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Media e studi culturali Prof. Silvia Leonzi Immaginario, archetipi e cinema

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Media e studi culturali Prof. Silvia Leonzi

Immaginario, archetipi e cinema

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Immaginario e cinema “Con il cinema ha inizio un modo di produzione e consumo dell’esperienza territoriale essenziale per lo sviluppo dell’immaginario collettivo: una macchina industriale complessa che si fa carico di creare forme in cui riconoscerci passando non più attraverso la relazione interpersonale, ma attraverso la centralità dei simulacri collettivi. L’immaginario individuale si traduce in immaginario collettivo.”

Alberto Abruzzese, L’immaginario in Lessico della comunicazione, Meltemi, 2003

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“Il film ritrova l’immagine sognata, indebolita, rimpicciolita, ingrandita, ravvicinata, deformata, ossessiva, del mondo segreto ove noi ci ritiriamo nella veglia come nel sogno, di questa vita più grande della vita dove dormono i crimini e gli eroismi che noi non compiremo mai, ove anneghiamo le nostre delusioni e ove germinano i nostri desideri più folli.”

Jacques Poisson, Cinema e psicanalisi, in «Cahiers du Mois», n. 16-17

Immaginario

e cinema

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“Già la più banale proiezione sull’altro – il semplice “mi metto al posto suo” – è una identificazione del proprio io nell’altro,

che facilita e richiama a sua volta l’identificazione in se stessi dell’altro.”

Immaginario e cinema

Edgar Morin, Il Cinema, o l’uomo immaginario, Milano, Feltrinelli, 1982

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I «neuroni specchio», scoperti dallo scienziato italiano Giacomo Rizzolati tra gli anni ‘80 e ’90, sono cellule nervose del cervello che si «attivano» quando vedono qualcun altro compiere un gesto. Il sistema mirror ci permette di osservare ciò che ci circonda, di immedesimarci e di empatizzare con le emozioni altrui e di conseguenza di imparare per imitazione.

I neuroni specchio

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Lo schermo empatico

«Il nostro scopo è usare i neuroni per capire di cosa è fatta la magia del cinema. E al

tempo stesso capire come mai, grazie al cinema, passiamo dalla finzione alla realtà»

Vittorio Gallese

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“Possiamo concepire la sala cinematografica come un potente dispositivo in grado di predisporre a forme di identificazione, di empatia, di emozione che coinvolgono il pubblico in profondità, immobilizzandolo nel buio avvolgente e possibilmente silenzioso.”

S. Leonzi in E. Girlanda, “Il precinema oltre il cinema”

La visione di un film al cinema è un atto condiviso che rafforza il

senso di comunità.

Ipnosi.

Immaginario e audiovisivo

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Il regno del fantastico

Entriamo nel regno dell’immaginario, quando le aspirazioni, i desideri, e

i loro negativi, i timori e i terrori trascinano e modellano l’immagine per

ordinare, secondo la loro logica, i sogni, i miti, le religioni, le credenze, le

letterature, tutte le elaborazioni fantastiche. Miti e credenze, sogni e fantasie, sono le fioriture della visione magica del mondo. Esse mettono in opera l’antropomorfismo e il doppio. L’immaginario è la pratica magica spontanea dello spirito che sogna.

Edgar Morin, Il Cinema, o l’uomo immaginario, Milano, Feltrinelli, 1982

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L’immagine del cinematografo è letteralmente immensa, trascinata dal flusso di un immaginario in continuo prodursi. Il fantastico è stato la prima, decisiva e grande onda di immaginario attraverso la quale si è compiuto il passaggio dal cinematografo al cinema.

Edgar Morin, Il Cinema, o l’uomo immaginario,

Milano, Feltrinelli, 1982

Il regno del fantastico

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Viaggio nella Luna Genere: fantastico Anno: 1902 Regia: Georges Méliès. Il film è una parodia basata liberamente sul romanzo di Jules Verne Dalla Terra alla Luna e su quello di H. G. Wells I primi uomini sulla Luna. Una delle scene iniziali del film, la navicella spaziale che si schianta sull'occhio della Luna (che presenta un volto umano), è entrata nell'immaginario collettivo ed è una delle sequenze che hanno fatto la storia del cinema.

