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idi )) edioa in Pisa irnent , e nelle 2ssini °posai). P RI ,SA ro 11510■.1 MENTI : per un anno lire .1; per Un SellteMtre 5 ire 3. Per abbonarsi basta mandare una cartolina vaglia all'amministrazione del Ponte di Pisa. l'Etici ali II e-dazione e Amministrazione: Piazza dei Cavalieri. num. 5. Pisa. (('onto corrente con la Posta). It» t" MA ulit3191. : per avvisi f•dclatri in prima pagina lire 3; in seconda lire 1,50; in terza lire 1,00; in quarta lire 0,50 per ogni linea o spazio di linea. Per avvisi finanziari, industriali, commerciali; per inserzioni; per neorologie, per réclame in cronaca, diffide. comunicati. eco. eco.; prezzi da oontrattarsi. Si pubblica la Domenica. LA rià. iro Il signore uccisore dì Re Umberto ha do- mandato il rinvio del processo; e Così si narra che, invoco del 29 corr., giustizia sarebbe resa il 10 settembre, e cioè alla fine della sessione. Non per nulla siamo in Italia dove avven- gono e si fanno tante cose strane e belle! In un'altra nazione, ditemi, si parlerebbe più del regicida, dopo quasi trenta giorni da che il delitto è stato commesso? Noi siamo un popolo che vive troppo di sen- timentalismo; discute troppo, studia troppo le formalità di una decisione, ed accarezza troppo così tutti gli impulsi diversi e malsani della curiosità. Se la notizia del rinvio avrà fondamento del regicida si parlerà, se Iddio vuole, ai cora per un' altra ventina di giorni; tanto perchè possano trovare nutrimento fra la gaz- zarra della pubblica Opinione, e molte volte non onesta opinione, tutte le passioni della folla, tutte le critiche dei filosofi cattivi, tutti gli spropositi e tutte le sfacciate insinuazioni dei più audaci politicanti che sono in lotta spie- tata colla civiltà, colla umanità e coll'onore. Si è ripetuto cento volte che questi grandi delinquenti, cui non scusa nè un alto senti- mento di giustizia sociale nè una vera, per quanto brutale, ragione politica, siano trascinati da una ria sug , restione o da un truce desiderio di gloria (!) e e. di riputazione ; e si è ripetuto cento volte: condanniamoli a quello che per loro e per il loro partito, se lo hanno, è il più tremendo degli ostracismi, l'ostracismo del di- sprezzo, l'ostracismo del silenzio ; e invece fac- ciamo di t utto per abbracciarli colle ali della fama. Le fantasie si sciolgono ai racconti più nu- triti di curiosità, di aneddoti e di notizie va- ghe e graziose. Il regicida doventa una persona interessante. Si racconta di Lui ogni cosa: come vestiva e come scriveva; come mangiava e dove dor- miva; si riporta una frase e si illustra; si nu- merano tutti i compagni e si illustrano; gli si fa il ritratto e si riproduce per i giornali in migliaia di esemplari; gli si dà il permesso per- fino dell'abboccamento e gli si concede il rin- vio del processo. La fama è fatta: 1M uomo chiama a discu- tere di sè, lungamente, un mondo intero. Non può forse questa triste forza suggestiva ai una celebrità infame adescare al delitto altri imbecilli ed altri perversi? Io ho sentito enunciare con molta semplicità la sentenza che doveva colpire l'uccisore di Umberto I. Fosse egli lasciato in mano al po- polo che adorò il suo Re; ed il popolo, ridu- cendo a pezzetti l'uccisore, avrebbe fatto giusti- zia da sè. Suggestione per suggestione ; occhio per occhio; e cosi, non si seguiterebbe ancora, dopo quasi trenta giorni, a parlare del regi- cida!! *** NOTE POLITICHE ALISI I n 1894. ' AcquD ra della appa- e le sue Uli veto benefici roli del rancare -aniere. 3rle co inzione, lui. ROLO bonati.- efficaci a, nelle aell' inte- itRI. ttrico, sicon.lo 0f. Cm. 'zAseANI tratore ale da prietà IA- ona - IterizI [A tembi alle 1 - ; domi- a . limento 1A iifte l. ernate. nica“.• ieta rio. ■■■••■■•,.. che essi dicono del nostro sesso. Come e' intendono così poco ! Se ci vedono occupate di stotTe, di fogge di vestiti, di cappellini. di gioielli, ci giudicano leggiere, vanitose capricciose; quando non arrivano a giudicarci pro- prio matte! E ei vorrebbe tanto poco per capire che occupan- doci di accrescere, di conservare, di creare la nostra bellezza noi adempiamo a ,un gran dovere. lo non so per quali fini la Natura abbia agito con gli uomini diversamente che con gli animali. Tra TIC- sii, è il maschio che si fa bello per piacere alla re- mina. In certe stagioni dell'anno, nella primavera e nell'autunno, il maschio degli animali fa naturalmente beato lui! senza bisogno di negozianti e di sarti la sua toeletta per sedurre. Aumenta la bellezza del suo pelame, delle sue piume, sfoggia tutta la varia forza e tutta la gaia ricchezza dei suoi gridi e dei cauti. se bello. Capriccio? No; egli sente il dovere Nel inondo umano è ali ' inverso. Questo dovere lo sentiamo noi donne, e facciamo bene ad adempirlo. La Natura è davvero troppo esigente con noi, ci dà la bellezza — quando ce la dà! ma se noi la tra- scuriamo, se non cerchiamo di manteuerla, e di au- mentarla, non viene in nostro aiuto. Quando ci è stata madrigna, sembra quasi ci dica: — Cavatevi d' impiccio da voi! ... Non dobbiamo lagnarci però. Ha dato a tutte l' i, stinto di farsi belle .... e noi lo abbiamo sviluppato, educato, reso intelligente, squisito... e abbiamo creato la Moda. Se ci lasciassimo guidare dagli uomini! Voi lo vedete a che cosa sono arrivati! 1.4 Sembra che facciano ogni sforzo per rendersi di secolo in secolo, di anno in anno, sempre più anti- patici, più ridicoli, più brutti! Come sono funebri con quegli abiti neri, strani, con quelle tube mostruose che unicamente l'abitudine può rendere tollerabili! Lasciamoli dire; non ci occupiamo della loro ma- lig li più sguaiato dei nostri cappellini, la più disgra- ziata delle nostre toelette, valgono assai più delle loro giubbe, delle loro redengotte, loro sproporzionati colletti, delle loro stupide caramelle! Lasciamoli dire! E almeno spendessero meno di noi che accusano di rovinarli con le note dei nego- zianti e delle sarte! Ma noi, quando vogliamo, con sei metri dì stoffa da pochi soldi sappiamo fare un poemetto di svel- tezza e di grazia! E c'on una carcassa di paglia e pochi fiori artificiali. che costano quasi niente, faccia- mo un gentile trionfo di biricchineria e di colori. Lasciamoli dire cotesti ingrati! Per chi studiamo di farci belle se non per loro? Come l'aveva indovinato quel poeta persiano che faceva dire alla rosa: " O usignolo -- (voi lo sapete, secondo gli orientali l'usignolo è innamorato della rosa) — O usignolo, tu spandi per me il divino tesoro dei tuoi canti per cullare i miei sonni nelle belle notti di primavera! Ma se io non mi vestissi del mio vario colore, bianco, giallo, roseo, rosso; se io non respirassi il mio delizioso profumo, canteresti tu forse per me le tue belle canzoni? lo non ho voce, e per dirti: - L'amo! - mi servo del colore dei miei petali e del profumo del mio seno! , Selvaggia,. TESTE e TASTI -4■11 Per il lutto di Corte. Per il lutto di Corte di sei mesi, ordinato da Sua Maestà il Re, tutte le dame delle loro Maestà le Re- gine e delle loro Altezze Reali le Principesse si at- terranno alle seguenti disposizioni. Pel primo periodo (di giorni 90) si vestiranno stoffe nere di lana, con guarnizioni in crespo nero; si porterà il ventaglio, gli orecchini, le perle, i guanti, le calze e le scarpe nere. Pel secondo periodo (di giorni 45) si vestirà di seta nera e si potranno portare guarnizioni, perle bianche ed ornamenti in oro. Pel terzo periodo (di giorni 45) si potrà vestire oltre alla seta nera, an- che la bianca, bigia o colui viola con guarnizioni di ogni specie; purchè siano dei colori sovraindicati. La moda. Con il caldo eccessivo, eccezionale, ormai dichiarato unico nel secolo, di questa estate ritardataria, che pare s' accende degli ardori perigliosi, violenti, mOr- tali di certe bellissime donne che s' accorsero d'esser tali troppo tardi e parve volessero in una ultima fiam- mata divoratrice consumare tutta la giovinezza accu- mulata nell' incoscienza vana; con questi senili ardori di una stagione che non seppe divampare a tempo, acquistano una importanza principalissinta alcuni ac- cessori delle toilettes femminili, che furono sempre relegati in seconda linea: primissimi fra questi i ca- che-poussiéres, gli spolveritti bonne-fennne, i vélements lunghi, larghi, ricchi; molto ornamentali: tutti insomnia quegli ampi indumenti che possono servire, ugual- mente, ad adornare o a dissimulare, arricchire una toilette elegantissima o a nascondere un néyligé int- presentabile; ad accrescere la eleganza di una accon- ciatura, o a sostituirla: ed è inutile soggiungere che, in questi giorni torridi, in cui si è più costretti a ve- stirsi, mentre si avrebbe tanta voglia di spogliarsi, precipuo scopo di questi superficiali indumenti, ed utilità vera e pratica di essi è quella di facilmente sostituire una toilette che non s'è avuto tempo o vo- glia di fare. Ecco la ragione dell'universale successo dei eache-poussières e dei vétements, successo che par- "~"58100~09Q000~1111~1~ 1111~~111~1~1111111~1~~~111~11ar"11~ al~1111~1~~~11~11~~~~ 4 ANNO VIII. Pisa, Domenica 26 Agosto 1900. Num. 34. -airsireca 41 whotte-r•,-"` GIORNALE POLITICO AMMINISTRATIVO DELLA CITTÀ E PROVINCIA. ie IL SERVIZIO FERROVIARIO A Livorno ha avuto luogo presso la Camera di Commercio l' adunanza indetta dal Comitato provvisorio per il miglioramento dei servizi fer- roviari in Toscana. Intervennero i signori comm. marchese Giorgio Niccolini presidente della Camera di Commercio di Firenze, cav. Oscar Dalgas presidente di quella di Livorno: cat. Oscar Tobler presidente della Camera di Commercio di Pisa, cav. Cartieani presidente della Camera di Commercio di Siena, cav. ulf. ing. Luigi Bellincioni rappresentante la Deputazione Provinciale di Pisa, cav. Bartalini rappresentante la Deputazione Provinciale di Siena, avv. Armando Pastorelli rappresentante quella di Grosseto e il signor Piero Janer rappresentante la Associazione fra gl' Industriali, Commercianti ed Esercenti di Livorno. Aderirono, mediante lettera o telegrammi, la Camera di Commercio di Lucca, quella di Arezzo e- le Deputazioni Provinciali di Arezzo e di Li- vorno. Risultò così che tutti gli Enti convocati ave- vano risposto solleciti all'iappello del Comitato provvisorio e fu dichiarato costituito il Comitato definitivo e per manen t e per il miglioramento dei servizi ferroviari in Toscana. Si procedette de e r i s ultarono petti e alla nomina del presidente e del eletti ris I Comitato medesimo, ed il signor P aner. va ie m ro en 3 te i signori cav. Oscar Dalgas Vennero quindi trattate alcune urgenti que- stioni rigua tuali e gli rdanti le modificazioni degli orari at- poste, la pr intervenuti avanzarono le loro pro- autorità, esentazione delle quali, alle competenti --fu affidata alle cure dei signori presi- denti dell e i a Camere di Commercio di Firenze e quali si recheranno a Roma presso il .l-t. IsPettorato generale delle Strade Ferrate, affine di concordare il futuro orario invernale. " me si vede, la lodevole iniziativa, alla quale ,-rià acc b ennammo, incomincia a dare affidamento di qual , -do potrà giovare in un prossimo avvenire, quancto vedremo finalmente appagati i giusti de- sideri della regione toscana troppo negletta anche nei servizi ferroviari. L'Indirizzo alla Iteolin h ( illa rglierila L'indirizzo di protesta, contro l'atteggiamento del Vaticano, il quale non darebbe più il permesso che fosse recitata nelle chiesela preghiera di Margherita, si va coprendo di firm e. Venne det- tato dal senatore Filippo Mariotti. Eccone il te- sto preciso: .Idclolorata Regina. Piangiamo al vostro pianto; preghiamo con la vostra preghiera; che ia eternamente beato Chi regnò beneficando, e che la vita della M. V. si conservi all'affezione riverente delle donne italiane, le quali, mercè vostra, videro tutto lo splendore della Virtù sul Trono e ammirano l' a- nimo che nella sventura s' innalza - «Corno la fronda che flette la cima c, Nel transito del v.,nto, e poi si leva Per la propria virtù che la sublima Dal Ministro della P. L Nel dare la notizia che il Ministro della P. I. on. Gallo aveva ricevuto i deputati della pro- vincia e l 'on. Conte Falconi, omettemmo il nome dell'on. Orsini-Baroni che insieme ai colleghi fu dal Ministro a perorare la causa del nostro Ateneo. Vogliamo oggi riparare all'omissione perché l'on. Orsini-Baroni è uno dei deputati che non trascura mai occasione di giovare agli interessi della nostra città. PER 1i LINEt LUCCA-AIILIÀ L' On. deputato di Castelnuovo di Garfagnana che cura con grande e infaticabile zelo gli inte- ressi di questa prediletta regione, d'accordo con alcuni Sindaci della vallata del Serchio e con al- cuni sodalizi, domanda le adesioni più autorevoli di società, di Enti morali cd i cospicui cittadini ad un comizio che si terrà in Castelnuovo il 9 del prossimo settembre alle ore 10 del mattino. Il Comizio dovrà richiedere quello che è diritto ed interesse supremo — il compimento di una promessa scritta nella legge per ciò che riguarda la viabilitit — la costruzione cioè dell'intera li- nea Aulla-Lucca. Le manifestazioni di tutti gli enti morali, di tutti i sodalizi e del popolo i innitodin legali adu- nanze sono le sole che possono trovare ascolto ed ottenere anehe per la bella regione il mezzo col quale provvedere alla propria rigenerazione economica, che è rigenerazione morale, ed è ezian- dio periodo di pace e di traraluillità sociale. Insa mariRaira MIO I nomi delle nuove Kvi. L' on. Bettòlo, quand' era ministro della marina, aveva intenzione di imporre alle quattro nuove navi che intendeva costrurre i nomi delle quattro città marinare: Genova, Venezia, Pisa, Amalfi. Ora, come si sa, le navi da costrurre sarebbero due, ma probabilmente non passerà molto tempo senza che se ne mettano in cantiere altre due, si che i quattro bellissimi e gloriosi nomi potreb- bero essere conservati, come è da augurarsi pos- sano essere richiamati a nuova vita i nomi di due altre navi radiate: Roma e Vittorio Emanuele. Infermità umana che dà facile preda ai mal vagi chi ne è colto. li !cuocigli° ne fa suo pro, specialmente quello eser- citalo da genitori i nfaini su le proprie creature. Vedi, la designata vittima po.sa nel grembo materno tutto affetto e sorriso; fidente ascolta dalla madre ac- centi lusinghieri alla sua crescente bellezzza, e senza sospetto apprende che può farla fruttare e sollevarsi fra le compagne che addiverranno invidiose delle sue belle vesti, dei suoi calzali, dei suoi ori. li fascino del- ambizione tie shipril così la mente; a stuprare il cuore basta la perfida insinuazione che può procac- ciare una più lieta vita ai genitori, ai fratelli. Inebriata dalla lusinga di emergere bella e invidiata, di potere aiutare la famiglia, segue ovunque i geni- tori lenoni che finiscono per farne privato e pubblico mercato. È storia. Così la società rigurgita di perdute che prima o poi popolano spedali e prigioni, o sfacciatamente de- turpano un popolo civile. Coeva dell'umanità fu, pei generosi, la difesa del debole contro il tristo, coeva fu la lotta del bene con- tro il tuale e la fede che Ormuzo ed Arimane sem- pre si contendono il campo. La legge snudò la spada della giustizia contro chi commette delitti su gl' impotetiti a difendersi, ma Sedi' Sii è la stirpe dei generosi fra popoli corrotti, e la spada di Astrea, facilmente impigliata nelle fralezze umane, ferisce auzichè ditenÚere il debole! Il delitto trionfa ; si vede la colpa in riso, in pianto la virtù. Da qui l'eccidio del giusto la salvezza e l'apoteosi dell' assassinio. I preposti alla tutela della pubblica morale, gli stessi sacerdoti di Temi gridano anatema, il grido è ripe- tuto dai volghi e la ferita vittima ripioinba nel fango per mai . più rialzarsi. Doveva difeudersi, doveva far palesi le infamie, denunziare i rei, fuggire. Facile condanna di giudici non certo filosofi che non curano o ignorano le segrete lotte di una infe- lice, che Muti conto tengono dell'Abulia suscitato in lei da chi le diè vita, liti da quando, giovanetta, la condusse al male, nitrito dell' inevitabile rkorno alla paralisi della propria volontà appena restituita all'an- tico ambiente d'inganni e d'intimidazioni, appena iso- lata dai buoni e sequestrata dai tristi. Forse è favola che lo sguardo e l'alito del rettile couduca nelle sue fauci l'augello che gli svolazza at- torno, ma è vero, perchè i miei occhi videro e la mia ira divampò, che io sguardo il cenno di una madre scellerata può condurre la sua creatura in braccio a quei• bruti per i quali la dotata altro non è che me- retrice o giumenta. Vidi, si vidi la lotta di una disgraziata fanciulla conti() il pravo volere della madre, e al divampare dell' ira inia vidi prostrata a terra l'infame donna implorante pietà, vidi l'abietto complice darsi a ra- pida fuga. Quando pubblicherò i - documenti che provano veri i vergognosi episodi di drammi fatali, i lettori non dubiteranno un istante che l'Abulia dà le sue viti me alla prostituzione e che il leucemie impunito s' im- pone e mercanteggia tranquillo su la mancanza di reazione nella vittima. Una infelice — vero bersaglio della sventura — alla quale atrise un istante la speranza di redimersi dalla inala vita impostale dai genitori perversi, quasi presagii di ciò che il destino le preparava, in uno di quei momenti della vita in cui lo sconforto assale, ma l'anima libera da influssi malefici sente la pro- pria dignità ed erompe sincera, così scriveva. " Mi avvedo che per tutta la vita dovrò soffrire, " ora per una cosa ora per un' altra. Ho dei giorni nei quali non so nemmeno quello che faccio e quello " che dico, tanto è il pensiero dì quei ... Se morissi, g deve sempre lodaiani per onestà, e deve sempre dire " la vita che ho passato per essere onesta; vedrau- " no che non ero una prostituta „. Povera infelice ! Ti scagli la pietra la turba dei vili, io ti compiango ed affermo che non fosti spu- dorata ed abietta. Caso più pietoso di questo mai non conobbi; più degno d'indagini, di studio, di aiuto da parte di po- lizie, di magistrati, di funzionari nelle pubbliche am- ministrazioni, di onesti in genere, qualunque culto pro- fessino, qualunque idea di patto sociale vagheggino, qualunque opinione nutrano su la libertà od il vin- colo dei connubi. li traffico infame della propria creatura pone l' uo- mo al disotto della bestia. Indagini, studio, aiuto vi furono? No. Eloquente quadrante dei tempi. Cosa avvenne di te sventurata fanciulla? Se an- cora la vita dell'anima non è soffocata da nuove Lui- pezze imposte alla tua debolezza da un'associazione di malfattori, rammenta il grido che da te proruppe nei lieti giorni della speranza. " Non dimenticherò mai " le parole che mi rialzarono la prima volta e mi hanno salvata „. No, non dimenticarle se vivi, e ti sieu conforto alla lotta estrema. La giustizia divina lenta ma inesorabile trascina i delinquenti in braccio alla giustizia umana, nè i ma- gistrati dimenticheranno allora la tua Abulia e la ne- cessità di sottrarre alle iticubo ed al sequestro di chi la straziò e la strazia la vittima che trenta, mentisce, o non parla, in mezzo alla ridda che le menano at- torno i malvagi. Rialza la fronte infelice, e ripeti agli scellerati g io non sun nata per quella vita no, sono nata per la- vorare, per gli affetti, e non sono una cosa perduta „. Se la tua inerte avvenne, pur sempre di te sen- teuzi la gente onesta ed incida sul tuo sepolcro — Vittima d'infamie sociali. Maledizione e sventura a chi abusa del debole. Dott. A. AP0LLON1. Dietro il ventaglio ...«•• .1111.■• r cl. ma . Ah, gli uomini! ... quatta.' occhi, fra noi, diciamone un po' male. Non arriveremo mai a compensarci di tutto il male Il gruppo radicale. Si ann uncia che nel futuro settembre il gruppo radicale della Camera si riunirà a Bologna per discutere della opportunità della separazione del gruppo radicale dai gruppi repubblicano e socialista. TIMIIMF29~162ffireff.,~~9kt - 7111~11•1~111~~~FL

