missionari nostri dicembre 2014

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1 Anno XXXIV n. 4 Ottobre/Dicembre 2014 - Spedizione in abbonamento postale comma 20/C Art. 2 · Legge 662/96 · Aut. Dir. Poste Bari

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Eco delle Missioni dei frati Cappuccini di Puglia

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Anno XXXIV n. 4 Ottobre/Dicembre 2014 - Spedizione in abbonamento postale comma 20/C Art. 2 · Legge 662/96 · Aut. Dir. Poste Bari

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Editoriale

Spiritualità•IlPapainAlbania

Esperienze•IntervistaaP.AldoMarchesiniscj•FraMatteopartemissionarioin

Albania•“Pulireipiselli…eilquotidiano”•Famigliainmissione

Necrologio•InricordodiLuciaStomaci

Progetti

Con approvazione dell’ordineRegistratoal.n.346DecretodeltribunalediBariindata28marzo1968

DirettoreRuggieroDoronzo

Redattore responsabileAntonioImperato

Impaginazione e stampa:Grafica080Modugno(Bari)

IlbollettinosispedisceaibenefattoriesimpatizzantidellaMissioneeachiunquelorichiedesse.

sommarioMissionari nostrieco delle missioni deicappuccini di pugliaANNOXXXIVn.4-Ottobre/Dicembre2014

Sostieni l’attività e la vita dei nostri missionari in Mozambico e Albania

Da diversi anni i frati missionari sono a fian-co alla gente del Mozambico e dell’Albania condividendo la vita difficile sotto svariati aspetti. Tanti sono i traguardi raggiunti ma tanto altro resta ancora da fare.

Sostenere l’opera dei missionari significa fornire loro gli strumen-ti adatti per portare avanti la loro missione e contribuire anche alla formazione dei giovani che, vo-lendo abbracciare l’ideale france-scano, si rivolgono ai frati perché li aiutino a scoprire la volontà del Signore nella loro vita.

Padre Braz mentre raggiunge le comunità cristiane di Micaune

Vestizione di 8 frati

Fra Antonio Triggiante incontra

la comunità cristiana di Boroma

e i giovani fratiin formazione!

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editorialesommario

• Per collaborare alla formazione di giovani Mozambicani aspiranti al sacerdozio;• Per sostenere le Missioni e i loro progetti sociali• Per qualsiasi altra informazione rivolgersi al:

Via Crocifisso 54 | 70054 Giovinazzo (BA) | Cell. 3423214796 | Tel. 0803945562Conto Corrente Postale: 001018318418 - IBAN: IT 11 D 07601 04000 001018318418

E-mail: [email protected] | segretariato missioni giovinazzo | www.missionarinostri.it

SEGRETARIO MISSIONI ESTERE CAPPUCCINE

Carissimi lettori,è arrivato anche quest’anno il momento di scam-biarci gli auguri per un Santo Natale e un felice anno nuovo.In estate ho visitato le nostre missioni in Albania prima ed in Mozambico dopo. Sono rientrato a fine settembre. Come sempre, anche questa volta ci sono stati mo-menti profondi e pieni di grandi emozioni.Mentre mi trovavo a Quelimane, ospite dei nostri missionari, mi sono recato a far visita alla cooperativa fondata da fra Antonio Triggiante e alla mensa dei poveri .Ho voluto, poi, visitare le case famiglie delle Suore francescane e arrivato all’Aldeia da Paz (villaggio della pace) - una casa famiglia che ospita 110 bambine orfane e alcune malate di aids - un gruppo di bambine in coro ha iniziato a cantare bem vindo (benvenuto) e una delle più piccole mi ha preso la mano e mi ha chiamato papà. La suora responsabile mi ha spiegato, dopo, che la mamma di questa piccola bambina di tre anni, di nome Emilia, è morta mentre lei veniva alla luce ed il padre, alcolizzato, l’ha accompagnata alla casa delle suore, dileguan-dosi subito dopo nel nulla.Ora Emilia vive felice con le sue 109 sorelle, le quali come lei hanno subito l’abbandono o per la morte dei genitori o per la povertà.....Esser stato chiamato papà da questa bambina, di quasi 3 anni, mi ha fatto prendere ancora più consapevolezza del mio impegno attuale: essere segretario delle missioni significa sentirsi legato profondamente a questi bambini ed alle persone che vivono ai margini o che contano ben poco nel loro contesto sociale.Cara Emilia, cari bambini, che forse mai leggerete queste poche righe, i miei auguri sono innanzitutto per voi, perché la vita possa sorridervi e vi dia sempre occasioni propizie per crescere sereni e felici.Vorrei esprimere tutta la mia gratitudine ai nostri frati missionari dell’Albania e del Mozam-bico, per la loro vita e le loro energie messe al servizio del popolo di Dio.Infine, ma non per ultimo, grazie anche a voi amici e benefattori per la vostra sensibilità: se tanto bene i nostri frati e le nostre suore possono fare è merito soprattutto vostro!Restiamo uniti! Restiamo umani!

Auguri di cuore.

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Il Papa in AlbaniaOmelia del Santo Padre

Piazza Madre Teresa (Tirana)Domenica, 21 settembre 2014

Il Vangelo che abbiamo ascoltato ci dice che, oltre ai Dodici Apostoli, Gesù chia-ma altri settantadue discepoli e li man-da nei villaggi e nelle città per annun-

ciare il Regno di Dio (cfr Lc 10,1-9.17-20). Egli è venuto a portare nel mondo l’amore di Dio e vuole diffonderlo attraverso la comunione e la fraternità. Per questo forma subito una comu-nità di discepoli, una comunità missionaria, e li allena alla missione, ad “andare”. Il meto-do missionario è chiaro e semplice: i discepoli vanno nelle case e il loro annuncio comincia con un saluto pieno di significato: «Pace a que-sta casa!» (v. 5). Non è solo un saluto, è anche un dono: la pace. Venendo oggi in mezzo a voi, cari fratelli e sorelle di Albania, in questa piazza dedicata ad una umile e grande figlia di questa terra, la beata Madre Teresa di Cal-

cutta, voglio ripetervi questo saluto: pace nelle vostre case, pace nei vostri cuori, pace nella vostra Nazione! Pace!Nella missione dei settantadue discepoli è ri-specchiata l’esperienza missionaria della co-munità cristiana di ogni tempo: il Signore ri-sorto e vivente invia non solo i Dodici, ma la Chiesa intera, invia ogni battezzato ad annun-ciare il Vangelo a tutte le genti. Nel corso dei secoli, non sempre è stato accolto l’annuncio di pace portato dai messaggeri di Gesù; talvol-ta le porte si sono chiuse. In un recente passa-to, anche la porta del vostro Paese è stata chiu-sa, serrata con il catenaccio delle proibizioni e prescrizioni di un sistema che negava Dio e impediva la libertà religiosa. Coloro che ave-vano paura della verità e della libertà facevano di tutto per bandire Dio dal cuore dell’uomo

