l'organizzazione del settore tecnico junior
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PERCHE’ Perché la necessità di un “responsabile tecnico
per il se:ore giovanile”?
Perché la formazione del giocatore, che perme5a la finalizzazione verso l’alto livello, richiede necessariamente la capacità di un proge5o tecnico societario che sia la somma di varie esperienze e competenze coordinate, indirizzate e verificate da un responsabile
delegato dalla società
Quale gioco? Il gioco del rugby a:uale:
• Un gioco basato su un grande volume di gioco a ritmi al> e con grandi accelerazioni determinato da prestazioni fisiche eleva>ssime
• Un gioco basato su una grande capacità tecnico ta?ca polivalente in un rapporto spazio/tempo sempre minore (intelligenza ta?ca)
• Un gioco basato su una specializzazione di ruolo sempre più curata e portata alla perfezione
• Un gioco basato su un a?tudine al comba?mento, alla sfida, alla volontà di osare con una mentalità vincente e con una grande confidenza
Quale giocatore? Il giocatore efficace : • Capace di comprendere la situazione e di risolverla
secondo criteri di efficacia, assumendosi le proprie responsabilità;
• Che sappia uHlizzare sia abilità tecniche proprie del ruolo sia abilità tecniche polivalenH;
• AtleHcamente e muscolarmente preparato;
• Perfe:amente integrato in un proge:o di squadra per un gioco d’alto livello
L’obieMvo del se:ore giovanile è…
Formare uomini‐atle. che sappiano competere ai massimi livelli spor.vi e siano capaci di reagire posi.vamente so6o pressione in ogni situazione della
vita
(missione spor.vo‐educa.va)
Quale uomo? L’uomo da formare:
• Capace di stabilire i propri obieMvi e di determinare i mezzi per raggiungerli assumendosi le proprie responsabilità (agonismo);
• Capace di conciliare la propria aMvità sporHva con il proprio percorso di studio (organizzazione);
• Capace di relazionarsi all’interno del gruppo squadra e società con le varie componenH (relazione);
• Capace di trovare gioia nel dare e soddisfazione nel contribuire alla crescita del gruppo (qualità morali);
Quale formazione? La formazione del giocatore verso l’alto livello
passa a5raverso un iter programma>co e
scien>ficamente determinato, cara5erizzato da
una grande quan>tà e qualità di lavoro,
programmata, coordinata ed a5uata da un
qualificato staff tecnico e di supporto
Finalità e principi del se:ore giovanile
Finalità • Costruzione dell’alta prestazione a5raverso la formazione del
giocatore/uomo e della squadra • Contribuire alla stru5urazione di un club di alto livello con una
iden>tà ed una moralità for>ssima
Principi • Sinergia tra crescita spor>va ed educa>va • L’a?vità spor>va di alto livello sviluppa in maniera
significa>va la crescita del
Bambino – Ragazzo – Uomo (GIOCATORE)
La sinergia tra crescita sporHva ed educaHva
L’obieAvo dell’atleta • E’ quello di trovare un ambiente “s>molante” nel quale
apprezzare costantemente la propria crescita e l’aumento di competenze PIACERE
L’obieAvo dell’allenatore • E’ quello di o5enere da ogni giocatore uno sviluppo delle qualità
mentali, fisiche, tecnico‐ta?che CRESCITA
L’obieAvo della società spor.va • E’ quello della formazione di giocatori COMPETIZIONE
PIACERE (atleta)
CRESCITA (formatore)
COMPETIZIONE (società)
La sinergia tra crescita sportiva ed educativa
QUALITA’ DEL LAVORO = qualità della proposta didattica e qualità dell’ambiente (uomini)
La formazione del giocatore non può che passare tramite un processo con>nuo che
parte dalle necessità fisiologiche che la scienza ha determinato come prioritarie per ogni
fascia di età, a5raverso l’aumento progressivo dei carichi di lavoro e la specificità dei
contenu>
Preparazione INIZIALE
Preparazione APPROFONDITA
SPECIALIZZAZIONE INIZIALE APPROFONDITA PERFEZIONAMENTO
ALTA PRESTAZIONE
