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Anno XVIII - n° 01/04 Gen./Febbraio 2010 2010 - Spedizione in abbonamento postale Comm. 20 art. 2 - legge 662/96 - Filiale di Salerno l’informatore l’informatore Autonomie locali Autonomie locali delle Rivista amministrativa, economica, finanziaria, legislativa e politico-culturale Luci d’Arte: un’iniziativa salutata positivamente anche dai commercianti pagine 47/48 Anna Ferrazzano: il Lavoro prima di tutto pagina 38 Giovanni Romano ai Vertici di Agenda 21 pagina 39 Rispoli: la solidarietà dei Consiglieri per Haiti pagina 42 Cuomo: per i rifiuti i Comuni non mollano pagina 30 Legautonomie: dopo il Congresso, riparte con Filippeschi e Del Cimmuto servizio pagine 19/24 Federazione regionale delle Autonomie locali de Anci-Legautonomie -Aiccre-Uuncem - upi Caserta-rifiuti: il Commissario incontra i lavoratori - pag. 45 Edmondo Cirielli: Risorse e Sviluppo locale pagine 36/39 Luigi Cesaro: ok alla Qualità della spesa pagine 40/44 PIETRO ICHINO Senatore Commissione Lavoro e Previdenza sociale Codice ISSN 2037 - 3287 “Istituzioni e trasparenza” servizio pagine 4/6 MARIO V ALDUCCI Deputato Responsabile vicario Enti locali Pdl Comuni: punto di partenza servizio pagine 7/8 ENRICO LETTA Deputato Vice Segretario nazionale Pd Autonomie e sviluppo locale servizio pagine 9/10 Osvaldo Napoli: il Tar Campania interviene sull’Energia rinnovabile pagina 29 Pasqualino Aliberto: un progetto “Più Europa” con ‘Urban Center’ pagina 51

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Page 1: locali de Anci-Legautonomie -Aiccre-Uuncem - upi …...di Pietro Ichino 4 La riforma dei servizi pubblici locali di Mario Valducci 7 Il mondo delle Autonomie nello sviluppo locale

Anno XVIII - n° 01/04 Gen./Febbraio 2010 2010 - Spedizione in abbonamento postale Comm. 20 art. 2 - legge 662/96 - Filiale di Salerno

l’informatorel’informatoreAutonomie localiAutonomie locali

delle

Rivista amministrativa, economica, finanziaria, legislativa e politico-culturale

Luci d’Arte: un’iniziativasalutata positivamenteanche dai commercianti

pagine 47/48

Anna Ferrazzano: ilLavoro prima di tutto

pagina 38

Giovanni Romano aiVertici di Agenda 21

pagina 39

Rispoli: la solidarietàdei Consiglieri per Haiti

pagina 42

Cuomo: per i rifiutii Comuni non mollano

pagina 30

Legautonomie: dopo il Congresso, ripartecon Filippeschi e Del Cimmuto

servizio pagine 19/24

Federazione regionale delle Autonomie loca

li de

Anc

i-Leg

auto

nom

ie -A

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cem

- up

i

Caserta-rifiuti: il Commissario incontrai lavoratori - pag. 45

Edmondo Cirielli:Risorse e Sviluppo locale

pagine 36/39

Luigi Cesaro: ok allaQualità della spesa

pagine 40/44

PIETRO ICHINOSenatore

Commissione Lavoro e Previdenza sociale

Codice ISSN 2037 - 3287

“Istituzioni e trasparenza”servizio pagine 4/6

MARIO VALDUCCIDeputato

Responsabile vicario Enti locali Pdl

Comuni: punto di partenzaservizio pagine 7/8

ENRICO LETTADeputato

Vice Segretario nazionale Pd

Autonomie e sviluppo localeservizio pagine 9/10

Osvaldo Napoli: il TarCampania interviene sull’Energia rinnovabile

pagina 29

Pasqualino Aliberto:un progetto “Più Europa”con ‘Urban Center’

pagina 51

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In copertina: Templi di Paestum ed un Tramonto Cilentano

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie locali

l’informatol’informatorereDirettore responsabile

Nicola Nigroe-mail: [email protected]

[email protected] web: www.linformatore.info

Sede operativa: Via S. D’Acquisto, 62

84047 Capaccio S. Paestum (SA)tel. 0828/724579 - fax. 0828/724203Periodico iscritto al registrostampa del Tribunale di Salerno al n° 780 in data 10 ottobre 1990

da Tele Radio Paestum

Organo dellaFederazioneFederazione

RegionaleRegionale

delledelle AssociazioniAssociazioniautonomisticheautonomistichedelladella CampaniaCampaniaAnciAnci

LegaLegautonomieutonomie

AiccreAiccre

UncemUncem

UpiUpiVia S. Lucia, 76 - Napoli

Hanno collaboratoall'elaborazione ed al desk di questo numero:Tommaso BiamonteFernando IulianoAngela NigroMaria Rosaria Santomauro

STAMPAArti Grafiche BocciaVia Tiberio Claudio Felice, 7Tel. 089/303311 - telefax 089/77101784131 Fuorni - Salerno

delle Autonomie locali

Editoriale 3La trasparenza degli interessi dei titolari di cariche elettive o direttive nella P.A.di Pietro Ichino 4La riforma dei servizi pubblici localidi Mario Valducci 7Il mondo delle Autonomie nello sviluppo localedi Enrico Letta 9L’evoluzione normativa della certificazione energetica degli edifici di Nicola Assini e Antonella Lanza 11La “cultura” nella sua accezione giuridica di Giovanni Cordini 15

LA SVOLTA 17Le contraddizioni tra Federalismo e Finanza localedi Loreto Del Cimmuto 19Il rapporto tra Governo e Autonomie localidi Nando Morra 21 Il XV Congresso Nazionale di Legautonomie:da Giovanelli a Filippeschidi Giovanni Squame 22Il nuovo Comitato Federale Nazionale di Legautonomie 23Riflessioni sulla Riforma Brunettadi Vincenzo Mossetti 25L’Autonomia tributaria degli Enti localidi Alfonso De Stefano 27

Anci 28

Formez 32

Bollettini d’informazione:-Regione Campania 33-Provincia di Salerno 36-Provincia di Napoli 40-Provincia di Caserta 45-Comune di Salerno 47-Comune di Napoli 49-Comune di Bellizzi 51

Federazione 52

Comitati COORDINATORE

Silio Aedo VSilio Aedo ViolanteiolanteDocente di legislazione dei Beni Culturali ed Ambientali

2^Università di Napoli

Comitato ScientificoGiuseppe Abbamonte - Docente di Diritto Amministrativo - UniversitàFederico II Napoli - Andrea Abbamonte - Avvocato Amministrativista- Andrea Amatucci - Scienze delle Finanze - Università Federico II Na-poli - Carlo Amirante - Dottrina dello Stato -Università Federico IINapoli - Anna Maria Armenante - Avvocato dello Stato - NicolaAssini - Diritto e Legislazione Urbanistica - Università di Firenze -Enrico Bonelli - Diritto regionale ed Enti locali - Università Federico IINapoli - Antonio Brancaccio - Avvocato - Pietro Ciarlo - Diritto co-stituzionale - Università di Cagliari - Paolo Cirillo - Consigliere di Sta-to -Vincenzo Cocozza - Diritto Costituzionale - Università Federico IINapoli - Giovanni Cordini - Diritto Pubblico Comparato - Universitàdi Pavia - Nicola Crisci - Diritto del Lavoro - Università di Salerno -Federico d’Ippolito - Storia del diritto romano - 2° Università di Napoli- Francesco Forte - Docente di Urbanistica - Università Federico II Na-poli - Giuseppe Fortunato - Avvocato - Componente Garante Privacye Coordinatore Laboratorio Privacy Sviluppo - Marco Galdi - Dirittopubblico - Università di Salerno - Lucio Iannotta - Diritto Amministra-tivo - 2° Università - Napoli -Liborio Iudicello - Direttore Sspal - Segre-tario nazionale Unscp -Antonio Lamberti - Diritto Amministrativo -Università Federico II - Napoli - Giovanni Leone - Diritto Processuale

Amministrativo - Università Federico II Napoli -Amedeo Lepore -Storia Economica delle relazioni internazionali - Università di Bari -Enzo Maria Marenghi - Diritto Amministrativo - Università di Salerno- Vincenzo Maggioni - Economia e Gestione delle Imprese - 2° Università di Na-poli -Giovanna Marini - Direttore Generale dell’Ages - RiccardoMarone - Avvocato - Andrea Migliozzi - Consigliere di Stato -Rug-gero Musio - Avvocato in Salerno - Antonio Palma - Diritto Romano -Università Federico II Napoli - Giuseppe Palma - Diritto Amministrati-vo - Università Federico II Napoli - Raimondo Pasquino - Rettore Uni-versità di Salerno - Vincenzo Pepe - Diritto dell’Ambiente - 2° Univer-sità di Napoli - Andrea Piraino - Diritto pubblico - Università di Pa-lermo - Salvatore Prisco - Diritto pubblico - Università Federico II Na-poli -Francesco Pizzetti - Diritto costituzionale all'Università di Torino- Presidente Garante Privacy - Nino Saija - Direttore responsabile di“Prime Note”- Michele Scudiero - Diritto costituzionale - Preside Fa-coltà di Giurisprudenza - Federico II Napoli - Vincenzo SpagnuoloVigorita - Diritto Amministrativo - Università Federico II Napoli -Sandro Staiano - Diritto costituzionale - Università Federico II Napoli- Paolo Tesauro - Diritto costituzionale - Università Federico II Napoli.

Comitato TecnicoCiro Centore - Avvocato in Caserta - Alfredo Contieri - Diritto Ammi-nistrativo - Università di Cassino - Alfonso De Stefano - Segretario Ge-nerale - Gherardo Marone - Avvocato in Napoli - Riccardo Satta Flo-res - Avvocato in Napoli - Antonio Scippa - Commercialista - Presiden-te Ancrel Campania - Giancarlo Violante Ruggi d’Aragona - Avvoca-to in Napoli - Adriano Vitucci - Avvocato in Napoli.

Indice

Gen./Febbraio 2010Gen./Febbraio 2010

Avvertenza

Tutti coloro che vogliono prendere parte al dibattito, possono farlo inviando testi dattiloscritti o e-mail attinenti ai temi della rivista, ossia le problematiche sugli Enti locali. Gli articoli non pubblicati non vengono restituiti. Eventuali fonti di acquisizione notizie: Gazzetta Ufficiale, BollettinoUfficiale della Regione, "Il Sole «24 Ore» " Italia Oggi" e cittadinolex, etc.

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie locali Bollettino di InforBollettino di Informazionemazione

Al Comune di Scafati, in attuazione a quanto prescritto nelPO FESR 2007-2013 della Regione Campania, è stata asse-gnata una sub delega per la gestione dei fondi europei delprogramma “Rigenerazione urbana e qualità della vita”. Si tratta di un progetto che l’Amministrazione comunale,retta dal Sindaco Pasquale Aliberti, ha inteso mettere sucarta da subito, per non perdere l’importante finanziamentodi trenta milioni di euro, più fondi aggiuntivi. Dopo la sotto-scrizione del Protocollo d’Intesa con la Regione Campania,avvenuto il 1° Agosto 2008, infatti, l’Amministrazione ha ini-ziato l’iter per “cambiare” il volto della propria città seguen-do le direttive del programma “Scafati Cambia”, finalizzato arendere operativo il processo di programmazione delle risor-se. Coerentemente con le linee guida regionali, che hannochiesto una precisa identificazione dell’area di intervento, alProtocollo d’Intesa, l’Amministrazione comunale, retta dalSindaco Pasquale Aliberti, ha allegato un Documento di sin-tesi strategica, all’interno del quale è stata indicata via Zara ele strutture ad essa adiacenti, come l’ex Manfattura deiTabacchi, il Macello, il Mulino e il Polverificio Borbonico,quale area d’interesse. La seconda fase della procedura è stata interamente finaliz-zata all'elaborazione di un Documento di orientamento stra-tegico - DOS, utile a delineare lo sviluppo della città declina-to attraverso scelte tecnico-strategiche quanto più partecipa-te e condivise e in seguito approvate nell’ambito delConsiglio comunale. Per la realizzazione del programma èstato implementato un metodo di lavoro a carattere parteci-pativo, così da garantire la sostenibilità, l'efficacia e la coe-renza dei progetti con la realtà locale. “Partecipazione”, quin-di, intesa come dialogo e ascolto degli attori economici e dellasocietà civile. Con l’approvazione del DOS in Consiglio comunale, è statodelineato l’ambito d’intervento sul quale riversare i trentamilioni di euro erogati dalla Comunità Europea, ovvero un’a-rea strategica che insiste nel cuore della città antica, caratte-rizzata da un tessuto edilizio piuttosto compatto ma anche dauna serie di vuoti urbani e strutture dismesse. Dopo l’appro-vazione del DOS, è stata, inoltre, istituita una Cabina diRegia, per controllare e coordinare le fasi del “Più” nonchépubblicato un bando finalizzato a recepire le manifestazionidi interesse da parte di pubblici e privati. Il Comune diScafati, inoltre, ha avviato, nell’ambito delle attività diValutazione Ambientale Strategica, la redazione delRapporto Ambientale, in cui sono state delineate le condi-zioni ambientali del territorio comunale e gli altri ambiti di

intervento del Più Europa. “Il progetto Più Europa - ha dichiarato Pasquale Aliberti,Sindaco di Scafati - è la partita più importante che la città siappresta ad affrontare. Attraverso il “Più Europa” la RegioneCampania intende intervenire sulle 20 città medie campane,con popolazione superiore ai 50.000 abitanti, per rafforzarnel'attrattività e la competitività. Diversi, i progetti che andran-no a ‘cambiare’ e riqualificare una parte della città. Tra questi,la realizzazione di un Urban Center destinato ad ospitare gliuffici comunali, un centro culturale, attrezzature commercialie sportive, finalizzato ad offrire al territorio nuovi spazi pub-blici di socializzazione e la progettazione di un Polo scolasti-co, in un’area fortemente degradata da realizzare utilizzandotutte le tecniche di progettazione bioclimatica e naturalistica,la realizzazione di un’isola ecologica che funga anche da labo-ratorio e centro di promozione culturale... etc…”. Il Comune di Scafati, inoltre, è il primo comune su diciotto adaver espletato l’iter del progetto Più Europa. Con specificoatto di Giunta, la Regione Campania, ha approvato le lineedi indirizzo per l’attuazione delle attività di competenzadell’Assessorato alle Politiche Sociali previste nel POR 2007-2013. Tale documento elenca in modo puntuale tutte le attività diarea sociale che possono essere realizzate con le risorse finan-ziarie aggiuntive inerenti al progetto Più Europa. Si è, per-tanto, proceduto, ad inserire nel DOS, un capitolo aggiunti-vo, riportante gli interventi, in termini di strutture e servizi,finalizzati ad offrire risposte adeguate ai fenomeni di males-sere sociale presenti a Scafati e in grado di espandere i loroeffetti anche a beneficio dell’intero Ambito Territoriale S1, dicui il Comune di Scafati è capofila. “Grazie ai fondi aggiunti-vi al Progetto Più Europa che corrispondono al 5% dell’inte-ro importo - ha continuato il primo cittadino PasqualeAliberti - riusciremo ad attuare una serie di iniziative in gradodi rafforzare il settore dei servizi sociali e garantire occupa-zione. Il Comune di Scafati, è risultato il primo comune adespletare l’iter relativo ai fondi Più Europa in tempi record ea presentare alla Regione, un progetto altamente articolato,grazie al sostegno del Piano di Zona, presieduto dal sotto-scritto, per non perdere i finanziamenti aggiuntivi. Abbiamo deciso di puntare sui servizi sociali e sulle classi piùdeboli per consentire un miglioramento della qualità dellavita e fornire così risposte immediate alle fasce di popolazio-ne svantaggiate”.

Francesca CutinoAddetto stampa - Comune di Scafati

Il Sindaco Pasqualino Aliberti

Comune di Scafatia cura dela cura del

Scafati: il progetto “Più Europa” significa riqualificazionedella città ed anche realizzazione dell’ “Urban Center”

5151Gen./Febbraio 2010Gen./Febbraio 2010

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Continua il dibattito aperto dalla nostra redazio-ne, “Informazione e Formazione”. In merito, rice-viamo, e volentieri pubblichiamo, le considera-zioni del dott. Graziano Mauro, ViceprefettoAggiunto di Caserta. Siamo a disposizione per ricevere altri contribu-ti, come quelli già pubblicati del GiudiceMigliozzi, del prof. Assini e il seguente del dott.Mauro. Egregio Direttore,circa il dibattito che si è aperto sulla necessità diun percorso formativo per i dirigenti degli Entilocali, non posso non associarmi all'iniziativa daElla intrapresa e condivisa da illustri uomini delmondo accademico o dello Stato, quali il Prof.Nicola Assini ed il Consigliere di Stato, Dr.Andrea Migliozzi, in quanto foriera di vantaggiper le amministrazioni degli Enti locali, in termi-ni di efficienza ed efficacia dell'azione ammini-strativa, se si consideri che nella sfida lanciatadalla società del duemila vi sono la richiesta diuna maggiore cultura di servizio e lo sviluppo diun processo di miglioramento continuo da partedegli operatori.Occorre, peraltro, non sottacere un chiaro indi-rizzo di carattere generale, in materia di forma-zione, che proviene dal Decreto Legislativo 30

marzo 2001, n. 165 che, all'art.7 comma 4, statui-sce: “Le amministrazioni pubbliche curano laformazione e l'aggiornamento del personale, ivicompreso quello con qualifiche dirigenziali,garantendo altresì l’adeguamento dei program-mi formativi, al fine di contribuire allo sviluppodella cultura di genere della PubblicaAmministrazione”. In forza di tale disposto, normativo, emerge chela soddisfazione dei fabbisogni formativi costi-tuisce per ogni Ente locale territoriale una com-ponente strutturale del governo delle proprierisorse umane.Al Dirigente si richiede oggi di essere in posses-so di molteplici conoscenze, correlate a fattoriquali :- l'aggiornamento normativo;- l'aggiornamento tecnico-professionale;- la managerialità;- la padronanza del nuovo quadro ordinamenta-le ;- la padronanza de nuovo quadro procedimenta-le;- la padronanza dei processi di monitoraggio econtrollo;- l'apprendimento dell'importanza delle siner-gie.

Pertanto, il correttoesercizio della funzio-ne dirigente presup-pone una formazione“mirata”, che è cosaben diversa dai pro-grammi formativi ditipo generale, inquanto finalizzata adorientare gli interessidi determinate realtàterritoriali verso unprogetto pubblico dimaggiori dimensioni.Premesso quanto sopra, esprimo l'auspicio chepossa quanto prima realizzarsi il binomio infor-mazione - formazione da Ella, caro Direttore,giustamente preteso in funzione di un'opera distimolo delle realtà territoriali e di perfeziona-mento di un processo di osmosi tra queste ed idiversi mondi che le circondano.Voglia Direttore, peraltro, contare sin d'ora sullamia disponibilità in direzione della realizzazionedi un progetto di sicuro avvenire e di ampio risal-to sociale. Le porgo le più vive cordialità .

Dr. Graziano Mauro Viceprefetto Aggiunto di Caserta

Federazione delle Autonomie: Associazione RegionaleSistema Autonomie della Campania (Arsac)

Enti locali: continua il confronto su “Informazione e formazione”

Gen./Febbraio 2010Gen./Febbraio 2010

Anci - Legautonomie - Aiccre - Uncem - Upi

Nell’ultimo incontro della Federazione Anci-Legautonomie-Aiccre-Uncem-Upi il Presi-dente Bartolo D’Antonio e il Vice Presidentevicario Nando Morra hanno avuto parole diencomio per il ruolo che ha svolto la rivista, nelcorso di questi anni. I due dirigenti hanno evi-denziato che ciò lo si deve alla tenacia del suoDirettore, Nicola Nigro, il quale, fin dall’inizio,ha creduto nella Federazione. Nando Morraha sottolineato che, grazie alla tenacia del dott.Nigro, oggi si può concretizzare un progettoavviato negli anni ‘90, con l’approvazione dellaLegge regionale sulle Autonomie.La Federazione è un momento importanteanche per Donato Cufari, Uncem, PietroLangella, Upi, Giovanni Guardabascio,Aiccre, che hanno molto contribuito alla suadefinizione. Il Presidente D’Antonio ha evidenziato cheanche gli Enti locali, a cominciare dalle cinquecittà capoluogo, dalle Province campane edalla Regione, così come è avvenuto per leAssociazioni, devono attrezzarsi ed avere

come punto di riferimento “l’informatore” perconsolidare il suo ruolo non solo di informa-zione, ma soprattutto di formazione per dipen-denti ed amministratori degli Enti stessi. Inoltre, nell’incontro è stato sottolineato che larivista “l’informatore” potrà essere l’animaper favorire i “Seminari formativi” ad hoc, perfunzionari e dirigenti degli Enti locali, voltiall’acquisizione e all’aggiornamento delle

conoscenze tecnico - giuridiche, con la successi-va pubblicazione degli atti. In tutto ciò, il Presi-dente della Federazione, Bartolo D’Antonio,ha portato a conoscenza dei presenti che il VicePresidente della Regione, con delega agli Entilocali, on. Antonio Valiante, ha assicurato che,nell’immediato futuro, sarà definito il ruolodelle Associazioni autonomistiche all’internodel Consiglio regionale delle Autonomie.

La Federazione regionale delle Autonomie incontra l’on. Antonio Valiante

Da sinistra: il Presidente D’Antonio, il Vicario Morra ed il Vice Presidente Regione Valiante

Per notizie ed approfondimenti rivolgersi alla redazione operativa de “l ‘informatore” (0828/724579) o alle sedi delle Associazioni Anci-Legautonomie-Aiccre-Uncem-Upi

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Chi ammini-stra una comu-nità non può da-re spazio al pessi-mismo! E’ quan-to sostengono al-cuni autorevolieconomisti e po-litici, ma è possi-

bile ciò, anche di fronte ad una realtà così cri-tica? Secondo me, no! Un buon amministra-tore deve stare con i piedi per terra ed essereequilibrato: nè troppo pessimista e nè troppoottimista, ma reale. Oggi, non è facile trovareun cittadino che dica: “Per me va bene così e,quindi, sono sereno”. I problemi, spesso, nonsono solo economici, ma anche di vivibilità,perchè non riesce a trovare un giusto equili-brio di convivenza con il suo vicino per il po-sto auto, per l’uso del’ascensore, per riparareil tetto, etc. Non parliamo poi, quando le cri-ticità scaturiscono dalla messa in discussionedei propri diritti e per salvaguardarli è neces-sario ricorrere alla giustizia. Riflettendo be-ne, il vero limite della nostra società è pro-prio la giustizia, per i suoi tempi biblici.Qualcuno sostiene che la crisi della giustiziaparte con la soppressione dei Pretori e con lanuova organizzazione del processo civile, pe-nale, amministrativo, non trascurando quellocommerciale.

Un qualsiasi cittadino onesto, prima opoi, diventa vittima dei sorprusi di chi quoti-dianamente viola la legge e che di questo nefa un cavallo vincente, per fare soldi, per cuisuccede che i ricchi diventano più ricchi ed ipoveri diventano più poveri.

L’assurdo è che oggi è anche possibileviolare la legge in settori delicati, come il set-tore agro-alimentare, attraverso vari artifizi escappattoie giuridiche (prove e controprove,decorrenza di temini e prescrizioni, ostruzio-nismi vari, etc.). Eppure, i prodotti scaduti,spesso da anni, sono lì, dentro il capannone,ma c’è sempre qualcuno che dice il contrario.La logica vorrebbe che l’amministratore o ilresponsabile (di comodo o sulla carta) ed isuoi complici dovrebbero essere arrestati e,per direttissima (magari il giorno dopo), pro-cessati e condannati, di fronte all’evidenzaancora fumante. Cosa che non è possibile ve-dere dopo 5, 7 oppure 10 anni. Come è acca-duto, spesso, a soggetti che hanno determi-nato morti e danni collettivi irreperabili, perintossicazioni alimentari, che così l’hannofatta franca.

Il fatto grave, in questi meccanismi di bu-rocrazia giudiziaria, è che coloro che hanno

la possibilità di farsi assistere dall’avvocatobravo e, quindi, costoso, ne esce senza “spor-carsi”, mentre il pover’uomo, che continua aprodurre alla vecchia maniera i prodotti, co-me il formaggio, rischia grosso, con pene se-verissime e in tempi non biblici. Perchè tuttoquesto? Nessuno è mai riuscito a spiegarlo,nemmeno gli addetti ai lavori. Fatto sta chela lungaggine dei processi è solo a favore dichi della violazione della legge fa un sistemadi maggiore profitto ed di arricchimento.

Detto questo, possiamo dar spazio più ditanto alla rassegnazione? Sicuramente no, edallora la politica, i governanti, l’apparato del-la giustizia, con in testa i magistrati, gli ammi-nistratori locali e regionali devono capire cheoccorre rimboccarsi le maniche e dare unasvolta, partendo proprio dalla riorganizzazio-ne del sistema giustizia.

Occorre partire dalla struttura edilizia,per poi dar vita ad un’organizzazione logisti-ca vera a partire dall’informatizzazione, allafotocopiatrice, al personale, etc. rendendotutto trasparente con un coinvolgimento del-la popolazione, in modo che ogni anello delsistema possa trovare la giusta soluzione.

Il fatto che uno come Tanzi, dopo averper anni fatto della Parmalat un businesspersonale, mettendo in ginocchio migliaia emigliaia di persone, salvo poi prendere attodel fatto, a babbo morto, che è un meccani-smo barbaro e violento verso una collettivitàcivile, é solo un esempio.

Non parliamo poi di questi signori che,invece di stare in galera, stanno ai servizi so-ciali e continuano a violare la legge, al puntoche il giudice li deve rimettere in galera oagli arresti domiciliari.

Al punto in cui siamo, occorre una svoltadavvero, se non si vuole imboccare un vicolocieco. Occorre mettere in moto, dal basso,l’economia e come si può fare, se non ren-dendo produttive le attività, le risorse del ter-ritorio? Non è possibile che ancora oggi cisiano Comuni che hanno i Pip bloccati dallepostoie burocratiche o attività produttiveagricole, aritigianali o turistiche il cui incre-mento è frenato dalla carenza di banalità,

quale può essere l’allargamento di un par-cheggio (in area demaniale, etc.), di docu-mentazione ed altro, che sembrano davverocose irreali. Eppure, per molte cittadine turi-stiche, ogni anno, è sempre la stessa liturgia.

Partendo dagli Enti locali, è possibile arri-vare rapidamente ad una fotografia dell’esi-stente, individuando concretamente le possi-bili risorse locali che possano creare redditoed occupazione. Ormai, occorre passare dal-le chiacchiere ai fatti, ma questo è possibilesolo se si incominciano a fissare regole chiaree precise ed organismi che, con tempestività,ne verificano l’applicazione.

Qualche tempo fa, avevamo evidenziatoal Ministro della Giustizia, on. AngelinoAlfano, che la vera “rivoluzione”, secondonoi, parte dalla giustizia e dalla certezza dellapena.

Quindi, il Ministro della Giustizia potreb-be essere colui che dà il via alla fotografiacon il coinvolgimento delle altre istituzioni.E’ possibile confrontarsi, senza alzare la voceed insultarsi?

L’Italia può tornare alla normalità, senzache i furbi e coloro che sono abituati a viola-re la legge vengono considerati i “migliori”?

L’on. Angelino Alfano,Ministro della Giustizia

Gen./Febbraio 2010Gen./Febbraio 2010 33

delle Autonomie localiL’editoriale

l’inforl’informatormatore e di Nicola Nigrodi Nicola Nigro Non può essere

che a frenare lo sviluppo

sia la giustizia?

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie locali

44 Gen./Febbraio 2010Gen./Febbraio 2010

La politica degli annunci rafforza la mala burocrazia!

Per la trasparenza dei redditi, dei patrimoni e degli interessieconomici dei parlamentari e cariche elettive regionali e locali

Pietro Ichino* In questi giorni il confronto tra le forze politichesul cambiamento delle regole per meglio far fun-zionare la macchina dello Stato, e rendere tra-sparente l’operato di chi è chiamato al governodel Paese, è molto serrato. In merito è interessante ciò che il prof. PietroIchino sostiene con i suoi scritti e i suoi interven-ti pubblici. Aprire un dibattito su di un argomen-to così importante è quantomai interessante: perquesto qui di seguito pubblichiamo il Disegno diLegge del Pd, di cui egli è primo firmatario, chesi propone “di superare le resistenze alla pubbli-cazione on line delle dichiarazioni dei redditi epatrimoni dei parlamentari e dei membri delgoverno”: il progetto è dal dicembre scorso all’e-same della Commissione Affari Costituzionalidel Senato.DISEGNO DI LEGGE n. 1290d’iniziativa dei senatoriIchino, Finocchiaro, Morando, Bonino, Zanda,Latorre, Adragna, Bianco, Treu, Adamo,Biondelli, Blazina, Ceccanti, Casson, Ghedini,Incostante, Negri, Nerozzi, Papania, Passoni,Perduca, Poretti, Roilo, Nicola Rossi, VimercatiComunicato alla Presidenza del Senato il 18dicembre 2008.Disposizioni per la trasparenza degli interessi per-sonali dei titolari di cariche di governo o elettive,o di cariche direttive in alcuni enti, e per la pub-blicità della loro situazione reddituale e patrimo-niale

ONOREVOLI SENATORI – Il Disegno di Leggeintende aggiornare, risistemandole, le disposizionicontenute nella legge 5 luglio 1982 n. 441, in mate-ria di trasparenza degli interessi dei titolari di cari-che elettive o direttive nella pubblica amministra-zione, e in particolare di pubblicità dei loro reddi-ti, patrimoni e interessi economici.L’aggiornamento si rende necessario soprattuttoin relazione: a) alle possibilità offerte dalle tecno-logie informatiche e telematiche per la più facilecircolazione delle informazioni; b) alla nuovastruttura del nostro ordinamento risultante dalleriforme dell’ultimo quarto di secolo. Consideratal’entità delle innovazioni apportate, è parso appro-priato adottare la tecnica normativa della sostitu-zione integrale del vecchio testo normativo, cheviene pertanto abrogato (articolo 16).Disciplina generale - L’ormai antica disciplinagenerale, mutuata dalle previsioni della legge n.441/1982 per il Parlamento nazionale, resta pres-soché invariata, salvo che per due importanti inno-vazioni. La prima riguarda i ministri non parla-mentari, i quali vengono sottratti a quella discipli-na e vengono assoggettati alla normativa specialeattualmente posta dalla legge 20 luglio 2004 n. 215per i componenti del Governo nazionale. Laseconda innovazione, ispirata alle migliori espe-rienze di cui disponiamo nel panorama internazio-nale (v. in proposito l’ultima parte di questa rela-zione), consiste nell’affidamento dei compiti diattuazione delle disposizioni per la trasparenza –in particolare la raccolta delle dichiarazioni, lagestione dei dati e i provvedimenti connessi, diproposta o di diffida - non più agli uffici diPresidenza delle due Camere, bensì, rispettiva-mente, alla Giunta delle elezioni della Camera deideputati e alla Giunta delle elezioni e delle immu-nità parlamentari del Senato della Repubblica, lequali sono chiamate a svolgere la funzione che inaltri ordinamenti sono affidati ad appositi comita-ti etici delle assemblee rappresentative interessate.La raccolta e gestione dei dati si avvarrà delle tec-nologie offerte dalla rivoluzione digitale degli ulti-mi anni, con il conseguente abbandono dellamemorizzazione su carta e la pubblicazione deidati mediante Internet; questa, peraltro,avverrà secondo modalità che consentano l’in-dividuazione di chi accede ai dati medesimi(cosiddetta “tracciabilità” dell’indagine).La scelta di rendere disponibili per il grandepubblico i dati contenuti nelle dichiarazionireddituali e patrimoniali dei politici nella forma

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più immediata e universale, costituita dalladisponibilità on line, è considerata eccessiva dacoloro che vedono in essa una violazione deldiritto alla privacy, che deve pur sempre ricono-scersi anche a parlamentari e uomini di gover-no; ma, a nostro avviso, a questa obiezione puòe deve replicarsi – ancora una volta sulla scortadelle migliori esperienze cui può attingersi nelpanorama internazionale (v. in particolare quel-la del Regno Unito e quella della GermaniaFederale) – che chi sceglie di svolgere per ilproprio Paese una funzione di rappresentanzapolitica, o di governo, così come pacificamenteaccetta un sacrificio del proprio diritto all’im-magine, deve accettare anche un sacrificio par-ziale del proprio diritto alla non conoscibilitàdella vita privata: deve accettare, in particolare,che possano essere “passati ai raggi X” l’anda-mento dei suoi redditi, le sue proprietà mobilia-ri e immobiliari e le relative variazioni, le suepartecipazioni in imprese di qualsiasi genere.In altre e più sintetiche parole, il diritto alla pri-vacy dei politici e delle persone di governo èrecessivo rispetto al diritto dei cittadini allaconoscenza di questa parte della loro vita priva-ta. Non di meno, una tutela contro iniziative emu-latorie o persecutorie consiglia di adottaremodalità di consultazione che consentano dirisalire – mediante l’attribuzione a chi intendeaccedere ai dati in questione di un codice per-sonale, previa compilazione di un modulo auto-certificatorio a norma degli articoli 46 e 47 deldecreto del Presidente della Repubblica n.445/2000 – all’identità di chi svolge l’indagine.Tale previsione si conforma alle indicazioni for-nite in materia di pubblicazione dei redditi deicontribuenti dal Garante per la protezione deidati personali con i provvedimenti 30 aprile e 6maggio 2008 (documento reperibile in rete conil n. 1512255) aventi per oggetto la “pubblica-zione Internet degli elenchi dei contribuenti da

parte dell’Agenzia delle entrate”.Disciplina speciale - La normativa specialeriguarda, in primo luogo, i componenti delGoverno nazionale. I contenuti della dichiara-zione attualmente prevista dalla legge 20 luglio2004 n. 215 vengono adeguati a quelli che con-fluiscono nell’anagrafe dei parlamentari, man-tenendosi però intatte le competenze e i poteridelle autorità indipendenti previste dalla leggein materia di conflitto di interessi.Un altro gruppo di persone soggette alla disci-plina della pubblicità dei dati patrimoniali,all’interno dell’ente territoriale Stato, è costi-tuito dai componenti di alcuni organi nominatidalle amministrazioni statali: il ruolo di ricetto-re delle dichiarazioni è, in questi casi, affidato alDipartimento della funzione pubblica, mentrela pubblicità è assicurata attraverso i sitiInternet delle amministrazioni interessate.Quanto alle cariche rivestite dagli appartenentia organi elettivi regionali e locali, l’articolo 12ribadisce la competenza legislativa regionale,ma nel contempo introduce una soglia minimadi trasparenza: non si può rendere pubblicomeno di quanto è accessibile presso i Comuni inriferimento ai cittadini non titolari di carichepubbliche. Lo stesso articolo 12 introduceanche una clausola di cedevolezza: fino a quan-do le Regioni non avranno disciplinato la mate-ria, vige la disciplina generale dettata dallalegge dello Stato, sia pur con gli adattamentiimposti dalla particolarità delle fattispecie. Ilmedesimo tipo di previsione è poi introdottadall’articolo 13 per le cariche amministrative -nonché quelle assessorili - negli enti territorialidiversi dallo Stato.L’articolo 14 ribadisce che la copertura finan-ziaria grava sugli stanziamenti di bilancio degliorgani elettivi assembleari, con questo confer-mandosi che l’esigenza di trasparenza si sottraeall’apprezzamento degli organi dell’esecutivoPer completezza dei riferimenti comparatistici,

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riportiamo qui di segui-to le schede relative alladisciplina della traspa-renza e visibilità deiredditi e patrimoni deimembri del Parlamentocomunitario e deiParlamenti dei quattromaggiori nostri Parnerseuropei.Parlamento europeoL’articolo 9, par. 1, delRegolamento delParlamento europeoprevede la possibilitàper il Parlamento stessodi stabilire norme ditrasparenza relative agliinteressi finanziari deipropri membri. Taledisposizione è stataattuata con l’Allegato Ial Regolamento, nel quale è previsto che il depu-tato dichiari in un registro tenuto dai Questori leattività professionali da lui svolte e qualsiasi altrafunzione o attività retribuita, nonché i sostegnitanto finanziari, quanto in personale e in mate-riale, che si aggiungono ai mezzi forniti dalParlamento e che sono conferiti al deputato nel-l’ambito delle sue attività politiche da parte diterzi, con indicazione dell’identità di questi ulti-mi. Il registro è pubblico; come chiarito in viainterpretativa, esso può essere reso accessibile alpubblico per via elettronica. La dichiarazionedegli interessi finanziari di ciascun parlamentareè oggi di fatto disponibile nel sito internet delParlamento.Regno UnitoIl “Register of Members’ Interests” è stato isti-tuito in base ad una Resolution of the House del22 maggio 1974 ed è disciplinato dal Code ofConduct e dalla Guide to the Rules relating tothe Conduct of Members; esso viene pubblicatosubito dopo l’insediamento di un nuovoParlamento e successivamente a cadenza annua-le, con aggiornamenti costanti.I membri del Parlamento sono tenuti ad indicarele cariche direttive ricoperte in società pubblichee private, ogni attività remunerata, l’identità deiclienti di servizi la cui prestazione dipende otrova origine nello status di membro delParlamento, ogni finanziamento o beneficioanche anteriore all’elezione; doni e ospitalitàricevuti; beni immobili diversi dalla residenzapersonale; partecipazioni societarie.Il Register è accessibile al pubblico in via elet-

tronica dal sito internetdel Parlamento.SpagnaL’ordinamento spagno-lo, in virtù delle disposi-zioni introdotte dallaLey orgánica del régi-men electoral general,19 giugno 1985, n. 5,prevede per i parlamen-tari un sistema di dichia-razioni sulle attività esui beni da iscrivere nel“Registro de Intereses”tenuto presso ciascunadelle due Camere parla-mentari.Il contenuto delRegistro è pubblico, adeccezione della parterelativa ai beni patrimo-niali.

