magazine abbonati! 12 execution plan (bep), addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli...

41
In attesa dello svolgimento del 62° Congresso degli Ordini degli Ingegneri, pre- visto a Perugia e Assisi dal 28 al 30 giugno, INGENIO ha intervistato il Presi- dente del CNI, Armando Zambrano, per conoscere quelle che saranno le sfide che la categoria degli ingegneri dovrà affrontare nei prossimi anni e come il CNI potrà supportarli. Cinque le tematiche su cui si dibatterà: Formazione per la professione tra criticità e opportunità; Politiche di prevenzione del rischio: cultu- ra, normativa, formazione, sussidiarietà; Responsabilità e nuovo protagonismo dei professionisti nella società del rischio e dell’incertezza; Una nuova visione dell’organizzazione professionale: rischi e opportunità; Ordini professionali 2.0: la sfida dei profili professionali e delle attività non riservate. >>> Sismabonus Guida pratica e FAQ ufficiali del MIT Poste Italiane S.p.A.- Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, CN/BO • ISSN 2307-8928 magazine a pagina 6 Verso il 62° Congresso degli Ordini degli Ingegneri Intervista ad Armando Zambrano Aggiornamento professionale & deducibilità www.ingenio-web.it Informazione tecnica e progettuale 2017 giugno .it CORSI STRAUS7 A TEMA - 05/06/07 2017 TEMI DEL MESE DI GIUGNO PUSHOVER - VETRO STRUTTURALE - SCAFFALATURE TEMI DEL MESE DI LUGLIO VERIFICHE A FATICA - LEGNO STRUTTURALE 75 ORDINI ABBONATI! Principali vantaggi offerti dall’utilizzo di file IFC nell’interoperabilità BIM BIM #53 Stai troppo tempo a progettare? Significa che non sei efficiente Andrea Dari Editore INGENIO “Qui avere una fami- glia è considerata una scelta positiva. Se passi troppo tempo in ufficio pensano che tu non sia in grado di concludere il lavoro nel tempo stabilito”. È quanto ha afferma- to l’ing. Arianna Mino- retti, Senior Engineer italiana che in Norve- gia si sta occupando a Trondheim della co- struzione ... >>> a pagina 4 È online, sul portale del MIT, la speciale sezione dedicata al Sismabonus denomi- nata “Casa Sicura”; una sorta di ‘mappa’ per la nuova agevolazione fiscale dedica- ta agli interventi edilizi antisismici relativi a prime e seconde case, ad attività produtti- ve e parti comuni condominiali situati nelle zone sismiche 1, 2 e 3. >>> Abusi edilizi: sanzione pecuniaria e non demolizione. Ecco quando EDILIZIA a pagina 8 a pagina 11 Il nuovo Jobs Act prevede la pie- na deducibilità delle spese per la partecipazione a convegni, con- gressi e simili o a corsi di aggior- namento professionale, incluse quelle di viaggio e soggiorno, seppur entro il limite annuale di 10mila €. >>>

Upload: others

Post on 11-Jul-2020

2 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

In attesa dello svolgimento del 62° Congresso degli Ordini degli Ingegneri, pre-visto a Perugia e Assisi dal 28 al 30 giugno, INGENIO ha intervistato il Presi-dente del CNI, Armando Zambrano, per conoscere quelle che saranno le sfide che la categoria degli ingegneri dovrà affrontare nei prossimi anni e come il CNI potrà supportarli. Cinque le tematiche su cui si dibatterà: Formazione per la professione tra criticità e opportunità; Politiche di prevenzione del rischio: cultu-ra, normativa, formazione, sussidiarietà; Responsabilità e nuovo protagonismo dei professionisti nella società del rischio e dell’incertezza; Una nuova visione dell’organizzazione professionale: rischi e opportunità; Ordini professionali 2.0: la sfida dei profili professionali e delle attività non riservate. >>>

SismabonusGuida pratica e FAQ ufficiali del MIT

Poste

Italia

ne S

.p.A

.- Sp

edizi

one i

n Abb

onam

ento

Posta

le - D

.L.35

3/200

3 (co

nv. in

L.27

/02/20

04 n.

46) a

rt.1,

comm

a 1, C

N/BO

• IS

SN 23

07-8

928

mag

azin

e

a pagina 6

Verso il 62° Congresso degli Ordini degli IngegneriIntervista ad Armando Zambrano

Aggiornamento professionale & deducibilità

www.ingenio-web.it

Informazione tecnica e progettuale

2017giugno .it

CORSI STRAUS7 A TEMA - 05/06/07 2017TEMI DEL MESE DI GIUGNO

PUSHOVER - VETRO STRUTTURALE - SCAFFALATURETEMI DEL MESE DI LUGLIO

VERIFICHE A FATICA - LEGNO STRUTTURALE

75ORDINI ABBONATI!

Principali vantaggi offerti dall’utilizzo di file IFC nell’interoperabilità BIM

BIM

#53

Stai troppo tempo a progettare? Significa che non sei efficienteAndrea Dari Editore INGENIO

“Qui avere una fami-glia è considerata una scelta positiva. Se passi troppo tempo in ufficio pensano che tu non sia in grado di concludere il lavoro nel tempo stabilito”. È quanto ha afferma-to l’ing. Arianna Mino-retti, Senior Engineer italiana che in Norve-gia si sta occupando a Trondheim della co-struzione ... >>>

a pagina 4

È online, sul portale del MIT, la speciale sezione dedicata al Sismabonus denomi-nata “Casa Sicura”; una sorta di ‘mappa’ per la nuova agevolazione fiscale dedica-ta agli interventi edilizi antisismici relativi a prime e seconde case, ad attività produtti-ve e parti comuni condominiali situati nelle zone sismiche 1, 2 e 3. >>>

Abusi edilizi: sanzione pecuniaria e non demolizione. Ecco quando

EDILIZIA

a pagina 8 a pagina 11

Il nuovo Jobs Act prevede la pie-na deducibilità delle spese per la partecipazione a convegni, con-gressi e simili o a corsi di aggior-namento professionale, incluse quelle di viaggio e soggiorno, seppur entro il limite annuale di 10mila €. >>>

Page 2: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

#Efficienza_Energetica

n.53_giu.2017_pag.2

#In_Questo_Numero

Editoriale4 Stai troppo tempo a progettare?

Significa che non sei efficientePrimo Piano6 Verso il 62° Congresso degli Ordini degli Ingegneri: intervista ad Armando Zambrano7 L’Umbria ospita il 62° Congresso

CNI: ne parliamo con l’ing. Roberto Baliani, Presidente dell’Ordine di Perugia8 Sismabonus e Casa Sicura: ecco guida pratica e FAQ ufficiali

del MIT

Le Rubriche Professione11 Aggiornamento professionale: col Jobs Act Autonomi la deduzione è al 100%12 Addio studi di settore: arrivano gli indici di affidabilità

fiscale

Sismica18 Adeguamento statico, sismico

e funzionale di ponti esistenti: alcuni casi studio di ponti in c.a., acciaio e muratura

19 A settembre la SISMICA si da appuntamento a PISTOIA:

ecco i programmi

Edilizia24 Ristrutturazione edilizia con demolizione e ricostruzione: vincolo di sagoma non obbligatorio26 Segnalazione certificata per l’agibilità: basta la SCIA del tecnico

Efficienza Energetica32 La scelta dei pannelli radianti a soffitto in un edificio a uffici34 La regolazione dei sistemi radianti a bassa differenza di temperatura

BIM38 Principali vantaggi offerti dall’utilizzo di file IFC nell’interoperabilità BIM40 Employer Information Requirements (EIR) e BIM Execution Plan (BEP), quanta confusione!

Innovazione 42 Stampa 3D in edilizia, la nuova

sfida nell’era della digitalizzazione

Costruire in Acciaio44 Salt Lake City Public Safety Building: quando l’architettura si incontra con l’antisismica46 Creative Cluster: con un approccio vintage l’acciaio rinnova il fascino dell’antico connubio ferro-ghisa

Costruire in Calcestruzzo48 Monitoraggio e controllo di strutture in c.a. di nuova realizzazione. Un caso studio con l’utilizzo della fibra ottica50 Una inusuale casa in cemento tra le agresti colline della Slesia

Costruire con Sistemi Misti54 Travi Composte Acciaio-Calcestruzzo del tipo

Slim Floor

Costruire in Laterizio56 Architetture in laterizio: la Cantina Antinori San Casciano

Val di Pesa

Geotecnica57 Le moderne tecniche di telerilevamento nel monitoraggio geotecnico

Sicurezza60 Protezione al fuoco di volte murarie a botte protette

con sistemi di protezione passiva61 L’Analisi CFD quale contributo

nello sviluppo dell’ingegneria nel settore della sicurezza

Urbanistica62 Ingegneri, territorio, ambiente

64 Approfondimento: Acqua & Superfici

Approfondimento: Acqua & SuperficiIndagine sul complesso e contradditorio rapporto tra Acqua e Superfici nei manufatti edilizi e nelle pavimentazioni. L’Acqua può infatti rappresentare il nemico da contrastare con idonee ed adeguate barriere impermeabili e allo stesso tempo un bene prezioso da preservare grazie all’aiuto di pavimentazioni drenanti e permeabili. Nel Focus si affronta l’analisi dei vari sistemi impermeabilizzanti nonché le numerose soluzioni per pavimentazioni esterne. >>>

TRAVILOG TITANIUM 5

2

Ora puoi provarlo GRATIScon il nuovo VideoTUTORIAL

provalo su www.travilog.it

Mapei Steel

SISMABONUS

RINFORZA CON

RESISTENZA ALLA CORROSIONE

DISPONIBILI IN DIVERSI DIAMETRI E LUNGHEZZE

RAPIDA EFACILE APPLICAZIONE

PER TUTTI I TIPI DI MURATURA

Page 3: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.4

#Primo_Piano

20 %di riduzionedel peso dovuto all’acciaio *

21 %di riduzione del potenziale di riscaldamento globale (GWP) *

10 %di aumento dell’ef� cienza del processo produttivo *

VOGLIO RIDURRE LA QUANTITÀ DI ACCIAIO MasterFiber: L’armatura di rinforzo del calcestruzzo, leggera e resistente

QUANTIFIED SUSTAINABLE BENEFITS – REDUCE YOUR FOOTPRINT AND BOOST YOUR BOTTOM LINE

Uniblok, produttore di prefabbricati di Toledo, Spagna, appartenente al gruppo Velatia, ha aumentato signi� cativamente l’ef� cienza del proprio processo di produzione di strutture prefabbricate. In che modo? Sostituendo parte dell’armatura di rinforzo in acciaio con le � bre sintetiche MasterFiber. L’inserimento di queste � bre polimeriche fornite da Master Builders Solutions permette di ridurre la quantità di acciaio, facendo risparmiare tempo ed energia nel processo produttivo.

Scoprite più da vicino questa storia di successo:

sustainability.master-builders-solutions.basf.com

BASF Construction Chemicals Italia Spa § [email protected] § www.master-builders-solutions.basf.it § T. +39 0422 429 200

* I dati forniti riguardano la parte di rinforzo e si basano su dati provenienti da uno studio congiunto realizzato con il produttore di prefabbricati Uniblok di Toledo, Spagna

#Editoriale_segue_da_pag.1

Stai troppo tempo a progettare? Significa che non sei efficienteAndrea Dari – Editore INGENIO

... del “ponte galleggiante” per ri-salire la costa occidentale e che attraversa il Bjornefjord.Nell’intervista che è apparsa lo scorso 5 giugno sul Corriere del-la Sera - e di cui suggeriamo la lettura - oltre a soffermarsi su alcune considerazioni tecniche l’ingegnere originaria di Como evidenzia come in Norvegia non ci sia un problema per la mater-nità: “per una mamma Italia e Norvegia non potrebbero essere più distanti. Qui la paternità è obbligatoria per 10 settimane. Il Datore di lavoro non trova svantaggi nell’assumere una donna”.In un momento in cui in Italia si discute molto della parità di ge-nere, delle offerte di lavoro per ingegneri a 600 euro al mese, di disoccupazione giovanile e post laurea sono parole che invitano a riflettere.Nell’era della nuvola del la-voro e delle ridefinizione dei principi che regolano la pro-fessione è giunto il momento di rimettere mano all’organiz-zazione del lavoro professio-nale. Le Società tra Professionisti hanno fallito, basta vedere lo scarso successo dei numeri che hanno ottenuto, e prose-gue nel frattempo lo scontro tra liberi professionisti e società di ingegneria. Nel frattempo l’ipocrisia frena il dibattito sul tirocinio profes-sionale, uno strumento che a parere di chi scrive è fonda-mentale per il completamento della formazione professiona-le ma che andrebbe regola-mentato per evitare fenomeni

di schiavismo giovanile o ca-poralato tecnico. Anche perché si affaccia sul no-stro paese un altro tipo di perico-lo - che purtroppo ha già le sue prime radici - quello dell’esporta-zione del lavoro tecnico nei pae-si a basso costo. Società di servizi di ingegneria che acquisiscono il lavoro in Ita-lia e poi lo fanno fare in parte da professionisti in paesi a basso costo, nel pieno disprezzo delle regole deontologiche ed etiche della nostra professione. E presto questo potrebbe avve-nire direttamente nel nostro Pa-ese, e così come succede a Forlì dove ormai non c’è più un italia-no che cuce un divano, e chi fir-ma i divani made in italy spesso li fa interamente in Italia ma con mani cinesi: così potrebbero na-scere le “BIM factory” indiane o cinesi a casa nostra in grado di realizzare una parte progettuale a costi non accettabili per chi è abituato al nostro tenore di vita e organizzazione del lavoro.Ecco perché quindi le parole dell’ing. Minoretti sono preziose per una riflessione della profes-sione, perché è necessario di-fendere non solo le tariffe orarie ma anche la qualità della vita: dobbiamo tornare ad essere pa-droni del nostro tempo. E per farlo occorre un progetto che ci porti molto distante dalla situazione di oggi.In questo processo potrà svol-gere un ruolo molto importante INARCASSA e le altre casse professionali: un gruppo di stu-dio congiunto potrebbe essere utile per fissare le basi per sal-vare il futuro della nostra profes-sione. >>>

Page 4: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.6

#Primo_Piano#Primo_Piano

Verso il 62° Congresso degli Ordini degli Ingegneri: intervista ad Armando Zambrano, Presidente CNI

In attesa dello svolgimento del 62° Congresso Na-zionale degli Ordini degli Ingegneri d’Italia, previ-sto a Perugia e Assisi dal 28 al 30 giugno prossimi, INGENIO ha intervistato il Presidente del CNI, Ar-mando Zambrano, per conoscere quelle che sa-ranno gli obiettivi le sfide e che la categoria degli ingegneri dovranno affrontare nei prossimi anni e come il CNI potrà supportare.

Cinque sono state le tematiche di dibattito nei la-vori precongressuali in preparazione della mozio-ne del Congresso e su cui si dibatterà approfondi-tamente nel corso dell’evento:• Formazione per la professione tra criticità e op-

portunità• Politiche di prevenzione del rischio: cultura, nor-

mativa, formazione, sussidiarietà• Responsabilità e nuovo protagonismo dei pro-

fessionisti nella società del rischio e dell’incer-tezza

• Una nuova visione dell’organizzazione profes-sionale: rischi e opportunità

• Ordini professionali 2.0: la sfida dei profili profes-sionali e delle attività non riservate.

Col Congresso il CNI si accinge ad aprire quindi un nuovo momento di discussione con una squadra che, come è noto, da circa sei mesi è alla guida della categoria con un nuovo mandato che durerà fino al 2021.

Quale il bilancio di questi primi sei mesi? “In questi mesi – commenta Zambrano - abbiamo costruito e ripreso un percorso basato su un pro-gramma che parte da Ingegneri Italiani, presentato nelle precedenti elezioni, ma che è stato miglio-rato, riorganizzato e in qualche modo ricostruito sulla base delle esperienze di questi cinque anni.”

La Rete. Un percorso che gli Ingegneri stanno fa-cendo anche all’interno di una rete, la Rete del-le Professioni Tecniche, con la quale condividere

GUARDA LA VIDEO INTERVISTA: https://goo.gl/1Nhk9v

temi che accumunano le varie professioni tecniche pur salvaguardando sempre l’identità e gli interes-si della categoria. “I temi che affronta la Rete sono temi trasversali, che interessano tutti i profes-sionisti tecnici – ha ribadito Zambrano - il codice degli appalti è uno di questi, il tema dei ribassi, il job- act, le tutele dei professionisti. Sono temi sui quali tutte le professioni tecniche, dopo un’attenta discussione, studio e verifiche, hanno sempre in-dividuato un punto comune. Ed è proprio questa la forza della Rete, perchè individuare un punto comune e portarlo all’esterno significa essere più convincenti e più forti.”

Tariffe. Anche sul tema delle tariffe una posizione condivisa della Rete può aiutare, ma sottolinea il Presidente – “il tema è molto più ampio e com-plesso, su cui stiamo lavorando sia con il Ministe-ro del Lavoro che con gli altri ministeri. Il tema è delicato perchè tocca interessi, pregiudizi e idee che si ha sulle professioni e che riguarda anche responsabilità. (…) Nel momento che abbiamo ca-pito che il tema è la qualità della prestazione e da questa discende la necessità di una tariffa, credo che il comportamento degli altri soggetti interes-sati, Parlamento, Antistrust può cambiare. Oggi ci sono le condizioni per individuare una tariffa di riferimento”. L’idea a cui fa riferimento il Presiden-te è quella di utilizzare i parametri giudiziali, quelli che servono in caso di contenzioso al giudice per definire l’entità del compenso, rendendoli utilizza-bili anche nel caso di preventivo, ma “si tratta di un passaggio che andrà affrontato nel momento in cui, a fronte di quelle tariffe, ci saranno degli stan-dard professionali di qualità”. >>>

L’Umbria ospita il 62° Congresso CNI: ne parliamo con l’ing. Roberto Baliani, Presidente dell’Ordine di PerugiaStefania Alessandrini – Caporedattore INGENIO

La 62° edizione del Con-gresso Nazionale degli Ordini degli Ingegneri d’Italia, si svolgerà ad Assisi, in una zona vi-cina a quella coinvolta dagli ultimi eventi si-smici che hanno colpito l’Italia. Quale significato ha per

la realtà locale la scelta di ospitare un evento così importante per la categoria?Fortunatamente il sisma ha avuto effetti marginali sul territorio in cui si volgerà il Congresso; è stato invece devastante sulla fascia appenninica ed in Valnerina. In ogni caso lo svolgimento del Congres-so, che si terrà per la prima volta nella sua storia in Umbria, ha un forte valore simbolico e rappresenta bene la volontà di uscire dall’emergenza e di proget-tare il futuro delle nostre popolazioni. Un futuro che sappiamo comprenderà, sicuramente, altri terremoti i cui effetti negativi possono, però, essere contenuti da un’attenta politica di prevenzione che intervenga in modo mirato sull’urbanistica e sull’edilizia dei ter-ritori a rischio. In questo gli ingegneri devono avere un ruolo fondamentale non solo tecnico ma anche d’indirizzo e di stimolo per la politica.

La fase post terremoto ha visto tutti i profes-sionisti tecnici, e quindi anche gli ingegneri, in

prima linea, dimostrando fattivamente l’impor-tanza di questa categoria. Una professione però che purtroppo negli ultimi anni ha visto sempre più perdere riconoscimento e subire gli effetti della crisi. Cosa pensa si debba fare per ripor-tare tale categoria protagonista nel processo di sviluppo del Paese?È vero, questo terremoto ha dimostrato, ancora una volta, che senza ingegneri, senza tecnici in genera-le, senza la loro competenza, non è possibile gestire l’emergenza né, tanto meno, procedere nella rico-struzione, manca tuttavia il giusto risalto mediatico al nostro operato. La politica, infatti, mentre in “pri-vato” invoca la nostra collaborazione, in “pubblico” tende ad appropriarsi dei nostri meriti lasciandoci in ombra, anzi, spesso scaricando su noi professionisti le inefficienze del sistema da loro voluto. Cosa fare per aumentare nella collettività la consapevolezza dell’importanza fondamentale della nostra catego-ria nella gran parte dei processi socio-economici del nostro Paese? La risposta a questa domanda è, ovviamente, molto complessa e non può essere evasa nelle poche righe di questa intervista, tuttavia ci sono due aspetti, a mio avviso fondamentali, che mi sento di segnalare. Il primo riguarda la necessità di mettere da parte gli individualismi e prendere co-scienza che solo agendo come categoria, compatta e unita, possiamo avere la possibilità d’incidere sul-le scelte politiche e questo vale anche nei rapporti con le altre categorie professionale. >>>

Page 5: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

#Primo_Piano

n.53_giu.2017_pag.8

#Primo_Piano

Sismabonus e Casa Sicura: ecco la guida pratica e le FAQ ufficiali del MITIl Ministero delle Infrastrutture ha pubblicato online tutte le informa-zioni su “Casa Sicura”, la nuova agevolazione fiscale per interventi edilizi antisismici

È online, sul portale istituzionale del MIT, la speciale sezione dedi-cata al Sismabonus denominata “Casa Sicura”. Di fatto, è una sorta di ‘mappa’ per la nuova agevolazione fiscale per interventi edilizi antisismici inserita nella Legge di Bilancio 2017 per consentire una maggior prevenzione del rischio sismico in Italia.Come già ampiamente approfondito su queste pagine, il “Sisma-bonus” riguarda costruzioni adibite ad abitazione (prima e seconda casa), ad attività produttive e parti comuni condominiali situati nelle zone sismiche 1, 2 e 3, quasi l’intero territorio nazionale. All’agevola-zione si accede previa classificazione del rischio sismico dell’edificio prima e dopo aver effettuato i lavori. Il Mit specifica che sarà possi-bile detrarre nella dichiarazione dei redditi, su un ammontare delle spese non superiore a 96 mila euro, una percentuale variabile dal 50% fino all’85% secondo le tipologie di intervento. La speciale pa-gina si divide in sotto-categorie a tendina: Guida pratica, Domande frequenti, FAQ, Per i tecnici, Normativa e Spot.

Guida praticaL’agevolazione consente di ottenere la detrazione fiscale dall’impo-sta lorda di una percentuale delle spese sostenute per lavori edilizi antisismici su abitazioni e immobili per attività produttive. Le spese devono essere sostenute dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2021 e i lavori devono essere stati autorizzati dopo il 1° gennaio 2017. La guida, poi, specifica tutte le possibilità di detrazione e la neces-sità della classificazione dell’immobile da parte di un professionista abilitato. Nello specifico, la valutazione del rischio sismico e dell’effi-cacia degli interventi deve essere realizzata dai professionisti incari-cati della progettazione strutturale, direzione dei lavori delle strutture e collaudo statico, secondo le rispettive competenze professionali e iscritti ai relativi Ordini o Collegi professionali di appartenenza. In particolare:• il progettista attesta ufficialmente, compilando e firmando un apposi-

to modulo di asseverazione, la classe di rischio sismico dell’edificio prima dell’intervento e quella che sarà raggiunta dopo i lavori

• il direttore dei lavori e il collaudatore statico attestano, al termine dell’intervento, se sono stati raggiunti gli obiettivi indicati nel progetto.

FAQInteressante la parte dedicata alle FAQ, con alcune risposte molto importanti ai fini della corretta comprensione del Sismabonus. Si ri-corda che per conoscere la zona di rischio sismico del Comune in cui si trova la casa è possibile consultare il sito web del Dipartimento della Protezione Civile - Presidenza del Consiglio dei Ministri, dove è disponibile la Classificazione sismica 2015 per Comune in formato excel - aggiornata a marzo 2015. >>>

Sismabonus: misure per i condomini e lista zone sismiche comune per comuneSismabonus parti comuni condo-miniali: il MIT conferma che gli interventi di messa in sicurezza antisismica in un condominio non possono non interessare le parti co-muni e fornisce l’elenco aggiornato della classificazione sismica comu-ne per comune

Il Sismabonus, la nuova agevola-zione fiscale per interventi edilizi antisismici inserita nella Legge di Bilancio 2017 per consentire una maggior prevenzione del rischio si-smico in Italia, riguarda anche - e, per certi versi, soprattutto, conside-rando il numero di abitazioni condo-miniali presenti nel nostro Paese - i condomini e le parti comuni degli edifici condominiali.

Il MIT, nella recente guida ad hoc “Casa Sicura”, ha fornito una sorta di mappa per l’utilizzo del Sisma-bonus anche rivolto ai condomi-ni: tra le varie FAQ, infatti, alcune sono dedicate al funzionamento del sismabonus nei condomini, alla possibilità di mettere in si-curezza solo le parti comuni di un condominio e all’opzione ces-sione del credito. Vediamole nello specifico.

