCavalieri d’onore, che è sol-tanto un titolo onorario.Esiste inoltre la categoria dei“Familiari”, che si impegna-no a contribuire agli scopidell’Ordine.

G.A.

Dopo la loro partenza e dopo un pe-riodo di crisi, per l’interessamento delsaccente Tommaso Fazello, la strutturavenne affidata alla Confraternita del SS.Crocifisso e successivamente, nel pe-riodo borbonico venne utilizzato anchecome ospedale militare, per la guarni-gione, che aveva sede in città.

L’iniziativa è stata voluta dal presi-dente Fontana, dal prof. Roberto LaGalla presidente del Consorzio Univer-sitario agrigentino e dal prof. GiovanniRuffino Preside della della Facoltà diLettere e Filosofia dell’Università degliStudi di Palermo.

Gaetano Allotta

L’Ordine di Santa Maria di Gerusalemme

Il presidente Fontana dà il benvenuto adAgrigento al Gran Maestro dell’OrdineTeutonico

Marzo - Aprile 2006

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Il PresidenteFontana “Agrigentocrocevia dellapace nel bacinodel Mediterraneo ”

10 Marzo - Aprile 2006

L a mostra fotografica itinerante“Lo sbarco alleato in provinciadi Agrigento” non vuole essere

l’esaltazione della guerra bensì uno sti-molo di riflessione sugli aspetti negatividi un qualsiasi conflitto.

L’iniziativa che toccherà dopo Agri-gento quattro istituti di istruzione su-periore del territorio provinciale, è ri-volta principalmente agli studenti af-finché attraverso le cruente immaginidi quello che avvenne sulle nostre costee nei paesi dell’agrigentino possano av-viare una riflessione sulla tragediadella guerra e lottare per costruire unapace duratura in cui tutti gli uominisono uguali e soprattutto liberi. La Pro-

vincia di Agrigento non è nuova ad ini-ziative di questa portata. Durante l’ul-tima edizione della Sagra del Mandorlo

in Fiore ha invitato nella nostracittà alcuni ambasciatori accre-ditati presso lo Stato Italiano ela Santa Sede perché fosseropresenti alla manifestazionefolkloristica che oramai da 60anni è un continuo richiamo aivalori di fratellanza ed amiciziatra i popoli.

Oggi questa mostra fotogra-fica con queste immagini delviale della Vittoria di Agrigentobombardato, del centro di Licatapieno di mezzi militari, con altri“fermo immagine” su quei tre-mendi giorni che tante viteumane costarono, l’Ente Provin-cia ripropone la necessità di te-nere desto nella memoria dellegiovani generazioni l’orrore diun conflitto armato.

Queste due iniziative: la pre-senza dei diplomatici ed una mo-stra sullo sbarco rientrano in unastrategia politica che vorrebbefare della nostra provincia il cro-cevia della pace nel Mediterra-neo. Un progetto ambizioso, mache oggi deve vedere tutti citta-

dini ed amministratori, politici ed istitu-zioni operare in sinergia affinché l’anticoMare Nostrum diventi un crocevia dipace e di scambi culturali ed economici.

«Come provincia lavoriamo su questalinea politica – dice Vincenzo Fontana –e vorremmo passare il testimone di que-sta staffetta agli studenti, futura classe di-rigente di domani, affinché si educhi aivalori della pace, della fratellanza e dellatolleranza tra i popoli al di là, come san-cisce la nostra Costituzione, per me la piùcompleta del mondo, della razza, dellareligione o del colore della pelle».

Una mostra control’orrore della guerra

Mariantonietta Testone

In alto: il Presidente Fontana e l’assessoreCarmelo D’Angelo. Sopra: una foto diCanicattì devastato dai bombardamenti

Le originali foto dello sbarco Alleato in provincia di Agrigento

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Luparello fa il bilancio di un anno di attività

Intervista al Presidente del Consiglio Provinciale sull’attività svolta

Salvatore D’Alessandro

Nella foto: Il presidente del ConsiglioPietro Luparello

11Marzo - Aprile 2006

I l Dott. Pietro Luparello, esponentedell’UDC agrigentino, dopo unanno dalla sua elezione a Presi-

dente del Consiglio Provinciale tracciaun primo bilancio sulla attività svolta.

Una presidenza, quella di Pietro Lu-parello difficile in quando eletto al ver-tice del Consiglio dopo i fatti di cro-naca che videro coinvolto il suo prede-cessore.

In questa intervista Luparello trac-cia le linea programmatiche dell’ope-rato del Consiglio.

Presidente, fino al momento dellasua elezione ha trovato in Aula Gigliauna situazione a dir poco critica poi-ché i fatti che riguardarono l’alloraPresidente avv. Rino Lo Giudice cau-sarono un lungo periodo di vero e pro-prio stand-by istituzionale. Conside-rato che questa è la sua prima espe-rienza a livello amministrativo, in chemodo ha riattivato la macchina consi-liare per far sì che si producessero ri-sultati concreti per il territorio dellaprovincia di Agrigento?

« Fin da subito, essendo i lavori con-siliari completamente fermi, qualsiasiseduta tenuta nell’arco di quel periodoera oggetto solo ed esclusivamente didibattito politico sulle vicende che tutticonosciamo. Occorreva dare una ster-zata all’attività politica ed amministra-tiva. Quindi mi sono subito attivato perdiscutere ed approvare le numerose de-libere del lungo ordine del giorno chesi erano accumulati, tra cui numerosidebiti fuori bilancio di cittadini che datempo aspettavano il relativo paga-

mento (alla data di oggi ne risultano es-sere stati votati circa 35; n.d.r.), cosìcome sono state discusse circa 50 trainterrogazioni, mozioni ed interpel-lanze varie; oltre a tutti gli atti dovutitra i quali il rendiconto dell’eserciziofinanziario 2004, la modifica al pianotriennale delle opere pubbliche2005/2007, approvato in Aula Gigliacon alcune modifiche, il regolamentoper la concessione di contributi econo-mici alle Aziende agricole e zootecni-che per l’adeguamento igienico sanita-rio in lista di attesa dall’anno 2000 eper questo ritengo di dover ringraziareil Consiglio tutto che si è mostrato sen-sibile alle esigenze del momento».

Quali le iniziative del ConsiglioProvinciale, durante la Sua Presi-denza, ritiene siano state più significa-tive?

«Devo dire che ad oggi è stato unvero tour de force per il lavoro prece-dentemente citato ma comunque la Pre-sidenza del Consiglio Provinciale hatrovato il tempo di potersi spendere neiconfronti di problematiche inerenti lavita quotidiana di tutti i cittadini dellaprovincia di Agrigento ed in particolareha promosso quattro Consigli straordi-nari di cui uno sui problemi dell’agri-coltura dal quale si è avuta una spintaanche per approvare il Regolamentoprecedentemente citato, uno sulla dif-ficile situazione che stava vivendol’Associazione Antiracket «C. Lo Ma-stro», uno sul rilancio della AgenziaProvinciale dell’Ambiente che fino aquel momento non si era mostrata par-ticolarmente attiva sul campo delle ini-ziative per mancanza di mezzi econo-mici adeguati, ed infine per ultimo unConsiglio è stato dedicato al problemache ha riguardato la soppressione daparte di Trenitalia della «Freccia del

Sud» che copriva la tratta ferroviariaAgrigento-Milano. Su questa sop-pressione debbo dire onestamenteche abbiamo avuto tutta l’attenzionedei politici locali, dei sindacati non-chè dei mass media. Questa situa-zione ferroviaria in genere era di-ventata esplosiva con le conseguentilamentele degli utenti che sono staticostretti a viaggiare in autobus. Inquella sede i rappresentanti di Treni-talia hanno assicurato il ripristinodella tratta in questione, cosa che delresto è visibile ed è sotto gli occhi ditutti nella stazione ferroviaria diAgrigento Centrale»

Il dott. Luparello parla a ruota li-bera. «Il Consiglio Provinciale, inol-tre, ha adottato in questo periodo ditempo, il bilancio consuntivo 2004dell’Azienda Autonoma per l’Incre-mento Turistico e quello di previ-sione per il 2005 della stessaAzienda. L’accensione di 6 mutuicon la Cassa Depositi e Prestiti per lacostruzione di nuove scuole, un im-portantissimo provvedimento che hapermesso alle casse dell’ente di pren-dere una boccata d’ossigeno, in ter-mini di bilancio, è stato quello tra-mite il quale sono stati rinegoziati,con la Cassa Depositi e Prestiti, itassi di interesse dei mutui accesinegli anni precedenti facendo rispar-miare circa 2 milioni di euro; sonostati approvati il Regolamento per leattività promozionali dello spetta-colo, quello per la Consulta Provin-ciale dei migranti ed è stato adottatolo Statuto dell’Istituto Musicale “To-scanini” di Ribera».

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UNA NOSTRA RUBRICA

Marzo - Aprile 2006

D a tempo ormai si parla diresponsabilità sociale nel-l’ambito delle imprese

tanto che il Ministero del lavoro edelle politiche sociali, dopo un ser-rato ed articolato dibattito, ha pro-mosso la costituzione della «Fon-dazione per la diffusione della re-sponsabilità sociale delle imprese».

Il Governo con la legge finan-ziaria 2006 ha rifinanziato per iltriennio 2006/2008 la neo costituitafondazione con 3 milioni di europer ciascun anno.

La «Responsabilità Sociale diImpresa» (RSI), o «Corporate So-cial Responsabilità» (CSR), se-condo la definizione del libro

Verde della Comunità Europea, è«...una integrazione volontaria dellepreoccupazioni sociali ed ecologichedelle imprese nelle loro operazionicommerciali e nei loro rapporti con leparti interessate (stakeholders)».

Le imprese quindi, quali «coordi-nazioni economiche di beni e servizi»che hanno, attraverso il consegui-mento di risultati positivi, la finalitàdi perdurare nel tempo si fanno vo-lontariamente carico in modo consa-pevole anche di nuove esigenze cheprepotentemente nascono dalla libe-ralizzazione e globalizzazione deimercati.

Essere quindi impresa socialmenteresponsabile significa non solo sod-disfare pienamente gli obbli-ghi giu-ridici, fiscali e amministrativi appli-cabili, ma anche andare al di là inve-stendo «di più» nel capitale umano,nell’ambiente e nei rapporti con lealtre parti interessate.

Se queste nuove sensibilità irrom-pono nella sfera del privato ci chie-diamo se le stesse sensibilità toccanoanche la sfera pubblica ed in modoparticolare la Pubblica Amministra-zione che per definizione è responsa-bile ed è legittimata per legge. Tant’èche le attività che promuove non pos-sono non avere ricadute sociali.

Le Amministrazioni Pubblichesono gli attori principali della «go-vernance» dei sistemi economico-so-ciali siano essi locali o nazionali o so-pranazionali.

Allora per la Pubblica Ammini-

strazione la responsabilità sociale sirappresenta in maniera completa-mente diversa. Di recente la si rap-presenta come esigenza di qualificarel’impiego delle risorse e l’attività digestione, produzione ed erogazionedi beni e servizi pubblici secondo ef-fettivi, trasparenti, concreti e non no-minalistici principi di efficienza, ef-ficacia ed economicità.

I risultati ottenuti o meglio le ri-cadute sociali dell’azione di governodebbono essere comunicate per ac-quisire consensi e partecipazione enel contempo costituire l’oggettodella valutazione da parte degli stessicittadini. In altri termini si dovrebbesentire l’esigenza di rendicontarel’attività svolta non solo all’internodelle istituzioni ma principalmenteall’esterno promuovendo quindi unacultura diffusa dell’impegno socialee del controllo da parte dei cittadini.

Strumento principe per tale finalitàdiventa la redazione volontaria del«bilancio globale» cioè il documentoche, assumendo i numeri dei preven-tivi e dei consuntivi quali misure divalori, rende anche conto delle rica-dute che l’azione di governo ha avutosull’ambiente, sullo sviluppo possi-bile e sostenibile, sui risultati di ge-nere ect.

Non agire in tal senso e quindi ab-bandonare in un cono d’ombra l’a-zione di governo può ingenerare per-malose e fuorvianti considerazioni diogni genere anche superficiali e tal-volta devastanti.

La responsabilità sociale nella Pubblica Amministrazione

* dottore commercialista in Agrigento -Componente del Collegio dei Revisoridella Provincia Regionale di Agrigento

Nota di Salvatore Rizzo*

Le AmministrazioniPubbliche sono gli attori principali della «governance» deisistemi economico-socialisiano essi locali onazionali

o sopranazionali.

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13Marzo - Aprile 2006

A lla Borsa internazionale del tu-rismo di Milano, importantis-sima finestra sul mondo,

erano presenti con uno stand, all’internodel padiglione della Regione Sicilia, laProvincia Regionale di Agrigento, l’EnteParco Archeologico Valle dei Templi, ilComune di Sciacca, l’Aria Marina Pro-tetta di Lampedusa,Linosa e Lampione.

Questo importante appuntamento,daqualche tempo ha assunto una connota-zione orientata sempre più verso il con-sumatore,figura chiave nelle ricerche dimarketing le cui opinioni,tendenze e de-sideri influenzano il mercato. Alla Fiera,giunta alla 26ma edizione, si possonotrovare offerte di viaggio di ogni tipo,per tutte le tasche. I viaggi proposti sonodiversi: avventurosi o di relax, di mare odi montagna, su misura o organizzato.

In questa edizione tre sono stati i temiportanti: il Bit Green, il Bit Technologye il Bit for Job.

Il Bit Green si rivolge ad operatori eturisti appassionati della natura alla ri-cerca del gusto e dei territori rurali. In-fatti l’enogastronomia e, piu’ in gene-rale, il turismo naturalistico, sono di-ventati da qualche anno settori emergentidove un numero sempre maggiore di ap-passionati stanno facendo crescere.

