lunghe scale mobili nei nuclei storici e moderne...

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IL CAFFÈ 4 marzo 2018 25 24 STORIE&VOLTI L’urbanistica . L’architetto/1 Secondo Mauro Bissattini l’antico non esclude il nuovo L’architetto/3 L’opinione di Dominique Nerfin “Si costruisca con cuore e con un po’ di sapienza” “O è un’opera d’arte o meglio evitare, si spezza l’armonia” N on è facile, non è per niente facile mettere insie- me sensibilità e storie diverse. Che non possono essere unite, spesso, molto spesso, neppure da un ponte, una passerella che vola via tra la terraferma e le isole. Un po’ quello che è capitato con l’intervento di Christo sul lago d’Iseo. Sul lago maggiore e su quello d’Orta, invece, l’idea è quella di realizzare strutture non mobili, effimere, ma stabili. Un pugno nell’occhio, oppure progetti interessanti, destinati al successo? “L’estetica è il mio pallino. Quindi in questo caso tutto dipende dal progetto. Se è troppo grande è sicuramen- te uno spreco dal punto di vista economico. Se la pas- serella è fissa rischia di deturpare il paesaggio”, spiega l’architetto Dominique Nerfin, con studio a Collina d’Oro. Gli urbanisti e gli architetti paesaggisti su questo genere di interventi si sono sempre divisi. E la La Land art, la corrente partita dagli Stati Uniti alla fine de- gli anni Sessanta, dove l’opera re- sta sospesa sul territorio natura- le, in particolare deserti e laghi non ha mai tro- vato l’unanimità. Perché alla fine, visto che si tratta di interventi su larga scala come accaduto sul lago d’Iseo, inevitabilmente di finisce per ridisegnare la forma di uno spazio naturale. Quella di Christo, tuttavia, era un’opera effimera, contrariamente a quelle pensate per i laghi. “Difficile - spiega ancora l’architetto Dominique Nerfin - che certi interventi riescano ad inserirsi armoniosamente. In- tendo dire senza rovinare l’insieme, l’equilibrio, l’ac- cordo. Insomma, deve essere un’opera d’arte fatta con tutti i crismi, ma ripeto non è per niente facile”. E pro- babilmente molto dipende anche dal contesto. La pas- serella sospesa sul lago d’Iseo inizialmente non era piaciuta. Anzi erano nate lunghe polemiche. È stata “digerita” soltanto dopo che migliaia di persone l’han- no presa d’assalto certificandone il successo. Ma que- sto è un altro discorso. r.c. 1893 IL PRIMO PROTOTIPO Presentata 125 anni fa all’esposizione universale di Chicago, per usare la scala si pagavano 5 centesimi 800.000 LE SCALE OGGI IN ATTIVITÀ Le scale mobili si sono diffuse in tutto il mondo. La più grande produttrice è la svizzera Schindler 0,83 LA PIÙ CORTA DEL MONDO Si trova a Kawasaki, in Giappone, ed è composta da soli cinque gradini per un totale di 83 centimetri Contesti architettonici urbani e paesaggi lacustri a rischio. A Locarno c’è chi chiede una “rampa” in Città vecchia. E sul Verbano un ponte Lunghe scale mobili nei nuclei storici e moderne passerelle tra le rive dei laghi I pericoli dell’imitazione di Christo Progetti da Ascona a Orta dopo l’esperimento sul lago d’Iseo S ono passati 125 anni da quando, all’Esposizione universale di Chica- go del 1893, venne mostrato al pubblico il primo esemplare di scala mobile. Da allora le “rampe”, inventate dallo statunitense Jesse Reno, si sono diffuse in tutto il mondo e oggi se ne contano più di 800mila, che muovono circa 3 miliardi e mezzo di persone al giorno. Non solo in centri commerciali o aeroporti, ma in città. Come potrebbe presto accadere a Locarno, per unire la Piazza Grande alla Città Vecchia. Contrari al progetto i Verdi. Sosten- gono che “sconvolgerebbe la natura stessa del centro” e propongono invece un pulmino. Ma il capodicastero territo- rio, Bruno Buzzini, spiega di aver recen- temente visto “nel centro storico di Pe- rugia un complesso di quattro scale mo- bili che si inseriscono perfettamente nel contesto”. E aggiunge che “il Municipio deve dare seguito a un chiaro mandato del Consiglio comunale, che ha appro- vato un’idea che risale a prima degli an- ni ‘80”. Poi, è atteso uno studio commissionato a Planidea, dopodiché si deciderà se, come e do- ve realizzare il progetto. “Non per forza dovrà essere una scala, po- trebbe anche essere un tappeto mobile - spiega ancora Buzzini -. L’im- portante è trovare una soluzione tecnicamente fattibile e non troppo costosa. Questo per facilitare la mobilità, soprattutto de- gli anziani”. Altrove le scale mobili urbane si so- no rivelate un successo. Come, ad esempio, a Medellin, in Colombia, dove le sei rampe da 130 metri inaugurate nel 2011 hanno permesso di collegare e riqualificare un quartiere fino ad allora povero e dimenticato. Anche perché per raggiungerlo occorreva arrampicarsi su un dislivello di 384 metri, oggi supera- bile in soli sei minuti. O come ad Hong Kong, in Cina, dove più di 80mila perso- ne utilizzano ogni giorno il sistema di scale mobili più lungo del mondo, circa 800 metri per un dislivello di 135. O an- cora a St. Moritz, dove alcune scale mo- bili collegano il parcheggio direttamen- te al centro. Anche in Italia sono numerose le cit- tà che hanno scelto di adottare questi “mezzi di trasporto verticale” per unire parti di città, non solo per limitare l’uso delle automobili, ma anche per favorire l’integrazione tra quartieri periferici e zone centrali. “Ma Locarno non ha mi- lioni di abitanti - osserva l’architetto Antonio Pisoni, presidente della Società ticinese per l’arte e la natura (Stan) -. È davvero necessario un collegamento che modificherebbe in modo determi- nante una preesistenza storica di secoli e secoli? Bisogna fare attenzione perché questi interventi rischiano di generare diversi aspetti negativi”. Locarno non sarà una metropoli, certo, ma secondo il presidente della Pro Città Vecchia, Giovanni Monotti, “l’esigenza di un collegamento c’è”. Re- sta da vedere sotto quale forma realiz- zarlo. “Il progetto ideale era quello della scala mobile all’interno del cinema ex Rex - afferma Monotti -. Quel treno lo si è perso e ora bisogna trovare una solu- zione che si inserisca nel contesto urba- nistico, il che non sarà facile”. Per Monotti la scala mobile sarebbe comunque preferibile al pulmino propo- sto dai Verdi. “Non penso che incre- menterebbe in maniera significativa il movimento in Città Vecchia, anche se sicuramente creerebbe curiosità - so- stiene -. Il collegamento ‘gommato’ era già stato realizzato anni fa, grazie all’in- teressamento di alcuni commercianti della Città Vecchia, con la creazione di una fermata in Piazza Sant’Antonio. Purtroppo però, malgrado la pubblicità fatta all’epoca, la proposta non suscitò grande interesse”. [email protected] ANDREA STERN Gli esempi Qui sopra, l’imponente scala mobile della metropolitana di Copenhagen, una delle più note al mondo; a sinistra, una delle quattro scale mobili di Perugia che con gli ascensori, tutti gratuiti, rappresentano il sistema alternativo di mobilità della città dell’Umbria; qui sotto, la passerella dell’artista americano Christo realizzata sul lago d’Iseo: da Sulzano, sulla terraferma, alle isole di Monte Isola e San Paolo. È stata costruita con circa 220mila cubi di polietilene ad alta densità e ricoperta da 100mila metri quadrati di tessuto. La passerella è diventata una autentica attrazione, visto che nei primi due giorni è stata calpestata da oltre 100mila persone SULL’ACQUA IN CITTÀ C ’è un’imitazione di “Christo” che non porta in paradiso. Ma che, secondo alcuni, rischia di trascinare nell’inferno del turismo di mas- sa i laghi prealpini. Di trasformare, insomma, il Lago Maggiore - da Ascona alle isole - e quello d’Orta in una gigantesca “Disneyland”. Il Christo in questione non è l’austero predicatore palestine- se dell’anno zero, ma l’artista americano di origine bulgara, esponente della “Land Art” che con la moglie Jeanne-Claude ha “impacchettato” monu- menti, ponti e isole. Il successo della sua istallazio- ne effimera sul lago d’Iseo, una lunga passerella in 16 giorni è stata visitata da 1,2 milioni di turisti, sta facendo proseliti, di qua e di là del confine. Tut- ti vogliono camminare sulle acque. Ad Ascona, ad Orta e a Verbania. Ma come dice Christo: “Qualun- que idiota può avere una buona idea. Il difficile è metterla in atto”. In Ticino, dove recentemente è affiorata l’idea di un ponte di tre chilometri da Ascona alle isole del Verbano, la prima proposta di una passerella galleggiante era stata dei Verdi. “Sarebbe una grande attrattiva turistica, darebbe vitalità a un settore in evidente affanno, contribuendo nel con- tempo alle spese di mantenimento del parco bota- nico sull’Isola Grande”, scriveva Michela Delcò Pe- tralli, per dar forza alla sua mozione. Proposta esaminata e bocciata dal governo per via dei costi. La passerella di 300 metri, larga 12 per una superficie totale di circa 12’500 metri quadrati, sarebbe costata suppergiù 20 milioni di franchi, a cui si dovevano aggiungere altri 100mi- la annui per la manutenzione. Il governo aveva anche tentato di recuperare il materiale utilizzato sul lago d’Iseo, senza esito. L’idea che sembrava definitivamente archivia- ta - anche perché avrebbe interferito nel servizio di concessione della navigazione del Lago Maggio- re - è poi riemersa appunto nelle settimane scorse. Non più un collegamento fra Porto Ronco e l’Isola di San Pancrazio, ma direttamente da Ascona. Pas- serella triplicata, lunga tre chilometri. Non si sa chi siano i privati interessati a questo progetto, “che rientra nella piena ecosostenibilità fino all’ul- timo centimetro”, ha assi- curato il sindaco di Ascona Luca Pissoglio alla Regione. Di tutt’altro tenore l’idea di cui si discute sul lago d’Orta. Lunga 700 metri, la passerella colle- gherebbe la spiaggia di Pettenasco con Orta attra- versando il golfo. Realiz- zata con blocchi galleg- gianti di plastica e coper- tura in legno, sarebbe cor- redata da tre piattaforme galleggianti. Il tutto smon- tabile a seconda della sta- gione e mobile per per- mettere il transito dei battelli. Stando agli ideatori, che puntano ai finanzia- menti dell’Unione europea, si tratterebbe solo del- la parte più spettacolare di un progetto denomina- to “Green lake” che dovrebbe garantire una frui- zione più ecologica della zona, con percorsi sul la- go da abbinare a biciclette o auto elettriche. L’idea sostenuta dall’Unione turistica del lago d’Orta, che intende così allungare la stagione, avrebbe un co- sto di circa un milione e 125 mila euro (stima otti- mistica, 1/15mo circa di quello valutato dal Consi- glio di Stato per le isole di Brissago per una passe- rella lunga meno della metà). La proposta non ha però convinto il sindaco di Orta, Giorgio Angeleri, che ha preferito farsi da parte preferendo un turismo “più discreto”. Per il sindaco il futuro di Orta non è nel turismo di mas- sa. “Un’opera simile po- trebbe deturpare il nostro paesaggio - ha detto -. Ri- schiamo di non essere in grado di gestire lo stesso li- vello di servizi e di quali- tà”. In effetti la passerella sul lago d’Iseo in servizi sa- nitari, vigilanza e trasporti ha inciso e sulle casse dei comuni e della Regione Lombardia per circa un mi- lione di euro. Per Legam- biente, i disagi e il caos delle due settimane avreb- bero superato i presunti vantaggi della promozione turistica. L’idea scartata da Orta è poi stata ripresa da Verbania, un progetto più contenuto, una passe- rella da Pallanza all’isolino San Giovanni, già resi- denza del maestro Arturo Toscanini, ora proprietà della famiglia Borromeo. Solo un centinaio di me- tri con tanto di “piazza galleggiante”. Un’idea per svecchiare Pallanza e rilanciarla turisticamente, secondo il sindaco Silvia Marchionini. Finanzia- menti permettendo. [email protected] CLEMENTE MAZZETTA BRISSAGO La prima idea di un collegamento a pelo d’acqua fra Porto Ronco e le isole di Brissago è stata dei Verdi nel 2017. La proposta bocciata dal governo per i costi eccessivi - 20 milioni - è stata ripresa da privati. Si parla di un percorso da Ascona alle Isole (tre chilometri) destinato a durare alcuni anni PALLANZA Per proporre Pallanza (frazione di Verbania) con un’immagine accattivante, il sindaco Silvia Marchionini ha ipotizzato una passerella lunga un centinaio di metri, dalla città all’isolino san Giovanni, con tanto di “piazza” galleggiante per gli eventi. Unico problema: i finanziamenti LAGO D’ORTA L’Unione turistica del lago d’Orta ha proposto una passerella lunga settecento metri, da Pettenasco a Orta, con una grande piattaforma galleggiante e due più piccole per ospitare manifestazioni enogastronomiche e culturali. Costo previsto un milione e 125.000 euro N on dobbiamo mummificare il passato. Credo che si possa intervenire tranquillamente nei centri delle nostre città per migliorare la fruibilità, l’accesso, per risolvere ogni situazione di handicap, inserendo anche scale mobili modernis- sime. Basta che lo si faccia con intelligenza e cuo- re”. Mauro Bissattini, architetto e paesaggista ita- liano, non reputa incompatibile l’antico con il mo- derno. Non demonizza le scale mobili fatte di ac- ciaio e vetro, a cielo aperto, accanto a palazzi tre- centeschi e a strutture urbane medievali. “Ma… est modus in rebus - dice -. Ci vuol la giusta misu- ra, come in qualsiasi altro intervento. Capacità, sensibilità, sapienza. Quando si progettano inseri- menti come le scale mobili fatte di ferro e vetro, bi- sogna mettere in campo una capacità progettuale all’altezza della storia e della bellezza del luogo”. Con il giusto approccio, sostiene dunque Bis- sattini, si possono realizzare percorsi “open air”, che si vedono, che non sono interrati, in grado di convivere con la storia e le bellezze delle città, dei centri storici, medievali, ma come pure quelli rina- scimentali, ottocenteschi. “Ovviamente prima di intervenire bisogna studiare la storia di quegli edi- fici, capirne la stratificazione, l’urbanistica, co- glierne, come dire… l’anima - spiega -. E di conse- guenza pensare l’innesto di questo nuovo manu- fatto come ad un nuovo tassello armonico. Anche una scala mobile può avere un volume, una forma artistica in grado di coordinarsi con il paesaggio costruito, di essere bella”. Un innesto riuscito può anzi migliorare la fruibilità della città. Può essere un incentivo alla scoperta dei luoghi, della sua sto- ria passata e moderna. Un volano commerciale e turistico. “Ci sono città storiche, penso a Spoleto, ad esempio, che hanno risolto in modo efficace questo problema di accessibilità al loro centro con una lunga scala mobile”, aggiunge Mauro Bissattini che cita il ponte dell’architetto Santiago Calatrava a Venezia, nonostante abbia suscitato grandi di- scussioni. “Bisogna - aggiunge - rifuggire dal falso storico, dall’intervento di oggi come se si fosse an- cora nel passato. Le nuove tecnologie ci permetto- no di contrapporre il nuovo al vecchio con esiti ar- tistici, positivi, anche molto belli”. Insomma antico e moderno possono convivere. “Con grande sapienza - conclude l’architetto - si possono pensare inserimenti positivi. Del resto gli architetti svizzeri hanno dato prova di saper coniu- gare passato e presente in modo particolarmente riuscito”. c.m. L’architetto/2 Attilio Panzeri mette in guardia sull’impatto urbanistico “Attenti, alcuni interventi sono molto laceranti” È sempre la qualità del progetto che fa la diffe- renza, sostiene l’architetto Attilio Panzeri, già presidente della Società svizzera ingegneri ed architetti (Ticino): “Ci vuole la mano felice e una certa sensibilità in ogni intervento”. Detto questo, l’idea di riqualificare i centri sto- rici, di migliorarne l’accessibilità, di potenziarne l’attrattività realizzando delle scale mobili, non lo convince. “Inserire una scala mobile all’interno di un centro storico - spiega Panzeri - è un tema im- portante e difficile da risolvere per tutta una serie di questioni, sia tecniche sia urbanistiche. Comin- ciamo col dire che una scala mobile si giustifica ed è funzionale solo quando è coperta. Quelle all’aria aperta sono sottoposte all’influenza degli agenti at- mosferici e in poco tempo si deteriorano. Inoltre rappresentano un limite, una difficoltà per le per- sone disabili, per quelle in carrozzina. Non sono certo una agevolazione. Peraltro, anche i tappeti mobili hanno le loro controindicazioni. Possono ri- solversi in trappole per i passanti: un’eventuale ca- duta del primo si rifletterebbe a catena su quelli che seguono”. A parte “l’effetto birillo” del nastro trasportatore, invece di rendere maggiormente fruibile l’accesso ai centri storici, la scala mobile ri- schierebbe di diventare un’ulteriore difficoltà. “Non solo, da un punto di vista urbanistico, realiz- zare una scala mobile nel cuore del centro storico rappresenta una grossa lacerazione. Invece un ascensore, una torre vetrata con relativa passerel- la, è un intervento più delicato. E risolve comunque il problema dell’accesso, ma in modo più efficace e meno invasivo”. Un progetto del genere, un ascensore parzial- mente scavato nella roccia, Panzeri l’aveva presen- tato alcuni anni fa al concorso “Risalire la città” in- detto da San Marino. “Insomma, tirando le somme, l’idea di una scala mobile ha numerose controindi- cazioni - dice -. Mi pare più una non soluzione. Ci son tanti altri sistemi per superare dislivelli in mo- do semplice e funzionale”. L’architetto luganese comunque non è per una sacralizzazione del passa- to. Intende solo evitare interventi eccessivi. “Tutti i centri storici portano i segni del cambiamento, delle trasformazioni avvenute nel tempo. Si può in- tervenire anche adesso, basta avere sensibilità e mano felice. Ma palesando la modernità, facendola vedere e non mimetizzando le nuove costruzioni, ascensori o scale mobili, con gli edifici del passato. Bisogna avere il coraggio di quello che si realizza. Bisogna evitare qui falsi ideologici che in Ticino piacciono assai”. c.m. MAURO BISSATTINI Architetto italiano, di Cannobio, 67 anni, paesaggista e ambientalista DOMINIQUE NERFIN 57 anni, architetto, originaria di Ginevra, ha studiato a New York, è titolare di uno studio a Collina d’oro ATTILIO PANZERI Architetto, 69 anni, luganese, ex presidente Sia Reuters L unghe scale mobili che si arrampicano come rigagnoli d’acciaio in mezzo ad antiche costruzioni nel centro storico, come potrebbe accadere a Locar- no. O passerelle sospese sul lago per collegare la terraferma alle isole, co- me si vuol fare ad Ascona. Interventi urbanistici che dividono architetti del paesaggio e amministratori. I primi a dire che queste opere sono rasoiate all’ambiente, ferite nel cuore della natura; i secondi invece ad elencare i motivi della loro utilità, soprattutto come strumenti alternativi di una moderna mobilità urbana che sottrae traffico. Come l’idea, appunto, di una scala mobile per collega- re la Piazza Grande di Locarno con la Città Vecchia. Un progetto che fa discutere e che, come accade spesso, non trova l’unanimità. E chissà se troverà unanimità un’altra idea, quella di costruire un ponte di tre chilometri da Ascona alle isole sul lago Maggiore. In questo caso il progetto si è ispirato a un intervento che invece ha avuto successo, quello dell’artista americano d’origine bulgara Christo sul lago d’Iseo. Idee simili sono state pensate anche sulla sponda italiana del Verbano e nel lago d’Orta. Eppure in molte città del mondo passerelle e scale mobili sono di- ventate una autentica attrazione. Si sono riqualificati interi rioni ma gli ambientalisti dicono no 800 LA PIÙ LUNGA DEL MONDO Inaugurata a Hong Kong nel 1993, è lunga in tutto 800 metri. Per percorrerla occorrono quasi 20 minuti Le scale