1. Messa in sicurezza sismica delle parti comuni di un condominio tramite lavori in condominioÈ sicuramente possibile, poiché “gli interventi di messa in sicurezza antisismica in un condominio non possono non interessare le parti comuni”.Come precisato dal MIT, quindi, quando si avviano dei lavori di ade-guamento sismico in un condominio non è possibile agire sul singolo ap-partamento ma è necessario ricom-prendere le parti comuni, per cui è possibile agire sulle parti comuni di un edificio senza intervenire sui singoli appartamenti ma non è pos-sibile il contrario. >>>

Page 6: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.10

#Professione#Primo_Piano

www.fibrenet.it

Compensi CTU: vademecum Inarsind per il rialzo delle tariffeCompensi dei CTU: il sindacato degli Ingegneri e degli Architetti redige una nota su come alzare i tetti ai compensi professionali fissati dal MIT in attesa delle modifiche normative

Interpretare le norme attuali e in vigore in materia di tariffe dei consulenti tecnici d’ufficio e ‘limitare i danni’ fino alla modifica delle normative. È que-sto, l’obiettivo finale del vademecum pubblicato sul proprio portale da Inarsind per alzare le tariffe professionali stabilite dal MIT, che non vengono aggiornate da tempo. Le principali questioni af-frontate da Inarsind sono due:• le vacazioni: compensi orari di riferimento quan-

do la causa non ha una valore predeterminato e che valgono 8.15 euro lordi ogni due ore;

• tetto massimo dei compensi: siamo fermi alla legge del 1980, mai aggiornata, che ha fissato il limite massimo in 1 miliardo di lire, poi convertito in 516 mila euro, per qualsiasi tipo di causa.

Ricordando che è in corso di elaborazione una bozza di proposta di modifica della legge, Inarsind spiega come far crescere i compensi in caso di sforamento dei 516 mila euro: secondo la sen-tenza 18070/2012 della Cassazione, “i compensi superiori allo scaglione massimo, non utilizzabili come base di calcolo a percentuale, possono es-sere sicuramente valutati dal giudice come indice rivelatore dell’eccezionale importanza, complessi-tà e difficoltà delle prestazioni richieste al perito o consulente tecnico”. In tal caso, in base all’art. 52 della legge 155/2002, si può richiedere “l’appli-cazione dell’aumento fino al doppio dell’onorario liquidato”.Per aumentare le vacazioni, invece, si può ipotiz-

zare che “vadano calcolate in numero di quattro al giorno per il periodo dell’incarico conferito, chiara-mente escludendo i giorni di sabato, le domeniche e le feste comandate, nonché il tempo concesso alle parti per produrre le loro osservazioni al Ctu”.Ultimo ‘artificio’, l’utilizzo della legge 132/2015 sul calcolo delle parcelle per i consulenti tecnici d’ufficio che lega il compenso del Ctu, in caso di esecuzione immobiliare, al valore di vendita del bene pignorato e vieta di liquidare ai professionisti acconti supe-riori al 50% del compenso calcolato sulla stima del bene. Occhio, però, perché ci sono delle eccezioni da considerare e che andranno liquidate a parte, tra le quali Inarsind indica sopralluoghi, presenza alle udienze, verifica della documentazione, redazione planimetrie del perito estimatore. >>>

Aggiornamento professionale: col Jobs Act Autonomi la deduzione è al 100%Matteo Peppucci – INGENIO

La nuova legge sul lavoro autonomo prevede, all’art.9, la piena deducibilità delle spese per la partecipa-zione a convegni, congressi e simili o a corsi di aggiornamento professionale, incluse quelle di viaggio e soggiorno, seppur entro il limite massimo annuale di 10 mila euro

Dal 50% al 100%: questo, il ‘salto’ alla voce de-ducibilità, per le spese di ‘formazione’ e ‘aggior-namento professionale’ sostenute da lavoratori autonomi e professionisti a partita Iva. La modifi-ca all’art.54 del dpr 917/1986 (TUIR) è contenuta all’art.9 del nuovo Jobs Act Autonomi, il DDL 2233-B che verrà a breve pubblicato in Gazzetta Ufficiale.Le spese in questione sono quelle per la parteci-pazione a convegni, congressi e simili o a cor-si di aggiornamento professionale, comprese quelle di viaggio e soggiorno, seppur entro il limite massimo annuale di 10 mila euro. Il tutto, a decorrere dal periodo di imposta in corso al 31/12/2017, e quindi dal 1° gennaio 2017.Vediamo nel dettaglio cosa recita l’art.9 del nuovo Jobs Act Autonomi:All’articolo 54, comma 5, del testo unico delle im-poste sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e suc-cessive modificazioni, le parole: “; le spese di par-tecipazione a convegni, congressi e simili o a corsi di aggiornamento professionale, incluse quelle di viaggio e soggiorno sono deducibili nella misura del 50 per cento del loro ammontare” sono sostitu-ite dalle seguenti: “Sono integralmente deducibili, entro il limite

annuo di 10.000 euro, le spese per l’iscrizione a master e a corsi di formazione o di aggiorna-mento professionale nonché le spese di iscri-zione a convegni e congressi, comprese quelle di viaggio e soggiorno. Sono integralmente deducibili, entro il limite annuo di 5.000 euro, le spese sostenute per i servizi personalizzati di certificazione delle competenze, orientamento, ricerca e sostegno all’auto-imprenditorialità, mirate a sbocchi occu-pazionali effettivamente esistenti e appropriati in relazione alle condizioni del mercato del lavoro, erogati dagli organismi accreditati ai sensi della disciplina vigente. Sono altresì integralmente de-ducibili gli oneri sostenuti per la garanzia contro il mancato pagamento delle prestazioni di lavoro autonomo fornita da forme assicurative o di soli-darietà”.

Spese di formazione e aggiornamento professionale: le specifiche per la deducibilitàIn conformità ai criteri generali che improntato la determinazione del reddito di lavoro autonomo, la deducibilità si ha quando:• la documentazione delle spese sostenute è inte-

stata al professionista; >>>

Page 7: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

#Primo_Piano

n.53_giu.2017_pag.12

#Professione

Addio studi di settore: arrivano gli indici di affidabilità fiscaleManovra Correttiva: in sede di conversione in legge saranno istitu-iti indici sintetici di affidabilità fiscale per gli esercenti attività di im-presa, arti o professioni, finalizzati a favorire l’emersione spontanea delle basi imponibili e stimolare l’assolvimento degli obblighi tributari

Un punteggio, da 1 a 10, che esprimerà il grado di affidabilità fiscale del professionista/impresa contribuente. Lo prevede un emendamento alla Manovra correttiva (DL 50/2017) approvato in sede di Commissione Bilancio della Camera che, di fatto, dà il là allo strumento che sostituirà i vecchi studi di settore.L’art.9-bis del DDL istituisce questi indici di affidabilità fiscali per esercenti attività di impresa, arti o professioni, che puntano a favori-re l’emersione spontanea delle basi imponibili e stimolare l’assolvi-mento degli obblighi tributari da parte degli stessi.Gli indici, elaborati con una metodologia basata su analisi di dati e informazioni relativi a più periodi d’imposta, rappresentano la sin-tesi di indicatori elementari tesi a verificare la normalità e la coerenza della gestione aziendale o professionale, anche con riferimento a diverse basi imponibili, ed esprimono su una scala da 1 a 10 il grado di affidabilità fiscale riconosciuto a ciascun con-tribuente, anche al fine di consentire a quest’ultimo, sulla base dei dati dichiarati entro i termini ordinariamente previsti, l’accesso ad un regime premiale.Non si tratta, comunque, di una novità assoluta, visto che erano stati introdotti dal cd. Decreto Fiscale (abrogazione del art.7bis del DL 193/2016, convertito con modifiche dalla legge 225/2016).

Il parere di RPTÈ un ok ‘condizionato’, quello fornito alla misura da parte della Rete delle Professioni Tecniche, per cui “il passaggio da uno strumento all’altro deve avvenire all’insegna della semplificazione e della si-nergia preventiva tra professionista e fisco”. In sede parlamentare, RPT ha anche chiesto di sostenere la battaglia dei professionisti per l’equo compenso quando verrà ripresa la discussione sul DL Con-correnza.Tornando agli indici sintetici di affidabilità fiscale - avvertono i profes-sionisti -, questa comporta l’utilizzo di un sistema di indicatori più ampio e occorrerà stabilire il peso che ogni indicatore avrà nelle stime che si produrranno. Per questo motivo, RPT ritiene fondamentale un confronto preventivo ed effettivo con gli Ordini e i Collegi professionali. Per questo, sono state presentate una serie di proposte emendative, tra le quali:• ricomprendere da subito i contribuenti già esclusi dagli studi

di settore tra quelli esclusi dall’applicazione dei nuovi Indici;• eliminare l’obbligo di annotazione dei componenti positivi, al

fine di non appesantire gli adempimenti a carico del contribuente;• prevedere l’esonero dal visto di conformità anche per l’IRPEF

e l’IRAP;• definire meccanismi di riduzione delle aliquote di imposta correlati

all’aumento dell’indice di affidabilità. >>>

Zambrano (CNI): “Ingegneri a 600 euro al mese? Uno scandalo, ma non è un caso isolato”

Il Presidente del Consiglio Naziona-le degli Ingegneri interviene in meri-to ad un annuncio di lavoro segna-lato dal Corriere della Sera.

Lo scorso 5 giugno, ha fatto molto scalpore la segnalazione, da parte del sito web del Corriere della Sera, della pubblicazione di un annuncio da parte di Gruppo Dimensione, importante azienda con sede nel torinese che vanta clienti di grande prestigio. La ricerca è indirizzata a un ingegnere civile cui si chiede il possesso di notevoli competenze, comprese linguistiche, oltre alla di-sponibilità alle trasferte all’estero. Peccato che la retribuzione susciti indignazione: appena 600 euro al mese!

Sull’argomento è intervenuto Ar-mando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegne-ri. “La sola idea che una società che vanta un’attività tanto vasta e di prestigio – ha detto - possa an-che solo immaginare di offrire a un professionista qualificato, come un ingegnere civile, una somma del genere rappresenta francamente uno scandalo. Sono anni che il CNI ha concentrato gran parte delle sue energie nel trasmettere il messag-gio che la professione, l’attività di tipo intellettuale, non possono an-dare incontro ad un simile abbas-samento del corrispettivo, a nostro avviso inadeguato anche per lavo-ratori non così specializzati e qua-lificati. Notizie del genere non sono affatto episodiche. Lo Stato non può da un lato investire capitali, an-che ingenti, nell’alta formazione dei professionisti e, dall’altro, consenti-re che determinate professionalità siano utilizzate a condizioni così mortificanti”. >>>

Page 8: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.14

#Primo_Piano#Professione

FRA VECCHIO E NUOVO, SEMPRE SULLA STRADA GIUSTACON MASTERSAP.

MasterSap is more

Por

tfol

io.is

.it

AMV s.r.l. - Via San Lorenzo, 10634077 Ronchi dei Legionari (GO)Tel. 0481.779.903 r.a. - Fax [email protected] - www.amv.it

Visiona, verificae scarica il demosu amv.it

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

20170112_AMV_IngegneriaSismica.pdf 1 12/01/17 15.18

Collaudo strutturale. E se ridessimo al collaudatore il ruolo che la funzione comporta?Una proposta per collaudare “realmente” il comportamento di una struttura in modo che edifici “ben calcolati” non crollino al successivo sismaGiampaolo Ceci – Ingegnere - Centro Studi Edili

Certificare il grado di vulnerabilità sismica pos-seduta dagli edifici non é cosa semplice, a meno che non si voglia ridurre il problema ad un astratto “calcolo” di verifica che però potrebbe esulare dal-la reale capacità della costruzione a resistere agli eventi sismici per i quali si formula il giudizio.Desta perplessità dover costatare che nel caso del sisma aquilano, e in quello più recente dell’agosto 2016, che ha colpito il Centro Italia, sono stati gra-vemente lesionati anche edifici “calcolati” a norma in modo “perfetto”.Evidentemente il calcolo previsionale “sotto il si-sma di progetto” non è sufficiente a garantire che poi la struttura si comporti proprio come previsto dal modello matematico.

Diverse le cause: - Errori nell’impostazione dei parametri progettuali;- meri refusi nella introduzione dei dati nell’indi-

spensabile software che supporta il “calcolo pre-visionale”;

- errori connessi nella progettazione della casa produttrice del software;

- errori connessi ad errati rilievi strutturali o al gra-do di conoscenza della struttura (per i calcoli di verifica);

- errori nella valutazione degli effetti di amplifica-zione dei carichi per le caratteristiche geologiche dei siti o geomeccaniche dei terreni;

- errori nelle valutazioni delle caratteristiche mec-caniche dei materiali della struttura o sottostima della rigidezza di piano, o di quella dell’efficacia dei tramezzi e tamponature esterne;

- errori nella realizzazione del progetto (fuori piom-bo, muri in falso, presenza di cavità nei getti, do-sature dei calcestruzzi ecc.);

- errori nel posizionamento delle armature o nella quantità dei ferri, per quelle in cemento armato o errori nelle saldature o nelle forature per quelle in acciaio ecc.;

- presenza di labilità localizzate che “sfuggono” al calcolo di verifica complessivo (scarsa ammor-satura delle pareti in muratura, architravi poco ammorsati, scollegamenti tra parti nuove e vec-chie, tramezzi non ancorati, canne fumarie na-scoste ecc).

Page 9: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.16

#Professione

Il calcolo previsionaleIl “calcolo previsionale” per le strutture nuove e ancor più per quelle con miglioramenti sismici, in realtà è un’astratta valutazione matematica che trova la sua utilità solo se poi le previsioni “ipotiz-zate” si dimostrano “vere”. Per uscire dall’astratto bisogna necessariamen-te confrontare i risultati teorici della modellazione matematica effettuata, col reale comportamen-to della struttura dopo che è stata realizzata (o consolidata). I “vecchi ingegneri” sanno bene che i calcoli strutturali sono “ben fatti” se le deforma-zioni (tensioni) risultanti non si discostano più del 30% di quelle misurate poi nella realtà. Un margine notevole di approssimazione che però giustifica la grande aleatorietà delle approssima-zioni assunte come ipotesi iniziali.Se non si esegue questa importante verifica ex post, ogni calcolo é “ben fatto”, anche se in effetti, la struttura “calcolata” potrebbe rivelarsi del tutto difforme da quella poi realizzata.

La funzione del collaudatoreLa funzione del collaudatore strutturale, è oggi una figura spesso relegata a mero verificatore del-la correttezza formale e della completezza della documentazione di legge. I più zelanti si spingono a verificare la correttezza delle ipotesi iniziali as-sunte dal “calcolatore” come base di calcolo o ad eseguire delle prove di carico sul solaio più solle-citato che però nulla di serio dicono del compor-tamento globale sotto un sisma né sulla congruità tra struttura calcolata ed eseguita.La funzione del collaudatore e le prove di collau-do, invece, a mio avviso, dovrebbero essere am-piamente rivalutate, in quanto, sono centrali nel

processo di valutazione della pericolosità “sociale” della costruzione. È per questo che il collaudo è elemento indispensabile per il rilascio del-la abitabilità/agibilità delle costruzioni. È solo da un collaudo bene seguito che si “garanti-sce” che non si verifichino più crolli di edifici “ben calcolati”. Questo tecnico (specialista) che autorizza l’utilizzo della struttura, non dovrebbe controllare solo che il calcolo risponda alla norma tecnica e le leggi in vigore, ma più logicamente, anche, che le deformazioni (tensioni) previste si-ano in effetti, quelle realmente previste, ovvero, che il calcolo che esce dall’asettico computer si riferisca proprio a quella struttura e non ad un’altra “astratta”. Per garantire la congruenza con la real-tà nelle strutture in acciaio o in cemento armato, la verifica sarebbe semplice.

Proposta per collaudo strutturalePer ottenere una certa attendibilità delle opera-zioni di collaudo basterebbe che la legge (anche regionale) imponesse al progettista strutturale di allegare, assieme al calcolo previsionale di pro-getto, anche un apposito elaborato che chiame-remo”elaborato di collaudo” nel quale siano ripor-tati i calcoli delle tensioni e/o deformazioni della struttura scarica, assoggettata ad una o più forze statiche e le indicazioni operative per realizzarla.L’elaborato dovrebbe anche contenere un secon-do documento contenente lo stesso calcolo, ma relativo alla struttura finita (coi soli carichi perma-nenti). Al collaudatore non resterà che applicare in sede di collaudo alla struttura grezza (scarica) le forze statiche imposte dal progettista strutturale e confrontare i risultati misurati (deformazioni o ten-sioni) con quelli teorici. >>>

Page 10: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.18

#Sismica#Sismica

SpaSoluzioni Software per l’EdiliziaNamirial

CMP Analisi Strutturale realizza il disegno, la computazione delle strutture progettate e la relazione

è utilizzabile anche come post-processor di Sap 2000, Straus7 e PC.E (AEdEs).

VISITA IL NOSTRO SITO

TUO A PARTIRE DA 1.750,00 €

E SCARICA LE VERSIONI DI VALUTAZIONE

CMP ANALISI STRUTTURALE

Software per il calcolo,

www.edilizianamirial.it/strutturale

CMP STRUTTURALESVILUPPATO PER CHI VUOLE CONTINUARE A SCEGLIERE, GIUDICARE E DECIDERE

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

_PIEDE_INGENIO_CMP_NOV_2016_02.pdf

Adeguamento statico, sismico e funzionale di ponti esistenti: alcuni casi studio di ponti in c.a., acciaio e muraturaDalla valutazione dello stato di consistenza di un ponte esistente alla scelta degli interventi: alcuni casi studio su tipologie ricorrenti di ponti in calcestruzzo armato, in acciaio e muraturaCluadio Modena – Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile, Ambientale - Univeristà di Padova - SM Ingegneria s.r.l.

Il patrimonio di ponti stradali esistenti in Italia e nella maggior parte dei paesi europei denota carenze per quanto riguarda sia la sicurezza strutturale sia l’adeguatezza funzionale nei confronti dei requisiti imposti dalla normativa vigente, dei fabbisogni dei sistemi di trasporti e delle esigenze di ridurre i costi di manutenzione. Individuare un approccio metodologico per la valutazione e l’adeguamento di strut-ture esistenti è essenziale dal momento che gli interventi su strutture esistenti richiedono un approccio sostanzialmente differente dal progetto di nuove strutture, e presuppongono conoscenze che spesso vanno anche al di là dei contenuti e dello scopo delle norme tecniche. Vengono illustrate le tecniche consuete di consolidamento ed adeguamento per ponti in calcestruzzo armato, in acciaio e in muratu-ra, in relazione a casi reali significativi, dove si erano manifestate carenze tipiche di queste strutture, rendendo la descrizione degli interventi di restauro significativa anche per considerazioni di carattere generale. Gli interventi di consolidamento statico e sismico illustrati sono solitamente accompagnati dall’adeguamento funzionale, ed evidenziano un approccio metodologico che tiene in considerazione le caratteristiche tipologiche della struttura, il suo stato di conservazione, le prestazioni funzionali richieste e gli aspetti di sostenibilità ambientale dell’intervento.

IntroduzioneNegli ultimi decenni, la valutazione della sicurez-za statica e sismica di ponti esistenti è diventato un problema rilevante per gli enti proprietari o ge-stori. Un numero considerevole di ponti in servizio denotano infatti carenze geometriche, strutturali e funzionali, in ragione del fatto che erano stati progettati per condizioni di servizio rese negli anni superate ed inadeguati da requisiti prestazionali sempre più gravosi, in termini sia di volume di traf-fico sia di sicurezza strutturale.

Il numero sempre più elevato di veicoli transitanti, i maggiori carichi nominali per asse, la velocità cre-scente dei mezzi ed i conseguenti effetti dinamici sono in effetti recepiti nelle normative tecniche vi-genti per ponti stradali e ferroviari. Gli effetti e l’avanzare del degrado inoltre contribu-iscono a compromettere l’efficienza di tutti i com-ponenti di qualsiasi tipologia di ponte esistente.I ponti esistenti richiederebbero interventi volti da un lato all’allargamento della sede stradale ed alla separazione e protezione di differenti corsie ... >>>

A settembre la SISMICA si da appuntamento a PISTOIA: ecco i programmi

A Pistoia, dal 17 al 21 settembre tutti coloro che si occupano di sismica, docenti, professionisti, for-nitori, dipendenti della Pubblica Amministrazione, si danno appuntamento per partecipare alle XVII GIORNATE ANIDIS, dal titolo “L’INGEGNERIA SI-SMICA IN ITALIA”.

I recenti eventi sismici del Centro Italia, Agosto-Ot-tobre 2016, hanno messo ancora una volta in evi-denza l’estrema fragilità del patrimonio immobilia-re italiano, ed in particolare dei centri storici che racchiudono spesso un’eredità culturale di valore inestimabile. La drammaticità degli eventi che si sono succeduti negli ultimi mesi ha dato ulteriore impulso ai già notevoli sforzi del mondo scientifico italiano nel portare avanti le numerose iniziative in corso a livello scientifico, tecnico e normativo. In particolare, sono ormai quasi completate la ste-sura delle nuove Norme tecniche per le Costruzio-ni, della relativa Circolare Esplicativa e del Docu-mento di Applicazione Nazionale degli Eurocodici, nonché delle Linee Guida per la Classificazione Sismica degli edifici.

Il XVII Convegno ANIDIS, l’Ingegneria Sismica in Italia si propone come momento di confronto cri-tico tra ricercatori, tecnici e operatori del settore delle costruzioni al fine di favorire ulteriormente la crescita scientifica del Paese nel campo della progettazione antisismica delle costruzioni e del-la riduzione del rischio sismico. Per la prima vol-ta, proprio al fine di costituire un utile momento di

confronto tecnico e culturale tra mondo scientifico e professionale, al Convegno saranno affiancati tre corsi di aggiornamento per professionisti, or-ganizzati di concerto con gli Ordini degli Ingegneri della Toscana, su temi di grande attualità e tenuti dai maggiori esperti nazionali del settore. Lingua ufficiale delle Giornate è l’italiano.

Il Programma delle Giornate sulla SismicaIl programma toccherà tutte le tematiche relative alla simica, compreso il discusso tema della clas-sificazione sismica e dei sismo bonus.Questo il programma dell’evento:• Domenica 17 settembre ci sarà l’apertura del

Convegno e il cocktail inaugurale• Lunedì 18 settembre la mattina inizierà la regi-

strazione dei partecipanti, e dopo i saluti delle Autorità, partiranno le Relazioni ad invito e i se-minari all’interno delle sessioni parallele. Si con-clude con un Concerto Serale

• Martedì 19 settembre si proseguirà con le Rela-zioni ad invito e i seminari all’interno delle ses-sioni parallele. Si conclude con la Cena di Gala

• Mercoledì 20 settembre si proseguirà con le Re-lazioni ad invito e i seminari all’interno delle ses-sioni parallele. Si conclude con l’Assemblea dei Soci ANIDIS

• Giovedì 21 settembre si proseguirà con le Rela-zioni ad invito e i seminari all’interno delle ses-sioni parallele.

Diversi gli interlocutori di prestigio internazionale invitati a partecipare all’evento. >>>

Page 11: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.20

#Primo_Piano#Sismica

Microzonazione sismica nei comuni terremotati: si parte. I requisiti richiestiStudi di microzonazione sismica nei 140 comuni del cratere: il commissario straordinario pubblica l’ordi-nanza che fa scattare i tempi di affidamento per gli incarichi. Tutte le specifiche

Gli studi di microzonazione sismica nei comuni del cratere possono finalmente partire: con la pubblicazione, sul sito del commissario per la ri-costruzione, dell’ordinanza ministeriale n.24/2017 del 12 maggio, sono infatti in arrivo 140 incarichi per un totale di cinque milioni di euro. La pubblica-zione dell’ordinanza infatti fa partire il count-down: • per importi fino a 40 mila euro, i comuni devo-

no affidare direttamente l’incarico entro 30 giorni (quindi, entro il 14 giugno o al massimo 29 giu-gno in caso di inerzia dei comuni);

• per importi oltre i 40 mila euro, l’affidamento è a trattativa privata, senza bando, invitando alme-no cinque operatori e il comune ha 60 giorni di tempo (14 luglio o 29 luglio in caso di inerzia).

Se i comuni non rispettano i termini, interven-gono i presidenti di Regione, in qualità di vice-commissari, affidando l’incarico entro 15 giorni.

L’incarico va portato a termine entro 5 mesi al massimo, con verifica entro i 15 giorni successivi da parte di un apposito gruppo di lavoro.

Affidamento e incarichi: tutte le altre informazioniPuò essere assegnato a singoli professionisti, studi, raggruppamenti e società di ingegneria. Ciascun operatore può acquisire fino a cinque incarichi. Riguardo l’assistenza tecnica, è pre-vista in quantità sia a beneficio degli affidatari, sia a garanzia pubblica della corretta esecuzio-ne del servizio: il CNR assicura attività formative, prove di laboratorio e verifica del lavoro svolto. Il costo calcolato per eseguire i 140 studi di mi-crozonazione è stimato 5.041.500 euro e il fi-nanziamento concesso ai comuni è di 3.796.050 euro (Iva inclusa) e che il costo per l’assistenza tecnica è di 1,83 milioni di euro (Iva inclusa). >>>

In California creato un tool online per valutare la vulnerabilità sismica di una abitazione

Il 5 Maggio 2017 in California è ufficialmente partito il progetto chia-mato Quake Grade, che consente la valutazione della vulnerabilità delle abitazioni tramite un’applicazione che potrà essere disponibile sui comuni computers, tablets e smartphones.

