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maggio-giugno NOVITÀ Schede provvisorie e soggette a modifica. Si prega di contattare l’ufficio stampa per l’aggiornamento delle informazioni e delle copertine.

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Page 1: maggio-giugno - Il SaggiatoreFai sprofondare il mondo nel niente.” È lì che è iniziata la mia lot-ta. La gratitudine per la salvezza della mia esistenza valeva bene l’adempimento

maggio-giugnoNOVITÀ

Schede provvisorie e soggette a modifica. Si prega di contattare l’ufficio stampa per l’aggiornamento

delle informazioni e delle copertine.

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maggio-giugno IN EVIDENZA

Edoardo Boncinelli, Antonio EreditatoL’infinito gioco della scienza

La bellezza della scoperta raccontata da due dei maggiori scienziati italiani

Helen McCloryFotogrammi di un film horror perduto

Racconti audaci in uno scenario inquietante e fantastico

Mike Berners-LeeNO PLANET B

Una guida pratica su cosa possiamo fare per salvare il pianeta

Rob SearsThe Apocalypse Game

Un libro-game per scegliere il futuro del genere umano

Stefano CostaIl primo giorno d’autunno al mondo

Il romanzo di un mondo di incomprensione e isolamento

Joseph E. StiglitzRiscrivere l’economia europea

Le regole necessarie per il futuro dell'Unione secondo il premio Nobel per l'Economia

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LE NOSTRE USCITE

Edoardo Boncinelli, Antonio Ereditato L’infinito gioco della scienza 14 maggio

Helen McClory Fotogrammi di un film horror perduto 14 maggio

Stefano Costa Il primo giorno d’autunno al mondo 14 maggio

Rob Sears The Apocalypse Game 21 maggio

Joan Didion Finzioni politiche 21 maggio

Joseph E. Stiglitz Riscrivere l’economia europea 21 maggio

Gregory J. Gbur Perché i gatti cadono sempre in piedi 28 maggio

Claudia Hammond L’arte di riposare 28 maggio

Sam Shepard Attraverso il paradiso 28 maggio

Corrado Stajano La città degli untori 4 giugno

Daniel Kariko Vivono tra noi 4 giugno

Piero De Martini Schumann 4 giugno

Geoff Dyer Fuga 11 giugno

Anthony David Nell’abisso 11 giugno

Caterina Mazzucato Io sono il mare 11 giugno

Mike Berners-Lee NO PLANET B 18 giugno

Gabriele Ferraresi Mad in Italy 18 giugno

Maurice Blanchot Passi falsi 18 giugno

László Darvasi La leggenda dei giocolieri di lacrime 18 giugno

Daron Acemoglu, James A. Robinson La strettoia 25 giugno

Anthony Aveni Stelle 25 giugno

Steve Erickson I giri dell’orologio nero 25 giugno

RIEDIZIONI

Nassim Nicholas Taleb Robustezza e fragilità 14 maggio

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Edoardo Boncinelli Antonio EreditatoL’infinito gioco della scienzaCome il pensiero scientifico può cambiare il mondo

Nell’era della superficialità dell’informazione, in cui imper-versano le fake news e al ragionamento critico si antepon-gono presunzione e ignoranza, la scienza sembra essere sot-to attacco. Ma non è che un paradosso, perché mai come oggi la ricerca scientifica è stata così forte e affidabile.Edoardo Boncinelli e Antonio Ereditato, due scienziati ita-liani in prima linea nei rispettivi campi di indagine – la ge-netica e la fisica delle particelle –, ci raccontano che la scien-za è bellezza, creatività, gioia della ricerca e della scoperta. È indagare e comprendere i misteri della natura, è lo sforzo di evocare nelle nostre menti l’universo intero. In fondo, la scienza è un gioco. Un gioco intellettuale e materiale, fatico-so eppure attraente, in cui si procede per tentativi ma secon-do regole ferree, in cui ogni conclusione è sempre provviso-ria e il rincorrersi virtuoso tra teorie e osservazioni porta a risultati sorprendenti. E non sono soltanto le applicazioni della ricerca scientifica a cambiare il mondo in cui viviamo e il nostro modo di pensarlo; è l’atto stesso del ricercare che lo modifica, introducendo novità e trasformazioni di ogni tipo. L’infinito gioco della scienza ci svela che il potere della scienza è proprio questo: la capacità di plasmare la realtà e di partecipare alla sua costante ricreazione.

DAL LIBRO

Scaviamo nella profondità della materia, viaggiamo con la fantasia nel vuoto del cosmo e nell’immensità del tempo e, curiosi, tocchiamo e poi violiamo il confine sottile tra la na-tura inanimata e la vita biologica. È più forte di noi: l’anima-le forse più curioso della Terra osserva e studia attentamen-te il suo ambiente e, facendolo, lo modifica.

€ 16,00 | pp. 176

Edoardo Boncinelli (1941) è tra i maggiori genetisti italiani. Per più di vent’anni ha svolto attività di ricerca presso l’Istituto di genetica e biofisica del CNR di Napoli. È stato direttore del Laboratorio di biologia molecolare dello sviluppo presso l’Università San Raffaele e di-rettore della Scuola Superiore SISSA di Trieste. Antonio Ereditato (1955) è professore di Fisica delle particelle elementari presso l’Università di Berna dove è direttore del Laboratory for High Energy Physics. Svolge attività di ricerca al CERN di Ginevra, al Fermilab di Chicago e in Giappo-ne, partecipando ai più importanti esperimenti internazionali sulla fisica delle particelle.

In libreria dal 14 maggio

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Helen McCloryFotogrammi di un film horror perdutoUna ragazza morta si materializza in casa di sconosciuti, prepara un caffè e si accende una sigaretta come se nulla fosse. Una donna serve a un picnic la propria mano spac-ciandola per prosciutto. Una madre prepara una torta con i resti spappolati di sacrifici umani. Un vampiro sviene per-ché non sopporta la vista del sangue.I racconti di Fotogrammi di un film horror perduto stendono sulle esili gioie della nostra quotidianità una patina sinistra e asfissiante; con una lingua vivida e tentacolare, satura di ambiguità e metafore allucinate, trasformano l’immagina-rio laccato della cultura pop in un brutto viaggio lisergico. Lo scenario si fa inquietante e fantastico – acqua grigia e gelida, foreste buie e cieli di cenere –, una tela lugubre che Helen McClory screzia di glitter rosa, di verde acceso, del rosso scuro del sangue, del rossetto e del velluto: con tocchi da cineasta compone fotogrammi che luccicano come i no-stri migliori sogni e che allo stesso tempo ci perseguitano come i nostri peggiori incubi.

