materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a roma, organizzata con...

32
1 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani” www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter Materiale tratto dagli incontri dell’anno sociale di Nuova Proposta 2012-2013 e rassegna stampa Questo dossier vuole essere uno strumento di condivisione e diffusione della ricchezza scaturita da riflessioni, emozioni e storie raccontate e vissute lo scorso anno durante i nostri incontri, tutti dedicati al tema “Senza Paura! Perché nell’amore non c’è timore!” Le persone omosessuali e transessuali cristiane senza paura verso l’accoglienza di se stessi, degli altri, di Dioche traeva ispirazione dalla 1° lettera di Giovanni °. Si tratta di sintesi e spunti tratti da alcuni degli incontri *, ma potete trovare molto altro (testi e audio) sul nostro sito: www.nuovapropostaroma.it . Per i testi della Veglia di preghiera in ricordo della vittime dell’omofobia, svoltasi il 17 maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono, per lo più, appunti trascritti durante le serate, non riviste da relatori e ospiti che hanno partecipato: ci scusiamo per eventuali imprecisioni. °Prima Giovanni (4, 17-21) "Per questo l'amore ha raggiunto in noi la sua perfezione, perché abbiamo fiducia nel giorno del giudizio; perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo. Nell'amore non c'è timore, al contrario l'amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell'amore. Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo. Se uno dicesse: «Io amo Dio», e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello."

Upload: others

Post on 22-Aug-2020

2 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

1 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

Materiale tratto dagli incontri dell’anno sociale

di Nuova Proposta 2012-2013 e rassegna stampa

Questo dossier vuole essere uno strumento di condivisione e diffusione della ricchezza

scaturita da riflessioni, emozioni e storie raccontate e vissute lo scorso anno durante i nostri

incontri, tutti dedicati al tema “Senza Paura! Perché nell’amore non c’è timore!” Le persone

omosessuali e transessuali cristiane senza paura verso l’accoglienza di se stessi, degli altri,

di Dio” che traeva ispirazione dalla 1° lettera di Giovanni °.

Si tratta di sintesi e spunti tratti da alcuni degli incontri *, ma potete trovare molto altro

(testi e audio) sul nostro sito: www.nuovapropostaroma.it.

Per i testi della Veglia di preghiera in ricordo della vittime dell’omofobia, svoltasi il 17

maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un

dossier dedicato.

* I testi sono, per lo più, appunti trascritti durante le serate, non riviste da relatori e ospiti che hanno

partecipato: ci scusiamo per eventuali imprecisioni.

°Prima Giovanni (4, 17-21)

"Per questo l'amore ha raggiunto in noi la sua perfezione, perché abbiamo fiducia nel

giorno del giudizio; perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo.

Nell'amore non c'è timore, al contrario l'amore perfetto scaccia il timore, perché il

timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell'amore.

Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo. Se uno dicesse: «Io amo Dio», e

odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che

vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da

lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello."

Page 2: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

2 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

“Senza paura! Andare oltre il timore dell’altro”

12 dicembre 2012: incontro con Don Franco Barbero, animatore della comunità di base "Viottoli" di Pinerolo e che da anni accompagna ed è vicino alle persone omosessuali e transessuali.

La paura e’ un atteggiamento di difesa, con cui l’organismo si prepara di fronte ad un pericolo e puo’ essere salvifica, bisogna saper discernere. Ci sono cose al mondo di cui e’ giusto avere paura – Baumann parla di una società che produce angoscia e paura. Nella Bibbia si racconta molto bene come il cammino degli uomini sia sempre vulnerabile ed abitato dalle paure con cui tutti fanno i conti. I personaggi delle Sacre Scritture sono anti-eroi, senza percorsi “stellari”, ben lontani da quelle figure di “Santi” un po’ patinate che la Chiesta istituzionale ha spesso esageratamente diffuso nel corso dei secoli. Dio stesso si mostra “vulnerabile” e in un bellissimo testo di Moni Ovadia racconta come nel spargere il suo amore un po’ si lamenti del fatto che teme verrà “sprecato” (libro “Speriamo che tenga”) Nell’Antico Testamento Abramo ha bisogno di tre ingiunzioni da parte di Dio prima di mettersi in cammino per paura della terra promessa e lo stesso vale per Mose’, Isaia, Geremia, Giona etc. Anche il Nuovo Testamento presenta le paure di Maria e Giuseppe, seppure in un contesto leggendario come attestato dai primi capitoli di Matteo e Luca – secondo don Franco i racconti della natività sono post-proiezioni teologiche. Ci sono le paure di Pietro e di tutti i discepoli, e ancora c’è Gesù’ in croce, anch’egli figlio della paura, della paura di restare fedele a dio. La storia del ’900 ha visto persone che hanno affrontato la paura, come le prime femministe, gli antesignani del movimento lgbt, Martin Luther King, don Primo Mazzolari etc. Anche nel suo cammino personale don Franco ha vissuto la paura, nel momento in cui ha iniziato a dissentire dalla Chiesa che si presentava allora come Monumento di Verita’. E’ stato ed è ancora un’esplorazione difficile ma liberante dove la “fede” intesa come fiducia in Dio è fondamentale. Chi ha vinto la paura si e’ arreso costruttivamente al sogno di Dio, come Gesu’ nei Getsemani che si affida alla promessa di Dio.

Page 3: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

3 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

Paolo, che è profondamente ebraico, deve affrontare innumerevoli paure per comprendere la universalità del messaggio di Gesu’ (il cristianesimo nasce soltanto dopo nel 130-180 d.C. a questo proposito molto utile per comprendere come si è trasformato è il libro “la croce e il potere” : Si puo’ parlare di “allofobia”, paura dell’altro, in tutte le sue declinazioni, perché nella nostra società l’altro sembra minacciare il mio spazio e solleva dubbi profondi sulla mia identità, sul mio modo di credere, pensare ed amare. Ognuno di noi crede di essere “l’antropologia” realizzata in pieno, ed invece bisogna avere il coraggio di cedere, di ascoltare il percorso degli altri. L’altro mi ricorda la mia fragilità e la mia parzialità. Gia’ nel II secolo d.C. emerge questa paura per l’altro nella storia del cristianesimo, ed infatti nascono i testi cristiani contro gli eretici, molto differenti dai i Vangeli erano invece testimonianza di pluralismo e di diversi punti di vista. Col tempo invece si creano i dogmi inossidabili. L’altro in realta’ e’ un invito ad uscire dal proprio narcisimo, e’ invito alla relazione, e’ bisogno di incontro, e’ epifania del plurale, e’ rivelazione dell’inimmaginabile bellezza di Dio. L’altro e’ della stessa famiglia di Dio (cfr libro “Dire, fare e baciare”) Se continuiamo a specchiarci solo nelle persone simili non viviamo pienamente. La fede non è un parafulmine ma è l’incontro con l’altro che produce teologia del pluralismo, è la compagnia di Dio, il luogo in cui Dio mi parla, la sorpresa che ci rivela. Per questo il dialogo tra atei e teologi è fondamentale e molto bello. Ma soltanto se ci si impegna a riconoscere i diritti e la dignità dell’altro se ne supera la paura, altrimenti si resta nella vuota retorica dell’altro. Entrando nella verità del Vangelo (giustizia, libertà e sobrietà) si incontrano dubbi rispetto ai catechismo e a molti dogmi, ma si arriva a vivere veramente. L’esperienza degli omosessuali credenti e’ profetica perche’ invita la Chiesa a convertirsi, a ripensarsi, ad ascoltare. Possiamo essere una grande profezia, perché rompiamo il modello unico, vivendo una apparente contraddizione. E’ importante, per chi lo sente, non sbattere la porta, rimanere con libertà, critica e spirito costruttivo. Le voci delle minoranze sono la speranza e la profezia.