Basata sulle informazioni strutturali e sulla cono-scenza del rischio geologico, l’applicazione è in grado di stimare un indice di vulnerabilità, fornire suggerimenti per il miglioramento sismico e ge-nerare un rapporto dettagliato che può essere di lettura per il proprietario o per il possibile acquiren-te. Come è possibile leggere nel comunicato della California Earthquake Authority, l’idea è quella di accrescere la consapevolezza della popolazione sull’effettivo rischio di danneggiamento sismico delle abitazioni.L’applicazione è costruita sull’implementazione delle normative più all’avanguardia del settore. Questa applicazione sicuramente cambierà la sensibilità e l’approccio alle problematiche sismi-che già radicate nella cultura californiana, sicura-

mente dotata di una buona base di partenza. Que-sta innovazione tecnologica, frutto della ricerca e della sperimentazione nel campo dalla protezione sismica californiana, potrebbe, con il dovuto tra-sferimento tecnologico essere applicata anche a realtà diverse, come quella italiana. In particolare, la realtà italiana è fortemente caratterizzata dalla presenza delle strutture monumentali che potreb-bero essere eventualmente implementate all’inter-no dell’applicazione.L’Italia è forse uno dei paesi al mondo con il patri-monio storico e architettonico più importante e la prevenzione dei danni del terremoto è un obiettivo importante al fine di mantenere la storia, culturale e per sostenere il turismo, una fonte importante per il reddito nazionale. >>>

Page 12: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.22

#Sismica#Sismica

Vulnerabilità sismica di ponti ad arco in muratura mediante modelli con travi a fibreAlessandro Doglio – Ingegnere Libero professionista

Le strutture ad arco in muratura sono state lar-gamente impiegate sino al secolo scorso per la co-struzione di infrastrutture viarie ed edifici. Di conseguenza, considerando la loro attuale dif-fusione in tutto il territorio nazionale, si può affer-mare che dalla loro resistenza e stabilità dipende il funzionamento di numerosi collegamenti stradali e ferroviari esistenti. Dal momento che gli archi in muratura erano progettati per resistere principal-mente a sollecitazioni statiche derivanti dal peso proprio e dai carichi accidentali, si rende neces-sario affrontare anche il problema della vulnera-bilità sismica di tali strutture. In questo articolo verrà descritta l’analisi sismica di ponti ad arco in muratura tramite l’adozione di modelli numerici ad elementi finiti. In particolare, si analizza l’ap-proccio con travi a fibre per la determinazione dei meccanismi di collasso e l’applicazione dell’analisi cinematica contemplata dalla NTC- 08 e relativa Circolare esplicativa n. 617/2009 (C8A.4.1). L’a-dozione di elementi a fibre nella valutazione del meccanismo di collasso di un arco in muratura na-sce dall’esigenza di trovare un buon compromes-so tra accuratezza della soluzione e costi compu-tazionali contenuti. Con l’adozione di elementi a fibre, infatti, è possibile condurre analisi non lineari che tengono conto del legame costitutivo non line-are che caratterizza la muratura abbinandolo alle semplificazioni derivanti dall’adozione di elementi monodimensionali di tipo “beam”. Per valutare l’at-tendibilità dell’approccio proposto, si analizza dap-prima un arco circolare in muratura ad una campa-ta di cui si dispone della soluzione teorica ottenuta con il metodo analitico dell’analisi cinematica. Si passerà poi all’analisi di un caso reale di un ponte ad arco in muratura multicampata.

Arco circolare singola campataSi considera dapprima un arco in muratura con le caratteristiche rappresentate in Figura 1. Si tratta di un arco circolare con raggio interno di 1.80 m, spes-sore di 14 cm e apertura complessiva di 160°.Nel modello numerico si schematizza la geometria dell’arco mediante 56 elementi rettilinei di trave la cui sezione è discretizzata in 30 fibre (strati). I vinco-li sono costituiti da incastri alle reni e i carichi sono applicati come forze puntuali in corrispondenza dei

baricentri delle masse di ogni elemento. Al fine di riprodurre le stesse condizioni assunte nel metodo dei meccanismi, non viene considerato alcun feno-meno dissipativo ed il materiale assegnato alle fi-bre ha resistenza infinita a compressione e nulla a trazione, mentre la sua rigidezza è sufficientemente alta da poter essere considerata infinita. >>>

Figura 1 – Geometria dell’arco analizzato

Oltre 2700 scuole, in zone ad alto rischio sismico, sono state progettate senza criteri antisismiciIl punto del MIUR sulla sicurezza antisismica delle scuole italianeEdilizia scolastica: i dati forniti dal MIUR certificano che oltre 2.700 scuole italiane si trovano in zone a elevato rischio di terremoti, ma non sono state progettate o ade-guate alle più recenti norme antisismiche (NTC del 2008)Partiamo dai freddi numeri: 44.486 scuole pubbliche, su un totale di 50.804 censite, non sono state progettate secondo i più recenti (ed efficaci) criteri antisismici.È questo il quadro che emerge dai dati presenti nell’A-nagrafe dell’dilizia scolastica forniti dal MIUR, che di fatto rappresentano una panoramica generale dello stato degli edifici scolastici italiani. >>>

Edilizia Antisismica: l’evoluzione del MassettoStefano Salvati – Marcatura CE Development Manager di Tecno Piemonte S.p.A.

IntroduzioneIl centro studi e ricerche, presso i nostri labora-tori di Lenta (VC) e Saint Vincent (AO), ha avvia-to il progetto di valutazione del contributo alla ri-sposta alle sollecitazioni sismiche di una serie di componenti architettoniche. La prima di queste campagne sperimentali ha come oggetto di studio i massetti, cercando di porre in evidenza quali ca-ratteristiche meccaniche e di interrelazione con gli altri elementi della struttura (quindi quali modalità di posa) tale elemento debba possedere perché possa fornire un contributo positivo, in maniera oli-stica (nell’ottica delle rigidezze e dei conseguenti modo propri di vibrare), alla struttura.In particolare si è cercato di valutare gli effetti mi-gliorativi di tale elemento su edifici esistenti, in muratura, per i quali è tecnicamente complesso, nonché oneroso, prevedere una serie invasiva di interventi strutturali, ed al contrario è di semplice realizzazione e normale prassi, nelle fasi di ristrut-turazione considerare la posa di nuove pavimenta-zione e dei relativi massetti.

NormativaLa Normativa alla base della sperimentazione è stata categorizzata, in funzione del contributo in-formativo fornito, in tre tipologie. Le Norme definite “di Regolazione” inquadrano l’impatto sul territorio, quelle “di Certificazione” indicano le modalità pro-cedurale per finalizzare la certificazione del prodot-to/materiale/sistema di costruzione, mentre i docu-menti definiti “di Sperimentazione” supportano i

ricercatori nella scelta delle prove da eseguire sul materiale, nella metodologia di prova e nell’analisi delle risultanze sperimentali.

Norme di RegolazioneLe Norme regolatorie considerate nella trattazione hanno guidato i ricercatori nell’identificazione dei parametri da considerare nella pratica costruttiva e nell’impatto sul territorio. In particolare si sono considerate Le Norme Tecniche per le Costru-zioni MD 14/01/2008 (NTC 08) e la bozza delle NTC2017 per quanto riguarda la quantificazione delle azioni, Il Nuovo Codice dei contratti regolato con D.lgs. 20/2016, ... >>>

Tall buildings: grattacieli stimolo di cultura tecnica strutturale, architettonica ed energeticaIngenio ha partecipato come Media Partner ad un inte-ressantissimo evento alla Fondazione Feltrinelli di Mila-no: 7th International Tall Buildings Conference

All’evento splendidamente moderato dal Prof. Aldo Nor-sa, e come si deduce dal titolo dedicato al tema degli edi-fici alti, hanno partecipato esperti di diversa provenienza culturale e territoriale, tra cui gli esponenti di due impor-tantissimi studi internazionali: • Dennis Poon (Thornton Tomasetti / Ctbuh Trustee) –

Architecture meets Engineering • Kenneth Lewis (Som) – Dialogues between Structure

and Architecture: the Legacy of Som >>>

Page 13: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.24

#Primo_Piano#Edilizia

Ristrutturazione edilizia con demolizione e ricostruzione: vincolo di sagoma non obbligatorioTar Puglia: il nuovo art. 3 del DPR 380/2001, al fine di qualificare un intervento edilizio realizzato me-diante demolizione e ricostruzione dell’edificio come “ristrutturazione edilizia”, non richiede più la verifica dell’identità di “sagoma”, essendo sufficiente il rispetto del vincolo della medesima volumetria

Il vincolo di sagoma non può operare neppure in caso di cosiddetta “tipicità” dell’edificio da ristruttu-rare, qualificato nello strumento urbanistico comu-nale come “masseria”, se si tratta di un intervento realizzato mediante demolizione e ricostruzione dell’edificio come “ristrutturazione edilizia” e non riguarda un immobile sottoposto ai vincoli ai sensi del d.lgs. 42/2004 e successive modificazioni, in relazione ai quali continua a permanere anche tale vincolo.Negli altri casi analoghi, come quello del caso di specie (“masseria”), è sufficiente il rispetto del vincolo della medesima volumetria. Lo ha stabilito il Tar Puglia con sentenza 675/2017 del 4 mag-gio, precisando che la “tipicità” di un edificio da ristrutturare non consente comunque al comune

l’introduzione di un’eccezione ulteriore (rispetto a quella dei vincoli ai sensi del sopracitato d.lgs. 42/2004) all’applicabilità della liberalizzazione ex decreto-legge 69/2013, neppure ex art. 23-bis del dpr 380/2001.Secondo quest’ultima norma, “all’interno delle zone omogenee A) di cui al decreto del Ministro dei lavori pubblici 2 aprile 1968, n. 1444, e in quel-le equipollenti secondo l’eventuale diversa deno-minazione adottata dalle leggi regionali, i comuni devono individuare con propria deliberazione, da adottare entro il 30 giugno 2014, le aree nelle qua-li non è applicabile la segnalazione certificata di inizio attività per interventi di demolizione e rico-struzione, o per varianti a permessi di costruire, comportanti modifiche della sagoma. […] >>>

SCIA: moduli unici per l’attività edilizia pubblicati in GUModuli unici per le attività edilizie: pubblicato in GU l’accordo della Conferenza Unificata dello scorso 4 maggio. I moduli per le pratiche edilizie sono in tutto 6, con altrettanti i form per un percorso guidato al confezionamento dell’apparato documentale a supporto dei lavori da realizzare. Cambia anche la disci-plina per l’agibilità

L’Accordo-documento del 4 maggio 2017 tra Go-verno, regioni ed enti locali sui moduli standardiz-zati da utilizzare sia per i diversi interventi di edi-lizia privata, sia per le varie richieste relative alle attività economiche e commerciali, sempre pro-mosse dai privati, cittadini o imprese, è stato pub-blicato nella Gazzetta Ufficiale n.128 del 5 giugno.

Come già approfondito su Ingenio, sono tante le novità e le istruzioni per l’uso per quanto riguarda i moduli edilizi, la seconda parte del documento-ac-cordo (la modulistica di riferimento è contenuta nell’Allegato 2 al decreto).

I moduli unificati e semplificati: quali e quanti• A. CILA;• B. SCIA e SCIA alternativa al permesso di co-

struire (nelle regioni che hanno disciplinato en-

trambi i titoli abilitativi i due moduli possono essere unificati);

• C. Comunicazione di inizio lavori (CIL) per opere dirette a soddisfare obiettive esigenze contingenti e temporanee;

• D. Soggetti coinvolti (allegato comune ai modu-li CILA, SCIA e CIL);

• E. Comunicazione di fine lavori;• F. SCIA per l’agibilità. Con successivi accordi o, per le materie di compe-tenza statale, con decreto del Ministro competente di concerto con il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione verranno adottati i moduli per le altre attività/procedimenti indica-ti nella Tabella A allegata al d.lgs. 222/2016 (cd. SCIA 2). Inoltre, i moduli già adottati potranno es-sere, ove necessario, aggiornati. >>>

Page 14: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.26

#Edilizia#Edilizia

TEKNA CHEM S.r.l.20838 Renate (MB) - via Sirtori, zona Industrialetel. (+39) 0362 91 83 11 - fax (+39) 0362 91 93 96www.teknachem.it - [email protected]

AETERNUM CALOltre 10 anni di

Segnalazione certificata per l’agibilità: basta la SCIA del tecnicoCon la recente semplificazione amministrativa e la nuova modulistica unica, va in pensione il vecchio certificato di agibilità del comune. Ora basterà l’auto-dichiarazione del professionista

Addio al vecchio certificato di agibilità rilascia-to dal comune, d’ora in poi per l’agibilità basta la dichiarazione (SCIA) del tecnico per certificare l’a-gibilità di un’attività edilizia. Sono le ‘conseguenze’ del Decreto Scia 2 e della modulistica unica appro-vata nella Conf. Unificata dello scorso 4 maggio, che hanno mandato in archivio le vecchie burocra-zie aprendo la strada alla semplificazione.Finora era infatti necessario aspettare il rilascio da parte del Comune di un attestato sulla sussisten-za delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impian-ti, previste dalle normative in vigore per i diver-si settori, e sulla conformità dei lavori eseguiti al progetto presentato agli uffici tecnici. Adesso - i moduli andranno adeguati dai comuni entro il 30 giugno, anche se c’è tempo fino al 20 giugno per qualche cambiamento da parte delle regioni - tutto questo sarà oggetto di un’autodichiarazione di un professionista, che in tutti gli 8mila Comuni d’Italia dovrebbe essere compilata utilizzando lo stesso modulo e fornendo le stesse informazioni.

Agibilità: cosa cambiaTornando all’agibilità, si registra l’abrogazione dell’art.25 del TUE con riscrizione dell’art.24: la SCA (segnalazione certificata di agibilità) continua ad essere necessaria per le nuove costruzioni, per gli interventi di ricostruzione e sopraelevazione,

totale o parziale, e per la realizzazione di interven-ti sugli edifici esistenti che possono influire sulle condizioni di sicurezza, salubrità e su tutti gli altri aspetti relativi all’agibilità.La segnalazione, auto-certificata dal singolo tecni-co professionista (o dalla società) al quale è stato rilasciato il permesso di costruire o che ha presen-tato la SCIA, può comunque riguardare l’agibilità parziale di edifici singoli, o parti di una costruzione funzionalmente autonome o singole unità immo-biliari, purché ricorrano le condizioni per i singoli casi specificate nel comma 4 dell’art. 24 del dpr 380/2001. In ogni caso, le condizioni di agibilità dell’immobile devono essere verificate da un inge-gnere/geometra/architetto che ha diretto i lavori.Il termine per la presentazione è sempre di 15 giorni dalla fine dei lavori di finitura dell’intervento, gli stessi entro i quali - prima - occorreva presenta-re la richiesta del certificato. Senza SCIA, la multa va da 77 a 464 euro.

Cosa va allegatoOltre alla nuova segnalazione, vanno allegati an-che il certificato di collaudo statico (per i piccoli interventi, può essere sostituito da una dichia-razione di regolare esecuzione dei lavori) e una dichiarazione di conformità delle opere realizzate alla normativa sull’accessibilità e il superamento delle barriere architettoniche. >>>

Antisismica: demolizione solo per variazioni sostanzialiCassazione: omesso preavviso e mancanza di autorizzazione preventiva sono violazioni meramente formali e non giustificano un ordine di demolizione da parte del giudice

Solamente gli abusi edilizi concernenti viola-zioni sostanziali alla normativa antisismica ‘giustificano’ l’ordine di demolizione. Lo ha ribadito ancora una volta la Corte di Cas-sazione, già intervenuta di recente in terma di co-struzioni in zona sismica, stavolta con la sentenza 18481/2017 del 14 aprile scorso: il potere-dovere del giudice di ordinare, ai sensi dell’art.98 del dpr 380/2001, la demolizione dell’immobile in caso di condanna per i reati previsti dalla stessa legge sussiste con riferimento alle violazioni sostanziali, ovvero per la inosservanza delle norme tecniche,

e non anche per le violazioni meramente formali, quali l’omesso preavviso e la mancanza di autoriz-zazione preventiva.Nel caso di specie, è stata correttamente ordinata la demolizione in considerazione del fatto che, al di là dell’omessa denuncia dei lavori e successiva autorizzazione del competente ufficio tecnico della Regione, le opere in esame erano state comunque realizzate in assenza di un progetto esecutivo re-datto da un tecnico abilitato, costituente a tutti gli effetti violazione incidente sulla realizzazione tec-nica del manufatto. >>>

PROGRAMMI DI CALCOLO

Italia s.r.l PER L'INGEGNERIA STRUTTURALE E SISMICA

Page 15: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.28

#Primo_Piano#Edilizia

IL SISTEMA DI PULIZIA INTELLIGENTEASPIRAPOLVERE CENTRALIZZATO

Scopri come funziona su www.sistemair.it

L’aspirapolvere centralizzato permette di effettuare le pulizie nella propria casa in maniera rivoluzionaria, consentendo di aspirare la polvere in modo fa-cile, potente e discreto. Non è più necessario trascinare lo sco-modo e pesante aspirapolvere tradizionale, ma con un leggero tubo fl essibile pulisci tutta la casa! E intanto purifi chi l’aria degli ambienti dove vivi, perché pol-lini, acari e micropolveri vengono espulsi all’esterno attraverso la linea di scarico dell’aria aspirata.

Progettare un edifi cio pen-sando alla sua pulizia: un’ope-razione fondamentale non solo per migliorarne l’abitabilità ma, soprattutto, per ridurre i costi di esercizio.Ecco i vantaggi che motivano la scelta di un aspirapolvere centra-lizzato in campo professionale:- Maggiore silenziosità,- minori consumi,- minori manutenzioni richieste,- riduzione dei tempi di pulizia,- possibilità di collegamento diret-

to alle macchine di lavorazione,- aspirazione di solidi e liquidi,- possibilità di utilizzo in ambienti

Atex.Sistem Air è a disposizione per fornire supporto nella proget-tazione della soluzione più ade-guata.

IL MASSIMO DELL’ASPIRAZIONESeguici su:

1

2

34

1 2

3 4

Rete tubiera sottotraccia Presa aspirante

Centrale aspirante Scarico aria fi ltrata

Nelle abitazioni

Migliora la qualità della vitaPer Uffi ci/laboratori/hotel

Rapido, effi cace e potente

S

TOP Allergie STOP Acari

Migliora le condizioniigieniche negli ambienti dove trascorri il tuo tempo, grazie all’aspirapolverecentralizzato Sistem Air

Abusi edilizi: sanzione pecuniaria e non demolizione anche per difformità totale. Ecco quando!Tar Molise: l’art. 34 del Testo Unico Edilizia si applica anche al caso in cui le opere edilizie sono del tutto prive di abilitazione urbanistica, con conseguente difformità totale, se le stesse sono compenetrate ri-spetto ad altri manufatti preesistenti i quali, invece, sono stati realizzati in base a regolare titolo abilitativo

La sanzione pecuniaria sostituiva della demolizio-ne di cui all’art. 34, comma 2 del dpr 380/2001 si applica anche al caso in cui le opere edilizie sono del tutto prive di abilitazione urbanistica, con con-seguente difformità totale, se le stesse sono com-penetrate rispetto ad altri manufatti preesistenti i quali, invece, sono stati realizzati in base a regola-re titolo abilitativo.È il principio di diritto emanato dal Tar Molise nella recentissima sentenza 192/2017 pubblicata il 24 maggio scorso. Pertanto, per escludere l’applica-zione del comma 2 art.34, non rileva la circostan-za che le opere oggetto di considerazione sono del tutto prive di abilitazione urbanistica (e quindi la difformità sarebbe totale), atteso che le stes-se sono compenetrate rispetto ad altri manufatti preesistenti i quali, invece, sono stati realizzati in base a regolare titolo abilitativo. Ne consegue che ai fini della decisione in ordine alla demolizione deve tenersi conto del complesso edilizio risultante dalle opere via via realizzate, at-teso che la ratio dell’art. 34 consiste proprio nell’e-vitare che la demolizione di alcuni interventi edilizi abusivi possa comportare l’eliminazione anche degli altri regolarmente realizzati rispetto ai quali i primi siano strutturalmente compenetrati e non possano essere demoliti se non con pregiudizio dell’intera struttura.

Il Tar si sofferma inoltre sull’art. 34, comma 2-ter, del Testo Unico dell’Edilizia, secondo cui le opere che eccedano per una misura inferiore al 2% la vo-lumetria assentita dal titolo edilizio possano essere considerate come realizzate in parziale difformità, trattandosi di abusi rientranti nei limiti di tolleranza e quindi irrilevanti ai fini sanzionatori di cui al citato art. 34: nella sentenza si asserisce che la disposi-zione non prevede che tutte le opere di entità supe-riore al 2% rispetto a quelle assentite andrebbero demolite in quanto ad esse non sarebbe applicabile la sanzione pecuniaria esulando dall’ambito appli-cativo dell’art. 34, poiché il comma 2-ter introduce un margine di flessibilità consentendo di escludere anche dalla previsione sanzionatoria pecuniaria le discrepanze dal titolo abilitativo contenute entro la ridotta misura del 2%. >>>

Page 16: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.30

#Edilizia#Edilizia

adv_fibrocev.indd 1 31/01/17 18:31

Abusi edilizi, la mappa delle violazioni: differenze tra variazioni essenziali e variantiAbusi edilizi: il Consiglio di Stato classifica le violazioni fornendo la mappa precisa delle irregolarità. Il concetto di variazione essenziale attiene alla modalità di esecuzione delle opere e quindi va distinto dalle “varianti” che invece riguardano la richiesta di una variazione del titolo autorizzativo

Un vademecum per ‘classificare’ le varie irregolarità che portano all’a-buso edilizio. E, in un certo senso, per fornire una scala di gravità dell’abuso stesso: la sentenza 1484/2017 del Consiglio di Stato, pub-blicata il 30 marzo scorso, è un vero e proprio compendio in questo senso e ci da alcune indicazioni fondamentali soprattutto per differen-ziare i concetti di “variazione essenziale” e “varianti”. Partendo proprio da qui, Palazzo Spada precisa che il concetto di variazione essen-ziale, che attiene alla modalità di esecuzione delle opere, va distinto dalle “varianti” che invece riguardano la richiesta di una variazione del titolo autorizzativo (art. 22, comma 2, del dpr 380/2001).

Tre tipi di abusi ediliziIl dpr 380/2001 prevede tre fattispecie di abuso edilizio ordinate se-condo la gravità dell’abuso stesso: ipotesi di interventi in assenza di permesso o di totale difformità; ipotesi intermedia di variazioni essenziali dal titolo edilizio; ipotesi residuale della parziale difformi-tà da esso. Si osserva, peraltro, che molte sono le disposizioni del TUE che disciplinano la materia (dall’art.31 al 44). L’abuso edilizio è, quindi, la difformità tra ciò che viene costruito e quanto è autoriz-zato (o autorizzabile). A seconda della gravità di questa differenza, si rinvengono:• abuso totale, quando la costruzione avviene in assenza di qualsi-

asi titolo abilitativo;• abuso sostanziale, se il manufatto è completamente diverso - per

caratteristiche costruttive o destinazione d’uso - rispetto a quanto oggetto di permesso e se vi sono variazioni essenziali;

• abusi minori, ossia gli interventi realizzati con modalità diverse da quelle previste e autorizzate ma che incidono su elementi partico-lari e non essenziali.

Abusi totaliVi rientrano sia le ipotesi di costruzioni realizzate in assenza di titolo sia quelle completamente diverse rispetto al permesso. Per ‘assenza’ si intende sia la non esistenza del titolo (mai chiesto o mai rilasciato) ma anche quando, pur esistendo, esso risulti privo di efficacia, sia in origine sia a seguito di provvedimento successivo del comune o del giudice amministrativo. La totale difformità dal permesso di costruire si verifica in caso di realizzazione di manufatti completamente diver-si per caratteristiche tipologiche, planovolumetriche o di utilizzazio-ne da quello oggetto del permesso, e per l’esecuzione di volumi oltre i limiti indicati nel progetto e autonomamente utilizzabili. >>>

La documentazione per gli appalti pubblici adeguata ai nuovi CAM secondo il DM 11 Gennaio 2017Blumatica

Dal 13 Febbraio scorso le ammini-strazioni pubbliche sono chiamate a seguire i nuovi criteri ambientali minimi per gli appalti inerenti non solo la progettazione e l’esecuzione di lavori di ristrutturazione e nuova costruzione ma anche l’acquisto/noleggio di arredo per interni non-ché le forniture di prodotti tessili.

