marzo 2011 - cheapnet.it
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MARZO 2011
Anno XLVI La Radiospecola - marzo 2011 < 1 >
La Radiospecola mensile dei Radioamatori Bresciani
EDITORE: Sezione A.R.I. di Brescia
SEDE: Via Maiera, 21 - 25123 Brescia
recapito: Casella Postale 230 - 25121 Brescia
telefono: 030.380964
internet: www.aribrescia.it
e-mail segreteria: [email protected]
PRESIDENTE: I2QIL - Antonio Di Pietro
Vicepresidente: I2ZLL - Bruno Quaranta
SEGRETARIO: I2BZN - Piero Borboni [email protected]
SINDACO: IK2SGO - Giuseppe Gobbi
[email protected] Vicesindaco: I2LQF - Fabio Lodrini
CONSIGLIERI: I2KBO - Marino Sebastiani
I2RTT - Rosario Bizioli
IK2UJS - Polini Viller
IZ2FOS - Lorenzo Mendini
APERTURA SEDE:
martedì e venerdì non festivi dalle ore 20.30
RIUNIONE MENSILE:
alle ore 21.00 del 2° venerdì del mese
Riunione Ordinaria del Consiglio Direttivo:
il mercoledì precedente la riunione mensile
Soci ordinari . . . . . . . .
Familiari e Junior ordinari . . . .
Ordinari Radio Club . . . . . .
Familiari e Junior Radio Club . .
La Radiospecola (cartacea) . . .
La Radiospecola (file in E-Mail) . .
(gradite sponsorizzazioni)
QUOTE SOCIALI
€ 72
€ 36
€ 64
€ 32
€ 18
€ 0
Note di Redazione - Gli articoli pubblicati sono opera di Soci, di Simpatizzanti e di chi, nel nome
della Radiotecnica, vuole far conoscere le proprie impressioni e le proprie esperienze. Sono ac-
cettati e graditi anche articoli di carattere Storico e Varie Umanità possibilmente con attinenza
alla Radio, ai Radioamatori e alla vita di Sezione. La responsabilità di quanto scritto è dei singo-
li autori e nulla può essere addebitato all’Editore o alla Redazione per i contenuti. La Redazione
si riserva il diritto di modificare l’impaginazione del testo senza alcuna modifica del contenuto.
In caso di mancanza di spazio potrebbe essere necessario differire parte o tutto l’articolo al mese
successivo. Inoltre la Redazione, che per tradizione non esercita alcuna censura preventiva, si
riserva di non pubblicare e/o di chiedere parziali modifiche di quanto presentato per la pubblica-
zione nel caso si ravvisassero estremi non confacenti con lo spirito Radiantistico.
Immatricolazione:
Nuovi Soci Ordinari . . . . .
Trasferimento Sezione . . . .
Servizio Diretto QSL soci . . .
Servizio Diretto QSL non soci .
€ 5
€ 10
€ 50
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PRESIDENTE: I2QIL - Antonio Di Pietro
Vicepresidente: I2KBO - Marino Sebastiani
SEGRETARIO: I2BZN - Piero Borboni
SINDACO: IK2SGO - Giuseppe Gobbi
Vicesindaco: I2LQF - Fabio Lodrini
CONSIGLIERI:
I2IPK - Antonino Saputo [email protected]
I2RTT - Rosario Bizioli [email protected]
IK2UJS - Polini Viller [email protected]
IZ2FOS - Lorenzo Mendini [email protected]
APERTURA SEDE:
Martedì e Venerdì non festivi dalle ore 20.30
Riunione Mensile: il secondo Venerdì del mese
Riunione Ordinaria del Consiglio Direttivo:
il Martedì che precede la Riunione Mensile
< 2 > La Radiospecola - marzo 2011 Anno XLVI
Lista manager e Attività di Sezione
Contest/Diplomi:
IZ2FOS - Lorenzo
IK2GZU - Maurizio
Stazione radio di Sezione:
I2QIL - Antonio
Smistamento QSL:
IK2UJF - Ermanno
Corsi per OM:
IW2CYR - Nino
Pubbliche relazioni:
I2QIL - Antonio
I2KBO - Marino
Assistenza Fiscale:
IW2LLH - Severino
Gestione bar:
IK2SGO - Giuseppe
IK2YXQ - Evaristo
Biblioteca:
IK2DFO - Carlo
Mappatura del territorio:
vacante
Gruppo Microonde:
I2IRH - I2RTT - I2QIL - I2IPK
IW2FFT - IK2SGO - IW2CQA
Commissioni:
Laboratorio meccanico
IZ2LQE - Marino
Laboratorio elettronico e Magazzino:
I2IPK - Tony
Mostra Mercato Montichiari:
IK2EAD - Romeo
La Radiospecola:
I2RTT - Rosario
IZ2FOS - Lorenzo
Bilanci: I2BZN - Piero
Sito Web: IZ2LSD - Dario
Gestione Ponti:
IW2FFT - Mauro
Attività logistiche:
IZ2LQE - Marino
CONTRIBUTO ANNUALE
Entro il 31 GENNAIO di ogni anno dovrà essere effettuato il versamento di Euro 5,00 con cau-
sale: “CONTRIBUTO ANNO . . . . NOMINATIVO . . . .”
Da versare sul Conto Corrente Postale n. 425207 (bollettino ad 1 ricevuta) intestato a:
“TESORERIA PROVINCIALE DELLO STATO DI MILANO”
LA RADIOSPECOLA
anno 46 - numero 3
marzo 2011
Editore: Sezione A.R.I. di Brescia
Redazione:
I2RTT - Rosario Bizioli - 3479024122
IZ2FOS - Lorenzo Mendini - 0309969835
email: [email protected]
Stampa/impaginazione: Novalabor Services
www.novalabor.it
ARIRE - Protezione Civile
IW2NBL - Gianni
IZ2GAQ - Domenico
Tecnici IK2BCP - IK2ZNE - IZ2FTR
Gestione Radioassistenze:
I2RTT Rosario - pianificazione
I2ZLL Bruno - risorse
I2KBO Marino - strategia
I2QIL Antonio - rapporti con enti
I2IPK Tony - elettronica
IZ2LQE Marino - logistica
inoltre: IK2SGO IK2YXQ - IZ2JSQ
transponder: I2LQF - IZ2ABV -
IZ2QQK - IW2NWW - IW2CQA
territorio: IK2UIQ - IW2JRL -
IW2FHP - IW2JIX - IW2NBL
direzione gara: IZ2CDX IZ2FOS
consulenza: IZ2LSD IZ2ARA IK2DFO
Rally 1000 MIGLIA il 15 e 16 Aprile prossimo
Cercasi Operatori
Autori del mese: I2BAT
I2BBJ
I2QIL
IZ2FOS
IK2DFO
IK2UIQ
Gino
Anno XLVI La Radiospecola - marzo 2011 < 3 >
LE NOSTRE ORIGINI by I2QIL
Correva l’anno 1927 quando
da una pubblicazione
(Radiogiornale) A.R.I. Asso-
ciazione Radiotecnica Ita-
liana si apprendeva che da
Brescia il delegato Provin-
ciale, nostro antesignano
Rag. Cav. Giuseppe Pluda
residente in Brescia – Via
S. Antonio, 24 non molto
distante da Via Maiera, a-
vrebbe ricevuto il distintivo
sociale dalla Segreteria Ge-
nerale A.R.I. al costo di lire
5 compreso di spedizione.
Erano i tempi in cui
il segretario gene-
rale era un certo
Ing. Ernesto Mon-
tù, non so se mi
spiego.
In quel tempo non
esistevano le sezio-
ni, ma delegati pro-
vinciali e le riunioni
degli stessi con il
Consiglio Direttivo
A.R.I. si tenevano
presso la Segrete-
ria Generale in Via-
le Bianca Maria, 24
a Milano.
In quegli anni era
molto operoso a
Brescia il Dott. Ing.