DAL LIBROSputò via il fiammifero si sciolse i capelli rossi lo sfregò sulla scatola vide la scintilla guardò l’uomo che la supplicava sog-ghignò contò fino a tre gettò a terra il fiammifero scappò in fretta nel grano corse a perdifiato con i capelli al vento al co-spetto della notte inseguita dalle fiamme inseguita fino al tor-rente che non poteva attraversare rinnegò le profezie fiutò una strada di là del fuoco tornò dall’uomo spense le fiamme che lo avvolgevano slacciò le corde carbonizzate toccò la sua mano lo riportò in vita maledisse la sorte con voce forgiata nell’oro disse puoi perdonarmi non puoi immaginare la mia angoscia lui rispose che cazzo è successo signorina non so nemmeno come sono arrivato fin qui e sollevando il suo bel viso s’alzò in piedi come se fosse rimasto seduto per tutta la durata d’un lungo viaggio e si diresse verso la sua auto senza mai voltarsi.

€ 18,00 | pp. 184

Traduzione di Stefania Perosin

Helen McClory è cresciuta sull’isola di Skye, vive a Edimburgo e insegna Scrittura creativa all’Università di Glasgow. Con Fotogrammi di un film horror perduto ha vinto il Saltire Prize per il miglior esordio letterario del 2015.

In libreria dal 14 maggio

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Stefano CostaIl primo giorno d’autunno al mondoDriano è un uomo alla fine della vita. Malato, circondato da moglie e figlia nella sua casa sulle colline dell’Oltrepò pave-se, assediato dalla preoccupazione per la vendita della ca-sa natìa, è relegato su una sedia a rotelle in attesa di esalare l’ultimo respiro. Driano è un uomo solo, da anni chiuso in un male oscuro, incomunicabile. Quando ancora riusciva a muoversi ha salvato dalla morte una talpa e, nel culmine del-la propria disperazione, le ha chiesto di estinguere la razza umana. Ora, per compiere il desiderio di Driano mentre lui immobile osserva il verde dietro la finestra, nell’ombra della terra, tra le fronde degli alberi, nell’azzurro del cielo, la talpa ha radunato un esercito – volpe, barbagianni, capra, pipi-strello, pavone – e si leva per combattere quella battaglia. Ma altri animali hanno scelto di unirsi per fronteggiare le orde degli sterminatori e salvare gli umani – gabbiano, gallo, lu-po, gatto, gazza, riccio. Ne verrà uno scontro epico che potrà culminare solo con la morte degli uni e la vittoria degli altri.Il primo giorno d’autunno al mondo è un romanzo che rac-conta un mondo di incomprensione e isolamento, a un passo dalla distruzione: la narrazione di un luogo, allo stesso tempo reale e incantato, che lascia intravedere dietro ogni foglia e ogni filo d’erba lo sguardo feroce e perturbante del nulla.

DAL LIBROIo sono una talpa. Vivo nel nero. Anni fa, un giovane uomo di nome Driano mi ha salvato da alcuni gattoni che mi cercavano il fiato dal fondo della tana, cacciandomi nella terra in cui ero nascosta. Dria-no, dopo avere allontanato il pericolo, si era chinato, la bocca sul bordo del buco. “Sono stanco” m’aveva detto senza voce. “Aiutami, ti prego. Fai crollare la strada di collina. Estingui il genere umano. Fai sprofondare il mondo nel niente.” È lì che è iniziata la mia lot-ta. La gratitudine per la salvezza della mia esistenza valeva bene l’adempimento di un desiderio di guerra e morte. Ho radunato nel tempo il mio esercito piccino piccino, i miei compagni animali, e so-no ormai pronta a compiere l’assalto finale al soprasuolo.

€ 21,00 | pp. 336

Stefano Costa (1982) è editor e redattore. Il pri-mo giorno d’autunno al mondo è il suo esordio letterario.

In libreria dal 14 maggio

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Rob SearsThe Apocalypse GameScegli tu come far finire il mondo con Trump, Putin e Kim Jong-un

Ops! Kim Jong-un ha appena fatto partire un missile nu-cleare contro New York. Vuoi provare a distruggerlo o far iniziare una guerra atomica, invitando anche Trump e Pu-tin alla festa? Caspita, una misteriosa epidemia sta ucciden-do milioni di persone rivoltandole come un calzino. Cerchi una cura per salvare l’umanità o lasci che la natura faccia il suo corso? Oddio, una creazione robotica di Elon Musk si è ribellata contro il suo artefice. Tenti di fermarla o le fai assoggettare il genere umano? E adesso ci mancava solo che un meme trasformasse in zombi assassini buona parte della popolazione mondiale. Vuoi trovare una soluzione o assi-stere (e, perché no, partecipare) alla carneficina? Sono queste le decisioni che prenderai in The Apocalypse Game. Se avessi un minimo di buon senso faresti di tutto per salvarci, ma… sicuro che ce lo meritiamo? A te la scelta.

€ 18,00 | pp. 168

Traduzione di Giulia Poerio

Rob Sears (1979) è direttore creativo di un'a-genzia pubblicitaria. Ha scritto testi comici sul Guardian, su McSweeney’s e una sitcom prodot-ta da Audible. Ha pubblicato Vladimir Putin: Life Coach (2018) e The Beautiful Poetry of Donald Trump (2019).

In libreria dal 21 maggio

Crea con questi adesivi il tuo dittatore preferito.

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Joan DidionFinzioni politicheNel 1988 Joan Didion vola a Los Angeles e inizia a seguire la campagna presidenziale da una costa all’altra dell’America, raccogliendo le sue osservazioni sulle pagine della New York Review of Books. A spingerla, la convinzione che la politica americana sia una grande fucina di narrazioni posticce e il desiderio di smascherarle. Nei suoi reportage, confluiti in Finzioni politiche, Joan Didion viviseziona come un bisturi la politica estera degli Stati Uniti, il ruolo dei media nel-la costruzione del consenso, le campagne elettorali giocate sull’annullamento delle differenze fra i partiti in corsa. Un viaggio attraverso un’America sfuggente e ingannevole, tra i volti bifronti dei candidati e le astuzie dei campaign ma-nagers, tra crimini di guerra e insabbiamenti, scandali e im-peachment, colpi bassi e moralismo da talk show. A tenere le fila del racconto è la voce cruda e intensa di Joan Didion, il suo sguardo aguzzo e vivido che trapassa gli angoli oscuri e grotteschi della politica americana e ci indica le cancrene da cui tuttora stenta a guarire.

«Una prosa politica d’acciaio: umorismo tagliente, critica raffinata

e conoscenza viscerale dei modi in cui all’America piace prendersi in giro da sola.»

The Washington Post

«Nessuno meglio di Didion riesce a usare il distacco critico e l’accuratezza formale

per veicolare una rabbia e uno sdegno così accesi.»The New Yorker

€ 23,00 | pp. 288

Traduzione di Sara Sullam

Joan Didion (Sacramento, 1934) è tra i maggiori scrittori americani viventi. Delle sue opere il Sag-giatore ha pubblicato Verso Betlemme (2008), Blue Nights (2012), Prendila così (2014), The White Album (2015), Run River (2016), Miami (2016), Il suo ultimo desiderio (2017), Nel paese del Re pe-scatore (2017), L’anno del pensiero magico (2017), Da dove vengo (2018) e A Sud e a Ovest (2019).