Il Bit Techonology riguarda invece illegame tra turismo e tecnologia.

Secondo diverse ricerche di mercatospecializzate nel monitoraggio del Web,un numero sempre piu’ in aumento, diviaggiatori, si costruisce direttamente levacanze aiutato per questo dalle nume-rose notizie che trova in esso.

Il Bit for Job si è trattato del legameesistente tra turismo e lavoro.Infatti conil turismo in espansione si creano sboc-chi professionali interessanti e dinamici.In questa occasione, nei tre giorni dellafiera, importanti tour operator, catene al-berghiere, compagnie di navigazione, so-cietà di animazione hanno selezionato

centinaia di giovani da utilizzare nel set-tore turistico, sia in Italia che all’estero,in vista della stagione estiva. Per questoimportante appuntamento la Provinciaregionale agrigentina ha allestito unostand, organizzato dal Settore Turismo,in collaborazione con l’Aapit, particolar-mente accogliente, rivolto all’assistenzadel pubblico, per informazioni riguar-danti le proposte di soggiorno offerte daipaesi dell’entroterra ,costieri e di monta-gna presenti sul nostro territorio.

Per questa variegata tipologia di of-ferta turistica inoltre l’Ente ha organiz-zato una conferenza stampa rivolta adoperatori e giornalisti, invitati per l’oc-casione, con la quale si è proposto il pac-chetto turistico di Agrigento e della suaprovincia. Negli interventi del dirigentedel Settore Turismo Achille Contino,dell’Assessore Ivan Paci e del presidenteVincenzo Fontana si è parlato delle di-verse formule quali il turismo culturaledi Agrigento, quello balneare e termaledi Sciacca, il congressuale di Agrigentoe Sciacca, l’ambientale ed enogastrono-mico delle zone interne ed infine il turi-smo degli eventi con le importanti ma-nifestazioni come la Sagra del Man-dorlo in Fiore e il Blues&Wine SoulFestival di Agrigento, il Carnevale diSciacca, la festa degli Archi di Pasqua

di San Biagio Platani.Numerosi i giornalisti di testate

specializzate presenti alla conferenzache per l’occasione hanno potuto assi-stere alla presentazione di un videopromozionale che racconta con la mu-sica e le imagini le bellezze di Agri-gento con un percorso tra storia,arte etradizioni popolari .

Inoltre il Presidente della Provinciaè intervenuto alla conferenza stampaorganizzata, nello stand dell’Associa-zione Nazionale «Città del Vino», daitour operator Città del Vino Welcomeee Ilg Travel per la presentazione allastampa della quarta edizione delBlues&Wine Soul Festival program-mata ad Agrigento dal 13 al 16 luglio.

La Bit è dunque un appuntamentoda non perdere poiché essa riuniscetutta l’offerta turistica mondiale e for-nisce spunti di sistema molto interes-santi per tutte quelle amministrazioniRegionali, Provinciali e Comunali chevogliono con il turismo far sviluppareeconomicamente il proprio territorio.

Vincenzo Fontana, Ivan Paci alla manifestazione di Milano hanno presentano il patrimonio turistico del nostro territorio

Nino Reginella

Il presidente della Provincia alla Bit diMilano nel corso della conferenza stampadi presentazione di «Blues&wine soul fe-stival»

La Provincia di Agrigento alla Borsa internazionale del turismo

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14 Marzo - Aprile 2006

Una simulazione di terremoto aFavara, l’evacuazione dei bam-bini che frequentano le sezioni

della scuola dell’infanzia (ex materna) edelle Elementari della direzione didatticadel terzo circolo di via Capitano Basilea Favara. Una esercitazione perfetta-mente riuscita in tutti i suoi aspetti cheha messo in luce la lunga e costante pre-parazione di alunni, docenti, bidelli e re-sponsabili della direzione in questianni.Per dare l’idea del personale im-piegato in questa operazione ricordiamosubito gli enti coinvolti: la prefettura, ivigili del fuoco, i carabinieri, la polizia

municipale, numerose associazioni divolontariato e la unità operativa numerodue della Provincia Regionale di Agri-gento che sta sviluppando in moltescuole di ogni ordine e grado del territo-rio un’azione di preparazione e di sensi-

bilizzazione verso la Protezione civilecome fatto importante per la salvaguar-dia della vita umana. Abbiamo volutodare molto spazio all’immagine fotogr-tafica per raccontare quello che è acca-duto alla direzione didattica di via Capi-

Vittorio Alfieri

Scossa di terremoto del terzo grado «Ricther»

L’assessore provinciale Stefano Catuara (al cen-tro nella foto) ed il dirigente del settore Ber-nardo Barone (il primo da destra) hanno se-guito le varie fasi dell’esercitazione.

Favara - Perfettamente riuscita l’esercitazionedi Protezione Civile all’Istituto Comprensivo«Cap. Basile»

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15Marzo - Aprile 2006

tano basile. Una nota da evidenziareprima di ogni altro commento, la prepa-razione dei piccoli che hanno dato vita aquesta esercitazione. Una preparazioneche va a merito della dirigenza dellascuola ed in particolare del vice presidee coordinatore della sicurezza prof.Mimmo Castronovo, delle stesse inse-gnanti che in questi otto anni hanno de-

Tutti in questa esercitazione hannosvolto la propria parte con tempestivitàma soprattutto con grande serietà comese ci si trovasse realmente difronte ad unterremoto del terzo grado della scala Ri-chter (questo era il tipo di allarme).

Dal momento in cui il prof. Castro-novo ha informato i vigili del fuoco èstato un crescendo di interventi. Un atti-

dicato molto tempo ad istruire e quindieducare i bambini ai comportamente diassumere difronte all’evento calamitoso.

Certo fino ad oggi si è trattato di ungioco, ma il fatto stesso che i bambinisanno già cosa fare al verificarsi di unevento calamitoso è un grande passo inavanti nella creazione di una vera co-scienza civile di protezione.

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16 Marzo - Aprile 2006

Nella foto l’Unitàoperativa 2 della

Provincia regionaledi Agrigento: dasinistra Patrizia

Campione, France-sco Bennici, Vin-

cenzo Dainotto,Salvatore Incorvaia,

Carmelo Sciumè,Gerlando Parisiresponsabile del

comune di Favaraper la Protezione

Civile e MarzioTuttolomondo re-

sponsabile dell’U.O.

varsi immediatamente della sala opera-tiva con una Prefettura attenta e semprein contatto con il fronte dell’evento. Nes-suno ha preso sottogamba l’esercita-zione. Un plauso a tutti i volontari checon serietà hanno interpretato il proprioruolo ed ai nostri colleghi della UnitàOperativa n. 2 che ad appena sette mi-nuti dall’allarme già raggiungevano lascuola di via Capitano Basile.

Per i più piccolini, quelli dellascuola materna si è trattato di ungioco, forse, ma hanno svolto la pro-pria parte con impegno. Azioni di si-mulazione di questa entità dovrebbero

essere sviluppate spesso nelle strutturescolastiche del territorio agrigentino.Basta fare un sopralluogo nei pressidi alcuni edifici scolastici per rendersiconto che in caso di necessità e di ur-genza vi sono molti problemi da supe-rare che nel caso di una vera emer-genza creerebbero forti e drammaticiritardi nei soccorsi.

Uno per tutti l’Alberghiero di Favarae le scuole elementari «Lauricella» delviale della Vittoria di Agrigento.

Due scuole queste che per la loro ubi-cazione possono creare seri problemi aimezzi di soccorso.

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Tutte le Civiltà che invasero le nostre terrediedero molta importanza alleIstituzioni scolastiche• L’importanteruolo deiNormanni

Acominciare dal periodo greco eda quello romano, le istituzioniscolastiche nell’Agrigentino

possono vantare una storia di tutto ri-spetto ed anche durante le dominazionidegli arabi, degli svevi, degli angioini,degli spagnoli e poi dei borbonici, conl’interessante parentesi dei normanni,fino all’unità d’Italia dal 1861 in poi ele ricerche che sono state compiutedanno dei risultati molto interessanti.

Peraltro la nascita della «scuolapoetica siciliana» e gli influssi pro-venzali costituiscono materia di studiofondamentale nella letteratura italiana.

Nel contesto culturale isolano, si in-seriscono le istituzioni scolastiche ed

educative, che ne costituiscono il lie-vito della vita, intesa, questa, nell’ac-cezione più ampia.

PERIODO GRECO

Le popolazioni autoctone della Si-cilia, Sicani, Siculi, Elimi, che cerca-rono in un primo tempo di resisterealla penetrazione greca, si fusero pianopiano con i nuovi arrivati, tanto che,dal V sec. a.C. in poi, le città che fu-rono fondate, e tra queste Siracusa edAkragas, furono in grado, ben presto,

di competere con la stessa Atene, in-serendosi peraltro a pieno titolo nelmondo letterario, culturale e scienti-fico della Madrepatria.

In particolare Akragas, definita daPindaro «la più bella città dei mortali»,poté vantare la prestigiosa presenza diEmpedocle, che, profondo conoscitoredella natura, fu fondatore di una verae propria scuola di medicina scienti-fica, che rivaleggiò con quella greca diCos, nota nell’antichità e che godevaancora di molto credito al tempo diAristofane.

Il grande akragantino infatti, ap-profondendo talune intuizioni di Alc-menone da Crotone, contribuì, e dopodi lui la sua scuola, a far progredire lanascente fisiologia.

Non bisogna dimenticare infatti cheEmpedocle fu il primo a parlare di re-spirazione cutanea e ad intuire che larespirazione polmonare è in stretto rap-porto con la circolazione del sangue.

Inoltre Gorgia, divenuto pure fa-

Breve storia dell’istruzione nell’agrigentino

Servizio di Gaetano Allotta

Marzo - Aprile 2006

In alto: Agrigento, il Convento dei Fi-lippini. In basso: Agrigento, biblioteca«Lucchesiana»

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altri, per cui è da pensare che, via viache in Sicilia si consolidava la domina-zione romana, nascessero nuovescuole, sulla falsariga di quelle funzio-nanti a Roma e nei territori in cui la Re-pubblica esercitava la sua sovranità.

Peraltro il ritrovamento recente diuna villa romana in territorio di Real-mente, vicinissimo al mare, dà l’ideadella presenza, di alto livello, di patrizinella zona, similmente alla presenza diun complesso signorile a Piazza Ar-merina, con i famosi mosaici.

Inoltre Cicerone, che, tra l’altro,aveva fondato a Marsala una scuola diarte oratoria, durante il periodo repub-blicano, aveva fatto accettare il princi-pio secondo cui l’educazione e l’istru-zione dei fanciulli doveva essere inco-raggiata. Non si può pertanto escludereche in Sicilia, come in altre regionidella Penisola, siano sorte scuole mu-nicipali. Lo stesso Antonio Pio avevadisposto che tra le spese obbligatoriedei municipi ci fossero anche quelle peril mantenimento delle scuole e per il pa-gamento degli stipendi agli insegnanti.

Infine, il documento conclusivo delConcilio di Nicea (anno 325), dopoavere messo in evidenza «l’ansia dellaChiesa per salvare i fanciulli dalla de-gradante condizione dell’analfabeti-smo, rivolgeva una viva raccomanda-

moso, fu un discepolo divenuto moltonoto, come Acrone, anche lui akra-gantino, e che a motivo degli esperi-menti che effettuava, amava chiamarsi“empirico”, poiché quella scuola eradi tipo sperimentale.

PERIODO ROMANO

Dopo la conquista da parte dei Ro-mani, la Sicilia divenne la prima «pro-vincia» di Roma repubblicana, tributa-ria della capitale, e di questo periodo re-stano testimonianze importantissime dicarattere architettonico, con teatri, gin-nasi, terme, acquedotti, ma molto scarseed in incerte sono le notizie sulle istitu-zioni scolastiche di quel tempo della no-stra città, che, intanto, veniva denomi-nata dai conquistatori “Agrigentum”.

Tuttavia non si può non accennareal fatto che nell’opera “De situ Sici-liane” del siracusano Claudio MarioArezzo, pubblicata a Palermo nel1537, si legge «Erat Gymnasiumprope urbis moenia, non multum amaris litore retorum…omni scientiafrequens» (in prossimità delle muradella città, non molto distante dalmare, c’era un ginnasio).

Il riferimento era alla città di Cata-nia e nel ginnasio di cui trattasi si col-tivavano tutte le scienze, il che significadunque che era una specie di studio ge-nerale. Le stesse cose si leggono nel-l’opera «De rebus Siciliane» del sac-cense Tommaso Fazello. Gli storici

riferiscono anche di altri «Ginnasi»a Noto ed a Piazza Armerina, per

cui non si può escludere che cene fossero degli

zione ai Vescovi perché venisse curatoquesto aspetto della loro opera».

PERIODO ARABO

Durante il medioevo, la Sicilia subìdiverse dominazioni, tra cui quella deibizantini e nel secolo VII gli studi sacrifurono all’avanguardia ed è notorio cheil Vescovo di Agrigento San Gregoriosi elevava sopra i sapienti del tempo perconoscenze fisiche ed astronomiche edè notorio altresì che allora non esiste-vano linee di demarcazione tra l’istru-zione religiosa e quella letteraria.

Ma gli Arabi sbarcarono in Sicilianell’827 e, dopo aver superato la resi-stenza dei bizantini, completarono l’oc-cupazione nell’875. Durante la domi-nazione araba, protrattasi per circa duesecoli, l’Isola era retta da un «emiro»,carica che, ben presto, divenne eredita-ria. La cultura riprese a fiorire e parti-colare impulso ricevettero gli studi digiurisprudenza, teologia, filosofia,grammatica, matematica e filologia.

