l!nk maggio 2011

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Anno II - Num. 11 - Maggio 2011 L!NK - mensile indipendente “riciclato” | Anno II - Num. 11 - Maggio 2011 | www.link-net.it E’ notevole il lavoro di tanti ragaz- zi di Troia che si sono uniti in un Comitato e stanno lavorando per informare, spiegare e soprattutto chiarire, a chi non ha la possibi- lità di poter approfondire le mo- dalità del prossimo Referendum, le motivazioni che sottendono ad un “Sì” o ad un “No”. Il nostro consenso al lavoro del “Comita- to Sì al Referendum” è unanime, soprattutto se si considera che il governo non ha interesse a pub- blicizzare i temi sui quali il citta- dino è chiamato ad esprimersi. D’altronde il referendum è stato pensato per cancellare norme che riguardano il nucleare, la privatizzazione dell’acqua ed il legittimo impedimento, votate proprio dal governo. Di fronte a questa ennesima manifestazione di un potere esecutivo assoluto che calpesta, non solo le altre istituzioni, ma anche il popolo italiano di cui invece si fregia di esser voce ed espressione, oc- corre riappropriarci della nostra voce prima di perderla definitiva- mente. Si tratta, quindi, di inter- venire in tanti, in molti, affinché questa nostra voce sia conside- revole e in grado di sopprimere delle leggi ingiuste approvate dal Parlamento. Questa volta, data l’importanza dei quesiti, si tratta di una sfida aperta tra la vita dei cittadini e il potere dei grandi. Il referendum è evidentemente anche questo! EDITORIALE di Marisa Donnini Free press di Troia (Fg) | stampato su carta riciclata | registrazione al Tribunale di Lucera n° 147 C osa significa privatizzare l’ac- qua? Attualmente la gestione delle risorse idriche è affidata ai comuni che si preoccupano di far arrivare l’acqua nelle nostre case e tutto questo non è mai costato tantissimo, infatti in Italia abbia- mo delle tariffe che sono tra le più basse d’Europa. Purtroppo però in molti casi la rete idrica (cioè quel reticolo di tubi sotterraneo che tra- sporta l’acqua dai bacini di conteni- mento fino a case, ospedali, scuole, ecc) è tenuta in condizioni pessime e più del 40% dell’acqua si disperde prima di arrivare ai nostri rubinet- ti. Data poi l’impossibilità da parte delle amministrazioni comunali di provvedere alla manutenzione di questa rete idrica, i nostri politici hanno ben pensato di affidarla alla gestione dei privati che attraverso i loro investimenti potrebbero risol- vere questo problema, quindi … privatizzano! In alcune città come Arezzo, Agrigento, Campobello di Licata, Velletri, Latina, Frosinone, la gestione delle risorse idriche è già passata nella mani dei privati e i risultati non sono per nulla ras- continua a pag.2 di Giulia Beccia L!NK sostiene i due Referendum del 12 e 13 giugno contro la privatizzazione dell’acqua.

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L!NK Maggio 2011

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Anno II - Num. 11 - Maggio 2011

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L ! N K - m e n s i l e i n d i p e n d e n t e “ r i c i c l a t o ” | A n n o I I - N u m . 1 1 - M a g g i o 2 0 1 1 | w w w . l i n k - n e t . i t

� � � � �� � � � � � � � � �E’ notevole il lavoro di tanti ragaz-zi di Troia che si sono uniti in un Comitato e stanno lavorando per informare, spiegare e soprattutto chiarire, a chi non ha la possibi-lità di poter approfondire le mo-dalità del prossimo Referendum, le motivazioni che sottendono ad un “Sì” o ad un “No”. Il nostro consenso al lavoro del “Comita-to Sì al Referendum” è unanime, soprattutto se si considera che il governo non ha interesse a pub-blicizzare i temi sui quali il citta-dino è chiamato ad esprimersi. D’altronde il referendum è stato pensato per cancellare norme che riguardano il nucleare, la privatizzazione dell’acqua ed il legittimo impedimento, votate proprio dal governo. Di fronte a questa ennesima manifestazione di un potere esecutivo assoluto che calpesta, non solo le altre istituzioni, ma anche il popolo italiano di cui invece si fregia di esser voce ed espressione, oc-corre riappropriarci della nostra voce prima di perderla de$ nitiva-mente. Si tratta, quindi, di inter-venire in tanti, in molti, a% nché questa nostra voce sia conside-revole e in grado di sopprimere delle leggi ingiuste approvate dal Parlamento. Questa volta, data l’importanza dei quesiti, si tratta di una s$ da aperta tra la vita dei cittadini e il potere dei grandi. Il referendum è evidentemente anche questo!

