maggio 20 10 anno 10° numero 4 pagina 1 - diocesi di como · signore è su di me del m° frisina,...
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MAGGIO 20 10 Anno 10° Numero 4 pagina 1 “L’eco della comunità parrocchiale di S.Giacomo Apostolo in Calvizzano - NA IL RICAVATO DELLA RACCOLTA SARA’ INTERAMENTE DEVOLUTO IN BENEFICENZA
N ella quarta domenica di Pasqua, domenica del
buon Pastore, di questo anno sacerdotale, il nostro
cardinale arcivescovo, ha elevato all’ordine del Presbi-
terato sette diaconi della e per la Chiesa di
Napoli:
Don Pietro Amoroso
Don Enrico Assini
Don Giuseppe Cacciapuoti
Don Gerardo Lucignano
Don Francesco Rinaldi
Don Rosario Moxedano
Don Pietro Napolano
questi ultimi due della nostra comunità.
La celebrazione ha avuto inizio col canto: lo Spirito del
Signore è su di me del m° Frisina, invocazione allo Spi-
rito Santo perché doni e mantenga vivi nei nuovi ordi-
nati i suoi Santi sette Doni.
Dopo la liturgia della Parola e la chiamata da parte del
Rettore del seminario con l’indicazione della loro ido-
neità all’ufficio, e l’omelia nella quale il Cardinale ha
presentato Cristo buon Pastore e modello di ogni pasto-
re, è stato chiesto agli ordinandi 1 -se volessero eserci-
tare per tutta la vita il ministero sacerdotale, 2- se voles-
volessero adempiere degna-
mente e sapientemente il mini-
ste-ministero della Parola, 3 -se
volessero celebrare con devo-
zione e fedeltà i misteri di Cri-
sto(specialmente il sacrificio
Eucaristico e la riconciliazione)
gli ordinandi hanno risposto:
“Sì, con l’aiuto di Dio lo vo-
glio”. il vescovo ha poi chiesto:
“prometti a me e ai miei suc-
cessori filiale rispetto e obbe-
dienza?” e gli ordinandi hanno
risposto: “Sì, lo prometto”.
A questo punto gli ordinandi si
sono prostrat i e tut ta
l’assemblea ha invocato
l’intercessione dei santi ed ha
rivolto al Signore particolari suppliche per loro.
Il momento centrale e magico, oserei dire, è stato
quello dell’imposizione delle mani da parte del Ve-
scovo, nel più assoluto silenzio e raccoglimento, sul
capo di ciascuno degli ordinandi, e poi al canto del
“Veni, Creator Spiritus,” l’accoglienza nel Presbite-
rio con l’imposizione della mani da parte di tutti i
sacerdoti presenti.
La preghiera di consacrazione recitata e cantata dal
Celebrante, ha sancito per sempre l’Ordinazione:
Dona, Padre onnipotente, a questi tuoi figli la digni-
tà del presbiterato, Rinnova in loro l’effusione del
tuo Spirito di Santità; adempiano fedelmente, o Si-
gnore, il ministero del secondo grado sacerdotale da
te ricevuto e con il loro esempio guidino tutti ad
un’integra condotta di vita. Siano degni cooperatori
dell’ordine episcopale….
siano insieme con noi fedeli dispensatori dei tuoi
misteri……siano uniti a noi, o Signore,
nell’implorare la tua misericordia.
Al termine di questa preghiera, il Rettore del semi-
nario don Antonio Serra ha annunciato al popolo:
“La Chiesa di Napoli ha sette nuovi sacerdoti.” e
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qui è scrosciato un forte e incontenibile applauso che
significava lode e ringraziamento al Signore per le me-
raviglie che sempre opera nella e per mezzo della Chie-
sa.
Il Vescovo ha poi rivestito i diaconi alla maniera sacer-
dotale: la stola, segno della potestà sacerdotale, che da
diaconi poggiava sulla spalla sinistra soltanto, viene
fatta poggiare su ambedue le spalle, e fatta scendere
davanti al petto. La Casula, segno della Carità, ha poi
rivestito tutta la persona. Così vestiti i novelli sacerdoti
si sono presentati di nuovo al Vescovo che ha loro unto
le mani col sacro Crisma dicendo: Il Signore Gesù Cri-
sto, che il Padre ha consacrato in Spirito Santo e po-
tenza, ti custodisca per la santificazione del suo popolo
e per l’offerta del sacrificio; ha consegnato poi a cia-
scuno la patena col pane e il calice col vino dicendo:
ricevi le offerte del popolo santo per il sacrificio euca-
ristico. Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che ce-
lebrerai, conforma la tua vita al mistero della Croce di
Cristo Signore.
