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Maddaloni, la musica bandistica nell’espressione del Maestro Antonio Pascarella e della sua famiglia Scritto da Michele Schioppa Mercoledì 26 Aprile 2017 23:02 MADDALONI (Caserta) – I lettori de L’Eco di Caserta, così come quelli della collana “Chi è?” (vol. III, IV e V), edita dall’Associazione Dea Sport Onlus di Bellona, hanno avuto modo e piacere di iniziare a conoscere la storia musicale, ed ancor più quella bandistica maddalonese, attraverso i profili biografici dei Maestri Antonio Grauso [1] , Giuseppe Renga [2] , Stefano D’Angelo [3] , Salvatore Silvestro [4] , Luigi Pascarella [5] ed altri. L’occasione del presente articolo è gradita per la presentazione della vita del Maestro Antonio Pascarella, che nasce a Maddaloni il 14 luglio 1925 dove muore il 18 giugno 1974, dai maddalonesi Luigi (2 gennaio 1896 – 17 aprile 1975) e Luisa Correra (24 maggio 1894 – 17 marzo 1975) [6] . Innanzitutto, va detto, così come si è avuto modo di anticipare in altre occasioni, che la Famiglia Pascarella è una storica famiglia di “Musicanti”. Infatti, nella città delle due torri erano conosciuti come “I Musicanti”, nomignolo dato alla madre Luisa Correra e che ancora tuttora è riservato nel quartiere alla moglie di Antonio, la signora Carmela Pascarella (Maddaloni 25 gennaio 1929). Già il padre di Antonio, Luigi Pascarella, fu avviato al clarinetto prima dal Maestro Gaetano Barbato (Barbati c’è confusione sul cognome corretto nella messa a confronti di studi e citazioni), direttore della banda civica di Maddaloni verso la fine del ‘800 e la prima decade del 1900, poi dal Prof. Nicola Rotunno che successe al Maestro Barbati nella direzione della banda 1 / 43

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Maddaloni, la musica bandistica nell’espressione del Maestro Antonio Pascarella e della sua famiglia

Scritto da Michele SchioppaMercoledì 26 Aprile 2017 23:02

MADDALONI (Caserta) – I lettori de L’Eco di Caserta, così come quelli della collana “Chi è?”(vol. III, IV e V), edita dall’Associazione Dea Sport Onlus di Bellona, hanno avuto modo epiacere di iniziare a conoscere la storia musicale, ed ancor più quella bandistica maddalonese,attraverso i profili biografici dei Maestri Antonio Grauso [1] , Giuseppe Renga [2] , StefanoD’Angelo [3] ,Salvatore Silvestro[4], Luigi Pascarella[5]ed altri.

L’occasione del presente articolo è gradita per la presentazione della vita del Maestro AntonioPascarella, che nasce a Maddaloni il 14 luglio 1925 dove muore il 18 giugno 1974, daimaddalonesi Luigi (2 gennaio 1896 – 17 aprile 1975) e Luisa Correra (24 maggio 1894 – 17marzo 1975) [6] .

Innanzitutto, va detto, così come si è avuto modo di anticipare in altre occasioni, che la FamigliaPascarella è una storica famiglia di “Musicanti”. Infatti, nella città delle due torri erano conosciuticome “I Musicanti”, nomignolo dato alla madre Luisa Correra e che ancora tuttora è riservatonel quartiere alla moglie di Antonio, la signora Carmela Pascarella (Maddaloni 25 gennaio1929).

Già il padre di Antonio, Luigi Pascarella, fu avviato al clarinetto prima dal Maestro GaetanoBarbato (Barbati c’è confusione sul cognome corretto nella messa a confronti di studi ecitazioni), direttore della banda civica di Maddaloni verso la fine del ‘800 e la prima decade del1900, poi dal Prof. Nicola Rotunno che successe al Maestro Barbati nella direzione della banda

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cittadina.

Delle vicende storico musicali maddalonesi leggiamo nella pubblicazione del compiantoFrancesco d’Orologio “Aspetti della Vita Amministrativa di Maddaloni Tratti dalle DelibereComunali dal 1900 al 1950”, Maddaloni 2007. In questa di rilievo è il capitolo nono “Vigili urbani,Guardie campestri e Banda musicale” [7] ed ancora il Regolamento provvisorio per la Bandamusicale (Approvato il 13 maggio 1899) [8] , e quindiil Regolamento per la scuola musicale di Maddaloni e banda annessa (Approvato il 28 giugno1915).

Un estratto importante dello studio di d’Orologio è quello della delibera del 27 aprile 1914 apag.111:

“Il 27 aprile 1914 su proposta della Commissione della banda musicale il Consiglio comunaledeliberò: Nominare Marco D’Angelo musicante effettivo con un assegno di 10 lire e inoltre diconcedergli 50 lire per il servizio prestato gratuitamente durante l’anno. Aumentare l’assegno aimusicanti Filippo Abitabile da 20 a 25 lire, Giuseppe Murante da 15 a 20, Onofrio Marotta da 10a 12, Luigi Pascarella da 3 a 10, Giuseppe Bassi da 4 a 8, Andrea Lettieri da 4 a 8, PasqualePrudenzano da 3 a 7, Antonio de Cristofaro da 3 a 7, Michele Tramontano da 3 a 7, MicheleIgnara da 3 a 6, Luigi Tramontano da 3 a 6 e Michele Papa (senza paga) 4 lire. Rimunerare ilprof. Nicola Rotunno con la somma di 100 lire per le lezioni impartite agli allievi musicanti,rimborsare il prof. Giuseppe Rescigno la somma di 50 lire per l’acquisto di un trombone epagare Vincenzo Barletta rappresentante delle ditte editrici Ricordi e Sansogno la somma di100 lire per i diritti d’autori”.

