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Carla Fleischli Caporale L’Oloquantica www.evolutivity.info

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Page 1: L’Oloquantica - api.ning.comapi.ning.com/.../Oloquantic.pdf · dalle precedenti suggestioni negative condizionanti e potrà, finalmente, iniziare a emettere la propria vera e genuina

Carla Fleischli Caporale

L’Oloquantica

www.evolutivity.info

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Tutto inizia con il disagio... che se non viene risolto si trasforma in patologia

fisica, psichica...

Non c’è altra soluzione che la trasformazione progressiva

di tutti quei nodi energetici radicatisi nel sistema.

Partendo dal corpo,

con la depurazione, costante e rinnovata; che va allargata poi al proprio spazio,

con la pulizia e l’ordine...

E continuando quindi con la dimensione interiore, da ripristinare: sciogliendo i vissuti negativi

ancora pulsanti nella memoria cellulare, e sostituendoli con nuovi e più idonei comportamenti.

Proseguendo quindi nel sottile

da tutelare con chiarezza e volontà. Facilitati dalla pulizia cellulare attivata durante il percorso, il corpo rinnovato, sarà libero dalle memorie del passato.

A quel punto il nostro sistema sarà svincolato

dalle precedenti suggestioni negative condizionanti e potrà, finalmente, iniziare a emettere

la propria vera e genuina nota personale.

Il percorso dell’Oloquantica guida su questo cammino di trasformazione,

che gradualmente converte il passato in energia libera per un nuovo presente.

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Perché Oloquantica

Ho scelto questa definizione riferendomi all’Olos, il tutto, e allo stesso tempo all’Ologramma, che è un tutto contenuto e manifestato in ogni sua singola parte. Questo per sottolineare la proprietà tipica del nostro sistema di aggiustarsi in base agli input acquisiti anche dal particola-re. Ovvero, in un percorso di riassettamento, basta offrire delle “informazioni” equilibratrici anche a una singola parte, che questa, riconoscendo il messaggio corrispondente all’equilibrio di base su cui, come organismo, era stato cablato, inizia a informare il tutto. Così che, piano pi-ano, il sistema si ristruttura. Allo stesso tempo però, perché questa riorganizzazione benefica avvenga senza intralci, ci deve essere la coscienza che, attraverso un pensiero focalizzato, guidi tale svolgimento, affinché si proceda sulla via del riequilibrio. Ecco perché la dfinizione di “quantica”. Ovvero il pensiero cosciente e puro, senza le interferenze apportate dagli inquinamenti generati dalle memorie ne-gative del passato, che radicate nelle cellule del nostro organismo, ripetono all’infinito il mes-saggio di mal essere accumulato.

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Premessa

Per orientarci nella vita siamo abituati a far affidamento su dei punti di riferimento, che sono quelli propri della nostra cultura. Possiamo anche chiamarli convenzioni. Alcuni di questi ci aiutano a muoverci con maggiore efficienza. Guardiamo per esempio le regole del traffico, sono delle convenzioni che evitano il caos... oppure le leggi, che dovrebbero difenderci dai soprusi... Ci sono quindi delle convenzioni che possiamo considerare utili e valide, visto che dopotutto viviamo tutti insieme in questa nostra società, ed è chiaro che ci si debba regolare gli uni con gli altri. Tuttavia rimane il fatto che se ci si lascia condizionare senza esserne consapevoli, spo-stiamo il punto di riferimento sempre fuori di noi, perché ci abituiamo a ricevere dall’esterno le direttive. Invece bisognerebbe sempre miscelare fra ciò che ci viene indicato dal di fuori e ciò che invece sentiamo dentro. Ovvero sapere ciò che la società ci chiede, e poi confrontarlo con ciò che noi possiamo/sentiamo di dover dare, così da trovare un modo, quello più equilibrato, per non perdere la nostra integrità. Per poterlo però fare è indispensabile sapere quali sono le nostre istanze. QUANTO REALE È IL REALE? La consapevolezza e sapere quello che si sente, ma quello che si sente e veramente reale? Ovve-ro, cosa è reale? Esiste una realtà oggettiva? Non sempre cio che percepiamo noi è lo stesso che percepiscono gli altri. Osservate, per esem-pio la figura qui di seguito.

Cosa vedete in questa antica rappresentazione persiana, due o quattro cavalli? [Ce se sono 4!] Il famoso storico della psicologia, l’americano E.G. Boring, porta a esempio un'immagine dive-nuta molto nota per dimostrare l'ambiguità percettiva che, per certi versi, può ricordare le ope-re dell'artista olandese M. C. Escher. Nella raffigurazione si possono vedere due donne: una è giovane, l'altra è anziana. [Il viso di profilo della giovane è il naso dell’altra!]

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Alcune persone individuano la giovane, altre in-vece vedono immediatamente l’anziana. Quando poi si fa notare loro come vedere la figura che ai loro occhi era invisibile, se ne sorprendono, abba-stanza divertiti pure, di quella scoperta che, in un qualche modo, apre loro nuovi orizzonti. Altre persone, purtroppo, non riescono a far fare alla loro mente quel salto che permette loro di staccarsi dalle proprie convinzioni, passaggio in-dispensabile per poter vedere l'altra figura. Sappiamo molto bene che ci sono menti più predi-sposte alle materie umanistiche e altre, invece, maggiormente predisposte al ragionamento ma-tematico. Quindi anche la funzionalità del cervello può giocare un ruolo determinante nella percezio-ne della realtà. Ma non solo, gli studiosi della psi-

che umana sanno fin troppo bene che le emozioni colorano sempre la realtà dell’individuo. Quando si è innamorati si vede la vie en rose, come si diceva una volta. Tutto splende e persino il vicino antipatico ci tocca meno con le sue lamentele!

Ma se dentro di noi ci portiamo appresso il peso di un vissuto negativo, costellato di paure, frustrazioni, sensi di colpa... è chiaro che la realtà esterna si mani-festerà attraverso le lenti offuscate della nostra me-moria. Nella prossima immagine che riporto, dell’artista Marcus Parisini, potete vedere la rappresentazione di un nobile animale: il lupo. E’ un’immagine che si trova nel mio studio, proprio di fronte al sofà dove si siedono le persone che vengono in sessione. Mi colpì molto una signora piuttosto in là con gli anni che mi venne un giorno a trovare. Stavamo nel mio studio e lei sedeva sul sofà, mentre io stavo sulla poltroncina quasi di fronte a lei. Da quella posizione lei vedeva benissimo il quadret-to del lupo che sta sulla libreria alle mie spalle; era

inevitabile, tutte le volte che mi guardava la sua visione periferica doveva per forza cogliere l’immagine del lupo. E infatti, di lì a poco mi chiese come mai tenessi una raffigurazione così cupa. Al momento non riuscii a capire a cosa mai potesse riferirsi, poi lei me lo disse esplicita-mente: "il lupo, quello sul ripiano della libreria!" Il vissuto di questa signora, che ancora le incupiva il cuore, le faceva percepire come cupo l’animale! Come potete comprendere, è importante individuare le memorie, più o meno consce, che pul-sano ancora dentro di noi portandoci a percepire la realtà in un modo modo più pesante, nega-tivo. E’ quindi necessario imparare a riconoscerle per poi, piano piano, iniziare a scioglierle.

