lo sviluppo del crowdfunding in italia: il caso fundedbyme
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Tesi di laurea triennale di Economia Aziendale - Università Cattolica del Sacro CuoreTRANSCRIPT
UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE - MILANO
Facoltà di Economia
Corso di Laurea in Economia e Gestione Aziendale
LO SVILUPPO DEL CROWDFUNDING IN ITALIA:
IL CASO FUNDEDBYME
Tesi di Laurea di:
Elena PRESTINICE
Matr. 4001715
Anno Accademico 2013 / 2014
Relatore: Chiar.mo Prof. Andrea MEZZADRI
INDICE
Indice delle figure ....................................................................................................... II
Indice delle tabelle ..................................................................................................... III
Introduzione ................................................................................................................ 1
1 Concetto, principi e modelli del crowdfunding ...................................................... 2
1.1 Definizione del crowdfunding ............................................................................... 2
1.2 L’evoluzione del crowdfunding negli anni 90 e 2000 ............................................ 3
1.3 Aspetti normativi e legali in USA e in Italia ........................................................... 4
2 I diversi modelli di crowdfunding ........................................................................... 8
2.1 Il modello Donation-Based................................................................................... 9
2.2 Il modello Reward-Based................................................................................... 11
2.3 Il modello Lending-Based .................................................................................. 13
2.4 Il modello Equity-Based ..................................................................................... 15
2.5 Vantaggi e svantaggi delle piattaforme .............................................................. 17
2.6 Il mercato del crowdfunding in Italia ................................................................... 22
3 Caso di studio sulla piattaforma di crowdfunding: FundedByMe ...................... 26
3.1 Descrizione della piattaforma ............................................................................ 26
3.2 Numeri di FundedByMe ..................................................................................... 28
Conclusioni ............................................................................................................... 31
Bibliografia ................................................................................................................ 33
Sitografie ................................................................................................................... 35
Allegati....................................................................................................................... 36
II
Indice delle figure
Figura 2.1: Evoluzione del crowdfunding nel mondo. .................................................... 8
Figura 2.2: Modelli di piattaforme attive fino a maggio 2014 ........................................ 22
Figura 2.3: Modelli di piattaforme in fase di lancio ....................................................... 23
Figura 2.4: Modelli di piattaforme attive e in fase di lancio in Italia .............................. 23
Figura 3.1: Successi e insuccessi delle campagne di crowdfunding – caso FBM ........ 28
Figura 3.2: Numero di campagne e totale raccolta fondi dei diversi modelli di
FundedByMe .............................................................................................................. 29
III
Indice delle tabelle
Tabella 1: Valore complessivo dei progetti finanziati ................................................... 25
Allegato 1: Lista delle piattaforme di crowdfunding attive in Italia ................................ 36
Allegato 2: Lista delle piattaforme italiane di crowdfunding in fase di lancio ................ 39
Allegato 3: Campagne Equity presenti nella piattaforma FundedByMe ....................... 40
Allegato 4: Campagne Reward e Lending nella piattaforma FundedByMe .................. 41
IV
1
Introduzione
Il crowdfunding è una nuova forma di finanziamento alternativa rispetto ai modelli
tradizionali, che presenta una potenzialità: la capacità di sfruttare la “saggezza della
folla” dando luogo ad una comunità di individui determinati ad avviare un vero
cambiamento. Si crea un nuovo tipo di partecipazione attiva che non si limita al
semplice apprezzamento ma si traduce in sostegno effettivo. Le piattaforme di
crowdfunding portano ad uno stadio successivo, creando delle relazioni tra imprenditori
ed investitori: così nasce, dunque, un modello secondo cui l’investitore non solo ha una
partecipazione finanziaria nel successo dell’idea, ma anche intrinseca, ovvero facendo
riferimento.
Nella presente tesi si è cercato di capire quali siano le ragioni del suo successo, cosa
abbia spinto i soggetti a parteciparvi e quali siano i punti di forza rispetto alle forme
tradizionali di finanziamento.
Il primo capitolo definisce il concetto di crowdfunding e le sue caratteristiche principali;
l’evoluzione negli anni 90 e 2000, descrivendo la nascita di questo fenomeno e infine le
normative introdotte in USA con il JOBS Act e in Italia con il Decreto Sviluppo Bis
evidenziando le eventuali differenze.
Il secondo capitolo individua i diversi modelli di crowdfunding, classificati in base al tipo
di ricompensa riconosciuta al finanziatore: Donation-Based; che non prevede alcun
ritorno; Reward-Based, dove il finanziatore riceve un ritorno non economico; Lending-
Based, dove il finanziamento è un prestito che prevede la restituzione futura del
capitale maggiorato da una quota di interesse; infine Equity-Based, dove il ritorno
dell’investimento è rappresentato da quote di società finanziata. Successivamente si
passa a rilevare i possibili vantaggi e svantaggi delle diverse tipologie; infine si analizza
il mercato del crowdfunding in Italia con l’obiettivo di determinare, attraverso uno
scouting, le piattaforme attualmente attive e in fase di lancio e quale sia il modello più
utilizzato.
Il terzo capitolo è dedicato ad un caso di studio su FundedByMe che opera in 8 paesi
(tra questi anche l’Italia, lanciata nel mese di febbraio). Attraverso le interviste
realizzate con Vittorio Mauri e il team di FundedByMe, l’obiettivo è di descrivere in linea
generale le caratteristiche della piattaforma e di individuare gli elementi chiave che ne
definiscono il successo.
2
1 Concetto, principi e modelli del crowdfunding
1.1 Definizione del crowdfunding
Il crowdfunding è un processo di finanziamento collettivo attraverso il quale più
persone contribuiscono con somme di denaro un progetto o un’iniziativa che può
essere nella natura (sostegno all’arte e beni culturali, ricerca scientifica, progetti
musicali o di giornalismo partecipativo, ecc.). Il termine deriva dall’inglese “crowd”,
ovvero folla, e “funding”, che significa finanziamento: esso consiste nella realizzazione
di un finanziamento dal basso da parte di una sorta di mobilitazione di risorse e di
persone. La raccolta viene effettuata tramite piattaforme web che facilita l’incontro tra
la domanda di finanziamenti da parte di chi promuove i progetti e l’offerta di denaro da
parte degli utenti. Tali piattaforme possono essere distinte in generaliste, le quali
raccolgono progetti di ogni area di interesse, e verticali (o tematiche), specializzate in
progetti di particolari settori.
Essendo il crowdfunding una piattaforma on line, l’elemento fondamentale è la
trasparenza. Il Web, essendo un luogo di furti dei dati personali e di varie frodi,
permette di avere più trasparenza di quanto ci si aspetta: la reputazione rappresenta
uno dei fattori intangibili nella società, la validazione della folla è un elemento di
garanzia. Inoltre i progetti migliori del crowdfunding sono tenute sempre in
aggiornamento da persone che, sostenendoli, raccontano ciò che stanno facendo. Un
altro elemento riguarda la ricompensa, che il donatore riceve in cambio dopo aver
finanziato un’idea o un progetto.
Il crowdfunding deriva dal concetto di “microfinanza”, secondo la quale le piccole
somme, quando aggregate, fanno la differenza; lo stesso concetto che sta alla base
dell’attrazione riscossa dai Social Media affinchè facilitano azioni popolari e
cambiamenti: tante piccole azioni messe insieme creano effetti a catena. Con il
crowdfunding l’intento dovrebbe essere quella di raggiungere comunità e persone che
vanno oltre la propria immediata "tribù", attingendo da individui lontani fisicamente.
Chris Anderson ha coniato il termine crowdfunding come esempio del cosiddetto
modello di business della “coda lunga”, secondo il quale il futuro consiste nel vendere
minori quantità di un numero maggiore di prodotti. I modelli economici innovativi attivati
tramite i Social Media sostengono che, affinchè possano sfruttare i vantaggi, il costo e
le barriere, devono risultare basse in modo che si possa accedere alla cosiddetta coda
lunga. Il crowdfunding contribuisce all’abbassamento delle barriere all’entrata: al giorno
3
d’oggi tutti possono essere investitori contribuendo con il proprio denaro ad un progetto
o ad un’iniziativa; le piattaforme offrono sistemi per portare avanti una campagna,
riducono le difficoltà e gli eventuali costi e rendono il processo più accessibile per tutti:
c’è la possibilità di partecipare ad un’iniziativa con un importo di pochissimi euro. Il
crowdfunding è correlata a comportamenti riconosciuti nel Social Media, come l’idea
della validazione collettiva e della fiducia fondate sulla conoscenza distribuita,
nominata “saggezza della folla”. L’insieme dei giudizi individuali consentono di valutare
un Business Plan e di realizzare un test di un prodotto sul mercato. Tutto ciò si realizza
grazie ai modelli di fiducia reciproca segnalati sul Web.