In libreria dal 21 maggio

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Joseph E. StiglitzRiscrivere l’economia europeaLe regole per il futuro dell’UnioneCon Carter Dougherty e Foundation for European Progressive Studies

Il progetto sociale e politico dell’Unione europea è in crisi: il rallentamento della crescita, la recessione e la stagnazione dei salari negli ultimi anni hanno colpito duramente i paesi mem-bri. Le difficoltà economiche hanno inasprito le tensioni so-ciali portando alla ribalta sentimenti e tendenze apertamente nazionaliste e antieuropeiste, delle quali il voto per la Brexit e la crisi dei migranti sono le espressioni più dirompenti. Per Joseph E. Stiglitz l’eccessiva fiducia in un neoliberismo aggressivo e in mercati non regolamentati ha privilegiato un’industria finanziaria spericolata e ha portato a un au-mento della disuguaglianza tra i cittadini. Se si vuole recu-perare l’identità originale del progetto europeo e preservare i valori fondanti dell’Unione – tanto più nel momento in cui sono messi a dura prova –, è necessario ripensare radical-mente le politiche economiche e la loro applicazione. In Ri-scrivere l’economia europea, Stiglitz avanza le sue proposte di riforme possibili e ormai necessarie, e traccia il solco da seguire per strappare l’Unione dallo stallo economico e so-ciale in cui versa per fare in modo che il progetto europeo possa rifiorire, garantendo un futuro migliore ai cittadini e trasformando questo complesso organismo in una forza fi-nalmente protagonista del mondo globalizzato.

DAL LIBRO

Riscrivere le regole economiche dell’Unione non sarà certo più facile di quanto sia stato crearle. Ma le crisi odierne ci chie-dono interventi audaci e un impegno a rinnovare la promes-sa su cui nacque, oltre sessant’anni fa, il progetto europeo.

€ 25,00 | pp. 384

Traduzione di Marco Cupellaro

Joseph E. Stiglitz (1943), premio Nobel per l’E-conomia nel 2001, insegna alla Columbia Uni-versity. È stato capo economista della Banca mondiale e consulente del governo statuniten-se. Tra i suoi libri ricordiamo: La misura sbagliata delle nostre vite (con Amartya Sen e Jean-Paul Fitoussi; Etas, 2010), Il prezzo della disuguaglian-za (Einaudi, 2013), La grande frattura (Einaudi, 2016) e Invertire la rotta (Laterza, 2018). Con il Saggiatore ha pubblicato Le nuove regole dell’e-conomia (2016).

In libreria dal 21 maggio

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Gregory J. GburPerché i gatti cadono sempre in piedie altri misteri della fisica

Chi di noi non ha mai guardato un filmato di gatti sul web? Ammettiamolo, sono davvero carini, fanno acroba-zie straordinarie e riescono ad atterrare sempre in piedi. Quest’ultima caratteristica è quasi proverbiale e ha contri-buito non poco ad alimentare la leggenda delle loro nove vite. Eppure scienziati, matematici e pensatori hanno fatica-to a capire come fanno i gatti a compiere certi movimenti; le teorie che hanno proposto coinvolgono diverse branche della fisica e della biologia.Gregory J. Gbur ha ricostruito con precisione e arguzia la storia scientica della sinuosa elasticità dei gatti: l’entusiasmo del xix secolo – ben prima dell’odierna invasione sui so-cial –, gli esperimenti temerari, il paradosso di Schrödin-ger, le ipotesi bizzarre e anche l’imbarazzata ammissione della comunità scientica di non riuscire a comprendere la meccanica dei loro mirabolanti atterraggi. Nel 1969 questa elegante mossa felina (battezzata «piega e torci») è stata fi-nalmente spiegata, ma il gatto ha continuato a far parlare di sé: come protagonista di ricerche sul movimento degli astronauti in assenza di gravità, come modello per la co-struzione di robot in grado di rimettersi in piedi senza dan-ni o persino come autore di articoli universitari.Perché i gatti cadono sempre in piedi è un’ode ai felini, al-le loro misteriose doti fisiche e alle capacità straordinarie che hanno affascinato nei secoli pensatori e scienziati, con-tribuendo a graffianti rivelazioni sul funzionamento e sulla natura dell’universo.

€ 23,00 | pp. 328

Traduzione di Luisa Doplicher e Daniele A. Gewurz

Gregory J. Gbur (1971) è professore di Fisica presso la University of North Carolina. È auto-re di Mathematical Methods for Optical Physics and Engineering (2011), Singular Optics (2016) e ha contribuito al volume Science Blogging: The Essential Guide (2019). Cura due blog molto po-polari di letteratura fantastica e di storia della scienza e ha adottato numerosi gatti.

In libreria dal 28 maggio

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Claudia HammondL’arte di riposareCome trovare sollievo dal mondo contemporaneo

Se c’è qualcosa che manca nelle nostre giornate è il riposo: troppi impegni, una vita frenetica, sollecitazioni continue. Eppure siamo così assuefatti a questi meccanismi stritolanti che l’idea stessa del riposo viene vista con sospetto, come se fosse tempo sprecato o rubato a attività più produttive. Il pensiero di riservare più tempo a noi stessi ci provoca sensi di colpa, quasi fosse un desiderio proibito e irrealizzabile.Claudia Hammond ha scritto la guida alla sottile arte del ri-poso, accompagnandoci alla scoperta delle dieci attività più rilassanti di tutte. C’è chi ama camminare, godersi un bagno caldo, ascoltare musica o leggere un libro. C’è chi preferi-sce immergersi nella natura, perdendosi nella bellezza del paesaggio, e chi immergersi in una comoda poltrona per-dendosi nella visione di serie televisive. E poi c’è chi trova piacevole passare il tempo in modi apparentemente disper-sivi come sognare a occhi aperti, restare da solo e, una volta tanto, non fare assolutamente nulla.Il riposo non è la semplice assenza, temporanea, di lavoro o incombenze: anzi, paradossalmente richiede un certo im-pegno. È una filosofia di vita, un’arte che va appresa, una ca-pacità fisica e intellettuale che va conquistata. Con L’arte di riposare ciascuno di noi può scoprire la nonattività che gli è più congeniale, liberarsi dalle catene di agende, program-mazioni e scadenze e scoprire con meraviglia che il tempo perso è un tempo ritrovato.

€ 19,00 | pp. 312

Traduzione di Andrea Libero Carbone

Claudia Hammond (1971), giornalista e con-duttrice radiofonica, presenta numerosi pro-grammi e podcast di successo per la BBC, tra cui All in the Mind, che ha condotto lo studio The Rest Test alla base di questo libro. In Italia ha pubblicato Il mistero della percezione del tempo (Einaudi, 2013) e Il metodo del risparmio intelli-gente (Newton Compton, 2019).