Con questo segno si concludeva il rito
dell’Ordinazione, ma quelle parole fecero scattare in
me il ricordo della mia ordinazione, avvenuta quaranta-
cinque anni fa, e mi tornarono alla mente le stesse paro-
le che il vescovo in latino, allora, ci rivolse: agnoscite
quod agitis, imitamini quod tractatis: rendetevi conto
di quello che fate, trasferite nella vostra vita quello che
celebrate;
e che cosa celebriamo? Il Mistero del Cristo morto e
risorto che Gesù ci ha consegnato nel segno del Pane e
del Vino. Cristo è, nell’Eucaristia, vittima. altare e sa-
cerdote. il sacerdote deve incarnare il Cristo totale.
A Pietro e a Rosario auguro che ripensando ai segni e
alle parole del rito vivano la loro vita sacerdotale in
conformità a Cristo unico e sommo Sacerdote che si
degna partecipare ad alcuni uomini da Lui scelti il suo
sacerdozio; e a tutti i fedeli, soprattutto a quelli che
hanno partecipato alla celebrazione di Ordinazione,
chiedo di pregare il Padrone della Messe, perché si de-
gni mandare operai per la sua Vigna.
Il Parroco
zio, in una chiesa al buio, con il rito del lucernario
e la benedizione del nuovo fuoco con il quale è sta-
to acceso il cero, la cui fiamma, durante la proces-
sione verso l’altare, i fedeli , facendosi portatori di
luce, l’hanno passata alle candele e la chiesa, sug-
gestivamente, si è rischiarata dalle tenebre. La cele-
brazione della prima parte continuava con la posa e
l’incisione del cero e il canto del preconio
(proclamato da don Ciro).
La seconda parte proseguiva con la liturgia della
parola che prevedeva nove letture (sette dall'Antico e
due (Epistola e Vangelo) dal Nuovo Testamento) la
creazione del mondo, la fede di Abramo nel sacrifi-
co di Isacco, la liberazione del popolo d’Israele dalla
schiavitù d’Egitto proseguendo con i profeti Isaia ,
Baruc e Ezechiele, l’Epistola con la quale S. Paolo
che ci parla della nostra nuova vita in Cristo risorto
acquisita mediante il battesimo e infine il Vangelo di
Luca che narra dell'apparizione degli angeli alle
donne la mattina di Pasqua.
A seguire la terza parte con la liturgia battesima-
le, la benedizione dell’acqua della fonte battesimale
nella quale è stato immerso per tre volte il cero pa-
squale. Dopo che i presenti sono stati aspersi con
l’acqua benedetta, attinta dalla fonte, sono stati ce-
lebrati quattro battesimi per immersione al termine
dei quali, tutti, stando in piedi e con in mano la can-
dela accesa, hanno rinnovano le promesse battesi-
mali. La celebrazione è proseguita con l’Eucaristia,
sacramento per eccellenza della Pasqua, che acquista
in questa notte un significato e una intensità maggio-
ri. La funzione liturgica si è conclusa con il suono
delle campane a festa che annunciavano la Resurre-
zione del Signore nostro Gesù Cristo.