Il fantastico al cinematografo

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Il fantastico, presente in molte delle prime pellicole, con il consolidamento dell’industria culturale si trasformerà in un genere. Il fantastico è l’esitazione provata da un essere che conosce soltanto le leggi naturali, di fronte a un avvenimento apparentemente soprannaturale.

Edgar Morin, Il Cinema, o l’uomo immaginario, Milano, Feltrinelli, 1982

Cinema e fantastico

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Cinema e fantastico

Il cinema fantastico Genere del cinema classico. Spesso identificato con il fantasy, connotato dalla presenza della magia e di mondi immaginari, di creature leggendarie o dell'elemento fiabesco, all'interno del quale si possono distinguere una schiera di generi differenti, tra i quali l'horror, la fantascienza, il fantasy, il gotico.

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Cinema e fantastico

"In un mondo che è sicuramente il nostro, quello che conosciamo, senza diavoli né silfidi, né vampiri, si verifica un avvenimento che,

appunto, non si può spiegare con le leggi del mondo che ci è familiare. Colui che percepisce l’avvenimento deve optare per una delle due soluzioni possibili: o si tratta di un’illusione dei sensi, di un prodotto dell’immaginazione, e in tal caso le leggi del mondo rimangono quelle che sono, oppure l’avvenimento è realmente

accaduto, è parte integrante della realtà, ma allora questa realtà è governata da leggi a noi ignote... Il fantastico occupa il lasso di

tempo di questa incertezza…"

Todorov Tzvetan, La Letteratura fantastica , 1977

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Immaginario e cinema

La letteratura, la televisione, il cinema hanno sostituito alcune forme di risposta mitica all’esistenza, come la religione o il racconto popolare. Propp, Mircea Eliade, Northrop Frye, Carl Gustav Jung, Sigmund Freud, Joseph Campbell. Le narrazioni cinematografiche tendono a riattualizzare, e dunque ricreare i miti universali.

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Nei prodotti audiovisivi possiamo rintracciare motivi costanti e ricorrenti, che danno forma ad aspetti fondamentali della vita umana. I testi audiovisivi sono spesso in relazione con un modello paradigmatico di origine mitologica, che nasce dall’elaborazione dell’immaginario a cui attinge la memoria collettiva.

Immaginario e cinema

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Gli schemi narrativi tendono a “pescare” in una matrice,

universale, presente nella memoria inconscia collettiva dello

spettatore, favorendo l’attivazione della “sospensione

dell’incredulità”.

Immaginario e cinema

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“Il film non è mai prodotto da un individuo", ma è un'opera collettiva e socialmente influenzata, in cui passato e presente si rincorrono continuamente e in cui si nascondono le tendenze, i modi di pensare, l'immaginario di una società.

Siegfried Kracauer, 1947

Immaginario cinematografico e sociale

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Immaginario cinematografico e

sociale Il cinema è anche la rappresentazione che una società costruisce di se stessa, nonostante le strutture ricorrenti e anche se inserito in schemi narrativi universali. Il film offre un’immagine del periodo della società in cui nasce e viene prodotto. Le pellicole cinematografiche sono lo “specchio della società che le produce”, espressione di una mentalità collettiva in quanto opere di un gruppo, mai frutto di un solo individuo. Kracauer, From Caligari to Hitler, 1947

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"I film - non [vanno] considerati come semplici finestre sull'universo; essi costituiscono uno degli strumenti di cui una società dispone per mettersi in scena e mostrarsi" e, proprio in quanto tali, sono importanti documenti del loro tempo e fonti per lo storico per scoprire e analizzare il modo in cui in un certo periodo ne veniva socialmente pensato un altro” Pierre Sorlin

Immaginario cinematografico e sociale

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“… rappresenta una modernità epidermica relativa al vestire, al parlare, al modo di comportarsi... che però si sbriciola di fronte alle difficoltà per lasciare spazio alla natura italiana sottostante” (S. Gundle, I comunisti italiani tra Hollywood e Mosca, 1995)

La colonizzazione dell’immaginario

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La colonizzazione dell’immaginario

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L’Immaginario:

la prospettiva psicologica

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Carl Gustav Jung (1875 –1961)

Psichiatra, psicanalista e antropologo, fondatore della “psicologia analitica”.

Inizialmente vicino alla psicanalisi freudiana, se ne distacca definitivamente con la pubblicazione del suo testo fondamentale, Trasformazioni e simboli della libido (1912), dove sono presenti i primi abbozzi di una concezione finalistica della psiche.