Secondo quanto affermato dallo

Scarse ed in incertesono le notizie sulle istituzioni scolastiche della nostra città durante la lunga occupazioneRomana

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In alto: Nella foto il «Convento dei Do-menicani» oggi sede del Comune e an-nessa la Chiesa di San Domenico. Nellapagina seguente: Caltabellotta, portaledella scuola israelita.

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scrittore arabo Ebn Hawqal, nel terri-torio esistevano molte «mohallems»per l’istruzione dei ragazzi; questescuole erano generalmente annessealle moschee ed a Palermo se ne con-tavano oltre 300, per cui è logico im-maginare che anche ad Agrigento, chenel frattempo era stata denominataKerkent, ci fosse una analoga situa-zione. Logicamente, lo studio del Co-rano era la base per tutte le materie.

Durante la dominazione araba, esi-stevano nell’agrigentino diverse co-munità ebraiche, specialmente nel ca-poluogo, a Cammarata, a Sciacca, aSiculiana ed a Caltabellotta.

Alle loro sinagoghe era general-mente annessa la «meschita», cioè lascuola. Per esempio, a Caltabellottaesiste ancora una “via delle scuole”,che conserva tradizionalmente tale de-nominazione, nella strada in cui an-cora oggi si può notare, sebbene dete-riorato, il portale che immetteva nellocale adibito all’insegnamento.

PERIODO NORMANNO

Agli albori del secolo XI, venneronel Meridione d’Italia i Normanni, checacciarono gli Arabi. Il nome ne indicale origini; normanno, infatti, vuol dire«uomo del Nord» e costoro, converti-

tisi al cattolicesimo ed assimilatala civiltà latina, dettero un notevole im-pulso alla cultura. Il nome di RuggeroII, che si proclamò Re di Sicilia e ducadelle Puglie e di Calabria, vale per tuttied a quel tempo l’isola era il più ricco,potente e moderno Stato d’Europa.

Tra l’altro, i Normanni dettero undeterminante impulso all’economia,alla cultura, alle scienze ed all’arte, fa-cendo della Sicilia il centro propulsoredella civiltà del tempo, promuovendola valorizzazione delle diverse cultureche emergevano nel territorio. Il pe-riodo normanno, è da tutti ricono-

sciuto, fu il crogiuolo dal quale scaturìil linguaggio letterario, che ebbe ra-pida e grande fortuna, mentre eranorealizzati grandi capolavori architetto-nici, tra cui, tanto per citarne qual-cuno, il Duomo e la cappella palatinaa Palermo e la Cattedrale di Agrigento.

Non è stato possibile rintracciaredocumenti sulle istituzioni scolasticheesistenti, ma pare certo, che, sulla sciadella loro apertura politica, i Nor-manni non proibirono né ai Musul-mani né ai Giudei di servirsi delle loroscuole, per cui è lecito supporre chequeste continuarono a funzionare

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anche nell’Agrigentino.

PERIODO SVEVO

Alla morte di Guglielmo II, permancanza di eredi, viene attuata l’u-nione del regno di Sicilia con l’Imperoed il piccolo Re, posto per la giovaneetà sotto la tutela del Papa InnocenzoIII, crescendo si fa conoscere in tutto ilmondo e Federico, apprendendo la lin-gua e la stilistica latina, tanto da poterecomporre e parlare anche in pubblico,realizza una così alta perfezione for-male, da servire da modello a tutte lealtre Cancellerie del tempo, manife-stando molteplicità di interessi e diven-tando protagonista, non solo, ma anchemecenate di scienziati, dotti e poeti.

Dopo la parentesi di Corradino eManfredi, si spense la casa Sveva, maFederico II, fedele alla tradizione nor-manna, incrementò ogni ramo dellacultura, che, partendo da una basegreco-araba, fecondò il pensiero latinoe questo spirito aperto improntò tuttele zone del Regno.

Si può dire che la poesia italianasia nata alla sua corte, come sottoli-neato persino dal sommo Dante, chespiegò il fenomeno con la sua im-pronta, giovane ed intelligente, percui la Scuola poetica siciliana potè li-beramente ispirarsi a quella popolare,che affondava le sue radici nella cul-tura greca, latina, araba, mentre sisviluppava altresì una produzionegiuridica tutta siciliana.

Anche in questo caso, sono pochi idocumenti sicuri sulle istituzioni scola-stiche del tempo, ma è facile ipotizzareche, oltre alla nota scuola di Palermo,altre scuole, più o meno progredite,siano sorte negli altri centri, dato che èaccertato che siano state fondate moltescuole di «arti liberali», chiamandole areggerle maestri dotti.

PERIODO ANGIOINO

La venuta degli Angioini segnòper la Sicilia un periodo di deca-

denza, culturale ed econo-

i sacerdoti delle sperdute borgate equalche Ordine religioso continuaronouna tradizione, che aveva radici lon-tane nel tempo.

PERIODO ARAGONESE

In seguito ai noti eventi storici,Alfonso d’Aragona ereditò anche lacorona siciliana e quindi Federico suc-cessivamente venne eletto re di Siciliadal Parlamento, riunito a Catania. Tut-tavia la decadenza politica ed econo-mica, seguita alla caduta della dinastiasveva, accompagnò il declino dellapoesia e della cultura, che si protrasseanche durante il periodo aragonese. Lalingua latina non solo diventava viavia meno conosciuta, ma si infioravadi termini dialettali, mentre la linguagreca era parlata dai monaci basiliani,che conservavano la tradizione. Du-rante i secoli XV e XVI, si cominciò aregistrare qualche risveglio e degno dimenzione, in questo periodo, èAlfonso il Magnifico, classico tipo diprincipe rinascimentale. Tra le perso-nalità del tempo si possono ricordareil famoso Matteo Carnalivari e Dome-

mica. Col trasferimento della capitaleda Palermo a Napoli, decisa da Carlod’Angiò, l’Isola perdette i privilegi, dicui aveva goduto in precedenza e i Si-ciliani non tardarono a ribellarsi. La ri-volta dei Vespri scoppiò il lunedì diPasqua del 1282 e si estese a tutta laregione: l’intervento degli Aragonesideterminò un letale conflitto, che –sintomaticamente – si concluse con lapace di Caltabellotta, il che costituiscela dimostrazione ulteriore che il terri-torio agrigentino continuava ad essereprotagonista delle vicende storiche.

Avvenne però il crollo della po-tenza sveva, ma anche il tramontodella cultura siciliana, che aveva avutouna notevole preminenza.

Tuttavia, dopo i vespri, le condi-zioni dell’Isola non soltanto non mi-gliorarono, ma peggiorarono e lescuole finirono col diventare un’entitàdel tutto trascurabile, per cui soltanto

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In alto: Palma di Montechiaro, l’in-gresso del Convento degli Scolopi, oggisede del Comune. Nella pagina seguente:Naro, Collegio dei Francescani, oggisede del Comune.

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rono fondi per l’apertura di scuolepubbliche.

Nel 1482 insegnò arti liberali ilmaestro Bronamunciu de Filoconibus(sei onze il suo salario). Famoso ilgrammatico agrigentino Nicolò Valla,che fu poi canonico della cattedrale.

La sua opera più importante è il«Vocabolarium vulgare cum latino».

In questo periodo, inoltre, continuala tradizione delle scuole ebraiche e,oltre a quella di Agrigento e Caltabel-lotta, ne viene istituita una a Naro.

PERIODO SPAGNOLO

La Sicilia, in questo periodo, purnon essendo travagliata da guerre, subìle conseguenze di quelle che si com-battevano altrove e ne subì i disagi.Tuttavia non mancò qualche iniziativaculturale. Molto progredita in queltempo la scienza della navigazione e

nico Gagini, e quest’ultimo lasciòdelle opere anche ad Agrigento-Gir-genti e quello è anche il tempo di An-tonello da Messina.

Federico d’Aragona aprì nuovescuole, ma in sede locale le autorità co-munali, non di rado coadiuvate da sa-cerdoti, supplirono alle esigenze e neigrossi centri le istituzioni scolastichediventarono via via più numerose, percui la situazione diventò meno critica.

Ad Agrigento, nel 1380, nel con-vento domenicano di questa città, fun-zionavano scuole per fanciulli, tenuteda fra Nicolò di Girgenti. Nel 1419 enegli anni successivi in città insegnògrammatica latina il maestro napole-tano Marino Colursio (con la «prov-vigione» di onze quattro). Nel 1419 leautorità cittadine, «considerando luuniversalu fructu et beneficiu ki con-quissimu le chitati et terri di la doc-trina di li maestri di scola», stanzia-

molto frequentato era il caricatore diGirgenti, in cui si registrava un’attivamarineria ed una notevole esporta-zione di prodotti agricoli. Le infelicicondizioni dell’Isola non potevanonon riflettersi negativamente sull’i-struzione, ma talune municipalità, e traqueste quella girgentina, presero qual-che iniziativa.

Nel 1577 venne fondato a Girgentiil Seminario diocesano e nel secoloXVII la Congregazione delle «ScuolePie» fu presente ed operante in questacittà, dove fondò scuole pubbliche. Perquanto riguarda gli altri centri della«Valle», M. Ciaccio fa sapere cheSciacca vantava una grande tradizionedi studi umanistici; inoltre nel 1615venne fondato, per iniziativa dei Ge-suiti, un collegio, che visse un periododi grande splendore. Nel 1553 un altrocollegio di Gesuiti venne fondato a Bi-vona. Queste istituzioni svolgevano unimportante compito di carattere cultu-rale, dato che vi studiavano non sol-tanto i religiosi, ma anche i rampollidelle famiglie nobili, come risulta pe-raltro da un pregevole volume di Giu-seppe Bondi.

PERIODO BORBONICO

Essendo assolutamente trascurabiligli anni delle dominazioni dei Savoiae degli Austriaci, per la brevità deltempo, si può brevemente accennareche i Borboni governarono la Siciliaattraverso dei Viceré. Soltanto durantegli ultimi decenni del secolo XVIII, lapresenza di due Viceré illuminati, Do-menico Caracciolo e Carlo d’Aquino,registrò qualche miglioramento, anchenel settore dell’istruzione e nel secoloXIX si registrò un notevole risveglioculturale, specialmente, ancora, peropera dei Gesuiti, che erano rientratiin Sicilia nel 1805, dopo l’espulsionedecretata nel 1767. Di questo periodovale la pena di ricordare Padre FedeleTirrito, cappuccino, nato a San Bia-gio Platani, poeta, drammaturgo edapprezzato pittore, nonché Gae-tano Di Giovanni, nato a Ca-steltermini, sto-

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periodo si continuarono ad applicarele norme emanate durante il regimeborbonico e c’erano scuole elementariin tutti i Comuni, anche se, nei piccolicentri, limitate alle prime due classi.

Nei «Documenti sull’istruzioneelementare nel Regno d’Italia» del1870 si legge che a Palermo ed a Gir-genti si era registrato qualche pro-gresso nell’istruzione popolare.

Da sottolineare che il ConsiglioProvinciale di Girgenti nel 1861 deli-berò di concedere un “premio” di Lire2.000 a favore di ogni Comune dellaProvincia che avesse aperto un asiloinfantile.

Da notare inoltre che, per effetto dialtra deliberazione del Consiglio Pro-vinciale del 1867, nel Convitto Pro-vinciale «Principe Umberto» si im-partiva non soltanto l’insegnamentoelementare, ma anche il francese, lamusica, la ginnastica, il disegno, lascherma ed il ballo.

Nella città dei templi, continuò asvolgere un lavoro pregevole il Colle-gio di Maria ed operava inoltre l’Isti-tuto «Schifano» per le fanciulle bene-stanti, che ricevevano l’educazionefino ai 18 anni. Presso il Seminariodiocesano intorno al 1870 cessò difunzionare il prestigioso Collegio dei«SS. Agostino e Tommaso».

Infine in questo primo periodo del-l’unità d’Italia, con decreto luogote-nenziale del luglio 1861, vennero or-ganizzate nelle città di Palermo, Cata-nia e Girgenti delle «Conferenze Ma-gistrali», nelle more dell’istituzione discuole magistrali. Le scuole elemen-tari rimanevano chiuse dal 20 luglio al

rico e studioso di tradizioni popolari.Durante il periodo borbonico si vis-

sero alcuni momenti assai felici sulpiano dell’istruzione ed in questo in-teressante panorama eccelse la figuradi Giovanni Agostino De Cosmi, natoa Casteltermini nel 1726 e che fu chia-mato a ricoprire il prestigioso inca-rico di Direttore generale delle scuolenormali della Sicilia, cioè delle primescuole pubbliche elementari istituite afavore degli adolescenti delle piùumili classi sociali: indubbiamente unsegno di lungimiranza dei governanti.Queste scuole comprendevano duecorsi: il primo per i fanciulli da 7 a 9anni e duravano appunto due anni edil secondo per i ragazzi di 10 anni edanche questo aveva una durata di dueanni. Molto poco, ma era un inizio.

Un contributo all’istruzione fem-minile e che in parecchie località fuconsistente, fu offerto dai «Collegi diMaria», sorti a partire dal 1721: ope-rarono, oltre che a Girgenti, a Cani-cattì, Favara, Licata, Naro e Palma.

A Casteltermini risultavano ope-ranti due scuole primarie, sorte per ini-ziativa dei maestri Capizzi e Pecora,ma anche in tutti gli altri Comuni dellaprovincia esistevano scuole simili.