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ed escludere Cristo e la Chiesa dalla storia del vostro Paese, anche se esso era stato tra i primi a ricevere la luce del Vangelo. Nella seconda Lettura, infatti, abbiamo sentito il riferimento all’Illiria, che ai tempi dell’apostolo Paolo in-cludeva anche il territorio dell’attuale Albania.Ripensando a quei decenni di atroci sofferen-ze e di durissime persecuzioni contro cattoli-ci, ortodossi e musulmani, possiamo dire che l’Albania è stata una terra di martiri: molti vescovi, sacerdoti, religiosi fedeli laici, ministri di culto di altre religioni, hanno pagato con la vita la loro fedeltà. Non sono mancate prove di grande coraggio e coerenza nella professione della fede. Quanti cristiani non si sono piega-ti davanti alle minacce, ma hanno proseguito senza tentennamenti sulla strada intrapresa! Mi reco spiritualmente a quel muro del cimi-tero di Scutari, luogo-simbolo del martirio dei cattolici dove si eseguivano le fucilazioni, e con commozione depongo il fiore della preghiera e del ricordo grato e imperituro. Il Signore è stato accanto a voi, carissimi fratelli e sorelle, per sostenervi; Egli vi ha guidato e consolato e infine vi ha sollevato su ali di aquila come un giorno fece con l’antico popolo d’Israele, come abbiamo sentito nella prima lettura. L’aquila, raffigurata nella bandiera del vostro Paese, vi richiami al senso della speranza, a riporre sempre la vostra fiducia in Dio, che non delu-de ma è sempre al nostro fianco, specialmente nei momenti difficili. Oggi le porte dell’Alba-nia si sono riaperte e sta maturando una stagio-ne di nuovo protagonismo missionario per tutti i membri del popolo di Dio: ogni battezzato ha un posto e un compito da svolgere nella Chie-

sa e nella società. Ognuno si senta chiamato ad impegnarsi generosamente nell’annuncio del Vangelo e nella testimonianza della cari-tà; a rafforzare i legami della solidarietà per promuovere condizioni di vita più giuste e fra-terne per tutti. Oggi sono venuto per ringra-ziarvi per la vostra testimonianza e anche per incoraggiarvi a far crescere la speranza dentro di voi e intorno a voi. Non dimenticatevi l’a-quila. L’aquila non dimentica il nido, ma vola alto. Volate alto! Andate su! Sono venuto per incoraggiarvi a coinvolgere le nuove genera-zioni; a nutrirvi assiduamente della Parola di Dio aprendo i vostri cuori a Cristo, al Vangelo, all’incontro con Dio, all’incontro fra voi come già fate: mediante questo vostro incontrarvi voi date testimonianza a tutta l’Europa.In spirito di comunione tra vescovi, sacerdoti, persone consacrate e fedeli laici, vi incoraggio a dare slancio all’azione pastorale, che è un’a-zione di servizio, e a continuare la ricerca di nuove forme di presenza della Chiesa all’inter-no della società. In particolare, questo invito lo rivolgo ai giovani. Ce ne erano tanti sulla strada dall’aeroporto a qui! Questo è un po-polo giovane! Molto giovane. E dove c’è giovi-nezza c’è speranza. Ascoltate Dio, adorate Dio e amatevi fra voi come popolo, come fratelli.Chiesa che vivi in questa terra di Albania, gra-zie per il tuo esempio di fedeltà. Non dimen-ticatevi del nido, della vostra storia lontana, anche delle prove; non dimenticate le piaghe, ma non vendicatevi. Andate avanti a lavorare con speranza per un futuro grande. Tanti figli e figlie dell’Albania hanno sofferto, anche fino al sacrificio della vita. La loro testimonianza sostenga i vostri passi di oggi e di domani sulla via dell’amore, sulla via della libertà, sulla via della giustizia e soprattutto sulla via della pace. Così sia.

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Lunedì 14 luglio 2014, presso la Comunità della Sagrada Familia di Quelimane, ho incontrato P. Aldo Marchesini, religioso dehoniano

che vive in Mozambico da oltre 40 anni, svol-gendo il servizio di sacerdote missionario e medico chirurgo nell’ospedale provinciale. È anche cappellano nel carcere della città capo-luogo della Zambesia, ove le condizioni di vita dei detenuti sono durissime e miserevoli. Di recente è stato insignito del prestigioso World Population Award del Fondo O.N.U. per la popo-lazione. Ecco le impressioni che mi ha lasciato e le risposte date alle mie domande.

Anzitutto un augurio e un plauso per il riconoscimento dello scorso 12 giugno, a New York, presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite. A poca distanza di tempo da questo traguardo, Le chiedo un’impressione a caldo su quell’Orga-nismo e su quanto esso potrebbe influ-ire per sanare il divario tra Nord e Sud del mondo.Grande domanda, questa. Sono stato all’O.N.U. solo due giorni e non ho un’idea di come funzioni esattamente, di cosa possa es-sere. Però mi ha impressionato il cosmopoli-tismo, difatti in questi uffici vi sono uomini di tutte le razze. Coloro che ho incontrato per la questione del Premio, le due figure più in vista, erano donne, una polacca e l’altra kenyota. Uno dei collaboratori principali era libanese, un altro suo collega palestinese e poi c’era il direttore generale nigeriano. Era assente il segretario generale, Ban Ki-moon, sostituito dal suo vice, dalla Svezia. La presidente che ha condotto la cerimonia era l’Ambasciatrice

all’O.N.U. della Repubblica Ceca. Quindi, da molti Paesi nel mondo. Tutto questo è un po’ come la Chiesa cattolica e l’esperienza che an-che noi abbiamo dell’universalità. Così è an-che lì e, dunque, penso che senz’altro qualche influsso ci dovrà essere.Questo passaggio, questa comunicazione fra persone del sud, del nord, dell’est e dell’o-vest, questi scambi presuppongono il fatto di collaborare con persone di un’altra cultura, un’altra nazione, un’altra lingua. Si usa per-ciò l’inglese, parlandolo ognuno a suo modo. Penso che l’O.N.U. possa far molto, per quel poco che ho visto, come ambiente in cui varie nazionalità si incontrano e collaborano insie-me. Immagino che vi sia piacere di farlo e mi sembra che si trovino bene gli uni con gli altri.

Intervista a P. Aldo Marchesini scj,sacerdote e medico a Quelimane

Testimone fedelee verace Fra Piergiorgio Taneburgo

L’Onu gli ha riconosciuto il “World Population Award”, istituito nel 1981, per premiare persone e organizzazioni che si sono distinti nel migliorare la salute della popolazione mondiale

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Quali sono le sfide ancora aperte per cercare di sollevare la situazione medi-co-sanitaria in Mozambico, e in parti-colare nella provincia della Zambesia?Ci sono due punti importanti, perché la sani-tà possa migliorare e crescere. Le due specie di grandi risorse sono quelle umane e quelle economiche. Per quanto riguarda le risorse umane, siamo molto arretrati. In 39 anni di in-dipendenza si è perso terreno: nella sanità del Mozambico non è mai stata pensata una poli-tica di sviluppo di tali risorse. Ad oggi, infatti, i medici mozambicani sono meno di mille, del tutto insufficienti. I governanti non hanno ca-pito la necessità di sviluppare sin dall’inizio le capacità tecniche e le competenze intellettuali dei giovani appena laureati. Hanno preferito dare a tutti quelli che si formavano un’espe-rienza sul campo, per aiutare la popolazione

periferica del Paese. In un certo qual senso, sono scelte comprensibili.In questo modo vanno a fare i medici nelle zone rurali, senza nessuna crescita dal punto di vista professionale. Sono ospedaletti con po-chissime risorse, slegati dal circuito delle idee, anche se fanno servizio alla gente in periferia. E per acquisire il diritto a frequentare la spe-cializzazione, devono aver trascorso alcuni anni di vita e lavoro in una provincia e spe-cialmente in un distretto. Quindi cominciano le specializzazioni attorno ai 30 anni, quando sono già vecchi. Invece, la mente umana do-vrebbe essere sviluppata, finché si è giovani.La maggioranza usa specializzarsi in Mozam-bico con le forze che esistono all’interno, ma nell’ambito dei corsi di specializzazione sono previste uscite di qualche mese nei Paesi stra-nieri. Questo dipende da accordi e borse di