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TRASFORMARE LA PROPRIA REALTA’ Il lavoro di reale trasformazione deve svilupparsi su tre percorsi: da un lato si deve poter di-ventare consapevoli dei condizionamenti della società [che ci dice, per esempio, che dobbiamo essere qualcuno nel contesto sociale, magari manager, molto brillanti, con la ragazza giusta che fa effetto e, viceversa. per la donna]. Dall’altro si devono pian piano recuperare le proprie i-stanze più vere. Questo è però possibile farlo solo quando il terzo percorso è intrapreso. Ovvero quello della purificazione delle memorie cellulari, che ci tengono legati, imprigionati alle risonanze del pas-sato. Con i vecchi condizionamenti, traumi, vissuti negativi. La purificazione deve avvenire nel corpo, perché la consapevolezza da sola non basta. Se ba-stasse le terapie psicologiche si sarebbero rivelate risolutive, invece, purtroppo, oggi noi consta-tiamo il loro insuccesso. Infatti, se a livello conscio si tenta di intraprendere un comportamento diverso, più positivo e forte, ma a livello inconscio, ovvero radicato nella memoria del nostro organismo, le nostre sin-gole cellule, contengono gli eventi negativi che abbiamo subito, memorizzati e impregnati nel liquido, “acqua” che in prevalenza le compongono. Quindi, consapevolmente noi agiamo cer-chiamo di essere propositivi, mentre nella profondità del nostro essere, l’”energia” che ema-niamo dalle nostre cellule traumatizzate, continua ad acclamare “sono un perdente, sono un perdente, sono un perdente”. Oppure: “sono una vittima”, o: “non valgo nulla”, o: “non merito niente”, e via dicendo. E’ ovvio che non può avvenire alcun cambiamento reale. Anzi, il messaggio che emaniamo di-venta contraddittorio. Sebbene umani, noi apparteniamo però al regno animale. Gli animali avvertono sempre cosa vibra nel profondo delle cellule di chi si ritrovano davanti. Ecco perché sentono se abbiamo pa-ura, anche se cerchiamo di non manifestarla e, superficialmente, siamo completamente “calmi”. Un “qualcosa” viene emanato. Ecco, è questo che gli altri avvertono, anche se in genere incon-sapevoli. Ecco perché non possiamo essere contraddittori se vogliamo essere creduti. Per trasformare sul serio la nostra vita dobbiamo depurarci fisicamente dal malvissuto e poi, così da sciogliere gli accumuli tossinici che racchiudono la memoria cellulare. Al contempo si dovrà portare avanti un lavoro sulla consapevolezza, così da renderci conto di quello che ab-biamo introiettato, come influenzamento e condizionamento, da cui è tempo di liberarsi. Mi piace fare questo esempio. E’ come se nascendo ci venisse concesso un pezzo di terra. Noi in genere non ne siamo poi così coscienti, e infatti ci lasciamo crescere le erbacce, oppure permet-tiamo a quelli che ci stanno attorno ci piantino i loro semi e determinino la disposizione. Ecco che ci ritroviamo con un pezzo di terra, il nostro, invaso dalle male piante e da quanto altri han-no deciso di sistemarci. Quando ci accorgiamo che quello è il nostro pezzo di terra, allora non c’è altra via che quella di iniziare a ripulirlo da tutto ciò che non ci vogliamo. Se desideriamo infatti farci un bel giardino il terreno dovrà essere pulito, dissodato, curato... Poi potremo pensare a quali piante lo potreb-bero abbellire, considerando il tipo di terreno, in modo da fare scelte che non si rivelino falli-mentari [non si può far crescere le succulente su terreni ombrosi, né si possono far crescere i pini là dove il terreno è adatto ai cactus!]. La saggezza è necessaria anche quando si tratta di desideri. E’ questo lavoro, impegnativo davvero e anche abbastanza lungo, che le persone disdegnano, perché vorrebbero avere tutto subito. Molte poi si sono lasciate influenzare, e ingenuamente credono che basti “pensare positivo”. Invece non è così. Ci si potrà anche suggestionare, ma prima o poi la fatica impiegata a suggestionarci, scema e, a quel punto, la nostra realtà, che non abbiamo saputo affrontare e trasformare, ci piomberà ad-dosso.

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Il percorso Alcuni semplicissimi interrogativi di base. - Sei oppresso dalla vita che ti ritrovi? - Ti sembra di non vedere vie d'uscita? - Senti il bisogno di "aria" interiore? - I consigli ricevuti o letti in giro si sono rivelate delle mere chiacchiere? - Senti la necessità di entrare davvero in azione per cambiare, ma non sai da dove iniziare? Ecco, queste alcune delle domande con cui a un certo punto della propria vita ci si deve con-frontare. Se la nostra esistenza non ci soddisfa significa, per forza, che ci sono “cose” da siste-mare. O perché causate dalla nostra natura imperfetta, su cui è necessario lavorare per sgrettare e tra-sformare gli aspetti meno edificanti della nostra indole. O perché causate dai condizionamenti negativi ricevuti [o eredità karmica familiare], che ci hanno limitato o deviato verso direzioni che non sono le nostre. Oppure perché la nostra interiorità è in minus, e come conseguenza, attrae in risonanza aspetti in minus dal mondo sottile. Ce la si può fare a rimettere tutto in ordine. Ma ci vuole impegno e serietà per affrontare adem-piere alcuni punti, essenziali e insostituibili: - Appurare chiaramente che tipo di realtà abbiamo richiamato; - Riconoscere con grande obiettività e lealtà come si è fatti - senza indulgere in autoincensamen-ti; - Verificare come l'esterno, materiale e immateriale [ovvero la realtà sottile], interagisce e inter-ferisce con le nostre vite; - Iniziare quindi a depurare le proprie vite a livello materiale [alimentazione, abitudini salutari nel ritmo di vita, depurazione fisica]; - Iniziare a purificare le proprie vite a livello emozionale-mentale; - Iniziare a fortificare il proprio spirito. E' il corpo la reale interfaccia dello Spirito, e questo deve essere purificato dalle interferenze determinate dalle tossine psico-fisiche accumulate, che trattengono le memorie. Solo allora non avremo più la pulsione di tali riecheggiamenti, che richiamano nella nostra vita, sempre e di nuovo, i comportamenti del nostro passato. Bisogna avere il coraggio di andare a fondo, e non lasciarsi spaventare dalle “brutture” che via via scopriamo in noi stessi. Se iniziamo a pulire le memorie cellulari, poco alla volta verranno a galla tutti gli insoluti. In questo percorso dell’Oloquantica si impara a calibrare l’emergere delle antiche sacche di ma-lessere. Pur tuttavia si tratta comunque di aspetti che si devono accettare e che, prima o poi, si dovrà affrontare, per scioglierli. TOCCARE IL FONDO Ho constatato che, se non si è ancora arrivati alla vera disperazione, si cercano ripieghi di co-modo, che illudono con false promesse. Così ci si convince che basta "essere positivi", e si confi-da magari, ardentemente, in un qualche intervento divino, o di altri possenti supporti eterici, da una qualche misericordiosa dimensione invisibile... In definitiva, però, le situazioni difficil-mente migliorano sul serio. A volte sembrano andare meglio, e si tira un sospiro di sollievo, solo che poi riprecipitano.