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Carl Gustav Jung

Con il suo approccio Jung amplia la ricerca psicoanalitica dalla storia personale del singolo alla storia collettiva dell'umanità, che nel singolo si concretizza e prosegue.

L'inconscio non è più solo l'inconscio personale prodotto dalla rimozione, ma l’individuo sperimenta anche la presenza di un inconscio collettivo.

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Inconscio collettivo

Per Jung, l’inconscio collettivo non è un puro serbatoio di materiale rimosso (Freud), ma comprende in sé tutti i contenuti dell’esperienza psichica umana, negativi e positivi, e costituisce una struttura connettiva universale. L’inconscio collettivo non è un semplice bacino di raccolta di ricordi, emozioni, memorie personali ma è costituito da associazioni mentali ed emotive ed immagini

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Inconscio collettivo

L’immagine non è una forma dietro cui si nascondono aspetti della

psiche che la coscienza non accetta, ma è lo strumento per accedere

all’inconscio e partecipare alla realtà dell’universo.

Il riferimento alle immagini archetipiche primordiali richiama un patrimonio

bio-psicologico universale che organizza l’esperienza , che si

palesa alla coscienza sotto forma di immagini e che il

linguaggio può esprimere solo in parte,.

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Imago L’Imago rappresenta uno stadio di

transizione tra la nozione di

complesso e la nozione di

archetipo, ed è sua volta

strettamente collegata alla

concezione di inconscio

L’Imago è la rappresentazione

soggettiva del mondo reale, che gli

individui costruiscono attingendo a

materiali inconsci

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Imago

Freud aveva sottolineato l'importanza e la durevole influenza delle relazioni dei bambini con i loro genitori; ciò che era importante non era la reale figura del padre o della madre ma l'immagine soggettiva che ne aveva il bambino. Jung propose di chiamare questa rappresentazione soggettiva imago. Freud aveva fatto rilevare che l'imago dirigeva inconsciamente la scelta dell'oggetto d'amore. A Jung erano sembrati non sufficientemente chiariti i motivi delle discrepanze tra la madre reale e l'imago materna. Giunse così alla conclusione che l'elemento determinante era la preesistenza, nella psiche umana, di una immagine inconscia della donna. Il concetto di imago, nella psicologia junghiana rappresentò dunque uno stadio di transizione tra la nozione di complesso e la nozione di archetipo, a sua volta strettamente collegata alla concezione junghiana dell'inconscio collettivo.

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Gli Archetipi in Jung

Jung parla del termine “archetipo” in un intervento dal titolo Istinto e inconscio, in un simposio londinese , nel 1919

Per la prima volta Jung, in Trasformazioni e simboli della libido (1912) parla di “immagini primordiali”, che sono in grado di generarsi autonomamente, percepibili dalla coscienza, ma che derivano da una matrice inconscia comune a tutti i popoli, senza distinzioni di tempo, né di luogo

Il termine è coniato da Jacib Burkhardt, parlando del Faust

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Gli archetipi in Jung

I contenuti dell’inconscio personale sono costituiti dai cosiddetti “complessi a tonalità affettiva”, la componente intima e personale della vita psichica.

I contenuti dell’inconscio collettivo sono invece i cosiddetti archetipi.

C.G. Jung, Gli archetipi dell’inconscio collettivo

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Complesso a

tonalità affettiva

Il complesso indica un contesto psichico attivo i cui elementi molteplici (sentimenti, pensieri, percezioni, ricordi) sono unificati dalla comune tonalità affettiva. Un esempio è il complesso materno.

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Complesso a

tonalità affettiva

“qualcosa di disarmonico, di non assimilato, di contrastante, che forse è un ostacolo ma anche uno stimolo a compiere un più grande sforzo. Sotto questo aspetto i complessi sono perciò proprio il nucleo centrale della vita psichica e non devono mancare, altrimenti l’attività psichica cadrebbe in un fatale letargo” [Jung, 1928].

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Gli archetipi : etimologia

Il primo elemento “arché” significa “inizio, origine, causa,

fondamento e principio, ma significa anche “posizione di

capo, supremazia e governo “ (quindi una specie di

“dominante”); il secondo elemento, “typos”, significa

“colpo”, e ciò che con esso si produce, “il conio di una

moneta, forma, immagine, copia, prototipo, modello,

ordine e normalità in senso figurato, più moderno:

“campione, forma fondamentale, forma primordiale” (che

sta “alla base” di una serie di individui umani, animali e

vegetali “simili”).