FranciaEntro due mesi dall’assunzione delle funzioni, iParlamentari sono tenuti a depositare presso laCommission pour la transparence financière dela vie politique una dichiarazione della propriasituazione patrimoniale. Durante l’esercizio delmandato dovranno essere comunicate allaCommissione tutte le modifiche sostanziali delpatrimonio.Non è prevista alcuna pubblicità per questo tipodi informazioni, la cui divulgazione è sanzionatapenalmente. La Commissione pubblica dellerelazioni periodiche prive di riferimenti indivi-duali.GermaniaNell’ottobre 2005 è stato introdotto un obbligodi informazione relativo alle attività e ai redditidei parlamentari. La disposizione è stata oggettodi ricorso alla Corte Costituzionale per violazio-ne del diritto alla protezione dei dati personali edella tutela negoziale e dei clienti, nonché sullabase del pregiudizio all’attività economica svolta,ma tali obiezioni sono state ritenute infondate. Da luglio 2007 le informazioni relative ai redditi,agli incarichi e alle attività economiche e finan-ziarie dei Parlamentari sono disponibili sul sitointernet del Parlamento.

*Senatore della RepubblicaDocente universitario di Diritto del Lavoro,

Avvocato, Giornalista pubblicista

Si può trovare il Disegno di Legge com-pleto sul sito web, alla paginahttp://www.pietroichino.it/?p=893.

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Il mondo degli Enti Locali, e deiComuni in particolare, è attraversatoda profonde trasformazioni politiche,culturali, legislative e di mercato.Importanti riforme varate da questoGoverno sono oggi in uno stato avan-zato di attuazione: nuova legge dicontabilità e Patto di stabilità, Cartadelle autonomie, federalismo fiscale edemaniale, riassetto dei ServiziPubblici Locali, Class action si candi-dano a rappresentare il corpus nor-mativo a maggior impatto sulle dina-miche politiche e amministrative deiComuni, nel medio periodo, rappresen-tando il punto di partenza per riscrivere ilpatto con il territorio. Sono tuttavia indi-viduabili alcune aree di intervento in cui idiversi provvedimenti sprigioneranno iloro effetti già nel breve. La liberalizzazione dei servizi di traspor-to locale, ad esempio, è un processo com-plesso che esaurirà il rodaggio nel corsodel 2010. La riforma dei servizi pubblicilocali fornisce, infatti, il quadro normati-vo per rispondere tempestivamente allatroppo spesso inascoltata domanda diefficienza nella gestione che arriva daicittadini. La normativa, ispirata ai princi-pi comunitari di concorrenza e trasparen-za, recepisce il criterio di separazione tra

la proprietà delle reti, in mano pubblica,e la gestione dei servizi, già utilizzato consuccesso nel settore dell’energia. Garaper l’affidamento ai privati, o creazionedi società miste, e gestione “in house”rappresenteranno presto regola ed ecce-zione per le “public utility”. Sarà interes-sante seguire il ruolo che giocheranno alivello locale le Fondazioni. Va comun-que detto che il “Sindaco-Imprenditore”non si è distinto nel tempo per capacitàmanageriale e oggi il mercato non lasciapiù spazio a gestioni economicamentenon sostenibili.Le politiche per la mobilità locale sugomma sono tra quelle che, con tutta pro-babilità, potranno avvantaggiarsi mag-giormente di questo nuovo scenario,stante lo stato di congestione dei grandicentri urbani. Il trend europeo, negli ulti-mi 20 anni, è infatti quello della continuacrescita del parco veicoli circolante e,nella classifica UE, l’Italia è il Paese conil più alto rapporto fra abitanti e automo-bili: 597 su 1000. Tale situazione è corre-lata agli stili di vita e al deficit di standardinternazionali che affligge a tutt’oggi ilTPL. Le multe per lo sforamento delle quote diCO2 assegnate all’Italia, insieme ai nuovirigorosi limiti anti-emissione addossati aicostruttori europei dal 2102, fornisconopoi interessanti elementi di riflessioneper i decisori locali. Oggi il ricorso ai vei-coli elettrici mostra interessanti marginidi crescita in termini di risparmio ener-getico e di sostenibilità ambientale.

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I Comuni sono il punto di partenza per riscrivere ilPatto con il Territorio, ciò parte da servizi più efficienti

di Mario Valducci*

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Ciò vale sia per i Comuni che per i privati (nel2009 sono stati immatricolati solo 6.300 veicolielettrici, lo 0,03% del totale). Il 60% dei percorsi casa-lavoro in Europa sonoinfatti inferiori a 30 km e gli ultimi sondaggi dico-no che il 70% di questa platea è pronto all’acqui-sto di un’auto non inquinante. Per quanto riguar-da gli autoveicoli elettrici privati il differenziale dicosto, rispetto a quelli convenzionali, è tuttaviaancora alto, circa il 30% pari a 6-7.000 Euro, ed èin larga parte rappresentato dalle batterie dinuova tecnologia. Molto del successo di questaforma di mobilità dipenderà quindi dalle formulecommerciali che i costruttori sapranno adottare(dal noleggio di lungo periodo fino al leasing dellebatterie). Sono tuttavia le flotte di mezzi pubblici su gommache possono avvantaggiarsi più intensamentedelle nuove tecnologie, dando un contributo misu-rabile al miglioramento della qualità di vita dellenostre città. In questo caso, è auspicabile che leAmministrazioni Locali rinforzino l’expertise inmateria di accesso ai Fondi Regionali Europei ealle diverse fonti di finanziamento Bei.Il tema della circolazione coinvolgerà i Comunimolto probabilmente anche da un altro nevralgicopunto di vista: quella della sicurezza stradale. Ilnumero dei morti sulle strade italiane infatti parlachiaro: quasi 5.000 nel 2009, con un costo stimatotra i 32 e i 40 miliardi di Euro. E’ come se, ognianno, un piccolo paese sparisse dalla carta geo-grafica italiana. Per questo motivo, la sicurezza stradale è stata lapriorità assoluta della Commissione Trasportidella Camera che, in sede legislativa, ha approva-to un provvedimento attualmente vicino alla con-clusione del suo iter al Senato. Punto cardine sonoi maggiori controlli sulle strade, attraverso i fondicreati con i proventi delle multe. Già oggi unaquota delle multe dovrebbe andare in progetti disicurezza stradale, ma in realtà ciò avviene solonel 30% dei casi. Con questo provvedimento, èstata invece data una destinazione certa ai pro-

venti delle multe, prevedendo per i Comuni ina-dempienti il taglio dei trasferimenti statali. I pro-venti delle multe andranno tutti quindi in sicurez-za stradale, con priorità ai controlli, alla segnale-tica, alla manutenzione e alla formazione scolasti-ca. Solo a fronte di controlli effettivi, l’Ente potràesigere l’importo, altrimenti l’Ente proprietario oconcessionario della strada potrà solo rientraredelle spese di esazione nei confronti degli auto-mobilisti che, comunque, non possono essere trat-tati come un bancomat anche per le multe elevatedagli autovelox che dovranno essere debitamentesegnalati, collocati e soprattutto di proprietà deiComuni. Ci auguriamo tutti di potere tornare sultema, commentando il testo definitivo di legge giàdal prossimo numero.

*Presidente IX Commissione Trasporti, Poste eTelecomunicazioni della Camera dei Deputati

Responsabile Vicario per gli Enti Locali del Pdl

88 Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

Assemblea Amministratori PdL, Congresso Anci di Torino

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Valorizzazione dei territori, rapporti diregioni, province, comuni, autonomiefunzionali con l’amministrazione centra-le dello Stato, importanza degli Entilocali come agenti e protagonisti di unaparte consistente delle politiche nazio-nali e internazionali. Sono solo alcunidegli aspetti che, nell’ultimo decennio,hanno assunto una centralità sempre piùrilevante nella governance del sistemaItalia, aprendo un capitolo in larga parteinedito nella storia recente delle ammi-nistrazioni pubbliche. Lo spartiacque - è noto - è in genere col-locato nel 2001 e nella riforma contro-versa (e in qualche modo ancora incom-piuta nella sua applicazione definitiva)del Titolo V della Costituzione italiana.La questione, tuttavia, non può esaurirsiunicamente nella vicenda della revisionecostituzionale. Numerose, e assai sfac-cettate, sono infatti le implicazioni che iltema della sussidiarietà verticale - quellache investe i rapporti tra i diversi livelliistituzionali del nostro Paese - reca con

sé. Basti pensare agli effetti della globa-lizzazione sul governo dei processianche territoriali, alle accelerazionisubite negli anni Novanta dalle pratichedi governance multilivello dell’Unioneeuropea, alle istanze sempre più pres-santi che, ovunque nel mondo (e nonsolo nei Paesi avanzati), caratterizzano ildibattito sulla cosiddetta “democraziapartecipativa”. Oggi, nel clima di profonda crisi che lasocietà e l’economia italiane attraversa-no, è ancor più fondamentale che loStato, nel suo complesso, individui occa-sioni e luoghi nei quali analizzare criti-cità e potenzialità dei territori, stabiliscacon maggiore chiarezza il ruolo di cia-scun attore dello sviluppo, definisca conprecisione “chi fa che cosa” per rispon-dere ai bisogni e alle aspettative dei cit-tadini che, in stato di diffusa difficoltà, siaspettano risposte immediate ed efficacialle proprie necessità. È in gioco, in questo senso, il significatostesso del principio della sussidiarietà edi un ritorno al suo significato originarioe più qualificante, cristiano e laico. Per ilnostro Paese, parcellizzato nei “centocampanili” di una storia millenariaall’insegna della frammentazione, lasfida è politica e istituzionale al tempostesso. Affrontarla con successo significacontribuire, in parte, alla fine dell’ “eter-na transizione” italiana e, al contempo,costruire un equilibrio più virtuoso tracentro e periferia, con tutto ciò che que-sto comporterebbe, in termini di coesio-ne sociale e ricostituzione di un clima difiducia dei cittadini nei confronti delleistituzioni repubblicane.

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di Enrico Letta*

Nella governance del sistema Italia il mondo delle Autonomieriveste un ruolo importante soprattutto nello sviluppo locale

Per il nostro Paese, parcellizzato nei “cento campanili” di una storia millenariaall’insegna della frammentazione, la sfida è politica e istituzionale al tempo stesso

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Una scommessa che oggi abbiamo, dun-que, la possibilità di far partire da un con-fronto sulla crisi e sulle risposte da dareper uscire dal tunnel. Dobbiamo impostarla sulla base dellaconcretezza delle risposte individuate edella razionalità delle politiche messe apunto. Vale per il dibattito sul processo attuativodel federalismo fiscale. E vale per tanti altri dossier all’ordine delgiorno dell’agenda politica nazionale,come le ventilate deroghe al Patto diStabilità interno, il ruolo degli Enti localinel presidio di un territorio sempre piùesposto ai rischi del dissesto idro-geologi-co, le potenzialità, ancora in larga partenon utilizzate, del cosiddetto welfare ter-ritoriale. Su queste questioni occorre scommettereuna collaborazione trasparente tra gover-no centrale, Regioni ed Enti locali.L’imperativo è uscire dalla retorica spessoastratta del decentramento e imparare aragionare in termini di catena della sussi-diarietà. Ciò significa, certo,favorire decisioniattuate e implementatead un livello il più pos-sibile vicino ai cittadini.Ma vuol dire soprattut-to cambiare habitusmentale e far sì cheamministratori, de-cisori, dirigenti di parti-to acquisiscano la con-sapevolezza che, oggicome non mai, la buonapolitica e la buona

amministrazione passa-no in primo luogoattraverso la capacitàdi “mettere l’orecchioa terra” ed ascoltarecon attenzione ciò che iterritori esprimono,cosa chiedono i cittadi-ni, quale genere diinterventi occorronoper superare i proble-mi. Questa capacità non èné semplice, né diffusa.

Richiede la volontà dimettersi in discussione, implica la neces-sità di accettare un confronto, anche duro,per comprendere se e dove si sbaglia, pre-suppone spazi di discussione e dialogoinconsueti per un sistema spesso autorefe-renziale come quello italiano. È però una capacità indispensabile.Perché un territorio è figlio e fautore, allostesso tempo, di una propria identità, cul-tura, etica. In questo quadro, bene si col-loca, evidentemente, il concettodell’Autonomia locale, l’idea che unarisposta precisa non debba venire dall’al-to, da fuori, ma dalla comunità stessa.Ecco perché il ruolo di uno Stato presen-te, ma non invadente diventa valoreaggiunto, che rispetta la peculiarità di unterritorio e mette al centro la persona, ilcittadino e la sua capacità di rispondereda sé e con gli altri ai propri bisogni.Bisogni ai quali la politica ha la responsa-bilità, altissima, di reagire con efficacia erigore.

*Vice Segretario nazionale PdDeputato al Parlamento

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Incidenza e riflessi della certificazione energeticasull’impianto normativo nazionale.Il Decreto Legislativo del 19 agosto 2005, n. 192, attuativo delladirettiva comunitaria 2002/91/CE del 16 dicembre 2002, relativa alrendimento energetico nell’edilizia (in G.U. n. 222 del 23 settembre2005 – Suppl. ord. n. 158), ha subìto delle importanti modifiche edintegrazioni legislative che si sono susseguite nel corso del tempo.Tale produzione legislativa è intervenuta in modo sempre più pre-gnante, incidendo in maniera sostanziale sull’originario impiantonormativo, così come emerso in fase di prima applicazione. L’evoluzione normativa, che si è sviluppata intorno alla certifica-zione energetica, fa comprendere il ruolo sempre più di rilievo cheha assunto l’attestato di certificazione energetica, poiché è divenu-to pian piano il presupposto per poter accedere ad incentivi ed age-volazioni fiscali e per poter ottenere il rilascio di determinati titoliabilitativi urbanistici come il permesso di costruire, la dichiarazionedi fine lavori e del certificato di agibilità.In particolare:- in tema di incentivi ed agevolazioni: l’art. 2 D.Lgs. 29 dicembre2006, n. 311 ha apportato delle modifiche all’art. 6 del DecretoLegistativo 19 agosto 2005 n. 192, e precisamente ha introdotto ilcomma 1 ter, il quale stabilisce che “A decorrere dal 1° gennaio2007, l'attestato di certificazione energetica dell'edificio o dell'unitàimmobiliare interessata, è necessario per accedere agli incentivi edalle agevolazioni di qualsiasi natura, sia come sgravi fiscali o contri-buti a carico di fondi pubblici o della generalità degli utenti, finaliz-zati al miglioramento delle prestazioni energetiche dell'unitàimmobiliare dell'edificio o degli impianti”;- in tema di contrattazione pubblica: il citato art. 2 D.Lgs. n.311/2006, ha apportato delle modifiche al detto art. 6 del D.Lgs.192/2005, e precisamente ha introdotto il comma 1 quater, il qualestabilisce che “A decorrere dal 1° luglio 2007, tutti i contratti, nuovio rinnovati, relativi alla gestione degli impianti termici o di clima-tizzazione degli edifici pubblici, o nei quali figura comunque comecommittente un soggetto pubblico, debbono prevedere la predi-sposizione dell'attestato di certifica-zione energetica dell'edificio o del-l'unità immobiliare interessatientro i primi sei mesi di vigenzacontrattuale, con predisposizioneed esposizione al pubblico dellatarga energetica”;- in tema di efficacia della dichiara-zione di fine lavori: l’art. 3 D.Lgs.n. 311/2006 ha apportato dellemodifiche all’art. 8 del DecretoLegistativo 19 agosto 2005 n. 192 (eprecisamente ha sostituito ilcomma 2) il quale stabilisce che“La conformità delle opere realiz-zate rispetto al progetto e alle sueeventuali varianti ed alla relazionetecnica di cui al comma 1, nonchél'attestato di qualificazione energe-tica dell'edificio come realizzato,

devono essere asseverati dal direttoredei lavori e presentati al Comune dicompetenza contestualmente alladichiarazione di fine lavori senza alcunonere aggiuntivo per il committente.La dichiarazione di fine lavori è ineffi-cace a qualsiasi titolo se la stessa non e'accompagnata da tale documentazioneasseverata”;- in tema di interventi pubblici: l’art.26, comma 2, del D.L. 1 ottobre 2007,n. 159 (in G.U. n. 229 del 2 ottobre2007), in vigore dal 3 ottobre 2007,convertito con modificazioni dallaLegge 29 novembre 2007, n. 222 (inG.U. n. 279 del 30 novembre 2007) sta-bilisce che “A decorrere dalla data dientrata in vigore del presente Decreto,al fine del raggiungimento degli obiet-tivi previsti dal Protocollo di Kyoto, inuovi interventi pubblici devono esse-re accompagnati da una certificazioneattestante il contributo ai fini degliobblighi di riduzione delle emissioni di gas serra nonché da una cer-tificazione energetica che attesti la realizzazione degli interventisecondo standard di efficienza energetica conformi alle migliori tec-niche disponibili e l’utilizzo di una quota obbligatoria di calore edelettricità prodotti da fonti rinnovabili”;- in tema di rilascio del permesso di costruire: l’art. 1, comma 288,della Legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria per l’anno2008) (in Suppl. ord. n. 285 alla G.U. n. 300 del 28 dicembre 2007),stabilisce che: “a decorrere dall’anno 2009, in attesa dell’emanazio-ne dei provvedimenti attuativi di cui all’articolo 4, comma 1, delDecreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 192, il rilascio del permesso dicostruire è subordinato alla certificazione energetica dell’edificio,così come previsto dall’articolo 6 del citato D.Lgs. n. 192/2005, non-

ché delle caratteristiche strutturali dell’im-mobile finalizzate al risparmio idrico e alreimpiego delle acque meteoriche”. Perquanto quest’ultima previsione faccia rife-rimento al certificato energetico di cuiall’art. 6 del Decreto e quindi quello rea-lizzato in base all’ All. A n. 2 al terminedella costruzione, è da ritenere che si trattiinvece del certificato c.d. “prognostico”,redatto sulla base del semplice progettopresentato e che quindi, debba distinguer-si dal certificato energetico richiesto, qualecondizione al rilascio del certificato di agi-bilità o per la dichiarazione di fine lavori.Inoltre l’art. 1 comma 289, della citatalegge 24 dicembre 2007, n. 244, stabilisceche: “a decorrere dal 1º gennaio 2009, aifini del rilascio del permesso di costruire,deve essere prevista, per gli edifici dinuova costruzione, l’installazione di

1111Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

L’evoluzione normativa sull’utilizzo dell’energia alternativa anche nell’ediliziadi Nicola Assini* ed Antonella Lanza **

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impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, inmodo tale da garantire una produzione energetica non inferiore a 1kW per ciascuna unità abitativa, compatibilmente con la realizzabi-lità tecnica dell’intervento. Per i fabbricati industriali, di estensionesuperficiale non inferiore a 100 metri quadrati, la produzione ener-getica minima e` di 5 kW”. Pertanto, a decorrere dall'anno 2009, ilrilascio del permesso di costruire deve essere subordinato, per gli edi-fici di nuova costruzione, all'installazione di impianti per la produ-zione di energia da fonti rinnovabili, in modo da garantire determi-nati parametri energetici.- in tema di rilascio del certificato di agibilità: l’art. 2, comma 282,della ripetuta Legge 244/2007 stabilisce che: “per le nuove costruzio-ni che rientrano fra gli edifici di cui al Decreto Legislativo 19 agosto2005, n. 192, e successive modificazioni, il rilascio del certificato diagibilità al permesso di costruire è subordinato alla presentazionedella certificazione energetica dell’edificio”;- in tema di aliquota ICI agevolata: l’art. 1, comma 6, della più volteripetuta Legge 244/2007, prevede che i Comuni possano fissare, adecorrere dal 2009 e previa emanazione di regolamento attuativo,un'aliquota ICI agevolata, inferiore al 4 per mille, per i soggetti pas-sivi che installino impianti a fonte rinnovabile per la produzione dienergia elettrica o termica. Sembra che detta agevolazione sia subor-dinata alla predisposizione di attestato di certificazione energetica.Trasferimento immobiliare e certificazione energetica: la tutela delleparti contraenti.Alla luce delle considerazioni sopra esposte e dell’evoluzione nor-mativa che si è rapidamente sviluppata negli ultimi tempi in materiadi certificazione energetica negli edifici, un ruolo importate assumela figura e la funzione del Notaio, il quale, incaricato di stipulare unatto di compravendita immobiliare, deve informare correttamente leparti circa i caratteri e le implicazioni derivanti dalla normativa det-tata in tema di rendimento energetico. Ed in particolare dell’esistenza dell’obbligo di dotare l’immobile delcertificato energetico e dell’obbligo, a carico del venditore, di conse-gnarlo all’acquirente.Si rileva come gli obblighi in tema di rendimento energetico possanocreare occasioni di controversie tra compratore e venditore in meri-to alla corretta esecuzione del contratto, per cui la presenza di unaprecisa regolamentazione dei rispettivi interessi, realizzata dalla cor-retta informazione e dall’adeguamento della volontà delle parti allalegge compiuta dal Notaio, consente di evitare l’insorgere di liti tra icontarenti, in ossequio alla funzione antiprocessualista del Notaio.Stante l’abrogazione dell’obbligo di allegazione dell’attestato di cer-tificazione energetica all’atto pubblico, pena la nullità del medesimo,nessuna disposizione normativa vieta al Notaio di ricevere o autenti-care un atto in assenza di attestato energetico, in tal caso il suo ruolosarà essenzialmente informativo per le parti.In particolare, in un primo momento, il Notaio renderà edotti i con-traenti circa gli interessi pubblici sottesi alla dotazione energeticanegli edifici, identificabili sia nel bisogno di limitare le emissioni digas ad effetto serra e sia nell’esigenza di attuare delle regole che miri-no ad un uso razionale dell’energia e delle fonti rinnovabili.Dopodiché il Notaio informerà le parti circa il contenuto e la dero-gabilità degli obblighi di dotazione e di consegna dell’attestato di cer-tificazione energetica, nonché dei riflessi che ha la certificazione

medesima in relazione al rilascio di altri documenti relativiall’immobile oggetto di trasferimento.In particolare, il Notaio dovrà prospettare ai contraenti sia lapossibilità di trasferire l’onere della dotazione della certifica-zione energetica dal venditore al compratore, che della possi-bilità di posticipare la consegna dell’attestato di certificazioneenergetica rispetto alla data del trasferimento immobiliare,spiegando agli stessi le ragioni di tale possibilità e le conse-guenze che ne derivano.

Con riferimento all’obbligo di dotazione, il Notaio prospetteràalle parti che l’obbligo di dotare l’edificio dell’attestato di certifica-zione energetica è richiesto espressamente dalla legge e pertantodeve essere adempiuto dalle parti. Inoltre informerà le parti medesi-me che nel caso in cui il trasferimento abbia ad oggetto edifici nuovio ristrutturati, che siano privi dell’attestato di certificazione energeti-ca, non sarà possibile ottenere sia l’agibilità (e ciò vale per quegli edi-fici costruiti o ristrutturati in forza di permesso di costruire o DIA,rispettivamente richiesto o presentata in un periodo compreso tra l’8ottobre 2005 ed il 31 dicembre 2008) sia la dichiarazione di fine lavo-ri, e di ciò, le parti potrebbero tenerne conto ai fini della determina-zione del prezzo di vendita. Nonostante la norma ponga tale obbligo in capo al venditore o alcostruttore, si ritiene che le parti possono anche convenire che taleobbligo di dotazione venga accollato dalla parte acquirente, la qualesi potrà impegnare a curarla a proprie cure e spese, non essendocialcun divieto normativo a riguardo. Tale questione si pone essenzialmente nell’ipotesi in cui l’edificio datrasferire non sia dotato della certificazione energetica, in tal casoNotaio inviterà le parti a pattuire su chi gravi tale obbligo. In particolare, se si tratta di “vecchio” edificio (e cioè di edificio peril quale la richiesta di permesso di costruire, o la denuncia di inizioattività (D.I.A.), sia stata rispettivamente richiesto o presentata indata antecedente all’8 ottobre 2005), il Notaio evidenzierà alle partiche se non stabiliscono nulla in merito, l’obbligo di dotazione graveràper legge sul venditore ai sensi dell’art. 6 comma 1 bis del D.Lgs.192/2005, e questo anche dopo il trasferimento immobiliare, se non èstato adempiuto prima. Inoltre, se il venditore non vi provvederà,sarà tenuto al risarcimento del danno per inadempimento contrat-tuale ai sensi dell’art. 1218 c.c. Ciò detto è altamente opportuno, perevitare contestazioni future, prevedere contrattualmente su chi gravidetto obbligo, altrimenti troverà applicazione la disciplina legale.Le considerazioni sopra esposte valgono anche nell’ipotesi in cui iltrasferimento immobiliare abbia ad oggetto un edificio “nuovo” (ecioè di edificio che sia stato costruito o che abbia subito gli interven-ti di ristrutturazione c.d. importante, ai sensi dell’art 3 comma 2 lett.a) del D.Lgs 192/2005, realizzati in forza di permesso di costruireovvero DIA, rispettivamente richiesto e presentata in data successi-va all’8 ottobre 2005), con l’unica variante che il Notaio ricorderàalle parti che sussiste una sanzione pecuniaria amministrativa a cari-co del costruttore non inferiore ad euro 5.000 e non superiore adeuro 30.000 (art. 15 comma 7 del D.Lgs. 192/2005).Mentre, nell’ipotesi in cui l’edificio (“vecchio” o “nuovo”) da trasfe-rire sia dotato della certificazione energetica, i problemi sopra evi-denziati ovviamente non si pongono, in tale ipotesi il venditore saràtenuto solo a consegnare la documentazione energetica al compra-tore. Ciò detto, occorre rilevare che in concreto l’obbligo di dotare l’edifi-cio dell’attestato di certificazione energetica esiste per legge, ma ilproprietario è tenuto a procurarselo effettivamente solo se decide divendere l’immobile, per le motivazioni sopra esposte, in quanto illegislatore, prima del trasferimento, non ha previsto nessun obbligogiuridicamente sanzionato. Con riferimento all’obbligo di consegna dell’attestato di certificazio-ne energetica, il Notaio informerà le parti che il Legislatore non haposto in concreto nessuna prescrizione obbligatoria da adempiere in

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tal senso, in sede di trasferimento immobiliare. Tale obbligo di consegna si ritiene comunque sussistente in capo alvenditore, ai sensi dell’art. 1477 comma 3 c.c. Infatti, la detta normastabilisce che il venditore è tenuto a consegnare all’acquirente i tito-li e dei documenti relativi alla proprietà e all’uso della cosa venduta,e tra questi rientra sicuramente l’attestazione energetica.Tuttavia, tale obbligo di consegna è derogabile dalle parti medianteuna pattuizione espressa. Il Notaio, per evitare il sorgere di una responsabilità per inadempi-mento contrattuale a carico del venditore (ai sensi dell’art. 1218 c.c.),o quanto mento l’insorgere di contestazioni future in relazione alcitato obbligo di consegna, inviterà le parti a regolare tra di loro ilrapporto. Nella realtà, può accedere che il venditore abbia già consegnato lacertificazione energetica alla parte acquirente, oppure la consegni insede di stipulazione del rogito notarile, o si impegni a procurarla allaparte acquirente in un momento successivo alla detta stipula.Tuttavia, può anche accadere che il venditore non voglia adempiereall’obbligo di consegna, in tal caso il Notaio potrà sicuramente rice-vere o autenticare l’atto di trasferimento, limitandosi ad informare ilvenditore del rischio di dover risarcire il danno alla parte acquirenteper inadempimento contrattuale ai sensi dell’art. 1218 c.c. Non occorre e non è obbligatorio che tali pattuizioni siano riportatenell’atto notarile, ma è altamente opportuno, per le considerazionisopra esposte, che esse emergano dal contesto documentale.Immobili e unità immobiliari non sottoposti alla disciplinaenergetica.Gli immobili che non sono sottoposti alla disciplina della certi-ficazione energetica, e quindi agli obblighi di dotazione e diconsegna dell’attestato, possono essere individuati sia attraver-so un’esclusione espressa operata dal Legislatore nel D.Lgs.192/2005 che da un’interpretazione complessiva del quadronormativo in cui si colloca il presente Decreto, anche alla lucedella normativa comunitaria che si è sviluppata nel settore.Oggi l’individuazione degli immobili per i quali non sussistel’obbligo di dotazione dell’attestato di certificazione energeticaè divenuta molto importante, infatti, essendo oggi divenutoobbligatorio dotare tutti gli edifici di tale attestazione, solo attraver-so un’operazione di esclusione si riesce ad individuare quali siano gliimmobili per i quali tale obbligo sussiste. In particolare, la regolasarebbe che tutti gli immobili devono essere forniti di tale attestazio-ne energetica, salvo i casi esclusi.Ciò detto, gli immobili per i quali non sussiste l’obbligo di dotazione(e di consegna nel caso di trasferimento a titolo oneroso o di loca-zione), sono:a) Beni immobili culturali e paesaggistici. Ai sensi dell'art. 3, comma3, del D. Lgs. n. 192/2005, sono esclusi, a determinate condizioni, gliimmobili ricadenti sia nell'ambito della disciplina della parte secon-da del D. Lgs. Del 22 gennaio 244, n. 42 (e cioè quei beni definiticome “Beni Immobili Culturali”), che quei beni individuati nelle let-tere b) e c) dell'articolo 136, comma 1, del detto Decreto 42/2004 (ecioè gli “immobili culturali e di valore paesaggistico” ed in particola-re: “le ville, i giardini e i parchi, non tutelati dalle disposizioni sui beniculturali, che si distinguono per la loro non comune bellezza ed icomplessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspet-to avente valore estetico e tradizionale, ivi comprese le zone di inte-resse archeologico”). L'esclusione dei suddetti immobili culturali e divalore paesaggistico opera, più precisamente, nei soli casi in cui “ilrispetto delle prescrizioni implicherebbe una alterazione inaccettabi-le del loro carattere o aspetto con particolare riferimento ai caratte-ri storici o artistici”. La disposizione, così formulata, evidentementecontrasta con possibili interventi edilizi migliorativi del rendimentoenergetico, ma non sembra escludere la necessità di dotazione del-l'attestato di certificazione energetica, visto che tale dotazione certonon può indurre alcuna “alterazione inaccettabile” delle caratteristi-

che dell'edificio (come potrebbero, invece, determinate opere volteal risparmio energetico).b) Beni immobili produttivi. Ai sensi dell'art. 3, comma 3, del D. Lgs.n. 192/2005, sono esclusi dalla normativa sulla certificazione energeti-ca “i fabbricati industriali, artigianali e agricoli non residenziali, quan-do gli ambienti sono riscaldati (soltanto) per esigenze del processoproduttivo o utilizzando reflui energetici del processo produttivo nonaltrimenti utilizzabili”. La disposizione nazionale, va interpretata allaluce dell'art. 5, comma 3, della Direttiva, secondo la quale gli Statimembri possono non istituire o non applicare i requisiti minimi di ren-dimento energetico per i “siti industriali, officine ed edifici agricolinon residenziali a basso fabbisogno energetico”. Dal coordinamentodi tali norme emerge che, affinché un fabbricato ad uso produttivo siaesonerato dalla disciplina relativa alla certificazione energetica, ènecessario che sussistano determinati presupposti, ed in particolareche gli ambienti che lo compongono siano riscaldati per le sole esi-genze del processo produttivo, oppure utilizzando i reflui energeticidel processo produttivo medesimo. Inoltre, l’esonero va esteso anchea quegli ambienti facenti parte di siti industriali, officine ed edificiagricoli non residenziali che si caratterizzano per il fatto di avere unbasso fabbisogno energetico (ciò non si ha ad esempio nel caso in cuidetti ambienti siano climatizzati anche per esigenze di riscaldamentodelle persone che vi prestano la propria attività lavorativa). In man-canza dei suddetti presupposti, quindi, sussiste l'obbligo di certifica-zione energetica anche per i fabbricati produttivi.