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IL CAFFÈ 4 marzo 2018 2524 STORIE&VOLTI

L’urbanistica.

L’architetto/1 Secondo Mauro Bissattini l’antico non esclude il nuovo L’architetto/3 L’opinione di Dominique Nerfin

“Si costruiscacon cuoree con un po’di sapienza”

“O è un’opera d’arteo meglio evitare,si spezza l’armonia”

Non è facile, non è per niente facile mettere insie-me sensibilità e storie diverse. Che non possonoessere unite, spesso, molto spesso, neppure da

un ponte, una passerella che vola via tra la terrafermae le isole. Un po’ quello che è capitato con l’interventodi Christo sul lago d’Iseo. Sul lago maggiore e su quellod’Orta, invece, l’idea è quella di realizzare strutturenon mobili, effimere, ma stabili. Un pugno nell’occhio,oppure progetti interessanti, destinati al successo?“L’estetica è il mio pallino. Quindi in questo caso tuttodipende dal progetto. Se è troppo grande è sicuramen-te uno spreco dal punto di vista economico. Se la pas-serella è fissa rischia di deturpare il paesaggio”, spiegal’architetto Dominique Nerfin, con studio a Collinad’Oro.

Gli urbanisti e gli architetti paesaggisti su questogenere di interventi si sono sempre divisi. E la La Land

art, la correntepartita dagli StatiUniti alla fine de-gli anni Sessanta,dove l’opera re-sta sospesa sulterritorio natura-le, in particolaredeserti e laghinon ha mai tro-

vato l’unanimità. Perché alla fine, visto che si tratta diinterventi su larga scala come accaduto sul lago d’Iseo,inevitabilmente di finisce per ridisegnare la forma diuno spazio naturale.

Quella di Christo, tuttavia, era un’opera effimera,contrariamente a quelle pensate per i laghi. “Difficile -spiega ancora l’architetto Dominique Nerfin - che certiinterventi riescano ad inserirsi armoniosamente. In-tendo dire senza rovinare l’insieme, l’equilibrio, l’ac-cordo. Insomma, deve essere un’opera d’arte fatta contutti i crismi, ma ripeto non è per niente facile”. E pro-babilmente molto dipende anche dal contesto. La pas-serella sospesa sul lago d’Iseo inizialmente non erapiaciuta. Anzi erano nate lunghe polemiche. È stata“digerita” soltanto dopo che migliaia di persone l’han-no presa d’assalto certificandone il successo. Ma que-sto è un altro discorso. r.c.

1893IL PRIMOPROTOTIPOPresentata125 anni faall’esposizioneuniversaledi Chicago,per usare la scalasi pagavano 5 centesimi

800.000LE SCALE OGGIIN ATTIVITÀLe scale mobilisi sono diffusein tuttoil mondo. La più grandeproduttriceè la svizzeraSchindler

0,83LA PIÙ CORTADEL MONDOSi trova aKawasaki, in Giappone,ed è compostada soli cinquegradini per un totale di 83 centimetri

Contesti architettonici urbani e paesaggi lacustri a rischio.A Locarno c’è chi chiede una “rampa”in Città vecchia. E sul Verbano un ponte

Lunghe scale mobilinei nuclei storicie moderne passerelle tra le rive dei laghi

I pericoli dell’imitazione di ChristoProgetti da Ascona a Orta dopo l’esperimento sul lago d’Iseo

Sono passati 125 anni da quando,all’Esposizione universale di Chica-go del 1893, venne mostrato al

pubblico il primo esemplare di scalamobile. Da allora le “rampe”, inventatedallo statunitense Jesse Reno, si sonodiffuse in tutto il mondo e oggi se necontano più di 800mila, che muovonocirca 3 miliardi e mezzo di persone algiorno. Non solo in centri commerciali oaeroporti, ma in città. Come potrebbepresto accadere a Locarno, per unire laPiazza Grande alla Città Vecchia.

Contrari al progetto i Verdi. Sosten-gono che “sconvolgerebbe la naturastessa del centro” e propongono inveceun pulmino. Ma il capodicastero territo-rio, Bruno Buzzini, spiega di aver recen-temente visto “nel centro storico di Pe-rugia un complesso di quattro scale mo-bili che si inseriscono perfettamente nelcontesto”. E aggiunge che “il Municipiodeve dare seguito a un chiaro mandatodel Consiglio comunale, che ha appro-vato un’idea che risale a prima degli an-

ni ‘80”. Poi, è atteso unostudio commissionato aPlanidea, dopodiché sideciderà se, come e do-ve realizzare il progetto.“Non per forza dovràessere una scala, po-trebbe anche essere untappeto mobile - spiegaancora Buzzini -. L’im-portante è trovare unasoluzione tecnicamente

fattibile e non troppo costosa. Questoper facilitare la mobilità, soprattutto de-gli anziani”.

Altrove le scale mobili urbane si so-no rivelate un successo. Come, adesempio, a Medellin, in Colombia, dovele sei rampe da 130 metri inauguratenel 2011 hanno permesso di collegare eriqualificare un quartiere fino ad allorapovero e dimenticato. Anche perché perraggiungerlo occorreva arrampicarsi su

un dislivello di 384 metri, oggi supera-bile in soli sei minuti. O come ad HongKong, in Cina, dove più di 80mila perso-ne utilizzano ogni giorno il sistema discale mobili più lungo del mondo, circa800 metri per un dislivello di 135. O an-cora a St. Moritz, dove alcune scale mo-bili collegano il parcheggio direttamen-te al centro.