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Tre immagini molto interessanti. La prima è il frontespizio di un libretto di marce del 1936 (annoXIV dell’era fascista), con a seguire due pagine contenute. A seguire, dunque, una marcia delMaestro Antonio Grauso “L’Africanina a Roma” che, sicuramente, dopo con la caduta delfascismo cambiò nome. Si ricorda che il fascismo diede moltissima importanza alla banda emolti compositori in quel periodo chiamarono le loro opere con nomi che, in maniera chiara oallusiva, richiamavano il regime: una su tutte la marcia di G. Orsomando che in origine sichiamava “Anima Fascista” diventata in seguito “Anima festosa”. Altra pagina storica è lospartito del concerto per Clarinetto di R. CARAVAGLIOS, trascritta a Tripoli da DomenicoSENNECA il 18 luglio 1940 (XVIII era fascista). Si approfitta per ricordare che Senneca,suonatore di Clarinetto e Sassofono, era un ottimo copista insieme Michele Delle Cave,suonatore di Sax Baritono, che è stato autore di alcune marce. Circa questi molti di questi musicanti citati, ci confida il Maestro Luigi Pascarella figlio diAntonio, protagonista della nostra storia, li ha conosciuti personalmente perché erano ancoranella banda cittadina maddalonese negli anni ’50, il riferimento è a: - Marco d’Angelo, suonatore di Flicorno Basso e capostipite di una importante famiglia dimusicanti. Marco è il padre del Maestro Stefano D’Angelo che ha diretto per tanti anni la Bandadel Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni e nonno di Antonio D’Angelo, D.S.G.A. del ConvittoNazionale Statale “Giordano Bruno” di Maddaloni; - Giuseppe Murante, Suonatore di Sax Contralto. Giuseppe è il fratello di Michele Murante,detto il Lupo, cornettista solista di eccezionale fama e amico di tante avventure musicali insiemea Luigi Pascarella. Di Michele Murante si racconta che non ha voluto mai insegnare perchédiceva che la sua arte non doveva essere trasmessa a nessuno e, infatti, dopo di lui aMaddaloni non c’è stato nessun cornettista - flicornino che nella banda ricopre il ruolo di primadonna in grado di emularlo. Figli di Giuseppe, nella Banda cittadina si segnalano Michele(Tromba) e Salvatore (Percussionista); - Michele Tramontano, suonatore di Sax Tenore. Il Lugi Pascarella menzionato, che merita maggiore attenzione, è il padre di Antonio. Ci perdonerà il lettore ma su Luigi Pascarella è doveroso fare una giusta parentesi diapprofondimento.

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Scritto da Michele SchioppaMercoledì 26 Aprile 2017 23:02 Luigi Pascarella senior con la divisa militare della Banda dell'Esercito del 1915 Di esso sappiamo che nel 1915 entra a far parte della Banda dell’Esercito. Infatti, si nota in unatestimonianza fotografica di quell’anno che nella divisa sul braccio destro è presente la LiraMusicale, che ancora oggi rappresenta l’appartenenza a bande musicali, civili o militari.Essendo specializzato, Luigi (“senior” potremmo dire, per distinguerlo dal nipote prof. MaestroLuigi Pascarella fondatore e direttore della Banda Sinfonica della Città di Maddaloni) raggiungeil grado di caporale, ricoperto allo scoppio della I guerra mondiale il 24 maggio di quello stessoanno. Va riferito che da testimonianze familiari e non sono è dato sapere che all’inizio la bandanon veniva impiegata in azioni belliche ma solo di rappresentanza.

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Il portastrumenti di Luigi Pascarella senior e il clarinetto che conteneva. Si tratta del suoclarinetto sistema MULLER a 13 chiavi che uso fin dal 1914 e che lo ha accompagnato anchedurante la Prima guerra mondiale. Con la disfatta di Caporetto, il 24 ottobre 1917, tutti i militari verranno impegnati in prima linea etra di essi anche i musicanti che non avevano avuto nessun formazione bellica. Anche Luigi,dunque, andò in prima linee, e poiché aveva il grado di caporale, come accennato, si trovòaddirittura a comandare un plotone che di notte fece alcune sortite presso gli avampostiaustriaci.

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Scritto da Michele SchioppaMercoledì 26 Aprile 2017 23:02 Luigi Pascarella senior con le due nipotine di nome  Luisa, una in braccio, e Luigi Pascarellajunior. Di quell’esperienza il nipote Luigi riferisce: “Mi raccontava mio nonno che tra i suoi uomini c’eraun soldato molto esperto e veterano di tante battaglie che lo aiutò nel comando sostituendosi,col suo consenso, a lui che si intendeva di strumenti musicali e non di guerra. Alla fine fuinsignito di una pergamena e di una medaglia a ricordo di quel sanguinoso conflitto. In seguito,negli anni ’60 gli fu conferita anche la croce d’oro, nominato Cavaliere di Vittorio Veneto eassegnato un piccolo vitalizio. Ricordo quando assistevo ai racconti bellici dei miei due nonni ealle loro dispute”. Ebbene il nostro Maestro Luigi (“junior” giusto per distinguerlo dal veteranodel primo conflitto bellico mondiale), aggiunge al suo racconto di nonno Luigi quello dell’altrononno, quello materno, Antonio Pascarella (il suocero del Maestro Antonio Pascarellaprotagonista della nostra storia), che “raccontava che lui aveva fatto veramente la guerra comeconduttore di muli alle prime linee e, in particolare aveva partecipato alla presa di Monte Cuccopresso Gorizia (X e XI battaglia dell’Isonzo, tra Maggio e Ottobre 1917), dove, colpito da unabaionetta nella spalla, era rimasto ferito”.