la redazione
L a solenne veglia pasquale del sabato santo (madre
di tutte le veglie, come dice sant' Agostino) è un
«memoriale» non un «ricordo» (dalla omelia del par-
roco) della passione, morte e risurrezione del Signore,
rivissuta come evento di cui siamo testimoni partecipi e
beneficiari. La prima parte della veglia ha avuto ini-
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SAN PANCRAZIO (il Santo giovinetto)
N acque da nobile famiglia romana verso la fine
dell'anno 289 d.C. a Sinnada, cittadina della Frigia
nella provincia consolare romana dell'Asia Minore. La
madre Ciriada morì di parto e il padre Cleonia lo lasciò
orfano quando Pancrazio aveva appena 8 anni. Sicché lo
zio Dionisio ne curò l'educazione e l'amministrazione
dei beni. Poi, entrambi rientrarono a Roma dove abita-
rono nella loro villa patrizia al Monte Celio. Era frattan-
to tragicamente iniziata, verso l'anno 300 d.C., l'atroce
persecuzione dei Cristiani, voluta dall'imperatore Diocle-
ziano e che fu la più spietata di tutte le precedenti. Diri-
geva in quel periodo la comunità cristiana Papa Marcelli-
no, secondo la fonte dei Padri Carmelitani custodi della
Basilica di Papa Cornelio o Cajo. Dunque, San Marcelli-
no Papa, rifugiatosi sul Celio per tentar di sfuggire,
nell'interesse della santa sua missione, alla cattura da par-
te dei carnefici di Diocleziano, incontrò Zio Dionisio ed
il nipote Pancrazio (all'età di appena 14 anni). Entrambi
furono ammaliati dal carisma di santità del pontefice e
gli chiesero di essere iniziati alla fede cristiana. E fu così
che la scoperta di Dio e di Cristo esaltò a tal punto il
cuore del giovane e dello zio, da chiedere in brevissimo
lasso di tempo il Battesimo e l'Eucarestia. E fu lo stesso
Pontefice ad amministrare ai due nobili i sacramenti del-
la Fede e della Grazia! Si giunse così all'anno 303
quando il terrore della persecuzione partita dalle pro-
vince dell'Impero Romano, nel vano intento di salva-
guardare il paganesimo, infine giunse anche a Roma.
Frattanto, Pancrazio divenne, per ispirazione dello
Spirito Santo, attivo propagatore di fede cristiana.
Moltissimi furono i pagani, indotti dalle ardenti pero-
razioni di Pancrazio, a discendere nelle Catacombe di
porta Aurelia per partecipare al rito della Santa Mes-
sa. Ma l'imperatore Diocleziano, venutone a cono-
scenza, convocò il giovinetto a Palazzo Palatino per
interrogarlo personalmente in quanto nobile patrizio
romano e, quindi, per provvedere a giudicarlo. Pan-
crazio fu chiamato così a sacrificare ed esprimere la
sua fedeltà all'imperatore. Dell'interrogatorio e della
condanna giunge a noi notizia da parte di quel magni-
fico predicatore e cultore di Storia della Chiesa che fu
il Padre domenicano Jacopo da Varagine (1230-1
298), ottavo vescovo di Genova. Egli nella
"LEGENDA AUREA" così ricostruisce il dialogo -
invero tragico - tra l'imperatore Diocleziano e Pancra-
zio: "Tu sei giovane, lascia dunque perdere e ti consi-
dererò come uno dei miei figli, dei quali sei amico!".
Quindi, lo invitò per due volte a sacrificare agli dei
(egli si riteneva la reincarnazione del divino Giove!).
Ma per due volte, Pancrazio fermamente negò escla-
mando: "Benché io sia ancora un ragazzo di 14 anni,
tuttavia il cuore che ho in petto è come quello di un
uomo! Per noi cristiani - grazie al Nostro Signore Ge-
sù il Cristo - la vostra prepotenza non spaventa pro-
prio e mi stupisce che i tuoi immaginari dei vengano
adorati!". L'imperatore, interdetto e moralmente bat-
tuto, ordinò, infuriato, l'immediata esecuzione per
decollazione del giovane Pancrazio. Un antico mano-
scritto, conservato nella Basilica a lui consacrata a
Porta Aurelia in Roma, ci riporta che "Diocleziano fu
colpito dall'avvenenza e dalla bellezza di Lui e si ado-
però, con promesse e minacce, per fargli abbandona-
re la fede in Gesù Cristo". Condotto dal Palatino a
Porta Aurelia, mentre il sole era al tramonto in quella
sera del 12 maggio 304 dell'Era Cristiana, Pancrazio
veniva decollato dall'esitante carnefice, con ciò resti-
tuendo la propria vita a Dio! L'illustre matrona OT-
TAVILLA, che assistette all'esecuzione, fece racco-
gliere dai propri schiavi il capo e il corpo del povero
Pancrazio. Untili di balsami ed avvolti in preziosi lini,
li fece deporre in un nuovo sepolcro nelle ivi esistenti
Catacombe, scavate sotto i terreni di sua proprietà.