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Gli archetipi in Jung

L’archetipo non è solo immagine come tale, ma anche il dinamismo, che si manifesta nella numinosità, nella forza affascinante dell’immagine archetipica.

“Nell’inconscio i singoli archetipi non sono isolati tra loro, ma sono in uno stato di contaminazione, di totale interpenetrazione e fusione”

Nei prodotti di fantasia, queste «immagini primordiali» diventano visibili e il concetto di archetipo trova la sua specifica applicazione.

C.G.Jung, Gli archetipi dell’inconscio collettivo,

Bollati Boringhieri Edizioni, 1977

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Il numinoso

Numinosa è l'esperienza dell’incontro col sacro, col senso non ancora svelato. Da

numinosità sono accompagnate le esperienze a sfondo archetipico

In un saggio del 1917, intitolato Il sacro evidenzia come il sacro sia un fenomeno complesso: all'origine di ogni religione esiste un elemento irrazionale, la percezione di una realtà straordinaria, che Otto definisce il "numinoso", separata e profondamente diversa da quella profana e capace di suscitare sentimenti contrastanti. Il numinoso si presenta come tremendo e affascinante insieme, allo stesso tempo infonde timore e fiducia.

Rudolf Otto (1896-1937), professore di teologia protestante prima a Gottinga e poi a Breslavia e Marburgo, si colloca all' interno della scuola fenomenologica.

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Gli archetipi in Jung

“Gli archetipi non possono in alcun modo diffondersi universalmente solo attraverso la tradizione, la lingua e la migrazione, ma risorgono spontaneamente in ogni tempo e ovunque, e precisamente in un modo che non è influenzato da alcuna trasmissione esterna (…) tale constatazione significa nientemeno che in ogni psiche sono presenti forme, disposizioni, idee, in senso platonico, che sono inconsce ma non per questo meno attive, cioè vive, le quali performano e influenzano, alla maniera di un istinto, pensiero, sentimento e azione della psiche”.

C.G.Jung, Gli archetipi dell’inconscio collettivo,

Bollati Boringhieri Edizioni, 1077

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Archetipi e idee platoniche

Le idee platoniche sono eterne, trascendenti, anteriori a ogni esperienza.

Gli archetipi presentano l’idea platonica su base empirica.

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L’archetipo: eterno e mutevole

Nel suo “disegno fondamentale” l’archetipo è immutabile, nei suoi modi di manifestarsi è eternamente mutevole: è uno schema capace di organizzare i contenuti delle rappresentazioni che nascono dall’esperienza del soggetto e della società

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Queste idee e immagini non sono trasmesse come tali, ma lo sono le loro potenzialità. Jung distingue tra “archetipo”, che è l’aspetto psichico universale e innato, e l’“immagine archetipica”, che definisce immagini che hanno caratteristiche soggettive.

Archetipi e immagini

archetipiche

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Jung e l’immaginazione

C. G. Jung, Tipi psicologici, in

Opere, vol. 6, Torino, Boringhieri 1969

L’immaginazione è un’attività creatrice, in quanto è legata alla formazione del simbolo, non è un riflesso istintivo, né un’attività cognitiva astratta ma un “atto creativo costante” .

Senza attività immaginativa non esiste umanità: attraverso l’immaginazione si crea un ponte tra uomo e mondo .

Immaginazione come funzione di irrealtà, fantasia come fuga dalla realtà

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Immaginario e Simbolico

Il simbolo è il mezzo attraverso cui l’archetipo si manifesta e comincia ad operare. “una parola o un’immagine è simbolica quando implica qualcosa che sta al di là del suo significato ovvio ed immediato. Essa possiede un aspetto più ampio, “inconscio” che non è mai definito con precisione o compiutamente spiegato. Né si può sperare di definirlo o spiegarlo. Quando la mente esplora il simbolo, essa viene portata in contatto con idee che stanno al di là delle capacità razionali.”