Uno dei premi più importanti dell’ONU, il World Population Award: grande medico e missionario dehoniano, il sacerdo-te bolognese Aldo Marchesini ha ricevuto al Palazzo di Vetro con una “standing ovation” il riconoscimento delle Nazioni Uni-te per i decenni passati in Africa a combattere i problemi della popolazione. Padre Marchesini, un chirurgo, si e’ trasferito in Mozambico nel 1974 e per anni è stato l’unico medico a curare il problema del-la fistola ostetrica, particolarmente diffuso nei paesi poveri. La

sua dedizione e servizio gli sono valsi questo premio, che e’ stato consegnato a New York dal vice segretario generale Ian Eliasson. “Mi hanno chiamato alla vigilia di Pasqua. Mi hanno detto del premio. Se capivo l’inglese. Il problema era come fare ad avere il visto”, ha detto il religioso la cui storia ha fatto il giro del mondo: padre Aldo Marchesini e’ anche un missionario che ha l’Aids.Il sacerdote bolognese non ha mai nascosto la sua malattia , anzi, della fatica di accettarla, di conviverci e di farne un segno di speranza per molti africani ne ha fatta una ragione di vita. Vita contro la morte. Perché è ancora questo che significa l’Aids in Africa per milioni di persone che ne sono infette, compreso padre Aldo, che, medico missionario a Quelimane, in Mozambico, dal 1974, nel 2003 si è ammalato curando altri malati e l’ha poi raccontato nel 2006 in una co-raggiosa intervista a Missionline.org e poi ad altri media: “Non mi ero ammalato mai di niente prima, tranne che ogni tanto di malaria e due volte di epatite. Con mia grande sorpresa questa notizia non provocò in me praticamente nessun sentimento. L’unica reazione fu l’immediata impressione che la carrozza della mia vita avesse improvvisamente imboccato una deviazione e fosse passata in un binario laterale, mentre il resto del treno proseguiva unito. Ma dopo qual-che tempo capii che la malattia dell’HIV/AIDS non era una condizione speciale, più preoccu-pante delle altre. Tutti partecipiamo della stessa condizione di appartenere temporaneamente a questo mondo. Quando compresi ciò, vidi la mia carrozza tornare di nuovo nei binari dello stesso treno ed ora non mi sento più differente: partecipo pienamente alla vita”.Aldo Marchesini è sacerdote dal 1969; tre anni prima si era laureato con lode in Medicina, a Bologna. Il primo viaggio in Africa è nel 1970, in Mozambico, poi si spostò in Uganda. Durante la Rivoluzione dei garofani ha approfondito lo studio delle malattie tropicali a Lisbona, per poi tornare in Mozambico dopo un’esperienza ad Addis Abeba per un corso di clinica sulla lebbra. Negli anni successivi si è stabilito nel Paese africano e in particolare a Quelimane, dove ogni anno effettua almeno 400 operazioni chirurgiche .

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studio, che vengono stabilite bilateralmente. Non ci sono fondi che lo Stato stanzia, per es. alcuni milioni di dollari, per far studiare i suoi medici all’estero. Se c’è qualche Stato che offre una borsa di studio, bene! Filippine, Ucraina, Romania, uno da poco è andato in Spagna, ecc. Sono occasioni che nascono senza aver-le programmate. Per lo sviluppo delle risorse umane siamo ancora molto indietro.Solo adesso c’è stata una presa di coscienza molto più chiara, si sono accorti che siamo molto lenti, per cui hanno accelerato forse anche al di là delle nostre capacità. Dopo ap-punto 39 anni, siamo un’équipe di specialisti in chirurgia, che non arriva a venti elementi. Invece, adesso ogni anno dieci. È un’accele-razione molto forte, che fa bene. Per formare questi dieci, però, occorrono altre persone che siano già preparate. Hanno scelto la linea di affidarsi alle competenze professionali stra-niere. Già pronti, già ben preparati, vengono qui a lavorare, ma sono bloccati nello sviluppo delle risorse e delle intelligenze mozambicane.Dal punto di vista delle risorse economiche le notizie ufficiali sono queste. Negli anni passati lo stanziamento per la salute veniva coperto assai più della metà da offerte di Paesi ami-ci, che pagavano tutte le spese. Ma non sono mai riusciti a coprire i programmi per intero. Quando seguivo personalmente questo setto-re, tre o quattro anni fa, ricordo che occorre-vano 60 milioni di dollari all’anno, per poter portare avanti i programmi sanitari del Paese, con vaccinazioni, insegnamento, incontri, ecc. Ne sono arrivati solamente 35, quindi c’è stato un vuoto di 25 milioni di dollari per attività programmate, ma non realizzate per mancan-za di fondi. Questa cosa è terribile! Tutte le opere che si realizzano sono frutto di offerte gratuite da parte di Paesi amici.Ad esempio, qui a Quelimane stanno co-struendo un nuovo ospedale centrale, 600 letti, modernissimo, che sarà consegnato comple-tamente attrezzato, con tutte le strutture più all’avanguardia. Questo è il frutto di un inter-vento, sembra personale, del Presidente della Repubblica, che nel suo primo mandato, circa otto anni fa, verificò che la Corea del Sud era interessata ad appoggiare il Mozambico nella sanità. Dopo incontri bilaterali hanno firmato un accordo: la Corea del Sud paga l’ospedale,

ne finanzia la costruzione, ha fatto fare il pro-getto. L’abbiamo avuto anche noi a mano e discusso per poterlo correggere, dando sugge-rimenti. E l’impresa costruttrice, le maestranze principali, 60 persone circa, tra i dirigenti del cantiere, sono della Corea del Sud. È una cosa straordinaria, ma si fa perché il Presidente del-la Repubblica è riuscito a trovare la disponibi-lità della Corea.La nostra Zambesia è sempre stata la provin-cia più sgangherata del Mozambico. Insieme a quella di Nampula è la più popolata; c’è una differenza di 50 mila abitanti, 4 milioni e mez-zo ciascuna provincia, ma il numero di infer-mieri, medici, unità sanitarie è lo stesso delle provincie più piccole, come Xai-Xai o Inham-bane. I territori più o meno sono uguali; la loro popolazione invece è un quarto, eppure hanno le stesse risorse. In proporzione, le nostre sono quattro volte inferiori e quindi c’è una carenza molto grave.Adesso c’è una grande speranza legata al ri-trovamento nel sottosuolo di importanti giaci-menti: carbone nella provincia di Tete, gas e petrolio in quella di Cabo Delgado e, infine, le sabbie pesanti nella provincia della Zambesia. Sono minerali che si trovano in superficie e ri-sultano preziosissimi per l’industria dei com-puter, per tutto quello che è digitale. Quindi si spera che procurino un po’ di fondi; si dovreb-be raggiungere una certa ricchezza nelle casse dello Stato. Però assistiamo a una tristissima esperienza di corruzione mostruosa, poiché si-curamente deve esserci una deviazione molto grande di risorse per fini illeciti, arricchimenti e benefici privati. C’è stato un politico di Que-limane, che è diventato ministro e poi è stato mandato via. In un solo anno ha realizzato una palazzina proprio vicino al convento dei cappuccini. Dove avrà preso i soldi? Un mi-nistro riesce a smuovere e convogliare per fini privati grandi quantità di denaro. In sintesi, per le risorse umane siamo indietro, per quelle materiali dipendiamo ancora dagli altri.

Se vuoi approfondire o leggere di più, per questa Intervista o altri contributi sulla realtà mozambicana, vai al sito www.missionarinostri.it e clicca su “Movimenti a Sud” di fra Piergiorgio Taneburgo.

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Carissimi lettori, benefattori e fratelli,il Signore vi doni la sua Pace!