Page 4: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

4 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

Primo incontro del percorso esperienziale e di condivisione ““Non temere, Io

(Qualcuno) sono (è) sempre con te”

26 settembre: una sintesi delle riflessioni proposte da Suor Luisa. Cosa si nasconde dietro la paura? Nel profondo, dietro ogni paura, si nasconde un desiderio. Ed è proprio questo desiderio la radice di quell’emozione forte e ancestrale che è la paura. Dietro la paura di essere solo, c’è un profondo desiderio di poter condividere la propria vita con qualcuno. Nelle frasi della Bibbia il “non temere” è sempre seguito da un “perché…” con una promessa per il futuro che va ad incontrare ogni desiderio profondo dell’essere umano. Come nasce la paura? Nella Genesi si legge del dialogo tra Dio e Adamo.

… Allora l'Eterno DIO chiamò l'uomo e gli disse: "Dove sei?". Egli rispose: "Ho udito la tua voce nel giardino, e ho avuto paura perché ero nudo, e mi sono nascosto".… Quindi l’uomo ha paura del giudizio di Dio, perché di Dio ha un’immagine falsata, pensa che sia un Dio che inganna, giudica, abbandona l’uomo. E così l’uomo si separa da quella che è una fonte di amore assoluto, da uno sguardo pieno di dolcezza ed armonia perché crede che sia invece uno sguardo che giudica e non accetta la persona per ciò che è. Adamo si sente nudo di fronte a questo sguardo e si nasconde. Purtroppo nei secoli la religione, la filosofia e un certo tipo di educazione hanno spesso contribuito ad alimentare questa falsa immagine di Dio! Ma Gesù è sceso sulla terra per liberarci da questa paura e mostrarci il vero volto misericordioso di Dio. Dio è come innamorato pazzo di noi! E come tutti coloro che si prendono una “cotta”, è difficile farlo ragionare! Dio prende la mia realtà qualunque essa sia, la impasta con le sue mani amorevoli e desidera farne un capolavoro. Gesù ci parla di un Dio che si prende cura di noi (più che della natura tutta), che fa festa (come col figlio che lascia la casa del padre e sperpera tutti i beni), un

Page 5: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

5 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

Dio che conosce i nostri bisogni fisici e psichici (come ben espressi nel Padre Nostro) e che rispetta la nostra libertà: bussa alla nostra porta e rimane ad aspettare, lasciandoci liberi di scegliere se farlo entrare o no. Perché nell’amore non c’è timore ma solo libertà. L’amore non chiede nulla in cambio, è senza ondizioni. Ma allora non bisogna davvero avere paura di questo Dio misericordioso … semmai avere paura di perderlo! La testimonianza di Sonia Non temere. La mia sorpresa, a posteriori, è stata quella di comprendere come Nuova Proposta sia stata un ponte che ha unito la mia fede, la mia omosessualità e la mia famiglia. All’età di 23 anni ho accettato l’idea che ero attratta affettivamente dalle donne e che appartenevo ormai alla sfera di un mondo a me sconosciuto, del quale avevo sentito parlare solo in tv e sul quale avevo ascoltato pessime battute. All’epoca, ricordo, percepivo un gran vuoto, una voragine che mi lasciava cadere in un mondo diverso, costruito su valori che mi apparivano opposti a quelli cristiani, valori con i quali, invece, ero stata cresciuta. Mi sembrava di dover resettare tutto ciò che ero stata fino ad allora e così mi sentivo perduta e sola. Per un anno ho frequentato gli incontri al femminile organizzati dal Mario Mieli ma non riuscivo a sentirmi a mio agio in quel contesto e quando affermavo di credere in Dio venivo spesso criticata ironicamente. Allora ero giovane e probabilmente piena di pregiudizi, così mi sono allontanata da quelle persone per cercare qualcuno con cui confrontarmi, che vivesse la mia stessa sensazione di dualità: sentirmi diversa ma uguale a prima, costretta a vivere in un mondo che non mi apparteneva e che sentivo estraneo. D’altro canto cresceva in me la consapevolezza di volermi rivelare alla mia famiglia e agli amici. Non riuscivo a riunire il vecchio mondo col nuovo che mi si apriva davanti. Così un giorno, stanca di dover recitare un ruolo che neppure mi apparteneva (la finta atea), ho cercato un gruppo di omosessuali credenti e ho trovato Nuova Proposta. Ricordo il primo incontro e i volti di Lucio, Alessandro, Fausto, Bernardo e Fabio, le loro anime che sentivo già affini pur non conoscendole. Da quel momento le mie paure hanno iniziato a sgretolarsi. Ho iniziato a frequentare il gruppo con assiduità e attraverso gli incontri con i diversi relatori che spiegavano e contestualizzavano i passi del vangelo che più

Page 6: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

6 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

spesso venivano utilizzati dalla Chiesa per definirci sbagliati, ho potuto avere uno strumento di risposta ai dubbi e alle paure mie e dei miei genitori, ai quali mi ero da poco rivelata. E quando sono stati pronti li ho invitati a partecipare ad uno degli incontri di Np con l’Agedo. Sapevo che l’ambiente che avrebbero trovato nel gruppo sarebbe stato a loro familiare e quindi meno impattante di una sfilata al pride! Il mio cammino sarebbe stato sicuramente più duro senza il valore aggiunto che questo gruppo ha apportato alla mia vita, grazie ai tanti scambi di opinione, alle relazioni di amicizia che mi hanno collocata lì dove sentivo che fosse il mio posto. La solitudine era scomparsa, la paura di rivelarmi pure. Sono stata fortunata, ma anche coraggiosa, perché ho lottato contro le mie paure, soprattutto contro quelle che mi toglievano la speranza di una vita felice. Grazie a Dio e a Nuova Proposta. Secondo incontro del percorso esperienziale e di condivisione “Non temere, Io (Qualcuno) sono (è) sempre con te” 24 ottobre: una sintesi delle riflessioni proposte da Suor Luisa. Questi incontri, partendo dalla ‘paura’ che si annida in ognuno di noi, vogliono esplorarla e scardinarla attraverso la Parola di Dio, creando così uno spazio di preghiera che ci mette in relazione con lui nella nostra autenticità. Siamo partiti da Geremia 1,8 “Non avere paura di fronte a loro perché io sono con te per proteggerti” per confrontarci sulla domanda “Di fronte a chi/a che cosa abbiamo paura?”.

Geremia nell’Antico Testamento è un Profeta dell’esilio, appartiene infatti ad una casta sacerdotale esclusa dal culto e allontanata dal tempio. Una discendenza maledetta, condannata e scomunicata in maniera irrevocabile (628-627 a.C). Accostandoci a cuore aperto alle scritture ci accorgiamo come queste attraversando i secoli parlano ancora una volta a noi e di noi. La clamorosa esclusione di Geremia risuona dentro ogni persona che si sente estromessa e giudicata ‘irrevocabilmente’.

Page 7: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

7 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

Ma il Signore parla proprio a lui, a lui che dapprincipio gli risponde: “Ahimè, Signore Dio! Ecco, io non so parlare, perché sono giovane”. Geremia parte da una fragilità, la sua posizione e quella di un uomo che ha oramai interiorizzato il giudizio e l’esclusione e che quindi non sente di avere la forza di fare quello che Dio gli chiede. Ma il Signore mi disse: “Non dire: “Sono giovane”. Tu andrai da tutti coloro a cui ti manderò e dirai tutto quello che io ti ordinerò. Per creare una relazione vera come quella di Geremia col Signore non possiamo metterci in relazione con Dio in maniera astratta ma partendo ognuno dalla propria vita, dalla propria storia, dalla propria fragilità. “Non avere paura di fronte a loro, perché io sono con te per proteggerti” La paura paralizza, ci confonde su noi stessi e sulla vita, il Signore per evitare questa trappola tremenda ci ha consegnati gli uni agli altri, compagni di cammino per accoglierci ed andare oltre l’apparenza. Ognuno è stato invitato da suor Luisa a mettersi di fronte allo sguardo del fratello che aveva accanto per raccontare la propria paura. L’azione di portare in superficie qualcosa che normalmente risiede in basso, nelle pieghe più nascoste del nostro essere ha fatto sì che semplicemente parlandone potessimo stare con la nostra paura, finalmente alla stessa altezza occhi negli occhi, scuotendo la paralisi e l’impotenza del cuore. La condivisione col fratello dapprima silenziosa e timida è poi diventata una voce unanime e vitale contro l’immobilismo. Come in Geremia, ‘ascoltatore della ‘parola’ che prende sul serio la sua chiamata alla vita, anche in ognuno di noi c’è un frammento di profezia e se prendiamo sul serio la nostra vocazione, ciò che siamo con la nostra identità, allora il Signore troverà un varco e attraverso la nostra vita ci parlerà.