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l'Etici ali II e-dazione e Amministrazione: Piazza dei Cavalieri. num. 5. Pisa.

(('onto corrente con la Posta).

It» t" MA ulit3191. : per avvisi f•dclatri in prima pagina lire 3; in seconda lire 1,50;in terza lire 1,00; in quarta lire 0,50 per ogni linea o spazio di linea.

Per avvisi finanziari, industriali, commerciali; per inserzioni; per neorologie,per réclame in cronaca, diffide. comunicati. eco. eco.; prezzi da oontrattarsi.

Si pubblica la Domenica.

LA rià. iro

Il signore uccisore dì Re Umberto ha do-mandato il rinvio del processo; e Così si narrache, invoco del 29 corr., giustizia sarebbe resail 10 settembre, e cioè alla fine della sessione.

Non per nulla siamo in Italia dove avven-gono e si fanno tante cose strane e belle!

In un'altra nazione, ditemi, si parlerebbe piùdel regicida, dopo quasi trenta giorni da cheil delitto è stato commesso?

Noi siamo un popolo che vive troppo di sen-timentalismo; discute troppo, studia troppo leformalità di una decisione, ed accarezza troppocosì tutti gli impulsi diversi e malsani dellacuriosità.

Se la notizia del rinvio avrà fondamentodel regicida si parlerà, se Iddio vuole, aicora per un' altra ventina di giorni; tantoperchè possano trovare nutrimento fra la gaz-zarra della pubblica Opinione, e molte volte nononesta opinione, tutte le passioni della folla,tutte le critiche dei filosofi cattivi, tutti glispropositi e tutte le sfacciate insinuazioni deipiù audaci politicanti che sono in lotta spie-tata colla civiltà, colla umanità e coll'onore.

Si è ripetuto cento volte che questi grandidelinquenti, cui non scusa nè un alto senti-mento di giustizia sociale nè una vera, perquanto brutale, ragione politica, siano trascinatida una ria sug ,restione o da un truce desideriodi gloria (!) e e.di riputazione ; e si è ripetutocento volte: condanniamoli a quello che perloro e per il loro partito, se lo hanno, è il piùtremendo degli ostracismi, l'ostracismo del di-sprezzo, l'ostracismo del silenzio ; e invece fac-ciamo di t utto per abbracciarli colle ali dellafama.

Le fantasie si sciolgono ai racconti più nu-triti di curiosità, di aneddoti e di notizie va-ghe e graziose. Il regicida doventa una personainteressante.

Si racconta di Lui ogni cosa: come vestivae come scriveva; come mangiava e dove dor-miva; si riporta una frase e si illustra; si nu-merano tutti i compagni e si illustrano; gli sifa il ritratto e si riproduce per i giornali inmigliaia di esemplari; gli si dà il permesso per-fino dell'abboccamento e gli si concede il rin-vio del processo.