EDITORIALE

di Marisa Donnini

F r e e p r e s s d i Tr o i a ( F g ) | s t a m p a t o s u c a r t a r i c i c l a t a | r e g i s t r a z i o n e a l Tr i b u n a l e d i L u c e r a n ° 1 4 7

Cosa signi$ ca privatizzare l’ac-qua? Attualmente la gestione delle risorse idriche è a% data

ai comuni che si preoccupano di far arrivare l’acqua nelle nostre case e tutto questo non è mai costato tantissimo, infatti in Italia abbia-mo delle tari) e che sono tra le più basse d’Europa. Purtroppo però in molti casi la rete idrica (cioè quel reticolo di tubi sotterraneo che tra-sporta l’acqua dai bacini di conteni-mento $ no a case, ospedali, scuole, ecc) è tenuta in condizioni pessime e più del 40% dell’acqua si disperde prima di arrivare ai nostri rubinet-

ti. Data poi l’impossibilità da parte delle amministrazioni comunali di provvedere alla manutenzione di questa rete idrica, i nostri politici hanno ben pensato di a% darla alla gestione dei privati che attraverso i loro investimenti potrebbero risol-vere questo problema, quindi … privatizzano! In alcune città come Arezzo, Agrigento, Campobello di Licata, Velletri, Latina, Frosinone, la gestione delle risorse idriche è già passata nella mani dei privati e i risultati non sono per nulla ras-

continua a pag.2

di Giulia Beccia

L!NK sostiene i due Referendum del 12 e 13 giugno contro la privatizzazione dell’acqua.

continua dalla prima pagina � � � � � � � �’ � � � � � �� � � � � � � �

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S P E C I A L E R E F E R E N D U M2

sicuranti: le bollette sono lievitate sin da subito! Ad Agrigento una famiglia che pagava 90€ l’anno ora ne spende 200€ e non sono anco-ra state realizzate opere di risana-mento della rete idrica, i cittadini cioè pagano il costo di un servizio che non è stato e) ettuato! A Lati-na le bollette sono triplicate e ad Aprilia (LA) l’ amministratore dele-gato della società che gestiva l’ac-qua è stato condannato per danni ambientali per la mancata depura-zione dell’acqua! Insomma la tesi secondo cui il privato si preoccupi di migliorare la rete viene dunque smentita, e cessa la validità di chi sostiene tali motivazioni.

Come possono delle aziende pri-vate preoccuparsi in primo luogo di risolvere il problema della rete idrica, se il loro primo (e unico) in-teresse è il pro$ tto? “Sorella Acqua” (come la chiamava San Francesco) per loro è solo una merce, qualco-sa che non fa parte del patrimonio inalienabile dell’uomo, ma che può essere sottoposta alle logiche di mercato, alla domanda e all’o) er-ta, qualcosa che deve dar loro da mangiare e non da bere!

E così mentre i parlamenti del re-sto dell’Europa vietano ogni tipo di privatizzazione sull’acqua già da anni, noi italiani il 12 e 13 giu-gno siamo chiamati a fare questa scelta: se permettere ad aziende private di speculare su un bene che la natura ci o) re, o se fare in modo che l’acqua resti un bene comune

gestito dall’ente pubblico. L’acqua non è una merce e non appartie-ne ai mercati e alle Borse, ma ai cittadini che devono farsi carico, in maniera responsabile e solidale, ri-spetto agli usi ed alle modalità con cui garantirne l’accesso alle future generazioni. “Se l’acqua è l’anima del mondo, della vita la più pre-ziosa essenza non lasciamo che la fame senza fondo del dio denaro la divori e ci lasci senza.” (Radici nel Cemento)

Se vuoi che l’acqua sia un tuo dirit-to allora vota SI ai primi due quesiti del referendum, è il modo migliore per rispettare te stesso.

