m molto. rumore per nulla -...

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1 DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linaa da Marx, a Lenin, a liramo 1921, alla latta dalla sinistra contra la degenarazione di Mesca, al rifiuto dei blocchi partigiani, la dura opera del restaura dalla dellrina a dall' organe ri,oluzianario, a contatto con la classe 1paraia, fuari dal politicanti111 parsanala ed elalloralesco. --------·--------------------------------------------- -- --- orsano del partito comunista internazionalista 13-25 marzo 1958 - Anno VII - N. 5 IL PROGRAMMA COMUNif:TA - Cas. Post. 962 MI LANO Una copia L. 30 Sped. m Abbona mento post ale Gruppo Molto. rumore per nulla ( o per uno straccio di voto ) f ' A riaprire i giornali di dieci gior- ni fa, si direbbe che un cataclisma stesse allora per abbattersi sull'Ita- lia e sulle sue venerande istituzioni. Da parte cattolica, si versavano fiumi di lacrime sul « martirio » al quale Santa Madre Chiesa era sot- toposta dalle forze scellerate del laicismô (le campane di Bologna suonavano a morto; le porte delle cattedrali mettevano il lutto); da parte « laica », dopo analoghi pianti sul martirio al quale la prepotenza clertcale esponeva i cittadini e la Repubbl ica, si levavano grida di osanna per la ristabilita autorità della Legge e si agitava la spettro di future apoca lissi se mai, in av- verrire, prelati maggiori o minori la violassero. Non è successo nessun cataclisma, né poteva succedere là dove le due cosiddette forze avverse si bil ancia- no e si sostengono e, pur interessate a strapparsi a vicenda qualche vo- to, sono ben consapevoli che « stan- no o crollano insieme ». Voltate pa- gina a 'dist anza di dieci giorni, e la Apocalissi è divenuta una seconda edizione dell'Età dell'Oro, con lupi ed agnelli pacificamente 'conviventi, anzt emulanti nella difesa dell'in- crollabilità delle istituzioni patrie. E corne no? E' li, per entrambi i protagonisti di questa risibile ba- tracomiomachia, la garanzia della sopravvivenza. Finita la burla del- l'Apocalissi a fini di cassetta eletto- rale, i democristiani si sono sbrac- ciati a proclamare la loro inconcus- sa tedeltà alla Legge mentre, l'ala cosiddetta estrema del laicismo, i «1:omunisti » (!!) dell'« Unità » invo- cavano il comune ritorno « sui ter- reno delle cose concrete, serie, ma- teriali e morali... (?) l'unico terreno . per far progredire i lavoratori e l' Italia e... anche l'unico terreno perché non si crei il deserto attorno alle chiese ». Per gli uni corne pèr gli altri, salvare chiesa e patria è la condizione perchè sia salvo... JI proletariato ! --E' qui I'arcicomrnedia, molto più delle sinistre che delle destre. Un partito che fosse veramente rivolu- ztonario' non farebbe mai lo scan- dalo pei fulmini lanciati da un ve- scovo ad una pecorella uscita dal- l'ovile: sarebbe il primo a fidare quei fulmini, a proclamare pubbli- camente -d'esserne non già disonora- to, ma fi era. La chiesa ha una sua giurisdizione interna da cui ognu- no puô uscire se pubblicamente abiura la fede; ai tempi in cui ;! movimento operaio era ancora de- gno di questo nome, era ritenuto vante e non infamia per il militan- te socialista vivere palesemente con. la sua compagna senza matrimonio religioso, o, corne direbbe il vescovo Sentiamo una volta tanto anche Cavour Perchè non si dica che noi ripe- ti amo sempre Marx (del che non ci .adontiamo affatto), sfogliamo i Di- .scorsi Parlamentari dell 'esimio mi- -nistro Conte di Cavôur, capostipite illustre dell 'italico ruffi. anesimo, e dedichiamo ai cultori dell e riforme, di struttura o no, q'u.este frasi auto- revoli. Si tratta di un discorso del 1850, contra la destra ottusa: è pas- .sato un secolo, e la zuppu è sempre la stessa: · · « Volgete ali occhi a tutti i Paesi d'Europa, e vedete chi sono co!oro che poterono resistere aile bufere :rivoluzionarie. Non i princi pi di Germania, i quali viq.ero. tutti pi ù o mena insanguinate le loro capitali, -non la Francia, che vide rovesciato in poche ore un trono », ma si salvà l'lnghilterra i cui « uomini di Sia- to, i quali avevano· caro il principio conservatore e che sapevano far ri- .spettare il principio di autorità, eb- bero pure il coraggio di compiere immense ri forme ... Le riforme, com- -p îute a tempo, invece di indebolire l' autorità, la rafforzano; invece di crescere la forza dello spirito rivo- luzionario, la riducono all'impoten- za ». ( Discorsi Parlamentari, edizi o- -.ne Omodeo, II , pag. 84). Togliatti prenda e parti a casa! di Prato, in « concubinaggio »; e meno che mai si sarebbe concepita la contemporanea possibtlità della iscrizione al partito e della protes- sione di fede religiosa osservante. Oggi che si va a caccia di misere- voli voti, si protesta perchè il sa- cerdote rifiuta di ricevere in chiesa la salma di un militante operaio, o perché boÜa dal pulpito il fedele che se n ' è andato di soppiatto: si chiede la sanzione papale alla ban- diera rossa! A magg ior ragione, un partito ri- voluzionario (o anche solo operaio ne] serisô non ancora. smidol l ato dell'ultrariformismo) non avrebbe mai tratto da questa vicenda il pre- testo per rivendicare la sacra mae- stà della legge e della giustizia bor- ghesi. Allo stesso modo che avrebbe richiesto dai milttanti, corne dove- re minimo, di stracciare il diritto canonico e infischiarsene delle sue sanzioni, cosl avrebbe affidato la lo- ro difesa alla propria forza org aniz- z at a, non a que!Ja del consiglio di amministrazione degli aart della classe dominante, lo Stato e le sue leggi. Ma che cosa possono fare di diverso da ciè che fanno, questi parti.ti « operai » che hanno ric·;- struito lo Stato al massimo della sua funzionalità, e se ne proclamano i più accaniti e zelanti difensori '/ questi partiti « operai e « laici » che, votando l'art. 7 e. quindi, sanzio- nando il mussotirriano Concordato, hanno fatto dono alla classe prole- taria non di uno, ma di due Stati peninsulari, la Repubblica e lo Sta- to della Chiesa, definito, corne tutti gli Stati, dall'esistenza di una sua giurisdizione e di un suo territorh (papà Engels, era l'abc del sociali- srno, questo, per t e l) , e lottano non già perchè crolli no, ma perchè non « gli si faccia intorno il deserto »? Che valore ha lo scandalo praten- se, di fronte a quello lateranense? L 'anticlericalismo di questi signori è una lustra buona per la scheda: essl, che corteggiano le « masse cat- toliche », e per esse sarebbero pron- ti a ricostruire chiese e ad organiz- zare processioni, stanno ancor più in basso dei liberali borghesi ottocen- teschi, i quali, se riconobbero la chiesa corne « tempio » e « casa ca- nonica », non I'avrebbero mai rico- nosciuta corne organismo statale e territoriale sovrano. Pr·eti e governanti fanno il loro mestiere: la cosa indegna è che par- titi proclamatisi operai accettino di fare il mesiiere dei loro padroni, e tirino dalle beghe fra Stati questa sola conc!usione: che bisogna raf- forzare le ]eggi esistenti e genufl et- tersi ad esse. Perciô il cataclisma era soltanto un'ignobile farsa elet- torale. Ne vedremo delle aître, per nostra sciagura; e. siamo certi che ne saranno primi attori, ancora una volta, gli inde gjri galopptni eletto- rali della quotidiana truffa a danno della classe operaia. Sindacalismo della leooe Fra le mill e « tecniche nuove » in- trodotte dal superopportunismo sta- liniano nel monda del lavoro c'è an- che, recentissima e brill antissima, quell a del ... ricorso alla magistratu- ra, Sorge una questione salariale? Non si mobilita la cl asse operaia in un'azione frontale contra il padro- nato: si promuove azione legale per ottenere una sentenza debitamente firmata dal presidente e dai giudici della Corte. Criticando - e fin qui giustamen- te - l'accorda stipulato fra la dire- zione dell a OM e i due sindacati CISL e UIL, il boll ettino dell a FIOM, « La Lega », del 4-3, ricorda il brill ante risultato di una fra que- ste azioni legali, promossa dalla CGIL contro la Fiat. La _storia è presto fatta. L' azione è intèntata ne! 1952 per ottenere che il . tribuna!e sanci sca il principio che la maggio- razione per i! lavoro straordinario venga calcolata sul premio o iticen- tivo di produzione. Una prima sen- tenza del luglio 1953 dà torto allo Fiat e ragione ai sindacati; la Fiat :wlllll\ ' T eoria e pratica nell a questione coloniale Finora - e non abbiamo ancora esaurito lo svolgimento del punto 3 - ci siamo occupati prevalentemen- te della teoria della questione colo- niale. Sulla scorta delle fonti leni- niste abbiamo ]avorato a ricostrui- re il meccanismo economico dell'im- pianto del colontaltsmo capitalista (teoria dell'investimento dei caprta- li eccedenti nei paesi arretratf ) ; a ripresentare i caratterÏ della dupli- ce lotta di classe che l'imperialismo suscita nel mondo moderno (lotta contro il capitalismo nelle metropo- li, lotta contra la alleanza feudale- imperialistica nelle ·colonie e semi- colonie); a ribadire la teoria della creazione dello Stato nazionale mo- derno e dei suoi effetti sulla lotta di classe (tesi sul djritto delle nazioni all'autodecisione, cioè alla separazio- ne dagli Stati plurinazionali, la cui ultima forma è data dagli imperi co- loniali )_ Resta di occuparsi del program- ma, cioè vedere corne Lenin e :! movimento internazionale comuni- sta applicarono alla pratica della lotta di classe i principii teorici e- mersi dalle studio marxista dei mo- vimenti nazionali e coloniali. Ogni buon marxista sa che fra teoria e programma non esiste un muro. Ad esempio, è facile capire che già nel- la formulazione del principio secon- da 11 quale la !otta di classe del pro- letariato assume due aspetti diversi. perchè si presenta in condizioni so- ciali diverse a seconda che il prole- tariato lotti nelle metropoli impe- rialiste o nei paesi arretrati, è con- tenuto un criterio fondamentale da cul non si puo prescindere in sede di elaborazione del programma. Tut- tavia, una distinzione a scopo di maggiore chiarezza espositiva, biso- gna fare tra .teorta e programma, quando si espongono i termini di una questione. Ogni volta che si viene a discu- tere di programma tra marxisti, si sottintende · ehe i convenuti siano d'accordo sulla risposta da dare alla questione fondamentale se il marxi- srno abbia un programma unico, u- guale e invariabile in ogni epoca. E nel rispondervi, occorre guardarsi dagh agguati tesi dall'opportunismo. Anzitutto va detto che la differenza non riguarda la teoria generale del comunismo, che non è legata al- le parti colàritd dell e condizioni nel- le quali si svolge, a seconda dello sviluppo economico e politlco, la lot. ta di classe del. i>roletariato, ma al- la generalitd (!~gli interessi di clas- se del proletariato, interessi che non variano col variare delle condizioni di lotta, perchè è identico ovunque il meccanismo dello sfruttamento e- conomico del lavoro salariato. II co- munismo marxista è la scienza della conquista della dittatura da parte del proletariato. Tale scienza non. muta col mutare delle epoche èntro le quali il proletariato -conduce la sua lotta di classe, perchè non puô mutare a meno di perire, quello che è i~sieme il suo oggetto di stu- dio e bersaglio di lot ta: il mecca- nismo dello sfruttamento capitalista che. si manifesta nell'antagonismo insanabile tra capitale e lavoro sa- lariato. Dovunque lottino, i comuni- sti marxisti tendono alla dittatura e all'esercizio del terrore rivoluzto- narlo sulla classe dominante. Ma cam biano i « modi » della conquista della dittatura, perchè sono diverse le epoche storiche entro le quali il proletariato combatte. La classe operaia, poichè .il ·modo di produzione capitalista di cui è termine insostitulbile si origina fin dal seno della società feudale, è co- stretta a lottare per i suoi fini con- tingenti e finali in due epoche sto- riche· diverse, l'una che precede, l'al- tra che segue la rivoluzione bor'ghe- se. Ciè equivale a dire che le condi- zioni della sua lotta di classe si si- tuano nella successione della storia, p rîma entro l'epoca feudale, poi en- tro l'epoca capitalistica. In ambo i casi sussistono gli interessi fonda- mentali e le finalit à supreme di clas, ·se da proclamare di fronte agli sfruttatori, e l'invariabilità di essi si rispecchia nell'invariabili tà della dottrina: quello che cambia è il fronte dello sfruttamento sociale contro eut il proletariato è costretto a lottare. Entro la società feudale, tale campo è rappresentato dagli ordini feudali e dalla borghesia ca- pitalistica, anche se priva di potere politico diretto. Ne11a società bor- ghese · è rappresentato dalla borghe- sia e dai residui delle classi preca- pitalistiche, che affidano la loro so- pravvivenza alla conservazione del- lo Stato borgh<!se. Ne consegue che il proletariat0, nella sua esistenza di classe, ha nn doppio. programma. In quanto classe storica che vive e lotta in due società diverse, il pro- letariato combatte contro lo sfrutta- mento attrav~rso due epoche: ecco il punto! In che consiste la differen- za politica fra queste epoche? Se- condo Marx e Lenin essa non é data dal diverso comportarsi dei comu- nisti di fronte alla rivoluzione, giac. chè, scoppi la rivolùzione in ambien- te feudale o in ambiente borghese, i comunisti non cessano di mirare all'attuazione della rivendicazione supreœa della di roletaria. ·sulla borghesia . a ~ifferenza sta Dal corrispondente americano del. ne a o c e asp1raz1one alla con- ]'Economist 1 marzo: « Ne! Michi- quista dell~ dittat1:1ra ~roletari? ~ul- gan, il cuore dell'industria automo-. la borghes1a obbhga 1 comum~h a bilistica, 1'11 % degli ·addetti, cioè non ostacolare, anzi ad appoggiare, due volte la media per gli U.S.A. in nell a rivoluzion~ anti~euda. le, l'azio- generale, è rimasto disoccupato nel- ne dei partiti rivoluz1onar1 borghe- !'ultimo mese e da allora le sospen- si che lottano - e in quanto lotti- sioni continu~no. Ma per gli indu- no - per rovesciare il potere feu- striali almeno v'è una certa conso- dale, ma evitando di co~f?nd~rsi lazion~:perchè le autcmobili inven- con essi, anzi tenendo mob1htah. m dute giacenti nei magazzini li met- ogni momento l'armamento t~ori~o tono in una posizione di forza per e politico e la mili zia di partlto, m resistere aile richieste di compensa- modo da poterli usare appena le cir- zione lila parte degli operai, anche se costanze lo permettano contro la ciè> dovesse significare uno sciopero borghesia. Doppio pragramma, ma allo scadere dell'attuale contratto in collegato ferreamente nelle sue maggio ». parti. Ben vengano, dunque, le giacenze - Ciè> infatti non significa che, ne! invendute. Per !oro, tutto si ar- eriodo che vorremmo dire inferio- r:mgia. e dell'esistenza politica del proleta- riato (quello che precede la rivolu- zione borghèse e impone ai comuni- sti di lottare a fianco dei partiti ri- voluzionari borghesi) si debba par- lare di alleanza tra borghesia e pro- let_ ariato. Il meccanismo della sfrut- tamento del lavoro 11alariato impe- disce ovunque, anche sotto il potere feudale o feudale-imperialistico (quindi in quello coloniale o semi- coloniale), che borghesia e proleta- riato siano· « a,lleati ». Chiunque ha letto « Il Capitale » sa che proprio sotto le monarchie assolute, che pu- re erano la macchina statale di re- pressione del feudalismo dec!inante, la borghesia inizio il suo ciclo sto- rico. Basti pensare a quanto Marx scrive ne! capitolo sulla « Legisla- zione sanguinaria contro gli espro- priati a partire dalla · fine del XV secolo » (sez. VIII, cap. XXVIII), dove sono descritte le tremende pe- ne che la n1onarchia inglese, da En- rico VII a Giacomo I, fece applica- re · ai contadini che la soppressione della comunità agricola a benefizio della proprietà borghese della terra av .eva trasformato in nullatenenti « senza tetto nè fuoco ». Ma è appunto la piena consapevo- 'Jezza d.el fatto che la borghesia ca- pitalistà tende, sotto la dominazione dei' feudalismo (il quale si allea nel- le colonie l'imperialismo), a farsi complice il potere dello Stato contro il proletariato~ a dimostrare a Marx e Lenin ce solo 1'appoggio armato dei proletari ai partiti della demo- crazia, rivoluzionaria borghese e a1 contadini puè> far saltare l'ostacolo reazionario che blocca lo sviluppo economico e quindi sociale e politi- co. In aitre parole, nel periodo in- feriore della sua esistenza politica, ,quando non è in grado di porsi alla esta di tutti gli sfruttati e agguan- are la dittatura per volgerla contro a borghesia, il proletariato lotta _,er impedirl!! quello che oggi chia- - (continua in 4.a par,.) Un Marx Le_ggiamo sulla Settimana In,- com » n. 48 che il biografo america- no di Horace Greely., editore della « New York Tribune» sulla quale per lunahi anni scrisse Marx, ha « scoperto » corne qualmente Marx, nez 1853 e seauenti, invocasse dal- l'Europa borghese un ferma atteg- giamento verso la Russia zarista, e si arrabbiasse della pavidità dei go- verni occidentali nei confronti del co!osso orientale. Sarebbe, questa, una « rivelazione » tale da .. - mettere in una luce piuttosto equivoca ·il « projeta » della rivoluzi one prole- tari a_ Che sia una scoperta, solo ' l' autore dell 'articolo puo dirlo: non- avendti mai letto nulla di Marx (o, anche ammettendo che l'abbia letto, non avendolo capito nè essendosi preoc- cupato di capirlo), si stupisce di cio Dolori e consolazioni su m1sura èhe sta scritto in tutte lettere nell a letteratura marxista. Ma il più bell o è _che da questa « rîvelazione » lo scrittore ameriçano e il recensore italico traggono una concl usione di questo genere: Vedete? Marx, già un seco!o addietro, metteva la « ci- viltà » in auardia contra la Russia, lo faceva poco prima di scrivere il « Capitale», anzi si rallegrava del- l'interven~o americano nelle faccen- de europee, « quasi un auspici o del Patta Atl antieo »! Morale: Marx era il profeta dell a dife.sa occidentale contra la barbarie' sarmatica; voi, seguaci, se siete coerenti, dovete fa- re altrettanto. Per costoro, gli. Stati e i Popoli so- -no entità metafisiche. Marx predica- va la latta di Stati usciti dalla ri- voluzione borghese contra Stat1 nuotanti nella controrivoluzione feu- dale: dunque, per gli scopritori di mi Marx su miS'Ura, egli predicava la latta di Stati metajisici, incarnan- ti per decréto divino la civilt à e la cuitura, contra Stati metafisici in- carnanti per omnia saecula saeculo- rum l'inciviltà e l'anti cultura. Marx predicava- contra la., Russia feudale sentinell a dell a reazione, gendarme 'dell' ordine costituito contra le !orze incalzanti del capitalismo e le for- ze proletarie nascenti dal suo seno: dunque, per costoro, predicava con- tra la « Russia eterna », la Russia soprastorica, costituzionaimente bar- bara. Marx salutava l'intervento in Europa di un'Ametica in pieno rigo. glio di creazione di strutture nuove necessarie -per tJar vita a una- classe proletaria pronta a l:ombattere e ca- pace di farlo; dunque, per costorr rnlutava l' intervento permanente in Europa dell 'ente-America araldo in tutti i tempi e luoghi dell a ci vil tà < r continua in 4.a pag.' ricorre in appell o; neJl'aprile del 1954 la Corte conferma la seJ1. tenza; ricorso in Cassazione; nel febbraio 1956 il ricorso è respinto, e riconfer- mate in toto le sentenze emesse dai giudici di merito. Quattro anni in cui la Fiat ha avuto tempo di espan- dere il volume del suo fatturato e di « riorganizzare » nel modo a tutti noto le sue maestranze, mentre il potere d"acquisto delle lirette richie- ste dagli operai ha avuto tempo di fare il cammino inversa. Risultato: « confrontando i due dati .reltzitvi alla maggiorazione per le orèî~ta- ordinarie [cioè quello pret~ dè'nte all 'azione" della CGIL e qu-elfo 'san- cito da S.M. la legge] ,r.it'ulta. una dijferenzà a favore deil"i::i p'èio di lire 16,33 orarie »! « Seconda calco!i approssimativi », chiedendo gli ar- retrati il lavoratore otterrebbe ci fre dell 'ordine di 13-15 mila lire: quat- tro anni di attesa, 15 mila lire e ... una sentenza di tribunale. Veramen- te, il successo è grandioso. Risultato politico: dopo tutto cio, la FIOM invita gli stessi sindacati CISL- UIL fi rmatari di un accordo- capestr.o a « prendere fermamen. te ( ! !) posizione sull a questio.ne de- gli arretrati », in mancanza di che « la FIOM si riserva il diritto di pro- cedere a termini di legge per tutela- re gli interessj dei lavci ratori dan,- neggiati ». La legge innanzi tutto: promuoviamo altra azione legale, e fra quattro anni avremo, forse che si forse che no, soddisfazione: intan,- to, procediamo uniti, bianchi e rossi, gialli e verdi. Il padrone dorma son- ni tranquill i: nei quattro anni da venire, o gli va bene e il pagamen- to delle spese non gli costerà null a, o gli va male e troverà. sempre modo di non pagare, avendo per giunta dal la sua la « comprensio11e nazio- nale » dei sindacati legalitari. Per intanto, registra questo punto di vantaggio: se deve « piegarsi », il poveraccio, lo fa non di fronte al- la canaglia stracciona dei suoi di- pendenti, ma all a sovrana maestà della legge. L' onore è salvo, le isti- tu.zioni ancor più. In attesa che il codice-Kinglas lavori, la m,aeftranza dorme corne forza di cl asse; e lavo- ra corne strumento del Capitale._. Ma di ld da questo aspetto di co- darda acquiescenza di fronte al pa- dronato ( è caratteristico che l'azio- ne legale sia stat(;I promossa nel -1952, quando l'espansione della Fiat rinnovata era appena agli inizi, e si sia concl usa nel 1956, quando il ventre del mostro si era ricolmo a dovere, gonfi andosi in santa pace al riparo di agitazioni operaie 110- spese nell 'aspettati va' dell a, .. senten- za di un tribunale), v'è in tutta que- sta vicenda ben altro: v'è la sconci a « superstizione dell a Stato » CQ~ <I cui Marx ed Engels levàrow - , . frusta. Tutte le « agitazi om~ questo punto di partenza ~ QÎle#o punto di arr iva, J)er il supffüppor- tunismo: educarè i p'roletari a. con- tare non già sulla propa forza o.T- ganizzata, ma suli 'appogaio di n ente suveriore aHe cl assi, incaTftO- zione di leggi morali radicate w.el cuore dell 'uomo, che si chiama Sta,,. to o, che è la stes.sa cosa, la Leoae con l'« l » maiuscola. Vogliono la Costituzione, vogliono il codice ci- vile, vogliono l'intervent o statale a dirimeTe le Questioni di lavoro ed a alvare le industrie pericolanti (pun- to ,iel quale i lavoratori sono me ssi al servizi o dei padroni, piagnoni verso lo Stato quando si tratta di ottenere quattrini, insofferenti - a parole - della Stato quando i quat- trini vengono « da »), vogliono il rispetto dell e sacre istiti+zioni na- zionali . Insomma, vogliono che l'ap- parato di dominio della classe do- minante funzioni nel modo miglio- re: il loro sogno è quell o del più fradicio dei laburist i: « educare i ~ostri padroni », Tutti i salmi fini- scono cosl.: ri a gloria nei ci eli all o Stato, e pace in terr a ai Valetta di buona volontdl Perla del superopJartunis11 « Siamo il partita rivoluzionario, marxista-leninista, int.ernazionalista e, quindi. più nazionale e coerente- mente democratico » (« Unüà », 19 febbraio 1958). In fatto di « coerenza », che volete di più? Il diavolo internazionalista- rivoluzionàrio e l'acqua santa na- zional-democratica !