Proprio all'ingresso delle quali - fra il terzo ed il quar-
to pilastro - si legge: "HIC DECOLLATUS FUIT
SANCTU PANCRATIUS". Basilica dove in argentea
preziosa teca se ne conserva il capo, mentre il resto
del corpo giace nell'urna di porfido sotto l'Altar Mag-
giore. Fu nel 1966 che S.S. Paolo VI dispose la ricon-
segna delle reliquie dal Laterano alla Basilica di Porta
Aurelia. Tale fu l'impressione che suscitò il martirio
di Pancrazio, sia nei cristiani che negli stessi pagani,
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che non fu certo questo un tragico evento dimenticato!
La devozione al Santo così crebbe tanto da superare
quelle di altri martiri ivi sacrificati, come San Felice Pa-
pa, San Calepodio, Santa Sofia, ecc.! Sicché, già dal VI
secolo - Era Cristiana - luoghi del martirio a Lui furono
intitolati, come le Catacombe, la Basilica, il Convento e
la Porta Aurelia, che divenne invece Porta S. Pancrazio.
I neofiti accorrevano alla tomba del Santo per giurare
fedeltà a Cristo ed alla Chiesa. Egli divenne così il Patro-
no delle promesse e del giuramento "VALDE IN PER-
JURIS ULTOR!". Questo, fu il suo motto di vindice de-
gli spergiuri! Divenne nel Medioevo uno dei Patroni di
Roma, protettore degli innocenti e dei neofiti che, nella
Domenica in Albis, si recavano nella Basilica di Porta
San Pancrazio per rinnovare processionalmente i voti
battesimali! Ancor oggi si celebra la Stazione quaresima-
le, con grande afflusso di fedeli. In tutto il mondo, esisto-
no molte Chiese dedicate a Pancrazio. Da Tonno
(Santuario di Pianella), a Leida, a Dusseldorf, da Treviri
a Bergen, da Gand a Nizza, da Londra al Santuario di
Albano nel Lazio, Campoli nell'Appennino, Verona
(quartiere S.P.), a San Pancrazio Salentino, e persino in
Ecuador il Santo è venerato!
tratto dal sito
www.associazioneculturalesantamariadelponte.it
G rande gioia per tutti i commensali che hanno par-
tecipato al pranzo di “Accoglienza e Solidarie-
tà”. Il pranzo si è svolto nella Sala Teatro della Parroc-
chia, il 18 Aprile. Numerosi giovani dell’Africa, come
il Ghana, la Nigeria e la Guinea sono intervenuti, por-
tando tanta allegria che ha contagiato tutti i partecipan-
ti, giovani e anziani. Come sempre tanti fratelli della
comunità hanno offerto la loro collaborazione, sia nel
preparare le pietanze che nel servire a tavola. La
Ditta S. M. R. che si occupa della Ristorazione qui
a Calvizzano ha offerto come sempre pennette al
ragù per tutti, ma non sono mancati altri primi co-
me maccheroni al forno e lasagne, il tutto vera-
mente squisito! Anche altri fratelli sensibili a que-
sta iniziativa, si sono adoperati con qualche piccola
offerta per comprare bibite e varie. Alcune mamme
hanno cucinato pollo, polpettoni e salsicce, altri
hanno donato il vino, il pane, la frutta e i dolciumi
che hanno arricchito la tavola rendendola ancora
più festosa. Il pranzo di Solidarietà ha avuto inizio
undici anni fa, quando alcune mamme dei bambini
che partecipavano alla catechesi dei fanciulli e che
a loro volta partecipavano agli incontri con i geni-
tori, ascoltando il tema dell’incontro proposto dal
Parroco, “ l’Accoglienza allo straniero” fece na-
scere il desiderio di organizzare per loro un pranzo,
per accogliere gli extracomunitari che lavoravano a
Calvizzano. In seguito si sono uniti a loro anche gli
anziani e tutti quelli che avvertono il desiderio di
condividere un giorno di festa e di comunione fra-
terna. Accoglierli, ascoltarli per capire i loro pro-
blemi e aiutarli per quanto ci è possibile, questo è il
nostro obbiettivo, non farli sentire soli . Al pranzo
ha partecipato il nostro caro Don Ciro, con il quale
hanno dialogato, scherzato e fatto tante foto che sia-
mo certi invieranno ai loro familiari. Insieme si è
cantato, ballato ma soprattutto condiviso la stessa
mensa. Ho pianto di gioia nel vederli felici, farli sen-
tire un po’ a casa propria e il calore della famiglia
che a loro manca tanto , (quando c’è, e sono ancora
in vita) questo ci dà tanta forza e gioia per continua-
re in quella che noi siamo certi è opera del Signore .