1.2 L’evoluzione del crowdfunding negli anni 90 e 2000
Il concetto del crowdfunding non rappresenta una novità ma ha decisamente subito
un’accelerazione con l’evento dei Social Media. I primi esempi di Crowdfunding sono
stati osservati nella seconda metà degli anni ’90, quando iniziarono a circolare in rete
alcuni progetti finanziati mediante campagne e raccolte di beneficienza. Negli stessi
anni, nel settore dei Social Web, venivano lanciati SixDegrees.com e AOL Instant
Messenger mediante il quale si creavano dei profili che permettevano all’utente di
risultare on line e di connettersi con amici per rimanere in contatto. Iniziarono a
chiedere alle proprie “crowds” (definito come gruppo di persone che hanno
caratteristiche in comune) di finanziare nuova musica, nuovi tour o album: uno dei primi
è stato il gruppo rock inglese Marillion che, attraverso una raccolta fondi on line
(chiamata il Tour Fund), ottenne $ 60.000 per finanziare un tour negli Stati Uniti. Nel
2000 nacque JustGiving, un sito di raccolta di beneficienza on line, che ha registrato
oltre 13.000 associazioni di beneficienza con una raccolta fondi di 1,5 miliardi di
sterline. Nel 2005 venne lanciata Kiva, la prima piattaforma che ha permesso agli
investitori di realizzare un prestito di denaro nei paesi in via di sviluppo; ora
rappresenta una delle piattaforme di microprestiti di maggior successo, registrando 165
milioni di dollari e con un tasso di ripagamento del 98,83%. Ciò che rende Kiva
“sociale” sono alcuni fattori che si trovano sui social network, come il profilo, le foto, gli
aggiornamenti, ma in particolare il senso di personalizzazione che si origina dal sapere
cosa si sta facendo con il denaro che si presta. Successivamente è stato sviluppato un
modello di prestito definito Peer-to-Peer (P2P) che consente di realizzare il prestito
anche fuori dai paesi in via di sviluppo: uno dei primi è stato Zopa, una società inglese.
4
Nel 2006 il termine crowdfunding è stato ripreso da Michael Sullivan il quale ha lanciato
“Fundavlog”, una sorta di incubatore che realizzava progetti ed eventi legati ai video
blog, includendo la possibilità di fare delle donazioni on line. Questo strumento non era
solamente basato su reciprocità, trasparenza ed interessi condivisi ma anche sul
finanziamento della folla on line. Sempre nello stesso anno è stato lanciato Prosper
negli Stati Uniti, nel 2007 è nata LendingClub, simile a Kiva. Nel 2008 nasce
IndieGoGo, fondata da Danae Ringerlmann e Slava Rubin con lo scopo di dare spazio
agli imprenditori creativi. Nel 2009 è la volta di Kickstarter, negli Stati Uniti, e, in Italia,
Kapipal, fondata dall’italiano Alberto Falossi, che è la prima piattaforma
internazionale a supportare il crowdfunding personale. Queste piattaforme hanno un
elemento in più: nel momento in cui qualcuno dà un contributo a questi progetti ottiene
in cambio dei premi e delle ricompense ma non in denaro. Nel giro di un anno, tra il
novembre e il dicembre del 2010, 13.512 sostenitori sono riusciti a mettere insieme $
942.578 (all’inizio si erano posto un target di $ 15.000), realizzando un record a livello
mondiale per la somma di denaro raccolta nella piattaforma Kickstarter. A febbraio
2012, sempre nella stessa piattaforma, Elevation Dock per IPhone ha ottenuto la
somma di $ 1.464.706; verso maggio si chiude la campagna per il Peeble di Erik
Migicovsky ammontando oltre 10 milioni di dollari. Un’altra piattaforma di crowdfunding
che ha permesso un promittente sviluppo è GrowVC, il quale ha portato alla nascita di
un nuovo modello chiamato Equity-Based (ovvero, il crowdfunding basato sulla
partecipazione finanziaria collettiva a titolo di capitale proprio). Tra queste da segnalare
Crowdcube, una piattaforma di crowdfunding che si occupa delle soluzioni di finanza
aziendale; attraverso quest’ultima sono stati raccolti per il gruppo Rushmore, nel giro di
un mese, 1 milione di dollari da parte di 143 investitori con lo scopo di finanziare lo
sviluppo di bar e locali a Londra.
1.3 Aspetti normativi e legali in USA e in Italia
Il crowdfunding è riconosciuto a livello internazionale come elemento di crescita
economica, perché più individui partecipano ad un progetto imprenditoriale
assumendosi due ruoli: quello di produttori e di consumatori. Negli Stati Uniti, nel
novembre 2011, tre imprenditori della StartUp Exemption Framework hanno creato una
piattaforma attraverso cui si cercava di rendere il Crowdfund Investing legale, dato che
le imprese start up non potevano vendere le azioni mediante tali piattaforme o
5
framework per motivi legali. Queste piattaforme hanno fatto sì che sia sviluppato un
modello ripreso poi in alcuni paesi dell’Europa, tuttavia ci sono state delle limitazioni,
dal punto di vista legislativo, non solo a livello europeo ma anche statunitense.
Qualche anno fa il modello Equity-Based era vietato dalla legislazione degli USA ma
nell’aprile del 2012 il presidente Obama ha firmato il JOBS Act (acronimo di Jumpstart
Our Business Startups): esso consiste nell’aiutare le imprese start up a raccogliere fino
a 1 milione di dollari dando la possibilità a chiunque di acquistare, attraverso portali
approvati, una quota limitata di azioni nelle proprie società nascenti. Il JOBS Act è dato
da una serie di regolamenti con lo scopo di modernizzare e di eliminare i limiti
legislativi che hanno bloccato varie piccole imprese start up, è stata assoggettato a
modifiche e approvato nel 22 marzo 2012 con 73 voti favorevoli contro i 26. Entra poi in
vigore il titolo II del JOBS Act il 23 settembre 2013: per la prima volta le piccole
imprese e le start up possono raccogliere fondi d'investimento aperto al pubblico su siti
come Facebook o Twitter per contribuire a diffondere la parola e tenendo in
investimenti azionari crowdfunding online tramite siti che alimentano il processo di
investimento in modo più aperto e collaborativi. Gli elementi essenziali sono:
• gli imprenditori devono fornire rendiconti finanziari per avvantaggiarsi del limite di 2
milioni;
• la fase d’inizio e il completamento di ogni processo deve essere registrate
mediante il SEC (Securities Exchange Commission);
• il processo deve arrivare al 60% del suo target dichiarato, la gestione del denaro e
le transazioni finanziarie deve essere occupata da una terza parte;
• a ciascun investitore spetta una soglia di 10.000 dollari o il 10% del reddito
annuale;
• le azioni non possono essere messe in vendita sul mercato prima di un anno,
salvo che l’investitore sia risultato accreditato o registrato.
Inoltre sono state definite le nozioni del Crowdfunding Act statunitense, inserito nel
JOBS Act dove:
• c’è la possibilità per le società di vendere azioni di 100.000 dollari entro un anno;
• per un investitore con un reddito annuale o patrimonio netto inferiore a 100.000
dollari, l’investimento annuale in azioni può superare il limite di 2000 dollari o il 5%
del reddito annuale o patrimonio netto;
6
• c’è la presenza di intermediari di crowdfunding, registrati con la SEC e la SRO,
che possono fungere da intermediari finanziari o portali di finanziamento.
In Italia il crowdfunding è regolato nel Decreto Sviluppo bis, poi convertito in Legge
(nominata Crescita 2.0) nel dicembre 2012. L’obiettivo principale è duplice: da un lato,
favorire l'accesso al pubblico risparmio da parte delle start up innovative, dall’altro,
adeguare degli standard di sicurezza per i risparmiatori, simili a quelli assicurati alla
clientela Retail dagli intermediari autorizzati alla prestazione di servizi di investimento.
All’interno del Decreto c’è una sezione riguardante le misure atte a favorire la nascita e
lo sviluppo di start up innovative; la norma principale è l’articolo 30, in materia di
“Raccolta diffusa di capitali di rischio tramite portali on line”. Proteggendo gli investitori
non professionali, il Regolamento prevede - alla luce dei criteri di adeguata
informazione e trasparenza promossi dalla normativa MiFID1 - che gli stessi si
sottopongano ad una verifica relativamente al grado di consapevolezza del rischio
assunto e alla capacità di sostenerne il peso dal punto di vista economico-finanziario.
Allo scopo di non limitare lo sviluppo del fenomeno, nella versione definitiva del
Regolamento è prevista una deroga a tali disposizioni nel caso di investimenti di
importo limitato: 500 euro per investimento e 1.000 euro annui nel caso di investitori-
persone fisiche e rispettivamente 5.000 euro e 10.000 euro nel caso di investitori-
persone giuridiche. Per i gestori di portali, sono definiti specifici requisiti di onorabilità
per i soggetti che ne detengono il controllo, di professionalità e competenza per i
soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e controllo. In caso di
perdita dei requisiti di onorabilità vige l’obbligo di comunicazione alla CONSOB in capo
ai soggetti con funzioni di controllo e amministrazione del portale. E’ previsto inoltre un
periodo di due mesi entro cui il gestore deve provvedere a ricostituire i suddetti
requisiti, pena la revoca dell’autorizzazione e la cancellazione dall'apposito registro dei
gestori, e durante il quale sospenderà le offerte in corso e non pubblicarne nuove. Gli
ordini di acquisto raccolti attraverso dei gestori di portali devono essere trasmessi a
banche e società di investimento, i quali si occupano del perfezionamento e
dell’amministrazione degli stessi attraverso il versamento dei fondi in un conto
indisponibile indirizzato alle società emittenti. Ai fini del perfezionamento dell’offerta sul
portale è necessario che una quota pari almeno al 5% del capitale di rischio venga
1 MiFID (Markets in Financial Instruments Directive) è la direttiva comunitaria in vigore dal 1 novembre 2007.
7
sottoscritta da investitori professionali, da fondazioni bancarie o da incubatori di start
up innovative.