Anche in Italia sono numerose le cit-tà che hanno scelto di adottare questi“mezzi di trasporto verticale” per unireparti di città, non solo per limitare l’usodelle automobili, ma anche per favorirel’integrazione tra quartieri periferici ezone centrali. “Ma Locarno non ha mi-lioni di abitanti - osserva l’architettoAntonio Pisoni, presidente della Societàticinese per l’arte e la natura (Stan) -. Èdavvero necessario un collegamentoche modificherebbe in modo determi-nante una preesistenza storica di secolie secoli? Bisogna fare attenzione perchéquesti interventi rischiano di generarediversi aspetti negativi”.

Locarno non sarà una metropoli,certo, ma secondo il presidente dellaPro Città Vecchia, Giovanni Monotti,“l’esigenza di un collegamento c’è”. Re-sta da vedere sotto quale forma realiz-zarlo. “Il progetto ideale era quello dellascala mobile all’interno del cinema exRex - afferma Monotti -. Quel treno lo siè perso e ora bisogna trovare una solu-zione che si inserisca nel contesto urba-nistico, il che non sarà facile”.

Per Monotti la scala mobile sarebbecomunque preferibile al pulmino propo-sto dai Verdi. “Non penso che incre-menterebbe in maniera significativa ilmovimento in Città Vecchia, anche sesicuramente creerebbe curiosità - so-stiene -. Il collegamento ‘gommato’ eragià stato realizzato anni fa, grazie all’in-teressamento di alcuni commerciantidella Città Vecchia, con la creazione diuna fermata in Piazza Sant’Antonio.Purtroppo però, malgrado la pubblicitàfatta all’epoca, la proposta non suscitògrande interesse”. [email protected]

ANDREA STERN

Gli esempiQui sopra, l’imponente scala mobiledella metropolitana di Copenhagen,una delle più note al mondo; asinistra, una delle quattro scale mobilidi Perugia che con gli ascensori, tuttigratuiti, rappresentano il sistemaalternativo di mobilità della cittàdell’Umbria; qui sotto, la passerelladell’artista americano Christorealizzata sul lago d’Iseo: da Sulzano,sulla terraferma, alle isole di MonteIsola e San Paolo. È stata costruitacon circa 220mila cubi di polietilenead alta densità e ricoperta da 100milametri quadrati di tessuto. Lapasserella è diventata una autenticaattrazione, visto che nei primi duegiorni è stata calpestata da oltre100mila persone

SULL’ACQUA

IN CITTÀ

C’è un’imitazione di “Christo” che non portain paradiso. Ma che, secondo alcuni, rischiadi trascinare nell’inferno del turismo di mas-

sa i laghi prealpini. Di trasformare, insomma, ilLago Maggiore - da Ascona alle isole - e quellod’Orta in una gigantesca “Disneyland”. Il Christoin questione non è l’austero predicatore palestine-se dell’anno zero, ma l’artista americano di originebulgara, esponente della “Land Art” che con lamoglie Jeanne-Claude ha “impacchettato” monu-menti, ponti e isole. Il successo della sua istallazio-ne effimera sul lago d’Iseo, una lunga passerella in16 giorni è stata visitata da 1,2 milioni di turisti,sta facendo proseliti, di qua e di là del confine. Tut-ti vogliono camminare sulle acque. Ad Ascona, adOrta e a Verbania. Ma come dice Christo: “Qualun-que idiota può avere una buona idea. Il difficile èmetterla in atto”.

In Ticino, dove recentemente è affiorata l’ideadi un ponte di tre chilometri da Ascona alle isoledel Verbano, la prima proposta di una passerellagalleggiante era stata dei Verdi. “Sarebbe unagrande attrattiva turistica, darebbe vitalità a unsettore in evidente affanno, contribuendo nel con-tempo alle spese di mantenimento del parco bota-nico sull’Isola Grande”, scriveva Michela Delcò Pe-tralli, per dar forza alla sua mozione.

Proposta esaminata e bocciata dal governo pervia dei costi. La passerella di 300 metri, larga 12per una superficie totale di circa 12’500 metriquadrati, sarebbe costata suppergiù 20 milioni difranchi, a cui si dovevano aggiungere altri 100mi-la annui per la manutenzione. Il governo avevaanche tentato di recuperare il materiale utilizzatosul lago d’Iseo, senza esito.

L’idea che sembrava definitivamente archivia-ta - anche perché avrebbe interferito nel serviziodi concessione della navigazione del Lago Maggio-re - è poi riemersa appunto nelle settimane scorse.Non più un collegamento fra Porto Ronco e l’Isoladi San Pancrazio, ma direttamente da Ascona. Pas-serella triplicata, lunga tre chilometri. Non si sachi siano i privati interessati a questo progetto,“che rientra nella piena ecosostenibilità fino all’ul-

timo centimetro”, ha assi-curato il sindaco di AsconaLuca Pissoglio alla Regione.

Di tutt’altro tenorel’idea di cui si discute sullago d’Orta. Lunga 700metri, la passerella colle-gherebbe la spiaggia diPettenasco con Orta attra-versando il golfo. Realiz-zata con blocchi galleg-gianti di plastica e coper-tura in legno, sarebbe cor-redata da tre piattaformegalleggianti. Il tutto smon-tabile a seconda della sta-gione e mobile per per-

mettere il transito dei battelli.Stando agli ideatori, che puntano ai finanzia-

menti dell’Unione europea, si tratterebbe solo del-la parte più spettacolare di un progetto denomina-to “Green lake” che dovrebbe garantire una frui-zione più ecologica della zona, con percorsi sul la-go da abbinare a biciclette o auto elettriche. L’ideasostenuta dall’Unione turistica del lago d’Orta, cheintende così allungare la stagione, avrebbe un co-sto di circa un milione e 125 mila euro (stima otti-mistica, 1/15mo circa di quello valutato dal Consi-glio di Stato per le isole di Brissago per una passe-rella lunga meno della metà).

La proposta non ha però convinto il sindaco diOrta, Giorgio Angeleri, che ha preferito farsi daparte preferendo un turismo “più discreto”. Per ilsindaco il futuro di Orta non è nel turismo di mas-

sa. “Un’opera simile po-trebbe deturpare il nostropaesaggio - ha detto -. Ri-schiamo di non essere ingrado di gestire lo stesso li-vello di servizi e di quali-tà”. In effetti la passerellasul lago d’Iseo in servizi sa-nitari, vigilanza e trasportiha inciso e sulle casse deicomuni e della RegioneLombardia per circa un mi-lione di euro. Per Legam-biente, i disagi e il caosdelle due settimane avreb-bero superato i presuntivantaggi della promozioneturistica.

L’idea scartata da Orta è poi stata ripresa daVerbania, un progetto più contenuto, una passe-rella da Pallanza all’isolino San Giovanni, già resi-denza del maestro Arturo Toscanini, ora proprietàdella famiglia Borromeo. Solo un centinaio di me-tri con tanto di “piazza galleggiante”. Un’idea persvecchiare Pallanza e rilanciarla turisticamente,secondo il sindaco Silvia Marchionini. Finanzia-menti permettendo. [email protected]

CLEMENTE MAZZETTA

BRISSAGOLa prima idea di un collegamento a pelo d’acqua fra Porto Ronco e leisole di Brissago è stata dei Verdinel 2017. La proposta bocciata dalgoverno per i costi eccessivi - 20milioni - è stata ripresa da privati. Si parla di un percorso da Asconaalle Isole (tre chilometri) destinato a durare alcuni anni

PALLANZAPer proporre Pallanza (frazione diVerbania) con un’immagineaccattivante, il sindaco SilviaMarchionini ha ipotizzato unapasserella lunga un centinaio dimetri, dalla città all’isolino sanGiovanni, con tanto di “piazza”galleggiante per gli eventi. Unicoproblema: i finanziamenti

LAGO D’ORTAL’Unione turistica del lago d’Ortaha proposto una passerella lungasettecento metri, da Pettenasco aOrta, con una grande piattaformagalleggiante e due più piccole per ospitare manifestazionienogastronomiche e culturali.Costo previsto un milione e 125.000 euro

Non dobbiamo mummificare il passato. Credoche si possa intervenire tranquillamente neicentri delle nostre città per migliorare la

fruibilità, l’accesso, per risolvere ogni situazione dihandicap, inserendo anche scale mobili modernis-sime. Basta che lo si faccia con intelligenza e cuo-re”. Mauro Bissattini, architetto e paesaggista ita-liano, non reputa incompatibile l’antico con il mo-derno. Non demonizza le scale mobili fatte di ac-ciaio e vetro, a cielo aperto, accanto a palazzi tre-centeschi e a strutture urbane medievali. “Ma…est modus in rebus - dice -. Ci vuol la giusta misu-ra, come in qualsiasi altro intervento. Capacità,sensibilità, sapienza. Quando si progettano inseri-menti come le scale mobili fatte di ferro e vetro, bi-sogna mettere in campo una capacità progettualeall’altezza della storia e della bellezza del luogo”.

Con il giusto approccio, sostiene dunque Bis-sattini, si possono realizzare percorsi “open air”,che si vedono, che non sono interrati, in grado diconvivere con la storia e le bellezze delle città, deicentri storici, medievali, ma come pure quelli rina-scimentali, ottocenteschi. “Ovviamente prima diintervenire bisogna studiare la storia di quegli edi-fici, capirne la stratificazione, l’urbanistica, co-glierne, come dire… l’anima - spiega -. E di conse-

guenza pensare l’innesto di questo nuovo manu-fatto come ad un nuovo tassello armonico. Ancheuna scala mobile può avere un volume, una formaartistica in grado di coordinarsi con il paesaggiocostruito, di essere bella”. Un innesto riuscito puòanzi migliorare la fruibilità della città. Può essereun incentivo alla scoperta dei luoghi, della sua sto-ria passata e moderna. Un volano commerciale eturistico.

“Ci sono città storiche, penso a Spoleto, adesempio, che hanno risolto in modo efficace questoproblema di accessibilità al loro centro con unalunga scala mobile”, aggiunge Mauro Bissattiniche cita il ponte dell’architetto Santiago Calatravaa Venezia, nonostante abbia suscitato grandi di-scussioni. “Bisogna - aggiunge - rifuggire dal falsostorico, dall’intervento di oggi come se si fosse an-cora nel passato. Le nuove tecnologie ci permetto-no di contrapporre il nuovo al vecchio con esiti ar-tistici, positivi, anche molto belli”.

Insomma antico e moderno possono convivere.“Con grande sapienza - conclude l’architetto - sipossono pensare inserimenti positivi. Del resto gliarchitetti svizzeri hanno dato prova di saper coniu-gare passato e presente in modo particolarmenteriuscito”. c.m.

L’architetto/2 Attilio Panzeri mette in guardia sull’impatto urbanistico

“Attenti,alcuni interventisono moltolaceranti”

Èsempre la qualità del progetto che fa la diffe-renza, sostiene l’architetto Attilio Panzeri, giàpresidente della Società svizzera ingegneri ed

architetti (Ticino): “Ci vuole la mano felice e unacerta sensibilità in ogni intervento”.

Detto questo, l’idea di riqualificare i centri sto-rici, di migliorarne l’accessibilità, di potenziarnel’attrattività realizzando delle scale mobili, non loconvince. “Inserire una scala mobile all’interno diun centro storico - spiega Panzeri - è un tema im-portante e difficile da risolvere per tutta una seriedi questioni, sia tecniche sia urbanistiche. Comin-ciamo col dire che una scala mobile si giustifica edè funzionale solo quando è coperta. Quelle all’ariaaperta sono sottoposte all’influenza degli agenti at-mosferici e in poco tempo si deteriorano. Inoltrerappresentano un limite, una difficoltà per le per-sone disabili, per quelle in carrozzina. Non sonocerto una agevolazione. Peraltro, anche i tappetimobili hanno le loro controindicazioni. Possono ri-solversi in trappole per i passanti: un’eventuale ca-duta del primo si rifletterebbe a catena su quelliche seguono”. A parte “l’effetto birillo” del nastrotrasportatore, invece di rendere maggiormentefruibile l’accesso ai centri storici, la scala mobile ri-schierebbe di diventare un’ulteriore difficoltà.

“Non solo, da un punto di vista urbanistico, realiz-zare una scala mobile nel cuore del centro storicorappresenta una grossa lacerazione. Invece unascensore, una torre vetrata con relativa passerel-la, è un intervento più delicato. E risolve comunqueil problema dell’accesso, ma in modo più efficace emeno invasivo”.

Un progetto del genere, un ascensore parzial-mente scavato nella roccia, Panzeri l’aveva presen-tato alcuni anni fa al concorso “Risalire la città” in-detto da San Marino. “Insomma, tirando le somme,l’idea di una scala mobile ha numerose controindi-cazioni - dice -. Mi pare più una non soluzione. Cison tanti altri sistemi per superare dislivelli in mo-do semplice e funzionale”. L’architetto luganesecomunque non è per una sacralizzazione del passa-to. Intende solo evitare interventi eccessivi. “Tuttii centri storici portano i segni del cambiamento,delle trasformazioni avvenute nel tempo. Si può in-tervenire anche adesso, basta avere sensibilità emano felice. Ma palesando la modernità, facendolavedere e non mimetizzando le nuove costruzioni,ascensori o scale mobili, con gli edifici del passato.Bisogna avere il coraggio di quello che si realizza.Bisogna evitare qui falsi ideologici che in Ticinopiacciono assai”. c.m.

