l’invecchiamento demografico: cause, conseguenze e...
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"L’invecchiamento demografico: "L’invecchiamento demografico: cause, conseguenze e geografia cause, conseguenze e geografia
del fenomeno”del fenomeno”
Manuela Stranges
Dipartimento di Economia, Statistica e Finanza
13/11/2013
1. Cos’è l’invecchiamento demografico
2. La cause del processo di invecchiamento
3. Il quadro mondiale ed europeo dell'invecchiamento demografico
4. Il fenomeno in Italia: dinamiche complessive e differenze regionali
5. La situazione calabrese
6. Vulnerabilità degli anziani calabresi: primi risultati di un’indagine sul campo
7. Uno sguardo “oltre”
Di cosa parleremoDi cosa parleremo
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Il concetto di “invecchiamento demografico”Il concetto di “invecchiamento demografico”
Anziani
Adulti
Giovani
DenatalitàDenatalità(invecchiamento
dal basso)
LongevitàLongevità(invecchiamento
dall’alto)
La cause del processo di invecchiamento: La cause del processo di invecchiamento: breve quadro teoricobreve quadro teorico
LaLa denatalitàdenatalità
L'accresciutaL'accresciuta longevitàlongevità
• Teoria del “wealth flow”di Caldwell (1976; 1982)• Prima transizione demografica (Coale e Watkins, 1986)• Seconda Transizione Demografica (Van de Kaa 1987; Lestaeghe 1991, 1995)• “Lowest-low fertility" (Kohler, Billari e Ortega, 2001)
Secondo Christensen e Vaupel (1996), mentre si può ragionevolmente supporre che i fattori biologici che sono alla base dell’estensione della vita umana siano stati ben compresi, la conoscenza delle determinanti sociali, economiche e comportamentali della longevità, in particolare di quella estrema, resta superficiale. Tra i fattori principali che possono spiegare i guadagni in termini di longevità della razza umana dobbiamo annoverare: fattori socio-economici, fattori fisici e fattori comportamentali.
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PrincipaliPrincipali conseguenzeconseguenze deldel processoprocessodidi invecchiamentoinvecchiamento demograficodemografico
� sul mercato del lavoro
� sul sistema sanitario
� sulle aziende
� sul sistema sociale
� sulla società
� sulla cultura
� a livello familiare
� a livello umano ed individuale
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L’invecchiamento dal basso …L’invecchiamento dal basso …
0,00,51,01,52,02,53,03,54,04,55,05,56,06,57,0
1950-1
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Tasso di fecondità totale
Mondo PS PVS PVS esclusa la Cina PSS
Fonte: nostre elaborazioni su dati ONU (2010)
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.. e quello dall’alto.. e quello dall’alto
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Aspettativa di vita alla nascita (entrambi i sessi)
Mondo PS PVS PVS esclusa la Cina PSS
Fonte: nostre elaborazioni su dati ONU (2010)
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Conseguenze dell’invecchiamento Conseguenze dell’invecchiamento dall’alto e dal bassodall’alto e dal basso
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Età mediana della popolazione
Mondo PS PVS PVS esclusa la Cina PSS
Fonte: nostre elaborazioni su dati ONU (2010)
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10121416182022242628
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Percentuale di popolazione 65+
Mondo PS PVS PVS esclusa la Cina PSS
Fonte: nostreelaborazioni sudati ONU (2010)
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Percentuale di popolazione 80+
Mondo PS PVS PVS esclusa la Cina PSS
Invecchiamento demografico "dal basso" e "dall'alto" nei paesi Ue27 al Invecchiamento demografico "dal basso" e "dall'alto" nei paesi Ue27 al 11°° gennaio 2012. gennaio 2012.
0,00
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ria
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lo
Reg
no
Unito
Rep
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Slo
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ia
UE 2
7
Tasso di fe
condità
totale
Aspettativa di vita alla nascita
Aspettativa di vita alla nascita Tasso di fecondità totale
Fonte: nostre elaborazioni su dati Eurostat, 2013.