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Se ci si riesce a suggestionare con carico fervore, allora si reggono meglio le dinamiche negative con cui abbiamo a che fare. Il potere della suggestione! Tuttavia l’autoinfluenzamento non è in grado di trasformarle. E questo è il problema. Invece si può davvero trasformare la vita in meglio. Solo che c'è da lavorare intensamente, con grande meticolosità, impegno, umiltà. E questo, in genere, non piace alle persone. Ecco perché si deve aspettare che arrivino davvero alla fine delle proprie risorse. Quando la vita le ha vinte e sconfitte. In questo momento può iniziare la risalita. Ogni situazione negativa che si sperimenta accade perché noi ci siano entrati in quella circo-stanza. Spesso, senza nemmeno rendercene conto, l'abbiamo messa in moto. - O perché la nostra anima deve raffinare certi aspetti negativi che ancora manifesta [in genere hanno tutti a che fare con l'ego]. - Oppure per le interferenze della famiglia o ambiente in cui siamo nati, o perché ci siamo scelti una famiglia con un debito karmico faticoso, che ricade su di noi, in quanto progenie più in ri-sonanza. - Oppure perché ci siamo sfiniti, di conseguenza siamo entrati in un minus energetico che, come tale, richiama all'esterno il minus che abbiamo dentro. Prima si riesce a reagire meglio è. Così da non far peggiorare e ancora di più ingarbugliare le situazioni. Solo che in genere, come ho già detto, non lo facciamo. Ci decidiamo a farlo, quando precipi-tiamo. Ma nemmeno tutti però. Alcuni si lasciano completamente andare, e non c'è niente che si possa fare per aiutarli. Perché questa gente vorrebbe un miracolo, senza però fare nulla per atti-rarlo. Dunque, come già accennato, il primo lavoro da fare è quello di pulire. - Ovvero depurarsi fisicamente, così da ottenere la necessaria lucidità interiore, essenziale per comprendere come muoversi, con saggezza. - La depurazione fisica porta alla purificazione emozionale, con il dovuto riaggiustamento delle nostre convinzioni, i nostri credo, le nostre teorie... che piano piano scopriamo essere il più del-le volte dei condizionamenti che non ci appartengono. - In questo contesto si muovono anche le ombre interiori in cui sconfinano le diverse dimensio-ni ultraterrene, che si devono conoscere, per riconoscerle e neutralizzarle. - A questo punto, superate anche le fatiche delle varie "crisi di guarigione" si può iniziare a per-cepire che dentro di noi si muove qualcosa di molto profondo e intimo e vero... Un Qualcosa di così profondo che entra in connessione con le sfere più alte del Creato. - Ecco allora che la nuova fisica, quando parla di una specie di "collante", che contiene e allo stesso tempo genera e mantiene in vita tutto il creato con un progetto che va ben oltre l'appa-rente caos, inizia a rivelare il suo grande significato! E qui arriviamo alla fine del percorso evolutivo, che è l'inizio della vera e propria nascita... Fi-nalmente scorgiamo una direzione che ci offre la dignità dell'animo che avevamo perso. IL TEMPIO DELLO SPIRITO Quando si vuole ripristinare la propria vita, perché diventi più luminosa e di soddisfazione, è necessario iniziare a fare ordine e pulizia. Cosa si fa quando ci si trova in mezzo a disordine e sporco? Si pulisce, mentre al contempo si cerca di pensare al nuovo ordine che si vuole creare. Non si può però pensare lucidamente se si è attorniati dal sudiciume. Ecco dunque l'importanza del lindore. Ma c'è di più. Erroneamente si pensa che le questioni spirituali non abbiano niente a che vedere con la dimensione fisica. Quale errore!

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Quando le antiche dottrine affermavano che il corpo è il tempio dello Spirito intendevano pro-prio quello! Ovvero è il nostro organismo che accoglie lo Spirito. Che tipo di "spirito" si richiamerà se il contenitore è inquinato? Le tossine che intossicano il nostro corpo sono create non solo da agenti fisici inquinanti - ovve-ro da ciò che inspiriamo o tocchiamo [aria] e da ciò che ingeriamo [cibi e bevande]. Vengono pure generate dalle emozioni/pensieri negativi non elaborati, che si stratificano e diventano inquinamento tossinico. Le tossine presenti nel nostro organismo portano a una sua più veloce degenerazione, ma non solo. Infatti inquinano anche la nostra capacità di percepire, sentire, pensare. Il cervello, non dimentichiamolo, è anch'esso un organo fisico che dipende dallo stato della nostra struttura organica! NEL CORPO LO SPIRITO “Se il corpo [come sottolinea la concezione biblica] è il crocevia delle relazioni del singolo con gli altri, con la società, con il creato e con Dio stesso, ciò ha una ricaduta precisa sull’esistenza di ciascun uomo: dovremmo cioè ricordare che noi siamo anche la storia del nostro corpo, a parti-re dalla sua origine, la condizione fetale. […] Il corpo è portatore di una sua memoria profonda. Esso conserva tracce invisibili ma realissime di ciò che l’uomo ha vissuto, provato, sofferto. Questa memoria viene fatta emergere e ‘portata in superficie’ dalle esperienze che ciascuno vi-ve: il corpo, infatti, è il libro del tempo, il libro su cui restano registrate emozioni, sofferenze ed esperienze di un passato che non è dietro di noi, ma dentro di noi; le posture del nostro corpo non sono innocenti, ma sono il frutto di una storia, sono rivelazione ed eloquenza. […] Posture e gestualità del nostro corpo, il modo con cui lo trasciniamo o lo portiamo ben eretto, il nostro

essere incurvati, o ciondolanti, il modo di cammi-nare, le rigidità, sono un linguaggio che riflette il nostro psichismo e i nostri vissuti e che attende interpretazione.” [Luciano Manicardi, “Il corpo”, edizioni Qiqajon]. Quando noi Occidentali ci riferiamo allo spiritua-le, inevitabilmente pensiamo che sia un livello in cui si manifesta il mentale elevato o la dimensione di un cuore illuminato. Invece non è così. A tal proposito mi piace riportare le conclusioni cui sono giunti dei ricercatori: il dottor Nitamo Montecucco, che si può considerare il primo me-dico olistico italiano, e il suo gruppo, che al tempo vedeva come collaboratore anche Alberto Tede-schi. In una preziosa misurazione Nitamo Montecucco ha misurato le frequenze cerebrali del maestro indiano all’Ashram di Babaji durante una medita-zione profonda [grafico a lato]. Per cui durante uno stato di profonda connessione interiore con la dimensione spirituale. Nel grafico

si evidenzia ciò che Montecucco definisce la "Kundalini neuronale" cioè la spirale della coscien-za che sale da un esteso livello fisico attraversando tutti i livelli assottigliandosi, per giungere all’ultimo livello, quello del mentale superiore, che risulta molto meno sviluppato di quello fisi-co. In altre parole, durante questo stato di profonda meditazione, per cui in totale connessione con il Divino, o con l'Energia cosmica se preferiamo questa definizione, il grafico evidenzia imme-diatamente che il livello maggiormente attivo è il primo, quello del fisico, mentre si assottiglia man mano che sale verso gli altri livelli [emozionale e mentale].