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2 I diversi modelli di crowdfunding
La società di ricerca Massolution ha pubblicato il Crowdfunding Industry Report
2013, che analizza lo sviluppo e le tendenze del fenomeno del crowdfunding negli
ultimi anni, stimandone le probabili evoluzioni per l’immediato futuro. Dai dati sono stati
rilevati queste importanti informazioni affermando la crescita esponenziale del
crowdfunding: il numero di piattaforme online esistenti nel 2012 è cresciuto del 60%
negli ultimi 5 anni, raggiungendo il numero di 452. Allo stesso modo, sono cresciuti i
capitali raccolti attraverso tali piattaforme: nel 2011 la cifra globale è stata di 1,5
miliardi di dollari e nel 2012 si è arrivati a 2,8 miliardi.
Figura 2.1: Evoluzione del crowdfunding nel mondo.
Fonte: Crowdfunding Industry Report, Massolution, 2013
Nel luglio del 2013 si è registrato un raddoppio dei volumi globali: la cifra è stata di 5,1
miliardi di dollari.
Dando uno sguardo all’Europa occidentale, dove alcuni Paesi presentano un tasso di
attività e raccolta alto, si è verificata una crescita del 65% con 945 milioni di dollari. A
livello di piattaforme i mercati più estesi in Europa nel 2012 sono: Regno Unito con 44
piattaforme, Paesi Bassi con 29, Germania con 20, Spagna con 18 e Italia con 16. Per
quanto riguarda la quota di mercato in termini di volume di raccolta fondi il primato
9
spetta al Regno Unito, con il 63%, seguita poi dalla Germania, Polonia, Francia, Italia e
Spagna.
Si individuano quattro tipologie di piattaforme, classificate in base al tipo di rapporto
che si instaura tra il soggetto che finanzia e quello che ha richiesto il finanziamento:
• Donation-Based, che riguarda il finanziamento di progetti motivato da incentivi
filantropici o di sponsorizzazione (a favore di organizzazioni non profit), non è
prevista alcuna remunerazione;
• Reward-Based, che prevede una ricompensa non monetaria ma materiale (che
può essere un prodotto) o intangibile (come l’invito ad un evento) per chi fa una
donazione;
• Lending-Based, che consiste nella sottoscrizione di titoli o contratti di debito
direttamente stipulati fra le parti;
• Equity-Based, che avviene con sottoscrizione di capitale di rischio mediante azioni,
o titoli simili, di una società di nuova creazione.
2.1 Il modello Donation-Based
Il modello Donation-Based consiste nelle offerte di somme di denaro donate per la
realizzazione di un progetto, senza ricevere nulla in cambio ed è operante in ambiti
artistici o sociali. Il crowdfunder finanzia il progetto in oggetto senza ottenere niente
indietro. È uno dei promotori della diffusione del crowdfunding poiché si basa su un
concetto storicamente validato e collaudato della donazione a fini benefici. Spesso i
progetti di questo tipo hanno scopi sociali come il sostegno per le popolazioni del terzo
mondo, per le persone disabili o per la nascita di strutture socialmente utili. Tale
modello non è utilizzato solo da organizzazioni non-profit o ONLUS, ma anche da
istituzioni per ristrutturare locali di uso pubblico come piazze o giardini o anche da
privati per raggiungere scopi personali, come un viaggio intorno al mondo o il
finanziamento di un matrimonio. Inoltre c’è anche la possibilità di non ricevere una
ricompensa: infatti, attraverso questa piattaforma, la campagna elettorale realizzata da
Barack Obama nel 2008 ha permesso di arrivare alla raccolta fondi di oltre 187 milioni
di dollari.
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Un esempio è Iodono che è un sito di personal fundraising nato nel 2010 da una
società milanese, Direct Channel, leader nel database management nel settore
editoriale e del no profit. È il primo sito di Personal Fundraising2 in Italia. Esso dà
l’opportunità alle persone di effettuare delle donazioni on-line e di raccogliere dei fondi
per le ONP3. Sul sito iodono.com è possibile scegliere direttamente la causa sociale da
sostenere e fare una donazione online e tutti possono diventare “Personal Fundraiser”
e ottenere fondi da destinare alla causa.
Inoltre sono presenti alcune piattaforme che operano su campi come la ricerca, la
cultura e la “community funded reporting”. OpenGenius è un sito di crowdfunding
dedicato alla ricerca non solo scientifica ma anche nel campo delle scienze umane.
Attraverso il social network permette di ottenere fondi di comunità di donatori che
condividono un interesse specifico, raccogliendo le risorse necessarie per realizzare
iniziative di ricerca. Il servizio propone tre fasi fondamentali:
• Proposta: le proposte sono pubblicate su un database online, contenendo una
descrizione dei principali obiettivi, la durata ed il contributo desiderato;
• Selezione: i progetti vengono valutati mediante un processo di revisione in forma
anonima, che aggiudica un punteggio a ogni proposta e alla reputazione scientifica
di ogni proponente;
• Donazione: i progetti che hanno un punteggio più alto sono pubblicati su
OpenGenius e possono ottenere i contributi dei donatori (cittadini, imprese
umanitarie), con l’opportunità di scegliere direttamente su quali progetti invest ire.
Fund For Culture è una piattaforma dedicata alla raccolta di fondi per la cultura
(esempio: mostre, film, spettacoli e così via), con l’obiettivo di facilitare l’incontro tra chi
vuole fare cultura in Italia e chi la vuole sostenere attraverso donazioni. Fa riferimento
ai promotori di un’iniziativa culturale, da realizzare ma non ha a disposizione i fondi
necessari per eseguirla, e ai donatori, i quali sono sostenitori della cultura.
2 Il Personal Fundraising è uno strumento che permette di trasformare un semplice donatore in promotore della raccolta fondi. 3 Organizzazione Non Profit.
11
2.2 Il modello Reward-Based
Il modello Reward-Based si basa sulla raccolta di finanziamenti realizzata via Internet
ottenendo in cambio una ricompensa o un premio. È una pratica diffusa in tutti i Paesi
del mondo, adottata da circa 2/3 delle piattaforme esistenti. Tale modello richiama le
pubbliche sottoscrizioni avvenute in passato: per esempio alla costituzione della Statua
della Libertà nel 1880, quando Joseph Pulitzer lanciò una pubblica sottoscrizione
attraverso i giornali con lo scopo di arrivare a raccogliere 250.000 dollari per
completare il basamento. Come ricompensa offrì la menzione dei sottoscrittori che
avrebbero contribuito. I premi sono forniti dal crowdfunder e hanno un valore che
risulta essere inferiore rispetto alla donazione, assicurando la possibilità di avere a
disposizione margine utile per far sì che il progetto sia portato avanti. Il modello è
solitamente utilizzato per progetti creativi o piccoli articoli di consumo e sono suddivise
in settori come arte, danza, moda, musica, tecnologia e così via. Il proponente realizza
un video-pitch attraverso cui si spiega in generale quali sono gli elementi del progetto
(ovvero cosa sta cercando di fare, come utilizza i fondi, quale team…). C’è anche la
possibilità di fare delle donazioni senza ricevere nulla in cambio.
Il modello può essere suddiviso in vari sottogruppi: Modello “tutto o niente” (all or
nothing), modello “prendi tutto” (take-it-all) e le emergenti Royalty based e Pre-Sale.
Nel Modello “tutto o niente” (all or nothing) la somma target deve essere raggiunta
entro un periodo di tempo (prefissato dalla piattaforma stessa) prima della transazione
finanziaria. Se non si raggiunge il target previsto allora si considera il progetto fallito e
di conseguenza il denaro verrà redistribuito sul conto dei donatori. In alcuni modelli le
somme versate vengono collocate su un altro conto e possono essere utilizzate per un
eventuale progetto. Tra questi modelli Kickstarter, lanciata nel 2009, che si presenta
come la più grande piattaforma per raccogliere fondi per progetti creativi, con la
possibilità di richiesta di finanziamenti per film, giochi, musica, arte, design e
tecnologia. Fino ad ora è stato raccolto 1 miliardo di dollari grazie al sostegno di più di
6,2 milioni di persone, nelle 61.000 campagne supportate. Tra le campagne più
finanziate abbiamo quella di Amanda Parker, cantante statunitense che, stanca di
essere sottomessa alle richieste delle case discografiche, ha chiesto 100.000 dollari
per pubblicare il nuovo disco ricevendo non solo il 100% di quello richiesto ma il
1.923%.
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Eppela, una piattaforma di crowdfunding, permette di creare un’iniziativa, condividerla
attraverso il network ed avere un finanziamento per la sua realizzazione. In caso di
successo Eppela trattiene una somma del 5% della cifra raccolta, altrimenti non ci sarà
alcuna transazione di denaro e non è prevista alcuna commissione a carico del
progettista. Tra i progetti finanziati con successo ritroviamo: “il TrovaTreni”, con 7500
utenti iscritti, più di 700 annunci online e quasi 1.500 biglietti scambiati sul sito nel 2014
per un valore di 45.000 €. Inoltre è presente sui maggiori social network come
Facebook (con più di 7000 iscritti), Twitter e Google +. E’ riuscita ad arrivare a
raccogliere più di 4.000 € ed è stata sostenuta da 38 soggetti.