Carl Gustav Jung

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Archetipi

Anima Animus

Ombra

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Animus e Anima

Ciascun uomo porta dentro di sé un’immagine femminile definita. Lo

stesso vale per la donna: anch’essa possiede la sua immagine innata

dell’uomo. Veramente, secondo la nostra esperienza, sarebbe più esatto

dire che la sua è un’immagine degli uomini, mentre nel caso dell’uomo si

tratta dell’immagine della donna.

C.G. Jung, CW, XVII, par.338 [Opere XVII, p.190]

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“L’Anima può essere definita come l’immagine o l’archetipo o la sedimentazione di tutte le esperienze dell’uomo con la donna”

C.G. Jung, CW, XIII, par.58 [Opere XIII, p.49]

C.G. Jung, Letters, 2 gennaio 1957, ad anonimo

“Pertanto L’Animus e l’Anima sono

rappresentazioni di figure archetipiche che mediano

tra la coscienza e l’inconscio”

Animus e Anima

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Animus e Anima

“L’Anima di genere femminile è una figura che compensa la coscienza maschile. Nella donna invece la figura compensatrice ha carattere maschile, ed è quindi opportuno designarla col termine Animus ” “L’anima è bipolare, può quindi apparire ora positiva ora negativa, ora giovane ora vecchia, ora madre ora fanciulla, ora fata ora strega, ora santa ora prostituta“ C.G. Jung, CW, XIII, par.56 [Opere IX, p.193]

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Animus e

Anima “Agli uomini dell’antichità l’Anima appariva come una dea o una maga, mentre l’uomo del Medioevo alla dea sostituì la Regina del Cielo e la Madre Chiesa”

C.G. Jung, CW, I X, par.61 [Opere IX, p.28]

“Insieme [l’Anima e l’Animus], formano una coppia divina, nella quale l’uno…è…in certo qual modo come Ermes…mentre l’altra…porta i tratti di Afrodite, Elena (Selene), Persefone ed Ecate, Entrambi sono potenze inconsce, vere «divinità»”.

C.G. Jung, CW, IX, II, par.41 [Opere IX, II, p.21]

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L’Anima

“Il sognatore è circondato da una moltitudine di forme femminili

indistinte… Le figure che appaiono nel sogno… segnalano la natura

femminile dell’inconscio, sono fate o incantatrici sirene e lamie che

stregano il viandante solitario e gli fanno smarrire la via “

C.G. Jung, [Opere, IX, I, p.193]

C.G. Jung, [Tipi psicologici, 1921, p.418

“la figura della donna sconosciuta è una

personificazione dell’inconscio, cui io ho

dato il nome di «Anima»

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Anima e Animus

Rivolta all’esterno, l’Anima è

volubile, lunatica, incontrollata,

emotiva, talvolta

demonicamente

intuitiva, spietata, malvagia,

bugiarda, ipocrita e mistica;

l’Animus, al contrario, è rigido,

attaccato ai propri principi,

pronto a imporre la

legge,didascalico, riformatore

del mondo, teorico,

venditore di parole, litigioso e

avido di potere.

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Animus e Anima

Per ritrovare la sorella scomparsa e una preziosa pietra, una scrittrice di successo si reca in Colombia e si trova in mille guai dai quali la tira fuori un simpatico giramondo spericolato.

All'inseguimento della pietra verde

Un film di Robert Zemeckis. Con Kathleen Turner, Michael Douglas, Danny DeVito. Genere Avventura, colore, 105 minuti. Produzione USA 1984.

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Animus e Anima

All’inseguimento della pietra verde, 1984

Joan: insicura, fragile

Jack: egoista, insensibile, cinico

indipendente, libera, impulsiva, forte

affidabile, generoso, attento

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Animus e Anima My fair lady

Regia: George Cukor Cast: Audrey Hepburn, Rex Harrison, Stanley Holloway, Wilfrid Hyde-White Anno: 1964 Trama: Londra, inizi del nostro secolo. Il misogino professor Higgins scommette con un amico di poter trasformare una fioraia in una donna di classe. Vincerà la scommessa e scoprirà l'amore. Rifacimento in chiave commedia del mito di Pigmalione.

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Animus e Anima Tootsie

Regia: Sydney Pollack Cast: Dustin Hoffman, Jessica Lange, Bill Murray, Sydney Pollack, Anno: 1982 Trama: Michael Dorsey è un attore che non riesce a lavorare. Un giorno si trova a fare un provino travestito da donna e ottiene una parte importante in un "serial" televisivo. Arriva il successo, ma le cose si complicano quando si innamora di Julie, sua partner nei telefilm, la quale però lo crede, come tutti del resto, una donna.