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Questo ha permesso di appurare qualcosa di insolito per la nostra normale concezione, ovvero che lo Spirito è veramente nella materia! Solitamente si tende, infatti, a pensare che i livelli del mentale [per cui il V, VI e VII chakra] rappresentino una intensa vita spirituale. Invece non è così. Come non lo è nemmeno quando c'è un emozionale esasperato [III e IV chakra]. Quando questi livelli sono in sovrappiù, ci si trova sempre davanti a una espansione dell’ego, mentre il Sé – quello divino che è in contatto con il Tutto – si trova in basso, in corrispondenza con il livello fisico. Come afferma Tedeschi1: "La vera dimensione sacra, quella che ci collega con il Divino, presen-ta uno schema cerebrale di bassissima frequenza. Il grafico disegna così una rappresentazione piramidale, dove il basso, in cui stanno i primi li-velli, si allarga, mentre l’alto degli ultimi livelli si assottiglia. Possiamo così affermare che il 'cielo' sta in terra perché la mente, rappresentata dalle onde di alta frequenza, è diabolein, cioè divisione. In questa dimensione di basse frequenze non c’è giudizio di giusto e sbagliato [dimensione del mentale] ma l’individuo semplicemente 'è' in connessione con l’universo. Questo non significa che non dobbiamo più usare la mente, bensì usarla nella giusta proporzio-ne. Bisogna, infatti, notare le proporzioni fisiche del nostro corpo, la testa dovrebbe essere usata nella stessa proporzione. Questa proporzione, ancora una volta, ricorda la figura di una pira-mide: in basso ci sono le informazioni energetiche, provenienti dalla materia, che ci servono per salire in alto. Va fatta una vera e propria alchimia, un lavoro di trasformazione, di purificazio-ne, per portare queste energie alla cima di questa piramide dove può splendere – attivata dalle forze della creazione – la pura coscienza. La proporzione è comunque quella di 1 a 20, dove l’1 è la pura mente e 20 sono le forze energetiche della materia. Come la mitica kundalini la spinta energetica deve salire, assottigliandosi, cioè purificandosi, lungo tutto il suo percorso per sfo-ciare nella purezza della coscienza. Questa è la direzione evolutiva. Le tappe intermedie sono e rimangono tappe, serbatoi di nuove informazioni da elaborare per nutrire la consapevolezza finale. La mente diventa mezzo strategico con un’ampia visione esi-stenziale, svincolata dalle emozioni che la utilizzano invece come mezzo tattico." Quanto è stato qui riportato è importantissimo per comprendere l'essenziale funzione del no-stro corpo, che non deve essere inteso come mera "materia", quasi materiale di scarto in con-fronto alle dimensioni, solitamente considerate più "eccelse", della menta o del cuore. Ma prima di arrivare a quel punto lo spirito deve potersi ben manifestare in un corpo sano. Dunque, essenziale, recuperare la salubrietà di questo nostro fisico, custode dello spirito. MATERIA O SPIRITO? Quando pensiamo a un percorso spirituale, noi occidentali ci immaginiamo qualcosa di eterico, sovramentale, o di sentimento elevato. Ma l'energia divina fa davvero parte di queste dimen-sioni? Di fatto siamo abituati ad attribuire alla spiritualità la valenza di un mentale, o di un sentimen-to, molto elevati naturalmente, tuttavia questi due aspetti sono entrambi le manifestazioni di uno stesso tipo di energia, che è quella legata alla esperienza terrena, per cui limitata dalla di-mensione umana. La spiritualità, quella che esula da concetti mentali o sentimentali, ha a che fare con la coscien-za, ovvero quella parte profonda, inconscia, sconociuta alla consapevolezza, in connessione con l'Energia vitale. Tutte le dottrine esoteriche hanno sempre affermato che "il pensiero crea", in-tendendo che lo stato della propria interiorità, di cui spesso non si è nemmeno consapevoli pe-rò, determina la realtà che ognuno di noi attira nella propria vita.

1 Ricercatore indipendente, ha collaborato alle ricerche di Montecucco per poi dedicarsi a un suo percorso personale che l’ha portato alla creazione della Tecnologia White di Biorisonanza Olografica.

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Non dimenticiamo poi, che anche i primi fisici quantistici, con Heisenberg in testa, avevano affermato che è l'osservatore con la sua azione a "fissare" ciò che ha osservato [o si aspetta di osservare] a farlo precipitare quindi nella materia, realizzandolo. Tuttavia, pur non invalidando quanto è stato sostenuto dagli esoteristi e dai primi fisici quanti-stici, un particolare fondamentale, che costituisce la conditio sine qua non deve essere sottoli-neato. Un particolare importante che il professor Emilio Del Giudice2 in un suo magnifico in-tervento "La materia crea la coscienza" ha messo egregiamente in evidenza. Senza entrare nel merito più specifico di tale intervento [che comunque ritrovate in molti miei articoli], basta pensare a una semplicissima situazione: mettiamo di essere fortemente dolenti a causa di un potente mal di testa. E' chiaro che in tale stato non siamo in grado di avere delle buone emozioni, né tanto meno di creare dei buoni pensieri. Il nostro fisico, quindi, se in disagio, fuori fase, o addirittura in sofferenza, non ci permette di avere emozioni propositive, né pensieri positivi. Cosa attirerà dunque dalla dimensione sottile un mezzo fisico in tale stato? Non per nulla pensieri religiosi come quello cattolico o tibetano hanno tutta una serie di preghieri per i malati - e per i morenti - proprio per aiutare chi si trova in tale circostanza di non attirare a sé ciò che definiscono "spiriti immondi". Lo stato della nostra unità psicofisica determina il tipo di qualità energetica a nostra disposi-zione. La Medicina Tradizionale Cinese, che sebbene non ancora riconosciuta ufficialmente dalla scienza medica classica è comunque considerata valida in funzione degli effetti positivi che questa ottiene - effettivamente e da secoli - [per cui tali esperienze di fatto, sostituiscono, al momento, le spiegazioni scientifiche che ancora non si possono dare!], indica che il nostro corpo è attraversato da numerosi meridiani in cui scorre l'energia vitale. Quando qualcosa ostruisce tali canali si ha la degenerazione che, se non curata, porta a un ine-vitabile deterioramento che si trasformerà poi in patologie conclamate. Ciò che intasa i nostri canali energetici sottili sono le tossine psicofisiche accumulate. Ovvero gli agenti tossici, sia d'origine fisica sia psicologica, perché mente ed emozioni, come, appunto la scienza medica sta sempre più appurando, quando producono negatività, questa si trasforma in tossina E' chiaro a tutti che il cibo non salutare, l'aria inquinata, il poco riposo e/o il molto stress creino delle tossine. Un po' meno chiaro è che anche i pensieri e le emozioni negative creano altrettan-te tossine, esattamente alla stessa stregua degli agenti fisici inquinanti. Ormai la scienza l'ha ampiamente appurato, eppure ne siamo ancora poco consapevoli. E' dunque fondamentale il purificarsi, e questo può avvenire solo se affrontiamo la questione su entrambi i fronti: quello puramente fisico, associato però a quello dell'interiorità. A questo punto potremo, piano piano, iniziare una lavoro di consapevolezza delle nostre istan-ze interiori, andando a scoprire quelle più nascoste e spesso anche le più insidiose. Al contempo entreremo maggiormente in contatto con le esigenze salutari del nostro fisico, che è l'unico vero mezzo che ci porterà a sviluppare una sana spiritualità. Diventa così evidente l'importanza di un fisico in buono stato per poter diventare degli ottimi "contenitori" dello spirito che ci anima, e fungere successivamente da "creatori" di realtà positi-ve! Tanti pensieri negativi, ossessioni, paure, depressioni... potrebbero avere una consistenza molto minore se il corpo fosse mantenuto in buono stato. Cibi sani, buoni ritmi salutari, elaborazione e dissolvimento di esperienze negative... In questo percorsodell’Oloquantica la purificazione viene stimolata utilizzando anche dei sup-porti particolari, che intensificano la detossinazione e permettono una chiarificazione della co-scienza. 2 Il più noto fisico quantistico italiano, Primo ricercatore alll’INFN di Milano.