1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020 2030 2040 2050
Austria 10,4 12,2 14,1 15,4 14,9 15,4 17,4 19,3 23,4 26,4 27,4
Belgio 11,1 12,0 13,4 14,3 14,9 16,8 17,6 20,7 24,9 27,4 27,7
Danimarca 9,0 10,6 12,3 14,4 15,6 14,8 16,8 20,9 24,1 26,2 25,4
Finlandia 6,6 7,3 9,2 12,0 13,4 14,9 17,3 22,8 26,2 27,0 27,6
Francia 11,4 11,6 12,9 13,9 14,0 16,1 16,7 20,3 23,4 25,6 26,2
Germania 9,7 11,5 13,7 15,6 14,9 16,4 20,4 22,7 27,8 31,1 31,5
Grecia 6,8 8,1 11,1 13,1 13,8 16,6 18,9 21,3 24,8 29,4 32,5
Irlanda 10,7 11,1 11,1 10,7 11,4 11,2 11,9 14,9 18,5 22,4 26,3
Italia 8,3 9,3 10,9 13,1 14,9 18,3 20,5 23,3 27,3 32,2 33,6
Lussemburgo 9,8 10,8 12,5 13,6 13,4 14,1 14,6 16,6 20,0 22,3 22,1
Paesi Bassi 7,7 9,0 10,2 11,5 12,8 13,6 15,5 19,8 23,4 25,0 23,5
Polonia 5,2 6,0 8,4 10,1 10,1 12,2 13,5 18,5 22,7 25,0 29,6
Portogallo 6,8 7,9 9,4 11,3 13,4 16,2 17,5 20,1 23,9 28,2 31,6
Regno Unito 10,8 11,7 13,0 15,0 15,7 15,8 16,5 19,0 21,9 23,7 24,1
Repubblica Ceca 8,4 9,6 12,1 13,5 12,5 13,8 15,4 20,1 22,7 26,5 31,2
Slovacchia 6,7 6,9 9,2 10,5 10,3 11,4 12,8 17,3 21,6 25,0 30,1
Spagna 7,3 8,2 9,6 11,2 13,6 16,8 17,4 20,0 25,1 31,6 35,7
Svezia 10,2 11,8 13,7 16,3 17,8 17,3 18,5 21,2 22,8 24,0 23,6
Ungheria 7,8 9,0 11,6 13,4 13,3 15,1 16,7 20,1 21,5 23,9 26,9
EU27 totale 8,9 9,9 11,6 13,3 13,8 15,7 17,5 20,6 24,4 27,7 29,3
OECD totale 7,7 8,5 9,6 10,9 11,7 13,0 14,8 18,0 21,5 24,2 25,8
Mondo 5,2 5,3 5,5 5,9 6,1 6,8 7,6 9,3 11,7 14,2 16,2
Percentuale di persone 65+sul totale della popolazione in alcuni paesi Europei. Percentuale di persone 65+sul totale della popolazione in alcuni paesi Europei. Anni 1950 Anni 1950 –– 2050 2050
Fonte: OECD, 2010
PaesiPopolazione per classi di età
Indice di vecchiaiaIndice di dipendenza
anziani0-14 anni 15-64 anni 65 anni e più
Austria 14,5 67,7 17,8 122,8 26,3
Belgio 17,0 65,7 17,3 101,8 26,3
Bulgaria 13,4 67,8 18,8 140,3 27,7
Cipro 16,5 70,7 12,8 77,6 18,1
Danimarca 17,7 65,0 17,3 97,7 26,6
Estonia 15,5 67,3 17,2 111,0 25,6
Finlandia 16,5 65,4 18,1 109,7 27,7
Francia 18,6 64,3 17,1 91,9 26,6
Germania 13,2 66,2 20,6 156,1 31,1
Grecia 14,4 65,9 19,7 136,8 29,9
Irlanda 21,6 66,5 11,9 55,1 17,9
Italia 14,0 65,4 20,6 147,1 31,5
Lettonia 14,3 67,1 18,6 130,1 27,7
Lituania 14,9 67,0 18,1 121,5 27,0
Lussemburgo 17,1 68,9 14,0 81,9 20,3
Malta 14,7 68,8 16,5 112,2 24,0
Paesi Bassi 17,3 66,5 16,2 93,6 24,4
Polonia 15,1 71,1 13,8 91,4 19,4
Portogallo 14,8 65,8 19,4 131,1 29,5
Regno Unito 17,5 65,5 17,0 97,1 26,0
Repubblica Ceca 14,7 69,1 16,2 110,2 23,4
Romania 15,0 70,0 15,0 100,0 21,4
Slovacchia 15,4 71,8 12,8 83,1 17,8
Slovenia 14,3 68,9 16,8 117,5 24,4
Spagna 15,2 67,4 17,4 114,5 25,8
Svezia 16,7 64,5 18,8 112,6 29,1
Ungheria 14,5 68,6 16,9 116,6 24,6
UE 27 15,6 66,6 17,8 114,1 26,7
DistribuzioneDistribuzione delladella popolazionepopolazione perper macroclassimacroclassi didi etàetà eded indicatoriindicatori deldel processoprocesso didiinvecchiamentoinvecchiamento demograficodemografico neinei paesipaesi UEUE2727 alal 11°° gennaiogennaio 20122012.. ValoriValori percentualipercentuali..