MAUROBISSATTINI

Architetto italiano,di Cannobio,

67 anni, paesaggistae ambientalista

DOMINIQUE NERFIN

57 anni, architetto,originaria di Ginevra,

ha studiato a NewYork, è titolare di unostudio a Collina d’oro

ATTILIOPANZERI

Architetto,69 anni,

luganese, ex presidente Sia

Reuters

Lunghe scale mobili che si arrampicano come rigagnoli d’acciaio in mezzoad antiche costruzioni nel centro storico, come potrebbe accadere a Locar-no. O passerelle sospese sul lago per collegare la terraferma alle isole, co-me si vuol fare ad Ascona. Interventi urbanistici che dividono architetti delpaesaggio e amministratori. I primi a dire che queste opere sono rasoiate

all’ambiente, ferite nel cuore della natura; i secondi invece ad elencare i motividella loro utilità, soprattutto come strumenti alternativi di una moderna mobilitàurbana che sottrae traffico. Come l’idea, appunto, di una scala mobile per collega-re la Piazza Grande di Locarno con la Città Vecchia. Un progetto che fa discutere eche, come accade spesso, non trova l’unanimità. E chissà se troverà unanimitàun’altra idea, quella di costruire un ponte di tre chilometri da Ascona alle isole sullago Maggiore. In questo caso il progetto si è ispirato a un intervento che inveceha avuto successo, quello dell’artista americano d’origine bulgara Christo sul lagod’Iseo. Idee simili sono state pensate anche sulla sponda italiana del Verbano enel lago d’Orta. Eppure in molte città del mondo passerelle e scale mobili sono di-ventate una autentica attrazione.

Si sono riqualificati interi rionima gli ambientalisti dicono no

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L’iniziativa

PATRIZIA GUENZI e CLEMENTE MAZZETTA ALLE PAGINE 20 e 21

Una passerella da 25 milioniAvrà un costo di almeno 25 milioni di franchi la passerella

che dovrebbe essere realizzata, probabilmente non prima delprossimo anno, tra Ascona e le Isole di Brissago. Venticinquemilioni almeno, perché ancora non si sa se questa cifra com-prende anche i costi di smantellamento e di manutenzione. IlCaffè svela alcuni inediti dettagli del progetto.

I primi dettagli dell’ “imitazione di Christo” da Ascona alle Isole di Brissago

IL CAFFÈ 25 marzo 2018 2120 STORIE&VOLTI

L’iniziativa.

Una cosa è stata la grandeperformance artistica diChristo sul lago d’Iseo. Un

evento irripetibile ed effimeroche ha catalizzato l’interesse dimigliaia di persone per un pe-riodo limitato di tempo in uncontesto naturale unico. Quellanon è stata solo una banalepasserella a pelo d’acqua, è sta-ta una provocazione artistica ingrado di dialogare in modo in-novativo con l’ambiente, capacedi trasformarlo in qualcosa d’al-tro. Come Magritte che disegnauna pipa e poi vi scrive sottoche “questa non è una pipa”.Come Fontana che taglia le suetele. È qualcosa di mai visto. Dioriginale.

Un’altra cosa è invece rifarenel contesto del lago Maggiore,ad Ascona come a Verbania, opeggio ancora sul lago d’Orta,questa esperienza. È come vo-ler replicare i famosi tagli di Lu-cio Fontana su scala industriale.Quello che è stata una rottura,un concetto spaziale, una pro-vocazione artistica si trasformain una banalità. In una scioc-chezza. Peggio, una passerellasul lago, ad Ascona come a Ver-bania come ad Orta, sarebbesoltanto un insulto alla natura,all’ambiente, al paesaggio. Chesi risolverebbe in ulteriore in-quinamento. Ma dico: lottiamoper un mondo ecosostenibile epoi lo riempiamo di plastica. Perquesto sono contrario. Non sa-rebbe solo un insulto culturale

ma anche turi-stico. Nonavrebbe alcunsenso.

Un dannoper il turismostesso che vivedi emozione, disensibilità, disentimento, discoperta, disguardi, di sen-sazioni. Si an-nulla quel sensomistico che ciaccompagnaquando entria-mo in contatto

con la natura: noi dobbiamosentire lo sciabordio dell’acquasullo scafo della barca, il fischiodel vento sulla vela che ci spin-ge. Dobbiamo sentire, come di-ceva Piero Chiara, il profumodel tabacco di Brissago, gli odo-ri dell’ambiente, non della pla-stica. Con una passerella di po-lietilene non solo si rende bana-le un collegamento fra la terra-ferma e un isolotto, ma si deva-sta, in nome di non so che cosa,quello di più bello che abbiamoe che dobbiamo conservare. Ilnostro è un ambiente unico,che - come giustamente ha det-to il sindaco di Orta - dobbiamopreservare da uno sfruttamentoturistico di massa. Dall’ingordi-gia dei predoni del denaro.

Dobbiamo difendere il no-stro lago, i luoghi più romanticiche abbiamo, dall’assalto di unturismo rapace, ingordo, avido.Il turismo su cui dobbiamopuntare è quello ecosostenibile,in armonia con l’ambiente, ri-spettoso della natura. Capace dipreservare l’integrità culturale,le diversità, le unicità dei luo-ghi. Altro che passerella di pla-stica. Gli operatori turistici, ipolitici che ricorrono questo ti-po di iniziative per far goderealle masse delle sensazioni damasse, sono - come ripete il cri-tico d’arte Vittori Sgarbi - dellecapre… capre… capre”.

Dobbiamodifenderel’ambienteda un turismotroppo ingordo

È una grandeopportunità,ma servecoraggioper realizzarla

MAURO BISSATTINI *GIANLUCA LOPES *

PERCHÈ SÌ PERCHÈ NO

* MAUROBISSATTINIArchitettoitaliano,di Cannobio,67 anni,paesaggista eambientalista

Una delle condizioni es-senziali per la riuscita diprogetti come questo

della passerella sul lago Mag-giore, sponda svizzera, è cheinnanzitutto abbia una fortecaratterizzazione artistica, eche non sia semplicemente ungesto tecnico. Questa è unapremessa irrinunciabile.

Il riferimento, anzi il paral-lelismo ovvio è alla passerellasul lago di Iseo che Christo eJanne-Claude hanno realizza-to nel 2016, grande esempio amio parere di Land Art,espressione artistica nata allafine degli Anni sessanta negliStati Uniti. Proprio su Christoe Janne-Claude è possibile vi-sitare, fino al 28 di ottobre,una interessante mostra, cheripercorre 60 anni di realizza-zioni, al Forum Würth di Coi-ra.

Detto questo, la passerellache verrebbe realizzata sulVerbano, non dovrebbe soloessere un’opera tecnologicad’avanguardia, costruita conmateriali rispettosi dell’am-biente, ma, anche se non pro-gettata da un artista di famainternazionale, dovrà avere ilcarattere di una vera e propriaopera d’arte in relazione a uncontesto naturale.

Il carattere provvisoriodell’opera oltre a conferirgli ilcarattere effimero tipico dellaLand Art, dovrebbe consentirealla realizzazione di non sotto-

stare a rigidenorme; come èstato il casoper la passerel-la sul lagod’Iseo, con laconseguenzache in determi-nate condizionimetereologi-che, di vento edi onda la pas-serella potreb-be non esserepraticabile.

La realizza-zione diun’opera tem-

poranea sull’acqua, per certiversi ricorda anche un’altrarealizzazione provvisoria sullago; il San Carlino di MarioBotta realizzato all’inizio deglianni 2000 a Lugano.

Sia la passerella di Christo,sia il San Carlino di Botta, so-no state opere artistiche digrande spessore, visitate damigliaia di persone, che hannocontribuito a veicolare nelmondo l’immagine delle regio-ni in cui sono state realizzate.Il carattere effimero ha evi-dentemente accresciuto l’inte-resse per una visita. Nel casodi Brissago, avrebbe ancheuno scopo pratico, quello dicollegarne le Isole che verreb-bero valorizzate e la cui visita,oggi limitata, sarebbe alla por-tata di tutti.

La passerella sul Verbano,almeno secondo le notizie diquesti giorni, può diventareun semplice gesto ma con unavalenza a scala territorialeproprio in un luogo dove il ter-ritorio con la sua orografia dilago e montagne è già il valoreaggiunto intrinseco. Credopersonalmente che il successosarà assicurato e le possibiliricadute sul turismo e sull’im-magine sono a mio avvisoun’opportunità da cogliere alvolo; bisogna, come in tantecose, avere un po’ di coraggio.

* GIANLUCALOPES Architettoticinese,ha firmatoi progettidi grandihotel, 48 anni

In fase avanzata la progettazionedel collegamento galleggiante sul Lago Maggiore. Quasi risolti i problemi tecnici. I finanziamentiarriveranno da privati. Banche e...

CLEMENTE MAZZETTA

Immaginatevi di arrivare adAscona fra qualche mese,nel prossimo autunno. Tem-po mite. Di quelle giornateche fanno invidia Oltralpe.

Prima parcheggiate all’autosilo.Poi, a piedi, andate con la fami-glia verso la piazza. La superatee dopo una cinquantina di metriverso sud, sulla strada che co-steggia il lago, troverete la“rampa vecchia”. Bene, vi siaprirà di fronte uno scenariounico: il lago, le montagne sullosfondo e… una passerella a pe-lo d’acqua, galleggiante e stabi-le sul lago, larga tra i 12 e 16metri, di colore ... ancora non èstato deciso, o svelato, lunga edritta verso le Isole di Brissago.Circa 3 chilometri. No, non saràun’illusione.

L’idea - che dovrebbe avereun costo di almeno 25 milioni,vuole replicare nel golfo diAscona la “The floating Piers”,l’istallazione artistica dell’arti-sta bulgaro Christo che due an-ni fa attirò centinaia di migliaiadi turisti sul lago d’Iseo - sta perdiventare realtà. Forse dallaprossima primavera.

Stesso concetto, quasi stessiprogettisti, stesso impatto turi-stico (la passerella sul lagod’Iseo in due settimane fu visi-tata da 1,2 milioni di turisti),ma non così effimera. Non du-rerà solo un paio di settimane.Quella fra Ascona e le Isole diBrissago galleggerà fra i tre e icinque anni. Ininterrottamente,per tutte e quattro le stagioni.

Potrete incamminarvi - pa-gando un biglietto, una decinadi franchi - su un percorso dicirca tre chilometri fino all’isoladi San Pancrazio. Potrete visita-re il parco botanico realizzatonell’800 dalla baronessa Antoi-nette di Saint Léger e ora pro-prietà del Cantone e dei Comu-ni limitrofi. Nel tragitto, tra-sformato in una vera e propria“street food” a pelo d’acqua,potrete anche approfittare perfarvi uno spuntino. O semplice-mente per guardarvi in giro.Prestando attenzione a non es-sere schizzati da qualche moto-scafo che passerà lì vicino o chevi attraccherà. Lungo i tre chi-lometri, infatti, qua e là la pas-serella fungerà anche da molod’attracco.

Sicurezza pressoché totale,sostengono i progettisti. Il cam-minamento è appoggiato su200mila cubi di polietilene (rea-lizzati riciclando 500 tonnellatedi plastica) solidamente ancora-ti al fondo del lago, che nella

menti per il collegamentoAscona-Isole arriverebbero daun pool di privati. Fra cui alcu-ne banche, tutte sottolineano ipromotori, con sede in Ticino.Si tratta di un investimento chedovrebbe essere ripagato oltreche dal pedaggio - il numerodei visitatori sarà però regolato,per evitare resse e pericoli - an-che dall’indotto. Tutti gli aspet-ti logistici-organizzativi, dal-l’impatto turistico ai trasporti aiposteggi, sino alla navigazionelacustre, privata e pubblica, so-no già stati attentamente valu-tati.

Manca, o mancherebbe solola promozione turistica oltreGottardo. Immaginatevi l’offer-ta di una giornata particolare,“la passeggiata sul lago daAscona alle Isole”, magari alchiar di luna, promossa sui tre-ni di Alptransit.

[email protected]

prima parte, partendo da Asco-na, è notevolmente profondo.

La passerella dovrebbe resi-stere agevolmente ai venti dellago. Di sicuro non dovrebbe te-mere l’Inverna che inizia a sof-fiare nel primo pomeriggio, vi-

sto che sarà parallela alla costa. Stando agli ideatori-proget-

tisti, il golfo di Ascona presen-terebbe meno problemi sia peril moto ondoso, per la profondi-tà e sia per l’escursione del li-vello delle acque, rispetto al la-

go d’Iseo. Grazie alla regolazio-ne controllata dalla diga di Mio-rina a Sesto Calende, lo sbalzofra il livello minimo e quellomassimo è limitato a pochi me-tri, anche se la crescita improv-visa per alluvioni può arrivare a1,64 metri ogni 24 ore, ma soloin casi eccezionali.