c) Fabbricati isolati di piccole dimensioni. Ai sensi dell'art. 3, comma3, del D. Lgs. n. 192/2005, sono esclusi i fabbricati isolati con unasuperficie utile (e cioè quella calpestabile) totale inferiore a 50 metriquadrati, qualunque sia la loro destinazione e la dotazione dei relati-vi impianti. La disciplina nazionale non chiarisce il concetto di "fab-bricato isolato" e non pone limiti di destinazione d'uso.d) Impianti installati ai fini del processo produttivo. Ai sensi dell'art.3, comma 3, del D. Lgs. n. 192/2005, sono esclusi dall'obbligo di cer-tificazione energetica gli impianti installati ai fini del processo pro-duttivo realizzato nell'edificio, anche se utilizzati, in parte non pre-ponderante, per gli usi tipici del settore civile (il presupposto del"basso fabbisogno energetico", richiesto dalla Direttiva, sussisteinfatti anche in questa ipotesi).e) Destinazioni d'uso che non rilevano ai fini della certificazione ener-getica. Affinché si possa parlare di “prestazione energetica, di effi-cienza energetica ovvero rendimento di un edificio” è necessario che,ai sensi dell’art. 2, comma 1, lett. c) del D. Lgs. n. 192/2005, ci sia unriferimento alla “quantità di energia effettivamente consumata o chesi prevede possa essere necessaria per soddisfare i vari bisogni con-nessi ad un uso standard dell’edificio”. Da ciò emerge che non rileve-rebbe l'energia necessaria per soddisfare bisogni meramente occasio-nali o eventuali rispetto all'uso standard dell'edificio, come ad esem-pio, l'illuminazione che solo saltuariamente è utilizzata nell'autori-messa o nella cantina, in tale ipotesi non è obbligatorio richiedere lacertificazione energetica, stante il fatto che l'illuminazione non ènecessaria per l' uso standard di detta unità immobiliare. Da ciò deri-va che eventuali impianti che non siano finalizzati ad un uso conti-nuativo o comunque abituale non sembrano rilevare ai fini in

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oggetto. In tal senso depone anche il punto 11 dell'allegato "A" al D.Lgs. n. 192/2005, ove si parla di regime di attivazione continuo. Ovela climatizzazione rilevante è definita come quella necessaria ad assi-curare il benessere degli occupanti, con la conseguenza che tale tipo-logia di impianto non rileva ai fini in oggetto quando l'edificio nonsia destinato ad essere occupato, in via continuativa, da persone. Aifini di quanto sopra, il punto 23 dell'allegato "A" al Decreto precisache è “occupante” chiunque, “pur non essendone proprietario, ha ladisponibilità, a qualsiasi titolo, di un edificio e dei relativi impiantitecnici”. Da ciò emerge che alcune tipologie di edifici le quali, per laloro destinazione d'uso, danno luogo ad un utilizzo limitato e "nonstandard" di energia, non rientrano nell'ambito di applicazione delD. Lgs. n. 192/2005 e quindi dell'obbligo di certificazione energetica.L'esclusione riguarda, ad esempio: magazzini, cantine, autorimesse,locali deposito, sottotetti non abitabili, baite di montagna prive diimpianti, fabbricati rurali non abitativi. Inoltre, nell’ Allegato “A”,punto 2, del D.M. 26 giugno 2009, si precisa ora esplicitamente chetra le categorie di edifici soggetti a certificazione energetica “nonrientrano box, cantine, autorimesse, parcheggi multipiano, depositi,strutture stagionali a protezione degli impianti sportivi, ecc., se nonlimitatamente alle porzioni eventualmente adibite ad uffici e assimi-labili, purché scorporabili agli effetti dell’isolamento termico”. f) Impianti Termici. Ai sensi del punto 14 dell'allegato "A" al D. Lgs.n. 192/2005, "non sono considerati impianti termici apparecchi quali:stufe, caminetti, apparecchi per il riscaldamento localizzato ad ener-gia radiante, scaldacqua unifamiliari", i quali peraltro, se fissi, sonoassimilati agli impianti termiciquando il totale della potenza ditali apparecchi, a servizio di unaunità immobiliare, sia maggiore ouguale a 15 kW”.g) Edifici non ultimati. E’ benerilevare come l'obbligo di dotarel'edificio dell'attestato sorge, aisensi dell'art. 6, comma 1, del D.Lgs. n. 192/2005, solo “al terminedella costruzione”. Quindi l’atte-stato non è necessario in caso di edifici non ultimati;h) Edificio in disuso o abbandonato. Ovviamente, se l’edificio è indisuso o abbandonato e comunque privo di impianti, ricorreranno ipresupposti per l’autodichiarazione, prevista dal paragrafo 9 dell'al-legato “A” del D.M. 26 giugno 2009, dell’appartenenza dell’edificioalla classe “G”, e della necessità di costi “molto alti” per la gestioneenergetica dell’edificio stesso.Regime sanzionatorio.Oltre alle conseguenze civilistiche e fiscali derivanti dalla mancatadotazione e/o consegna della documentazione relativa alla certifica-zione energetica negli edifici, ampiamente esaminate nel corso del-l’espositiva che precede, l’art. 15 del D.Lgs. 192/2005, ha previsto unsistema sanzionatorio di tipo essenzialmente pecuniario ed ammini-strativo, posto a carico del professionista qualificato, del direttore deilavori, dell'operatore incaricato del controllo e manutenzione, delcostruttore, del proprietario o del conduttore dell’immobile, del-l'amministratore del condominio, o l'eventuale terzo che se ne èassunta la responsabilità.Tali sanzioni riguardano, come detto, il professionista qualificato (ecioè colui tenuto alla redazione e predisposizione della certificazioneenergetica come definito dall’allegato III al D.Lgs. 115/2008) cherilasci la relazione tecnica di cui all’art. 8 del D.Lgs. 192/2005, senzail rispetto delle modalità stabilite nel citato Decreto, oppure che rila-sci un attestato di certificazione o qualificazione energetica senza ilrispetto dei criteri e delle metodologie previsti dall'articolo 4, comma1 del detto decreto (la sanzione amministrativa è pari al 30 per centodella parcella calcolata secondo la vigente tariffa professionale).Inoltre, salvo che il fatto non costituisca reato, nel caso in cui lo stes-

so professionista qualificato rilasci sia la relazione tecnica che l’atte-stato di qualificazione o certificazione energetica, che non siano veri-tieri, oltre ad essere sottoposto ad una sanzione amministrativa (parial 70 per cento della parcella calcolata secondo la vigente tariffa pro-fessionale), l'autorità che applica la sanzione deve darne comunica-zione all'ordine o al collegio professionale competente per i provve-dimenti disciplinari conseguenti.Anche il direttore dei lavori è punito con una sanzione pecuniariaamministrativa, nel caso in cui omette di presentare al Comune l’as-severazione di conformità delle opere e dell'attestato di qualificazio-ne energetica (come previsto dall’art. 8, comma 2 del D.lgs.192/2005) contestualmente alla dichiarazione di fine lavori (la san-zione amministrativa è pari al 50 per cento della parcella calcolatasecondo vigente tariffa professionale), in tal caso, l'autorità cheapplica la sanzione deve darne comunicazione all'ordine o al collegioprofessionale competente per i provvedimenti disciplinari conse-guenti. Inoltre, salvo che il fatto costituisca reato, lo stesso direttoredei lavori che presenta al Comune l’asseverazione di cui all'articolo8, comma 2 del D.Lgs. 192/2005, nella quale attesta falsamente la cor-rettezza dell'attestato di qualificazione energetica o la conformitàdelle opere realizzate rispetto al progetto o alla relazione tecnica dicui all'articolo 28, comma 1, della legge 9 gennaio 1991, n. 10, è puni-to con la sanzione amministrativa di 5.000 euro.Inoltre, l’operatore incaricato del controllo e manutenzione, che nonottemperi a quanto disposto dall'articolo 7, comma 2 del D.Lgs.192/2005, è punito con la sanzione amministrativa non inferiore a

1.000 euro e non superiore a 6.000euro. L'autorità che applica la san-zione deve darne comunicazione allaCamera di commercio, industria,artigianato e agricoltura di apparte-nenza per i provvedimenti disciplina-ri conseguenti. Tale sanzione si appli-ca in particolare nel caso in cui l’ope-ratore incaricato del controllo emanutenzione non esegue a regola

d’arte e nel rispetto della normativavigente, il controllo e la manutenzione degli impianti per la climatiz-zazione invernale ed estiva, oppure che non rediga e sottoscriva, altermine delle operazioni medesime, un rapporto di controllo tecnicoconformemente ai modelli previsti dalle norme del decreto legislati-vo 192/2005 e dalle norme di attuazione, in relazione alle tipologie epotenzialità dell'impianto, da rilasciare al proprietario dell’immobi-le, o al conduttore, o all’amministratore di condominio, oppure peressi ad un terzo che se ne assume la responsabilità, il quale ne sotto-scrive copia per ricevuta e presa visione.Sanzioni di tipo amministrativo sono anche previste a carico del pro-prietario o del conduttore dell'unità immobiliare, dell'amministrato-re del condominio, o dell'eventuale terzo che se ne è assunto laresponsabilità, che non mantiene in esercizio gli impianti e non prov-vede affinché siano eseguite le operazioni di controllo e di manuten-zione secondo le prescrizioni della normativa vigente, è punito conla sanzione amministrativa non inferiore a 500 euro e non superiorea 3.000 euro. Infine, ma di sicuro non meno importante, è la sanzio-ne amministrativa prevista a carico del costruttore il quale, se nonadempie all’obbligo di consegnare al proprietario, contestualmenteall’immobile, l'originale della certificazione energetica, è punito conla sanzione amministrativa non inferiore a 5.000 euro e non superio-re a 30.000 euro. Dal quadro sanzionatorio sopra delineato emergeche l’unica sanzione specifica (amministrativa e pecuniaria) cheattiene al mancato assolvimento dell’obbligo di dotazione e di con-segna della certificazione energetica, è posta esclusivamente a caricodel costruttore ai sensi dell’art. 15 comma 7 del D.Lgs. 192/2005.

*Docente di Urbanistica Università di Firenze ** Dottore e Cultore della materia

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Cultura e identità. Ove si assuma la nozione di“Costituzione” in senso isti-tuzionale, quale assetto fon-damentale, cioè “pilastro”,della società e fonte di legitti-mazione del potere, la “cultu-ra” trova riconoscimentosecondo due accezioni, unasoggettiva e una comunitaria,

in quanto consente d’indicarel’insieme degli elementi culturali sui quali si basa l’identità indi-viduale e, nello stesso tempo, designa le componenti culturalidell’identità collettiva. In questo senso, la nozione in esame rie-sce fondamentale per definire sia la persona soggetto di diritto(identità culturale del soggetto), sia l’essenza dell’aggregatosociale (identità culturale di una comunità). Il riferimento a ele-menti culturali caratteristici, infatti, può contribuire al disvela-mento dell’identità e al sua riconoscimento giuridico. Si deve,poi, rilevare che nelle “consuetudini” si riflette una parte non tra-scurabile degli elementi compresi nel concetto di “cultura”, inquanto esse propongono i comportamenti dai quali si ricavano letradizioni, i modelli generalizzati e le regole che svolgono unruolo importante per stabilire l’ordine della comunità politica.Qualora, invece, ci si riferisca al contenuto “normativo” (di leggesuperiore, o fonte superprimaria) del testo costituzionale, riescesempre evidente l’interesse dei vigenti ordinamenti costituziona-li per la “cultura”, ivi intesa nelle sue più diverse espressioni emanifestazioni. Come “interesse giuridicamente protetto” dallastessa Legge fondamentale, la cultura viene riferita all’essenza“vitale” della società. L’attenzione che l’ordinamento giuridicoriserva alla “cultura”, tuttavia, non è una prerogativa esclusivadel costituzionalismo liberale e democratico, posto che altreforme di Stato (ad esempio lo Stato socialista, gli ordinamenti abase religiosa e lo Stato autoritario) hanno considerato la dimen-sione culturale decisiva per rafforzare il “regime” politico e perattuare i principi sui quali fondare il Governo. L’Illuminismo haindotto molti a pensare che la politica culturale riuscisse essen-ziale all’acquisizione del consenso. Di conseguenza, la rivoluzio-ne francese ha considerato la “civilisation”, che in quel contestostorico era concepita in chiave prettamente eurocentrica, comeun bene assoluto atto a divenire patrimonio di tutta l’umanità. Lacultura, secondo questa concezione, doveva farsi strumento utilea fondare e garantire l’eguaglianza dei consociati. Venne procla-mata, così, quell’ideologia egualitaria che postulava l’utopica finedi ogni consorteria e l’avvento della “cultura di massa”. Gli enunciati costituzionali.Primi formali riconoscimenti dell’interesse costituzionale per la“cultura”, nelle sue varie manifestazioni, si rinvengono nei testiche sono il frutto del costituzionalismo razionalizzato, afferma-tosi nel primo dopoguerra. E’ noto che la Costituzione diWeimar del 1919, tracciando una fitta trama dell’ordito socialeche la caratterizzava, ricomprese nell’articolo 142 anche l’arte ela scienza: “L’arte, la scienza ed i loro rispettivi insegnamentisono liberi. Lo Stato ne protegge la libera esplicazione e contri-buisce al loro sviluppo” e nell’articolo 150 disponeva: “I monu-

menti storici, le opere d’arte, le bellezze della natura ed il pae-saggio godono della tutela e cura dello Stato. E’ compito delReich impedire l’esportazione all’estero del patrimonio artisticotedesco”. In quel testo si affermava la libertà nelle arti e nellescienze, garantendola anche nel loro insegnamento e si assogget-tavano i beni culturali alla protezione da parte dei pubblici pote-ri. Il costituente weimariano impegnava lo Stato ad assicurareall’arte e alla scienza sostegno e tutela.Da quelle disposizioni costituzionali hanno tratto spunto moltecostituzioni del primo e del secondo dopoguerra, quando neiPaesi usciti dal conflitto vennero a proporsi profonde trasforma-zioni dei modelli costituzionali, secondo tendenze di razionaliz-zazione del potere. Per lo studio della promozione ambientale e culturale, che ilcostituzionalismo ha delineato nei testi fondamentali, può riusci-re utile l'esempio che si può trarre dall'ordinamento italiano. Asostegno della tesi favorevole alla “costituzionalizzazione”, nel-l’articolo 9, di una disposizione sulla tutela del paesaggio e delpatrimonio storico e artistico della Nazione, sia pure apparente-mente “isolata dal contesto normativo”, la dottrina giuspubblici-stica ha sostenuto che il principio costituzionale era coerente conla configurazione della Repubblica, quale “Stato di cultura” erendeva bene l’idea dei fini: “il perfezionamento della persona-lità di tutti i consociati e il progresso materiale e spirituale dellasocietà nella sua integrità”. In quel principio si è rinvenuto, addi-rittura, uno dei caratteri propri del regime politico democratico.Il Presidente della Commissione per la Costituzioneall'Assemblea Costituente, l'on. Meuccio Ruini, a proposito del-l'inserimento nel testo costituzionale dell'articolo 9, ebbe a rite-nere che fosse giustificato, soprattutto per l'Italia, il richiamo ad“uno Stato di cultura e di tutela dell'eredità di storia e di bellez-za”. Retaggio storico e simbolismo estetico, del resto, trovanosovente espressione nei testi costituzionali. La tutela costituzionale dell'ambiente è anch’essa collegata conlo sviluppo della cultura, cui sarebbe connaturata l'opera di dife-sa dei valori ambientali, oltre che dei beni che formano il patri-monio storico ed artistico della nazione italiana. Di conseguenza,la protezione dell'ambiente viene considerata anche come prin-cipio fondamentale della “costituzione culturale”. Quest’ultimanozione, peraltro, appare generica, dato che viene definita comeun complesso di regole generali, tendenti a creare “una situazio-ne ambientale che renda quanto più possibile agevole l'eserciziodelle libertà individuali”. La tutela dell'ambiente, in cui l'uomovive, perciò, si collega alle più specifiche garanzie assicurate allapersona e alle sue pertinenze. Merita di essere citata ancheun'autorevole opinione contraria (V. Crisafulli, La costituzione ele sue disposizioni di principio, Giuffrè, Milano, 1952, pagg. 36 esgg.), per la quale l'eccessiva indeterminatezza della disposizionedell'art. 9 Cost. e la non rilevanza dell'oggetto, dal punto di vistagiuridico, se non come motivazione autentica di altre disposizio-ni costituzionali, avrebbero dovuto indurre l'interprete ad attri-buire alla norma costituzionale in esame un significato eminen-temente programmatico. Questi dubbi possono, in parte, spiega-re il ritardo con il quale il Legislatore ordinario italiano ha intro-dotto la denominazione di “bene culturale” nel linguaggio giuri-dico, mutuando questa terminologia da atti internazionali sulla

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Cultura e patrimonio: l’Italia dalle mille risorsedi Giovanni Cordini*

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protezione del patrimonio culturale nel corso dei con-flitti armati (l’espressione si trova già nella convenzio-ne dell’Aja del 1954) e, poi, dalle convenzioni interna-zionali promosse dall'Unesco nei primi Anni '70. Nelsenso più generale, si è indicato come “cultura” ilgrado di civilizzazione conseguito da un popolo, in undato momento della sua storia. In questa accezione sirinviene un elemento di “valore” che associa i fattoriculturali alla civiltà e considera il patrimonio culturaleimportante come “memoria” e “testimonianza diciviltà”. In una nozione così ampia si possono ritenerevarie espressioni culturali: dall’arte, lo spettacolo, laletteratura, fino alle più diffuse manifestazioni del folk-lore e della cultura popolare. Tutte queste componen-ti, siano esse “alte”, siano esse appartenenti anche allepiù modeste condizioni umane, sono riassumibili nelconcetto di cultura come contrassegno di una civilizza-zione. Il Preambolo della Carta europea dei Diritti fon-damentali rende bene questa distinzione, ove si riferisce alle “diver-sità delle culture e delle tradizioni dei popoli europei”. Un secondosignificato generale risponde all’esigenza descrittiva di configurarel’insieme delle cognizioni che costituiscono il bagaglio informativodi una collettività e di un soggetto. L’istruzione, l’educazione,l’informazione e il complesso dei mezzi per la loro organizzazionee diffusione rientrano in questo secondo significato. Riescono,peraltro, evidenti la connessione dei due sensi e la stretta dipen-denza dell’uno dall’altro. Quando, in una disposizione della leggepositiva, il riferimento alla cultura è generico, il giurista ha la neces-sità di prestare attenzione al contesto nel quale il concetto vieneinserito, facendo ricorso ai consolidati canoni ermeneutici che sonodi ausilio nell’applicazione delle norme giuridiche poco determina-te nei loro contenuti espressivi. La vasta legislazione adottata dagliStati contemporanei in tema di arte, scuola e scienza può consenti-re all’interprete di prestare attenzione ai diversi significati giuridiciche sono stati concretamente attribuiti all’espressione “cultura”. Il regime costituzionale del patrimonio culturale.Il regime costituzionale del patrimonio culturale deve essere vistoin ragione del momento storico, nel quale sono stati redatti i testicostituzionali nei diversi Paesi. Di conseguenza, nei documenticostituzionali, sono utilizzate espressioni differenti.Indipendentemente dalle formule impiegate, tuttavia, l'interpreta-zione costituzionale ha prodotto una notevole uniformità nella con-figurazione e nella gestione del patrimonio culturale. Il costituzio-nalismo moderno, nei principi che dettano orientamenti generali,segue un'impostazione uniforme ove postula la libertà dell’arte edella scienza e ove stabilisce che la conservazione dei beni cultura-li e ambientali trova fondamento nel contesto di un’attiva promo-zione culturale, la quale può contribuire ad assicurare all'uomocontemporaneo una più elevata qualità della vita in condizioni dibenessere, apprestando gli strumenti appropriati per realizzare, invari campi, degli scopi socialmente utili. Il principio costituzionaledella libera manifestazione del pensiero postula il riconoscimentodella più ampia e garantita autonomia istituzionale per gli Enti dipromozione culturale e gli Istituti di alta cultura, cui sono attribuitidei compiti rilevanti a salvaguardia del patrimonio nazionale e perlo sviluppo delle conoscenze. In questo senso, si nota una continuità di fondo tra il pensiero libe-rale classico, che aveva contraddistinto i testi costituzionalidell’’800, nei quali già erano inserite delle disposizioni di principiosulla libertà dell’insegnamento e il costituzionalismo contempora-neo. Quest’ultimo, a quelle originarie libertà, ne ha aggiunte altre,d’impronta sociale, senza mutare il contesto. La novità, semmai, erarappresentata dall’impegno dinamico dei pubblici poteri e dai com-

piti assegnati all’amministrazione. Un’evoluzione più marcata si èmanifestata di recente, mediante il riconoscimento del ruolo attivoche può essere svolto dai privati cittadini, nelle forme della parteci-pazione, della fruizione, della diretta assunzione di responsabilità inordine alla gestione e alla valorizzazione del patrimonio culturale(anche attraverso la sponsorizzazione, intesa come finanziamento ascopo d’immagine) e per la sua salvaguardia. Una diversa e non meno preminente questione è proposta da quan-ti ritengono che il benessere materiale e le iniziative a sostegno diuna migliore qualità della vita non possano mai essere disgiuntidalla considerazione del fondamento di legittimazione dell’essere,in quanto uomo, per cui tali scopi si ritengono positivi, soltanto, ovesi riscontra che sono indirizzati veramente al comune bene dellapersona.Secondo i principi comuni del costituzionalismo, non si giustificaaffatto la propensione per una visione statica del patrimonio cultu-rale di una comunità, secondo cui la funzione di tali beni, in via pri-maria, deve essere circoscritta alla contemplazione estetica. I beni culturali sono sempre una preziosa “testimonianza di civiltà”,ma costituiscono anche un fattore importante per la promozioneumana. La concezione prettamente passiva, di regola, si risolve nel-l’affermazione di una prioritaria, se non esclusiva, tutela conserva-tiva del patrimonio culturale. Per converso, la promozione cultura-le assegna ai pubblici poteri un ruolo attivo e li impegna ad opera-re a favore della piena valorizzazione dei patrimoni nazionali. Delpari, si concedono ai soggetti privati agevolazioni e sostegni, impo-nendo il rispetto di altrettanti doveri (di corretto uso, di conserva-zione, di catalogazione ecc.) che incidono sul godimento dei beniculturali che sono di loro proprietà. Al cittadino può essere impo-sto anche un onere (nell’ambito dei doveri fiscali), per la salva-guardia del patrimonio culturale pubblico. L’idea della promozione culturale non giustifica l’affermarsi di unaconcezione esclusivamente mercantile del patrimonio culturale enon consente di subordinare l’impegno pubblico all’esclusivo ren-dimento del bene, senza tenere in considerazione il contesto nelquale si realizza il godimento e i caratteri specifici di ogni fruizione,cioè di tutti i fattori che incidono sulla qualità di un patrimonio cheè affidato, solo temporaneamente, alla custodia dei contemporaneie deve essere preservato anche per le generazioni future. Il beneculturale ben si può materializzare, assumendo valore patrimonia-le, misurabile in denaro secondo parametri di mercato, nondimeno,è sempre intrinseco all’oggetto il riferimento ai valori che esso testi-monia e tramanda, per cui la componente “immateriale” non puòessere scissa dalle altre.

*Professore ordinario di Diritto pubblico comparato Università degli Studi di Pavia

1616 Gen./Febbraio 2010Gen./Febbraio 2010

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Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010 1717

Relazione 2008 del Garante per la protezione dei dati per-sonali. Si riportano, dalla relazione del Garante le attivitàdel Laboratorio svolte nell’anno 2008.Il Laboratorio Privacy Sviluppo, avviato con il favore delCollegio e coordinato dall’avv. Giuseppe Fortunato paral-lelamente alla sua attività istituzionale presso l’Autorità,dal novembre 2006 si occupa dell’ “altra faccia della pri-vacy”: la libera costruzione della propria sfera privata e ilpieno esercizio della “sovranità su di sé”, mirando all’e-strinsecazione totale di ogni potenzialità della personaumana, secondo gli obiettivi di ciascuno liberamentedeterminati. Il Laboratorio è un “luogo” di ricerca e stu-dio al quale ciascuno può dare il proprio apporto perapprofondire le modalità di sviluppo della propria iden-tità personale, attraverso le proprie risorse. Sulla base deinumerosi contributi pervenuti, il testo dal titolo “LASVOLTA. Dal desiderio alla realtà”, con il quale i lavoridel Laboratorio hanno avuto inizio, è stato ancora arric-chito nei contenuti, ma al tempo stesso, pur nella com-plessità degli argomenti, snellito nella forma e reso di piùagevole consultazione. Il testo, efficacemente illustrato inun Dvd multimediale, è stato alla base di un nuovo per-corso di incontri presso le Università italiane (fra cuiUniversità Cattolica del Sacro Cuore, CentroUniversitario Collalto, Università La Sapienza,Università di Chieti “G. D’Annunzio”, Università LUMdi Bari, Università di Modena e Reggio Emilia,Università Europea di Roma, Università di Campobasso,Sede italiana dell’Università di Washington). Uno specifi-co Seminario di due giorni è stato svolto presso il masterin Gestione delle risorse umane della LUMSA Università

di Roma. Sono,inoltre, continuatigli incontri pressogli Istituti superio-ri - e in qualchecaso anche scuoleelementari, comein istituti diErcolano eMontesarchio -che hanno avuto

l’apprezzamento

della Commissione bica-merale per l’infanzia. Sisono altresì effettuatiincontri presso Comuni(Foggia, Cagliari, Livorno,Montesarchio) e Ordiniprofessionali. Uno stimo-lante evento si è svolto suSecond Life (nella virtuale“Piazza di Spagna”) conentusiastica partecipazio-ne dei fruitori di tale piat-taforma web, prevalente-mente giovani.Il Laboratorio è divenutoun’iniziativa internaziona-le con la partecipazionedelle Autorità nazionaliper la protezione dei datipersonali di Spagna,Grecia, Irlanda, Islanda,Malta, Inghilterra,Israele, Polonia,Repubblica Ceca, Thailandia, Nuova Zelanda, Cipro,Croazia, Lettonia, Ungheria, Macedonia, Romania,Slovenia, Slovacchia, Bulgaria, Lituania, Estonia, e ancheautorità regionali come quelle della Comunità di Madride della Catalogna. Il Garante Europeo per la protezionedei dati personali ha voluto sostenere l’iniziativa con unmessaggio ufficiale con cui ha definito l’iniziativa “origi-nale e interessante”. All’avv. Giuseppe Fortunato, coordi-natore del Laboratorio, sono state affidate a Madrid leconclusioni nel Seminar on Data Protection BestPractices in European Public Services anche in seguito alquale sono pervenuti, nel corso del 2008, apprezzati con-tributi da numerose personalità. Le tematiche delLaboratorio, anche tramite la traduzione in inglese del-l’apposito inserto della Newsletter del Garante, sono stateoggetto di diffusione presso le Law School dell’Universitàdi Miami e dell’Università di Washington (Seattle). Conl’Università di Barcellona, il Laboratorio ha superato leselezioni, articolate in più fasi, di apposito ProgrammaJean Monnet della Commissione Europea.

informatorinformatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di informazioneollettino di informazioneLaboratorio Privacy SviluppoBB

presso il Garante per la protezione dei dati personali

Roma-luglio 2009- Senato della Repubblica

L’avv. Giuseppe Fortunato,Coordinatore del “Laboratorio

Privacy Sviluppo” e componentedel Garante per la Protezione

dei Dati Personali

Piazza Monte Citorio, 121 - 00186 Roma -06/69677424/3/7- fax 06/69677425 - e mail: [email protected] - www. laboratorioprivacysviluppo.it

Palazzo Garante

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1818 Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

informatorinformatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di informazioneollettino di informazioneLaboratorio Privacy SviluppoBB

presso il Garante per la protezione dei dati personali

Il Manifesto per la CivicraziaCIVICRAZIA COME METACivicrazia è la democrazia compiuta in cui il cittadino è davveroprotagonista e in cui i diritti vengono garantiti veramente, sempree comunque.CIVICRAZIA COME SOGGETTOCivicrazia è l’organizzazione aperta dei cittadini che voglionodare un contributo concreto per l’obiettivo della democraziacompiuta. Civicrazia vuole il cittadino al centro dello Stato, a prescindere daqualunque classe politica. Nessuno difende il cittadino meglio delcittadino stesso; egli conosce i propri problemi più a fondo di qua-lunque burocrate. Anche per questo la società civile è un conti-nuo esercizio di democrazia, che ha il suo supporto nelle libereassociazioni. Civicrazia è infatti la rete di oltre 4000 associazioni eorganismi che ne rappresentano il cuore pulsante. CIVICRAZIA COME AZIONEOggi in Italia si registra una diffusa insofferenza verso la politica.L’autoreferenzialità della classe dirigente rende sovente la lottapolitica un confronto di potere che si svolge all’interno delPalazzo, incomprensibile per i cittadini, e sganciato dai problemireali degli italiani. Civicrazia avanza alcune richieste semplici efondamentali, di facile e immediata realizzazione:1) La garanzia scrupolosa di nomine pubbliche senza lottizzazio-ni, trasparenti, in base a criteri di merito e competenza. Civicraziachiede per tutte le alte funzioni (Enti, Aziende, Autorità…) cur-riculum vitae della persona, una “job description” dettagliata, lapubblicizzazione dei curricula dei candidati in Rete, la possibilitàdi presentare memorie da parte di ogni cittadino durante il pro-cedimento, l’atto di nomina che evidenzia scrupolosamente leragioni comparative sulla base dell’avviso.2) Il Codice deontologico del pubblico amministratore impronta-to a valori e procedure che diventino il “modus operandi” quoti-

diano della pubbli-ca amministrazio-ne e di ogni pubbli-co potere.3) Il DifensoreCivico Nazionale,davvero indipen-dente, affinchè ilcittadino abbiaimmediata tutelaverso omissioni,abusi e negligenzedel potere pubbli-co centrale, cosìcome DifensoriCivici locali indi-pendenti, con po-teri e mezzi. 4) La valorizzazio-ne del ruolo delleassociazioni e l’ac-coglimento delleloro giuste richie-ste a tutela del cit-tadino. Civicraziaè permanente-mente a fianco ditutte le associazio-ni che la compon-

gono per sostenere le loro giuste battaglie a favore dei cittadini.Le battaglie delle associazioni sono le battaglie di Civicrazia, equella per la Civicrazia è la battaglia di tutte le associazioni (permaggiori dettagli: www.civicrazia.org).Questa missione ha trovato molti e ampi consensi: Civicrazia nonè un partito, bensì è la dimensione concreta, efficace e trasparen-te della nuova politica dove il Cittadino è protagonista.

Il Laboratorio è stato premia-to nel “Rapporto NostraEccellenza” dell’Eurispesquale caso di eccellenza per irisultati raggiunti. Sul testoLA SVOLTA sono state pro-ficuamente discusse undicitesi di laurea e di master pres-so varie Università in variediscipline e sono state coin-volte associazioni professio-nali o comunque dedite allatutela della persona. Fra leoltre 4000 associazioni chepartecipano attualmente alleattività del Laboratorio, riuni-te nella coalizione“Civicrazia”, le venti chegarantiscono permanente-mente i maggiori standard diimpegno fanno parte delComitato Guida delLaboratorio. LA SVOLTA, con il suo mes-saggio di “cittadino protago-nista”, è presupposto di unademocrazia compiuta (Civi-crazia) e di una sempremigliore tutela dei diritti (conl’istituzione, anche in Italia,unica nazione europea che neè priva, dell’Ombudsmannazionale). Molteplici perso-naggi del mondo della cultu-ra, delle arti e dello spettacolo(le cui interviste sono statepubblicate nel sito web delLaboratorio) hanno espressoil proprio apprezzamentoall’iniziativa.Con la nuova partecipazionedell’avv. Giuseppe Fortunatoalla trasmissione “10 minutidi…” su Rai Uno è stato illu-strato il concetto di privacy,inteso non più e non solocome “libertà da”, ma anchecome “libertà per” e, in parti-colare, come lo sviluppo dellapropria personalità sia condi-zione essenziale per l’eserci-zio delle libertà fondamentali.

Agli accordi con la Scuolasuperiore della pubblicaamministrazione locale, sisono aggiunte Convenzionidel Laboratorio con ilConsiglio nazionaledell’Ordine dei giornalisti,con il Consiglio nazionaledell’Ordine degli psicologi,con la Federazione relazionipubbliche italiane, con ilCoordinamento delle libereattività professionali, conl’Agenzia autonoma per lagestione dell’albo dei segreta-ri comunali, con l’Unione deisegretari comunali e provin-ciali, che hanno comportatocomuni attività di promozio-ne del messaggio LA SVOL-TA e di sviluppo dellaCivicrazia nell’ambito dellespecifiche attività professio-nali. La Conferenza Nazionale deiGaranti delle persone detenu-te ed ex detenute ha inseritonel suo statuto la partecipa-zione al Laboratorio e l’ade-sione al messaggio LASVOLTA e molteplici sonostati gli approfondimenti intale ambito per favorire ilrecupero e il reinserimentosociale.Il Laboratorio, anche tramiteil proprio sito web www.labo-ratorioprivacysviluppo.it rac-coglie i contributi di quantiaderiscono alle sue iniziative ene valorizzano il messaggio dipiena espressione della perso-na umana, di sinergie associa-tive e di pubbliche istituzionisempre più al servizio del cit-tadino.Lo sviluppo di tali attività hacomportato una strutturazio-ne territoriale con appositireferenti in ciascuna Regionepresso università, ordini pro-fessionali o enti locali.