Tali disposizioni (destinate ad un continuo aggiornamento), dal mo-mento che vanno periodicamente adeguate in funzione dell’inno-vazione tecnologica e dell’offerta commerciale, sono state necessa-rie anche in seguito all’entrata in vi-gore del nuovo codice degli appalti (D. Lgs. 50/2016). In riferimento al settore dell’edilizia pubblica gli ambiti interessati ri-guardano sia la progettazione che l’esecuzione dei lavori per la nuove costruzioni, ristrutturazioni e manu-tenzioni degli edifici. Se da un lato è garantita la capaci-tà tecnica dei progettisti, mediante l’attribuzione di un punteggio pre-miante per coloro che sono accredi-tati dagli organismi di certificazione energetico-ambientale degli edifici (ISO/IEC 17024), dall’altra le impre-se devono possedere la registrazio-ne EMAS oppure una certificazione secondo la norma ISO14001 o se-condo norme di gestione ambien-tale basate sulle pertinenti norme europee o internazionali, certificate da organismi di valutazione della conformità.Compito delle stazioni appaltanti, quindi, è quello di garantire la cor-retta applicazione delle clausole contrattuali e delle specifiche attra-verso la corretta stesura della docu-mentazione di gara fra cui risultano interessati anche il capitolato spe-ciale di appalto e il piano di ma-nutenzione dell’opera. >>>

Rapporto immobiliare residenziale 2017: +18,9% di case acquistate rispetto al 2016Il Rapporto immobiliare residenziale 2017 è lo stu-dio realizzato dall’Osservatorio del Mercato Immo-biliare dell’Agenzia delle Entrate in collaborazione con Abi e analizza il trend del mercato del mattone nel 2016

Più 18.9% di acquisto di case nel 2016: l’edili-zia residenziale (o immobiliare), in Italia, sem-bra davvero essersi risollevata a giudicare dai dati recenti, ultimi quelli del Rapporto immobiliare residenziale 2017, lo studio presentato ieri e rea-lizzato dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate in collaborazione con Abi, l’Associazione Bancaria Italiana, che analizza il trend del mercato del mattone nel 2016.Da rimarcare che la crescita era stata del 6,5% nel 2015 e del 3,5% nel 2014, con notevole incre-mento nel 2016. In ripresa anche il valore com-plessivo delle compravendite, che passa dai 76 agli 89 miliardi di euro, mentre sono sostanzial-mente stabili i nuovi contratti di affitto di immobili ad uso abitativo, che segnano un lieve aumento dello 0,63% rispetto all’anno passato. Freccia ‘su’ anche per le abitazioni acquistate tramite mutuo ipotecario (+27,3%), fenomeno colto anche dal miglioramento dell’indice di affordability, che misu-ra la possibilità di accesso delle famiglie italiane all’acquisto delle case. >>>

Restauro e risanamento: cambio di destinazione d’uso possibileManovra Correttiva: un emendamento approva-to alla Camera prevede la possibilità che tali in-terventi consentano di modificare le destinazioni d’uso purché con tali elementi compatibili, nonché conformi a quelle previste dallo strumento urbani-stico generale e dai relativi piani attuativi

Importanti novità, per i professionisti tecnici, in merito agli interventi di restauro e risanamento conservativo con conseguente possibilità di cambiare la destinazione d’uso.

L’art. 65-bis della Manovra correttiva (decreto-leg-ge 50/2017), approvata il 1° giugno dalla Camera e ora all’esame del Senato, modifica infatti il com-ma 1, lettera c), dell’art.3 del D.P.R. 380/01 (Testo unico in materia edilizia), che disciplina la defini-zione degli interventi edilizi relativi agli “interventi di restauro e di risanamento conservativo.

La modifica prevede che tali interventi - rivolti a conservare l’organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità, mediante un insieme sistematico di opere – ne consentano, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stes-so, anche il mutamento delle destinazioni d’uso purché con tali elementi compatibili, nonché con-formi a quelle previste dallo strumento urbanistico generale e dai relativi piani attuativi. >>>

Page 17: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

#Efficienza_Energetica

n.53_giu.2017_pag.32

#Primo_Piano

La nuova versione del software EC700, per il calcolo delle prestazioni energetiche degli edificisecondo le Specifiche Tecniche UNI/TS 11300, ti consentirà di accrescere il livello di precisionedella fase di progettazione grazie alla presenza di nuove funzionalità di modellazione grafica e di calcolo e ad una presentazione dei risultati ancora più trasparente ed efficace.

PRINCIPALI NOVITÀ VERSIONE 8

• Definizione grafica e calcolo automatico degli ombreggia-menti dovuti ad elementi esterni, balconi, edifici attigui o nelle vicinanze, ecc.

• Disegno di tetti curvi e abbaini.

• Guida automatica alla compilazione dei dati in funzione dello scopo: calcolo regolamentare per verifiche di legge ed APE (valutazione di progetto A1 / standard A2) o dia-gnosi energetica (valutazione adattata all’utenza A3).

• Calcolo del funzionamento intermittente dell’impianto di riscaldamento secondo EN ISO 52016.

• Correzione del rendimento di regolazione per sbilancia-menti dell’impianto (ai fini della diagnosi energetica).

• Impianti a tutt’aria per la climatizzazione invernale.

• Presentazione dei risultati ancora più trasparente ed effi-cace (es. introduzione di ulteriori dettagli relativi ai rendi-menti, ai consumi ed al bilancio energetico).

FREE TRIAL

www.edilclima.it

GUARDA IL VIDEO CON I PROGETTI GIA’ REALIZZATI

edilclima.it

COMPETENZEMULTIDISCIPLINARIRICHIEDONO L’UTILIZZODI UN SOFTWARE TECNICO

SCOPRI LA NUOVA VERSIONE DI EC700 CALCOLO DELLE PRESTAZIONIENERGETICHE DEGLI EDIFICI.

La scelta dei pannelli radianti a soffitto in un edificio a ufficiIl caso studio di “The Exchange” in CanadaSimone Bistolfi – Ingegnere - R&D Product Manager Giacomini SpA Alberto Franzi – Ingegnere - Senior Product Engineer Giacomini SpA

Lo Stock Exchange Building di Vancouver, origi-nariamente destinato a Borsa per il mercato azio-nario e poi suddiviso in uffici, è da circa due anni sottoposto a un importante intervento di ristruttura-zione e ampliamento che porterà nel giugno 2017 alla nascita del nuovo edificio, denominato “The Exchange”. Il nome, legato alla storia passata del palazzo, vuole rimarcare come la progettazione sia stata volta a implementare tecnologie all’avan-guardia e innovative, specialmente per il mercato nordamericano e, in alcuni casi, mondiale.L’uso di luci a LED per l’illuminazione, e di sistemi radianti a soffitto per il condizionamento dell’aria in ambiente, il tutto inserito nel contesto della certifi-cazione LEED Platinum, ha già reso la costruzione un successo sul competitivo mercato immobiliare della città canadese e un punto di riferimento per tutto lo stato dell’arte nel Nord America.In particolare, è stato molto importante il coordi-namento delle varie componenti progettuali e il la-voro di squadra con il comune scopo di arrivare a un sistema energeticamente efficiente, garanten-do all’interno livelli di comfort di eccellenza, oltre a elevate abitabilità e flessibilità degli spazi.

PremessaFino ad alcuni anni fa alcuni sostenevano che l’installazione di un sistema di condizionamento potesse, in alcuni casi dovesse, portare alla re-alizzazione di un impianto che soddisfacesse le esigenze del cliente, anche coprendo eventuali mancanze progettuali. Altri sostenevano invece che un buon progetto, supportato da una adeguata direzione dei lavori, fosse necessario per arrivare a ottenere elevate prestazioni degli impianti di con-dizionamento. C’era poi chi, dalla parte dei costrut-tori, sosteneva di avere un prodotto talmente ben progettato e realizzato da rendere la progettazione superflua e le capacità di installazione praticamen-te trascurabili. Oggi, vuoi per le accresciute aspet-tative dei clienti, vuoi per le amplificate necessità di un sistema costruttivo moderno dettate anche dalle normative, il buon prodotto, la curata proget-tazione e la perfetta installazione devono essere tutte presenti al fine di dare al cliente finale ciò che si aspetta; infatti, ciascuno di questi aspetti, anche se realizzato al meglio, potrebbero non bastare.

Inoltre, l’impianto deve sempre essere più inserito nel contesto dell’edificio, anche dal punto di vista architettonico, e deve essere integrato al meglio con gli altri impianti, quale quello di illuminazione e quello antincendio. Una mancanza di sinergia tra fabbricato e impianti o fra i vari sistemi all’inter-no della costruzione, decreterebbero la “morte” di quest’ultimo dal punto di vista del mercato. Abbia-mo esperienza diretta di edifici residenziali e com-merciali italiani, che, anche se costruiti solo pochi anni fa, sono già “vecchi” dal punto di vista della tecnologia e dei concetti applicati, per cui sono di difficile collocazione sul mercato immobiliare.In questo breve articolo presentiamo un caso di studio in cui abbiamo cercato di fare incontrare le necessità normative e di certificazione richieste con le esigenze del mercato, attraverso proposte all’avanguardia dal punto di vista delle tecnologie impiegate, senza tuttavia avventurarsi in scelte avveniristiche di difficile comprensione per i clien-ti finali. Il tutto è inserito nel contesto sempre più complesso di una ristrutturazione, anche se solo parziale. Il caso di studio è rappresentato dallo Stock Exchange Building di Vancouver, British Co-lumbia, Canada.

L’edificioIl palazzo, costruito nel 1929 e quindi considerato storico per gli standard canadesi, fu inizialmente destinato a sede della Borsa Valori di Vancouver con i relativi uffici; come mostrato in Figura 2, era costituito da 12 piani fuori terra di pianta rettango-lare, ciascuno di circa 800 m². >>>

Figura 2 – Aspetto originario dello Stock Exchange Building

Page 18: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

#Efficienza_Energetica

n.53_giu.2017_pag.34

#Primo_Piano

La regolazione dei sistemi radianti a bassa differenza di temperaturaClara Peretti – Consorzio Q-rad

Massimo comfort, massima efficienza, minimo consumoLa necessità di regolazione di un impianto per il ri-scaldamento, raffrescamento o ventilazione nasce dalla variabilità delle condizioni al contorno cui un impianto è chiamato a lavorare. Dimensionato per una precisa situazione nomina-le, esso tuttavia dovrà fronteggiare, durante il suo esercizio, a variazioni provenienti tanto dall’esterno (temperatura ed umidità dell’aria esterna, irraggia-mento, velocità e direzione del vento) quanto dall’in-terno (grado di occupazione, numero di lampade, quantità di apparecchi installati ed accesi, ecc.). Se l’obiettivo è quello di mantenere un set di va-riabili (temperatura ed umidità ambiente) all’inter-no di prefissati range rispondenti alle esigenze di benessere, l’unica strada percorribile è quella di regolare l’attività dell’impianto. Con riferimento al settore della climatizzazione, non si intende sola-mente la parzializzazione del generatore di ener-gia termica o frigorifera, ma anche il controllo dei terminali e dei dispositivi a corredo dell’impianto.Il compito del sistema di controllo è quello di bilan-ciare il calore fornito/sottratto all’impianto con le perdite/guadagni termici dell’edificio in ogni istan-te. Con questa prerogativa, la regolazione permet-te di conseguire due obiettivi:1) il mantenimento di un ambiente termico stabi-le, entro le condizioni di comfort prefissate (in ter-

mini di temperatura e umidità relativa interne, di comfort, di qualità dell’aria interna, ecc.);2) la riduzione del consumo di energia primaria, in quanto l’impianto è chiamato ad adeguare la sua potenza al fabbisogno termico istantaneo, senza inutili sprechi, modulando la temperatura o la porta-ta del fluido termovettore. Sulla base di questi due obiettivi, i sistemi di regolazione hanno sviluppato la propria evoluzione, durante l’era digitale, arricchen-dosi di nuove funzionalità di gestione, tra le quali:- la differenziazione dei set-point a seconda della

destinazione d’uso degli ambienti;- la programmazione temporale dei livelli di tem-

peratura cui l’impianto è chiamato a soddisfare (ad esempio attenuazione del set-point durante la notte);

- la programmazione temporale avanzata, in cui la fornitura del calore viene ridotta durante periodi programmati (ad esempio quando le tariffe elet-triche sono in fase di punta);

- la possibilità di monitoraggio in tempo reale del funzionamento dell’intero impianto di condizio-namento, la sua integrazione con gli altri impianti dell’edificio e l’accesso a funzioni di controllo da remoto (domotica).

Nella pratica termotecnica, quando si cerca di in-quadrare il sistema di regolazione di un impianto, si fa riferimento alla seconda delle sue due pro-prietà fondamentali: la riduzione dei consumi. >>>

Page 19: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

#Efficienza_Energetica

n.53_giu.2017_pag.36

#Primo_Piano

Ecobonus condomini: ok alla cessione degli incapienti alle bancheCessione dell’ecobonus condomini alle banche: approvato emendamento alla Manovra correttiva, gli incapienti potranno cederlo non solo a soggetti privati, ma anche a banche e intermediari finanziari

Gli incapienti potranno cedere l’ecobonus con-domini non solo ai soggetti privati ma anche alle banche e agli altri intermediari finanziari. Lo prevede un emendamento - approvato dalla Ca-mera - alla cd. Manovra correttiva, il DL 50/2017.La cessione del credito fiscale del 65% diretta-mente alle banche consentirebbe agli incapienti di incassare subito il denaro (o almeno gran parte). Gli incapienti propriamente detti sono i contri-buenti che percepiscono un reddito fino a 8mila euro lordi all’anno, e che quindi hanno l’Irpef già azzerata dalle attuali detrazioni per lavoro di-pendente e non possono aggiungere altri crediti fiscali (tradotto: non pagano le tasse).“L’approvazione dell’emendamento - ha dichiarato il primo firmatario Antonio Misiani (Pd) - può far definitivamente decollare un mercato gigantesco:

l’efficientamento energetico di oltre un milione di condomini, per oltre quattro quinti immobili vecchi e ad alto consumo di combustibile. >>>

Edifici pubblici: riqualificazione intelligente grazie a un software innovativo

Scuole, istituti professionali, palestre, uffici: sono oltre 300 gli edifici di proprietà della Provincia di Bolzano il cui costo energetico è a carico dell’en-te, con una spesa totale per l’approvvigionamento energetico di circa 16,8 milioni di Euro all’anno. Per capire come abbatterne i consumi, gli esperti di efficientamento energetico di Eurac Research hanno messo a punto un software, denominato CERPlan (Cost Effective renovation Plan), che simula scenari di riqualificazione per il parco im-mobiliare provinciale, determinando le soluzioni più adatte ed economicamente più vantaggiose. Grazie al software, che presto sarà dotato di un’in-terfaccia grafica user-friendly, si potrà capire più facilmente quanto consuma ogni singolo edificio e soprattutto quali interventi di risanamento energe-tico sono più convenienti da attuare. “Siamo partiti da un dato di fatto. Gestire dal punto di vista energetico un parco di edifici ampio ha le sue problematiche evidenti: le informazioni che si hanno a disposizione sono molte e frammentate ed è difficile collegare le diverse caratteristiche de-

gli edifici ai rispettivi consumi energetici,” spiega-no i ricercatori di Eurac Research Roberta Pernetti e Marco Castagna che hanno coordinato l’attività, “per questo capire dove riqualificare risulta decisa-mente complicato”. Il software realizzato da Eurac Research permet-terà invece di organizzare più chiaramente tutti i dati necessari a una corretta pianificazione degli interventi e soprattutto individuerà dove e quando andare a intervenire con un ritorno economico in tempi brevi. “Il programma infatti tiene conto sia degli interventi da pianificare che delle necessità di manutenzione straordinaria degli edifici,” con-tinua Roberta Pernetti, “se ad esempio il tetto di una scuola richiederà a breve un intervento di ma-nutenzione, sarà più economico associare a que-sto intervento l’installazione di pannelli fotovoltaici e l’isolamento dell’involucro.” ”Per ogni intervento ipotizzato, si potranno calco-lare i benefici in termini di riduzione dei consumi e di emissioni di CO2,il costo e il rientro dell’investi-mento. >>>

Page 20: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.38

#BIM

Principali vantaggi offerti dall’utilizzo di file IFC nell’interoperabilità BIMMassimo Stefani – BIM Consultant Harpaceas

Negli incontri con i professionisti interessati ad approfondire la natura della progettazione BIM mi capita spesso di dover affrontare la tematica della condivisione dei modelli BIM nell’Ambiente di Con-divisione dei Dati (ACDat).Ricordiamo che l’ACDat, per citare quanto affer-ma l’ing Odorizzi di Harpaceas “è lo strumento per mezzo del quale la filiera potrà ottenere risultati importanti: l’archiviazione dei documenti già in fase di “work in progress” permette ai progettisti di individuare le vere origini di errori progettuali e scelte di progetto non ottimali; l’“AcDat”, inteso come strumento garante per tutte le parti in causa, potrà fissare e mantenere la provenienza del dato in termini di autore e data di approvazione con-sentendo di ricostruire le situazioni con efficacia come necessario per la gestione dei contenziosi, le strutture preposte alla gestione operativa del bene e al facility management potranno trovare nell’AcDat una tecnologia innovativa utilissima per le probabili riprogettazioni, integrazioni, o dismis-sioni delle strutture durante il loro ciclo di vita.” Nonostante quanto affermato, la sola idea di do-ver condividere il proprio modello BIM con gli altri progettisti coinvolti nel lavoro genera spesso ma-lumore e preoccupazione. La paura di “regalare” il proprio know-how e quanto presente nel modello (in termini di simbologie parametriche intelligenti) a colleghi, blocca sul nascere la discussione.Sicuramente alla base di questa diffidenza possia-mo individuare esperienze passate non particolar-mente fortunate che hanno prodotto una generale diffidenza nei progettisti verso la condivisione dei propri dati progettuali. Per rispondere a quanto evi-denziato, focalizziamo l’attenzione sulla differenza tra un BIM chiuso e un BIM aperto (openBIM). Nel flusso tipico di un BIM chiuso vengono utilizza-ti formati prorietari, modelli BIM salvati e condivisi nel formato proprietario della piattaforma di BIM authoring con piattaforme di BIM authoring che possono leggere quello stesso formato. In sostan-za una filiera di condivisione tra piattaforme di BIM authoring della stessa casa software. Nel flusso BIM aperto, l’interoperabilità viene effet-tuata attraverso formati non proprietari, usualmen-te nel formato IFC. Tra le referenze fondamentali a supporto di una progettazione BIM aperta citia-

mo sempre il Codice Appalti (DLGS 50/2016) per quanto afferma nell’art.23 comma 13.In un ACDat alimentato con formati openBIM, le piattaforme di BIM autoring architettoniche, strut-turali, impiantistiche, caricano quindi dei modelli in formato IFC, non proprietario. I modelli BIM così condivisi non perdono le proprie caratteristiche grafiche (Log) e di informazione (LOi) permettendo di poterle comunicare libera-mente a tutti i progettisti della commessa BIM.Perdono invece le caratteristiche native dei BIM authoring che le hanno generate. È un passaggio fondamentale, è la possibilità di poter comunicare contenuti senza dover trasmet-tere anche le simbologie parametriche inserite nel loro formato nativo. Utilizzando formati aperti di interoperabilità dei modelli BIM risulta evidente di come si riesca a superare rapidamente la diffiden-za e difficoltà di condividere il proprio lavoro con altri progettisti. La progettazione BIM oriented of-fre strumenti e processi di verifica e controllo che grazie all’utilizzo di formati BIM aperti, possono essere facilmente gestiti ed utilizzati dai progetti-sti, evitando i consueti problemi di lettura dei dati e di condivisione tra le parti in causa. Per gestire al meglio la condivisione dei dati, è bene seguire delle procedure ben precise di rea-lizzazione del modello IFC che di seguito vogliamo brevemente riassumere.

Ottimizzare l’esportazione in formato IFCAttraverso un esempio di modellazione molto semplice vogliamo vedere come ottimizzare l’e-sportazione in formato IFC, per ottenere una in-teroperabilità ottimale con le altre piattaforme di BIM authoring. Nel nostro esempio siamo in pre-senza di un manufatto composto da una soletta, qualche setto verticale con aperture, dei pilatri, una trave in spessore e un elemento di chiusura vetrato tipo facciata continua. Esportandolo in for-mato IFC 2x3 cv2.0 senza controllare attributi o definizioni assegnati agli oggetti, ci possiamo tro-vare in presenza di un elemento che formalmente è simile all’originale, ma che in sostanza non con-tiene tutte le informazioni necessarie per essere correttamente interpretato in altre discipline di BIM authoring. >>>

Page 21: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.40

#BIM#BIM

INNOVATION & SYSTEMA different kind of Chemical Admixture Company

Azienda certificata per la Gestione dei Sistemi Qualità e Ambiente conformi alle norme UNI EN ISO 9001 e 14001

General Admixtures spaVia delle Industrie n. 14/1631050 Ponzano Veneto (TV) ITALY

Tel. + 39 0422 966911Fax + 39 0422 969740 E-mail [email protected] www.gageneral.com

Employer Information Requirements (EIR) e BIM Execution Plan (BEP), quanta confusione!Alberto Pavan – Senior Partner BAEC

Quando si parla di Building Information Modelling o BIM vi sono almeno altri tre acronimi che più di altri ricorrono generando non poche incompren-sioni e fraintendimenti:1.LOD, Level of Development (Level of Detail, Le-vel of Definition, Level of Model Definition, Level of Model Detail, Level of Information, GRADE, ecc.);2.EIR, Employer Information Requirements;3.BEP, BIM Execution Plan.Sui LOD, dove come Level of Development si fa riferimento al sistema USA, si è scritto e scriverà molto ancora pur non risolvendosi la complessi-tà tuttora presente che vede una diffusa differen-ziazione, non solo terminologica, in campo locale (per ciascuna realtà nazionale) ed internaziona-le. Una complessità che pare oggi andare verso un mix di istanze tra le posizioni più consolidate, quella statunitense e quella britannica,ad esempio ben rappresentate nella recente normativa italiana (UNI11337:2017; LOD - Development come som-matoria di LOI – Information - e LOG - Geometry; rispettivamente tradotti in: Livello di sviluppo degli Oggetti Digitali – LOD - e Livello di sviluppo degli Oggetti digitali: attributi Informativi – LOI - e attri-buti Geometrici - LOG).Ritornando invece sui rimanenti acronimi:EIR e BEP (o meglio sui relativi documenti rappresen-tativi) si è invece scritto ancora poco ed in modo puramente generico. Copiando, molto, ma ragio-nando nel dettaglio, poco. Prova ne è che si vedono spesso riferimenti ad

un BEP con carattere di ”autonomia” dai requisiti del committente, che la PAS non prevede, in una accezione quindi più statunitense (BPxPPennsyl-vania State Un.), inseritocomunquein una struttu-ra britannica dopo un “EIR” che risulta, pertanto, depotenziato nel suo carattere di indirizzo (EIR che,invece,il BPxP della Pennsylvania State Un., di per sé, non prevede).La scarsa argomentazione,come si vede, non deve far pensare ad una diffusa condivisione di obiettivi e finalitàper i due strumenti. Anzi, essapiù facilmente sottende una formale uni-tà d’intenti che non trova poi effettivo riscontro in una sostanziale operatività e prassi.Anche in questo caso la fanno da padroni gli indi-rizzi statunitensi e britannici, artificiosamente poi accumunati, in un senso od in un altro,a seconda dei casi ed in ragione degli specifici scopi più che in virtù di una loro sintesi organica.Come per i LOD (dove abbiamo quelli UK sul mo-dello e quelli USA sugli oggetti), anche per l’EIR ed il BEP ci si dimentica che la (quasi)comune lingua non sottende una conseguente uniformità dei sistemi economici, giuridici, ecc. (Magone, Mazali, 2016). Difatti, mentre il sistema statunitense prevede in genere un approccio molto “pragmatico”alle cose, con interesse diretto dei big players di mercato ed una loro diretta collaborazione con la ricerca (vedi in questo caso il BIMforum, ma ancora pri-ma la stessabuildingSmart), il sistemacontinentale

(o europeo), invece, ha in genere un approccio più “politico”, con un interessamentoprioritario dei governi e dell’amministrazione pubblicaverso una politica di stimolo (incentivante) per il mercato e la ricerca (vedi, in questo caso, il BIM Task Group UK, la Direttiva Appalti comunitaria, ecc.od anco-ra più in generale la politica energetica, Horizon 2020 e così via).Sono due approcci molto differenti, dove la Gran Bretagna sta forse nel mezzo,nei principi di fondo (costituendo la matrice anglosassone degli USA), ma che,sicuramente, non è del tutto “statunitense” nel metodo. Le molte affinità, quindi, spesso cela-no diversità di base, anche sostanziali, che vanno interpretate, organizzatee correttamente utilizzate.

Il sistema BIM britannicoIl sistema BIM anglosassone UK fa fondamental-mente riferimento a tre organizzazioni principali:• RoyalInstitute of BritishArchitects (RIBA)• UK BIM Task Force Group• British StandardDette organizzazioni hanno, negli anni, prodotto i seguenti documenti o riferimentibasilari in tema di BIM:BS-PAS 1192-2:2013BS-PAS 1192-3:2014BIM ToolkitCIC BIM Protocol:2013Da questi, possiamo ricavare i seguenti strumenti operativi di indirizzo e pianificazione nell’uso del BIM in un progetto:Employer Information Requirement (EIR)BIM Execution Plan (BEP).BEP a sua volta suddiviso in BEP per la fase di offerta (BEP pre-contract) e BEP, vero e proprio, successivo all’aggiudicazione (BEP post-contract).

Il sistema BIM statunitenseIl sistema BIM anglosassone USA fa fondamental-mente riferimento a quattro organizzazioni principali:• American Institute of Architects (AIA);• National Institute of Building Sciences- building-

SMARTalliance - (NIBS);• US chapter of buildingSMART International

(BIMforum);• US ArmyCorps of Engineers (USACE).Dette organizzazioni hanno, negli anni, prodotto i se-guentidocumenti o riferimentibasilari in tema di BIM:AIA ContractDocument G202-2013, Building Infor-mation ModelingProtocol Form;AIA E203–2013, Building Information Modeling and Digital DataExhibit;AIA G201–2013, Project Digital Data Protocol Form;National BIM Standard UnitedStates– V3:2013(N-BIMS-US);National CAD Standard UnitedStates– V6:2014(N-CS-US);BIMforumLOD specification(2013-2016).Da questi possiamo ricavare i seguenti strumenti operativi di indirizzo e pianificazione nell’uso del BIM nel progetto:National BIM Guide for Owners;BIMProject execution Planning Guide V2.1:2011 (in seguito PxP);USACE BIM contractrequirements (UBR).