COMPITI PRIORITARI DELL'ALLENAMENTO NELLE FASCE DI ETA’
10-12 anni 13-15anni
Sviluppo della RAPIDITA’ di
CORSA
15-17anni 18-19anni
Sviluppo Sviluppo CAPACITA’ VELOCITA’ di CORSA Assoluta
e Specifica
20-22 anni 23 in poi
Ottimizzazione TECNICO TATTICO
STRATEGICA
Sviluppo di MOBILITA’ e
COORDINAZIONE
Sviluppo FORZA
VELOCE
Sviluppo FREQUENZA
MOTORIA
Sviluppo di MOBILITA’ E
COORDINAZIONE
Perfez.to Preparaz. Formazione della Ginnica F O R Z A
Perfezion.nto TECNICO TATTICO
STRATEGICO
Mantenimento FORZA
VELOCE
Avvicinamento ai FONDAMENTALI
del GIOCO
Prep. Ginnica e TIROCINIO PESISTICA
Perfez.to Perfez.to TECNICA TECNICO DI BASE TATTICO
Sviluppo della FORZA
Mantenimento della FORZA
Addestramento TECNICO di
BASE
TIROCINIO Manten.nto della Preparaz. F O R Z A Ginnica
Mantenimento Preparazione
Ginnica
Mantenimento Preparazione Ginnica
2. ORGANIZZAZIONE Una società deve prevedere una organizzazione di un se5ore Tecnico e di vari se5ori di supporto al se5ore
tecnico.
Una buona organizzazione è premessa necessaria per un
lavoro di qualità, ma da sé l’organizzazione non basta!
DOBBIAMO SCEGLIERE GLI UOMINI ADATTI ALLA
FORMAZIONE ED INTEGRARLI IN UN PROGETTO
COMUNE E CONDIVISO
3. GLI UOMINI • Condivisione e coerenza comportamentale in rapporto alle finalità ed ai principi del progetto • Comportamenti chiari rispetto all’educazione del ragazzo ed alla crescita della sua prestazione • Motivazione al ruolo • Alta professionalità (conoscenza, competenza didattica e sportiva e capacità di concretizzare) • Alta sensibilità nella gestione del ruolo • Capacità di lavorare in sinergia all’interno di un gruppo (Staff)
4. COOPERAZIONE
“ABBATTIAMO LA CULTURA DELL’ORTICELLO” Tu5o il club per poter raggiungere un risultato
deve remare nella stessa direzione, cooperando non solo in linea “orizzontale” (tra
membri dello stesso staff) ma anche “ver>cale” (con chi è sopra e so5o) e
“trasversale” (con membri di altre stru5ure)
5. LA MOTIVAZIONE
Nel se5ore giovanile al fine di poter stabilire un percorso quan>ta>vo/qualita>vo è
fondamentale con l’atleta il lavoro sulla MOTIVAZIONE che passa a5raverso il suo
innesco e la sua alimentazione con>nua, ed ha negli strumen> della COMUNICAZIONE il
mezzo di a5uazione
La qualità di un se:ore giovanile si giudica da… • Andamento del numero dei tessera> (quan>tà) • Tasso di dispersione • Presenze nelle rappresenta>ve nazionali, zonali e regionali
(qualità) • Numero atle> nella propria prima squadra (autosufficienza) • Numero propri atle> in cat. Seniores di altri club (Esteri Top,
Super 10 e serie A1) • Partecipazione a campiona> nazionali/interreg. • Organizzazione di a?vità internazionale (in e out) • Organizzazione di a?vità al di fuori di quelle agonis>che (cene,
cinema, visite etc…) • Quan>tà di allenamen> svol>/risulta> scolas>ci • Con>nuità nel mondo del rugby in vari ruoli (tecnici, arbitri,
dirigen>, preparatori)
1. SETTORE TECNICO E’ una stru5ura formata da più persone
con varie professionalità, che elabora,
programma, applica e verifica
costantemente l’efficacia del
Proge:o Tecnico Societario
ORGANIGRAMMA SETTORE TECNICO
RESPONSABILE TECNICO
Tecnici di categoria Preparatori atletici Video maker-analyst
Assistenti tecnici di categoria
Psicopedagogista
Responsabile settore medico
Fisioterapisti
RESPONSABILE TECNICO • Partecipa alla determinazione del budget des>nato al se5ore
tecnico in relazione agli obie?vi stabili> nel Proge5o Tecnico • Una volta approvato il Proge5o Tecnico è il responsabile della
sua conduzione • Opera formazione con>nua per allenatori e assisten> • Presenzia alle varie riunioni degli staff tecnici e di supporto • Segue, coordina e valuta l’operato del se5ore tecnico. Opera
a5raverso confron> individuali, colle?vi, e con l’u>lizzo delle schede di osservazione e video.
