marco 9 , 38-48 · se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita...

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G ITAL CARDIOL | VOL 17 | SETTEMBRE 2016 687 Documento di consenso ANMCO/SICP/SIGO: Gravidanza e cardiopatie congenite Innocenzo Bianca (Coordinatore) 1 , Giovanna Geraci (Coordinatore) 2 , Michele Massimo Gulizia (Coordinatore) 3 , Gabriele Egidy-Assenza 4 , Chiara Barone 5 , Marcello Campisi 1 , Annalisa Alaimo 6 , Rachele Adorisio 7 , Francesca Comoglio 8 , Silvia Favilli 9 , Gabriella Agnoletti 10 , Maria Gabriella Carmina 2 , Massimo Chessa 11 , Berardo Sarubbi 12 , Maurizio Mongiovì 6 , Maria Giovanna Russo 12 , Sebastiano Bianca 5 , Giuseppe Canzone 13 , Marco Bonvicini 4 , Elsa Viora 14 , Marco Poli 15 1 U.O.C. Cardiologia Pediatrica, Dipartimento Materno-Infantile, Azienda di Rilievo Nazionale e Alta Specializzazione “Garibaldi”, Catania 2 U.O.C. Cardiologia, P.O. Cervello, A.O. Riuniti Villa Sofia-Cervello, Palermo 3 U.O.C. Cardiologia, Ospedale Garibaldi-Nesima, Azienda di Rilievo Nazionale e Alta Specializzazione “Garibaldi”, Catania 4 Cardiologia Pediatrica e dell’Età Evolutiva, Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Orsola-Malpighi, Bologna 5 Genetica Medica, Dipartimento Materno-Infantile, Azienda di Rilievo Nazionale e Alta Specializzazione “Garibaldi”, Catania 6 U.O.C. Cardiologia Pediatrica, P.O. “G. Di Cristina”, ARNAS Civico, Palermo 7 U.O. Cardiologia Pediatrica, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma 8 S.C.D.U. 2, Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Università degli Studi, Torino 9 S.O.D.C. Cardiologia Pediatrica, Azienda-Ospedaliero-Universitaria Meyer, Firenze 10 S.C. Cardiologia Pediatrica, Ospedale Regina Margherita, A.O.U. Città della Salute e della Scienza, Torino 11 Centro di Cardiologia Pediatrica e del Cardiopatico Congenito Adulto, IRCCS Policlinico San Donato, San Donato Milanese (MI) 12 Cardiologia Pediatrica e Cardiologia SUN, Seconda Università degli Studi, AORN dei Colli-Ospedale Monaldi, Napoli 13 Dipartimento della Salute della Donna e del Bambino, ASP Palermo, Ospedale S. Cimino, Termini Imerese (PA) 14 S.S.C.V.D. Ecografia e Diagnosi Prenatale, Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, A.O.U. Città della Salute e della Scienza, Torino 15 U.O.S.D. Terapia Intensiva Cardiologica, ASL Roma 2, Ospedale Sandro Pertini, Roma Revisori del Documento Pierluigi Colonna, Michele D’Alto, Ugo Vairo Consensus Document Approval Faculty in Appendice The success of cardiac surgery over the past 50 years has increased numbers and median age of survivors with congenital heart disease (CHD). Adults now represent two-thirds of patients with CHD; in the United States alone the number is estimated to exceed 1 million. In this population many affected women reach reproductive age and wish to have children. While in many CHD patients pregnancy can be accomplished successfully, some special situations with complex anatomy, iatrogenic or residual pathology are associated with an increased risk of severe maternal and fetal com- plications. Pre-conception counseling allows women to come to truly informed choices. Risk stratification tools can also help high-risk women to eventually renounce to pregnancy and to adopt safe contraception options. Once pregnant, women identified as intermediate or high-risk should receive multidisciplinary care involving a cardiologist, an obstetrician and an anesthesiologist with specific expertise in managing this peculiar medical challenge. This document is intended to provide cardiologists working in hospitals where an Obstetrics and Gyne- cology Department is available with a streamlined and practical tool, useful for them to select the best management strategies to deal with a woman affected by CHD who desires to plan pregnancy or is already pregnant. Key words. Cardiac complications; Cardiovascular disease; Congenital heart disease; Delivery; Pregnancy; Risk assessment. G Ital Cardiol 2016;17(9):687-755 Gli autori dichiarano nessun conflitto di interessi. Per la corrispondenza: Dr.ssa Giovanna Geraci U.O.C. Cardiologia, P.O. Cervello, A.O. Riuniti Villa Sofia-Cervello, Via Trabucco 180, 90146 Palermo e-mail: [email protected]