Comm. Vincenzo
Quasimodo I1CR, attivissi-
mo OM già WAC e vincitore
di concorsi (contest) ARRL
ed ARI in grafia ed in fo-
Renato Sorlini e segretario
Isidoro Viadana con sede in
Via Lattanzio Gambara, 44
– Brescia.
I più attempati come me,
con il nominativo senza la K
o la Z per intenderci, si ri-
cordano perfettamente del
nostro decano I2FU ed an-
che del nostro Renato
I2RD.
Gli unici ormai con il suffis-
so con due lettere che per
la loro età non vengono più
in Sezione ma che ri-
cordiamo con affetto,
anch’essi sono pietre
miliari del nostro so-
dalizio. Poi c’erano gli
allora più giovani,
Piero I2CZQ, Italo
I2BBJ, Gianfranco
I2GCX, Edo I2BAT…
ma questi sono quasi
giorni nostri…
Queste sono le no-
stre origini, ed è per
questo che sul nostro
labaro ci saranno le
date 1927 – 1946 –
1958 a testimonianza
del nostro passato.
Ogni filo teso nel tes-
suto di quel vessillo
rappresenta le gene-
razioni passate, quelle pre-
senti e quelle che verranno.
nia, il quale dedicava le sue
ore libere allo studio ed agli
esperimenti di radiantismo.
Quando morì nel 1949 tutti
gli OM bresciani fecero in
segno di lutto un giorno di
QRT. Il giorno 23 marzo
del 1946, si ha notizia
(sempre dal Radiogiornale)
della costituzione della Se-
zione Bresciana dell’ARI,
con presidente Eugenio Ri-
volta I1FE e segretario Pie-
ro Ghelfi, con sede in Via
Bredina, 6 – Brescia.
Passano gli anni e qualcosa
si perde nel tempo, quando
il 21 dicembre 1958 si ha la
ricostituzione della Sezione
di Brescia con presidente
< 4 > La Radiospecola - marzo 2011 Anno XLVI
VERBALE RIUNIONI DI FEBBRAIO
RIUNIONE DEL CONSI-
GLIO DIRETTIVO DEL
8-2-2011
Alle ore 21,15, presso la Sezio-
ne, sono presenti:
I2QIL – I2KBO – I2IPK –
IZ2FOS – IK2UJS – I2BZN –
IK2SGO – I2LQF.
Assente giustificato, I2RTT.
1) Viene data lettura del verbale
del CD del 11 gennaio 2011
che viene approvato
all’unanimità.
2) Riguardo all’inventario stila-
to da I2IPK, viene constatato
che comprende solo le voci
del materiale di magazzeno
ed apparecchiature. Sono
esclusi pertanto mobili ed
accessori di proprietà della
Sezione. Per completare la
situazione, si provvederà
pertanto a classificare i beni
non compresi nel sopracitato
inventario.
3) Riguardo al bando per
l’erogazione contributi da
parte del Comune di Brescia,
vengono affrontate varie so-
luzioni, ma resoci conto che
la situazione e parecchio
complicata, si decide di con-
tinuare in separata sede.
4) Si rende noto dell’invito da
parte del Comune di Brescia
per una manifestazione deno-
minata “del capel” per il
giorno 12 febbraio.
5) Per quanto riguarda la Fiera
di Montichiari si sta provve-
dendo ad organizzare il con-
vegno ARI-RE del 13 Mar-
zo.
6) I2QIL espone l’intenzione di
stampare per ogni socio la
da I2IPK comprende esclusi-
vamente le apparecchiature
radio.
L’inventario delle suppellettili
si farà un martedi sera.
Riguardo al bando emanato dal
Comune si farà un’indagine
per stabilire quali apparecchia-
ture possono servire alla Se-
zione.
Il presidente informa i presenti
riguardo alla manifestazione
“EL CHAPEL” che si svolge-
rà il giorno 11 febbraio con
partenza dalla chiesa di
S.Faustino e arrivo in piazza
loggia. Vengono invitati a par-
tecipare i soci che ne abbiano
la possibilità.
Si informa che il giorno 22 mar-
zo si svolgerà, nel campo Tar-
taglia, una manifestazione di
protezione civile con la parte-
cipazione di numerose scola-
resche.
Si informano i soci
dell’intenzione di stampare
circa 3.000 QSL di sezione
(IQ2CF), si prende l’impegno
di impostare il soggetto,
IZ2FOS.
Il Presidente informa i soci di
essere in contatto con i re-
sponsabili delle “torri Gemel-
le” di S. Polo per ottenere
l’autorizzazione ad installare
dei ponti radio.
Il presidente informa i Soci che
il nuovo regolamento dovrà
essere registrato. Pertanto si
provvederà intal senso.
Si informa che il gagliardetto di
Sezione è stato ordinato e ver-
rà pronto i primi di marzo.
La riunione si chiude alle ore
22,10.
tessera di sezione. IZ2FOS si
prende l’incarico per la rea-
lizzazione.
7) VARIE:
* I2QIL informa di aver contat-
tato i proprietari delle Tre
Torri Gemelle per
l’installazione di ponti ripeti-
tori. La cosa sembra fattibile.
Stiamo attendendo la rispo-
sta ufficiale.
* I2QIL si sta prodigando per
avere il permesso di attivare
la STAZIONE RADIO DEL
VATICANO. Vi sono pur-
troppo alcuni ostacoli che si
cercherà di superare.
* Per quanto riguarda il regola-
mento di Sezione appena ap-
provato, sembra vi sia
l’obbligo di registrazione.
Ciò comporta la spesa di cir-
ca 300 euro. Si provvederà
alla registrazione dopo
l’approvazione da parte del
Comitato Regionale Lombar-
do.
* Si delibera di far stampare
3000 QSL di sezione
(IQ2CF) la cui spesa si aggi-
rerà sui 100/120 Euro.
Non essendovi altri argomenti,
la seduta si chiude alle ore
23,00.
RIUNIONE MENSILE DEL
11 FEBBRAIO 2011
Alle ore 21,30, alla presenza di
circa 24 soci, si è svolta la riu-
nione mensile del mese di feb-
braio.
Il Presidente informa i soci
dell’intenzione di effettuare un
inventario dei beni della sezio-
ne poiché l’inventario stilato
Anno XLVI La Radiospecola - marzo 2011 < 5 >
FIERA E RALLY
“comunicazione sicura”, neces-
sità che porta alla ricerca di un
segnale sempre più alto possibi-
le. Non un segnale per Radioa-
matori. Eh, lo strano è che si
stanno usando Radioamatori per
una radioassistenza, abili
nell’uso delle radio, ma che non
fanno i Radioamatori durante
quel servizio. Un Radioamatore
si basa su collegamenti che pre-
sentano segnali il più piccoli
possibile (maggiore distanza o
maggiore difficoltà di collegan-
te) mentre all’assistenza al
Rally servono Radioamatori che
guardino al maggior segnale
piuttosto che alla semplice pos-
sibilità di fare il collegamento.
Non per nulla l’esperienza inse-
gna che nell’arco della giornata
un buon segnale del mattino
può diventare nullo nel pome-
riggio: ecco perché si cerca
sempre di avere non solo un
buon segnale, ma un segnale
più che ottimo: abbondante...
esperienza insegna.
I2RTT
Beh, la fiera è finita, gli ami-
ci si sono ritrovati, clima di se-
renità ed allegria, strette di ma-
no, sorrisi, cordialità, pacchetti
e borsine di ogni sorta che se ne
vanno con gran gioia degli e-
spositori…
Beh, dal canto nostro, inve-
ce, oltre alle spese di rito, siamo
riusciti a contattare ed a discute-
re dell’imminente Rally delle
1000 Miglia di cui abbiamo a-
vuto incarico giusto pochi gior-
ni fa; raccolte le prime adesioni
e presi i primi accordi sulle stra-
tegie del come trasferire una
nuova prova speciale che si
svolge tutta in Valcamonica.