In libreria dal 28 maggio

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In libreria dal 28 maggio

Sam ShepardAttraverso il paradisoDeserti di polvere, asfalto nero, carrozzerie roventi di mac-chine lanciate a tutta velocità. Sudore sporco, stivali logori, bottiglie di birra vuote gettate ai margini delle highways. Cavalli stanchi, sombrero, sigarette consumate da bocche spigolose. Accenti strascicati, palpebre socchiuse, facce ostili scolpite dal sole come idoli di pietra. È l’America della frontiera, di ieri e di oggi: liminare ma profonda, gretta ma tragica, squallida ma epica.Un ragazzo si presenta davanti a un motel per recuperare il materasso su cui il padre è morto carbonizzato. Un at-tore disilluso attraversa il Texas e il confine con il Messico per girare un film impossibile. Un compratore all’ingrosso di carne di manzo si fa saltare le cervella nel bagno di un diner. Un bambino va a caccia di serpenti a sonagli con il padre alcolizzato. Sono questi i racconti ruvidi e le istanta-nee brucianti di Attraverso il paradiso. Storie crude e malin-coniche come i film di Sam Peckinpah, rese con una prosa aspra e spoglia come le distese brulle della California.Sam Shepard torna nello scenario della sua infanzia. È il West che ha plasmato l’epopea americana, che oggi ha la tri-stezza ostinata di un vecchio poster in un cinema dismesso. In un viaggio disperato nell’America più dura, guardiamo i titoli di coda di un mito che ci ha attratto come nessun altro, e che come nessun altro ha nutrito le nostre illusioni.

«Ho trovato nell’amore di Sam Shepard per il West americano il riflesso

della mia ammirazione per l’America. Ho riconosciuto, nel suo sogno, il mio sogno.»

Wim Wenders

€ 22,00 | pp. 296

Traduzione di Andrea Buzzi

Sam Shepard (1943-2017) è stato un attore, commediografo e scrittore statunitense. Nel 1979 ha ricevuto il premio Pulitzer per Il bambino sepolto. Ha firmato la sceneggiatura di Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni e Paris, Texas di Wim Wenders. Il Saggiatore ha pubblicato Motel Chronicles (2016) e Il grande sogno (2017).

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Corrado StajanoLa città degli untoriUna città è un grumo di sangue e polvere, un quaderno di storie. Ma come si può raccontare un luogo come Milano, una metropoli che è stata così tante volte e in così tante forme cantata? Forse l’unico modo è cominciare dal suo cuore di tenebra, dalle vie silenziose lungo le quali si diffuse la peste, dalle caserme-macellerie delle torture naziste, dai profili del-le vittime dei terroristi disegnati col gesso sull’asfalto, dall’o-dore acre del tritolo tra le rovine di un edicio dilaniato da una bomba. Seguendo questo itinerario d’ombra Corrado Stajano intraprende un viaggio nel lato oscuro di Milano, alla ricerca dei fili che ne tengono insieme il passato e il presente. Con lo sguardo dell’amante tradito in cerca di una verità sincera an-che se dolorosa, Stajano affronta tutte le stazioni del contagio che ha trasformato la città lucente descritta da Bonvesin da la Riva nella vanitosa sede di un happy hour senza fine: la peri-feria operaia e orgogliosa, oggi alla mercé della speculazione edilizia da parte di padroni invisibili, come i luoghi dove si riuniva la borghesia più progressista d’Italia, tramutati nelle alcove della politica più corrotta e della finanza più crudele.La città degli untori, Premio Bagutta nel 2010, è un affresco letterario allo stesso tempo intimo e oggettivo, che con il passo della grande narrazione svela lo scheletro degenerato e fraudolento di quella che un tempo fu la capitale morale del paese.

«Uno stile sostenuto da un finissimo montaggio, capace di pre-cipitare il lettore in un effetto cronologicamente vertiginoso.»

Paolo Di Stefano

«Pensare una città: signica percorrerla, ripercorrerla, evocare ciò che vi si è vissuto. O individuare le tracce del suo

passato. In La città degli untori la città è Milano e il libro è il racconto di questo Leopold Bloom che si accontenta

di passeggiare entro la cerchia dei Navigli.»Cesare Segre

€ 19,00 | pp. 288

Corrado Stajano, scrittore e giornalista, è stato redattore e inviato di diversi quotidiani e setti-manali. Scrive dal 1987 sul Corriere della Sera. Ha lavorato per la Rai come autore e coautore di numerosi documentari televisivi di argomento politico e culturale. Per il Saggiatore ha pubbli-cato nel 2015 Africo, nel 2016 Un eroe borghese con la prefazione di Cesare Garboli, nel 2018 Patrie smarrite con una postfazione di Paolo Di Stefano e nel 2019 Il sovversivo con un testo ine-dito dell’autore e i disegni di Costantino Nivola.

In libreria dal 4 giugno

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Daniel KarikoVivono tra noiRitratti straordinari di insetti ordinari

Gusci ricoperti di prismi scintillanti, corpi minuscoli ma capaci di prodezze fisiche fenomenali, affilati pungiglioni e rostri carichi di veleni letali, mandibole in grado di triturare ogni sostanza, ali che vibrano così veloci da apparire immo-bili. Non sono creature aliene di altri pianeti né chimere di antiche leggende; sono esseri a noi molto vicini, che abita-no – spesso non visti – i nostri giardini e le nostre dimore: gli insetti.Daniel Kariko ha ritratto gli insetti trovati dentro e vicino alla sua nuova casa e li ha catturati nelle fotografie di Vivono tra noi. Scarabei, mantidi, libellule, cimici, mosche e bruchi appaiono in tutta la loro conturbante bellezza, illuminata da una luce fiamminga e accompagnata da testi che ne raccon-tano comportamenti e segreti. Queste pagine sono una pre-ziosa Wunderkammer della vita in miniatura, un moderno bestiario che illustra le meraviglie che strisciano, volano, guizzano e prosperano celate ai nostri occhi.

€ 23,00 | pp. 168

Traduzione di Emiliano R. Veronesi

Daniel Kariko (1976) è professore di Fotogra-fia presso la School of Art and Design della East Carolina University. I suoi reportage fotografici sono stati pubblicati su Wired, Nature e Discover Magazine.