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• 1 DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linaa da Marx, a Lenin, a liramo 1921, alla latta dalla sinistra contra la degenarazione di Mesca, al rifiuto dei blocchi partigiani, la dura opera del restaura dalla dellrina a dall' organe ri,oluzianario, a contatto con la classe 1paraia, fuari dal politicanti111 parsanala ed elalloralesco.

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orsano del partito comunista internazionalista

13-25 marzo 1958 - Anno VII - N. 5 IL PROGRAMMA COMUNif:TA - Cas. Post. 962

MI LANO Una copia L. 30

Sped. m Abbonamento postale Gruppo

Molto. rumore per nulla (o per uno straccio di voto)

f '

A riaprire i giornali di dieci gior­ ni fa, si direbbe che un cataclisma stesse allora per abbattersi sull'Ita­ lia e sulle sue venerande istituzioni. Da parte cattolica, si versavano fiumi di lacrime sul « martirio » al quale Santa Madre Chiesa era sot­ toposta dalle forze scellerate del laicismô (le campane di Bologna suonavano a morto; le porte delle cattedrali mettevano il lutto); da parte « laica », dopo analoghi pianti sul martirio al quale la prepotenza clertcale esponeva i cittadini e la Repubbl ica, si levavano grida di osanna per la ristabilita autorità della Legge e si agitava la spettro di future apoca lissi se mai, in av­ verrire, prelati maggiori o minori la violassero. Non è successo nessun cataclisma,

né poteva succedere là dove le due cosiddette forze avverse si bil ancia­ no e si sostengono e, pur interessate a strapparsi a vicenda qualche vo­ to, sono ben consapevoli che « stan­ no o crollano insieme ». Voltate pa­ gina a 'dist anza di dieci giorni, e la Apocalissi è divenuta una seconda edizione dell'Età dell'Oro, con lupi ed agnelli pacificamente 'conviventi, anzt emulanti nella difesa dell'in­ crollabilità delle istituzioni patrie. E corne no? E' li, per entrambi i protagonisti di questa risibile ba­ tracomiomachia, la garanzia della sopravvivenza. Finita la burla del­ l'Apocalissi a fini di cassetta eletto­ rale, i democristiani si sono sbrac­ ciati a proclamare la loro inconcus­ sa tedeltà alla Legge mentre, l'ala cosiddetta estrema del laicismo, i «1:omunisti » (!!) dell'« Unità » invo­ cavano il comune ritorno « sui ter­ reno delle cose concrete, serie, ma­ teriali e morali... (?) l'unico terreno

. per far progredire i lavoratori e l'Italia e... anche l'unico terreno perché non si crei il deserto attorno alle chiese ». Per gli uni corne pèr gli altri, salvare chiesa e patria è la condizione perchè sia salvo... JI proletariato ! --E' qui I'arcicomrnedia, molto più

delle sinistre che delle destre. Un partito che fosse veramente rivolu­ ztonario' non farebbe mai lo scan­ dalo pei fulmini lanciati da un ve­ scovo ad una pecorella uscita dal­ l'ovile: sarebbe il primo a •fidare quei fulmini, a proclamare pubbli­ camente -d'esserne non già disonora­ to, ma fiera. La chiesa ha una sua giurisdizione interna da cui ognu­ no puô uscire se pubblicamente abiura la fede; ai tempi in cui ;! movimento operaio era ancora de­ gno di questo nome, era ritenuto vante e non infamia per il militan­ te socialista vivere palesemente con. la sua compagna senza matrimonio religioso, o, corne direbbe il vescovo

Sentiamo una volta tanto anche Cavour

• •

Perchè non si dica che noi ripe­ tiamo sempre Marx (del che non ci .adontiamo affatto), sfogliamo i Di­ .scorsi Parlamentari dell'esimio mi­ -nistro Conte di Cavôur, capostipite illustre dell'italico ruffi.anesimo, e dedichiamo ai cultori delle riforme, di struttura o no, q'u.este frasi auto­ ·revoli. Si tratta di un discorso del 1850, contra la destra ottusa: è pas­ .sato un secolo, e la zuppu è sempre la stessa: · ·

« Volgete ali occhi a tutti i Paesi d'Europa, e vedete chi sono co!oro che poterono resistere aile bufere :rivoluzionarie. Non i principi di Germania, i quali viq.ero. tutti più o mena insanguinate· le loro capitali, -non la Francia, che vide rovesciato in poche ore un trono », ma si salvà l'lnghilterra i cui « uomini di Sia­ to, i quali avevano· caro il principio conservatore e che sapevano far ri­ .spettare il principio di autorità, eb­ bero pure il coraggio di compiere immense riforme ... Le riforme, com­ -pîute a tempo, invece di indebolire l'autorità, la rafforzano; invece di crescere la forza dello spirito rivo­ luzionario, la riducono all'impoten­ za ». ( Discorsi Parlamentari, edizio­ -.ne Omodeo, II, pag. 84). Togliatti prenda e parti a casa!

di Prato, in « concubinaggio »; e meno che mai si sarebbe concepita la contemporanea possibtlità della iscrizione al partito e della protes­ sione di fede religiosa osservante. Oggi che si va a caccia di misere­ voli voti, si protesta perchè il sa­ cerdote rifiuta di ricevere in chiesa la salma di un militante operaio, o perché boÜa dal pulpito il fedele che se n 'è andato di soppiatto: si chiede la sanzione papale alla ban­ diera rossa! A magg ior ragione, un partito ri­

voluzionario (o anche solo operaio ne] serisô non ancora. smidol lato dell'ultrariformismo) non avrebbe mai tratto da questa vicenda il pre­ testo per rivendicare la sacra mae­ stà della legge e della giustizia bor­ ghesi. Allo stesso modo che avrebbe richiesto dai milttanti, corne dove-

re minimo, di stracciare il diritto canonico e infischiarsene delle sue sanzioni, cosl avrebbe affidato la lo­ ro difesa alla propria forza org aniz­ z at a, non a que!Ja del consiglio di amministrazione degli afîart della classe dominante, lo Stato e le sue leggi. Ma che cosa possono fare di diverso da ciè che fanno, questi parti.ti « operai » che hanno ric·;­ struito lo Stato al massimo della sua funzionalità, e se ne proclamano i più accaniti e zelanti difensori '/ questi partiti « operai e « laici » che, votando l'art. 7 e. quindi, sanzio­ nando il mussotirriano Concordato, hanno fatto dono alla classe prole­ taria non di uno, ma di due Stati peninsulari, la Repubblica e lo Sta­ to della Chiesa, definito, corne tutti gli Stati, dall'esistenza di una sua giurisdizione e di un suo territorh

(papà Engels, era l'abc del sociali­ srno, questo, per t e l) , e lottano non già perchè crollino, ma perchè non « gli si faccia intorno il deserto »? Che valore ha lo scandalo praten­ se, di fronte a quello lateranense? L 'anticlericalismo di questi signori è una lustra buona per la scheda: essl, che corteggiano le « masse cat­ toliche », e per esse sarebbero pron­ ti a ricostruire chiese e ad organiz­ zare processioni, stanno ancor più in basso dei liberali borghesi ottocen­ teschi, i quali, se riconobbero la chiesa corne « tempio » e « casa ca­ nonica », non I'avrebbero mai rico­ nosciuta corne organismo statale e territoriale sovrano. Pr·eti e governanti fanno il loro

mestiere: la cosa indegna è che par­ titi proclamatisi operai accettino di fare il mesiiere dei loro padroni, e tirino dalle beghe fra Stati questa sola conc!usione: che bisogna raf­ forzare le ]eggi esistenti e genuflet­ tersi ad esse. Perciô il cataclisma era soltanto un'ignobile farsa elet­ torale. Ne vedremo delle aître, per nostra sciagura; e. siamo certi che ne saranno primi attori, ancora una volta, gli indegjri galopptni eletto­ rali della quotidiana truffa a danno della classe operaia.

Sindacalismo della leooe Fra le mille « tecniche nuove » in­

trodotte dal superopportunismo sta­ liniano nel monda del lavoro c'è an­ che, recentissima e brillantissima, quella del ... ricorso alla magistratu­ ra, Sorge una questione salariale? Non si mobilita la classe operaia in un'azione frontale contra il padro­ nato: si promuove azione legale per ottenere una sentenza debitamente firmata dal presidente e dai giudici della Corte.