”Senza Paura! Affettivita’ omosessuale ed etica”

16 gennaio 2013: incontro con Antonietta Ponente religiosa cattolica la cui riflessione teologica la pone tra le teologhe più fertili e creative all'interno del panorama italiano e sudamericano. Autrice di moltissimi apprezzati libri, tra cui "Qualcuno continua a gridare. Per una mistica politica”.

Le riflessioni partono dallo scritto giovanneo (I lettera di Giovanni 4,17-18: Per questo l’amore ha raggiunto in noi la sua perfezione, perché abbiamo fiducia nel giorno del giudizio; perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo. Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore, perché

Page 8: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

8 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore) che mette l’Amore al centro della propria struttura, intendendolo come ispirazione per vivere e tessere dei legami di vita, nodo particolarmente significativo nella riflessione etica contemporanea, per la quale è centrale il tema del vivere insieme.

Nel contesto occidentale, l’idea di Amore è stata letta sempre in chiave esclusivamente antropocentrica, mentre la Scrittura comunica un sogno, che può essere anche una sfida per la modernità, il sogno cioè di un amore che riguarda tutti i rapporti anche quelli con il Creato e le “cose”, che spesso finiscono col prendere il sopravvento sulla nostra umanità, soprattutto in un contesto di ricchezza e di benessere. La reificazione della realtà ci ha portato, ha notato la teologa, ad amare “male”, a ridurre l’Amore, di per sé non ingabbiabile, ad un oggetto, che possa essere “posseduto” o fatto addirittura oggetto di legge. La Scrittura, vero collante di tutte le esperienze cristiane, anche quelle più marginali e “ribelli”, è un dono offerto all’umanità, qualcosa che esiste indipendentemente da noi ma per noi, qualcosa di cui nessuno può dirsi proprietario od unico interprete riconosciuto. Troppe volte, purtroppo, la Scrittura è stata ridotta ad un manualetto di teologia mortale e se ne è perso il senso del bello, che è pure così presente nella mente del Salmista. Tornando alla lettera di Giovanni, l’autore (o l’autrice, perché a tratti sembra denotare una scrittura femminile) si muove da un’esperienza di esilio, di marginalità, una condizione che, paradossalmente, è una condizione di libertà – l’autore dell’Apocalisse vive in un’isola, una condizione sì di esilio ma anche di privilegio, perché offre un orizzonte più ampio in cui guardare il mondo. Da questo sguardo a 360° nasce l’idea che Dio sia Amore e che quindi Amore sia Dio: ogni volta che si coltiva un legame con la vita nell’amore, si coltiva un legame con Dio. Dio/Amore non può essere un possesso, dice sempre Giovanni nell’episodio evangelico di Nicodemo (Gv 3 1-21), usando la categoria dello Spirito che dà vita. Dal punto di vista etico, il criterio di discernimento dovrebbe essere solo questo: se l’amore fa crescere, è Amore, è Dio. La paura (la traduzione classica del greco phobos con “timore” non è sempre opportuna, perché altro è il timor Dei) nasce nell’uomo di fronte a questo Amore totalizzante e porta di riflesso a chiudersi in se stessi, a legarsi alle cose,

Page 9: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

9 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

a dirle “mie”. Ma nell’Amore non può esserci paura, se prima di amare impariamo a conoscerci e a sapere chi siamo, insieme agli altri. L’Amore di Gesù è un amore “trasformante” e così noi nelle relazioni d’amore dobbiamo essere aperti allo sviluppo, al cambiamento, alla metamorfosi, sia di noi che dell’altra persona. In questo tipo di amore si respira la vera libertà, mentre troppo spesso dagli insegnamenti della Chiesa derivano messaggi di proibizione, frustrazioni, ostacoli. Sono modelli di amore “costiuzionale” fatto di limiti e regole e perciò discorsi “corti”, quando invece la societa’ sembra aver capito qualcosa di

piu’.Ogni amore, se vero, se cioe’ entrato in questo circuito di vita, va amato. E questo non vuole essere un discorso libertino per cui ciascuno fa, piuttosto invece ognuno faccia quanto ha intuito di liberazione e crescita nel rispetto e collaborando con gli altri. Bisogna cercare di vivere bene non perche’ qualcuno lo dice, ma perche’ e’ “IL” bene.Troppe volte ancora ci facciamo schiacciare da regole pesanti come i macigni che nel vangelo Gesù accusava i farisei di caricare sulle spalle della gente mentre loro non sollevavano nulla. Dobbiamo cercare di stupirci di più, di cambiare e non ripeterci nelle stesse dinamiche abitudinarie a cui la società spesso ci riduce. Smettiamola di essere ripetitivi nel vivere e nell’immaginare il futuro secondo i soliti canoni come se non ci fossero alternative. C’è davvero un mondo di possibilità da cogliere che vengono da tutte le persone che incontriamo, perché da soli, e con ciò che ci è stato insegnato fino ad oggi, non possiamo andare tanto avanti, la ricchezza è nella condivisione con gli altri. E l’Amore liberante e trasformante mostrato da Gesù non è precluso a nessuno! Tutto il mondo e ogni essere umano deve poter amare e vivere.

Ed ecco perché è fondamentale che ognuno di noi si impegni “politicamente”

per impegnarci nella storia. Noi, come lesbiche, omosessuali e transessuali, abbiamo l’autorità di partecipare, così come hanno fatto le donne negli anni 70 con il movimento femminista, e di elaborare una chiave di lettura del reale da proporre alla società. I gruppi emarginati da sempre sviluppano una particolare sensibilità e si ritrovano a condividere le proprie storie, ma oggi è tempo di uscire fuori e di proporre questa nuova capacità di immaginazione, di esperienza di vita di amicizia, di amore di coppia, di possibilità ancora non esplorate che possono dare calore alla società.

Page 10: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

10 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

E l’affetto e l’amore che noi sperimentiamo nelle nostre vite non deve più essere considerato come qualcosa di soltanto intimo e privato. Affetto e amore dovrebbero essere considerati criteri “politici”, così che nel fare le leggi della società ci si muova davvero ponendo attenzione alle realtà più deboli e nascoste. E questa dimensione “politica” dell’amore è qualcosa che dovrebbe caratterizzare proprio i cristiani perché seguendo il messaggio di Cristo, dovremmo operare perché cambi la società non soltanto a vantaggio nostro ma per tutte le realtà di emarginazione. Le vere rivoluzioni si fanno quando si trova il modo di collaborare tutti e quando si esce fuori per difendere tutte le diverse possibilità di vita. Da qui l’invito alla visibilità delle persone omosessuali credenti, per trasformare la nostra esperienza in un progetto politico che possa essere arricchente per l’intera comunità cristiana, perché, proprio come il Giovanni dell’Apocalisse, è dal margine che si ha uno sguardo completo sulla realtà; l’isola va però abbandonata, dopo che tanto ci ha dato. Non perdiamo tempo ed energie nel cercare giustificazioni e nel proporre letture e interpretazioni dei testi sull’omossualità, ma piuttosto impegniamoci a mostrare quanto è liberante e sano per le persone poter esser ciò che sono. Non è il tempo di giustificare la bontà e la bellezza del nostro Amore. E’ il tempo di condividerlo!