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Page 1: Marco 9 , 38-48 · Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel . fuoco inestinguibile

Marco 9 , 38-48

38 In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo

visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». 39 Ma Gesù disse: «Non glielo

impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: 40 chi non è contro di noi è per noi. 41 Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel

mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. 42 Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una

macina da mulino e sia gettato nel mare. 43 Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una

mano sola, anziché con le due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. 44 45 E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché

con i due piedi essere gettato nella Geenna. 46.47 E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella

Geenna, 48 dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. ( Bibbia Cei: Versione 2008 )

LETTURA (= leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)

Marco 9 , 38-48 In quel tempo Giovanni rispose a Gesù dicendo: «Maestro, abbiamo visto

uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri». Ma Gesù disse: «Non glielo proibite, perché non c`è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi. Chiunque vi darà da bere un bicchiere d`acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare. Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel

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fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.

( Bibbia Cei: Versione 1971)

Esegesi Tutto questo brano va visto come ammaestramento fatto ai discepoli. Le istruzioni di Gesù sono agglomerate da Marco attorno a espressioni o parole chiave, che hanno anche lo scopo di facilitare la memoria, dato che nei primi tempi il messaggio veniva trasmesso più oralmente che per scritto. Le sentenze sono ad incastro o cascata e le parole attorno a cui ruotano sono: : “ nel nome” di Gesù: 37 (nel mio nome), 38 ( il tuo nome), 39 ( il mio nome ) 41 ( perché di Cristo), “scandalo”: 42 ( occasione di scandalo), 43 ( se mano ti

scandalizza), 47 (se occhio ti scandalizza); “fuoco” e “sale”: 48 ( cadere nel fuoco), 49 (chi

non avrà sale cadrà nel fuoco), 50 ( cercate di avere sale).

GIOVANNI (38 ) Gesù aveva parlato dell’accoglienza dei bambini “nel suo nome”, Giovanni introduce un altro argomento, ma si parla ancore “del tuo nome”. SCACCIAVA DEMONI ( 38 ) Si presuppone che anche al di fuori del gruppo dei discepoli ci fossero esorcismi. L’episodio citato presenta un uomo che, colpito dal potere di Gesù, fa esorcismi nel suo nome. Fare esorcismi su indemoniati, con invocazione di personaggi potenti della storia ebraica erano comune tra gli Ebrei. L’evangelista non parla dell’esito dell’esorcismo, ma

della gelosia e intransigenza dei discepoli. Questo fatto riflette probabilmente anche problemi che i primi cristiani si erano

posti in circostanze simili a quella presentata e che appariva come una specie di concorrenza. Anche oggi fatti simili potrebbero farci porre la domanda: esiste un discepolato e una sequela anche fuori della Chiesa? NON GLIELO IMPEDITE (39 ) Gesù respinge la gelosa intransigenza dei discepoli, li invita ad una maggior apertura d’animo e insinua l’idea che ci può essere gradualità nell’avvicinarsi a Gesù e che i discepoli non hanno diritto di chiudersi entro recinti. L’esorcista citato scaccia i demoni e fa quindi un’azione buona, anche se non fa parte del gruppo degli apostoli. CHI NON E ( 40 ) Gesù adduce una motivazione ulteriore, che inizia con una precisazione sulla necessità di appartenere a quel “noi” che è la Chiesa e col suggerimento di un criterio largo di appartenenza ad essa. E’ però interessante porre la sentenza di Gesù a

confronto con un'altra asserzione che la completa: “ Chi non è con me, è contro di me”

(Lc 11, 23 ). In Luca si tratta della lotta contro il demonio e in questo caso chi non sta con Gesù sta inevitabilmente dalla parte del male e contro di lui. UN BICCHIERE D’ACQUA ( 41 ) Gesù presenta un altro caso fatto sempre “nel nome” suo , il gesto di ristorare un

uomo assetato. E’ promette una ricompensa, senza precisare di che ricompensa si tratta. SIETE DI CRISTO (41 ) E’ l’unica volta nel Vangelo di Marco in cui Gesù parlando di sé si designa come

Cristo. Questo è il linguaggio della Chiesa. SCANDALIZZA ( 42 ) L’ammaestramento di Gesù ora riguarda singole istanze di grande importanza per il discepolato. Dello scandalo si parla anche altrove nel Vangelo. Scandalo ( in greco

“proskomma” ) significa inciampo, impedimento ed è da porre in relazione con l’immagine dell’inciampare in una pietra e della caduta lungo la strada. L’inciampo, l’impedimento di cui qui si parla, riguarda la fede.