A questo proposito approfit-
to dello spazio di Radiospecola
per chiedere la partecipazione al
Rally. Abbiamo 53 postazione
da convogliare in Direzione Ga-
ra. Le comunicazioni si svolgo-
no anche in contemporanea e si
rende necessarie differenziare le
bande di frequenza in quanto,
nella stessa banda, si rischiereb-
be non solo di avere interferen-
ze (di cui uno si accorgerebbe
immediatamente), ma bensì di
avere quel fenomeno più insi-
dioso e subdolo in cui gli stadi
di entrata dei ricevitori vengono
silenziati (vera e propria ridu-
zione della sensibilità) da tra-
smissioni di frequenze simili
che avvengono nelle vicinanze.
Fenomeno che non si vede allo
S-Meter né si sente in altopar-
lante. Ben se lo ricorderà chi, in
direzione gara, qualche anno fa
ha partecipato al rally della Val-
trompia e che lamentava im-
provvisi cadute di segnale.
Ridurre la sensibilità dei ri-
cevitori si ripercuote sul fatto
che i traslatori di frequenza non
entrano in funzione, o lavorano
con il soffio della scarsità di
segnale esasperando gli opera-
tori che non ricevono corretta-
mente i messaggi.
Presumibilmente in questo
rally saranno da installare anche
8 punti di ritrasmissione per su-
perare i monti a ridosso sia del-
la Direzione Gara, la Maddale-
na intendo, sia delle varie Prove
Speciali. Certo, ha dell’incre-
dibile che negli anni della Tec-
nologia Avanzata abbiamo an-
cora necessità di prendere i se-
gnali, traslarli, inviarli in altri
punti, magari traslarli ancora,
ed infine poterli decodificare e
sentire i messaggi. E’ vero che i
cellulari lavorano proprio in
questa maniera, con le loro cel-
lule che magari non traslano la
frequenza, ma di sicuro sono
punti di ritrasmissione.
E lo era anche il sistema mi-
litare ACE High System a cui
apparteneva la base del Dosso
dei Galli in quel di Brescia, ma
questa era un vecchio sistema di
comunicazione, ma con la ne-
cessità della comunicazione
“sicura”. Ecco il punto che si
sta cercando: è di avere una
Per chi desidera partecipare all’imminente
Rally 1000 Miglia
di seguito i dati utili di riferimento e conoscenza
Ripartizione degli incarichi:
I2QIL presidenza [email protected]
I2KBO strategia [email protected]
I2RTT pianificazione [email protected]
I2ZLL risorse [email protected]
I2IPK elettronica [email protected]
I2BZN segreteria [email protected]
Scaletta:
Venerdì 8 Aprile = consegna documenti e istruzioni
Giovedì 14, Venerdì 15, Sabato 16 Aprile = Rally
Martedì 19 e Venerdì 22 Aprile = riconsegna materiale
Venerdì 29 Aprile = Debriefing in Sezione
< 6 > La Radiospecola - marzo 2011 Anno XLVI
ANTENNA DA… BRIVIDI
Sperando nella buona riproduzione dello scanner e della stampa, nel disegno sono riportati
tutti i dati, al fine di poter trarre spunti per la realizzazione delle proprie antenne.
Anno XLVI La Radiospecola - marzo 2011 < 7 >
Le <MUF> tangenziali in <Long Path>
Appare illogico parlare di col-
legamenti radio, eseguiti con le
nostre modeste potenze, per di-
stanze di oltre ventimila Km.
Su diverse prestigiose pubbli-
cazioni del ramo, si trovano del-
le formule empiriche, che tenta-
no di giustificare simili risultati.
Tutte mettono nel conto la
potenza irradiata, la distanza,
poi si vede inserita al denomi-
natore, oppure al numeratore,
anche la frequenza utilizzabile,
a volte in kilohertz, oppure in
megahertz, a seconda dell’inge-
gnere elettronico autore.
La spiegazione non empirica è
Partendo appunto dalle cinque
basi sperimentalmente verifica-
bili: un Watt di potenza irradia-
ta; distanza di un Km; zero de-
cibel; segnale ricevuto = 200
pW S9¸ sul dipolo.
In questa tabella si vede che
non c’è proprio niente da fare:
per ottenere una potenza di rice-
zione all’ingresso del ricevitore
di 200 milionesimi, di milione-
simi di Watt, vale a dire <200
picowatt = S9>, da una distan-
za di 4.000 Km serve una po-
tenza irradiata equivalente al
quadrato di quella distanza, pari
a 16 milioni di Watt.
Il pensiero che il buon Keplero
molto semplice: a suo tempo
Keplero ha stilato, disponendo
con molto acume cinque cande-
le accese, davanti ad un muro,
la sua formula. In seguito estesa
alla propagazione elettromagne-
tica, valevole per tutte le fre-
quenze, da quelle della luce, e
indietro alle radiazioni anche
inferiori alle micrometriche, a
quelle radio delle onde lunghe,
ed ha dettato: <la potenza elet-
tromagnetica irradiata cala con
il quadrato della distanza>.
Anni orsono ho impiegato per
mille volte la formula di Keple-
ro, per redigere le due
<tavole delle basi delle teleco-
municazioni>
< 8 > La Radiospecola - marzo 2011 Anno XLVI
si fosse sbagliato l’ho subito
annullato, infatti … La tabella è
congegnata così: ogni qual volta
raddoppia la distanza, per otte-
nere la stessa intensità della ri-
cezione serve una potenza irra-
diata quattro volte superiore;
allora il risultato è sempre equi-
valente al quadrato di ogni di-
stanza.
Visti allora i 16 milioni di
Watt necessari, possiamo stare
tutti nella tranquilla convinzio-
ne che per eseguire quel colle-
gamento non bastano assoluta-
mente i trasmettitori in QRP, e
neppure i nostri QRO da molti
chilowatt.
I radioamatori, invece, ci rie-
scono anche proprio con i loro
apparati QRP da pochi Watt, ed
hanno osservato, hanno consta-
tato che quel collegamento è
possibile, ma si deve lavorare
sull’inglese <MUF> tangenzia-
le>.
In italiano lavorare sulla
<MUF> significa impiegare la
massima frequenza utilizzabile,
al solito la gamma dei 10 metri,
quella dei 28 Megahertz …. in
tangenza.
La faccenda della <tangenza>
significa diverse cose: non ave-
re ostacoli montani sulla dire-
zione del corrispondente; utiliz-
zare un’antenna capace di irra-
diare, anche di poco, parallela-
mente al piano di campagna;
significa utilizzare la distanza
<eccellente> detta anche
<DX>; vista la quota di 330 Km
dello strato ionosferico utilizza-
to <F2>, hanno stabilito che la
distanza eccellente del salto io-
nosferico corrisponde ai 4.000
Km di un percorso terrestre,
proprio quella indicata prima.
Resta da stabilire il perché
questa benedetta <MUF>sia in
grado di sopperire con un QRP
da pochi Watt, ai 16 milioni di
punto, ed avente per fuochi il
punto trasmittente, e quello
ricevente, ho calcolato con dei
complessi calcoli algebrici che
quel collegamento di 4.000
Km, detto MUF tangenziale,
si evidenzia con una concen-
trazione della potenza tra-
smessa pari ad oltre un milio-
ne di volte.
Le parti evidenziate in grasset-
to e sottolineate sono vanto del-
la Radiospecola di Brescia.
Allora succede il <miracolo>
che i 16 milioni di Watt, assolu-
tamente necessari per ottenere
quel collegamento radio a 4.000
Km di distanza, diventano u-
guali ai 3 Watt di un QRP, e
sono perfettamente sufficienti a
generare una ricezione pari a
200 pW= S9.
Messa a posto la faccenda
matematica in un modo non em-
pirico, questa volta presento
una speciale mappa azimutale
dove si vedono le dieci circon-
ferenze rappresentanti le <MUF
tangenziali susseguenti> ogni
4.000 Km: quelle sono disegna-
te dove esiste il guadagno da
concentrazione per il quadrato
della distanza pari ai milioni di
volte in potenza ricevuta, capaci
di permettere le aperture in
<Long Path>, sempre con se-
gnali vicini allo <S9>.