“Senza paura! Di accogliere l’altro senza condizioni per una chiesa aperta a tutti e casa di tutti!”.

6 febbraio 2013: incontro con don Luigi Verdi, dal 1991 fondatore, responsabile e animatore della Fraternità di Romena (www.romena.it).

Don Luigi Verdi è il responsabile della Fraternità di Romena (www.romena.it). Nato a San Giovanni Valdarno (Ar) nel 1958, don Luigi ha cominciato subito il suo cammino di sacerdote in Casentino, a Pratovecchio. Nel 1991, dopo una profonda crisi personale e spirituale, ha chiesto al vescovo di Fiesole di poter realizzare a Romena un’esperienza di fraternità. E’ cominciato

così il cammino di Romena. In pochi anni la pieve, che era sporadicamente

Page 11: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

11 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

visitata da qualche gruppo di turisti e utilizzata dai pochi parrocchiani, è divenuta un luogo d’incontro per migliaia di viandanti in cammino verso una qualità di vita più autentica e verso un tessuto diverso di relazioni. Don Luigi inizia il suo intervento con l’episodio del vangelo dei discepoli di Emmaus che camminavano inconsapevoli con Gesù: non lo riconoscevano. La debolezza della Chiesa, dice, è proprio non farsi riconoscere dai suoi fedeli: è l’immagine di chi vuole vincere a tutti i costi. Se invece la Chiesa pensasse meno di poter risolvere la vita delle persone, ma di camminare insieme alle persone? Come diceva il Cardinal Martini la Chiesa spesso offre poca sensibilità all’essere umano: non sprona alla volontà di vincere. La difficoltà di raccontare il cristianesimo è proprio questa: il terrore e la paura. Il cristianesimo, invece, dovrebbe essere leggero, gioioso e capace di essere trasparente: un cristianesimo, come diceva il filosofo Nietzche, capace di “danzare”, di tenerezza e amore. La Chiesa dovrebbe affacciarsi nella vita vera della gente. Le persone, infatti, non cambiano con il giudizio imperativo, ma solo risvegliando quello che dorme dentro di loro. Nella Chiesa oggi “manca l’aria” perche’ si è è costruito un muro intorno a sé. Don Luigi Verdi riporta un episodio della sua vita: “Una delle cose più dure che ho fatto nella mia esperienza sacerdotale è stato celebrare il funerale di un bambino di 13 anni che si era suicidato. La solitudine e il dolore dentro di lui, dentro di noi, quel dolore muto ci affligge. Il troppo amore indebolisce, non bisogna dare troppe risposte ad un figlio o alla persona che si ama, ma è necessario concedere anche la possibilità di sbagliare, anche se questo comporta dolore (un proverbio spagnolo dice “Prendi tuo figlio e gettalo in mare!”..). Chi ha toccato veramente il dolore della vita rimane in silenzio, riflette sullo scorrere dell’esistenza, a volte folle, assassina della percezione: rende distratti, come degli automi anestetizzati nel rapporto con le persone che amiamo. Negli occhi dei giovani c’è tristezza e non felicità a causa dei troppi sogni irrisolti. Si dovrebbe ricominciare a partire da quattro punti importanti:

La liberta’ interiore, per quanto nella nostra società siamo schiavi, dipendenti “dall’altro fuori da noi”, troppo spesso ci lasciamo comprare. Ricordando Nietzsche: “Faremo fatica tutti a trovare un luogo dove sentirci a casa!” e ancora “Saremo avvelenati dal veleno dell’antico serpente!”.

Il perdono, anche per chi sentiamo di odiare. Per perdonare bisogna innanzitutto capire La cosa più difficile e’ ringraziare chi ci ha fatto male. Nel contesto omosessuale ricorre la parola libertà, ma essere liberi

Page 12: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

12 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

significa non dipendere dai giudizi dell’altro, non essere schiavi del (pre)giudizio. La lotta vera è non odiare chi odia, così da evitare di diventare uguali al nostro persecutore, ma invece perdonare, capire il perché delle cose, senza però giustificare.

La forza della debolezza, quello che ha fatto nascere Romena. Non bisogna avere paura della propria debolezza, ma bisogna affrontare le nostre paure. Dio dà quello che serve per crescere, non dona il facile miracolo, però, si può trattare con Dio nel senso di chiedere il possibile rispettando la sua volontà.

La fiducia. L’idea cattolica di Fede e’ quasi prepotente, con la sua certezza granitica. La fede vera è chiudere gli occhi e fidarsi. Don Luigi, come antidoto al veleno, sottolinea la necessità di fiorire come il mandorlo in primavera: essere più veri per primi nei confronti del prossimo.

Don Luigi si congeda con una preghiera della sua comunità Fratenità di Romena e alla fine dell’incontro ricorda una frase di Mallarmè: “Incontrare Dio non sarà come incontrare l’imperatore, ma come dare il primo bacio”, cioè aprire gli orizzonti ed essere liberi, veramente liberi.

“Senza paura! Di una comunità aperta alla diversità”

27 marzo 2013: Incontro dedicato alla realtà dello scoutismo con alcuni gruppi scout facenti parte dell’AGESCI, Associazioni Guide E Scouts Cattolici Italiani.

Lo scorso anno ci fu un seminario organizzato dall’AGESCI dedicato ai capi scout, all’interno del quale alcuni relatori si erano pronunciati in maniera forte contro i comportamenti omosessuali. Da questo episodio l’associazione Nuova Proposta ha deciso di approfondire l’argomento con incontri con i referenti di gruppi scout di alcune parrocchie di Roma e ha quindi proposto una serata di confronto aperto. Allargando lo sguardo alla realtà europea dello scoutismo, sono state illustrate le linee guida dei gruppi scout inglesi dalle quali si evincono alcune informazioni e suggerimenti interessanti. Il ragazzo che si scopre gay e lo rivela ai suoi superiori, guide o capo scout, spesso non utilizza termini specifici come

Page 13: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

13 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

omosessuale, gay e mondo glbt, ma preferisce affermare “Mi piace una persona del mio stesso sesso”. L’atteggiamento dei capi deve essere improntato all’empatia verso il ragazzo: occorre stabilire un dialogo. Allo scout o alla scout deve essere permesso di esprimere il proprio disagio e deve essere chiarito che il percorso di accettazione e consapevolezza richiede tempo. Il ragazzo omosessuale non deve essere allontanato dal gruppo, anzi, i capi devono contattare associazioni glbt per approfondire l’argomento all’interno dei gruppi in cui nasce questa problematica. È importante che il soggetto capisca che si troverà davanti a persone che accetteranno la sua omosessualità, ma anche davanti ad altre che porranno un muro davanti questa condizione. Manuele, raccontando la sua esperienza scout in Piemonte, ricorda come i capiscouts dovrebbero essere dei ricercatori di verità. Qualche anno fa lui e altri capiscout, resosi conto della mancanza di confronto sulla tematica dell’omosessualità, hanno iniziato ad incontrarsi informalmente e poi hanno costituito un vero e proprio gruppo, chiamato “coming scouts”, con l’intento di approfondire il tema anche invitando relatori competenti su vari aspetti. Marco, raccontando la sua esperienza all’interno del suo gruppo scout di Roma ha ricordato l’importanza del patto associativo, il principio dell’autoeducazione, sottolineando quanto sia importante accettare il ragazzo gay e accoglierlo nella verità. Accogliere dovrebbe essere una azione implicita nel lavoro di un educatore. Lo scopo formativo di un gruppo scout è di far sì che il ragazzo, o la ragazza, una volta adulti, mettano a frutto gli insegnamenti ricevuti nel cammino scout, talvolta, però, la situazione di stress nel corso del proprio cammino di riconoscimento della omosessualità (minority stress), all’interno della famiglia e all’esterno con i coetanei compromette questo processo: si tende a creare una sorta di alienazione all’interno dei gruppi da cui non si viene cacciati esplicitamente, ma viene creato, volontariamente e involontariamente, un contesto non inclusivo del vivere l’emozione e l’aspetto interiore omosessuale. In conclusione le criticità sul come affrontare il tema dell’omosessualità nei gruppi scouts sono numerose, non esistono delle “linee guida” italiane e nei convegni organizzari dall’Agesci l’argomento omosessualità non è stato mai toccato in profondità. Lo strumento migliore, in questo momento storico, è la testimonianza del singolo, però gli approcci sono ancora insufficienti e in fase di evoluzione.