PICCOLI ( 42 )

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Questi “piccoli” sono quelli la cui fede è ancora fragile, perché appena al suo inizio. Non si può uccidere questa fede, frapponendo un ostacolo insormontabile. Certamente i “piccoli” incontrano questo ostacolo in quelle comunità in cui si vive seguendo l’egoismo

privato o di gruppo, che toglie credibilità alla fede e crea disorientamento. BUTTASSERO (42 ) Gesù non trova parola abbastanza dure per esprimere la gravità di un tale comportamento. Non si tratta di una condanna definitiva delle persone che si rendono colpevoli, ma di un terribile avvertimento.

SE LA TUA MANO (43 ) Le parole che seguono sono rivolte a coloro che ricevono scandalo. Mano, piede e occhio stanno ad indicare tutto ciò che l’uomo ama ed apprezza e che risulta necessario alla vita. Tutte queste realtà non devono diventare oggetto di scandalo, fino a mettere in pericolo la sequela di Cristo. Non è certo un invito a mutilarsi, ma un linguaggio che indica il grande pericolo. VITA (43) Si tratta della vita eterna. GEENNA (45 ) Era la valle a dirupo ai piedi della collina del tempio che serviva come discarica pubblica, dove si bruciava quanto si poteva bruciare. . E diventata l’immagine dell’inferno “ dove il fuoco non si estingue. Il “verme” ricorda il testo di Isaia 66, 24 “ vedranno i cadaveri degli uomini che si sono ribellati a me, il loro verme non morirà, il loro fuoco non si spegnerà”. I versetti 44 e 46 sono una ripetizione del v. 48 e non si trovano nei migliori manoscritti di Marco e ormai non sono più inseriti nemmeno nelle attuali traduzioni.

MEDITAZIONE (=meditare con attenzione e ascoltare con amore)

NON IMPEDITE

"Ma Gesú gli disse: «Non gliel`impedite. Non c`è nessuno infatti che operi miracoli

nel mio nome e possa subito dopo parlar male di me. Chi infatti non è contro di voi, è con

voi»" (Mc 9,39-40).Lo stesso concetto ripete il dotto Apostolo: "Purché Cristo sia in ogni

modo annunziato, per rispetto o con lealtà, io di questo godo e godrò!" (Fil 1,18). Ma anche se egli s`allieta per coloro che annunziano Cristo in modo non sincero e, poiché fanno di conseguenza talvolta miracoli per la salvezza degli altri, consiglia che non ne vengano impediti, tuttavia costoro per tali miracoli non possono sentirsi giustificati; anzi, in quel giorno in cui diranno: "Signore, Signore, non abbiamo forse profetato in nome tuo, e non

abbiamo scacciato i demoni nel tuo nome, e nel tuo nome non abbiamo compiuto molti

miracoli?", essi riceveranno questa risposta: "Non vi ho mai conosciuti, allontanatevi da me

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voi che operate l`iniquità" (Mt 7,22-23). Perciò, per quanto riguarda gli eretici e i cattivi cattolici, dobbiamo solennemente respingere non quelle credenze e quei sacramenti che essi hanno in comune con noi e non contro di noi, ma la scissione che si oppone alla pace e alla

verità, per la quale essi sono contrari a noi e non seguono in unità con noi il Signore. (Beda il

Vener., In Ev.Marc., 9, 38-43)

IL SUPPLIZIO ETERNO Avverrà, avverrà certamente ciò che Dio ha detto, per mezzo del suo profeta, circa

il supplizio eterno dei dannati: "Il loro verme non morirà e il loro fuoco non si estinguerà" (Is

66,24). E` per rincalzare con piú forza questa verità che il Signore Gesú -raffigurando con le membra che scandalizzano quegli uomini che amiamo come le nostre stesse membra - dice comandando di amputarle. "E` bene per te entrare nella vita mutilato, piuttosto che con due

mani andartene nella gehenna, nel fuoco inestinguibile, dove il loro verme non muore e il

loro fuoco non si estingue" (Mc 9,43s). Cosí, parlando del piede, dice: "E` bene per te entrare

zoppo nella vita eterna, piuttosto che con due piedi essere mandato nella gehenna del fuoco

inestinguibile, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue" (Mc 9,45s). E non altrimenti dice, parlando dell`occhio: "E` bene per te entrare guercio nel regno di Dio,

piuttosto che con due occhi essere mandato nella gehenna del fuoco, dove il loro verme non

muore e il fuoco non si estingue" (Mc 9,47s). Non esita a ripetere nello stesso passo per tre volte le stesse parole. Chi non è atterrito per questa ripetizione, e per la minaccia tanto veemente di quella pena uscita dalla bocca divina? (Agostino, De civ. Dei, 21, 9, 1)