Attualmente in parrocchia per aiutarli
nell’integrazione nel nostro Paese, si svolge un cor-
so di lingua italiana per gli extracomunitari, a cui
stanno partecipando con interesse alcuni ragazzi.
“Alla prossima”, così ci siamo salutati. Grazie Si-
gnore per tutti quelli che hanno collaborato e grazie
per esserti reso visibile attraverso questi fratelli,
dandoci come sempre la possibilità di servire Te in
ognuno di loro.
Elena Fusco
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PROGRAMMA Venerdì 7 maggio Ore 6,00 Ritrovo e partenza per Assisi
Ore 12,00 Arrivo ad Assisi e visita alla Porziuncola
Ore 13,00
Sistemazione in albergo “Villa Verde” pranzo e breve riposo Ore 16,00 S.Messa nella Basilica di Santa Chiara e preghiera al Crocifisso Passeggiata per le strade di Assisi
Ore 18,00 Visita alla Basilica di San Francesco e preghiera sulla Tomba
Ore 20,00 Cena, tempo libero e riposo
Sabato 8 maggio
Ore 7,00 Partenza da Genova
Ore 12,30 Arrivo e pranzo con colazione a sacco
Ore 14,30 Visita all’acquario di Genova
Ore 16,00 S.Messa nella Cattedrale di Genova
e
visita
Ore 17,00 Partenza per Torino
Ore 19,30 Arrivo e sistemazione in albergo
Ore 20,15 Cena, tempo libero e riposo
Domenica 9 maggio Ore 7,00 Partenza per il Duomo di Torino
Ore 8,00 Ingresso per la visita Sacra Sindone
Ore 11,00 S. Messa nella Chiesa di Maria SS.
Ausiliatrice (tomba di don Bosco e
S. Domenico Savio) ritorno in alber-
go
Ore 13,00 Pranzo
Ore 14,30 Partenza per Napoli (viaggio diretto,
con soste in autogrill)
Ore 20,00 Cena con colazione a sacco in
autogrill
MAGGIO 2010 “Il Roveto Ardente “ Anno 10° Numero 4 pagina 6
8-11 aprile… XVIII Esperienza
Gesù il Cristo Destinazione: Visciano.
S iamo partiti circa 100 ragazzi con curiosità ed o-biettivi diversi: c’è chi era alla ricerca di Dio, chi in
cerca di conferme, chi voleva meditare sul rapporto Ge-sù – uomo , chi su quello Gesù – felicità ecc…ma in fon-do tutti uniti da un grande dono, che ha bisogno di es-sere coltivato: la fede. Sembrano essere volati quei 4 meravigliosi giorni dove ci siamo presentati, conosciuti, cantato, riso, scherzato e pianto insieme durante i mo-menti forti di preghiera che ci hanno uniti e commossi sia quando abbiamo ascoltato le storie di vita di alcuni ragazzi che la fede ha stravolto, sia quando abbiamo ricevuto le lettere dei nostri amici, di chi magari non conosciamo bene e non ci aspettavamo di ricevere. Ecco subito, evidente più che mai, un’ altro dono di Dio: la fratellanza. Sarebbe bello poter approfittare di questo momento per raccontarvi in dettaglio quello che abbia-mo vissuto, ma sapete che non si può! E allora? Che di-re? Vivere! Vivere a pieno questa Esperienza. L’ espe-rienza ti migliora, ti rende felice, gioioso, tranquillo, sereno, ti rende invulnerabile innanzi al pregiudizio, ti aiuta a guardare il mondo con gli occhi dell’ amore, con gli occhi di Dio, ti rende consapevole del fatto che Gesù esiste ed è sempre dentro di noi. È l’ Amico che tutti desiderano,è sempre presente: nei momenti di gioia è lì a condividerla con noi, nei momenti di difficoltà