“La Terra ha abbastanza per le ne-cessità di tutti, ma non per l’avidità di pochi. “ (Gandhi)

Tra qualche domenica il refer-endum indetto per il 12 e 13 giugno inviterà la coscienza di ogni singolo italiano ad interpel-larsi e a votare, con il quesito n. 1, sul legittimo impedimento.La materia giuridica ci parla di «Disposizioni in materia di im-pedimento a comparire in udien-za». La norma, nella sua versione originaria, è stata approvata dal Parlamento e prevede il rinvio dei processi per il presidente del Consiglio e i ministri ogni volta lo richiedano, qualsiasi volta che la richiesta di legittimo impedi-mento sia motivata dal «con-comitante esercizio di una o più attribuzioni previste dalle leggi o dai regolamenti», «delle relative attività preparatorie e consequ-enziali, nonché di ogni attività coessenziale alle funzioni di gov-erno». All’articolo 1, comma 4, il rinvio può essere anche continu-ativo, per un periodo non supe-riore a sei mesi. Nel periodo di congelamento dei processi «pe-nali in corso in ogni fase, stato o grado», il corso della prescrizione rimane sospeso.Con l’eventuale maggioranza dei «sì» la legge sul legittimo imped-imento sarà abrogata; contraria-mente rimarrà tutto in vigore.

Il logo della campagna del Forum italiano dei movimenti per l’acqua. www.referendumacqua.it

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S P E C I A L E R E F E R E N D U M

Come si vive in caso di esplosio-ne nucleare? Sette ragazzi, di cui tre pugliesi, studenti e attivisti, da quindici giorni sono serrati in casa seguendo il rigido pro-tocollo di radioprotezione che si attua in caso di incidente in una centrale, come sta accadendo in Giappone a Fukushima. Tutte le $ nestre dell’appartamento sono sigillate, qualsiasi sistema di ven-tilazione e condizionamento è bandito. Nella lista degli alimenti, regolati giorno per giorno con una precisa dieta e razionalizzati al massimo, sono vietati quelli più a rischio: vegetali a foglia lar-ga, latte e formaggi, pesce. Unici contatti con l’esterno per i volon-tari sono un’ora d’aria al giorno e l’accesso alla rete, con cui comu-nicano quotidianamente tramite video e post nel sito web www.ipazzisietevoi.org. L’iniziativa fa parte della mobilitazione di Greenpeace che è autrice di al-tre azioni simboliche in giro per l’Italia tra cui la comparsa di un grande bidone nucleare al Colle Pincio di Roma e uno striscione srotolato sugli spalti durante la $ nale di Coppa Italia tra Inter e Palermo. Per i sette “pazzi” l’av-ventura terminerà, e quindi po-tranno uscire dal rifugio, se il 12 e 13 giugno gli italiani con il loro voto scongiureranno qualsiasi pericolo di radioattività.

Quando vivi in una grande città per lungo tempo, c’è qualcosa che ti manca cos-

tantemente del tuo paese oltre la mamma, la cattedrale e il buon cibo. Questo qualcosa è l’aria stessa, più pulita e salubre rispetto a quella delle grandi città. Questa “aria”, questo “ambiente”, questa “natura” sono realmente un patrimonio, una ricchezza da preservare e og-nuno di noi dovrebbe far qualcosa per preservarli. Partendo da questa prospettiva proviamo a ragionare insieme su quanto sta avvenendo oggi nel nostro territorio. Negli ul-timi dieci anni il nostro territorio è stato oggetto di una intensa e radi-cale trasformazione determinata dal gran numero di impianti eolici e fotovoltaici che hanno interessato il paesaggio agrario. Sono abbastan-za critico sulle scelte fatte negli ul-timi anni, ma non sono tra coloro che parlano di scempio criminale e selvaggio. Per me, che sono un am-bientalista ed ho sempre ritenuto che i veri scempi fossero le centrali nucleari, le trivellazioni petrolifere nei mari e gli inceneritori, è di% -cile dire che le energie rinnovabili sono uno “scempio”. Ho lottato da sempre perché i governi si conver-tissero alle energie rinnovabili, ho lavorato per quasi un decennio con gli studenti per promuovere l’idea