Il problema più complicato -risolti quelli della sicurezza, deipermessi amministrativi e delleautorizzazioni - sarà ovviamen-te quello dei costi. Si parla dicirca 25 milioni di franchi (a cuiforse occorre aggiungere laspesa per la manutenzione e losmantellamento). Il Cantoneper un tragitto decisamente in-feriore fra Porto Ronco e le Iso-le, proposto tempo fa dai Verdi,aveva stimato un costo di circa20 milioni. Troppo per il Consi-glio di Stato che aveva archivia-to la questione.

In questo caso, i finanzia-

L’idea

1LA PROPOSTA DI CHRISTOÈ stata definita “il regalo diChristo”, The floating piers,la passerella galleggiante lunga3 chilometri sul lago d’Iseorealizzata nell’estate del 2016

2IL SUCCESSO La passerella di Christo s’èrivelata un grande successoE un grandioso business.Una media di 72mila visitatori algiorno e oltre 50 milioni di indotto

3L’IDEA DEI VERDIL’idea di una passerella verso leIsole di Brissago è stata del gruppoparlamentare dei Verdi, nell’estatedel 2016. All’indomani delsuccesso di quella di Christo

4IL NUOVO PROGETTOLa passerella poggerà su 200milacubi di polietilene solidamenteancorati al fondo del lago.La sicurezza è garantita, diconoi promotori, il costo 25 milioni circa

L’imitazione di Christocosterà almeno 25 milioni...fra la ‘rampa vecchia’e le Isole di Brissago

Un migliaio al giornoi passaggi ipotizzati,dai 5 ai 10 franchiil prezzo del biglietto

Il business

Il precedente

Le dimensioniCome verrà realizzata

3,2km ca.la lunghezza totale prevista200 mila circa

sono i cubi modulari di polietileneutilizzati come supporto galleggiante della passerella

La copertural’intera passerella sarà rivestita, comesul lago d’Iseo, ma non con un tessutogiallo-arancione utilizzato da Christo

12/16mla larghezza prevista della passerella

372mla profondità massima del lago, tra Ghiffa e Caldè

8m ca.è stata nei secoli l’escursione massima del Lago Maggiore

250m ca.la profondità media del Verbano

193m/smaltezza media del lago sul livello del mare

Ascona“Rampa vecchia”

Isole BrissagoParco Botanico PASSERELLA 3,2km ca.

Ogni 10 metri circaancoraggi sul fondo del lago ne garantiranno la stabilità. La posa di circa 300 “blocchi” dovrà ovviamente essere fatta con mezzi particolari ed esperti sommozzatori

Fondalelago

4 mesi circasono i tempi di realizzazione previsti

Rampa vecchiail punto di partenza previsto da Ascona.La passerella dovrebbe raggiungere inlinea retta le isole di Brissago, quellagrande, dove si trova il Parco Botanico

La sicurezza

LA “RAMPA VECCHIA”È qui, a pochi metri dalla piazza di Ascona, il più probabile puntodi partenza della passerella

La passerella tra Ascona e le Isole di Brissago potrebbe ri-velarsi un interessante business. Proprio come è stato perl’opera di Christo sul lago di Iseo (vedi articolo sotto a si-

nistra). Ne sono convinti i promotori, che qualche calcolo suquella che sarà l’affluenza l’hanno ovviamente già fatto. An-che se il portavoce, Benjamin Frizzi, non si sbilancia. “Il pro-getto dovrà stare in piedi economicamente”, si limita a dire ildirettore marketing Organizzazione turistica Lago Maggiore eValli. E non aggiunge né cifre né numeri. Soltanto che... “è ve-rosimile ipotizzare una media di un migliaio di visitatori algiorno”. Niente di più, neanche sul costo del biglietto (si saperò che la “forbice” sulla quale si sta discutendo va 5 ai 15franchi a persona). “Prevediamo un afflusso importante - diceancora -, ma non ci spaventa perché una regione come la no-stra è comunque in grado di gestirlo”. Già valutato anchel’aspetto logistico, parcheggi, trasporti... “Pensiamo ad unamobilità sostenibile, lenta, pubblica, soprattutto rispettosadell’ambiente - dice Frizzi -. Abbiamo avuto contatti con unteam di ingegneri e di progettisti che hanno lavorato per lapasserella sul lago di Iseo. Qui si parte con condizioni moltopiù favorevoli”.

Condizioni più favorevoli, mache comunque dovranno conside-rare i giorni d’acqua, di vento... NelLocarnese sono un centinaio legiornate di pioggia e una quaranti-na quelle dove il vento soffia a 45chilometri orari. Una velocità cheimpone di accendere i lampeggiantisul lago e che, verosimilmente, non

permetterà il passaggio sul “tappeto galleggiante”. Facciamo due conti. Prendiamo per buone le previsioni di

un migliaio di passaggi quotidiani (media nell’arco di un an-no), ma tenendo conto della pioggia, i giorni fruibili si riduco-no di un centinaio. Quindi: ipotizzare una media annua di mil-le passaggi giornalieri significa di fatto prevedere nei 225giorni privi di pioggia e di vento, una media di oltre 1.600 pas-saggi giornalieri. Parecchi, specialmente se si considera che ilpercorso di andata e ritorno (senza contare un minimo di so-sta sull’isola) non può richiedere meno di 30-45 minuti. Sono6 chilometri! È quindi ipotizzabile, viste le semplici conside-razioni fatte qui sopra, che gli organizzatori calcolino, non365mila visitatori l’anno (con una media di mille al giorno),ma circa 140mila di meno, considerando appunto i giorni dipioggia e quelli di vento. O addirittura (e forse più realistica-mente) pensano sì ad una media di mille persone al giorno,ma solo nei mesi di apertura del Parco botanico sull’isola. Sei,sette mesi, forse?!

Frizzi si limita a dire: “A noi preme non ‘rovinare’ le isole,ma valorizzarle. Non vogliamo la ressa del lago di Iseo”. An-che da qui l’idea di far pagare un biglietto limitando così l’af-fluenza. “L’esperienza dovrà essere di qualità e legata al con-cetto... ‘dare un valore alle cose’”. Una cosa è certa. La passe-rella fungerà da calamita per le Isole, ma pure viceversa. Echissà che magari non possano tornare ai vecchi splendori diun tempo, quando erano una meta imprescindibile per la gen-te locale e i numerosi turisti. p.g.

La partenza

Gli incassie le spesein Lombardia

Il progetto iniziale delle passerelle galleggiantidi Christo sul Lago d’Iseo in Lombardia sarebbedovuto costare 15 milioni di euro. Alla fine le

spese sono lievitate. Si è giunti a 18 milioni di eu-ro, circa 21 milioni di franchi. Esclusi i costi indi-retti.

Si è realizzato un percorso pedonale di oltre 3chilometri per collegare la terraferma a due isole,Monte isola e San Paolo. Le passerelle erano so-stenute da un sistema modulare di pontili galleg-gianti formati da 200mila cubi in polietilene, an-corati a 190 blocchi in calcestruzzo sul fondo dellago. Il tutto è poi stato coperto da 70mila metriquadrati di tessuto giallo-arancione. Una voltarealizzata l’istallazione si è dovuto gestire l’afflus-so dei visitatori per due settimane, che hannopreso d’assalto i pontili a pelo d’acqua, larghi 16metri e alti 50 centimetri. Al termine dei 16 gior-ni (18 giugno-3 luglio del 2016) l’intera strutturaè stata rimossa. Costo totale a carico dell’artista18 milioni di euro, compresi 1,5 milioni versati daChristo ai Comuni e alle autorità locali per le spe-

Un balletto di cifre attorno all’impegno finanziario di alcuni enti pubblici lombardi per l’opera dell’artista

Reuters

75km/h.mediamente 2- 3 giorni l’anno sul bacinosvizzero del Verbano il vento soffia oltre i 75 chilometri orari

45km/h.trentacinque/quaranta giorni l’anno sul bacino svizzero del Verbanoil vento è di circa 45 chilometri orari

99sono i giorni di pioggia che si registrano mediamente ogni anno nel Locarnese

se sostenute. Nei primi due giorni le passerelle sono state

“calpestate” da oltre 100mila visitatori, al termi-ne se ne sono stimati 1,2 milioni. L’intera opera-zione, preparata nell’arco di due anni, è stata pro-pagandata come istallazione a costo zero. Ma perLegambiente, la stima totale arriverebbe a 33,3milioni: 18 milioni a carico di Christo, 8 milioni acarico degli enti pubblici e 7,8 a carico della col-lettività. Per Legambiente, solo la mobilitazionedelle forze di sicurezza sarebbe costata tre milio-ni, mentre lo smaltimento delle 900 tonnellate dirifiuti prodotti nei 16 giorni, 2,4 milioni. Questi icosti, veri o presunti.

Quanto ai guadagni, oltre a quello d’immagi-ne per l’intera regione, secondo l’analisi di unasocietà di consulenza turistica, le imprese del ter-ritorio avrebbero incassato in 16 giorni circa 88,1milioni di euro. Di questi, il 76,5%, pari a 67,4 mi-lioni, sono stati fatturati grazie all’evento. Sottoquesto aspetto “The Floating Piers” non può cheessere considerato un grande successo. c.m.

Il lago e la metereologia

Sul Lago di Iseo

4,5 Kmla lunghezza totale dell’operadi Christo. Di cui 1,5 sullaterraferma e 3 sul pontilegalleggiante

120 i guardiani su tre turnigiornalieri impiegati per la sicurezza

20 il numero tra barche e gommoni utilizzati per la vigilanza 24 ore su 24

200 milail numero di parallelepipedi di polietilene utilizzate

150le ancore utilizzate perbloccare la struttura al fondo. Ognuna di 7 tonnellate

L’AFFLUSSOLA PIOGGIA E IL VENTO,CIRCA 140 GIORNI,FARANNO DIMINUIREL’AFFLUSSO

Christo, l’artista bulgaro, 83 anni

Sul Lago d’Iseo

IL CAFFÈ 7 ottobre 2018 2120 STORIE&VOLTI

Il dossier.

L’idea

1L’IDEALo scorso marzo i promotoripresentano la loro idea dipasserella, che prende spunto daquella dell’artista bulgaro Christo, 3km tra Ascona e le Isole di Brissago

2IL MATERIALEI circa 220mila cubi galleggianti di polietilene ad alta densità dellapasserella permetteranno diriciclare 500 tonnellate di materiale plastico di scarto

3L’OBIETTIVOL'intento principale del progetto èvalorizzare il territorio a livellomondiale. I promotori si aspettanoche un'attrazione di questo generepossa attirare migliaia di turisti

4LE DIFFICOLTÀTra le difficoltà del progetto riuscirea reperire i fondi necessari, almeno25 milioni di franchi. E non siescludono anche le opposizionidegli abitanti della zona interessata

Il futuro “percorso pedonale” tra Ascona e le Isole di Brissago presenta ancora interrogativi sull’impatto ambientale e sulla capacità economica

Sulla Passerella si abbattonoi primi venti delle polemichetra sicurezza e finanziamenti

I MILIONI NECESSARI Sulla società ideatrice, tre persone, potrebbe finire il peso dell’operazione

PATRIZIA GUENZI

Iprimi venti delle polemicheiniziano a soffiare. E si abbat-tono sulla passerella previstatra Ascona e le Isole di Bris-sago. I promotori si dicono

tranquilli, certi che il progettodecollerà. Questione di tempo.Tante le iniziative collaterali giàpensate per attrarre i visitatori.Dalle lezioni di yoga al mattinoai concerti di musica classica al-le lezioni di astronomia in sera-ta. Dai percorsi tematici per sco-prire flora e fauna e la gastrono-mia locale agli appuntamentiper conoscere l’arte e la culturadella regione. Nei cinque anni, apartire probabilmente dal 2020,che i 3 chilometri della passerel-la galleggeranno sul Verbano(salvo opposizioni, perché i pri-mi venti contrari già si stannoabbattendo sulla struttura anco-ra solo su carta) gli eventi do-vrebbero essere numerosi. Piùche numerosi per riuscire ad at-tirare quasi 2 milioni di persone,come i promotori prevedono.Forse un ottimistico auspicio,più che una concreta previsione.Difficile oggi sapere se sullapasserella, poggiata su 220milacubi di polietilene, salirannoogni giorno tra i mille e i duemi-la visitatori in media, per 300giorni l’anno, come si auguranoi promotori. Con un picco di20mila, anche se ancora da va-lutare.