La fama è fatta: 1M uomo chiama a discu-tere di sè, lungamente, un mondo intero.

Non può forse questa triste forza suggestivaai una celebrità infame adescare al delitto altriimbecilli ed altri perversi?

Io ho sentito enunciare con molta semplicitàla sentenza che doveva colpire l'uccisore diUmberto I. Fosse egli lasciato in mano al po-polo che adorò il suo Re; ed il popolo, ridu-cendo a pezzetti l'uccisore, avrebbe fatto giusti-zia da sè. Suggestione per suggestione ; occhioper occhio; e cosi, non si seguiterebbe ancora,dopo quasi trenta giorni, a parlare del regi-cida!! ***

NOTE POLITICHE

ALISI

I n 1894.

' AcquDra della

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che essi dicono del nostro sesso. Come e' intendonocosì poco !

Se ci vedono occupate di stotTe, di fogge di vestiti,di cappellini. di gioielli, ci giudicano leggiere, vanitosecapricciose; quando non arrivano a giudicarci pro-prio matte!

E ei vorrebbe tanto poco per capire che occupan-doci di accrescere, di conservare, di creare la nostrabellezza noi adempiamo a ,un gran dovere.

lo non so per quali fini la Natura abbia agito congli uomini diversamente che con gli animali. Tra TIC-sii, è il maschio che si fa bello per piacere alla re-mina. In certe stagioni dell'anno, nella primavera enell'autunno, il maschio degli animali fa naturalmente— beato lui! senza bisogno di negozianti e di sarti— la sua toeletta per sedurre. Aumenta la bellezzadel suo pelame, delle sue piume, sfoggia tutta la variaforza e tutta la gaia ricchezza dei suoi gridi e deicauti.

se bello.Capriccio? No; egli sente il dovere

Nel inondo umano è ali ' inverso. Questo dovere losentiamo noi donne, e facciamo bene ad adempirlo.

La Natura è davvero troppo esigente con noi, cidà la bellezza — quando ce la dà! ma se noi la tra-scuriamo, se non cerchiamo di manteuerla, e di au-mentarla, non viene in nostro aiuto. Quando ci èstata madrigna, sembra quasi ci dica: — Cavatevid' impiccio da voi! ...

Non dobbiamo lagnarci però. Ha dato a tutte l' i,stinto di farsi belle .... e noi lo abbiamo sviluppato,educato, reso intelligente, squisito... e abbiamo creatola Moda.

Se ci lasciassimo guidare dagli uomini!Voi lo vedete a che cosa sono arrivati! 1.4Sembra che facciano ogni sforzo per rendersi di

secolo in secolo, di anno in anno, sempre più anti-patici, più ridicoli, più brutti! Come sono funebri conquegli abiti neri, strani, con quelle tube mostruoseche unicamente l'abitudine può rendere tollerabili!

Lasciamoli dire; non ci occupiamo della loro ma-lig

li più sguaiato dei nostri cappellini, la più disgra-ziata delle nostre toelette, valgono assai più delle lorogiubbe, delle loro redengotte, loro sproporzionaticolletti, delle loro stupide caramelle!

Lasciamoli dire! E almeno spendessero meno dinoi che accusano di rovinarli con le note dei nego-zianti e delle sarte!

Ma noi, quando vogliamo, con sei metri dì stoffada pochi soldi sappiamo fare un poemetto di svel-tezza e di grazia! E c'on una carcassa di paglia epochi fiori artificiali. che costano quasi niente, faccia-mo un gentile trionfo di biricchineria e di colori.

Lasciamoli dire cotesti ingrati!Per chi studiamo di farci belle se non per loro?Come l'aveva indovinato quel poeta persiano che

faceva dire alla rosa: " O usignolo -- (voi lo sapete,secondo gli orientali l'usignolo è innamorato dellarosa) — O usignolo, tu spandi per me il divino tesorodei tuoi canti per cullare i miei sonni nelle belle nottidi primavera! Ma se io non mi vestissi del mio variocolore, bianco, giallo, roseo, rosso; se io non respirassiil mio delizioso profumo, canteresti tu forse per mele tue belle canzoni? lo non ho voce, e per dirti:- L'amo! - mi servo del colore dei miei petali e delprofumo del mio seno! , Selvaggia,.

TESTE e TASTI-4■11

Per il lutto di Corte.Per il lutto di Corte di sei mesi, ordinato da Sua

Maestà il Re, tutte le dame delle loro Maestà le Re-gine e delle loro Altezze Reali le Principesse si at-terranno alle seguenti disposizioni. Pel primo periodo(di giorni 90) si vestiranno stoffe nere di lana, conguarnizioni in crespo nero; si porterà il ventaglio,gli orecchini, le perle, i guanti, le calze e le scarpenere. Pel secondo periodo (di giorni 45) si vestiràdi seta nera e si potranno portare guarnizioni, perlebianche ed ornamenti in oro. Pel terzo periodo (digiorni 45) si potrà vestire oltre alla seta nera, an-che la bianca, bigia o colui viola con guarnizioni diogni specie; purchè siano dei colori sovraindicati.

La moda.Con il caldo eccessivo, eccezionale, ormai dichiarato

unico nel secolo, di questa estate ritardataria, chepare s' accende degli ardori perigliosi, violenti, mOr-tali di certe bellissime donne che s' accorsero d'essertali troppo tardi e parve volessero in una ultima fiam-mata divoratrice consumare tutta la giovinezza accu-mulata nell' incoscienza vana; con questi senili ardoridi una stagione che non seppe divampare a tempo,acquistano una importanza principalissinta alcuni ac-cessori delle toilettes femminili, che furono semprerelegati in seconda linea: primissimi fra questi i ca-che-poussiéres, gli spolveritti bonne-fennne, i vélementslunghi, larghi, ricchi; molto ornamentali: tutti insomniaquegli ampi indumenti che possono servire, ugual-mente, ad adornare o a dissimulare, arricchire unatoilette elegantissima o a nascondere un néyligé int-presentabile; ad accrescere la eleganza di una accon-ciatura, o a sostituirla: ed è inutile soggiungere che,in questi giorni torridi, in cui si è più costretti a ve-stirsi, mentre si avrebbe tanta voglia di spogliarsi,precipuo scopo di questi superficiali indumenti, edutilità vera e pratica di essi è quella di facilmentesostituire una toilette che non s'è avuto tempo o vo-glia di fare. Ecco la ragione dell'universale successodei eache-poussières e dei vétements, successo che par-

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4

ANNO VIII. Pisa, Domenica 26 Agosto 1900. Num. 34.

-airsireca41whotte-r•,-"` GIORNALE POLITICO AMMINISTRATIVO DELLA CITTÀ E PROVINCIA.

ie

IL SERVIZIO FERROVIARIOA Livorno ha avuto luogo presso la Camera

di Commercio l' adunanza indetta dal Comitatoprovvisorio per il miglioramento dei servizi fer-roviari in Toscana.

Intervennero i signori comm. marchese GiorgioNiccolini presidente della Camera di Commerciodi Firenze, cav. Oscar Dalgas presidente di quelladi Livorno: cat. Oscar Tobler presidente dellaCamera di Commercio di Pisa, cav. Cartieanipresidente della Camera di Commercio di Siena,cav. ulf. ing. Luigi Bellincioni rappresentante laDeputazione Provinciale di Pisa, cav. Bartalinirappresentante la Deputazione Provinciale di Siena,avv. Armando Pastorelli rappresentante quella diGrosseto e il signor Piero Janer rappresentantela Associazione fra gl' Industriali, Commerciantied Esercenti di Livorno.

Aderirono, mediante lettera o telegrammi, laCamera di Commercio di Lucca, quella di Arezzoe- le Deputazioni Provinciali di Arezzo e di Li-vorno.

Risultò così che tutti gli Enti convocati ave-vano risposto solleciti all'iappello del Comitatoprovvisorio e fu dichiarato costituito il Comitato

definitivo e permanen te per il miglioramento deiservizi ferroviari in Toscana.

Si procedette de e risultarono

petti

e alla nomina del presidente e del

eletti risI Comitato medesimo,

ed il signor P aner.vaiemroen3te i signori cav. Oscar Dalgas

Vennero quindi trattate alcune urgenti que-stioni riguatuali e gli rdanti le modificazioni degli orari at-poste, la pr intervenuti avanzarono le loro pro-autorità, esentazione delle quali, alle competenti

--fu affidata alle cure dei signori presi-denti delle

•ia Camere di Commercio di Firenze e

quali si recheranno a Roma pressoil .l-t. IsPettorato generale delle Strade Ferrate,affine di concordare il futuro orario invernale."me si vede, la lodevole iniziativa, alla quale

,-rià accb ennammo, incomincia a dare affidamentodi qual, -do potrà giovare in un prossimo avvenire,quancto vedremo finalmente appagati i giusti de-sideri della regione toscana troppo negletta anchenei servizi ferroviari.

L'Indirizzo alla Iteolinh ( illarglierilaL'indirizzo di protesta, contro l'atteggiamento

del Vaticano, il quale non darebbe più il permessoche fosse recitata nelle chiesela preghiera diMargherita, si va coprendo di firme. Venne det-tato dal senatore Filippo Mariotti. Eccone il te-sto preciso:

.Idclolorata Regina.Piangiamo al vostro pianto; preghiamo con

la vostra preghiera; che ia eternamente beatoChi regnò beneficando, e che la vita della M. V.si conservi all'affezione riverente delle donneitaliane, le quali, mercè vostra, videro tutto losplendore della Virtù sul Trono e ammirano l' a-nimo che nella sventura s' innalza -

«Corno la fronda che flette la cimac, Nel transito del v.,nto, e poi si leva

Per la propria virtù che la sublima

Dal Ministro della P. LNel dare la notizia che il Ministro della P. I.

on. Gallo aveva ricevuto i deputati della pro-vincia e l 'on. Conte Falconi, omettemmo il nomedell'on. Orsini-Baroni che insieme ai colleghifu dal Ministro a perorare la causa del nostroAteneo.

Vogliamo oggi riparare all'omissione perchél'on. Orsini-Baroni è uno dei deputati che nontrascura mai occasione di giovare agli interessidella nostra città.

PER 1i LINEt LUCCA-AIILIÀL' On. deputato di Castelnuovo di Garfagnana

che cura con grande e infaticabile zelo gli inte-ressi di questa prediletta regione, d'accordo conalcuni Sindaci della vallata del Serchio e con al-cuni sodalizi, domanda le adesioni più autorevolidi società, di Enti morali cd i cospicui cittadiniad un comizio che si terrà in Castelnuovo il 9del prossimo settembre alle ore 10 del mattino.

Il Comizio dovrà richiedere quello che è dirittoed interesse supremo — il compimento di unapromessa scritta nella legge per ciò che riguardala viabilitit — la costruzione cioè dell'intera li-nea Aulla-Lucca.

Le manifestazioni di tutti gli enti morali, ditutti i sodalizi e del popolo i innitodin legali adu-nanze sono le sole che possono trovare ascoltoed ottenere anehe per la bella regione il mezzocol quale provvedere alla propria rigenerazioneeconomica, che è rigenerazione morale, ed è ezian-dio periodo di pace e di traraluillità sociale.

Insa mariRairaMIO

I nomi delle nuove Kvi.L' on. Bettòlo, quand' era ministro della marina,

aveva intenzione di imporre alle quattro nuovenavi che intendeva costrurre i nomi delle quattrocittà marinare: Genova, Venezia, Pisa, Amalfi.

Ora, come si sa, le navi da costrurre sarebberodue, ma probabilmente non passerà molto temposenza che se ne mettano in cantiere altre due,si che i quattro bellissimi e gloriosi nomi potreb-bero essere conservati, come è da augurarsi pos-sano essere richiamati a nuova vita i nomi didue altre navi radiate: Roma e Vittorio Emanuele.

Infermità umana che dà facile preda ai mal vagi chine è colto.

li !cuocigli° ne fa suo pro, specialmente quello eser-citalo da genitori i nfaini su le proprie creature.