Clarinetto Rampone e Cazzani di Milano degli anni ’40 con il quale Antonio ha cominciato asuonare e che poi è passato al figlio Luigi.

Clarinetto Selmer Paris Clarinetto Matr. P9740 del 1954 Passato nel 1962 a Luigi.

Clarinetto Buffet – Crampon Matr. F70587 del 1962 passato a Luigi nel 1975. Ed ancora aggiunge che “il nonno paterno, Luigi, ribadiva che lui era stato comandante diplotone in gruppo di assalto (per pochi giorni come ho detto prima) e congedato col grado diCaporal Maggiore. L’onorificenza in un primo tempo fu conferita solo a Luigi, che si vantava chefinalmente giustizia era fatta e Antonio raccontava bugie (la ferita se l’era procurata cadendosulla sua baionetta. La disputa terminò solo quando l’onorificenza fu conferita anche a Antonio”. Lasciando da parte le seppur interessanti vicende aneddotiche del padre e del suocero diAntonio Pascarella, va aggiunto, in relazione al padre Luigi che questi, alla fine della guerra erapassato nella Banda dei Carabinieri di Roma. E vestiva la divisa di Carabiniere quando siinnamorò di Luisa Correra, la sua futura moglie e madre dei suoi figli. Va detto che la normativa in vigore al tempo prevedeva tante limitazioni e tra le altre nonpermetteva ai sottufficiali dei Carabinieri di sposarsi prima dei 9 anni di servizio, passata inseguito nel 1940 al limite dei 28 anni o nove anni di servizio, passato a 30 nel 1954, a 25 e 4anni di servizio nel 1976, e, solamente nel 2010 è stata definitivamente abrogata.

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Scritto da Michele SchioppaMercoledì 26 Aprile 2017 23:02 Spartito della cadenza della Sonnambula di Bellini nella composizione del famoso virtuosoclarinettista V. D’Elia. Si notano sotto alcune dediche: del 28/01/1957 al Prof. G. Imbriani; del04/02/1957 al Vincenzo Renga, figlio di Giuseppe; in rosso la dedica ad Antonio Pascarella. Per questo motivo si racconta che il fratello di Luisa, in quanto tutore perché orfana, alarichiesta della mano da parte di Luigi, si oppose dicendo che non si poteva aspettare ancoratanti anni. Ma l’amore è troppo al punto tale, che ci racconta il nipote omonimo, che “il nonno si “spogliò”(licenziò) per essere libero di sposarsi”, scelta coraggiosa e fondata su di un sentimentosincero. Il matrimonio tra Luigi “senior” e Luisa si celebrò il 15 settembre 1921 alle ore 7.30 de mattino aCampobasso, paese natale e dove viveva Luisa con il fratello, che si ricorda essere stato unricco commerciante. Ricorrendo ancora agli aneddoti di Luigi “junior” scopriamo dalla sue paroleche “mi raccontava mia nonna che per portare a Maddaloni il suo corredo affittarono una interacarrozza del treno”. Dal matrimonio nacquero 4 figli. Il primo nato fu Domenico (Maddaloni 25 novembre 1922 – 7marzo 1965) che aveva, come racconta Luigi Pascarella “junior” “una leggera disabilitàsoprattutto nel linguaggio che, a quei tempi non era recuperabile, ma manifestava una capacitàritmica eccezionale e accompagnava il padre ed il fratello nelle esibizioni della banda. Ricordocon piacere quando il 13 giugno, con la processione di S. Antonio che era l’unica a passare pervia Sambuco, tuttora l’abitazione della famiglia Pascarella, con molta fierezza suonava lagrancassa per farsi vedere dalla mamma che si affacciava al balcone per salutarlo”.

Domenico Pascarella Dopo Domenico abbiamo Antonio, secondogenito, e quindi Angela (Maddaloni 11 giugno 1928 -Termoli (CB) 10 aprile 1970), sposata con Francesco Cioffi e trasferitasi a Termoli (CB) neglianni ’60.

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Angela Pascarella Quarto fratello di Antonio è Vincenzo (Maddaloni 24 aprile 1932 - Borgaro Torinese (TO) 29marzo 2016). Circa Vincenzo, ricorda Luigi “junior” “all’inizio cominciò a studiare il clarinetto e mia nonnadiceva che ogni volta che prendeva lo strumento suonava una canzone allora in voga, “La figliadi Pepe”, per attirare l’attenzione di una ragazza del quartiere che si chiamava appunto Pepe.Poiché non era molto attirato dal clarinetto al quale il padre e il fratello maggiore volevanoavviarlo, in seguito divenne percussionista e suonò nella banda cittadina ed in quelle limitrofe.Nel 1970 si trasferì a Borgaro Torinese dove entrò a far parte della banda cittadina ed hasuonato fino a poco prima della scomparsa avvenuta nel 2016 e fondò l’associazione «Amicicampani»”.

