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Associazione Cibele Onlus www.cibele.org - 1 - MONITORAGGIO DEGLI UCCELLI NIDIFICANTI, SVERNANTI E MIGRATORI NELL’AREA DEL M. N. DI MONTECASSINO Indagine conoscitiva A CURA DI dott. SILVIO G. d’ALESSIO e dott. MASSIMO SACCHI ASSOCIAZIONE CIBELE ONLUS

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MONITORAGGIO DEGLI UCCELLI NIDIFICANTI, SVERNANTI E MIGRATORI NELL’AREA DEL M. N. DI MONTECASSINO

Indagine conoscitiva

A CURA DI

dott. SILVIO G. d’ALESSIO e dott. MASSIMO SACCHI

ASSOCIAZIONE CIBELE ONLUS

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INDICE 1. INTRODUZIONE..................................................................................................................- 3 - 2. AREA DI STUDIO .................................................................................................................- 3 - 3. METODOLOGIA E RISULTATI ...........................................................................................- 4 -

3.1 Punti di ascolto ...................................................................................................................- 4 - 3.2 Osservazioni da stazioni fisse ..............................................................................................- 6 -

4. CONCLUSIONI .....................................................................................................................- 9 - 5. STIMA DELLA POPOLAZIONE E PREDISPOSIZIONE DI UN DOCUMENTO AI FINI DELLA PROGRAMMAZIONE DI AZIONI DI GESTIONE DELLA CORNACCHIA (Corvus corone cornix)................................................................................................................................- 10 -

5.1 Modalità operative ............................................................................................................- 10 - 5.2 Risultati ............................................................................................................................- 11 - 5.3 Conclusioni ......................................................................................................................- 12 -

6. BIBLIOGRAFIA ...................................................................................................................- 13 -

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1. INTRODUZIONE L’area del Monumento Naturale di Montecassino ha una aspetto collinare con boschi e macchia mediterranea ed è collegato all’Appennino centrale tramite il massiccio montuoso delle Mainarde. Sia la posizione che la vegetazione che lo ricopre lo rendono particolarmente interessante per la presenza dell’Avifauna e in particolare dei rapaci. Durante tutto l’anno diverse sono le specie che si alternano nell’area utilizzandola di volta in volta come sito di riproduzione, di svernamento o solo come area di sosta e passaggio durante le migrazioni.

I periodi, quindi, in cui è utile monitorare l’avifauna più di altre specie sono condizionati dalle esigenze ecologiche e di migrazione di questi animali. Onde poter indagare la diversità delle specie di uccelli che convivono o si alternano durante le stagioni nell’area in esame si è ritenuto opportuno monitorare l’inverno del 2013 fino alla primavera del 2014. Alla luce dei buoni risultati ottenuti soprattutto durante i monitoraggi nel periodo di migrazioni primaverili, che di seguito verranno brevemente esposti, si ritiene opportuno monitorare anche il periodo di migrazione autunnale e quindi allungare i tempi di consegna del presente lavoro all’autunno del 2014. In questo modo sarà possibile completare un ciclo annuale di dati e si potranno avere indicazioni su le fasi più interessanti che riguardano le principali esigenze ecologiche e gli spostamenti degli uccelli, compresa anche la migrazione autunnale che prevede gli spostamenti da parte degli uccelli verso i quartieri di svernamento.

In sintesi si potrà avere un quadro approssimativo, ma indicativo delle specie di uccelli che frequentano l’area nei diversi periodi dell’anno a seconda della fenologia che li caratterizza.

I risultati ottenuti durante i monitoraggi sull’Avifauna serviranno anche per ideare un piccolo quaderno da campo (tipo block notes) per birdwatchers principianti al fine di aiutarli nel riconoscimento degli uccelli.

L’obiettivo generale del presente lavoro è volto ad aumentare la conoscenza sulla presenza dell’Avifauna nell’area del Monumento Naturale di Montecassino durante varie fasi del ciclo annuale di questi animali e sensibilizzare l’opinione pubblica verso le tematiche di conservazione dell’Avifauna ed avvicinare sempre più persone ad fruizione ragionata dell’area protetta.