Queste aperture avvengono
esclusivamente per effetto della
concentrazione di tipo <MUF
tangenziale>, e poi con le sue
eventuali susseguenti.
Si deve ammettere che per
ogni collegamento antipodico
deve essere oltrepassata la quin-
ta circonferenza.
Ti sembrerà strano ma quella
circonferenza così vasta rappre-
senta solamente un punto:
l’antipodico!
Ricordi che in certe occasioni
Watt che erano assolutamente
necessari.
Dopo anni d’immaginarie so-
luzioni, di congetture poi rego-
larmente scartate, ho dedotto
che doveva esserci un qualche
effetto di <concentrazione della
potenza irradiata>.
Sulla <Radio Rivista> n. 4,
dell’Aprile 1961, a pagina 121,
nell’articolo <In 10 metri con
propagazione chiusa>
dell’allora <i1BAT> oggi, dopo
48 anni, quasi dove comincia la
seconda colonna leggi:
<< Anche quest’anno abbia-
mo notato un lungo periodo di
propagazione che possiamo
chiamare selettiva. In queste
condizioni si lavorano stazioni
(per esempio di Montevideo)
uniche in gamma e con segnali
fortissimi, mentre è impossibile
il collegamento con B. Aires,
che pure è a poca distanza.
Abbiamo spesso ricevuto con-
ferma che la stazione in appun-
tamento con noi ci stava chia-
mando all’ora stabilita da Bue-
nos Aires.
Abbiamo tentato di spiegarci
ciò, pensando che essendo lo
strato deflettente delle onde ra-
dio a forma di calotta sferica, il
fascio d’onde dell’antenna vie-
ne riconcentrato in un punto
ristretto, e questo spiegherebbe
anche i forti segnali reciproci
durante questo tipo di propaga-
zione. E’ un’esperienza curiosa
collegare così in una città tutti
gli OM attivi durante quella
giornata, con controlli magnifi-
ci, e trovare il resto della gam-
ma completamente deserto.>>
Dopo altri 36 anni, parago-
nando finalmente la forma
della calotta ionosferica, nel
punto centrale utilizzata su
questa distanza, a quella di un
ellissoide tangente in quel
Anno XLVI La Radiospecola - marzo 2011 < 9 >
si percepisce come un effetto
d’eco, sulle vocali del corri-
spondente?
Quella volta le radioonde ri-
tornano dopo ogni giro del glo-
bo in un punto che incredibil-
mente è rappresentato da quella
roba così vasta, che è la sesta
circonferenza, quella che si ve-
de tutta intorno alla cartina azi-
mutale in <Long Path>.
Avevo affermato che le aper-
ture in <Long Path> sono stra-
nissime: ora aggiungo < vera-
mente stranissime>.
Nel corso delle mie esperienze
radioamatoriali mi sono capitati
no che parlava in castigliano, e
non capiva quasi niente, come
me, dello stretto, veloce lin-
guaggio dell’entusiasta austra-
liano.
Dopo il punto degli antipodi,
rappresentato dalla quinta cir-
conferenza della <MUF> tan-
genziale, pari a 20.000 Km, sul-
la cartina azimutale in <Long
Path> i continenti hanno assun-
to configurazioni geografiche
tali da non essere facilmente
riconoscibili, per questo sono
state aggiunte le principali sigle
radioamatoriali.
Dal <Quadro ionosferico>
pubblicato la volta scorsa, si
due eventi altrimenti inspiegabi-
li: sono in un collegamento anti-
podico con l’Australia, con
l’antenna diretta ad Est, ed ina-
spettatamente bussa, per entrare
nel QSO, un peruviano; con
l’antenna ad Est è sicuramente
un <Long Path>.
Quello non soltanto è ricevu-
to da me, ma anche
dall’australiano: la faccenda
sicuramente è avvenuta per un
susseguirsi di <MUF tangenzia-
li>, e forse con la concomitanza
della concentrazione antipodica.
Quel collegamento a tre è du-
rato per una ventina di minuti,
con grand’allegria del peruvia-
< 10 > La Radiospecola - marzo 2011 Anno XLVI
può apprendere che la distanza
tangenziale dei 4.000 Km varia
di pochissimo per la gamma dei
15 metri.
Quando la gamma dei 10 me-
tri appare chiusa, è proprio il
momento di passare sui 15 me-
tri, dove inoltre l’orario delle
aperture è più vasto in genere di
un’ora, ed anche il periodo e-
quinoziale aumenta d’alcuni
giorni; permane in ogni modo
l’impossibilità d’aperture estive,
e sul settore Nord.
La seconda opportunità di vi-
vere il raro collegamento mon-
diale a tre, con Italia, Brasile in
<Long Path>, ed Australia è
capitata sui 15 metri.
Noi radioamatori siamo soliti
affermare che la <propagazione
è aperta> quando si ricevono
stazioni per riflessione ionosfe-
rica dello strato <E>, nominate
in <salto corto>, oppure per la
riflessione sullo strato <F2>,
nominate distanze <eccellenti>,
oppure <DX>, non ricevendo
nulla affermiamo che la gamma
è chiusa.
Dopo la circonferenza che
indica il <punto antipodico>,
situato a 20 mila Km, la susse-
guente circonferenza della
<MUF tangenziale>, è disegna-
ta con in più i soliti 4.000 Km
<MUF tangenziali antipodiche>
situata a 28 mila Km dal nostro
centro abitativo: questa volta il
collegamento con l’Argentina
ed il Cile avviene puntando
l’antenna a Nord- Est, mentre
ad Ovest ritorna la possibilità
con la costa Nord della Austra-
lia. La prossima circonferenza
offre le possibilità, sempre nei
due periodi equinoziali, avendo
allora l’irraggiamento sulla com
pleta estensione dello strato F2,
ad Est con i Caraibi, a Sud Est
con gli Stati Uniti ed il Canada,
a Sud con l’Alaska, poi con il
Giappone, per terminare a Nord
Ovest con l’India; la penultima
circonferenza delle MUF tan-
genziali susseguenti fa incontra-
re a Nord Est il Marocco, ad Est
gli stati americani del Far West,
verso la Groenlandia, e ad O-
vest le grandi estensioni Sibe-
riane e della Cina. La prossima
è l’ultima, quella che centra
nuovamente il QTH dove abi-
tiamo, per qualsiasi direzione,
ma ad eccezione del settore
Nord.
Con il solito rispettoso
saluto da Bini p.i.e. Edo I2BAT
<Mercoledì 3 giugno 2009>
di distanza, per un totale di 24
mila Km dal centro; essa forni-
sce la migliore possibilità
d’apertura ponendo la direttiva
ad Ovest, con la costa australia-
na.
Per queste circonferenze
delle susseguenti <MUF tan-
genziali> non sono assoluta-
mente considerate le direzioni
comprese nel vasto settore
Nord, mentre nella stagione a-
datta, verso Sud la concentra-
zione viaggia tra le isole della
Polinesia, VR1 e VR2, e più a
Sudest si trova il favorevole al-
lineamento con <FO8>, le isole
dell’Oceania francese; ad Ovest
con la Tasmania e l’Australia.
Il collegamento in <Long
Path>, al contrario di quello a
tre corrispondenti, non è così
raro: dopo il passaggio sul pun-
to <antipodico>, anche le susse-
guenti circonferenze delle aper-
ture in <MUF tangenziali> indi-
cano, con il costante ripristino
del guadagno, dei buoni segnali,
possibili con le diverse isolette
dell’oceania segnate con la loro
sigla.
Naturalmente si debbono ri-
spettare gli orari, e la direzione
di puntamento della direttiva.
Adesso si va a considerare la
seconda circonferenza delle
Il disegno non è attinente all’articolo.