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Nelle tre foto appena offerte vi è un pezzo della storia della banda di Maddaloni. Nella prima riconosciamo in piedi Salvatore Murante (percussionista), col Clarinetto MicheleVentrone da Montedecore (Clarinetto), e a destra Vincenzo Pascarella giovanissimo; accosciatoa sinistra Giacomo Silvestri (Trombone basso) mentre gli altri al momento sfuggonoall’identificazione. Nella seconda foto: da sinistra e dietro Vincenzo Pascarella coi piatti, alla sua destra il fratelloDomenico, sempre dietro Marco d'Angelo col Basso; nella fila davanti e da sinistra Antonio DeSimini con l'Eufonio, Salvatore Murante con la cassa, il giovane Marco d'Angelo col rullante afianco del padre Pasquale d'Angelo con l'Eufonio; nella fila precedente con le trombe MicheleMurante e Pasquale Armenia con la tromba; in prima fila, nascosto da uno spettatore c’è ilgiovane Luigi Pascarella “junior” di circa 12 anni di cui si vede solo il clarinetto; il vecchietto conl'ombrello è Antonio Pascarella (padre di Carmela, suocero di Antonio e padre di Luigi “junior”)mentre proprio dietro di lui c’è Michele "Perettiello" che, oggi come allora ha sempreaccompagnato le bande nelle processioni e nelle sfilate. Nella terza foto vediamo Vincenzo Pascarella, che, ottantenne e non più autonomo, suona ilrullante accompagnato sulla sedia a rotelle. Torniamo dunque alla storia di Luigi Pascarella “senior” il quale dopo il matrimonio, inizia laprofessione libera che in quei tempi era abbastanza dura e stagionale, perché gran parte degliimpegni erano concentrati tra Pasqua e i primi di Ottobre. Per questo motivo, va aggiunto, chetutti i musicanti svolgevano un’altra attività durante i mesi invernali. Circa questa esigenza così ci racconta Luigi “junior” del nonno omonimo: “mio nonno fuabbastanza fortunato, perché d’inverno lavorava al cinema a fare i commenti musicali ai filmche allora erano muti. Cercò di avviare una attività di commercio, aiutato dal cognato, ma la vitadel commerciante non era fatta per lui, solo musica ed è in questi anni che, insieme a MicheleMurante, il Lupo, gira con moltissime bande per i paesini della Campania”. Aggiunge, poi, Luigi“junior”: “i trasporti erano difficilissimi, in quando le strade inesistenti e il carretto, oppure il trenonel migliore dei casi, permetteva loro di spostarsi. Ricordo anch’io, negli anni ’50, ragazzino,che si andava a Cervino a piedi attraversando Via Cupa (dove è oggi il Pedagogico) econtinuando per la montagna, attraverso il Grado (Villa Tixon) e la contrada Vittoria di Cervino,per andare a suonare con la banda a un funerale. Mi raccontava mio nonno che insieme al“Lupo”, avendo avuto chiamate da molte bande, a Pasqua, quando si partiva per la prima festa,mettevano in un cappello tutte le località dove erano stati invitati e estraevano a sorte ladestinazione. Fino al secondo conflitto la vita anche se dura scorreva bene ma gli anni dellaguerra furono difficili per tutti come anche la ripresa”. Continua ancora Luigi “junior”, a seguire:“mio nonno si dedicò solo alla banda cittadina perché, nel frattempo, era stato assunto comemaschera presso il Cinema Alambra di Maddaloni. Verso il 1954 entro nella Esattoria Comunaledi Maddaloni dove rimase fino alla pensione nel 1962 circa. In questi anni lo andavo ad aiutarea mettere a posto, in ordine alfabetico, le Cartelle per le tasse comunali”.

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Scritto da Michele SchioppaMercoledì 26 Aprile 2017 23:02 Intanto Luigi “senior” continuava l’attività nella banda di Maddaloni nel tempo libero e nel 1965andò, insieme al nipote Luigi “junior” nella banda lirico sinfonica di San Felice a Cancello direttadal Maestro Nicola Simonelli di Aversa, conosciutissimo in Sicilia dove ha diretto fino alla finedegli anni ’80 molte bande e composto bellissime marce e poemi sinfonici. Dal 1966 fino al1972 è stato con la banda di Macerata Campania (CE) di cui il figlio Antonio, protagonista dellanostra storia, è capobanda.

Questa foto è bellissima perché si vedono tre generazioni di Pascarella. La foto è stata scattatanel luglio del 1972 nella Piazza antistante la Chiesa di San Andrea a Puccianiello (CE) per lafesta di S. Maria la Bruna che si celebra di solito per il 20 Luglio. In prima fila (il terzo da destra)vediamo Antonio Pascarella, in seconda fila, dietro di lui a destra, suo padre Luigi e, in terzafila, si vede solo la testa tra i due, con gli occhiali, il figlio di Antonio e nipote di Luigi “senior” ilgiovane Luigi “junior” Pascarella. In questa foto ci possono individuare anche: il primo a sinistra,Antonio Carluccio, scomparso da qualche anno, in seguito 1° piccolo Mib della Bandadell’Esercito di Roma; il primo a destra, Michele Carluccio, il padre e nonno della Prof.ssa diFlauto Michelina Carfora. Si intravede anche in fondo a sinistra col rullante VincenzoPascarella. Pur continuando occasionalmente nell’arte bandistica, Luigi “senior” dopo questa esperienzanon segue il figlio Antonio e il nipote Luigi “junior” per il primo anno a Casale di Carinola nel1973, per sopraggiunti limiti di età. Il problema che lo vede “frenare” il suo desiderio di suonareè soprattutto legato i denti che sono completamente caduti e, non volendo usare la dentiera chea quei tempi non era molto stabile non poteva continuare. Va detto che negli ultimi anniricopriva le gengive completamente sprovviste di denti con dei pezzi di cartone che dovevasostituire più volte nel corso delle suonate perché si inumidivano e si scioglievano.