Il Modello “prendi tutto” (take-it-all) consente di ricevere e utilizzare i fondi
indipendentemente dalla somma che riesce a raccogliere entro la scadenza prefissata.
IndieGoGo, fondato nel 2007 per raccogliere le richieste e le donazioni per qualsiasi
tipo di progetto, è uno degli esempi più noti di Reward-Based take-it-all ed è solo in
lingua inglese. 9 milioni di persone di vari Paesi visitano IndieGoGo, il 47% delle
campagne che superano i loro obiettivi sono gestite da donne. I primi posti tra le
campagne più finanziate sono occupate da progetti di gadget tecnologici. Ma compare
anche quella per la ricostruzione in New Jersey a seguito dell’uragano Sandy,
organizzata da MTV. Alla campagna online è stata affiancato anche un “live Telethon”
che ha permesso di aggiungere un finanziamento pari a circa 800.000 di dollari.
Un altro modello innovativo è rappresentato dalla piattaforma italiana Starteed che
aiuta chi ha un'idea a realizzarla ed offre un ambiente creativo e divertente a tutte le
persone che amano sostenere progetti interessanti. Sono rilevati tutt’ora dei progetti
finanziati raggiungendo il target previsto come, per esempio, “Sharitaly”, il primo evento
dedicato all’economia collaborativa in Italia con la partecipazione dell’Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano e della Fondazione Eni Enrico Mattei, che ha lo
scopo sostenere la sharing economy e di promuovere l’uso dei servizi collaborativi;
“COTOLETTO – Come leggere senza errori”, un software, nato da una tesi di uno
studente in Psicologia dello Sviluppo sui disturbi specifici dell'apprendimento, discussa
presso l'Università di Torino, con l’obiettivo di riconoscere le difficoltà di lettura.
Il modello Royalty-Based è una tipologia di Reward-Based che consiste nel finanziare
una determinata iniziativa ottenendo in cambio una parte dei profitti. Ne è un esempio
Systys, una piattaforma fondata da CFI Group Service LLC, la quale permette di far in
modo che le aziende possano incontrarsi presentando progetti importanti in modo tale
13
che gli investitori possano collaborare a questi progetti. In Italia ritroviamo Starteed,
lanciata nel 2012, che è un sito di crowdfunding che dà una mano alle persone a
finanziare le proprie idee attraverso il supporto finanziario e sociale.
Il modello Pre-Sale consente di prenotare un bene non ancora prodotto, versando
anticipatamente o promettendo di versare il prezzo. Dal punto di vista legale, si tratta a
tutti gli effetti di una compravendita, con la particolarità che risulta evidente a tutti i
soggetti coinvolti che il bene non è ancora venuto ad esistenza e che l’acquisto verrà
perfezionato soltanto se si raggiungono gli importi necessari per andare in produzione.
Questo tipo di crowdfunding è sottoposto alla normativa sull’e-commerce e sulla
protezione dei consumatori nei contratti a distanza. In particolare, occorre considerare
il possibile impatto del diritto di recesso immotivato del consumatore (10 giorni) sia sul
raggiungimento del target di raccolta finanziaria, sia in seguito alla consegna del
prodotto. Questo tipo di Reward-Based crowdfunding è stato spesso utilizzato per le
produzioni musicali, i film e le arti, che rappresentano in aggregato circa il 30% della
raccolta internazionale. Casi esemplari sono il Tik Tok Lunatik sulla piattaforma
Kickstarter, che ha permesso di raggiungere l’offerta di 942.578 dollari, ovvero il
6.280% sul target di 15.000 dollari, e Pebble, un orologio digitale che si collega tramite
Bluetooth con qualsiasi smartphone, che ha realizzato la raccolta di 10.266.846 dollari
superando l’obiettivo prefissato (100.000 dollari).
2.3 Il modello Lending-Based
Il modello Lending-Based (o Social Lending) è fondato sul prestito collettivo: in pratica
chi raccoglie i fondi si impegna a restituirli riconoscendo un certo tasso di interesse
entro il termine prefissato. Così come per il modello Equity-Based, la società che
mantiene la piattaforma deve avere avuto il via libera nel rispetto di leggi e regolamenti
di organismi come la Banca d’Italia, trattandosi di sollecitazione del pubblico risparmio.
Le società di Social Lending svolgono le seguenti attività:
• mettere a disposizione una piattaforma che abbina le richieste di prestito online dei
richiedenti con le offerte dei prestatori, formulate secondo criteri scelti da loro;
• controllare l’identità del richiedente, il suo conto bancario, la sua attività e il suo
reddito;
14
• verificare il merito creditizio del richiedente, interrogando le centrali rischi private e
filtrando richiedenti al di sotto di una soglia stabilita;
• gestire i flussi di pagamento quando si verifica l’erogazione del prestito e durante il
prestito;
• aiutare i richiedenti durante il periodo del prestito;
• trovare nuovi prestatori e richiedenti con azioni di marketing.
Il Social lending presuppone che i soggetti privati possano erogare prestiti remunerati a
tassi determinati sul portale in base al merito creditizio fornito al richiedente del
prestito. Il gestore di un portale di Social Lending offre una serie di servizi di
intermediazione di pagamenti, in quanto trasferisce denaro tra soggetti privati che
fruiscono del portale on-line. Tale attività è riconducibile a quelle prestate dai tipici
istituti di pagamento di money transfer.
Sono presenti delle sottocategorie per questo modello.
Il primo è il Microprestito (o micro lending): esso consiste nel fornire i servizi
finanziari a clienti che dispongono di bassi redditi, inclusi i consumatori e lavoratori in
proprio che non hanno l’accesso ai servizi bancari e finanziari. Il denaro viene raccolto
in un fondo ed è gestito da un intermediario. Un esempio di microprestito è la
piattaforma Kiva, nata nel 2005 a San Francisco, che concede prestiti a persone o a
gruppi di persone che hanno difficoltà ad accedere al credito mediante canali
tradizionali, al fine di aiutarli a migliorare la situazione economica. Collabora con altre
associazioni non profit che lavorano sul territorio ed aiutano ad individuare i soggetti
che hanno bisogno di un prestito, concedendo un finanziamento e raccontando la loro
storia e il loro progetto sul portale. Ci sono tipologie di progetti da finanziarie, tra cui
aiutare donne imprenditrici, giovani, gruppi a rischio o progetti sostenibili dal punto di
vista ambientale.
La seconda tipologia è il prestito tra privati (Peer-To-Peer). Nato soprattutto per la
crisi e il disimpegno per il sistema bancario, è un sistema di prestito tra privati
realizzato mediante piattaforma informatica e avviene in modo diretto tra i richiedenti e
i prestatori senza l’intervento degli intermediari.
Smartika (nuovo nome di Zopa Italia) funziona nel seguente modo: i prestatori attivano
le offerte indicando importo e data del prestito, il tasso e tipologia dei richiedenti a cui
prestare. Si verifica se il profilo del richiedente sia adeguato e, in caso di esito positivo,
15
viene collocato in una delle classi di merito creditizio (A+, A, B, C oppure K per i senza
storia creditizia).
Un’altra piattaforma conosciuta è Prestiamoci, che ha lo scopo di promuovere lo
scambio tra privati senza che banche o istituti di credito intervengano: ciò consente di
ripartire ai prestatori e ai richiedenti il profitto che spetterebbe alla Banca. In tal modo
prestatori ricevono un guadagno alto con tassi di interesse più elevati, per i richiedenti
c’è la possibilità di accedere a finanziamenti con costi minori. Prestiamoci compie una
selezione dei richiedenti e porta sul marketplace coloro che risultano meritevoli di
credito, assegnando il livello corretto di rischio. Inoltre tiene l’incasso delle rate e
controlla tutti i conti di regolamento tra richiedenti finanziati e prestatori.
Oltre a queste due tipologie se ne aggiunge un’altra, chiamata P2B (Peer-To-
Business), definito come micro-prestito a piccole imprese. Un esempio è la
piattaforma inglese Funding Circle che permette a piccoli risparmiatori di prestare
denaro a piccole e medie imprese o startup. Ha realizzato più di 315.000.000 sterline
con più di 30.000 investitori presenti nella piattaforma.
2.4 Il modello Equity-Based
Il modello Equity-Based è un processo attraverso cui il finanziamento di un progetto si
realizza con la costituzione e la partecipazione azionaria nell’impresa che lo dovrà
realizzare. Questi modelli hanno cominciato ad acquisire popolarità attraverso due
piattaforme: SellaBand e Bandstocks. I promotori del progetto e i loro partner cercano
di determinare un periodo di tempo e una somma target, ripartito in migliaia di parti
uguali offerte tramite piattaforma in forma di azioni a prezzo fisso. Le offerte
proseguono fino a che non si arriva al target previsto: poi inizia la vera fase
dell’investimento. È possibile individuare tre modalità principali tramite le quali i portali
online rendono possibile l’offerta pubblica di equity di una società privata.