Anno XLVI La Radiospecola - marzo 2011 < 11 >
IDRAULICO-ANTENNISTA
Radioamatore con infarinatura (farina di scarsa
qualità, ma però accettabile) di elettronica, però
con studi classici, laurea non tecnica e assiduo
lettore del “Manuale del Piccolo Ingegnere” e del
manuale “Tutti i misteri dell’elettronica”,
SI OFFRE COME IDRAULICO-
ANTENNISTA PER PICCOLE RIPARA-
ZIONI DI CUCINE
Dispone di attrezzature adeguate ed utilizza ma-
teriali di altissima qualità ed all’occorrenza an-
che su misura e disegno personalizzato.
ESEMPIO DI ATTREZZATURA PROFES-
SIONALE, PIEGATUBI
La bottiglia deve essere di alta qualità, sia per il
vetro che deve essere perfetto, che per il contenu-
to; lo sforzo di piegatura richiede molta energia
che deve essere poi recuperata con il contenuto, e
poiché bere a stomaco vuoto fa male, ecco il per-
ché delle riparazioni solo in cucina..
ESEMPIO DI PARTICOLARI SPECIALI
PROVA DI ACQUISTO DEI MA-
TERIALI DI ALTISSIMA
QUALITA’ E SPECIALI DA CUI
SONO STATI RICAVATI I PEZZI
FOTOGRAFATI
Il lavoro esposto deve essere completato .
I miei più vivi ringraziamenti al mio WORK-
MANAGER Marino, I2KBO, che, capita la mia
grande professionalità, mi ha dato una spinta per
questo mio nuovo lavoro.
< 12 > La Radiospecola - marzo 2011 Anno XLVI
Non si sa quando sia veramente
nato il gioco del golf, c’è chi
dice in Cina, chi in Olanda E’
comunque certa la prima testi-
monianza scritta in Scozia da
parte di un reale che emanava
un decreto con il quale veniva
vietato il gioco perché distrae-
va i sudditi. Comunque il pri-
mo Golf Club nasceva a Edim-
burgo ed era un gioco riservato
ai reali e ai ricchi. Da qui nasce
il pregiudizio sul costo di tale
gioco. Io non sono certo ricco e
quindi non avrei potuto permet-
terlo, se così fosse. Il costo as-
sociativo è pari a 400 euro an-
nui e al mio club posso andare
tutte le volte che voglio e con
poco più di trecento euro ci si
procura una attrezzatura com-
pleta. Quando vado da altre
parti, le convenzioni stipulate
dal nostro circolo con i vari
campi dei dintorni, ci consento-
no di effettuare un giro di golf
con trenta euro circa a volte
anche meno. Che tutti non se lo
possano permettere è da una
IL GIOCO DEL GOLF
parte vero. Un giro di golf, pari
alla effettuazione di diciotto
buche (percorso di gara), ri-
chiede in termini di tempo cin-
que ore circa e quindi se non
sei un libero professionista o
pensionato diventa molto diffi-
cile girare per tutte e diciotto le
buche. Chi lavora si allena du-
rante la settimana una o due ore
a seconda delle proprie dispo-
nibilità di tempo e poi gioca il
sabato o la domenica. Normal-
mente ci si allena in campo
pratica. Con due euro una mac-
china distribuisce circa trenta
palline e da un tappeto di finta
erba hai la possibilità di prova-
re il tuo swing, lanciando le
palle in campo dove a varie
lunghezze fino a 250 metri ci
sono bandiere di riferimento
per le varie distanze. Il swing è
il movimento che ti consente di
avvitarti su te stesso e con un
movimento a molla ti consente
di colpire la palla e di lanciarla
lontano. Sembra facile ma non
lo è ci sono diversi movimenti
da mettere in gioco durante lo
swing e li vado ad elencare: la
posizione delle gambe divarica-
te con la palla al centro, il brac-
cio destro attaccato al corpo, il
braccio sinistro nel down swing
(fase discendente del colpo)
ben dritto, il movimento del
corpo che non si deve spostare
dal cilindro virtuale in cui si
trova, girando solo i fianchi, il
peso del corpo che dal piede
destro si sposta verso sinistra
restando in equilibrio su tale
piede, il lie (testa) del ferro/
legno parallelo al terreno, la
presa del grip (manico) rilassa-
ta ma salda, il movimento dello
swing armonico, gli occhi che
non si staccano mai dalla palla,
il polso che deve accompagna-
re nell'ultima parte del colpo il
ferro, muovendosi verso il bas-
so.
Le prime volte è veramente difficile perché si tratta di un movimen-
to del tutto innaturale rispetto ai movimenti della vita normale.
Il campo di gioco è composto:
dalla piazzola di partenza,
Anno XLVI La Radiospecola - marzo 2011 < 13 >
il fairway (la parte più rasata del campo) che ti porta verso la buca,
il rough (la parte più alta dell’erba),
i bunker (buche più o meno grandi con all’interno sabbia),
gli ostacoli d’acqua che si dividono in
frontali con paletti gialli e laterali paletti
rossi
e il green dove si trova la buca indicata da
una bandiera.
L’attrezzatura si compone di una sacca con all’interno
quattordici bastoni, se ti presenti in campo durante una
gara con più
di quattordici
bastoni, sei
penalizzato
di un colpo
per ogni bu-
ca effettuata.
< 14 > La Radiospecola - marzo 2011 Anno XLVI
Non c’è arbitro, un giocatore
marca l’altro. Ci sono comun-
que sul percorso dei Marshall
(arbitri) che controllano da lon-
tano il gioco. Il Marshall si in-
terpella quando ci sono dubbi
sull’interpretazione delle rego-
le. I bastoni si dividono in vari
tipi: i legni, i ferri e il putter. I
legni sono quelli con la testa
più grossa, il drive è quello più
grosso di tutti e consente il col-
po più lungo, i professionisti
raggiungono anche i trecento
metri e oltre. Si usa alla parten-
za, dove si può utilizzare il
“tee”, (supporto per la palla),
che ti consente di colpirla in
pieno. Poi ci sono i legni da
fairway, che si dividono in nu-
meri: 3, 5, 7. Più il numero è
basso più è lungo il bastone e
più lunga la gittata. Con il le-
gno tre, quando lo prendo bene,
riesco a raggiungere i duecento
metri, certo non di volo ma con
un po’ di rotolo. Con gli altri
una decina di metri in meno per
ogni numero, i legni hanno solo
numeri dispari. Il driver può
essere chiamato anche legno
uno. Ultimamente sono nati
anche dei legni ibridi che han-
no una testa non così grossa da
considerarsi legni ma con una
bombatura dietro la faccia e
non si possono chiamare ferri e
gli hanno dato nome “rescue”,
in sostanza consentono uscite
da posti infelici in quanto han-
no una lunghezza del bastone
corta, per inciso il bastone sen-
za testa viene chiamato “shaft”,
il manico ricoperto di gomma
“grip”. I ferri vanno dal nume-
ro uno al dieci. Non ho mai vi-
sto un ferro uno, forse qualche
professionista lo usa. Il ferro
dieci è stato sostituito dal pitch
e normalmente le attrezzature
sono fornite dal quattro al nove
più il pitch che è più corto del
ferro nove. Poi si passa ai ferri
detti sand. Sono quelli che ser-
vono per le parabole corte e
servono per uscire dai bunker
di sabbia. Si dividono in cate-
gorie in base all’inclinazione
della faccia più o meno accen-
tuata che va da cinquanta gradi
a sessanta. Io nella sacca ho un
sessanta e un cinquantasei. Con
il cinquantasei faccio circa ot-
tanta metri con il colpo pieno
con il sessanta circa sessanta,
invece con il pitch cento metri
circa. Con il nove centodieci
metri, per ogni numero in più
calcolare circa dieci metri in
più, con l’uso dei ferri le di-
stanze si intendono di volo!
Nella sacca io ho i ferri dal tre
al nove, oltre al pitch e ai due
sand, due legni il tre e il cin-
que e poi il drive, per ultimo il
putter che serve per imbucare
sul green. Mi raccomando a un
giocatore di golf per augurargli
buon fortuna bisogna dire:
"Buon Golf"!