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Scritto da Michele SchioppaMercoledì 26 Aprile 2017 23:02 Il Maestro Antonio Pascarella con i figlio Luisa e Luigi a Pompei. Va detto comunque che l’anno nero della famiglia Pascarella fu il 1974, quando a giugnoscomparve il figlio Maestro Antonio, nostro protagonista, per una grave malattia.

Antonio Pascarella con i primi deu figli ed una nipotina  sulla collina di San Michele aMaddaloni.

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ANtonio Pascarella in clima natalizio a casa in occasione della Befana con mamma Luisa,moglie e figli e la cognata  zia Rosa (sorella della moglie). I poveri vecchietti non riuscirono a superare la dipartita del terzo figlio per malattia, quello cheper loro era stato in un certo qual modo il “primogenito”, quello che abitava con loro e li aiutavain tutte le loro esigenze. Dopo nove mesi scompare il 17 marzo 1975 la mamma Luisa e dopoun mese il 17 aprile 1975 anche Luigi “senior”, che intanto nel 1971 era stato nominatoCavaliere dell'Ordine di Vittorio Veneto, prostrato dal dolore per la perdita della compagna ditutta una vita.

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Luigi Pascarella snior e Luisa Correra negli ultimi anni di vita

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Scritto da Michele SchioppaMercoledì 26 Aprile 2017 23:02

Carta d'Identità di Luigi Pascarella senior del 1944 Dopo la panoramica introduttiva e la doverosa integrazione sulla figura di Luigi Pascarella“senior”, capostipite dei “musicanti” è giunto finalmente il momento di approfondire le vicendestoriche biografiche del Maestro Antonio Pascarella. Innanzitutto dobbiamo riferire che Antonio che apprende i primi rudimenti di musica dal padre epoi dal Maestro Antonio Grauso. Contemporaneamente va “al masto”, apprendistato, di sartodal compare Saladino, noto sarto che aveva la sua bottega nell’angolo di Via G. Marconi doveora è il negozio di “Abbigliamento Pascarella” ed alcune testimonianze del 1945 lo ritraggonocon alcuni compagni di sartoria passeggiare sul Corso cittadino di Maddaloni.

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Scritto da Michele SchioppaMercoledì 26 Aprile 2017 23:02

Nel 1947 troviamo Antonio partire per il servizio militare e andare a Montorio Veronese C.A.R.presso un battaglione di fanteria.

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Documenti fotografici di quel periodo lo presentano sia con i commilitoni al C.A.R. di Montorio,che con un amico a Venezia, ed ancora in Alto Adige a Monguelfo con i vari gruppi, bandistici edi musica leggera durante il servizio militare che, a quei tempi durava 18 mesi.

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Scritto da Michele SchioppaMercoledì 26 Aprile 2017 23:02 Bande Musicali con Antonio Pascarella nel corso del Servizio di Leva Da lì a qualche anno lo vediamo impegnato nelle bande fuori città. La prima Banda a cui hapreso parte è stata quella di Lanciano nel 1949 e nel 1950, poi, a seguire, è stato scritturato daPratola Serra (AV), Squinzano (LE), Montefalcione (AV).

Banda di Lanciano con Antonio Pascarella Per la cronaca nella Banda di Lanciano era con Salvatore Silvestro e con il padre Giacomo,sotto la direzione del Maestro Alise, poi Falcicchio, Abbate, Centofanti. In questo periodo Antonio si sposa con Carmela Pascarella (nonostante il cognome simile nonc’è legame di parentela) il giorno 8 dicembre 1951 e dalla loro unione nasceranno Luigi (26novembre 1952), Luisa (24 settembre 1954), Domenica (24 ottobre 1965) e Vincenzo (2dicembre 1969).

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Scritto da Michele SchioppaMercoledì 26 Aprile 2017 23:02 In questa foto del matrimonio dietro gli sposi da sinistra in piedi vi sono i testimoni: SalvatoreOtranto e la moglie Maria Pascarella, sorella della sposa e davanti a loro Annamaria, Angela eVincenzo Pascarella, sorelle e fratello dello sposo. La bambina che tiene Vincenzo è Caterina,“commarella” di Angela, che frequentava la casa dello sposo. Antonio Pascarella dal 1954 al 1960 è con la Banda di Sturno (Av) diretta dal MaestroFrancesco Aufiero che per tutti gli anni ’50 ha conteso alle bande pugliesi la supremazia dellebande di giro. A Sturno strinse amicizie importanti e in particolare un documento storicofotografico del 30 ottobre 1960, scattato a Sturno, lo vede con il capobanda storico GiuseppeStanco, in occasionedel Battesimo della figlia di cui Antonio fa il padrino. Nella stessa fotografiasi vedono da sinistra i figli di Stanco e a destra Luigi Pascarella “junior”.

Antonio Pascarella a Sturno strinse amicizie importanti e in particolare lo vediamo in questa fotodel 30/10/1960 scattata a Sturno con il capobanda storico Giuseppe Stanco. L’occasione è ilBattesimo della figlia di cui Antonio fa il padrino. I piccoli: da sinistra i figli di Stanco e a destraLuigi Pascarella.