Per ciò che riguarda gli altri tipi discuola, è da segnalare che, annesso alSeminario Vescovile, operava egregia-

mente il «Collegio dei SS. Agostino eTommaso», con un corso di sei anni econ cattedre di diritto canonico e di di-ritto civile. Nell’ultima fase della domi-nazione borbonica, vennero istituiti inGirgenti un ospizio maschile ed unascuola serale per adulti, oltre che scuoledi grammatica, di calligrafia e di dise-gno. Negli altri Comuni funzionavanoCollegi di studi a Bivona, Licata, Naroe Sciacca, nonché una scuola seconda-ria a Cammarata e la Casa degli Scolopia Palma, che si occupava di scuole siaprimarie, che secondarie. Una scuola«lancasteriana» venne istituita nel Co-mune di Girgenti nel 1820 ed altra nel1832 nella frazione Molo, alla Marina.

DOPO L’UNITÀ D’ITALIA

Le circoscrizioni territoriali cheprima erano dette «Valli»,assunsero il nome di Pro-vince: Palermo, Catania,Messina, Caltanissetta,Noto (successivamente ilcapoluogo fu spostato aSiracusa), Girgenti e Tra-pani. Dopo lo sbarco diGaribaldi a Marsala, ilpro-dittatore Mordini, conun decreto del 27 settem-bre 1860, dispose l’istitu-zione di asili infantili inogni capoluogo sia di pro-vincia, che di circondario«a carico della carità pri-vata» ed, in mancanza, acarico dei Comuni. Perquanto riguarda le scuoleelementari, per un certo

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1 novembre, proprio per consentire aimaestri privi di titolo di acquisirlo.

Il Liceo-ginnasio di Girgenti, ini-zialmente denominato «Scinà» e poiintitolato ad Empedocle, fu istituito trail 1861 ed il 1889. Cominciò a funzio-nare la Scuola «normale» (magistrale),intitolata a Raffaele Politi. Nel 1862incominciò a funzionare una scuola«tecnica», poi diventata Istituto Tec-nico, con sezioni di Agrimensura e Ra-gioneria. Nel 1866, a causa dello scio-glimento delle corporazioni religiose,cessò di funzionare il Collegio deiPadri Filippini.

La città di Sciacca, che vantava unalunga e pregevole tradizione nel campodegli studi umanistici, grazie anche alleiniziative svolte dai Gesuiti, ebbe laistituzione di un regio ginnasio, intito-lato a Fazello. Altrettanto avvenne a Bi-vona, con un regio ginnasio, come ri-sulta dal volume di Giuseppe Bona«Istituzioni scolastiche in Sicilia».

FRANCESCO CRISPI E NICOLÒ GALLO

Lo statista riberese, eletto Deputatoal Parlamento di Torino, dopo l’Unitàd’Italia, si interessò anche dei pro-blemi della Scuola. Francersco Crispi,in un famoso discorso, tenuto a Pa-lermo nel 1865, con sorprendente lun-gimiranza e con molta chiarezza, trac-

ciò le linee di quelle che oggi si chia-merebbero «riforme di struttura» e, tral’altro, propose di dare autonomiapiena alle Università e di concederel’istruzione inferiore alle Province edai Comuni, rendendo gratuito ed ob-bligatorio l’insegnamento. Per queitempi, era una proposta veramente ri-voluzionaria, dato che, fino ad allora,nella maggior parte dei casi, l’istru-zione era riservata ai figli delle fami-glie benestanti.

Successivamente Crispi, quando ilParlamento si trasferì prima a Firenzee poi a Roma, continuò questa sua bat-taglia ed in seguito, divenuto Presi-dente del Consiglio dei Ministri, cercòdi mettere in atto direttive del genere,alcune delle quali furono subito at-tuate, mentre altre furono realizzatesuccessivamente al suo ritiro dalla po-litica.

Resta, comunque, il punto fermo deiprogrammi da lui tracciati. Altro stati-sta agrigentino fu Nicolò Gallo, nato aGirgenti nel 1849 e che fu grande av-vocato, scrittore, Deputato e poi Presi-dente della Camera dei Deputati ed in-fine Ministro della Pubblica Istruzionee di Grazia e Giustizia.

Nel campo dell’istruzione, affrontòin modo innovativo importanti pro-blematiche scolastiche, quali quelledella scuola dell’infanzia, allora quasiinesistente, quello dell’obbligatorietàdelle scuola elementare, della scuola

media unica, della riforma della se-condaria superiore e dell’istituzionedelle scuole professionali.

Si trattava di problematiche digrande valenza sociale, ove si consi-deri che nel 1901 in Italia, a 40 annidalla legge Casati, che prevedeva l’i-struzione elementare obbligatoria soloper due anni, su una popolazione com-plessiva di 33 milioni, ben 23 milionierano analfabeti. Il sistema scolasticoallora prevedeva 4 anni di scuola ele-mentare, di cui 2 obbligatori e gratuitie ciò costituiva certamente un limitealquanto inadeguato. Altro limite eracostituito dalla mancanza di maestri,la cui assunzione e retribuzione eranolasciate alla discrezione dei Comuni.Gli alunni per classe erano fino a 70,ma la frequenza era scarsissima, per-ché i genitori, per motivi economici,incominciavano ad avviare i figli al la-voro in età tenerissima.

Nicolò Gallo si preoccupò anchedell’istruzione secondaria, attuando,da Ministro, diverse innovazioni,avendo intuito, in maniera moderna,che andava istituito anche un sistemaobbligatorio per la scuola secondariadi primo grado.

L’uomo politico agrigentino, che fuanche consigliere comunale a Girgentied anche assessore municipale, erastato anche eletto nel 1889 Presidentedel Consiglio provinciale con 37 votisu 38 e fu sempre fedele seguace del

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In alto: Naro, Collegio dei Gesuiti, alloraUniversità. Nella pagina precedente:Palma di Montechiaro, collegio degliScolopi. A destra: Agrigento, Monasterodi S. Spirito (Badia grande).

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conterraneo Crispi, cui dimostrò af-fetto e devozione, anche nei momentidifficili. Nicolò Gallo, divenuto Mini-stro della Pubblica Istruzione nel 1898con il secondo Governo Rudinì, as-sunse il delicato incarico con grandeserietà ed impegno, tanto da essereconsiderato uno dei migliori Ministridel settore. Presentò un disegno di

legge rivoluzionario, per migliorare lecondizioni dei maestri elementari e persottrarli all’arbitrio dei Comuni. Fu

Il Consiglio Provinciale di Girgenti nel 1861 deliberòdi concedere un “premio” di Lire 2.000 a favore di ogni Comune dellaProvincia cheavesse aperto un asilo infantile

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ancora Ministro della Pubblica Istru-zione nel gabinetto Saracco dal giugno1990 al febbraio 1901, attuando unnuovo assetto amministrativo del Mi-nistero e delle scuole. Testimonianzadel suo impeccabile impegno è lo stu-dio su «L’educazione e l’istruzionenelle scuole secondarie», scritto nel1889 e pubblicato dalla «Nuova anto-logia» il 16 ottobre del 1900.

Il 5 dicembre 1900, mentre era an-cora in vita (morirà nel 1907 a Roma)il Consiglio della Scuola tecnica diGirgenti deliberò all’unanimità di darea quella scuola il nome di NicolòGallo, per testimoniare l’ammirazionead un uomo illustre, che «è il decoronon solo di queste contrade, che lo vi-dero nascere, ma dell’intera nazione».

Il resto, riferendosi al XX secolo, èstoria di ieri, anzi sarebbe cronaca.

In alto: Agrigento, Convento di S. Ago-stino e Tommaso. Sotto: Agrigento, Se-minario Vescovile. A sinistra in basso:Sciacca, Collegio dei Gesuiti.

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Il sistema delineato è un «sistemaproduttivbo plurisettoriale» caratterequesto, che diversi attori del distrettosottolineano come un fattore di forzadell’area.

I soggetti economici che compon-gono il Distretto sono le imprese delsettorte primario dell’agricoltura, delsecondario e terziario legali alla tra-sformazione del prodotto, alla sua pro-mozione e diffusione.

V.A.

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Iniziativa dell’assessore provinciale all’agricoltura Nino Di Giacomo

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Il Distretto individuato nel «Patto diSviluppo» è denominato «Distrettoolivicolo della Provincia Regionale

di Agrigento» in quanto coinvolge glioperatori della filiera olivicola e corre-late ubicazioni nei comuni agrigentini.

«Fin da sempre l’olivicoltura - dicel’assessore provinciale all’agricoltura,Antonio Di Giacomo - ha costituito laprincipale risorsa economica della Pro-vincia di Agrigento, che è consideratauna delle principali zone maggiormentevocate della Siclia. Nel comprensorioprospera una cultivar autoctona: la No-cellare del Belice insieme ad altre varietàdi grande pregio quali Biancolilla, Giar-raffa, Cerasuola, Buscionetto, Santaga-tese e Ogliara Messinese».

L’areale è uno dei più vasti della Si-cilia, qualcosa come 86 mila ettari di su-perfice coltivata rendono l’olio di granlunga la coltura principale della zona.

La produzione si aggira attualmenteintorno ai 60 mila quintali ed è di grandepregio. Il prodotto è infatti caratterizzatoda una bassa acidità, dall’ottima conser-vabilità, dal sapore fruttato e da unacomposizione aromatica robusta. Questoterritorio, collocato tra pianura e monta-gna e ricco di cultura, di storia, di mo-numenti e risorse ambientali, è coinvoltodalla presenza della piccola impresa etuttavia ha mantenuto importanti carat-

teri di ruralità e qualità del paesaggio chefanno emergere potenzialità turistiche.

«Il tessuto produttivo - dice l’asses-sore Di Giacomo - di questa area è ca-ratterizzato dalla diffusione sul territo-rio di piccole e medie imprese del set-tore primario dell’agricoltura, del se-condario e del terziario con un basso nu-mero di addetti per unità locale e dalleridotte dimensioni aziendali a cui si as-socia una elevata presenza di aziende ar-tigiane. Sotto il profilo settoriale le im-prese presentano generalmente un gradodi specializzazione elevato».

Le strategie degli operatori economicisono orientate alla strutturazione ed alconsolidamento delle reti locali. La vi-talità degli stessi designa un sistema direlazioni economiche la cui evoluzioneè fortemente legata al territorio.

Nella foto in alto: Alcuni produttori parte-cipano ad un incontro organizzato dall’as-sessorato provinciale agricoltura. Nella foto al centro: L’assessore Di Gia-como (al centro)

Un patto per lo sviluppo dell’olicolturaVerso la nascita del distretto olivicolodella Provincia Regionale di Agrigento

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Il Palazzo della Provincia fu uno deiprimi edifici che, nell’ottocento, ven-nero costruiti fuori dalla cinta mura-

ria, cambiando radicalmente l’aspettodella Città.

Al Re Ferdinando II, in visita allacittà di Girgenti, veniva esplicitamentechiesto «...che l’Istituto di Beneficenzasi fondasse entro il Palazzo Gioe-nino...»(G. Picone, Memorie storicheAgrigentine – pag. 604). La costruzionedoveva essere adibita al Reale Ospiziodi Beneficenza di Agrigento; con ilRegio Decreto del 16 Maggio 1853 neera stata approvata la spesa e nel 1858,alla presenza del Vescovo di AgrigentoDomenico Lo Iacono e dell’Intendenteborbonico Salvatore Vanasco venne po-sata la prima pietra «...la Decuria rin-graziava il Re…e nello stesso anno fu-rono demoliti gli stazzoni, o le case deifiguli, che occupavano parte del pianodi Porta di Ponte, e deformavano l’in-gresso della città... e nel corso dell’annostesso (1858), alla presenza del Ve-scovo e del novello Intendente Vanasco,si gittava la prima pietra dell’Ospizio diBeneficenza il quale divenne MagnificoPalazzo della Provincia e della Prefet-tura...(G. Picone, Memorie Storiche

Agrigentine – pag. 630,631)”. Relativamente all’aspetto che doveva

avere il largo «Porta di Ponte» primadella costruzione del reale Ospizio, neparla ancora, nell’anno 1860 il notabileagrigentino E. P. Diana «...il forestieroche veniva a Girgenti... riceveva le primebrutte impressioni della Città. Luridi emal costruiti erano i casolari, detti staz-zoni, dei vasellai o meglio di fabbricatoridi brocche….alcuni sul suolo sul qualeora sorge maestoso il Palazzo della Pro-vincia...».

Di autore ignoto, venne progettato perospitare i Reali Ospizi di Beneficenza diAgrigento con lo scopo di soccorrere ededucare gli infelici figli dello Stato, non-ché tutti i giovani orfani indigenti.

Siamo nel 1860, breccia di Porta Pia,ordinanza garibaldina di espulsione del-l’ordine dei Gesuiti dal Mezzogiorno. LaSinistra storica sale al potere; l’esten-sione delle leggi sui beni ecclesiastici,estesa al Regno d’Italia, condusse allaconfisca del patrimonio della chiesa, ri-levante nell’Italia centrale e meridionale.Gli edifici di culto vengono così requisitied adibiti a ospedali, scuole, carceri, ca-serme. L’edificio, ancora in costruzione,cambia di destinazione d’uso per ospitare

Luigi Mula Vicende costruttive e notizie storico critiche

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IL PALAZZO SEDE DELLA PROVINCIA REGIONALE DI AGRIGENTO

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l’Archivio di Stato e successivamentevenne adibito ad ufficio della Prefetturae della Provincia.