NON PER TIMORE MA PER AMORE "Laggiú non morrà il loro verme né si spegnerà il fuoco che li divora" (Mc 9,43).

Ascoltando queste minacce, che toccheranno certamente agli empi, alcuni, presi da timore,

si astengono dal peccato. Hanno paura e per questa paura non commettono peccati. Son persone che temono [il castigo] ma non ancora amano la giustizia. Tuttavia quel timore che li spinge ad astenersi dal peccato crea in loro un`inclinazione costante per la giustizia, e ciò che prima era difficile comincia a piacere e si assapora la dolcezza di Dio. A tal punto l`uomo inizia a vivere nella giustizia non per timore delle pene ma per amore dell`eternità. (Agostino, Enarrat. in Ps., 127, 7)

ELIMINARE IL MALE INTERIORE All`uomo esteriore corrisponde quello interiore, e l`uomo percepibile al di fuori è

simile a quello nascosto, all`uomo spirituale. Anche l`uomo interiore ha occhi, ha orecchie e mani, proprio come quello esteriore e ha i suoi sensi. Chiudi i tuoi occhi e comprenderai che non solo l`organo visivo corporeo può vedere; tappa le orecchie e odi il tumulto dei tuoi pensieri! Vedi: esso ti travolge in una guerra crudele; perché tendi le tue orecchie a ciò che sta di fuori? Vedi: in casa tua vi sono i ladri; dove corri tu, dietro di loro? Perché dunque le

tue membra hanno peccato? Combatti contro la tua anima! Ciò che è esterno non è in te causa di peccato: con l`interno devi sostenere battaglia. Ma anche se riuscissero a tagliare dal loro corpo la concupiscenza malvagia coloro che si son mutilati delle proprie stesse membra, non otterrebbero con ciò la giustizia. Anche l`Apostolo, come abbiam visto sopra, biasima quei vili che sono crudeli col loro corpo, ma non vivono in onore, come conviene. Secondo la tua idea, quale tuo membro sarebbe tanto aggravato di peccati che, amputando esso solo, tu possa allontanare il male dal tuo corpo? I tuoi discorsi sono peggiori di un adulterio e ciò che ascolti è piú perverso del furto; la tua bocca commette continuamente il grave crimine dell`omicidio, le tue labbra sono come un arco teso e le tue parole producono ira; senza pietà ricopri di ridicolo coloro che si rivolgono a te. La tua lingua è piú acuta di una spada e il tuo occhio è rivolto al male. Tutto ciò è in te nascosto, e tu credi che vi sia un unico male? Se tu vuoi tagliarti un membro, taglia piuttosto questo male che hai dentro. Invece che un membro, che non ha peccato, colpisci la causa di tutte le colpe, non essere un giudice ingiusto tra il tuo corpo e la tua anima; come arbitro, non condannare l`innocente invece del colpevole. Rimprovera l`uomo spirituale che sta nascosto in te e rivolgi il tuo furore verso chi in te si cela, non verso chi in te è visibile! (Isacco di Antiochia, Carmen de poenit.)

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EVITARE LO SCANDALO Il brano evangelico che leggiamo in questa domenica riguarda ogni cristiano. Non si

fa distinzione tra i «capi» della comunità e gli altri. Solo i «piccoli» sono menzionati

come una categoria particolare, ma per essere affidati alla cura responsabile di tutti i membri del popolo di Dio: «Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per

lui che gli si metta al collo una macina girata da asino e venga gettato nel mare». Ciò vuol dire che qui l'evangelista ha inteso dare istruzioni valide per ogni cristiano.

L’AUTORITA E’ SERVIZIO Gesù contesta anche una certa pretesa dei «capi» della comunità di accaparrarsi

il potere di Gesù: «Non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo

possa parlare male di me». Nella Chiesa, l'autorità non è un monopolio che crei prestigio, potere, onore, ma un umile servizio reso ai fratelli. L'ideale qui tracciato è quello di una comunità in cui nessuno crea «scandalo», cioè ostacolo agli altri.