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Banda di Sturno duranta una pausa pranza in una località marittima. Per la cronaca va detto che la Banda di Sturno lavorava moltissimo e tra i bandisti si raccontavaquesto aneddoto, offertoci da Luigi Pascarella “junior”: “muore un musicante della banda diSturno e San Pietro lo mette in Paradiso. Dopo un po’ gli domanda come si trovasse e luirisponde bene. Lo sposta in Purgatorio e alla stessa domanda risponde come prima. Passatonell’Inferno succede la stessa scena.

La foto ripropone la Banda di Sturno il giorno 5 giugno 1958. Antonio Pascarella è sul latodestro ed è quello con gli occhiali da sole che guarda verso il fotografo, ovvero il primo con ladivisa a destra. Il capobanda Giuseppe Stanco è il terzo da destra in fila con Antonio Pascarellaleggermente indietro, che nella foto è all’estrema sinistra. L’evento si teneva a Sturno. Al che San Pietro gli domanda in vita quale attività avesse svolto e lui risponde che aveva fattoil musicante nella banda di Sturno. Ho trovato, infatti, alcune agende su cui mio padre annotavale località in cui si esibivano e si nota che dalla Sicilia si spostavano in Abruzzo con un sologiorno di riposo. Quel giorno era dedicato al viaggio: gli spostamenti erano in pullman, senzaautostrada e per fare quel percorso di 700 Km. Ci volevano circa 24 ore di viaggio. Era unadelle poche bande che, poiché aveva un giro lavorativo molto esteso, faceva questi viaggi: unvero Inferno”.

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Carteggio tra Antonio Pascarella e alcune Bande per l’organizzazione della stagione bandistica. La Banda di “giro” è una formazione composta da strumenti a fiato e percussioni che in Italiameridionale hanno avuto una importanza basilare nella diffusione della musica e nellaeconomia dei musicanti. Circa la stessa accogliamo con piacere la descrizione che ne offreLuigi Pascarella “junior”, il figlio del Maestro Antonio: “Dopo un periodo di prove che duravaanche qualche mese, il lunedì in Albis si usciva per la “prima” e fino agli inizi di ottobre si giravaininterrottamente per i vari paesini della Campania e delle regioni limitrofe. Per tutto questoperiodo non si rientrava mai a casa, tranne quando si suonava in un paesino vicino e glispostamenti avvenivano prima con carrette e dal dopoguerra in pullman. Durante le loroesibizioni venivano eseguiti brani sinfonici e arie da opere rendendo un servizio utilissimo nelladiffusione della musica che veniva portata in ogni paesino, in ogni contrada. Nella banda vierano i primi strumenti, cioè i cosiddetti solisti: il flicornino (la prima donna), il flicorno tenore (laprima voce maschile), il Flicorno Baritono o Bombardino (una voce maschile grave), il clarinettosolista (l’equivalente del primo Violino). Essi erano considerati dei veri e propri artisti e venivanocontesi dalle primarie bande che volevano fregiarsi dei nomi più prestigiosi. Oltre ad una pagaimportante a loro toccava anche il “letto”, il “vitto” e i primi posti nel pullman. Infatti, quandorimanevano per più di un giorno in un paese, mentre il resto della banda dormiva in brande dacampeggio nelle scuole o altri locali messi a loro disposizione, a loro toccava il letto in Albergoo, in mancanza di strutture, in una abitazione privata. Per i bandisti il pranzo veniva preparatoda alcuni colleghi in cucine da campo che portavano al seguito, mentre i solisti mangiavano alristorante o ospitati dal Presidente della Commissione della Festa. Per avere un’idea dellepaghe, mio padre nel 1964, percepiva una paga di £ 250.000 mensili. Anche se lo stipendio eraper sei mesi all’anno, un operaio, nello stesso l’anno guadagnava non più di £ 50.000 mensili. Ilflicornino, il più pagato anche oggi, arrivava anche a £ 500.000, mentre per la “bassa banda” lostipendio era di circa £ 100.000”.

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Dietro uno spartito Antonio appunto gli eventi musicali a mo' di agenda ed oggi si ripropone perla ricostruzione storica . Lo stessi Luigi “junior” continua dicendo che “in quegli anni il lavoro del musicante di banda digiro, anche se ben retribuito, è molto faticoso: il musicante parte da casa a Pasqua perraggiungere la località dove vi è il primo spettacolo e vi ritorna solo agli inizi di ottobre. In questi6 mesi si sposta di paese in paese affrontando viaggi notturni per raggiungere località distantivarie centinaia di km, con le strade e i mezzi di una volta, per poter arrivare alle 8 di mattina einiziare la giornata di lavoro. Ricordo che, piccolo, mia madre portava me e mia sorella nelcuore della notte in Via SS Appia dove adesso è il ristorante la “Ruota” e che negli anni 50-60ospitava un bar notturno. La variante non era stata ancora costruita e da lì passava tutto iltraffico proveniente dal Molise e dalla Puglia e diretto a Nord. Mio padre ci aveva avvisati chesarebbe passato col pullman a un certo orario della notte: il cambio di vestiario, un fugaceabbraccio e poi ad aspettare la fine dell’estate o un altro passaggio notturno.

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Telegramma di Antonio Pascarella alla moglie. Nel 1962 e 1963 con Acquaviva delle Fonti (BA) e la foto successiva sul palco è appunto conquesta banda. Il palco, in pietra, è quello che si trova nella piazza di Acquaviva, costruito nel1930 e sotto alla data di costruzione vi è la seguente iscrizione: Laetare et disce. E’ stata perme una grande emozione suonare, anni dopo, su quel palco che ha visto tanti eccellenti maestrie musicisti. L'ultimo anno di bande di giro con Gioia del Colle (BA) è stato nel 1964, comeappare da questo certificato di cessazione dell’attività artistica che permetteva di attingere alfondo di disoccupazione”.