Gli stessi promotori del pro-getto, “Wow-Walk on Water” -inviando in questi giorni ai Co-muni e al Cantone le proprieconsiderazioni, sottolineanol’impossibilità, quantomeno perora, di “definire nel dettaglio econ precisione” i numeri esatti

Verbano che, come per tutta larete di trasporti, dovrà adeguar-si alle esigenze richieste dal pro-getto. I promotori sperano, forsetroppo ottimisticamente, di po-ter aprire l’infrastruttura alla fi-ne del prossimo anno, dopo al-cune modifiche di legge sui per-corsi pedonali ed escursionisticie dopo i prevedibili ricorsi di al-cuni privati residenti nella zona.

Una passerella galleggiantelarga 14 metri e lunga 3 chilo-metri e 2 che parte dal “vecchioporto” di Ascona, sulla destradella piazza, non passerà, comedire?, “inosservata” ai proprie-tari delle ville sulla riva. Unapasserella che per cinque annidovrebbe attirare decine di mi-gliaia di persone. E sulla qualeogni mezzo chilometro dovreb-bero essere installate piattafor-me con servizi igienici e aree diristoro oltre che attracchi per leimbarcazioni di servizio. Un pro-getto decisamente importante.Anche per i rischi finanziari. Se-condo gli organizzatori la passe-rella creeerà un indotto per il tu-rismo in generale e per l’econo-mia del cantone di almeno mez-zo miliardo di franchi in cinqueanni. Genererà, sempre standoallo studio, una quarantina diposti di lavoro. E altri se ne ag-giungeranno indirettamente nelcomplesso dell’industria turisti-ca. Fra gli obiettivi principali c’èquello di “destagionalizzare” ilturismo. Dovrà necessariamen-te attrarre visitatori da ogni par-te del mondo. I turisti oggi regi-strati in Ticino sono abituali, ri-tornano ogni anno o più voltel’anno. Quante volte vorrannoprovare l’esperienza di cammi-nare sull’acqua?

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relativi alle presenze giornalie-re. Ma sicuramente, aggiungo-no, l’afflusso di persone sullapasserella dovrà essere contin-gentato quotidianamente attra-verso la vendita online dei bi-glietti. Ticket che riguarderannosia l’accesso alla passerella siaanche alle Isole di Brissago. Equi si apre un importante pro-blema relativo alla capacità del-le Isole di accogliere visitatori.Non potranno essere più di unmigliaio al giorno, spiegano ipromotori. E così gli orari di

apertura della passerella e diconseguenza del parco botanicodelle Isole si presume sarannostagionali: 6-24 d’estate, 8-22autunno/inverno.

L’iniziativa, il cui piano fi-nanziario ancora non lo si cono-sce nei dettagli - costerà attornoai 25 milioni di franchi e un bi-glietto non potrà essere vendutoa molto meno di 15 franchi, incinque anni significa un incassodi 27 milioni - avrà sicuramenteun impatto ambientale conside-revole. Anche sul traffico. Tutti

aspetti, così parrebbe, presi inattenta considerazione dai pro-motori. Il piano viario intorno adAscona e le linee di trasportopubblico dovranno essere ade-guati. Per quanto riguarda l’im-patto ambientale il progettopresentato al Cantone prende inconsiderazione i problemi percosì dire più comuni, ricorrentilegati alla realizzazione e allafruizione di una struttura unicanel suo genere.

Ma ci sono ancora aspetti,numerosi e importanti, che do-

vranno essere approfonditi per-ché particolarmente delicati. Sitratta in modo particolare delleconseguenze che le acque delVerbano in quella zona potreb-bero registrare, sia superficial-mente che nei fondali. E sia infase di montaggio, di smontag-gio ma soprattutto nei cinqueanni di utilizzo della passerella.

Quali le conseguenze per laflora e per la fauna? Durantel’intero periodo di vita della pas-serella ci saranno ripercussioniper la pesca e la navigazione del

L’unico investitoresi sarebbe ritirato“No, non è vero”

LA FAUNA ITTICASi pensa come soluzione anchealla posa di incubatoi e di alcune vasche

Saranno inevitabilile conseguenzeper molti pescatori

Uno dei problemi principali all’at-tenzione dei promotori dell’inizia-tiva è quello relativo alla pesca.

Da loro stessi è definito un tema rile-vante e che richiede sforzi e misure par-ticolari. Mitigare le conseguenze dellapasserella sulla fauna ittica è impossibi-le. “Saranno simili per tutte le fasi, cioèper tutti i cinque anni oltre ai periodi dimontaggio e smontaggio. La passerellarappresenta un ostacolo anche se nonduraturo alle attività di pesca sia con lereti sia da piccole imbarcazioni.

“Oltre alla superficie legata allastruttura vera e propria vi è da conside-rare l’influsso degli ancoraggi che allar-gano ulteriormente l’area di influenza.A questa situazione non vi è nessunamisura diretta per mitigare le conse-guenze per la pesca. Occorrerà indivi-duare altre misure, quali punti riservatiper la pesca dalla passerella, posa di in-cubatoi o vasche, valorizzazioni di fon-dali o altro”.

Questo, come detto, è uno dei pro-blemi principali, oltre a quello relativoai venti e quindi alla sicurezza e alla na-vigazione che i promotori dell’iniziativadovranno affrontare con i loro consulen-ti. Potrà essere certamente una dellespine nel fianco più problematiche del-l’intera operazione, perché soggetta aricorsi.

Mezzo miliardo di franchi in cin-que anni. È l’indotto economi-co che con il progetto della

passerella si prevede di creare.Un’operazione che dovrebbe avere uncosto di almeno 25 milioni di franchi.Ma esistono investitori privati interes-sati all’iniziativa? Allo stato attualedelle cose parrebbe di no. Qualcunoc’era ma si sarebbe ritirato, risulta alCaffè. Smentisce Benjamin Frizzi, tra ipromotori e direttore marketing e vicedell’Organizzazione turistica LagoMaggiore e Valli. “Non è vero, non ne-go che in questo momento vi siano di-scussioni, ma di privati interessati neabbiamo più di uno, tutti residenti inTicino. Abbiamo già la loro letterad’intenti. Stanno ovviamente aspet-tando la fine dell’iter procedurale”.

Se così non fosse il finanziamentodel progetto graverebbe solo sui pro-motori, i tre che fanno parte dellaWow, Walking on Water, società appo-sitamente creata: Enzo Trazzera, cheopera nella “green economy” proget-ta, distribuisce e commercializza si-stemi di cubi galleggianti, gli stessi

dell’opera di Christo sul lago di Iseo;Guido Casparis, proprietario di tre al-berghi nel Locarnese, membro delconsiglio di amministrazione dell’Or-ganizzazione Lago Maggiore e Valli, eFrizzi, che sottolinea: “Non possiamocerto finanziare noi, abbiamo bisognodi una banca. I maggior istituti di cre-dito nazionali si sono già detti disponi-bili a finanziare e a gestire il progetto.Tra questi Ubs”. Ubs che, secondo al-cune voci, si sarebbe solo detta dispo-sta ad “assumere la gestione finanzia-ria dell’operazione”.

Intanto, la società Wow ha incari-cato alcuni studi specialistici per ap-profondire diversi aspetti. Lo studioToscano di Rivera è il coordinatore ge-nerale soprattutto per la parte di inge-gneria. Consulente architettonico epaesaggistico è l’architetto MicheleArnaboldi. La Dionea, consulente am-bientale e Francesco Allievi per gliaspetti legati al traffico. “Abbiamo poinumerosi partner che vogliono asso-ciare il loro brand a questo progetto,interessati anche a metterci dei soldi”,assicura Frizzi.

L’INDOTTO ECONOMICOI promotori dovranno calcolare benel’indotto economico, visto il costo di almeno 25 milioni di franchi

I PERICOLIL’analisi delle difficoltà metereologiche

Quaranta giornicon Inverna fortee brezze da nord

Sono una quarantina l’anno i giorniin cui il vento soffia a 45 chilometriorari sul bacino locarnese del Lago

Maggiore. Una velocità che impone diaccendere i lampeggianti sul lago e chenon permette, con ogni probabilità, al-cun passaggio sulla passerella. A questi45 giorni occorre poi aggiungerne uncentinario di pioggia. Ma è il vento laprincipale preoccupazione di alcuni chegià hanno manifestato le proprie per-plessità, come l’architetto bellinzoneseCristiana Storelli in una lettera pubblica-ta dalla Regione. Nel progetto consegna-to al Cantone e ai Comuni dai promotori,un capitolo è dedicato ai pericoli naturalie quindi anche alla meteorologia. Sispiega che la zona di accesso alla passe-rella, cioè la “rampa vecchia”, non èesposta a pericoli naturali conosciuti.Lungo la vecchia strada (quella di colle-gamento con Brissago prima della realiz-zazione della galleria) si sono registratealcune zone minacciate da crolli di rocciama non si trovano nell’area interessataal progetto. Per contro, il problema delleesondazioni non è ancora stato del tuttoanalizzato e approfondito dal progetto.

E veniamo ai venti. Il vento da sud,l’Inverna, che inizia a soffiare nel primopomeriggio, è forse quello che più destapreoccupazioni. Soffia con una buona re-golarità, si spiega nel progetto, e pur nonraggiungendo punte estreme può esserefonte di disturbo per i natanti ormeggia-ti. Questo per quanto riguarda quellache è definita una brezza dal lago. Esi-stono poi delle “brezze termiche” “cau-sate” dalla valle della Maggia (il Valmag-gino). Si legge nel progetto: “Un altrofattore di influenza sulle direzioni delvento nell’area di interesse è la presenzadel fiume Maggia e delle relative brezzetermiche (verso il lago di notte e versomonte di giorno). A seconda delle condi-zioni meteo, questa componente può so-stituire il vento da nord dal “Piano” in-troducendo una componente dalla Mag-gia”.

I NATANTII problemi per boe, ormeggi e vele

“L’iniziativa imporràcambiamentialla navigazione”

Ipromotori sono coscienti del fatto chela passerella richiederà notevoli cam-biamenti alla situazione attuale sia

per la navigazione pubblica sia perquella privata. Si legge nel progetto:“La navigazione pubblica segue unarotta che collega Ascona con Porto Ron-co passando ad ovest delle Isole di Bris-sago. La presenza della passerella ri-chiede forzatamente che la navigazioneavvenga passando ad est dalle Isole,cioè circumnavigandole. Ciò causerà unallungamento del percorso e una modi-fica degli orari e potrebbe richiedere ilcambiamento anche della sequenza de-gli approdi”.

La passerella costituirà anche unostacolo per la navigazione da diporto amotore. “Ad Ascona è prevista la realiz-zazione di un ponte che garantisca ilpassaggio almeno per le barche di mi-nori dimensioni. Questa soluzione com-porta una nuova definizione della zonarivierasca interna. Da una parte deveessere consentita la navigazione sotto-costa nei pressi del passaggio sotto lapasserella, dall’altra deve essere defini-ta anche sul lato esterno della passerel-la”. Anche le posizioni delle boe e degliormeggi in vicinanza della passerelladovranno essere ridistribuite o sostitui-te. Infine, innegabile che la “costruzio-ne” rappresenterà un ostacolo insor-montabile per la navigazione a vela chenon può passare sotto il “ponte di colle-gamento”. La fascia a disposizione dellebarche a vela, spiega il progetto, vieneridotta di circa un chilometro. “Questaconseguenza non ha al momento trova-to soluzioni praticabili”.