Criticando - e fin qui giustamen­ te - l'accorda stipulato fra la dire­ zione della OM e i due sindacati CISL e UIL, il bollettino della FIOM, « La Lega », del 4-3, ricorda il brillante risultato di una fra que­ ste azioni legali, promossa dalla CGIL contro la Fiat. La _storia è presto fatta. L'azione è intèntata ne! 1952 per ottenere che il . tribuna!e sancisca il principio che la maggio­ razione per i! lavoro straordinario venga calcolata sul premio o iticen­ tivo di produzione. Una prima sen­ tenza del luglio 1953 dà torto allo Fiat e ragione ai sindacati; la Fiat

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T eoria e pratica nella questione coloniale Finora - e non abbiamo ancora

esaurito lo svolgimento del punto 3 - ci siamo occupati prevalentemen­ te della teoria della questione colo­ niale. Sulla scorta delle fonti leni­ niste abbiamo ]avorato a ricostrui­ re il meccanismo economico dell'im­ pianto del colontaltsmo capitalista (teoria dell'investimento dei caprta­ li eccedenti nei paesi arretratf ) ; a ripresentare i caratterÏ della dupli­ ce lotta di classe che l'imperialismo suscita nel mondo moderno (lotta contro il capitalismo nelle metropo­ li, lotta contra la alleanza feudale­ imperialistica nelle ·colonie e semi­ colonie); a ribadire la teoria della creazione dello Stato nazionale mo­ derno e dei suoi effetti sulla lotta di classe (tesi sul djritto delle nazioni all'autodecisione, cioè alla separazio­ ne dagli Stati plurinazionali, la cui ultima forma è data dagli imperi co­ loniali )_ Resta di occuparsi del program­

ma, cioè vedere corne Lenin e :! movimento internazionale comuni­ sta applicarono alla pratica della lotta di classe i principii teorici e­ mersi dalle studio marxista dei mo­ vimenti nazionali e coloniali. Ogni buon marxista sa che fra teoria e programma non esiste un muro. Ad esempio, è facile capire che già nel­ la formulazione del principio secon­ da 11 quale la !otta di classe del pro­ letariato assume due aspetti diversi. perchè si presenta in condizioni so­ ciali diverse a seconda che il prole­ tariato lotti nelle metropoli impe­ rialiste o nei paesi arretrati, è con­ tenuto un criterio fondamentale da cul non si puo prescindere in sede di elaborazione del programma. Tut­ tavia, una distinzione a scopo di maggiore chiarezza espositiva, biso­ gna fare tra .teorta e programma, quando si espongono i termini di una questione. Ogni volta che si viene a discu­

tere di programma tra marxisti, si sottintende · ehe i convenuti siano d'accordo sulla risposta da dare alla questione fondamentale se il marxi­ srno abbia un programma unico, u­ guale e invariabile in ogni epoca. E nel rispondervi, occorre guardarsi dagh agguati tesi dall'opportunismo. Anzitutto va detto che la differenza non riguarda la teoria generale del comunismo, che non è legata al­ le particolàritd delle condizioni nel­ le quali si svolge, a seconda dello sviluppo economico e politlco, la lot. ta di classe del. i>roletariato, ma al­ la generalitd (!~gli interessi di clas­ se del proletariato, interessi che non variano col variare delle condizioni di lotta, perchè è identico ovunque il meccanismo dello sfruttamento e­ conomico del lavoro salariato. II co­ munismo marxista è la scienza della conquista della dittatura da parte del proletariato. Tale scienza non. muta col mutare delle epoche èntro le quali il proletariato -conduce la sua lotta di classe, perchè non puô mutare a meno di perire, quello che è i~sieme il suo oggetto di stu-

dio e bersaglio di lot ta: il mecca­ nismo dello sfruttamento capitalista che. si manifesta nell'antagonismo insanabile tra capitale e lavoro sa­ lariato. Dovunque lottino, i comuni­ sti marxisti tendono alla dittatura e all'esercizio del terrore rivoluzto­ narlo sulla classe dominante. Ma cam biano i « modi » della conquista della dittatura, perchè sono diverse le epoche storiche entro le quali il proletariato combatte. La classe operaia, poichè .il ·modo

di produzione capitalista di cui è

termine insostitulbile si origina fin dal seno della società feudale, è co­ stretta a lottare per i suoi fini con­ tingenti e finali in due epoche sto­ riche· diverse, l'una che precede, l'al­ tra che segue la rivoluzione bor'ghe­ se. Ciè equivale a dire che le condi­ zioni della sua lotta di classe si si­ tuano nella successione della storia, prîma entro l'epoca feudale, poi en­ tro l'epoca capitalistica. In ambo i casi sussistono gli interessi fonda­ mentali e le finalità supreme di clas, ·se da proclamare di fronte agli sfruttatori, e l'invariabilità di essi si rispecchia nell'invariabilità della dottrina: quello che cambia è il fronte dello sfruttamento sociale contro eut il proletariato è costretto a lottare. Entro la società feudale, tale campo è rappresentato dagli ordini feudali e dalla borghesia ca­ pitalistica, anche se priva di potere politico diretto. Ne11a società bor­ ghese · è rappresentato dalla borghe­ sia e dai residui delle classi preca­ pitalistiche, che affidano la loro so­ pravvivenza alla conservazione del­ lo Stato borgh<!se. Ne consegue che il proletariat0, nella sua esistenza di classe, ha nn doppio. programma. In quanto classe storica che vive

e lotta in due società diverse, il pro­ letariato combatte contro lo sfrutta­ mento attrav~rso due epoche: ecco il punto! In che consiste la differen­ za politica fra queste epoche? Se­ condo Marx e Lenin essa non é data dal diverso comportarsi dei comu­ nisti di fronte alla rivoluzione, giac. chè, scoppi la rivolùzione in ambien­ te feudale o in ambiente borghese, i comunisti non cessano di mirare all'attuazione della rivendicazione supreœa della di roletaria. ·sulla borghesia . a ~ifferenza sta Dal corrispondente americano del. ne a o c e asp1raz1one alla con- ]'Economist 1 marzo: « Ne! Michi­ quista dell~ dittat1:1ra ~roletari? ~ul- gan, il cuore dell'industria automo-. la borghes1a obbhga 1 comum~h a bilistica, 1'11 % degli ·addetti, cioè non ostacolare, anzi ad appoggiare, due volte la media per gli U.S.A. in nella rivoluzion~ anti~euda.le, l'azio- generale, è rimasto disoccupato nel­ ne dei partiti rivoluz1onar1 borghe- !'ultimo mese e da allora le sospen­ si che lottano - e in quanto lotti- sioni continu~no. Ma per gli indu­ no - per rovesciare il potere feu- striali almeno v'è una certa conso­ dale, ma evitando di co~f?nd~rsi lazion~:perchè le autcmobili inven­ con essi, anzi tenendo mob1htah. m dute giacenti nei magazzini li met­ ogni momento l'armamento t~ori~o tono in una posizione di forza per e politico e la milizia di partlto, m resistere aile richieste di compensa­ modo da poterli usare appena le cir- zione lila parte degli operai, anche se costanze lo permettano contro la ciè> dovesse significare uno sciopero borghesia. Doppio pragramma, ma allo scadere dell'attuale contratto in collegato ferreamente nelle sue maggio ». parti. Ben vengano, dunque, le giacenze -Ciè> infatti non significa che, ne! invendute. Per !oro, tutto si ar- eriodo che vorremmo dire inferio- r:mgia.

e dell'esistenza politica del proleta­ riato (quello che precede la rivolu­ zione borghèse e impone ai comuni­ sti di lottare a fianco dei partiti ri­ voluzionari borghesi) si debba par­ lare di alleanza tra borghesia e pro­ let_ariato. Il meccanismo della sfrut­ tamento del lavoro 11alariato impe­ disce ovunque, anche sotto il potere feudale o feudale-imperialistico (quindi in quello coloniale o semi­ coloniale), che borghesia e proleta­ riato siano· « a,lleati ». Chiunque ha letto « Il Capitale » sa che proprio sotto le monarchie assolute, che pu­ re erano la macchina statale di re­ pressione del feudalismo dec!inante, la borghesia inizio il suo ciclo sto­ rico. Basti pensare a quanto Marx scrive ne! capitolo sulla « Legisla­ zione sanguinaria contro gli espro­ priati a partire dalla · fine del XV secolo » (sez. VIII, cap. XXVIII), dove sono descritte le tremende pe­ ne che la n1onarchia inglese, da En­ rico VII a Giacomo I, fece applica-

re · ai contadini che la soppressione della comunità agricola a benefizio della proprietà borghese della terra av.eva trasformato in nullatenenti « senza tetto nè fuoco ». Ma è appunto la piena consapevo­

'Jezza d.el fatto che la borghesia ca­ pitalistà tende, sotto la dominazione dei' feudalismo (il quale si allea nel­ le colonie l'imperialismo), a farsi complice il potere dello Stato contro il proletariato~ a dimostrare a Marx e Lenin c!Îe solo 1'appoggio armato dei proletari ai partiti della demo­ crazia, rivoluzionaria borghese e a1 contadini puè> far saltare l'ostacolo reazionario che blocca lo sviluppo economico e quindi sociale e politi­ co. In aitre parole, nel periodo in­ feriore della sua esistenza politica, ,quando non è in grado di porsi alla esta di tutti gli sfruttati e agguan­ are la dittatura per volgerla contro a borghesia, il proletariato lotta

_,er impedirl!! quello che oggi chia- - (continua in 4.a par,.)

Un Marx Le_ggiamo sulla -« Settimana In,­

com » n. 48 che il biografo america­ no di Horace Greely., editore della « New York Tribune» sulla quale per lunahi anni scrisse Marx, ha « scoperto » corne qualmente Marx, nez 1853 e seauenti, invocasse dal­ l'Europa borghese un ferma atteg­ giamento verso la Russia zarista, e si arrabbiasse della pavidità dei go­ verni occidentali nei confronti del co!osso orientale. Sarebbe, questa, una « rivelazione » tale da .. - mettere in una luce piuttosto equivoca ·il « projeta » della rivoluzione prole­ taria_

Che sia una scoperta, solo 'l'autore dell'articolo puo dirlo: non- avendti mai letto nulla di Marx (o, anche ammettendo che l'abbia letto, non avendolo capito nè essendosi preoc­ cupato di capirlo), si stupisce di cio

Dolori e consolazioni

su • m1sura èhe sta scritto in tutte lettere nella letteratura ·marxista. Ma il più bello è _che da questa « rîvelazione » lo scrittore ameriçano e il recensore italico traggono una conclusione di questo genere: Vedete? Marx, già un seco!o addietro, metteva la « ci­ viltà » in auardia contra la Russia, lo faceva poco prima di scrivere il « Capitale», anzi si rallegrava del­ l'interven~o americano nelle faccen­ de europee, « quasi un auspicio del Patta Atlantieo »! Morale: Marx era il profeta della dife.sa occidentale contra la barbarie' sarmatica; voi, seguaci, se siete coerenti, dovete fa­ re altrettanto. Per costoro, gli. Stati e i Popoli so­

-no entità metafisiche. Marx predica­ va la latta di Stati · usciti dalla ri­ voluzione borghese contra Stat1 nuotanti nella controrivoluzione feu­ dale: dunque, per gli scopritori di mi Marx su miS'Ura, egli predicava la latta di Stati metajisici, incarnan­ ti per decréto divino la civiltà e la cuitura, contra Stati metafisici in­ carnanti per omnia saecula saeculo­ rum l'inciviltà e l'anticultura. Marx predicava- contra la., Russia feudale sentinella della reazione, gendarme 'dell'ordine costituito contra le !orze incalzanti del capitalismo e le for­ ze proletarie nascenti dal suo seno: dunque, per costoro, predicava con­ tra la « Russia eterna », la Russia soprastorica, costituzionaimente bar­ bara. Marx salutava l'intervento in Europa di un'Ametica in pieno rigo. glio di creazione di strutture nuove necessarie -per tJar vita a una- classe proletaria pronta a l:ombattere e ca­ pace di farlo; dunque, per costorr rnlutava l'intervento permanente in Europa dell'ente-America araldo in tutti i tempi e luoghi della civiltà <

r continua in 4.a pag.'

ricorre in appello; neJl'aprile del 1954 la Corte conferma la seJ1.tenza; ricorso in Cassazione; nel febbraio 1956 il ricorso è respinto, e riconfer­ mate in toto le sentenze emesse dai giudici di merito. Quattro anni in cui la Fiat ha avuto tempo di espan­ dere il volume del suo fatturato e di « riorganizzare » nel modo a tutti noto le sue maestranze, mentre il potere d"acquisto delle lirette richie­ ste dagli operai ha avuto tempo di fare il cammino inversa. Risultato: « confrontando i due dati .reltzitvi alla maggiorazione per le orèî~ta­ ordinarie [cioè quello pret~dè'nte all'azione" della CGIL e qu-elfo 'san­ cito da S.M. la legge] ,r.it'ulta. una dijferenzà a favore deil"i::ip'èràio di lire 16,33 orarie »! « Seconda calco!i approssimativi », chiedendo gli ar­ retrati il lavoratore otterrebbe · cifre dell'ordine di 13-15 mila lire: quat­ tro anni di attesa, 15 mila lire e ... una sentenza di tribunale. Veramen­ te, il successo è grandioso.

Risultato politico: dopo tutto cio, la FIOM invita gli stessi sindacati CISL-UIL firmatari di un accordo­ capestr.o a « prendere fermamen. te ( ! !) posizione sulla questio.ne de­ gli arretrati », in mancanza di che « la FIOM si riserva il diritto di pro­ cedere a termini di legge per tutela­ re gli interessj dei lavciratori dan,­ neggiati ». La legge innanzi tutto: promuoviamo altra azione legale, e fra quattro anni avremo, forse che si forse che no, soddisfazione: intan,­ to, procediamo uniti, bianchi e rossi, gialli e verdi. Il padrone dorma son­ ni tranquilli: nei quattro anni da venire, o gli va bene e il pagamen­ to delle spese non gli costerà nulla, o gli va male e troverà. sempre modo di non pagare, avendo per giunta dalla sua la « comprensio11e nazio­ nale » dei sindacati legalitari. Per intanto, registra questo punto di vantaggio: se deve « piegarsi », il poveraccio, lo fa non di fronte al­ la canaglia stracciona dei suoi di­ pendenti, ma alla sovrana maestà della legge. L'onore è salvo, le isti­ tu.zioni ancor più. In attesa che il codice-Kinglas lavori, la m,aeftranza dorme corne forza di classe; e lavo­ ra corne strumento del Capitale._. Ma di ld da questo aspetto di co­

darda acquiescenza di fronte al pa­ dronato ( è caratteristico che l'azio­ ne legale sia stat(;I promossa nel -1952, quando l'espansione della Fiat rinnovata era appena agli inizi, e si sia conclusa nel 1956, quando il ventre del mostro si era ricolmo a dovere, gonfiandosi in santa pace al riparo di agitazioni operaie 110- spese nell'aspettativa' della, .. senten­ za di un tribunale), v'è in tutta que­ sta vicenda ben altro: v'è la sconcia « superstizione della Stato » CQ~<I cui Marx ed Engels levàrow·- , •. frusta. Tutte le « agitaziom• ~ questo punto di partenza ~ QÎle#o punto di arriva, J)er il supffüppor­ tunismo: educarè·i p'roletari a. con­ tare non già sulla proprîa forza o.T­ ganizzata, ma suli'appogaio di •n ente suveriore aHe classi, incaTftO­ zione di leggi morali radicate w.el cuore dell'uomo, che si chiama Sta,,. to o, che è la stes.sa cosa, la Leoae con l'« l » maiuscola. Vogliono la Costituzione, vogliono il codice ci­ vile, vogliono l'intervento statale a dirimeTe le Questioni di lavoro ed a alvare le industrie pericolanti (pun­ to ,iel quale i lavoratori sono messi al servizio dei padroni, piagnoni verso lo Stato quando · si tratta di ottenere quattrini, insofferenti - a parole - della Stato quando i quat­ trini vengono « da sé »), vogliono il rispetto delle sacre istiti+zioni na­ zionali. Insomma, vogliono che l'ap­ parato di dominio della classe do­ minante funzioni nel modo miglio­ re: il loro sogno è quello del più fradicio dei laburisti: « educare i ~ostri padroni », Tutti i salmi fini­ scono cosl.: ria gloria nei cieli allo Stato, e pace in terra ai Valetta di buona volontdl

Perla del superopJartunis11 « Siamo il partita rivoluzionario,

marxista-leninista, int.ernazionalista e, quindi. più nazionale e coerente­ mente democratico » (« Unüà », 19 febbraio 1958). In fatto di « coerenza », che volete

di più? Il diavolo internazionalista­ rivoluzionàrio e l'acqua santa na­ zional-democratica !

2 IL '.-'ROGRAMMA COMUNISTA

Le lotte di . classi e PARTE II.