Vedi, la designata vittima po.sa nel grembo maternotutto affetto e sorriso; fidente ascolta dalla madre ac-centi lusinghieri alla sua crescente bellezzza, e senzasospetto apprende che può farla fruttare e sollevarsifra le compagne che addiverranno invidiose delle suebelle vesti, dei suoi calzali, dei suoi ori. li fascino del-

ambizione tie shipril così la mente; a stuprare ilcuore basta la perfida insinuazione che può procac-ciare una più lieta vita ai genitori, ai fratelli.

Inebriata dalla lusinga di emergere bella e invidiata,di potere aiutare la famiglia, segue ovunque i geni-tori lenoni che finiscono per farne privato e pubblicomercato. È storia.

Così la società rigurgita di perdute che prima opoi popolano spedali e prigioni, o sfacciatamente de-turpano un popolo civile.

Coeva dell'umanità fu, pei generosi, la difesa deldebole contro il tristo, coeva fu la lotta del bene con-tro il tuale e la fede che Ormuzo ed Arimane sem-pre si contendono il campo.

La legge snudò la spada della giustizia contro chicommette delitti su gl' impotetiti a difendersi, ma Sedi'

Sii è la stirpe dei generosi fra popoli corrotti, e laspada di Astrea, facilmente impigliata nelle fralezzeumane, ferisce auzichè ditenÚere il debole! Il delittotrionfa ; si vede la colpa in riso, in pianto la virtù.Da qui l'eccidio del giusto la salvezza e l'apoteosidell' assassinio.

I preposti alla tutela della pubblica morale, gli stessisacerdoti di Temi gridano anatema, il grido è ripe-tuto dai volghi e la ferita vittima ripioinba nel fangoper mai . più rialzarsi. Doveva difeudersi, doveva farpalesi le infamie, denunziare i rei, fuggire.

Facile condanna di giudici non certo filosofi chenon curano o ignorano le segrete lotte di una infe-lice, che Muti conto tengono dell'Abulia suscitato inlei da chi le diè vita, liti da quando, giovanetta, lacondusse al male, nitrito dell' inevitabile rkorno allaparalisi della propria volontà appena restituita all'an-tico ambiente d'inganni e d'intimidazioni, appena iso-lata dai buoni e sequestrata dai tristi.

Forse è favola che lo sguardo e l'alito del rettilecouduca nelle sue fauci l'augello che gli svolazza at-torno, ma è vero, perchè i miei occhi videro e la miaira divampò, che io sguardo il cenno di una madrescellerata può condurre la sua creatura in braccio aquei• bruti per i quali la dotata altro non è che me-retrice o giumenta.

Vidi, si vidi la lotta di una disgraziata fanciullaconti() il pravo volere della madre, e al divamparedell' ira inia vidi prostrata a terra l'infame donnaimplorante pietà, vidi l'abietto complice darsi a ra-pida fuga.

Quando pubblicherò i - documenti che provano verii vergognosi episodi di drammi fatali, i lettori nondubiteranno un istante che l'Abulia dà le sue viti mealla prostituzione e che il leucemie impunito s' im-pone e mercanteggia tranquillo su la mancanza direazione nella vittima.

Una infelice — vero bersaglio della sventura —alla quale atrise un istante la speranza di redimersidalla inala vita impostale dai genitori perversi, quasipresagii di ciò che il destino le preparava, in uno diquei momenti della vita in cui lo sconforto assale,ma l'anima libera da influssi malefici sente la pro-pria dignità ed erompe sincera, così scriveva.

" Mi avvedo che per tutta la vita dovrò soffrire," ora per una cosa ora per un' altra. Ho dei giorni

nei quali non so nemmeno quello che faccio e quello" che dico, tanto è il pensiero dì quei ... Se morissi,g deve sempre lodaiani per onestà, e deve sempre dire" la vita che ho passato per essere onesta; vedrau-" no che non ero una prostituta „.

Povera infelice ! Ti scagli la pietra la turba deivili, io ti compiango ed affermo che non fosti spu-dorata ed abietta.

Caso più pietoso di questo mai non conobbi; piùdegno d'indagini, di studio, di aiuto da parte di po-lizie, di magistrati, di funzionari nelle pubbliche am-ministrazioni, di onesti in genere, qualunque culto pro-fessino, qualunque idea di patto sociale vagheggino,qualunque opinione nutrano su la libertà od il vin-colo dei connubi.

li traffico infame della propria creatura pone l' uo-mo al disotto della bestia.

Indagini, studio, aiuto vi furono? No. Eloquentequadrante dei tempi.

Cosa avvenne di te sventurata fanciulla? Se an-cora la vita dell'anima non è soffocata da nuove Lui-pezze imposte alla tua debolezza da un'associazionedi malfattori, rammenta il grido che da te proruppenei lieti giorni della speranza. " Non dimenticherò mai" le parole che mi rialzarono la prima volta e mihanno salvata „.

No, non dimenticarle se vivi, e ti sieu conforto allalotta estrema.

La giustizia divina lenta ma inesorabile trascina idelinquenti in braccio alla giustizia umana, nè i ma-gistrati dimenticheranno allora la tua Abulia e la ne-cessità di sottrarre alle iticubo ed al sequestro di chila straziò e la strazia la vittima che trenta, mentisce,o non parla, in mezzo alla ridda che le menano at-torno i malvagi.

Rialza la fronte infelice, e ripeti agli scellerati g ionon sun nata per quella vita no, sono nata per la-vorare, per gli affetti, e non sono una cosa perduta „.

Se la tua inerte avvenne, pur sempre di te sen-teuzi la gente onesta ed incida sul tuo sepolcro —Vittima d'infamie sociali.

Maledizione e sventura a chi abusa del debole.Dott. A. AP0LLON1.

Dietro il ventaglio...«•• • .1111.■•

r cl. ma .Ah, gli uomini! ...

quatta.' occhi, fra noi, diciamone un po' male.Non arriveremo mai a compensarci di tutto il male

Il gruppo radicale.Si ann uncia che nel futuro settembre il gruppo

radicale della Camera si riunirà a Bologna perdiscutere della opportunità della separazionedel gruppo radicale dai gruppi repubblicanoe socialista.

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PRlazzo b1111MCOrliLA CRISETTA.

Si dice che l'assessore sig. avv. AlessandroCarpì abbia definitivamente insistito nelle di-missioni dall'ufficio; e si dice altresì che al

nuovo ufficio di assessore abbia rinunciato an-che il sig. avv. Fausto Rossi.

Si dice in ultimo che in seguito a ciò anche

menanntioda‘h~~.-

rebbe un controsenso, nella stagione caldissima, se sivolesse credere all' apparenza di quelle vestimentache paiono mantelloni, e s' ignorasse il loro segreto,che è invece quello di sostituire una infinità di co-se . . . . , e magari tutte i , con la ricchezza ampiae informe delle loro pieghe molteplici e varie.

>-‹Per l' ora della noia.Una sciarada di Carlo.

Operando il primier I va in galera.Come pure oltraggiando il mio figuiti;

È l'intero la veraEspressione del male.

Spiegazione antecedente: DI-AVOLO.

Per finire.In tribunale.— E' la quarta volta che vi arrestano per vaga-

bondaggio. Non volete proprio lavorare !— Non posso, signor presidente.— Non potete? Ma se siete sano e robusto!— E' questione di principii politici. Il lavoro no-

bilita, ed io sono profondamente democratico.

IN QUESTO SEGOLO PROSAICO!Mentre alla trattoria sbocconcellavo una frittatina

con erbette, una mano lasciò cadere sul mio piattoun bigliettino stampato, di questo tenore:

Ill.mo signore,Il sottoscritto invita la S. V. Ill.ma ad un tr atteni-

mento accademico di

POESIA ESTEMPORANEAquesta sera, nella sala dello STABILIMENTO BALENA, alleore 8 e mezzo.

L' improvvisatore tratterà qualunque argomento glivenga proposto, tanto in versi sciolti che a rime ob-bligate, ed in qualsiasi metro.

Dev.mo servoLUIGI RODOLFI, poeta esternp.

Quest'invito, che pareva piovuto dal cielo sulla miafrittata, mi produsse, devo ben dirlo, un senso di stu-pore straordinario non meno che estemporaneo.

Alzai gli occhi per vedere l' uomo che si proponevadi trattare qualunque argomento e in qualsiasi metro,ma non vidi che una schiena e le falde d' un sopra-bito così pesante, che qualsiasi metro .... di stoffaun po' più leggera avrebbe certo confortato il poeta,sebbene abituato al calore .... dell'improvvisazione.

Il caso era tanto nuovo che la sera, alle 8 e mezzoprecise, entrai nella sala dello Stabilimento e trovaiun gruppetto di dame e giovinotti che ridevano eciarlavano, bevendo acque ghiacciate, una piccola si-gnorina che, con un dito, suonava - oh, è orribile! -i postiglioni esecrati dell' Excelsior ; infine, laggiù.nella solitudine d'un cantone, vidi due figure un uomoe una donna.

L' uomo, con una papalina di vecchio velluto verdeoliva (più verde che oliva) era lui, 1' improvvisatore.Luigi Rodolfi: la donna era sua moglie.

Mi avvicinai tosto a lui e gli chiesi:— É lei, dunque, l' improvvitm,tore ?— Sissignore ; - rispose con una voce melliflua, an-

nusando due oentigrammi di tabacco.— Perdoni la curiosità,: è molto tempo che lei fa il

poeta?— Molto.— Ne ha sofferto, forse, anche nell'infanzia?— Un poco.— E nella sua famiglia vi andarono soggetti?— Non credo.— Dall'accento lei mi pare piemontese.— No, son di Pistoia: cioè di Marciano, ch.' è vicino

a Pistoia.— Mi farebbe il piacere, se non le disturba, di essere

piemontese?— Si figuri: come desidera.

Poi, diede uno sguardo desolato al salone, fecescoppiettare la lingua e disse:

— Mi pare che la gente non voglia venire : eppure hodistribuito più di duecento inviti. Ho sudato una camicia.

— Eh ... si vede.— Qualche cosa ho fatto: sono stato in vari collegi,

in qualche circolo...

E mi fece vedere un fascio di giornali che parla-vano assai bene di lui e de'suoi versi estemporanei.

— Ha mai stampato niente?— Finora no: ma voglio fare un volumetto, quando

avrò raccolto firme d'associati. Ho più di cento poesiee tutte di metro e di soggetto diverso.

E mi guardava fisso negli occhi e sorrideva su-perbamente, ripetendo: Cento poesie ! cento! come vo-lesse dirmi:

— E voi, miserabile straccione, eh? neppure una! losapevo.

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Prese ancora due centigrammi di tabacco, e io,perchè la sala continuava a essere deserta, gli chiesi:

— Improvvisa tutto il verso lei, o ne improvvisa sol-tanto la metti?

Mi guardò come trasognato, poi rispose:—Tutto... diavolo! tutto... Dopo il Regaldi non resto

che io, di vero improvvisatore. Anche la Multi ... al, sì!capisco ! ma creda pure che la Milli ci aveva i compari.Io no : io lavoro da me.

— Quanto 11, me - diss' io - credo che il solo improv-visatore sia il vero poeta. Coloro che, prima di comporrepoesie, le pensano e quando le hanno ser:tte le rifanno,sono semplici mestieranti. La poesia dev essere sponta-nea come la orittogama. Se il Cartiocci sapesse fare unsonetto in dieci minuti, fors ,t riescirebbe a essere qual-ohe cosa. Che no pensa, lei?

-- Il Carducci rispose gravemente - ha fatto unlavoro improbo e inutile. Ala non abbiamo, dunque, lalingua del Cinquecento?

— Ce lei. la lingua del Cinquecento?— Oh !... e me ne vanto.

Altre sei o sette persone erano entrate nella salasiccome l'orologio a, pendolo segnava le nove, il

poeta Rodolfi pensò bene di cominciare il tratteni-mento accademico, e preso un tavolincino lo pose nelmezzo della sala, cavò carta e lapis e disse. con ac-cento dottorale, alla scarsa e sardonica assemblea :

Signori e signore! favoriscano darmi un soggetto chenon sia un cattivo soggetto.