GESU SI IDENTIFICA NEL DISCEPOLO La cura dei «piccoli», l'evitare lo scandalo, il servizio umile e generoso non sono doti

che spettano soltanto a una categoria di cristiani. Gesù rimane presente nella sua comunità di fratelli, nella quale anche il più ordinario gesto di solidarietà ha un grande valore di fronte a Dio: «Chiunque vi darà un bicchiere d'acqua nel mio nome, perché siete di Cristo,

vi dico in verità che non perderà la sua mercede» . Gesù si identifica col suo discepolo, chiunque esso sia.

RISPONDERE ALLA VOCAZIONE Nella Chiesa non ci sono degli «specialisti» della carità, della solidarietà, della

castità o di qualsiasi altro valore cristiano. Tutti i cristiani sono chiamati a fare quello che

ha fatto Gesù a seconda della loro «particolare» vocazione. Ma ogni vocazione deve fondarsi su quella di cristiano ed esserne una concretizzazione storica determinata. Laico, prete,

religioso non sono «vocazioni» parallele o differenti «specializzazioni». Per ciascun cristiano la scelta più perfetta, quella «parte migliore» che deve scegliere come Maria, è quella che corrisponde all'unica vocazione personale datagli dal Signore. I ministeri, le funzioni, il ruolo sono diversi e tutti necessari alla Chiesa, in una fraterna unione e comunione, se tutti provengono da Gesù Cristo e a lui sono orientali costantemente. (Riflessioni di Antonio Bonora )

LA STRADA DELL’AMORE

Dalle severe espressioni di Gesù si possono cogliere alcuni orientamenti. La chiesa è la strada maestra della salvezza. Ma il semplice inserimento nella chiesa, attraverso il battesimo, non è garanzia di salvezza, tanto meno ci colloca in una situazione di privilegio. L'essere "dei nostri", l'appartenenza agli intimi di Gesù, è conseguenza solo di un'adesione sostanziale a Cristo, vissuta giorno dopo giorno, di una osservanza sincera dei suoi comandamenti, di un'assunzione del suo stile di vita. L'aver scelto la chiesa come strada maestra non esclude che il Signore utilizzi altre strade per portare gli uomini alla

salvezza. Egli stesso ha indicato, come strada aperta a tutti, la pratica dell'amore fraterno. Il giudizio finale descritto da Matteo parla di un raduno di «tutte le genti», quindi

anche dei pagani, di quanti, senza colpa, non hanno conosciuto Cristo, non sono entrati nella chiesa. Si scoprirà in quel momento, che molti dei "radunati", al di là delle nostre previsioni e dei nostri giudizi, erano "dei nostri"; erano considerati da Gesù appartenenti alla sua comunità, agli intimi. (Giuseppe Pasini )

LO SPIRITO “SOFFIA” OVUNQUE Dio finalmente ha concesso a tutti gli uomini e a tutte le donne e persino ai

bambini il dono della profezia, e tutti possono rivelare al mondo il pensiero di Dio. Lo Spirito santo è come il vento: non c'è porta che tenga, non c'è finestra o inferriata che lo possa fermare: passa ovunque e lo possiamo trovare nei luoghi più impensati. E ancora non basta: dobbiamo accettare i profeti che vengono da lontano, e accettare anche la profezia che viene pronunciata contro di noi. ( Giovanni Nervo )

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PREGHIERA (= pregare la parola)

• Noi, Signore, stiamo vivendo questo tempo che è il tempo della chiesa, l'era cristiana. E stato Gesù Cristo a meritarci sulla croce l'effusione del suo Spirito: ogni vivente che si apre al suo amore può riceverlo nella fede. Padre del Signore nostro Gesù Cristo, da cui viene ogni dono perfetto (Gc 1,17) dona anche a noi, come donasti a Pietro (At 10,34ss), di renderci

conto che tu non fai «preferenza di persone», ma ti è gradito chiunque pratica la giustizia e teme il tuo nome, qualunque sia la sua razza o nazionalità.

• O Dio, tu non privasti mai il tuo popolo della voce dei profeti; effondi il tuo Spirito sul nuovo Israele, perché ogni uomo sia ricco del tuo dono, e a tutti i popoli della terra siano annunziate le meraviglie del tuo amore. ( Colletta 26 perannum B )

• Il tuo Spirito soffia dove vuole come il vento (cf. Gv 3,8); anche sui pagani fu effuso mentre Pietro ancora parlava (At 10,44); non può avvenire anche oggi, al di là di confini posti da sentimenti di parte? Se dunque tu vuoi donare ad altri quanto hai già donato a noi, chi siamo noi per porre impedimento a te, Signore di tutti?