In libreria dal 4 giugno

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Piero De MartiniSchumannL'ultimo capitolo

Düsseldorf, 1856. Da due anni Schumann vive nell’isola-mento della clinica psichiatrica di Endenich, non vede più l’amata moglie Clara e solo le rare visite concesse dai medici all'amico Brahms danno respiro a pomeriggi tutti identici. A ossessionarlo è un Concerto per violino composto poco prima del ricovero. Che ne ha fatto? Perché non viene pub-blicato? Perché Joseph Joachim, a cui è dedicato, non lo suo-na? Gli amici lo rassicurano con qualche mezza verità, ma sono solo bugie pietose: non vogliono rovinare la reputazio-ne del compositore con un’opera che non giudicano all’al-tezza, espressione di una mente già inabissata nella follia. È questa la dolorosa realtà? Hanno ragione tutti coloro che, improvvisamente, dal 1850, calano una scure d’indifferenza sulle opere del «genio malato»? Non è di questo avviso Piero De Martini che, con l’attenzione del ricercatore e l’affetto del discepolo, è andato nei luoghi estremi del passaggio di Schu-mann per riempire i vuoti dei testi biografici e dei cataloghi discografici. Scoprendo opere messe troppo frettolosamente da parte da critici ed esecutori di ieri e oggi, che rappresen-tano un patrimonio importante e dimenticato di un autore che cercava di percorrere vie nuove senza essere compreso – le vie che porteranno a Mahler e Schönberg. Schumann è una biografia essenziale e commovente, che in-daga la vita del compositore tedesco per capire meglio la sua opera. Perché mai come nel caso di Schumann la musi-ca è specchio fedele della complessità di una natura geniale e poetica: l’urgenza con la quale si gettava nel comporre; il lacerante dualismo, élévation e ennui, che gli avvelenava l’e-sistenza e arricchiva la sua arte; la forza delle emozioni, tra l’amore sconfinato per Clara e la sconfinata malinconia; il sentimento di morte che mai lo ha abbandonato fanno di questo artista la quintessenza del Romanticismo in musica.

€ 23,00 | pp. 216

Piero De Martini, designer e studioso di musi-ca, è nato a Milano nel 1939. Fra le sue opere ricordiamo Il conservatorio delle Alpi. Il coro della Sat (Bruno Mondadori, 2009) e Mozart a Praga (Bruno Mondadori, 2013). Il Saggiatore ha pub-blicato Chopin. Le estati a Nohant (2016) e Le ca-se della musica (2018).

In libreria dal 4 giugno

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Geoff DyerFugaSu Dove osano le aquile

Un aereo militare sorvola i picchi innevati delle Alpi bava-resi. Scritte rosse a caratteri teutonici appaiono in sovraim-pressione sullo schermo. Il ritmo martellante della colonna sonora si fa sempre più serrato mentre la cinepresa nell’abi-tacolo ci mostra lo sguardo truce di un Richard Burton vi-sibilmente pensieroso e il volto di ghiaccio di un Clint East-wood pietrificato nell’espressione facciale che avrà per tutta la pellicola: gli occhi strizzati e ridotti a due fessure.Sono i titoli di testa di Dove osano le aquile e lo schermo è quello della casa di Geoff Dyer, su cui queste immagini sono passate decine e decine di volte. Il film di Brian G. Hutton occupa un posto privilegiato nella memoria dell’autore ed è una sonda che penetra a fondo nel suo passato. Fuga è il punto esatto in cui lo sguardo puntuto e sardonico di Geoff Dyer incontra l’immaginazione del bambino che è stato; è il tributo arguto e graffiante al rapporto che instauriamo con i miti fondativi della nostra giovinezza.

DAL LIBRO

Se accendo la tv e faccio zapping tra i canali, sono sempre felice di trovare Dove osano le aquile. La cosa strana è che incappo sempre nella stessa parte del film. Se è tardi e sono ubriaco lo guardo per una decina di minuti, il che significa che ho visto questa sequen-za che inizia con Richard Burton che esce dalla taverna o Heidi che entra nella baracca più volte di quanto abbia visto altre parti. Si palesa forse in questo fenomeno, improbabile da un punto di vi-sta statistico, un ordine nascosto del mondo? Oppure il fenomeno non è poi così improbabile? Forse il film tende a essere mandato in onda a un’ora in cui le probabilità che io lo veda proprio in questo punto sono maggiori? La quarta alternativa è che mandino in on-da sempre e solo questo frammento. Quello che è certo è che ogni visione, benché parziale, arricchisce la mia personale scorta di det-tagli e osservazioni e rafforza la certezza che Dove osano le aquile sia una proiezione drammatica potenziata di alcune componenti della cultura nazionale che hanno formato la mia generazione.

€ 19,00 | pp. 120

Traduzione di Katia Bagnoli

Geoff Dyer (1958) è considerato uno dei più importanti scrittori inglesi contemporanei. Le sue opere di narrativa e saggistica sono state tradotte in ventiquattro lingue. Il Saggiatore ha pubblicato Sabbie bianche (2017), Il colore della memoria (2017), Zona (2018) e Natura morta con custodia di sax (2019)

In libreria dall' 11 giugno

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Anthony DavidNell’abissoStorie di menti spezzate

Patrick è convinto di essere morto e di non conoscere la donna con cui è sposato da vent’anni. Emma è in stato vege-tativo da quando era bambina, eppure non presenta alcun danno cerebrale. Jennifer sente voci nella testa che le inti-mano di uccidersi. Amy è scossa da convulsioni alimenta-te da un trauma insondabile. Non c’è limite alla profondità dell’abisso in cui la nostra mente può precipitare.Sette capitoli, sette pazienti, sette storie. Con i suoi casi cli-nici il neuropsichiatra Anthony David unisce scienza e nar-rativa e, come un abile drammaturgo, fa parlare la malattia e insieme la persona, dando vita a racconti universali di soffe-renza e perdita, ma anche di resistenza e speranza: il dram-ma di un padre convinto che i medici siano responsabili del male di sua figlia; la gioia di una donna che mostra i segni della guarigione; l’intimità tra medico e paziente nel mo-mento in cui, ciascuno con gli strumenti che ha, improvvi-sano una jam session durante una seduta di analisi. Storie magnetiche che intrecciano empatia, comprensione e de-licatezza, ma anche fermezza, rigore e metodo; fiabe nere dalla cui lettura si esce come da un labirinto e che ci con-sentono di guardare, con le vertigini, dentro l’abisso della condizione umana.Nell’abisso è un libro terribile e appassionante, per chiunque a un tratto abbia sofferto o perduto un pezzo della propria vita o identità e sia poi riuscito a riscattarlo; per chi ha cura della mente altrui come della propria; per chi si è sempre interrogato su che cosa significhi «coscienza» e quali siano i suoi contorni; per chi vuole meravigliarsi di mondi remoti e stabilire un contatto con il cosmo sconosciuto che alberga nella nostra testa.

€ 23,00 | pp. 208

Traduzione di Camilla Pieretti

Anthony David (1958) è un neuropsichiatra inglese. Dirige l’Institute of Mental Health pres-so lo University College London e ha lavorato per ventotto anni nel reparto di Psichiatria del Maudsley Hospital di Londra. Ha pubblicato ol-tre seicento articoli e curato numerose pubbli-cazioni scientifiche.