Dalla relazione del Garante Segue da pagina 17

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Il XV Congresso di Legautonomie locali èstata un’occasione anche per riflettere sullacrisi, sulle strategie d’uscita, sulle trasforma-zioni che essa sta operando nel tessuto eco-nomico e sociale del Paese, su come leAutonomie possano continuare oggi a faresviluppo locale trovandosi in condizionimolto più difficili che nel passato.Non perché si sia affievolita in sé, o non solo,la spinta innovativa che ha reso protagonistele nuove leadership locali, ma perché oggi ilsistema delle Autonomie si trova ad operarein un quadro difficile e contraddittorio chepone sotto stress non solo ogni ambizione afare sviluppo, ma ogni possibilità di svolgereal meglio quelle funzioni di garanzia dellacoesione sociale e promozione e cura dellosviluppo del territorio che le sono attribuitedall’ordinamento.Diversi sono i fattori che concorrono a deter-minare questo quadro di difficoltà: in primoluogo, la divaricazione sempre più evidentetra aumento delle responsabilità e delle com-petenze che vengono decentrate verso i pote-ri locali e l’accentramento degli strumenti edei mezzi, in primo luogo finanziari, chedovrebbero consentire il dispiegamento diquelle politiche di sviluppo.Mentre le grandi innovazioni legislative cidisegnano un assetto istituzionale e dellafinanza pubblica che va verso il federalismo, iprovvedimenti concreti, che hanno immedia-to impatto sulla vita concreta delle istituzionilocali e dei cittadini e delle imprese, vanno intutt’altra direzione. Mentre, nel passato, le Autonomie erano iterminali di spesa centralistica sul territorio eil problema era appunto quello di accaparrar-

si quote di risorse che calavano dalcentro, da spendere sul circuito dicostruzione territoriale del consenso,oggi, che si hanno più competenze, nonsi hanno le risorse e si è costretti a farleva sulla fiscalità locale, sempre più incrisi anch’essa, per garantire livelliaccettabili dei servizi.Per garantire gli equilibri di parte correntevengono sempre più spostate risorse dallaspesa in conto capitale, mentre l’attuale for-mulazione del Patto di stabilità impedisceagli Enti locali di effettuare investimenti e disvolgere un’importante funzione anticiclica edi contrasto alla crisi.L’abrogazione dell’ICI, ad esempio, ha priva-to le Autonomie comunali di ingenti risorseche ancora oggi non sono state reintegrate esono oggetto di una controversia ancoraaperta con lo Stato centrale; nello stessotempo, l’abrogazione per tutti dell’ICI, senzadistinzioni per fasce sociali, si è tradotta inuna operazione di sperequazione sociale, dicui si sono avvantaggiati i ceti più abbienti.Un altro elemento di criticità è dato dal fattoche, sul versante istituzionale, ancora non si èrealizzata appieno quella integrazione dellepolitiche e quella necessaria cooperazioneistituzionale che è il necessario corollariodello spostamento verso le Regioni e gli Entilocali, in seguito alla riforma del Titolo V, diimportanti competenze nella promozionedello sviluppo economico territoriale.In secondo luogo, c’è un attacco politico eculturale che disegna gli Enti locali come luo-ghi degli sprechi e delle inefficienze e nedelegittima il ruolo in una pericolosa opera-zione che mette in discussione le radici

profonde della nostra democra-zia.Sia chiaro che anche leAutonomie devono dare il pro-prio contributo ad un innalza-mento complessivo della buonagestione e imparzialità dellamacchina pubblica, sapendointervenire negli sprechi e nelleinefficienza che ancora esistono.Ma attaccare gli istituti dellademocrazia locale, che rappre-sentano la proiezione istituzio-nale dei valori comunitari, equi-

1919Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

Una Finanza locale che contraddice il Federalismo

Del Cimmuto

di Loreto Del Cimmuto*

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vale a darsi la zappa sui piedi, a rendere i cittadini piùsoli, le imprese più sole, il mondo del volontariatopiù solo, gli stessi amministratori locali più soli, equindi a negare le condizioni che rendono possibilelo sviluppo locale e a far arretrare la democrazia. Come ha affermato con una felice espressionePierluigi Celli, “se si indebolisce il sistema periferico,è l’intero sistema immunitario del Paese che si inde-bolisce”.In terzo luogo, è la stessa crisi economica che, com-binandosi con gli altri fattori, costringe le Autonomiein una politica difensiva e di mantenimento delleposizioni.Sulle istituzioni locali, infatti, si riversano ledomande di assistenza e di aiuto, da parte delle fami-glie in difficoltà, la domanda di economie esterne,infrastrutture e servizi per il sistema delle imprese.Gli Enti locali sono chiamati a reagire trovando lerisorse nelle pieghe dei bilanci e mettendo in campole più disparate azioni di contrasto alla crisi, svolgen-do una funzione di totale supplenza rispetto alloStato centrale. Abbiamo effettuato un monitoraggiodegli interventi anticrisi ed è sorprendente la varietàdi misure messe in campo, proprio per aderire plasti-camente alla particolarità della società locale: si vadagli interventi sulle tariffe dei servizi a domandaindividuale, fino agli accordi con le banche per ilmicrocredito per le famiglie in difficoltà, fino alpotenziamento delle garanzie fidi per le imprese ecc.Si tratta, in ogni caso, di misure che tendono parzial-mente a riparare i danni prodotti dalla crisi, a fron-teggiare l’emergenza e non certo a porsi in un’otticaappunto di sviluppo.La crisi, inoltre, sta cambiando e cambierà i soggettistessi dello sviluppo locale. Se pensiamo al sistemadelle piccole e medie imprese, che sono quelle che sigiovano di più del radicamento territoriale e dell’humus sociale che le ha rese competitive - le cosid-dette “multinazionali tascabili” - ci accorgiamo delleprofonde mutazioni e il processo di selezione che lacrisi sta operando.

Il Sud vive in misura ancora più drammatica questecondizioni di crisi. Se devo pensare però ad unastrategia che vada oltre l’emergenza, ad un processodi vera innovazione istituzionale, allora il discorsonon può che guardare alla trasformazione verso ilfederalismo che, pur tra mille contraddizioni e battu-te d’arresto, sta già segnando il Paese reale. Nonpenso tanto e non solo al federalismo come modelloformale di Stato, quanto al corollario che esso siporta dietro di responsabilità, trasparenza e autono-mia.Pensiamo, ad esempio, a cosa significa, sul pianodella responsabilizzazione delle classi politiche eamministrative, la sfida del passaggio dalla spesa sto-rica ad una spesa fondata sui costi standard e all’in-treccio che essa ha con la necessaria garanzia dei ser-vizi sociali indispensabili e le funzioni fondamentalida assicurare a tutti i cittadini. Oppure, a un modellodi finanza pubblica regionale, in cui emerga chiara-mente quanta parte delle risorse sono derivate dallaricchezza prodotta dal territorio e con quali meccani-smi fiscali e quanta viene invece trasferita, in funzio-ne della perequazione e della solidarietà nazionale.Oggi, le risorse che vanno al Sud non producono out-come, perché non c’è ricchezza di capitale sociale. Allora bisogna lavorare su questo, sulla creazione diuno stock di capitale sociale che faccia reagire ilMezzogiorno alla dipendenza dalle politiche centrali-ste e alle storiche difficoltà di fare sistema, di mettereinsieme le energie migliori della società e delle istitu-zioni. E’ una sfida molto difficile, ma la sfida del fede-ralismo, come dice in un recente saggio GiorgioRuffolo, è forse l’unica adatta a un Paese troppolungo come l’Italia.Questa sfida comporta che la stes-sa Pubblica Amministrazione locale, in contesti terri-toriali fragili come nel Mezzogiorno, assuma un ruolostrategico di guida del cambiamento mettendosi allaprova per produrre una qualità più alta di servizi perla coesione sociale e la competitività.

*Direttore Generale di Legautonomie

2020 Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

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A Firenze si è concluso ilCongresso di Legautonomie, conun documento che scaturisce da undibattito ampio e che guarda alfuturo. Il nodo è politico. E’ neces-sario un nuovo equilibrio tra Stato,

Regioni, Enti locali. Il tempo delle schermaglie è finito ed in

questo anche le associazioni delle Autonomie devonofare un salto di qualità, senza più furberie o corse inavanti. Non parlerò del Congresso, perchè sono pre-visti contributi di altre autorevoli personalità.Ritengo, invece, opportuno parlare con il linguaggiodella verità, di ciò che sta succedendo in Campania, aseguito del DL 195/2009, emanato dal Governo sul-l’emergenza rifiuti. Innanzitutto, va detto che l'assem-blea dei Sindaci e degli Amministratori campani, svol-tasi qualche tempo fa al Maschio Angioino, sul "pro-blema rifiuti", è rivelatrice di tre nodi-verità che fannoemergere con evidenza lo stato attuale del rapportotra il governo ed il sistema delle Autonomie. Nodipolitico - istituzionali rilevanti. Un rapporto che rive-la una crisi profonda, espressione del gap sempre piùmarcato tra enunciazioni programmatiche e prassi digoverno; tra cultura federalista sbandierata e concre-ta politica centralistica; tra rispetto del dettato costitu-zionale e bonapartismo istituzionale.I fatti. Primo. E' di solare evidenza la ossessiva e puni-tiva strategia di Palazzo Chigi verso le Autonomielocali. Il propagandismo impera. Il paravento: i costidella politica. Dietro c'è tutto. In primo luogo, non l'o-biettivo giusto ed opportuno di procedere ad unaeffettiva innovazione del sistema per irrinviabili esi-genze di efficienza, produttività e trasparenza dellaPa. Al contrario, come la Finanziaria dimostra, si agitala scure dei “tagli”: dalle risorse trasferite alleProvince, alle Comunità Montane, alle assembleeelettive comprese le inadeguate “indennità” perSindaci e Consiglieri. In particolare, dei PiccoliComuni.Il governo fa di più. Pensa ed agisce da solo, liquidan-do, nei fatti, la stessa Conferenza Stato-Regioni-EntiLocali. Non una misura razionale, seria, efficace, con-cordata con le Associazioni degli Enti Locali. La “viadella crisi”, aperta dal governo Prodi nel rapporto conil sistema delle Autonomie, è diventata una autostra-da. Lo scenario futuro è preoccupante. Non si deve dimenticare che Federalismo è sinonimodi autogoverno, decentramento, responsabilità locale.Le Riforme e la nuova Carta delle Autonomie deb-bono dare risposte al bisogno di cambiamento insenso federalista dello Stato ed al protagonismo dei

territori e delle comunità locali, sul versante dellaresponsabilità, dello sviluppo economico e socialefondato su modelli innovativi ed originali, e del rinno-vamento della Pa.La sfida è questa. E' il momento della verità per ilgoverno, ma soprattutto per le Associazioni degli EntiLocali. Non è più possibile l’attendismo.Secondo. Il Decreto Legge sui rifiuti è un altro esem-pio assoluto dell’ autarchia e anarchia istituzionale delgoverno. Un decreto irricevibile per le AutonomieLocali, inaccettabile per le Città e i Comuni dellaCampania. La superficialità dell’ analisi, degli obietti-vi e delle misure operative è pari alla carica punitivaespressa nei confronti degli Enti Locali campani.L'analisi svolta da Anci e Legautonomie è corretta eimpietosa. Un provvedimento sbagliato nella ratio,nei contenuti, nei provvedimenti, adottato senza alcu-na concertazione, con arroganza politica ed istituzio-nale. La drammatica “questione rifiuti” in Campanianon può essere chiusa per decreto e con misure che -come la identificazione delle Province come centro-motore del sistema ed il passaggio della Tarsu da“tassa” a “tariffa” - non risolvono il problema.Le Province possono coordinare e programmare.Non possono e non debbono “gestire”. I nodi già pre-senti nella concreta realtà campana e dell'area metro-politana sono destinati ad aggravarsi, con ricadutepesanti sulle condizioni dei cittadini.L'Assemblea è stata un tassello importante di unabattaglia aperta da tempo. Il decreto deve essere rivi-sto.Il terzo. Enormi potenzialità del “Sistema delleAutonomie” per scendere in campo e per riaffermareruolo, funzioni e responsabilità degli Enti Locali nel“governo partecipato”del Paese e, in particolare, peril federalismo e lo sviluppo economico.Dai territori viene la forza per uscire dalla crisi e percostruire un paese federalista, solidale, rilanciandoeconomia e società, valori condivisi e obiettivi di svi-luppo. Urge convocare tra Anci, Legautonomie, Upi,Uncem e Aiccre un’ assise di valenza strategica, per ilfuturo delle Autonomie e del Paese. Le politiche deigoverni, dal centrosinistra al centrodestra, hanno inci-so negativamente sulle Autonomie. L’ offuscamentodell’ autonomia politica, causa della debolezza delfronte associativo, ha devitalizzato il ruolo ed il con-tributo possibile del sistema e delle politiche autono-mistiche. A Roma, come in Campania. Ecco perchè ilfuturo dipende anche dalle Autonomie Locali.

*Segretario della Campania e Responsabile Mezzogiorno

di Legautonomie

Gen./Febbraio 2010Gen./Febbraio 2010 2121

Dalla realtà territoriale un monito a tutti: il Federalismo è una cosa seriae non è realizzabile, senza il pieno coinvolgimento delle Autonomie locali

Nando Morra

di Nando Morra*

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Nella splendida cornice del Salone dei Cinquecento, in PalazzoVecchio, e nell’altrettanto stupendo edificio degli Innocenti, aFirenze si è svolto il XV Congresso Nazionale di Legautonomie.E’ stato il Congresso del “ricambio”. Oriano Giovanelli,Presidente uscente, deputato e già Sindaco di Pesaro, ha finito ilproprio mandato ed ha indicato in Marco Filippeschi il nuovoPresidente dell’Associazione. Un lungo e nutrito applauso halegittimato la proposta ed ha “incoronato” il nuovo Presidentenazionale: Sindaco di Pisa, eletto nelle amministrative 2008 peril centrosinistra, è stato parlamentare ed ha una lunga e consoli-data esperienza politica ed amministrativa.Un ringraziamento non formale va agli operatori diLegautonomie della Toscana, per la calda e magnifica acco-glienza riservata ai congressisti e per il sereno svolgersi delleattività congressuali e di quelle extracongressuali ed un sinceropensiero all’impegno della struttura nazionale, per la riuscitadel Congresso.Un Congresso non semplice che si è svolto in una fase di gran-de difficoltà per il Sistema delle Autonomie locali e delle asso-ciazioni, in particolare della Lega. Giovanelli ha guidato, nelcorso del suo non breve mandato (eletto per la prima volta nel2001), un’Associazione che ha rasentato il pericolo di un forteisolamento e di una riduzione dei suoi spazi operativi, fino a farsorgere in molti il dubbio della fine di una lunga e valorosa espe-rienza, iniziata ai primordi del ‘900 e che ha vissuto indubbia-mente anni di sofferenze e di difficoltà. Giovanelli ha saputo,con autorevolezza e straordinario impegno, portare fuori dallesecche l’Associazione, mantenendone autorevole indipenden-za, marcata autonomia e soprattutto capacità di cogliere, più diogni altra associazione, la deriva in cui i governi, qualunquefosse il loro colore politico, stavano spingendo il sistema delleAutonomie nel nostro Paese. Con la sua Presidenza,Legautonomie è stata una voce autorevole, forte, autonoma,viva, capace di promuovere approfondimenti nazionali oculati eprofondi, sui temi cari ai Comuni, alle Province, alle Comunitàlocali e capace di coinvolgere le altre associazioni in un percor-so unitario, al servizio delle Autonomie locali e dell’interoPaese. Al centro del confronto congressuale delle due giornatefiorentine, i temi di maggiore interesse per il sistema delleAutonomie: le riforme istituzionali, il federalismo, la nuovaCarta delle Autonomie. Anche l’emergenza economica e socia-le, che continua a vivere il Paese, e il ruolo fondamentale che leAutonomie locali hanno svolto e continuano a svolgere, percontrastarne gli effetti, sono stati al centro del dibattito. IlPresidente uscente, Oriano Giovanelli, nella sua relazione di

fine mandato halasciato al neo elettoFilippeschi, e a tuttal’Associazione, ilcompito di prosegui-re gli obiettivi didemocrazia, coesio-ne sociale e promo-zione della culturaautonomista chehanno storicamenteispirato l’azione poli-

tica di Legautonomie. Giovanelliha, infine, auspicato la realizza-zione di “una confederazione uni-taria che raccolga tutto l’associa-zionismo delle Autonomie” e chesappia “dare voce ad un movi-mento autentico oltre ogni istitu-zionalizzazione”. Due giornateintense di lavoro, nel corso delle quali ci sono stati i messaggi delCapo dello Stato, on. Giorgio Napolitano, del Presidente dellaCamera dei Deputati, on. Gianfranco Fini, e gli interventi delSottosegretario agli Interni, Sen. Michelino Davico, delegato,tra l’altro, per le materie di competenza del Dipartimento pergli Affari Interni e Territoriali relative alla Direzione Centraleper le Autonomie, e del Vice Presidente del Senato, VanninoChiti, che ha concluso la prima mattinata dei lavori. Folte ledelegazioni dei delegati da ogni parte d’Italia (oltre 500 tra dele-gati ed invitati nella prima giornata di apertura del congresso) esignificativamente presenti le delegazioni delle Regioni meri-dionali, in particolare quella della Campania, guidata dalPresidente Nando Morra (intervenuto nel dibattito e lasciandouna memoria scritta agli atti del congresso sulle questioni delMezzogiorno, insieme al Sindaco di Auletta, Carmine Cocozza,al Direttore della nostra rivista, Nicola Nigro, al delegato delSindaco di Napoli per i rapporti con le Associazioni delleAutonomie, consigliere Gennaro Mola. Bella anche la cerimo-nia di consegna del premio del concorso intitolato aEnrico Gualandi, storico Presidente della Lega, esperto difinanza degli Enti locali, scomparso lo scorso anno. Ha vintoCristina Gianfelici per la tesi di dottorato dal titolo: “La rendi-contazione sociale negli Enti locali. Modelli stato dell’arte eprospettive”. È stata inoltre conferita una Menzione di Meritoa Nerea Filippelli per la sua tesi “Le funzioni di indirizzo e con-trollo dei comuni nel governo dei servizi pubblici esternalizzati”e a Benedetta Siboni, per la tesi di dottorato dal titolo : “Lacreatività come leva per lo sviluppo della società, dell’impresa edel territorio”, per l’originalità del tema e le modalità con ilquale viene trattato. Nella sua relazione di insediamento, ilnuovo Presidente Filippeschi ha indicato la via maestra dell’a-zione politica futura di Legautonomie: impegno sulle riformeistituzionali e contrasto alla crisi della politica. “Il potenziale dirinnovamento delle Autonomie è sfidato da un centralismoasfissiante promosso da una campagna contro l’autonomiafinanziaria statuaria e organizzativa degli Enti locali. Difenderele prerogative del sistema delle Autonomie significa difenderein primis i diritti di cittadinanza nel nostro Paese”, ha afferma-to Filippeschi. Al Presidente uscente Giovanelli sarà chiesto diassumere un incarico di lavoro prestigioso nella Lega ed a lui èrivolto il nostro più affettuoso ringraziamento, per tutto il lavo-ro fatto nel corso dei lunghi anni in cui ha guidatol’Associazione. Al nuovo Presidente l’augurio di inverare ilruolo di Legautonomie, soprattutto sul fronte di un impegnounitario ed autonomo, per far crescere il Paese intorno adAutonomie locali più forti e più legittimate nel governo deirispettivi territori.

*VicePresidente Legautonomie Campania

2222 Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

Un Congresso ricco di progetti, nonostante le difficoltàdel Sistema delle Autonomie e dell’Associazionismo

Squame

di Giovanni Squame*

Congresso nazionale Legautonomie

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Marco Filippeschi - Presidente - Sindaco di PisaLoreto Del Cimmuto - DirettoreMoreno Gentili - VicedirettoreLeonida Facchini - TesoriereAnnalisa Scalco - Responsabile Comunicazione e Ufficio stampaLuca Abbruzzetti - Direttore Legautonomie LazioSilvana Accossato - Sindaco del Comune di CollegnoStefano Agneni -Ass. Politiche del lavoro e form. Comune di Fara SabinaTea Albini - Consigliere del Comune di FirenzeMauro Alessandri - Sindaco del Comune di MonterotondoFranca Algeri - Sindaco del Comune di UcriaMichele Ambroggio - Consigliere della Provincia di CosenzaCarla Amici - Sindaco del Comune di RoccagorgaOsvaldo Angeli - Presidente della Provincia di MassaFranco Antonini - Sindaco del Comune di TorrianaConsuelo Arrighi - Presidente del Consiglio provinciale di PisaLorenzo Avanzati - Sindaco del Comune di Abbadia San SalvatoreStefano Baccelli - Presidente della Provincia di LuccaGiovanni Bacciu - Responsabile Ufficio Finanze del Comune di TorpèMirco Bagnari - Sindaco del Comune di FusignanoFrancesco Ballero - Consigliere del Comune di CagliariRoberto Balzani - Sindaco del Comune di ForlìPaolo Barbieri - Vicepresidente della Provincia di Vibo ValentiaGiampaolo Barbieri - Sindaco del Comune di Porto MaggioreAndrea Barducci - Presidente Prov. di Firenze, Pres. Legautonomie ToscanaDomenico Barillà -Agostino Barisone - Presidente Legautonomie LiguriaPiergiovanni Barone - Presid. Cons. Com. di Cura Carpignano, Direttore Legautonomie PaviaLuciano Bartolini - Sindaco del Comune di Bagno a RipoliClaudio Battazza - Sindaco del Comune di Morciano di RomagnaCesare Beggi - Coordinatore provinciale Legautonomie Reggio EmiliaAchille Bellucci - Presidente della Comunità montana Monti Ernici VeroliMarco Bertaina - Sindaco del Comune di CamporossoMichele Bertola - Presidente AndigelGennaro Bianco - Sindaco del Comune di CalopezzatiEmilio Bonifazi - Sindaco del Comune di GrossetoEmilio Borgese - Segreteria Legautonomie SiciliaAnna Rosa BrandiAlessandro Broccatelli - Consigliere del Comune di GrottaferrataIlaria Buggetti - Sindaco del Comune di CantagalloLucia Bursi - Sindaco del Comune di MaranelloMassimo Caleo - Sindaco del Comune di SarzanaEnrico Campedelli - Sindaco di Carpi, Pres. Legautonomie EmiliaRomagnaGiancarlo Campora - Sindaco del Comune di CampomoroneMichela Canova - Sindaco del Comune di ColornoSebastiano Capotorto - AvvocatoMilziade Caprili - Consigliere del Comune di ViareggioGiancarlo Cardillo - Vice Sindaco del Comune di CastelforteUgo Carpinelli - Consigliere della Regione CampaniaFranca Carroni - Assessore Agricoltura della Provincia di NuoroCesare Cava - Segretario Legautonomie ToscanaSilvana Cavalchi - Sindaco del Comune di CadelboscoClaudio Cavaliere - Segretario Legautonomie CalabriaMatteo Cavallone - Consigliere del Comune di CollegnoIvana Cavazzini - Sindaco del Comune di DrizzonaRocco Celentano - Assessore Ambiente della Provincia di NuoroLuca Ceriscioli - Sindaco del Comune di Pesaro, Presidente LegautonomieMarcheSilvana Cesani - Assessore Politiche sociali del Comune di LodiEmilio Chessa - Sindaco del Comune di SantulussurgiuFrancesco Chiucchiurlotto - Consigliere del Comune di Castiglione inTeverinaMaria Paola Ciccone - Assessore Politiche sociali del Comune di PisaGino Ciogli - Sindaco del Comune di CerveteriCarmine Cocozza - Sindaco del Comune di AulettaMario CollevecchioLeda Colombini - Presidente Associazione A Roma InsiemeAlvaro Colombo - Vicesindaco del Comune di ModenaEugenio Comincini - Presidente di Legautonomie LombardiaDaniela Contin - Sindaco del Comune di Fiesso d'ArticoLorenzo Cosimini - Consigliere della Provincia di LivornoGiovanni CremaAnna Cuntrò - Assessore del Comune di Grugliasco

Emanuele D'AloisoNicolino D'Ascanio - Presidente della Provincia di CampobassoUmberto D'Ottavio - Presidente Legautonomie PiemonteLuigi Dalla Via - Sindaco del Comune di SchioMario De GasperiGiorgio De SabbataGiuseppe De Santis - Segretario Legautonomie PugliaDario De Santis - Presidente del Consiglio del Comune di SupinoAlessandra De Santis - Assessore del Comune di CastelsaracenoLoreto Del Cimmuto - Direttore LegautonomieSalvatore Della Ratta - Sindaco del Comune di Pomigliano d'ArcoSergio Deorsola - Assessore della Regione PiemonteLoredana DeviettiAntonina Di Gangi - Direttore Legautonomie SiciliaPaolo Di Giacomo - Area welfare LegautonomieMichele Di Muro - Segretario Legautonomie BasilicataBiagio Diana - Consigliere della Provincia di CosenzaAntonio Donato - Consigliere del Comune di PaganiAnna Maria Fabi - Consigliere del Comune di Montalto di CastroDino Facchini - Segretario Legautonomie VenetoRocco Falivena - Sindaco del Comune di LavianoClaudio Fallarino - Presidente Legautonomie UmbriaAntonietta Fancello - Rappresentante Legautonomie SardegnaAndrea FanzagoLuciano FasanoMarzio Favini - Sindaco del Comune di Castelnuovo di MagraMassimo Federici - Sindaco del Comune di La SpeziaAlberto Ferrando - Sindaco del Comune di QuilianoAntonio Ferrentino - Sindaco del Comune di Sant'Antonio di SusaMichele FigliuloMarco Filippeschi - Sindaco del Comune di PisaCristina Filippini - Coordinamento Legautonomie PisaAndrea Filippini - Consigliere del Comune di AnconaMichele Eligio Filipponi - Segretario Legautonomie AbruzzoDomenico FiniguerraFrancesco Fiordomo - Sindaco del Comune di RecanatiAugustangela Fioroni - Segretario Legautonomie LombardiaFederico Flaviano - Vicesindaco del Comune di LuzziAntonio Floridia - Docente universitario, studioso di Sistemi politici localiFederico Fornaro - Sindaco del Comune di Castellazzo BormidaClaudio Franci - Sindaco del Comune di Castel di PianoFrancesco Raphael Frieri - Direttore Generale Unione dei Comuni Bassa RomagnaAntonio Gaia - Sindaco del Comune di SaruleLorenzo GaianiEnrico Galuppo - Sindaco del Comune di MontaganoVittorio Gambino - Segretario Legautonomie SiciliaDaniela Gasparini - Sindaco del Comune di Cinisello BalsamoMoreno Gentili - Vicedirettore LegautonomieRosa Giacomo - Sindaco del Comune di Contursi TermeEnzo Giancarli - Consigliere del Comune di ArceviaRino Giardini - Coordinamento Legautonomie ArezzoGiuseppe Giglione - Vicepresidente della Provincia di AgrigentoNadia Ginetti - Sindaco del Comune di CorcianoEugenio Giordano - Consigliere del Comune di San Sebastiano al VesuvioOriano Giovanelli - DeputatoGiovanni Giuliari - Assessore del Comune di VicenzaGiampiero Giulietti - Sindaco del Comune di UmbertideSilvano Granchi - Presidente Legautonomie Pisa, Direttore Legautonomie Toscana

2323Gen./Febbraio 2010Gen./Febbraio 2010

Componenti del Comitato Federale Nazionale di Legautonomie eletti al XV Congresso

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Gigi Gravagnuolo - Sindaco del Comune di Cava dei TirreniRocco GrecoLuigia GrecoLeonardo Impegno - Consigliere del Comune di NapoliSanto Inguaggiato - Sindaco del Comune di Petralia SottanaGennaro IovinellaEmilio Isotton - Consigliere della Provincia di BellunoSimonetta Ladu - Assessore del Comune di SaruleFrancesco Lamandini - Sindaco del Comune di SpilambertoNicola Landolfi - Consigliere del Comune di SalernoAntonio Lisanti - Presidente Legautonomia PugliaSimona Lobina - Consigliere del Comune di Medio CampidanoGiorgio Lovili - Segretario Generale del Comune di L'AquilaMaurizio Lozza - Collaboratore Legautonomie LombardiaGiuseppe Lucarini - Sindaco del Comune di UrbaniaPaolo Lucchi - Sindaco del Comune di CesenaValerio Lucciarini - Sindaco del Comune di OffidaItalo Lullo - Sindaco del Comune di Oliveto CitraBiagio Luongo - Sindaco del Comune di CampagnaIleana Maiolini - Assessore della Provincia di AnconaMario Maiolo - Presidente Legautonomie CalabriaAntonio Manfredelli - Presidente Legautonomie BasilicataNicola Manocchio - Sindaco del Comune di FossaltoBruno Manzi - Presidente Legautonomie LazioCesarina Marcello - Sindaco del Comune di TianaLuigi Marconi - Consigliere della Provincia di FermoSavina Marelli - Consigliere del Comune di Mariano ComenseUmberto Marroni - Consigliere del Comune di RomaAngiolo Marroni - Garante diritti detenuti del LazioGiovannino Marteddu - Sindaco del Comune di OrotelliVincenzo Martinez - Vicesindaco del Comune di UdineLuigi MassaGianfranco Massetti - Consigliere del Comune di Paderno DugnanoMonia Matta - Consigliere del Comune di CagliariGiuseppina Maturani - Consigliere della Provincia di RomaDaniela Mazzucca - Dirigente TecnopolisMario Melfi - Sindaco del Comune di AmendolaraFrancesco Meloni - Sindaco del Comune di OrgosoloVirginio Merola - Consigliere della Provincia di BolognaAntonio Misiani - DeputatoTeresio Molla - Tesoriere Legautonomie LombardiaMarco Monesi - Sindaco del Comune di CastelmaggioreClaudia Montagna - Sindaco di CavamanaraAlessia Morani - Assessore della Provincia di Pesaro UrbinoRossana Mori - Sindaco del Comune di Montelupo FiorentinoFerdinando Morra - Segretario Legautonomie CampaniaDonatella Mungo - Assessore del Comune di ImolaSandro Murgia - Assessore del Comune di GesicoCarlo Nannetti - Sindaco del Comune di Lastra a SignaCarmine Nardone - Presidente dell'Associazione Futuro IdeaClaudio Niero - Consigliere del Comune di PonzanoNicola Nigro - Direttore de L'Informatore - Presidente Seratel(Associazione Sindacale Emittenza Radiofonica e Televisiva)Nicola Nista - Assessore della Provincia di LivornoUgo Nori - Presidente Legautonomie AbruzzoDaniela Occhiali - Sindaco del Comune di Sant'Agata BologneseVincenzo Ortolina - Consigliere del Comune di MilanoRoberta Papi - Assessore Comune di GenovaNicola Parisi - Consigliere del Comune di Buccino

Rosario Patti - Segretario provinciale Legautonomie MessinaMarita Peroglio - Segretario Legautonomie PiemonteCinzia Peroni - Consigliere del Comune di Castel di LamaGiovanna Petrini - Sindaco del Comune di CannaraFederica Petrucci - Assessore del Comune di GrugliascoLuigi Piano - Sindaco del Comune di DolianovaMaurizio Piazza - Sindaco del Comune di BeinascoFrancesco Picarone - Assessore del Comune di SalernoSaverio Piccarreta - Vicepresidente Ordine dei CommercialistiRoberto Piccinini - Segretario Legautonomie MarcheFrancesco Pignataro - Sindaco del Comune di CaltagironeDomenico Pino - Consigliere della Provincia di TorinoPaolo Pirazzini - Direttore Legautonomie Emilia RomagnaPiergiorgio Poeta - Consigliere della Provincia di Forlì CesenaFilippo Poleggi - Segretario Legautonomie MoliseEmma Ponzi - Sindaco del Comune di Riolo TermeGiovanni Porta - Consigliere del Comune di MolfettaGiorgio Pruccoli - Sindaco del Comune di VerrucchioLaura Puppato - Sindaco del Comune di MontebellunaGiuseppe Rao - Consigliere della Provincia di MessinaRoberto Reggi - Sindaco del Comune di PiacenzaRoberta Rivi - Assessore della Provincia di Reggio EmiliaAntonio Rosati - Assessore della Provincia di RomaGianfranco Rossi - Segretario Legautonomie LiguriaSimonetta Rubinato - Sindaco del Comune di RoncadeMaura Ruggeri - Consigliere del Comune di CremonaPaolo Russomando - Sindaco del Comune di Giffoni Valle PianaFederico Saccardin - Presidente Legautonomie VenetoGiancarlo Sagramola - Vicepresidente della Provincia di AnconaMaurizio Salomoni - Assessore della Provincia di GoriziaRodolfo Salzarulo - Sindaco del Comune di LioniGiacomo Sandri - Sindaco del Comune di FormelloFrancesco Santoro - Sindaco del Comune di Santa Margherita BeliceGaetano Saporito - Direttore Legautonomie CampaniaTerenzio Schirru - Sindaco del Comune di GesicoAntonio Scippa - Esperto LegautonomieBruna Sibile - Sindaco del Comune di BràSirio Sini - Segretario Legautonomie SardegnaRenzo Soro - Sindaco del Comune di GaltelliMarco SportelliGiovanni Squame - Presidenza Legautonomie CampaniaDante StefaniPasquale Sullo - Sindaco del Comune di CasavatoreAntonio Testoni - Sindaco del Comune di DorgaliPietro Tidei - Segretario Legautonomie LazioMarietta Tidei - Consigliere del Comune di CivitavecchiaEnnio Tosetto - Assessore del Comune di VicenzaGuido Turreni - Consigliere del Comune di OrvietoStefano Vetrano - Presidente Legautonomie CampaniaGiuseppe Vetrano- Consigliere del Comune di AvellinoTommaso Villani - Assessore del Comune di Borgaro TorineseAedo ViolanteTiziana Virgili - presidente della Provincia di RovigoDomenico Volpe - Capogruppo del Comune di BellizziSalvatore Vozza - Sindaco del Comune di Castellammare di StabiaUmberto Zampieri - Assessore del Comune di PadovaMarcella Zappaterra - Presidente della Provincia di FerraraNicola Zingaretti - Presidente della Provincia di Roma

2424 Gen./Febbraio 2010Gen./Febbraio 2010

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E’ stato recentemente osservato (Carmine Russo eGiovanni Faverin: Da una riforma all’altra, Verona,2009) che mentre il modello organizzativo-gestio-nale delle Pubbliche amministrazioni, disegnatodalla riforma del 1992/92 (Legge delega 421/1992e Decreto Legislativo 29/1993), si afferma in unclima nel quale la politica cede significativi spazidi operatività concreta agli attori interni dell’or-ganizzazione (dirigenti, organizzazioni sindacali),“la revisione normativa messa in cantiere nel 2008e realizzata nel 2009 vive in tutt’altro clima: pog-gia, da un lato sul recupero di un ruolo, realizzatodalla politica rispetto a quegli anni, e dall’altro suun chiaro risultato elettorale che ha consegnatoallo schieramento vincitore una stabile maggio-ranza parlamentare”. E’ una considerazione, questa, che deve farciriflettere sulla portata della Riforma Brunetta edin qualche modo ne fornisce anche una chiave dilettura alternativa, alla luce della quale i nuovistrumenti di individuazione degli indirizzi e degliobiettivi strategici e di misurazione e valutazionedella performance si traducono in un’enfatizza-zione del ruolo degli organi di indirizzo politico,chiamati ad un maggior protagonismo, se nonnella gestione, certamente nel dettaglio degliobiettivi e nella valutazione dei risultati dellagestione, ed in un ridimensionamento del ruolodei dirigenti, negli ultimi anni spesso oggetto dicritiche per la loro autoreferenzialità e la loroarrendevolezza nei confronti dei rappresentantisindacali.Questo possibile significato della RiformaBrunetta deve essere considerato con grandeattenzione, in particolare, dai dirigenti degli Entilocali, tanto più perché esso si incrocia con “l’an-ticipo” della Riforma delle Autonomie, realizzatocon la Legge 191 del 23 dicembre 2009,Finanziaria 2010. In particolare, con i commi 184, 185 e 186 dell’ar-ticolo 2 della Legge, il numero massimo dei con-siglieri comunali è stato ridotto del 20 per cento(la riduzione è stata successivamente estesa ancheai consiglieri provinciali) e il numero massimodegli assessori è stato proporzionalmente ridotto,per ciascun Comune e per ciascuna Provincia, inuna misura pari ad un quarto del numero dei con-siglieri, per i Comuni, e ad un quinto per leProvince; è stata, altresì, prevista la soppressionedella figura del Difensore civico, delle circoscri-zioni di decentramento comunale, della figura del