è con noi e ci tiene in braccio per proteggerci dal dolore, per consolarci da esso. È l’ Amico che preferisce ascoltare piuttosto che parlare… insomma è l’ Amico perfetto. Una frase che mi è rimasta nel cuore è: “ per chi non crede, nessuna prova è sufficiente per confermare l’ esi-stenza di Dio, per chi crede, nessuna prova è necessa-ria”. Io oggi posso gridare a gran voce che non ho più bisogno di prove per confermare l’ esistenza di Dio per-ché Lui c’è ed è dentro di me,dentro ognuno di noi che in quei giorni abbiamo vissuto di Lui. Possiamo gridare che Gesù non è morto, ma è veramente risorto e siamo pronti a testimoniarlo. Colgo questa occasione (parlo a nome di tutti gli amici della 18esima) per ringraziare i sacerdoti, l’ equipe, tutti coloro che ci hanno preso per mano e guidato in questo cammino che non si conclude con l’ Esperienza, ma comincia proprio da qui.
LE GUIDE SPIRITUALI CHE CI HANNO AC-
COMPAGNATO : Don Giuseppe Tufo, Don Ciro
Tufo, Don Alessio Mallardo, Don Giovanni Tammaro e
Don Francesco Cerqua .
Flora Tammaro
L a compagnia teatrale “I FIGLI DI….. in colla-
borazione con l’associazione culturale
“ARTETECA” presenta la commedia in tre atti
scritta dal regista Nando Ludione, meglio conosciuto
in parrocchia come accolito,
“CU E’ IMBROGLI NUN SE CAMPA ONE-
STAMENTE”. Nel cast vi sono persone già note al
nostro pubblico per aver interpretato altre commedie
in parrocchia e attori emergenti che per la prima vol-
ta calcano le scene. Tra gli attori conosciuti alla no-
stra comunità abbiamo Lino Trematerra, che inter-
preta il ruolo del protagonista, Carmela Trapani nel
ruolo della moglie, Silvia Ludione nel ruolo della
figlia, Enzo Formisano, Fabio Suozzo, Salvatore
Sarracino, Antonino Lombardo, Marina Scarola,
Maicol Vollero, Tullio Ludione, Silvana Busatto,
Luisa Caiazzo. Tra i nuovi abbiamo Maria Marchel-
lo, Martina Caliendo, Ylenia Magliolia, Emanuela
Varriale, Marta Chianese, Francesco Pagano, Cristo-
faro Sabatino e Stefania Delle Donne, già conosciuta
al nostro gentile pubblico come suggeritrice della
compagnia teatrale “IL PALCOSCENICO”.
La commedia si terrà i giorni 2 -9 e 16 maggio
alle ore 20,00 nella sala teatro della nostra parroc-
chia e i biglietti sono in vendita presso il nostro
cast. Non ci resta che invitare la nostra comunità a
vedere lo spettacolo per due ore di puro divertimen-
to.
-Stefania Delle Donne -
O gni mercoledì sera alle ore 20,00 si riuni-
sce un neo gruppo di giovani per un cam-
mino di fede autentico con Gesù il Cristo. Il
gruppo è condotto dai coniugi Di Gioia Angelo
(cardiologo), dalla moglie Katia e coadiuvati
da Rosa Franzese. Aspettiamo tutti i giovani
che intendono vivere momenti di gioia con
Gesù.
L unedì 3 maggio alle ore 19,00 la Comunità,
tutta, è invitata a partecipare alla S. Mes-
sa in parrocchia in occasione del 1° anniversa-
rio di sacerdozio di don Ciro Tufo, a seguire fe-
steggeremo Don Pietro e Don Rosario, “PRETI
NOVELLI” presso la VILLA HOLIDAY. La Co-
munità ringrazia l’Amministrazione comunale
che ha organizzato e offerto il gioioso ricevi-
mento.
