l'uomo verde di alghe
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una fiaba italiana riscritta dagli alunni della classe quarta della scuola primaria "4 Martiri" di PadovaTRANSCRIPT
Una tricolore scritta classe , quarta
primaria “4 Mar ri”
C’era una volta , in un tempo lontano, un Re che viveva in un castello con alte mura
di , circondato da un giardino
dove crescevano , e . Il Re era vecchio tulipani e
e portava una corona d’oro con
al sole. In quei tempi il Re perse sua figlia: una
notte gliela rapirono . Il Re mandò dei servi a fare le grida della scomparsa della
figlia, su tutto il regno: chi riuscisse a trovarla sarebbe stato premiato con una
ricompensa molto speciale.
Non c’era posto al mondo che non avessero controllato. L’avevano cercata
dappertutto, senza successo: nessuno ne sapeva niente.
Siccome avevano controllato ovunque sulla terra, un capitano di lungo corso
pensò che se la principessa non si trovava in terra , forse era in mare. Il capitano
aveva capelli ricci, folti e scuri che spuntavano a ciuffetti dal suo
da capitano, dove era ricamata . Sulla testa, sotto un’ancora rossaal cappello, nascondeva però solo tre miseri capelli, gli unici rimasti . Aveva dei baffi
lisci, neri e sottili, arrotolati alla fine, piccoli e labbra sottili. occhi verdi
Era furbo, bugiardo e imbroglione.
Decise di armare una nave. La nave era grande e spaziosa: lo scafo
era dipinto di verde e ave va delle
ma non riusciva a trovare un equipaggio . Non
c’erano marinai disponibili ad imbarcarsi: nessuno voleva affrontare quel viaggio
perché non si sapeva quando si sarebbe tornati. Il capitano vide sul molo, con i
cordami per attraccare navi e barche , Baciccin Tribordo, una specie di vagabondo
con in mano una bottiglia di vino, e capì che era un uomo da bicchieri. Baciccin
passava cioè il suo tempo nelle osterie, dove beveva molto. Era sudicio: indossava
una così stropicciata e sbrindellata da sembrare
grigia, strappati, bucati e ricuciti malamente a mano ,
un paio di . Era basso e portava degli occhiali tondi.
Il capitano gli chiese se voleva salire a bordo con lui e lui accettò. Appena salì a
bordo, tutti gli altri marinai lo seguirono , facendosi coraggio. Partirono.
Sulla nave non c’era molto da mangiare e Baciccin se ne stava seduto con le mani in
tasca, rimpiangendo le osterie del porto e lamentandosi di continuo perché non
c’era niente da bere. Gli altri marinai lavoravano con molta fatica, brontolando
contro Baciccin e il capitano, stanco di avere sulla sua nave un marinaio così che
non faceva niente, tranne che pensare al vino, decise di abbandonarlo su un
isolotto, così gli disse: “ Baciccin scendi su questa piccola scialuppa in mare ed
esplora quell’isolotto in mezzo al mare, noi incroceremo qui vicino”. Invece la nave
si allontanò subito senza di lui.
Baciccin Tribordo remò fino all’isolotto. Era piccolissimo: una specie di grande
scoglio appuntito che spuntava dal mare ma c’era anche una spiaggetta di
e una vecchissima
palma che con le sue foglie verdi copriva l’entrata di una grotta molto buia: si
intravedevano solo gli occhietti chiari dei ragni che l’abitavano. Entrò nella grotta ed
esplorandola trovò la figlia del Re, legata in fondo alla caverna dalle pareti coperte
di una . La principessa era molto bella, giovane ed
affascinante. Aveva dei . La sua
. I suoi . occhi erano verdi e luminosi
Le sue labbra erano carnose e rosse come
. Indossava un ampio e magnifico vestito rosso ricamato a ciliegie
, sopra a
La principessa gli spiegò che l’aveva rapita un polpo gigante che per tre ore al
giorno si trasformava in triglia e poi in gabbiano. Baciccin si nascose dietro ad uno
scoglio e attese il ritorno del polipo. Il polipo era gigantesco, con dei lunghi tentacoli
che potevano circondare tutto l’isolotto. Era un polipo malefico dal
e due lunghe file di ventose su ogni tentacolo. Aveva una
sopra uno dei suoi . Quando arrivò , sentì la
presenza dell’uomo, allora si trasformò in una piccola triglia dalle squame
di un rosso squillante e si gettò in mare, mescolandosi con gli
altri pesci . Baciccin gettò più volte la rete per pescarla ma ci mise troppo tempo e
quando finalmente la pescò , tra gli altri tipi di pesci, le diede un colpo con il remo
ma la triglia si trasformò subito in un grande gabbiano dalle e
la punta nera. Aveva però un’ala rotta e non riuscì a volare via così si ritrasformò in
polpo, pieno di ferite e dalle branchie perdeva un sangue nero. Baciccin lo finì a colpi
di remo. La principessa , come segno di ringraziamento, gli diede il suo anello di
diamanti: era un cerchietto di oro rosso in cui erano incastonati dei grossi
Salirono sulla scialuppa e incominciarono a remare sulla barchetta, soli, in mezzo al
mare. Intorno a loro si vedeva solo mare, nemmeno un piccolo pezzetto di terra in
lontananza. Il mare era profondo e di un blu intenso; la sua superficie era scintillante
e lucente e sulla cresta delle onde c’era una
; sul fondo del mare si vedevano
ondeggiare . Al tramonto, mentre il sole
rosso si rifletteva nel mare, videro in lontananza un bastimento, allora
sventolarono una della figlia del Re
per chiedere aiuto. Era proprio la nave che aveva abbandonato Baciccin Tribordo! Il
capitano li fece salire a bordo, li festeggiò e fece bere Baciccin finchè cadde a terra
ubriaco morto. Poi disse alla principessa: “Non vorrai dire a tuo padre che ti ha
salvata questo ubriacone! Digli che ti ho salvato io!” La principessa non rispose ma
pensò: “So io cosa dire.” Quella notte stessa, per sicurezza, il capitano decise di
liberarsi di Baciccin per la seconda volta e visto che era un traditore, bugiardo e
imbroglione lo buttò in mare, svenuto com’era, per prendersi il merito di aver
salvato la figlia del Re.
All’alba, la nave arrivò in porto in porto e segnalarono che avevano la principessa a
bordo. Quando scesero sul molo, ad aspettarli c’erano molte persone con vestiti di
tutti i colori. Prepararono il corteo per le nozze del capitano con la principessa al
castello del re. Stavano per celebrare le nozze ma dal mare uscì
che
fermò la cerimonia. Tutti si agitarono molto quando lo videro e il Re gridò:
“Arrestatelo!” ma lui alzò il braccio e
brillò al sole. Allora la principessa lo riconobbe e disse:” Sì, è
questo il mio salvatore: Baciccin!”. Il capitano si arrabbiò fino a diventare rosso di rabbia più di un gambero. Sapete che cos’era successo?
Quando Baciccin era svenuto a terra, ubriaco, il capitano lo aveva buttato in acqua,
sperando che morisse affogato. Mentre stava affondando nel mare, l’acqua fredda
lo aveva svegliato facendolo tornare in sé ma sarebbe morto lo stesso, se non
avesse incontrato una sirena. Questa gli aveva dato un ,
molto speciale, per farlo respirare e per
coprirsi. Lo aveva poi aiutato a salire sul dorso di un delfino che lo aveva riportato a
riva sano e salvo.
Il re ordinò di prendere il capitano, e di imprigionarlo mentre Baciccin si mise vicino
alla figlia del Re così com’era, coperto di alghe e finalmente si
sposarono.