372mÈ la profonditàmassima del lago, tra Ghiffa e Caldè

Variazioni del livello del Lago durante il 2017 8m ca.È stata nei secolil’escursione massimadel Lago Maggiore

250m ca.La profonditàmedia del Verbano

193m/smL’altezza mediadel Verbanosul livello del mare

75km/h.Mediamente 2-3 giorni l’anno sulbacino svizzero del Verbano il ventosoffia oltre i 75 chilometri orari

45km/h.Trentacinque/quaranta giorni l’anno sul bacino svizzero del Verbanoil vento è di circa 45 chilometri orari

99I giorni di pioggia che si registrano mediamente ogni anno nel Locarnese

Il lago e la metereologia

Dettaglio di una delle due piattaforme principali

I venti

Lungolagoe nucleodi Ascona

Parco botanicoIsole di Brissago

I SOLE

AS CONA

PiattaformasecondariaRistoro,sport nautici,servizi igienici

La passerella rappresentaun ostacolo per lanavigazione a vela.Indicativamente la fascia adisposizione viene ridottada circa 4.3 km a circa 3.3km. Questa conseguenzanon ha al momentotrovato soluzioni

Attracco,zona d’ombraPercorsi tematici,arte, paesaggioe territorio

Attracco,zona d’ombraPercorsi tematici,arte, paesaggioe territorio Attracco,

zona d’ombraPercorsi tematici,arte, paesaggioe territorio

Infrastruttureper lo smaltimentodei rifiuti

Attracco,zona d’ombraPercorsi tematici,arte, paesaggioe territorio

Piattaformaprincipale 1Bar,Ristorante con cucina,servizi igienici

PiattaformasecondariaRistoro,servizi igienici,sport nautici

PiattaformasecondariaRistoro,servizi igienici

Come verrà realizzata

Piattaformaprincipale 2Bar,Ristorante con cucina,servizi igienici

Attracco,zona d’ombraPercorsi tematici,arte, paesaggioe territorio

L’elemento base con cui sarà costruita la piattaforma è costituito da un cubo in materiale sintetico che può essereassemblato in modo modulare, così da creare qualsiasi forma e dimensione per svariate applicazioniLa piattaforma sarà stabilizzata, tenuta diritta

ed in costante tensione per evitare fluttuazionie movimenti laterali. Le funi sono munite di undispositivo per compensare la lunghezza in baseal livello del lago

I venti che si incrociano sul bacinosvizzero del Verbano non possononon destare preoccupazione. Ventida sud e venti da nord. Sono unaquarantina l’anno i giorni in cui le brezze avranno una velocità che renderà inaccessibile la Passerella

Valmaggino

TramontanaGhiridon

Inverna

Tramontana

Tramontana

Muscendrin

Ventoda nord

L’accesso alle Isole è gestitoattraverso un pontile che si accosta aquello esistente. La distanza dalle Isoleè di 50m. L’attracco per la navettagarantisce il rientro a chi non intenderipercorrere a piedi la passerella

Batello Ristorante

Navettadi rientro

Area didattica, percorsitematici,arte e cultura, territorio

Zone d’ombra,riparo e bar

tratta navette

Rampa vecchiaIl punto di partenza previsto da Ascona.La passerella dovrebbe raggiungere inlinea retta le Isole di Brissago, quella

grande, dove si trova il ParcoBotanico

La partenza

194.5

194.0

193.5

193.0

192.5

192Gen Mar Mag Lug Sett Nov

Nord

EstOvest

Sud

Le dimensioni

3,2km per 14mla lunghezza e larghezza totale previstaper la passerella

I rifiuti

I posteggi

La sicurezza

Ascona“Rampa vecchia”

Isole BrissagoParco Botanico PASSERELLA 3,2km ca.

Sono previsti 60 punti di ancoraggioche garantiranno la stabilità dellapasserella. Il pontile sarà ancoratotramite funi Dyneema, collegate ablocchi di calcestruzzo di 5tonnellate posati sul fondo.Alcuni dispositivi compenseranno le variazioni di livello del lago

Fondalelago

Cubo50x50x42cm6.5kg

Giunturadei moduli

Funi in Dyneema.Una delle fibre più resistenti

al mondo

Durante la fase di esercizio dellaPasserella, si legge nelle notetecniche del progetto, sarànecessario smaltire le acque discarico prodotte dalle attivitàorganizzate sulla struttura. Attività diristorazione e servizi igienici. Occorrerà fare attenzione alle faqsidi trasporto delle acque

L'organizzazione degli accessi allapasserella rappresenta un puntocruciale dell'intero progetto. Lodicono gli stessi promotori.“L'accesso con mezzi privati nonsarà da favorire ma da gestire inquanto probabilmente inevitabile: diprincipio si prevede di non caricare la rete locale stradale e i posteggi,prevedendo delle strutture appositedecentrate, presso l'ex-aerodromo di Ascona e/ o la caserma

di Losone”

La navigazione a vela

Sono previsti incubatoi e vasche per “mitigare” le conseguenzedella passerella sulla fauna ittica

La fauna ittica

IL CAFFÈ 14 ottobre 2018 1110 FATTI&IDEE

Il progetto.

A2BellinzonaLugano

MAGADINO

FFSAlptransitMURALTO

MINUSIO

LOCARNOLinea 1

versol’Italia

versol’Italia

P a s s e r e l la

ASCONA

ISOLE DI BRISSAGO

L a g o M a g g i o r e

Ex Aerodromo

Ex Caserma

Ex Caserma

Centovallina

TENERO

Automobili

Ferrovia

Biciclette

Pedoni

L E G E N D A

Bus/Shuttle

Battello

2

1

3

44

44

11

Ex2

FFSAlptransit

Posteggi

IL PROGETTO DI “TRASPORTO” ATTORNO ALLA PASSERELLA Bus, battelli e bicicletteper raggiungerela Passerella sul VerbanoEcco nel dettaglio cosa prevede il progetto “WoW”tra mobilità condivisa e lenta e parcheggi in periferia

Non faremo una battaglia contro laPasserella: cercheremo piuttosto direndere il progetto più sostenibile”.

Ronnie David, coordinatore dei Verdi, pre-cisa qual è la posizione del suo partitosull’iniziativa - contestata con forza da di-verse associazioni ambientaliste e urbani-sti - che punta a collegare tra loro Asconae le Isole di Brissago con un percorso pe-donale galleggiante. Iniziativa che era inqualche modo stata ispirata da una mozio-ne della granconsigliera verde, MichelaDelcò Petralli, ma bocciata dal Consiglio diStato. “La prospettiva di collegare le Isolecon la terraferma è l’unica soluzione persalvaguardarle e garantirne la sopravvi-venza”, sottolinea Delcò Petralli. La posi-zione dei Verdi è dunque chiara. “Credia-mo si tratti di un’idea turistica interessan-te - aggiunge David - a patto di sistemarealcuni punti critici”. Quali? “È fondamen-tale fissare un tetto massimo di entrategiornaliere che non oltrepassi le 5.000persone per la passerella e di 700-1.000per le isole - afferma David - altrettantobasilare è che almeno l’80-90% degli spo-stamenti per raggiungere l’istallazione sia

svolto con il mezzo di trasporto pubblico”. Se per quanto riguarda gli accessi alla

struttura, il partito ecologista non si spo-sta molto dall’idea dei promotori, che conuna buona dose di ottimismo hanno previ-sto tra i mille e i duemila visitatori giorna-lieri con un picco di 20mila ancora da va-lutare, qualcosa cambia dal punto di vistadei collegamenti viari e ferroviari. Ancheperché, per gli ambientalisti i parcheggiaggiuntivi previsti all’aerodromo di Asco-na e alla caserma di Losone dovrebberoessere ridotti di almeno un terzo e le corsedi battelli e bus di linea dovrebbero esserepotenziate, con i primi che dovrebberocollegare anche le località italiane di Lui-no, Verbania e Canobbio. Stessa cosa i tre-ni verso Locarno, il cui numero, secondo i

Verdi, dovrebbe essere incrementato, siaverso sud (Ceneri, Lugano, Luino) che ver-so nord (Gottardo, Centovallina). Ecco per-ché per gli ecologisti il biglietto d’entratadovrebbe contenere il costo del trasportopubblico. Anche se l’iniziativa, il cui pianofinanziario non si conosce nei dettagli,prevede un prezzo inferiore ai 15 franchi.

Difficile dire se questo potrà essere inlinea con il business plan che punta a unafflusso, sempre con una visione davveroottmista, di 2 milioni di persone sull’arcodi 5 anni per un investimento attorno a 25milioni. Un progetto che si scontra con lecritiche della Fondazione per la tutela delpaesaggio e della Società ticinese per l’ar-te e la cultura (Stan), per le quali si è difronte a una installazione a metà tra Gar-daland e carnevale di Bellinzona. Critichesono giunte anche da Alessandro Pederza-ni, ingegnere. Da valutare, come riportatodal Caffè, vi è poi l’effettiva presenza di in-vestitori. Senza contare le conseguenzeper flora, fauna e navigazione. Tutto que-sto in un lago, il Verbano, spazzato per 40giorni l’anno da venti che soffiano fino a45 km orari. an.b.

Dopo il no di urbanistie tecnici paesaggistidai Verdi le condizioniper dire sì al progetto

Le contestazioni

Il partito ambientalista che aveva lanciato l’ideachiede precise modifiche sul percorso Ascona-Isole

Gli ostacoli per la navigazionePer realizzare la Passerella, non solo occorreràtrovare spazi e aree per i parcheggi, bisognerà ancherisolvere l’ostacolo che costituirà per la navigazioneda diporto a motore. I promotori, hanno pensato“alla realizzazione di un ponte che garantisca ilpassaggio almeno per le barche di minori dimensioni.Soluzione che comporta una nuova definizione dellazona rivierasca interna. Da una parte dovrà essereconsentita la navigazione sottocosta nei pressi delpassaggio sotto la passerella, dall’altra dovrà esseredefinita anche sul lato esterno della passerella”.

Il tetto massimo“Nessuna battaglia ma un tettomassimo di 5mila visitatori al giorno ed un uso massicciodi mezzi pubblici”

tatori con punti di informazione.Grande importanza il progettodà alla “mobilità lenta”: percorsipedonali, biciclette private, bikesharing. Mezzi destinati a porta-re i visitatori all’interno del nu-cleo di Ascona sino alla piazzasul lago dove dovrebbe essereallestita la Passerella.

Le aree di parcheggio princi-pali su cui il progetto punta,chiamati “posteggi di attesta-mento”, si dovranno trovare aMagadino nelle vicinanze del-l’imbarcadero (50-100 posti); aTenero, nelle vicinanze dellosvincolo dell’autostrada (100-200 posti); sul terreno dell’exCaserma di Losone (50-100 po-sti), da utilizzare nei giorni diforte affluenza, e nell’area del-l’ex aerodromo di Ascona (100-200 posti). Tutto ciò porrà ancheil problema della gratuità o delpagamento delle aree di sosta econ quali accordi con i Comuniinteressati. p.g.

Magadino. Come detto, i promotori pen-

sano ad una “offerta di parcheg-gio dedicata”. Aree ai marginidel polo urbano Locarnese e a di-retto contatto con gli snodi dellarete viaria di accesso alla regio-ne. Parcheggi non solo destinatialla sosta delle automobili, maanche all’”accoglienza” dei visi-

quindi soprattutto ai tragitti daMagadino e da Tenero sino a Lo-carno e Ascona. Detto nel detta-glio, il progetto prevede il poten-ziamento del servizio urbanodelle Fart affiancato da “busshuttle” e un’offerta di trasportopubblico via lago di supporto con“battelli shuttle” da e per gli im-barcaderi di Locarno, Tenero e

La linea direttrice base perquanto riguarda la mobilità, silegge nel progetto, deve preve-dere lo sviluppo di misure atte avalorizzare la “mobilità sosteni-bile”. Vale a dire , l’uso del tra-sporto pubblico e la promozionedella “mobilità lenta”, biciclettee percorsi pedonali. A cui si af-fiancano i battelli, pensando

in sintesi, si ipotizzano interven-ti per migliorare il trasportopubblico e la cosiddetta mobilitàlenta. Resta da risolvere, cosanon da poco, il problema dei po-steggi. Aree che il progetto indi-vidua “ai margini del polo urba-no del Locarnese (…) così da fil-trare i veicoli prima dei centriurbani”.

realisticamente, milioni, la ra-gnatela di strade di accesso a Lo-carno e da qui ad Ascona non ècertamente adeguata e mai losarà per assorbire un simile cari-co. Nel progetto della societàpromotrice, “Walk on Water”(Benjamin Frizzi, Guido Caspa-ris, Enzo Trazzera), alla “mobili-tà” è dedicato un capitolo. Detto

Come potrà mai la retestradale del Locarne-se sopportare un ca-rico di traffico comequello previsto per la

Passerella sul lago da Ascona al-le Isole di Brissago (3 chilometridi lunghezza per 14 metri di lar-ghezza)!? E per un periodo addi-rittura di cinque anni. Non c’èsolo un problema di “impattoambientale”, quindi anche pae-saggistico, ma anche la difficoltàdi trovare soluzioni praticabiliper far fronte alle migliaia di vi-sitatori che i promotori del pro-getto prevedono. A questo pro-posito però le cifre sono balleri-ne. Addirittura c’è chi ipotizzadue milioni di visitatori l’anno. Eper un lustro, con punte quoti-diane anche di 20mila persone.Realisticamente però nei cinqueanni c’è chi parla di 300/400milavisitatori l’anno.

Centinaia di migliaia o, poco

20 STORIE&VOLTI IL CAFFÈ 21 ottobre 2018

C’è stato un tempo in cui nel Locarnese, per risolvere la que-stione annosa del traffico, si voleva costruire un ponte sullago. Grazie a Dio non l’hanno fatto. Ora si vuole edificare

una passerella che dalla riva di Ascona porta alle Isole di Brissa-go. C’è chi è favorevole, chi è contrario e chi, come i Verdi, me-glio non farsi nemici prima delle elezioni, è pronto a cercare la“sostenibilità” del progetto. Tre chilometri di lunghezza, quattor-dici metri di larghezza, cinque anni di vita, milioni (si dice) di pe-doni pronti come Cristo il Redentore a camminare sull’acqua. Al-tro che le Maldive in valle Verzasca. Quale beneficio porterà ilprogetto alla comunità? Ristoranti zeppi di turisti e traffico a go-gò. Sul primo punto non ci sono certezze. Sul secondo sì. Altri in-tasamenti in una regione fra le più disastrate della Svizzera. Rac-contano i ristoratori a Venezia che la maggior parte dei turisti, di-scepoli del mordi-e-fuggi, arrivano con la bottiglia di acqua mine-rale in tasca, la bevono, la lasciano (per bene che vada) nei rifiuti,e se ne vanno senza avere speso neanche un centesimo. Saràquesto l’indotto?