Banda di Giro Gioia del Colle

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Scritto da Michele SchioppaMercoledì 26 Aprile 2017 23:02 Certificato di disoccupazione di Antonio Pascarella Come accennato, in relazione a Luigi “senior”, durante i mesi invernali il musicante nonlavorava oppure, saltuariamente, faceva una altro lavoro artigianale. Antonio Pascarellad’inverno faceva il sarto aiutando il fratello che aveva appunto una bottega. Nell’inverno del1964 insieme al fratello Vincenzo va a lavorare in una sartoria industriale a Napoli che sichiamava MAVIN. Dal 1965 al 1971 è con la Banda di Macerata Campania di cui il Antonio è capo-banda mentre ildirettore è il Maestro Giuseppe Renga.

Ed il legame con tra il Maestro Antonio Pascarella ed il Maestro Giuseppe Renga è forte ed adimostrarlo vi è un contributo fotografico di poco successivo all’ottobre 1965 allorquando nasceDomenica Pascarella. La foto, che si propone sopra,  riprende il giorno del suo battesimo evede da sinistra Domenico Senneca (clarinettista), Antonio Pascarella, Luigi Renga (padrino),Carmela Pollastro (madrina) con la piccola Domenica, il Maestro Giuseppe Renga, ed il cav.Giuseppe Bove (trombonista e amministratore della banda di Macerata Campania) accosciato èRaffaele Carluccio (clarinettista poi nella Banda dell’Esercito). Dal 1972 al 1974, Antonio Pascarella è con la Banda di (Casale) Carinola sempre diretta dalMaestro Giuseppe RENGA.

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Antonio Pascarella, in quegli anni, insieme a Giuseppe Renga, con la Banda di MacerataCampania e Casale di Carinola, portarono in giro una formazione lirico-sinfonica dove, al postodel solisti vi erano i cantanti che interpretavano le Arie più famose tratte dal repertorio operisticoitaliano e internazionale. Nell’archivio della famiglia Pascarella, per gentile concessione del prof. Maestro LuigiPascarella, “junior”, abbiamo riscontrato due documenti di nostro interesse.

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Scritto da Michele SchioppaMercoledì 26 Aprile 2017 23:02 Uno è del 1971, e nello stesso si evidenzia che per meriti artistici, Antonio Pascarella è statoautorizzato a svolgere la professione di “Maestro direttore di Banda”. Con questo titolo richiesedi essere inserito nella graduatoria per l’insegnamento nelle scuole popolari per l’indirizzobandistico cosa che avvenne l’anno successivo: e quindi ebbe l’incarico presso la ScuolaElementare Lambruschini di Maddaloni per il 72, 73 e 74.