Invitato da fra Antonio Imperato, segretario delle missioni della Provincia dei frati cappuc-cini di Puglia e Albania, intervengo in punta di piedi sulle pagine della nostra rivista senza na-scondervi l’imbarazzo e la fatica che provo nel raccontarmi e nel condividere la mia vocazio-ne con tutto quello che Dio - nel suo immenso amore - ha compiuto nella mia vita. Molti di voi già mi conoscono. Altri mi hanno incontrato durante le giornate missionarie in

giro per la Provincia. Pochi, tuttavia, conosco-no le sommosse del cuore di un giovane frate, che dopo tanto discernimento, lotte interiori, sacrifici e gioie, pronuncia il suo “sì” a Dio per una chiamata evangelizzatrice d’amore in un’altra terra.Sono fra Matteo Di Seclì, ho 28 anni e pro-vengo da Taurisano, piccolo centro del leccese. La mia famiglia è profondamente ancorata sui valori cristiani. Sono cresciuto, infatti, avendo davanti a me il grande esempio di mia nonna e di mia madre. Donne forti e di fede che hanno saputo seminare in me l’amore di Dio.

Fra Matteo parte missionario in Albania

Fra Matteo riceve il mandato missionario nella chiesa di Santa Fara - Bari

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Sogno missionarioLa mia vita “pre vocazionale” non includeva nulla di straordinario. Si svolgeva tutto secondo i cliché convenzionali di un giovane come tanti altri. Cresciuto nella parroc-chia della mia città, catechista e componente del coro, subito dopo la cresima ho intensificato il mio cammino cristiano nel MGM (Movimento Giovanile Missiona-rio), alla sequela dei Padri Missio-nari dell’Immacolata. Tutta la mia adolescenza è stata ispirata ai va-lori di questo movimento, modello di sensibilizzazione alla missione, progetto di lavoro per la missione e base di un sogno che – un giorno magari – avrebbe potuto spedirmi in Africa. Ricordo che una mattina, ancora adolescente, dopo una veglia missionaria confidai a mia madre che da gran-de sarei diventato missionario. Non avrei mai pensato che, dopo tanti anni, questo desiderio sarebbe diventato realtà. Non diretto in Afri-ca, come fantasticavo da piccolo. Ma destinato all’Albania, Paese geograficamente più vicino alla mia Italia e al mio Salento, anche se cultu-ralmente e storicamente lontano dalla nostra tradizione occidentale.

La svolta francescana

Entrato nella fraternità dei frati minori cap-puccini nel 2005, ho intrapreso un cammino che ha potenziato questo mio appetito missio-nario. Sono state numerose le stagioni di formazione nelle quali - insieme alla fraternità religiosa di appartenenza - ho potuto discernere a fondo la volontà di Dio su di me, scoprendo anco-ra una volta che Dio è fedele e realizza i suoi progetti. A noi non resta che dirgli un piccolo e quotidiano “sì”. Torniamo alla storia personale. Il mio cam-mino proseguiva tanto velocemente quanto intensamente sino a comprendere come il Si-gnore mi “chiamava” (come fa con ogni cri-stiano) ad essere un testimone mediatore della sua presenza in terre povere, in situazioni diffi-cili, nelle periferie del mondo. “Il frate cappuccino – mi ripetevano - va dove nessuno vuole andare”: espressione forte, ri-suonata e meditata intimamente tante volte. Parole di straordinaria progettualità da tra-durre in azioni concrete. E adesso, nel mio piccolo, cerco di vivere il carisma religioso francescano e missionario proteso all’evange-lizzazione, rivolto agli ultimi.Contemplativo nel mondo, da missionario mi impegnerò per permettere l’incontro delle persone con la Chiesa che salva, con l’unica aspirazione di far sgorgare dal cuore dell’uo-mo quel desiderio di Dio che ha cambiato la mia vita.

Fra Matteo Di Seclì

Fra Matteo di Seclì è nato a Tricase il 24.02.86.Ha frequentato il professionale al-berghiero di Santa Cesarea Terme. Il 15 settembre 2005, dopo esser-si diplomato entra nel convento di Giovinazzo. A Morano Calabro concluso l’anno di noviziato, emette la prima profes-sione il 17 settembre 2008. Segue gli studi di filosofia a Campobasso e quelli di teologia a Bari “Santa Fara, conclusi con il baccellierato il 26 giugno 2014. Pochi giorni dopo, il 3 Luglio 2014 è ordinato diacono. L’11 settembre 2014 il provinciale, fra Piergiorgio Taneburgo, gli con-ferisce il mandato missionario.Dal 16 settembre 2014 si trova nella fraternità di Nenshat in Albania.

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“Pulire i piselli…e il quotidiano”

L’altro giorno, mentre pulivo i piselli verdi del nostro orto, a Nenshat, è venuto all’improvvi-so fra Gjon e mi ha fatto diverse

foto.Sono rimasto perplesso, e mi sono domandato cosa potessero significare foto del genere.Ma, dopo, dentro di me sono affiorati molti ricordi di frati che non hanno disdegnato fare la cucina, accudire all’orto, fare il portinaio, il questuante, il sacrestano ed altri lavori.Ho ricordato in particolare una foto, credo sia nell’archivio provinciale, dove fra Pacifico da Taurisano, un fratello questuante amato da tutto il popolo salentino, una figura di cappuc-cino doc, e padre Stefano da Trinitapoli, che seduti nel chiostro di Scorrano legavano i po-modori invernali a forma di corona.Pensando a queste figure, il primo pensiero è stato:… quanta ricchezza hanno i gesti sem-plici della vita quotidiana!Io sono qui, in Albania, per essere missiona-rio e certamente il primo compito è quello di annunciare il Vangelo, dare i sacramenti ma

anche dare testimonianza di una vita semplice, come ha fatto Gesù per 30 anni a Nazareth, insieme alla Vergine Santa e a san Giuseppe.Anche Paolo a Corinto con Aquila e Priscilla costruivano tende.Penso che essere missionari non significa fare soltanto, ma anche essere.Oggi purtroppo sono molto pochi quelli che apprezzano il quotidiano.I Proverbi esaltano la donna che è impegnata nella casa, perché i propri cari trovino in essa accoglienza, cibi saporiti e vestiti puliti che rendono la loro vita serena.Dai Proverbi: “una donna forte chi potrà tro-varla? Ben superiore alle perle è il suo valore. In lei confida il cuore del marito.Gli dà felicità e non dispiaceri per tutti i giorni della sua vita; si procura lana e lino e li lavora

Fra Flaviano accompagna ogni giorno con il suo furgone diversi studenti a scuola

Padre Flaviano Ricciardi

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Noi frati cappuccini di Puglia, abbiamo scelto di camminare con loro, con il popolo scalzo......

Grazie a voi, carissimi amici e sostenitori. Buone feste

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Noi frati cappuccini di Puglia, abbiamo scelto di camminare con loro, con il popolo scalzo......