Lasciamo spazio all’iniziativa privata, si potrebbe obiettare.D’accordo. Ma quale diritto possono avere dei privati di occupareuna superficie preziosa che è di tutti? Tanto di chi vuole che dichi è contro le mode della spettacolarizzazione della realtà, chenel mondo ha prodotto orribili falsi come le finte Venezie di Ma-cao e di Las Vegas? Tutti hanno visto le immagini dell’opera diChristo sul lago di Iseo. Ma un conto è un artista e un conto sonole dilettantesche scimmiottature pseudo-artistiche. Un conto èl’emozione di andare a piedi su un’opera d’arte e un altro quelladi camminare su una brutta copia di Christo. Si potrebbe obietta-re: non è l’arte che interessa, ma un’esperienza emozionante giàvissuta con successo da molti turisti. Basta questo per okkupareuna grande porzione di lago? No, perdiana.

Abbiamo bisogno, nel nostro Cantone, di una politica turisticaa misura d’uomo. Al di là dei discorsi sul marketing o delle mega-lomanie astruse. Abbiamo solo due carte da giocare: la natura ela cultura. La natura va rispettata. Un lago o una montagna nonsono delle “arene” da trasformare in “scenografie” o in eco-mo-stri a cinque stelle. La cultura è il secondo valore aggiunto: va in-tesa con intelligenza e solida preparazione, non con infarinatureda quattro soldi. La passerella sul lago, se vuole essere un’opera-zione culturale, è un’opera dilettantesca. Se vuole essere un’ope-razione manageriale, allora, deve riconoscere anche il rovesciodella medaglia. A cominciare dalle conseguenze negative cheporterà con sé. Per gli occhi, la natura e la qualità della vita.

Il Christo originale a Iseoe il Christo scimmiottatocon la copia di Ascona

Fogli in libertà Renato Martinoni

DIALOGHI

FATTI&IDEEIL CAFFÈ 18 novembre 2018 3

L’inchiesta.

Il pericoli “I pericoli della strutturanon dipendono soltanto dalle boe di polietilene, ma anche dalle verniciche si utilizzeranno”

Una passerella chegalleggia sull’acquaper due settimane,come è accadutocon l’opera di Chri-

sto nel 2016 sul lago d’Iseo,pone rischi diversi rispetto auna struttura come quella pen-sata per il Verbano che do-vrebbe durare invece cinqueanni. I pericoli, dal punto di vi-sta dell’impatto ambientale,sono chiaramente diversi.“Perché bisogna pensare siaalla degradazione del pontilegalleggiante per effetto di ven-ti, pioggia e neve, sia per ef-fetto del moto ondoso. Ma bi-sogna anche tener conto delprocesso meccanico, cioè losfregamento dei cubi in polie-tilene”, spiega Simone Nuglio,responsabile della Goletta deilaghi, il centro scientifico diLegambiente che ogni annovaluta la salute dei diversi ba-cini, compreso appunto il Ver-bano. Il problema, in questocaso, è il rilascio delle particel-le di microplastica. Un proble-ma che Benjamin Frizzi tra i

promotori dell’iniziativa e di-rettore marketing dell’Orga-nizzazione turistica Lago Mag-giore e Valli, nega: “Il polieti-lene - ha detto alla Rsi - nonrilascia microplastiche, è testa-to scientificamente”.

La passerella, inserita nelprogetto “Wo-Walk on Water”,dovrebbe essere lunga circa 3chilometri, larga 14 metri eformata da 220mila cubi in po-lietilene ad alta densità, 20mi-la in più rispetto a quella dellago d’Iseo. “In teoria il polie-tilene ad alta densità comportaun rischio contenuto, ma quidobbiamo calcolare l’impattodei visitatori”, spiega LorisPietrelli, docente e ricercatoredell’Agenzia nazionale italianaper le nuove tecnologie,l’energia e lo sviluppo econo-mico sostenibile (Enea), che inquesti anni ha studiato l’effet-to delle microplastiche non so-lo nei mari ma anche nei laghi.Compreso il Verbano, dovegrazie alle analisi sono stateindividuate 123mila particelleper chilometro quadrato.

L’impatto di cui parla Pie-trelli varia secondo il numerodi visitatori. Secondo i promo-tori del progetto di Ascona po-trebbero essere circa due mi-lioni all’anno. Realisticamenteperò - tenuto conto delle con-dizioni meteo - c’è chi stima300-400mila visitatori l’anno.“Parlando sempre in linea teo-rica, perché poi bisogna vede-re realmente cosa accadrà -osserva Pietrelli -, il pericolo èche la struttura verrà forte-mente sollecitata e dunque

inevitabilmente rilascerà mi-croplastiche. A meno che nonsi trovi un correttivo, una pro-tezione che eviti che le parti-celle vadano a finire nel lago.Anche se poi da chimico mipreoccuperei di capire se i cubiin polietilene verranno verni-ciati. Perché secondo il mate-riale usato i rischi potrebberoaumentare”.

Sull’impatto dei visitatoriinsiste anche Nuglio: “È unaspetto che vapreso seriamentein considerazio-ne. Perché unconto è appuntouna passerellache resta a gallad’estate per duesettimane, comesul lago d’Iseo,un altro èun’opera simile aquella di Asconache invece reste-rà a galleggiarein acqua per cin-que anni. Dicoquesto, natural-mente, a livelloteorico, vogliamoancora approfondire il pro-getto nel dettaglio”.

Problemi, questi, già presiin considerazione anche dal-l’amministrazione cantonale.“Il rischio di rilascio di micro-plastiche non è da escludere -sostiene Mauro Veronesi, capodell’Ufficio della protezionedelle acque -, poiché chiara-mente il calpestìo genera unacerta usura. Proprio per questoquando si tratterà di analizzare

la domanda di costruzione por-remo delle condizioni precise.Dovrà essere utilizzato un ma-teriale di qualità tale da limita-re il più possibile i pericoli”.Secondo il Wwf, invece, questodelle microplastiche è un “nonproblema”. Francesco Maggi,responsabile della sezione del-la Svizzera italiana, affermache “la passerella avrà un im-patto irrilevante dal punto divista ambientale. Molto più ri-

levante è invecel’impatto di tuttoquello che c’ègià, a partire dainatanti con le lo-ro vernici”. IlWwf, anche peruna questione dirisorse, ha tutta-via deciso di nonoccuparsi dellapasserella. “SulLago Maggioreabbiamo già unalunga serie disfide - spiegaMaggi -, dal li-vello dell’acquatenuto abusiva-mente alto dagli

italiani, al nuovo porto regio-nale del Gambarogno che di-struggerebbe una zona pre-giata. Non consideriamo che

la passerella in sé potrà essereun problema ambientale. Sem-mai lo sarà l’arrivo di un’enor-me massa di turisti, che andràgestito con attenzione e nel ri-spetto dell’ambiente”.

Le microplastiche, tutta-via, sono uno dei principalifattori d’inquinamento dei la-

ghi, come hanno accertato leanalisi della Goletta di Le-gambiente. “Certo, ci preoc-cupano molto queste particel-le che sono diventate una au-tentica emergenza e che po-trebbero essere liberate an-che dai filamenti dei teloniche vengono usati in questotipo di strutture. Inoltre -spiega ancora Simone Nuglio,responsabile della Goletta deilaghi - nel caso di Ascona c’èun ulteriore fattore. Quellodelle boe d’ancoraggio cheuna volta sistemate potrebbe-ro smuovere delle sostanzeche stanno sul fondo del lagorimettendole in circolo nel-l’acqua e intaccare l’equilibriodell’eco-sistema”.

Nel caso del lago d’Iseo siala plastica dei cubi-boa, sia i100mila metri quadrati di tes-suto di nylon che avvolgevanola struttura, sia gli ancoraggidi cemento posati sul fondo,una volta chiusa la passerellasono state totalmente ricicla-ti. Lo prevedeva specifica-mente il progetto coordinatodall’equipe di Christo.

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MAURO SPIGNESI

300I visitatori ad Ascona, tenuto contodelle condizioni meteo sul Verbano,potrebbero essere 300-400 mila l’anno.I promotori hanno parlato di 2 milioni

3,2La passerella prevista tra la “rampavecchia” di Ascona e le Isole di Brissagoha una lunghezza di 3,2 chilometri e una larghezza di 14 metri

25Il costo del progetto è di circa 25 milionidi franchi, garantiti da investitori privati.Il Cantone è pronto a contribuirecon un finanziamento di 1 milione

220.000La passerella sarà composta da 220milacubi galleggianti in polietilene ad altadensità. Permetterà di riciclare 500tonnellate di materiale plastico di scarto

5Le piattaforme previste lungola passerella che dovrebbeessere realizzata dal lungolagodi Ascona sino alle Isole di Brissago

53Almeno 53 tonnellate di rifiuti plastici,secondo uno studio dell’Universitàdi Berna, si trovano nei suoli alluvionalidelle riserve naturali svizzere

45Sono 45 in media ogni anno i giorniin cui i venti viaggiano a una velocitàche non consentirebbe ai visitatori diattraversare la passerella Ascona-Isole

123.000Il monitoraggio della Goletta dei laghi ha evidenziato nel Verbano una presenzadi microplastiche pari a 123milaparticelle per chilometro quadrato

L’allarme per i rischi ambientali del pontile galleggiante da Ascona alle Isole

“Un’onda di microplasticheprovocata dalla passerella”

I PONTEGGIGALLEGGIANTIIl progetto deicubi in polietileneche dovrebberoessere usati per la passerelladi Ascona, il sistema è similea quelli chevengono usati per i pontiligalleggianti

20 STORIE&VOLTI IL CAFFÈ 2 dicembre 2018

Un conto è andare a piedi su un’opera d’arte e un conto è cam-minare su una brutta copia di Christo”. Così scriveva RenatoMartinoni, su “il Caffè” di qualche settimana fa, nella rubrica

“Fogli in libertà” pubblicata qui sotto, riferendosi al progetto di co-struire una passerella tra Ascona e le Isole di Brissago. Sono sem-pre stato favorevole a questa realizzazione, come a tutte le novitàper rilanciare la nostra immagine turistica. Siccome stimo molto ilmio “‘vicino di pagina”, mi sono però chiesto se non dovevo rive-dere la mia posizione. Qualche giorno più tardi sono poi venuto asapere che l’architetto incaricato di questo progetto è Michele Ar-naboldi, intellettuale che apprezzo. E allora mi sono detto: non èpossibile che Arnaboldi, uno degli architetti ticinesi più quotati alivello internazionale dopo la generazione dei Botta, degli Snozzi,dei Vacchini e dei Galfetti, si presti ad eseguire “una brutta copiadi Christo”. Per chiarirmi le idee sono andato a trovarlo.

“Quando mi hanno proposto di progettare la passerella - sostie-ne Arnaboldi - mi sono chiesto pure io se non avrebbe creato pro-blemi ambientali e di mobilità. Quanto all’ambiente va sottolineatoche i cubi con i quali verrà realizzata la passerella saranno fabbri-cati riciclando 500 tonnellate di rifiuti. Mi sono anche detto chenon doveva in alcun modo essere una scopiazzatura di quantoChristo aveva realizzato sul lago di Iseo, ma qualcosa di completa-mente diverso. Ho così pensato di creare una sorta di museo al-l’aperto ideando ogni 500 metri, lungo i 3 chilometri della passeg-giata, delle aree espositive che raccontano la cultura del lago esensibilizzano i visitatori sui problemi dell’ambiente, per poi giun-gere, in prossimità delle isole, in una sorta di ‘teatro del lago’ cheospiterebbe eventi di vario genere. Ma quest’opera dovrebbe an-che mettere in risalto gli aspetti ludici del Verbano - prosegue Ar-naboldi - come le gite in pedalo, in barca o in battello. Tutto questoper proporre una attrattiva immagine turistica della regione, pursempre basata sui capisaldi della natura e della cultura. E per giun-ta proponibile anche durante i mesi invernali finora disertati daituristi”. Se quest’ultimo intento dovesse realizzarsi sarebbe unasvolta epocale per il turismo nella regione. Ma ciò che preoccupagli oppositori è anche il problema della mobilità. Come gestirlo?

“Si prevede di valorizzare molto il trasporto pubblico - rispondeArnaboldi - favorendo soprattutto gli arrivi in treno. Per chi si spo-sta in automobile sono previsti grandi posteggi fuori dai centri (aTenero e nel Gambarogno). Gli spostamenti all’interno della regio-ne saranno garantiti da un potenziamento dei mezzi pubblici, bus ebattelli, ma anche da una mobilità lenta e cioè a piedi o in bici”.

Una passerella d’autoree non una brutta copiadi quella fatta da Christo

Fuori dal coro Giò Rezzonico

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