Silenzio sepolcrale.Finalmente, un giovanotto, non senza una modesta

e ginnasiale esitanza, esclamò:

— La Storia d' Italia.— Va bene - soggiunse il poeta - ora mi diano le

rime.

Le rime piovvero. Il Rodolfi andava attorno rac-cogliendole, e arrivato a me, con un sorriso paternomi disse :

Vuoi favorirmi una rima a libertà?— Taffettà.— Mio Dio! ma come posso applicare il tuffetà alla

Storia d' Italia t— Per me, se lo applichi pure dove crede meglio.

Un' altro gli diede, per rima, /u/ù; sostenendo cheil /u/ù è una specie di volpe. Oh questo /a/ft, poi,non gli andava giù. Quasi quasi preferiva il taffettà.

Infine, si pose a tavolino e guardando ora il sof-fitto e ora il piancito, in dieci minuti buttò giù ilseguente sonetto a rime obbligate:

Chi cantò nella storia libertàPlauso ottenne da Grecia e da Corti"(Denina poi mostrò elettricità,La penna avea la forza d' un

Non adoprò Sismondi il taffettà;Macchiavelli, in politica, tu/à,Ma istoria scrisse poi con venustàE Guicciardini si elevò laggià.

Muratori fu pien d' imperocchèMa dire ognun dovrebbe: non morròSenza studiar cotesto gran lacchè.

Chi pari sia Cantù certo non sòE senza dire a voi tanti perchéL' Europa — vi dirò — autenticò.

Viareggio, Agosto.

anitra selvatica

Macchie e macchiette(di VOLTOLINO).

Cose che succedono(Dal ,-isso di Ogaref).

Era l'aprile, a meraviglia bello,E stavan essi al rnargin del ruscello.

Scorrea il ruscello placidetto e tersoE il sol nascea. (Lo salutava il versoFestoso degli augelli). Mollemente,Oltre il ruscello, si stendea la valle,Calma nel lusso della sua verzura.Aulivan della rosaSelvaggia, intorno, i petali vermigli.S'allungava un vitti fosco di tigli.

Era l' aprile, a meraviglia bello,E stavan essi al margin del ruscello.

Sul fior degli anni entrambi... Oh, se tal unoVeduti allor li avesse, al mattinateIncontro, se spiati i loro sguardi,Se avesse al loro favellar prestatoL'orecchio, oh qual dolcissimo dilettoAvria provato in cuore!(Era bambino quel tenero amore).Pur se albergato in senoGli fosse un cuore morto a gentilezza.Oh, in quell'istante, in quell'istante almeno,Ei pure avrebbe un non so che sentitoRifiorire nell' animo avvii ito !..

Li riti ovai, nel mondo .... Essa, consorteD' un altro, ed ei d' un' altra era Il marito.Nei lor ricordi, del passato, nulla.Del cuor contento la beata paceAveano scritta in fronte. Senza scossePassava a lor la vita, quetanlegtoUguale, uguale sempre. Se si fosseL'un noli' altra imbattuto,Avrebbero potutoRidere freddi, indifferentemente.

Ed or laggiù, dove tranquillamenteScorre il ruscello placidetto e terso,(Auliscon della rosaSelvaggia, intorno, i petali vermigli)Affida all'ulive apriliali il cantoDi pescatori semplici una schieraDalle zattere rozze. E quel , che s' eraDetto laggiù, celatoAd ognuno restò, restò laggiù;• chi detto l'aveaLo ricordava più.

Trad. (DAroo).

Per la lotta antitubercolare•• •

Questioni del giorno.In una nota sulla l'ubercolosi polmonare nel-

l'esercito e nell'armata italiani il dott. Sestini stu-dia la malattia in rapporto colla profession,e, perconoscere quale delle due opinioni sia più vicinaal vero; o quella che ammette essere il serviziomilitare la causa che determina la manifestazionedi forme latenti, o l'altra che lo ritiene focolaioe centro di diffusione. Considerando il periodostatistico 1893-97, conclude che la tubercolosi pre-domina nel contingente di mare, vuoi per l' in-troduzione di individui che mai hanno vissuto abordo, vuoi per il numero considerevole dei vo-lontari, o per le condizioni diverse di vita e diambiente ; che la tubercolosi nell' esercito non escedai confini segnati dal fenomeno stesso nella po-polazione civile, presentando, anzi, una notevoledifferenza in meno ; che il contributo dell'eser-cito alla tubercolosi non deve far meraviglia, per-ché, oltre la metà, la popolazione militare pro-viene dalle regioni di Italia più colpite dalle ma-lattia nella popolazione civile, e che più facilmen-te si entra tubercolosi sotto le armi, di quello chenon si divenga in seguito.

Riandando, infatti, le cause gentilizie, ha rile-vato come la maggior parte dei riformati pre-sentavano precedenti ereditari non dubbi, quindipredisposizione a contrarre la malattia, come ilnumero più notevole sia offerto dai volontari; equanto sia necessario eseguire la profilassi suimalati, procurando di guarirli o migliorarli inadatti luoghi di cura, esercitando la massima se-verità ed oculatezza all' atto dell' arruolamento,e colla rapida eliminazione degli infetti.

In un secondo capitolo tratta dell igiene dellatte e dei latticinii. Partendo dal fatto che il ba-cillo di Kock passa nel latte e può ritrovarsi neilatticini, il dott. Sestini ha istituito diverse espe-rienze, su cavie, con campioni di burri più comu-nemente usati da noi, quali son quelli che ci pro-vengono dalla Garfagnana, da S Maria del Giu-dice, e dai nostri dintorni, ed ha concluso che lapossibilità per la trasmissione tubercolare per mez-zo del latte dei latticini, nella città di Pisa, deveconsiderarsi piuttosto lontana. Insiste, anch' esso,sulla necesità di applicare la prova della tuber-colina (come usasi in qualche luogo, per esempio,a Napoli) perché il resultato negativo sarebbe ilmiglior criterio per giudicare cieli' innocuità, diun latte; e sull'opportunità di consigliare la for-

. mazione di vaccherie modello, e di riunire le pic-cole industrie in corporazioni, come sarebbero icaseifici cooperativi e sociali. Intanto raccomandache il burro prodotto dalla piccola industria, pri-ma di esser messo in commercio, sia fuso, per 20minuti, ad una temperatura di 50°-60', riuscendo,in tal modo, impossibile la trasmissione della tu-bercolosi.

Il dott. De Rossi si occupa della determinazionedel grado di prosciugamento delle case nuove, fa-cendo rilevare come la ricerca metodica dell' u-midità sia cosa importantissima per igiene, sa-pendosi quale e quanta parte può esercitare l' umi-dità sullo sviluppo della tubercolosi. E poichéera dificile ottenere risultati esatti con metodisemplici, egli ne ha proposto uno che, basandosisulla ricerca dell'umidità nella nalta, fosse allaportata di tutti. Il principio su cui poggia l'espe-rimento, sta nel confronto delle densità fra dueliquidi, uno dei quali è costituito da un dato vo-lume di alcool assoluto e un certo peso di maltada esaminarsi ; l'altro è formato dallo stesso vo-lume di alcool assoluto, aumentato di una quan-tità d' acqua distillata uguale a quella che il pesodi malta in esame conterrebbe, se fosse esatta-mente al limite di umidità. L'apparecchio dimo-strativo che il dott. De Rossi ha ideato e del qualefa la descrizione nella sua memoria, è ingegno-sissimo, esatto, e di ovvia applicazione, permet-tendo di riconoscere se l'acqua resta o no al di-sotto del limite tollerato nelle case abitabili.

Il dott. Pellegrini discute sopra alcune dispo-sizioni tecniche atte a preservare la salubrità del-l' aria nei riguardi della profilassi e cura della tu-bercolosi. Riconfermato il principio che la tuber-colosi si diffonde, ordinariamente, col mezzo di dis-seccamento dell' espettorato, e che l' aria ne è ilveicolo, osserva, giustamente, l'importanza cheessa ha nel fenomeno ; giacché quanto più è pura,tanto meno serve alla trasmissibilità, onde urgeprovvedere a che gli infermi non giacciano instanze ingombre, sudice, e mal ventilate, dove l'a-ria respirabile diviene infettante e mefitica, e,perciò, cooperatrice nello spargimento del germespecifico nelle parti aucor sane. Il grado di pu-rezza dell' aria nei luoghi di dimora è in rela-zione colle abitudini di vita e collo stato ediliziodel suolo; giacché la maggiore o minore nettezzadomestica o pubblica ne rende più o meno in-tenso l'insudiciamento, e ove le strade non sianoatte a dar facile scolo alle acque, e, per la lorostruttura, si facciano ricettacolo di esalazionimalsane, e accolgano poca luce e poca aria(sicchè la superficie stradale rimanga sottrat-ta alla loro azione purificatrice) malgrado il mi-glior servizio di nettezza, rappresentano un fo-colaio di emanazioni incomode e spesso patogene,perché, nella fine immondizia stradale si è ritro-vato il germe dell'edema maligno, del tetano, edella tubercolosi. Non è quiadi giustificata la re-lativa indifferenza con cui suol guardarsi la pro-duzione delle spazzature, e la poca importanza chesi annette al pubblico servizio di spazzamento, ilquale, più che da un ufficio tecnico, dovrebbe di-pendere da un servizio essenzialmente igienico.

Alle stesse conclusioni conduce l'indagine scien-tifica dell'interno delle case, perché dalla polvereche ancora si solleva, dopo avere, nel miglior modo, spazzato il pavimento, numerosi osservatorihanno potuto isolare il bacillo del tifo, della pneu-monito, e della tubercolosi, il quale si è dimostratodal Cornet esistere allt aperto in vicinanza di ospe-dali mal tenuti, e dentro le case dove hanno abi-tato dei tisici ; e Maffa a Torino, inoculando a deiconigli la polvere raccolta dai sedili di sale pub-bliche da ballo, trovò che taluno di quelli mori-vano tubercolosi.

Però, mentre per gli studi batteriologici, si sonoottenuti importanti resultati sulla profilassi diparecchie infezioni, poco vantaggio ha risentitola mortalità dipendente dalle malattie infettivedel polmone; perché è difficile dominare il potere

infettante del pulviscolo atmosferico, specialmen-te riguardo al bacillo tubercolare che è dei piùresistenti, e che ha tanti mezzi per diffondersi. Re-lativamente, quindi, alla tubercolosi, la profilassideve (senza perder di vista gli altri mezzi chel'igiene consiglia e raccomanda) mirare alla rifor-ma di abitudini e istituzioni inveterate.

Quanto alle strade, bisogna prender di mira lapavimentazione; e poiché il ciottolato e special-mente il macadarn sembra un mezzo fatto a po-sta per produrre sudiciume nei tempi umidi, epolverio negli asciutti, il dott. Pellegrini pensaesser preferibili il lastricato e la pavimentazionein legno, sebbene anche questi abbiano i loro di-fetti, e che l'ideale, non solo dal punto di vistadella produzione di polvere, ma ancora della pre-servazione contro l' inquinamento del suolo, econtro il mefitismo dell' aria, sarebbe la gettatadi asfalto fuso.

Riguardo all'igiene delle case, insiste perché sene migliorino le condizioni edilizie e il generaleassetto, bene spesso avvenendo che abitazioni ap-parentemente soddisfacenti, risultino, invece, dan-nose per l' attitudine loro ad accogliere e perpe-tuare l'infezione. Bando, perciò, alle tappezzerie eai cortinaggi: i mobili siano i necessari, non siaddossino alle pareti, e queste e il pavimentosiano riaccordati a curva, per una facile e proficuapulizia. Così, e con grande abbondanza di lucee d' aria che scenda da finestre ampie e ben di-sposte, e con lavaggi di acqua saponata o li-scivia si possono, meglio che in altri modi, tenerlontani i germi delle malattie.

Parlando, infine, della maniera con cui debbontenersi le dimore dei tubercolosi, insiste sulla ne-cessità di remuovere e distruggere gli escreaticon mezzi chimici, o col vapore (processo Di Ve-stea), o, se trattasi di abitazioni particolari, ver-sandoli nei cessi, dove, come conferma l' esperi-mento, i temuti microbi restan travolti nelP at-tivo processo di putrefazione.