Il sistema BIM internazionaleIn campo normativo tecnico internazionale (Inter-national Standard Organization – ISO) possiamo riassumere i seguenti principali documenti o riferi-menti in tema di BIM:ISO (UNI-EN) 16739:2013, Industry Foundation Class (IFC); ... >>>

Page 22: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.42

#Primo_Piano#Innovazione

Stampa 3D in edilizia, la nuova sfida nell’era della digitalizzazioneAnna Bozza, Domenico Asprone – Università di Napoli

Nel moderno contesto di Industria 4.0, sono sem-pre più ambiziose e promettenti le sfide in termini di digitalizzazione ed automazione dei processi produttivi. I settori che oggi possono già vantare l’integrazione di alcune delle più moderne tecnolo-gie con le tradizionali tecniche produttive sono, in-fatti, molteplici: dall’ortopedia, all’odontoiatria, fino al design di interni. In quest’ottica l’industria edilizia in tutto il mon-do, sebbene fortemente radicata alla tradizione, sta gradualmente aprendosi all’innovazione e, in particolare, alla digitalizzazione. Il paradigma in-dustriale di questa nuova era si fonda infatti sui concetti di interoperabilità dei dati, integrazione delle competenze e connessione in tempo reale tra i vari attori coinvolti nel processo produttivo.A tal proposito, uno degli strumenti maggiormente discussi di recente è il BIM (Building Information Modeling), che consente di integrare contestual-mente informazioni tecniche di natura ingegne-ristica, economica e manageriale, nelle fasi di progettazione e realizzazione di un’opera. Oltre al BIM, la stampa 3D è un ulteriore strumento di digitalizzazione che ha attirato ultimamente mol-ta attenzione, pur rappresentando una tecnologia per certi versi ancora immatura.

In principio, le stampanti 3D erano limitate innan-zitutto dalla scelta del materiale che poteva ado-perarsi per la produzione di componenti di qual-sivoglia natura, principalmente plastiche, resine e ceramiche. L’inesorabile processo di evoluzione tecnologica è però oggi in grado di bypassare tale ostacolo, consentendo la stampa diretta anche dei materiali tradizionali adoperati nell’industria edili-zia, quali argille, calcestruzzi e finanche acciaio.Numerosi sono i vantaggi della tecnologia di stam-pa 3D, che possono enumerarsi. Coerentemente con le moderne tematiche di risparmio energeti-co e sostenibilità nel settore delle costruzioni, la stampa 3D ha il potenziale di incentivare sostan-zialmente l’ottimizzazione nella gestione delle ri-sorse e di ridurre tempi e costi di produzione, non-ché gli sprechi di materie prime. Stampare in 3D componenti strutturali e non strut-turali consentirebbe la produzione diretta in sito, oltre che la produzione di pezzi unici, realizzati per

la specifica fornitura. Ciononostante, i più conser-vatori sono ancora scettici riguardo al potenziale di applicazione della tecnologia, soprattutto alla larga scala. Eppure la grande libertà di forma ga-rantita da tale tecnologia consente già la produzio-ne di alcuni componenti, con particolari caratteri-stiche di design e finitura.

Sebbene la tecnologia di stampa 3D si presenti così promettente, sono ancora numerosi i limiti di applicabilità nel settore delle costruzioni.Come storicamente già verificatosi con l’introdu-zione di altre tecnologie innovative, il processo di integrazione con gli approcci tradizionali, risulta problematico per via dell’assenza di standard con-divisi e di strumenti di certificazione dedicati.In aggiunta, da un punto di vista prettamente tec-nico, un’ulteriore problematica riguarda la verifica delle performance degli elementi, che non potreb-be garantirsi con la medesima e comprovata af-fidabilità delle prove convenzionali, tipicamente eseguite nell’industria edilizia.Se da un lato dunque la produzione di componenti edilizi mediante stampanti 3D abbia il potenziale di garantire maggiore celerità nella realizzazione, d’altro canto essa pone un importante limite alla tracciabilità ed all’esecuzione dei controlli di quali-tà, essendo la stampa 3D uno strumento non con-templato dalle attuali regolamentazioni.Dal punto di vista del costo del lavoro, invece, l’u-tilizzo di sistemi moderni automatizzati come robot e stampanti 3D consentirebbe di abbattere i costi della manodopera.Dualmente, però, data la sostanziale innovazione introdotta da tali tecnologie, ciò risulterebbe in un aumento delle soft skill richieste nel processo pro-duttivo.

Proprio perché sono ancora molteplici gli interro-gativi riguardo l’effettivo utilizzo della stampante 3D, essa costituisce oggi oggetto di studi appro-fonditi anche in ambito accademico. Numerosi gruppi di ricerca, infatti, distribuiti sul territorio eu-ropeo e mondiale, stanno sviluppando campagne sperimentali incentrate proprio sui potenziali usi e sulle performance delle stampanti 3D in edilizia. Francia, UK, USA, ed anche in Italia. >>>

Page 23: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.44

#Costruire_in_Acciaio#Costruire_in_Acciaio

Salt Lake City Public Safety Building: quando l’architettura si incontra con l’antisismicaAnna Dalla Valle – Politecnico di Milano (Dipartimento ABC)

Il nuovo edificio per la pubblica sicurezza di Salt Lake City è testimonianza di come il progetto architet-tonico e il progetto antisismico possano coesistere in modo armonico all’interno di un unico manufatto. L’esito formale, da una parte, e gli stringenti requisiti sismici, dall’altra, rappresentano infatti elementi inscindibili per lo sviluppo del progetto, a partire dalle prime fasi del processo creativo.Le tecniche costruttive adoperate suggeriscono nuove concezioni compositive basate sui concetti di “movimento”, “deformabilità” e “visibilità”, andando a superare la concezione architettonica classica ba-sata sulla “firmitas”.

Il nuovo edificio per la pubblica sicurezza sorge nel centro civico di Salt Lake City dove, diventan-do parte integrante di uno dei più riusciti piani ur-banistici ed architettonici presenti in Utah, si pone a completamento dell’asse che collega all’estremi-tà occidentale il Richardson Romanesque Coun-ty Building e al centro la nuova e vecchia Public Library. Situato all’estremo orientale, più precisa-mente nell’incrocio tra la strada 500 Sud e la 300 Est, l’edificio diventa emblema delle aspirazioni della leadership di governo (figura 1). La posizione strategica, l’articolazione spaziale e volumetrica contribuiscono a determinare la qualità e perme-abilità degli spazi, creando occasioni d’incontro e offrendo momenti d’interazione e dialogo tra i pub-blici ufficiali e i cittadini.

L’edificio ospita al suo interno il dipartimento di po-lizia, il dipartimento dei vigili del fuoco e il nuovo centro di controllo per le operazioni di emergen-za. La sua costruzione è infatti atta a fornire un nuovo impianto per la pubblica sicurezza di Salt Lake, indicata dalla Federal Homeland Security come una delle 62 città della nazione a elevato rischio per disastri naturali o provocati dall’uomo. L’infrastruttura, considerata essenziale dall’Inter-national Building Code del 2009 e inaugurata nel 2013, si pone a sostituzione della struttura esi-stente, ritenuta obsoleta, costosa dal punto di vi-sta gestionale-manutentivo, inefficiente dal punto di vista energetico e non più adatta a soddisfare le esigenze contingenti. Il nuovo edificio, dotato di una superfice di circa 16000 mq (172.000 sq-ft),

fornisce alla città l’impianto di sicurezza aperto e ospitale richiesto, con la pretesa di creare un edifi-cio in grado di rimanere operativo anche a seguito di azioni ambientali estreme, dovuti a vento, neve e alle più forti scosse telluriche.

In questo contesto, la relazione tra soluzioni archi-tettoniche e Salt Lake City Public Safety Building, sviluppato per offrire un elevato livello di sicurezza senza trascurarne, allo stesso tempo, l’esito com-positivo e formale. A testimonianza del valore del risultato raggiun-to, nel 2014 al progetto è stato attribuito il premio IDEAS2 - Innovative Design in Engineering and Architecture with Structural Steel, riconoscimento assegnato annualmente dall’American Institute of Steel Construction. In particolare, il progetto del Salt Lake City Public Safety Building ha ottenuto il merit award all’inter-no della categoria project greater than $ 75 million ed è stato ritenuto particolarmente significativo in relazione ai seguenti aspetti:- elaborazione di soluzioni creative per rispondere

ai requisiti di progetto;- applicazione di approcci progettuali innovativi

dal punto di vista strutturale per quanto riguarda connessioni, sistemi di resistenza ai carichi gra-vitazionali, sistemi di resistenza al carico latera-le, sistemi di protezione al fuoco e di resistenza all’esplosione;

- raggiungimento di un forte impatto estetico e vi-sivo;

- uso di strutture in acciaio a vista di particolare rilievo dal punto di vista architettonico;

- utilizzo di metodi sperimentali di progettazione e costruzione di strutture in acciaio.

Requisiti di progetto e soluzione architettoniche e strutturaliLa conformazione architettonica e strutturale dell’edificio nasce in risposta a differenti e preci-si obiettivi di progetto che coinvolgono le più di-sparate discipline. Dal punto di vista urbanistico, veniva richiesto che il progetto costituisse una nuova piazza pubblica in modo da collegare sia visivamente che fisicamente il County Building, la Library Square e il progetto.Dal punto di vista formale, veniva richiesto che l’e-dificio si caratterizzasse per la trasparenza e per la qualità degli spazi al pubblico, in modo tale da rendere evidente anche all’esterno il ruolo della struttura. >>>

COSTRUZIONI METALLICHERIVISTA BIMESTRALE PER LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA DELL’ACCIAO

N.2ANNO LXIXMAR/APR 2017

THE WORLD ... OUR PASSIONTHE WORLD ... OUR PASSION

Torre Isozaki:installazione di 4

sezioni

Installazione di sezioni di

ponte da 1000 tonSollevamento di 10 piani

completi con martinetti

www.fagioli.com SINCE 1955SINCE 1955www.fagioli.com

L'INGEGNERIA APPLICATA AL TRASPORTO E ALSOLLEVAMENTO ECCEZIONALE

Sollevamentocopertura stadio

Atletico di Madrid

Installazione “walkwaybridge” da 3000 t

Installazione di un ponte da

800 ton con carrelli

Progetto “Mose”. Installazione di una barriera da360 ton con innovativo sistema di sollevamento

costruzioni metalliche marzo 2017_Layout 1 16/03/2017 17.20 Pagina 1

COST

RUZI

ON

I MET

ALLI

CHE

ANN

O L

XIX

RIVISTA BIMESTRALEPER LA DIFFUSIONEDELLA CULTURA DELL’ACCIAIO

MA

R/A

pR 2

017

NU

MER

O 2

MAR/ApR 2017

ISSN

0010

-967

3 P

oste

Ital

iane

SpA

- S

pedi

zion

e in

Abb

onam

ento

Pos

tale

- D

.L. 3

53/2

003

(con

. in

L. 2

7.02

.04

n° 4

6) A

rt. 1

, com

ma

1, L

O/M

I Pre

zzo

a co

pia:

€ 1

1,50

- In

cas

o di

man

cato

reca

pito

invi

are

al C

MP

di M

ilano

-Ros

erio

per

la re

stitu

zion

e al

mitt

ente

pre

vio

paga

men

to re

so

C

OLLEGIO D

EI T

EC

NICI DELL’A

CC

IAIO

Puoi ricevere la Rivista in due modi:- Abbonati seguendo la procedura di acquisto sul sito unicmi.it. L’abbonamento ai 6 numeri della rivista costa € 60 (per stu-

denti e neo laureati l’abbonamento è disponibile al prezzo ri-dotto di € 20)

- Diventa socio CTA e oltre a ricevere la rivista Costruzioni Me-talliche, avrai diritto a partecipare, a quote sensibilmente ri-dotte ai convegni che si tengono in varie località, al congresso biennale e al ricevimento di materiale informativo.

La quota associativa per l’anno 2017 è di € 100 e può essere versata sul conto:IBAN : IT72Z 02008 01760 000005507926 intestato a C.T.A. Collegio dei Tecnici dell’AcciaioPer maggiori informazioni:http://www.collegiotecniciacciaio.it

Page 24: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

#Primo_Piano

n.53_giu.2017_pag.46

#Costruire_in_Acciaio

Creative Cluster: con un approccio vintage l’acciaio rinnova il fascino dell’antico connubio ferro-ghisa

Silvia Vimercati – Fondazione Promozione Acciaio

“Abbiamo progettato la trasformazione dell’ex laboratorio dell’Uni-versità Tecnologica di Delft in un complesso multiuffici per imprese creative. Per il restauro, abbiamo seguito il nostro approccio vintage - massimo risultato ed interventi minimi - che combina un alto grado di rispetto dell’antico riuscendo al contempo a creare contrasto tra vecchio e nuovo. Precedenti adattamenti che hanno intaccato l’ar-chitettura originale sono stati rimossi per ristabilire completamente l’antico fascino della fabbrica in acciaio e laterizio. Elementi caratte-ristici sono le facciate in mattoni impreziosite da ceramiche, le strut-ture ottocentesche in ferro-ghisa e acciaio preesistenti ed i tetti a spiovente, coperti da lastre di ardesia blu.”

CEPEZED

Il complesso, situato a sud del centro di Delft, è caratterizzato da una forte impronta “neorinascimentale olandese”, con mattoni faccia a vista, tetto spiovente ricoperto da lastre di ardesia e grandi fine-strature. Nel tempo ha cambiato diverse destinazioni d’uso: nasce come laboratorio di un collegio per diventare poi museo della tec-nologia fino a trasformarsi, una volta divenuto proprietà dello studio Cepezed, nella sede di quest’ultimo e di piccole aziende del settore produttivo. Nel 2003, prima della riconversione in uffici, era stato rico-nosciuto monumento nazionale dal Governo olandese. Il complesso è costituito da tre hall con muri massicci e una copertura sorretta da capriate Polonceau. Il progetto ha previsto la realizzazione di in-terventi di recupero prevalentemente in acciaio, una scelta coerente con i materiali originari e con il carattere industriale preesistente. >>>

Page 25: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.48

#Costruire_in_Calcestruzzo#Costruire_in_Calcestruzzo

Monitoraggio e controllo di strutture in c.a. di nuova realizzazioneUn caso studio con l’utilizzo della fibra otticaG. Porco – Università della Calabria - Dipartimento di Ingegneria Civile, Rende CSD. Romano – G.F. Valer Montero – Sismlab s.r.l. - Spin-off dell’Università della Calabria, Rende CS

IntroduzioneOggi il controllo del patrimonio edilizio esistente e la verifica di strutture di nuova realizzazione, me-diante la predisposizione di sistemi di monitorag-gio, è un argomento di notevole interesse tra gli operatori del settore. Una delle cause di innesco di questo interesse sono state le NTC08, le quali hanno enfatizzato il controllo strutturale mediante monitoraggio, fornendo alcune utili indicazioni per la soluzione di problemi inerenti i temi della verifi-ca del patrimonio edilizio esistente ed il controllo strutturale. In pratica, il nuovo testo normativo ha finalmente ampliato il concetto di verifica, inteso, non solo come azione eseguita a valle e cioè quan-do l’opera è già sede di un dissesto evidente, ma come un insieme di attività finalizzate ad evitare tali situazioni. Il monitoraggio sulle strutture esistenti viene correntemente affrontato mediante l’applica-zione di architetture di monitoraggio di pelle, acqui-sendo velocità, accelerazioni o progressioni fes-surative, semplicemente ponendo a contatto delle superfici sensori di spostamento. La procedura di controllo è gestita attraverso la individuazione di valori di soglia, che indicano lo stato di conservazione o di danneggiamento di una membratura. In riferimento invece alle strutture di nuova realizzazione, l’approccio è relativamente più semplice, in quanto, essendo l’opera ancora non realizzata, è possibile ricorrere all’adozione di sistemi residenti di monitoraggio quali i rilevatori a fibra ottica, riuscendo quindi a perseguire diversi obiettivi ossia: il controllo delle fasi costruttive, la identificazione delle sollecitazioni che nascono a seguito di una prova di collaudo e non ultimo, il controllo periodico in esercizio gestito attraverso la disponibilità di un dedicato piano di manutenzione. Su quest’ultimo argomento e cioè le strutture di nuova realizzazione, è stato incentrato il presente lavoro nel quale, con riferimento alle metodologie sperimentali maggiormente in uso verrà presenta-to un caso di studio relativo ad un edificio di nuova costruzione.

Sistemi di monitoraggio residenti su strutture di nuova realizzazionePer opere di nuova realizzazione intendiamo la fa-miglia costituita da edifici, ponti, capannoni, opere

di sostegno, in pratica qualsiasi struttura dove è utile controllare regimi di spostamento, di deforma-zione e di tensione sia nel corso della realizzazio-ne, del collaudo che in esercizio. L’attività di con-trollo oggi, è implementata facendo uso di sistemi residenti inglobati nel calcestruzzo armato basati su tecnologia a fibra ottica. Le campagne sperimentali in genere, sono costitu-ite da acquisizioni mirate al controllo di particolari eventi o in continuo per esercitare una azione di verifica di tipo routinaria sia nelle fasi costruttive, che in esercizio.Il monitoraggio inteso come azione di osserva-zione e di acquisizione di grandezze, sia fisiche che meccaniche, durante le fasi realizzative o di esercizio, ha origine nel settore industriale. Usuale in questo campo, è il controllo di componenti at-traverso l’acquisizione di parametri guida mentre essi vengono prodotti e comunque prima di essere assemblati, così come pure è usuale, rilevare pe-riodicamente grandezze fisiche e meccaniche di parti di aeromobili nel corso di esercizio. In ambito civile negli ultimi anni, questa metodolo-gia di controllo ha iniziato a diffondersi, occupando via via spazi, sia nelle costruzioni per civile abi-tazione, che nelle opere geotecniche e in quelle infrastrutturali, quali i ponti. Con il termine monitoraggio strutturale si inten-dono pertanto operazioni finalizzate alla raccolta di dati, inerenti a parametri della struttura, quali spostamenti e deformazioni, che vengono succes-sivamente interpretati per fornire una visione di in-sieme sul comportamento dell’opera, sia durante le fasi costruttive, che nel corso della vita utile.Concretamente, sulle strutture in calcestruzzo ar-mato, siano esse intese come parti resistenti di un ponte o di una opera di sostegno o di un elemento portante di un edificio multipiano, l’azione di moni-toraggio può essere effettuata seguendo i regimi di deformazione presenti sulle armature disposte nelle sezioni resistenti. Infatti, la misura di questa grandezza, anche in via indiretta, consentirà di verificare una graduale crescita dell’impegno sta-tico in fase costruttiva, di rilevare una ridistribu-zione dei regimi di sforzo quando, per cause non previste e non prevedibili, la struttura monitorata modifica la sua configurazione originaria relativa

alla fase di entrata in servizio. Limitando la discus-sione al solo caso del controllo statico, possiamo riconoscere in un sistema di monitoraggio preva-lentemente: elementi attivi rappresentati dai sen-sori a fibra ottica, ossia rilevatori di spostamento e quindi di deformazione, elementi passivi, rappre-sentati dai cavi di collegamento, unità di lettura e un sistema di trasmissioni dati in remoto gestito il più delle volte da un personal computer. I rilevatori di deformazione o di spostamento sono applicati sulle barre d’armatura durante il corso delle fasi costruttive dell’opera, in corrispondenza di sezio-ni guida, identificate queste ultime sulla struttura, nella fase di ideazione dell’architettura del sistema di controllo e secondo le esigenze di normativa e di committenza. La campagna sperimentale è es-senzialmente suddivisa in due grandi fasi, durante le quali i dati acquisiti avranno una valenza molto diversa: la prima fase dedicata alla costruzione, la seconda orientata principalmente al controllo in esercizio. Nella figura 1, con riferimento ad una membratura monitorata, ed in particolare al re-gime di deformazione acquisito per una singola barra d’acciaio, sono riportate le fasi prima de-scritte con l’indicazione di tre gruppi di dati che convenzionalmente costituiscono l’insieme com-plessivo delle misurazioni. >>>

Figura 1 – Andamento delle deformazioni nel tempo con suddivisione in fasi e gruppi di misure

Floortek: un pavimento post teso per soddisfare i complessi requisiti del settore alimentareIl magazzino Multicedi di Pastorano

È giunto al termine l’importante insediamento industriale della Multicedi s.r.l. ubicato sulla S.S. Casilina, in località Spartimento nel comune di Pastorano (CE).L’opificio, progetto dell’ing. Angelo Raffele Aiezza, è desti-nato a deposito e confezionamento di prodotti alimentari. Si estende su una superficie complessiva di 16’000 me-tri quadrati e vanta un’altezza sotto trave di 10,90 metri (9,70+1,20). Il fabbricato è diviso in due zone distinte: il piano terra adibito a stoccaggio dei prodotti e il primo pia-no che si sviluppa sui due lati, dove è ubicata la zona uffici, tra loro collegati mediante tre blocchi scala per ogni lato.Al piano terra trovano collocazione la zona salumi, lattici-ni e surgelati, in grandissime celle frigorifere che avranno temperature costanti che scenderanno fino a -30 °C.Al primo piano si possono trovare invece: la reception, i servizi igienici, gli spogliatoi, le sale riunioni, una palestra per il personale interno, le sale di attesa e la sala break.In considerazione della destinazione d’uso dell’edificio, l’ing. Aiezza ha previsto la realizzazione della pavimen-tazione in post tensione Floortek sull’intera superficie, pavimentazione del tutto priva di giunti, sia di costruzione che di dilatazione, per cui totalmente monolitica che, ol-tre garantire la massima facilità di pulizia e conseguente perfetta igienizzazione degli ambienti, ha il vantaggio di necessitare nel tempo, per sua stessa natura, di una ma-nutenzione pressoché nulla. >>>

Page 26: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

#Primo_Piano

n.53_giu.2017_pag.50

#Costruire_in_Calcestruzzo

Una inusuale casa in cemento tra le agresti colline della SlesiaDalila Cuoghi – Architetto

Come per un’opera d’arte, la prima valutazione che si dà ad un edi-ficio dal forte carattere architettonico è di tipo emozionale: può pia-cere oppure no.Tra le bucoliche e verdissime colline di Brenna, nel sud della Polo-nia, l’archetipo della casa tradizionale è stato valicato dal concetto di “idea” architettonica.

Things that are, typical aren’t very good. It’s almost as if there was only one shoes size available: it would fit some people, but not most people. It’s the same with typicalarchitecture.

Lo studio di architettura KWK Promes di Katowice ha progettato e realizzato nel 2015 un’abitazione privata in cemento che per alcuni può apparire come una navicella spaziale appena atterrata da chissà quale realtà cosmica, inappropriata per il contesto in cui è inserita, ma per altri può risultareuna soluzione geniale, rispettosa del paesaggio nonostante la sua forma audace.

Vivere sulle colline della Polonia può essere un problema in quanto le condizioni climatiche, caratterizzate da abbondanti piogge e nevi-cate, aumentano il rischio di frane dei pendi. Un parametro dunque da non sottovalutare nella progettazione degli edifici in alture di que-sto tipo. Robert Konieczny , fondatore dello studio KWK Promes, è al tem-po stesso autore e committente del particolare monolite in cemento.La chiave di lettura, il significato o per meglio dire l’idea che ha ispi-rato l’architetto è già manifesta nel nome dell’ambizioso progetto: Arka Koniecznego.Poeticamente si può affermare che l’autore ha trovatola sua musa nel mito dell’Arca di Noé.

L’edificio appare arenato ma in costante equilibrio con il pendio come se la catastrofe del diluvio universale si fosse appena compiu-ta sulla terra. Visivamente solo uno spigolo della architettura sembra toccare il terreno.La costruzione dal punto di vista strutturale è stata trattata come un ponte per permettere all’acqua piovana di fluire naturalmente lungo il declivio. Sotto quella che appare essere la “carena dello scafo”si nascondono infatti tre muri di sostegno sui quali appoggia l’unico piano orizzontale da 138 mq.Due coperture a spiovente proteggono la casa dall’acqua, uno tra-dizionale e uno rovescio. Ecco come l’autore è arrivato a definire l’iconica forma dell’arca.Per alcuni la scelta di ruotare l’edificio rispetto la collina può risultare un vezzo architettonico ma, essendo l’abitazione isolata e completa-mente immersa nel natura selvaggia del paesaggio montano, trova una valida giustificazione. >>>

Page 27: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.52

#Primo_Piano#Costruire_in_Calcestruzzo

www.ilta.bizwww.italplatform.org

For info and stand booking: [email protected] - Ph. +39 010 5704948

Piacenza, Italy 5-7 October 2017

®

The Lifting, Industrial & Port Handlingand Heavy Transport Show

Giornate Italiane del Sollevamentoe dei Trasporti Eccezionali

www.italawards.it

2017

2015

ITALA

ITAL

IAN

TERM

INAL AND LOGISTIC AWARDS ®

2017

ITALA

THE BIGGEST EUROPEAN EVENT OF THE YEAR DEDICATED TOTHE LIFTING, INDUSTRIAL & PORT HANDLING EQUIPMENT

AND HEAVY TRANSPORT VEHICLES

HUNDREDS OF MACHINES ON DISPLAY

Riqualificare sismicamente gli edifici industriali senza interferire con la produzione, attraverso la tecnologia CAM®

La riqualificazione sismica degli edifici industriali è un obbligo del datore di lavoro che diventa opportunità quando non interferisce con la produzioneMario Iovine – Edil CAM® Sistemi s.r.l.