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SALATIELLO Irene - MUCCIO Francesca Pia
RUSSO Giulia - FERRILLO Vittoria Brigida
LUISE Margherita - ZAPPARELLA Pietro Pio
CHIANESE Daniele - GASPAROTTI Fatima
RUSSO Angela Maria Francesca
Congratulazioni alle mamme e ai papà
ROSSI Gennaro - MINCIONE Antonio
SELVO Gennaro - SARRACINO Giuseppe
ARROSSITO Vittoria - NAPOLANO Margherita
AFFUSO Maddalena - BRESCIA Antonio
L’angolo della golosità
I n questo mese ricorre la festa della mamma, allora,
ho pensato di rivolgermi ai giovani, ai figli, affinchè
in allegria preparino loro questa ricetta semplice, ma di
sicuro gradimento, che offriranno alle loro mamme co-
me messaggio “ dolce - d’amore:
¨ Torta di mele per la mamma
¨ Ingredienti per quattro persone:
700 gr di mele -3 uova -70 gr. di burro – 300 gr. di fari-
na – 250 gr. di zucchero – 1 limone – 1 bustina di lievi-
to per dolci – 1 bicchiere di latte.
Preparazione e cottura:
Sbucciare e affettare le mele e irrorarle con il succo di
un limone. Nel frattempo montare gli albumi a neve e
a parte sbattere i tuorli con lo zucchero. Unire i due
composti e amalgamare delicatamente. Aggiungere la
farina a pioggia e il burro ammorbidito. Versare un bic-
chiere di latte e infine il lievito ben setacciato. Mescola-
re fino a che l’impasto appare liscio e omogeneo, quin-
di incorporare le mele. Versare il composto in una tor-
tiera del diametro di ventisei cm. Imburrata e cosparsa
di zucchero. Ricoprire il tutto con delle fettine di mela e
qualche ricciolo di burro. Cuocere in forno preriscalda-
to per trenta minuti a 180° C. Lasciare raffreddare pri-
ma di servire.
“Auguri a tutte le mamme!”
Il matrimonio rappresenta un momento fondamenta-
le di una storia iniziata da qualche tempo e destinata
a continuare nel tempo
PETRILLO Rosario - GRIECO Carmen
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CALENDARIO LITURGICO PARROCCHIALE MAGGIO 2010
Domenica e Festivi
Feriali
1S S. Giuseppe lavoratore (mf) P
2D V DI PASQUA I
3L Celebrazione primo anniversario sacerdozio DON CIRO TUFO ore 19,00 P
4M S. Antonina - S. Floriano
5M S. Gottardo - B. Nunzio Sulplizio
6G S.Pietro Nolasco - B. anna Rosa Gattorno
7V S. Domitilla - S. Rosa Venerini
8S Beata Maria Vergine di Pompei
9D VI DI PASQUA II
10L S. Gordiano - S. Cataldo
11M S. Ignazio da Laconi - S. Gualterio
12M SAN PANCRAZIO -SANTO DEL MESE -
13G B.Maria Vergine di Fatima (mf)
14V S. Mattia apostolo
15S S. Severino delle Marche
16D VII DI PASQUA ASCENSIONE (s) P
17L S. Pasquale Baylon - B. Giulia Salzano III
18M S. Giovanni (mf)
19M S. Pietro Celestino V°
20G S. Bernardino da Siena (mf)
21V San Cristoforo Magno (mf)
22S S. Rita da Cascia (mf)
23D PENTECOSTE P
24L Madonna Ausiliatrice 8° sett. T.O. IV
25M S. Beda (mf) - S. Gregorio VII (mf)
26M S. Filippo Neri (m)
27G S. Agostino di Canterbury
28V S. Germano
29S Santa Orsola (Giulia)
3OD SS. TRINITA’ (s) 9° sett. T.O. P
31L Visitazione B.V. Maria (f)
Il giornalino parrocchiale è stato realizzato dalla reda-zione parrocchiale: Don Lui-gi, Elena Fusco, Ciro Micil-lo, Liborio Ferrillo, S. Delle Donne, in collaborazione con tutti gli autori degli ar-
ticoli.
( in Parrocchia)
Ore: 7,30 - 9,00 10,30 - 12,00
(Vespertina)
Ore: 18,00
( in Parrocchia)
Ore: 9,00 - 18,00