Le suggestive lezlonl della grande storla della razza clnese Scenario per 4 millenni

di Stati nel mondo dei · popoli non bian minate dal suo sistema tutte le complesse cosmogonie simboliche è un vero riformista e riformato: re, vuole uscire dall'anarchico « bellum omnium contra ornnes » con una restaurata autorità fon­ data sul benessere del popolo, e traccia un vero sistema di stato ~ di costume sociale. Confucio non vuole che si rinunci ai benefici del vivere civile del progresso e della cultura, e chiede una disci­ plina morale dall'alto, che si av valga perè non della violenza ma dei metodi della persuasione c della saggezza,

' Sommario alla di Firenze, del Rapporto

25-26 Riunione

ge.nnaio - 1958

stano non solo per trovare un più utile ambiente · naturale, ma. per tentare la preda di quanta le popolazioni fisse hanno nelle Io­ ro sedi di campagne e città ac­ cumulato di approvvigionamenti ed attrezzature pronti al consu­ ma del _ conquistatore. Questo è già divenuto da cacciatore di ani­ mali anche cacciatore di uo. mini di altre tribù nornadi e fis­ se, e guerriero, con una adatta organizzazione e allenamento - mentre il populo fisso ha dovuto anche organizzare in forme stori­ che !llcèèssivamentè · divërsë la protezione armata della sua sta­ bilità nella sede di residenza e di lavoro. Sembra stabilito che nella prei.

storia il centro montuoso dell' A­ sia non fosse cosi desertico ed aride corne nel tempo storico, e che comunicazioni si siano stabi­ lite tra le lontanissime nazioni a

Il primo problema -in ordine _sede territ_oriale continua· dell'e­ .cronologico è queUo del - fissarsi stremo. oriente cinese e quelle dei gruppi-umani vaganti e no- delle r1ye. del MedJt~rraneo. Nei madi corne i branchi .animali in dut; ultUJ?l. rrullenn~ mvece le or­ sedi stabili, e l'antichità delle se- de instabili e guerrrere del deser­ rie dinastiche canvenzionali e- to centrale hanno alternato le lo­ sprime con sicurezza il fatto che ro . travol~enti in:vasi?ni a carico in tutta l' Asia e quindi probabil- dei P0P?1I orgam~zat.1 ed evoluti mente in tutto il mondo, almeno della Cma e dell ocmdente euro- per quanta si parli di razze e ci- peo. viltà non scomparse quasi senza traccia, le valli del fitune Azzur­ ra e del flume Giallo sono state le prime ad ospitare organizza­ zioni a sede flssa per Iungo tem- po, precedendo anche la valle dei fiumi mesopotamici e quella del Nilo, del Giordano, e eosl via. La prima forma di aggregazio­

ne umana che si riproduce con u~a certa continuità e sicurezza, d1fendendosi dalle avversità di ambiente che teedono a disper­ derla èd estinguerla, è l'orda va­ gantE;, che rec~ con sè nello spo­ starsi di sede m sede le madri i picëoli, e tutto il suo limitatis;i. mo arredamento. I mezzi di .sus­ sistenza in questa forma sono elementari: la caccia ·sopratutto, e la pesca, e la raccolta di frutti spontanei della vegetazione, che nell'assenza di ogni coltivazione delle plante rapidamente si esau­ risce anche in cicli più brevi del­ lo stagionale, cosi corne la fauna terrestre e la pesc'hgiQne fluviale o lacustre, spiegando l'imperio della necessità che il gruppo u­ mano levi le tende e si sposti in zona vergine e non sfru,ttata con grande frequenza. Lo stesso por­ re a riserva prodotti vegetali ed

Iievi terrestri; i due grandi fiumi, più sotto l'Azzurro, Yang-tzP kiarig, più a settentricme il Gial­ lo, Hoanç-no, dal colore delle lo­ ro acque, Quelle del primo, che lascia subito i monti dell'ovest in­ diano e corre tra le create pia­ nure, sono limpide per migliaia di miglia del corso medio e infe­ riore; quelle del secondo, che an­ che parte da occidente dallo stes­ so grembo montuoso, e tende al mare ad Oriente, sono più tor­ bide (corne per il flavus biondo Tevere dei romani, altro letto di civiltà storiche), anche perchè il fiume con una enorme ansa ret­ tangolare va a radere la base del­ le montagne della impervia Mon­ golia, per poi ritornare nella pia­ na cinese e raggiungere il chiuso Mar Giallo, mentre mille chilo­ metri più sotto con percorso cir­ ca parallelo il Fiume Azzurra si getta nel più aperto Mar della Cina

-Le. forme· sociali preistoriche

Il palcoscenico immenso su cui vedremo in buona sostanza agire uno stesso attore - considerato dal punto di vista etnografico, nazionale, perfino statale, e della tradizione per millenni di siste­ mi di lingua, sc;rittura, e, con pa­ rola · generica, di costume e « ci­ viltà » - questo palcoscenico geo­ grafico ha la vastità, e oggi con­ tiene la 'stessa popolazione, del­ l'Europa intiera, con i suoi innu­ meri e mutevcli popoli stati e « culture »: in cifre brute dieci milioni di chilometri quadrati e seicento milioni di uomini; un qulndicesimo della terre emerse del pianeta, un decimo di quelle efff$ivamente abitabili, più di un ~to della umanità tutta. La ~ma del territorio storico

.dei ciDert è ben diversa da quel­ la aedia•ta ed articolata della I fiumi a grande bacino, e spe­ c,apriéeiosa- Europa; per stare ad cie quelli ehe si gettano nei me­ tina descriz_ionè che al solito non ditetranei (Po, Tevere, Arno, Ni- ha pretese scegliamo quelîa di lo, Tigr_i ed Eufra~e, Mississipi, j E' useito il numero 2, gennaio­ una enorme pagnotta ben T1gon- et1;.) prn~a meccan1~amen.te fab- marzo, di _-._ n lato destro del suo ventre, bncano pianure fertili, poi dense eJ:1.e ha la curva dell'addome di u- umanità e « civiltà storiche "• in na favolosa genitrtce feconda, e cui le esigenze e difficoltà di vita meglio il suo lato infertore e produttiva forzano la specie uo­ ~uello destro, per chi guarda una mo alla conquista di mezzi attrez- C!ll"ta geografica col classico o- za~i che giungano a regolare i fiu- t t . r1entamento, sono bagnati nel mi e ne utilizaino la funzione fe- con ~men :e· . . mare ravvivatore, non proprio I condatrice arginando glÏ effetti - La paix des Spoutniks. nel minaccioso Oeeano Pacifico di devastazione e impaludamento .:.. Le Marxisme devant la Russie. ~a in .una pr<;>vvida _ricca .serie_ della terra c<;>ltivabile. ~a ~t?ria - Physionomie sociale des révo- di msditerranei oltre 1 quali una della razza cinese, che s1 rrtiene lutions coloniales catena di terre tormentate, dalla autoctona, e non discesa daHe re- L'unit, daeal · t lit' Indorresia al Giappone, fa si che gioni montagnose ed ari!ie ad oc- ;- e syn e e po ique i venti ciclonici arrivino sulla cupare la pianura pingue, sta nel . de c~. , . . , grande pianura cinese ancora cal- trattamento dei due immensi fiu- - 'fi'.l':"lle resurrect1on de I Illu- di ma non più devastatori. mi che mille volte distrussero, mnnsme. Dai lati opposti di ovest e di nelle loro ire, masse incalcola- - L'Est européen dans la per­

nord n · pianeggianté paese cen- bill di forze produttive e di vi- spective révolutionnaire. : trale è cinto da terre continentali vente umanità, compensate dopo - Elements de l'économie mar- più alte, montuose fino alle vette dall'apporto di chimismo inten- xiste ' dell'Himalaya e ovunque ~cci- sissimo de.Ile melme, trasportàte ·. . . . dentate e in parte desertiche, dalla erosione delle terre alte e Il faseteolo, di 127 pagine, puo traceiato naturalè di una barriera Iasciate sui piani dalle acgue in essere acquistato versando L. 270 di protezione non solo dai venti rrtiro, Il popolo cinese è stàto tra sui e, e, postale 3/4440 intestato a freddi ma anche dalle alt:re co- i primi, anzi possiamo dite Il pri · « Il Programma -Comu~ista », Ca­ munità umane che di continuo vi mo, a lasciare tradizione organiz . sella Postale 962 · Milano. ai affacceranno. zata e quindi scritta, e gli stessi La grende bassura oggi coltiva- suoi miti originarii nella loro elo­

ta, e 1)0i>olatissima di frequenti e quenza rlvelano, ancora oggi l'o­ vaste dttà di millenaria origine pera immensa di rnilioni di pic­ era:, prima delfuomo, alla eviden- coli uomini che seppero con la za, un immenso mare interna, che loro azione indiscutibilmente as­ fu ~ riempito . dalle deiezioni del sociata su immense este_nsioni, bo­ massiecio centrale asiatico .eroso nificare gli acquitrini, mettere .i da meteore e cataclismi tèllurici. fiumi a régime, portare 'a livelli Persistono oggi' sulla carta geo- alti la coltura delle terre salvate grafica gli autori principali della e bonificate, e l'uso dellè vie na­ trasformazione livellatrice dei ri- vigabili fino al mare.

. I testi storici cinesi ed anche la Ioro interpretazione .da parte degli storici europei ci fanno ar­ zivare molto indietr.o nel presen­ tare il corso degli eve.p.ti corne se­ rie di « dinastie » che .ai sùsse­ autvano e di lotte glganti condot- 1e d• esse per-spartil'si il territo­ -rio • a grandi ondate per riunifi­ Cll,l.')o è per riconquistarlo dopo "le ÙlQeManti invasioni da parte di pop_oii ed esèrciti di altra razza. Anche nella storia di altri popoli è difficile risalire da queste serie di nomi eretti a 6imboli alle fun­ zioni delle masse e alla organiz­ zazione della società primitiva. E' da notare che fuentre per Ro­ ma la serte parte dal 753 avanti Cristo, si puè cominciare una se­ rie di dinastie cinesi, non più leg­ gendaria certo di Romolo e Nu­ ma Pompilio, dal 2697 al ~05. mentre dal 2205 al 242 si suceedo­ no «. tre dinastie » Haia, Sciang, e Chou, del tutto storiche. Non poasiamo seguire questl\.

vi1l di esposizione, ma vogliamo solo staoilire che, per antichi che aiano i tempi, non è stata quella monarchica la prima forma di or­ pni:uazione sociale della razza

/ cinese. ' Ai re ed imperatori della pri­

ma dinastia mitica gli anticissimi teatl attribuiscono la « invenzio­ ne » della semina dei terreni, del­ la loro aratura, e quindi della produzi6ne agraria stabile e col­ tivata, della argiriatu,ra dei fiu­ mi e quindi della bonif-icazione idraulica, e cosi via. Che cosa Ci dicono questi primi

cenni della stori-a convenzionale sulla preistoria della società ci­ nese? Quali forme sociali vi si de­ vono ravvisare? Evidentemente la monarchia e-.

reditaria è una forma ~ià svilup­ pata e tardjva, e. non e cori essa che si è iniziata ).;:t orgâriî:û;à:tione stabile sul terntorio, · R._lµ°ticolar­ menw favorevole, delle comunità

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primitive. Il nome dei monarchi, re, imperatori, e la loro ipotetica discell4enza pei: 'ttirpe familiare non è che la soprastruttu.ra · sotto cui epoche posteriori presentaro­ no le tradizioni di forma più an­ tiche in cui successivamente la. capacità produttiva e tecnologica dei primi uomini si andà svilup­ pando.

animali è funzione suècessiva ad u,n minimo di ancoramento al suolo, corne a:1che una fase rela­ tivamente evGluta è, colla cattu­ ra ed assoggettamento dei primi animali domestici, la scoperta dei car.riaggi nei quali si possono ira­ sportare non solo i membri deboli dell'orda, ma una certa scorta non solo di attrezzi ma anche di provviste alimentari conservate con metodi rudimentali. Il gregge è poi la vera scorta di viveri del­ l'orda nomade. La distinzione che puo farsi

tra la pingue piana ci.nese e la circostante ·Asia, che presto sarà chiamata dal popolo più evoluto sede dei (< barbari " con la parola che usarono ·anche semiti, egizii, greci e romani secoli e secoli più tardi, è che nella prima vi erano le tribù fisse ch~ avevano ap­ preso a coltivare il suolo, e nella seconda si prolungherà per mil­ lenni il vagare di orde incapaci di flssarsi e che bén pre~to si spo-

le programme communiste

la 11sti1i1 del primissi• . •m• Come avvicendarsi di maree u­

mane e di guerre la storia uffi­ ciale della Cinà ondeggia tra in­ vasioni e libetazioni, tr1.j sparti­ zioni e riunificazioni, il ch~ non basta a riscriverla come suc~es­ sione di modi di produzionè; cià si vede tentato ma scarsamente adempiuto dài presenti « marxi­ stï >> cinesi, ai quali non va fatto gran torto se m_entre essi appren­ devano dagli europei la grande dottrina, tanto diversa da quella ai cinesi toccata corne sovrastrut­ tura delle loro forme storiche mil­ lenarie, gli europei stessi hanno quella dottrina travisata e di­ storta totalmen.te. Nella concezione marxista (ba­

sti qul ricordare con brevttà ne­ cessaria), la immensa Asia è la madre della· forma d_el comuni­ smo primitivo, di c4i le ultime tracce, specie nell'India ben più che nella. _Cina, si .sono potute fi­ no ad oggi constatare, sia pure sotto il peso di successive e ben

complesse forme di classe. N el sente,. so.rge una, nuo_va for~a ca­ comunismo primitivo il soggetto rattenshca dell ~nd1~; ossu~ un è il clan la tribù autosufficiente grande capo terntonale o s1gno­ e autoriproducentesi. Vi puo es- re, che dis_pone_ di. una _forza a;1:­ ce .. e la forma comunista nel caso mata, obbhga 1 villagg1 agraru, deila tribù nomade O dell'orda, ed che hanno già n_el loro s~n~ qua~­ allora i prodotti- della caccia e t~ loro .basta d1 pr~duz1~nt; artl­ della pesca ed il gregge allevato ~~nl:1 diffusa,. a f~rs1 suo1 tnbut~.­ sono comuni sia oer l'attività che ru fl1 P!Odotb prima, e ~olto ,Pl':1 richiedono sia per il consumo. ~~tre di dan1:1ro e _valon p~ez10s1. Quanc!o sarà il caso di commen- Si f?rm~ c?s1 un_s1stema d~ state­ tare tutta la teoria di Marx sul- relll prm<;1pesch1 che ogn1 _tanto l'ordine della ,grande serie, una un capo pm P0!ente, e m~gh? ar: La soluzione della violenta cri­ œser-vazione notevole sarà che la m~tosi col _godimento dei tnbu_ti si del IV e III secolo a. c. non prima proprietà individuale-fami- dei sog~etti, s?ttopone ed associa appare essere venuta dalla predi­ liare che appare presso i nomadi m re&m estes1. . . ... · . cazione delle dottrine, e nemme­ Sciti è quella del carro trainato, questa forma 1:1su~ti.ca hpica d?f- no per quanto dicono le storie abitazione semovente di _quella f~risce <!,alla schiavit1:1 de~le socie- correnti da un insorgere delle prima popolazione. In questo sen- ta class.1c.he, corne diffensc~ dal- masse, ma proprio dalla guerra so la proprietà della casa è più la servitu feud,?le <;Iel Medioevo stessa, ossia da uno -dei Regni antica ,di quella della terra agra- Europe<?, mt;1 si . svil~PP'.1 }~rga- combattenti in lotta disperata che ria, e forse se ne puo cercare al- mente. m asp~tt.1 . schiav15tlci ed seppe a ver ragione di tutti gli al­ tro esempio nella « civiltà " delle a:spetti feudalistici. tri. · Si tratto della famiglia dina­ terremare, o abitazioni su pala- Le grandi imprese statali dei stica degli Ts'in o Ch'in, ctai qua­ fitte (che pensiamo abbiano do- potentati asiatici, sia col)le utili li il paese da allora in poi prese il vuto fare la loro apparizione in opere "pubbliche che corne grandi nome, e che continuavano la più Cina, sebbene il dato ci manchi) monumenti delle città capitali, antica dinastia Tcheu. Questa a- di popoli che si sono stabilizzati sono realizzate da masse di pri- veva capitanata una grande mi- su una terra tuttavia acq_uitrino- gionieri di. guerz:a <;ond~tti. a 13:- grazione delle popolazioni del sa e per lunga parte del c1clo sta- vori forzati e qumd1 sch1av1zzati. centra .verso il nord-est ove ave­ gionale coperta da metri di ac- In queste società non vi sono ora- va voluto ributtare la 'pressione qua. Comunque è teor~~a del mai più uomiI?,i libt;ri, e la !orm.a delle orde dei Mongoli, indicati marxismo che la propneta per- comune del v11lagg10 agrar10 tri- allora con nomi che ricordano sonale sia della abitazione che butario al signorotto o allo statc, quelli degli Unni noti all'Ovest· della terra agraria è un risultato fa si che il contadino non sia li• tutte razze che erompevano dai­ della evoluzione storica già ma- bero, ma servo. massiccio centrale asiatico e dal ~ura. tecnologicamente e quindi . N~n è cosa agevole se~î!e per ':\'urkestan. La prova era stata JlOn è un fatto e dato naturale o- la Cma la lunga osmos1 d1 tutte ben dura per le reazioni e con­ riginale. . - . - queste forme, nè leggerne la con:i- troinvasioni dei barbari, ma quel Pressa la forma stab1le tribale parsa e la scomparsa nelle Stone regno si era mollo agguerrito e