Venne così modificato il progetto ar-chitettonico iniziale che aveva pianta ret-tangolare con corte centrale e scaloned’onore collocato alla destra dell’ in-gresso principale e prevedeva al pianoterra la sistemazione della cucina, delmagazzino del parlatorio e di alcune salemolto grandi atte ad ospitare le variescuole di mestiere. Al primo piano sa-rebbero state destinate le rimanenti aulescolastiche, la cappella e gli alloggi delPrefetto degli studi; i dormitori invecesarebbero stati destinati al secondopiano. Dalla sommità dell’edificioavrebbe campeggiato lo stemma realeborbonico. Sul tetto sorgeva anche unosservatorio meteorologico «...dicembre1870... eclissi totale di sole. A ben os-servarlo vengono in Girgenti il Principedi Lampedusa…mentre nell’osservato-rio meteorologico, che sorge sulla som-mità del Palazzo della Provincia,stanno... (Picone, Memorie storiche agri-gentine – pag 684)»

DESCRIZIONE ARCHITETTONICA

L’edificio, compreso fra la piazzaMoro, su cui ha l’ingresso principale, lapiazza Vittorio Emanuele e la via Giorniè a pianta centrale, quadratica con uncortile porticato (loggiato) a tre pilastriper lato. Si estende su cinque piani tuttifuori terra, l’ultimo dei quali è prospi-ciente l’atrio e occupa solo parzialmentela superficie in pianta non affacciandosiverso l’esterno.

Nei prospetti esterni si individuanosolo i primi 4 piani.

Le coperture sono a tetto con capriatein legno e tegole miste. I pavimenti sonoin marmo e in mattoni rimaneggiati conceramica, legno e materiali plastici.

Il portale d’ingresso presenta due co-lonne laterali. I finestroni, sette per pianosulle facciate che si rivolgono a Sud, Ested Ovest e due sulla facciata Nord, conmotivi architettonici neoclassici che sievidenziano nei timpani, nei cornicionimarcapiano e di coronamento, nel por-tale e dal falso bugnato del prospettoesterno. Accedendo all’edificio dal por-tone centrale, varcata una porta a vetridecorata con lo stemma della ProvinciaRegionale di Agrigento, si accede al log-giato, la cui pianta ad anello disimpegnale stanze adibite ad uffici. Di fronte al-l’entrata principale, la scala nobile è ca-ratterizzata da quattro rampe con otto co-lonne che sostengono le volte.

Tali colonne al piano terra e al primopiano sono rivestite di gesso grigio adimitazione marmo; ancora al primopiano il soffitto è adornato con dipintiraffiguranti gli stemmi araldici di Agri-gento, Sciacca e Bivona ed un putto chetiene in mano il tempio di Giunone.

Suggestivo l’ultimo piano dove co-lonne in gesso decorato a finto bronzosormontati da putti, incorniciano un sof-fitto con affreschi rappresentanti illustriagrigentini: De Cosmo, F. Foderà, M.Foderà e Fazello.

Tornando nel cortile centrale, alla si-nistra dell’ingresso principale, si accedealla scala di servizio a due rampe checonduce ai quattro piani superiori cheospitano rispettivamente l’alloggio pre-fettizio, gli uffici della Prefettura e quellidella Provincia. Da segnalare al terzopiano la bellezza degli affreschi del sof-

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del visitatore una spettacolare volta abotte in pietra viva.

STEMMA ARALDICO

Nel 1938, in occasione del secondoanniversario della Federazione dell’Im-pero Italiano, il «Regime» dispose lapubblicazione ufficiale dell’Albo d’orodei caduti, corredato di tutti gli stemmiaraldici delle Province italiane. La Pro-vincia di Agrigento era da tempo rap-presentata da un’ immagine simbolicache però non era stata registrata dallaConsulta.

Fu in tale occasione che il prof. Se-bastiano Bianchini rielaborò lo stemmaprovinciale conservando l’identica sim-bologia; un unico raffigurante gli em-blemi araldici del capoluogo Agrigento

e delle sue Sottoprefetture Sciacca e Bi-vona. Lo stemma fu ideato prendendospunto dal crollo del tempio di Giove ein sua memoria, congiungendo simboli-camente lo splendore dell’arte greca conquello della civiltà Cristiana. Nellostemma infatti tre Telamoni portano sulcapo una piattaforma su cui si elevanotre torri davidiche; su quella centrale sierge il simbolo cristiano ed eucaristico.Sciacca è rappresentata dal guerrieroAgatocle, armato e su un focoso de-striero, nell’atto di conquistare i tre do-mini di Sicilia, Grecia e Africa. Un ragnoe una mezza luna sono i simboli dellaSottoprefettura di Bivona, usati quali si-gilli dal duca Pietro di Bivona.

I simboli delle tre città vennero rac-chiusi in un unico scudo su cui venneposta la corona della Provincia.

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fitto dell’Aula Consiliare «Giglia»,dove una suggestiva metafora dellostemma della Provincia, capeggiato daun Italia dalle giunoniche fattezze,tende la mano a tre grazie che rappre-sentato Agrigento e le sue sottoprefet-ture: Sciacca e Bivona. Degno di at-tenzione è il lampadario in stile art nu-veau. Infine all’incrocio delle pareticon il soffitto si impongono alla vistale medaglie dei busti di Agatocle,Pileo, Cleone ed Empedocle.

Di particolare attenzione è il sof-fitto della sala a biblioteca ubicata alpaino terra del palazzo dove, un re-cente restauro, impone all’attenzione

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Ha iniziato quasi per gioco a suo-nare il pianoforte, forse per farcontenti i suoi genitori, ma poi

si è così entusiasmato che oggi è entratonel panorama internazionale dei direttoridi orchesta.

Ci riferiamo al giovane direttore diorchesta agrigentino Simeone Tarta-glione. Laureato, valente pianista, ottimodirettore d’orchesta Simenone ha rag-giunto vette altissime nel suo campo su-scitando l’apprezzamento e l’ammira-zione della gente di Denver in Coloradodove ha diretto il grande concerto di Na-tale. Il giovane artista agrigentino sitrova nello stato del Colorado negli Usaper tutta una serie di appuntamenti mu-sicali.

Pianista, compositore e musicologoSimeone Tartaglione ha ad oggi un cur-

riculum artistico di tutto rispetto: ha di-retto al festival internazionale di Tusca-nia l’orchestra sinfonica di Stara Zagoraed in Campania l’orchesta di stato ru-mena di Craiova.

Ottima anche la critica nei suoi con-fronti. Del direttore agrigentino si sonooccupate prestigiose testate giornalisti-che quali il Corriere della Sera, La Re-pubblica, il Messaggero, il Tempo.

La sua passione per la musica inizianel 1974. Allora l’anonimo Simeone an-dava a lezioni di pianoforte da una dellepiù brave e preparate docenti di questadisciplina, la professorella Laura Cutaiain Riolo da cui poi sono uscite tante altrebelle promesse della musica.

Commentando questa esprienza il

maerstro Tartaglione ha detto «E’ statauna emozione indicibile sentire la mu-sica sgorgare sia dal palco che alle miespalle. Era come essere avvolti in unanuvola di suoni»

A lato: una storica foto gentilmente con-cessaci dalla prof. Laura Riolo, al centro,con Simeone a destra ed un’altra grandeartista agrigentina, Alessandra Cutaiaanch’essa divenuta oggi una stella dellamusica italiana

Successo negli Stati Unitiper Simeone Tartaglione

Il giovane direttore d’orchesta agrigentino nel «Grande Paese» sta riscuotendo grande successo ottenendo vasticonsensi di pubblico e di critica

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C’è un filo lungo due secoli, dive-nuto quasi un cordone ombeli-cale, a legare Cianciana e l’In-

ghilterra. Aveva iniziato, nella primametà del XIX secolo, la Compagnia Mor-rison & Seager a frequentare le lande del-l’entrroterra agrigentino e vi aveva atti-vato una miniera di zolfo dando origineall’industria estrattiva ciancianese percederla poi a Vincenzo Di Giovanni,nonno dell’illustre poeta Alessio.

Subito dopo la seconda guerra mon-diale, in concomitanza con la ricchezzadi poche famiglie e lo sfruttamento dimolti, una delle «mete preferite» deiCiancianesi disoccupati, soprattutto con-tadini, divenne proprio l’Inghilterra, edin particolare la cittadina di Hoddesdon,che ancora ospita qualcosa come tremilaCiancianesi.

I nostri emigrati sono così ben radi-cati in Inghilterra che ogni anno il 13giugno festeggiano Sant’Antonio di Pa-dova, protettore del paese.

Adesso le parti sembrano essersi in-vertite e gli Inglesi stanno scopendoCianciana, dove comprano casa.

Com’è potuto accadere ? Cosa offre di particolare ai sudditi di

Sua Maestà britannica il piccolo centroagrigentino?

I siciliani, si sa, sono per natura estro-

versi, credono nell’amicizia e facilmentesi legano a persone che sappiano ascol-tarli e apprezzarli. Sono il nostro mi-gliore biglietto da visita soprattutto al-l’estero ed in Inghilterra i Ciancianesi sison fatti stimare ed apprezzare per se-rietà e compostezza sociale.

Tornando d’estate a rivedere i vecchigenitori e gli amici, spesso si son fatti ac-compagnare da amici inglesi.

Fu così che Dave, venuto in vacanza,scoprì il paese di Cianciana.

Fu un vero amore a prima vista. Ri-mase affascinato dell’ambiente naturalee sociale e decise che era un posto cosìtranquillo ed ospitale da potervi tran-quillamente dimorare. A Dave, che siesprime benissimo nel nostro dialetto, neseguirono altri, affascinati da quanto leg-gevano sul giornalino locale «La Voce»,sulla quale lo stesso ha tenuto per lungotempo una rubrica intitolata «Un ingleseall’estero».

Questa esperienza ha interessato laprestigiosa rete televisiva inglese, laBBC che vi ha dedicato degli ampi ser-vizi.

Un'altra ambasciatrice della vita cian-cianese è stata una popolare attrice disoapopera britannica, che due anni fa hatrascorso le ferie a Cianciana.

Cosa offre quindi il «paese dei poeti»

Cianciana conquista gli inglesi

Una coppia di inglesi ha già acquistato unagrande villa per farne un albergo di lusso

Il centro montanodell’entroterraagrigentino si avviaverso una stagioneeconomica positivaNecessario l’aeroporto per favorire il turismo

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Un legame plurisecolare legagli abitanti del piccolo centro allagrande Inghilterra• Ottimo cibo, ariafine e gente serena:gli ingredienti per un nuovo turismo nellanostra provincia

Santino Alfano

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ai figli di Albione? Innanzi tutto la tranquillità dei luoghi

e della stessa gente, la consapevolezza dinon essere scippati o aggrediti ad ogniangolo di strada, il clima, generalmentemite, anzi caldo per chi è abituato a tem-perature rigide, i prodotti genuini, le bel-lezze naturalistiche ( il Platani, le mac-calube, la necropoli, il bosco e la grotta– con lago– di Monte Cavallo etc.) il ca-lore e l’ospitalità della gente, traducibilenell’epopea del vicinato per cui il fore-stiero viene preso per mano ed aiutato adinserirsi, ed una posizione geografica ot-timale, essendo la cittadina equidistantedal mare di Eraclea Minoa o Sciacca edalla montagna, dai boschi di S. StefanoQuisquina e di Cammarata.

Se poi aggiungiamo che nel cambioeuro-sterlina gli inglesi ci guadagnano,il quadro si completa da solo: comprareconviene e fare spesa ancora di più. Ilproblema adesso diventa un altro e cioècome rendere appetibile Cianciana neidiversi mesi dell’anno e non solo o so-prattutto, d’estate.

E’ chiaro che bisogna organizzaredelle attività che coinvolgano tutti gliabitanti, vecchi e nuovi, ( e in ciò i Cian-cianesi sono impareggiabili), ma soprat-tutto occorre favorire gli spostamenti

verso il capoluogo di provincia e il marecon un sistema viario ammodernato perconvincere i giovani che Sicilia, Cian-ciana è bello.

Come fermamente credono Teresa eClive, lei figlia di nostri emigrati, lui uningegnere inglese, che hanno compratouna monumentale villa da ristrutturareper ricavarne un hotel in grado di ospi-tare un turismo inglese d’elite, accanto aquello che può trovare posto nelle case-albergo di cui il paese ormai abbonda.

Ma soprattutto un aeroporto. Lampe-dusa ha avuto il suo risveglio economicoin quanto il milanese si imbarca a Mal-

pernsa ed arriva nell’isola in meno didue ore senza dover percorrere lunghie pericolosi tratti di strada.

Altri centri della nostra Sicilia chesono vicini ad uno scalo aereo hannouna florente economia turistica inquanto oggi la gente non vuole perderetempo.

Con l’aereo parte e nel giro di pocotempo raggiunge la destinazione perconcedersi, secondo le preferenze, in-tense giornate di mare, lunghe passeg-giate nei boschi, per godersi le ferieserenamente.

E Cianciana lo ha dimostrato diavere tutte le carte in regola per pun-tare sul turismo stanziale.

Nella nostra provincia abbiamo ungrande esempio di economia intera-mente fondata sul turismo, l’isola diLampedusa divenuta regno incontra-stato dei milanesi e di quanti amano ilmare.

Molti di loro hanno comprato casee dammusi per concedersi due setti-mane di ferie lontani dai ritmi dellavita moderna e soprattutto con un’ali-mentazione sana quale è appunto lacucina mediterranea. Ed oggi Lampe-dusa da maggio a settembre moltiplicala popolazione raggiungendo anche leventimila presenze.

Ed allora l’aeroporto è uno deipunti forti per sviluppare il turismo.

Nelle foto: una panoramica del comune diCianciana. A destra ed in basso: edificiacquistati dagli inglesi

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tributi che ne costituisconoin fondo, il tessuto connes-siale.

Non è difficile nelle no-stre librerie, non molte,anche per la pigrizia di leg-gere tutta siciliana vedereapparire libri di “scono-sciuti”, non certamente ci-tati dalla grande critica, mache hanno “un carattere”,oseremo dire.

Sono parecchi, ma vo-gliamo soffermarci, solo sualcuni, anche se per altri, siindividuano trame e sog-getti che se sviluppati, subase tecnica (d’altronde visono degli appositi corsiper imparare a scrivere)potrebbero arricchire la giànutrita schiera di scrittori,che riescono a trasmettereal lettore la gioia del libro.