Direttore generale e dei consorzi di funzioni tragli Enti locali. L’applicazione di tali disposizioni,finalizzate espressamente, ai sensi dell’articolo 2,comma 183 della Legge, a realizzare una propor-zionale riduzione del contributo ordinario basespettante agli Enti locali, sarà obbligatoria, adecorrere dal 2011, per i singoli Enti per i quali haluogo il rinnovo del rispettivo consiglio, con effi-cacia dalla data del medesimo rinnovo (la decor-renza dal 2010, originariamente prevista dallaLegge, è stata rinviata con un Decreto Legge digennaio 2010).Se non ci saranno ulteriori modifiche legislative(peraltro già annunciate), la nuova Finanziariaavrà un effetto dirompente sui Comuni,con particolare riguardo proprio aquelli più grandi: la soppressionedella figura del Direttore generale,delle circoscrizioni, e quindi delle piùavanzate forme di decentramentofino ad oggi consentite dalla Leggeper i Comuni oltre 300.000 abitanti (egià realizzate in alcuni grandiComuni, come Napoli), del Difensorecivico e dei Consorzi e la significativariduzione dei componenti dei consiglie delle giunte non potranno nondeterminare uno stravolgimento deirapporti all’interno degli Enti locali, icui effetti, nel bene o nel male,andranno ben oltre la riduzione dellespese fisse e, quindi, dei trasferimentiordinari da parte dello Stato. Si tratta di innovazioni che, primaancora che per il contenuto, appaionocriticabili per il modo in cui vengonoposte in essere: al di fuori, cioè, di uncontesto di riforma più armonico ecomplessivo, studiato in funzione diun miglioramento dell’efficienza delleAutonomie, e al solo scopo di realizzare econo-mie di spesa. Personalmente, penso sia sbagliato sopprimereanche nei Comuni più grandi, per intenderci oltrei 200.000 abitanti, le circoscrizioni o le più avan-zate forme di decentramento, fino ad oggi possi-bili. In molte realtà, le circoscrizioni hanno funziona-to bene ed il ricorso ad esse fa oramai parte delleabitudini dei cittadini: sopprimerle si tradurrebbein minori servizi e minori possibilità di partecipa-zione; cosa diversa è renderle meno costose e più

2525Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

La dirigenza locale fra riformaBrunetta e riforma delle Autonomie

DAL MUNICIPIO! Il Comune Il Comune e le sue dinamiche e le sue dinamiche interinternene

a cura di VINCENZO MOSSETTI*

Il Ministro Roberto Calderoli,sostenitore della riduzionedei Consiglieri comunali

ed altri cambiamenti negli Enti locali

Come si cambia con la “Riforma Brunetta” (parte terza)

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efficienti. Lo stesso si dica per la figura del Direttore genera-le: prevederne la costituzione anche per i Comunidi 15.000 abitanti, questo era il limite minimo pre-visto dalla Legge prima della Finanziaria 2010, èrisultato certamente eccessivo ed inutilmentedispendioso, tanto più che anche Comuni conpopolazione inferiore ai 15.000 abitanti ne hanno,nel passato, previsto la costituzione, avvalendosidella possibilità di consorziarsi a tale scopo fra diloro; è certamente anche vero che le esperienze inproposito, realizzate inizialmente in molti Comunid’Italia, sono apparse molto diversificate, spessosbiadite e poco incisive, impedite nella loro funzio-ne dall’ambiguità dei rapporti con gli organi politi-ci e talvolta ostacolate dalla insufficiente compren-sione e accettazione, da parte di questi ultimi, delruolo del Direttore generale, ma non c’è dubbioche le organizzazioni estremamente complesse deigrandi Comuni assai difficilmente potranno fare ameno di una funzione di direzione generale, ingrado di governarne i processi, in un rapporto lealecon l’Amministrazione, grazie ad adeguate risorsegestionali e professionali.Ed infatti il Disegno di Legge di riforma degliorgani e delle funzioni degli Enti locali, approvatodal Consiglio dei Ministri il 19 novembre 2009,prevede, in misura peraltro più equilibrata, le stes-se cose, ma in un contesto assai più organico ecomplessivo, nel quale, oltre alla riduzione deiconsiglieri e degli assessori comunali e provinciali,alla eliminazione delle circoscrizioni di decentra-mento comunale nei Comuni con meno di 250.000abitanti, al forte contenimento dei consiglieri dellecircoscrizioni superstiti, alla eliminazione delDifensore civico comunale, delle Comunità mon-tane e dei Consorzi di Enti locali, alla previsionedella nomina del Direttore generale solo neiComuni più grandi, si provvede anche alla indivi-duazione delle funzioni amministrative fondamen-

tali che spettano ai Comuni, alle Province e alleCittà metropolitane, alla razionalizzazione del-l’amministrazione provinciale e periferica delloStato, all’adeguamento delle regole del Patto distabilità, al potenziamento dei controlli di tipoamministrativo, finanziario e contabile. Viene quasi da pensare che, introducendo nellaFinanziaria le norme certamente più rigorosesopra ricordate, si siano volute creare le premesseper un più rapido percorso parlamentare delDisegno di Legge approvato dal Consiglio deiMinistri.Come già è successo nei primi anni ’90, in cui lariforma delle Autonomie locali, che peraltro avevaanticipato quella delle altre amministrazioni pub-bliche, costituì uno degli aspetti più visibili del rin-novamento del Paese, assai probabilmente ancheoggi gli Enti locali potranno scoprire una nuovavitalità, tanto più se la riforma complessiva vedràpresto la luce, superando le norme introdotte unpò precipitosamente dalla Finanziaria.E’ in questo contesto prossimo venturo che dovràessere implementata la Riforma Brunetta: in tutti iComuni, anche quelli più grandi, dovranno essereavviate revisioni organizzative e regolamentariassai impegnative; la riduzione della presenza delpersonale politico, per la soppressione degli organidi decentramento e la riduzione del numero deicomponenti degli organi collegiali, renderà inevi-tabilmente più incisiva e visibile l’azione degliorgani superstiti; i procedimenti di decisione e dicontrollo risulteranno inevitabilmente modificati,si spera in meglio; le dinamiche interne agli Entilocali risulteranno inevitabilmente modificate e ifunzionari ed i dirigenti dovranno preoccuparsi diadeguare la propria professionalità, i propri meto-di di lavoro ed il proprio ruolo alle nuove normeed al diverso modo di atteggiarsi degli organi poli-tici.

*Direttore Generale del Comune di Napoli

2626 Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

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Il tema dell'autonomia tributaria degli Enti locali (intesa quale rap-porto tra tributi propri, rispetto ai quali l'Ente può incidere sul get-tito variando le aliquote, ed entrate correnti complessive) deve esse-re considerato sia in relazione ai tributi propri derivati, rispetto aiquali il legislatore statale dovrà perlomeno mantenere inalterati ilivelli attuali complessivi di autonomia tributaria, sia in relazionealla nuova fattispecie di quelli che possono essere definiti i reali tri-buti propri autonomi, ovvero di quelli che saranno stabiliti e appli-cati dagli stessi Enti locali, negli spazi definiti dagli appositi principidella Legge di coordinamento.Per quanto riguarda i tributi locali, la Corte costituzionale ha sottoli-neato che, stante la riserva di legge che copre tutto il panorama delleprestazioni patrimoniali e che comporta la definizione a livello legi-slativo quanto meno degli aspetti fondamentali dell'imposizione edata l'assenza di poteri legislativi in capo agli Enti sub-regionali,occorrerà definire, da un lato, l'ambito entro il quale potrà essereesercitata la potestà regolamentare degli Enti locali e, dall'altro lato,il rapporto tra legislazione statale e legislazione regionale per quan-to attiene alla disciplina di grado primario dei tributi locali.Le entrate degli Enti locali sono diverse e numerose. Di conse-guenza, se svariate possono essere le modalità di classificazionedelle stesse, è opportuno soffermarsi brevemente su due fonda-mentali criteri di classificazione: quello contabile e quello economi-co. Con riguardo al profilo contabile, è possibile operare la distin-zione tra entrate ordinarie ed entrate straordinarie, a seconda che sirinnovino periodicamente (come ad esempio le imposte sul reddito,l'imposta comunale sugli immobili), o che presentino il carattere sal-tuario ed eccezionale (è il caso dell'alienazione del patrimonio).Relativamente al profilo economico, le entrate si distinguono in ori-ginarie e in derivate. Le prime provengono agli Enti pubblici daibeni del loro patrimonio (è il caso dei fitti attivi, della vendita delpatrimonio e così via) o dalle attività che essi esercitano (corrispon-dono, in pratica, alle tariffe corrisposte dai cittadini per la fruizionedi servizi pubblici).Le entrate derivate, invece, si differenziano da quelle originali per-ché sono dovute obbligatoriamente dai singoli cittadini: lo Stato e gli

Enti locali, cioè, si avvalgono del loro potere di coazione (e quindidi costrizione) per imporre ai cittadini delle prestazioni obbligatorieaffinché gli stessi contribuiscano alla copertura delle spese pubbli-che.Al riguardo, va evidenziato che queste prestazioni obbligatorie indenaro che lo Stato e gli altri Enti pubblici impongono ai singoli,costituiscono la categoria dei tributi. Inoltre, lo Stato esercita la pro-pria potestà tributaria in base a Leggi approvate dalle Camere, rap-presentative del popolo. Tale potestà viene poi delegata agli Entilocali che, esercitandola in base ai principi sanciti dalla Costituzionee dall'Ordinamento giuridico, nonché nel rispetto dei principi dicoordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, sonoin grado di reperire le risorse necessarie allo svolgimento delle lorofunzioni istituzionali. Il tributo si concretizza in una prestazione indenaro, imposta al cittadino, affinché contribuisca alla coperturadelle spese pubbliche. Le specie di tributi più comuni sono: le impo-ste, le tasse, i contributi o tributi speciali.L'imposta viene definita come una prestazione coattiva, di regolapecuniaria, dovuta dal soggetto passivo, senza alcuna relazione spe-cifica con una particolare attività dell'Ente pubblico. Il fondamentogiuridico dell'imposta muove dalla considerazione che poiché il suogettito è destinato a soddisfare i bisogni della collettività, il prelievoimposto non deve avere alcuna correlazione con la domanda o conl'utenza di dati servizi pubblici da parte dei singoli.Il dovere di corrispondere le imposte sorge, invece, sulla base dialcuni criteri stabiliti coattivamente dallo Stato nell'esercizio del suopotere di sovranità, che si rinvengono nella possibilità economicadel soggetto a sostenere il peso dei tributi e quindi nella sua capacitàcontributiva. Di conseguenza, sulla base di quanto sopra detto, sirileva che la funzione dell'imposta è quella di far concorrere allespese pubbliche tutti coloro che sono interessati all'esistenza e alfunzionamento dello Stato e degli altri Enti pubblici locali, cui que-sto ha conferito la potestà tributaria.Va, comunque, evidenziato che le imposte possono distinguersi eclassificarsi in numerosi modi, di cui ricordiamo i principali. Inprimo luogo, abbiamo la distinzione tra imposte dirette e imposte

indirette. Le imposte dirette sono quelle che colpiscono le mani-festazioni immediate e dirette della capacità contributiva,ossia la ricchezza in quanto esistente (ad esempio il patrimo-nio) ovvero il flusso di ricchezza che perviene a un soggetto inun determinato periodo di tempo (ad esempio il reddito). Leimposte indirette sono, invece, quelle che colpiscono le mani-festazioni medianti e indirette della capacità contributiva,ossia la ricchezza in quanto viene consumata o trasferita. Unaseconda distinzione è tra imposte reali e imposte personali. Leimposte reali sono quelle che colpiscono il soggetto passivo,senza tenere conto delle proprie condizioni personali o fami-liari. Le imposte personali sono, invece, quelle che colpisconoil soggetto passivo tenendo conto delle sue condizioni socio-economiche e familiari.

*Segretario Generale della Provincia di MilanoPresidente Commissione Studi e Ricerche UNSCP

2727Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

L’Autonomia tributaria degli Enti localied il corretto avvio del Federalismo fiscale

LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE CHE CAMBIA!Note e commenti suiNote e commenti suiprprocessi di innovazioneocessi di innovazioneamministrativaamministrativaa cura di ALFONSO DE STEFANO*

L’intervento del Presidente della Provincia di Milano, on. Guido Podestà, al Congresso nazionale dell’Upi (Unione Province Italiane)

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“Siamo disposti a discutere con il Governo, ma la Tarsu deverimanere ai Comuni. Non era mai stato concepito un provvedi-mento simile, un fulmine a ciel sereno dopo settimane e settima-ne in cui il testo è stato limato e riscritto”. E’ quanto afferma ilPresidente Anci Campania e Sindaco di Ercolano, Nino Daniele,a conclusione della riunione svoltasi nella sede dell’Anci regiona-le, con i Sindaci dei cinque Comuni capoluogo.Al centro della discussione, la scelta del Governo di modificare,con il Decreto Legge n.195 del 30 dicembre, per la sola RegioneCampania, la riscossione della Tarsu, sottraendola ai Comuni eassegnandola alla Provincia. “Contestiamo il metodo, la filosofia ispiratrice del provvedimento- dice Daniele - nessuno ci ha mai chiamato, nessuna interlocuzio-ne, noi siamo disposti a collaborare con il Governo, purchè nonvenga indebolito il ruolo dei Comuni, che con un provvedimentodel genere verrebbe rimesso in discussione. Le conseguenze sui bilanci comunali sarebbero incalcolabili, pernon parlare poi dello sforamento del Patto di stabilità, soprattut-to per i Piccoli Comuni”. Il Presidente dell’Anci Campania spiega che i Sindaci dellaCampania lavoreranno per dar vita ad un documento unitario dasottoporre all’attenzione del Governo per far presente la loroposizione. Per Daniele “il problema dell’emergenza rifiuti in Campania èserio e i Comuni è giusto che svolgano la loro parte collaborandocon le altre istituzioni, ma non è certo questa la strada. In questo modo - rileva - si rischia una vera e propria paralisi delsistema e tra l’altro così si spara nel mucchio coinvolgendo anchequei Comuni che ben hanno agito durante l’emergenza”. Infine, una battuta sulla natura del Decreto: “E’ un provvedimen-to che va contro il federalismo tanto invocato, è una centralizza-zione forzata”, sottolinea il Presidente di Anci Campania.“Poi mi chiedo come una Provincia, come quella di Napoli, diquattro milioni di abitanti possa da sola gestire tutto il ciclo deirifiuti. Si può discutere se la Tarsu possa essere riscossa in formaassociata dai Comuni o anche creando delle strutture sovracomu-nali, ma non si può privarne del tutto la riscossione ai Comuni”,conclude Daniele.

2828 Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

Anci CampaniaAnci CampaniaAssociazione Nazionale Comuni ItalianiAssociazione Nazionale Comuni ItalianiIl Presidente, Nino Daniele

Nino Daniele: siamo pronti a discutere, ma il confronto non può

prescindere dal ruolo dei Comuni

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Nel nostro Paese l’Associazioni-smo ha svolto e sta svolgendo unimportante lavoro di sinergia tra icittadini, gli Enti territoriali e leIstituzioni regionali e nazionali. Intutto questo l’Associazione deiComuni, e cioè l’ANCI, ha deter-minato in questi anni una crescitain quantità ed anche in cultura, cheha avuto come approdo quello che,oggi, è diventato un vero e proprio“Gruppo di servizi” che rappresen-ta un’insieme di realtà fortementecoese ma contrassegnate, ciascuna,dalla propria specificità. In meritole indicazioni che si possono legge-re nelle note elaborate e pubblicatesono per certi aspetti illuminanti. L’Anci, in particolare:• promuove lo studio e l’approfon-dimento di problemi che interessa-no Comuni e Città metropolitane eorienta la propria sensibilità acogliere tendenze, mutamenti enuove criticità su ogni materiariguardante la Pubblica Ammi-nistrazione; • interviene con propri rappresen-tanti in ogni sede istituzionale in cuisi prendano decisioni concernentigli interessi delle Autonomie locali;• presta in modo diretto, o median-te accordi e convenzioni con variesocietà, attività di consulenza eassistenza ai Comuni relativamentea competenze che la legge attribui-sce al Parlamento e allo Stato

nazionale; • esamina i problemi che riguarda-no i dipendenti degli Enti locali eriveste un ruolo nell’agenzia(ARAN - Agenzia per laRappresentanza Negoziale nellePubbliche Amministrazioni) chetratta la definizione del contrattonazionale di lavoro del comparto; • favorisce iniziative per diffonderela conoscenza delle istituzioni loca-li, accrescere l’educazione civicadei cittadini e la loro partecipazio-ne alla vita della municipalità; • incoraggia e coordina le relazioniinternazionali dei suoi associati e leloro attività nel campo della coope-razione internazionale decentrata.

La nota

Il Presidente del Consiglio Anci, Bartolo D’Antonio

di Bartolo D’Antonio

Per l’anno 2010 le quote associative ANCI restanoinvariate rispetto a quanto previsto per il 2009; restaconfermata, altresì, la previsione di esenzione totaledel pagamento delle quote da parte di tutti i Comunicon popolazione fino a 500 abitanti. Le quote 2010sono determinate come di seguito:Quota variabile pari ad 0,158 per abitante (secon-do ultimo censimento ISTAT 2001).

Quota fissa:Abitanti da 501 a 1.000 - 85,00Abitanti da 1.001 a 3.000 - 111,00Abitanti da 3.001 a 5.000 - 137,00Abitanti da 5.001 a 10.000 - 164,00Abitanti da 10.001 a 30.000 - 217,00Abitanti da 30.001 a 50.000 - 275,00Abitanti da 50.001 a 100.000 - 545,00

Abitanti da 100.001 a 500.000 - 1.090,00Abitanti oltre 500.000 - 1.640,00Per i casi in cui è inoltre prevista una addizionaleregionale (Lombardia, Emilia Romagna, Toscana,Puglia) si rinvia ai siti delle ANCI Regionali perulteriori informazioni. Contattare gli uffici ammini-strativi dell'ANCI, Sig. Stefano Olivi - 06.68009212, adisposizione dei Comuni associati per qualsiasiinformazione e chiarimento.

Le quote associative restano invariate per il 2010

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L’Anci da tempo sta seguendo con attenzione l’evolversi delle proble-matiche che investono, in particolare, i Comuni. Qui di seguito voglia-mo segnalare due interventi molto significativi, quello del TarCampania sull’Energia e quello della Corte Costituzionale, relativa-mente alle Comunità montane.Energia: Tar Campania su Comuni e fonti rinnovabili. Nessun potere di veto ai Comuni nelle autorizzazioni per la produzione da fonti rinnovabili Va esclusa l'ipotesi che ai Comuni sia riconosciuto un potere di veto nelleprocedure volte al rilascio delle autorizzazioni per la costruzione diimpianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Lo ha affermato ilTar per la Campania - Sede di Napoli, sezione settima - con la sentenza15 gennaio 2010 n. 157, spiegando che l'articolo 27 comma 44 della Legge44/2009 ha soppresso, nel comma 4 dell'articolo 12 del DecretoLegislativo 387/2003, l'inciso in forza del quale “in caso di dissenso, pur-ché non sia quello espresso da una amministrazione statale preposta allatutela ambientale, paesaggistico-territoriale, o del patrimonio storico-arti-stico, la decisione, ove non diversamente e specificamente disciplinatodalle Regioni, è rimessa alla Giunta regionale ovvero alle Giunte delleprovince autonome di Trento e di Bolzano”. Tuttavia, secondo la disposizione contenuta nel comma 3 dell'articolo 12,la competenza a rilasciare l'autorizzazione unica resta in capo allaRegione o alla Provincia delegata dalla Regione. Perciò, secondo i giudi-ci amministrativi non è condivisibile l'assunto in forza del quale debbaessere riconosciuto al Comune una sorta di potere di veto. Del resto,osserva il Tar campano, tale conclusione contrasterebbe con la lettera e laratio dell'articolo 12 del Decreto Legislativo 387/2003 che, al contrario,era volto a semplificare e a snellire la procedura, al fine di favorire l'in-stallazione di impianti destinati alla produzione delle energie rinnovabili.Su AGEL testo integrale e commento approfondito della sentenza.Montagna: Corte Costituzionalesu criteri altimetrici Comunità montaneSecondo la Corte Costituzionale, che si è pronunciata con la sentenza n.27/2010, è illegittima la previsione di un criterio altimetrico rigido comestrumento per attuare la riduzione dei trasferimenti erariali diretti alleComunità montane.La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del-l’art. 76, comma 6-bis, del Decreto-Legge 25 giugno 2008, n. 112(Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, lacompetitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazionetributaria), convertito, con modificazioni, dalla Legge 6 agosto 2008, n.113, nella parte in cui prevede che “i destinatari della riduzione, priorita-riamente, devono essere individuati tra le comunità che si trovano ad unaaltitudine media inferiore a settecentocinquanta metri sopra il livello delmare”. Il dubbio era stato sollevato dalla Regione Liguria che contestavala previsione di un criterio altimetrico come unico riferimento per stabili-re le modalità e i destinatari della riduzione dei trasferimenti. Ritenendo tale questione fondata i giudici delle leggi rilevavano, in primoluogo, una stretta connessione con quella relativa ai commi da 17 a 22 del-l’art. 2 della Legge n. 244 del 2007 (Legge finanziaria per l’anno 2008) in

tema di Comunità montane. Nella precedente Legge finanziaria il legi-slatore statale aveva disposto che le Regioni, con proprie leggi, procedes-sero ad un riordino della disciplina delle Comunità montane ad integra-zione di quanto previsto dall’articolo 27 del Testo unico delle leggi sul-l’ordinamento degli Enti locali, in modo da ridurre, a regime, la spesa cor-rente per il loro funzionamento (art. 2, comma 17, della Legge finanziariaper l’anno 2008). Le Regioni, nelle leggi di riordino, dovevano tenerconto di alcuni criteri, indicati nel comma 18 dell’art. 2 della medesimaLegge finanziaria 2008, che venivano definiti “Principi fondamentali”.Tali norme sono state oggetto del giudizio di costituzionalità conclusosicon la sentenza n. 237 del 2009 e sono state ritenute immuni dai vizidenunciati in quanto riconducibili alla materia del coordinamento dellafinanza pubblica e rispondenti ai requisiti che la giurisprudenza costitu-zionale richiede alle norme statali che fissano i relativi principi.In particolare la stessa Corte, affrontando la questione relativa al citatocomma 18 dell’art. 2 della Legge finanziaria per l’anno 2008, ha afferma-to che “il legislatore statale, con il predetto comma, in funzione dell’o-biettivo di riduzione della spesa corrente per il funzionamento dellecomunità montane, e senza incidere in modo particolare sull’autonomiadelle Regioni nell’attuazione del previsto riordino, si limita a fornire allegislatore regionale alcuni “indicatori” che si presentano non vincolanti,né dettagliati, né autoapplicativi e che tendono soltanto a dare un orien-tamento di massima alle modalità con le quali deve essere attuato taleriordino”. Tra i suddetti “indicatori” vi era anche quello altimetrico che,dunque, è stato ritenuto non costituzionalmente illegittimo solo in quan-to espresso in modo generico, non vincolante e tendente a dare un orien-tamento di massima al riordino.La previsione, viceversa, di un criterio altimetrico rigido, quale quelloindividuato dall’art. 76, comma 6-bis, come strumento per attuare la ridu-zione dei trasferimenti erariali diretti alle comunità montane esorbita dailimiti della competenza statale e viola l’art. 117 Cost. Si impone, pertan-to, la declaratoria di illegittimità costituzionale della citata disposizionenella parte in cui prevede che le comunità destinatarie della riduzionedevono prioritariamente essere individuate tra quelle che si trovano aduna altitudine media inferiore a settecentocinquanta metri sopra il livellodel mare.

*Vice Presidente vicario Anci nazionalePresidente Ancitel

Vice Capogruppo Pdl alla Camera

2929Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

L’on. Osvaldo Napoli*

Il Tar Campania interviene sul ruolo dei Comuni nelleautorizzazioni per impianti per le Fonti rinnovabili

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localincinci

CampaniaAA

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Il Sindaco di Portici, Vincenzo Cuomo, in merito alla questione dei rifiu-ti in Campania è stato molto esplicito: “Il DL 195/2009 così come è statoformulato non va bene, per questo va cambiato!”.Non a caso, il documento prodotto dall’assemblea dei Sindaci campani èstato ispirato proprio da Vincenzo Cuomo, che testualmente recita: “IComuni della Campania ritengono loro preminente dovere concorrerecon il massimo degli sforzi possibili al definitivo superamento dell’emer-genza rifiuti in Campania ed al pieno avvio di un nuovo ciclo di gestionedei rifiuti fondato sulla raccolta differenziata mediante l’implementazio-ne della modalità “porta a porta”.Il Decreto 195/2009 nella sua attuale formulazione è inadeguato al con-seguimento dei suddetti obiettivi e carico di rischi di una ricaduta in fasidi crisi e difficoltà. L’improvvida e rigida accelerazione centralistica intro-dotta con le società provinciali compromette un’ ordinata fase di transi-zione ed un’ equilibrata e funzionale articolazione delle responsabilità edei compiti tra le istituzioni decentrate.Si profilano ulteriori megastrutture, destinate ben presto a configurarsicome nuovi ed improduttivi carrozzoni - ha evidenziato Cuomo nell’in-contro - i cui costi comporteranno inasprimenti tariffari e pregiudiche-ranno le esperienze positive in atto in molti Comuni della Campania, pro-ducendo un livellamento verso il basso e non la generalizzazione delleeccellenze manifestatesi.Il principio di equità, introdotto nell’organizzazione e gestione su baseprovinciale degli impianti di smaltimento, non può tradursi in una “cami-cia di Nesso” che burocratizza e travolge la necessaria flessibilità e colla-borazione tra Enti e quale assorbimento dell’intero ciclo dei rifiuti in unainapplicabile uniformità, a scapito della specificità degli ambiti territoria-li. Le società provinciali per gli impianti di smaltimento devono fondarsisu rigorosi piani industriali che abbiano come finalità essenziale l’econo-micità di gestione e la progressiva riduzione degli oneri. Eventuali esube-ri di personale vanno affrontati dallo Stato e dalla Regione con le risorsedestinate agli ammortizzatori sociali e non con la tassazione a carico deicittadini.Il Decreto 195/2009 interviene in modo pesantemente illegittimo e ridi-stribuisce prerogative che la Costituzione attribuisce con scultorea chia-rezza. I Comuni della Campania, nell’ambito della leale cooperazione traistituzioni della Repubblica, non escludono il conferimento di ulteriorifunzioni alle Province - è quanto ha sostenuto il Sindaco VincenzoCuomo, in una parte integrante del documento - purché ciò avvenga nelquadro di una strategia condivisa e comprensibile ai cittadini. Così come non escludono, ma al contrario ritengono utili, interventi san-zionatori e sostitutivi nei confronti di Comuni reiteratamente inadem-pienti, fino allo scioglimento.Perché sia democraticamente accettabile è che ciò avvenga attraversoregole e procedure ben definite: così ora non è.Nella attuale stesura, il Decreto avvia procedure che creano incertezza econfusione amministrativa e contabile.Noi chiediamo che, da subito, si emani una norma transitoria - ha sottoli-neato Cuomo - per quanto attiene a Tarsu, tributi e esazioni. La previsio-ne di invio delle banche dati nei 30 giorni successivi all’entrata in vigoredel Decreto deve essere procrastinata ai 30 giorni successivi alla conver-sione del Decreto.

Ciò sia come segnale di disponibilità al dialogo, sia per una temporalizza-zione realistica e produttiva di risultati. In ogni caso, l’Anci propone atutti i Comuni aderenti di regolarsi in tal modo e quindi di non inviare ladocumentazione richiesta fino alla conversione del Decreto. Le propostedi modifiche che l’ANCI avanza sono tese ad un confronto costruttivo eda determinare soluzioni più efficaci, nel quadro di uno sforzo solidale nel-l’esclusivo interesse dei cittadini della Campania.Relativamente alla Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge30 dicembre 2009, n. 195, allo stato attuale, è depositata la proposta emendativadell'ANCI, presso la VIII Commissione della Camera.Qui di seguito pubblichiamo i relativi articoli:

Art. 11(Regione, province, società provinciali e consorzi)

Al comma 1, dopo le parole “ articoli 42, 48” sopprimere “e 50” ;Al comma 1, dopo le parole “n. 267” aggiungere le seguenti parole: “ fatte salvele competenze dei Comuni già individuate dall’art. 198 del D.lgs. 152 del2006,”……;Al comma 2, dopo le parole “gestione integrata dei rifiuti”, aggiungere leseguenti parole: “si dispone che i Presidenti delle Province della RegioneCampania provvedano, entro il termine perentorio di novanta giorni dalla leggedi conversione del presente decreto, all’effettuazione delle attività strumentalialla costituzione delle Autorità d’ambito che eserciterà le funzioni ad esse asse-gnate dal D.lgs. 152/2006.”…;Al comma 2 aggiungere infine il seguente periodo: “In ogni caso la scelta deisoggetti gestori sarà effettuata, conformemente a quanto stabilito dall’art. 202del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e dalla legge 166/09, attraverso garae, comunque non si darà luogo a nessun subentro nel caso in cui le attività diraccolta, trasporto, trattamento ovvero recupero siano svolte da una Società atotale capitale pubblico, che già svolge la propria attività in via prevalente neiconfronti di uno o più Enti ricadenti nel medesimo Ambito Territoriale salvodiverse intese tra amministrazioni locali e provinciale”.All’articolo 11, abrogare i commi 4 e 5 e sostituire il comma 3 con il seguente 3. “ I costi dell’intero ciclo di gestione dei rifiuti, di competenza delle ammini-strazioni territoriali trovano integrale copertura nell’imposizione dei relativioneri a carico dell’utenza. I Comuni della Regione Campania versano alleProvince, o per esse alle Società Provinciali il corrispettivo dei servizi loro affi-dati. In caso di inadempienza dei Comuni rispetto al puntuale pagamento deglioneri dovuti alle Province, o per esse alle società provinciali, quale corrispetti-vo dei servizi loro affidati, i Presidenti delle Province agiscono in via sostitutiva,per il recupero degli importi evasi, nominando un commissario ad acta secondole modalità di cui all’art. 23 della L. R. Campania n° 4/2007 e contestualmentene da notizia al Prefetto il quale attiva le procedure di cui all’art. 142 del D.lgs.267/2000 anche in caso di violazioni di estrema gravità da parte delle ammini-strazioni comunali delle disposizioni di cui all’art. 198 del D.lgs.152/2006.

Articolo 12.(Riscossione dei crediti nei confronti dei comuni campani)

All’art.12 comma 2 dopo le parole “sono recuperate” aggiungere le seguentiparole: “prioritariamente mediante compensazione del minor gettito per l’e-senzione dall’ICI dell’abitazione principale, i minori trasferimenti erogati peri risparmi della politica, i contributi arretrati per le spese sostenute dai Comuniper gli Uffici giudiziari e in mancanza”…….OSSERVAZIONI

Articolo 9.(Impianti di selezione e trattamento dei rifiuti).

Va soppressa la previsione di scarichi preferenziali e adeguatamente normataper specifiche e eccezionali circostanze.

3030 Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

Il Sindaco di Portici, Vincenzo Cuomo

Questione rifiuti: prima di tutto gli interessi deicittadini campani, per questo l’emergenza va superata

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CampaniaAA

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Con le riforme che sta mettendo in campo, a partire dalla Carta delleAutonomie, “il Governo punta innanzitutto a recuperare la centralitàdegli Enti locali e soprattutto dei Piccoli Comuni, dove si concretiz-zano la partecipazione e la democrazia diretta. Vogliamo una riformache tenga conto, da una parte, del mantenimento delle identità terri-toriali, e dall’altra che regali dinamicità e snellimento alle ammini-strazioni locali”. E’ quanto ha affermato il Sottosegretario all’Interno,Michelino Davico, alla IX Assemblea nazionale dei Piccoli ComuniCernobbio (CO). Alla luce dei fatti, salvo, poi, a non tener contodelle esigenze dei piccoli Comuni nella riforma che si sta allestendo.La stessa riduzione del numero dei Consiglieri comunali dimostra chela democrazia viene messa all’angolo. A testimonianza della negati-vità di tanti consiglieri è il Comune che ha 47 abitanti e 12 consiglieri.Ebbene, se sono questi i parametri discutiamone e troviamo una solu-zione, ma non generalizziamo. Il comune di 1000 abitanti non puòessere paragonato a quello di 47. I costi, anche di questo si può discu-tere, ma con equilibrio e senza demagogia.Parlare della riduzione dei componenti della Giunta è un fatto ragio-nevole, ma ridurre i consiglieri comunali significa limitare il rapportodiretto con il cittadino; in merito, non va dimenticato che è il primoe vero organo democratico del Paese. Quello che davvero occorre è una vera ristrutturazione della norma-tiva, in senso complessivo, che davvero tenga conto dell’ammoderna-mento e dell’ innovazione della macchina amministrativa, a partire dauna riforma degli organi collegali eletti che però non devono essereridotti, soprattutto nei piccoli Comuni, perchè ai tanti problemi dicoordinamento e di gestione se ne andrebbero ad aggiungere altriancora più gravi, a meno che l’intento sia quello di abolire nei piccoliComuni la democrazia partecipata. Siamo ad un punto in cui bisognadifendere, con forza, gli Enti locali, perchè, ormai, è sotto gli occhi ditutti, sono l’unico livello rimasto di democrazia diretta e partecipata.La riduzione della spesa resta un obiettivo, ma i veri sprechi e centridi spreco non sono sicuramente i Comuni, bensì altre nicchie delloStato, basti pensare che un dirigente di una società statale guadagnaoltre 300 mila euro all’anno, più di quanto si spenda per milleConsiglieri comunali. Ebbene, guardiamo questi sprechi ed puntiamo sulle innovazioni tec-nologiche. I Comuni amministrano territori che richiedono servizi,tempi rapidi di decisione e dinamismo burocratico, ma ancora conti-niamo a dimenarci su fatti diversi dalla realtà, dimenticando che citroviamo di fronte ad una macchina dello Stato lenta e burocratica-mente superata. Inoltre, non va dimenticato che dal 2003-2007 i piccoli Comuni hannoaccresciuto la loro autonomia finanziaria, hanno diminuito la lorodipendenza dall’erario e hanno contenuto la crescita della spesa,soprattutto per i costi di funzionamento e di personale, ma come glialtri sono stati colpiti dai provvedimenti in materia di ICI prima casa. Non a caso, nel Rapporto IFEL dedicato ai numeri dei piccoliComuni, si rileva che proprio nel corso del 2003-2007 i piccoli Comuni

hanno realizzato una crescita della loro autonomia analoga a quella ditutti gli altri Comuni. Se però i dati percentuali sono abbastanza simi-li (si passa dal 64% nel 2003 al 68% nel 2007 nei Comuni più grandicontro il 54% del 2003 al 58% del 2007 nei piccoli Comuni), diversa èla composizione: dal Rapporto si evince che “i grandi Comuni hannosfruttato i loro margini di manovra sul fronte tributario, mentre i pic-coli hanno fatto maggiormente ricorso alle entrate extra-tributarie”.Dai dati risulta che tra il 2003 e il 2007 la spesa dei piccoli Comuni èaumentata di circa 70 euro in termini pro capite, in tutti gli altriComuni la crescita della spesa è più contenuta (circa 50 euro). Tra l’altro, sempre secondo il Rapporto IFEL sul saldo di bilancio, ipiccoli Comuni presentano un quadro di finanza pubblica molto equi-librato in termini di saldo di bilancio. Influenzano i dati sia la dimen-sione del Comune che lasua ubicazione sul terri-torio: si passa infatti daldeficit di 69 euro procapite, nei Comuni tra1.000 e 2mila abitanti, a35 euro, nei Comuni piùpiccoli, con popolazionetra 500 e 1.000 abitanti.A livello territoriale, ledifferenze sono ancorapiù marcate: si passa da un deficit di oltre 160 euro pro capite regi-strato nei piccoli Comuni della Campania e della Valle d’Aosta (109euro), ai Comuni virtuosi del Trentino Alto Adige che, nel 2007,hanno accumulato un avanzo di 75 euro pro capite. I piccoli Comuni, inoltre, fanno però ricorso all’indebitamento inmaniera più accentuata, rispetto a tutte le amministrazioni. Nel 2007il livello di debito pro capite dei piccoli Comuni è pari a 533 euro, con-tro un valore nazionale pari a 524 euro. I più indebitati sono i Comunipiccolissimi (fino a 500 abitanti) con un debito superiore a 800 europro capite, ma il valore si abbassa notevolmente per il resto dei pic-coli Comuni, dove il livello di debito è inferiore ai 500 euro pro capi-te. I più indebitati sono i piccoli Comuni della Valle d’Aosta (con circa1.500 euro pro capite), mentre all’estremo opposto si collocano quel-li della Sicilia, con un debito pro capite di 115 euro.Nel 2007 i piccoli Comuni hanno speso circa 1.230 euro per abitante,70 euro in più rispetto alla media nazionale. Il divario maggiore lo tro-viamo nella spesa per investimenti, superiore ai 400 euro pro capitenei piccoli Comuni, contro i 270 euro impiegati nei Comuni più gran-di. In tutto ciò, non va dimenticato che i piccoli Comuni sono una gran-de risorsa sociale anche dal punto di vista del patrimonio storico-cul-turale e sono un grande serbatoio dell’identità del Paese, non dimen-ticando il grande fattore produttivo, visto che nei piccoli Comunivivono oltre 10milioni di persone.