Fonte: nostre elaborazioni su dati Eurostat, 2013.
Qualche dato Qualche dato generale sulla generale sulla situazione situazione
demografica italianademografica italiana
Tasso di crescita naturale per Tasso di crescita naturale per regione. Anno 2010 (per 1.000 regione. Anno 2010 (per 1.000 abitanti) abitanti)
Regioni Naturale MigratorioPiemonte -2,34 6,9Valle d'Aosta -0,23 4,8Lombardia 0,77 10,3Liguria -5,87 8,7Bolzano/Bozen 2,98 6,1Trento 1,33 8,8Veneto 0,40 6,9Friuli-Venezia Giulia -3,03 6,3Emilia-Romagna -1,27 11,5Toscana -2,38 9,6Umbria -2,23 9,7Marche -1,37 6,8Lazio 0,09 9,3Abruzzo -1,86 5,6Molise -2,99 2,2Campania 1,33 0,7Puglia 0,58 1,2Basilicata -1,77 -0,3Calabria -0,17 1,7Sicilia 0,02 2,1Sardegna -0,59 2,5Italia -0,42 6,5
Tasso migratorio (interno più Tasso migratorio (interno più estero) per regione. Anno 2010 estero) per regione. Anno 2010 (per 1.000 abitanti) (per 1.000 abitanti)
Speranza di vita alla nascita Speranza di vita alla nascita dei maschi per regione. Anno dei maschi per regione. Anno 2010 (in anni) 2010 (in anni)
Regioni Maschi FemminePiemonte 78,9 84,2Valle d'Aosta 78,9 84,2Lombardia 79,4 84,6Liguria 78,8 84,2Bolzano/Bozen 80,0 85,5Trento 79,7 85,2Veneto 79,6 85,0Friuli-Venezia Giulia 79,1 84,5Emilia-Romagna 79,6 84,7Toscana 79,9 84,9Umbria 79,7 85,0Marche 80,1 85,4Lazio 79,0 84,2Abruzzo 79,1 84,8Molise 79,1 84,8Campania 77,7 83,0Puglia 79,7 84,4Basilicata 79,3 84,5Calabria 79,3 84,8Sicilia 78,8 83,5Sardegna 78,9 85,2Italia 79,2 84,4
Speranza di vita alla nascita Speranza di vita alla nascita delle femmine per regione. delle femmine per regione.
Anno 2010 (in anni)Anno 2010 (in anni)
PrincipaliPrincipali indicatoriindicatori deldel processoprocesso didi invecchiamentoinvecchiamento ininItaliaItalia aiai CensimentiCensimenti delladella PopolazionePopolazione ((19511951 –– 20112011))
Anni
Numero medio di figli per donna
Struttura per età della
popolazione
(valori percentuali)
Speranza di vita a 60 anni
(in anni)**
0 – 14 15 – 64 65 + Maschi Femmine
1951 2,34 26,1 65,7 8,2 16,0 17,5
1961 2,41 24,5 66,0 9,5 16,7 19,3
1971 2,41 24,4 64,3 11,3 16,7 20,2
1981 1,60 21,5 65,3 13,2 17,0 21,4
1991 1,33 15,9 68,8 15,3 18,7 23,2
2001 1,25 14,2 67,1 18,7 20,4 24,9
2011 1,42 14,0 65,2 20,8 22,4 26,3
Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat, Censimenti della Popolazione e Tavole di Fecondità,anni vari; Istat, 2012.