“Il tema è assai rilevante sia sotto il profilo della sicurezza e la salvaguardia della vita, sia sotto il profilo sociale ed economico, per la natura e il livello tecnologico delle numerose aziende operanti sul territorio. In altri termini, al tema della salvaguardia della vita, nel caso degli edifici industriali si associa il tema della salvaguardia del valore esposto – attrezzature, lavorati e semilavorati stoccati nei magazzini e, soprattutto, della continuità operativa delle aziende.”

Le parole sopra riportate ben inquadrano la pro-blematica e del resto sono tratte dalla premessa delle “Linee di indirizzo per interventi locali e glo-bali su edifici industriali monopiano non progettati con criteri antisismici” frutto del gruppo di lavoro composto da Protezione Civile, Reluis, CNI, AS-SOBETON, immediatamente a valle degli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012 che hanno inte-ressato l’area produttiva della Pianura Padana.Tale sequenza sismica ha provocato un rapido in-tervento del legislatore con il DL 74/2012, poi con-vertito nella legge 122/2012, dove: “Le disposizioni del presente decreto sono volte a disciplinare gli interventi per la ricostruzione, l’assistenza alle po-polazioni e la ripresa economica nei territori dei co-muni delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo, interessate dagli eventi sismici dei giorni 20 e 29 maggio 2012 …”.L’articolo 3 di detto disposto legislativo, sebbene faccia specifico riferimento alle zone colpite dall’e-vento sismico emiliano, inserisce esplicitamente il rischio sismico tra i rischi derivanti dall’attività la-vorativa ai sensi del DL 81/2008 la cui valutazione è in capo al datore di lavoro ed individua nel DM 14 gennaio 2008 (NTC) il riferimento per ciò che concerne la valutazione di detto rischio sismico.L’applicazione della legge 122/2012 fa sì che nelle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo il datore di lavoro debba considerare nel DVR (documento di valutazione dei rischi) anche il rischio derivante dal verificarsi di un evento sismico con riferimento alle compo-nenti strutturali, ma anche non strutturali degli edifici ospitanti la propria attività produttiva.Al fine di individuare le novità introdotte da tale legge, può essere utile percorrere sinteticamen-te un excursus legislativo che parte dagli articoli 1, 4, 32, 35, 42 della Costituzione Italiana, in cui

Miglioramento sismico di un’importante multinazionale alimentare nel Bresciano

viene sancito il diritto al lavoro nel rispetto della si-curezza della libertà e della dignità umana; passa attraverso l’inossidabile articolo 2087cc che recita: “L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particola-rità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono ne-cessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”; prosegue con la legge 626/1994 dove viene introdotto il DVR come adempimento principale del sistema sicurezza; giunge al Testo Unico 81/2008 dove il DVR deve avere carattere di completezza, “tutti i rischi per la sicurezza e la salute”, ... >>>

Page 28: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.54

#Primo_Piano#Costruire_con_Sistemi_Misti

IL SISTEMA DI CONNESSIONE

• Connessione emulativa della connessione monolitica 1)

• Benestare Tecnico Europeo (ETA) per l’intera connessione 2)

• In cantiere è possibile evitare di puntellare i pilastri: montaggio sicuro, veloce e senza alcun supporto provvisorio

• Software di calcolo Peikko Designer disponibile gratuitamente su www.peikko.it

• Lo spessore della fondazione può essere minimizzato

Dal 1984 sono stati posati in opera in tutto il mondo più di 400.000 pilastri prefabbricati connessi rigidamente con il sistema Peikko. Peikko ha iniziato a proporre soluzioni innovative nel campo delle strutture prefabbricate fin dal 1965.

1) Grazie a test eseguiti su sotto-insiemi significativi è stato possibile dimostrare che la connessione pilastro-fondazione realizzata mediante tirafondi HPM-EQ e scarpe per pilastri HPKM è rigida, duttile, dissipativa ed esente da sovradimensionamento così come previsto da NTC2008 e EN 1998-1.2) La connessione realizzata con scarpe per pilastri HPKM ha ottenuto il Benestare Tecnico Eurpopeo (European Technical Approval ETA-13/0603 attraverso VTT Expert Services Oy, organismo di EOTA). In qualità di inventore delle scarpe per pilastri Peikko è il primo produttore ad ottenere il Benestare Tecnico Europeo per le connessioni dei pilastri prefabbricati in calcestruzzo.

Download PEIKKO DESIGNER®www.peikko.com

www.peikko.it

PER PILASTRI PREFABBRICATI MIGLIORE E PIU’ VELOCE DISPONIBILE SUL MERCATO

Travi Composte Acciaio-Calcestruzzo del tipo Slim FloorParte 1: Le verifiche in fase di costruzioneDanilo Di Giacinto – R&D Engineer @ Industry AMS s.r.l.

PremessaIl presente è il primo di tre articoli dedicati alle ve-rifiche di travi composte acciaio-calcestruzzo del tipo SlimFloor. Convenzionalmente, le travi com-poste acciaio-calcestruzzo sono costituite da un profilo HE o IPE connesso a una soletta di cal-cestruzzo mediante dei connettori che, attraverso la trasmissione degli sforzi di taglio, impediscono lo scorrimento e garantiscono il comportamento a sezione composta (sezione (a), Figura 1). Alla soletta di calcestruzzo è affidata la resisten-za a compressione, mentre il profilo in acciaio è deputato a resistere agli sforzi di trazione e taglio.La presenza della soletta in calcestruzzo aumenta la stabilità locale e laterale del profilo in acciaio e la resistenza a momento flettente positivo. L’utilizzo di una sezione del tipo Partially Encased (sezione (b), Figura 1) aumenta ulteriormente la stabilità del profilo e incrementa la resistenza a fuoco, grazie al confinamento laterale offerto dal riempimento di calcestruzzo. Un’opzione molto valida che si è diffusa nell’ultimo decennio è rap-presentata dalla tipologia SlimFloor (Sezione (c), Figura 1), che si configura come un profilo asim-metrico completamente annegato nel getto di cal-cestruzzo, ad esclusione della faccia di intradosso dell’ala inferiore. Tra i vantaggi derivanti dall’utiliz-zo di una sezione di tipo SlimFloor:• Riduzione dello spessore dell’impalcato con con-

seguente aumento dell’altezza netta di interpiano;• Utilizzo ottimizzato delle resistenze dei materia-

li, con diminuzione del quantitativo di acciaio in zona compressa;

• L’utilizzo dei connettori a taglio è superfluo;• Eliminazione del fenomeno del buckling fles-

so-torsionale in fase di esercizio (calcestruzzo indurito);

• Ulteriore incremento della resistenza a fuoco;• Riduzione dei costi di costruzione.Le strutture composte acciaio-calcestruzzo speri-mentano due fasi distinte in cui il comportamento, sia dei singoli costituenti che del complesso, varia in maniera sostanziale. Queste due fasi sono det-te Fase 0 (Construction Stage) e Fase 1 (Normal Stage). In Fase 0 tutte le resistenze sono affida-te esclusivamente al profilo in acciaio, con il get-to di calcestruzzo fluido che rappresenta un mero

Figura 1 – Travi Composte Acciaio-Calcestruzzo: (a) sezione convenzionale, (b) sezione partially encased, (c) SlimFloor.

carico. In Fase 1 il getto di calcestruzzo diventa solidale, con un completo comportamento compo-sito (Fully Connected Composite Beam) se sono rispettate alcune condizioni. L’intero studio della Fase 1 è argomento del secondo articolo.

Fase 0: comportamento, casi di carico e verificheSi considera la trave SF2 dell’impalcato rappre-sentato in Figura 2.La sequenza costruttiva conduce ai seguenti casi di carico riportati in figura 3:(i) Alleggerimento solaio e carico da costruzione

su un solo lato;(ii) Alleggerimento solaio, carico da costruzione e

getto su un solo lato; ... >>>

Figura 2 – Schema elementare di impalcato costituito da 7 travi di tipo SlimFloor

Figura 3 – Casi di carico in Fase 0 (Fase di costruzione)

Page 29: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.56

#Geotecnica#Costruire_in_Laterizio

Le moderne tecniche di telerilevamento nel monitoraggio geotecnicoLa Frana di Poggio Baldi (Santa Sofia, FC)Paolo Mazzanti – NHAZCA S.r.l., Spin-off di Università degli Studi di Roma “La Sapienza”Dipartimento di Scienze della Terra Paolo Caporossi – Università degli Studi di Roma “La Sapienza” - Dipartimento di Scienze della TerraFrancesco Ismail Mohammadi – NHAZCA S.r.l., Spin-off di Università degli Studi di Roma “La Sapienza”

IntroduzioneIl presente lavoro tratta la caratterizzazione di un grande fenomeno franoso che ha interessato l’abi-tato di Poggio Baldi (in sinistra idrografica del fiu-me Bidente, nel comune di Santa Sofia, provincia di Forlì-Cesena), il 18 marzo 2010. Si presentano di concerto le attività di ricerca e sviluppo svolte sul sito a partire dal 2015.La frana del marzo 2010 ha causato numerosi danni alle abitazioni private circostanti e alle infra-strutture, provocando inoltre lo sbarramento natu-rale del Fiume Bidente.Considerato come la riattivazione di un più antico movimento franoso, avvenuto nel marzo 1914, l’e-vento del 2010 è stato innescato dall’incremento della pressione dell’acqua nel terreno, probabil-mente correlata ad un rapido scioglimento della co-pertura nevosa accumulatasi nel periodo invernale.Dal 2010, subito dopo l’evento, rilievi geologici, geomorfologici e geomeccanici di sito, sono stati effettuati al fine di approfondire la conoscenza del-la complessa cinematica della frana. Sono state inoltre condotte diverse attività di monitoraggio, impiegando sia tecniche di campo (inclinometri, estensimetri, piezometri), sia da remoto (laser, radar, fotogrammetria e GPS). Grazie al contri-

buto congiunto di NHAZCA S.r.l., spin-off Sapien-za- ’Università di Roma, il Dipartimento di Scien-ze della Terra Sapienza - Università di Roma, il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, il comune di Santa Sofia e Romagna Acque – Società delle Fonti S.p.A., è stato possibile instaurare un vero e proprio Sito Sperimentale di Monitoraggio Frana nell’area di Poggio Baldi.Qui, attività di monitoraggio ed avanzate tecniche di telerilevamento si fondono in un vero e proprio laboratorio di campo.Dal 2015, molti ricercatori e aziende leader nel-la produzione di strumentazione di monitoraggio geotecnico e geomatico, incontrano annualmente la comunità tecnica e scientifica per dimostrazioni dal vivo, sul campo, delle proprie tecnologie.

Inquadramento geologicoL’area di studio ricade nell’Appennino Forlivese, nel settore Tosco-Romagnolo, nella porzione cen-trale dell’Appennino Settentrionale. La valle supe-riore del Fiume Bidente è impostata nella Forma-zione Marnoso-Arenacea [Miocene], costituita da depositi torbiditici pelitico-arenacei, siltiti e arena-rie (Ricci Lucchi, 1975, 1981, Martelli et al, 2002,

Architetture in laterizio: la Cantina Antinori San Casciano Val di PesaIgor Maglica – Architetto, Phd, giornalista

Progetto Archea Associati Come un quadro verde impreziosito da due tagli orizzontali praticati da Lucio Fontana nella sua ricerca dell’Infinito, così si presenta all’oc-chio del visitatore il nuovo complesso della Cantina Antinori, inserito all’interno di uno dei paesaggi naturali più belli d’Italia, il contesto vinicolo del Chianti. In realtà, dietro le due fessure longitudinali pra-ticate nel territorio di San Casciano Val di Pesa, tra Firenze e Siena, si cela un vasto organismo architettonico, frutto di un articolato pro-cesso di progettazione durato quasi dieci anni. I due «tagli» eseguiti in due differenti quote altimetriche della collina non sono soltanto la prova tangibile dell’operato dell’uomo nella natura, ma costituiscono anche i primari segni architettonici della facciata principale del nuovo complesso vinicolo, consentendo, allo stesso tempo, alla luce natu-rale di illuminare porzioni di alcuni ambienti interni. L’esteso prospet-to del volume ipogeo è soprattutto il paesaggio naturale della stessa collina, ricoperta dai nuovi filari di viti, piantati nella terra posta sulla sottostante copertura, che dissimula il pendio naturale con le sue curve di livello. Attenzione, però, il progetto non è una semplicistica esaltazione della pratica del mimetismo, ma un’opera intelligente che dialoga con l’ambiente naturale nel quale è stata inserita e che sfrutta tutte le potenzialità della sua particolare posizione geomorfologica, utilizzando i materiali e le tradizioni locali di costruzione, come l’uso della terracotta e dell’energia naturale prodotta dalla terra per il raf-frescamento e la coibentazione della cantina.Inoltre, sull’estesa superfice dell’area non si trovano in vista architet-ture alla moda da esibire, ma soltanto risultati di una politica proget-tuale accorta e contemporanea, attenta alle esigenze visive di una così importante sede industriale e, soprattutto, alla funzionalità, alla storia e alla cultura del luogo, alla sostenibilità. >>>

Page 30: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.58

#Primo_Piano#Geotecnica

Conti et al., 2009). Il versante coinvolto nella frana di Poggio Baldi è parte del tetto di tale sistema di sovrascorrimenti (San Benedetto in Alpe). Un debole piegamento della stratificazione è pre-sente nella parte inferiore del versante: la ten-denza degli strati ad immergere di circa 45° nella porzione più a monte, tende progressivamente a decrescere fino a raggiungere angoli di immersio-ne di circa 15-20°. Il complesso strutturale è com-pletato da una serie di faglie normali ad alto angolo orientate quasi perpendicolarmente al sovrascorri-mento principale (Ricci Lucchi, 1981, Feroni et al., 2001). La geomorfologia di questo settore è for-temente controllata dall’assetto strutturale e dalla recente attività tettonica. I processi di instabilità gravitativa, caratterizzati da diverse tipologie di frana, sono uno dei principali fattori morfogenetici dell’area (Figura 1).

19 Marzo 2010: la Frana di Poggio BaldiLa frana di Poggio Baldi è uno dei più grandi fe-nomeni franosi in roccia e detrito dell’Appennino Emiliano - Romagnolo. Con un volume stimabile in 4 milioni di metri cubi, può essere considerata una frana tutt’oggi attiva, caratterizzata da una fre-quenza di accadimento di circa 100 anni. La prima attivazione documentata risale al 25 Marzo 1914. In quell’occasione, l’area di distacco fu sovraimpo-sta su un versante del Monte Val dell’Abeto.Al 19 Marzo 2010 è datata l’ultima grande riattiva-zione. Un ampio movimento di versante è andato ad ostruire il fiume Bidente, con la conseguente formazione di un lago. La stima del materiale mo-bilizzato si aggira intorno ai 4 milioni di m3. La fra-na ha causato inoltre l’interruzione di una strada di pertinenza regionale ed importanti lesioni ad abitazioni private. Dall’analisi delle immagini e dei video che hanno riportato l’avanzamento della fra-na durante la sua attività e sviluppo, usufruendo inoltre dei dati gentilmente concessi dalle autorità locali (servizio tecnico regionale), è stato possibile ricostruire l’evoluzione dell’evento franoso.Dopo circa due giorni di “segnali di allarme” (come, ad esempio, aperture di fratture nel terre-no), la frana si è innescata in maniera dilazionata, sviluppandosi in circa 3 ore, coinvolgendo un’area estesa circa 160.000 m2, con un’ampiezza media di circa 200 m e una lunghezza massima di cir-ca 850 m. Secondo la classificazione di Varnes (1978) e in base alle evidenze morfologiche, la frana può essere classificata come un movimento complesso inizialmente impostato come uno scor-rimento rotazionale e poi evoluto in un earthflow.

Figura 1 – Carta geologica dell’area circostante il Sito Sperimentale di Monitoraggio Frana presso Poggio Baldi. In rosso, è evidenziata la Frana di Poggio Baldi, situata in prossimità dell’abitato di Corniolo (Martelli et al., 2002)

In relazione ai fattori scatenanti, un ruolo impor-tante è stato giocato dall’incremento delle pressio-ni interstiziali legato allo scioglimento delle nevi, come conseguenza dell’improvviso aumento delle temperature avvenuto dopo un intenso periodo di intense piogge e nevicate. Basandosi sui log stratigrafici, derivati dai carotag-gi effettuati subito dopo l’evento, la superficie di rottura della frana del 2010 ha raggiunto una pro-fondità che varia tra i 29 m (nella parte superiore) e i 42 m (parte inferiore).La scarpata principale si presenta sub-verticale è con un’altezza di circa 100 metri ed un larghezza di 250 metri ed è caratterizzata dalla presenza di frequenti processi di rock-fall. Quest’ultima, assie-me all’estesa e spessa copertura detritica presen-te alla sua base, rappresenta uno degli elemen-ti morfologici principali che caratterizzano l’area della frana di Poggio Baldi. Altri fattori principali riconoscibili sono la zone di deplezione e quella di accumulo dell’evento del 2010 (rispettivamente zona D e A in Fig. 2). È importante sottolineare il fatto che ogni importan-te riattivazione della frana principale si traduce in un espandimento della scarpata a monte, la quale mostra chiare evidenze di instabilità (come la pre-senza di fratture e/o trincee aperte approssimativa-mente in modo parallelo alla scarpata stessa). >>>

Figura 2 – In rosso, l’area coinvolta nella Frana di Poggio Baldi, il 19 Marzo 2010, vicino al paese di Corniolo

Page 31: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.60

#Sicurezza#Sicurezza

1 ø 2 4 1 ø 2 41 ø 1 2

3 ø 1 2 3 ø 1 2

3 ø 2 4

3 ø 1 2 3 ø 1 2

110

9 0

Ad i aba t ica

Non espos taEsposta

Iso lan te

LIBERI DI FARE GLI INGEGNERI

Verif iche di resistenza al fuocoDEFINIZIONE CARATTERISTICHE DI INCENDIO, DEGLI ISOLANTI E DELL’ESPOSIZIONE DEGLI ELEMENTI.

ANALISI TERMICA DELLA SEZIONE.

VERIFICA RESISTENZA AL FUOCO COMPLETAMENTE INTEGRATA CON LE PROCEDURE DI VERIFICA TRAVI E PILASTRI.

Protezione al fuoco di volte murarie a botte protette con sistemi di protezione passiva

Claudio Traverso – Technical Manager ETEX Building Performance

PremessaÈ risaputo che in Italia le strutture storiche rivesto-no particolare importanza e dunque la necessità di tutelare il patrimonio architettonico del passato è una priorità collettiva. In particolare, per chi si occupa di protezione passiva dall’incendio, la pro-tezione delle volte a botte è da sempre oggetto di forte interesse, i motivi sono vari:- è un sistema costruttivo molto diffuso nei centri

storici oggetto di recupero e riqualificazione- spesso le volte a botte sono presenti in edifici

che ospitano attività soggette ai procedimenti di prevenzione incendi

- massiccia presenza in edifici pubblici con funzio-ni importanti per la collettività, come tribunali e archivi

- è un sistema costruttivo molto diffuso in locali dove, oltre all’aspetto legato alla resistenza al fuoco è richiesta la componente estetica.

Molto spesso le volte senza protezione con matto-ne a vista non raggiungono i requisiti di resistenza richiesti e quindi devono essere riqualificate, ade-guate/protette dal fuoco.Oggi, il professionista antincendio dispone di tutti gli strumenti normativi e di supporto tecnico anali-tico necessari per operare una corretta valutazio-ne del rischio, quali:- D.M 16/02/2007- D.M. 09/03/2007 e D.M. 09/05/2007- EUROCODICE EN 1996-1-2oltre ad importanti circolari Ministeriali. Al contrario invece, per quanto riguarda la qualificazione dei sistemi protettivi utilizzabili su manufatti di questo tipo, al momento non esiste una norma armonizza-ta che definisce un campo di diretta applicazione.In questo ambito dunque, il problema principale è quello di come valutare sperimentalmente l’appor-to di un sistema protettivo applicato a protezione di un elemento complesso, non standard come la volta a botte. Il suggerimento arriva direttamente dalla DCPST - Direzione Centrale per la Preven-zione e la Sicurezza Tecnica – settore Resisten-za al fuoco che presso il laboratorio di Roma ha condotto una prova finalizzata alla verifica speri-mentale della correttezza del calcolo predittivo del tempo di resistenza al fuoco di una volta muraria a botte, non protetta, applicando il metodo di verifica

L’Analisi CFD quale contributo nello sviluppo dell’ingegneria nel settore della sicurezzaL’applicazione pratica della modellazione CFD nello sviluppo del progetto della ventilazione sanitaria e in caso d’incendio per progettare spazi per il ricovero di automezziGiuseppe G. Amaro – Gae engineering s.r.l.Michele Fronterrè – Cantene s.r.l.

Gli edifici del terziario avanzato, gli edifici direzio-nali, diventano oggi sempre più integrati con più funzioni, hanno grandi dimensioni sia per la loro estensione sia per il loro sviluppo verticale e sono sempre più curati dal punto di vista delle soluzioni architettoniche anche nell’ottica di ridurre l’impatto ambientale anche durante l’uso degli edifici per la loro funzione [Cfr. impatto delle griglie di ventila-zione del parcheggio sulle zone di transito delle persone e/o nelle zone a verde]. Ai team di progetto (architetti, progettisti d’impian-ti e specialisti antincendio) e alle imprese di co-struzione è richiesta pertanto maggiore attenzione nell’individuazione di soluzioni che devono, nel rispetto del quadro normativo vigente e cogente, minimizzare i costi di investimento e di gestione. Coniugare i requisiti funzionali con le norme di rife-rimento, che a volte divergono in relazione alla pre-stazione e/o all’amministrazione che le emana, gli obiettivi di sicurezza con la flessibilità - l’esigenza del committente di poter gestire nel tempo il fabbri-cato come un qualcosa di vivo e mutevole in funzio-ne di nuove esigenze – vuol dire, in un certo senso, sviluppare integrandoli e quindi facendoli coesiste-re più progetti all’interno dello stesso progetto.

Lo stesso approccio si deve ritrovare ed attuare quando ci si trova ad affrontare il tema dei par-cheggi, specie se interrati, la cui dimensione e complessità crescono in modo proporzionale agli edifici dei quali sono pertinenza.In queste pagine si vuole porre l’attenzione del progettista, rendendole evidenti, su alcune proble-matiche della progettazione antincendio alla luce della recente pubblicazione della Regola Tecnica Verticale (D.M. 03/03/2017) all’interno del conte-sto sopra richiamato analizzando anche un parti-colare aspetto non attinente la sicurezza in caso d’incendio ma comunque correlata alla sicurezza degli utilizzatori il parcheggio stesso.Tipicamente, quando si parla di autorimesse in-terrate, l’esigenza dell’architetto, del committente e del fruitore dell’opera quando costruita, è quel-la di ridurre il numero di compartimentazioni e di massimizzare il numero di posti auto, a maggior ragione nel caso di pertinenze la cui destinazione d’uso è di tipo commerciale. Circostanza questa che oggi il richiamato nuovo D.M. consente rispet-to alla normativa prescrittiva contenuta nel D.M. 01.02.2016. >>>

Figura 1 – Volte murarie a botte A e B, prima del trattamento protettivo

semplificato dell’Eurocodice EN 1996-1-2 integra-to dall’applicazione della circolare DCPREV 4638 del 5/4/2013,(relazione tecnica integrale disponi-bile sul sito dei VVF). Con questo progetto a riferi-mento, si decide dunque di realizzare ulteriori test di resistenza al fuoco di volte ma in questo caso trattate con sistemi di protezione di tipo passivo.Presso L’istituto Giordano di Bellaria, vengono dunque realizzate due volte a botte denominate campione A e B. La volta di tipo A è stata realizzata con l’aggiunta di uno strato di intonaco civile appli-cato nello spessore di 1 cm.La volta di tipo B è stata realizzata tal quale ovvero con mattone a vista.Su entrambi i provini è stato successivamente applicato uno strato di rivestimento protettivo, di differente natura e appropriato a rispondere alle differenti esigenze. >>>

Page 32: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.62

#Primo_Piano#Urbanistica

FIBROCEV è specializzata nella produzione di fibre d’acciaio (UNI EN 14889-1- Gruppo 1 da filo e Gruppo 2 da lamiera tagliata) e fibre polimeriche (UNI EN 14889-2).

Grazie all’aggiunta delle fibre nel mix design, è possibile ottenere un calcestruzzo ad elevate prestazioni sostituendo completamente l’armatura tradizionale ed ottenere una riduzione dei costi e dei tempi di realizzazione dell’opera.

www.fibrocev.itFoto scattata nel Porto del Pireo (Grecia), dove sono state usate le Fibre d’acciaio 44/45

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

ADV_FIBROCEV_2017_3.pdf 1 31/05/17 12:45

Ingegneri, territorio, ambienteOltre la norma, per una rinnovata stagione progettuale

Maurizio Tira – Presidente CeNSU

Sfide del momento storico e sviluppo sostenibileLa pianificazione territoriale e l’urbanistica stanno vivendo una stagione di grande crisi per almeno due motivi. Da un lato siamo sempre più consape-voli che la quantità di manufatti costruiti negli ultimi decenni non sarà mai più replicabile in futuro. Da un altro punto di vista siamo sempre più consa-pevoli della obsolescenza del patrimonio costruito e delle città nel loro insieme, ma non troviamo la leva economica per innescare progetti e processi virtuosi di rigenerazione. Poiché abbiamo la per-cezione che queste sfide passi una parte significa-tiva del nostro modello di vita per il futuro, viviamo questa situazione con una certa ansia.Ciò è massimamente vero in Europa, mentre in al-tri paese del mondo, l’inurbamento rapido implica ancora una crescita urbana consistente, program-mata o spontanea, producendo tuttavia spesso aggregati urbani che probabilmente si riveleranno presto (o subito) insostenibili.