di un futuro ecosostenibile e ora ho sincere di% coltà a scagliarmi anima e corpo contro questa stessa scelta. Certamente sono anche io convinto che i parchi eolici (e so-prattutto quello fotovoltaico in ar-rivo) siano di dimensioni sproposi-tate e che si sarebbe dovuto partire dal piccolo eolico/fotovoltaico e dai gruppi di acquisto solare. Sono anche io convinto che l’energia pu-lita sia diventata in men che non si dica oggetto di speculazioni e di business milionari che hanno fatto sì che dal nulla, si arrivasse al trop-po. Sono anche io convinto che gli enti preposti (Comune, Provincia e Regione) avrebbero dovuto regola-mentare diversamente ed avreb-bero dovuto impedire impianti di questa scala. Sono convinto di tut-to questo, ma credo che in questo momento ci sia un’altra battaglia da fare, cento volte più importante e prioritaria. Credo che in mo-mento tutti coloro che si profes-sano ambientalisti (oltre che tutti i cittadini, naturalmente) dovreb-bero innanzitutto unire le forze per evitare altre due scelte che avreb-bero conseguenze irrevocabili sul nostro territorio: le trivellazioni petrolifere al largo delle Isole Trem-iti e la scelta di impiantare centrali nucleari in tutto lo stivale. Di fronte a questi due potenziali disastri non

! " # # $ % & % ' ( di Antonio Jr. Ciarmoli

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Se vogliamo evitarlo, uniamo le forze. M a la ba

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S P E C I A L E R E F E R E N D U M 5

c’è dibattito che tenga! Ve lo im-maginate un futuro con il Gargano ridotto a bacino petrolifero maleo-dorante, percorso da oleodotti e navi cisterna, con la conseguente morte di tutto un ecosistema e la $ ne de$ nitiva del turismo bal-neare? Io sì, e voglio evitarlo a tutti i costi. Così come voglio evitare a tutti i costi l’ipotesi di nuove cen-trali nucleare in Italia, consapevole peraltro che se il governo andasse avanti nei suoi piani certamente una delle centrali verrebbe real-izzata nella nostra splendida re-gione. Per questo penso sia fon-damentale andare a votare il 12-13 giugno e votare SI per evitare uno scenario di questo tipo. Penso che abbiamo avuto già troppi disastri petroliferi e nucleari per poterci permettere di fare altre scelte folli, sconsiderate e irresponsabili. Dob-biamo lottare, con forza e coraggio, perché tutto questo sia evitato. Ma non dobbiamo limitarci alla lotta politica. Dobbiamo avviare una battaglia più lunga, una battaglia culturale che parta da noi stessi, dalle nostre abitudini e dai nostri consumi. Per a) rontare seriamente la questione dobbiamo iniziare a porci una domanda seria: quanto consumiamo? Quanti consumi inu-tili potremmo evitare? Possiamo permetterci di ri$ utare il nucleare,

di ri$ utare i termovalorizzatori, di ri$ utare le centrali a carbone e di ri$ utare per$ no i parchi eolici e fo-tovoltaici...se invece aumentiamo i consumi elettrici? Scusate, una do-manda banale: dove la prendiamo l’energia? E se vogliamo che non ci siano trivellazioni nei mari e che si riducano le emissioni di Co2, siamo disposti a fare a meno dell’auto quando non serve? Viviamo in una cittadina che si percorre a piedi in pochi minuti, e se necessario c’è anche una circolare gratuita. Ma, ammesso che serva l’auto, siamo disposti, la prossima volta che ne acquistiamo una, a comprarla elet-trica (o almeno ibrida?). Siamo dis-posti ad organizzarci in “car pool-ing” e “car sharing” condividendo le auto per ridurre l’inquinamento? Io credo che se vogliamo vivere in una società più ecosostenibile, dobbiamo iniziare ad interrogarci sui nostri consumi ed avviare una strategia che imponga ad ognuno di noi di consumare meno e di consumare meglio. Non nego, evi-dentemente, che questo è solo un pezzo di battaglia e che va accom-pagnato anche da scelte politico - amministrative sensate e sosteni-bili. E’ solo un pezzo di battaglia, ma va fatto.

Anche il nostro paese in queste settimane si sta mobilitando per i Referendum del 12 e 13 Giu-gno. E’ dall’inizio di maggio che si è costituito il “Comitato 4 Sì ai Referendum” con l’impegno e la partecipazione di tanti cittadini e soprattutto di giovani e diversa-mente giovani anche lontani da qualsiasi etichetta partitica. Ogni $ ne settimana è stato contrad-distinto da banchetti informati-vi in piazza e nel mercato, in cui s’è distribuito materiale, fornito chiarimenti sui diversi quesiti e spiegato le ragioni per cui è im-portante andare a votare e met-tere la propria croce sui quattro “Sì”. Le diverse giornate sono state così l’occasione per confron-tarsi e discutere sui temi alla base della campagna referendaria, in una situazione nazionale in cui nei grandi media è quasi assente l’attenzione su questo appunta-mento fondamentale. Nei prossi-mi giorni continuerà la mobilita-zione: sono previste infatti altre iniziative a partire da domenica 5 giugno con un incontro pubblico in Piazza Cavalieri alla presenza dei rappresentanti dei vari comi-tati e movimenti a sostegno dei Referendum. Venerdì 10 si terrà invece l’evento conclusivo con un happening e delle videoproiezio-ni all’Ambaradam Pub.