PrincipaliPrincipali indicatori strutturali della popolazione italianaindicatori strutturali della popolazione italiana
Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat, Censimenti della Popolazione e Tavole di Fecondità
Giovani 0 – 14 anni; 14,0
Adulti 15 – 64 anni; 65,2
Anziani 65 + anni; 20,8
Popolazione per macroclassi d'età (2011)
31,4
148,8
12,532,0
52,2 53,5
0
20
40
60
80
100
120
140
160
1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011
Indici di struttura
Vecchiaia
Dipendenza anziani
Dipendenza strutturale
Indice di vecchiaia al 1°gennaio per provincia Anno 2011 (valori percentuali)
Piramide della popolazione italiana (valori Piramide della popolazione italiana (valori percentuali, 2011)percentuali, 2011)
2,412,412,402,49
2,642,88
3,373,974,083,91
3,352,993,05
2,382,34
1,791,22
0,620,160,040,01
2,282,282,262,352,53
2,843,33
3,934,073,98
3,483,163,26
2,652,78
2,391,98
1,310,44
0,160,02
6 4 2 0 2 4 6
0-45-9
10-1415-1920-2425-2930-3435-3940-4445-4950-5455-5960-6465-6970-7475-7980-8485-8990-9495-99
100 et +
Femmine Maschi
UUnono sguardosguardo alal futurofuturo
Anni
Numero
medio
di figli
per
donna
Speranza di
vita alla
nascita
(in anni)
Struttura per età
della popolazione
(valori
percentuali)
Indici di struttura
(valori percentuali) Età media
della
popola-
zione (in
anni)Maschi Femmine 0-14 15-64 65+ Vecchiaia
Dipen-
denza
struttu-
rale
Dipen-
denza
anziani
2020 1,46 81,2 86,2 13,6 63,9 22,5 165,9 56,4 35,2 45,22030 1,49 82,8 87,7 12,6 61,3 26,1 207,1 63,2 42,6 47,02040 1,53 84,2 89,1 12,5 56,5 31,1 249,5 77,1 55,0 48,52050 1,56 85,3 90,2 12,6 54,4 33,1 262,8 84,0 60,8 49,52060 1,60 86,2 91,1 12,6 54,4 33,0 262,7 83,8 60,7 49,8
Previsioni del processo di invecchiamento in Italia (2020 – 2060)
Fonte: Istat, 2011
Classi
d’età2012 2020 2030 2040 2050
2060
≥ 65 1 ogni 5 1 ogni 4 1 ogni 4 1 ogni 3 1 ogni 3 1 ogni 3≥ 75 1 ogni 10 1 ogni 9 1 ogni 7 1 ogni 6 1 ogni 5 1 ogni 5≥ 85 1 ogni 35 1 ogni 27 1 ogni 22 1 ogni 18 1 ogni 13 1 ogni 10
≥ 1001 ogni 3.952
1 ogni 3.010
1 ogni 1.034
1 ogni 596
1 ogni 378
1 ogni 255
EquilibriEquilibri generazionaligenerazionali nellanella popolazionepopolazione italianaitaliana..SituazioneSituazione attualeattuale ((20122012))ee previsioniprevisioni ((20202020,, 20302030,, 20402040,, 20502050 ee 20602060))..
Fonte: per il 2012, nostre elaborazioni su dati Istat, 2013;per gli anni successivi, nostre elaborazioni su dati Istat, 2011.