La prima categoria è il Modello Cooperativo, chiamato anche modello holding o
modello veicolo, si forma una cooperativa formale dove i contribuenti individuali
vengono radunati in entità legali con lo scopo di raccogliere investimenti. Un esempio è
l’internazionale GrowVC: fondata da due finlandesi (Jouko Ahvenainen e Valto
Loikkanen) nel 2009, è la prima piattaforma che si occupa delle start up ad alto
potenziale. Si determinano tre tipologie di users: startup e/o imprenditori, fondatori ed
16
esperti. Le startup rappresentano l’elemento centrale, ed intorno ad esse, ruota tutto il
sistema dei servizi offerti dalla piattaforma. Ogni profilo start up può avere più
imprenditori collegati ed un imprenditore può avere più di una startup. Per poter
accedere al profilo dell’imprenditore occorre aver creato una startup o far parte di un
team. I finanziatori sono investitori di vario tipo, dai Business Angels ai Venture Capital
passando per semplici cittadini appassionati di ICT. I funders possono effettuare le
scelte in merito a quali investimenti praticare in base ai propri interessi e alla propria
expertise. Infine gli experts forniscono servizi e consulenze alle startup come: avvocati,
esperti di marketing, account o incubatori. Gli esperti possono essere chiamati da una
startup per dare credibilità al team o possono investire parte del loro lavoro su una
startup ricevendo in cambio una quota di equity della società. Un esempio di una
startup è Emagist, compagnia di entertainment website con sede a Hong Kong, la
quale in pochissimi mesi ha ottenuto finanziamenti per l’avvio della propria attività oltre
che contatti con Venture Capital in Europa, Stati Uniti e China.
Altri esempi sono l’olandese Symbid, dove le imprese operano nel settore della
produzione di beni e servizi ad impatto ambientale sostenibile (come ad esempio
pannelli solari e veicoli elettrici), e il francese Wiseed.
La seconda tipologia è la Vendita di Equity ad investitori sofisticati, ovvero ad una
sorta di rete di Business Angel virtuali. Operano varie piattaforme, tra cui le statunitensi
SeedUps e CircleUp e la tedesca Innovestment. In questo caso non vi è una vera
apertura a nuove fonti di finanziamento per le società poiché gli investitori sono
investitori accreditati e non la ‘crowd’ – ovvero i potenziali investitori privati non
professionali.
Infine abbiamo il Modello-Club: esso prevede che le piattaforme gestiscono gli
investitori come membri di un club ad adesione volontaria; l’offerta è indirizzata ad una
platea chiusa di investitori. Una delle piattaforme più note è la britannica Crowdcube,
lanciata nel febbraio 2011, che aveva raggiunto il record mondiale di crowdfunding per
la raccolta di 1 milione di sterline con il progetto del Rushmore Club nel mese di
novembre del 2011. Crowdcube prevede che l’investitore si registri sul sito con un
proprio account e depositi una certa somma di denaro. Una volta effettuato, si
analizzano le offerte e finanziano uno o più progetti del portfolio presente sul sito. Gli
imprenditori che intendono cercare investimenti devono registrarsi e inviare il proprio
17
progetto, che sarà sottoposto ad un controllo di Crowdcube che deciderà se accettarlo
o meno sulla piattaforma.
Le caratteristiche di questa piattaforma sono:
• la somma minima da raccogliere è pari a 5 mila sterline, Crowdcube impone come
somma massima 150.000 dollari;
• l’investimento minimo è di 10 dollari, i costi di transazione delle compagnie che
stanno cercando di raccogliere finanziamenti sono relativamente limitati in
paragone al tradizionale processo di vendita di azioni;
• le spese legali spettano all’imprenditore e Crowdcube trattiene una percentuale;
• sia gli investitori e gli imprenditori devono essere residenti nel Regno Unito e la
società deve essere registrata nel Regno Unito.
Le startups che hanno ottenuto finanziamenti da questa piattaforma sono presenti nel
settore alimentare, dell’e-learning, della produzione di beni e servizi e dell’IT e
software.
2.5 Vantaggi e svantaggi delle piattaforme
Prima di poter esporre la propria idea alla prova di una campagna di crowdfunding si
considerano delle scelte. Affinchè un soggetto voglia avviare un progetto di
crowdfunding, si seguono una serie di step: il primo passo da seguire è sicuramente
quello di definire l’obiettivo del proprio progetto, condividendolo con il team che porterà
il progetto a realizzazione.
Il secondo passo è la scelta della piattaforma: ciascuna di esse ha una “value
proposition” specifica e bisogna essere bravi nello scegliere tra la varietà quella che fa
al caso proprio. La responsabilità di guidare una campagna ricade in primis sul
progettista; inoltre le piattaforme offrono spazio e servizi ma è il progettista che deve
coinvolgere la comunità e promuovere l’iniziativa.
Si cerca di scegliere le giuste ricompense: è molto difficile perché l’ideale sarebbe
avere delle ricompense differenziate e di diverso valore con lo scopo di attirare la più
ampia gamma di potenziali contribuenti e investitori. Dopo si passa alla costruzione del
pitch; considerato come uno dei primi elementi con cui entra in contatto il potenziale
finanziatore e deve pertanto essere costruito in modo da suscitare interesse.
18
La diffusione del progetto è rappresentato sicuramente dalla rete sociale del
proponente, al fine di innescare l’effetto viralità per diffonderlo ulteriormente. Per
realizzare ciò è importante scegliere su quali canali veicolare il proprio progetto
(Facebook, Twitter o LindekIn). Successivamente occorre mantenere viva l’attenzione
del proprio pubblico: è necessario pubblicare periodicamente lo stato di avanzamento
del progetto, pubblicare commenti o integrazioni al progetto per chiarire aspetti omessi
precedentemente e ringraziare chi, in un modo o in un altro, entra in contatto con il
progetto.
L’ultima fase è il monitoraggio: prevedere un set di indicatori che consentano di avere
dei feedback sullo stato di avanzamento del progetto, sulla sua diffusione e sulla sua
visibilità è fondamentale per mettere in atto azioni correttive durante il periodo di
raccolta fondi.
I possibili vantaggi sono il miglioramento della credibilità e della reputazione: una
campagna di successo, in grado di catturare l’attenzione del pubblico, ha effetti positivi
sul profilo professionale per l’autore, aumentandone la reputazione; il crowdfunding
permette ai creatori di verificare se esista un mercato reale per la propria idea
basandosi sulla risposta del pubblico (test di market sul campo). Se la raccolta
realizzasse successo, la campagna offrirebbe dei dati per poter dialogare anche con
investitori tradizionali dimostrando la potenzialità di un progetto che è stato in grado di
raccogliere fondi anche se promosso con le sole energie degli autori. L’aggregazione di
un pubblico di sostenitori, risultati online e offline, produce un effetto promozionale che
anche molte aziende tradizionali stanno sfruttando (come indicato nei trend del
settore), in particolare in funzione alle formule di prevendita di nuovi prodotti; tutti gli
osservatori e gli operatori sono concordi nel sostenere che la campagna di
crowdfunding diventa una sorta di “luogo comune” attorno al quale l’interazione tra
autori e pubblico producono un valore aggiunto mediante l’interazione e lo scambio di
opinione (coinvolgimento attivo del pubblico). Per quanto riguarda le informazioni “di
flusso” che si generano nel corso di una campagna di crowdfunding, sono ancora più
preziose perché dinamiche, riferite a un percorso cronologico esteso con delle fasi ben
definite, che aiutano a ottenere delle considerazioni strategiche. Un altro vantaggio è
l’internazionalizzazione in quanto c’è ulteriore possibilità di rivolgersi al mercato globale
attraverso piattaforme internazionali.
Tuttavia il crowdfunding può presentare degli svantaggi, in quanto i progetti, non
sempre, riscuotono successo.
19
Il primo può essere determinato dal fatto che la maggioranza dei media ne parlano
solamente in termini positivi. Spesso il crowdfunding viene caricato di aspettative
eccessive, al punto da essere a volte presentato come una fabbrica di sogni, una
bacchetta magica in grado di far decollare qualsiasi progetto. Ciò comporta due
conseguenze. La prima conseguenza è che il crowdfunding risulta essere considerato
a livello macroeconomico come un sostituto delle fonti di finanza tradizionale: il
crowdfunding non sostituisce, ma integra le alternative presenti. Il crowdfunding,
inoltre, andrebbe considerato all’interno di un contesto più ampio: quello della
disintermediazione in corso in molti campi, dal turismo, al giornalismo, fino ad arrivare
al finanziamento. La seconda conseguenza riguarda la possibilità che i soggetti, i quali
hanno a che fare per la prima volta con il crowdfunding, credano che sia sufficiente
esporre sulla “vetrina” di una qualunque piattaforma il proprio progetto per vederlo
realizzato. Per evitare questo rischio, Eppela, ad esempio, incentiva il comportamento
attivo dei progettisti premiandoli, quando la loro campagna raggiunge un determinato
livello di donazioni. Tale piattaforma, inoltre, minimizza un altro rischio: il ritardo o la
fallita consegna dei premi ai donatori, infatti segue da vicino i progettisti anche quando
la campagna è stata completata, assicurandosi così che mantengano i loro impegni.