Nell' ultimo capitolo il dott. Marino tratta dialcune « ricerche sulla infettività dei libri ma-neggiati dai tisici.

Considerando che diverse malattie infettive,come la scarlattina, si posson diffondere (secondol' opinione di Rischardson, Grasset, e Sannè) permezzo di lettere, riporta l' osservazione di Knopp,il quale narra come venti commessi dell' ufficiosanitario di Lansing morissero di tisi, perchènegli incartamenti che avevano maneggiato dipiù, esisteva il bacillo tubercolare.

Un' indagine minuziosa mise in sodo che l' in-fezione datava da quel tempo in cui uno deicommessi, riconosciuto ammalato, aveva l' abitu-dine, leggendo, di voltar le pagine colle dita u-mettate di saliva.

Tal pratica, è, dunque, dannosa tanto per gliinfetti, quanto per coloro che possono, per ciò,ammalarsi ; e sebbene questa ed altre osserva-zioni non permettano una deduzione scientificarigorosa, pure è un fatto che la batteriologia hascoperto sulle carte dei libri maneggiati unagrandissima quantità di germi. Coni' era naturalesi istituirono esperimenti circa la possibilità ditrasmissione della tubercolosi per mezzo dei li-bri maneggiati dai tisici ; però mentre alcuni(Du Cazal e Catrin) giunsero a risultati nega-tivi, il Busquet, sottoponendo alla prova m-

certo numero di francobolli, che un collezioniste.indubbiamente tubercoloso, aveva, colla saliva,incollato sopra un album, potè riprodurre, speri-mentalmente, la malattia nelle cavie Prudenzaquindi vuole che i raccoglitori, e in particolarmodo i fanciulli, non applichino mai la loro linguasui francobolli delle collezioni. In tanta disparitàdi resultati, il Marino ha ripreso l'argomento,esaminando diversi libri che erano stati a con-tatto con infermi, per ricercarvi il bacillo tuber-colare, e infettandone altri onde conoscere perquanto tempo il bacillo stesso conservasse la suavirulenza.

Ha concluso che è ingiustificata la preoccupa-zione di coloro i quali, con tal mezzo, credonopossa, facilmente, trasmettersi la tubercolosi, es-sendo rarissima la presenza di bacilli tubercolariattivi nei libri maneggiati dai tisici, e che, tuttoal più, (senza ricorrere ad energiche disinfezioni)basta tenerli esposti qualche tempo all' aria ealla luce, per liberarli dalla loro eventuale pre-senza Dott. GIOVANNI LEPRI.

I PLANI PREMIATIall'Esposizione di Parigi.

Della nostra città e provincia sono statipremiati : il Conte Comm. Agostini-Della Setacon diploma d' onore e il Comm. Alberto Giulicon medaglia d'oro per i prodotti agricoli ali-mentari, d'origine vegetale ; il Prof. MarioCanavari con medaglia d' oro per la classe 63(esercizio delle miniere e cave) ; la Scuolasuperiore d' orticoltura con medaglia d' oro; I

la Società ceramica Ricbard -Ginori con rile-vante pre,nio d' oro; il pittore signor AmedeoLori con diploma 02?OrC ; e la R. Scuoladi San Ranieri con medaglia d'oro,

A tutti questi premiati che hanno fatto ri-cordare con grande onore il nome di Pisa allasuperba esposizione di Parigi mandiamo le no .stre vive congratulazioni.

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l' assessore sig. Prof. Mario Canevari, che è

ora assente, presenterà le sue dimissioni, a-vendo formalmente in pubblica seduta di Con-siglio fatto la dichiarazione di accettare l'uf-ficio al solo patto che tutti gli altri colleghinon lo rifiutassero.

4■•

Tutti quanti i consiglieri che con letteraavevano dichiarato di rinunciare al loro ufficio,hanno mantenuto la loro prima deliberazione.

••Il Sindaco signor Dott. Vittorio Frascani ha

pubblicato un manifesto, non listato a lutto, eindirizzato ai cittadini per dir loro che haaccettato di essere Sindaco e per rassicurarliche il programma dei partiti popolari (?!), neilimiti del possibile, sarà la guida del suo am-ministrare.

Azcora per lin:si:io UmbrtoI funerali a S. Piero a Grado.

Ebbero luogo giovedì e riuscirono oltre ogni direcommoventi e per la cerimonia e per il numero dellepersone.

La messa fu celebrata dal reverendo sacerdote Nuti,cappellano di Bocca di Serchio, assistito dai cappel-lani delle tre tenute reali, dal Reverendo Priore diBarbaricina e dai sacerdoti Carugini e Mai-tinelli. Lamusica fu diretta dal M.° Giannetti; sedette all' organoil M.° Barsanti.

Intorno al tumulo imponente ardevano diciottograndi ceri.

Furono presenti alla cerimonia il Direttore della. Casa Comm. Alberti, il Direttore delle RR. Razzev. Emanuel, il comandante delle guardie sig. Luigi

Mamrnoli, e il suo fratello Cesare, il Dott. Sitnoni, i'signori agenti delle tre tenute Romani. Trivella e Pe-ti-i, i sotto-agenti, gli impiegati degli uffici di direzione.cacciatori, guardie, cavallai-i, e tutti gli impiegati su-balterni delle tre tenute colle loro famiglie.

Questi funerali furono fatti a spese di tutti gli im-piegati di Casa Reale.

A Porta a Mare.Solenne è riuscito il funerale che San Giovanni al

Gatano ha fatto giovedì mattina in suffragio dell' a-nima del Re Umberto.

Vi intervennero le autorità civili, militari ed eccle-siastiche: e cioè il Prefetto comm. Bacco, il consiglier

elegato, il sostituto procuratore del Re, il capitanodei RIA. Carabinieri, i rappresentanti dei due reggi-menti di artiglieria e fanteria, il Presidente del Tri-bunale, il giudice avv. Brunazzi, l'avv. Pisoni, Sub-eco-nomo dei Benefizi vacanti, il capo di Gabinetto delDirettore della R. Casa, il comm. prof. Nardi-Dei Pre-sidente del Consiglio dell'Ospedale. il conte deputatoFalconi Direttore detl' Ospedale, il Presidente dell'O-spizio di Mendicità, e il direttore signor Chetoni, ilministro economo della Carità, il Direttore della Qual-conia con una rappresentanza di bambini, il dott. F.Fontana, rappresentante il Sindaco, il comm. avv. Lec-ci per la deputazione provinciale, il cav. avv. Fossettisegretario della Provincia, il senatore comm. prof.Buo-namici per il Consiglio provinciale, il cav. De Sanctisdirettore dell' Istituto di San Silvestro, il cav. Meche-rini Provveditore dell'Arciconfraternita di Misericor-dia, i canonici Salvioni e Martini per il capitolo dellaPrimaziale, i priori di S. Sepolcro, della Maddalena edella Primaziale rappresentanti la congregazione deiparroci, e tutta la colonia francese al completo cona capo il direttore sig. ing. Mosnier.

Aderirono alla cerimouia, perché assenti, l' on. Bian-chi, il senatore Dini, l' ex deputato Morelli, il cav. uff.

.avv. Cerrai, il conte Luigi Curini-Galletti, il colonnelloGiannini, il cav. uff. Antonio Gioli, il cav. prof. Mar-chionneschl e tanti altri.

Fecero gli onori i signori: cav. avv. Francesco Grassi,dott. Giuseppe Menocci, Santi Mariotti, Enrico Capocchie sac. Giuseppe Carlini.

La truppa faceva ala intorno al tumulo ornato diparamenti funebri e di iscrizioni.

La banda di San Silvestro esegui mesti concertiofficiò il priore don Romeo Galli assistito dai prioridi San Michele in Borgo, di San Cosimo, di San Mar-tino; e cantò messa la cappella del Duomo direttadal Maestro Giulio Del Genovese.

Tutto il clero prestò servizio gratuito.Una grande stella, la stella d' Italia, con lampade

elettriche tricolori era sospesa in alto, al di sopradell'altare maggiore e portava sul fondo nero la let-tera U. Fu fatta a spese della fabbrica S. Gobain, dicui gli operai presenziarono in gran numero la mestacerimonia.

Funerali solenni, commoventi, che ebbero adesionedel popolo di Porta a Mare e che, si deve dire a titolod'onore, furono dal priore Galli preparati con amoree con zelo religioso e patriottico.

— In suffragio del compianto nostro Re UmbertoPrimo di Savoia, martedi 28 agosto, giorno trigesimodalla morte, circa le ore 10 e 30 del mattino, nellaChiesa di S. Marta verrà celebrato un solenne Officiofunebre con Messa cantata e assoluzione al tumulo.

Bagni S. Giuliano (23) [Niccolino]. — QuestoConsiglio Comunale dei Bagni S. Giuliano nella suaseduta del dì 20 agosto prossimo passato convocatoappositamente per commemorare la Sacra Maestàdell'amatissimo nostro Re Umberto, dopo avere ap-plaudito insieme al pubblico che assisteva al bellis-simo discorso commemorativo pronunciato dall'il-lustrissimo sig. cav. Sindaco dott. Ferdinando Pun-toni e conseguentemente accettate le proposte fattedalla Giunta Municipale nelle sedute 30 luglio 8 a-gosto e 17 agosto con le quali si stabiliva di pre-sentare i telegrammi d' indignazione per l' esecrandoassassinio; la pubblicazione del manifesto ufficialedi annunzio della ferale notizia e di partecipare (laGiunta stessa) in corpo a rendere mesto tributo diaffetto alla Salma adorata, approvava l' ordine delgiorno che appresso proposto dal sig. cav. Sindacostesso :

• « IL CONSIGLIO

«Udite le comunicazioni della Giunta Municipale pro-fondamente commossa per l'atroce misfatto ohe ha toltoall'Italia il suo amatissimo Sovrano ed alla Casa Savoiail suo venerato capo.

« Associandosi al lutto dell' intiera Nazione solenne-mente confermando in questo grave lutto nazionale lasua fede inalterabile nella gloriosa dinastia di Savoia'baluardo e fortuna della Patria.

DELIBERA

«1. di approvare le risoluzioni che la Giunta prese algiungere della infausta notizia facendosi interprete delsentimento dell' intera cittadinanza.

(2. Di provvedere che sieno celebrate nel trigesimogiorno della morte del compianto Re solenni esequie inquesto Capoluogo.

« 3. di esprimere 1' omaggio più reverente e la devo-zione più profonda del Comune dei Bagni San Giulianoal Re Vittorio Emanuele III ed alla Dinastia Sabaudacui dalla volontà del popolo furono commesse le sortid' ItaLia.

Fratello (23) [Fl. — Nella Tenuta di Pratello-Montiad iniziai iva e cura del proprietario sig. conte Mastiani,ebbe luogo nella chiesa parrocchiale di Libbiano unsolenne funerale in suffragio dell'anima santa delcompianto amato nostro Sovrano Umberto I di Savoia.

11 corteo imponente si mosse dalla Fattoria di Pra-tello, e in perfetto ordine si recò - a Libbiano. Prece-deva un vessillo nazionale della Tenuta con tambu-rini seguiti da un numero infinito di operai, sotto-posti e coloni, che, disposti a quattro a quattro for-mavano una colonna lunghissima. Veniva quindi lasocietà operaia di Ghizzano e corona, la società mo-narchica di Peccioli, di cui è presidente emerito ilconte Lodovico Mastiani, la rappresentanza comunaledi Peccioli, tutte con il loro vessillo.

Fiancheggiavano le autorità: un plotone di guardiedella Tenuta in grande uniforme insieme ai RR. Cara-binieri. Chiudeva il mesto corteo un gruppo di notabilitàcittadine fra cui notai i sigg. Medici Della Torre, Con-tardi, Landi, il Giudice conciliatore del Comune sig.Alessandro Lari, il sig. Rosi, il sig. dott. Antoni, il ca-pitano Alarico Landi, il sig. conte Lodovico Mastiani,ed altre persone distinte delle quali mi sfugge il nome.

Nella chiesa addobbata con eleganza, presero partele autorità tutte. Al tumulo facevano scorta d' onorei RR. Carabinieri e le Guardie.