In libreria dall' 11 giugno

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Caterina MazzucatoIo sono il mareIl mare è un abisso di tenebra: ad andare troppo a fondo non si torna più. Una ragazza di quindici anni scompare nella notte, vicino alla Scogliera degli Angeli. Non ci sono tracce, non si trova il corpo; solo le scarpe sono rimaste, una sul-la pietra, l’altra in acqua, a suggerirne il destino. La notizia travolge il paese, lì vicino: arrivano i telegiornali, poi i som-mozzatori. Eppure, nulla. Sparita. Sul caso cala impietoso un velo di indifferenza, a fagocitare ogni ipotesi e ogni pettego-lezzo. C’è qualcuno però che non si arrende: un uomo, un appassionato di immersioni subacquee, decide di tornare in acqua per trovare la ragazza. A spingerlo è il desiderio di ri-scattarsi nei confronti della donna amata che lo ha lasciato e, insieme, di annegare nello sforzo la propria insostenibi-le sofferenza. Nella solitudine e nel silenzio delle profondità marine, tuttavia, circondato solamente dalla vastità e dalle creature dell’ombra, i ricordi lo travolgeranno e sarà costret-to a rivivere tutto: il primo, romantico incontro; la passione, la felicità; l’ultimo dolore condiviso, l’addio straziante. Io sono il mare è un viaggio romanzesco in un universo rove-sciato; un’immersione in un luogo senza tempo, in cui ane-moni variopinti e coralli millenari dominano la superficie della Terra e animali estinti sopravvivono attraverso le for-me di migliaia di specie differenti. Tra storie dimenticate e rimorsi mai confessati, nella sua ricerca disperata il protago-nista dovrà esplorare ogni centimetro del fondale della sua anima fino a capire qual è la differenza tra ciò che sparisce per sempre e ciò che invece sa tornare a galla. Perché il mare è un involucro trasparente: più lo si indossa, più ci si rivela.

DAL LIBRO

Il mare ospita le creature più piccole e quelle più grandi che abbia-no mai fatto comparsa sul pianeta. Le più incantevoli e le più ripu-gnanti. Le più innocue e le più pericolose. Raccontartele è stato il mio modo per mostrarmi a te, per conquistarti.

€ 19,00 | pp. 256

Caterina Mazzucato è nata a Bologna nel 1980. Io sono il mare è il suo esordio letterario.

In libreria dall' 11 giugno

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Mike Berners-LeeNO PLANET BGuida pratica per salvare il nostro mondo

Terra, xxi secolo. Ogni anno scompaiono fino a 10 000 spe-cie. Le emissioni di anidride carbonica crescono esponen-zialmente, ma i governi non riescono ad accordarsi per li-mitarle. Quando qualcuno percorre un chilometro con un diesel sottrae 7 minuti di vita al resto della popolazione. E anche se sviluppassimo le fonti rinnovabili, con gli attuali tassi di consumi da qui a 300 anni dovremmo coprire di pannelli solari ogni centimetro di terra per avere abbastan-za energia. Benvenuti nell’Antropocene, l’epoca dominata dall’uomo.Mike Berners-Lee, però, è ottimista: il futuro del nostro pia-neta non è segnato, non dobbiamo cercarcene un altro. Ci sono molte cose che possiamo fare, qui e ora, per cambiare il corso degli eventi. A partire dalle nostre abitudini alimentari: nelle scelte personali, per esempio diminuendo il consumo di carne e latticini; e soprattutto su scala globale, ridistribuendo la produzione di cibo tra i vari paesi, in modo che si smetta di sprecarlo in Occidente e morire di fame nel resto del mon-do. Tra energia e sviluppo industriale, sovrappopolamento e organizzazione del lavoro, Berners-Lee passa in rassegna gli ambiti più problematici, propone soluzioni concrete per ri-durre il nostro impatto ambientale e dà conto di tutto quello che la politica potrebbe fare per la sopravvivenza della Terra.NO PLANET B è una guida pratica per tutti coloro che han-no a cuore il futuro. Un libro sorprendente, che ci rivela come il nostro domani dipenderà non tanto dalla tecnologia, quan-to dai valori che sapremo condividere per costruire un mon-do più giusto ed equo. Trovando così finalmente una risposta alla domanda posta ormai da milioni di giovani: «Come pos-siamo continuare a vivere felicemente sulla Terra?».

€ 22,00 | pp. 336

Mike Berners-Lee (1964) è professore e mem-bro dell’Institute for Social Futures della Lanca-ster University, dove svolge attività di ricerca su sviluppo sostenibile, sistemi alimentari ed effetto serra. Fra le sue opere ricordiamo La tua impronta. Scopri l’impatto ambientale di ogni co-sa (Terre di mezzo, 2013) e The Burning Question (2013).

In libreria dal 18 giugno

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Gabriele FerraresiMad in ItalyManuale del trash italiano 1980-2020

Il Gabibbo che sfiora la top 10 dei singoli musicali più ven-duti. Gianfranco Funari candidato sindaco a Milano. Rena-to Pozzetto che gareggia nella Parigi-Dakar. Le televendite di Wanna Marchi. Monsignor Milingo che passa dal cantare a Sanremo allo sposarsi allo Yankee Stadium di New York. L’Uomo Gatto a Sarabanda. C’è un filo che collega queste immagini: un insieme di idiozia e genialità, cattivo gusto e spontaneità, ingenue velleità e spettacolari fallimenti, com-portamenti immorali e manifestazioni grottesche, premesse drammatiche e risoluzioni comiche. In una parola, il trash.Gabriele Ferraresi ripercorre questo filo lungo gli ultimi qua-rant’anni di vita del nostro paese: gli arroganti e spensierati anni ottanta, incarnati dai paninari e da Jerry Calà, da Lu-is Miguel e dalla guida alle discoteche d’Italia di Gianni De Michelis; i colorati anni novanta, con il karaoke in tv e Luke Perry che passa da Beverly Hills 90210 a Vacanze di Natale 95, ma anche con Nino D’Angelo che gira una parodia di Ti-tanic in salsa neomelodica; i primi anni del nuovo millennio, che scorrono inquieti tra il ministro Calderoli che sfoggia una maglietta irriverente su Maometto provocando scontri armati in Libia e l’epica lite in diretta tra Zequila e Pappalar-do; e lo spaventato e confuso decennio seguito a crisi econo-mica e diffusione dei social, con il furto della salma di Mike Bongiorno e la webserie The Lady. Mad in Italy è un pellegrinaggio alla scoperta della parte più esposta e meno raccontata dell’anima italiana: il tentativo di ricostruire il puzzle dell’identità nazionale attraverso i suoi tasselli più assurdi e volgari, per cercare di capire che cosa di noi è rimasto immutato nel tempo e come invece siamo cam-biati. Un bestiario del trash contemporaneo in cui, tra vip in declino e anonimi individui baciati per un momento dalla gloria, riconoscere il nostro volto più vero e imbarazzante.

€ 20,00 | pp. 432

Gabriele Ferraresi (1982), giornalista e scrit-tore, è stato direttore responsabile di Sapiens e collabora con Esquire. Per il Saggiatore è usci-to nel 2012 L’uomo che riuscì a fottere un’intera nazione.