• Verifica costantemente l’andamento del Proge5o Tecnico portando le eventuali verifiche ed intervenendo con tempes>vità
• Determina le “valutazioni finali” del proge5o nei momen> stabili> (breve, medio, lungo termine)
QUALI COMPETENZE? • Generali legate alla capacità di condurre e ges>re:
‐ Leadership
‐ Pianificazione ‐ Organizzazione
‐ Relazione/comunicazione
‐ Analisi
• Specifiche (legate alla specificità del gioco del rugby)
TECNICI DI CATEGORIA • Garan>scono l’applicazione del Proge5o Tecnico • Si confrontato con il Dire5ore Tecnico e con i propri collaboratori sull’andamento del proge5o
• Concorrono alla valutazione del gioco e dei giocatori
• Sono i garan> dell’applicazione delle norme societarie
PREPARATORI ATLETICI
• Garan>scono l’applicazione del Proge5o Tecnico so5o l’aspe5o della costruzione fisico‐atle>ca dei giocatori
• Si confrontato con il Dire5ore Tecnico e con i propri collaboratori sull’andamento del proge5o di formazione
• Concorrono alla valutazione dei giocatori (ba5erie di test)
VIDEO MAKER/ANALYST
• Effe5uano le riprese di: ‐ Allenamen> (colle?vi ed individuali)
‐ Incontri • Stabilisce griglie di osservazione assieme al Responsabile Tecnico ed ai Responsabili tecnici di categoria
• Tiene aggiornato l’archivio societario con incontri nazionali ed internazionali
• Redige relazioni sull’osservazione effe5uata secondo i parametri stabili>
PSICOPEDAGOGISTA
Figura che collabora a stre5o conta5o con il Responsabile tecnico ed i tecnici al fine di lavorare con professionalità e specificità su:
‐ Ges>one mo>vazione
‐ Comunicazione
‐ Ges>one del gruppo/squadra ‐ Ges>one delle crisi (adolescenza, casi speciali) ‐ Supporto mentale
MEDICO/FISIOTERAPISTA
Fanno parte del se5ore tecnico perché operano, con le loro specifiche competenze, alla prevenzione e ges>one dell’infortunio allo scopo di me5ere in condizione gli atle> di potersi allenare e partecipare a incontri.
E’ fondamentale che cooperino con tu? i partecipan> dello staff tecnico per la valutazione e ges>one dei giocatori e delle squadre.
2. SETTORI DI SUPPORTO E’ una stru5ura formata da più persone con varie
professionalità che collabora al Proge:o Tecnico
Societario per gli aspe? logis>ci, per quelli
finanziari/amministra>vi, per quelli rela>vi alla
comunicazione e marke>ng;
La collaborazione avviene sia in fase di elaborazione del
Proge5o, che in quella di conduzione dello stesso
ORGANIGRAMMA SETTORE DI SUPPORTO
DIRETTORE SPORTIVO
Responsabile logistica Resp.comunicazione marketing
Responsabile amministrativo Resp. segreteria
DIRETTORE SPORTIVO • Coordina i vari se5ori organizza>vi (logis>ca, stru5ura, comunicazione, amministrazione)
• Man>ene rappor> costan> con la stru5ura tecnica in relazione al proge5o tecnico societario
• Partecipa, assieme al Dire5ore Tecnico, alla stesura dei budget per i vari se5ori
• Tiene so5o controllo l’andamento del Proge5o Tecnico Societario dal punto di vista finanziario
• Relaziona costantemente la Società sull’andamento del proge5o
AMvità di formazione e aggiornamento tecnico perenne
• Partecipazione corsi della dida?ca FIR • Organizzazione di incontri tecnici interni • Organizzazione di incontri a tema su: ‐ Prevenzione al doping ‐ Primo soccorso e sicurezza ‐ Comunicazione efficace ‐ Alimentazione/nutrizione ‐ Casi par>colari • Organizzazione di corsi di aggiornamento con partecipazione di tecnici o specialis> esterni
• Organizzazione di stage con altre squadre • Organizzazione di stage con arbitri • Discussione casi par>colari