Un secondo documento, presumibilmente del 1973, è la bozza della domanda probabilmenteper la conferma dell’incarico per l’anno scolastico 1973/74. La fatale morte del 1974 gli troncò lacarriera scolastica, purtroppo. Circa la sua esperienza di insegnamento va ricorda che prima dell’istituzione della ScuolaMedia Unificata, avvenuta nel 62, per insegnare nella scuola i titoli ammessi erano solo ilDiploma in Canto e quello in Pianoforte. Il Diploma di Clarinetto non aveva nessuna utilità: persuonare era sufficiente saper suonare. Per questo motivo nessuno dei Musicanti che svolgevaattività professionale aveva titoli conseguiti al Conservatorio. Quando si aprì la possibilità diinsegnare anche nella Scuola Media, ognuno, privatamente cominciò a prepararsi per entrare inpossesso del titolo. Anche Antonio Pascarella, cominciò a dare Esami al Conservatorio sotto laguida del Maestro Giuseppe Saccone conseguì: Licenza di Solfeggio, Compimento Inferiore,Armonia, Storia della Musica. Per il conseguimento del Diploma mancava solo l’ultimo esame,ma la malattia era in agguato: una epatite vecchia non curata bene lo portò ad una bruttamalattia che richiese un intervento molto complicato. Non si riprese e un mese dopol’operazione venne a mancare il 18 giugno 1974 lasciando i genitori, la moglie e i figli senza lasua guida e sostegno: Luigi “junior” aveva 22 anni ed era ancora studente, Luisa 20, Domenica9 e Enzo nemmeno 5 anni. Cosa successe nella famiglia di Antonio Pascarella lo abbiamo vistoproprio raccontando la prima parte della storia biografica del prof. Maestro Luigi Pascarella,“junior” [9] . [1] Michele Schioppa, “Maddaloni, ricordo della belle époque della banda cittadina con ilMaestro Antonio Grauso” in L’Eco di Caserta del 25 ottobre 2016. [2] Michele Schioppa, “ Maddaloni, la storia del Maestro Giuseppe Renga nello studio diPascarella ” in L’Eco di Caserta del 2 maggio 2016. Nell’articolo ci sonoriferimenti al Maestro Antonio Pascarella. [3] Michele Schioppa, “Maddaloni, il Maestro Stefano D’Angelo Direttore della Banda dellaMarina e del Villaggio” in L’Eco di Caserta del 21 aprile 2016. [4] Michele Schioppa, “Maddaloni, il Maestro Salvatore Silvestro… guida ed esempio dimusicanti maddalonesi” in L’Eco di Caserta del 21 aprile 2016. [5] Michele Schioppa, “ Maddaloni, la tradizione musicale bandistica rivive nel Maestro Luigi(Giggino) Pascarella ” in L’Eco di Caserta del 25 aprile 2016 [6] La conoscenza che ho fatto in questi mesi di preparazione del presente contributobiografico della figura del Maestro Antonio Pascarella è stata possibile grazie alla disponibilitàdella famiglia ed in particolare del figlio Maestro Luigi sempre disponibile a cercare e fornirmidati biografici necessari al fine di offrire un quadro quanto più possibile completo dell’argomentotrattato. [7] Alle pagine 155 e 156 leggiamo: “Nel clima della nuova Italia, a Maddaloni, vi fu un rifioriredi molteplici attività artistico-culturali. Il Comune nel 1885 stipendiava il maestro Luigi Picillo peruna scuola preparatoria musicale, fin dal 12 dicembre 1869 erano stati acquistati gli strumentimusicali su suggerimento del maestro Carlo Troise; al maestro Gaetano Barbati, forte degliinsegnamenti di Giuseppe Dell'Orefice, era, invece, riservata la direzione della banda musicale.Ogni domenica mattina, nella buona stagione, la banda di Maddaloni si esibiva in piazza, sottola bacchetta del maestro Barbati e per i Maddalonesi, riuniti al Bar Casina nella stessa piazza,erano argomento di conversazione le esecuzioni delle sinfonie di Verdi, Mercadante, di qualchemarcia del professore di tromba Porcedda o anche dei pezzi dello stesso maestro Barbati,conosciuto da tutti anche come ottimo compositore. Il suo inno "Te splendor et virtus Patris" inonore di S. Michele, con le parole del sacerdote Francesco Lombardi, le sue sinfonie esoprattutto la sua messa di gloria a grande orchestra avevano ricevuto lusinghieriapprezzamenti dalla stampa: ne avevano parlato positivamente la "Beituccia" e il "Campania dimezzodì". Il giornale "La provincia" aveva scritto: "La musica è riuscitissima" e la "Discussione"faceva eco aggiungendo che "il maestro Barbati ha superato se stesso... ha evitato lo scogliodell'imitazione". Il lunedì 4 maggio 1885 ebbe luogo la più grande manifestazione canoro-concertistica dellastoria di Maddaloni. Il maestro Barbati convocò nella chiesa del Corpo di Cristo 80 professori dimusica per l'esecuzione di una sua messa solenne formata da un inno e sette parti. Già il 30aprile precedente circolava per Maddaloni un opuscolo ove il Barbati faceva la cronistoria dellasua opera con la dedica: "Ai miei diletti concittadini". Il programma prevedeva l'intervento deitenori Del Giudice, Belfiore e Criserà, dei baritoni Nobiglione e Bono e soprattutto gli a solo delvioloncello Giannini e dell'arpa Sodero. Il successo fu strepitoso, il coro finale del Credo toccòpunte di rara emozione. La replica fu effettuata dopo nove anni, alle ore 10 del 29 settembre1894, nella stessa chiesa del Corpus Domini, quando fu anche eseguito dalla banda cittadina,per musica e direzione del maestro Barbati, l'inno a S. Michele, su testo della maddaloneseEvelina Palmieri”. [8] Ecco il “Regolamento provvisorio per la Banda musicale (Approvato il 13 maggio 1899)”,pagg. 266-267: “Il Presidente propose che la banda suoni soltanto nella Piazza Unione ed aidue punti cioè, angolo dell’Annunziata, e presso il Municipio, indicati, suonandosi, cioè, unavolta presso l’Annunziata ed un’altra presso il Municipio, e che si smetta dal suonare al Trivio,perché non essendovi piazza, gli agricoltori che tornano dalle loro faccende di campagna, sonoimpediti nel transito e costretti a girare per altra via con grave incomodo personale e ritardi nelleproprie faccende. Il Consigliere Brancaccio intervenendo vorrebbe che venisse conservatoquesto terzo posto del concerto. Messa a votazione per alzata e seduta, viene approvata laproposta del 267 Presidente, contro il solo voto contrario del Consigliere Brancaccio. – Dopoaltri emendamenti , il Regolamento con le modifiche viene approvato ad unanimità. “La Banda ètenuta a prestare due servizi la settimana, cioè: nel giovedì e domenica, nelle ore che il Sindacodi accordo con la Commissione stabilirà, suonando nei dì festivi una volta all’Annunziata e unavolta presso il Municipio. Nei giorni di lunedì, mercoledì, venerdì e sabato, si terrà concerto dalleore 8 alle 10, il maestro ha facoltà di protrarre il tempo indicato ed ordinare prove pomeridianenei giorni di martedì e giovedì, qualora fosse necessario. La Banda ha l’obbligo di presentarsi aqualunque servizio ordinato dal Municipio. Si conceda alla Banda di recarsi fuori Maddalonicinque volte nei giorni festivi, e via eccezionale si concederebbe di recarsi fuori Maddaloni ilgiovedì con l’obbligo di anticipare o posticipare il servizio. In città la Banda invitata ai funeralidovrà essere così retribuita, al maestro £. 5, al sottocapo una paga e mezzo, £. 2 a ciascunomusicante e £. 1,50 al bidello. Per i servizi ecclesiastici in Città sarà retribuita nel modoseguente: “Per una processione e sei sonate £. 50, se vi si aggiunge una questua altre £. 30,per tutta la giornata poi £. 80”. [9] Michele Schioppa, “Maddaloni, la tradizione musicale bandistica rivive nel Maestro Luigi(Giggino) Pascarella” in L’Eco di Caserta del 25 aprile 2016.

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