In libreria dal 18 giugno

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Maurice BlanchotPassi falsi«Non aver niente da esprimere dev’esser preso nel senso più semplice. Qualunque cosa lo scrittore voglia dire è niente. Il mondo, le cose, il sapere non sono per lui se non dei punti di riferimento attraverso il vuoto. E lui stesso è già ridotto a niente. Il nulla è la sua materia. Respinge le forme attra-verso cui questa gli si offre come se fosse qualcosa. Vuole coglierla non in un’allusione, ma nella sua propria verità.»Prima raccolta di saggi di Maurice Blanchot, Passi falsi è uno snodo imprescindibile nello sviluppo del pensiero del cri-tico francese. A fondamento di questo corpo di brevi ana-lisi monografiche è l’indagine, letteraria e filosofica, sull’atto dello scrivere. Blanchot riflette sulla necessità di una transi-zione dai paradossi dell’angoscia a quelli del linguaggio. Lo fa senza mai disattendere le tensioni affettive che si fissano alle espressioni linguistiche, sottolineando però che il pathos dell’angoscia è, in ultima istanza, grottesco. «Uno scrittore che scrive: “Sono solo”, o come Rimbaud: “Sono veramente d’oltretomba”, può venir giudicato quasi grottesco» dichiara Blanchot, poiché «è grottesco prender coscienza della pro-pria solitudine rivolgendosi a un lettore, e con mezzi che impediscono all’uomo di essere solo.» Nell’indagine di Blan-chot queste contraddizioni del linguaggio rivelano una ca-renza, un’assenza costitutiva, una totalità connotata dal se-gno meno, un vuoto centrale che rappresenta nel contempo l’irraggiungi-bile luogo d’origine della letteratura.Con Blanchot la linea di demarcazione fra opera critica e opera autoriale, tra critico e scrittore, si dissolve; protagoni-sta assoluto è il linguaggio, esplorato nei saggi sulla poesia e sulla narrazione, sul silenzio e sul simbolismo, sul romanzo e sulla morale, sullo straniero, sull’enigma, sul tempo. E in-fine sulla possibilità stessa della letteratura in Blake, Balzac, Rimbaud, Gide, Rilke, Bataille, Sartre, Camus, Queneau e altri ancora. Frutto di una delle menti più fini della criti-ca novecentesca, Passi falsi ci rammenta che il segreto della lettera-tura non è stato tradito: la fascinazione continua.

€ 29,00 | pp. 392

Traduzione di Elina Klersy Imberciadori

Maurice Blanchot (1907-2003) è stato un ro-manziere, critico letterario e filosofo francese. Fra le sue opere pubblicate in Italia ricordiamo La scrittura del disastro (SE, 1990), La follia del giorno (Filema, 2001), Lautréamont e Sade (SE, 2003) e La conversazione infinita (Einaudi, 2015). Il Saggiatore ha pubblicato Lo spazio letterario (2018) e Il libro a venire (2019).

In libreria dal 18 giugno

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László DarvasiLa leggenda dei giocolieri di lacrimeCinque anime misteriose percorrono giorno dopo giorno una terra desolata, figlia di una lunga guerra. Hanno lascia-to le loro case vuote e in silenzio sono diventati saltimban-chi, giocolieri di lacrime: dai loro occhi sgorgano a coman-do sangue, miele, ghiaccio, schegge di specchio, miracoli; sul loro carro sgangherato sventola dipinta una grande la-crima del blu più blu che ci sia. Ovunque passino portano in egual misura speranza e disperazione, prodigi e male-dizioni, la vita e la morte. Attorno al loro spettacolo, come guidati da un identico incanto, si radunano uomini e donne dalle storie straordinarie, da Irina Schiaccianoci, il cui sesso è in grado di frantumare qualunque oggetto, al nano gira-mondo Velemir Pep, da Ferenc Pilinger, il cui pene è scom-parso dopo aver ucciso un uomo, a Borbála, la strega delle paludi. Il loro tragitto disegna un quadro di malìa attorno alle forche delle esecuzioni pubbliche. Ambientato in un’Ungheria lacerata in tre parti, durante i centocinquant’anni dell’occupazione ottomana tra il xvi e il xvii secolo, La leggenda dei giocolieri di lacrime è un ro-manzo visionario che mescola storia e letteratura, oralità e azione. Una favola grottesca in cui la violenza più reale con-vive con la magia e il soprannaturale, e in cui i cadaveri de-gli uccisi danzano accanto ai talami dei nuovi amanti.

DAL LIBRO

Viaggiamo nel deserto delle parole e delle frasi. E non sarà la strada, e nemmeno il nostro desiderio, a determinare la fine di questo viaggio. Forse lo farà un semplice nonnulla, una lacrima appena.

€ 32,00 | pp. 656

Traduzione di Dóra Várnai

László Darvasi (1962) è un poeta, romanziere, drammaturgo e giornalista ungherese. Scrive per la rivista Élet és Irodalom («Vita e letteratura») e ha avuto numerosi riconoscimenti, tra cui il premio Sándor Márai nel 2008. È uno degli auto-ri più importanti del panorama letterario unghe-rese contemporaneo. Con il Saggiatore ha pub-blicato Mattina d’inverno con cadavere (2018).

In libreria dal 18 giugno

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Daron Acemoglu James A. RobinsonLa strettoiaCome le nazioni possono essere libere

«Chi si allontana dal gruppo è preda del falco» recita un pro-verbio del popolo ashanti: il mondo è crudele e i forti hanno sempre oppresso i deboli con la violenza; in assenza di un’au-torità centrale l’unica protezione è rifugiarsi in una gabbia, spesso opprimente, di norme, tradizioni e alleanze tra clan. Uno Stato forte può proteggere gli individui, ma rischia di mutarsi in un mostro, in una dittatura oppressiva. Per gran parte della storia umana, in ogni luogo e tempo, la libertà non è stata qualcosa di scontato e naturale, ma una conqui-sta sofferta a cui si accede solo attraverso una vera e propria strettoia. Questo corridoio virtuoso esiste quando i poteri dello Stato e della società sono in equilibrio: quando le isti-tuzioni sono forti, in grado di fornire servizi e far rispettare le leggi e, al tempo stesso, i cittadini hanno la capacità di tenere sotto controllo e interrogare le autorità. La strettoia è la storia di come le nazioni sono riuscite a bilanciare queste due forze in equilibrio precario; di come alcune sono entrate e rimaste nel corridoio della libertà, di come altre ne sono ri-maste fuori o ne sono dolorosamente uscite. È la storia della democrazia in Grecia e della nascita degli Stati Uniti, di co-me Maometto e Shaka hanno creato nazioni da terre divise, di come un'Europa dai molteplici stati e la Cina dominata da un’autorità centrale hanno avuto percorsi drammaticamente diversi, del fallimento di molte rivoluzioni nel Medio Orien-te e delle speranze per il futuro dell’Africa.Dopo il best seller Perché le nazioni falliscono, Acemoglu e Robinson aggiungono un nuovo tassello fondamentale al-la loro vibrante opera che ripercorre la storia delle società umane. La strettoia è, oggi più che mai, fondamentale nel ricordarci come la libertà non sia qualcosa di scontato, ma una vittoria da conquistare e che dipende da un fragile bi-lanciamento di forze, in bilico tra il caos e l’oppressione.