*Segretario regionale Anci Campania

3131Gen./Febbraio 2010Gen./Febbraio 2010

Cristian Mastrolia*

I Piccoli Comuni, una risorsa possibile perlo sviluppo e la valorizzazione del territorio

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localincinci

CampaniaAA

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie locali

3232 Gen./Febbraio 2010Gen./Febbraio 2010

Gli accordi di Copenaghen e l’impegnodelle Regioni per la tutela dell’ambiente

FFoorrmmeezzFFoorrmmeezz Viale Marx,Viale Marx, 15 - 00137 Roma - www15 - 00137 Roma - www.formez.it.formez.it

CARLO FLAMMENTPresidente FormezPresidente Formez

Il progetto Governance e il progetto Biodiversità del Formezdi Arturo Siniscalchi - Dirigente FormezQuesta volta non si può lasciare che il patto per il clima evapori nell’aria: gli accordi diCopenhagen che entreranno in vigore nel post-Kyoto, dopo il 2012, dovranno essererispettati. E per far questo, occorre richiamare ciascuno alle proprie responsabilità. Se la posta in gioco, a livello internazionale, riguarda l’adesione dei paesi industrializ-zati e il “risarcimento” a quelli che lo sono meno, come evidenziato dal vertice Onu diCopenhagen, per l’Italia i risultati del progetto Governance del Formez, appena con-cluso, indicano alle Regioni la necessità di fare di più, di fare meglio, di fare insieme. In una road map virtuale, che ci accompagna oltre il summit di Copenhagen, sotto iriflettori ci sono proprio le Regioni, perché sono le titolari dell’autorità legislativa inmateria ambientale ed energetica.Di fronte a questa sfida, il Formez si è posto e si pone, per il futuro, quale partner stra-tegico del Ministero dell’Ambiente, per l’attivazione di percorsi virtuosi finalizzatiall’innovazione e al cambiamento della P.A. italiana, anche in materia ambientale.

E’ importante che il Ministerodell’Ambiente possa dotarsi di strumentiidonei a misurare in modo attendibile eveloce l’impatto delle politiche messe inatto dalle Regioni. Bisogna non lasciare sole le Regioni chehanno fatto bene, e che sono state parteintegrante del progetto. Il nostro impe-gno, anzi, sarà di creare un dialogo ed unacollaborazione con tutte le altre, proprioper evitare la discontinuità che attual-mente c’è tra una Regione che “traina”, eche si dota di piani d’azione per il clima,ed altre che non sono in grado di farlo.L’auspicio è di poter avviare e sostenerenel tempo “laboratori di concertazioneambientale” che ci consentano non solodi contagiare, con le buone prassi, i terri-tori che sono più indietro, ma anche di

fare affiancamento “on the job” alle ammi-nistrazioni centrali e locali, nell’attuazione

degli strumenti di governance ambientale, nonché di dare un supporto operativo alleRegioni e agli Enti locali per l’attuazione delle politiche di sviluppo sostenibile e di effi-cienza energetica previste, nell’ambito della programmazione 2007-2013.Il nostro è un programma ambizioso: favorire il cambiamento non delle prescrizioniastratte ma dei comportamenti pratici e reali delle pubbliche amministrazioni. Per que-sto, l’aiuto che daremo al Ministero sarà anche quello di incentivare il ricorso agliacquisti ecologici e di favorire il risparmio energetico, la raccolta differenziata e l’uso dicarta riciclata, incentivando comportamenti virtuosi, piuttosto che indicando norme darispettare. A questa logica si sono ispirati i nostri ultimi progetti , cui speriamo di darepresto un seguito.Il progetto GovernanceDall’esperienza del nostro progetto, che ha coinvolto cinque Regioni con le miglioriperformance, abbiamo riscontrato alcune priorità, tra cui rafforzare il dialogo tra i varilivelli istituzionali, per evitare l’effetto di “isolamento” della singola esperienza virtuo-sa, e diffondere con maggiore energia le buone prassi.

L’obiettivo complessivo è stato duplice: da un lato, si è voluto intervenire sugli stru-menti di governance propri del Ministero e delle Regioni, per facilitare i processi diprogrammazione e controllo strategico delle politiche ambientali rivolte alla tutela epromozione della sostenibilità ambientale; dall’altro lato, abbiamo avviato un percor-so di “empowerment” delle competenze delle amministrazioni regionali, per adottarein maniera efficace gli strumenti di governance del progetto. In relazione al primo obiettivo, sono state sviluppate una serie di riflessioni sugli aspet-ti legati alla normazione della materia ambientale, letti alla luce della trasversalità dellepolitiche ambientali, rispetto ai diversi settori operativi delle amministrazioni locali.Sono stati poi sviluppati strumenti di pianificazione e controllo strategico (in primis la“balanced scorecard”), per agevolare l’azione sinergica tra il Ministero e le Regioni, inuna logica di cooperazione interistituzionale.Il secondo obiettivo è stato sviluppato attraverso la realizzazione di un corso di forma-zione in modalità “blended”, che ha visto coinvolti oltre 100 rappresentanti di cinqueamministrazioni regionali, impegnati in un percorso didattico articolato in lezioni online, in seminari via web e in interventi frontali degli esperti Formez.Il progetto BiodiversitàTutelare la diversità biologica del nostro territorio e imparare a farlo entro il 2010,come prevede il Countdown 2010, una iniziativa lanciata nel 2004 a livello paneuropeoe sottoscritta da 191 Stati del mondo: gli atti normativi, i casi di eccellenza in Italia, inEuropa e in ambito internazionale sono solo alcuni degli strumenti che il Formez, sumandato del Ministero dell’Ambiente - Direzione Generale Protezione della Natura -mette a disposizione delle Regioni e delle amministrazioni locali, attraverso un corsodi formazione gratuito in presenza che ha visto a novembre la prima edizione. Proprio la ricchezza naturale del nostro Paese rende necessario uno sforzo in questadirezione: secondo l’ultimo rapporto dell’IUCN, in Italia si stima una diminuzione subase locale del 40% del patrimonio delle piante, mentre il 68% dei vertebrati risulta inpericolo. In Europa, sono 571 le specie animali e vegetali sotto stretta minaccia di estin-zione. Un tema all’ordine del giorno anche nel summit di Copenaghen, dove è emersoche proprio per il ruolo fondamentale che la biodiversità svolge nel pianeta, anche perla mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, devono essere valorizzate lepolitiche di sistema, le reti ecologiche e il paesaggio agrario per combattere la deserti-ficazione e il dissesto idrogeologico, attraverso un supporto finanziario delle aree pro-tette.Il Formez ha organizzato una seconda edizione del corso, a Bologna dall’1 al 5 feb-braio, e per quella data sono aperte le iscrizioni per tutti i dipendenti pubblici.L’attività del corso, di cui si consiglia di consultare il programma sul sito Formez(www.formez.it) o www.climaenergia.it, è articolata su due aree di intervento: analisi eformazione. L’area di analisi sarà finalizzata allo studio dei processi di diffusione dellabiodiversità presso le pubbliche amministrazioni, anche in chiave comparativa, con-sentendo la mappatura dei punti di forza e di debolezza nei vari contesti nazionali e l’in-dividuazione, a livello internazionale, delle principali “best practice” trasferibili nelcontesto italiano, con particolare riferimento al sistema nazionale delle aree protette. L’area di formazione riguarderà specifiche azioni di formazione (in presenza e a distan-za) finalizzate a trasferire presso le singole amministrazioni la capacità di applicare inmaniera efficace gli strumenti individuati dalla Convenzione sulla Diversità Biologica,con l’obiettivo di innalzare le competenze degli operatori pubblici di comunicare versoil territorio i temi della biodiversità e della tutela degli habitat negli ecosistemi dei par-chi delle riserve naturali nazionali. Parallelamente ai due filoni di attività, sarà presen-te un’area dedicata alla comunicazione, per garantire la massima diffusione dei risulta-ti, il coinvolgimento delle amministrazioni e una informazione costante, attraversostrumenti, come “direct mailing” e “newsletter”.

Il dott. Arturo Siniscalchi

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie locali

Il presidente della Campania, Antonio Bassolino, ed ilsottosegretario al Lavoro, Pasquale Viespoli, hanno fir-mato, a Napoli, un protocollo d'intesa per valorizzare ibeni confiscati alla camorra, facendone un'occasione dilavoro e sviluppo. La firma, nella sede della Giunta regionale della

Campania, è,secondo entram-bi, "un momen-to importante dicoesione istitu-zionale", nel-l'ambito di unaguerra che "nondeve conosceredivisioni politi-che". E' l'occa-

sione di un'aper-tura: sollecitato sulla legge che rimette sul mercato i beniconfiscati alla mafia, Viespoli sostiene che "il governonon è insensibile rispetto al dibattito. se c'é da fare inter-venti e da affrontare mutamenti di carattere normativosiamo disponibili, rispetto alla finalità che la norma si èposta". Erano presenti anche il Vice Presidente della GiuntaAntonio Valiante - con delega: Risorse umane - Rformadell’Amministrazione regionale - Rapporto con il sistemadelle autonomie e dei piccoli comuni - Sicurezza delle città -Rapporto con i Paesi del Mediterraneo - e l'amministratoredelegato di Italia Lavoro, Natale Forlani. Obiettivo diun'intesa - tassello ulteriore dopo il primo accordo sigla-to a Casal Di Principe - è creare nuova occupazione,organizzare percorsi formativi, favorire la creazione diconsorzi di Comuni per l'utilizzo di beni confiscati. "La legalità conviene" dice Antonio Bassolino. Il gover-no, dal canto suo, conta proprio sugli Enti locali, spiegaViespoli, sottolineando l'importanza della "fruibilitàeffettiva" dei beni sequestrati e confiscati; "proprio losforzo degli Enti locali - continua il ragionamento - potràimpedire infatti che quei beni tornino nelle mani di sog-getti sbagliati". Sono 35 i beni già ristrutturati in Campania (sui 1.276

confiscati); sono stati investiti 11 milioni e mezzo deifondi messi a disposizione della legge regionale. "Siamopronti a investire altri 25 milioni dei fondi Fas, non appe-na saranno sbloccati" ha detto Bassolino. "Il nostroobiettivo è di fare in modo che le istituzioni pubbliche -ha spiegato il governatore campano - abbiano le risorsesufficienti per potere intervenire come istituzioni, inaccordo con privati anche per potere andare sul mercato.Facendo uno sforzo per impedire che si possa andareall'asta con il rischio che si riportino nelle mani sbaglia-te". C'é l'elenco delle prime iniziative che vanno in porto: unbed and breakfast, a Posillipo, nella residenza di MicheleZaza; a Contursi Terme, si lavora per ripristinare un anti-co sito termale in una proprietà del clan Marrandino; aPignataro Maggiore, si punta sulla produzione agricola inun sito un tempo degli ex Nuvoletta; a Casal di Principe,un ostello della gioventù, nella villa confiscata al clanCaterino; a Santa Maria Capua Vetere, un'area museale."Noi abbiamo avuto una norma approvata dalParlamento e inserita nel maxiemendamento inFinanziaria, ed è evidente che questo, a un certo punto,non ha consentito uno sviluppo pieno del confronto - hadetto Bassolino in proposito - il confronto va avanti però.Questo è il dovere delle istituzioni e di chi governa conuna mentalità riformista". "Dato che avete approvatoquella norma - ha concluso il governatore rivolgendosi alrappresentante del governo - io faccio tutto il possibile

3333Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

Il lavoro dell’Assessorato si è concretizzato in un protocollo d’intesa tra lo Stato ela Regione sottoscritto dal Sottosegretario Viespoli e dal Presidente Bassolino

Antonio Valiante- Vice Presidente -

Regione CampaniaRegione CampaniaDELLDELL’A’A SSESSORASSESSORATOTO CONCON DELEGADELEGA AGLIAGLI EE NTINTI LOCALILOCALI

Bollettino diBollettino diInforInformazionemazione a curaa cura

Pagine elaborate con il contributo dell’arch. PaolaCanneva, Assessorato regionale agli Enti locali

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di inforollettino di informazionemazionedell’Assessorato regionale agli Enti localiBB

3434 Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

Premesso cheIl contrasto alla forza economica delle organizzazioni criminali costituisce un terrenofondamentale di impegno delle Istituzioni per garantire ai cittadini sicurezza, legalitàe sviluppo economico, e che in tale prospettiva assume rilevanza strategica la ricon-versione e l’impiego a fini pubblici, sociali e produttivi delle ricchezze sottratte allacriminalità organizzata;In tale quadro, il Governo si è determinato a prevedere misure significative per unariforma del sistema delle misure patrimoniali, assegnando centralità al tema dei beniconfiscati;La Regione Campania, attraverso il sostegno alle attività degli enti locali, ha svoltoed intende continuare a svolgere un ruolo di riferimento,che ha già consentito di con-seguire significativi risultati con la ristrutturazione e messa in uso di numerosi beniconfiscati in attuazione di specifiche progettualità;L’obiettivo della collaborazione interistituzionale è di sviluppare una serie di inter-venti finalizzati ad incidere positivamente sulle condizioni di sicurezza e coesionesociale nella Regione Campania, condizioni funzionali al processo di sviluppo eco-nomico–sociale, in un contesto di programmazione integrata delle risorse e di un piùgenerale sviluppo dei rapporti di collaborazione istituzionale ed operativa.Il Ministero del Lavoro e della Previdenza Socialeritiene i beni confiscati alle organizzazioni criminali un importante strumento di crscita economica, occupazionale e di affermazione della legalità nei territori oppressidal controllo della criminalità organizzata;promuove, nell'ambito delle politiche sociali, azioni specifiche finalizzate a favorirela legalità nei territori ad alta presenza criminale mafiosa e a sviluppare occupazioneattraverso il riuso dei beni immobili confiscati ai sensi della legge 575/65, come modi-ficata dalla legge 109/96;dato il riscontro positivo avuto dalle politiche di sostegno a favore dello sviluppo, del-l’occupazione giovanile e della crescita della legalità attraverso il riutilizzo dei beniimmobili confiscati alle organizzazioni criminali, è impegnato a sviluppare occupa-zione tramite attività tese a valorizzare l’uso dei beni confiscati alle mafie, ancheavvalendosi delle proprie strutture tecniche;ha stipulato il 10 maggio 2007 con il Ministero dell’Economia e delle Finanze un pro-tocollo d’intesa per promuovere politiche specifiche atte a migliorare e valorizzarel’uso dei beni confiscati alla criminalità organizzata mirate alla creazione di occupa-zione; i due Ministeri hanno individuato L’ Agenzia del Demanio per il Ministerodelle Finanze e Italia Lavoro per Il Ministero del lavoro come le Agenzie tecnicheincaricate dell’attuazione degli obbiettivi operativi previsti dal protocollo;Italia lavoro, in raccordo con L’agenzia del Demanio e sulla base dei dati forniti daessa, ha elaborato una macro progettazione nazionale così come previsto nel proto-collo d’intesa del 10 maggio 2007 propedeutica ad azioni finalizzate al sostegno deilavoratori delle aziende confiscate, alla prevenzione della disoccupazione, alla pro-mozione della nascita di percorsi di inserimento lavorativo finalizzato alla costituzio-ne di nuove cooperative sui beni confiscati immobili ed aziendali così come previstoed auspicato dalla legge 109/96.la Regione Campaniaha individuato quale propria priorità strategica la realizzazione di interventi in mate-ria di sicurezza e legalità, ritenuti condizione essenziale per lo sviluppo socio-econo-mico del territorio;intende sviluppare azioni per integrare politiche occupazionali con programmi di svi-luppo locale;ha attuato politiche per il riuso dei beni confiscati sostenendo la realizzazione dinumerose progettazioni sostenibili ed in grado di attrarre sviluppo;al fine di sostenere gli EE. LL. nella realizzazione di progetti di riutilizzo dei beniconfiscati, ha approvato la Legge Regionale 12 dicembre 2003 n. 23 istitutiva di unfondo destinato al riutilizzo dei beni che, confiscati alla criminalità organizzata, fos-sero già acquisiti al patrimonio indisponibile dei Comuni;attraverso i fondi stanziati con la L.R. 23/03 ha attuato politiche per il riuso dei beniconfiscati sostenendo la realizzazione di numerose progettazioni sostenibili ed ingrado di attrarre sviluppo;con la Legge regionale n.1 del 19 gennaio 2009, ha arricchito il sistema di governan-ce in materia di riutilizzo di beni confiscati disciplinando la possibilità di avvalersidella Fondazione regionale “Politiche integrate per la sicurezza –Polis”;con la deliberazione n. 830, adottata dalla Giunta Regionale nella seduta del 9 mag-gio 2008, sono state approvate le “Linee d’Intervento- Pol.I.S. Politiche Integrate diSicurezza” in materia di sicurezza delle città con la previsione, quale linea prioritaria,di quella del riuso a scopo sociale, istituzionale e produttivo dei Beni confiscati allacamorra;per l’attuazione delle Linee d’Intervento sono state individuate quali fonti di finan-ziamento quelle provenienti dai Fondi Strutturali;che la Commissione, con Decisione C (2007) 5478 del 7 novembre 2007, ha adottatola proposta di Programma Operativo Regionale Campania FSE 2007 - 2013;che il Programma Operativo FSE della Regione Campania 2007 – 2013, nell’ambitodell’Asse VII “Capacità istituzionale”, ha previsto uno specifico Obiettivo Operativo2 p: “Garantire la sicurezza e la legalità attraverso azioni di monitoraggio e forma-zione del personale impegnato su questi temi”;con la Deliberazione di Giunta Regionale n. 1150 del 30/06/2009, recante la

Programmazione dell'Obiettivo Operativo 2 p “Garantire la sicurezza e la legalitàattraverso azioni di monitoraggio e formazione del personale impegnato su questitemi” ha individuato una specifica linea di intervento per il riuso a scopo sociale, isti-tuzionale produttivo dei Beni confiscati alla camorra.Considerato che:al fine di incidere positivamente sulle condizioni di sicurezza e coesione sociale nellaRegione Campania è indifferibile incrementare interventi funzionali al processo disviluppo economico–sociale;il patrimonio dei beni immobili ed aziendali confiscati alle mafie rappresenta siaun’enorme risorsa economica che una simbolica per la lotta alla criminalità organiz-zata;un più efficace e completo riutilizzo dei beni confiscati, coerente con la vocazionesocio-economica dei territori interessati, comporta un’ opportunità di rafforzamentodi servizi per il territorio con conseguente creazione di impresa;per lo sviluppo economico–sociale di un territorio è imprescindibile un contesto dirapporti di collaborazione istituzionale ed operativa;l’art.15 della Legge 241/91 dispone che le amministrazioni pubbliche possono sempreconcludere tra loro accordi per disciplinare lo svolgimento in collaborazione di atti-vità di interesse comune;l’interesse comune nella fattispecie è rappresentato dalla realizzazione di politichespecifiche atte a migliorare e valorizzare l’uso dei beni confiscati alla criminalità orga-nizzata mirate alla creazione di occupazione;Il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e la Regione Campania intendo-no promuovere concreti ed immediati interventi, politici ed amministrativi, che con-sentano, attraverso la riconversione e l’utilizzo dei patrimoni confiscati di incremen-tare interventi funzionali al processo di sviluppo economico–sociale;Tutto quanto premesso e considerato le parti convengono quanto segue:

Articolo 1Il Ministero e la Regione realizzano le seguenti azioni:

a) potenziano le politiche per la salvaguardia dei livelli occupazionali esistenti e l’in-cremento di nuova occupazione attraverso l’utilizzo dei beni confiscati alla crimina-lità organizzata presenti nel territorio della Regione Campania;b) attivano in particolare azioni di sistema per l’inserimento lavorativo attraverso l’u-tilizzo dei beni confiscati di disoccupati, inoccupati e soggetti in condizione di svan-taggio così come previsto dalla legge 109/96;c) facilitano gli enti locali e le pubbliche amministrazioni attraverso la promozione diuna governance regionale nell’individuazione di programmi di riutilizzo a scopo pro-duttivo e/o occupazionale di beni confiscati alla criminalità tenendo conto dell’areageografica ove insistono i beni confiscati;d) sviluppano azioni per integrare politiche occupazionali con programmi di sviluppolocale nei territori interessati dalla criminalità organizzata.

Articolo 2Il Ministero per la realizzazione di politiche specifiche atte a migliorare e valorizza-re l’uso dei beni confiscati alla criminalità organizzata mirate alla creazione di occu-

pazione si avvale della società ItaliaLavoro Spa, come da Direttiva del Ministro del Lavoro 21 marzo 2007, e ha formu-lato espresso nulla osta all’utilizzo di Italia Lavoro per la realizzazione delle attivitàdi cui al presente protocollo.Italia Lavoro, per conto del Ministero del Lavoro, provvederà alla predisposizione erealizzazione di apposita progettazione delle attività, già autorizzate, di cui all'art. 1.Il Ministero dà mandato alla DG Mercato del Lavoro di curare, d’intesa con i com-petenti uffici regionali, tutte le procedure occorrenti al buon esito delle attività.La Regione affida al Dirigente del Settore Rapporti con Province, Comuni eComunità Montane l’adozione degli atti gestionali connessi alla realizzazione delleattività di cui all'art. 1, prevedendo l'approvazione di una apposita convenzione, cheverrà sottoscritta in maniera congiunta da DG Mercato del Lavoro, Settore Rapporticon Province, Comuni e Comunità Montane della Regione Campania, e ItaliaLavoro, quale Ente strumentale del Ministero del Lavoro.

Articolo 3La Regione svolge le funzioni di coordinamento generale delle iniziative di cui all’ar-ticolo 1, così come previsto per gli interventi cofinanziati dal FSE nell’ambito delPOR.. Il Ministero svolge funzioni di monitoraggio, controllo e verifica degli inter-venti realizzati dal proprio Ente strumentale, attraverso le proprie strutture a questopreposte.Il Ministero a fronte del monitoraggio e dei controlli effettuati si impegna con laRegione ad una verifica annuale congiunta sullo stato di avanzamento delle attivitàfinalizzata ad una eventuale rimodulazione degli interventi che si rendesse necessa-ria in relazione a mutamenti del quadro socioeconomico e normativo di riferimento.

Articolo 4Il presente Protocollo ha la durata di anni tre a partire dalla data della stipula e potràessere modificato con il consenso delle parti, a seguito di cambiamenti intervenuti nelcontesto di riferimento, su richiesta di una delle due Parti.Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche socialion. Sottosegretario Pasquale ViespoliRegione Campaniaon. Presidente Antonio Bassolino

Protocollo d’intesa fra Ministero del Lavoro, della Salute e dellePolitiche Sociali e la Regione Campania. Per la realizzazione di unprogramma condiviso di sviluppo occupazionale sui beni confiscati

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di inforollettino di informazionemazionedell’Assessorato regionale agli Enti localiBB

3535Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

A.G.C. 01 - Gabinetto Presidente Giunta Regionale - SettoreRapporti con Province, Comuni, Comunità Montane e Consorzi -Delega e Subdelega Comitato Regionale di Controllo(CO.RE.CO.) Decreto dirigenziale n. 388 del 31 dicembre 2009 – Legge regiona-le 13 giugno 2003 n. 12. Approvazione bando per l'assegnazioneagli Enti Locali di contributi per progetti di sicurezza urbana inte-grata - Annualità 2009 - Impegno di spesa. PREMESSO • che la legge regionale 13 giugno 2003 n. 12 “Norme in materia

di polizia amministrativa regionale e locale e politiche di sicurez-za” detta specifiche disposizioni per la promozione di un sistemaintegrato di sicurezza delle città e del territorio regionale; • che in particolare il comma 1 lettera f) dell’art. 5 e il comma 1

dell’art. 10 della suddetta legge prevedono che la Regione assegnicontributi agli Enti Locali per la realizzazione di progetti di sicu-rezza urbana integrata; • che il comma 3 dell’art. 10 prevede, tra l’altro, che i contributisono concessi secondo le priorit, le modalit e i criteri stabiliti dallaGiunta Regionale. PRESO ATTO • che la Giunta Regionale con propria deliberazione n.1925 adot-tata nella seduta del 30 dicembre 2009 ed avente ad oggetto:Legge regionale 13 giugno 2003 n. 12. Approvazione atto di indi-rizzo per l'assegnazione di contributi regionali per interventi in

materia di sicurezza urbana ha approvato: l’atto di indirizzo conil quale sono state stabilite le priorit, le modalit e i criteri diassegnazione dei contributi regionali agli Enti locali per la realiz-zazione di progetti volti al miglioramento degli spazi pubblici edelle condizioni di vita nelle citt; ha destinato alla suddetta ini-ziativa la somma di 1.153.780 di cui al cap. 312 “Spese in ma-teria di sicurezza urbana e polizia amministrativa regionale e loca-le” della U.P.B. 6.23.222 dell’esercizio finanziario 2009; hademandato al Dirigente del Settore Rapporti con Province,Comuni e Comunit Montane all’adozione del provvedimento diapprovazione del bando per la concessione dei contributi agli EntiLocali per la realizzazione di progetti di sicurezza urbana integra-ta, nonch all’adozione di tutti gli atti consequenziali, ivicompresi l’emanazione e la pubblicazione del bando, l’impegnodei fondi, l’approvazione della graduatoria, il riparto dei fondi, laliquidazione e l’ordinazione di pagamento secondo le prescrizionicontenute nel bando, l’eventuale revoca e decadenza nei confron-ti degli Enti locali inadempienti, l’eventuale assegnazione dei

fondi residui a favore degli Enti collocati utilmente in graduatoriae a beneficio delle azioni di monitoraggio. CONSIDERATO• che il succitato atto di indirizzo definisce le tipologie di inter-

venti, di beneficiari, le risorse nonch le priorit, le modalit e i cri-teri attraverso i quali gli Enti beneficiari possono avvalersi delsostegno regionale per la realizzazione di progetti di sicurezzaurbana integrata; • che questo settore, conformemente a quanto indicato nel succi-

tato atto di indirizzo, ha predisposto il bando per l’accesso al con-tributo per la realizzazione di progetti di sicurezza urbana inte-grata con relativo modello di domanda e schema di progetto. RITENUTO pertanto • di dover procedere all’approvazione del bando per la concessio-ne di contributi agli Enti Locali per la realizzazione di progetti disicurezza urbana e polizia locale in esecuzione della deliberazionedi Giunta regionale n. 1925 del 30/12/2009; • di dover provvedere, conseguentemente, ai sensi dell’art. 32della Legge Regionale 7/02, all’impegno della somma di Ä.1.153.780,00 sul cap. 312 “Spese in materia di sicurezza urbana epolizia amministrativa regionale e locale” della U.P.B. 6.23.222dell’esercizio finanziario 2009. VISTA

• la legge regionale n. 12/2003; • la legge regionale n. 7/2002; • la L.R. n. 2/2009;

la delibera di Giunta Regionale n. 261 del 23/02/2009 di approva-zione del bilancio gestionale anno 2009. la deliberazione diGiunta Regionale n. 1925 del 30/12/2009. Alla stregua dell’istruttoria compiuta dal Servizio 03 nonchè del-l’espressa dichiarazione di regolarit resa dal Dirigente del Servizio DECRETAper i motivi di cui in premessa, che si intendono integralmenteriportati: 1)- approvare il seguente allegato che forma parte integrante esostanziale del presente decreto: “Bando per l’assegnazione dicontributi agli Enti Locali per la realizzazione di progetti di sicu-rezza urbana integrata - L.R. n. 12 del 13 giugno 2003- Annualità2009” (all. A) con relativo schema di domanda e schema di pro-getto (Allegato B e C) finalizzato all’assegnazione di contributiregionali agli Enti Locali per la realizzazione di progetti di sicu-rezza urbana integrata; 2)- impegnare contestualmente la somma di 1.153.780,00 sul cap.312 “Spese in materia di sicurezza urbana e polizia amministrati-va regionale e locale” della U.P.B. 6.23.222 dell’esercizio finanzia-rio 2009, (SIOPE: cod. bil. 1 05 03) riservandosi di destinare even-tuali rinvenienze ad azioni di monito-raggio in conformit con lelinee di indirizzo approvate con la citata deliberazione di GiuntaRegionale n.1925 del 30/12/2009; 3)- inviare copia del presente provvedimento: • all’Assessore alla Sicurezza delle città; • al Coordinatore del AGC Gabinetto Presidente GiuntaRegionale; • al Settore Gestione delle Entrate e della Spesa, per l’impegnodei fondi; • al Settore Stampa Documentazione ed Informazione per la pub-blicazione, unitamente agli allegati, sul B.U.R.C..

TedescoPer il Bando completo www.regione.campania.it

Contributi agli Enti Locali per la realizzazione diprogetti di sicurezza urbana integrata per il 2009

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie locali Bollettino di InforBollettino di Informazionemazione

Qui di seguito, pubblichiamo una sintesi (cura-ta da Marina Santoriello - Ufficio Stampa dellaProvincia) della Relazione sui primi sei mesi diGoverno dell’Amministrazione Provinciale diSalerno, presieduta dall’On. Edmondo Cirielli.In merito, il dott. Eugenio Ciancimino - porta-voce dell’Ente, relativamente a quanto eviden-ziato dall'On. Cirielli in occasione dell’incontrocon i giornalisti, ha sottolineato che l’Ufficio diPresidenza resta a disposizione per ulterioriapprofondimenti o per la relazione completa.“Efficienza, trasparenza amministrativa e contenimento

della spesa pubblica. L’Amministrazione provinciale, gui-data dall’Onorevole Edmondo Cirielli, ha iniziato il suolavoro, partendo da questi tre principi che hanno ispiratoi primi sei mesi d’attività. Un percorso in salita, per volta-re pagina, guardare avanti e gettare le basi per quel cam-biamento promesso in campagna elettorale. Costruire un’“altra” Provincia per “Tornare grandi”, attraverso tremissioni: riqualificazione della spesa per non sprecaredenaro pubblico, una burocrazia amica per assicurare tra-sparenza e pari opportunità e costruzione del futuro conmoderne infrastrutture e nuove tecnologie. Non è eccessi-vo sostenere che il primo impegno sia stato il superamen-to della situazione di disastro economico-finanziario ere-ditata dalla precedente Amministrazione di centrosinistrae, per superare la quale, è stato fatto un notevole sforzo.