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I Supporti al percorso

Come sostegno e stimolo al percorso che ho tracciato, affinché le persone in disagio riescano a sciogliere i legami annichilenti delle esperienze negative vissute, dei condizionamenti limitanti, e fare in modo che non rimanga “solo” un lavoro di consapevolezza, ma ci sia un’effettiva riso-nanza del corpo, utilizzo fra i diversi supporti anche la Tecnologia quantistica di Biorisonanza Olografica del White. Messa a punto dal già citato ricercatore indipendente Alberto Tedeschi, le cui ricerche e sperimentazioni vengono guidate dal Professor Emilio Del Giudice, il più noto fisico quantistico italiano. Questo strumento si basa su innovativi principi di fisica quantistica, la cui applicazione permet-te di innescare un meccanismo di purificazione dalle informazioni negative accumulate nella nostra materia organica.

Le molecole della materia vivente, se questa si trova nel suo stato ottimale, sono collegate tra di loro in rapporti armonici e sinergici che la ren-dono e mantengono "fluida". Quando sopraggiunge un inquinamento, che crea quindi tossina, o perché si sono assunti [in-geriti, respirati, …] degli agenti poco salutari, o perché un qualcosa ha provocato in noi delle emozioni negative, le tossine che per questo vengono a formarsi, legano tra di loro le moleco-le con la loro presenza viscosa nella materia che hanno inquinato, addensandole in gruppi [grap-poli, clusters, vedi immagine esemplificativa]. Questi fanno perdere alla sostanza la sua origi-naria fluidità [ovvero l'armonia sinergica dello stato ottimale] e si creano delle ostruzioni che nel tempo possono risultare dei veri e propri blocchi energetici e dei bubboni i quali, conti-nuando ad accumularsi e aumentare, divente-ranno poi la causa dell’insorgere di malattie. In-

fatti intasano i canali energetici sottili. Il White agisce da profondo detossinante, in quanto svincola le molecole prigioniere e libera le tossine che si erano accumulate nei clusters. Questa azione stimola l'organismo a innescare un buon processo di purificazione fisica e psichica, [non dimentichiamo che pure il cervello è un nostro organo!].

Il nome "White" è l'acronimo di Wide Holographic Intensifier Transfer Energy, ovvero: "grande intensificatore per il trasferimento energetico olografico". Alberto Tedeschi l’ha definito di "biorisonanza olografica" per evidenziare che il metodo White è capace essere in risonanza con le frequenze armoniche della vita, da ciò la definizione di "bio-risonanza"; mentre "olografica" sta a indicare il concetto, spiegato ora dalla nuova fisica, che in ogni più piccola parte di noi stessi sono contenute le informazioni dell'intero organismo. Di conseguenza, anche utilizzando il White su una minuscola parte di noi, riusciamo però a co-municare frequenze armonizzanti all'intero organismo. [Tratto da “La Biorisonanza olografica White” di Carla Fleischli Caporale].

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Come spiega Tedeschi stesso, la tecnologia White può essere paragonata al sistema Windows entro cui trovano configurazione le differenti metodiche applicate dai vari professionisti [medi-ci, psicologi, terapeuti, architetti, ricercatori...] che, vicini a lui per amicizia o per spirito di ricer-ca, hanno vissuto e quindi sperimentato la nascita e la successiva crescita di questa tecnologia. Fra questi primi professionist, ovviamente, figuro anche io, al tempo giornalista per alcune te-state che si occupavano di benessere psico-fisico e nuova cultura. Diverse sono state le intervi-ste che pubblicai su Alberto Tedeschi, visto che seguivo le sue ricerche ancora da prima che ar-rivasse all’elaborazione della tecnologia White.

IN COSA CONSISTE LA TECNOLOGIA La tecnologia White consiste principalmente in una piastra per la riarmonizzazione dell’elemento posto sopra di essa, e in diverse penne luminose che emettono un fascio di luce rifasata, con cui informare l’elemento precedentemente rifasato sulla piastra.

Di piastre ce ne sono di due tipi: una semplicemente per rifasare [è di colore bianco]; ovvero per svincolare i clusters e riarmonizzare così il prodotto posato sopra di essa; la seconda è invece più completa, in quanto non solo rifasa ma permette il trasferimento [trasparente]. Ovvero si possono trasferire le informazioni, i segnali, da un prodotto alla boccetta per il rime-dio personale postavi sopra. Viene utilizzata dai medici per la preparazione di rimedi più mira-ti entro cui inserire, in quella unica boccetta per il paziente, le informazioni dei diversi prepara-ti indicati per la terapia.

Di luci ce ne sono diverse. Alcune, quali la numero 1, 2, 3, 4, corrispondono ai vari organi fisici [in genere solo per medici]. La numero 5 contiene la somma delle quattro precedenti [che di-ventano così meno forti], è molto morbida e armonizzante. Le luci dalle numerazioni più alte [8, 13, 16, 22] vanno a lavorare sempre più nel sottile dell’"ambiente" interiore della persona e nelle conseguenti sedimentazioni avvenute nel fisico, per cui sono molto potenti

Accanto alla piastra e alle luci sono state poi create delle stuoie al cui interno si trova una serie di liste che emettono le informazioni della luce di riferimento.

Infine ci sono i suoni White. L’informazione in natura avviene in modo più efficace se si abbina una turbolenza - il vortice è l’esempio migliore. I suoni agiscono da agente che scuote le cellule [turbolenza] permettendo così all’informazione White di raggiungere con maggiore impatto l’insieme psicofisico dell’individuo.

Il White non è una “tecnica”, è uno strumento, un “guanto” che si adatta alla “mano”

dell’operatore, con la sua specifica metodica. Non esiste una “metodica White”. Gli effetti di-pendono sempre dal metodo dell’operatore e non dall’utilizzo in sé di questa tecnologia. Come in ogni cosa ci sono buoni professionisti e degli operatori meno compententi. Non è lo strumento che rende valido un metodo, anche se ovviamente, lo può veramente supportare. Se uno scrive bene poesie con una penna non è certo la penna che lo rende poeta!

Ho scelto di abbinare il White a questo mio metodo perché, andando a purificare intensamente l’organismo, permette un lavoro più cristallino sulla presa di coscienza dei condizionamenti, dei vissuti limitanti, che ancora risuonano dentro. Aiutando così la persona a innescare nuovi comportamenti, più genuini, anche perché la memoria cellulare sarà sempre più sgombra dal passato.

In questa mia ricerca nel campo del benessere globale, sia come giornalista, ma anche come sperimentatrice accurata, di metodi, tecnologie, filosofie... di metodi, scoperte, apparecchi ... me ne sono arrivati molti da approfondire, e ogni volta li ho attentamente vagliati e soprattutto sperimentati con grande impegno. Tuttavia, ho sempre dovuto constatare che l'aiuto è sempre molto relativo. Mi spiego.