Dove mai comincerò questa
storia ?
E’ cosa difficile da dire su-
bito perché bisogna tornare in-
dietro, molto indietro, e l’unica
cosa sicura è che la memoria
conta ormai poco per tornare
fino a quando possono partire
ricordi di una vita allora ben
diversa da quella di oggi e pri-
va di tanti episodi che invece
ora dobbiamo affrontare, pieni
di complicazioni e di cose nuo-
ve dove semplicità e ingenuità
non esistono e vanno sempre
tavano il gelato che Toni Pa-
sianut, unico abitante della sua
casa-baracca sulla sponda sini-
stra del fiume Ausa, preparava
girando a mano dentro un ma-
stello pieno di ghiaccio il sec-
chio con la panna cotta.
Toni che poi usciva spin-
gendo a mano il suo carrettino
colorato e con i due coperchi a
campana lucidi e scintillanti per
guadagnarsi quel poco che gli
bastava per vivere del lavoro in
proprio quale produttore e ven-
ditore ambulante di gelati.
più a mancarci man mano che
passa il tempo.
In via Trento, nel mio paese
nativo a Cervignano del Friuli,
le donne radunate di sabato sul-
la strada stretta e resa impossi-
bile a qualsiasi transito da due
pali appositamente conficcati
uno di fianco all’altro, giocava-
no a tombola sedute su bassi
sgabelli con le cartelle sulle gi-
nocchia ed i fagioli secchi per
segnare sulle cartelle i numeri
che uscivano…” cutuardis, vin-
ciadoi, siet, disanuf “…e aspet-
STORIE DI TEMPI PASSATI
Anno XLVI La Radiospecola - marzo 2011 < 15 >
Nella stessa via, in terra bat-
tuta e piuttosto angusta, io ero
di casa. La nonna Teresa, la
“Sesa” mamma di mia madre
Enrica viveva con la figlia, mia
zia Gioconda, nella abitazione a
due piani lasciatale dal marito
Carlo Mucelli, stimato per la
sua arte di pittore e decoratore
di carrozze attività di pochi e
a l l o ra mol to r i ch i es t a ;
all’ingresso una vasta stanza
che usava la nonna, a destra la
“butèga” il vano per la vendita
del carbone, sulla sinistra la cu-
cina e due erano le occupazioni
durante giornate tutte uguali
vissute modestamente in piena
semplice e serena umiltà, chiu-
se ogni sera con la preghiera del
rosario: la nonna vendeva car-
bone di legna, combustibile
usato allora per le necessità del-
le case, e metteva insieme co-
perte imbottite di pura lana
trapuntate con arte e maestria,
mentre la zia Gioconda era co-
nosciuta e richiesta per la sua
bravura di trasformare stoffe di
ogni tipo portate dalle stesse
clienti, in perfette camicie da
uomo. Non mi mancava in quel
tempo occasione che anche io
mi recassi in carbonaia per ser-
vire le donne che venivano a
comperare e che, vedendomi
giovane e poco esperto, mi
chiedevano con la loro cortesia
di parole in friulano: “la prei
par plasè di no dami tant pol-
var” polvere che c’era sempre
in terra rimuovendo carbonella
con una lucida pala e che, co-
me invece mi suggeriva la non-
na, doveva pur essere venduta.
Ero ancora un semplice
giovincello quando la nonna mi
portava per mano nella forneria
sul viale della stazione, vicino
al numero 44 dov’ero nato, per
comperarmi un “colasso” una
specie di biscotto dolciastro con
più buco che pasta e che, prima
dia per i movimenti improvvisi
ed irrequieti del commensale
più giovane.
Nell’angolo opposto della
cucina il manufatto più caratte-
ristico il “fogolar”: sotto una
grande cappa iI rialzo tutto a
vista ad altezza che consentiva
di sedersi da un muro all’altro
ed era acceso ogni giorno per
preparare il caffelatte del matti-
no, il pranzo e la polenta della
sera fatta solo con farina di
mais bianco e, rovesciata sul
tondo tagliere, tagliata con un
sottile filo tenuto a due mani,
passato sotto e risollevato alla
misura della fetta desiderata.
Un profumo squisito ci accom-
pagnava la sera a cena nella
bassa cucina specie quando la
nonna preparava le rane in u-
mido, i “crots”, che da Ca Bola-
ni in riva destra del fiume solo
Stelio Piani, da sempre vendito-
re di rane, raccoglieva, puliva e
con la sua vecchia inseparabile
bicicletta sapeva a chi portare.
E non si può dimenticare,
tra i profumi appiccicati alle
bianche pareti, quello del caffè
quando la nonna lo tostava sul
grande camino. Comprato in
grani verdi, i chicchi venivano
abbrustoliti in casa in un appo-
sito piccolo recipiente cilindrico
chiuso da due parti, tutto buche-
rellato con un piccolo sportelli-
no e un lungo bastone metallico
per sostenerlo sul fuoco col
gancio della cappa mentre una
mano lo teneva vicino ad una
piccola manovella che l’altra
mano faceva girare con sapien-
te movimento fino al momento
ritenuto giusto. Quella di tostare
il caffè era una operazione par-
ticolare affidata sempre alla
nonna che si meritava il con-
senso compiaciuto di chi assa-
porava il suo il “cafè neri” la
bevanda che in Friuli era usata
anche più volte al giorno.
di mangiarlo, infilavo sul polso
come fosse un braccialetto.
E qui torna il ricordo di
certi momenti vissuti vicino ad
una nonna che si dovrebbe de-
scrivere non con parole ma so-
lo col profumo del pensiero.
Vestita sempre nello stesso mo-
do : una veste ampia , la
“cotula”, lunga fino ai piedi al
riparo di un grande grembiule
il “sinal”, ed una camicia, la
“ciamesa”, di indescrivibile
semplicità, il tutto scuro, senza
colore, così come era nero il
“fasolèt di ciàf” il copricapo di
seta che nascondeva una parte
della fronte ed era annodato due
volte sulla nuca a guardia di
capelli già più bianchi che grigi.
Uscendo di casa e percorsi i
duecento metri fino al termine
di via Trento la strada girava a
destra e subito dopo si attraver-
sava la piazzetta della piccola
chiesa dedicata a san Girolamo,
per noi la “glesia di sant’Ironi”,
nella quale attraverso la infer-
riata ed il portone aperto si ve-
deva l’altare vestito di bianco
dipinto dai colori di una artisti-
ca vetrata. Non ho mai dimenti-
cato il segno della croce ed un
rapido accenno di genuflessio-
ne che tutti si facevano passan-
do di li.
E mi torna in mente
l’abitazione con le stanze basse,
il pavimento in cucina fatto con
mattonelle di cotto rosso non
ben connesse, il tavolato sotto
la macchina da cucire Singer,
antica, senza età, con la pedalie-
ra per muovere la grande ruota
a tre raggi ricurvi e la cinghia di
cuoio riparata chissà quante
volte dalla stessa zia. Quattro
sedie impagliate e la “banca”
che mai più mi è capitato di
vedere: sedile tutto di legno
dipinto di verde scuro ad un so-
lo posto senza gambe e con due
ripari laterali da terra fin sotto
le braccia, più sicuro di una se-
< 16 > La Radiospecola - marzo 2011 Anno XLVI
A fianco del “fogolar” una
piccola cucina economica a le-
gna, lo “spargher, per alleggeri-
re un freddo mai intenso, atte-
nuato dalla vicina laguna di
Grado. Nel terzo angolo della
vasta cucina il lavandino ricava-
to da una pietra scavata e i tre
secchi di rame appesi e con
motivi di abbellimento scolpiti
intorno, riserva di acqua in casa
per bere e usi limitati mentre
per i lavori che oggi si fanno
con lavastoviglie e lavatrici si
usava la vasca nell’orto dietro
casa dove l’acqua sgorgava pe-
renne dalla falda acquifera di
pochi metri più sotto.