MOTIVAZIONE ALLA CRESCITA Sia individuale che di gruppo:
a5raverso il confronto con>nuo, aperto e dire5o tra i vari operatori che contribuiscono allo
sviluppo del proge5o societario. Perché ogni operatore dello staff sia estremamente
mo>vato e di conseguenza trasme5a tale mo>vazione all’ambiente, deve “condividere” il proge5o perché se ne senta artefice, a5ore e elemento fondamentale della catena societaria
STRUTTURA DI CATEGORIA • STRUTTURA TECNICA MINIMA: ‐ N1 responsabile tecnico (breve5o FIR minimo 2° livello) ‐ N1 assistente allenatore (breve5o FIR minimo 1° livello) ‐ N1 preparatore (che provenga da esperienze Fidal nella velocità, ancora raro, dalla specializzazione del rugby) DEVE partecipare al corso di specializzazione FIR
‐ N1 responsabile medico STRUTTURA DI SUPPORTO MINIMA: ‐ N1 dirigente di categoria
IL TERRITORIO NESSUN PROGETTO PUO’ ESSERE VALIDO SENZA UNA CONOSCENZA ACCURATA DEL TERRITORIO IN CUI SI
OPERA E LA CAPACITA’ DI RELAZIONARSI CON EFFICACIA SUL
TERRITORIO
IL TERRITORIO Da che cosa è composto il territorio:
• Il Comitato Regionale FIR • Il Comitato Provinciale/Regionale CONI • Le is>tuzioni (comune/provincia/regione) • Le is>tuzioni scolas>che • Le scuole • Le società spor>ve • Le società di rugby
IL TERRITORIO Nella stesura di un proge5o tecnico necessariamente si devono
conoscere le potenzialità del territorio, al fine di: 1. Stabilire gli obieMvi e le modalità operaHve: Le esigenze di una metropoli sono sicuramente diverse da quelle di
un piccolo comune 2. Cooperare: Al fine di confrontarsi per aumentare le competenze in maniera
reciproca (scambio dare‐avere) 3. AMngere: ‐ Risorse Umane ‐ Risorse Finanziarie ‐ Risorse Logis>che
2. OBIETTIVI E METODO OPERATIVO Inu>le “copiare” tali e quali proge? riusci> in altre realtà se non se ne traggono i PRINCIPI guida e non si ada5ano alle esigenze del proprio territorio.
‐ Stabilire obie?vi concre> e raggiungibili ‐ Stabilire obie?vi in relazione ai mezzi (economici e umani) a disposizione prevedendo dove reperire le risorse
‐ Determinare il “modus operandi” analizzando i propri pun> di forza e di debolezza, partendo dallo sfru5amento dei primi ed andando a programmare il miglioramento dei secondi
1. COOPERARE Sul territorio l’”obie?vo” ed il principio guida è la COOPERAZIONE. Mai rivolgersi al territorio con l’idea di prendere senza dare. Anzi par>re con il “dare” (assistenza, conforto, risorse, sostegno) per poi poter a5endere di “ricevere”.
Se l’obie?vo è quello di rinforzare il territorio a5raverso il confronto, il miglioramento delle competenze generalizzato porterà già di per sé un enorme beneficio (il ricevere di cui sopra).
3. ATTINGERE Spesso per ignoranza (ossia non conoscenza) non si sfru5ano tu5e le potenzialità che il territorio me5e a disposizione so5o il profilo delle risorse umane, finanziarie e logis>che.
Uno studio dei regolamen>, dei bandi; una conoscenza delle is>tuzioni; una relazione con gli organi federali e CONI; una strategia di rappor> con società di rugby e di altre discipline, tu5o ciò può aiutare nel trovare risorse inaspe5ate e quindi contribuire al miglioramento ed allo sviluppo del proge5o tecnico
CONOSCERE I REGOLAMENTI L’obie?vo di un responsabile tecnico è quello di conoscere non solo il “regolamento di gioco” e quello “juniores”, ma di conoscere LO STATUTO E REGOLAMENTO ORGANICO FIR e la “Circolare informa>va”, dalla cui conoscenza viene naturalmente influenzato il proge5o tecnico.