2. AREA DI STUDIO Il Monumento Naturale di Montecassino è istituito l’11 marzo del 2010 e affidato alla gestione del Parco Naturale dei Monti Aurunci. L’area si estende su 694 ettari ricadenti interamente nel Comune di Cassino, e comprende tutto il rilievo del monte omonimo (519m) situato a propaggine meridionale del massiccio di Monte Cairo (1669m) appartenente alla catena delle Mainarde (Appennino centrale).

La storia antica e recente non è passata silenziosamente in queste zone di grande valore spirituale, come anche di notevole importanza strategico/militare. In particolare, gli ultimi eventi bellici

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hanno contrassegnato fortemente il territorio, tanto che percorrendo le strade e i sentieri, si ha l’impressione di rivivere la storia.

Il massiccio carbonatico di Monte Cairo di cui è parte il territorio del Monumento di Montecassino è ricco di grotte e doline carsiche tipiche della catena appenninica. Le acque meteoriche responsabili di questo fenomeno, alimentano le sorgenti del fiume Gari, visibili presso la villa comunale di Cassino.

Le grotte e le cavità inoltre costituiscono un altro capitolo della storia, dai briganti agli sfollati della guerra, esse spesso nascondono le tracce di un passato difficile.

Molte delle aperture carsiche della zona sono state completamente ostruite dai numerosi bombardamento avvenuti fra il 1943/44, spesso seppellendo macabramente gli ignari occupanti, sfollati dal paese di Cassino come evidenziano le numerose testimonianze storiche.

Importante è la superficie boscata, per lo più costituita da bosco misto di roverelle, carpini neri, aceri, sorbo ecc. a seconda dei versanti su cui ci si trova. Molto sviluppata è per esempio la lecceta nei versanti a nord, si tratta di alberi per lo più giovani a causa del massiccio disboscamento dovuto all’uso del bosco per legna da ardere.

Negli anni susseguenti la ricostruzione, l’intervento dell’uomo ha contribuito alla comparsa di numerose altre specie arboree alloctone come testimoniano i numerosi esemplari di conifere.

Dalla zona si gode di un ottimo panorama sulla Valle del Liri, Monte Meta sulla catena delle Mainarde e i Monti del Matese, il Parco di Roccamonfina e la catena dei Monti Aurunci.

3. METODOLOGIA E RISULTATI

3.1 Punti di ascolto La tecnica di rilevamento per monitorare le specie di uccelli nidificanti o svernanti nell’area di studio è stata quella dei “punti di ascolto” senza limiti di distanza. Tale metodologia si basa sul rilievo di tutti gli uccelli in canto udibili da una postazione puntiforme per una durata di 10 minuti. Agli uccelli così rilevati si aggiungono poi tutti gli uccelli avvistati o rilevati tramite altre emissioni sonore non riferibili a un’attiva azione canora.

I rilevamenti sono stati eseguiti in due sessioni una invernale e una primaverile rispettivamente nei mese di dicembre 2013 e maggio 2014, durante la prima fase disponibile di svernamento e nidificazione nell’area di studio.

Inoltre sono state raccolte le caratteristiche ambientali dei punti di ascolto e sono stati distinti gli uccelli visti e sentiti entro un raggio di 100 m e oltre tale raggio, in modo da poter correlare i dati dei rilievi ai dati ambientali.

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Fig.1 – Area di studio suddivisa con una griglia di 1 km per lato, in ogni quadrato è stato effettuato un punto di ascolto (pallino blu nella fig.) per un totale di 12 punti di ascolto nell’area di studio (in blu).

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L’area di studio è stata suddivisa in maglie di 1km di lato (vedi fig. 1). Complessivamente sono stati eseguiti 12 punti d’ascolto nel periodo invernale replicati poi in quello primaverile in modo da monitorare il più possibile l’area di studio (superficie di circa 7 kmq), ma cercando di minimizzare le conte doppie.

In breve sono state rilevate 42 specie di uccelli tra svernati e nidificanti. In particolare 29 specie di uccelli svernanti e 30 specie di uccelli nidificanti.