La cerimonia fu solenne e commovente ad un tempo.Dal pulpito disse parole di circostanza l'ottimo par-roco Don Alessandro Bellini: parole che riscosseroil plauso di guarir ebbero il bene di ascortarle.

La cerimonia si protrasse oltre le dodici, e sicco-me non era agevole ai convenuti restituirsi per tem-po alle loro case, così con gentile pensiero il sig. conteMastiani dette loro una modesta refezione, a cui pre-sero parte tutti indistintamente. Ciò diede luogo avari discorsi d'occasione, e fra questi ci piace ricor-dare quelli dei sigg. Contai-di, Don Giovanni Piccini,Alessandro Lart, Montagnani Sabatino, Antoni, Arci-prete Don Leoniero Burroni, tutti improntati a *sen-timenti di devozione, e rispettoso affetto alla Casadi Savoia.

Ringraziamenti vivissimi ebbero coloro che furonoiniziatori di sì imponente e mesta cerimonia.

Il sig. conte Lodovico rispose ringraziando e dicen-do essere lieto della riuscita di questa dimostrazioned' affetto verso i nostri sovrani.

Aderirono e si scusarono per non esser potuti in-tervenire i due consiglieri della Provincia sigg. cav.Nello Toscanelli cav. Francesco Grassi, nonchè ou.Orsini-Baroni, deputato del collegio.

Furono inviati telegratnmi d' occasione a S. M. lala Regina madre ed a S. M. il Re Vittorio Emanuele III.

S. E. Generale PONZIO VAGLIA — Roma.

Libbiano (Peceioli) insieme Autorità Comunali, Asso-ciazione Monarchica Pecoioli, Società Operaia Ghizzano,celebrando esequie solenni memoria venerata angustoRe Umberto, prega E. V. umiliare S. M. sentimenti inal-terabile devozione, augurio M.S. sorga vindice pace con-cordia popolo italiano. Conte LODOVICO MASTIANI.

S. M. Regina Madre — Misurina.

Popolo Libbiano (Peccioli) celebrando esequie animasanta angusto consorte, invia M. V. riverente saluto pre-gando Signore concedervi invocata pace rassegnazione.

Conte Lonovico MAsmai.

Filettole (24) 1Pitagora]. — Anche fra questo po-polo, che ha sentito profondo cordoglio per l' ese-crando delitto che privò l' Italia del suo Re buono,leale e generoso, si è spontaneamente costituito uncomitato popolare per fare solenni onoranze funebriin suffragio di S. M. Umberto I; e ciò avverrà la mat-tina del 6 settembre p. v., con l' intervento delle Au-torità Civili e Militari del Comune e, possibilmente,della provincia, delle Associazioni musicali ed ope-raie della Val del Serchio, e delle Scuole Comunali.

Nella Chiesa parrocchiale di Filettole riccamente

addobbata a lutto sarà celebrato un solenne ufficiomessa di requiem in musica eseguita dalla Cap-

pella. Mauriziana con l' accompagnamento d' organoa mezzo dell'egregio maestro sig. Raffaello Borgamini;e il bravo parroco sac. Natale Vicini dirà l' elogiofunebre con quella valentia, zelo e patriottismo chelo distinguono.

CONSORZIO AGRARIO PISANOSta per chiudersi la sottoscrizione per il grano da

seme; si pregano quindi gli agricoltori di affrettarsicon le richieste.

E' ancora aperta la sottoscrizione dei perfosfatid' ossa e minerali.

ACQUE E MONTI-

A /900 metri.(Mario Razzi). Siatti partiti da Pracchia giovedi

dopo le 16, raccomandandoci a Dio di farci tornaretutti quanti, sani e salvi, a casa. Eravamo in quat-tro: l'avv. Adorni, i due fratelli Gino e Vito Langheridi Bologna ed io; un altro compagno, l'avv. Germi, siera avviato fin dalla mattina, alle 8, coli' ing. Cuppari,all'Abetone. Il convegno era stabilito a Cutigliano, allasera, verso le 19.

Non sto a descrivere la gita che ogni buon touri-ste ben conosce, e che noi facemmo deliziosamentetrascinati da allegri cavalli, fino al paese di Catino,un insigne uomo, ma ingnoto e che poteva essere an-che un rornano; e che forse ha dato il nome a que-sta stazione, tutta circondata di monti che le fannointorno come una verde cintura, ed ornata di casettegraziose, digradanti su in alto, come se fossero unascala santa alla felicità e all'oblio.

L'avvocato Cerrai, di ritorno dall' Abetone, ci aspet-tava su in cima, al bastione, e ci invitava a discen-dere dalle vetture. per rendere più agevole il cam-mino ai cavalli e per far prova così, intanto, preven-tivamente della robustezza delle nostre gambe.

Il piano della nostra escursione era stato stabilitoda quei due instancabili alpinisti, che sono Ont di-venuti l'Adorni e il Cerrai: Lago Scalfaiolo, Libraaperto, e il Cimone.

E mentre essi provvedevano alle cose più neces-sarie : fare imbandire il pranzo all'Albergo e trat-toria del Cappel d' Orlando, e ricercare una guida eun portatore, e preparare le ultime provvigioni, io leg-gevo un piccolo libro prezioso del prof. GiuseppeTigri che illustra tutta la montagna pistoiese e for-nisce le più utili indicazioni ai viaggiatori e ai tou-cisti.

Una montagnetta, a forma di cono, pareva che misalutasse. Capii che era il cappello d' Orlando. Ilmonte e la trattoria, chiamati collo stesso nome, micoprivano, così, di tutta la loro protezione.

Volli fare un'intervista anch' io e ad una monta-nina non bella, perché quelle di cui parla il Giustia quest'ora son tutte morte, domandai subito:

— E perchè quella montagnola si chiama così?— Non lo sa? Perchè Orlando ci perse il cappello....E me lo disse con tale aria di sincerità che finii

per crederci ancor io ; e fui sul punto di abbando-nare i miei compagni per andarlo a ritrovare.

Il fatto si é che con Orlando che ci perse il cap-pello, con Catilina che ci perse la vita, col poeta Pa-rianti che ci perdeva la noia e lo sdegno, mi preoc-cupai forte di perderci qualche cosa anelli io, comesarebbe a dire la voglia di ritornare in patria; e sus-surrai a fior di labbro: o ponte di Sestaione comesei più bello tu del Ponte di Pisa!

Si mangia come lupi, perché il fresco di Cutiglianoraddoppia l' appetito a chi l' ha già, e si scherza pia-cevolmente come matti, mentre la guida, il Bacci,merciaio ambulante, brav'uomo, paziente, quieto e in-telligente, ci promette di svegliarci a mezzanotte perandare a vedere alle 4, sorgere il sole su in cima allago. Ceri-ai è lieto e sfolgorante : egli pensa ad unaltro lago, accarezzato dalla sua passione di caccia-tore, a quello di Torre.

Ma sono già le 22; e di andare a letto non si ra-giona. E sì che una dormitina di due ore farebbe tantobene! E si va invece a vedere Cutigliano illuminatodi lampadine elettriche e dei lumi dei calzolari, cheho visto in ogni strada, con i loro banchetti fuori ametter tacchi e chiodi con una voglia matta di lavo-rare, a quell'ora li, come se fosse stato mezzogiorno.

San Crespino è un santo a cui vogliono tutti benelassù; perchè se il fresco aguzza l' appetito e invitaa mangiare; c' è il monte che, tanto per compenso,mangia qualche cosa anche lui e finisce le scarpe!

Non si va più a letto; si va a vedere il Comuneornato degli stemmi dei capitani della montagna ela farmacia dove compriamo delle cartoline illustrate;sentiamo le ultime note della banda ; mandiamo unreverente saluto alla memoria del cutiglianese AndreaPieri, professore di diritto canonico alla nostra Uni-versità, e ritorniamo all'albergo per disporci allapartenza.

Adorni, dandomi il battesimo di grande alpinista,mi dice con aria solenne:

— Quando avrai visto il Cimone, che neppur io hovisto altro che sulla carta militare, potrai dire di co-noscere tutta la montagna pistoiese.

Con questo conforto seguo la comitiva che partedi notte, accogliendo gli ultimi saluti e gli utinti au-guri della gente del paese e della numerosa e gaiacolonia villeggiante.

Gino Bacci, un bel giovinetto allegro e robusto,porta sulle spalle forti come quelle di un toretto legrandi nestre provviste.

Su per il monte si canta: la salita è piacevole, mabuia; e la rischiarano soltanto le due lanterne dellaguida e del portatore. Alla doganaccia siamo avvoltida una nebbia fitta, incessante e minacciosa.

Siamo pieni di sudore e la guida ci consiglia diasciugarci al fuoco: ne improvvisiamo uno spettaco-loso: sembrava che fossimo divenuti tanti carbonaidi mestiere.

Poi, dopo un' ora, si riprende la salita. Non c' è piùsperanza di vedere il sole; la nebbia che si addensasempre di più ce lo coprirà tutto e ci negherà, nellaescursione faticosa e bella, i panorami delle altissimemontagne d'intorno, dei mari, del piano, e dell'altagloria della natura!

Arriviamo al lago Scaffaiolo dopo 5 ore di cam-mino e di fermate, pieni di rabbia. di umido e dinebbia. Lassù piove a dirotto. Cerrai piange comeuna fonte per non poter vedere il lago; ma, a dir laverità, si sente e si vanta di essere più forte di tutti,

tanto che sfiderebbe ad una partita di fioretto il suoamico Gino.

La pioggia ci assale da ogni parte ; e noi invanoinvochiamo quella capanna di ricovero che fece co-stituire il Club degli alpinisti e che la ignoranza ela ferocia di pastori maledetti ha barbaramente di-strutto.

Ci si distende, in un forrone, a mangiare; ma lacomitiva ha poco appetito e poca allegria. Finalmente,invocato, desiato, un raggio di sole, rompendo le neb-bie, illumina per un secondo, come un baleno, co-me un attimo fuggente, il lago bellissimo che il Tigridice essere lungo 200 metri e largo 60. Un grido digioia si leva dai nostri petti e la letizia ricomparenelle nostre anime. In mancanza di meglio abbiamobevuto, come tanti assetati di visioni pittoresche, lagioia dì quello spettacolo fuggitivo, e ne restiamo ebbri.

Poi il capolino ci tenta ; e dal lago che si eleva aa 1819 metri, andiamo in su fino alla rotondità mae-stosa sulla quale Padre Inghirami fece i primi studiper la triangolazione della Toscana e dove invecenoi dimostriamo del coraggio da inglesi, sospingendociarditamente per un pendio malagevole, mentre la neb-bia ci inette addosso delle cappe impermeabili di lu-ce e l' acqua gelida, tagliente, ci colpisce la faccia,schiaffeggiandoci acutamente. Siamo simiglianti ai dan-nati di Dante, menati quà e là dalla bufera; e irri-diamo al vento, alla nebbia ed all'acqua come tan-ti investigatori audaci di un mondo ignoto.

La guida ci consiglia di ritornare in giú. AddioLago Scaffaiolo, colto cogli occhi in un attimo fug-gente come l'attimo di Faust; addio Libro aperto sucui avrei dovuto leggere tante cose e sentire spe-cialmente come si sentono le gambe a 1931 metri;addio Cimone, rilasso immenso di macigno, che scopriagli occhi mezza Italia ; addio progetti e speranze diuna gita non compiuta!

A mezzogiorno siamo di ritorno a Cutigliano, enon faccio per dire, più vispi e più sani di quandoeravamo partiti.

I paesani ci guardano meravigliati di due cose: eperché abbiamo avuto l'ardimento di fare la gita conun tempo indiavolato a quel modo e perché ritornia-mo, tutti fino ad uno, e cosi presto !

Dopo tnezz' ora, si riprendono le vetture e ritornia-mo a Pracchia. I miei amici mi offrono una meda-glia d' onore !

Comunicato. •« Il sottoscritto si occupa solamente di qualche

lezione privata di liceo che dà in Pisa, VialeUmberto n. 8 p. 2. Coloro che hanno bisogno dialtre lezioni private se le cerchino da sè e glirisparmino il disturbo d' andarlo a richiedere diconsiglio in casa.