Grazie a voi, carissimi amici e sostenitori. Buone feste

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volentieri con le mani, stende la sua mano alla conocchia e le sue dita tengono il fuso. Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani e le sue opere la lodino alle porte della città!”Oggi c’è fuga dal quotidiano!Crisi matrimoniali e crisi vocazionale forse dipendono da una “mancata attenzione quo-tidiana”.Molti trasformano la loro vita in una “fuga continua”, la loro agenda “segreta” è piena di incontri e viaggi programmati per conoscere persone nuove e luoghi nuovi. Più si viaggia, credono, e più si sentono ricchi e fortunati.Ma è proprio vero? Credo che la serenità della famiglia di Nazareth non sia paragonabile alla presunta felicità di chi cammina o fa il gira-mondo.Oggi son di moda anche i giramondo virtuali.Molti perdono il loro tempo per avere contatti o mettersi in connessione con persone pratica-mente sconosciute. Oggi si scambia la connessione con la con-versazione. È quasi patetico, a volte, ascoltare persone che si vantano di aver visto il “mondo”, e poi ti accorgi che dentro di loro c’è un vuoto, il desiderio di fuggire da se stessi, dai problemi.Per un discepolo di Cristo compiere i lavori di casa è un’opportunità per compiere qualcosa

che davanti a Dio è straordinario: offrire quel tempo al Signore, che non da alcuna gratifica-zione sociale, col desiderio che Lui dia forza ai malati di AIDS, a chi è disperato per le delu-sioni della vita e per chi soprattutto rischia l’e-ternità; è un aiuto formidabile per la salvezza del mondo.Etty Illesum, giovane ebrea, morta ad Au-schiwtz, nel suo diario scrive: “Quando prego, non prego mai per me stessa, prego sempre per gli altri…Se si prega per qualcuno gli si manda un po’ della propria forza”.Credo che il sacrificio offerto per i fratelli ab-bia una grande e magica efficacia.Papa Francesco a Santa Marta una mattina ha detto: “Quando i popoli o la gente vedono questa testimonianza di umiltà, di mitezza, di mansuetudine, di semplicità di vita sentono il bisogno di cui parla il profeta Zaccaria “vo-gliamo venire con voi”.Forse, anzi certamente, questo è stato il segre-to di migliaia e migliaia di frati cappuccini in questi 500 anni di storia.Fratelli, anche questo è essere missionario in Albania: aiutare a saper vivere anche la quo-tidianità, magari per tante famiglie col fiato in gola, perché sono preoccupate del necessario.

Con affetto e stima

Padre Flaviano visita la nostra scuola degli Zingari a Scutari

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“Signore, cosa vuoi che io faccia?”: con questa domanda nel cuore e nell’ani-ma, la nostra famiglia “sacerdotale” in Dio, la scorsa estate si è messa in cam-

mino sino ad arrivare in Albania o AlbaMia, come ultimamente ci piace dire. Un viaggio al centro di noi stessi che ha rappresentato una nuova alba vocazionale. Un nuovo sentire, un nuovo modo di accogliere e mettere in prati-ca la volontà di Gesù Cristo compiendo il Suo progetto d’Amore per noi.Noi tre, come famiglia, abbiamo scelto di pun-tare tutto su Cristo, lasciando che il Suo agire costituisse la vera identità della nostra coppia di sposi e genitori di una bimba di due anni.

Cristo, la nostra specificitàDa quando ci amiamo e anche in questa mis-sione in Albania, ci siamo affidati alle Sue mani, come argilla da plasmare, lasciando che sia Lui a realizzare con le nostre insignificanti

vite, uno splendido capolavoro d’Amore.Il bisogno profondo delle nostre anime, lo sco-po della nostra famiglia, è quello di appartene-re a Cristo, completamente. Abbiamo puntato tutto sull’Amore. Abbiamo scommesso tutto sull’Amore.Non ci sono situazioni ideali o momenti ideali per mettersi alla sequela di Cristo. Esiste un qui e sempre. Un cuore e un’anima aperte al Cielo. E gambe buone per mettersi in cammino.Anche di ritorno a casa, in un paese alle porte di Bari, ripartiamo dall’Albania ponendo nello zaino del vivere quotidiano l’infinita voglia di essere quello che Dio vorrà realizzare in noi e con noi.Ripartiamo dalle montagne, dai paesaggi in-contaminati, dagli occhi di tutti quei bimbetti sporchi di terra e cuori pulsanti degli oratori animati insieme ai frati cappuccini del terri-torio di Nenshat (zona setttentronale in dire-zione Skutari), dalle case senza pavimenti, dai

Famiglia in missioneSignore, cosa vuoi che io faccia?

Pierpaolo e la sua familia nel convento di Nenshat

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missionari che si spendono quotidianamente per ridonare dignità alle persone. Ripartiamo con la certezza che se solo ti affiderai tra le braccia di Cristo, senza riserve, come un bam-bino tra le braccia della mamma, l’opera delle Sue mani potrà compiersi in modo completo. Noi vogliamo essere terra su cui Dio possa se-minare. L’abito che la nostra famiglia indossa è il saio. Come Francesco d’Assisi. L’incontro attraverso i frati ed i percorsi francescani, con i santi Francesco e Chiara, ha trasformato e fatto fiorire la nostra vocazione alla famiglia in modo assolutamente nuovo. E quella do-manda perfettamente francescana, legata alla notte di Spoleto, la notte della conversione di Francesco, ha assunto un senso del tutto ina-spettato. Ha rappresentato la nostra conver-sione. Le meraviglie che solo Dio è in grado di compiere.Ormai da alcuni anni, i frati rappresentano la novità di Dio per la nostra famiglia. La voca-zione nella vocazione. Possiamo dire che Dio ha direttamente seminato nei nostri cuori con-giunti: la cura delicata e silenziosa, attraverso la preghiera per le loro vocazioni, dei frati, di tutti i frati che incrociano il nostro cammino, condividendo con noi tratti di strada e di vita. Che lo sappiano oppure no. Dio ci ha chiamati ad una fecondità diversa, allargata, di cui forse non ci rendiamo ancora conto e di cui non sia-mo forse degni. È la chiamata ad essere, cioè, padre e madre di molte vocazioni.In AlbaMia, tra le esperienze più belle vissute oltre all’incontro con questo popolo genuino con negli occhi la semplicità di Dio, c’è stato il vivere con la fraternità dei religiosi, costituen-do una famiglia allargata in cui le vocazioni, nella loro meravigliosa specificità e diversità, si sono arricchite e completate. In quel piccolo convento di Nenshat, piccolo fazzoletto di ter-ra sperduto nell’universo, dove non c’è inter-net e la luce salta mancando anche per 8 ore di fila, abbiamo “fatto” Chiesa, abbiamo vissuto l’esperienza di una Chiesa che nella varietà dei carismi ama all’unisono. Abbiamo amato insieme, sognando e operando per la costru-zione del regno di Dio.

Famiglia e pastoriL’incontro attraverso i frati con Francesco e Chiara, ci ha condotto, passo dopo passo,

mattone su mattone, ad abbracciare lo stile proprio di questi due Santi e ad essere attenti alla voce di Dio che orienta i nostri passi e che si manifesta come brezza leggera. Quel soffio leggero appena percepibile tesse le trame delle nostre vite e della nostra missione.Missione che è propria ed esclusiva di ciascuna coppia e di ciascuna famiglia. Per cui, per sco-prirla nel mezzo nel cuore è necessario met-tersi in ascolto, affinché si realizzi pienamente. È necessario, ad un certo punto, desiderare di incontrare Dio. E Dio lo incontri nel silenzio della preghiera, dove quel soffio diviene perce-pibile distintamente.Famiglie di Dio. Dobbiamo essere famiglie che osano nell’Amore, l’unico nostro bisogno e la consapevolezza alla quale arrivare. Sforziamo-ci di essere famiglie di serie A, quelle con stam-pato sul volto il volto di Gesù cristo. Mettia-moci alla scuola del Suo Amore. Preghiamo. Perché solo dalla preghiera può scaturire il Servizio. Perché, come diceva Madre Teresa di Calcutta, “frutto della preghiera è il servizio”.Dio ci ha chiesto di scendere in campo come famiglia condividendo un po’ del nostro tem-po, ci ha chiesto di “dare” qualcosa di noi, il tempo, pezzi di vita, noi stessi. E così abbiamo accolto l’invito a partire-lasciare-incontrare. Da coppia e poi da famiglia, Dio ci ha per-messo di scendere ancora più in profondità nel Suo Mistero smussando le spigolosità della no-stra anima famigliare per immergerla comple-tamente in Lui. Ed è paradossale scoprire che mentre ti sembra di dare, ricevi solo. E quando ti sembra di aiutare, ricevi aiuto.Il tempo offerto, condiviso e speso per amare incondizionatamente è il tempo migliore che possiamo concederci, quello che arricchisce di valori e contenuti veri la nostra vita. Portare insieme a Marina e Pierpaolo e poi la piccola Sofia, la Speranza di Cristo ad un po-polo speciale martoriato da anni di Comuni-smo ha significato riempire la nostra famiglia della speranza vera. Abbiamo dato spazio alla carità e questo ci ha trasformati interiormente e ci ha permesso di comprendere che nella nostra missione fami-gliare gli ultimi, i piccoli di Dio, sono la perla preziosa che cercavamo. Sono l’incontro con Gesù vivo.Tornano quindi le domande iniziali. Signore