ID SPECIE NIDIFICANTI SVERNANTI ID SPECIE NIDIFICANTI SVERNANTI 1 Balestruccio x 22 Passera mattugia x 2 Ballerina bianca x 23 Passera scopaiola x 3 Beccaccia x 24 Pettirosso x x 4 Capinera x x 25 Picchio rosso maggiore x 5 Cardellino x x 26 Picchio verde x x 6 Cinciallegra x x 27 Pigliamosche x 7 Cinciarella x x 28 Poiana x x 8 Codibugnolo x 29 Rampichino x x

9 Codirosso spazzacamino x 30 Rigogolo x

10 Colombaccio x x 31 Rondine x 11 Cornacchia x x 32 Rondone x 12 Cuculo x 33 Rondone maggiore 13 Fiorrancino x 34 Scricciolo x x 14 Fringuello x x 35 Sterpazzolina x 15 Gazza x x 36 Storno x 16 Gheppio x 37 Tordo bottaccio x 17 Ghiandaia x x 38 Tortora dal collare x 18 Gruccione x 39 Usignolo x 19 Lui piccolo x x 40 Verdone x 20 Merlo x x 41 Verzellino x 21 Occhiocotto x 42 Zigolo nero x x

3.2 Osservazioni da stazioni fisse Il monitoraggio dei grandi migratori e in particolare dei rapaci ha interessato un periodo di osservazione nel maggio 2014 e un ulteriore periodo di osservazione nel mese settembre del 2014.

Le osservazioni sia quelle primaverili che quelle autunnali sono state svolte da due operatori per diverse ore al giorno negli orari di massima attività degli animali, al fine di avere un idea indicativa delle principali specie che passano nell’area. Gli osservatori, si sono posizionati in un punto panoramico, utilizzando un cannocchiale da 20 a 60 ingrandimenti per il riconoscimento specifico e possibilmente del genere e dell’età (adulto giovane) degli animali osservati. Inoltre hanno utilizzato binocoli a dieci ingrandimenti per osservare il comportamento di volo degli animali identificati. I punti panoramici utilizzati sono stati due uno all’interno dell’area protetta sulla cima di Montecassino (dove è posta la Stele a ricordo dei caduti durante la Seconda Guerra Mondiale) a circa 590 m di quota e l’altro punto all’esterno su Colle S. Lucia a circa 850 m di quota nel Comune

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di Villa Santa Lucia. Il punto di osservazione su Colle S. Lucia poiché posto a una quota maggiore ci ha permesso di ampliare il campo di osservazione e di monitorare meglio l’area di studio.

Fig. 2 – Due punti panoramici (in verde) da cui sono state effettuate le osservazioni per i rapaci nell’area di studio (in blu).

La metodologia dei rilievi è stata quella utilizzata per il monitoraggio annuale della migrazione dei rapaci svolta dalla LIPU. In generale i buoni risultati ottenuti in quella primaverile.

Di seguito riportiamo l’elenco delle specie osservate durante i rilievi nella primavera e nell’autunno del 2014, tutte le specie sono state rilevate sia nel periodo primaverile che in quello tardo estivo/autunnale.

Specie Nome scientifico Possibile fenologia Biancone Circaetus gallicus nidificante/migratore Falco di palude Circus aeruginosus migratore Poiana Buteo buteo nidificante Falco pecchiaiolo Pernis apivorus nidificante/migratore Sparviere Accipiter nisus nidificante/migratore Gheppio Falco tinninculus nidificante Pellegrino Falco peregrinus stanziale

Durante le fasi di appostamento per le osservazioni dei rapaci è stata rilevata la presenza di tutte le specie di avifauna riconoscibili a vista o dal canto che frequentavano la stazione di avvistamento. Di seguito riportiamo l’elenco di specie rilevate oltre ai rapaci:

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Specie Nome scientifico Primavera Tarda estate Balestruccio Delichon urbica x x Ballerina bianca Motacilla alba x Canapino sp. Hippolais sp. x Cinciallegra Parus major x x Cinciarella Parus caeruleus x x Codibugnolo Aegithalos caudatus x x Colombaccio Columba palumbus x Corvo imperiale Corvus corax x Fringuello Fringilla coelebs x x Fanello Carduelis cannabina x Ghiandaia Garrulus glandarius x x Gruccione Merops apiaster x Merlo Turdus merula x x Passera d’Italia Passer domesticus x Picchio muratore Sitta europea x Picchio verde Picus viridis x x Pigliamosche Muscicapa striata x Pispola Anthus pratensis x Prispolone Anthus trivialis x Rondine Hirundo rustica x x Rondone Apus apus x x Sterpazzola Sylvia communis x Torcicollo Jynx torquilla x Tordela Turdus viscivorus x Zigolo nero Emberiza cirlus x x

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4. CONCLUSIONI Considerando nel complesso tutte le specie osservate o riconosciute tramite il canto è possibile redigere una Check List preliminare di 57 specie di uccelli che frequentano l’area del M. N. di Montecassino in diversi periodi dell’anno. Di seguito sono elencate le specie censite e il rapporto probabile che hanno con l’area di studio.

ID SPECIE FENOLOGIA PROBABILE ID SPECIE

FENOLOGIA PROBABILE

1 Balestruccio M - B 30 Passera mattugia M - SB 2 Ballerina bianca M – SB - W 31 Passera scopaiola M – SB - W 3 Beccaccia M - W 32 Pettirosso M – SB - W 4 Biancone M - B 33 Picchio muratore SB 5 Canapino sp. M 34 Picchio rosso maggiore SB 6 Capinera M – SB - W 35 Picchio verde SB 7 Cardellino M – SB - W 36 Pigliamosche M – B 8 Cinciallegra SB - W 37 Pispola M –W 9 Cinciarella SB - W 38 Prispolone M – B 10 Codibugnolo SB - W 39 Poiana M – SB - W

11 Codirosso spazzacamino M – SB - W 40 Rampichino SB

12 Colombaccio M – SB - W 41 Rigogolo M - B 13 Cornacchia SB 42 Rondine M - B 14 Corvo imperiale SB 43 Rondone M - B 15 Cuculo M - B 44 Rondone maggiore M - B 16 Falco di palude M 45 Scricciolo M – SB - W 17 Falco pecchiaiolo M - B 46 Sparviere M – SB - W 18 Fanello M – SB - W 47 Sterpazzolina M – B 19 Fiorrancino M – SB - W 48 Sterpazzola M – B 20 Fringuello M – SB - W 49 Storno M – SB - W 21 Gazza SB 50 Torcicollo M – B - W 22 Gheppio M – SB - W 51 Tordela M – SB - W 23 Ghiandaia SB 52 Tordo bottaccio M – SB - W 24 Gruccione M – B 53 Tortora dal collare SB 25 Lui piccolo M – SB - W 54 Usignolo M – B 26 Merlo M – SB - W 55 Verdone M – SB - W 27 Occhiocotto M – SB - W 56 Verzellino M – SB - W 28 Pellegrino M – SB - W 57 Zigolo nero M – SB - W 29 Passera d’Ialia SB

B=Nidificante, S=Stanziale, M=Migratore, W=Svernante

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5. STIMA DELLA POPOLAZIONE E PREDISPOSIZIONE DI UN DOCUMENTO AI FINI DELLA PROGRAMMAZIONE DI AZIONI DI GESTIONE DELLA CORNACCHIA (Corvus corone cornix)

5.1 Modalità operative Durante le fasi di studio dell’avifauna svernante e nidificante sono stati segnati tutti gli avvistamenti di cornacchia, ai fini di una prima valutazione sulla necessità e fattibilità di interventi gestionali della specie nell’area.

La metodologia utilizzata è stata quella di punti d’osservazione posizionati su una griglia chilometrica di un chilometro di maglia. Tale distanza garantisce una bassa sovrapponibilità dei dati osservati nei vari punti e permette quindi valutazioni quantitative affidabili.