Page 14: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

14 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

“Senza paura! Di se stessi: l’omofobia interiorizzata nel rapporto con la famiglia”,

19 aprile 2013: conferenza sul tema del coming out in famiglia, con la psicologa Antonella Montano, rappresentanti di AGEDO (Associazione genitori di persone omosessuali) e Rete Genitori Rainbow (genitori gay, lesbiche e trans), la pedagoga Alessandra Bialetti, e Gianluca Tornese, autore del libro “Marito e marito” .

Spunti dalle riflessioni di Alessandra Sostenere l’individuo significa sostenere l’intera comunità sociale perché contribuisce ad un benessere diffuso.La famiglia, quando un figlio o una figlia fa coming out, si “colora“ tutta! Spesso può esserci un confronto profondo che permette di far emergere la vera autenticità dei singoli; è un momento educativo importante che contribuisce a sviluppare l’autonomia del figlio, ma anche un’opportunità di evoluzione verso l’esterno, nella società. Quando c’è il coming out in famiglia, infatti, in qualche modo è tutta la famiglia che fa coming out e all’inizio si condividono sia emozioni positive di ritrovata autenticità sia sentimenti di vergogna e di isolamento, perché tutto il nucleo è a rischio di scontrarsi con l’omofobia. Solitamente sono possibili due esiti: o ci si chiude, oppure si diventa strumento di educazione sociale e si diventa promotori di lotta contro tutte le discriminazioni. Le dinamiche del coming out in famiglia sviluppano e rafforzano le capacità della resilienza e sbloccano energie prima incatenate nella clandestinità (e a volte patologizzate in forme di depressione). Lavorare sul “successo genitoriale”nel momento del coming out può aiutare molto a crescere tutti i componenti del nucleo. Spunti dalle riflessioni di Ettore (Agedo) La famiglia è il luogo in cui ci si dovrebbe sentire sicuri ma soltanto il 20% dei ragazzi gay e delle ragazze lesbiche fanno coming out in famiglia e quando lo fanno aspettano molto tempo, proprio perché tengono molto alle relazioni

Page 15: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

15 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

famigliari e vogliono essere già “forti” e motivati quando scelgono di aprirsi. Il percorso dei figli è difficile perché devono arrivare a comprendere pienamente a loro dignità e purtroppo troppe volte i genitori non li aiutano ma sono un ostacolo, a causa dei tanti condizionamenti e pregiudizi che si portano dietro, nonostante l’affetto. I genitori hanno paura e si disperano perché non riescono a comprendere, si creano resistenze fortissime e l’affetto per i filgi si annebbia. Bisogna avere pazienza e cercare il canale giusto per raggiungere l’empatia e arrivare ad una progettualità comune di tutta la famiglia. Spunti dalle riflessioni di Antonietta (Rete Genitori Rainbow -RGR) Ogni genitore sperimenta emozioni di forte gioia nel realizzare il fatto di essere lesbica o gay e poter vivere la propria autenticità, ma anche tante difficoltà per condividere questo nuovo percorso che purtroppo comporta separazioni dalle precedenti relazioni che spesso non sono consensuali. In questo senso anche uno strumento come il forum online anonimo di RGR può essere molto importante. Fare coming out verso i propri figli è un momento emozionante di conclusione di un percorso di sincerità e che consente di vivere serenamente la nuova vita. Se i figli sono piccoli questo momento è più semplice perché i piccoli sono meno condizionati da atteggiamenti omofobi adolescenziali e riescono a cogliere meglio l’essenza dei sentimenti condivisi. Una volta che i figli sanno dell’orientamento affettivo dei propri genitori diventano educatori nella società con tanti piccoli quotidiani gesti (es. la bambina che chiede alla maestra: “è vero che se 2 donne si baciano non c’è nulla di male?” e la maestra risponde: “non solo non c’è nulla di male, ma è una cosa bellissima!”) Spunti dalle riflessioni di Antonella Montano E’ ormai evidente che l’educazione e la formazione verso gli adulti su ltema dell’omofobia non è sufficiente, bisgona partire dai bambini (ad es. con favole e storie dedicate ala tematica) e formare le maestre. La scuola deve poter essere un luogo sicuro per tutti e questo si può raggiungere soltatno con la diffusione della conoscenz perché è il pesiero che crea le emozioni e i comportantmenti. La conoscenza è l’unico strumento per ooporsi all’indifferenza e all’opposioni delle istituzioni (Stato, Chiesa, Famiglia) dovute all’omofobia ancora oggi tanto presente.

Page 16: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

16 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

Gianluca Tornese e il suo libro “Marito e Marito”

L'idea di questo romanzo – non autobiografico in senso stretto, ma che raccoglie tante storie ascoltate e vissute – è nata un po' per scherzo nei giorni dell'approvazione dei matrimoni gay nella Spagna di Zapatero. In un carosello di situazioni a volte divertenti e a volte drammatiche, la difficoltà di confessare l'amore per una persona dello stesso sesso alla propria religiosissima famiglia del Sud Italia. Tutto inizia con la telefonata in cui Giacomo, che ha sempre cercato di nascondere la sua omosessualità alla propria religiosissima famiglia, informa i genitori che è finalmente convolato a giuste nozze. Ma non con la fantomatica fidanzata, bensì con Miguel. In un carosello di situazioni a volte divertenti e a volte drammatiche, la difficoltà di confessare l'amore per una persona dello stesso sesso.

Page 17: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

17 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

RASSEGNA STAMPA 2012- 2013

Page 18: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

18 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

Page 19: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

19 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

Il contributo di Nuova Proposta all’ Assemblea nazionale a 50 anni dall’inizio del Concilio Vaticano II "Chiesa di tutti Chiesa dei poveri" Roma, 15 settembre 2012 “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore.” Le parole iniziali della Gaudium et Spes rispecchiano perfettamente l'idea che abbiamo di Chiesa e di Chiesa che vorremmo avere, che vorremmo essere. Una Chiesa capace di vivere nel presente (gli “uomini d'oggi”), di guardare alle g ioie ed alle speranze, alle tristezze ed alle angosce dell'umanità tutta non con gli occhi di chi giudica e di chi paternalisticamente concede ma di chi vede come proprie le gioie, le speranze, le tristezze e le angosce degli altri semplicemente perché genuinamente, e profondamente, umane. Nulla è più genuinamente umano del bisogno di giustizia, del grido di giustizia che sempre più forte e sempre più attutito dai rumori di una società indifferente si alza da chi vede le proprie gioie e le proprie speranze disattese e da chi vede le proprie tristezze e le proprie angosce ignorate. La Chiesa che vorremmo è una Chiesa davvero capace di compiere una scelta preferenziale per i poveri, davvero capace di ricordare che non c'è nulla di più disumano che rivestire di oro il corpo di Cristo quando il corpo di un povero è ancora nudo, davvero capace di santificare l'umanità intera. Con la Gaudium et Spes la Chiesa ha promesso di allargare le proprie braccia, di abbracciare il mondo, non di stringerlo e soffocarlo; questa promessa, ci sembra talora, non è stata sempre rispettata, troppo volte la Chiesa è parsa fare suo tesoro di una Grazia che doveva annunciare al mondo; penso ad esempio alle ultime parole del cardinal Martini sui sacramenti, che non sono uno “strumento per la disciplina” ma un “aiuto per gli uomini”. Come gruppo di donne ed uomini che si dicono omosessuali e che si scommettono credenti, vorremmo contribuire a questa importante e significativa assemblea, segnalando la solitudine in cui vive la maggior parte delle persone omosessuali e transessuali cristiane, costrette alla consegna del silenzio, a nascondere la propria vita affettiva e i propri desideri, a ricevere, come unico progetto di vita, la vita solitaria nell'assenza dell'affettività.