Fra quelli che vediamo“occhieggiare” dal 2004 viè quello di un funzionarioamministrativo dell’Ospe-dale Civile di Agrigento, in

verità nel passato giornalista, che, in si-lenzio, ha maturato, filtrato diremmo, nelcorso di tanti anni, quella che è la culturaclassica della città, da Akragas ai nostrigiorni. Ed ha profittato di una pianta of-ficinale che è anche il nome di una con-trada, denominata Consolida. Costituisceil titolo di un libro. L’autore Ubaldo Ric-cobono. L’editore, un giovane impresa-rio che da qualche anno, si cimenta nel-l’avventura economica, Massimo Lom-bardo che ha avuto fiuto, diciamo in unapubblicazione un po’ fuori dell’ordinarioe che, appunto, per questo motivo, è statapremiata nel quadro di “Torino libera” apersonalità distintesi in campo nazionaleed internazionale. Gli è stato conferito ilterzo premio, sezione narrativa “MarioSoldati”, sotto il patrocinio del Presidente

Nelle graduatorie pubblicate suquotidiani e riviste, non è certofacile trovare autori che non

siano entrati nel giro dei grandi editori,ad eccezione di quelli che noi conside-riamo “locali” per via di nascita, comepotrebbe essere Camilleri, “marinisi” aPorto Emedocle. Gli altri, Consolo, losono un po’ meno perché di altra areadella Sicilia, seppure contigui.

Eppure, pubblicati da piccoli Editorive ne sono tanti; forse una miriade,spesso poeti in vernacolo ed italiano,ospitati nei vari premi che sorgono unpo’ ovunque, per la gloria, caduca, dipochi. Intendiamo invece soffermarci sualtri scrittori della prosa che apportanoun grande contributo, alla storia del no-stro Paese, intese come tanti piccoli con-

Ermogene La Foreste

L’impegno culturale degli scrittori agrigentini

«Una contrada chiamata Consolida» iltesto storico di Riccobono

Sconosciuti alla

grande critica

trovano

in editori locali

disponibilità

a stampare

le opere

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della Repubblica, del Centro Panunzio,Associazione di Libero Pensiero, fondatada Mario Soldati ed Arrigo Olivetti nel1968. La motivazione: Opera singolareche avvince e coinvolge. E’ la narrazione,attraverso le lettere e i contatti di un Ar-cheologo tedesco con un immaginariomedico agrigentino della contrada Con-solida di Agrigento e della pianta anti-chissima che le ha dato il nome ed anchela storia di questa straordinaria città, at-traverso i millenni, dall’epoca mitologicaad oggi. Appaiono, via via, attraverso ivari capitoli di una struttura originale ecomposita (narrativa, poesia, spunti sto-rici, brani teatrali) grandi personaggi daGorgia a Cicerone, da Goethe a San Gio-vanni di Dio – che ha dato il nome all’o-spedale di Agrigento, uno dei protagoni-sti della narrazione – da Pirandello aSciascia, ma soprattutto il grande Empe-docle, filosofo, ingegnere, medico e far-macista, biologo e poeta.

Un lavoro completo, articolato che sisviluppa in 236 pagine ed in quattro parti.

La prima:miti e leggende; la seconda:Empedocle; la terza:il nome (Cicerone)che passa in rassegna la fondazione degliOspedali di Agrigento (nel passato se neè curato un medico, Salvatore Morrealeche pubblicò anche una stampa dell’O-spedale Militare di Girgenti); la quarta:Appendice ed in ultimo, dulcis in fundo,Viaggio fantastico nei Sentimenti con il“Fidanzamento” (Pirandello) e Medita-zioni a Consolida (Leonardo Sciascia) enelle ultime cinque pagine: Storia re-cente, Breve viaggio a Consolida.

Un successo notevole di critica. Di re-cente un lavoro su L. Pirandello; una ri-duzione teatrale.

Un altro scrittore, rivelatosi tale, dopoun’intensa attività di sindacalista, di ri-lievo anche regionale, Francesco Zarbo,nativo di Casteltermini. Si inserisce, de-gnamente, nel filone rappresentato dalleopere di Gaetano Di Giovanni (1831-1912), notaio ufficialmente, studioso,amico di grandi del tempo, GioacchinoDi Marzo, Francesco Guardione, Giu-seppe Pipitone Federico, GiovanniVerga, Giuseppe Pitrè, per citarne alcuni.Pubblicò in due temi (ristampati nel1976 da quella Amministrazione Comu-nale), nel 1869 e 1873 con i caratteridella Stamperia Montes di Girgenti “Ca-

steltermini e il suo territorio” dal periodosicano al 1876. Un terzo tema, in itinere,non arrivò alla luce seppure annunciato.Francesco (Ciccio per gli amici) ha alsuo attivo una pregevole pubblicazione“Leggi ataviche” che ha avuto un lusin-ghiero successo per i personaggi tratteg-giati, figli della cultura locale, ma proli-ficamente, si è cimentato in un pregevolelavoro di ricerca sulla parlata castelter-minese, dando un prezioso contributoalla raccolta delle varie sfumature, lo-cali, del nostro dialetto in quella grandepubblicazione che sta curando l’Univer-sità di Palermo ed il suo Rettore prof.Giovanni Ruffino. In un convegno orga-nizzato dal Circolo culturale, intestatoappunto a Di Giovanni, vengono trattati,altre tre lavori, in corso di stampa, quali:Casteltermini nel passato e nel futuro(grande monografia fotografica); Scor-cio di cronaca (i più noti personaggi) enon poteva mancare l’illustrazione didue palazzi nobiliari: Alcamisi e Petix.

In gestazione altri lavori di soggettostorico e fantasia.

Un altro scrittore, possiamo dire, ab-bastanza prolifico è anche questo, unpersonaggio conosciuto per la sua verve,il suo spirito, in tutti i convegni mediciitaliani è Francesco Geraci nativo dellavicina Aragona, nella quale opera,quando non è impegnato come Presi-dente dell’Ordine di battere i problemidella categoria. E’ stato anche il Sindacodel suo centro. Ha voluto raccogliere, lesue esperienze e la sua prima pubblica-zione (1995) è stata di carattere tecnico;un volumetto di pagg. 63, dal titolo“C’erano una volta i medici” da Bertania Torricelli. Testo stringato, chiaro; qua-dro esauriente delle condizioni igienicosanitarie nella seconda metà del secoloXIX. Legislazione sanitaria post unita-ria; riforme sanitarie; situazione attuale.

Nel 2000 la Società di Storia Patriagli pubblica “Una terra feudale e prole-taria-Aragona” in cui fa la storia deglieventi nella nostra provincia ed i vari ri-flessi. Infine, nel 2004 ad opera del Cen-tro Studi Pastore “Quando si dice la vita.La non facile avventura del dr. FeliceConforto” un po’ biografica, esperienzaanche di altri medici, forse, nel travagliodella società di tutti i giorni.

Nella foto in alto: Ubaldo Riccobono auto-re di un pregevole libro sui grandi perso-naggi della storia greca e modernaSotto: la copertina del libro di SalvatoreMorreale “L’ospedale Civile di Agrigento.

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di svolgere attività programmate al-l’interno di gruppi o associazioni. Sipensi, a proposito, ai differenti gruppidi incontro, preghiera, volontariato e,infine, agli Scout.

Le parrocchie quindi, insieme adalcune realtà laiche e a piccoli gruppiauto-organizzati, fungono da centrocoesivo delle forze e delle energie diuna parte, purtroppo minoritaria, deigiovani, lasciando però, per motiviche sovente esulano dalle proprie re-sponsabilità, ancora insoddisfatte escoperte molte delle esigenze di con-fronto, di svago e di crescita.

Così i luoghi di incontro svincolatidalle necessità legate al ‘consumo’ ri-sultano ormai scarsi e a volte inade-guati.

Ma a risentire della condizionedegli spazi dedicati alla socialità nonè solo il mondo giovanile ma anche esoprattutto il confronto intergenera-zionale in senso lato.

Da un lato, infatti, gli adulti pre-feriscono pensare al mondo dei ra-gazzi come se fosse un rispecchia-mento esatto del proprio vedendo,ad esempio, nel senso del loro disa-gio i segni e i significati che ani-mano e animavano il loro, dall’altro,i giovani avendo la percezione dinon essere ascoltati e compresi,nella loro specificità e unicità gene-razionale, fatta di storie, esperienzee idee differenti, prendono semprepiù le distanze, anche attraversoscelte estreme, da tutte le esigenzeche il mondo adulto pone e riven-dica.

In tal modo accade che ci si rifugiin modelli più o meno mediaticipronti a colmare quella ‘crisi di iden-tità’, che ormai ha tutto il sapore diuna ‘crisi del sociale’, con identitàfittizie, ingannevoli e perciò stessomolto approssimative.

E’ovvio che l’assenza di spazi pre-posti alla socialità costruttiva e all’in-contro, nonché la mancanza di ‘centrisportivi’ pubblici polivalenti e multi-funzionali, finisca per favorire, comesi può intuire dal breve quadro sin quidelineato, il consumo eccessivo di al-

L e lunghe serate trascorse nei‘pub’ hanno spesso il saporedi un ripiego, anche se la rou-

tine degli impegni scolastici fa sì chesi attendano quei momenti con ansiaper trascorrere con gli amici, o con lapropria ragazza, un po’ di tempo incompagnia per chiacchierare, scher-zare o semplicemente per conoscersimeglio o “fare qualcosa”.

Così nel fine settimana i luoghi diraduno si affollano: il ‘Viale’ d’in-verno, ‘San Leone’ d’estate.

Tra la folla spesso capita di doversiorientare per raggiungere o indivi-duare la propria comitiva o il propriopiccolo gruppo di amici di riferi-mento.

Ma ben presto ecco che si pone lafatidica domanda sul “che cosa fare”e sarà allora facile intuire dai com-menti lo scontento per una città cheancora oggi, in gran parte, offre per leserate dei più giovani soltanto pizze-rie, pochi ‘pub’ e qualche ‘dicoteca’,oltre, ovviamente, a lunghe vie e vialidove poter passeggiare in abbon-danza.

La carenza di alternative fa sì chespesso, allora, ci si rifugi nella solitabirra “in piedi” o “a tavolino”, sor-seggiata tra due chiacchiere e la paura,purtroppo sempre più frequente, chequalche animo si surriscaldi e “possasuccedere qualcosa”.

Non servono a molto i discorsi mo-ralistici volti a stigmatizzare il mondo

e la realtà dei più giovani, occorrepiuttosto constatare il fatto che i ra-gazzi mostrano di vivere un disagio eche, a volte, provano a dare una ‘ri-sposta’ a quest’ultimo con i mezzi chehanno a propria disposizione.

Il disagio che i ragazzi manifestanoè legato alla mancanza di luoghi in cuipoter interagire in modo diversificatoe costruttivo; l’esigenza che espri-mono, oggi come ieri, è espressionedel bisogno di socialità e di impegnocostante, impegno che sia supportato,con coerenza e generosità, anche dallegenerazioni più anziane.

Da ciò è facile constatare come laquestione legata all’impegno e alla so-cialità, per le nuove generazioni, coin-volga l’intero tessuto sociale con leproprie differenze, sfumature e molte-plici sfaccettature.

A tutt’oggi mancano adeguati cen-tri di aggregazione, luoghi che fun-gano da veri e propri laboratori dellacreatività e della socialità etica ed edu-cativa. Se la scuola, infatti, svolge unruolo di primaria importanza nell’am-bito dell’impegno per la formazionedelle nuove generazioni, è pur veroche assai spesso non si riesce ad ac-contentarsi di questa e si va in cerca dialtri spazi e contesti nei quali, e grazieai quali, poter vivere la comunica-zione e l’incontro.

Tutt’ora sono le parrocchie più at-tive a convogliare i ragazzi e a fornireloro, nel “tempo libero”, la possibilità

La Città ed i ragazzi, lanecessità di spazi peruna socialità costruttiva

Emanuele Mariani

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colici e di altre sostanze, al fine di ot-tenere quello stordimento che almenoper un attimo possa dare la sensazionedi un’effettiva contentezza e legge-rezza.

Così presso le nuove generazioni siapproda al consumo di alcool semprein età più bassa e i fenomeni dell’al-colismo e delle tossicodipendenze ten-dono ad aumentare pericolosamente.Il problema del confronto intergene-razionale e della cooperazione attivafra tutte le componenti del tessuto so-ciale rimanda direttamente alla neces-sità di riflettere nuovamente, e consempre maggiore impegno, sul sensoprofondo di un’interazione reale e po-sitiva tra sfera pubblica e sfera pri-vata, tra responsabilità personale e re-sponsabilità sociale.

Se è vero che molte delle condi-zioni sociali in cui siamo immersi, eche in larga parte viviamo, finisconoper favorire sempre più la chiusuranel ‘privato’ e il ‘disinteresse’ pertutto ciò che riguarda l’ambito dellacondivisione e dello stare ‘con glialtri’ (cui si aggiunge lo ‘scontento’per la mancanza in città di reali op-portunità lavorative per i giovani), èpur vero che, a maggior ragione, ilproblema qui posto non può essereaffrontato e risolto se non attraversouna concertata azione sociale, capacedi ritrovare nel “concreto” il sensodella realizzazione in comune di con-dizioni di vita e di confronto qualita-tivamente migliori.

E importante a questo propositosottolineare come a rendere ancorapiù difficile la costituzione di unatrama di rapporti feconda e radi-cata, che faccia da sostegno per larealizzazione di una vita socialestabile e diversificata concorra,oltre che ovviamente la mancanzadi lavoro, il fenomeno dell’emigra-zione di molti studenti universitariverso altre facoltà della Sicilia e delnord Italia.