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cosa vuoi che io faccia? Come vuoi che io sia? Rispondiamo insieme: nelle tue mani conse-gno il mio spirito. In questo, l’Eucarestia ci rende realmente un solo corpo e ci innesta nel corpo di Cristo che è la Chiesa. Per noi la domenica è il giorno della festa e della famiglia, che comincia con l’incontro con Cristo vivo.E quando l’Eucarestia è celebrata come in-contro, educa e riassume in se tutto quello che sino ad ora ci siamo detti: educa al perdono, all’ascolto, all’offerta gratuita, al sacrificio, alla comunione profonda, alla Missione.Dall’altare, parte nel mondo la nostra missione ad essere famiglia in Dio e di Dio. Ogni fami-glia deve diventare ciò che è. Il coraggio per essere famiglia in missione viene da Dio. Solo Dio basta.

Il camminoSiamo partiti con la gioia nel cuore, cantando nell’anima lodi a Dio per il miracolo che stava compiendo nelle nostre vite permettendoci di vivere una missione da famiglia. Con Sofia di soli 2 anni.

Ma se ti fidi di Dio ogni paura svanisce nella gioia più piena.A Sofia vogliamo riservare il nostro tempo mi-gliore. Non passeggiate in ipermercati affollati, cinema e neppure ludoteche attrezzatissime. Non vogliamo inscatolare in variopinti conte-nitori l’anima di nostra figlia.Vogliamo donarle la gioia dell’incontro con volti diversi, ma amici. Vogliamo donarle l’au-tenticità dei rapporti, la magia di paesaggi in-contaminati, l’odore vero dei maialini appena nati.Vogliamo che Sofia cresca sentendosi cittadina del mondo e considerando fratello ogni perso-na di qualsiasi nazionalità.Vogliamo che Sofia incontri L’Amore nel-le mani e nei volti di fratelli vicini e lontani. Per questo, non abbiamo esitato alla proposta d partire per l’Albania: perché sentivamo nel cuore di offrirle il meglio, di incontrare Gesù Vivo nei volti dei bimbi albanesi. Di arricchirla e non di privarla di qualcosa. Anche e soprat-tutto per questo, vivere un’esperienza missio-naria da famiglia è una grazia.

Pierpaolo, Marina, Sofia Paterno

Il 4 agosto appena trascor-so è volata in cielo la nostra cara Lucia Stomaci. La sua dipartita ha lasciato intorno a noi un vuoto incolmabile, privandoci della sua appas-sionata guida e dei suoi pre-ziosi consigli.È entrata a far parte dell’Or-dine dei francescani il 10/01/1943, dedicando fin da subito la sua vita al servi-zio del prossimo.Impegnata con grande sensi-bilità nelle problematiche al-trui, per anni si è occupata in modo preciso e attento delle Missioni Estere in Albania e Mozambico e, malgrado l’età avanzata e la sa-lute cagionevole, anche negli ultimi anni della sua vita si è adoperata con solerzia e amore per adempiere nel migliore dei modi al suo

dovere.Ciò che lei ha saputo tra-smetterci è il carisma france-scano, necessario a scoprire l’amore per il Signore e per il prossimo: per questo rimarrà per tutti noi un grande esem-pio di disponibiltà e presenza continua.Cara Lucia, noi tutti ringra-ziamo il Signore per averci permesso di incontrarti e di condividere con te l’impegno missionario.Sentiremo la mancanza della tua persona, ma il tuo esem-pio di vita cristiana, la tua passione per le missioni e per

i poveri, rimarrà indelebile nei nostri cuori..Con immenso affetto

La tua amica Lena Crisci e l’OFS di Maglie

In ricordo di Lucia Stomaci

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adotta un progettoContribuisci anche tu alla realizzazione dei nostri progetti fiscalmente deducibili:attraverso il Conto Corrente Postale allegato n. 001018318418oppure Bonifico Bancario IBAN: IT 11 D 07601 04000 001018318418Segreteriato Missioni Estere Cappuccini Puglia ONLUSVia Crocifisso, 54 - Giovinazzo (Bari)

PROGETTO 12 - MATERIALE MEDICO-SANITARIOFiscalmente deducibili Conto Corrente Postale n. 001018318418La situazione sanitaria è il settore più fragile del Mozambico. Aids, malaria tubercolosi sono le maggiori cause di morte per mancanza di medicinali. Vogliamo sostenere l’opera di P. Aldo Marchesini, Primario dell’Ospedale di Quelimane.

€ 200 Farmacia Croce B. - Francavilla Fontana, € 150 Nicoletta F. - Brindisi, € 100 M.C. - Campi Salentina, € 65 O.F.S. Chiesa Cappuccini – Molfetta, € 30 Matteo C. - Montescaglioso.

PROGETTO 10 - SOSTIENI LA VITA E IL LAVORO DEI NOSTRI MIS-SIONARI E I GIOVANI FRATI IN FORMAZIONEFiscalmente deducibili Conto Corrente Postale n. 001018318418Da diversi anni i frati missionari vivono fianco a fianco con la gente del Mozambico e dell’Albania condividendo la vita difficile sotto svariati aspet-ti. Tanti sono i traguardi raggiunti ma tanto altro resta ancora da fare. Sostenere l’opera dei missionari significa fornire loro gli strumenti adatti per portare avanti la loro missione e contribuire anche alla for-mazione dei giovani che, volendo abbracciare l’ideale francescano, si rivolgono ai frati perché li aiutino a scoprire la volontà del Signore nella loro vita.

€ 400 Angela domenica Dapisa Terlizzi, € 300 Marco M.- Taranto, € 150 Giuliana P. - Brindisi,€ 50 Luca C. - Taranto, Bibiana S. - Terlizzi, Emanuele S. e Lorenza T. - Terlizzi, Pietro C. - Loseto (BA), Ada P. - Scorrano, € 30 Laura M. - Zurich (Svizzera), Anna Maria D.B. - Scorrano, Luigino S. - Brindisi, € 25 Maria R. M. - Ave-trana, Adriana R. - Taviano, Francesco P. - Bagnara Calabra, € 20 Vita D. - Santo Spirito, € 20 Raffaella D., N.N., Celestino A. - Taranto, Isabella L. - Giovinazzo, Maria L. - Francavilla Fontana, Pasquale T. - Francavilla Fontana, € 16 Bernardino F. - Bernalda, Dino F. - Bernalda, € 15 Cosimo I. - Alessano, Rosa C. - Civitanova Marche, Nicola M. - Sammichele Di Bari, € 10 Giuseppina C. e Maddalena B.D., Isabella M. - Molfetta, Ippazio D.S. - Andrano, Carlo P. - Alessano, Francesca N. - Triggiano, Grazia T. - Villa Castelli, Elena T. - Francavilla Fontana, € 5 Pasquale T. - Campi Salentina, Maria P. - Brindisi.

carissimi lettori e sostenitori,con gioia noi Frati Cappuccini di Puglia vi annunciamoche il “segretariato Missioni Estere Cappuccini Puglia”

È ONLUS

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PROGETTO 13 - RECUPERO BAMBINI DELLA STRADAFiscalmente deducibili Conto Corrente Postale n. 001018318418II bambini sono la categoria più esposta alle conseguenze dellapovertà: fame, malattie, nudità, evasione scolastica, ecc. Nella città di Quelimane sono molti quelli che vivono per strada; vengono accolti i ma-schietti nella Casa Speranza gestito dalla Diocesi di Quelimane e le femminucce nel Villaggio della Pace e nell’Istituto Livramento retti dalle Suore Francescane. Possono essere sostenuti con adozioni a distanza con Euro 25 al mese.