Page 20: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

20 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

Siamo persone guardate ancora con pregiudizio e sospetto, allontanate, una volta che la propria omosessualità o transessualità si svela, da incarichi parrocchiali e dalla guida dei gruppi. Omosessuali e transessuali vivono, nel ricco occidente, la negazione delle propri e gioie e speranze soprattutto nel profondo delle loro anime; in altre parti del mondo a questo si aggiungono violenze brutali, tortura e condanne a morte, purtroppo anche con l'approvazione di chi si dice "cristiano". Persone che la chiesa dice di accogli ere ma con un‟accoglienza che è inevitabilmente condizionata dall’adesione a una visione dell’omosessualità come attitudine “intrinsecamente disordinata” e dalla ineluttabile prospettiva di isolamento affettivo, cosa che suona come una sinistra condanna per chi non vive nel profondo la vocazione alla castità. Persone che, per la situazione che abbiamo descritto, finiscono vittime di una forza centrifuga che ha, come risultato finale il più delle volte, l‟espulsione (o l‟auto espulsione) dalle comunità di riferimento che, fino a qualche tempo prima, erano state una seconda casa. Il risultato, il più delle volte, è la perdita dei punti di riferimento per il proprio cammino di fede, la solitudine, la perdita della speranza, che solo i più caparbi riescono a superare. Seguendo quella follia del Vangelo di cui parla Paolo, ci piace sperare – e la nostra speranza è una certezza – che un giorno la Chiesa possa guardare anche a noi come qualcosa di genuinamente umano e di riconoscere alle nostre esistenze, al nostro amore quella dignità, anche sacramentale, che Cristo stesso ha fatto sua, divenendo, come noi, realmente e profondamente umano, pensando al bene reale della persona omosessuale e transessuale, a renderla destinatario e donatore di vita piena. Solo allora tutto questo potrà essere chiamato “accoglienza”.

Page 21: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

21 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

“Genitori, oltre il giudizio e il pregiudizio” riflessioni dopo la storica

sentenza della Cassazione sulla omogenitorialità

Pubblicato su Adista news di gennaio un articolo di un nostro socio che prende spunto dalla recente sentenza della Cassazione dove sono state espresse posizioni importanteiin merito ai pregiudizi sulla possibilità di far crescere bambini in famiglie omogenitoriali. di Dario De Gregorio,del gruppo di credenti omosessuali Nuova Proposta. Dal febbraio 2012

Dario e il suo compagno Andrea Rubera sono genitori di una bambina. In questi giorni che seguono l’ormai famosa sentenza 601 della Corte di Cassazione, quello che mi ha stupito è stata la ridda ed il rincorrersi di dichiarazioni di persone che in grande maggioranza (ne sono certo) non hanno mai conosciuto una famiglia omogenitoriale, né probabilmente hanno mai letto un serio studio scientifico sull’argomento. Nelle numerose discussioni avute anche su Facebook con perfetti sconosciuti che contestavano aspramente il supposto“diritto” di una coppia omosessuale ad avere un figlio non ho trovato un solo interlocutore che avesse un’esperienza diretta. Sì, hanno ragione i giudici della Suprema Corte a parlare di pregiudizio: sull’argomento regna l’ignoranza assoluta. Ai più sembra quasi che per una coppia gay avere un figlio significhi alzarsi una mattina e dirsi: «Ma sai che c’è? Oggi non abbiamo nulla da fare… compriamoci un bambino!» ed andare in un qualunque ufficio, metter mano al portafoglio ed uscirne dopo due minuti con un bel bambino paffutello, avendo soddisfatto un egoistico desiderio passeggero. Non è così. Neanche alla lontana. Io, insieme ad Andrea mio compagno (e marito, essendoci sposati in Canada) sono padre di una meravigliosa bambina nata in Canada tramite surrogacy o gestazione per altri. Il nostro è stato un percorso lungo e difficile e lo paragono in un certo qual modo a quello che fanno tante coppie eterosessuali che ricorrono all’adozione. Innanzitutto ci abbiamo messo anni per riuscire a dire a noi stessi che il nostro desiderio di paternità che avevamo represso, nascosto, reso invisibile, era in realtà più vivo che mai. Noi sapevamo che da qualche parte c’era un figlio che voleva nascere e vivere la sua vita nella nostra famiglia, ma capire che potevamo tradurre in realtà questa nostra certezza ha comportato un lungo processo di crescita. Esattamente come una coppia che inizia il percorso che porta all’adozione, anche noi abbiamo avuto la possibilità (ed in fondo, la fortuna) di maturare le nostre motivazioni e convinzioni, di cominciare a capire (per quanto possibile…)

Page 22: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

22 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

i nostri limiti e le nostre sicurezze. Ed ora, dopo più di tre anni dall’inizio della nostra avventura, eccoci a dividere la nostra vita con una stupenda bambina. Qualunque sentenza di qualunque tribunale non potrà mai cancellare la nostra realtà, né quella di nostra figlia e di altri 100mila bambini che in Italia vivono con uno od entrambi i genitori omosessuali. In cosa differisce la nostra vita da quella di una qualsiasi coppia di genitori eterosessuali? Direi in pochissimo. E sicuramente non nella gestione quotidiana della nostra vita familiare che è fatta di pappe e cacche, tappe da percorrere, scoperte continue, gioie quotidiane. Forse la reale differenza (e credo possa essere un vantaggio) sta proprio nella nostra uguaglianza nella gestione della bambina: non c’è uno che ha partorito ed allattato e l’altro che è tornato al lavoro subito dopo. Io ed Andrea abbiamo sin dall’inizio vissuto in maniera paritaria quest’avventura condividendo allattamenti (artificiali…), veglie notturne, scoperte quotidiane. Ciascuno di noi con le proprie sensibilità e le proprie modalità, ma accomunati da questa meravigliosa esperienza. Ed allora, dov’è lo scandalo nel pensare che una famiglia omosessuale possa essere tanto valida quanto una eterosessuale per far crescere un bambino in maniera sana? Perché tanto stupore al sentire che la Suprema Corte considera un pregiudizio giudicare negativamente una famiglia e la sua capacità di essere un luogo ideale per la crescita di un bambino solo perché formata da due persone dello stesso sesso? Noi siamo qui a testimoniare quanto questo pregiudizio sia errato.