Anche questo sradicamento, ormaiconsolidato, contribuisce, in modospesso determinante, a rendere il le-game sociale e la continuità genera-

zionale ancora più fragili e a volte ve-ramente precari così in città come inprovincia.

Da Agrigento a Palermo, da Romaa Milano, da Parigi a New York finoad arrivare a Mosca, i più giovanimostrano e manifestano il loroprofondo disagio e scontento per lacittà in cui vivono, e per la realtà concui di volta in volta sono costretti ascontrarsi; ma non bisogna confon-dere il fisiologico malcontento perciò che più ci appartiene e che ci faapparire migliore ciò che è lontano oche ci è precluso per i più svariatimotivi, con la reale constatazione cheoggi, ancor più che in passato, la“crisi degli spazi pubblici” e dei luo-ghi di incontro, si fa sentire in modosempre più pressante tanto da fare ap-parire la propria città come una più omeno grande macchina per produrree svolgere attività sempre più ripeti-tive e per questo alienanti.

Non bisogna dimenticare che inquesto quadro le realtà più piccole,come Agrigento per l’appunto, go-dono tutto sommato inaspettatamentee, per molti versi paradossalmente, dimolti punti a proprio vantaggio ri-spetto a quelle di maggiori dimen-sioni, come le spersonalizzanti metro-poli o le grandi città industriali con laloro asfissiante frenesia e i loro ritmisempre più incalzanti.

Tra le vie della nostra città, tra ipaesaggi e gli scorci che emergonoalla vista, tra i saliscendi delle sue an-tiche ‘trizzere’, nei suoi luoghi tantoricchi di storia e di tradizioni, è infattiancora possibile esperire un’autenticadimensione a misura d’uomo, condi-zione questa che non va affatto sotto-valutata ma tenuta in grande conside-razione.

Una città come Agrigento può an-cora offrire grandi possibilità per unariscoperta del ‘sociale’ forse proprioa partire da quella dimensione umanache offre, dalla propria ricchissimastoria, nonché dalla posizione di as-soluta centralità che occupa geogra-ficamente nell’ambito del Mediterra-neo.

Tale centralità pone Agrigentocome potenziale protagonista di pri-missimo piano nello scambio tra ledifferenti culture e differenti popoli,scambio costruttivo di pace e dinuovi orizzonti di convivenza civile,in vista di una società, in cui i piùgiovani reclamano a gran voce unruolo di spicco, sempre più connotatacome multiculturale.

Così è risorsa inesauribile anche esoprattutto la volontà della nuove ge-nerazioni di dare alla città momentidi socialità, di cultura e di confrontoin senso ampio, che siano realeespressione di una rinascita capacedi segnare realmente una nuova fio-ritura dell’arte e della socializza-zione creativa e costruttiva.

Occorre allora, per ciascuno di noi,innanzitutto ripensare e riformulare intermini positivi il rapporto tra pub-blico e privato ossia la relazione tra lavita di ciascuno di noi come sempliceindividuo e la vita della più vasta co-munità in cui siamo inseriti e di cuifacciamo parte.

Al fine, innanzitutto, di non scrol-larsi di dosso con poche e facili parole,e in modo assai comodo, ogni respon-sabilità, ma anche al fine di trovare unpunto di partenza e di appoggio validoper un reale miglioramento delle no-stre condizioni di vita tanto nella sferapiù personale quanto in quella pub-blica.

Da qui si comprende quanto sia im-portante partire dalla valorizzazionedelle esigenze emergenti che, ancheattraverso un profondo disagio che sadi smarrimento e a volte anche di vio-lenza, le nuove generazioni manife-stano in modo sempre più forte e sen-tito, per fare sì che l’esperienza dellacondivisione e dell’incontro non si-gnifichi esclusivamente ‘pub’ o ‘piz-zeria’e, in ultima analisi, per non mor-tificare quel profondo desiderio direale socialità creativa e di comunica-zione che Agrigento ancora vuole epuò esprimere: desiderio di socialitàcostruttiva, rispettosa delle differenze,e di impegno sia culturale che etico-religioso.

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Decimo volumedella collana“Viaggi eViaggiatori inSicilia” diretta daRosario Portale.

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36 Marzo - Aprile 2006

Rosario Portale, professore di LetteraturaInglese all'Università di Catania, e pubbli-cata da Agorà Publishing sotto l'egida dellaProvincia Regionale di Catania.

In quest'opera, l'autrice, che insegnaLingua Inglese presso l'Università di Ca-tania e Letteratura Inglese presso la LiberaUniversità KORE di Enna, ha collazionatoe registrato tutti i testi e documenti di viag-gio - a stampa o ancora manoscritti - deiviaggiatori inglesi e francesi che hanno vi-sitato la nostra Isola e la provincia di Agri-gento dal Rinascimento al 1915, e ne hadato una catalogazione ragionata, corre-dandola in apposite note esplicative di tuttele informazioni relative ad ogni singoloviaggiatore e alla sua visita della Sicilia.

Questa sistematica ed accurata raccoltabibliografica, frutto di lunghe e minuziosericerche condotte presso numerosissimebiblioteche ed archivi nazionali ed esteri,mira fra l'altro al recupero - anche memo-riale - dei resoconti di viaggio redatti daiviaggiatori britannici e francesi che visita-rono e/o soggiornarono in Sicilia tra il1500 e il 1915 e che di quella esperienzahanno lasciato testimonianza scritta indiari di viaggio, autobiografie, lettere fa-miliari e/o ufficiali, relazioni, appunti, di-dascalie a commento di schizzi e disegni.

I limiti cronologici sono collegati alla ti-pologia del genere di viaggio che, nato nelsecolo delle grandi esplorazioni, si sviluppòcon gli stessi elementi dominanti e gli stessiobiettivi fino allo scoppio della primaGuerra mondiale, durante la quale i viaggifurono temporaneamente sospesi per poi ri-prendere con tutt'altre caratteristiche e tec-

L a città di Agrigento e la sua pro-vincia sono state a lungo meta dinumerosi viaggi di aristocratici, di-

plomatici, studiosi o appassionati d'artestranieri che, sulla scia del Grand Tour,estendevano il giro dell'Italia alle regionimeridionali, fino a compiere il periplo dellaSicilia. Per la sua famosissima, in tutto ilmondo, Valle dei Templi, Agrigento risultaessere una tappa costante di questi itineraripreminentemente dalla seconda metà delSettecento in poi - a seguito cioè dell'affer-marsi del gusto neoclassico - e poteva es-sere raggiunta o via mare, procedendo infeluca lungo la costa, o attraverso l'interno,in lettighe trainate da muli e successiva-mente in treno. Sul tema della letteraturadel viaggio è uscito in questi giorni “Viag-giatori britannici e francesi in Sicilia (1500-1915)”- Bibliografia commentata di PaolaDaniela Smecca, X volume della Collana"Viaggi e viaggiatori in Sicilia", diretta da

nologie nel decennio successivo. Le molte-plici strutture con cui i racconti di viaggiohanno preso forma sono poi chiaramente in-dividuati in quest'opera che raccoglie vociche vanno dal diario di viaggio (autentico ofittizio) in cui venivano quotidianamenteannotati gli episodi più significativi dellagiornata e le persone incontrate, alla meraconvenzione letteraria del voyage par let-tres, in cui la narrazione degli avvenimentie degli aneddoti non era autoreferenziale maindirizzata ad un presunto destinatario; dalracconto del viaggio, rielaborato a posteriorisulla base di ricordi lontani, alla redazionedi vere e proprie guide, provviste di infor-mazioni pratiche ed essenziali.

Tutti i titoli registrati dimostrano, inol-tre, quanto straordinario sia stato l'impattoche la Sicilia ha costantemente avuto sul-l'immaginazione del pubblico europeo,mentre il gran numero di traduzioni pub-blicate nel nostro paese rivela il crescenteinteresse per il viaggio in Sicilia anche daparte dei lettori italiani. Ogni indicazionebibliografica, cronologicamente dispostasecondo l'anno della visita di ogni viag-giatore nella nostra Isola, è corredata di unapparato di note sull'identità dell'autore, l'i-tinerario seguito e l'eventuale traduzioneitaliana. Completano e arricchiscono il vo-lume un'appendice di manoscritti ancoroggi inediti, un indice degli antroponimi euno dei toponimi, anch'essi estremamenteutili a chi, studioso o semplice lettore, vo-lesse conoscere quali e quanti viaggiatoribritannici e francesi hanno visitato la lorocittà o il loro paese e ne hanno lasciato te-stimonianza scritta.

La Sicilia e la Valle dei Templi nella letteratura inglese e franceseDaniela Smeccaautrice del libro“Viaggiatori britannici e francesi in Sicilia(1500-1915)”

Angelo Palillo

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Sono quattro studenti dellaAccademia di Belle Arti di Agrigento di etàtra i 14 ed i 18 anni

37Marzo - Aprile 2006

D a alcuni mesi ad Agrigento terra dalle grandi inizia-tive culturali, è nata una nuova associazione, quelladei «Madonnari», un’antica arte di dipingere imma-

gini sacre sui marciapiedi e le piazze di città e paesi. Sono ri-cordi d’infanzia allorquando questi «vagabondi» armati di sem-plici gessetti colorati nel volgere di qualche minuto riuscivanoad immortalare sui marciapiedi scene bibliche, la natività o lacrocifissione (a secondo del periodo) oppure scene che richia-mavano alla memoria la vita di questo o di quell’altro santo.

Oggi questa meravigliosa arte ha rischiato di scomparire seun giovane agrigentino, Mimmo Scozzari animato da grandepassione è riuscito a coaptare in questa arte alcuni studenti del-l’Accademia delle Belle Arti «Michelangelo» di Agrigento chegià in questi pochi mesi di attività hanno saputo polarizzare suquesta loro attività artistica l’attenzione.

I madonnari di oggi hanno il volto Giuseppe Poletta, PaoloPullara, Sara Cannella e Sofia Sanfilippo.

Ragazzi di età compresa tra i 14 ed i 18 anni. Il loro debuttose così lo possiamo definire è avvenuto nel corso di una tra-smissione televisiva dove i ragazzi hanno realizzato una stu-penda immagine di Madonna con Bambino che è stata succes-sivamente ersposta nel quadro della mostra dio presepi orga-nizzata da Stefano Principato, dell’associazione «Luce Nuova»a Villaseta.

Anche a Campobello di Licata da due anni questa arte distrada trova i propri estimatori in alcuni giovani che si sono su-bito appassionati al disegno sui marciapiedi grazie ai profes-sori Salvino Marrali e Fausto Vella.

Torna in strada l’antica arte dei«Madonnari»

In alto a sinistra: i quattro studenti con Stefano Principato. In alto adestra: il Presidente della associazione dei «Madonnari» MimmoScozzari. In basso: i ragazzi durante alcune esibizioni tra la curiositàdei passanti

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38

Sciacca - L’Associazione «Gattoparda» compie dieci anni

Marzo - Aprile 2006

F uori da mitomanie se scrivi LaGattoparda di Sciacca equivale arichiamare subito il nome di

Francesca Giusi Licari che di quellastruttura è stata la tenace fondatrice rap-presentando da sempre l’autentico de-miurgo di ogni progetto o iniziativa darealizzare in Italia o all’estero.

Viceversa se citi Francesca Licari si-gnifica associarne il nome ad un florile-gio di attività che parlano di significativeforme d’arte: dalla prosa alla poesia,dalla scultura alla pittura, alla ceramica,alla fotografia.

L’Associazione culturale europea LaGattoparda ha superato il crinale dei suoiprimi dieci anni di vita guardando avantiverso nuove conquiste artistiche cheesaltino soprattutto la creatività femmi-nile attorno a tematiche sempre più at-tuali ed in grado di arricchire lo spiritodi ragazzi ed anziani o altri soggettiumani che più di tutti hanno conosciutola privazione e la sofferenza.

La cittadina termale ha mostrato diaccogliere ed apprezzare questa offertadi stimoli culturali ed idee mirate unica-mente ad educare nel sociale giovani eadulti. Lo statuto del sodalizio punta an-

cora all’integrazione multietnica esi-bendo la volontà di recuperare le tradi-zioni legate alla memoria e alla laborio-sità dell’uomo, specie di coloro che, puravanti negli anni, operano con passioneattorno al mondo dell’artigianato la-sciandone traccia fra le nuove genera-zioni.

Francesca Giusi Licari ha saputo rap-presentare il personaggio di punta di unmondo in continuo movimento.

Fine poetessa si è mirabilmente apertaverso sentieri artistici di grande respiro.Non si comprende davvero come la suaarte sia così variegata passando dai pen-nelli ai volti da scolpire od anche alla fo-tografia che ha saputo dispiegare così ungrande e ricco patrimonio d’arte.

Strizzando quasi l’occhio a modelliche ci riportano alla Magna Grecia l’ar-tista esprime qualità in grande stile ac-comunandosi a quella civiltà mediterra-nea di cui si respira oggi aria di con-fronto e di interscambio.

La sua pittura esprime costante ri-cerca ma ogni tratto sembra permeato diquella sensibilità che fa rima autenticacon la libertà. A volte nelle opere si notal’incapacità, propria del soggetto umano,di non poter raggiungere precisi oriz-zonti, ma lo sforzo di intelligenza si co-glie per intero.

La nostra Francesca ha esposto le sueopere a Milano, Bologna, in Spagna edaltre nazioni europee ponendosi in luceanche come autrice di poesie che sca-vano nell’anima e puntano a stabilire uncollegamento con il collettivo umanoche ci circonda.

Un suo testo di liriche è stato accoltoda poeti ed intellettuali col massimo diapprezzamento.

A lei si deve a lei l’organizzazione dimostre aventi come tema centrale i bam-bini, l’infanzia, la donna.