• Se tutti i battezzati sono profeti, nel tuo nome sono tanti coloro che profetizzano, Signore Gesù; ma tu hai detto che a molti di loro risponderai: «Non vi conosco!» (Mt 7,23). Non basta dunque dirti; «Signore, Signore!» per essere tuoi, solo compiendo il volere del Padre che è in te, si entra nel regno. L'invidia, la rivalità, l'orgoglio di chi crede che il tuo nome gli appartenga in proprio vorrebbero tarpare le ali del tuo Spirito - cosa impossibile - e sono questi sentimenti che inducono a non riconoscere come veri profeti quanti «non sono dei nostri».

• Ma proprio quel nome in cui solo c'è salvezza (e/ At 4,12) può rendere chiunque capace dei

tuoi stessi gesti, gesti magari semplici ma colmi d'amore; sono questi i frutti dei quali hai detto: «Dai frutti li riconoscerete» (Mt 7,20) perché appartiene a tè chi ha il tuo Santo Spirito (Rm 8,9). Pietro e Giovanni, salendo al tempio in quel pomeriggio non avevano né oro né argento, ma «nel tuo nome» (cf. At 3,6) fecero camminare chi sedeva impotente. Prolungare la tua presenza a favore dei fratelli: questo significa agire «nel tuo nome» anche se si tratta solo di un bicchiere di acqua fresca che ristora un assetato.

• Signore Gesù, la tua tolleranza e la tua pazienza sono per noi un forte richiamo: quante

volte disprezziamo, emarginiamo i deboli, li esponiamo al pericolo di perdere la fede a causa delle nostre certezze di agire bene, come liberi figli di Dio. Se veramente siamo noi i forti, donaci, Signore, di sopportare l'infermità dei deboli senza compiacere noi stessi ma agevolando il cammino nel bene di coloro che hanno il passo vacillante.

• Tu, Dio e Signore, fatto uomo debole come noi, non hai compiaciuto tè stesso, ma ti sei annientato con amore inconcepibile hai preso su di tè gli insulti dei peccatori. È questo l'esempio che ci hai dato ed a questo possiamo sempre attingere perseveranza e consolazione

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per continuare a sperare operando del bene. Donaci di avere gli uni verso gli altri gli stessi

sentimenti che sono in te, Cristo Gesù, perché con un solo animo e una sola voce rendiamo gloria a Dio Padre e ci accogliamo gli uni gli altri come tu ci hai accolti (cf. Rm 15,1-7). Allora perderemo volentieri non solo una mano, un piede o un occhio pur di evitare un inciampo ai piccoli che credono nel tuo nome, ma saremo disposti a donare tutto in loro favore come tu hai fatto sulla croce per ciascuno di noi. ( Preghiere di Suore Trappiste )

• La legge del Signore è perfetta, rinfranca l'anima; la testimonianza del Signore è verace, rende saggio il semplice. II timore del Signore è puro, dura sempre; i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti, più preziosi dell'oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante. Anche il tuo servo in essi è istruito, per chi li osserva è grande il profitto. Le inavvertenze chi le discerne? Assolvimi dalle colpe che non vedo. Anche dall'orgoglio salva il tuo servo perché su di me non abbia potere; allora sarò irreprensibile, sarò puro dal grande peccato. ( Dal Salmo 18 )

• O Maria, tu attiri il cielo ed ecco il Padre ti consegna il suo Verbo perché tu ne sia la Madre,

e lo Spirito d'amore ti copre con la sua ombra. A te vengono i Tre ; è tutto il cielo che s'apre e si abbassa fino a te. Adoro il mistero di questo Dio che s'incarna in te. Vergine Madre. O Madre del Verbo dimmi il tuo mistero dopo l'Incarnazione del Signore; come passasti sulla terra tutta sepolta nell'adorazione. Custodiscimi sempre in un abbraccio divino. Che io porti in me l'impronta di questo Dio amore. ( S Elisabetta della Trinità )

CONTEMPLAZIONE ( = silenziosa accoglienza della parola di Dio)

AZIONE ( = assunzione di impegni concreti )

La nostra comunità sia aperta, caratterizzata dal servizio fraterno, e vigilante contro il

pericolo dello scandalo.

26 Domenica durante l’anno : B

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