Coltiviamo ancora l’illusione tecnologica che tutto sarà risolto dall’applicazione della prossima inno-vazione tecnologica, anche se non ne riusciamo a misurare le conseguenze sociali.Forse non speriamo nemmeno più che sia possi-bile una previsione (quindi una pianificazione) del futuro, ma ci limitiamo ad auspicare che si mettano a punto le cose da NON fare. Del resto non si trova facilmente una condivisio-ne sulle invarianti, su quei temi qui ed ora assoluti (ambientali, paesaggistici, economici, sociali), e quindi sulla cornice che controlli e mitighi le disfun-zioni degli interventi privati.Nascondiamo così spesso la mancanza di idee sul futuro con un ripiegamento sulla disquisizione filosofica fine a se stessa e trasformiamo la pianifi-cazione in una mera azione politica, dimenticando ogni approccio formalizzato.Confondiamo la mancanza di domanda di pianifi-cazione, con la mancanza di idee.

Forse un motivo per cui la pianificazione tradizionale (regolativa) è in crisi e la pianificazione strategica non è sostanzialmente decollata, se non in pochi esempi, dipende anche dal fatto che definire un futuro possi-bile richiede una certa dose di fiducia nella possibilità

stessa che un futuro esisterà. Dunque prevale, in Italia come nel resto d’Europa, l’approccio prag-matico/operativo, il quale trova maggiori riferimen-ti nelle dinamiche di mercato e nella esigenza di catturare parte del plus-valore delle aree, nelle re-lazioni pubblico-privato che si concretizzano nella contingenza e cogenza di richieste puntuali.

Sono passati trent’anni dal rapporto delle Nazio-ni Unite sullo sviluppo sostenibile (Il nostro Futuro Comune, coordinato da Gro Harlem Brundtland) e continuiamo ad usare la definizione senza ricor-darcene il significato.

Si chiedeva allora (come oggi) alle nazioni di tro-vare una via alternativa al modello di sviluppo quantitativo, per far sì che i bisogni del presente potessero essere soddisfatti senza compromette-re le capacità delle future generazioni di farlo a loro volta nello stesso modo. Ma le future generazioni o sono già ampiamente abituate al presente inso-stenibile modello di sviluppo (come capita anche a molti leader politici), o sono fuori da ogni dinamica decisionale, quando non addirittura marginalizzati rispetto alle necessarie basi culturali.

I limiti cui si riferisce la definizione del rapporto Brundtland non erano e non sono assoluti, ma ri-feriti al livello di sviluppo tecnologico ed organizza-tivo del momento e alla capacità della biosfera di assorbire gli effetti delle attività umane.

Le proposte del Centro Nazionale di Studi UrbanisticiLavorare sul piano culturaleNon possiamo non continuare ad insistere sulle esigenze della formazione, una formazione inte-grale, come nella tradizione migliore delle Univer-sità italiane. Come affermato dal Ministro Calenda, la cultura tecnica non può non viaggiare accanto a quella umanistica, che indaga il perché si fanno le cose. Non per inventarsi filosofi, ma per farsi una co-scienza personale. Questa è una delle missioni cui il CeNSU non è mai venuto meno, organizzando un programma continuo di momenti di informazione e formazione, a livello centrale e periferico. >>>

Page 33: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.64

#Dossier_Acqua_e_Superfici

OLTRE 10 ANNIDI PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI

IN POSTENSIONE

20838 Renate (MB) - via Sirtori, zona Industrialetel. (+39) 0362 91 83 11 - fax (+39) 0362 91 93 96www.tensofloor.it - [email protected]

TENSOFLOOR

I.I.C.Istituto Italiano

per il Calcestruzzo

9vEzERCerxc

APPROFONDIMENTO

ACQUA E SUPERFICI

Per leggere tutti gli articoli dello speciale vai al seguente link:https://goo.gl/PBQXT3

Sistemi e prodotti impermeabilizzanti: progetto, quadro normativo, aspettative di vita utileGian Luigi Pirovano – Ingegnere Forense

Mi sono trovato spesso coinvolto come Consulente in contenziosi di varia natura, e tra questi, vari Accertamenti Tecnici o Cause di merito inerenti a problemi di impermeabilizzazione.Altre volte ho condotto indagini di verifica sulle patologie di degrado sulle impermeabilizzazioni in contenziosi stragiudiziali; come sap-piamo questo specifico settore, al pari delle pavimentazioni indu-striali e civili, rappresenta certamente la maggior percentuale del contenzioso nel mondo dell’edilizia. Ma proprio indagando gli aspetti tecnico-giuridici derivanti dalle in-dagini mi sono anche reso conto che, contrariamente a quello che molti pensano, anche nel settore delle impermeabilizzazioni esistono dubbi, incomprensioni, elementi di incertezza nei rapporti tra le parti.Ci sono infatti aspetti contrattuali e giuridici che lasciano a mio avviso eccessivi spazi di valutazione ed interpretazione, per non dire veri e propri vuoti, con risvolti relativi alla stessa du-rata prevista degli interventi in relazione alle garanzie di legge.Non a caso all’interno di questo importante settore si stanno produ-cendo documenti e normative estremamente importanti, basti solo pensare all’ultimo documento presentato da Assimp nell’ultimo con-vegno di Mestre, relativo alle “Linee guida ASSIMP Italia per la re-dazione del manuale di manutenzione di una copertura piana” (Qua-derno Tecnico 2/2017).I documenti oggigiorno utilizzabili nel settore sono vari, e tra questi:UNI 11142, aprile 2015: “Criteri per il progetto e l’esecuzione di si-stemi di coperture continue – Resistenza al vento”UNI 11540, luglio 2014: “Linee guida per la redazione e corretta at-tuazione del piano di manutenzione di coperture continue realizzate con membrane flessibili per impermeabilizzazioni”UNI 9307, settembre 1988: “Coperture continue – Istruzioni per la progettazione – Elemento di tenuta”UNI11333-2, agosto 2010: “Posa di membrane flessibili per imper-meabilizzazione- Formazione e qualificazione degli addetti- Parte 2:Prova di abilitazione alla posa di membrane bituminose”UNI 11345, febbraio 2010: “Attività di controllo per le fasi di progetto, esecuzione e gestione di coperture continue”ISO 15686: “Service life planning”UNI 11156: “Valutazione della durabilità dei componenti edilizi”

Vanno ricordate inoltre anche le UNI EN 12056 , le UNI EN 1504, le Linee guida sui prodotti a base di Poliurea, le Linee Guida per la redazione del manuale di manutenzione citate sopra, ed infine le Linee Guida ETAG.Molte di queste norme sono relative alle impermeabilizzazioni co-siddette di tipo tradizionale, costituite da materiali a base di Bitume, TPO, EPDM, ecc., altre sono relative a prodotti non prefabbricati, liquidi o in pasta, da applicare in opera quali ad esempio prodotti cementizi, resinosi, ecc.Come possiamo vedere i materiali presenti sul mercato utilizzati come prodotti impermeabilizzanti sono di varia natura chimico/fisica, diverse sono le modalità applicative, diversi sono gli spessori, diver-se le aspettative di vita.La garanzia di un lavoro di impermeabilizzazione è regolata dal c.c. con gli art. 1667 (2 anni) e art. 1669 (10 anni).L’art. 1669 cita: ”Quando si tratta di edifici o di altre cose immobili destinate per loro natura a lunga durata, se, nel corso di dieci anni dal compimento, l’opera, per vizio del suolo o per difetto della costruzione, rovina in tutto o in parte, ovvero presenta evidente pericolo di rovina o gravi difetti, l’appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta.Il diritto del committente si prescrive in un anno dalla denunzia.”E al di là dei prodotti e delle tecniche utilizzate, la giurisprudenza colloca i lavori di impermeabilizzazione nell’ambito dell’ art. 1669, quindi con garanzia decennale.

In ambito normativo vorrei evidenziare alcuni punti importanti relativi alla durabilità.

UNI 9307-1988, parte 1: punto 4.1 – … La durata funzionale dell’elemento di tenuta non deve essere minore della durata dichiarata in fase di progetto o di appalto, tenendo conto del previsto e dichiarato piano e programma di manu-tenzione ordinaria. >>>

Page 34: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.66

#Primo_Piano#Dossier_Acqua_e_Superfici

Il Manuale di Manutenzione delle Coperture Continue ASSIMPDocumento Tecnico di supporto alla redazione del Manuale di Manutenzione secondo UNI 11540:2014Matteo Fiori – Professore Associato Politecnico di Milano

È questione riconosciuta che la manutenzione or-dinaria degli organismi edilizi, soprattutto in Italia, è ridotta (se non nulla) e, nella maggior parte dei casi, essa riguarda le facciate.Purtroppo, mentre è diventato obbligatorio il “ta-gliando” e la “revisione” per gli automezzi, con il fine di aumentare la sicurezza sulle strade, così non è per gli edifici, con rischi sia di degrado pre-coce che di caduta di parti e conseguenti danni a persone e/o cose.La norma “UNI 11540:2014. Linee guida per la redazione e corretta attuazione del piano di ma-nutenzione di coperture continue realizzate con membrane flessibili per impermeabilizzazioni” cerca, nello spirito del gruppo di lavoro “copertu-re continue e impermeabilizzazioni”, coordinato dal prof. Sergio Croce, di colmare questo vuoto e mettere in luce questa criticità, fornendo adeguati strumenti risolutivi.Manutenere un sistema di copertura vuole dire combinare tutte le azioni tecniche, amministrative e gestionali, durante il ciclo di vita del sistema di copertura e/o dei suoi elementi e strati e finalizzar-le a mantenere o riportare la stessa in uno stato in cui possa espletare le funzioni richieste.La norma, quindi, ha come obiettivo quello di sup-portare, innanzi tutto, il progettista nella redazione del piano di manutenzione.È importante sottolineare proprio la centralità di questa figura: esso è un operatore incaricato che interviene nel processo edilizio per definire il si-stema di copertura e le caratteristiche di tutti gli elementi o strati che lo compongono. Può quindi essere il progettista generale oppure uno specia-lista che interviene unicamente per progettare il sistema di copertura. Purtroppo, oggi, questa figu-ra è quasi totalmente assente, come è assente il progetto della copertura.È compito del progettista del sistema di coper-tura redigere il piano di manutenzione ed è com-pito del Direttore dei lavori, all’atto della consegna delle opere ultimate, verificarne la correttezza ed, eventualmente, procedere ai necessari aggiorna-menti richiedendoli al Progettista. È compito della Proprietà dell’immobile, o di chi da essa specificatamente delegato, mantenere

in archivio il piano di manutenzione e i documen-ti allegati e inserire nel piano di manutenzione gli opportuni aggiornamenti che si dovessero rendere necessari nel corso della vita utile del sistema di copertura.Per tale motivo ASSIMP, in collaborazione con il dipartimento ABC del Politecnico di Milano, ha de-ciso di redigere un documento per la redazione del manuale di manutenzione, la parte più importante del piano di manutenzione.Il testo è suddiviso in due parti, la prima è strut-turata in schede, ognuna delle quali sviluppo uno specifico paragrafo della norma UNI 11540, la se-conda contiene quattro esempi di manuale di ma-nutenzione.

L’elenco delle schede è il seguente:a) la collocazione delle varie tipologie di copertura all’interno del organismo edilizio. Importante se vi sono più tipologie;b) la rappresentazione grafica: stratigrafie dei sistemi di copertura, con indicazione della tipo-logia e spessore di tutti gli elementi o strati che la compongono, con aggiunta dei particolari ese-cutivi (scarichi, pozzetti, giunti, lucernai, risvolti verticali, ecc.); c) le schede tecniche originali dei prodotti effetti-vamente utilizzati per la realizzazione del sistema di copertura, ciò anche al fine di potere effettuare riparazioni con materiali compatibili con quelli esi-stenti;d) le informazioni dettagliate riguardo il sistema di raccolta e smaltimento delle acque e le quote di contenimento verticale dell’elemento di tenuta;e) gli eventuali documenti relativi alle garanzie e/o polizze assicurative rilasciate dall’Impresa gene-rale che ha costruito l’edificio, dall’Impresa spe-cializzata che ha eseguito il sistema di copertura o l’elemento di tenuta e dalle aziende produttrici i materiali utilizzati nella realizzazione del sistema di copertura;f) le relazioni riguardanti le metodologie di vincolo (meccanico, per zavorramento o altro), se presen-ti, del sistema di copertura o dei singoli elementi o strati rispetto all’azione degli agenti atmosferici; >>>

Penetron ADMIX affronta la sfida con l’acqua prima che diventi un problema, riducendo drasticamente la permeabilità del calcestruzzo e aumentando la sua durabilità “fin dal principio”. Scegliere il “Sistema Penetron ADMIX” significa concepire la “vasca strutturale impermeabile” in calcestruzzo, senza ulteriori trattamenti esterni-superficiali, ottenendo così molteplici benefici nella flessibilità e programmazione di cantiere.

Via Italia 2/b - 10093 Collegno (TO) Tel. +39 011.7740744 - Fax +39 [email protected] - www.penetron.it

SistemaPENETRON®

ww

w.m

au

rom

ors

elli

.it

SistemaPENETRON

ADMIX

La capacità “attiva nel tempo” di autocicatrizzazioneveicolo umidità nelle strutture interrate o idrauliche

(*) Visione al microscopio elettronico della crescita cristallina all’interno di una fessurazione del calcestruzzo additivato con Penetron Admix

(*)

+ +

+

+

++

+

+

+

= Particolari costruttivi (elementi accessori)

pagina_220x300_admix 26/02/13 18:47 Pagina 1

Page 35: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.68

#Dossier_Acqua_e_Superfici#Dossier_Acqua_e_Superfici

INTERDISCIPLINARIETA’, PROFESSIONALITA’ E COMPENTENZE AL TUO SERVIZIO

Scopri tutti i partner su www.aistonline.it

L’importanza della direzione degli elementi e strati in un sistema impermeabile con membrane in bitume polimeroAntonio Broccolino – Architetto

Figura 1 – linea di produzione di membrane in bitume polimero

PremessaImpermeabilizzare non è una scienza esatta, ma è certamente una scienza estremamente logica, pertanto questo articolo è dedicato a quei Proget-tisti ed Impresari che ritengono l’impermeabilizza-zione un elemento solo secondario dell’edificio e quindi trascurabile anche a livello progettuale ed esecutivo.

Per meglio comprendere quanto verrà riportato in questo articolo, è bene fare delle premesse che spieghino il comportamento delle membrane in bi-tume polimero e dei pannelli termoisolanti durante le variazioni di temperatura cicliche stagionali.

Il compound (mescola) delle membrane in bitume polimero è composto per la maggior parte da bi-tume distillato, modificato soprattutto con polimeri plastomerici e/o elastomerici, in percentuale varia-bile a seconda del prodotto e spesso fillerizzato con carbonato di calcio o altro materiale idoneo, anch’esso in percentuale variabile a seconda del prodotto.Il prodotto membrana in bitume polimero è un pro-dotto termoplastico, quindi la sua plasticità e la deformabilità dipende dalla temperatura esterna d’esercizio e pertanto la mescola rimarrà più rigida con le temperature più basse del periodo invernale e tenderà a rammollire con le temperature più alte del periodo estivo.

Durante la produzione della membrana, l’armatura delle membrane subisce, lungo la linea di produ-

zione, nella fase d’impregnazione della mescola di bitume polimero, una leggera tesatura (allunga-mento) che rimane “congelata” nella mescola, una volta raffreddata, anche per l’effetto dell’attrito tra le spire, dopo il “confezionamento in rotoli”.In pratica l’armatura mantiene la sua dimensione di produzione fintanto che il telo resta confeziona-to in rotoli (vedere immagine 01).Bisogna anche tenere conto, che mentre alla fine degli anni 70, inizio anni 80, le linee di produzione lavoravano a 300-500 m/ora, oggi superano an-che i 3000 m/ora e ci sono già all’estero linee che possono superare i 6000 m/ora (!); Ovviamente una maggiore velocità di produzione rappresenta anche una maggiore tensione sull’armatura, du-rante la trazione della stessa all’interno della linea e quindi di conseguenza un suo maggior allunga-mento.

Quando, in corso d’opera, il rotolo viene finalmen-te aperto e il telo viene disteso per la sfiammatura, a seconda della tipologia d’armatura utilizzata (NT di poliestere da fiocco o da filo continuo, stabiliz-zato o composito, ecc.), a seconda della tempera-tura esterna e del tempo che passa tra la stesura e l’incollaggio, può già subire un leggero ritiro lon-gitudinale, dovuto proprio alla “memoria dimensio-nale dell’armatura” (dimensione dell’armatura pri-ma della produzione, quando era ancora avvolta in bobine).La corretta adesione (“stabilizzazione”) al suppor-to/piano di posa (Cls. correttamente lisciato o pan-nelli termoisolanti idonei e opportunamente trattati

sulla faccia superiore con bitume) normalmente blocca, definitivamente e senza problemi, il telo, impedendo eventuali futuri ritiri dello stesso, per memoria dimensionale dell’armatura.La mancanza di stabilizzazione o una non corretta ed uniforme stabilizzazione (vincolo per incollag-gio a caldo o a freddo o fissaggio meccanico) delle membrane in bitume polimero, sul piano di posa, può però, in seguito, causare, durante i periodi più caldi dell’anno (quando la mescola è molto più morbida), una contrazione dell’armatura, contenu-ta all’interno della membrana e quindi il ritiro della stessa.Come abbiamo già accennato la dimensione di questo ritiro può variare in funzione della tipologia d’armatura e viene sempre correttamente indicata dai Produttori, nelle schede tecniche come “stabi-lità dimensionale a caldo del prodotto” (secondo Norma UNI 1107-1).Questa variazione dimensdionale, se pur minima è soprattutto longitudinale e sempre in contrazio-ne (variabile da 2 a 7 cm su un telo con lunghezza 10 m).

Ovviamente una pavimentazione pesante fissa/monolitica (piastrelle incollate su sottofondo in sabbia cemento, massetto industriale, ecc.) può stabilizzare con il suo peso e rigidità un sistema impermeabile anche non perfettamente stabilizza-to e vincolato, cosa che invece difficilmente riesce a fare una protezione o pavimentazione pesante mobile/frazionata (ghiaia, pavimentazione galleg-giante o allettata su ghiaino, ecc.).Fermo restando l’assoluta necessità di stabilizza-re/vincolare, al piano di posa, l’elemento di tenuta

in membrane in bitume polimero, un valido aiuto alla stabilizzazione lo può dare anche l’adozione del sistema di isolamento termico a “tetto rove-scio”, poiché il posizionamento dello strato termoi-soisolante all’estradosso dell’elemento di tenuta, grazie all’effetto di “protezione termica”, abbassa notevolmente (fino anche a 40 °C) la temperatura superficiale delle membrane durante i periodi più caldi dell’anno, preservandone la sua stabilità di-mensionale.Analizziamo ora le principali armature in commer-cio, in Italia, utilizzate come supporto delle mem-brane in bitume polimero e prendiamo anche in esame le corrette metodologie di posa e direzio-nalità dei teli delle membrane:• Membrane armate con NT di poliestere da

fiocco. In funzione della loro grammatura, sono caratte-

rizzate resistenza a trazione da mediocre a buo-na, in tutte le direzioni (comportamento isotropo); possiedono una scadente stabilità dimensionale (normalmente 0,7-1,0 % - corrispondenti a 7 cm su un telo lungo 10 m)

Queste membrane sono compatibili con le meto-dologie di posa in totale aderenza, solo quando è presente una protezione pesante fissa monolitica, all’estradosso dell’elemento di tenuta.

• Membrane armate con NT di poliestere da filo continuo (vedere immagine 02).

Sono normalmente caratterizzate da ottima resi-stenza a trazione in tutte le direzioni (comporta-mento isotropo); possiedono una discreta stabilità dimensionale (normalmente ≤ 0,5 % - corrispon-denti a 5 cm su un telo lungo 10 m) ... >>>

Page 36: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

#Primo_Piano

n.53_giu.2017_pag.70

#Dossier_Acqua_e_Superfici

Pavimentazioni drenanti in cotto: tipologie e suggerimenti per il progetto e la realizzazioneANDIL

Le pavimentazioni drenanti sono un particolare tipo di pavimentazione flessibile finalizzato a ri-durre la percentuale di acqua piovana che ruscel-la superficialmente; sono basate sull’infiltrazione dell’acqua e sul suo stoccaggio nella massicciata il tempo necessario per consentire al terreno, o a speciali dispositivi di captazione, di assorbirla.La loro progettazione necessita di una fase istrut-toria volta a conoscere la permeabilità del terreno, e l’intensità delle precipitazioni nella zona d’inter-vento e di un approccio strutturale totalmente di-verso rispetto alle tradizionali pavimentazioni fles-sibili: la resistenza dello strato portante non è più basato sulla compattezza granulometrica, ma sul reciproco incastro di inerti di grossa pezzatura.Le pavimentazioni drenanti sono prevalentemente impiegate in aree pedonali e interessateda traffico veicolare leggero. Le principali tipolo-gie sono due: a dispersione, se l’acqua penetrata viene gradualmente assorbita dal terreno; ad ac-cumulo, se l’acqua, intercettata da serpentine di tubi drenanti, viene conferita a bacini di accumulo (e, se necessario, di decantazione) e, successiva-mente, rilasciata lentamente alla fognatura pubbli-ca o utilizzata per scopi irrigui e per usi domestici non alimentari. La prima soluzione viene impiega-ta quando il terreno ha idonee doti di permeabilità e l’acqua non presenta sostanze che potrebbero inquinare le falde freatiche.

Ruolo dei manufatti in laterizio Possono impiegarsi tanto mattoni da pavimen-to ordinari che mattoni con speciali forature che

Pavimentazione di tipo drenante a dispersione con rivestimento in mattoni

coadiuvano i giunti nella loro funzione drenante. Con l’aumentare della percentuale di foratura, di-minuisce la resistenza degli elementi alle azioni verticali; tuttavia, l’uso di elementi forati, consen-tendo una certa riduzione dello spessore dei giunti, può garantire un autobloccaggio più efficace dello strato di rivestimento. Per supplire alla minore re-sistenza meccanica dei manufatti forati, si può in-tervenire sul loro spessore e sulla loro morfologia.

Suggerimenti per il progetto e per la realizzazione- Le pavimentazioni drenanti non sono adatte a

superfici con un’inclinazione > 2%; quelle a di-spersione, in particolare, non sono consigliabili per terreni a bassa portanza (con indice CBR in-feriore al 2%).

- Il suolo deve essere costipato energicamente in modo da renderlo omogeneamente compatto.

- Per garantire una buona resistenza e una ade-guata capacità di accumulo, la massicciata deve contenere una frazione ridotta di componente fine; la composizione granulometrica deve esse-re compresa tra 2,36 e 20 mm.

- La massicciata deve essere realizzata per so-vrapposizione di strati di 10 cm (solo dopo aver costipato il primo strato si procede alla stesura del successivo) e adeguatamente umidificata.

- Lo spessore della massicciata va calcolato te-nendo conto della portanza del terreno, dei ca-richi previsti e della massima quantità di acqua che dovrà contenere in relazione all’intensità e ciclicità dei fenomeni piovosi estremi.

- Nel caso in cui nell’area pavimentata drenante confluiscano acque di scolo da superfici adia-centi impermeabili, va considerato il carico ag-giuntivo di acqua che dovrà essere stoccato nel-la massicciata.

- Le membrane geotessili e gli strati di tenuta all’acqua devono avere i giunti sormontati.