Nel quarto angolo, tutti in
vista, i gradini di una ripida sca-
la di legno per salire di sopra
nelle due camere da letto dove
subito si avvertiva che i pavi-
menti di tavole, pur sostenuti da
capaci travature, non erano del-
la abituale stabilià.
Un breve cenno deve ri-
guardare le angurie. A fette,
bene allineate durante la loro
stagione su capaci banchi nello
spazio vicino al fiume “sot dai
arburis di ciastinis “… sotto
l’ombra fresca di maestosi e
secolari alberi di castagne sel-
vatiche. Tra le fette i cuori, i
“cuurs”, ricavati infilando al
centro un tubo di latta fat-
to leggermente a cono con
il quale veniva ricavata la
parte centrale del frutto la
più ricercata e richiesta,
anche se poco più cara,
perché priva di scorza e
fastidiosi semi. Il deposi-
to, la scorta delle angurie
erano ben sistemati dietro
ogni banco sotto il quale i
proprietari dormivano sul-
la paglia, custodi e guar-
diani ogni notte dei loro
negozi senza mura.
Scrivo queste note per
avere anche motivo di ri-
passare qualche parola di
rese incapace a continuare un
discorso in modo spedito e lo
lasciò muto fino a chè, cercando
di riprendersi, non seppe altro
che ripetere: “San Martin le làt
a ciaval…San Martin le làt a
ciaval” !… fermandosi però
ancora una volta e quando do-
po altri momenti di inconsape-
vole e non spiegabile silenzio,
provando a liberarsi dall’incubo
che lo incombeva, riprese a di-
re “San Martin le làt a ciaval”
allora sugli ascoltatori increduli
si fece udire il parroco don Gia-
como il quale, egli pure sorpre-
so da tanta incertezza, richiamò
il suo giovane curato con la fra-
se che risuonò in tutta la chiesa:
“E tu muss ven jù a pit”… e tu
o somaro vien giù di li a piedi!
E dopo questi gli episodi
da raccontare potrebbero essere
ancora diversi, che basterebbe
soltanto mettersi a scrivere, fin
quando si spegnerà per sempre
anche la luce della memoria e
non ci sarà più chi possa ricor-
dare qualche parola in dialetto
friulano.
Gino
Brescia, 02 Gennaio 2008
una lingua che nessuno mi ha
mai insegnato ma che potrei
usare ancora oggi almeno per
farmi capire in una conversa-
zione familiare, dialetto mai più
udito e che mi piacerebbe ria-
scoltare, e con me chissà a
quanti “furlans” sparsi nel mon-
do, ogni tanto anche per brevi
spazi in radio o televisione.
E ancora ricordo un 11 No-
vembre quando don Giacomo
Cian.. il “plevan”.. il parroco di
Cervignano, affidò a don Bruno
Puntin, curato giunto da poco al
servizio della chiesa parrocchia-
le di San Michele, l’incarico
della sua prima predica proprio
nel giorno del santo Patrono.
Raggiunto il pulpito, salen-
do per la ripida scaletta di legno
a chiocciola, don Bruno si ritro-
vò solo davanti a tutta la gente e
con voce incerta riferendosi al
santo di cui ricorreva il giorno
di festa e pensando al mantello
ed al cavallo, cominciò col dire:
“San Martin le làt a ciaval”!…
San Martino è andato a caval-
lo…”San Martin le làt a cia-
val”!… fermandosi a questo
punto sorpreso per la curiosità
dei fedeli che lo fissavano o-
gnuno con gli occhi su di lui e
gli orecchi di tutti pendenti dal-
le sue labbra, un peso che lo
Anno XLVI La Radiospecola - marzo 2011 < 17 >
Era un torrido pomeriggio di Luglio quando, appena dopo l’ora di pranzo, un addetto del-le poste mi consegna un pac-chetto che aveva come mittente la ARRL ( AMERICAN RA-DIO RELAY LEAGUE - Ov-vero l’associazione radioama-tori americana ).
Terminate le operazioni di “apertura” si presenta davanti ai miei occhi il tanto atteso ed inseguito 5BDXCC.
Per chi non lo sapesse è un diploma costituito da un crest con una mappa del mondo ed il proprio call impresso sul legno; questo award si consegue quan-do si hanno almeno 100 country confermati nelle 5 ban-de 80 – 40 – 20 – 15 – 10 e vi posso assicurare che i 100 in 80 non sono semplici!!!!
Chiusa questa piccola paren-tesi mi sembrava giusto condi-videre la mia soddisfazione con chi mi ha sempre spronato ed incoraggiato durante questa lunga “maratona”, allora telefo-no al carissimo amico I2CZQ per informarlo dell’arrivo e per esprimere tutta la mia soddisfa-zione nell’aver raggiunto que-sto ambito traguardo; la nostra telefonata si è conclusa con la magica frase “ed adesso a cosa puntiamo??”
Quelle parole hanno acceso subito la mia “anima agonisti-ca” e la mia mente ha iniziato subito a fare valutazioni; consi-
derando che il DXCC sulle bande warc è già stato conse-guito (sto solo aspettando alcu-ne conferme) mi mancano solo i 50 MHz ed i 160 metri (1.8 Mhz); premesso che la banda dei 6 metri è lavorabile solo per pochissimi mesi all’anno e le aperture sono quasi sempre brevi direi che, visto l’avvicinarsi della stagione in-vernale, la scelta obbligata è quella di intraprendere la via dei 160 metri.
Come tutti voi sa-pete contattare 100 diversi country in 160 è una cosa abba-stanza dura e soprat-tutto è richiesto un setup operativo non di poco conto; come se ciò non bastasse bisogna mettere in conto alcune proble-matiche “logistiche ed ambientali” che vanno risolte prima di addentrarsi in questa imper-via impresa.
Innanzi tutto bisogna trovare l’occasione buona per mettere nel carniere quanti più paesi possibile in un tempo relativa-mente breve e dove trovare tut-to ciò se non in un contest?
Decido allora di puntare tutto sul CQ WW 160 SSB di Feb-braio ma ora si prospetta un altro problema: dove posso in-stallare un setup degno di nota che mi possa permettere di fare
“bella figura” in que-sta competizione?
C’è da premettere una cosa: grazie alle generose dimensioni del giardino di casa mia, circa 4 anni fa ho installato un dipo-lo ½ onda per gli 80 ed i 160 con il verti-ce a circa 15 metri di altezza il quale mi ha
permesso di arrivare a circa 140 paesi in 80 ed una settanti-na in 160; capirete anche voi che 15 metri per una antenna dedicata ai 1.8 Mhz è davvero poco infatti è circa un paio di anni che non riesco a mettere a log nessun new one (nuovo pa-ese) in questa banda; serve al-lora ancora più posto e se pos-sibile lontano dal QRN e QRM (rumore ambientale generato da apparecchi elettrici); per questi motivi la location di casa mia è
da considerarsi esclusa, resta ora da trovare una valida alter-nativa che si rivela essere più vicina di quanto si possa pensa-re; infatti l’unica location in grado di offrire tutto ciò si chiama “La Patuzza”.
La Patuzza è una azienda a-gricola che si trova sul confine tra Calcinato e Montichiari ed essendo anch’essa di proprietà della mia famiglia ho la massi-ma libertà di installazione ed operatività con i vantaggi che da la posizione isolata dal cen-tro abitato e di conseguenza di poter installare antenne ad al-tezze ben più elevate rispetto al mio QTH principale.
Il problema dell’altezza dell’installazione è l’ultimo problema da risolvere infatti, come voi ben sapete queste an-tenne vanno poste moooooolto in alto e la mia intenzione era
CQ WW 160 SSB
OTTIMA ORGANIZZAZIONE PER UN OTTIMO RISULTATO
< 18 > La Radiospecola - marzo 2011 Anno XLVI
di evitare una installazione fis-sa che mi potesse vincolare; la mia ricerca doveva quindi spo-starsi su di un mezzo mobile che potesse raggiungere una altezza minima di 40 metri; qui entra in gioco un altro perso-naggio chiave in questa impre-sa, ovvero il Geom: Pietro Lo-rini.