Si sono compiute le osservazione in due diversi periodi: invernale (dicembre 2013) e primaverile (maggio 2014).

Per l’inverno, durante tali osservazioni, la metodologia stabilita intendeva rilevare tutti gli individui presenti all’interno dell’area (entro 100 metri dal punto di osservazione) e tutti gli individui avvistati al suo esterno (oltre i 100 metri) sia singoli che in gruppo (flock). I flock invernali sono costituiti soprattutto da individui giovani e possono divenire nell’arco dell’inverno piuttosto consistenti.

Per la primavera la metodologia intendeva individuare gli individui territoriali e i flock di sub-adulti e animali non riproduttori.

L’avvistamento dei flock è importantissimo ai fini gestionali perché in esso confluiscono la maggior parte dei nuovi nati che non arrivano a riprodursi, non essendo riusciti ad acquisire un proprio territorio.

La preferenza relative dell’habitat è stata ricavata con l’indice di Jacobs (P), espresso dalla seguente formula (Jacobs, 1974):

dove è il numero di individui in un determinato habitat, è il numero totale di individui osservati, è l’estensione dell’habitat considerato e è l’area totale della zona in esame. Il valore di varia tra –1 e +1. Per intervalli compresi tra +1 e +0,26 l’habitat è stato considerato favorito dalla specie, per valori compresi tra +0,25 e –0,25, indifferente, mentre per valori compresi tra –0,26 e –1 è stato considerato evitato dalla specie (Møller, 1983).

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5.2 Risultati Durante i rilievi non sono stati rilevati flock né durante la primavera, né durante il periodo invernale, né all’interno del punto di osservazione né al di fuori di esso.

L’area è quindi caratterizzata dalla presenza di individui territoriali, alcuni presenti tutto l’anno. Le densità estive sono buone, mentre in inverno si abbassano notevolmente. E’ probabile che molti individui, durante la stagione avversa, scendano nella pianura sottostante in cerca di cibo (tab xx).

Tab. x – Densità primaverili stimate. [min] e [max] sono i limiti confidenziali al 95% della popolazione stimata. Primavera popolazione stimata densità per Km2 min 52 7,52 popolazione stimata 89 12,89 max 127 18,35

Tab. xx - Densità invernali stimate Inverno popolazione stimata densità per Km2 min 8 1,11 popolazione stimata 26 3,68 max 72 10,39

Le scelte ambientali della cornacchia dall’estate all’inverno cambiano radicalmente. I valori definiti attraverso l’indice di Jacobs sono praticamente opposti nelle due stagioni. Nella tab y vengono mostrati i valori dell’indice sia per gli animali direttamente a contatto con il punto di rilievo, sia considerando anche quelli fuori dal punto, ma avvistati nelle sue vicinanze. Inserendo nell’analisi questi ultimi si acquisisce inevitabilmente del “rumore” dovuto a individui di passaggio che non sono legati all’habitat descritto nel punto, ma i dati diventano più robusti e affidabili. Per questo nell’interpretazione dei dati vengono prese in considerazione entrambe le valutazioni.

La cornacchia in primavera sembra legata all’area più per le caratteristiche di rifugio adatto alla nidificazione che per motivi trofici. Infatti vengono selezionate soprattutto le aree edificate extraurbane, Varie tipologie boschive e macchie e boscaglie sono scelte con una minore frequenza. Vengono frequentati anche gli uliveti, probabilmente più perché connessi alle zone abitate che come zone di foraggiamento. Infatti la specie non è conosciuta in bibliografia come dannosa per questo tipo di colture (a differenza per esempio di altri passeriformi come lo storno).

In inverno invece si ha una quasi totale assenza dalle zone coltivate di qualunque tipo e dalle zone abitate. Evidenza che la specie non si appoggia alle attività umane per il nutrimento e non essendoci necessità della nidificazione, vengono abbandonati i nidi e i rifugi primaverili. Rimane la frequentazione di boschi e macchie alte, probabilmente utilizzati come posatoi.