In tale ottica si inserisce l’adozione di un nuovoRegolamento per la concessione dei contributi e le modi-fiche al Regolamento sull’organizzazione degli uffici e deiservizi, volto a ridurre e a razionalizzare gli incarichi asoggetti esterni, per garantire trasparenza e legittimità allerelative procedure. Significativo l’impegno nel settore deiLavori Pubblici, dove il mancato perfezionamento di unmutuo deliberato dalla Giunta precedente aveva provo-cato l’assenza di copertura finanziaria per gli affidamentidi lavori di manutenzione, previsti per tutto il 2009, con laconseguenza che le ditte affidatarie non si erano resedisponibili allo svolgimento degli stessi. Ma la manuten-zione delle strade caratterizzate dai maggiori flussi turisti-ci è stata assicurata attraverso la Meridionale Multiservicespa e il personale interno. Contestualmente, l’Amministrazione ha provveduto alperfezionamento del mutuo, per circa 5 milioni di euro,per coprire gli affidamenti pattuiti. Per quanto concerne leopere pubbliche, si è provveduto a sbloccare opere in can-tiere che da tempo risultavano ferme. Sono ripresi i lavo-ri della Fondovalle Calore, è stata raggiunta un’intesa for-male con il Comune di Angri, per l’abbattimento e la rico-struzione del cavalcavia di Via Delle Fontane, è statosbloccato l’appalto integrato per la strada “Pisciottana”, èstata scongiurata la revoca del finanziamento dellaRegione Campania, per l’intervento di prolungamentodelle vie di fuga nel Comune di Castel San Giorgio ed èstato predisposto un Protocollo d’intesa per sbloccare ilavori di realizzazione del Polo Espositivo e divulgativonel Comune di Bellizzi. Si è inoltre stabilito di finanziare una nuova uscita sullaTangenziale di Salerno, direzione sud, per l’aeroporto“Costa D’Amalfi” e la Giunta ha deliberato il progetto divariante alla Statale 18, nel tratto che congiungerà Cavade’Tirreni a Nocera Superiore e che sarà intitolata alCaporale Maggiore Massimiliano Randino, che ha persola vita a Kabul, lo scorso settembre. Di particolare rilievo,l’impegno profuso in questi primi mesi sul fronte dellepolitiche del lavoro, con la mobilitazione per le vertenzeAlcatel ed Alvi, l’istituzione della Commissione provin-ciale Impiego e il potenziamento dei dodici Centri perl’Impiego presenti sul territorio. Per favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavo-ro, è stato stipulato, tra l’Ente Provincia e la Camera diCommercio, un accordo di collaborazione per la promo-zione e la realizzazione di tirocini formativi e di orienta-mento, finalizzati a offrire opportunità di formazione e di

Il Presidente Edmondo Cirielli

Provincia di Salernoa cura dellaa cura della

Gettate le basi per un progetto di sviluppo per l’interaProvincia che punta alla valorizzazione delle risorse locali

3636 Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

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impiego a giovani diplomati e laureati, inoccupati edisoccupati, residenti in provincia di Salerno, pressoaziende del settore agricolo. Attenzione ai giovanitestimoniata anche dalle attività svolte dall’assessora-to alle Politiche giovanili. La prima delibera di Giunta provinciale ha visto ilrecepimento della “Carta di Bratislava”, la cartaeuropea che impegna gli Enti locali a stimolare la par-tecipazione dei giovani alla vita delle istituzioni loca-li. In tale direzione va anche il percorso di collabora-zione, iniziato con i rappresentanti dei “Forum deigiovani” dei vari Comuni locali e con i quali è in corsola redazione dello statuto dei Forum. Per quantoriguarda la costruzione di nuovi edifici scolastici,invece, l’Amministrazione ha provveduto a riappro-vare il progetto per la realizzazione di un Polo scola-stico a Contursi Terme e a Mercato S. Severino e a conclu-dere l’iter di approvazione dell’intervento per la realizzazio-ne della Città della Scuola a Sarno. Notevole impulso è statodato dall’Ente sui temi ambientali. L’Amministrazione ha aderito con il Progetto SUNEAGLE al “Life + 2009”, al programma pluriennale per lasperimentazione di strumenti di governance, sostegno edaccompagnamento all’attuazione del Protocollo di Kyoto,per la riduzione delle emissioni globali con obiettivi locali disostenibilità, favorendo le specificità e le vocazioni territo-

riali. È stato istituito il “Tavolo Blu”, coordinamento per-manente tra tutti i Comuni costieri, le Forze dell’Ordine el’Ente Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano,l’Autorità Portuale e gli Enti, gli organi e le istituzioni chehanno competenze ad esprimere pareri e ad assumere ini-ziative sui territori costieri, con lo scopo di censire gli inter-venti a difesa del mare e della costa in corso e programma-ti, verificare le esigenze e le necessità territoriali ed elabora-re un programma unico e coordinato per ottenere lerisorse finanziarie. Nel settore trasporti si segnala il potenziamento diaccordi con la Regione Campania, a partire da marzo2010, del Servizio Unico Campania per il trasporto sustrada relativo alla tratta per Amalfi e la Costieraamalfitana, oltre che dei collegamenti delle aree diEboli, dell’Alto Sele, del Tanagro e dell’Agro-noceri-no sarnese, della Costiera con l’Università di Salerno.Per quanto riguarda le politiche territoriali, ilConsiglio provinciale, su proposta della Giunta, havotato un atto di indirizzo per la pianificazione comu-nale e settoriale e sono state avviate attività di verifi-ca e studio relative al sistema infrastrutturale e della

viabilità, di monitoraggio ambientale e di supporto e di indi-rizzo ai Comuni che hanno in corso la redazione dei PUC.Nel settore agricoltura, è stata completata l’attività relativaalla gestione degli interventi per lo sviluppo e l’ammoder-namento delle imprese agricole (POR Campania 2000-2006). Tra le altre attività sviluppate, da evidenziare è ancheil sostegno alla proposta di candidatura della DietaMediterranea a bene immateriale del patrimonio Unesco; lapredisposizione del Programma Pluriennale di EducazioneAlimentare rivolto agli alunni delle scuole primarie e il

rilancio delle attività dell’Enoteca provinciale. Senza dimenticare gli interventi per il turismo e lavalorizzazione del territorio e della cultura. Si stalavorando alla creazione del primo Consorzio unita-rio degli operatori turistici e degli Enti pubblici pre-posti al turismo, è stato stipulato un Protocollo d’in-tesa con tutti gli operatori dello spettacolo che gesti-scono spazi teatrali attivi in Provincia ed è stata ripro-posta, con grande successo di pubblico, la XII edizio-ne della Borsa Mediterranea del TurismoArcheologico di Paestum, che ha fatto registrare circa8mila presenze (dato analogo al 2008), con una spesainferiore del 30%, rispetto ai costi dell’edizione pre-cedente. Infine, la promozione della cultura con la ria-pertura alla cittadinanza del Museo del Castello

Arechi, con un nuovo allestimento e un nuovo catalogo-monografia. I reperti, di notevole interesse, sono stati restau-rati e consistono in ceramiche, vetri, metalli e resti animali,risalenti al periodo che va dal VII al XIX secolo, con parti-colare concentrazione fra il X e il XVII secolo. Un primopasso verso quel progetto di elevazione del Castello diArechi a sede di rappresentanza della Provincia, nell’otticadella valorizzazione della storia e dell’affermazione dell’i-dentità del nostro territorio.”

3737Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di inforollettino di informazionemazionedella Provincia di SalernoBB

Parte il progetto di miglioramento dei servizi ai cittadini nella provincia di Salerno

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“Siamo in una fase di ripresa sta-tistica e di recessione umana”. Ladichiarazione del consigliere diBarack Obama, Larry Summers,durante il summit di Davos, nellasua crudezza fotografa bene ilmomento che caratterizza tuttele economie occidentali, Italiainclusa. Non intendo però porrel’accento su quanto la famigeratacrisi si riverberi in maniera nefa-

sta, in particolare sul nostro Sud.Preferisco partire, invece, da un assunto stimolante di JeanBoissonnat: “Non è il lavoro che manca. Siamo noi che manchiamodi intuito per comprendere che esso sta cambiando radicalmente edi immaginazione per organizzarlo diversamente”. Credo che que-sto possa essere il giusto approccio alle politiche attive per il lavoro,la cui attuazione concreta è l’obiettivo principale a cui tende la miaattività di assessore provinciale alle Politiche del Lavoro, Centri perl’Impiego e Pari opportunità. Infatti, l'implementazione delle cosid-dette “politiche attive per il lavoro” rappresenta oggi la migliorerisposta comune di tutti gli Stati Membri dell'UE, per fronteggiareil problema della disoccupazione. Il Novecento è stato definito “il secolo del lavoro”, la cui vicendastorica, socio-economica e giuridica è stata concepita come unalotta per la libertà della persona umana, ma nel pensiero contem-poraneo si comincia a dubitare che questo presunto carattere delsecolo già trascorso sia ancora valido e attuale. Si rafforza il convin-cimento che occorra utilizzare altre categorie interpretative per lacomprensione di prepotenti fenomeni socio-economici che coinvol-gono il valore, il significato, la dimensione culturale e identitaria, l’e-tica e le regole del lavoro. Il lavoro offerto e negato dei disoccupa-ti, il lavoro industriale e standardizzato dell’economia capitalistica,il lavoro frantumato e flessibile della new economy, il lavoro post-moderno della conoscenza e dell’innovazione tecnologica, il lavoroantico e mercificante delle persone marginali e degli immigrati,reclamano infatti un ripensamento del concetto di lavoro che ci èstato consegnato e di conseguenza anche delle politiche d’interven-to nel settore. Ebbene, per meglio comprendere l'importanza di un approccio atti-vo, occorre anzitutto differenziarlo dal cosiddetto approccio curati-vo, quello cioè delle politiche passive per l'occupazione. Negli annipassati, nel nostro Paese e in gran parte dell'UE, le politiche delmercato del lavoro si sono concentrate soprattutto sui sistemi diprotezione sociale e sui meccanismi di sicurezza contro le perditedel reddito. Questa situazione, che rappresenta un elevato costoeconomico per la società, insieme alla necessità di affrontare i cam-biamenti intervenuti nel mercato del lavoro, ha determinato suc-cessivamente una diversa attenzione da parte dell'UE alle politicheper l'occupazione, definita come “questione di interesse comune”nel corso del Consiglio Europeo di Amsterdam, nel giugno 1997,che ha visto la nascita della nuova Strategia Europea perl'Occupazione (SEO). La SEO ha invitato gli Stati Membri a coor-dinare le loro politiche in materia di lavoro intorno a quattro pila-stri d'azione prioritaria (occupabilità, imprenditorialità, adattabi-lità, pari opportunità). Una vera e propria svolta: il nuovo orienta-mento delle politiche attive si è basato così sull'importanza di aiu-tare le persone prima che siano disoccupate o al momento in cui lodiventano, piuttosto che occuparsi delle loro esigenze solo quandosono prive di lavoro per un certo periodo di tempo. Una nuovaimpostazione che ha permesso in concreto di avviare in Italia un

modo diverso di fare politica per l'impiego ed un nuovo modo diconcepire le azioni per lo sviluppo occupazionale e sociale, semprepiù incentrato sulla dimensione locale e sul concetto di integrazio-ne tra diverse policy e diversi soggetti impegnati a realizzarle. LeRegioni e le Province, in risposta al principio di decentramento esussidiarietà, si sono così trovate in prima linea, nell'intento di rea-lizzare tutta una serie di interventi di politica attiva mirati semprepiù su specifici target di popolazione, in particolare, quelli indicaticome più "deboli"e con maggiori difficoltà di inserimento lavorati-vo: i giovani, le donne, gli anziani. Parlare di politiche attive significa sottolineare, dunque, l'importan-za dei fondi strutturali e soprattutto del Fondo Sociale Europeo,impegnato a sostenere la Strategia Europea per l'occupazione. LeRegioni e le Province sono oggi chiamate a programmare, attraver-so i POR, misure apposite per affrontare il rinnovamento delle poli-tiche del lavoro, della formazione e dell'inclusione sociale. Lo sce-nario che si prospetta è quindi dinamico, poiché puntare sulle poli-tiche attive rappresenta una sfida, significa prestare maggiore atten-zione al mercato del lavoro e coglierne gli aspetti più problematicisoprattutto a livello territoriale, per offrire strategie mirate e spe-cialistiche e non più soluzioni uniformi rivolte a platee indifferen-ziate di disoccupati sull'intero territorio nazionale. Rientra in questa logica il lavoro che stiamo portando avanti, inseno al tavolo regionale, che dovrà definire l’importantissimoMasterplan dei Servizi per il Lavoro, finalizzato a coordinare lepolitiche campane per lo sviluppo del sistema del lavoro nei prossi-mi anni. La Regione Campania è titolare infatti delle funzioni diindirizzo e programmazione di tali politiche, che spetta poi alleProvince realizzare sul territorio, attraverso gli interventi operativiindividuati. Circa cinque milioni di euro dovranno arrivare in Provincia diSalerno per attuare le azioni che saranno programmate nelMasterplan. Serviranno per creare occupazione, tenendo conto del-l’attuale situazione di crisi e delle esigenze del territorio. In questocontesto, mi piace evidenziare due bandi innovativi che la nostraAmministrazione ha già varato, in anticipo rispetto alla stessaRegione Campania, tant’è che ci apprestiamo ad esperire la sele-zione e ad aggiudicare l’attuazione dei percorsi sperimentali per laformazione di due nuove figure professionali: la cosiddetta “tage-smutter” o “mamma di giorno” e lo steward. Non appena sarà dun-que individuato l’ente formativo aggiudicatario, quindici donnepotranno partecipare all’apposito corso che intende formare l’edu-catrice qualificata - la “tagesmutter” è una figura già molto diffusanelle regioni settentrionali e nel nord Europa - che usufruisce dellapropria abitazione per occuparsi dell’accudimento e dello sviluppoeducativo di un numero limitato di bambini (da tre a sei) di età com-presa tra 0 mesi e 14 anni. Allo stesso modo, 60 disoccupati potran-no ricevere adeguata formazione per qualificarsi come “steward evigilante per la sicurezza urbana” e come “addetto ai servizi di con-trollo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aper-ti al pubblico o in pubblici esercizi”, figure di cui si registra una cre-scente richiesta ma per le quali è difficile reperire personale ade-guatamente formato. Com’è evidente, si tratta di due profili che scaturiscono dalle istan-ze del nostro territorio e della nostra comunità e che si propongonodi creare occupazione attraverso una concreta concertazione traistituzioni e forze vive della società. Un modello virtuoso che d’orainnanzi sarà il fiore alle occhiello delle politiche attive per il lavorodella Provincia di Salerno.

*Vice Presidente Assessore alle Politiche del Lavoro,

Centri per l’Impiego e Pari opportunità

3838 Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di inforollettino di informazionemazionedella Provincia di SalernoBB

Avv. Anna Ferrazzano*

In una società civile ed umana, il lavoro prima di tutto

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Nel Direttivo del Coordinamento Nazionale delle Agende 21Locali Italiane, che si è tenuto a Rimini in occasione di “ECO-MONDO”, la grande fiera internazionale dedicata al recupero dimateria ed energia e allo sviluppo sostenibile, l’assessoreRomano è stato eletto Vicepresidente Nazionale e seguirà, inparticolare, le problematiche dell’area Sud, mentre l’assessore delComune di Milano, Edoardo Croci, si occuperà dell’area Nord. Presidente del Coordinamento è l’assessore all’Ambiente dellaProvincia di Bologna, Emanuele Burgin. “E’ una conferma diriconoscimento all’intera Provincia di Salerno - ha dichiaratoRomano - questo incarico mi stimolerà a dare ancora di più, masoprattutto mi consentirà di confrontarmi direttamente con letante realtà italiane con il fine ultimo di preservare l’ambiente ela sostenibilità”. Un ulteriore quanto prestigioso incarico perRomano, quindi, cui dovrà dedicare ulteriori sforzi ed energie“un ringraziamento - continua Romano - a quanti del Direttivo

hanno confidato in me e mihanno sostenuto al di là deipur divergenti schieramentipolitici”.Il “Coordinamento Agende21 Locali Italiane”, è un’as-sociazione costituita solo daComuni, Province eRegioni, creata nel 2000senza scopo di lucro e chepersegue esclusivamente

finalità di solidarietà sociale, svolgendo attività nel settore dellatutela e della valorizzazione della natura e dell'ambiente. Più specificatamente, l'Associazione ha per scopo la promozionein Italia, ed in particolare nelle aree urbane, del processo diAgenda 21 Locale, per rendere sostenibile lo sviluppo, integran-do aspetti economici, sociali ed ambientali, secondo gli indirizzidelle Carte di Aalborg, Goteborg e Ferrara.Il Piano d'Azione dell'ONU per lo Sviluppo Sostenibile, Agenda21, nasce durante la Conferenza su Ambiente e Sviluppo di Riode Janeiro nel 1992. Rifiuti: nasce la Società provinciale EcoAmbiente Salerno SpaE’ stata costituita la Società EcoAmbiente Salerno Spa, aziendache si occuperà della gestione integrata del ciclo dei rifiuti nel ter-ritorio della Provincia di Salerno. A darne notizia è stato l’asses-sore all’Ambiente, Giovanni Romano, che, in qualità diCommissario Delegato dal Governo ai sensi dell’O.P.C.M. n.3812 del 22.09.2009 ne ha curato la costituzione. La nuova Società EcoAmbiente Spa, con capitale sociale di 150mila euro, ha come socio unico la Provincia di Salerno. Unasocietà, quindi, interamente pubblica con un Consiglio diAmministrazione, presieduto dal dottor Roberto Celano.Vicepresidente e consigliere è il dottor Mario Capo, mentrel’Amministratore delegato è il dottor Gianluca De Santis.

Si tratta di tre professionisti specializzati in materie economiche egestione aziendale che avranno l’impegnativo compito di attivareimmediatamente la società e di guidarla, in ossequio ai principi diefficienza, efficacia ed economicità.Lo statuto della società prevede la costituzione di un Comitatotecnico-scientifico di cinque componenti, presieduto dall’assesso-re all’Ambiente della Provincia che, senza alcun compenso,garantirà il raccordo tra l’azione di programmazione dellaProvincia e l’azione operativa della Società. Sono, inoltre, previ-ste nello statuto le norme che garantiranno, in ossequio allavigente normativa, il controllo da parte della Provincia sull’anda-mento gestionale analogo a quello esercitato per i servizi istitu-zionali resi dall’Ente. Il Commissario Delegato GiovanniRomano, che si è avvalso del dottor Roberto Orlando per la sti-pula del rogito notarile, comunica che “la società fin dalla suacostituzione ha avviato subito le procedure amministrative persubentrare nella gestione dell’impianto di tritovagliatura S.T.I.R.di Battipaglia, la cui conduzione tecnica è stata affidata tempora-neamente al Dirigente del Settore Ambiente della Provincia, ing.Giuseppe D’Acunzi. I 68 dipendenti dello S.T.I.R. sono statiassunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato, fin dal 1°di gennaio, in modo da non compromettere la continuità di fun-zionamento dell’impianto”. Nuovi contributi per i Piani di Protezione Civile a 15 Comuni Altri 15 Comuni salernitani hanno ricevuto il contributo finan-ziario per i Piani di Protezione Civile comunale. Ad annunciarloè stato l’assessore provinciale alla protezione Civile, GiovanniRomano, che - presso la struttura operativa della Provincia di ViaMauri, guidata dal dottor Domenico Ranesi e dall’architettoFrancesco Guida - ha disposto il finanziamento di 77.876,00 Euroin favore dei seguenti Comuni: Castellabate, Cannalonga,Montecorvino Rovella, Aquara, Amalfi, Bellizzi, Pellezzano,Trentinara, Casalbuono, San Rufo, Sant’Arsenio, Capaccio,Perdifumo, Sessa Cilento, Vallo della Lucania. I nuovi Comunifinanziati dovranno avviare la fase operativa di redazione edaggiornamento dei Piani, utilizzando lo strumento messo a dispo-sizione dalla Provincia. L’obiettivo è quello di creare i presuppo-sti per la definizione di una comune linea strategica nella gestio-ne delle emergenze, per tutelare l’ambiente dai danni derivantida calamità naturali. Una comune pianificazione, dunque, tralivello locale e quello provinciale, attraverso una procedura gui-data che garantisca la redazione di modelli operativi omogeneicon mezzi e risorse umane. L’impegno finanziario garantito ai 15Comuni della Provincia è “un ulteriore passo verso approcci ope-rativi comuni nell’intera provincia - ha sottolineato l’assessoreRomano - che rientra nell’ambito del progetto EmerSa, segnan-do un altro tassello importante nella rielaborazione dei Piani diProtezione Civile”.

*Assessore all’Ambiente, Infrastrutture, Protezione Civile e Risorse Mare

3939Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di inforollettino di informazionemazionedella Provincia di SalernoBB

Giovanni Romano*

Agenda 21: Giovanni Romano, eletto Vice Presidente,seguirà in particolare la problematica delle aree del Sud

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inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie locali Bollettino di InforBollettino di Informazionemazione

Da quando sono alla guida della Provincia di Napoli, insie-me alla mia squadra di assessori, sto agendo con grandedeterminazione per dare all’Ente una svolta d’efficienza e diinnovazione. Tra le nostre priorità, come ho più volte ribadi-to nei miei interventi, c’è la qualità della spesa, una qualitàche passa attraverso un uso corretto dei fondi europei, unpiano per modernizzare le istituzioni e una razionalizzazio-ne delle società partecipate. Cosa che abbiamo fatto imme-diatamente. Siamo, infatti, usciti, come Ente, da sei societàmiste con un risparmio di circa 4 milioni di euro. Abbiamoriorganizzato, per esempio, la Sis, una partecipata che avevaaccumulato perdite per 340 milioni e che adesso si staavviando verso un cammino di risanamento. Una scelta inlinea con le misure introdotte dal Decreto Legge “anticrisi”,il quale ha previsto anche per le società partecipate il rispet-to di parametri relativi al patto di stabilità interno. Il nostro operato è stato premiato dagli analisti di Moody’s,l'agenzia internazionale di rating che, dopo l'esame dei daticonseguiti dal nostro Ente nell'ultimo anno, ci ha assegnatoun rating Aa3 con prospettive finanziarie stabili. L’avanzodi bilancio, pari a circa 58 milioni di euro, sarà impegnato inopere di grande impatto pubblico. Venti milioni andrannoper l’edilizia scolastica, 10 milioni per le strade, 700 milaeuro li abbiamo dati al Teatro San Carlo, grande emblemadella nostra città e della nostra cultura, altri fondi sarannoimpiegati nel sociale. Per quanto riguarda l’ambiente, voglio ricordare ilProtocollo d’intesa Mare Sicuro siglato con la Capitaneriadi Porto. Grazie a questo accordo abbiamo tutelato ibagnanti dall’inquinamento e dai pirati del mare. Abbiamoanche accelerato le procedure per realizzare le isole ecolo-giche e ci siamo affiancati ai sindaci del litorale flegreo nei

momenti più drammatici della crisi dei depuratori. Il 2010 è l’anno in cui si dovrà avviare un virtuoso ciclo inte-grato dei rifiuti. Finita l’emergenza, il nostro dovere è quel-lo di avviare una fase nuova e, finalmente “ordinaria” nelsegno dell’ambiente e della qualità della vita. Abbiamocostituito la società che dovrà occuparsi dei ciclo dei rifiuti:la Servizi Ambientali Provincia di Napoli. La SAP.NA èguidata da Corrado Catenacci, uomo integerrimo, con unagrande esperienza in materia di rifiuti acquisita in anni diattività come Commissario. Quella della gestione rifiuti èuna grande responsabilità che ci assumiamo, e non solo eco-nomica, ma anche organizzativa come è facilmente imma-ginabile, visti i precedenti. Ci stiamo comunque organizzan-do, nonostante i molti problemi che erediteremo, con l’o-biettivo di non bissare le precedenti gestioni che hannocreato un immenso disagio a tre milioni di napoletani, tra ilcapoluogo e la provincia, con evidenti ricadute negative infatto d’immagine. Il rilancio dei nostri territori va conseguito incentivando lepolitiche culturali e puntando realmente sulle nostre tradi-zioni. L’evento da noi promosso“Musica, Poesia e ArteBarocca in Provincia” è un esempio della nostra azione diturismo culturale: un itinerario inedito e sorprendente tra lechiese barocche di Nola, Portici, Giugliano, Terzigno eCasoria. Il mondo intero conosce le attrazioni della città diNapoli, ma dobbiamo fare in modo che vengano conosciu-ti ancora meglio i tesori sparsi nelle altre comunità parteno-pee. Occorre lavorare a un piano di progetti turistici chepossano “fare sistema” con tutte le realtà positive e sane delterritorio e puntare ad un “turismo policentrico” che daNapoli abbracci tutto il circondario. La valorizzazione deinostri centri passa anche attraverso una sana gestione dei

Piani territoriali di coordinamento provinciale e i pro-getti di sviluppo territoriale: fra le tante cose voglio soloricordare gli accordi di reciprocità che abbiamo siglatocon diversi comuni capofila, come Nola e Giugliano,che così potranno investire ingenti somme per la rea-lizzazione di preziose strutture. Abbiamo anche appro-vato lo studio di fattibilità del polo vivaistico dell’AreaPip di Marigliano, abbiamo realizzato impianti fotovol-taici per le scuole, stretto importanti accordi con rap-presentanti stranieri, tra cui politici e imprenditori liba-nesi e egiziani. Semplificheremo, inoltre, le procedureper gli sportelli unici per le attività produttive. Ciò rien-tra in un progetto più ampio che riguarderà tutta l’am-ministrazione provinciale col decentramento di funzio-ni fondamentali, proprio per dare una risposta certa,soprattutto in termini di risparmio di tempo, a piccoli

Il Presidente Luigi Cesaro

Provincia di Napolia cura dellaa cura della

I primi sei mesi di governo: un bilancio positivopartendo proprio dalla qualità della spesa

4040 Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

di Luigi Cesaro*

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4141Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di inforollettino di informazionemazionedella Provincia di NapoliBB

imprenditori, artigiani e cittadini. A tal proposito, il primoatto di quest’amministrazione è stato quello di sottoscri-vere nell’agosto 2009 un accordo che, anticipando le lineedel ministro Brunetta, ha coniugato l’attribuzione di pre-mialità ai dipendenti al raggiungimento di obiettivi dimaggiore efficienza dell’amministrazione. In questa lineas’inserisce anche l’accordo chiuso lo scorso ottobre perl’incremento dell’orario di servizio, grazie al quale si sonoraddoppiati i giorni di apertura pomeridiana degli uffici. Nell’ambito delle politiche del lavoro, abbiamo avvia-to la ricognizione dei centri per l’impiego per la realiz-zazione del programma provinciale con i primi inter-venti organizzativi e pubblicato due bandi di selezione.In più, per dare seguito al disegno metropolitano, dare-mo vita alla Consulta per l’Area Metropolitana,espressione di tutte le forze politiche, in cui si confron-teranno rappresentanti dei Comuni, insieme ad esper-ti, economisti, urbanisti, che proporranno soluzionifondate su un modello di sviluppo integrato capace dicoinvolgere le istituzioni e le sane e propositive forzedei nostri territori. Il capitolo sicurezza e legalità è priorità assoluta nellanostra agenda del buon governo. Lo dimostrano le ini-ziative messe in campo in questi mesi. Nell’ambitodelle politiche per la legalità e la sicurezza, in questosemestre sono state già impiegate risorse per circa2.400.000,00 euro e nel breve periodo saranno utilizza-ti altri 4.250.000,00 euro. Stiamo elaborando un pro-getto per la creazione di uno sportello “Antiracket eAntiusura”, che sarà un punto di riferimento territo-riale per sostenere e diffondere la legalità, aumentarela collaborazione tra gli Enti locali e le organizzazionidel terzo settore e, al contempo, offrire un aiuto con-creto alle persone ed alle imprese in difficoltà esclusedai canali tradizionali di accesso al credito.Stiamo trasferendo, nell’ambito del progetto Sima(Sistema di Videosorveglianza di MonitoraggioAmbientale), la sala operativa destinata alla PoliziaProvinciale, dalla attuale sede di Pomigliano d’Arco aNola, presso la cittadella della polizia, dove verrà col-locato, a breve, anche il Comando della PoliziaProvinciale del distretto nolano, all’interno della nuovasede della Procura della Repubblica. Nell’ambito dellariorganizzazione del Corpo della Polizia Provinciale,tra non molto avremo un nuovo comandante pro-tem-pore, un generale dei carabinieri, in attesa di bandire ilconcorso. Per il prossimo futuro, saranno destinate

ulteriori risorse alla Sala Operativa del Corpo diPolizia Provinciale per la realizzazione di una strutturaall’avanguardia per funzionalità e tecnologia. Saranno,poi, attivati due impianti di videosorveglianza integra-ta territoriale: uno per i Comuni del Nord-Est dellaCittà di Napoli, con una spesa complessiva di circa1.250.000,00 euro, e l’altro relativo alla Strada Statale18 per altri due milioni di euro. Per gli istituti scolasti-ci, sarà speso un milione di euro per consentire l’instal-lazione nelle scuole più a rischio di sistemi di videosor-veglianza. Con il progetto SOLE abbiamo conferito al consorzio21 beni immediatamente riutilizzabili, tra cui il ParcoAmmaturo di Giugliano dove è stato inaugurato uncentro sportivo polivalente, alloggi per ragazzi diver-samente abili e un campus universitario.E ancora abbiamo realizzato il progetto “La casa dellaPace e della non violenza” a Castellammare, un centrosportivo a Quarto e altri immobili a Pomigliano, SanGiorgio, Portici.Tutti i beni, tengo a sottolinearlo, saranno gestiti dacooperative sociali. Abbiamo anche dato una rispostaai rom di Giugliano e agli imprenditori dell’Area Asi:con lo stanziamento di 500 mila euro abbiamo messoin sicurezza la zona industriale e finanziato i lavori aicampi nomadi per gli aventi diritto. Abbiamo anche,come richiesto dall’opposizione, finanziato la realizza-zione di un parco giochi per i bambini. Infine un occhio di riguardo anche ai più giovani:abbiamo presentato due bandi destinati alle attivitàsportive, uno per i comuni e un altro per le associazio-ni per un totale di 1.580.000,00 euro. Tengo a ricordaregli oltre 2 milioni di euro stanziati per affrontare leprime emergenze a Casamicciola, all’indomani dellatragedia che ha colpito l’isola di Ischia.C’è ancora tanto da fare, ma se possiamo tracciare unbilancio positivo della nostra amministrazione lo dob-biamo soprattutto alla nostra squadra di governo,aperta al confronto, capace di saper ascoltare le istan-ze dei territori, ricettiva nel raccogliere idee e propostedei consiglieri di maggioranza e opposizione.Una squadra che con coraggio, buonsenso e responsa-bilità, sta lavorando per il bene della “Grande Napoli”e delle sue realtà comunali.

*Presidente della ProvinciaDeputato al Parlamento

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I consiglieri provinciali hanno devoluto il gettone di presen-za delle sedute del 25 e 29 gennaio 2010, a favore delle vitti-me del terremoto che ha colpito Haiti. L'assemblea ha, infatti, approvato all'unanimità la propostadel Presidente del Consiglio, Luigi Rispoli, che prevede il tra-sferimento delle somme alla Croce Rossa Italiana, impegna-ta attualmente sull'isola caraibica nelle operazioni di soccor-so.Rispoli: Napoli riavrà il suo CaravaggioNon possiamo che esprimere viva soddisfazione e plauso alSottosegretario ai beni culturali, Francesco Giro, ed a tutto ilgoverno per l'intervento che ha garantito il ritorno a Napolidell'opera del Caravaggio, “La flagellazione".A dichiararlo Luigi Rispoli, Presidente del Consiglio provin-ciale di Napoli, appena appresa la notizia dell'impegno delSottosegretario a garantire il ritorno a Napoli de “La flagel-lazione di Cristo” di Caravaggio.L'opera, che rappresenta uno dei pezzi principali dellamostra celebrativa dei 400 anni della morte del pittore lom-bardo, che è stata allestita dal 18 febbraio 2010 alle scuderiedel Quirinale, era stata richiesta dagli organizzatori senzaalcuna assicurazione sul suo ritorno a Napoli.“L'opera del Caravaggio andrà a Roma solo come prestito -ha proseguito Rispoli - e Napoli riavrà presto la straordina-ria opera d'arte che il grande artista volle completare proprionel suo soggiorno napoletano del 1609”.Minori: corso per pizzaioli per reinserimento detenuti Nisida“Finché c'é pizza c'é speranza”: è il progetto promosso dall'“Associazione Scugnizzi”, in collaborazione con l'antica piz-zeria “Donna Regina”, volto all'inserimento lavorativo deiragazzi ospiti dell'istituto penitenziario minorile di Nisida aNapoli. L'iniziativa è stata presentata nella sede delConsiglio Regionale della Campania, dal Presidente diScugnizzi, Antonio Franco, dal portavoce Donatella Conte,dal Direttore dell'istituto penitenziario minorile di Nisida,Gianluca Guida, dal Presidente del Consiglio provinciale diNapoli, Luigi Rispoli e dal Vice Presidente del ConsiglioRegionale, Salvatore Ronghi. “L'antica pizzeria DonnaRegina - ha spiegato Franco - ha messo a disposizione i pro-pri maestri pizzaioli, per insegnare ai ragazzi del carcere diNisida l'arte della pizza che, proprio in questi giorni, ha rice-vuto il marchio dop, confermandosi una straordinaria tipicitàdel nostro territorio. L'obiettivo è quello di promuoverne laformazione ,per dare loro l'opportunità di lavorare, una

volta estinto il loro debito con la giustizia”. “Per anni laProvincia di Napoli e la Regione Campania hanno sperpera-to risorse nella formazione, senza mai garantire alcunaopportunità occupazionale - ha sottolineato invece Rispoli.Questa carenza è stata compensata dalle iniziativedell'Associazione di Scugnizzi e di altre realtà attive nelsociale che hanno dato risposte concrete, come questa inizia-tiva, per il reinserimento dei minori del penitenziario diNisida”... “per garantire uno sbocco occupazionale ai minoridetenuti a Nisida - è intervenuto Salvatore Ronghi - rivolgoun appello a Confindustria e a Confapi affinché si rendanodisponibili a progetti di formazione e di inserimento al lavo-ro, in collaborazione con le istituzioni e con l'AssociazioneScugnizzi, che ha già dato importanti risultati nel campo delrecupero e dell'inserimento sociale. Le istituzioni, insieme con le associazioni e le imprese, devo-no impegnarsi prioritariamente per promuovere opportunitàoccupazionali e sociali e favorire il pieno reinserimentosociale dei ragazzi”. “L'iniziativa dell'Associazione“Scugnizzi” - ha sottolineato - con il patrocinio del ConsiglioRegionale della Campania e l'impegno della Antica PizzeriaDonna Regina, evidenzia quanto sia importante la sinergiaistituzionale, sociale e imprenditoriale per contribuire alpieno recupero e al reinserimento sociale dei minori chehanno compiuto il loro percorso rieducativo nell'istitutopenitenziario di Nisida”. Guida ha evidenziato “la positivitàe la fruttuosità dell'iniziativa che fornisce ai ragazzi cono-scenze professionali e occasioni di lavoro”. Il corso, che si stasvolgendo da gennaio a marzo, per un totale di trentasei oredi formazione, nel carcere minorile di Nisida, prevede lezio-ni teoriche e pratiche sull'arte della pizza ed un esame finale,con rilascio del relativo attestato ai giovani pizzaioli.

*Presidente del Consiglio Provinciale di Napoli

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Luigi Rispoli*

I gettoni dei Consiglieri provinciali devoluti ai terremotati di Haiti

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Il miglioramento della performance,attraverso il rafforzamento del sistemadei controlli e l’indicazione di nuoveforme di organizzazione e gestione dellavoro alle dipendenze della PA, rap-presenta senza dubbio il tratto di mag-giore innovazione del DecretoBrunetta (D.Lgs. 27 ottobre 2009, n.150).Con l’obiettivo, certamente suggestivo,di realizzare e garantire elevati livelli diefficienza e produttività, nell’ambitodelle amministrazioni pubbliche, masoprattutto di migliorare la qualità deiservizi offerti alla cittadinanza, il legi-slatore della riforma ha avviato unaprofonda rivisitazione dei metodi digestione e valutazione delle ammini-strazioni e del personale, introducendoinnovativi strumenti di premialità edincentivazione per tutto il personale dipendente, attra-verso forme di controllo diffuso sull’operato dellaPubblica Amministrazione, oltretutto rilevabili ancheall’esterno. Di particolare rilievo la scelta di coinvolgere, responsa-bilizzandola, l’intera organizzazione della PA - dal verti-ce (i dirigenti) alla base (la generalità dei dipendenti) -cui si è affiancato un complesso sistema di incentivi edisincentivi nella valutazione delle prestazioni, l’introdu-zione di meccanismi di selezione e di valorizzazione delmerito e della trasparenza, così da introdurre una rela-zione biunivoca, di causa ed effetto, tra perseguimentodegli obiettivi dell’Amministrazione e conseguimentodegli incentivi previsti dalla contrattazione integrativa. Anzi, prestazione ed efficienza individuali, esoneratedalla logica meramente utilitaristica del singolo rapportodi lavoro, sono diventate esse stesse il volano per ilmiglioramento dell’azione amministrativa, emancipandoal contempo la macchina pubblica da interferenze e con-dizionamenti esterni.Proprio allo scopo di assecondare questa finalità, il pro-cesso del “Ciclo di gestione della performance” è statoarticolato in precise fasi: definizione e assegnazione nonsolo di precisi obiettivi ma anche dei valori attesi di risul-tato e dei rispettivi indicatori; misurazione e valutazione

della performance organizzativa e individuale; indivi-duazione di meccanismi premianti di natura oggettivadella prestazione offerta; rendicontazione dei risultati siaagli organi di indirizzo politico-amministrativo che agliorgani esterni, ai cittadini, agli utenti e ai destinatari deiservizi.Per realizzare tale percorso, l’organo di indirizzo politi-co-amministrativo di ciascuna amministrazione è tenutoad emanare le direttive generali contenenti gli indirizzistrategici da realizzare; definire in collaborazione con ivertici dell’amministrazione il Piano e la Relazione dellaperformance - art. 10, comma 1, lett. a) e b); verificare ilconseguimento effettivo degli obiettivi strategici e defi-nire il Programma triennale per la trasparenza e l’inte-grità (art. 11). Infine, le amministrazioni pubbliche, pur definendo amonte gli obiettivi da perseguire, durante la valutazionedella performance organizzativa e individuale dei propridipendenti possono anche adottare interventi correttiviin corso di esercizio (art. 4, comma 2). Se agli organi di indirizzo politico-amministrativo è affi-data l’attivazione e la definizione del “ciclo”, ai dirigenticompete, invece, di valutare il personale “nel rispetto delprincipio del merito, ai fini della progressione economi-ca e tra le aree, nonché della corresponsione di indennitàe premi incentivanti” (art. 39).