Prof CONTINO ERNESTO ».

i=tibtag~iaa32€532. -tl.I sensi della più viva gratitudine e della più

sentita riconoscenza io sottoRcritto sento il do-vere di esprimere pubblicamente al valentissimodott. Riccardo Gattai, che mercé le preclare suedoti di medico intelligentissimo e dotto seppecon amorevole e sapiente cura salvare mia mo-glie da una Psoite suppurata, eseguendo perfet-tamente su di essa una difficilissima operazionechirurgica che non poteva sortire un esito piùsicuro ed efficace.

E mentre sinceramente esprimo al chiarissimodott. Gattai la mia gratitudine imperitura, iosottoscritto sento il dovere di porgere i più vivirimgraziamenti anche all'egregio dott. GiovanniVolterrani che tanto degnamente coadiuvò ildott. Gallai nella cura di mia moglie.

CARLO MEUCCI.

Il sottoscritto, dopo i tormenti di una lunga ma-lattia tifica sente il dovere, ora che è in via di gua-rigione completa, di rendere pubbliche grazie aisignori Prof. Dott. Cavalsani e Dott. Lucchesini perle cure sapienti, amorevoli e indefesse colle quali lohanno liberato dal male, prodigandogli altresì grandiconforti e sollievi.

Pisa, li 0 agosto 1900.ALFREDO MORGANTINI.

FI Piè del Ponte---

Per i funerali a lite Un'Aperto nelUNIOIFUO. -- L' associazione liberale monarchicaprega vivamente tutti coloro che ritengono schededi sottoscrizione emesse per raccogliere offerte peri solenni funerali da farsi in Duomo in suffragiodell'anima del nostro Re a volerle rimettere allasua , ede in Lungarno Regio entro martedì prossimo.

Fienelleenza. — Nella dolorosissima occa-sione dell'anniversario della morte di due suoi con-giunti, avvenuta l'anno scorso, la signora Aristea Bru-guier Calderai ha elargito agli Asili Infantili Princi-pe Amedeo la somma di lire duecento.

11,&% Can di Risparmio e le sue be-neficenze. — 11 Consiglio di Amministrazionedella Cassa di Risparmio di Pisa, nella sua adunanzadel di 18 agosto corrente, la prima tenuta dopo l'e-secrato assassinio di S. M. Umberto I, con voto una-nime, deliberò d'istituire nella sezione Infanzia ab-bandonata del locale Ospizio di Mendicità, due postiper il mantenimento e ricovero di due fanciulli d' am-bo i sessi ed col titolo Fondazione della Cassa diRisparmio di Pisa in memoria di Umberto I Red'Italia.

Nella stessa seduta il Consiglio della Cassa, acco-gliendo analoga domanda dell' Associazione LiberaleMonarchica Pisana, deliberò di concorrere con L. 150alle spese pel funerale in suffragio dell'anima del-l' amatissimo Re.

143 II sag. Cuppari e il Sanatorio per itubercolosi. — Il Ministro dell' Interno ha no-minato la Commissione che dovrà esaminare i variprogetti presentati per il Sanatorio per i tubercolosipoveri di Roma.

Della commissione, che è composta di medici edingegneri notissimi, è stato chiamato a far parte an-che il nostro concittadino signor dott. ing. GiovanniCuppari.

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Al Regio Liceo. — L' on. Ministero della Pub-blica Istruzione con Circolare n. 57 del 22 giugno 1900dispone che il giorno 3 ottobre p. v. non abbianoluogo gli esami di licenza liceale e che le prove in-dette per detto giorno abbiano luogo per il succes-sivo giorno 4 e gli altri esami siano conseguente-mente spostasti di un giorno „.

Quindi le prove suddette avranno luogo nei giornie nell'ordine che appresso: Martedì 2 ottobre Coni-ponitnento italiano - Giovedì 4 Versione dal latino -Venerdì 5 Versione dal greco.

Ogni seduta avrà principio alle ore 8 precise.Le domande per esami corredate dei documenti

prescritti si presentano al capo dell'Istituto non piùtardi del 15 settembre.

A tenore della Circolare Ministeriale del 12 luglio1900 la tassa d'iscrizione agli esami di licenza è por-tata a L. 150.

X Le prove scritte per gli esami di ammissionee promozione alla 2. e 3. classe avranno luogo neigiorni e nell'ordine che appresso:

Sabato 6 ottobre Componimento italiano - Lunedì 8Versione dal latino - Martedì 9 Versione dati' italianoin latino - Mercoledì 10 Versione dal greco.

Ogni seduta avrà principio alle ore 8 precise.Le prove orali avranno luogo, dopo le scritte, in

giorni da determinarsi dalla Commissione.I giovani che vogliono essere iscritti all' esame di

ammissione devono presentare non più tardi del 15settembre i documenti prescritti dall'art. 32 del Re-golamento unitamente alla quietanza della tassa inL. 40 — cioè: Fede di nascita legalizzata, Diplomadi licenza ginnasiale conseguito un anno innanzi perl'ammissione alla 2. e due innanzi per l'ammissionealla 3., Quietanza del pagamento della tassa d'esamein L. 40.

IL istituto di correzione paterna. —Martedì visitava il nostro istituto il dott. Giorgio Lam-pakis segretario privato della Regina di Grecia, pro-fessore della Università di Atene ed ispettore gene-rale delle Case di correzione greche.

Accompagnato dal direttore cav. Giustino De San-ctis, l' illustre uomo girava tutti i locali, di tutto in-formandosi minutamente. Egli trovava i ricoveratiriuniti nella gran sala da mensa pel pasto di mez-zogiorno, e con soddisfazione constatava la fioridezzafisica dei 230 giovinetti.

Dell' organizzazione dello stabilimento, del fabbri-cato, dell'andamento delle scuole e dei risultati chesi ottengono, egli mostravasi entusiastnato, e aintni-rava la palestra ginnastica, e la istruzione che inessa s'impartisce sugli attrezzi e con i bastoni Jaeger.

Desiderò conoscere il regolamento interno, si fececopiare le massime morali scritte sui muri dellaCasa; e conchiuse dicendo al direttore che il nostroriformatorio è alla pari dei migliori esteri e che soloin questo egli ha trovato così largamente e genial-mente applicato il principio educativo alla correzionedei discoli.

Cose degli insegnanti. — Oggi, a ore10.30, si riuniranno i componenti della Associazionetra gl' insegnanti della provincia.

L'assemblea è chiamata a discutere sulle modifi-cazioni allo statuto sociale proposte da una commis-sione a tal'uopo nominata.

Cronaca nera. — Nel pomeriggio di Martedìverso le ore 17, il bambino di anni 11 FerdinandoGalli di San Marco alle Cappelle, figlio a quel poveroGalli frenatore, che tempo addietro rimase schiac-ciato dal treno, si recava a prendere un bagno aPorta a Mare e precisamente sotto il ponte dellastrada ferrata.

Il poveretto avendo da poco mangiato fu preso dacongestione e malgrado gli sforzi di un bravo giovane,Giovacchino Serfogli, che lo trasse alla riva, annegòmiseramente. .

— 11 capo maestro muratore Sabatino Giusti ca.-deva da un' impalcatura alla caserma del 7. reggimen-to artiglieria; e in seguito alla caduta moriva.

iqàttàeeti/O.

irdza racruccfie e t16twLa TOSCA del maestro Puccini al " Giglio,, di Lucca.

E la prima volta che quest' opera si rappresentain Toscana.

Ne sono esecutori : Amelia Pinto, Elvino Ven-tura, Edoardo Canzera, Espartaneo Palazzi, EttoreBorelli, Eugenio Rossi.

Sarà concertatore e direttore d' orchestra ilmaestro Arturo Vigna.

L' opera verrà messa in scena dall' autore cheassisterà pure alle prime rappresentazioni.

La prima rappresentazione avrà luogo la seradel 1. settembre, le successive nei giorni 2, 4, 6,8, 9, 11, 12, 14, 15, 16 ecc. Le altre verranno in-dicate dai manifesti

E' aperto un abbuonali:Lento speciale per le pol-trone e posti distinti per tutte le rappresenta-zioni dell' opera.

Per gli schiarimenti dirigersi al Camerino delteatro tutti i giorni dalle ore 10 in avanti.

Le prenotazioni si ricevono fin d'ora al Came-rino del teatro.

L'impresa R. Bolcioni e C. che prepara al Gigliolo spettacolo è così nota per zelo, intelligenza edabnegazione che certo le rappresentazioni del-l'opera di Puccini riusciranno di una grande at-trattiva.

AIA:REIN.; MORE8GHI geren te responsabi/P•

CJCDINTC■CDR.SCDnell'Amministrazione delle Poste e Telegrafi.

In occasione del Concorso banditosi per 350posti di alunno nell'Amministrazione delle Postee dei Telegrafi (i cui esami avranno luogo neigiorni 2e;, 27 e 28 settembre p v.) è aperto unCorso preparotorio su tutte le materie di esamedal 20 agosto corr. al 25 settembre.

Le iscrizioni si ricevono in Via Dietro la Sa-pienza n. 3 primo piano.

STATO CIVIL Edal 18 al 24 agosto 1900

NASCITELegittime: Maschi 15 — Femmine — Nati morti O.

MATRIMONI.Toni dott. Carlo con Buonafalce Autonietta celibi — Mi-

chelotti Paliniro con Capaccioli Pia celibi.

MORTI.Nocchi Leone vedovo di anni 76 — Taddei Ignazio ce-

libe, ;9 — Boncristiani Ranieri celibe, 72 — Cola Caterinauei Luci, 69 — Tassi Torquato coniugato, 59 — SalvadoriFaustino .coniugato, 62 — Penaci' Allegra noi Pesaro. 67 —Cosariul Cesare celibe, 67 — Pinzauti Magenta nei Guidi, 40— Bresci Egidio coniug. 45 — Galli Ferruccio celibe, 14 —Giu4i Sabatino coniug., 50 — Luperini Teresa nubile. 62 —Rossi Eliqibetta vedova Consoli, i — May Maria Carlottahubile, 81.

otto i 5 anni: Maschi 1. — Femmine 5.

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TIRO A SEGNOCol giorno 9 Settembre prossimo vengono a ces-

sare l' esercitazioni regolamentari e fino al Marzo delventuro anno non verranno riprese.

Quindi, quei soci che per ragioni di occupazionispeciali non avessero ancora potuto eseguire le le-zioni di tiro, e che desiderassero porsi in regola collalegge, iu caso di eventuali chiamate alle armi, si af-frettino a fare le opportune pratiche presso l'Ufficiodi Segreteria, per potere ottenere in via eccezionaleun corso nelle ore pomeridiane anzi che nelle oreantimeridiane come è stato lino ad' oggi praticato.

A norma degli interessati il predetto Ufficio di Se-greteria posto in Borgo presso la Chiesa di S. Mi-chele è aperto tutti i giorni feriali dalle ore 12 alle13 e mezzo.

Perché le pratiche abbiano un esito certo sarebbedesiderabile che la richiesta fosse fatta elq un nu-mero discreto di Tiratori, e non più tardi del 31 diquesto ?nese.

Roterelle Bibliografiche--■11111-•

Per lit lingua tedesca.Dopo lunghi anni di lavoro l'editore Hoepli di Mi-

lano, in fusione con l' editore Tauchnitz di Lipsia,ha ultimato la pubblicazione del Grande Dizionarioilaliano-tedesco e tedesco-italiano di RIGUTINI e BULLE,

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Giudici, Giudizi e GiudicatiPrOCCSNO rinviato.

Martedì dinanzi al nostro Tribunale dovevadiscutersi il processo contro il direttore del gior-nale l'Arno imputato di incitamento alla disob-bedienza alla leggo per avere riportato il reso-conto della commemorazione di Garibaldi fattaa Pontedern avv. Gisberto Lami.

Difensori gli avvocati Pio Tribolati e AlfredoPozzolini.

Il processo, sull'istanza della difesa, nell'assenzadi alcuni testimoni, fu rinviato all' udienza dell' Ilsettembre prossimo.

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