Il Sig. Lorini è titolare della Lorini Group, un fornitissimo noleggio di mezzi d’opera con 3 sedi nella nostra provincia e tra la sua enorme flotta ci so-no piattaforme di tutte le altezze che sono ottime per le nostre installazioni.
Il caso ha voluto che una di queste tre sedi sia pro-prio confinante con la mia azienda agricola e quindi cosa c’è di meglio di una bella piattaforma alta 40 metri per sorreggere 2 dipoli per i 160?
Nel corso della mia crescita radiantistica ho approfittato più volte della grande disponibilità e gentilezza del sig. Piero.
E’ infatti grazie a lui ed alle sue piattaforme che mi hanno permesso di installare tutte le antenne presso il mio QTH.
Nel frattempo i giorni passa-vano ed arrivato il mese di set-tembre era ora di tirare le prime somme e capire se le mie elu-cubrazioni mentali potessero realmente divenire realtà o me-no; considerata la certezza e la disponibilità della location era ora di approfondire il discorso con il Geom. Lorini e verificare
l’effettiva disponibilità del mezzo adeguato.
L’occasione si è presentata la sera del patrono del mio paese quando passeggiando per le vie di Calcinatello ho incontrato il sig. Pietro e dopo un breve dia-logo ho avuto il piacere di in-vitarlo per una vista della mia stazione.
In questo caso ho avuto l’opportunità di spiegare un po’ il nostro mondo e fornir-gli delle delucidazioni riguardo all’hobby del radiantismo; sem-pre in questa occasione gli ho spiegato del mio progetto per il WW 160 e lui si reso piena-mente disponibile a fornirmi una piattaforma di circa 40 me-tri per l’itera durata del contest. A questo punto bisognava solo definire il setup ottimale e cer-care un paio di operatori che mi supportassero in questa impre-sa; parlando con alcuni amici della sezione ARI di Busto Ar-sizio ho avuto da subito il pie-no supporto da parte di Fabio IK2LTR e di Fabrizio IZ2KXC (già compagni di alcuni contest durante gli ultimi anni); quest’ultimo conoscitore della banda dei 160 e vincitore delle
ultime due edizioni del WW 160.
Parlando con i miei compagni di avventura abbiamo stabilito di utilizzare due dipoli filari (sapientemente preparati da Fausto IK2SAU) installati ad “inverted V” con il ver-tice a 40 metri, sfasati di 90 gradi l’uno
dell’altro così da coprire le di-rezioni Nord-Ovest / Sud –Est nel caso dell’antenna 1 e le di-rezioni Nord-Est / Sud- Ovest nel caso dell’antenna 2; ogni dipolo aveva una propria linea di alimentazione di circa 50 metri utilizzando un cavo H155 della Belden; la commutazione tra di essi avveniva manual-
mente con l’ausilio di uno switch manuale; purtrop-po, per mancanza di tem-po abbiamo deciso di non installare alcuna antenna in RX (necessarie per la banda in oggetto) riman-dando il discorso alla prossima competizione in 160.
Come apparati dedicati alla trasmissione avevamo un JRC 135 ed un PA (amplificatore lineare di
potenza) TEN-TEC Centurion con a bordo due valvole 3-500Z che utilizzate con un output di 500W davano sicu-rezza anche se utilizzato per parecchie ore senza sosta; inol-tre avevamo un’altra stazione di backup composta da un TS-2000 ed un PA Expert 1K-FA più ovviamente il dovuto sup-porto informatico per il log.
Terminata la fase di prepara-zione, costituita anche da un paio di sopraluoghi da parta di IZ2KXC e IK2SAU, veniamo alla prima giornata di montag-gio e di conseguenza alla prima notte di contest; come da accor-di alle ore 14.00 in punto la piattaforma della “Lorini Group” ha varcato il cancello dell’Azienda e nel giro di circa un’ora la piattaforma con palo di ancoraggio per i dipoli erano alla massima altezza e pronti per ospitare le antenne.
Terminata la realizzazione dei cavi per la discesa, verso le ora 16.00, siamo pronti per issare il primo dipolo e qui che entra in gioco Murphy; infatti a causa di un nostro errore di misura-zione l’antenna non ne vuole sapere di andare ed il rapporto di onde stazionarie (SWR) ri-
Anno XLVI La Radiospecola - marzo 2011 < 19 >
sulta altissimo e di conseguen-za l’antenna non è utilizzabile.
La sera si avvicina e dopo alcuni tentativi per capire come risolvere il problema gettiamo la spugna e ci ripro-mettiamo di risolverlo al mattina seguente, nel frattempo operia-mo alcune ore dal mio QTH principale e la serata ci porta una ses-santina di qso in circa 2 ore di attività.
La mattina successi-va capiamo dove sta il problema e quindi nel giro di alcune ore riu-sciamo a portare in perfetta risonanza tutte e due le antenne così da permetterci di partire finalmente con il piede giusto; alle ore 16.30 circa ini-ziano i primi “CQ CONTEST DE IZ2FOS”; ci alterniamo alla radio a turni di due ore fino alla mattina successiva dove concludiamo con circa 340 QSO.
Dalla serata della Domenica al nostro gruppetto si è aggiun-to anche l’amico Pietro I2CZQ il quale arrivando ha esclamato “che spettacolo”, con lui abbia-mo trascorso le ultime 7 ore di gara terminando così alle ore 23 LT con circa 435 QSO a log e la soddisfazione di aver lavo-rato tutti i country che si sono ascoltati (ad eccezione di OD5O (Libano) che non ostan-te decine di stazioni tentassero di collegarlo lui riprendeva a chiamare senza ascoltare nessu-
no).Terminata la gara è tempo di bilanci, innanzi tutto per la pros-sima edizione è indispensabile l’installazione di almeno una an-tenna per il solo ascolto che per-metta di togliere (almeno in parte) il QRM (rumo- re) dato dalle stazioni adiacen-
ti; assolutamente da evitare l’errore di valutazione sulla lunghezza dei dipoli per la TX (che ci è costata almeno 6 ore perse).
Il resto della parte “di tra-smissione” era ok, così come la scelta dei dipoli incrociati che permettevano di coprire tutte e 4 le principali direzioni geogra-fiche; purtroppo per me questa era la mia prima volta in questa banda quindi non a-vendo riferimenti con gli anni passati è difficile capire se ci si possa piazzare ai vertici della classifica (però posso prudentemente dire di essere ottimista a riguardo); in ogni caso l’esperienza è stata più che positiva e ne valeva la pena anche solo per la compagnia di ottimi amici e superbi operatori.
Ora mi attende un accurato lavoro di “post-contest” uti-le per correggere alcuni er-rori di digitazione che pos-sono essere scappati ad una prima analisi; al termine di
questa lunga “cronaca” vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno supportato in questa im-presa d in particolare:
Il Geom. Pietro Lorini per la disponibilità e la gentilezza di-mostrata nel mettermi a dispo-sizione la piattaforma e tutto quello che ne consegue per per-mettermi di installare le anten-ne a 40 metri di altezza.
IZ2KXC e IK2LTR per aver svolto un eccelso lavoro di montaggio e taratura di tutto il setup necessario; oltre a questo sono entrambi ottimi operatori radio ed ottimi compagni di contest e non solo…..
IK2SAU per aver preparato le antenne utilizzate in TX
IZ2ARA per avermi prestato il supporto installato sulla piat-t a f o r m a u t i l i z z a t o all’installazione dei dipoli
least but not last I2CZQ sul quale non esprimo alcun com-mento (e lui sa perché) HI HI
Ancora grazie a tutti, alla prossima occasione mi racco-mando enjoy the contest and at the next time.
73 a tutti.
Lorenzo
IZ2FOS- K2FOS-II2S
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