Tra i costi della campagna vanno calcolati sia quelli finanziari che quelli creativi e di
gestione. Quelli vivi comprendono le cifre spese nel caso in cui si dovesse
commissionare un video a dei professionisti o ricorrere ad un ufficio stampa; sul fronte
creativo e gestionale ha maggior peso la quantità di tempo usufruita. Da considerare
anche il rischio dei furti e la paura di incorrere nelle frodi, motivo per il quale il trend
generale è quello di elaborare delle legislazioni dedicate (presenti in Italia e negli USA).
Ovviamente i modelli di crowdfunding si differenziano anche per i vantaggi e gli
svantaggi. Considerando due modelli estremi come il Reward-Based e l’Equity-Based,
si evidenziano delle notevoli differenze.
Guardando al modello Reward-Based i possibili vantaggi sono:
trattenute basse: ad esempio Eppela prevede che, se una campagna raggiunge
l’obiettivo, sia prevista una somma pari al 5% della cifra raccolta come costo di
gestione, oltre ai costi di transazione;
lavorare sull’obiettivo, ovvero cercando di tenere sempre aggiornato il progetto
finanziato con successo: ad esempio Crowdfunding-Italia prevede una sezione
20
dedicata agli aggiornamenti dei progetti, indicando eventuali collegamenti e
dando maggiori informazioni ai donatori;
effettuare test di mercato: il crowdfunding è un buon modo per fare un primo test
di mercato del prodotto. Questa tipologia di marketing permette di avere, infatti,
su scala internazionale, feedback mirati da parte dei consumatori ed essere
pronti per il lancio vero e proprio;
prendere il denaro ricevuto, dove le somme prelevate al momento dell'offerta
vengono accreditate al progettista, che dovrà provvedere a corrispondere le
ricompense).
I possibili svantaggi sono:
non prendi nulla se non raggiungi l’obiettivo prefissato: ad esempio, Kickstarter
non rimborsa i finanziatori se un progetto fallisce;
possibili trattenute alte: su alcuni siti, se si vuole ottenere il finanziamento anche
quando la soglia non è stata raggiunta, devi pagare una tariffa maggiorata,
attorno al 9%. Oltre a questa, ci sono le tariffe dei servizi di gestione delle
transazioni, attraverso Paypal o carta di credito che si aggirano attorno al 3%
delle tariffe;
non portare a termine il progetto e non essere in grado di coprire i costi delle
ricompense.
Nel caso di Equity-Based, si individuano dei vantaggi, non solo economici, ma anche
strategici e finanziari a seconda dei soggetti: da un lato gli innovatori e i creativi,
dall’altro le imprese.
I vantaggi per gli innovatori e per i creativi sono: dotarsi di una struttura di Governance
razionale per gli investitori, ottenere il giudizio del mercato degli investitori, provare di
avere competenze di marketing del fund raising beneficiando di un metodo, adattarsi
alla disciplina richiesta per la redazione di un business Plan, prendere i benefici fiscali
riguardanti all’investimento mediante una valutazione di mercato ed esporre un
percorso concreto di propri supporti affinchè si realizzi l’investimento.
Le imprese, invece, possono usare la leva dell’outsourcing per innovare; aumentare la
produttività dell’innovazione in modo da aumentare l’efficacia del processo; infine
possono ridurre il costo dell’innovazione e il rischio mediante l’aumento dei
21
finanziamenti e ottenendo benefici fiscali cercando di mantenere il controllo del
risultato.
Nel regolamento sono stati introdotti limiti e procedure, con conseguenti costi e
complessità. Uno di questi è che l’Equity si limita ad una élite più ampia di finanziatori,
ma non diventa, invece, un sistema popolare e aperto al contributo di piccoli
risparmiatori, inclusi studenti e startupper stessi. Può esserci anche un rischio di
asimmetria informativa, che si rapporta ad uno squilibrio nella distribuzione delle
informazioni tra due parti, ovvero una parte possiede più informazioni dell’altra. Nel
crowdfunding, il progettista possiede più informazioni riguardo al suo progetto rispetto
all’ investitore. Ciò comporta un aumento del livello di rischio dell’investimento, in
quanto la decisione se investire o meno in un progetto è basata sulle informazioni
parziali. Gli intermediari hanno lo scopo di abbassare il livello di asimmetria informativa
tramite lo scouting dei progetti ed educando gli startupper e gli investitori all’uso del
crowdfunding. Le piattaforme devono contenersi per garantirne la comparabilità,
mostrando informazioni complete.
La CONSOB introduce delle regole da seguire con riferimento alla diffusione
dell’utilizzo di internet per le transazioni commerciali, in quanto ha determinato un
aumento di rischio di ritrovarsi in iniziative illecite o truffe: se si dovesse ricevere una
proposta di investimento via e-mail, o aderire ad un’offerta per sottoscrivere o
acquistare prodotti finanziari su un sito internet, sarebbe importante effettuare qualche
controllo in più. Ha inoltre voluto proteggere gli investitori da possibili comportamenti
opportunistici degli intermediari stessi e dalla possibilità di un loro fallimento,
disponendo il divieto per le piattaforme commerciali di maneggiare i soldi delle
transazioni avvenute sul loro sito e delegando tale compito esclusivamente a soggetti
finanziari autorizzati e vigilati dalla stessa CONSOB. Gli step più importanti introdotti
nel regolamento sono:
controllare che il soggetto che propone l’investimento sia identificabile;
• verificare che il gestore del portale sia iscritto al registro dei gestori di portali tenuto
dalla CONSOB. Nel caso in cui il soggetto dichiari di essere vigilato da un’autorità
pubblica, non comporta alcuna assunzione di responsabilità da parte di tale
autorità né garantisce il contenuto delle proposte effettuate;
• verificare che l’indirizzo internet del portale cui si è connessi coincida con quello
indicato nel registro dei gestori di portale presente sul sito della CONSOB;
22
• infine ricordare che la raccolta di capitali promossa tramite portali di crowdfunding
iscritti nella sezione ordinaria del registro tenuto dalla CONSOB si perfeziona
sempre tramite banche o imprese di investimento (SIM). Il gestore, risultato iscritto
nel registro dei portali, non può richiedere al cliente di versare a suo favore le
somme per la sottoscrizione degli strumenti finanziari, ma queste dovranno essere
versate solo in un conto indisponibile intestato all’emittente acceso presso la
Banca o la SIM.
2.6 Il mercato del crowdfunding in Italia
Nel mese di maggio 2014 è uscito lo stesso report aggiornato: dalle 41 piattaforme
registrate si è passati a 54, di cui 41 attive e 13 sono in fase di lancio; inoltre sono stati
finanziati progetti per un totale di oltre 30 milioni di euro.
Figura 2.2: Modelli di piattaforme attive fino a maggio 2014
Fonte: “Analisi delle piattaforme di crowdfunding in Italia”, D. Castrataro e I. Pais, 2014
Delle 13 piattaforme in fase di lancio, sono state rilevate 9 Equity-Based, 1 Reward e 3
Ibride4.
4 Le piattaforme ibride sono caratterizzate da portali che offrono più di un modello in varie combinazioni.
23
Figura 2.3: Modelli di piattaforme in fase di lancio
Fonte: “Analisi delle piattaforme italiane di crowdfunding”, D. Castrataro e I. Pais, 2014
Mettendo insieme le piattaforme attive e in fase di lancio, si nota che la Reward (20)
risulta ad essere la principale in Italia, a seguire le Ibride (14), Equity (11), Donation (7)
e Social Lending (2).
Figura 2.4: Modelli di piattaforme attive e in fase di lancio in Italia
Fonte: “Analisi delle piattaforme italiane di crowdfunding”, D. Castrataro e I. Pais, 2014
La lista descrittiva di piattaforme attive di crowdfunding in Italia è riportata nella tabella
in Allegato 1.
24
Alcune piattaforme sono generaliste, altre hanno la caratteristica di essere considerate
verticali, ovvero operano in ambito specifico:
• Settoriale: 18 piattaforme, tra cui 9 per il non-profit, 2 per la cultura, 2 per l’arte, 2
per l’energia, una per la scuola, una per la fotografia e uno per il design e
hightech. Tra le più conosciute in Italia si pensa a Musicraiser che presenta una
community di utenti che sostengono progetti musicali, agli operatori del settore
(esempio: artisti, agenzia, etichette, ecc.) c’è la possibilità di entrare in contratto tra
di loro creando una rete collaborativa.
• Territoriale: oltre alle recenti Ginger dell’Emilia Romagna, Kendoo di Bergamo e
Finanziami il tuo futuro della Puglia (in Valle d’Itri) si aggiunge Rezz, di origini
pugliese. Queste piattaforme sono orientate sul crowdfunding civico, una modalità
di finanziamento collettivo di opere e progetti pubblici effettuato da cittadini,
organizzazioni e società private.
Per quanto riguarda le piattaforme in fase di lancio, sono riportate nella tabella in
Allegato 2. Sono state segnalate piattaforme regolarmente iscritte al Registro degli
operatori della CONSOB: tra queste ritroviamo AssitecaCrowd, Smarthub, StarsUp e
Unicassed.
Dalle interviste del report (aggiornato nel mese di maggio 2014) “Analisi delle
piattaforme italiane di crowdfunding” di D. Castrataro e I. Pais, i progetti ricevuti dalle
piattaforme dal momento in cui sono state lanciate sono 48.357, di cui il 79% dalle
piattaforme di Lending, il 21% dalle piattaforme di Reward e Donation e solo lo 0.3%
dalle nuove piattaforme di Equity.