Ja unità no??- è l'.Orda. che vi!lgipa co~venzi?nali .. Ma è stato neces- v?lle ritornare alla conquista del' unita ma 11 v1llagg10 costltuito sano, prima d1 passare al cano- pmgue centra e sud del paese da· u~ gruppo di abitazioni cir- vaccio storico bruto, an~iciparne, riuscendovi nel 207 a.C. attraver~ condato d~ un territorio disbosca- rispetto a trattazioni p1ù estese so la sanguinosa disfatta. una ad to e dissodato sufficiente al con- della analisi marxista di tutti i una, di tutte le aitre armate dei ·sumo della comunità di villaggio, rapporti, una'preliminare presen- Regni Combattenti. Da tale data terra non spartita tra persone e tazione. comincia non solo l'uniflcazione famiglie, ma lavorata in comune, territoriale di tutta la Cina col con comune immagazzinamento e p • d d Il' t' l. d f • ributtare i barbari da tutte le consuœo di tutti i prodotti. La ana O a an ICO 11a I lllfflO frontiere, ma una nuova e radi- regolamentazione di fi.umi di - , • calmente diversa organizzazione grande portata e lungi:-ezz~ fa lf1Sl0Crll1C8 dello Stato. L~ sua centralizzazio- pensare ad una orgamzzaz1one - ne non sta pm soltanto nel sim- che riunisce molti viUaggi con- Tale periodo lo si ·fa coïncide- bolo dell'lmperatore divinizzato, dotti in una forma più complessa re nelle storie correnti con.quel- « Figlio del Cielo», ma assume a collaborare per la conservazio lo della terza dinastia <c Chou » una forma concret'a nuovissima. ne delle fonti di vita a tutti ne- che regno dal 1122 al' 221 prima Debellati e disarmaü del tutto o cessaria, e qui la tradizione ci co- di Cristo: Esso sarebbe in un anche soppressi i eapi delle varie mincerà a narrare delle forme si- certo senso paragonabile al feu- signorie locali che avèvano usur­ gnorili_ e monarchiche. . dalesimo di tipo germanico •che pat:1 l'e.reditarietà ai'i>0st9_ della Poss1amo pensa~e ad un terr~- prevalse in Europa dopo la c'.1- antica mvestitura da _p1;1,:rte del­

torio tanto vasto nspetto alla pn- duta dell'Impero Romano, m l'Imperatore, il potere locale ven­ ma rada popol~ione umana che quanto il potere centrale era va-. ne affidato a funzionarf deJ _cen­ le orde nomad1 possano, anche go e debole, mentre pesante era tro governativo che aveva sede incrociandosi nei l?ro v~aggi, non la dominazione provinciale dei) pressa l'Imperatore. ;La· Tete da ancora combatters1 per 11 control· nobili. allora fu doppia, civile da una lo temporaneo di una zona parti- U periodo è caratterizzato da parte, militare dall'altra. Sotta il colarmente appetibile ...,... e che i una totale anarcp.ia dei poteri e suo aspetto Iègittimista la rivo­ villaggi stabili possano col;abo- da 'incessanti lotte tra quelli lo- luzione che dista da noi quasi rare spontaneamente senza d1spu- câii e tra le fàmiglie rivali; esso duemiladuecento anni, fu assolu­ te per i limiti dei 'territorii da ben ricorda qùeUi del medioevo tamente radicale, e non anticipa ciascuno messi a coltura. europeo quando il potere dell'im- tanto le forme romane di pochi Occupandoci di un popolo uma- peratore era .vago e lo~tano _me1_1- secoli . dopo quanta quelle euro­

no ben stabilizzato la forma di tre le grandi monarchie un1tar1e pee del 1600 e 1700, a Stato cen­ produzione all'inte'rno del · vil- non esistevano ancora. L'11ltima tralizzato. Volendo infatti trova­ laigio - rurale colla evoluzione parte. del pe~_iod~ che. y:a daj. 4~ r1; un confronta ca1_1 qu1:5to regnll perde l'aspetto comunista integra- al 221 .avantt _Cnst!l e. ~etto, dei d1 ~heng-_Huang-T1, primo della le per una prima via che QOn è « Regni C91;llbatte~ti »,. p~rche al- sene,. oss1a Sublime e Divino, ancora (Grundriss di Marx) cune princrpalI d1!1a!l~l! _c_1!,e_ h~n: dobbiamo pensare al Roi Soleil, quella di .un.a .diY.isione &ociale in no sottomessi 1 prm~11>1 mµior! si a; sec?lo di Luigi XIV con le sue classi. La terrà viene. assegnata contendono tra co~tmue str~i la v1tto~1e e i" syoi splendori. La con una s.partizione prima perio- egemonia su tut~o 11 ~aese. L arte do,pp1a gerarchia burocratica as­ ëiica poi dopo lunga evoluzione militare si ~ molto sviluppata .con ~fcura l'oriiine in- tutto il pa~e, fissa' ai mebbri attivi della tribù, · la introd1;1z1o~e del;a cavallena e 1 due_ rami dell'amministrazione che ~ppplicano al proprio lotto i1 - il lar~o 1mp1ego di t.ruppe 1}1er- hanno al vertice un Primo Mini- lavoro proprio _é dei falJ?iliari di- cenanE: (altr~ analogi~ con l Eu: stro ed. ux:i Ma~esciallo dell'Impe­ retti, e con ess1 godono 11 raccol- ropa ~1 ~ecoh e secoh. d0I>?.> e 1 ro, e s1 ricong1ungono nella, per­ to. In questa seconda forma l'uo- meto<;11 d1 lot~a S?D:0 spi~tati. so~- sona .dell'Imperatore. Il terntorio mo lavoratore non è separato da- p~ess10ne. dei png10!11en, stermi- si divide tutto in_province,_le pro­ gli strumenti di produzione, co- mo. dopo .11.s~ccheggio. d~lle po~o- vince in distretti ,e in ciascun me avverrà nel mondo moderno. laz1om c1v~h. N1:Ue citta e ne11'1 grado si ripete lae .cloppia · ge- Terra ed animali, sementi, cofici- campag!le· maudite so1_10 le soffe- rarchia. • mi- ed utensili sono ancora un renze d1 queste, descritte dij ·una Il nuovo regime intraprese una «-prolungamento,, della persona letteratura c!1e ha travers~ta un~ gigantesca impresa militare ossia dell'uomo sia pure non col no- clelle sue eta auree (negh stess1 una offensiva tale. da ributtare i bile mecc~nismo della prima tri- secoli ~n cui_ l'ellenisI?o ~ava !id barbari da tutte le sterminate bù, in cui non essendo ancora in- ovest 1. suoi prodot? PIU alti). frontiere, operando controspedi­ dividualizzata nemmeno la con- Son~ di .ques~i secol~ (VI t; V a- zioni a carico degli Unni di cui si sanguineità familiare, tutto l'uo- va~ti Çnsto) l gra~~l autori Co~- annetterono interi territori in m0-tribù -- remoto esempio ori- fuc10 e Lao-Ts_u, pu~ che di rell- tutte le direzioni. La cc Grande ginario dell'uomo-società di do- gi<?ni fon~a~ori d1 s1stemi fi!os<?- Cina »·si estese dal Tonchino ad mani - ha coine suo prolunga- fic1 ~ soc1ah che con ~c~ent1 d1- ovest alla Corea all'est, x;aggiun­ mento materiale e soci~ tutta la yer~1 e?J?,tengopo. la cr1tica delle gendo una delle mass~me espan­ terra e tutti gli strumenti e g;reg- mgmstlzie soc1ah del tempo, e sioni. GU T'sin pass~o_o.o alla gi di cui il vill!lggio è propr1et~-· sono. vere. sovrastrutture d~lla storia .anche per la CO§tn,µ;ione rio. - mentre m forme success1- réaz1one d1 classe del contadma- della famosissima « Grande Mu-• ve ne darà ,poi u~ ten:iporaneo n:ie e ~e~ popolo minuto _de~e cit- rli~~ia '!· srtràtta di una coI9~sa­ poS8effo·· di fano a1 su01 campo. tà arhgiane e commerc1ah come le ·rasc1a d1 opere, che ne utlhzzo nenti. -~ ---~ - -· -· - .. - · lo fu in accidente il éristianesimo. dCpiù antiche, e che storicâmen- · La nascita della forma del~a In Lao-Tsu vi è solo una uma- te sùbi brecce e ricostruzionï in­

pr?J?l'ietà individuale libera, 1~ n~ l?rot~ta contro le degener.a- cessanti, ~a ft~i C(!l segnare ~1:l cu1 11 lavoratore della terra non e z1om ego1stiche nella società e la baluardo mvahcabile nelle. - p1u so~getto nè schiavo n~ servo, h!3- invocatione al ritorno al re'gime diverse yJcende. certo avuto nella sto~a della C1- di natura, a quella che era van- Nell'ordinamento interna la) na u_na fondamentalE; 1mp.orta!}za, tata dai poeti corne una remuta svoitâ" "dË!llà nascita del primo: ma tutte le forme di oppress1one età dell'oro e non poteva essere Sfato centralizzato si accompagn<>{ e ~i sfruttamento hanno sempre_ che la tradizione delle forme di con la liquidazione di ogni resi-,: e fmo ad O/i[gi tormentata. questa produzione comuniste sicchè 11 dua eoltur,a in comune della -ter­ forma gracile e da ogn1 parte. grande Lao puo essere' comparai,o ra da parte dei contadini uniti in. vessata._ al tanto posteriore Giacomo Rous- villaggi, e la terra fu attribuita In Asia prima che il villaggio ::;eau; e va ricordato che Marx ed alle . singole fam,i.&lie. BeI].chè le

smembri la sua comunanza sulla Engels vedono nel c< Contratto sp- cronache parlino di abolizione di terra i:n lottizzazioni personali, ciale » un saggio del metodo dia- ogni nobiltà ereditaria, non è: che siano comparabili alla pro- lettico, volendo intendere c.he pôssibile indurne che sia avvenu-­ nrietà quiritaria dei romani, for- Rousseau cercava nel ritorno al ta una equa spartizione della ter...i mata e tutelata fin nell'ultimo passato la via dell'avvenire, w- ra in poss_fssi liberi. . .' èittadino da una potente orga- me sul piano scientifico fa il mar- Nelfo stesso tempo 11 potere d~1 nizzazione statale ovunque pre- xismo. Confuci~ invece che, eh- T'sin intraprese riforme ttnitatie

Nascita _ deUa Stato amministrativo

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IL PROGRAMMA COMU'.NISTA 3

campo vitale per la critica rivoluzionaria mafxista de_na lingua? della scrit~ura; delle insi:rrezione7 fu as~assinato, 1a intero, quanta ëorre tra 1a prima c_hè. 1a sconfitta militare e I'urni- nanziario str~n_ie:0• ~~a! per la 3) Gli anni della reaz,·one n::usure, pesi, norme di commer- capitale e 11 grandiose palazzo guerra dellcpuio e la fondazione Iiazione subita dall'Impero han- n~tura e le orrgmi so-~al! del mo- c101 della legislazione tutta, e reale messi a sacco. Ma ancora della Rcpubblica Fopolare e cioè no avuto l'effetto di demoraliz- vimento, ess_o non PU? altro che 'j'f ' f' (!9f 2 1919) puo parl_arsi di _un co1:tro~lo de~ U!l;a volta tutto si risolse con un tra il primo sconvolgente ~rto vi- zare le sue forz_e armate e ~i in- t,cntare Ja ,via d}lle nforme d!3l- ffll I ans a i - potere di Stato m tutti gli affan piu o mena lungo mutamento di- brato dall'esterno al mummifica- fondere coraggio alle classi op- 1 alto. Cosi, all insorgere erorco economic_i. na~tico:. rimasero i pr incipii della to edificio della monarchia Man- presse. L'imperialismo, · sotto l'i- dei Tai-ping, succède l'~Uui:riini: · Tuttavia la-creazione di una co- uniflcazione di tutta la Cina ciù e il costituir si della Cina nel. pocrita scusa di estendere la ci- smo di un partita legalitario di

si p~sante impalcatura ammini- della Stato burocratico onnipo~ le ferme dello Stato moderno. viltà occidentale alla Cina, che rif~rmatori, capeggi_ato . d~l.lo strativa c~e gli storici ~hia1:1aro- tE:nte, malgrado la corruzione Forse non esiste nella storia va inondando dic!issionari, ha ri- scrrttore Kang ~u-:VeI. ~ssi 51 ~~­ n~ fe~dalisI?o burocra~1co m _so- d_1v~nuta cronica -d_ei suoi manda- del le aitre nazioni un periodo che solto a modo su a q_uestione del Iudono che basti « 11lu~mare » 11 stituz10n~ d i quello artstocrattco, r~1;11. Due secoli prima di Cristo, r adu ni in eguale tratto di tempo rinnovamento el bimillenario grovane -mper~tor1: e m~~1;lo a non potè non determmare una gia la formula di uno Stato gra- un cosi grande numero di muta- Stato cinese. L'pa risolto senza firma!e una serre d~ ~ecre,1 1i:ino­ maggiore oppressione ~ sfrutta- vante. sulle classi lavoratrici e menti, di rivoluzioni, di guerre e tenere in alcun conta· le aspira- vatcr i, Ma la terr ibile re~z10n1: n:iento del popolo, colJ?Ito da u~ malato di elefantiasi burocrati~a? di controri~'oluzi?ni corne il seco- zioni degli oppressi, Esso, con le se:;~Ita, ad ?pera. c'el partite ~1 ~1stema on1:ros1s~1mo d~ tasse. (:h che d_oveva es~e.i::e not~ a tutti 1 lo della rtvoluzione cinese. Ma torpedin] e I cannoni, tende a. Corte e d~ll es1:rcito, _verra a di­ u~tellettuah e gli stes~1 confucia. popoh e a tutti I ternpi, aveva in quello che cclnisce di più l'imma, trasforrnare la monarchia auto- most!"are meqmvo~abilmente che :11 c_he v_olevano l'ordme ma non Cina un esempio colossale e di · i,inazicne è il constatare corne la cratica, esponente di tutte le for- la Cm~, a meno d_i voler rE:s~ar~ 11 ?1sp_otism<? di ~utta. una gerar- col_ossale persistenza, ~a.lvo a pre- rivolu~i~ne cinese, che pur mira ze della reazione agraria. e buro- 1~defimtamente m conct_izwm c~ua di funzionar i e di corfigiani, t1:s1 mod~rmss1n11 crrtici del mar- a ftnalità nazionaj i, si sviluppi in cratica, m un protettorato cnlo eu a~servlmento, non potra sot-14) sr fecero eco del malconten!o tJ,e- x1sm~ d1 _credere_ di averla in stretta conn~ssione dialettica col 1:1~!e,. an_alogamente ai principa- tra~s1, _corne lo avev_ano po_tuto le nerale, malgrado le reP_ress10m e questi anru recenti mventata,.co- maturare dei grandi eventi mon- ti indiani.i Ben diversamente rea, nazicm eu~opee _nei ~eco!I XV~I la compres~1one che (!Unse fino me forma che segue il capitali- diali, provando in tal modo, e giscono le forze endogene della e XV.III, a.la. chirurgia della n­ a far bru~1are le antiche opere smo moderno europeo senza an- proprio nel paese della Grande rivoluzione cinese: i contadini la voluz ione sociale. che descr1vevano l'età dell~, l!- cora essere socia_lisI?o, e _come Muraglia, corne l'evoluzione stori- · piccola borghesia radicale,. il pri­ bera agricoltura _comune. Gia 11 contenuto del capitalisme di Sta- ca tenda a incastrare i popoli e mo proletariato. Il movimento lo­ secondo Huang-Ti, travolto dalla to della Russia d'oggi! le razzE: it: u~ meccanismo che r,o tende a cambiare, ben più che

abbraccia 11 pianeta, Di énorme .1 onentamento politico la base irrteresse =. in terza luogo, il po- stes.sa della Stato cines~, che essi te! ncostrmre, studiando gli ultt- asJ?Irano a trasformare da mac­ mi -cento anni della storia cinese china di repressione del semifeu­ il C!-cl~ storico dell'imperialism~ dal~s_imo burocratico in organe capitalista, Difatti è in Cina, cioè politico di un nuovo tipo di so­ m un _grande paese troppo arre- cietà, trato. per poter _re~pingere ~·~g- .. L'èra rivoluzionaria moderna gr~one . flnanziar'ia e. polrtica sr apre in Cina con la rivolta dei dell 1mpenahsi:no straruero, . ma Tai-ping, che puô definirsi I'ul­ ~~stanz~ sviluppato sul piano tima guerra oontadina della sto­ àdl organ~Zll!1Z1one . dt;}lo . St~to ria cinese e il primo tentative per poter r1flutars1 di divenire abortito di creazione di uno Stato un passed1mento colomale,, coI?e anticonfuciano e democratico. II nell <?~foce~to. accadde all India, movimento inizia nel 1848 e si cl?-~ l tmpertallsmo d1s~~la Ie sue protrae fino al 1865. Sotto certi pru profondE; contradd1z1on~. ~on aspetti esso puô considerarsi la !l caso la Cma moder~a . diviene versione cinese di un fenomeno il terreno _comu~e su cm _si affron; che non è sconosciuto alla storia ~ la. rivoluzicne nazionale, la della dominazione di classe del­ !1velu~10.ne socialista e la guerra l'E_uropa: il tentativo generoso lmpel'}al1sta . . . dei contadini di spezzare le bar­ .At>pare subito chiaro quanto sra dature di ferro del feudalesimo eimplessa la tratt~zione ~i ~ale agrario, al di fuori dell'appoggio argomento. _T~ttav1~ non e disa- delle classi rivoluzionarie urbane, gevole sudd1v1d_ere 11 gr!lnde ~~- quan~o ancora n~m è sorto il pro­ ca~1::name_nto di avvE:mmenti in Ietariato, Per la immaturità delle varie fasi, le seguenti: condizionj storiche, per il sostra­

to eroicamente rivoluzionario del suo programma, la rivolta dei Tai-ping puô essere paragonata alla guerra dei contadini tedeschi del . 1525, descritta da Engels in pagme indimenticabili. Ma per i