Un capitolo a parte merita infatti l’im-

Francesca G. Licari,artista nostrana a tutto tondo

Corrado Catania

pegno a portare alla ribalta la creativitàfemminile capace di raggiungere il cuoredei cosiddetti “diversi” e di quanti invo-cano attenzione e solidarietà.

Nel 2004 la Licari ha dato fondo aduna biennale d’arte che ha riscossograndi consensi. Adesso il club lavoraalla prossima edizione e non è esclusoche la mostra diventi itinerante così rag-giungendo altri Paesi, altri continenti.Nella precedente edizione infatti la ma-nifestazione artistica ha registrato lapresenza a Sciacca di artisti di altre na-zioni fra cui il Messico. Ecco, è proba-bile che la biennale possa prossima-mente svolgersi proprio a Città del Mes-sico.

Un particolare aspetto della mostra èrappresentato dai murales incentrati sul-l’infanzia. Si può pensare allora algrande coinvolgimento che può suscitarela realizzazione di dipinti su tele gigantilungo le periferie dei centri abitati spessoanonimi e lividi di nulla.

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39Marzo - Aprile 2006

I l Maestro Raffaele La Scala escedalla cerchia elitaria dei pochi car-radori rimasti in Sicilia e la sua

scomparsa ci priva di uno dei più autore-voli ultimi rappresentanti di una tradi-zione autentica poiché il suo lavoro in-carna indubbiamente l'espressione piùcaratteristica del costume storico e tradi-zionale della nostra terra. Le mani espertedel nostro «maestru carritteru» ci hannoregalato un'icona raffinata dell'artigianatolocale da conservare con orgoglio nellamemoria delle più significative tradizionipopolari e nel ricordo dell'abile maestroartigiano che con ingegno e assiduità hasaputo egregiamente profondere tutta lasua arte in ciò che Guy de Maupassantdefiniva «Le rebus qui marche» (il mi-stero che cammina).

Depositario di quest'arte in disuso éinfatti il carretto siciliano, il più altoesempio di un mestiere fatto di antiche

tecniche di lavorazione che testimonianola passione dell'artista verso un tipo diespressione profondamente radicata nellacultura isolana. Non a torto GiuseppeCocchiara, studioso del folklore siciliano,lo descrive come l'opera più caratteristicache l'artigianato abbia prodotto in Siciliala cui valenza "ne costituisce l'oggetto ti-pico come la gondola lo é per Venezia...".Merita pertanto un particolare elogio l'o-perato del Maestro La Scala il quale si èaccostato a quest’attività sin dall’età dicinque anni e ha proseguito il suo certo-sino lavoro con abnegazione e con l’u-miltà tipica dei veri artisti. Facendo te-soro degli insegnamenti della qualificatascuola di Comiso, a soli 17 anni anniapriva bottega per dedicarsi non solo alrifacimento di vecchi carri ma anche allacostruzione di nuovi. In tanti anni di at-tività svolta con devozione, perizia e ca-pacità creativa ebbe modo di affinare laproduzione e a coronamento del suo im-pegno lascia oggi una collezione compo-

sta di vari reperti e di cinque carri in ot-timo stato di conservazione: preziosigioielli di un patrimonio culturale da di-fendere e preservare. Il suo "museo deiricordi" rimane simbolo indelebile diquella tradizione siciliana fatta di cose edi luoghi di un tempo che fu e che ripor-tano alla mente lontananze, nostalgie delpassato, panorami aspri e profumi miste-riosi spesso rievocati dagli stessi emigratinelle cui case non manca mai il model-lino in scala del prezioso manufatto.

E' doveroso ricordare che il MaestroLa Scala é stato insignito di prestigiosipremi e riconoscimenti tra cui il conferi-mento dell'Onorificenza di "CavaliereOrdine at Merito Repubblica Italiana" daparte del Presidente della Repubblica.

L’importanza e l’unicità del suo la-voro rappresentano una testimonianza al-legorica di quella Sicilia in cui soprav-vive ancora una cultura popolare capacedi tramandare e valorizzare l’immaginedelle nostre più profonde radici.

L’eredità culturale di Raffaele La Scalal’ultimo grandemaestro carridore

Margherita Biondo

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40 Marzo - Aprile 2006

PERSONAGGI

C ontinuando la rubrica iniziata nel nu-mero precedente, ci occupiamoadesso di un agrigentino di nascita

ma romano di adozione, si tratta dell’artistaTom Sinatra.

Fin dalla tenera età dimostra la passioneper la musica che poi cresce e si perfezionagrazie ai primi studi con i fratelli Franco e TotòLi Causi, maestri della chitarra e del mando-lino; vanta, succesivamente, la collaborazionecon I Dioscuri, un noto gruppo folk agrigen-tino.

La passione piano piano aumenta fino a di-ventare una febbre che non scende mai e lacosa di cui ci si meraviglia – ci confessa Tom– è che ogni giorno che passa questa febbresale sempre. Successivamente ha sentito la ne-cessità di allargare i suoi orizzonti e sceglie diandare via dalla sua amata terra natia, anchese a malincuore, ma con la voglia di farsi co-noscere in Italia e nel mondo.

A Roma nei primi anni '80 l’incontro conMichele Guardì, anche lui agrigentino, glicambia la vita. Michele si innamora della suamusica e del suo modo di suonare e lo fa par-tecipare a numerose trasmissioni radio e tv,fino ad un contratto che lo lega alla RAI permolti anni come direttore d'orchestra e musi-cista nel fortunato programma televisivo «IFatti Vostri».

Diplomatosi al Conservatorio, oltre allachitarra suona il violino ed è amante della mu-sica antica e classica. Come compositore ha alsuo attivo numerose partecipazioni a San-remo, in particolare con il brano «Gechi e

Vampiri», interpretato da Gerardina Trovatoal 50° Festival di Sanremo. Le sue esibizioniinternazionali come unico chitarrista conSarah Jane Morris, Richard Galliano, MichelPetrucciani e tanti altri artisti famosi ci dannol’idea della sua grandezza. Tom è riuscito conla sua sensibilità a trasportare le emozioni cheil pubblico recepisce già dalle prime note.

Tra le sue composizioni ricordiamo il suoprimo cd «La chitarra del cuore» con 14 braniinediti che vendette tantissimo e lo fece cono-scere in tutto il mondo.

Una sua composizione dal titolo «Hassad»nel Cd: «Kings of Guitar - Acoustic», per laColumbia, Sony, 1997, lo acclama tra i primichitarristi al mondo accanto ad artisti quali:John Mc Laughlin, Mark Knopfler, ManitasDe Plata e Baden-Powell.

È stato ospite a Colonia in occasione del«Benefizmatinee zugunsten des Literaturhau-ses in der Oper Köln», alla presenza di Leo-luca Orlando e Hanna Schygulla. Tra gli ospitiRalph Giordano, Etta Scollo, Pino Marcucci,Massimo Bizzarri, Barbara Scherwey e altriancora. A Tom è stata affidata la parte musi-cale insieme al tenore Vincenzo La Scola. Allamanifestazione erano presenti circa 1400 per-sone.

È uscito ad aprile l’ultimo suo cd «Sinatraplays sinatra» con 16 brani rielaborati dell’in-dimenticabile Frank Sinatra: All The Way,Night and Day, Begin The Beguine, Bewit-ched, Cheek To Cheek, Strangers In TheNight, Embraceable You, Fly Me To TheMoon, It Had To Be You, My Way, AutumnLeaves, Smile, Stardust, The Shadow of YourSmile, Dancing In The Dark, S Wonderfu.

Tom, la musica per te è un lavoro?«Devo dire che la musica per me non è

stato mai un lavoro, ci vivo e questa è la for-tuna di chi fa un lavoro che piace. Tra noi ar-tisti scherziamo, infatti, quando facciamoqualche ora in più o ci attardiamo fino a nottefonda, diciamo sta diventando un lavoroadesso!!!».

Come si svolge una tua giornata tipo?«Mi sveglio alle 7.20, faccio

colazione ascoltando Mozart, Rossini, mi ri-lasso un po’e poi in RAI, si fanno le prove epoi tutto quello che viene».

Quando torni nella tua Agrigento cosanoti di diverso?

«Devo dire che sono cambiate tante cose,soprattutto la mentalità nei giovani. Hannopiù voglia di fare e di riuscire. Certamente iproblemi non mancano, d’altronde le cittàsono come le famiglie e, ogni giorno hannotanti sogni ma anche tanti problemi da risol-vere».

Cos’è la poesia per Tom Sinatra?«La poesia è musica e la musica è poesia,

infatti da 7 anni collaboro con Michele Pla-cido in un viaggio chiamato amore nella poe-sia sentimentale da Dante a Montale per ri-conciliarsi con la poesia che, per esempio, ascuola era legata solo all’interrogazione enon veniva realmente apprezzata. Mi sonosentito dire che suono la chitarra con l'animadi un violinista; insomma, tramite il plettrag-gio mi piace riportare sulla chitarra progres-sioni e scale che aiutano sicuramente a crearee allargare la propria crescita e identità mu-sicale. L'unica cosa che oggi conta per me èlasciare un buon ricordo, suonare per l'arte,far sentire la mia musica».

Testo e foto di: Massimo Macaluso

TOM SINATRA,la poesia è musica e la musica è poesia

In alto: la copertina del primo CD “La chitarradel cuore”. In basso: la copertina dell’ultimo CD“Sinatra plays Sinatra”.

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I Sindaci dei 43 Comuni della Provincia di Agrigento

AGRIGENTOALDO PIAZZAPiazza L. Pirandello� 0922 590111- Fax 0922 595923

ALESSANDRIA DELLA ROCCAGIUSEPPE VACCAROVia Umberto, 1� 0922 985308 - Fax 0922 985318

ARAGONABIAGIO RAIMONDO BELLANCAVia Roma, 1� 0922 690911 - Fax 0922 36639

BIVONAENZO DI SALVOPiazza Ducale� 0922 983407 - Fax 0922 983123

BURGIOMARIANO MERLINOPiazza IV Novembre - � 0925 64016

CALAMONACIGIOACCHINO GUDDEMIP.zza S. Vincenzo Ferreri, 1� 0925 68377 - Fax 0925 68904

CALTABELLOTTACALOGERO PUMILIAPiazza Umberto I� 0925 953019 - Fax 0925 951987

CAMASTRAANGELO CASCIÀCorso V. Veneto� 0922 954012 - Fax 0922 95068

CAMMARATADIEGO MANGIAPANEVia Roma� 0922 900614 - Fax 0922 903996

CAMPOBELLO DI LICATACALOGERO GUELIPiazza XX Settembre� 0922 889111 - Fax 0922 879805

CANICATTÌIGNAZIO PORTELLI (COMM. STRAORD.)Corso Umberto� 0922 734111 - Fax 0922 734207

CATTOLICA ERACLEANINO AQUILINOVia Agrigento, 47� 0922 840382 - Fax 0922 840312

CASTELTERMINIANTONIO CALTAGIRONEPiazza Duomo� 0922 929001 - Fax 0922 917692

CASTROFILIPPOSALVATORE IPPOLITOPiazza Borsellino� 0922 829251 - Fax 0922 829266

CIANCIANASALVATORE SANZERIVia Papa Giovanni XXIII� 0922 984154 - Fax 0922 984232

COMITINIANTONINO CONTINOPiazza Bellacera� 0922 600029 - Fax 0922 600029

FAVARALORENZO AIRÒPiazza S. Giustino� 0922 448111 - Fax 0922 31664

GROTTEGIACOMO ORLANDOPiazza Umberto I� 0922 943086 - Fax 0922 945864

IOPPOLO GIANCAXIOSALVATORE LO DICOVia Kennedy� 0922 631047 - Fax 0922 631408

LAMPEDUSA e LINOSABRUNO SIRAGUSAVia V. Emanuele - � 0922 970111

LICATAANGELO BIONDIPiazza Progresso - � 0922 772855

LUCCA SICULAGIOVANNI OLIVERIVia Corvo, 1 - � 0925 60490 - Fax 0925 60585

MENFIANTONINO BUSCEMIVia Mazzini - � 0925 70111 - Fax 0925 70218

MONTALLEGROROBERTO CARUANAViale della Vittoria, 113� 0922 847604 - Fax 0922 845001

MONTEVAGOCALOGERO IMPASTATOPiazza della Repubblica� 0925 38022 - Fax 0925 38689

NAROMARIA GRAZIA BRANDARAPiazza Garibaldi� 0922 953011 - Fax 0922 957324

PALMA DI MONTECHIAROROSARIO GALLOVia Fiorentino� 0922 799111 - Fax 0922 963279

PORTO EMPEDOCLEANTONIO LA MATTINA (Commissario straordinario)Via Roma� 0922 636311 - Fax 0922 636934

RACALMUTOGIGI RESTIVOVia V. Emanuele� 0922 948111 - Fax 0922 949240

RAFFADALININO CASALICCHIOVia Porta Agrigento� 0922 39064 - Fax 0922 472255

RAVANUSAGIUSEPPE BONAVENTURAVia Roma, 1� 0922 881511 - Fax 0922 880415

REALMONTEGIUSEPPE FARRUGGIAVia Roma� 0922 816515 - Fax 0922 816516

RIBERAGIUSEPPE CORTESECorso Umberto I� 0925 561111 - Fax 0925 540137

SAMBUCA DI SICILIAMARTINO MAGGIOCorso Umberto I� 0925 940111 - Fax 0925 941007

SAN BIAGIO PLATANISANTINO SABELLACorso Umberto I, 105� 0922 918611 - Fax 0922 918756

SAN GIOVANNI GEMINICARMELO PANEPINTOVia Roma� 0922 903262 - Fax 0922 903336

SANTA MARGHERITA BELICEGIORGIO MANGIARACINAPiazza Matteotti, 1� 0925 30777 - Fax 0925 31170

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