di Antonio Jr. Ciarmolize. M a la battaglia deve partire da noi stessi.

di Giuseppe Beccia

G I O VA N I E D I R I T T I U M A N I6

Abbiamo incontrato Anna Di Gennaro, giovane studentes-sa troiana che è una delle

vincitrici del concorso fotogra$ co indetto da Amnesty International, “Europa contro la discriminazi-one”: il concorso ha l’obiettivo di contribuire a cam-biare i pregiudizi che alimentano la discriminazione attraverso le fo-togra$ e di una società senza dis-parità e senza pregiudizi. Oltre alla foto di Elisa Arlant, vincitrice del concorso, la giuria ha selezionato anche la fotogra$ a di Anna di Gen-naro che parteciperà alla selezione europea concorrendo per il premio che si svolgerà a Bruxelles a $ ne maggio.

Come ti sei avvicinata alla fo-togra! a?

Sarà banale come a) ermazione,ma non mi sono avvicinata io alla fo-togra$ a...è stata lei che si è impos-

sessata di me. Ho iniziato ad amare l’arte e a coltivare la mia passione del disegno poi ho cominciato ad apprezzare l’immagine ferma, quell’ attimo fuggente che sfugge ai più, accorgendomi di poterlo rendere immortale con un click. Da allora, ho capito che quello che vedevo intorno a me doveva essere in qualche modo visto anche dagli altri e interpretato con le sogget-tività altrui non solo la mia.

Come mai hai scelto questa foto per rappresentare “Europa con-tro la discriminazione”?

L’inclinazione all’umanitario è radi-cata in me da sempre,cosi come il sogno di andare in africa come volontaria...dunque quale modo migliore per conciliare le mie due passioni,fotografare quello che non mi sta bene denunciando in maniera concreta i miei ideali. Ho scelto un volto per il tema della dis-

criminazione, perché rappresenta per me il primo mezzo di comuni-cazione. una persona la si riconosce dallo sguardo dai tratti del viso dai contorni che la luce vi imprime...dunque il volto di una mia amica

con inciso il primo articolo della costituzione dei diritti dell’uomo!

Qual è il gesto discriminatorio peggiore a cui tu abbia mai as-sistito?

La discriminazione può assumere diverse forme: insulti e aggres-sioni, negazione dei beni di prima necessità, dell’accesso ai servizi essenziali e ad altri diritti. La dis-criminazione può essere diretta o indiretta,quando leggi o prassi ap-parentemente neutre svantaggiano uno speci$ co gruppo di persone. Chi subisce discriminazione può incontrare ostacoli nell’accesso al lavoro, all’istruzione, all’alloggio e a un’assistenza sanitaria adeguata. Bene, assisto ogni giorno a gesti del genere, perché ogni giorno c’è un pò di discriminazione nell’aria o nell’ambiente in cui lavoriamo e studiamo...la conosciamo bene la guardiamo in faccia però prefe-riamo il silenzio alla lotta.

La cultura fotogra! ca italiana non è stata mai guidata da un’accademia o da una scuola: ritieni che questo abbia in# uito sullo sviluppo della fotogra! a nel nostro Paese?

Seppur vero che in Italia non c’è mai stata una vera scuola della fotogra$ a essa si è a) ermata nel tempo dapprima come procedi-mento di ra% gurazione del paes-aggio e dell’architettura, poi come strumento per ritrarre la nascente

borghesia e il popolo,inoltre ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo del giornalismo e nel re-portage per $ nire poi con le nuove tecnologie che ci hanno permesso anche la cattura di immagini dello

spazio e del micro-mondo.

Come ha in# uito la società di in-ternet, dove il giornale stam-pato ha perso la

sua centralità, sulla concezione dell’immagine fotogra! ca?