Esso va dal 1840 al 1900 e corn- contadlnl cinesi l'impresa è mol­ prende la prima (1840-1844) la to PIU ardua, perchè in Cina il seconda (185ï-1858) e la t~rza potere ~ello Stato ha raggiunto (~Sï-1860) guerra dell'oppio; la d: s~coh un.alto grade di COJ?Cen­ graiiaërivolta dei Tai-ping; la· tr ... zione ~ v~et?e esercitato da una guerr-a nippo-cinese e il saecheg- burccrazla ;l'lgidamen.te gerarchiz-, gio territoriale della Cina; il mo.: zatai s1cci:ie la sede del potere è vimento costituzionale-Iiberale di al di fuon delle campagne, è nel- Kang Yu-Wei le "cit~à dove si accampano le p , . . guarnigioni Manciù e risiedono i u? sernbraro <;h~ t~h avvern- gangli dell'apparato arnmini t _

me1;1ti siano messi msieme senza tivo. is ra ordinato legame; invece appare . , . . .. chiaro, se si bada alla loro so- d Pm_ fo~tun~h _dei C?nta_dm1 te­ stanza, che essi sono ferreamente esch1, 1 Ta1-pmg n_uscir~no. a collegati.- L'attacco militare che f~ndare uno Stato, 11 Ta1-pmg l'imperialismo impersonato al- Tien Kuo (Impero della grande l'epoca dall'l{ighilterra e dalla p~ospe~ità), che duro ben quindi­ Francia, sferra ripetutamente c~ anm (1851-!865) e~ ebbe a ca: contro la Cina per spezzarne la pitale., Nanchmo. V_mcen~o. sm corazza isolazionista, mira esclu- Mancm, esso avrebbe _antrc1pato sivamente a rimuovere un ostaco- di un secolo la fondaz1one dello lo che si oppone reazionariamen- Stato moderno , cinese; ma, pe:­ te al monopolio commerciale ca- dendo, contribm ugual~ente, ~1a pitalista. Una potenza storica in pure da lontano, ~lla d1ssoluz~o­ pieno sviluppo _ l'imperialismo ne della mon~tchia r~azionar1~. capitalista - che, per le inflessi- Ques~a, Pl:lr d1 sal".ars.1 dalla r1- bili leggi economiche che lo go- voluzmne mtema, s1 spm~e a<:1 ac­ vernano, tende ad allargare inces- ~ettar~,. dopo qual7hE: esitaz10ne, santemente i confini del mercato !l dec1s.1vo aJ?P!lggio. m_ d~naro e mondiale, non puà arre'starsi de- m arm~ degh 1mpenahst1 ang~o­ ferentemente ai tabù legali, con i frances1. Da allo:a âpJ?arve chia­ quali la dinastia Manciù crede di ram~nte 7he la nvoluz1one demo­ poter assicurare la chiusura dei cratica cmese avrebbe ~~tuto a: porti. L'Impero che aveva. bandi- vanzare alla sola cond1z10!1': d1 to l'oppio viene forzato dalle ar- combatt~re c<:mt_ro. la coahz10ne mi a riammetterne il consumo. feudale-~mperiahstica. La Cina, che non produce la mi II PE:TIO?O dell1;1 rottur!l de~ se­ cidiale droga, è costretta, a se- gregaz10msmo c11:ese ~1 , chmde guito di tre ferocissime guerre, con la guerra _mppo-cmese . del ad importarla dall'India in quan- 1894-1~95, stre1;nto~l!mE;nte vmt~ tità sempre crescenti e a permet- dal ~l!3~Pone, .1l _p1~ g1o~ane dei terne la libera vendita entro i band1~1 1mpena_hsti sces1 'a sac; confini dell'Impero, nonostante i chegg1are 1~ Cma .. La ~er~a e danni fisiologici che essa arreca una sox:ta d1 '.1tt!l d1 nasc1ta d1 un alla popolazione e nonostante la nuovo 1mper~a;1smo, che ~on af­ paurosa fuga all'es.tero dell'ar- fond~ le rad1c1 ,nella stona del­ gento. l'Occ1dente, ma e generato da un In tal modo la Cina diventa un capitalism<;> che ~ sor~o dal supe­

mercato coatto del capitàlismo oc- r:3mento nveluz1onano_ dellE: an­ cidentale, che non tarda a.ridurre bquate ~or;me prod}ltt1ve d1 un il paese allo stato di una colonia paese as1at1co. appficando un protezionismo all~ Il l~to positiva della pesante rovescia, per cui il governo cine sconfitta militare subita dalla Ci­ se non ha la facoltà di elevare i na è rappresentato appunto dalla dazi doganali sulle merci di im- dilpostrazione pratica della pos­ portazione al di sopra di un cer- sibilità di portar~ i paesi asiati­ to limite, che viene ftssato - ca- ci, corne ha fatto il Giappone, al so unico nella storia! - dagli livello t.ecnico degli odiati e in­ stessi esportatori stranieri a mez- vidiati paesi dell'Occidente. La zo dei loro governi. Cio natural- grande muraglia dei divieti le­ mente arreca un insuperabile im- gali, che doyevano proteggere il pedimento. allo sviluppo del ca- vecchio Celeste lmpëro dalla con­ pitalismo nazionale cinèse. In tal taminazione straniera, è ormai modo, il governo imperiale, ad defl.nitivamente crollata, se per­ onta delle reiterate sconfitte s~- sino un paese asiatico fino ad al­ bute in guerra, non puo fabbri- lora povero e arretrato ha potuto ~arsi le armi moderne con le qua- infischiarsene. Sarà . giocoforza li solo le sue armate potrebbero allora spiccare il grande salto resistere ai rapinatori stranieri, verso il livello storico degli Stati anzi è costretto a rivolgersi ad che straziano e divorano la Cina, essi per ottenere di che armare i oppure rassegnarsi. a restare un propri mercenari. prolungamento dell'imperialismo Le guerre dell'oppio, turbfil\do straniero. Tale dilemma è perfet­

l'equilibrio economico della Ciàn, tamente acquisito dalle correnti provocano profonde crisi sociali. della borghesia autoctona che si Ma lo Stato non è più in grado di è andata formando negli intersti­ preverurne le consegu.enze. per- zi lasciati liberi dal capitale fi-

• storico l '

. '

Alterna vicande dell' ,mpero unitario Questa formà di_ Stato, otiglnale fu condizione di tanto rifiorire.

quanta continua,. non si è mai dis- Tornati sul filone della tradi­ solta dal 221 priWut di Cri6trl ,IÜ zione nazionale, i Ming opposera 1911, ossia per verifUn secoli •. Vi al budddismo, dall'India pene­ aono state crisi ·dlilll'unità têrri- trato in Cina, il confucianesimo toriale sia per tnqJ)l~tanee Mtiis- corne religione nazionale, di cui ~oni interne trà dih-.tie con-et#- esaltarono l'insegname11to della renti, sia per vittoi;Ie delle valétl• subordinazione dell'individuo agli ghe di barbari irtv:l,~ ma së'm- ihteressi collettivi, e non contra­ pre alla fine la vitAlltà .Uasi afü. _starono una certa diffusione del male di questo paese fêîUœ e di t1tl11tianesimo, avendo aperte le questo popolo dall'imm~ for.ta· ~rte a commercianti corne a mis­ di lavore hanno fatto si 'èhe 'Ogni siônari di Europe.. inva5?re ve~ r~b!ltt~t-o dalle U))a .nuova f.Nlli! di conquist;t frontlere e che 1 umta d1 goVèl'nl'.> sti'atffêra dev, subire la Cina al­ fosse raggiun_ta colla ~ttoria ~i la cadul~ delJ.i ~ia dei Ming, un re~o o d1 un esere1~0 mèCUo nel 1644. Si ti~ dell'avvento orgamzzato, e che donunava ~- 4ella din&1>tia dfq l«anciù venu­ mi<:i esterni ed ~ru. assorben- ta.. dall'estremo nord~est (l~ Man­ dol1 nel suo superiore S1stema. ciuria è sulle rive del mare del A secoli di lotte atroci e di mi- Giappone). Ma i rozzi mancesi

seria e perflnp_ depopolazione se dettero luogo· ad un fenomeno di ne sono alternati altri di ripresa rapido assorbimento e di nû}netiz­ e di splendore. Nel VII, VIII e· zazione nella superiore civiltà IX secolo dopo Cristo la grande ainese, corne avveniva ai barbari

_ dinastia çiei Tang debella i due a contatto qegli imperi romano grandi Khanati turchi di Est e di e:i ellenico-bizantino. La dinastia Ovest, conquista il Turkestan e duro fi.no al nostro secolo e cosi ristabilisce la grande via carova- le sue forme militari; del resta niera della seta rompendo l'iso- tradizionali, in quanto le guarni­ lamento dall'Europa e dal mondo gioni erano tenute in abitati se­ occidentale, in cui erq._ in crisi lo parati da quelli èivili e in un cer­ impero bizantino, fronteggiando to senso avevano aspetti da eser­ nell_' Asia minore il potere del- cito di occupazione. Ma tutto il l'fslam. Dopo le glorie dei Sung tessufo sociale della popolazione intorno al mille, si formano ai si mantenne, secondo le tradizio­ màrgini regni barbari, .e· nei se- ni nazfonali, en1?:ro la ret~ di una coli XIII e oarte del XIV la Cina immensa burocrazia statale e di subisce una- c;linastia mongola dei un sistema fiscale complesso, Khan, Ma . coi famosi Ming. dal mentre la vitalità e la produtti- 1368 · al 1643, ·doiio una vera rivo- Yità in tutti i campi tecnici e cul­ luzione nazionale che abbatte i turali dèlie forme proprie ai po­ Khan mongoli, si apre un nuovo poli europei passava decisamente periodo aureo in cui le industrie oltre il rallentante tardo mondo ed i commerci grandeggiano. a cinese. Dinanzi alle diavolerie de­ completare la fondamentale eco- gli emissari del capitalismo di nomia terriera della ricca Cina, ovest questo. mondo, cosi fecondo jl Catai 'di ,cui gli sbalorditi viag- e ricco di antiche manifestazioni, giatori · europei dovran'1o favoleg- si chi use in se stesso, e parve co­ giare nei loro resoconti. Costume me voler rientrare nell'ombra, pubblico, cultura; sapienza, ar- mentre la grande maggioranza te raggiungono vertici che· nei dei lavoratori agricoli continuava loro rhonumenti di ogni specie nella sofferenza millenaria a sop­ nulla hanno da invidiare alla ri- portare il grave peso di una socie­ nascenza europea degli stessi se- tà condotta da classi raffinate e coli, e di fronte ai quali la cul- colte, pigre e parassite. tura occidentale. borghese, salvo rare eccezioni, non professa che una crassa ignoranza. N ella vita sociale sono forme capitalistiche nel senso non ignobile che si delineano per forza ·spontanea. Un'ind~st1:'Ü~ , ch~ raggiunge alte produz10m per 11 consuma inter­ no corne per la esportazione offre ma?utatti di, inestimabile pregio art1stico: cos1 per i tessuti di seta famosi nel mondo e per la in­ comparabile arte ceramica e per le porcellane artistiche che sono di gran lunga più preziose dei migliori prodotti europei. Le arti meccaniche erano avanzatissime, corne prima testimonia lo stesso Marco Polo che scioglie ver1 m­ ni alla civiltà e raffinatezza ·cine­ se. '1.i queJ. tempo. Come vi ·è una economia industriale con una classe elevata e colta di padroni di manifatture (;:OSi immenso $Y.U~Po ha il ~ommercio inter: no, fayorito dai canali perfettl che cQne,gaoo i gràndi fiumi; _e uno svlluppatissimo commerc10

. con 1'estero fino all'Africa impie- ga una vera fiorente navigazione oceanica. · Letteratura; poesia, arte, tea­

tro, dramma, architettura pub­ blica; in tutti i campi q~sto pe­ riodo lascià orme smaglianti. E, dopo una prima fase in cui i Ming; liberata la Cina, tentarono di assoggettare i Khanati mongo­ li, uscendo in forze oltre la Mu­ raglia, ma riportando alcune gra­ vi sconfitte che tagliarono la via al sogrio di uno Stato, panasiati­ co, che aggiungesse al Celeste lm­ pero quello, che aveva premuto sulla stessa Europa, di Gengis~ Khan e di Tamerlano, turco­ mongolico il primo, islamico il secondo la dinastia famosa assi­ curà pe~ la prima volta al paese 'un lungo intervallo di pace, che

l

Fine storica dellïsotazionismo

• c1nase Se la grande stabilîtà delle co­

struzioni storiche è una costante inderogabile dell'evoluzione so­ ciale cinese, conseguentemente lungo e schiacciante deve essere lo sforzo rinnovatore tendente a creare nuove· forme sociali. Per­ chè le forze rivoluzionarie, ~r­ minanti nella · decrepita società agrario - burocratica, riuscissero finalmente a soverchiare la resi­ stenzâ appœta dal campo della conservazione, è occorso un lavo­ ro. tit~co · cbe· copre un secolo

I teati della sinistra

Sono uscite, in bella edizione al cielostile: - Partito e Classe - Il principio

democratico (1922), L. 200. .,- Il Traceiato d'lmpostazione

(1'46), L. 200. - JI rovesciamento della prassi

- Partito rivoluzionario e azio- ne economica (1951), L. 100.

Richiedeteli versando l'importo poù le spese di spedizione sui conto corrente postale 3.14440 in­ testato· a « Il Programma Comu­ nista >, Cafttla t9Z - MilatlO.

tJ ' Guerra deH' oppio a rivolta dei T ai-Ping

(Sceppio della rivoluzione barghase) .