€ 450 Avv. Barbara A. – Alessano, € 200 Dorotea D. - Taranto, € 70 Scuola Materna Boschetti A. - Brindisi Casale, € 65 O.F.S. Chiesa Cappuccini – Molfetta, € 50 Vita D.M. - Triggiano, Cosimo M. e Marzia L. - Brindisi, € 25 Antonia R. Alessano, Anna P. - Taranto.

ADOZIONI€ 150 Cosimo S. - Campi Salentina, € 100 Umberto F. - Brindisi, € 75 Piccoli Amici presso Francesco P. - Scorrano, € 50 Antonia R. - Alessano, Vincenzo R. - Terlizzi, Ada P. - Scorrano, € 26 A.S. - Bari, Angela S. – Bari, € 25 Giuseppe B. - Taranto, Gaetano F. - Bari.

PROGETTO 22 - CASA DI ACCOGLIENZA E MENSAPER BAMBINI DELLA STRADAFiscalmente deducibili Conto Corrente Postale n. 001018318418Le bambine orfane o abbandonate sono accolte nell’Istituto San José di In-hambane e nella “Casa Madre Chiara” a Maputo dalle Suore Francescane dell’Ospitalità, che assistono anche un centinaio di bambini della strada, anziani e ammalati del quartiere Lhanguene con un pasto giornaliero nella Mensa Madre Clara; si possono sostenere con adozione a distanza con Euro 25 al mese.

€ 100 Nunzia C. e Antonio S. - Ginosa, € 80 Elvira e Pina C. - Muro Leccese, € 50 Pasqua P. - Palo Del Colle, Antonietta e Maria C.- Muro Leccese, € 25 Nicola M. - Bari, Eufemia C. - Brindisi, € 20 Salvatore M. - Scorra-no, € 10 Riccardo F. - Trinitapoli, Lucia D.M. - Martano.

ADOZIONI€ 200 Maria C. S., € 100 Maria C. - Barletta, € 75 Antonia R. - Alessano, € 25 Gaetano F. - Bari.

PROGETTO 27 - SCUOLA DI ARTI E MESTIERI “MARTIRI DI INHASSUNGE” Fiscalmente deducibili Conto Corrente Postale n. 001018318418Alla “Scuola dei Martiri” in Quelimane (3.650 alunni) si è aggiunta la Sezione Arti e Mestieri (400 alunni) che favorirà lo sbocco nel mondo del lavoro di tanti giovani. Il sostegno serve all’acquisto di materiale tecnico e di consumo per i reparti falegnameria, meccanica e ceramica.

€ 360 Flavio M. - Dossobuono, Gabriella M. - Dossobuono, € 300 Maurizio S. - Villafranca (VR), € 200 Maria S. - Dossobuono, € 120 Liliana P. - Dossobuono, € 20 Raffaella D., Maria L. - Francavilla Fontana.

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PROGETTO 30 - FONDO A SOSTEGNO DI LAICI VOLONTARI - sostenuto da Fiscalmente deducibili Conto Corrente Postale n. 001018318418Prezioso in Mozambico è il contributo dei laici che offrono le proprie com-petenze ed esperienza al servizio di progetti di utilità sociale. Occorre il nostro sostegno per contribuire alle spese di viaggio, di mantenimento e di lavoro di chi offre la propria opera. Se sostieni un volontario, è come se lavorassi con lui.

PROGETTO 45 - BORSE DI STUDIO PER GIOVANI UNIVERSITARIFiscalmente deducibili Conto Corrente Postale n. 001018318418Lo sviluppo del Mozambico dipende anche dalla preparazione dei giova-ni; molti sono nell’impossibilità di continuare gli studi per mancanza di mezzi.

€ 25 Rosaria Cortellino - Barletta.

PROGETTO 44 - SCUOLE PER LE COMUNITÀ DI MORRUMBALAFiscalmente deducibili Conto Corrente Postale n. 001018318418La zona di Morrumbala conta 60.000 bambini in età scolare, le scuole del governo sono 150 e ne accolgono solo 15.000. La Missione ha aperto 42 scuole nella foresta per 3.500 bambini. Sono necessari € 8.100 all’anno per lo stipendio dei maestri, tre ispettori e per il materiale didattico. Adot-ta una scuola con Euro 15 al mese.

€ 170 Maria Rosa T. - Campi Salentina, € 150 Pasqua P. - Palo Del Colle, € 140,42 Antonio Z. - Alessano, € 25 Martino C. Bellinzago Novarese.

Adozioni a distanza: ecco comeDa anni Missionari Nostri promuove adozioni a distanza in Mozambico, sostenendo tre strut-ture rette dalle Suore Francescane: Casa Madre Clara a Maputo con 96 bambine (Progetto 22), Casa Speranza con 50 maschietti ed il Villaggio della Pace con 78 bambine interne e 30 ester-ne a Quelimane (Progetto 13). Con Euro 25 al mese si può aiutare la struttura a provvedere ad un bambino in tutte le sue necessità. Il Segretariato Missioni provvede ad inoltrare le oerte direttamente alle Suore. La vita di questi bambini, strappati alla strada o a situazioni famigliari estremamente precarie e dolorose, dipende esclusivamente dalla sensibilità e dalla carità dei benefattori. Molti ci chiedono le foto ed i nomi, noi pensiamo che la serenità di questi bimbi non sarebbe avvantaggiata da un rapporto diretto con una singola famiglia adottiva, che cre-erebbe squilibri tra l’adottato e gli altri. Basterà loro la certezza che ci sono persone che, se pure distanti, sanno aiutare ed amare indistintamente tutti i bambini, ugualmente bisognosi, che vivono nella struttura.

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Fiscalmente detraibili: conservi la ricevuta di versamento, purché bancario o postale, e potrà detrarre il 19% del relativo importo, no ad un massimo di € 2.065,83 con la pros-sima dichiarazione dei redditi. Per le persone (quali società ed imprese) potrà essere dedotto dal reddito di impresa no a € 2.065,83 o no al 2% al reddito dichiarato. (art. 15, comma 1 lettera i-bis e art. 100, comma 2 , lettera h, D.P.R. 22.12.1986, n. 917).

PROGETTO 49 - “MENSA SAN FRANCESCO” PER I POVERI DI QUELIMANEFiscalmente deducibili Conto Corrente Postale n. 001018318418Ogni giorno circa 100 persone, mendicanti, ciechi, handicappati, vedove, bambini di strada ricevono un pasto caldo e assistenza alla Mensa. Altri 21 anziani, lebbrosi e vedove sono assistiti a Nicoadala, dove possono coltivare un proprio campo. Adotta un povero con euro 15 al mese.

€ 250 Antonia G. - Triggiano, € 100 Pompeo D.S. - Francavilla Fontana, € 25 Nicola e Lucia D.C. - Brindisi, € 10 Anna C. - Turi.