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Prendiamo per esempio la radionica o la geometria sacra [onde di forma]. Oggi vengono offerti sul mercato diversi dispositivi in quel contesto, anche ideati da studiosi con un’ottima prepara-zione scientifica che li abbinano a delle tecnologie raffinate che ne potenziano gli effetti. L’effettivo potere dei loro simboli - o segnali, se preferiamo - può essere paragonato a un busto. Se ho il mal di schiena, allora il busto, in un primo momento, è salutare e benefico. Tuttavia, dopo un po', lo stesso busto, se lo continuo a indossare, dà fastidio perché costringe a una per-fezione di postura statica che non è la nostra Siamo noi che la dobbiamo recuperare e non adot-tare attraverso una "protesi" esterna. Inoltre, non lo dimentichiamo, la vita deve essere aperta al cambiamento, per questo ogni sag-gio radiestesista vi dirà che quei simboli sono da usare solo momentaneamente, per riprendere l’equilibrio e poi ritornare a camminare da soli. Tuttavia, nei momenti di squilibrio il loro aiuto è veramente eccellente, anche se limitato al momento. Peccato però che non tutti sono così saggi da dare quelle indicazioni. Spesso i produttori, per esaltarne gli effetti, fanno affermazioni ecla-tanti e dannose. Il White è invece una tecnologia che non dà una informazione fissa a monte. Se ci basiamo su tecnologie troppo "perfette", specie se poi, per errore o per ignoranza, ci viene addirittura con-sigliato di utilizzarle sempre, ebbene questo può persino farci male. Il White invece, come af-fferma il professor Del Giudice, emette delle onde prebiotiche - ovvero che stanno alle origini della vita. Di conseguenza il nostro corpo viene lentamente e costantemente informato da queste onde che vanno a risvegliare e rinforzare l’impulso alla vita. Così accade che, in questo processo di solle-citazione, se si incontrano situazioni nell’organismo che non sono congeniali a un suo sano svi-luppo, ebbene, rinforzato da quelle informazioni prebiotice il nostro corpo inizia a eliminarle! Infatti il White può essere considerato principalmente una tecnologia che riarmonizza, riaccor-da sulla propria vera nota, e quest’azione passa inevitabilmente dalla purificazione! Se la nostra voce è smorzata e sommersa dalle interferenze del passato - siano queste dovute al malvissuto a cui ancora siamo rimasti legati, oppure da condizionamenti socio-familiari – non può emerge-re. Il White va a depurare la memoria nelle cellule, disintossicandole dalle tossine che tratten-gono il passato. Con il White, come con tutte le cure naturali, si può andare incontro a una crisi di guarigione. Per cui l’organismo, per risanarsi, inizia con il processo di purificazione dagli agenti tossici che lo inquinano. Ovviamente, andando a rimuovere le varie tossine che prima erano bloccate nei clusters creati dagli agenti tossici che, ricordiamolo non sono solo fisici, ma anche e soprattutto psicologici [le famose emozioni negative!], questi si riversano sulla via che li porterà negli or-gani preposti all’eliminazione, da dove verranno quindi espulsi. Quante più tossine vengono liberate [così da indirizzarle verso l’eliminazione], tanto maggiore sarà la momentanea intossicazione. Infatti, può accadere che, se sono tante, ci vorrà un po’ di tempo fino a che verranno eliminate. In quel tragitto, dunque, il corpo è super intossicato, ecco perché, solitamente, si consiglia di bere tanto: acqua normale e tisane depurative, per stimolare l’eliminazione e quindi espellere prima le tossine! Stimolando l’organismo con quelle informazioni vitali prebiotiche che il White sollecita, su cui siamo stati tarati, il corpo, riconoscendo il proprio intasamento, iniziano la sua azione di “auto-guarigione” rimuovendo le tossine accumulate nelle sue cellule. Ogni reazione è però sempre molto soggettiva. Infatti ci sono persone/corpi che espellono di botto molto malvissuto e altri che invece hanno delle risposte più tranquille. Comunque sia, in questo mio metodo, l’invito è sempre quello di stare all’erta a comprendere le reazioni del corpo e le capacità soggettive nell’affrontarle. Così che, se la destrutturazione risul-ta troppo forte, allora è importante rallentare l’assunzione dell’Acqua whitizzata, o addirittura sospenderla per un po’.

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Così da dare modo all’organismo di eliminare tutto il disagio della crisi di guarigione, e ripren-dere quindi il lavoro di depurazione quando ci si sentirà nuovamente in grado di affrontare un altro “round”. Le reazioni sono veramente molto varie e, a volte, mi sorprende ancora constatare le incredibili diversità da soggetto a soggetto. Ci sono persone che subito riscontrano delle forti reazioni, che poi, una volta imparato a gestirle, si ridimensionano. Mentre ad altre sembra che non accada proprio nulla. Tuttavia, visto che in questo lavoro si segue un programma e le persone scrivono su di un loro quadernetto la situazione che stanno vivendo e la condividono nel gruppo, immancabilmente, tornando a rivedere i momenti passa-ti, si accorgono di quanta strada e di quanti miglioramenti sono riusciti a fare. I feed back del gruppo poi aiutano a ricordare meglio. In effetti il White va a stimolare l’individuo a diventare sempre più quella che è. Di conseguen-za le persone lo diventano in un modo così naturale, che in definitiva sembra tutto molto nor-male. Se non ci fosse il quaderno degli appunti e i riscontri dei partecipanti che fanno da spec-chio e ricordano all’interessato come era qualche mese prima, ebbene queste persone finirebbe-ro col dire di non aver percepito alcun cambiamento!

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L’Acqua d’Intento

Gli esoteristi insegnavano all'adepto a usare il potere dell'acqua e dell'intento. Durante il raccoglimento quotidiano veniva suggerito loro di utilizzare un bicchiere contenente acqua, da tenere sull'altare della meditazione. Prima di concludere si doveva prendere in mano il bicchie-re con l'acqua ed esprimere con seria determinazione l'intento su cui si sarebbe lavorato, dopo di che si beveva l'acqua informata dalla propria volontà e richiesta. Oggi noi sappiamo che l'acqua memorizza ciò con cui entra in contatto. E questa tecnica degli esoteristi è ancora oggi consigliata. Molti suggeriscono poi di utilizzare bicchieri dai diversi colori, così da abbinare gli effetti della cromoterapia esponendo l'acqua al sole per qualche momento. Oppure di informare l'acqua con i simboli, per esempio le Rune, o altri segni attiva-tori, da inserire all'interno di un decagono o del "piccolo mondo", la figura utilizzata in radioni-ca. O di informare l'acqua con le pietre dure, per utilizzare le loro proprietà. Importante è però sempre abbinarci il proprio intento che, in un qualche modo, le attivizza. Il problema, se così lo si vuole definire, è che l'informazione dell'acqua scema dopo qualche ora perché sovrapposta dalle nuove "interferenze" assimilate.

Questo non accade invece con l'Acqua d'Intento. Infatti l’ho creata impiegando della normale acqua naturale e utilizzando quindi la tecnologia quantistica di Biorisonanza Olografica White a cui ho associato a delle gemme. Questa tecnologia ha anche la capacità, infatti, di fissare l'informazione emanata da ciò che le viene abbinato che, con quest'azione, viene al contempo purificato [Si veda la spiegazione nel capitolo dedicato ai Supporti utilizzati]. Ma non solo. Infatti, la azione di questa tecnologia quantistica è anche e soprattutto quella di stimolare la purificazione dinamica delle cellule, e di conseguenza della coscienza, che diventa più cristallina3. A questa specifica proprietà si aggiunge poi quella degli elementi che si sceglie di associare all'acqua - in questo caso, per l'Acqua d'Intento, le pietre che vi ho indicato [diversi medici utilizzano infatti questa tecnologia per preparare rimedi specifici ai loro pazienti]. Quest'acqua risulta quindi ottima per sollecitare i processi di crescita e di autorealizzazione attraverso la purificazione, che porta a una presa di coscienza della propria realtà, e un pacato e naturale stimolo della volontà, ovvero dell'intento, che la persona, piano piano impara a svi-luppare. E' l'acqua di supporto che si riceve frequentando i miei incontri. L’acqua ricevuta servirà per creare la bottiglia di acqua madre. Quattro dita di quest’acqua su 750 ml di acqua, da aggiungere per riempire la bottiglia. Lasciare agire per una notte e al matti-no successivo l’acqua è pronta.