2) La prima rinluzill)J (191-1912) E' un oeriodo che comincia con

la rivoltà dei Boxers· (1900). Da questo momento il movimento ri­ voluzionario cinese assume pie­ namentè il duplice compito del sovvertimento sociale interno e della · lotta nazionale contro la soggezione straniera. E'' nel pri­ mo decennio del secolo che si ve~ rifièa un ·considerevole incremen­ to delle forme capitalistiche, con conseguente sviluppo delle classi sociali proprie della società capi­ talistica: la borghesia e il prole­ tariato. Per la prima volta sor­ gono organizzazioni politiche mo­ dellate sui partiti occidentali, co­ rne la Lega rivoluzionaria di Sun Yat-sen. Ma la rivoluzione anti­ monarchica del 1911, che pure riuscirà a buttar giù dal trono imperiale la dinastia Manciù, e a fondare la repu.bblica con Sun Yat-sen presidente, non potrà impedire che la casta dei gene­ rali, lasciàta in eredità dallo spe­ ciale ordinamento militare dei M;anciù, si impossessi del potere I SJ e spezzi in varie satrapie milita- ri. quell'unità dello Stato cinese che bene o male la ., monarchia ailtocratica aveva saputo difen­ dere e perpetuare. N ecessaria­ men te il rinnovamento sociale del paese viene ad essere soffo­ cato sul nascere. Si tratta, in so­ stanza, di una rivoluzione incom­ piu,ta, e altre se ne dovranno ve­ rificare: Da questo punto il mo­ vimento rivoluzionario seguirà corne una serie 'di linee spezzate. La riyoluzione, che irresistibil­ mente tende a fuoruscire dal sot­ tosuolo sociale, esploderà alla su­ perficie, ma ogni volta ad una entusiasmante vittoria seguirà una precipitosa ;ritirata. Tuttavia è questa un.a ,delle quattro ri­ voluzioni democratiche orientali che per Lenin preludono alla pri­ ma guerra mondiale· e al risve-· glio dell'Ori.ente (Cina, Turchiit; Persia, Russia 1905).

Requiescant • 1n -pacem

• Il PC americano, dopo di aver perduto Howard Fast (che, fra ~ rentesi, è stato a lungo un ubbidien­ te servitore del Cremlino e se ne è andato non già perchè reagisse co­ rne militante rivoluzionario all'ultra­ riformismo del suo partito, ma per­ chè questo non aveva avuto il co­ raggio di andare anche formalmcn­ te alle estreme conseguenze del sùo riformismo) ha liquidato ·s. M. Wil­ liam Z. Foster, da decenni imperan­ te corne braccio destro statuniterise del regime di Mosca. Dicono che fosse ancora « staliniano »: chi lo caccia è, in ogni casà, più a destra di lui -· che è tutto dire. • L'ultima edizione dell'Enciclope­ dia Sovietica ha ridotto a 6 ·pagine e 1 figura le 45 e 13 fotografie dedi­ cate precedentemente a Stalin. Ef­ fetto della silenziosa purga: gli ac­ cademici, in Russia corne dovunque, hanno legato e legano il carro dove vuole il padrone. Ieri negarono che esistesse an « testamento di Lenin »; ora la citano contro il defunto Jo­ siph che. ordinava loro di tacerne. Peggio il mQrto a il vivo? Per la stessa ragione, r« Unità »

del 5-3, ricorda la morte di Stalin (per la· quale, ai tempi, non basta­ vana 6 pagine di giornale), fra le « ricarrenze », accant~ aila _procla­ maziane dello Statuta albertino, con le parole: « 1953. Muore a Mosca Giuseppe Stalin ». Punta e basta: i gonzi che hanno creduto nel « pa­ dre dei popoli » e nel te più gran genio dell'umanità », leggono e van­ na a dormire. ' ' Non fiori e non apere di pene, nè a favote dei silurati, nè a favore dei siluranti, brutti arnesi gli uni e gli altri di madama controi:_ivolu~ zione.

,,

E' il periodo della dominazione dei « Signori della Guerra >), ge. nerali di professione che si di­ sputano ferocemente il potere, la­ sciandosi comprare- dalle diverse potenze imperialiste concorrenti. Come tutte ]e·epoche di controri­ voluzione, la reazione militarista è « maestra » di rivoluzione. Le forze sconfitte del campo rivolu­ zionario rivedono i loro errori e migliorano la loro preparazionê.

La ripresa rivoluzienaria (1919-1925)

Si tratta di un Periodo oltre­ modo interessante -perchè si in­ tersecano in esso Je conseguenze di due orocessi storici di enorme portata: la involuzione incipiente della Internazionale Comunista, che . sta deragliando dai binari dell'originario programma, e .la presa di· coscienza delle finalità di classe da parte della borghesia cinese. Tali fenomeni, corne pro­ veranno gli avvenimenti, stanno tra di loro corne in una relazione di causa ad effetto. lnfatti, sarà la completa degenerazione delle direttive politiche in materia na­ zionale e coloniale, che erano state approvate al II Congresso deirlnternazionale (luglio-agosto 1920), a incanalare su una strada sbagliata il movimento dei conta­ dini e degli operai controllati dal Partito Comunista cinese e · a permettere al Kuomintang _di o­ perare impu.nemente la rottura dell'alleanza col PCC, alleanza che appunto alla fine di tale pe­ riodo viene ricercata e attuata.

Seria della 1uarra ciwilf illlru

La prima anrra civile · rivoluzionaria (1925-1921) Essa inizia con la formazione

di un governo nazional-popolare cui partecipano il PCC e il KMT;' e la spedizione, contra il blocco del Nord militarista, dell'esercito nazionale rivoluzionario, che muove dalla sua base centrale nel Kwang-tung (la provincia dove sorge Canton). Nell'aprile del 1927 la spedizion.e si conclu­ de vittori0samt?nte per i sudisti con la conquista di Nanchino; ma suoito dopo il KMT lancia le sue forze contra l'alleato comu­ nista, provocando i mostruosi massacri di.contadini nelle cam­ pagne e di proletari nei grossi centri urbani di Scianghai, Wu­ han, Canton. La storiografia staliniana defi­

nisce tradizionalmente questa drammatica svolta della prima guerra civile cinese corne il «tra­ dimento " di Ciang Kai Scek. Ma se le parole si riattaccano al con­ tenuto di classe degli•avvenimen­ ti, si vede che, se di « tradimen­ to » si vuole discorrere, di esso certamente non andavano ·accu­ sati gli sgherri del Kuomintang, i quali avevano imposto àl Parti­ ta Comunista cinese, una cui ala sinistra vi si era invano opposta, di sacrificare totalmente il pro­ gramma della « doppia rivoluzio­ ne "• quale era stato perseguito da Marx e Engels nel 1848 in Germania e vittoriosamente at­ tuato da Lenin nel 1917 in Russia .. Catastrofe peggiore di quella

t,eguita a1 rovesciamento del fron­ te del KMT non poteva aversi, perchè la cancellazione della pos­ sibilità di una rivoluzione socia­ Usta e il sacrificio di migliaia di proletari non furono com­ pesati dalla vittoria d.ella rivo­ \uzione democratica. Infatti, an­ \:he la guerra civile tra Nord e SOd rimase nel novero delle ri­ voluzioni incompiute, in quanto

· il regime na~ionalista del Kuomintang, pur di combattere la minaccia rappresentata dalla guerra partigiana intrapresa dal PCC, si darà ad una politica e­ quïvoca di patteggiamenti con la teazione fondiaria Jntern~ e l'im­ \)el'ialismo stranierp.

&) li secada lllffl ci,il1. 11 conflitle tn il PCC a il Ill

(l9!T-193T) E' il periodo che vede il Kuo- .

/nitang trasformato in sostegno del potere legale, succeduto alla dominazione dei militaristi, men~ tre il P. comunista viene spozlia­ to di ogni riconoscimento ·1egale. Inizia cosi la lotta armata tra na-

IL PROGRAMMA COMUNISTA

Essi sostengono che non è lecito paragonare il periodo apertosi per le colonie ne! 1905 col periodo 1789- 1871, perché questo si svolse nelle condiztonj storiche date da! predo­ minio del feudalismo, mentre l'altro si svo]ge allepoca dell'imperialismo. Ma, quando Lenin « apre » il perio­ do delle rivoluzioni democratiche borghesi in Asia, e lo paragona al trascorso periodo delle rivoluzioni democratiche borghesi in Europa occidentale - e lo paragona ap­ punto perché applica aile rivoluzio­ ni asiatiche lo stesso programma che Marx ed Engels applicarono aile ri­ voluzioni europee fmo al 1871 -, quando Lenin stabilisce tale para­ gone, l'imperialismo si è già mani îe, stato in p ierio, E', infatti, alla fine del secolo XIX. specie dopa la guer­ ra ispano-americana (1898) e quella dei Boeri (1899-1902) che nella let­ teratura economica e politica si co­ mincia a par lare di « imperialismo », corne lo stesso Lenin ricorda al li ni­ zio del sua saggio sull'« Imperiali­ smo ». Ebbene, ciô non gli impedi­ sce · affatto di dichiararsi ·certo che il 1905, anno della rivoluzione russa abbia aperto un nuovo periodo sto­ rico nell'Europa orientale, nei Bal­ cani, in Asia: il periodo delle rivo­ luzioni democratiche. La constata­ zione che il capitelismo è entrato nella fase Jmperialistica non gli im­ pedisce di proclamare che il princi­ pio dell'autodecisione delle nazioni non più valido per l'Europa occi­ dentale (oggi non più valida nem­ meno per l'Europa orientale e i Balcani) deve essere incluso ne! programma dei marxisti operanti nei paesi che attraversano il perio­ do rivoluzionario iniziato ne! 1905.

N !! la guerra mondiale che di Il a qualche mese inâammô i conti­ nenti, venendo a fornire la prova sciacciante dellenorme potenza rag­ giunta in pochi, anni dallïmperiali­ srno, indusse Lenin a cambi are le sue posizion; sulla ·questione nazio­ nale e coloniale, ·Il perche è chiaro. Il scrgere del.l'imper ial ismo non so­ lo non aveva mod iûcato la legge del. lo .sviluppo ineguale, del capitali­ smo, ma ne aveva enormemente aggr avato g li efîett] esasperando la accumulazione del capitale nei pae­ si sviluppati, e quindi approfonden­ do le ineguaglianze tra metropoli e colonie. L'esplcdere delle contraddi­ zioni impertaltsttche ag gr avava le condizioni .dei paesi arretrati, bloc- 1, candone lo sviluppo. Se qualcosa là imperialismo insegriava ai popoli dei paesi arretrati era che il movi­ mento naziona]e tendente ad otte­ nere la separazione delle nazioni oppresse dag li imperi coloniali e a fondare lo Stato nazionale, poteva ragg\ungere i suoi obiettivi solo at­ traverse una lotta dura e sanguino­ so, attraverso la lotta rivoluziona- ria. ,E i marxisti non potevano Igno,

capitalismo. Se, scusahdovi d'im- todecisione nei programmi dei so- rare ciô. · partire la lezioncina, obiettate che cia.listi dell'Eur?pa, occ~d~ntale, si- Neppure· la rivoluzione d'Ottobre un'epoca storica prende nome, e gmfica non caprre 1 abbici del mar- e la conquista della dittatura in giùsta~~nt~ (almeno P:r noial~ri xismo ». . . . Russia, avvenimenti che aprivano mater ialisti ), da! modo di produzlo- Per quanto ci rrguarda, nor non l'epoca delle rivoluzioni socialiste ne dominante, ma tale dominio non ci sognamo neppure di includere nel XX secolo inducevano Lenin esclude la sopravvivenza massicia nel nostro programma, cioè nel pro-· a modificare il programma marxista di modi di produzione più antichi, gramma di una sezione del movi- per le colonie, corne dimostrano i non riuscirete a cavarvela: è gente mento comunista internazionale che primj congressi della IIl Internazio­ che non sente ragioni. lavora nell'Europa continentale, il nale, che dovremo in seguito sotto- Ma noi, pur tenendo canto della principio dell'autodecisione. Fin dal porre ad attenta esame. E dovremo

diversità esistenti e badando soprat- 1871, lo sappiamo con Marx e Lenin, provare coi fatti corne l'odierna Ir­ tutto alle condizioni generali (ten- l'Europa continentale , ha chiuso il reparabile degenerazione dei partiti denza a creare uno Stato nazionale, periodo delle rivoluzioni borghesi. cornurristi !egati a Mosca, che nelle un mercato interna, ecc), continue- Cio significa, per riprendere il con- colonie e nei paesi arretrati si sono remo a « paragonare » le rivoluzioni cetto dianzi accennato, che il pro- trasformati in autentici partitt ra­ afro-asiatiche aile rivoluzioni del- letariato dell'Europa continentale è dicali borghesi, è l'effetto non già - l'Europa continentale. Lo faremo uscito da quasi cent'anni da! periodo corne qualcuno pretende - dell'ap­ preoccupandoci, corne insegna Le- inferiore della sua esistenza politi- plicazione delle tesi nazionali e co­ nin, di « non perdere d'occhio i po- ca; qurndi. il solo partita rivoluzio- loniali dèll'Internazionale,. ma, al tenti fattori economici » che sono nario pensabile o·ggi in Europa è ;I contrario, dell'applicazione di un alla base delle r ivoluzioni dei due partita di classe del proletariato, e programma e di una tattica_ che, sep­ periodi, sebbene dist-anziati da un il suo unico compito è di condurre pure formalmente si rich~amava~o largo intervallo di tempo. Avendo una rivoluzione socialista a conqui- ai deliberati dell'Irtternaz1onale, m Iatto , diventare » adulte, anxi V~ """ ir potere. (sol!' ne fndiv>no la '"''""'"· chio decrepito (nel senso della svl- Ma qual'è la condizione del pro-T Chi _ritiene . che l'l.nternazionale luppo capitalista) tutto il mondo; letariato dei paesi asiatici e africa- omumsta -~bb1a sbaghato ela~oran­ avendo fatto crescere mir~colos.a~ ni? Vediamo anzitutto a quale li- ? un doppio P:ogramma. per 1~ II?o­ mente il capita!ismo primordiale dei vello storico essi si trovavano quan- /v1~ento comumsta II?o~diale.' d.1stm­ paesi arretrati al capitalismo nella do Lenin scriveva, cioè nel 1914: . lguen.do tra mE:tropoh 1~pen?IIste ~ fase imperialistica; avendo « decre- , . . _ paesi arretratI, deve dtr chiaro di tata » che il proletariato di tutti i « N:11 Europa <?rient~le .e m Asia. essere convinto che il leninismo ha paesi del monda si eonsidera arrl- 1~ per iodo del~e r1vol~z1<?DI democra- fatto fallimento. Lo faccia, e non se· vato al pertodo « superiore » della hche borghesi ~ com~nc1.at.o soltan.to ne parlerebbe più. Quanta a noi, sua esistenza politica, i nostri cri- ~el l90~. L~ rivoluz!om. m ~ussif' _el!~ qu;stione ?E:l diritto delle na­ tici hanno ragione di pretendere che m Persia ', m Tur~hia, m Cma, e ioru al! autodecisione, restiamo con venga negato il K diritto all'autode- l!Uer.re dei ~alca~n: ecc<? 1~ catena a III Internazionale leninista, per­ cisione li alle nazioni d'Asia e di degh avyemmenh mondiah ~el no- chè siamo convinti che il periodo Africa. Ma noi rispondiamo con le stro_ pertodo nel nost~o « Ori~nte »: apertosi ne! 1905 resta tuttora in-

. Ed m questa catena di avvemmenb clus n · · · parole di Lenm alla -Luxemburg . d -1 · con ° ei paest arretrati del- h t bi . . marxisti solo un creco puô non ve ere 1 rt- I'Asia e dell'Africa

(c e. appun ° _iasimava 1 sveglio di tutta una serie (sottoli- · russi per aver,e 1~s~rito nel 1:°~0 pro- neato dall'autore) di movimenti na- gramma il:J?rmcipio del.« dirttto al- zionali democtatici borghesi, di ten­ la aut?dec1s10ne »), p~r l esatta corn- denze a creare degli Stati naztonali prensione delle quah occorre tener indipendenti ed omogen.ei. E preci­ prese~te che Rosa Luxe~bur_g ave- samente e solamente per il fatto che va obiettato che tale prmci~no n~~ la Russia, insieme con i paesi vicini. figurava nel programma dei part~h attraversa questo periodo. occorre socialisti occidentali, mentre Lem~ includere nel nostro programma un risponde che è giusto che non vr articolo sui diritfo delle nazioni al­ sia perchè la questione nazionale è l'autodecisione li. risolta da gran tempo in Europa oc- Nel 1914 cioè in un momento in cidentale, mentre è giusto _che si~ cui i movi~enti nazionali -nelle co­ introdotto nei programm1 de~ marx'.- Ionie erano ancora allo stato laten­ sti operariti nei paesi dove ~l movi- te, Lenin prevedeva sicuramente il mento nazionale è ancora · m atto: « risveglio • del!'Asia. Oggigiorno

« NeU'Europa occidentale, contt- i marxisti da strapazzo, mentre a­ nentale, il periodo delle rivoluzioni vrebbero la fortuna di vedere coi democratiche borghesi abbraccia un· propri occhi corne il movimento ri­ intervallo di tempo abbastanza pre- voluzionario nazionale è esploso, ciso che va, approssimativamente, non solo in Asia, ma anche in Afri­ dal '1789 al 1871. Questo periodo fu ca - continente che Lenin riteneva precisamente quello dei movimenti nel 1914 ancora fuori dal periodo nazionali e della formazione di Sta- delle rivo]uzioni nazionali dernocra, ti nazionali. Alla fine di questo pe- tiche borghesi - non sanno fare al­ riodo, l'Europa occidentale si era tro che rimasticare, in forma peg­ trasformata in un sistema compiuto giorata, le accuse masse a sua tem­ di Stati borghesi e - in regola ge- po ai Jeninisti, e, non potendo nega­ nerale - nazionalmente omogenei. re i fatti,- si cavano dïmpaccio con­ Percjo, cercare oggi il diritto di au- fondendo le carte.