Page 23: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

23 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

Famiglia e omosessualità: “Una pedagogia dell’accoglienza”

Di seguito il testo dell’articolo pubblicato su Adista dedicato alla tesi in pedagogia discussa all’Ateneo Salesiano di Roma da Alessandra, socia di Nuova Proposta!

di Alessandra Bialetti Gregori - Formatrice alla relazione d’aiuto e di coppia, alla comunicazione e all’ascolto per educatori insegnanti, animatori e genitori

Questo approfondimento nasce da una tesi, discussa recentemente all’Università Pontificia Salesiana, sul tema Genitori sempre: Omosessualità e genitorialità, che aveva come scopo quello di individuare delle linee pedagogiche di sostegno ai genitori con figli omosessuali o ai genitori che, loro stessi, scoprono o si riappropriano dell’identità omosessuale. Il coming out, ovvero la rivelazione a se stessi e agli altri della propria identità omosessuale, rappresenta un fattore di benessere per la costruzione identitaria, un fattore protettivo di crescita armonica, ma anche un momento di crisi degli equilibri familiari ed amicali. La crisi, tuttavia, va letta in un’ottica di risorsa e non di incidente di percorso: costituisce la possibilità, per l’intero nucleo familiare, di rivedere le proprie posizioni, scendere nel profondo di se stessi a contatto con le proprie paure, stereotipi e pregiudizi per trovare nuove strategie relazionali fondate su un rapporto di verità. Al momento del coming out tutta la famiglia “si colora di omosessualità” dovendo ridefinire se stessa sia internamente, sia esternamente nei confronti di una società che vive un’omofobia più o meno manifesta. Il coming out è momento di confusione emotiva molto forte: l’omeostasi familiare subisce un trauma profondo, traballano i riferimenti valoriali fino a quel momento perseguiti, si vive un senso di colpevolizzazione per aver messo al mondo un figlio “sbagliato” o, nel caso del genitore omosessuale, per non poter essere più una buona guida. Questa ferita nelle relazioni familiari, tuttavia, si può trasformare in feritoia ovvero rappresentare quella porta in cui addentrarsi per giungere alla piena realizzazione e a nuovi rapporti familiari. Non si vuole assolutamente parlare di pedagogia della prevenzione etichettando nuovamente l’omosessualità come patologia, ormai derubricata dal Dsm, manuale diagnostico dei disturbi mentali, nel lontano 1973. Si intende invece propugnare una pedagogia dell’accoglienza in cui la persona omosessuale possa vivere pienamente se stessa in tutte le sue manifestazioni, compreso naturalmente l’orientamento omosessuale, elemento della personalità ma non tratto caratterizzante. In ambito cattolico spesso si tende a privilegiare l’aspetto riparativo, il prevenire l’insorgere di una patologia all’interno della famiglia, il caricare i genitori di tali pesi educativi da imbrigliare totalmente le positive risorse esistenti in ogni nucleo familiare anche se bloccate da un momento di crisi. È importante sottolineare che pedagogia dell’accoglienza non vuol significare accettazione. Tale termine, infatti, celerebbe al suo interno l’insidia della categorizzazione dell’omosessualità come malattia da curare o “disgrazia” da sobbarcarsi. Parlare invece di pedagogia dell’accoglienza porta a mettere a fuoco il riconoscimento del valore e dignità della persona così come essa è con le sue pulsioni affettive e con un progetto di vita che preveda anche una relazione stabile e, in alcuni casi, il desiderio di genitorialità. Accogliere, quindi, non è accettare passivamente, ma rendersi protagonisti di nuove relazioni familiari

Page 24: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

24 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

in cui il dialogo, l’ascolto empatico del vissuto dell’altro, la condivisione del lutto di un sogno eterosessuale che non si realizzerà più e del conseguente timore di isolamento e ghettizzazione costituiscono le variabili di un nuovo percorso pedagogico che miri esclusivamente alla piena realizzazione e benessere della persona. Pedagogia dell’accoglienza è pedagogia della verità. La famiglia, a confronto con l’omosessualità, è chiamata a compiere un cammino di autenticità, unica condizione per uscire da un clima di menzogna, nascondimento, isolamento, senso di colpa e incamminarsi verso una chiarezza e trasparenza che i figli e genitori omosessuali richiedono come condizione necessaria per il riconoscimento di se stessi e per affrontare, in un’alleanza familiare, il difficile e destabilizzante clima sociale. È la clandestinità comunicativa, prima ancora di quella sociale, a mettere in serio pericolo le relazioni familiari e la realizzazione personale. Chiarezza e trasparenza rispetto al proprio orientamento sessuale, rappresentano l’unica via, quando se ne ritiene giunto il momento opportuno, per elaborare paure, fantasmi, non detti che minano alla radice ogni rapporto interpersonale. È acquisire quegli strumenti necessari per affrontare e accettare la nuova realtà. Il rischio della non verità è un silenzio carico di interpretazioni e domande che, se non inserite in un contenitore emotivo rassicurante, non fanno altro che amplificare il giudizio omofobo proveniente dalla società. Pedagogia dell’accoglienza è pedagogia della presenza e della pazienza. Presenza che si fa compagna di viaggio nel percorso di identificazione della persona omosessuale fino alla sua entrata in società, elaborando i sensi di colpa di avere fallito come genitori e di aver messo al mondo un figlio con un problema in più. Pazienza nell’accogliere se stessi come si è, valorizzando la diversità come ricchezza per poi affrontare un immaginario collettivo che ancora non riesce a vedere l’essere “differente” come una ricchezza nelle relazioni interpersonali e sociali. Pedagogia dell’accoglienza è educazione alla resilienza, ovvero quella capacità fondamentale, per l’essere umano, di resistere agli urti interni ed esterni rimanendo fedele a se stesso e alla propria essenza: spetta alla famiglia attivare la capacità resiliente della persona omosessuale in modo che possa poi promuovere pienamente se stessa. Pedagogia dell’accoglienza è pedagogia dell’integrazione completa della persona. L’identità infatti, è costituita da vari livelli: personale ovvero come il soggetto si percepisce; fisico che parla di un corpo che agisce l’identità sessuale; sociale, attribuito dal gruppo sociale di appartenenza e psicologico costituito dalle caratteristiche psicologiche personali. Nella persona omosessuale il cammino di integrazione di queste varie componenti risulta particolarmente difficoltoso in quanto l’identità personale contrasta con quella fisica, che veicola un corpo ricco di impulsi inizialmente giudicati sbagliati e sporchi, e con quella sociale non riconosciuta e stigmatizzata dal gruppo di maggioranza, ovvero il mondo eterosessuale. Accogliere la persona omosessuale significa allora collaborare a questo delicato cammino di integrazione lasciando interagire le varie componenti in modo armonico per giungere alla strutturazione di una personalità aperta, flessibile, non giudicante ed autogiudicante ma promuovente la profonda essenza della persona.

Page 25: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

25 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

In tale cammino di integrazione risulta particolarmente importante la dimensione spirituale, considerata unanimemente, fattore protettivo di una crescita sana. L’essere umano è essere relazionale che nasce, cresce e si sviluppa all’interno di una relazione con se stesso, con gli altri e con un Altro trascendente che interpella il senso della propria esistenza. Nel caso della persona omosessuale la dimensione spirituale, ma più propriamente un cammino di fede, è ancora uno spazio da promuovere e sostenere laddove percepisce il suo essere sbagliata rispetto ad una Chiesa che difficilmente entra in dialogo con la diversità e una comunità che mostra tutto il suo limite nell’accogliere e promuovere relazioni sane al proprio interno. L’integrazione tra fede, intesa come rapporto di dialogo e fiducia verso il trascendente, e omosessualità è condizione necessaria per elaborare un progetto di vita che integri totalmente la persona per ciò che è aprendo l’orizzonte su relazioni stabili di cura, accudimento, protezione all’interno di coppie o famiglie omosessuali. Il bisogno spirituale è intrinseco nell’essere umano tanto quanto il suo orientamento sessuale e comprende sia la certezza di essere protetti da qualcosa più grande di se stessi e della propria umanità, sia un forte senso di comunità e condivisione che permette di affrontare i momenti di difficoltà. La pedagogia dell’accoglienza si estende dalla famiglia a tutto il nucleo sociale: è un “problema” di tutti e di ciascuno perché la crescita spirituale di un gay o di una lesbica può facilitare la crescita psicologica complessiva e costituire una risorsa anche per le comunità parrocchiali in cui il “diverso” è portatore di una ricchezza che concorre al bene di tutti. Occorre camminare ancora molto su questo punto: è uno spazio di dialogo ancora da riempire non di silenzi ma di fattivi gesti di avvicinamento e comprensione. Mancano ancora gli strumenti per comprendere la situazione, strumenti per sostenere la persona omosessuale in un cammino di accoglienza di se stessa e di piena partecipazione alla vita di una Chiesa che si rivolga e si inginocchi ai piedi dell’umano riscoprendo la sua vera missione educativa e pedagogica: il servizio alla vita. Contrariamente a quanto si dice prevenire non è meglio che curare, accogliere è meglio che prevenire. In fondo Gesù di Nazareth non è stato l’iniziatore e il promotore della pedagogia dell’accoglienza?