€ 35,00 | pp. 800

Traduzione di Fabio Galimberti e Gaia Seller

Daron Acemoglu (1967) è institute professor di Economia presso il MIT. Per la sua ricerca ha ri-cevuto numerosi riconoscimenti, tra cui la John Bates Clark Medal e l’Erwin Plein Nemmers Prize in Economics.

James A. Robinson (1960), politologo ed eco-nomista, insegna presso la University of Chica-go ed è direttore del Pearson Institute.

Nel 2013 il Saggiatore ha pubblicato il loro sag-gio Perché le nazioni falliscono.

In libreria dal 25 giugno

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Anthony AveniStelleIl grande racconto delle costellazioni

Un tempo, sulla Terra, al calare delle tenebre non c’erano altre luci se non quelle della Luna e del cielo stellato; agli es-seri umani, ovunque si trovassero, non rimaneva che alzare lo sguardo, contemplare il silenzio e iniziare a fantasticare. Ecco che un gruppo di stelle per i greci assumeva la forma di Orione, gigante cacciatore in grado di camminare sulle acque, mentre ai nativi americani appariva come un’enorme mano, strappata dal Popolo del Tuono a un capo indiano per punirne l’avarizia; dove gli aborigeni australiani vedeva-no una canoa in cui navigavano tre pescatori, alcuni popo-li delle Antille scorgevano la sagoma di Epietembo, marito tradito a cui la moglie, prima di fuggire, mozzò una gamba.Stelle è il racconto delle leggende e dei miti che animano il nostro cielo notturno. Anthony Aveni ci trasporta attraver-so gli emisferi e le epoche, alla scoperta delle storie che l’im-maginazione dei popoli – egizi e babilonesi, greci e romani, maya e aztechi, navajo e inuit – ha creato sugli astri e sulle costellazioni. Scopriamo così la genesi dello zodiaco cinese, il ruolo fondamentale delle Pleiadi nella scansione del tem-po agricolo e dei rituali di molte civiltà, o le macchie scure della Via Lattea che disegnano figure di animali centrali per la cultura andina.Creazione e morte, futuro e aldilà, eros e natura: dalla fo-resta pluviale amazzonica alla calotta ghiacciata dell’Artico, dalle sconfinate praterie del Nord America alle grandi città precolombiane, Stelle ci mostra che la vasta cupola scura sotto la quale tutti abitiamo ha sempre fornito le risposte alle nostre domande più importanti. Che il cielo è la tela nera su cui ogni civiltà, compresa la nostra, ha dipinto la propria epopea.

€ 23,00 | pp. 216

Traduzione di Giulia Poerio

Anthony Aveni (1938) è professore emerito di Astronomia, Antropologia e Studi dei popo-li indigeni d’America alla Colgate University di Hamilton, New York. È considerato il fondatore dell’archeoastronomia e dell’astronomia cul-turale. Tra le sue opere pubblicate in Italia ri-cordiamo Gli imperi del tempo (Dedalo, 1993) e Conversando con i pianeti (Dedalo, 1994).

In libreria dal 25 giugno

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Steve EricksonI giri dell’orologio neroUn uomo di nome Marc conduce una barca avanti e indie-tro tra un’isola e la terraferma per giorni che sembrano du-rare anni. Si è ripromesso di non mettere più piede sull’isola ma è costretto a farlo quando la persona che ama sparisce. Quest’isola è grigia, avvolta nella nebbia e nel mistero, così come la nascita di Marc, figlio di una donna di nome Dania e di qualcosa di mostruoso e sfuggente.È l’America e sono gli anni trenta quando Banning Jainlight fugge a New York e mette su carta le sue fantasie sessuali. Niente più che un’attività per sbarcare il lunario, ma i suoi racconti pornografici, venduti all’estero, attirano attenzio-ni particolari: quelle di due misteriosi clienti tedeschi, X e Z. È specialmente Z a sviluppare una torbida ossessione per il personaggio principale dei racconti, Dania; quando si scopre che X e Z rispondono ai nomi di Joseph Goebbels e Adolf Hitler, Banning diventa un dio dall’oscuro potere demiurgico, in grado di mutare gli eventi della Storia per come la conosciamo con la punta delle dita e la sua mac-china da scrivere.In I giri dell’orologio nero Steve Erickson rivela la coscienza segreta del Novecento. Passione e potere sono gli ingranag-gi nascosti di uno spettrale orologio nero in cui il tempo è un fluido viscoso, che ci porta da un’Europa sporca, malsa-na e piegata dal conflitto alle coste cupe e spettrali dell’A-merica, dove naviga solitario il battello di Marc. La lingua di Erickson si muove nel terreno fangoso dell’ambiguità, dove tutto, come nei sogni e nei deliri, è surreale ma pienamente riconoscibile. Un romanzo in cui la realtà si discioglie nel possibile e il passato, la storia e il mito deragliano in un pre-sente fantasmatico e perturbante.

€ 25,00 | pp. 416

Traduzione di Michele Piumini

Steve Erickson (1950) è uno scrittore e giorna-lista statunitense. Oltre a Shadowbahn (il Sag-giatore, 2018), dichiarato «Best Book 2017» dal L.A. Times, ha scritto nove romanzi e due saggi, tradotti in dieci lingue.

In libreria dal 25 giugno

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RIEDIZIONINassim Nicholas TalebRobustezza e fragilitàAppendice al Cigno nero

Dopo la pubblicazione, Il Cigno nero è stato acclamato in tutto il mondo come un testo rivoluzionario, letto da milioni di persone, la cui influenza è riverberata nei campi più diversi, dalla filosofia alla statistica, dalla sociologia alla psicologia, dalla medicina agli studi sul clima. In questo seguito del suo saggio, Taleb scrive non un libro di economia, ma un libro sull’incompletezza della co-noscenza. E sul perché gli economisti sono la specie più cieca ai Cigni neri sulla faccia del nostro pianeta.

€ 14,00 | pp. 150

Traduzione di Libero Sosio

Nassim Nicholas Taleb (1960) è un filosofo, matematico e ope-ratore di borsa. Insegna alla Tandon School of Engineering di New York. Il Cigno nero, pubblicato dal Saggiatore nel 2009, è un best seller internazionale, inserito dal Sunday Times tra i libri che hanno cambiato il mondo. Con il Saggiatore Taleb ha pubblicato anche Giocati dal caso, Il letto di Procuste, Antifragile e Rischiare grosso.

In libreria dal 14 maggio