Internet, bell’argomento...non sono granché felice dell’abuso che se ne fa però è evidente il suc-cesso che un immagine fotogra-$ ca acquisisce sullo schermo di un computer...certo preferisco di gran lunga le belle e ingiallite foto di una volta,però se non ci fosse stato internet magari non sarei venuta a conoscenza nemmeno di questo concorso!

Ti piacerebbe diventare una fo-tografa professionista?

Non credo...la professione molto spesso impoverisce la passione e l’inventiva. La fotogra$ a è e spero

sarà sempre il mio canale di sfogo, lo specchio del mio altrerego in-trappolato dentro una camera os-cura. E mi sta bene che resti tale!

Per commenti, richieste, idee e storie manda

un messaggio a:

[email protected]

4 5 6 7 7 6 5 8 9 7 : 8 ; 6 < = > 5 : = ? = 9 6 @ = 8 9 AGuarda la sua foto su: http://www.# ickr.com/photos/

amnestyitalia/5613038421/in/set-72157626483408476/

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di Iolanda Bronzoni

Anna Di Gennaro, studentessa troiana, riscuote successo al concorso fotogra" co di Amnesty International

I N I Z I AT I V E 7

“ ” B C D E F G G F H E I J EIn una società in cui tutto scorre a ritmi disumani, caratterizzata dal consumismo e dai prodotti “usa e getta”, abbiamo voluto lanci-are una s$ da, andare controcor-rente, tornare indietro invece di seguire il moto inarrestabile del progresso, andare alle origini per ra) orzare le basi e soprattutto riacquisire quella manualità per-duta che nelle generazioni prec-edenti caratterizzava ogni gesto di vita quotidiana e nella “lentez-za” dei procedimenti permetteva di gustare ed apprezzare ogni manufatto, prodotto per durare nel tempo e divenuto per questo, parte del nostro patrimonio stor-ico, artistico e culturale. Questa proposta è stata accolta con en-tusiasmo e seria partecipazione da un bel gruppo di quindici persone, uomini e donne di età di) erenti, che per circa due ore a settimana hanno deciso di stac-carsi dalla solita routine, lo stu-dio, il lavoro, la famiglia, lo stress di una vita frenetica, calandosi in una dimensione più umana, compiendo un salto nel passato magari memori di infantili ricordi e dopo aver indossato i grembiu-li e sistemato i taglieri, a) ondano le loro mani in farina, acqua e sale ed energicamente impastano, ascoltando i semplici ma preziosi consigli dell’insegnante Eliana Bu) o. L’Ambaradam invita tutti i Soci e i lettori di Link alla serata conclusiva del corso - Lunedì 30 maggio - in programma alle 21 il convegno sui prodotti a “$ li-era corta” a cura del gruppo LèP e altre associazioni di categoria e a seguire la degustazione di assaggi di orecchiette con sugo di carne e cicatelli con rucola e pomodoro per brindare tutti insieme con un calice di buon vino rosso, all’importanza delle tradizioni.

di Gianluca Iacobelli

Il progetto promosso dalle as-sociazioni ATTIV@MENTIS, L!NK e U.G.T. per la realizzazione

dello Spazio aggregativo “I CARE” prosegue con ritmo serrato. Le ultime notizie fanno ben sperare: l’Amministrazione comunale ha di-mostrato il suo favore verso l’iniziativa, che tra l’altro riprende un vecchio provvedi-mento, e altre as-sociazioni hanno deciso di aderire. In attesa di nuovi sviluppi, resta il tempo per lasci-are che la fantasia disegni quel luogo secondo i nos-tri sogni. Io vi voglio raccontare quello che ho fatto qualche tempo fa... Sono stanca, la giornata è stata lunga e i ca) è sono stati assai. Sto tornando a casa. Il piazzale di Tor-torella è pieno di carta che vola a mulinello e le piante oscillano per il solito vento dispettoso. Fa freddo e penso che nel frigo non troverò nulla perché non ho fatto la spesa. All’improvviso mi ricordo che nella borsa conservo sempre il calendar-io delle attività di I CARE. Vediamo... (vento permettendo)... giovedì sera: Sala 1_Proiezione videointerviste anti-nucleari organizzata da L!NK. “Sono salva!” Faccio una repentina inversione ad U e viro diritta verso la fermata Viale Kennedy (Cimite-ro), perché sono le 20.07 e a e 12 passa la circolare. “Eccola, ce l’ho fatta!” Siamo in pochi, oltre a me il solito signore che borbotta e un paio di coppie. Una ragazza ha in mano un volantino con scritto: “Ci vediamo Venerdì 18 marzo ore 20.30 Sala 2_Centro I CARE per or-ganizzare il torneo Scuole Superi-ori dei Monti Dauni. Raccogliamo fondi per la Casa Famiglia Albero Blu!”. Capisco che io e i miei com-pagni del breve viaggio abbiamo