- Sia per lo strato di allettamento che per la sigilla-tura dei giunti si utilizza la stessa miscela inerte; la granulometria deve essere compresa tra 2,63 e 6,3 mm; gli inerti per l’allettamento devono es-sere preferibilmente di tipo siliceo, provenienti da depositi alluvionali; quelli dei giunti devono essere naturali. >>>

Page 37: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.72

#Dossier_Acqua_e_Superfici#Dossier_Acqua_e_Superfici

Il ritiro nelle pavimentazioni in calcestruzzo: quali le opportunità dei nuovi materiali?Giovanni A. Plizzari, Adriano Reggia – Università di Brescia Sergio Tortelli – Italcementi Heidelberg Cement Group

IntroduzioneI pavimenti in calcestruzzo rappresentano un importante settore del-le costruzioni nel nostro paese. Nonostante il loro uso diffuso negli edifici commerciali e produttivi, una gran parte di questi pavimenti, per vari motivi, non soddisfa i requisiti richiesti dalla committenza in termini di funzionalità e dura-bilità nel tempo.Fra le varie cause, la fessurazione e l’incurvamento (curling) dovuti al ritiro rappresentano un aspetto da tenere in considerazione nella progettazione e nell’esecuzione dei pavimenti in calcestruzzo (Fi-gura 1a-b). La fessurazione (Figura 2b) è dovuta principalmente al ritiro del cal-cestruzzo in presenza di vincoli interni(come le armature di rinforzo) o vincoli esterni(come l’attrito con il sottofondo o la presenza di altri elementi strutturali). Il curling (Figura 2c) è dovuto al fatto che il ritiro è generalmente più elevato sulla superficie esposta all’ambiente esterno e minore su quella a contatto con il sottofondo. La presenza di questa differenza di deformazione, nello spessore della pavimentazione, determina il sollevamento del pavimento sul suo perimetro con un maggiore arricciamento degli angoli.Lo studio approfondito di questi fenomeni è spesso trascurato nel-la progettazione di un pavimento, non solo a causa della maggiore importanza data ad aspetti quali la resistenza e alla lavorabilità del calcestruzzo, ma anche per la complessità dei fenomeni legati al ritiro vincolato. Infatti, la fessurazione da ritiro vincolato può essere considerata il risultato di un complesso processo che dipende sia dalle proprietà fisico-meccaniche del materiale (ritiro, modulo elastico, resistenza alla trazione e viscosità del calcestruzzo) sia dalle condizioni cir-costanti alla pavimentazione (condizioni ambientali e condizioni di vincolo). Spesso, infatti, si preferisce adottare misure precauzionali

Figura 1 – Fessurazione nelle pavimentazioni industriali (a) e rottura dell’angolo sollevatosi per curling (b)

a)

b)

Figura 2 – Le pavimentazioni in calcestruzzo: ritiro libero (a),

fessurazione da ritiro vincolato (b) e curling (c) a)

b)

c)

appropriate, come ad esempio la progettazione di giunti di contra-zione che permettono la fessurazione del calcestruzzo in condizioni controllate (Figura 3), piuttosto che adottare un approccio analitico al problema. Tuttavia, la presenza di questi giunti può aumentare il costo di costruzione e quello di manutenzione nel corso degli anni.Per questi motivi e per la crescente richiesta di pavimentazioni indu-striali senza di giunti di contrazione (joint-less), la sensibilità nei con-fronti delle tematiche afferenti al ritiro ed alle conseguenze ad esso correlate ha portato sul mercato nuovi materiali come il calcestruzzo fibrorinforzato (FRC) o il calcestruzzo a ritiro controllato.Il calcestruzzo fibrorinforzato (FRC) Dopo diversi decenni di studi e ricerche, il FRC è ormai divenuto un materiale da costruzione, grazie alla sua notevole capacità di contrastare il processo di fessurazione.Quest’ultimo è un materiale composito con matrice cementizia(cal-cestruzzo o malta) additivata con fibre di varia geometria realizzate con materiali diversi. Infatti, l’aggiunta delle fibre conferisce al calce-struzzo, dopo la microfessurazione, una significativa resistenza resi-dua a trazione (denominata nel seguito tenacità; Figura 4);quest’ul-tima dipende da molteplici fattori, tra i quali il rapporto di aspetto (ovvero il rapporto lunghezza/diametro equivalente della fibra), la percentuale volumetrica e le caratteristiche fisico-meccaniche delle fibre, in aggiunta alle caratteristiche della matrice. Le conoscenze sulle potenziali applicazioni strutturali del FRC si sono progressiva-mente diffuse negli ultimi anni in tutto il mondo, facendo sorgere la necessità di disporre di Linee Guida o Istruzioni tecniche in grado di orientare e disciplinare l’impiego strutturale di tali materiali. >>>

Figura 3 – Fessurazione in condizioni controllate in corrispondenza dei giunti di contrazione.

Figura 4 – Confronto tra la resistenza post-fessurazione di un calcestruzzo ordinario e fibrorinforzato

Page 38: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.74

#Primo_Piano#Dossier_Acqua_e_Superfici

UNA RETE DI PROFESSIONISTISPECIALIZZATI IN POSTENSIONE

PAIMO S.r.l.via C. Levi, 14/359100 Prato (PO)[email protected]

S.T.PAV. s.a.s.via Masaccio, 13/A31039 Riese Pio X (TV)[email protected]

EPOXY SISTEM S.r.l.S.P. Appia (Km. 196,500)81050 Vitulazio (CE)[email protected]

ISTITUTO ITALIANOPER IL CALCESTRUZZOvia Sirtori, z.i.20838 Renate (MB)[email protected]

TENSO FLOOR S.r.l.via Sirtori, z.i.20838 Renate (MB)[email protected]

TEKNA CHEM S.p.A.via Sirtori, z.i.20838 Renate (MB)[email protected]

Pavimentazioni stradali drenanti a bassi spessori: come risolvere il problema delle radici delle pianteModalità d’intervento contro le radici delle piante che sollevano il manto stradale

Ernesto Boni – Amministratore Unico Biostrasse Srl - socio GBC Italia

Le radici delle piante: un problema sulla viabilità a livello nazionaleIl tema sul quale vogliamo attirare la Vostra at-tenzione riguarda il grave problema rappresenta-to dalle radici delle piante che sollevano il manto stradale creando danni, anche gravi, alle cose ed alle persone come spesso riportato dalla stampa nazionale.Va tra le altre ricordato che un altro grave danno viene oggi perpetrato sul territorio nazionale con il taglio di specie arboree secolari, sottraendo al pae-saggio italiano una delle caratteristiche che lo con-traddistingue, un patrimonio arboreo che ricordia-mo è anche posto a salvaguardia delle condizioni microclimatiche e quindi della salute dei cittadini.In questo contesto si nota una carenza di cono-scenze tra i diversi operatori del settore, Ammi-nistrazioni Pubbliche, Agronomi, Forestali, ecc. come poter intervenire per risolvere definitivamen-te il problema.Il pacchetto stradale drenante (strato di finitura più sottofondo) crea le condizioni ottimali per lo svilup-po e la vita della pianta, risolvendo in modo defini-tivo il problema rappresentato dalle radici.Le pavimentazioni “drenanti” a bassi spesso-ri (spessore che va da 5 cm. a massimo 8 cm) garantite con minimo 20 Mpa alla compressione sono state ideate e vengono progettate per realiz-zare ogni tipo di pavimentazione stradale e rispon-dere alle esigenze legate al transito veicolare di mezzi leggeri, medi e pesanti ed allo stesso tempo a salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio. Sono pavimentazioni in grado di ripartire i carichi trasmessi dal piano viabile, siano essi concentrati o ripartiti. Ne consegue che la sovrastruttura risulta poco sollecitata a vantaggio di una maggiore stabilità e durata a fatica nel tempo. Il mix design viene studiato prevedendo una per-centuale di vuoti nella miscela tale da garantire il corretto equilibrio tra permeabilità, isolamento acu-stico e termico e quindi particolare resistenza agli

agenti atmosferici, ai fenomeni di gelo e disgelo ed ai trattamenti antigelo. Altri tipi di pavimentazioni ad alti spessori a base cementizia vengono pro-gettati con spessori che di norma sono di 15 cm. Lo spessore alto del massetto ha il suo primo lato negativo nel peso proprio che va ad insistere sul sottofondo, dove la portata complessiva del sot-tofondo è sempre la stessa ma il carico che viene sopportato nell’uso è inversamente proporzionale allo spessore. Allo stesso modo il modulo elastico è tanto minore quanto maggiore è lo spessore. In definitiva la pa-vimentazione con uno spessore di 15 cm avrà una rigidità molto più accentuata di una pavimentazio-ne con minore spessore ed ovviamente una capa-cità di assorbire eventuali avvallamenti del terreno praticamente nulla. Le variazioni dovute alle dilatazioni termiche sa-ranno più accentuate negli spessori maggiori e ciò comporterà il verificarsi di fessurazioni più diffuse. Spessori maggiori richiedono movimenti di mate-rie maggiori, scavi e cassonetti di dimensioni mag-giori e quindi maggiori costi. Il concetto primario dovrà quindi essere quello dell’utilizzo di materiali più prestazionali con se-zioni molto più sottili. Dette pavimentazioni prevedono spesso l’utilizzo di resine e di fibre.

La bonifica di aree stradali con presenza di radiciMolto spesso si riscontra il fenomeno di risalita sul manto stradale di radici di piante insistenti nelle aree limitrofe alla carreggiata. Il fenomeno causa la rottura della pavimentazione, la deformazione della superficie con conseguente grave pericolo per il traffico veicolare.La causa che spinge la pianta a far risalire le pro-prie radici in superficie è l’impermeabilizzazione del suolo che non permette il passaggio dell’acqua e dell’ossigeno che sono condizione essenziale per il nutrimento e la sopravvivenza della pianta. >>>

Page 39: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.76

#Dossier_Acqua_e_Superfici #Dossier_Acqua_e_Superfici

Soluzioni e case history dei membri del Club IngenioImpermeabilizzazione ad elevate prestazioni,

ecosostenibile e rapida con BASFIl caso della manutenzione dei ponti-canale Tresenda Vago, in Valtellina

BASF C.C. ITALIA

Impermeabilizzanti in resina

KEMPER SYSTEM

Il mondo degli impermeabilizzanti li-quidi è una nicchia del settore delle impermeabilizzazioni in genere ma è estremamente ricca di varianti e varia-bili e, a volte anche per l’occhio tec-nico di un professionista del settore edile/civile, può risultare difficile com-prenderne le differenze e valorizzarle in funzione delle necessità.Uno dei punti che crea più confusione è legato al fatto che tutte le resine in generale sono dei collanti e sono idrorepellenti poiché una volta completata la reazione e indurito il prodotto, di fatto, il risultato finale è una sorta di plastica/gomma che non è attraversabile dall’acqua in for-ma liquida (e molto spesso nemmeno in forma gassosa).Questo però non è sufficiente a rispettare i requisiti cui un sistema di impermeabilizzazione deve rispon-dere per poter essere definito (e garantito) come tale. Per questa ragione, un produttore professionale e affida-bile di soluzioni impermeabilizzanti in resina (come KEM-PER SYSTEM), ... >>>

Pavimentazione Esterna Jointless in Calcestruzzo Fibrorinforzato

FIBROCEV

Realizzazione di pavi-mentazione industriale esterna sottoposta a ca-richi elevati, di spessore 20 cm. La pavimentazio-ne esterna senza giunti (JointLess), è stata re-alizzata in calcestruzzo

fibrorinforzato con fibre strutturali in acciaio FIBRAG® STEEL, senza giunti di controllo.La realizzazione di questa pavimentazione esterna fa par-te di un più ampio intervento di ripristino consistito nella riconversione di un vecchio fabbricato destinato sempre a industria metalmeccanica ed ha interessato totalmen-te sia la pavimentazione interna che esterna procedendo con due differenti sistemi di ristrutturazione in tempi di-versi. Per la pavimentazione esterna è stata adottata una soluzione senza giunti di controllo JointLess in calcestruz-zo fibrorinforzato con fibre strutturali in acciaio FIBRAG® STEEL. >>>

Dai laboratori di ricerca GreenLab KERAKOLL nasce

il LAMINATO No Limits

KERAKOLL

Kerakoll, attraverso la Gel-Technology®, ha aperto una nuova frontiera di ricerca tecnologica capace di indagare sui comportamenti reali delle materie prime naturali e di formula reinnovative soluzioni a comportamento gel.Dopo H40® No Limits®, oggi anche Nanoflex®, la 1a membrana impermeabilizzante monocomponente a reo-logia variabile, si evolve nella rivoluzionaria Gel-Membra-na Nanoflex® No Limits® in grado di fondersi con H40® No Limits® e formare un sistema impermeabilizzante e adesivo, strutturale e flessibile, unico nel suo genere: IL LAMINATO No Limits di KERAKOLL.

Cos’è IL LAMINATO No Limits?È il superamento definitivo dei vecchi sistemi imperme-abilizzanti a 2 strati incom-patibili costituiti da malte bi-componenti e adesivi. >>>

Ponte-Canale Tresenda dopo l’intervento con MasterSeal 6100 FX MASTER BUILDERS SOLUTIONS di BASF

Siamo in Valtellina, vicino al confine svizzero; in questa riserva alpina naturale la società multiservizi d’Italia, A2A, gestisce il funzionamento di diverse strutture che tra-sportano l’acqua su lunghe distanze, attraversando gole profonde e gigantesche formazioni rocciose. Si tratta di manufatti costruiti negli anni 60 che, proprio a causa delle severe condizioni ambientali, necessitano di manutenzio-ne periodica. In questo ambiente, infatti, i ponti e le gallerie devono resistere a condizioni climatiche severe. >>>

Pavimenti in legno per esterni “DECKING”Paolo Rettondini

Il deck è un manufatto per esterni in forte diffu-sione presso gli utenti che intendono affermare l’uso del legno nello spazio all’aperto della loro residenza.Il legno, infatti, è un materiale che veicola le se-guenti espressioni d’eccellenza: rispetto per l’am-biente, nobiltà del materiale, calore e naturalezza cioè comfort, tradizionalità, efficienza strutturale.Nonostante questa serie di note caratteristiche, utili a qualificare il materiale al meglio, sussiste una diffusa carenza sulla “conoscenza“ delle pro-prietà e dei limiti attese dal deck, ovvero dal mate-riale che lo costituisce.Per questo motivo spesso, la committenza preten-de standards di qualità che non sono ravvisabili nell’uso della pavimentazione: il deck è un manu-fatto per esterni completamente deregolato e non potrà mai confrontarsi e/o richiamarsi alle caratte-ristiche presenti nei pavimenti di legno per interni. È quindi opportuno diffondere tra gli utenti una corretta conoscenza delle peculiarità del legno, qualificando subito le caratteristiche d’uso e d’a-spetto del prezioso manufatto.Giova ricordare che per l’informalità del prodotto e la costante azione degradante degli agenti me-tereologici, le principali peculiarità del materiale legnoso esposto in ambiente esterno sono:· rapido ingrigimento della superficie visibile,

destinata a un’omogenea decolorazione. Qualunque specie legnosa esposta in esterno

provvede a perdere la sua colorazione originale e assume una tonalità grigio cenere per l’azione dei raggi UV sulla lignina

· sviluppo di sensibili variazioni dimensionali, dovute alle continue variazioni dell’umidità rela-tiva del legno

· sviluppo di deformazioni longitudinali di una parte minima degli elementi con l’innesco di svergolamenti dovuti al tipico fenomeno dell’a-nisotropia dei ritiri che contraddistingue il legno dagli altri materiali da costruzione.

Per ridurre il più possibile quanto sopra descritto è necessario che il legno sia perfettamente sta-gionato (umidità alla prima consegna 15%) ed è indispensabile prima o dopo la posa la finitura con degli olii essiccativi, in modo da proteggere il le-gno dagli agenti atmosferici e sbalzi idrometrici ambientali.Il rispetto scrupoloso delle seguenti prescrizioni

vi assicura una installazione e un risultato finale all’altezza delle vostre attese.

Posa del decking in legno masselloPosa della sottostruttura e caratteristiche fondamentali della sottostruttura.Strutturalmente autoportante o fissata al suolo• Legno durabile in esterno con fibra adatta al mi-

gliore ancoraggio della vite e il più possibile simi-le alla densità del pavimento

• Massima linearità• Dimensioni idonee alla tipologia di posa• Non deve essere soggetta a “sprofondamento”

nel terreno• Deve essere sollevata dal suolo affinchè l’acqua

possa defluire, il che migliora la durabilità

Posa dei magatelli• La regola generale vuole che i magatelli siano di

spessore doppio rispetto al decking. È fondamentale che l’acqua abbia la possibilità di

defluire al meglio così come che la sottostruttura permetta una adeguata ventilazione

• Devono inoltre essere posati per conferire alla pavimentazione un’inclinazione di circa 1 cm ogni metro lineare, per evitare il ristagno dell’ac-qua sulle doghe

• È obbligatorio sollevare i magatelli dal suolo per meglio far ventilare la sottostruttura, permettere il passaggio dell’acqua piovana e non far toccare il magatello a terra onde ritardare la marcescen-za nel lungo periodo. >>>

Page 40: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

n.53_giu.2017_pag.78

#Dossier_Acqua_e_Superfici#Dossier_Acqua_e_Superfici

Pavimento senza giunti per Lamborghini Warehouse

LEON BEKAERT

Prodotti ad Alta Riflettanza - Cool Roof

POLYGLASS

Pavimentazioni in calcestruzzo resistenti

ad agenti chimici aggressiviPENETRON ITALIA

La tecnologia cristallizzante come impermeabilizzazione

e protezione delle opere in calcestruzzo

PROIND

“L’impermeabilizzazione è una delle opere fondamentali nella costruzione degli edifici atta a rendere una superfi-cie impermeabile sovrapponendo uno o più strati di ma-teriali diversi adatti allo scopo per proteggere elementi costruttivi di vario genere….” WikipediaDa sempre l’impermeabilizzazione e la protezione del cal-cestruzzo è stata concepita come una “pelle”, un rivesti-mento, da applicare a seconda delle soluzioni adottate, prima o dopo il getto del calcestruzzo.Ma cosa succede se la pelle si deteriora? I risultati sono ben noti a tutti:in una interessante ricer-ca“ASSIMP Italia”, (associazione degli impermeabilizza-tori italiani) ... >>>

Pavimentazioni in Terra Stabilizzata

TERRA SOLIDA

Nel corso della storia, lo sviluppo del-le attività umane e delle esigenze di spostamento, sia pedonali che su ruo-te, hanno evidenziato una serie di in-convenienti che caratterizzano le pa-vimentazioni in terra. La forma-zione di fango, in concomitanza agli eventi meteorici, la formazione di “ormaie” molto pronunciate nelle zone con tran-sito concentrato e l’erosione dovuta alle acque di scorrimento superficiali, rendono la pavimentazio-ne difficil-mente percorribile ai mezzi su ruote. In definitiva tutti gli inconvenienti na-scono da un’unica problematica: uno scarso legame esistente tra i granuli di terra costituenti le strade sterrate.Una terra legata con tecnologia TERRA SOLIDA garan-tisce la realizzazione di pavimentazioni con elevate ca-ratteristiche di compattezza e resistenza meccanica (fino al 70% più elevate rispetto a quelle ottenibili con me-todi tradizionali) e riciclabili al 100%. >>>

L’impermeabilizzazione per VOLTECO: know how, ricerca

e specializzazione al servizio del costruireVOLTECO

Volteco dal 1976 a oggi ha maturato una lunga esperien-za nel settore degli impermeabilizzanti per l’edilizia. Un’e-sperienza che le ha consentito di acquisire una profonda specializzazione e di sviluppare un catalogo di prodotti e tecnologie adatti ai diversi campi di applicazione e con differenti livelli di prestazioni.Know how e professionalità sono alla base dell’attività dell’azienda trevigiana, orientata costantemente allo stu-dio e alla ricerca di soluzioni sempre innovative e risolutive in grado di aiutare concretamente i professionisti del set-tore nell’integrare efficaci sistemi di impermeabilizzazio-ne, e non solo, con gli altri aspetti del costruire: struttura, involucro, impianti e finiture. Un supporto, quello offerto

da VOLTECO, reso pos-sibile grazie alla prepa-razione e all’esperienza della propria rete com-merciale, dalla scuola di formazione interna dove vengono costantemente formati... >>>

www.ingenio-web.it

Direttore responsabileAndrea Dari

Responsabile redazioneStefania Alessandrini

Comitato dei ReferentiScientifici e Tecnici*

Eventi straordinariGian Michele CalviGaetano ManfrediGeotecnica e idraulicaStefano AversaGianfranco BecciuDaniele CazzuffiMassimo Chiarelli*Mario ManasseroICTRaffaello BaloccoMario CaputiIngegneria forenseNicola AugentiInvolucro edilizioPaolo RigoneSoftwareGuido MagenesPaolo RivaBIMEzio ArlatiStefano ConversoStrutture e materialida costruzioneMonica Antinori*Franco BragaAgostino CatalanoBernardino M. ChiaiaLuigi CoppolaMarco Di PriscoRoberto FelicettiMassimo FragiacomoPietro GambarovaRaffaele LandolfoGiuseppe ManciniGiuseppe C. MaranoClaudio ModenaGiorgio MontiCamillo NutiMaurizio PiazzaGiovanni PlizzariGiacinto PorcoRoberto RealfonzoWalter SalvatoreMarco SavoiaRestauro e consolidamentoMarcello BalzaniAntonio BorriStefano Della TorreLorenzo JurinaSergio LagomarsinoStefano PodestaPaola RoncaUrbanisticaMaurizio Tira

Termotecnica e energiaVincenzo CorradoLivio De SantoliCostanzo Di PernaAnna MagriniLuca RollinoMarco SalaChiara TonelliIstituzioniVincenzo CorreggiaGiuseppe IannielloAntonio LuccheseEmanuele RenziAmbienteGiovanni De FeoPer elenco aggiornatowww.ingenio-web.it

Collaborazioni IstituzionaliAIPND, ANDIL, ANIT, ANIDIS, ASSOBETON,ASS. FIREPRO, Associazione ISI, ATECAP, CeNSU, CINEAS,EUCENTRE, Fondazione Promozione Acciaio, UNICMI

Proprietà EditorialeIMREADY srl - www.imready.it

Casa EditriceIMREADY srl - www.imready.it

Concessionaria esclusivaper la pubblicitàidra.pro [email protected]

AutorizzazioneSegreteria di Stato Affari InterniProt. n. 200/75/2012 del 16febbraio 2012Copia depositata presso ilTribunale della Rep. di San Marino

Direzione, redazione, segreteriaIMREADY srlStrada Cardio 447891 Galazzano (RSM)T. 0549.909090

Inserzioni PubblicitarieIMREADY srlStrada Cardio 447891 GalazzanoRepubblica di San Marino (RSM)Per maggiori informazioni:T. [email protected]

Stampa e distribuzioneFotoedit srlRepubblica di San Marino

La Direzione del giornalesi riserva di non pubblicaremateriale non conforme allapropria linea editoriale

Nuovo magazzino per Lamborghini: pavimentazione senza giunti di contrazione rinforzata con fibre d’acciaio Dramix

Lamborghini Automobili ha scelto un pavimento jointless rinforzato con fibre d’acciaio per il nuovo magazzino di Sant’Agata Bolognese. Una soluzione studiata dalla CTC di Treviso che, per mez-zo del software Drapro della Bekaert in grado di verificare le pavimentazioni agli Stati Limite Ultimi e di Esercizio, ha potuto presentare un capitolato tecnico fattibile ed inno-vativo, approvato dallo staff dello studio di progettazione Prospazio di Sassuolo. La nuova struttura prefabbricata ha interessato una su-perficie di pavimentazione di 25.000m2 per accogliere il nuovo magazzino che ospiterà anche la nuova linea di

SUV. L’idea di avere una soluzio-ne continua senza giunti di con-trazione che permettesse uno spostamento perfetto dei mezzi presenti all’interno del nuovo ma-gazzino senza problemi di manu-tenzione ... >>>

La tematica della durabi-lità e della protezione di pavimentazioni in calce-struzzo in ambienti par-ticolarmente aggressivi come impianti di depu-razione, centrali di com-postaggio, depositi di

impianti biogas, strutture zootecniche come stalle e man-giatoie, è sempre oggetto di dibattito con soluzioni molte-plici, alcune innovative ed interessanti. L’utilizzo di tecnologie integrali, che coinvolgono la matri-ce in calcestruzzo, al posto delle tradizionali stratificazioni pellicolari in adesione, ha creato un mercato di nicchia la cui efficacia è ormai evidente soprattutto in relazione alle problematiche dei rivestimenti resinosi rispetto alle con-dizioni del supporto, la presenza di umidità, lo spessore e l’eventuale abrasione. Il Sistema PENETRON®, della omonima multinazionale statunitense leader del mercato “della cristallizzazione integrale” per l’impermeabilizzazio-ne e protezione del calcestruzzo, ... >>>

Cosa sono i Cool RoofI cool roof sono coperture che hanno una elevata capa-cità di riflettere l’irradiazione solare incidente e contem-poraneamente emettere energia termica nell’infrarosso, hanno cioè una elevata riflettanza solare ed una elevata emissività termica. I cool roof sono coperture caratteriz-zate da una bassa temperatura superficiale, anche sotto irraggiamento solare diretto.Vantaggi dei cool roofI vantaggi della realizzazione di una copertura cool roof sono molteplici:• Migliori condizioni ambientali nel periodo estivo degli

ambienti interni dell’edificio• Risparmio energetico per la climatizzazione estiva degli

ambienti interni dell’edificio ... >>>

Page 41: magazine ABBONATI! 12 Execution Plan (BEP), Addio studi di settore: quanta confusione!arrivano gli indici di affidabilità fiscale Sismica 18 Adeguamento statico, sismico e funzionale

#Efficienza_Energetica

n.53_giu.2017_pag.80

ABBIAMO BISOGNO DIADDITIVI INNOVATIVI PER REALIZZARE I PROGETTI PIÙ AMBIZIOSI

In ogni nuovo edificio c’è sempre qualcosa di speciale. Utilizzare il corretto additivo per calcestruzzo non solo permette di realizzare in modo facile grandi progetti ma è a volte essenziale per trasformare un design innovativo in realtà. Master Builders Solutions di BASF Vi offre un team di esperti in grado di proporre le migliori e più diverse soluzioni per la realizzazione di costruzioni dai design moderni ed accattivanti. MasterGlenium SKY è una linea di prodotti che impartisce al calcestruzzo proprietà uniche come il facile pompaggio ad altezze superiori ai 600 metri con eccellenti risultati in lavorabilità e durabilità. MasterGlenium SKY supera ogni limite.

Per maggiori informazioni: www.master-builders-solutions.basf.it