AVVERTENZA Si tenga in debita considerazione il fatto che all’inizio, l’attivazione, nel suo processo di depu-razione, può generare stanchezza e sfoghi, anche di carattere fisico. Di conseguenza è consiglia-bile iniziare questo "trattamento" energetico quando, per almeno i primi giorni, sarà possibile riposare un po’ di più del solito [magari durante il weekend]. L’attivazione può essere fatta per 5 giorni consecutivi [la prima volta si può arrivare a 10], at-tendendo almeno 21 giorni prima di ricominciare.

Per il mantenimento è consigliabile assumere l'acqua 1 o 2 giorni alla settimana.

3 Chi ha seguito altri miei corsi, dove ha potuto prepararsi l’acqua del rimedio personale utilizzando la tecnologia White, sappia che in questa acqua non c’è alcuna informazione personale, bensì solo la purificazione dell’acqua sulla piastra White trasparente, di trasferimento, e le informazioni energetiche delle pietre indicate.

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L’attivazione può essere fatta in concomitanza con i cicli lunari. La prima attivazione avverrà con la luna calante, facendo in modo che il quinto giorno cada alla luna nera. Le successive attivazioni potranno essere in concomitanza con la luna crescente, fa-cendo in modo che il quinto giorno cada alla luna piena. Si può tuttavia ripetere l’attivazione anche in concomitanza con la luna calante, specie se ci si vuole liberare dal vecchio, e iniziare con la luna crescente quando si vuole iniziare a costruire la propria nuova vita.

IMPIEGO Riempire una boccettina provvista di pipetta contagocce [come quelle utilizzate per i fiori di Bach]. Assumere qualche goccia al mattino a digiuno – sotto alla lingua -, se si vuole anche du-rante la giornata lontano dai pasti, e infine alla sera prima di addormentarsi. Si dovrà però scuotere fortemente la boccetta prima di prelevare le gocce. In questo modo si rivitalizzano le informazioni all’interno e vi si abbiano le proprie vibrazioni energetiche che così si miscelano con quelle dell’acqua, facilitando l’assimilazione. Durante il trattamento osservare come il corpo reagisce, quali segnali ci invia e cercare di asse-condarli [per es. riposare di più, oppure uscire all’aria fresca, correre…]. Non fate l’Attivazione quando dovete prendere decisioni in fretta, non ne sareste in grado in quel momento. Per delle scelte importanti, prendetevi il tempo, almeno qualche mese di Atti-vazioni. L’azione purificatrice e vivificatrice vi permetterà di arrivare alla comprensione più mirata delle decisioni da prendere e quindi da portare avanti. Durante l’Attivazione è meglio assumere meno cibo, e preferire alimenti sani, genuini, biologi-ci. Anche bere più acqua, per favorire una più veloce eliminazione, può rivelarsi di grande aiu-to.

EFFETTI L’Acqua d'Intento aiuta a sciogliere naturalmente i grovigli energetici. Questo non significa che la persona non debba metterci la propria volontà - non per nulla il suo nome, "d'intento", per sottolineare la necessità della propria partecipazione attiva al risolvimento delle questioni! Tut-tavia, l'energia dinamica che poco alla volta si sviluppa, data dal fatto che il sistema non è più appesantito dalle pulsioni delle memorie cellulari, aiuta l'individuo a percepire una sua natura-le forza, che lo aiuta a essere spontaneamente determinato.

NOTA L’Acqua d’Intento viene data durante gli incontri di Oloquantica. Chiunque ne venga in pos-sesso può regalarla, avendo cura di dare al contempo anche la fotocopia di questo foglio, in modo che la persona abbia sottomano le giuste indicazioni.

Nell'acqua sono state inserite le informazioni vibrazionali derivanti dalle seguenti pietre dure.

LA PIRITE La “pietra del fuoco”, che anticamente si pensava fosse in grado di accendere il fuoco interiore, scioglie le paure, le frustrazioni, la depressione dei vari corpi fisico e sottili, migliorando la cir-colazione energetica e sollevando così da stati di esaurimento. Questa fluidificazione permette di comprendere la causa dei propri disagi che, piano piano si riescono a riconoscere ed elimina-re, attraverso le scelte della propria volontà riattivata. La Pirite aiuta infatti a concretizzare una realtà di benessere e prosperità, come conseguenza della propria capacità di intento risvegliata e rinforzata!

LA CORNIOLA Si tratta di un calcedonio [quarzo] in cui si trovano gli ossidi di ferro che le conferiscono i tipici caldi colori aranciati. Sia il colore, sia la qualità della pietra, sono associati al secondo chakra, il centro della vitalità. Infatti ossigena il sangue e, così facendo lo pulisce e vivifica!, migliorando quindi la circolazione e, grazie a questo, l’energia a nostra disposizione viene aumentata.

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La sua azione sul sangue rende coraggiosi. Ottima pietra che stimola le funzioni del fegato e bile. Questo porta a metabolizzare ciò che si assume, a livello fisico o psichico, fluidificando i possibili ristagni che vengono o assimilati, o eliminati. Allo stesso tempo sostiene i reni, di conseguenza l’eliminazione di ciò che è tossico viene incentivata. Anche il pancreas viene sollecitato, permettendo così di fluidificare le emo-zioni represse e migliorare in questo modo la percezione di sé e delle proprie potenzialità.

IL DIOPTASIO E' l'unica pietra che ha un colore paragonabile a quello dello smeraldo, viene infatti chiamata lo Smeraldo d'Africa. Il suo bel verde e le sue emanazioni sanano le ferite interiori e piano piano mettono in connessione con l'abbondanza e la bellezza del proprio sé. Lavora a livello fisico e a livello emotivo per guarire le malattie causate dalla mancanza d'amore per se stessi. Elimina il senso di "mancanza", aiuta a superare i sentimenti e le situazioni oppressive, mentre rende sempre più consapevoli delle proprie risorse e capacità, stimolando così il raggiungimento di un pieno stato di benessere e appagamento.

IL TOPAZIO IMPERIALE Nell’Antichità veniva considerata la pietra che vince le negatività e la follia, è una gemma che rinforza il proprio potere naturale, conferendo una sana importanza personale. Infonde sicu-rezza e fiducia in sé, nelle proprie capacità e valore.

L’HERKIMER E un cristallo di quarzo brillantissimo e dall’energia particolarmente concentrata, anche cono-sciuto col nome di Diamante Herkimer. Viene infatti estratto unicamente nella località di Her-kimer, nei pressi di New York. È a doppia terminazione, talvolta addirittura tripla o quadrupla. Proprio queste terminazioni multiple accentuano la carica di intensa energia dinamica. Già solo la doppia terminazione stimola le vibrazioni yin e yang, che si stimolano tra loro. Se poi le ter-minazioni sono in più alle solite due l’azione della sua energia verrà ancora di più intensificata. [L’Herkimer utilizzato per la preparazione dell’Acqua d’Intento è a quadrupla terminazione!]

È una delle gemme più resistenti; per la qualità energetica che emette viene spesso definito “l’invincibile”. È una pietra fra le più luminose, infatti ha un’intensissima rifrazione della luce, che gli conferisce uno splendore particolare. La sua energia è in grado di liberare dagli influssi negativi di ogni tipo. Aiuta ad acquisire chiarezza e forza adamantina, per quanto riguarda la propria situazione esistenziale, individuando ciò che è da migliorare, e per superare al contem-po paure, sensi di vuoto e depressione. Stimola l’individuo ad allinearsi sulla rettitudine e vir-tù, indispensabili per sviluppare un etico potere individuale. È sinonimo di potenza, accelera-zione, miglioramento. È un potente amplificatore del pensiero, per questo è essenziale avere una coscienza cristallina per indirizzare il proprio intento in modo positivo e costruttivo. Stimo-lando il cervello e il sistema nervoso, diminuisce lo stress e risveglia la forza vitale di chi lo por-ta [o assume] e delle altre pietre con cui viene associato. Favorisce un apporto extra di energie, anche perché risuona con tutti i chakra.