PROGETTO 52 - CASE PER ANZIANI, VEDOVE E PORTATORI DI HANDICAPFiscalmente deducibili Conto Corrente Postale n. 001018318418Un folto gruppo di anziani, vedove, lebbrosi che vivono di elemosina per le strade della città di Quelimane si è radicato in una zona agricola da dove trae sostentamento. Occorre costruire case organizzate in un piccolo villaggio. Una casa in mattoni € 2.000, in materiale locale € 300.

€ 50 N.N.

PROGETTO 58 - CHINDE: CASA DI ACCOGLIENZA PER ORFANIFiscalmente deducibili Conto Corrente Postale n. 001018318418A Chinde, sperduta isola tra lo Zambesi e l’Oceano, 51 bambini abbando-nati o orfani sono curati da un’anziana suora sola e senza mezzi. Abbiamo costruito un nuovo orfanotrofio: occorrono circa 1000 euro al mese per le loro necessità.

€ 1.000 Emilia D.P. e Giulio S. - Monopoli, € 150 Melody P. - Trinitapoli, € 100 N.N., € 50 Cosimo M. e Marzia L. - Brindisi, Elena B. - Molfetta, € 20 Raffaella D., Maria L. - Francavilla Fontana.

PROGETTO 63 - ORFANATROFIO S. ROQUE - MAPUTOFiscalmente deducibili Conto Corrente Postale n. 001018318418Il centro ospita 35 bambini e ragazzi orfani o appartenenti a famiglie non in grado di sostenerli. Il loro sostegno dipende dall’aiuto dei benefattori.

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PROGETTO 64 - SOSTEGNO BAMBINI “CASA FAMIGLIA”Fiscalmente deducibili Conto Corrente Postale n. 001018318418Fra Antonio Triggiante ha accolto in una “Casa Famiglia” 75 bambini rac-colti dalla strada, orfani di AIDS, figli di genitori ciechi o invalidi. È stata costruita una nuova struttura: occorrono circa € 1.000 al mese per le loro necessità.

€ 250 Antonia G. - Triggiano, € 220 Benedetto F. - Giovinazzo, € 100 N.N, € 20 Raffaella D., Maria L. - Fran-cavilla Fontana.

PROGETTO 66 - SCUOLA “BEATO ZEFERINO” SCUTARI”Fiscalmente deducibili Conto Corrente Postale n. 001018318418Nella Missione di Scutari 50 bambini Magjyp di etnia Rom, ai margini della società albanese, sono bisognosi di istruzione per uscire dall’emar-ginazione. Il tuo sostegno per lo stipendio alle maestre e per la mensa scolastica. Spesa mensile € 2.300

PROGETTO 68 - PROGETTO AGRICOLTURA A NICOADALAFiscalmente deducibili Conto Corrente Postale n. 001018318418La Mensa S. Francesco ha avviato un gruppo di vedove, anziani, lebbrosi, che vivevono di elemosina per le strade di Quelimane, all’attività agricola nella zona di Nicoadala. Occorre acquistare attrezzi agricoli e sementi, sostenere le spese del personale addetto alla gestione: motorista, respon-sabili dell’approvvigionamento, ecc. Preventivo € 10.000 all’anno.

PROGETTO 69 - STAMPA DELLA BIBBIAFiscalmente deducibili Conto Corrente Postale n. 001018318418Stampa di 2.000 copie della Bibbia tradotta da Padre Leone Innamorato in lingua Lolo, per aiutare le comunità a conoscere, comprendere e spiegare la Parola di Dio.

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PROGETTO 71 - PROGETTO DUKAGJINFiscalmente deducibili Conto Corrente Postale n. 001018318418Il Progetto nasce dall’esperienza di fra’ Antonio Imperato che dal 2007 al 2009 ha vissuto in questa regione a nord dell’Albania sostenendo le famiglie più povere e creando opportunità di incontro e di studio per tanti ragazzi isolati dalle distanze e dai doveri lavorativi. Dal 2010 si organizza un mese di attività ludiche, formative e ricreative, a cui aderiscono volontari di estrazione e formazione diversa provenienti da tutta Italia; dal 2011 arricchiscono il progetto la presenza e il lavoro di medici generici e di dentisti volontari che prestano la loro attività in quel luogo dove il diritto alla salute sembra essere un miraggio.

€ 333 Michele C. - Bari, € 15 Onorina A. - Campi Salentina

PROGETTO 72 - AIUTACI A COSTRUIRE IL CENTRO DI SALUTE E NUTRIZIONALE NEI PRESSI DELLA DISCARICA DI MAPUTOFiscalmente deducibili Conto Corrente Postale n. 001018318418Nel bairro (=quartiere) di Hulene, dove opera il nostro fratello Mimmo Mi-rizzi, che è uno dei più popolosi della città di Maputo con i sui 40.000 abitanti assiepati in poverissime case a ridosso della discarica municipale, manca il presidio sanitario. Per questo motivo, cito del parole del missionario: “stiamo cercando di soddisfare questa enorme necessità con la costruzione di un poliambulatorio che serva a rispondere almeno alle patologie mediche di base della popolazione e includendo in esso anche un centro nutrizionale. La struttura di base è già stata costruita. Adesso servono fondi per completarla: pavimenti, porte, finestre, l’acquisto dell’arredamento, delle stru-mentazioni mediche....ecc”.

€ 100 Henrie e Suzanne C. - Andria, € 35 Annarita M. - Foggia, € 30 Francesco C. - Taranto, € 25 Caputo - Poggiardo, € 20 Raffaella D., Maria L. - Francavilla Fontana.

PROGETTO 73 - UNA NUOVA CHIESA IN ONORE DEI MARTIRI DI INHASSUNGE - Fiscalmente deducibili Conto Corrente Postale n. 001018318418 Noi frati minori cappuccini di Puglia, di Trento e i frati missionari del Mo-zambico, per onorare i nostri fratelli Camillo, Oreste e Francesco, insieme a di tutti gli amici e benefattori, vogliamo erigere una chiesa per ricordare il loro sacricio. La chiesa sarà un punto di riferimento per migliaia di cristiani che vivono sull’isola di In-hassunge. Su alcune delle tombe vengono costruite delle basiliche, come luoghi di preghiera e di memoria, che permettono alle celebrazioni anniversarie di assumere caratteri di solennità. Le tombe dei martiri di-vengono meta di pellegrinaggio (Cf Paolinus Nolanus, Carmen 26, v.387-388; Prudentius, Peristephan. Hymn.XI, v.195-210). Previsti 15,000 euro per la sua realizzazione.

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Il kit consiste in un elegante scatola di cartone con il logo del Segretariato, contenente prodotti tipici della nostra Puglia: - una bottiglia di vino “Negroamaro Salento” - un’anforetta di vetro con manico di

olio extravergine di oliva - un barattolo di marmellata o

confettura di frutta biologica - il calendario 2015 “Missionari Nostri”.

PACE e BENE!

Segretariato Missioni Estere Cappuccini Puglia OnlusVia Crocifisso 54 - 70054 Giovinazzo (BA) - Cell. 3423214796

E-mail: [email protected] - Sito web: www.missionarinostri.itC/C Postale 001018318418 | IBAN: IT 11 D 07601 04000 001018318418

Il Segretariato Missioni Estere Cappuccini Puglia O.N.L.U.S. sottopone all’attenzione di tutti gli amici e benefattori

la possibilità di fare gli auguri per il prossimo Natale 2014 con un kit/regalo di beneficenza. Il ricavato servirà per sostenere i progetti

dei nostri missionari che operano in Mozambico e Albania (mense e orfanotrofi, scuole primarie e professionali, case famiglia, etc..).

Per informazioni contattateci