L’80% delle piattaforme compie una selezione dei progetti da pubblicare. Quelli
approvati (o pubblicati) sono 12.809 (26% del totale): il 59% sono Lending, il 41%
Reward e Donation. Sono stati pubblicati 4 progetti di Equity, di cui solo uno ha
concluso la raccolta, con esito positivo. La progettualità in Italia è molto limitata
considerando l’altissimo numero di piattaforme attive. L’offerta sembra crescere più
velocemente della domanda. Il tasso di successo è pari mediamente al 76% nelle
Donation, 46% nel Reward-Based, 38% nel Lending-Based.
Il calo del numero di progetti può essere attribuito al fatto che non sono stati presi in
esame i dati di Kapipal, rilevata da Grow VC Group, in quanto non è più presente nel
mercato italiano del crowdfunding.
25
In Italia il valore complessivo dei progetti finanziati attraverso le piattaforme intervistate
è attorno a 30 milioni di euro, con una crescita di 7 milioni rispetto a ottobre 2013.
I progetti maggiormente finanziati sono prevalentemente sociali (63%), a seguito quelli
creativi (23%), infine i progetti imprenditoriali con il solo 14% del totale (Tabella 1).
Tabella 1: Valore complessivo dei progetti finanziati
Modello Progetti
ricevuti
Progetti
pubblicati
Finanziati
< 100%
Finanziati
> 100% Importo in euro
Reward 2.230 640 30 295 1.045.500,00
Donation 1.323 1216 215 919 1.763.00,00
Lending 38.157 7.588 0 2.906 23.488.000,00
Equity 160 4 0 1 160.000,00
Reward +
Donation 6.487 3361 624 582 4.164.550,00
Totale 48.357 12.809 869 4.703 30.621.050,00
Fonte: “Analisi delle piattaforme italiane di crowdfunding”, D. Castrataro e I. Pais, 2014
26
3 Caso di studio sulla piattaforma di
crowdfunding: FundedByMe
3.1 Descrizione della piattaforma
FundedByMe è nata nel 2011 in Svezia ed è stata fondata da Daniel Daboczy e Arno
Smit, i quali hanno voluto creare questa piattaforma di crowdfunding globale in tutto il
mondo la quale si rivolge ad imprenditori ed investitori. La piattaforma ha puntato
subito sul modello Reward-Based, raccogliendo circa 750.000 € per più di 700 progetti
di varie categorie (da musica e giornalismo a design e tecnologia). Dal 2012 ha
cominciato ad espandersi geograficamente: dalla Danimarca alla Norvegia, passando
poi per la Finlandia e arrivando in Spagna. Poi ha introdotto il modello Equity-
crowdfunding da affiancare a quello originario di Reward. A partire da settembre 2012,
infatti, sulla piattaforma si possono ottenere finanziamenti per la propria startup (anche)
attraverso la vendita di azioni. In meno di un anno, 13 startups (tra cui la stessa
FundedByMe) hanno utilizzato questa modalità per un totale di circa € 2.762.000, che
è più di 3 volte di quanto ottenuto con il Reward. Inoltre su FundedByMe si può anche
ricorrere a una combinazione tra Equity e Reward crowdfunding, come ha fatto Nerdy
By Nerds, un’impresa che disegna e produce jeans per nerds.
Attualmente FundedByMe offre tutte le principali forme di crowdfunding: Reward,
Equity e Lending (introdotto nel 2014 con la sua prima campagna “U55-End of the
Line” in Germania). Il modello Equity è composto da 3 fasi: Pre-Round, Open-Round e
Closed-Round. Nella prima fase gli investitori possono riservare quote, che, se
approvate dall’imprenditore, trasferirà automaticamente ad azioni acquistate durante
l’Open-Round. L’imprenditore può decidere se procedere o meno con i loro sforzi nel
modello Equity di crowdfunding. Se decidono di andare avanti allora la campagna
passa alla seconda fase, dove gli investitori possono essere coinvolti ed acquistare le
azioni. Una volta che la campagna raggiunge il suo obiettivo, si arriva alla terza fase
(Closed-Round). Essendo una delle poche piattaforme ad adottare tre modelli di
crowdfunding sullo stesso sito è considerata globale, perché specializzata in
investimenti transnazionali, con lo scopo di facilitare l'incontro tra imprenditori e
investitori; inoltre consente agli investitori e agli imprenditori di conoscersi in un clima di
trasparenza e fiducia. FundedByMe supporta gli utenti attraverso tutte le fasi del
27
crowdfunding e permette l'integrazione con i canali social, tra cui Facebook, Twitter e
LinkedIn.
Attualmente opera in ben 8 paesi, di cui 7 europei (Italia, Spagna, Germania, Norvegia,
Danimarca, Svezia e Finlandia) e uno asiatico (Singapore). Ha un forte posizionamento
in Europa, soprattutto per le campagne di Equity-Based, che sono al momento
disponibili solo per imprenditori europei. Il Loan-Based è al momento disponibile solo
per imprese tedesche. Il Reward-Based su FundedByMe è invece disponibile per
qualsiasi imprenditore e finanziatore a livello mondiale. Le principali ragioni per cui
investe molto in Europa che in altri paesi sono l’origine, perché FundedByMe è nata in
Svezia e la sua naturale espansione è sempre stata verso i paesi più vicini; un altro
elemento è il grado di maturazione dei mercati, rispetto, ad esempio, al Nord
America.
Essendo presente su 8 Paesi diversi FundedByMe fa leva sull’internazionalità per
aiutare società ed imprenditori a fare fundraising e promozione in diversi mercati al
contempo. Un’altra peculiarità è la qualità dei progetti che ospita. A differenza della
maggior parte delle piattaforme, dà massima priorità all’aspetto qualitativo dei progetti,
in maniera tale da garantire agli utenti ed ai finanziatori le migliori opportunità di
investimento.
Per poter scegliere in quale Paese aprire una piattaforma FundedByMe si basa su
questi elementi: contesto normativo, dimensione attuale e potenziale di crescita del
mercato, frammentazione del mercato. Non solo, guardano pure il reddito medio delle
imprese più piccole, lo stato di accesso ai canali finanziari e la facilità nel fare
business. Successivamente si affidano al lavoro dei legali di Bird&Bird e, se da un
punto di vista giuridico è possibile operare in un determinato paese, passano ad aprire
direttamente un ufficio così da poter collaborare con gli imprenditori a livello locale.
Nel mese di Febbraio 2014 è stata lanciata la piattaforma in Italia, riuscendo a trovare
un partner strategico come U-Start (società internazionale specializzata appunto in
servizi di scouting ed individuazione di società con progetti in fase di avvio e di sviluppo
in Europa orientale e meridionale, Africa e America Latina) partendo con 3 campagne
italiane Reward-Based (NeroNote, GreenTales e Paper Banana, startup accelerata
dall’incubatore IStarter).
28
3.2 Numeri di FundedByMe
Essendo una delle poche piattaforme ad adottare 3 modelli, il fattore principale per il
successo di FundedByMe è il buon marketing delle campagne e l’amabilità dell’idea.
Il successo della campagna è collegato criticamente ad un piano di comunicazione
aggressivo, attraverso reti sociali e personali, eventi live, media e comunicazione
giorno per giorno (esempio: email). Un fattore determinante è rappresentato dal 50%
delle campagne introdotte nella piattaforma Equity che hanno riscosso maggior
successo, in particolare in Europa.
Figura 3.1: Successi e insuccessi delle campagne di crowdfunding – caso FBM
Fonte: The Crowdfunding Industry Report, Massolution, 2013
La maggior parte dei progetti falliscono a causa della mancanza di impegno dai
proprietari della campagna che non fanno abbastanza per introdurre sul mercato le loro
campagne. Un problema enorme è la mancanza di cultura del crowdfunding. Molto
spesso chi si rivolge al crowdfunding pensa che i soldi debbano piovere dal cielo,
invece una piattaforma di crowdfunding è solo il luogo dove si fanno convogliare le
persone interessate ad investire sul proprio progetto. Bisogna lavorare tantissimo,
online e offline, per portare queste persone sulla propria campagna e per convincerle
ad investire, altrimenti le possibilità di successo sono ben poche. In termini statistici,
circa l’80/90% degli investimenti, in una campagna che si chiude con successo,
arrivano dai contatti diretti dell’imprenditore e del suo team.
29
Figura 3.2: Numero di campagne e totale raccolta fondi dei diversi modelli di
FundedByMe
Fonte: FundedByMe, 2013
Dalla tabella riportata in Allegato 3 si può dire che la Svezia, essendo un paese più in
avanti dal punto di vista dei finanziamenti, ha totalizzato 430 campagne rispetto
campagne con una raccolta fondi di 3.839.381,58 euro, a seguire gli altri paesi del nord
come la Finlandia e la Danimarca, e così via. Il modello Equity è un mercato che
emerge velocemente, non solo ha disgregato e cambiato i modelli correnti finanziari di
investimenti ma ha anche aggiunto capitale nuovo ad un mercato stagnante. La
strategia adottata da FundedByMe è quella di crescere rapidamente, svilupparsi
sempre ed assicurarsi che fiducia, qualità e trasparenza seguano i passi imposti dalla
piattaforma stessa. Guardando al successo e alla crescita dei finanziamenti,
FundedByMe intende aggiungere i prestiti della gente ai suoi principali mercati. I vari
progetti o le start-up che necessitano di finanziamenti sono sottoposti a FundedByMe
per la revisione. Se il progetto è stato accettato, allora è prevista la quotazione sul
portale e l'ammissibilità al finanziamento. Questo modello di "Social Media" dei
finanziamenti consente di prendere parte a idee altrui in un modo nuovo e di investire
denaro se lo si desidera. Il modello Reward-Based (Allegato 4) presenta più di 2.400
compagne nel sistema, più di 850 campagne in entrata e ha ottenuto una raccolta fondi
superiore a 750.000 euro; è maggiormente concentrato in Germania. Nel modello
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
Equity Reward Lending
N° campagne
Equity
Reward
Lending
30
Lending sono state registrate 13 campagne ed è stata realizzata una raccolta fondi di
circa 60.000 euro.