Pulisce i corpi sottili, purifica quindi l'aura. Stimola l'eliminazione di tossine. Equilibra e purifi-ca l'energia all'interno del corpo/mente. L’ Herkimer è tra i più efficaci a purificare e sciogliere le zone emotivamente tese e congestionate, distende ed elimina i blocchi emozionali. È un po-tente amplificatore, da utilizzare con consapevolezza. È un ottimo supporto quando si vuole innescare un cambiamento nella propria vita oppure quando si devono prendere decisioni importanti, per le quali è essenziale avere acutezza di vi-sione e forza.

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PUNTI DI CUI TENERE CONTO 1 Seguire i cicli lunari aumenta la qualità. 2 Fare sempre attenzione a calibrare la quantità. Se le reazioni diventano troppo forti dimi-

nuirla oppure sospenderla e bere, nel frattempo molta acqua normale [ovvero non l’Acqua d’Intento], o tisane depurative, in modo da velocizzare il processo di eliminazione delle tossine richiamate in superficie dall’azione dell’Acqua di Intento.

3 La liberazione dal vecchio, dannoso al nostro vero Sé, attraverso lo scioglimento delle

memorie cellulari negative, avviene attraverso la “crisi di guarigione”. Questa può manifestarsi in modo più o meno intenso. Se è troppo, ricordarsi subito di ral-

lentare l’assunzione dell’Acqua di Intento, o di sospenderla, per riprenderla quando se ne senti-rà nuovamente il richiamo.

A volte è capitato che, sebbene la persona, con la testa volesse sospendere l’Acqua di Inten-

to, il corpo invece la bramava. Ciò significa che allora la persona è comunque in grado di soste-nere gli eventi e lasciare andare gli effetti della crisi di guarigione.

4 La crisi di guarigione si può manifestare con degli sfoghi fisici [foruncoli, eruzioni cutanee,

intestino sottosopra, mal di testa, ecc.]; per poi passare agli “sfoghi” psicologici. Ovvero si inizieranno a vivere intensamente proprio quelle situazioni che fino a quel mo-

mento di erano vissute da soccombenti. O per la rabbia – più o meno esplicitamente espressa; o per le frustrazioni, le umiliazioni, le ingiustizie energetiche a cui ci si è dovuti sottomettere.

5 Fondamentale è recuperare l’equilibrio delle nostre manifestazioni energetiche. L’essere “mite” di un represso non è essere mite, bensì codardo. Anche a causa del fatto che

il suo corpo, impregnato di esperienza che lo hanno “castrato”, continua a emettere quel mes-saggio: “sono un debole, sono un debole, sono un debole”.

Attraverso le scioglimento di quelle antiche memorie cellulari il corpo arriva ad emetterle

con sempre minore intensità, di conseguenza si può via via iniziare ad agire mostrando la pro-pria forza, che non è mai prepotenza. Anche se all’inizio, quando ci si sta ancora esercitando, e magari le memorie cellulari non sono ancora ben sciolte, si può risponde con azioni troppo in-tense. Ma non fa niente, ci si sta esercitando. Vedrete che non verranno recepite in modo tale da risultare dannose.

Piano piano si imparerà a manifestare le proprie azioni, aderenti al proprio vero Sè, con una

modalità più equilibrata. Ovvero dove c’è troppa intensità si imparerà a essere più moderati. Dove ce n’è poca, di contro, si riuscirà a esprimersi con aumentata autorevolezza.

6 Man mano che si sciolgono i clusters delle memorie cellulari negative, non solo il nostro

organismo emette con sempre meno vigore tali vecchie informazioni, ma al contempo si libera la nostra coscienza/anima.

Essendoci meno “detriti” a sotterrarla e quindi a nasconderla, la sua voce e soprattutto la

sua visione diverrà sempre più limpida e cristallina. Inoltre aumenterà la sua autorevolezza, che ci porterà sempre più, verso ciò per cui siamo venuti su questa Terra a realizzare.

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Suoni antichi e spaziali

Questo percorso si snoda in due modalità. O due cicli di un incontro mensile di qualche oretta, per quattro volte. Oppure un incontro di mezza giornata una tantum. Entrambi preve-dono nella prima parte, l’ascolto di suoni particolari. La loro azione è potente perché la vibrazione del suono tocca l'organismo nel suo insieme, e non solo il cervello attraverso la percezione uditiva. Infatti, i suoni sono percepiti da tutti e il percorso è proponibile anche a coloro che non hanno il senso dell'udito, proprio perché il suono è vibrazione e, come tale, entra in risonanza comunque con il corpo.

Principalmente vengono utilizzati i Suoni White, che stimolano la purificazione psicofisica e quindi il rilascio delle tossine/memorie accumulate in clusters, che ostruiscono il libero fluire dell'energia vitale nel nostro organismo. I suoni White, a differenza dell’acqua, si sono sempre rivelati profondamente riequilibratori senza possibili “scossoni” determinati dalla eventuale crisi di guarigione. Agiscono molto profondamente sulla cellula, che vanno a detossinare, ma anche a riarmonizzare [questo però non invalida il lavoro svolto dall’acqua, che ha un approc-cio più scandagliante del nostro insieme, che va a sondare con una più acuta profondità]. Accanto a questi potenti suoni detossinanti e conciliante, sono abbinati gli Urtöne. Ovvero i “suoni primari”, delle vibrazioni sonore realizzate da Joachim-Ernst Berendt in base ai calcoli matematici del ricercatore Hans Cousto. Queste intense sonorità aiutano a risintonizzarsi sul proprio "suono" originario, permettendo così di ricentrarsi sulla propria vera "voce". Nei quaranta minuti di sonorità si ascoltano anche i Klangsteine - i suoni delle pietre -, messi a punto dal professor Klaus Fessman, che utilizza strumenti creati con pietre antiche, estratte dal-le profondità della Terra, che aiutano a risvegliare l'intensità della propria vibrazione interiore. Sono stati poi attentamente misceltai i suoni creato dalla "Ciotola dell'acqua danzante", Wasser-springschale, in inglese Jumping Water Bowl, per raffinare la percezione della propria essenza interiore; e dei suoni della natura, che come si sa dagli studi degli effetti della musica, sono ot-timi per riequilibrare lo stato energetico psico-emozionale. Via via la persona scioglie gli accumuli e, soprattutto, impara a gestire ciò che viene dissolto. Attraverso una nuova modalità di approccio alle vecchie situazioni si rimpiazza poco alla volta la mala esperienza insita nella memoria organica. L'informazione con la nuova modalità che si impara ad adottare va a sostituire la vecchia e dolorosa.

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La connessione interiore

Il passo successivo è determinato dall’apprendimento di una connessione interiore partico-lare, che mette in comunicazione la struttura interiore, supportata da uno strumento fisico sempre più purificato, con la “struttura superiore”, del nostro Alto Sè. Questo è in costante congiungimento con la dimensione spirituale che ci segue in questo nostro percorso terreno e al contempo cerca di guidare verso le scelte più realizzanti. Chi non può partecipare ai corsi e vuole lo stesso approfondire la questione può acquistare i due testi di studio che accompagnano questo percorso: Il Punto Zero e Punto Luce

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