Le ·lotte di classe e di mOndo dei popoli non

Stati nel bianchi

zionalisti e comunisti che durerà fino allo scoppio della guerra tra Cina e Giappone (luglio 1937). Ma l'aperto conflitto col KMT

non vale certo a riportare il PCC sulla Piattaforma del II congres­ so dell'I. C. Anzi, in concomitan­ za con lo sviluppo della politica ~ello Stato russo, che muove de­ cisamente verso il definitivo s~hiacciamento del bolscevismo, la sinistra del PCC viene comple­ tamente battuta e la direzione del partito viene assunta dalla corrente di Mao-Tse-dun (1934), la stessa che, a vittoria ottenuta contro il KMT, dovrà instaurare in Cina la Repubblica popolare

E' ùscito in opuscolo di 156 pa­ gine, al prezzo di L. 500, il

DIA.LOGA..TO OOI JIOBTI

(Il li Ooagreuo de~ P. Cl. lasso) Esso contiene, oltre aile sei pun­

tate già uscite sui giornale - con notevoli ampliamenti - un prospet­ to statistico sui tassi d'incremento della produzione nei diversi Paesi e in diversi periodi, e i tre Com­ plementr: a) Ripiegamento e tra­ monto della rivoluzione bolscevica; b) La mentita opposizione trà le forme sociali russe ed occidentah; c) Il sistema socialista alla Fiat? In queste pagine la corrente del­

la II sinistra cemunista italiana », opposizione tattica fino al 1926 nel la Internazionale di Mosca, poi in rottura totale con lo stalinismo al Ieato agli imperialismi intèrnazio­ na li, e con la sua filiazione italiana demopopolare e ciellenista, dà del cosiddetto « nuovo corso » russo questa valutazione: ben più, ben peggio di Stalin, volgere di terga al marxismo e alla rivoluzione cli Lenin • collaborazione effettiva con l'accidente nella conservazione del­ la comune struttura capitalistica. L'opuscolo è acquistabile versan­

do l'importa di cui sopra sui canto corrente postale 3/4440, intestato a: « Il Programma Comunista », Casel­ la Postale 962 - Milano. ·

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fondata sul blocco delle « quattro classi "· Ritirandosi dinanzi alle forze

di Ciang-Kai-scek, le « armate rosse " daranno vita alle cosid­ dette « regioni sovietiche "• vere sacche militari territorT'ali, nelle province del Kiangsi (Cina sud­ orientale) e dell'Hu-nan e dello Hu-pen. Ma fin dal 1935 la dire­ zione del PCC sostituisce la pa­ rola d'ordine di una repubblica di operai e di contadini quale governo della Cina, dopo la vitto­ riç1, con quella della Repubblica popolare, con la borghesia « na­ zionale » corne una delle classi a­ vente una parte nella vita legale del paese. E' durante questo periodo che

le- « armate rosse », per sfuggire alle « campagne di annientamen­ to » sferrate da Ciang, abbando­ nano le loro basi nelle province del Kiang-si e del Fu-kien e si trasferiscono, mediante una mar­ cia di 10.000 chilometri, nello Scen-si (Cina nord-occidentale), descrivendo una immensa curva da sud verso i'estremo nord-ovest (Lunga Ma~cia)_

J) Gli anni dalla rinnHata callaborazione ',tra PCC e 1111

nella guerra antiaiapp~esa . (1937-1945)

. Dopo l'attaccô giapponese alla Manciuria e la costituzione del Manciu-kuè> (1932-33), il PCC rin­ nova i suoi appelli per la crea­ zione di un fronte unico-antigiap­ ponese, ma il KMT li ignm;a, anzi raddoppia gli attacchi alle truppe comuniste. Ma dopo lo scoppio del conflitto nippo-cinese il KMT,

per evitare il completo disfaci­ mento a cui lo spingono le scon­ fltte inferte dai giapponesi, è co­ stretfo ad addivenire ad un ac­ cordo col PCG. per la condotta di operazioni cohmni contro rag­ gressore. All'indomani del 7 lu­ glio 1937, inizio dell'attacco giap­ ponese, l'Esercito rosso cambiava la propria denominazione in E­ sercito rivoluzionario nazionale, sanzionando cosi, anche sul ter­ reno dei simboli e delle forme e­ steriori, il definitivo passaggio ad un programma puramente nazio­ nale e democratico. Da parte sua, il KMT riconosceva la legalità del PCC (22-23 settembre)_ A so­ lennizzare la rappaciflcazione tra i tradi:1;ionali avversari, giungeva il plauso di Mosca nella forma di ,un trattato di non-aggressione cino-sovietico. Ma mentre il PCC si mantiene

fedele agli accordi assunti col KMT, questi, conducendo una po­ litica di doppio gioco, cerca ac­ cordi segreti colGiappone e nello stesso tempo tenta di ridurre la potenza dei comunisti. Per rag­ giungere tali obbiettivi, il KMr non esita a sferrare delle vere of­ fensive contro le truppe comuni­ ste, qualche volta agendo addirit­ tura in collegamento con le trup­ pe giapponesi, ( 1939, 1940, 1941). Solo dopo Pearl Harbour (1941) Ciang-Kai-scek dichiara guerra al Giappone. La collaborazione tra il PCC e il KMT viene di fatto a cessare, fin dal 1941. Ma, persi­ stendo ostinatamente nella sua politÎca di lealismo, il PCC, men­ tre dura la grande offensiva giapponese in Cina del 1944, ri­ propone la collaborazione milita­ re e politica fra i due partiti. Alla resa del Giappone, nell'a­

gosto 1945, col cohseguente sgom­ bero della Cina, seguono trattati­ ve tra il PCC e il KMT, per l'in-

termediario degli americani, e nell'ottobre un comunicato co­ mune di Mao Tse-dun e di Ciang­ Kai-scek sancisce l'accordo. ·

8) La terza guerra civile e la fondazione della Repubblica

papolare (19'6-1949) Il periodo si apre con una of­

fensiva di Ciang Kai-scek (luglio 1946) che ottiene un successo ini­ ziale, rius·cendo a ricacciare· i co­ munisti persino dalla loro capi­ tale Ye-nan nello Scen-si (Cina nord-occidentale). Ma a comin­ ciare dal marzo dell'anno succes­ sivo, il KMT è ridotto alla difen­ siva nello Shan-tung e nello Shen-si settentrionale. Nell'esta­ te le truppe dell'Esercito popola­ re passano il Fiume Gialla e rom­ pono il sistema difensivo del KMT, portandosi sullà linea del' Fiume Azzurro. Il 30 ottobre 1948 viene conquistata Mukden .. Nel 1949 tutta la Cina del Nord è sgomberata dal KMT; nell'aprile, l'esercito popolare varca il Fiu­ me Azzurro, mentre il KMT tra­ sferisce la capitale a Canton.

21-30 settembre. La Confereriza politica consultiva del popolo ci­ nese proclama, a Pekino,. la Re­ pubblica.

Ciang Kai-scek deve fuggire a Formosa sotto la protezione ame- ricana. Nel 1950 scoppia (giugno) la

guerra di Corea . La misura della totale degene­

razione, prima della rivoluzione russa, e quindi della rivoluzione cinese, sta nel fatto che questa guerra, corne ·.a suo tempo preve­ demmo, si concluse senza dar luo­ go nè ad un c,anflitto mondiale, nè ad una rivoluzione sociale.

T eoria e pratica nella questione coloniale eremmo il « collaborazionismo »

della grande borghesia: tende non già ad allearsi con essa, ma ad im­ pedire che si allei col potere rea­ ionarb; e a tal fine non ha altro ezzo che quelle di spingere i par­

iti rivoluzionari della piccola bor­ 'ghesia e dei contadini alla latta ar­ mata contra il potere f!\udale, paral­ lelamente - nelle colonie - alla lotta che il proletariato della metrO­ poli combatte contra la sua bor­ ghesia. -Il quesito che si pane, trattando ei problemi sollevati dalla odier­ a latta nelle colonie, è dunque se l proletariato indigeno si trovà ne! periodo inferiore della sua esistenza politica, oppure in quello superiore; in altri termini, se ha dinanzi a sè la rlvoluzione nazionale o la· rivo­ luzhne socialista. So1o cosl si pu.-, stabilire quale programma i comu­ nisti debbano perseguire nei paesi arretrati.

I due perlodl dl. Lenla Quella strana genia che bolla di

« stalinismo » le nostre pos1z10.ni sulla questione coloniale commette proprio lei, il più « staliniano » d~ gli errori confondendo grossolana­ mente le epoche storiche. Basti pen­ sare corne Stalin abbia « confuso » per oltre vent'anni il capitalismo di Stato col socialismo. Ebbene, pro­ prio costoro ci accusano di parago­ nare a torto le rivoluzioni nazionali europee del 1789-1871 con le rivolu­ zioni nazionali afro-asiatiche dei giorni ·nostri. Essi dicono: « All'epoca delle ri­

voluzioni europee dominavano il feudalism.o e l'assolutismo. All'epo­ ca delle ·rivoluzioni nazionali afro­ asiatiche chi domina nel mondo è l'imperialismo » .. E, fin qui, nulla ci sarebbe da obiettarè, se essi non mostrassero di essere convinti che il feudalismo, o per meglio dire il pre­ capitalismo, sia scomparso in tutto il monda, per cui l'epoca dellïmpe­ rialismo diviene, • nella loro scatola cranica, l'epoca in cui tutt"o l'orbe terracqueo è • capitaliste.. Cioè, essi confondon'.> quella che si potrebbe definire i, l'età della storia universà­ le », data appunto dal capitalismo, con « l'età delle nazioni ». Per loro non conta un bel nulla che, ponia­ mo, il Pakistan, l'Iran o il Congo ab­ biano un'età s"torica assai inferiore all'età media dei •grandissimi Stati capitalisti di Europa e di America. Per loro, tutto era schiavista nel mondo all 'epoca dello schiavismo, tutto feudale all'epoca del feudali­ smo, tutto capitalista all'epoca del

1èontinuaz. dalla 1.a pag.J

Un ·Darx. su mtsura (continuae: dalla 1.a pag_)

del progressa, nel 1853· dei pionieri corne ne! 1953 deaii Eisenhower o dei Truman. Marx, nel « Manifesta », elepa un inno alla borghesia distrut­ trice delle aree chiuse della vecchia società feudale e, per cià stesso, contra agni sua intenzion.e e volon­ tà, creatrice . dei propri becchini; dunque, ne!- raaionamento di costo­ ro, eali leva un inno all'ente meta­ fisico « borghesia» portatrice in eter­ no dei « valori umani ». Marx la elogia perchè, sviluppandosi, si sca­ va la fossa; dunque, per costoro, la esalta perchè si eleva un piedistallo eterno! E, perchè noi posteri impariamo

ad ess·ere eternamente· grati al regi­ me borghese, ci propinano questa

geniale prospettiva storica: « Il Tri­ bune forni a Marx non soltanto i mezzi di sussistenza, ma anche la possibilità di elaborare in forma sperimentale idee agitatorie nel pe­ riodo più creativo della sua vita. Se non ci fosse stato il Tribune a so­ stenerlo, puà darsi - chi puà dir­ lo? - che non fosse uscito Il Capl­ tale. E senza Il Capitale, ci sarebbe­ ro stati un Lenin e uno Stalin, di­ scepoli [Stalin, naturalmente, per costoro è un marxista!] di tanto màestro? E senza i marxisti Len in e Stalin, ci sarebbe stata, a sua vol­ ta ... ? Ma qui è meglio sospendere il discorso. La storia -·· conclude Hale - procede a volte ver vie miste- riose ». Già, appunto: misteriose. La « tal­

pa dell.a rivoluzione » si serve del trionfo capitalista per preparargli la disfatta: genera dal suo seno la classe proletaria, è costretta bene o male a nutrirla, e quindi genera e si nutre in seno il «serpe» che (non c'è riconoscenza a questo mondo!) ucciderà la madre. Genera e nutre (male) Marx e Lenin, che potevano chiamarsi in tutt'altro modo e non scrivere nulla senza che, per questo, il moto proletario fosse condanna­ to a non scoppiare. ,Forse che il ca­ pitalista non paga l'operaio che do­ mani n:icrocierà le bra.F<:tll? Lo fa, forse, per bonti\ d'an~nici;o per dab­ .benaggine? Lo fa p!irch1 non puà fare altnmenti. Se ne conclude che, se non ·ci fosse stato Greely a pa­ gare gli articoli di un nominato Marx - articoli che agÉmdo corne pungolo sulla torpÎda borghe­ sia post-rivoluzionaria perchè non si arrestasse nel creare le condizio­ ni della burrasca rivoluzionaria, le riscaldavano in seno il germe già presente della su.a dissoluzione -,. ce ne sarebbe stato un altro, cosl corne sè, putacaso, il nominato Marx fosse morto giàvane, un'altra penna ne avrebbe preso il posta a registra­ re la voce inarticolata della tempe­ sta proletaria. La borghesia paga la forza di lavoto: non puà distingue­ re se questa le lustrerà vita natu­ ral -d:urante le scarpe (corne gli scrit­ tori dei settimanoli a rotocalco) o procederà a togliergliele par sem­ pre. E.' di questo - solo di questo - che le siamo grati!

Record dell' "D. S. Steel"

L'« U.S. Steel» (cioè Ïl più gran­ de comp!esso siderurgico mondiale, tanto che potrebbe da solo eguaglia­ re la produzione di acciaio dell'in­ tera U.R.S.S_ lavorando a tre turni), ha realizzato un fatturato, ne! 1957, di 4.413 milioni di dollari (1956, 4.228 milioni), con un utile netto di 419 milioni, pari al'9,7 % del fattu­ rato (1956, 8,2 % ). Pur avendo realizzato 7,33 dollari

all'anno per azione (6,01 dollari nel 1956) il Consiglio .di Amministrazio­ ne ha deliberato di mantenet~ u• dividendo trimestrale di 0,75 dollari.

Perchi la.nastn stampa ,ita MILANO: Tonino- 1000, Mario 300;

LUINO: una studentessa 2000 Vin­ cenzo e Vincenzina 5000, Carlo' 2000; TORINO: il solito « vecchio li Gi­ lodi ricordando Perrone e Chille­ mi 1000; PIOVEN,E R.: il gruppo 1500; S. MARIA: raccolte alla riu­ nione 1000; FIRENZE: Toto 500; CASALE: Bec Baia del Re 40 ci vedremo ad Asti 20, Caffè M~gol 340, calcestruzzo 50, W Marchino 100, Zavattaro 600, fra compagni 290, ristorante Paradiso 260, Cappa Mario 500, Felice 100; GUASTAL­ LA: Umberto 500, TREBBO: i com­ pagni 900; GRUPPO W: 2575; MI­ LANO: milanesi al lago 2500; RO­ MA: Alfonso 5000. Per i Testi della Sinistra: i com­

pagni di Casale 2000; TORINO: Bo­ gino 400, Zuccarelli 300, Varesio 300, Ernesto 500; FORLI': Nereo 100.0; Gastone 1000; NAPOLI: Livia 1000; FIRENZE: Toto 3000; TREBBO: due compagni 2000; ROMA: Alfonso 15.000; TORRE ANN.: Pio 1000. - TOTALE: 54.275; TOTALE PRE­

CEDENTE: 257.820; TOTALE GE- NERALE 312.095. .

Versamenti TORINO 1000, S. MARIA 1000,

PIOVENE 3700, NAPOLI 1500, AQUILA 700, FIRENZE 6000, CA­ SALE 4300, FORLI' 2000, _TORINO . 1500, S. VITTORIA 1000, ROMA 20.000, TREBBO 8760, TOR~ AN­ NUNZIATA 1000, GRUPPO W. 14.475, BOLZANO 500, FIRENZE 7000.

Responsabile BRUNO MAFFI

Tnd. Grafiche Bernabei e (' Via Orti. 16 - Milano

Reg. Trib. Milano N:- 28S9