Page 26: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

26 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

Page 27: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

27 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

Page 28: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

28 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

Noi omosessuali cristiani e le parole di papa Francesco Le interviste rilasciate da Andrea Rubera, presidente di Nuova Proposta, a commento delle parole di Papa Francesco sull’omosessualità nel mese di agosto 2013.

“Siamo stati colpiti da queste parole, anche se ce lo aspettavamo visto il profilo e l’approccio che il Papa ha subito mostrato. E’ ovvio che la Chiesa cattolica aveva bisogno di aprire un capitolo su cosa significa accogliere le persone omosessuali”: cosi’ all’ANSA Andrea Rubera, presidente dell’associazione di gay cristiani “Nuova proposta”, commenta le parole di Francesco. “Il lavoro del nostro gruppo e di tutti gli altri, una ventina sul territorio nazionale, che riuniscono le persone omosessuali cristiane e cattoliche – spiega Rubera – e’ proprio quello di far capire alla Chiesa cosa significa accogliere una persona omosessuale e transessuale nella sua condizione, non imponendogli condizioni di vita a cui nessuno e’ in grado di aderire”. In sostanza, senza negare l’affettività’: “guardare alle nostre vite non vedendole come vite mutilate, dove cioè’ l’affettività’ non deve esistere, ma come vite con pari dignita’ rispetto alle vite degli altri” conferma. “Le parole del Papa – prosegue Ribera – sono il punto di partenza di una nuova stagione dei rapporti tra Chiesa cattolica e omosessualità’. Se davvero la Chiesa comincerà’ a guardare ai gay non col giudizio a priori ma come persone, cio’ potrebbe inaugurare una nuova stagione. Molte persone omosessuali e credenti, portatori di una duplice sofferenza perche’ si sentono rifiutate dalla loro chiesa, potrebbero ritrovare la pace e la serenita’ per impostare la loro vita con una progettualità’ pari a quella di chiunque altro”. Quanto al riferimento al Catechismo fatto dal pontefice, che per alcuni limita la portata innovatrice delle sue parole sugli omosessuali, secondo Rubera “il Catechismo e’ un documento di qualche anno fa, dove da una parte si raccomanda l’accoglienza con tenerezza nei confronti delle persone omosessuali ma dall’altra si ricorda che gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati.

Page 29: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

29 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

Il Papa pero’ fa riferimento solo all’accoglienza: il fatto che non abbia citato l’altra parte del Catechismo e’ indicativo. La speranza e’ che da Francesco venga il superamento della parte più’ ambivalente del Catechismo. Lui ha fatto riferimento a quella parte che parla di accoglienza: lo leggo come un messaggio indirizzante” conclude.

Page 30: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

30 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

“Senza paura”

di GM Bianchi *,per Nuova Proposta

* papà di una ragazza del gruppo

Paura. Paura del buio. Paura di sbagliare. Paura della morte.

Perché avere paura? Perché?! Ma guardati attorno. Incertezza. Errore.

Mortificazione.

Verissimo. Però, qualcuno ci ha detto: “Non abbiate paura.” Ce lo hanno

ripetuto gli angeli e i santi. Non temere, Maria. Non temere, Giuseppe.

E quindi? Quindi, niente paura, niente buio, niente errori, niente morte. Per noi

ci sono via, verità e vita.

Amatevi come io vi ho amato. Stop. Cosa altro c’è da aggiungere?

Forse, qualcos’altro da aggiungere sull’amore c’è. Nella prima lettera ai Corinzi,

Paolo ha scritto un inno bellissimo. Comincia così. “Vi mostro la via più sublime.”

E’ la via della carità. La carità non avrà mai fine. Lei è la più grande.

Ma come fa ad essere la più grande? Come fa, se lei tutto scusa, tutto crede,

tutto spera, tutto sopporta?

Vuoi sapere come fa? Prova a fare come lei. Ma come faccio?

Niente se e niente ma, Soprattutto niente paura. Ti trattano male? Tu scusali.

Menzogna e sfiducia intorno a te? Tu credi.

Continuano a emarginarti e a condannarti? Tu spera. Ti vogliono curare,

cambiare, convertire? Tu sopportali.

Sarai beato. Nella categoria dei miti e dei mansueti. Meglio se anche

perseguitati. Di essi è il Regno dei cieli. Più il centuplo quaggiù.

E quindi? Quindi, niente paura. Perché, lo scrive Giovanni, nella sua lettera:

“Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore.”

Amore perfetto? Chi mai è perfetto? Chi non ha mai timore degli altri? Chi è

padrone assoluto di sé? Chi non ha mai temuto di peccare contro Dio?

Per il popolo degli omosessuali e dei transessuali questi timori sono più

ricorrenti rispetto ad altre popolazioni di creature terrestri. Forse meno evolute.

Dio. Io. Tu. Essi. Interrogativi e timori che coinvolgono e sconvolgono.

L’amore perfetto, o comunque un po’ meno imperfetto, aiuta a scacciare il

timore. Scrive Giovanni.

Page 31: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

31 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter

E, allora, non c’è altro da fare se non amare. Appassionatamente.

Io non sono ammalato. Solo “solo” innamorato. Niente paura dunque. E’ amore,

sano e puro. Devo viverlo e goderlo. In questa vita. In ogni momento

di questi, che sono i migliori anni della nostra vita.

Amo e sono amato. Molto amato. Da te, che mi vivi accanto. Da loro, che

condividono tutto. Da chi mi ha creato. A sua immagine e somiglianza.

Peccato che ci siano anche gli altri. Quelli che non condividono. Quelli che

dividono gli uomini in buoni e cattivi. Quelli che leggono la Bibbia e la usano a

loro immagine e somiglianza.

C’è veramente da aver paura. Nel senso che da loro dipendono le sorti di intere

comunità civili e religiose. Il mondo, nell’accezione di storia molto terrena

dell’umanità, ha fatto il possibile per inculcarci il timore.

E allora? Allora ritorniamo al “non temere”.

Prendi le armi e preparati per il combattimento.

“Tutto ha il suo momento… Un tempo per gettare sassi e un tempo per

raccoglierli… Un tempo per la guerra e un tempo per la pace”.

Parola di Qoèlet.

Devi difendere la tua famiglia e il tuo popolo.

Sono stati aggrediti. Per centinaia di anni. Secoli di crociate. Secoli di “Dio lo

vuole” e “Gott mit uns” (Dio è con noi).

Sfidali in campo aperto. Hai solo una fionda e pochi sassi. Ma il gigante che

affronti mancherà il bersaglio e verrà abbattuto.

La storia è piena di tanti Davidi e di un unico, immutabile, presuntuoso Golia.

Davide era il più piccolo della nidiata di Jesse. Ma fu il più grande dei re. Santo e

peccatore. Tremendamente peccatore. Non perché era amico inseparabile di

Gionata. Ma perché fu adultero e omicida.

Tu devi essere come il Davide buono. Il guerriero e il compagno per la vita.

Nessuna paura. Tutto amore.

Page 32: Materiale tratto dagli inontri dell’anno soiale€¦ · maggio 2013 a Roma, organizzata con numerosi gruppi e associazioni, è a disposizione un dossier dedicato. * I testi sono,

32 “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali e transessuali cristiani”

www.nuovapropostaroma.it; [email protected]; cell.: 331 7858894 - anche su Facebook (fan page e gruppo) e Twitter