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Severino Nappi *

Le novità del Decreto Brunetta:efficienza, produttività e premialità

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4444 Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

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La scelta s’innesca nell’ambito di un disegno chevalorizza il ruolo dirigenziale, accentuando il trat-to dell’autonomia nell’esercizio delle funzioni,attraverso il riconoscimento dei poteri e delleresponsabilità proprie del datore di lavoro secon-do il concetto privatistico.Ruolo decisivo nello sviluppo di tale sistema divalutazione è riservato alla “trasparenza” che lalegge intende assicurare in ogni fase del “ciclo digestione della performance”.Infatti, la trasparenza è intesa come accessibilitàtotale, anche attraverso la pubblicazione sui sitiistituzionali delle amministrazioni pubbliche, delleinformazioni concernenti ogni aspetto dell’orga-nizzazione, degli indicatori relativi agli andamentigestionali e all’utilizzo delle risorse per il persegui-mento delle funzioni istituzionali, dei risultati del-l’attività di misurazione e valutazione svolta dagliorgani competenti, allo scopo di favorire formediffuse di controllo del rispetto dei principi dibuon andamento e imparzialità. In simile prospettiva, è sancito l’obbligo a carico diciascuna amministrazione di pubblicare tutte leinformazioni concernenti l’organizzazione, l’utiliz-zo delle risorse, per il perseguimento delle funzio-ni istituzionali e dei risultati, l’attività di valutazio-ne, per consentire forme diffuse di controllo inter-no ed esterno.Il cd. “ciclo di gestione della performance” è stret-tamente collegato ad un sistema premiante seletti-vo. In particolare, il legislatore - al fine di svilup-pare la cultura della valutazione e di introdurreanche all’interno della PA pressione competitiva,per consentire il miglioramento delle prestazionirese all’utenza - ha individuato specifici strumentidi valorizzazione del merito e soprattutto di incen-tivazione della produttività, tutti basati su preciselogiche meritocratiche e selettive.È l’impegno sul lavoro che viene incoraggiato, inmodo da premiare i capaci e i meritevoli, elimi-

nando benefici “a pioggia”: non più di un quartodei dipendenti di ciascuna amministrazione potràbeneficiare del trattamento accessorio nella misu-ra massima prevista dal contratto; non più dellametà potrà goderne in misura ridotta al cinquantaper cento, mentre ai lavoratori meno meritevolinon sarà corrisposto alcun incentivo. E nellamedesima prospettiva si pongono anche le formedi incentivazione aggiuntive per la performance dieccellenza e i progetti innovativi; l’accesso deidipendenti migliori a percorsi di alta formazioneche favoriscono la crescita professionale; le pro-gressioni economiche, ecc. In linea con lo spiritoche anima la riforma, infine, la stessa retribuzionedi risultato del dirigente diviene strumento per latenuta del sistema di valutazione e premiazionedel personale pubblico.Infatti, la mancata adozione del Piano dellaperformance da parte dell’Amministrazione èostativa alla erogazione, in favore dei dirigenti,della retribuzione di risultato. Analogamente,anche la concreta attivazione del regime di traspa-renza e pubblicità del ciclo di gestione dellaperformance diviene condizione per l’erogazionedella retribuzione di risultato ai dirigenti.In conclusione, la scelta di introdurre anche per laPA logiche di “mercato” e di confronto competiti-vo sicuramente si tradurrà in stimolo e spinta alraggiungimento di livelli di efficienza ed economi-cità nella gestione della cosa pubblica.Alla cultura dell’organizzazione e del risultato,tuttavia, si dovrà affiancare anche uno sforzo, intermini funzionali, di ridisegno della forma e degliassetti organizzativi della PA.È l’obiettivo cui sono chiamati direttamente anchegli amministratori locali, ed è senz’altro il terrenosu cui si giocherà la partita decisiva per la trasfor-mazione della nostra burocrazia.

*Assessore alle Risorse Umanee all’Occupazione Provincia di Napoli

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La delicata fase di transizione delle competenze e del personaledal Consorzio Unico alle Società Provinciali, che devono gestireil ciclo dei rifiuti in Campania, per effetto delle recenti normeemanate dal Governo, produce notevoli disagi lavorativi e pochecertezze stipendiali ai quasi 2000 addetti. Essi hanno civilmenteprotestato, in Corso Trieste, chiedendo un incontro con laProvincia, ovvero con il Commissario Straordinario.Il Prefetto Biagio Giliberti non ha voluto sottrarsi all'incontro, alquale hanno partecipato l’intera Segreteria provinciale del sinda-cato FIADEL ed una folta delegazione di lavoratori.Al Commissario sono state esposte, nel dettaglio, le ragioni dellaprotesta, le ansie dei lavoratori, rispetto al prossimo futuro, ibisogni più immediati e le aspettative legittime di tutto il perso-nale coinvolto, tutte argomentazioni che il CommissarioStraordinario ha ascoltato con grande attenzione e condivisionepersonale, pur nel rispetto dei ruoli.Al termine di un franco e sereno scambio di opinioni, il rappre-sentate provinciale della Fiadel ha chiesto, a nome di tutti i pre-senti, l'istituzione di un tavolo permanente di concertazione, aPalazzo Salerno, che possa accompagnare la complessa fase ditransizione di compiti, funzioni, patrimonio e personale fra ilConsorzio stesso e le neo costituite Società Provinciali (perCaserta la Gisec), affinchè tutto possa avvenire in un sereno climadi collaborazione, chiarezza e trasparenza. Al tavolo dovrannoessere presenti tutte le parti in causa, OO.SS., Provincia, Consorzie Società Provinciali, oltre al Consorzio Unico.La proposta delle organizzazioni sindacali è stata recepita dalPrefetto Giliberti che si è dichiarato disponibile ad operare in

tale direzione già dalle prossime ore, anche se i Sindacalistihanno precisato che, in questa fase, permane lo stato di agitazio-ne di tutti i dipendenti che non hanno certezze retributive, sia peril futuro sia per il pregresso, ma anche per le preoccupazioni rife-rite al mantenimento dei livelli occupazionali. Nel corso della riunione è stato anche precisato che, durante lostato di agitazione, i lavoratori assicureranno solo la loro presen-za nei luoghi di lavoro, anche perché non è stata effettuata lanecessaria ed urgente profilassi sanitaria che, trattandosi di atti-vità connesse al ciclo dei rifiuti, assume carattere di assoluta prio-rità. Naturalmente, saranno garantiti i servizi essenziali, come perlegge.Al termine dell'incontro, le rappresentanze sindacali hanno riba-dito che i lavoratori del Consorzio, in definitiva, attendono conansia di poter tornare al lavoro serenamente e diligentemente, inpresenza di segnali concreti, atti a tranquillizzare loro e le rispet-tive famiglie.

Incontro tecnico sulle Politiche di sviluppo del territorio casertanoIl Settore Attività produttive della Provincia di Caserta, in colla-borazione con AISLo - Associazione Italiana Incontri e Studisullo Sviluppo Locale - ha organizzato un incontro tecnico sullepolitiche di sviluppo del territorio casertano.L'appuntamento si è tenuto , presso la Scuola di AltaFormazione "Jean Monnet" di Caserta, presso il Belvedere diSan Leucio.L'incontro, voluto dal Commissario Straordinario, Prefetto

Biagio Giliberti, e dal Dirigente della Provincia, dott.Raffaele Parretta, è stato un momento di confronto e di lavo-ro sulle ipotesi di sviluppo della provincia di Caserta, a partiredai risultati di un'indagine effettuata da AISLo, nel primo tri-mestre del 2009.Il lavoro svolto da AISLo è stato orientato all'analisi del con-testo provinciale e all'individuazione dei bisogni, degli inte-ressi e delle priorità nuove espresse dal territorio, sulle qualifocalizzare, nel prossimo futuro, le linee d'intervento per losviluppo del territorio. L’incontro, al quale hanno partecipato, nella qualità di relato-ri, oltre al dott. Parretta, il Preside della Facoltà di Economia,prof. Magioni, il prof. Carmine Lubritto, della Facoltà diScienze Ambientali, la prof.ssa Iolanda Capriglione, dellaFacolta di Ingegneria, ed il prof. Martinez , sempre dellaFacoltà di Economia, ha ha fatto registrare la partecipazionedei principali “attori” economici, sociali e politici del territoriocasertano ed è stato anche un’ utile occasione per presentare,progettare e costruire un tessuto integrato di azioni ed inizia-tive congiunte.

Il Commissario, Prefetto Biagio Giliberti

Provincia di Casertaa cura dellaa cura della

Ciclo dei rifiuti a Caserta: il Commissario incontra i lavoratoridel Consorzio Unico e istituisce un tavolo di lavoro permanente

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4646 Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

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“L’Europa in... Comune”Sottoscritte le convenzioni

Entra nel vivo il progetto “L'Europa in..Comune”, promosso dalSettore Programmazione e Programmi Comunitari - UfficioEuropa della Provincia di Caserta, con la sottoscrizione, da partedegli Enti aderenti all'iniziativa, delle convenzioni per l'aperturadi punti informativi Europe Direct sul territorio provinciale. Presso la sala giunta della Provincia di Caserta, funzionari edamministratori dei Comuni aderenti al progetto, insieme alDirigente del Settore, Dr. Giovanni Solino, hanno formalizzatogli atti, grazie ai quali potranno dare il via, sui rispettivi territori,all’organizzazione di attività d’informazione e sensibilizzazionesu temi e valori dell’Unione Europea. Alla giornata organizzativa hanno partecipato i rappresentantidei Comuni di Caserta, Caiazzo, Cancello ed Arnone, Carinola,Castel Morrone, Cellole, Cesa, Falciano del Massico, Francolise,Galluccio, Marcianise, Piana di Monteverna, Pietramelara, SanCipriano di Aversa, Sant'Angelo d'Alife, Sparanise, Tora ePiccilli, Valle Agricola, Villa Literno, Vitulazio e della ComunitàMontana Matese.L'obiettivo del progetto “L'Europa in ... Comune” è quello dicreare una sinergia tra il Settore Programmazione e ProgrammiComunitari della Provincia, l'Ufficio Europa & Europe DirectCaserta e gli Enti aderenti, per coinvolgerne attivamente gliamministratori e gli operatori, in un percorso articolato di sensi-bilizzazione, informazione, formazione e comunicazionesull’Europa di oggi e di domani.A questo proposito, fin dalle prossime settimane, sarà avviato unpercorso formativo rivolto al personale dei Comuni coinvolti nel-l’iniziativa che vedrà la partecipazione di funzionari dellaCommissione Europea e di Docenti di alta specializzazione sulletematiche europee.Gli Enti locali aderenti al progetto, dando seguito alle conven-zioni stipulate, apriranno nelle prossime settimane dei puntiinformativi, presso le loro sedi, ed avranno la possibilità di sup-portare la loro azione sul territorio con l'impiegodell’Euromobile, l'ufficio mobile itinerante del SettoreProgrammazione e Programmi Comunitari dell'Ente, attrezzatocon sofisticati strumenti multimediali, protagonista già da dueanni dei tour informativi nelle piazze e nelle strade di Terra diLavoro. Il Commissario Straordinario, Prefetto Biagio Giliberti,segue con attenzione e soddisfazione il buon andamento dell'iterprogettuale, nel convincimento che la dislocazione nei Comunidi punti informativi sulle dinamiche europee possa rivelarsimolto utile ai giovani del territorio.

La Provincia di Caserta aderisce ad “Unesco Sud Italia”Si è tenuta a Roma, presso l’Unione Province d’Italia, la riunio-ne definitiva di ben 14 Enti centro meridionali, sul cui territorioinsistono siti che già da anni sono stati definiti Patrimonio di tuttal'umanità dall'UNESCO, prima di procedere alla sottoscrizionedell'atto costitutivo della nuova Associazione “Province UnescoSud Italia”.Il Commissario Straordinario, Prefetto Biagio Giliberti, dovendoattendere ad altri impegni di carattere istituzionale, ha delegatoa partecipare all’incontro il Capo di Gabinetto, Avv. EmiliaTarantino, che ha rappresentato Caserta all’assemblea, insiemeal funzionario Vincenzo De Siena.L'iniziativa dell'UPI, in concreto, mira al coordinamento, sottol'egida di una specifica associazione, delle Province di Caserta,Agrigento, Bari, Barletta-Andria-Trani, Benevento, Catania,Enna, Medio Campidano, Messina, Napoli, Ragusa, Salerno e

Siracusa perché, avendo sul proprio territorio siti Unesco, sonoanche interessate ai programmi interregionali - POIn/PAIn.Come è noto, difatti, la Provincia di Caserta vanta ben tre siti diriconosciuto interesse mondiale: La Reggia, San Leucio el'Acquedotto Carolino, che già beneficiano della tuteladell'Unesco, così come la Costiera amalfitana, i Sassi di Matera,Alberobello e la Valle dei Templi, per citarne altri.L'Associazione, in particolare, dovrà garantire la cooperazione,il dialogo e l'aggregazione fra Enti portatori di interessi conver-genti e creare reti interregionali ed euro mediterranee, per pro-muovere e realizzare progetti di sviluppo del turismo culturaleche possano attingere ai fondi comunitari.Dopo l’adozione del necessario atto deliberativo di adesione, ilPrefetto Biagio Giliberti ha così commentato: “Sono convintoche fare sistema fra le Province che possiedono autentici tesoriartistici, architettonici e paesaggistici sia la strada giusta daimboccare per lo sviluppo del turismo culturale che, per i territo-ri meridionali, costituisce un autentico volano dell’economia edel lavoro, atteso che l’Unesco ha già individuati alcuni dei siticome quelli di Terra di Lavoro, attribuendogli la straordinariaquanto bella denominazione di Patrimonio dell'Umanità”.La stipula definitiva dell'atto costitutivo dell’importanteOrganismo è avvenuta nell’incantevole città di Paestum, conl'apposizione della necessaria firma ufficiale, da parte delDirettore Generale della Provincia di Caserta, Ing.Sandro Diana.

Un progetto comune: “Caserta - Lisbona”Delegato dal Commissario Straordinario, Prefetto BiagioGiliberti, il Dr. Raffaele Parretta ha incontrato, a Lisbona, ladirettrice dell’Istituto Italiano di Cultura, dott.ssa Ramogida, el'addetto culturale, Dr. Rufino, con i quali è stato condiviso l’o-biettivo del progetto di presentare alla comunità di Lisbona il ter-ritorio della Provincia di Caserta, così come immaginato in col-laborazione con la Facoltà di Architettura della nostraUniversità.Il nutrito programma di eventi si svilupperà presso la sededell'Istituto, la più idonea a presentare una mostra fotograficadelle preesistenze archeologiche, architettoniche e paesaggisti-che di Terra di Lavoro; insieme all’università di Lisbona, saran-no anche organizzati seminari tematici di architettura ed incontricon la stampa specializzata. L'occasione sarà anche utile per lapromozione delle eccellenze produttive casertane sul mercatoportoghese, con il sostegno concreto della sede di Lisbona dellaCamera di Commercio Italiana e con gli Uffici portoghesidell’Istituto per il Commercio Estero e dell’Ente Nazionale peril Turismo.Si tratta, in concreto, di una vera e propria attività di marketingdel territorio provinciale, che sarà proiettato verso un Paeseamico che ben conosce l’Italia, anche attraverso i notevoli flussimigratori della prima metà del secolo scorso, dal nostro territo-rio verso il Portogallo.Il Dirigente del Settore Attività Produttive è stato anche ricevu-to dall’Ambasciatore italiano a Lisbona, Luca del Balzo, che hamolto condiviso il progetto e le sue finalità e si adopererà perfavorire, attraverso l’iniziativa della Provincia attentamenteseguita dal Prefetto Giliberti, nuove e stabili relazioni di caratte-re commerciale tra il tessuto imprenditoriale casertano e quelloportoghese. Sicuramente, rafforzando i vincoli culturali e storici fra i duePaesi, l'imprenditorialità della nostra provincia potrà presentarsial meglio a Lisbona, esaltando il proprio know how, in funzionedell’internazionalizzazione dei mercati e delle produzioni, checostituisce la vera sfida per la nostra economia.

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E’stato significativo il risultato dell’iniziativa “Lucid’Artista”. Salerno ha confermato la sua proiezione di città avocazione turistica e ha offerto a centinaia di migliaia di visi-tatori la sua caratteristica oramai definitiva di città europea,civile, vivibile, gradevole. Tra dicembre e gennaio si è dato

respiro, così, a un’econo-mia in sofferenza per effet-to della crisi che riguarda ilMezzogiorno e il paese;Salerno ha dimostratoquella vitalità necessaria afare in modo che la suaantica, trainante attività,“Il Commercio”, si potesserilanciare. Locali notturni, ristoranti,bar e, poi, centri commer-ciali, negozi di abbiglia-mento, botteghe artigianedi prodotti tipici hannogoduto di quell’interessegenerale e diffuso che solouna grande iniziativa del

genere poteva mettere in campo. Fa piacere constatare, inol-tre, che questi risultati si sono “spalmati” sull’intero territoriocittadino confermando, per esempio, la vocazione pienamen-te urbana e commerciale anche della zona orientale. Lucid’artista conferma la vocazione culturale di questi anni. Ilgemellaggio con la città di Torino, la forza scenica di proget-tazioni architettoniche uniche nel panorama nazionale, siaffiancano alla Stagione del Lirico Cittadino, alla città del-l’architettura moderna e contemporanea pensata e progetta-ta dai più grandi architetti del mondo.Salerno presenta oggi la fisionomia di una moderna cittàdell’Europa mediterranea, trasmette l’immagine di un sudche si rialza che è in grado di ripartire da sé, dalle sue forze,da quello che è, e che sa fare. Si dimostra, così, anche una fun-zione positiva dell’amministrazione, del ruolo del comune. Lapolitica riconquista in pieno il rispetto della gente perché èfatta di programmi condivisi e attuati, impegni mantenuti,risultati concreti, cambiamento, trasformazione della realtà.Il laboratorio progressista e democratico lanciato diciassetteanni or sono è oggi pronto per sfide più ambiziose e per dareall’intero mezzogiorno, finalmente, prova di sé.

*Capogruppo consiliare

Il Sindaco Vincenzo De Luca

Comune di Salernoa cura dela cura del

“Luci d’Artista”Una scelta utile anche al commercio

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di Nicola Landolfi*

Landolfi

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Presso il Palazzo di Città di Salerno, il Sindaco Vincenzo De Luca ed il coor-dinatore del P.O.R.E. Ernesto Somma (Progetto Opportunità delle Regioni inEuropa - Struttura di missione della Presidenza del Consiglio dei Ministri alledipendenze funzionali del Ministro per i Rapporti con le Regioni), hanno sti-pulato la convenzione che sancisce l’avvio del progetto SCACCO. Migliorare il flusso dei dati e delle informazioni in materia di catasto e fiscalitàtra Enti locali e Amministrazioni centrali, snellire le procedure, ridurre i tempidi attesa e semplificare gli adempimenti per i cittadini e le imprese, questi sonogli obiettivi di S.C.A.C.CO. (Sistema Cooperazione Applicativa CatastoComuni), uno dei progetti finanziati nell’ambito del II Bando del ProgrammaElisa, di cui il Comune di Salerno è capofila e che coinvolge oltre duecentoEnti locali, distribuiti nelle regioni Campania, Lombardia e Basilicata. Il Progetto si inquadra nell’ambito della gestione digitale integrata dei servizilocali in materia fiscale e catastale, mediante modelli di cooperazione applica-tiva e interscambio con l’Agenzia del territorio che sia integrabile con i SistemiInformativi Comunali degli Enti aggregati. Il progetto garantirà, agli Enti locali, una maggiore efficienza ed efficacia nelleattività di quantificazione, riscossione e gestione dei tributi locali, assicurandouna migliore capacità di governo, pianificazione e controllo del territorio perprevenire l’abusivismo e l’evasione fiscale. Con circa quarantacinque milioni di euro, in tre anni (2007-2009), ilProgramma “Elisa” (Enti locali innovazione di sistema), gestito dal P.O.R.E.con l’assistenza tecnica di Invitalia Spa, è ormai un punto di riferimento perinnovare e rendere moderne ed efficienti le Pubbliche amministrazioni locali. Gli ambiti di intervento del Programma Elisa sono il mercato del lavoro, ilcatasto e la fiscalità, l’infomobilità e la qualità dei servizi. “Ancora una volta - ha sottolineato il Sindaco Vincenzo De Luca - la città diSalerno si distingue per capacità progettuali ed operative. Siamo contenti chetali riconoscimenti arrivino anche nell’ambito dei sistemi informativi in cuil’Amministrazione ha fortemente creduto e investito. Il Comune di Salerno ècapofila di un progetto che coinvolge oltre 200 Enti locali e che contribuirà alraggiungimento di traguardi sempre più ambiziosi in tema di Trasparenza,Qualità e Rapidità dell’azione pubblica, in favore di cittadini e di imprese, nonsolo di Salerno”. “Il ‘Programma Elisa’ - ha affermato il professor Somma - sta generando mec-canismi virtuosi di cooperazione tra i vari livelli di governo, ha consolidato lacapacità di concertazione tra amministrazione centrale ed Enti Locali e staperfezionando un modello di governance che premia l’attitudine all’aggrega-zione, mette in rete conoscenze tecniche e competenze organizzative. Desideriamo fortemente cogliere alcuni obiettivi ambiziosi: fornire serviziavanzati ai territori, diminuire gli oneri a carico dei cittadini, potenziare le pre-stazioni fornite dalla Pubblica Amministrazione. Con i primi due bandi abbia-mo finanziato 12 progetti cui si aggiungeranno quelli finanziati con il terzobando, pubblicato lo scorso 2 dicembre 2009: un piccolo contributo in una fasedelicata per la ripresa economica del nostro Paese”.

A Salerno impegno crescente di MSC Crociereper un Turismo internazionale di qualità. In programma 31 scali per circa 60.000 passeggeriNel 2010 MSC Crociere aumenterà la propria presenza nello scalo salernita-no. Ne hanno dato notizia il Sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, ilPresidente dell’Autorità Portuale, Andrea Annunziata e il Managing Director

di MSC Crociere, Domenico Pellegrino, durante la presentazione della pro-grammazione 2010 di MSC Crociere nel porto di Salerno. Quest’anno la Compagnia, grazie al successo ottenuto dallo scalo, ha scelto difar approdare nel capoluogo dal 1° aprile al 28 ottobre 2010 la MSC Lirica,una delle navi più belle ed accoglienti della flotta, dotata di 780 cabine e ingrado di ospitare fino a 2.200 ospiti. Nel 2010, quindi, su Salerno la MSC Lirica - nell’ambito di una crociera nelMediterraneo Occidentale che tocccherà Tunisi, Palma di Maiorca, Tolone,Genova, Ajaccio e Civitavecchia - effettuerà complessivamente 31 scali, conuna previsione movimentazione di circa 60.000 passeggeri. Salerno diventa così ancora più importante nel piano di sviluppo di MSCCrociere, in ragione della sua posizione strategica tra le aree archeologiche diPaestum, Pompei, Ercolano, la Costa d’Amalfi ed il centro storico di Salerno,ricco di storia, arte ed occasioni di shopping. Una vocazione all’accoglienza esaltata dall’impegno del Comune di Salernoper la trasformazione urbanistica dell’intero fronte di mare e dell’AutoritàPortuale per il potenziamento dello scalo. “Siamo orgogliosi di rafforzare ulteriormente la collaborazione con MSCCrociere”, ha affermato il Sindaco Vincenzo De Luca. “La Compagnia ha cre-duto fin dall’inizio nelle potenzialità di Salerno ottenendo importanti risultati.L’Amministrazione comunale sta completando uno straordinario programmadi trasformazione urbana che abbraccia tutto il territorio ed, in particolare, ilfronte del mare. Nei prossimi mesi, sarà pronta la Stazione marittima di Zaha Hadid che per-metterà di accogliere ancora meglio i viaggiatori. Sarà uno degli elementi piùbelli del fronte di mare disegnato da Ricardo Boffil, insieme a Piazza dellaLibertà, con negozi, parcheggi e locali per il tempo libero, i porti turistici diSanta Teresa e Masuccio Salernitano dominato dalla Vela immaginata dall’ar-chitetto spagnolo. E ad oriente il porto Marina d’Arechi di Calatrava. Salernodiventerà una delle destinazioni più attraenti del Mediterraneo ed i turistigiungeranno in una location meravigliosa”. “L’Autorità Portuale di Salerno, d’intesa con le altre Istituzioni - ha dichiara-to il Presidente Andrea Annunziata - sta conducendo interventi strutturali edinfrastrutturali strategici per aumentare la competitività del nostro scalo siaper il traffico commerciale, sia per il traffico turistico. Il dragaggio dei fondali,l’adeguamento delle banchine, il potenziamento dell’impianto di pubblicailluminazione, la risistemazione della mobilità interna ed esterna all’area por-tuale, gli investimenti per la sicurezza dei lavoratori e delle operazioni portua-li contribuiscono a creare le migliori condizioni operative. Il porto di Salerno,nonostante la crisi internazionale, continua a rafforzare il suo ruolo anche gra-zie ai coraggiosi investimenti di un’azienda internazionale come MSCCrociere, con la quale siamo felici di poter collaborare. Siamo convinti cheanche questa stagione 2010sarà un grande succes-so”. "Le sinergie che MSCCrociere ha instauratocon la città e le sue isti-tuzioni permetterannodi valorizzare nelmigliore dei modi lenumerose opportunitàofferte dal porto diSalerno e dal territoriosu cui insiste”, ha afferma-to Domenico Pellegrino, Managing Director di MSC Crociere”. Per il terzoanno consecutivo, Salerno è inserita in un itinerario settimanale-ciclico digrande interesse internazionale. MSC Lirica, nave eccezionale di ultima gene-razione, garantirà un qualificato flusso turistico proveniente da oltre 40 nazio-ni diverse. Sarà, inoltre, possibile iniziare e terminare a Salerno la propriavacanza in crociera assicurando allo scalo anche una funzione di home portingcommerciale”.

4848 Gen./Febbraio 2010Gen./Febbraio 2010

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie localiollettino di inforollettino di informazionemazionedel Comune di SalernoBB

Salerno capofila di SCACCO, un progetto nazionale a beneficio di cittadini e imprese per un fisco equo ed efficiente

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Bollettino di InforBollettino di Informazionemazione

La storia e la memoria della Città diNapoli è affidata alla conservazioneed alla valorizzazione dell'enormepatrimonio documentario degliArchivi Storici Comunali, che deveessere inteso quale veicolo di tra-sformazione da semplice “luogodella memoria” in “spazio apertoalla memoria”.Il mio personale impegno è, difatti,quello di considerare e far conside-rare alla cittadinanza la valenza diattrattore turistico delle diverse sedi

archivistiche, quale volano per la defi-nizione e la promozione di un nuovo itinerariodi visita della città. L'archivio Storico del Comune di Napoli oggi sicompone delle seguenti Sedi e Sezioni:Servizio Archivi Storici – Salita Pontenuovo, 31Sezione Antica (I e II serie) 1387-1860, delibe-razioni comunali aggregati, fondo cartografie edisegni, fondo fotografico, fondo istituzioni dipubblica assistenza e beneficenza, emeroteca,biblioteca, raccolta di leggi e decreti (1806-1980).San Lorenzo Maggiore – attualmente inagibile– Vico dei Maiorani, 45Atti deliberativi di Giunta Municipale eConsiglio Comunale, decreti podestarili, decre-ti commissariali, ordinanze e decreti sindacali(1860-1960).Patrimonio e demanio – Torre della Guardia inCastel Nuovo, via Vittorio Emanuele IIIFondo patrimonio immobiliare e demaniocomunale (1861-1980), fondo cartografico.Real Casa Santa dell'Annunziata – viadell'Annunziata, 34Documentazione inerente l'Amministrazionedell'ente, fondo degli esposti, raccolta perga-menacea (XIII-XVI), biblioteca medica, rac-colta di prammatiche del Regno di Napoli.Per ogni sede sarebbe necessario uno specificocapitolo per la precisa esposizione di quantopresente; ritengo comunque interessante ren-dere sin da ora alcune note relative al fondo

cartografico.Il fondo cartografico, custodito presso la sedecentrale dell’Archivio Storico Municipale inSalita Pontenuovo 31 – edificio il cui primoimpianto risale alla fine del XVII secolo - ècomposto da documenti a stampa e disegni pro-dotti in un arco temporale compreso tra ilXVIII e il XIX secolo.Fanno parte del corpus documentale cartogra-fie, mappe, progetti, tavole, disegni che sonostati suddivisi con riferimento a dieci quartieridella città.L’intero insieme documentario consta di circa2000 tra piante e disegni, prevalentemente rea-lizzati tra il XVIII e il XIX secolo, è suddivisoper Quartieri e per interventi urbanistici, comequi di seguito:a) quartieri: San Ferdinando, Chiaia, SanGiuseppe – Montecalvario, San Lorenzo –Vicaria, Avvocata – Stella – San Carlo, Porto –Pendino – Mercato;b) planimetrie generali;c) pescherie – mercati - macelli;d) acque – acquedotti – paludi – fogne;e) cimiteri;f) edifici scolastici;g) interventi urbanistici: ripartizione territoria-le edifici degradati, tavole dei quartieri del RealOfficio Topografico della Guerra (1861), Ducadi Noja (1775), progetto d’esecuzione dellaSocietà per il Risanamento di Napoli (1884);h) miscellanea.A mero titolo esemplificativo, si cita la presen-za nell’insieme documentale di progetti e sin-gole tavole a firma di Carlo Vanvitelli (1739 -1821), Gaetano Genovese (1795 - 1875), ErricoAlvino (1809 - 1872).Il fondo include anche le 35 tavole della Mappatopografica di Napoli e dintorni (meglio notacome Mappa del duca di Noja). La Mappa, com-missionata nel 1750 dal Tribunale degli Eletti (odi San Lorenzo) a Giovanni Carafa duca diNoja, doveva essere portata a termine entrodue anni. Ne occorsero invece venticinque conl'ausilio, per la sopravvenuta morte del Carafa,

Il Sindaco Rosa Iervolino Russo

Comune di Napolia cura dela cura del

L’Archivio Storico del Comune di Napoli è unarealtà che rappresenta il “Luogo della memoria”

4949Gen./Gen./FFebbraio 2010 ebbraio 2010

inforinformatormatore e l’l’delle Autonomie locali

di Diego Guida*

Guida

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dell'architetto Gaetano Bronzuoli (sotto la direzione delPrincipe Monteroduni Pignatelli) e successivamente diNiccolò Carletti. Dell'incisione furono artefici PietroCampana, Gaetano Cacace, Giuseppe Aloja eFrancesco Lamarra. Durante il governo di Carlo diBorbone (1734-1759) e di suo figlio Ferdinando IV(1759-1799) il volto della città cambiò radicalmente; ciòè testimoniato dalla Mappa del duca di Noja, nella qualemolti edifici sono raffigurati secondo il loro progetto enon come apparivano in realtà all’epoca della realizza-zione della Mappa. E' il caso dell'Albergo dei Poveri,enorme ospizio iniziato nel 1751. Furono impressi pochiesemplari della Mappa, alcuni su fogli sottili che si pre-stavano meglio al montaggio su tela o su grossi pannel-li, altri furono stampati su carta pesante per essere pie-gati e rilegati in volume dopo una paziente legatura ese-guita tavola per tavola. La Mappa è costituita da 35 fogliincisi in rame e realizzati per impressione di misura cm47x60 che, se uniti, formerebbero un'unica Carta dicirca 11 mq decorata con eleganti cartigli e stemmi delleprincipali famiglie nobili.Poche righe relativamente alla valenza storica, artistica,culturale della sede dell'Archivio Storico.L’immobile che ospita la sede dell’Archivio Storico delComune di Napoli in salita Pontenuovo si fa risalire nelsuo primo impianto, al tardo XVII secolo, allorquandotale Gaetano Lo Mastro raccolse e ricoverò in alcunecase, dette a Carbonara sul Ponte nuovo, sette fanciulleabbandonate e vaganti per le vie della città, ponendo l'i-

niziativa sotto la protezione di Santa Maria dellaPurificazione. L'esempio coinvolse lo spirito caritatevo-le di altre persone, tra cui la principessa Sanseverino diMonteleone, e le case furono trasformate in un edificiocon annessa chiesa intitolata a San Gioacchino.La chiesa, annessa al corpo principale, nota anche comedella Purificazione e San Gioacchino, fu fondata nel1684 e consacrata nel 1692; subì un rifacimento nel 1753.La lapide posta sull’ingresso della sagrestia testimoniadi un ulteriore restauro effettuato nel 1793, ma, con iprecedenti interventi, si era già determinata la formaattuale della facciata e della cupola. L’interno, impostato su di un rettangolo ad angoli arro-tondati richiama l’analogo spazio della non distantechiesa di Vertecoeli. Sul prospetto, la porta di accesso èsormontata da uno stucco databile al 1789 raffiguranteSan Gioacchino, presumibilmente realizzato daSalvatore Di Franco. All’interno si evidenziano stucchieseguiti tra il 1734 e il 1735 e la pregevole grata in ferrodel comunichino.Importante, infine, che si abbia notizia delle azioniintraprese per la valorizzazione dell'Archivio Storico.Questo Assessorato, dal momento del suo insediamen-to, avvenuto nel gennaio 2009, ha operato per la valo-rizzazione delle sedi dell'archivio, del suo importantecontenuto storico, nonché per l'importante “valenzaturistica” della sede, presente in uno dei 5 itinerari turi-stici individuati da Comune e Regione. In tal senso, que-sto Assessorato ha presentato alla Regione Campania,nel mese di luglio, un progetto per la digitalizzazione diparte del fondo documentale presente presso l'archiviostorico con il duplice obiettivo di rendere fruibile, anchealle generazioni future, il patrimonio archivistico oltreche contribuire a realizzare un nuovo attrattore turisti-co-culturale da svilupparsi nella chiesa dei SantiGioacchino e Anna a Pontenuovo (struttura monumen-tale adiacente la sede dell’Archivio). Tale iniziativaanche in considerazione della localizzazione della strut-tura stessa - posizionata nella zona dei decumani e inclu-sa nell’insula costituita dalla magnifica chiesa di SanGiovanni a Carbonara e dall’area verde del parco reLadislao – si configura come intervento di ulteriore svi-luppo turistico-culturale della zona.

*Assessore alle Biblioteche Civiche - Archivi Storicidella Città - Memoria Storica della Città - Tempo

Libero - Decoro ed Arredo UrbanoComune di Napoli

5050 Gen./Gen./FFebbraio 2010ebbraio 2010

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