qualcosa in comune e così, pure se non rammento bene i loro nomi, li saluto per simpatia. Sulle scale c’è un andirivieni composto ma incalzante. “Ciao Antonio! Sono in

ritardo?” “No! Ab-biamo ancora dieci minuti, le persone stanno arrivando ora e per fortuna ci sono sempre volti nuovi!” Lui scom-pare inda) arato dietro la porta e per me da quel momento è un continuo di saluti e di abbracci mentre sul telo si susseg-uono le immagini della domenica in

piazza e della conferenza organiz-zata con Legambiente e Green-peace. Mi alzo, ho bisogno del bagno. Una porta si apre e vedo i componenti di ATTIV@MENTIS che concludono la riunione per lasciare lo spazio ad un’altra associazione. Al mio rientro in sala non ci sono più posti a sedere: resto in piedi ma non mi pesa più la stanchezza di $ ne giornata. Ci sono tutti i miei amici e tantissimi giovani e meno giovani che a) ollano la stanza. Al-lora respiro i rumori della platea e, facendomi dondolare dalle note di “Extraterrestre” di Finardi, guardo verso la $ nestra. Mi accorgo che, a sua insaputa, Anastasio ha deciso di festeggiare l’ultimo esame di Iolanda con una torta gigantesca. Qualcuno raccoglie soldi per ag-giungere un po’ di pizza al dolce, io metto i miei 5 euro e penso che il mio piano B è molto meglio della scatola di tonno che mi attende-va…Allora chiudo gli occhi, sorrido e penso “Non c’è posto migliore di questo!”

N.B. I fatti sono liberamente ispi-rati alla mia realtà quotidiana ma in qualche caso sono solo il frutto della mia fervida immaginazione…

di Chiara Neri

Continua il percorso per l’apertura di una Casa delle Associazioni

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K L M N O P Q R S N T U LV W X Y Z [ \ ] ^ _ ` a V [ \ b c _ d a e b ^ [_ V c [ f [ g h X X h X ij k N P T Q Ll m m n e _ [ o _ n V b c _ p n \ n V f [ ^ _ [ f nq ] r ] ] s s t u v d v w v t d r x yu _ [ x z { _ [ | _ n } X w Z X i ~ g ] ^ n _ [ � � | �

� N Q L � T Q L Q L O � T U O R � N � L� [ ^ _ m [ � n V V _ V _� U Q L k R S N T U L � � Q T N R� _ b ^ | _ n ^ | _ n l � a _ \ _ V n } l V f n V _ n � ^ z� _ [ ^ � n \ _ } � _ [ � ` [ � m f [ � _ [ ^ � n \ _ }d a _ | _ s [ V V b \ \ _ z� T � � R � T Q R P T Q N k N Q L k R S N T U L� _ a \ _ [ { b e e _ [ } � _ a m b � � b { b e e _ [ }s n \ [ V c [ { ^ n V o n V _ } � _ [ V \ a e [ s [ e n ` b \ \ _ }� � _ [ ^ [ t b ^ _� Q T M L � T � Q R � � T� [ ^ _ n { b e e _ [� � � R M N U R S N T U L� _ [ � ` [ � m f [ � _ [ ^ � n \ _� N M U L � L d a _ | _ s [ V V b \ \ _

� P R � � R l \ � [ � ^ n � n m b ^ p _ e b� N Q R P � Q R X z i i i e n � _ b� N � � O N T U L  ¡ ¢ ¢ £ ¡ ¢ ¤ ¤ c _ m f ^ _ ` a _ f n _ V n \ f ^ b ¥ i\ a n | � _ c _ ^ _ f ^ n p n [ ] ^ n _ [ } � n | | _ [ bV b \ x a ` [ � � b V V _ V n c [ a V n ¦§ ¨ © ª « ¬ © ­ ® ¯ ° ± ² © ¬ ­ ¯ © ³ ´ µ ¶ · ¸L!NK - MENSILE INDIPENDENTE

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