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Animus e Anima Lezioni di piano Regia: Jane Campion Cast: Holly Hunter, Harvey Keitel, Anna Paquin, Sam Neill Anno: 1993 Trama: nel 1825 Ada, venuta dalla Scozia, sbarca in Nuova Zelanda, muta fin da bambina, sposa per procura a un coltivatore inglese, con una figlia di nove anni, i bagagli e un pianoforte. Un vicino di casa, maori convertito, l'aiuta a recuperare il piano che il marito rifiuta, e diventa il suo amante tra lo scandalo della piccola comunità locale.

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Animus e Anima Maledetto il giorno che t’ho incontrato

Regia: Carlo Verdone Cast: Carlo Verdone, Margherita Buy Anno: 1992 Trama: Bernardo e Adriana si conoscono dal loro analista, lui depresso ipocondriaco e lei gran consumatrice di ansiolitici. Diventati grandi amici, i due si ritrovano a Londra, lei per recitare in una commedia diretta dal suo attuale compagno, lui, biografo di rockstar defunte, per cercare le vere cause della morte di Jimi Hendrix. Dopo una serie di baruffe e incidenti, i due scopriranno finalmente di amarsi.

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Animus e Anima Sweet November

Regia: Pat O'Connor Cast: Keanu Reeves, Charlize Theron Anno: 2001 Trama: Nelson Moss, (Keanu Reeves), è un pubblicitario in carriera; unico valore nella vita il lavoro, totale assenza di rispetto per gli altri ed un obiettivo prefissato imprescindibile: essere il migliore. Riuscirà, con il suo amore, Sara (Charlize Theron) a cambiarne il carattere?

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Animus e Anima …e alla fine arriva Polly

Regia: John Hamburg Cast: Ben Stiller, Jennifer Aniston, Philip Seymour Hoffman, Debra Messing Anno: 2004 Trama: Un uomo che ha paura di rischiare ma analizza i rischi per professione, dopo essere stato tradito dalla moglie durante la luna di miele, si innamora di una donna rischiosa mandando completamente all’aria la sua esistenza tranquilla.

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Animus e Anima Twilight Regia: Catherine Hardwicke Cast: Kristen Stewart, Robert Pattinson, Taylor Lautner, Michael Welch Anno: 2008 Trasferitasi nella cittadina di Forks insieme al padre, Bella Swan si innamora di un suo affascinante e misterioso compagno di classe, Edward. La passione tra i due prende il sopravento e quando Bella scopre la verità é ormai troppo tardi. La verità é che Edward é un vampiro, ma la ragazza, sicura dei suoi sentimenti non ha nessuna intenzione di interrompere il loro rapporto, ed é disposta a convivere con le differenze che ci sono tra loro. Il problema, però, é l'arrivo in città di un gruppo di vampiri che hanno intenzioni tutt'altro che innocue...

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Animus e Anima Il lato positivo

Regia: David O. Russell Cast: Bradley Cooper, Jennifer Lawrence, Robert De Niro, Julia Stiles, Jacki Weaver, Chris Tucker Anno: 2012 Trama: Pat Solatano (Bradley Cooper) ha perso tutto. Dopo aver trascorso otto mesi in un istituto psichiatrico, si ritrova ad abitare nuovamente con sua madre (Jacki Weaver) e suo padre (Robert De Niro). Pat però è deciso a ricostruire la propria vita e a riconciliarsi con la sua ex-moglie, nonostante le problematiche circostanze della loro separazione. La situazione si complica quando Pat conosce Tiffany (Jennifer Lawrence), una misteriosa ragazza che soffre a sua volta di problemi psichiatrici

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Archetipi e Stereotipi

Il mondo immaginale si fonda su tre elementi: Ripresa, Accettazione, Distorsione (Vattimo) “Ripresa di elementi arcaici (archetipi, miti immemorabili), accettazione di ciò che è (apparenza, fenomeno, relativismo), distorsione di questi elementi arcaici che rientrano in un movimento a spirale che li dinamizza, dà loro un senso attuale”.

Michel Maffesoli, La contemplazione del mondo,

Genova, Costa & Nolan, 1993, p. 90