Per quanto riguarda i progetti che hanno riscosso maggior successo in FundedByMe, i
più conosciuti sono: nel modello Equity ritroviamo “Virtuous Vodka”, una campagna
presentata da Claes Stenmark in Svezia (anno 2013), che ha totalizzato una raccolta
fondi di 115.000 euro ed è stato finanziato da 103 investitori e da 9.98% delle azioni
della società; nel Reward abbiamo “Hönan&Ägget mobile café” (categoria formazione)
in Svezia, sostenuto da 128 finanziatori, che ha raccolto più di 10.500 euro.
31
Conclusioni
Oggi il crowdfunding viene considerato come strumento innovativo e rivoluzionario per
il finanziamento di progetti di diversa natura e si sta espandendo in tutto il mondo.
Attraverso l’evoluzione del Web la comunicazione e l’interazione tra persone risulta più
semplice e veloce, determinando la nascita di spazi virtuali, come le piattaforme di
crowdfunding. Tra le tendenze del crowdfunding in Italia si registra la diffusione di
piattaforme locali e di nicchia e la nascita di piattaforme ibride, che adottano
contemporaneamente più modelli di crowdfunding.
Con riferimento alle diverse tipologie di crowdfunding, si notano delle differenze: nel
caso tra Reward e Donation, la prima prevede che il soggetto presenta un progetto da
finanziare e, se supera l’obiettivo prefissato, ottiene una ricompensa o un premio; la
seconda non prevede alcun ritorno materiale in cambio della donazione effettuata dal
finanziatore. Questi modelli sono più adatti e più utilizzati per il finanziamento di
progetti culturali. Nel caso del Lending, si crea una sorta di sistema di micro prestiti tra
privato e privato a tassi agevolati, in cui il finanziatore, quindi, percepisce un interesse
sul capitale prestato; mentre l’Equity è caratterizzato dal fatto che il finanziatore
dell’iniziativa, in cambio dell’importo versato, acquisisce uno strumento finanziario che
lo rende socio dell’iniziativa stessa, condividendo con il promotore il rischio d’impresa.
In Italia la piattaforma più utilizzata è il Reward, da considerare l’Equity-Based, che sta
guadagnando popolarità: con l’introduzione del regolamento CONSOB, nello scorso
semestre sono stati avviati i primi portali e lanciati i primi progetti. Attualmente sono
state inserite nel registro Consob quattro piattaforme Equity, di cui due operative;
inoltre sono state rilevate una decina piattaforme in attesa di approvazione.
Analizzando il mercato italiano del crowdfunding, si conferma ancora una volta
dinamico piuttosto che veloce. Il numero delle piattaforme attive è aumentato e così
anche il totale raccolto che presenta un valore ancora limitato a indicare che l’offerta
sta superando la domanda. C’è grande squilibrio nei modelli: l’80% circa viene raccolto
dalle piattaforme Social Lending, il Reward e Donation si dividono il resto. Il tasso di
caduta dei progetti è elevato nel Reward sia dal lato dei donatori sia dal lato dei
progettisti.
Dallo studio della piattaforma FundedByMe si può dire che il mercato italiano deve
ancora crescere, in quanto risulta molto indietro rispetto ad altri Paesi europei. Tuttavia
il potenziale c’è ed è enorme: si pensi alla popolazione ed al numero di startup aperte
in Italia ogni anno. Inoltre il difficile accesso ai canali di finanziamento tradizionali
32
(prestiti bancari o mercato del venture capital) rende il crowdfunding uno strumento con
un potenziale di crescita ancora maggiore.
33
Bibliografia
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articolo, http://www.wallstreetitalia.com/article/1678128/fundedbyme-finds-international-
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Sitografie
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Crowdfuture – The Future of Crowdfunding | Blog: blog.crowdfuture.net
Eppela – www.eppela.it
FundedByMe - www.fundedbyme.it
Funding Circle - www.fundingcircle.com
Fund for Culture - www.fundforculture.org
IndieGoGo - www.indiegogo.com
Italian Network Crowdfunding - www.italiancrowdfunding.org
Kickstarter – www.kickstarter.com
Kiva - www.kiva.org
SeedUps – www.seedups.com
Smartika – www.smartika.it
Starteed - www.starteed.com
Symbid – www.symbid.com
Systys - www.systys.com/it
U-Start - www.u-start.biz
Wiseed – www.wiseed.com/fr
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Allegati
Allegato 1: Lista delle piattaforme di crowdfunding attive in Italia
Nome Tipologia Categoria di progetto Anno di lancio
BeCrowdy Reward Settoriale: arte e cultura 2013
Bookabook Reward Settoriale: editoria digitale 2014
Com-Unity Reward Consulenza e Banca 2013
Eppela Reward Tecnologia, arte, musica, no profit, innovazione sociale, moda, ecc.
2011
Finanziami il tuo futuro
Reward Locale 2013
Foritaly Reward Settoriale: arte 2013
Gigfarm Reward Settoriale: musica 2014
Giffoni idea Reward Arte e cultura 2014
Innamorati della cultura
Reward Settoriale: arte e cultura 2014
Kendoo Reward Locale 2013
Limoney Reward Arte, Digital, Social, Sport, Tecnologia
2013
Microcreditartistique
Reward Arte 2013
Musicraiser Reward Settoriale: progetti musicali 2012
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Nome Tipologia Categoria di prodotto Anno di lancio
Rezz Reward Locale: associazione sociale 2014
RisorgiMenti Lab
Reward Settoriale: innovazione sociale 2014
Schoolraising Reward Settoriale: scuola 2013
Vizibol Reward Settoriale: arti visive 2014
WeRealize Reward Settoriale: design 2014
Wowcracy Reward Settoriale 2012
Commoon Donation Terzo settore 2013
Iodono Donation Editoriale e non profit 2012
Leevia Donation Non profit 2013
Let's donation Donation Social Network 2013
PensiamociNoi Donation Cultura, Territorio e spazi pubblici, Welfare
2013
Retedeldono Donation Non profit 2011
ShinyNote Donation Non profit 2011
Prestiamoci Lending Prestito 2010
Smartika Lending Prestito 2008
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Nome Tipologia Categoria di prodotto Anno di lancio
Starsup Equity Turismo 2014
Unicaseed Equity Finanziamento 2013
BuonaCausa Reward + Donation
Ethic Network 2011
Crowdfunding – Italia
Reward + Donation
Arte e creatività, No profit, Business Startup
2012
De Rev Reward + Donation
Arte e cultura, Business, Tech, Cause e azioni di massa
2012
Donordonee Reward + Donation
No profit 2014
Funditaly Reward + Donation
Arte e musica, Editoria, Scuola, Sport
2014
Ginger Reward + Donation
Territoriale: Emilia Romagna 2013
Produzioni dal Basso
Reward + Donation
Cultura, Musica, Teatro, Film, Sport 2005
Proposizione Reward + Donation
Teatro, Cinema, Editoria, Moda, Bar e ristoranti, Musica, Street art
2013
Starteed Reward + Donation
Cultura, Musica, Arte, 2012
Takeoff Crowdfunding
Reward + Donation
Arte, Artigianato, Film, Musica, Sport, Teatro, Servizi, No profit, ecc.
2013
Terzo Valore Donation + Lending
No profit 2012
Fonte: “Analisi delle piattaforme italiane di crowdfunding”, D. Castrataro e I. Pais, 2014
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Allegato 2: Lista delle piattaforme italiane di crowdfunding in fase di lancio
Nome Tipologia Categoria di progetto Anno
previsto di lancio
Fidalo Reward Tecnologia e grafica mag-14
AssitecaCrowd Equity Brokeraggio assicurativo mag-14
CrowdfundMe Equity Startup Da definire
Fundera Equity Energia e servizi mag-14
MuumLab Equity Finanza giu-15
Opsidea Equity Start up set-14
Smarthub Equity Moda, musica, editoria, design, cultura, social, banche, ecc.
Da definire
Startify Equity Startup Da definire
Startzai Equity Start up giu-14
Wearestarting Equity Start up Da definire
Forward Reward + Lending
Arte Da definire
Una mano sul cuore
Donation + Equity
Made in Italy, associazioni, ONLUS Da definire
Tip Ventures Reward + Equity
Design, Tecnologia, Salute, Media, Ambiente
Da definire
Fonte: “Analisi delle piattaforme italiane di crowdfunding”, D. Castrataro e I. Pais, 2014
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