Tab. y – Indice di Jacobs applicato ai dati di presenza nei rilievi della Cornacchia. In rosso i valori che indicano una selzione positiva (in grassetto quelli più rappresentativi, oltre il valore di 0,75), in

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corsivo i valori che non indicano un utilizzo indifferente dell’habitat. In neretto i valori che indicano selezione negativa dell’habitat (in grassetto quelli più rappresentativi, inferiori al valore di -0,75)

habitat primavera inverno DENTRO TOTALI DENTRO TOTALI Aree Edificate extra urb. 0,85 0,79 -1,00 0,57 Boschi a prevalenza di querce caducifoglie 0,56 0,50 -1,00 0,25 Boschi misti a prevalenza di latif. Mesofile e mesotermofile 0,42 0,44 0,79 0,70 Boschi a prevalenza di pini mediterranei e cipressete 0,07 0,23 0,60 0,45 Macchia alta, arbusteti e boscaglie 0,49 0,55 0,75 0,70 Aree con vegetazione rada 0,79 0,71 -1,00 -1,00 Oliveti 0,79 0,76 -1,00 0,43 Macchia bassa e garighe 0,62 0,58 -1,00 0,11 Campi, prati e pascoli -1,00 -0,20 -1,00 0,05

5.3 Conclusioni Le analisi condotte, per quanto abbiano caratteristica di indagine preliminare, sembrano indicare che non sia necessario intervenire sulla specie in quest’area, in quanto i contingenti presenti nell’area del Monumento Naturale, sebbene la specie sia abbastanza presente durante l’estate, non rappresentano un numero tale da richiedere provvedimenti.

L’ipotesi che la specie trovi nel parco un area dove accrescersi di numero, senza possibilità di controllo, fornendo poi all’esterno un quantitativo di individui in grado di danneggiare le colture delle aree adiacenti, è da scartare in quanto non confermata dai dati rilevati.

E’ molto più probabile che un certo quantitativo di individui provenienti dalla pianura si fermi nell’area parco per nidificare, rispetto alla piana, dove le risorse trofiche sono molto più facilmente disponibili.

Nei 700 ettari del Monumento naturale si possono stimare all’incirca 30-40 coppie. Esiste poi un certo numero di individui subalterni, erratici che provengono quasi certamente dall’esterno all’interno del Parco e che possono facilmente sostituirsi ai riproduttori nel caso questi vengano abbattuti.

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6. BIBLIOGRAFIA Brichetti P., A. Gariboldi. 1994. A method for defining the value of breeding birds. Atti 6°

Convegno Italiano di Ornitologia. Mus. reg. Sci. nat. Torino, 1994: 277-283 Bulgarini F., Calvario E., Fraticelli F., Petretti F., Sarrocco S. (Eds). 1998. Libro Rosso degli Animali

d’Italia - Vertebrati. WWF Italia, Roma. Calvario E., M. Gustin, S. Sarrocco, U. Gallo-Orsi, F. Bulgarini, F. Fraticelli. 1999. Nuova lista rossa

degli uccelli nidificanti in Italia. LIPU, WWF. Calvario E., Sebasti S., Copiz R., Salomone F., Brunelli M., Tallone G., Blasi C. (a cura di), 2008.

Habitat e specie di interesse comunitario nel Lazio. Edizioni ARP - Agenzia Regionale Parchi, Roma.

Corsetti L., 2002. Parco dei Monti Aurunci. Wilderness mediterranea. Edizioni Belvedere Forsman D., 1999. The raptors of Europe and Middle Est. HELM London Gorreri L., S.Macchio, L. Mazzanti, R. Nardelli, F.Santilli, N.Silvestri, F.Spina - 2008. I danni

provocati dall'avifauna in agroecosistemi. Felici Editore. Jacobs J., 1974. Quantitative measurement of food selection. Oecologia, 14: 413-417. Møller A. P., 1983. Habitat selection and feeding activity in Magpie Pica pica. J. Orn., 124:

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Spina F. & Volponi S. 2008b. Atlante della Migrazione degli Uccelli in Italia. 2. Passeriformi.

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Tipografia SCR-Roma. 632 pp.