DifferenzeDifferenze regionaliregionali
Regioni
Numero medio di figli per donna
Speranza di vitaalla nascita (in
anni)
Struttura per età della popolazione (%)
Indici di struttura(%)
Età media (in
anni)Maschi Femmine 0-14 15-64 65+ VecchiaiaDipen-denza
strutturale
Dipen-denza anziani
Piemonte 1,40 79,2 84,4 12,9 63,9 23,2 179,84 56,49 36,31 46Valle d'Aosta 1,61 79,2 84,4 14,0 64,8 21,2 151,43 54,32 32,72 44Lombardia 1,52 79,0 84,1 14,3 65,3 20,4 142,66 53,14 31,24 44Trentino A. Adige 1,63 79,0 84,7 15,8 65,3 18,9 119,62 53,14 28,94 42Veneto 1,48 80,2 85,7 14,2 65,5 20,3 142,96 52,67 30,99 44Friuli Venezia Giulia 1,41 79,8 85,0 12,6 63,5 23,9 189,68 57,48 37,64 46Liguria 1,33 79,0 84,4 11,6 61,4 27,0 232,76 62,87 43,97 48Emilia Romagna 1,50 80,0 84,7 13,4 64,1 22,5 167,91 56,01 35,10 45Nord 1,48 79,4 84,8 13,8 64,6 21,7 157,25 54,95 33,59 45Toscana 1,37 80,0 85,0 12,8 63,6 23,6 184,38 57,23 37,11 46Umbria 1,36 80,0 85,1 13,0 63,8 23,2 178,46 56,74 36,36 45Marche 1,40 80,3 85,4 13,3 64,0 22,7 170,68 56,25 35,47 45Lazio 1,39 79,0 84,5 14,0 65,9 20,1 143,57 51,75 30,50 44Centro 1,38 79,0 84,8 13,5 64,8 21,8 161,48 54,48 33,64 45Abruzzo 1,32 79,2 84,9 13,0 65,5 21,5 165,38 52,67 32,82 44Molise 1,19 79,2 84,9 12,3 65,6 22,1 179,67 52,44 33,69 45Campania 1,43 77,7 83,0 16,2 67,3 16,5 101,85 48,59 24,52 41Puglia 1,31 79,7 84,4 14,6 66,4 19,0 130,14 50,60 28,61 42Basilicata 1,17 79,0 84,6 13,2 66,4 20,4 154,55 50,60 30,72 44Calabria 1,27 79,0 84,7 14,1 66,8 19,1 135,46 49,70 28,59 42Sicilia 1,40 78,7 83,4 15,0 66,2 18,8 125,33 51,06 28,40 42Sardegna 1,15 78,8 84,9 12,2 67,9 19,9 163,11 47,28 29,31 44Mezzogiorno 1,35 78,8 83,9 14,7 66,7 18,6 126,53 49,93 27,89 42
Italia 1,42 79,0 84,5 14,0 65,3 20,6 147,14 52,99 31,55 44
Indicatori demografici dell’invecchiamento nelle regioni e ripartizioni italiane (2012)
Fonte: dati Istat, 2012
Indicatori demografici e livello di invecchiamento Indicatori demografici e livello di invecchiamento nelle province calabresi (2012)nelle province calabresi (2012)
Numero medio di figli per donna
Speranza di vita alla nascita (2010)
Struttura per età della popolazione (valori
percentuali)
Indici di struttura (valori percentuali)
Età media della
popolazioneMaschi Femmine 0-14 15-64 65+ Vecchiaia Dipendenza
strutturaleDipendenza anziani
Catanzaro 1,24 78,86 84,76 13,75 67,04 19,21 139,76 49,16 28,66 42,35
Cosenza 1,19 79,74 84,54 13,33 67,15 19,52 146,49 48,91 29,07 42,70
Crotone 1,34 78,20 84,57 16,02 66,51 17,47 109,07 50,35 26,27 40,33
Reggio Calabria 1,30 78,98 84,49 14,74 66,06 19,20 130,28 51,37 29,06 41,71
Vibo Valentia
1,24 79,05 84,47 14,65 65,96 19,39 132,42 51,61 29,40 41,88
Calabria 1,25 79,18 84,57 14,14 66,67 19,18 135,63 49,99 28,77 42,08
Fonte: dati Istat, 2012
NonNon èè solosolo unun problemaproblema didi invecchiamentoinvecchiamento:: lala CalabriaCalabria tratra spopolamentospopolamentoee malesseremalessere demograficodemografico
-1,00-0,500,000,501,001,502,002,503,003,50
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Tasso di incremento naturale
Catanzaro Cosenza Crotone Reggio Calabria Vibo
-7,00-6,00-5,00-4,00-3,00-2,00-1,000,001,002,003,004,005,006,007,00
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Tasso di incremento migratorio
Catanzaro Cosenza Crotone Reggio Calabria Vibo
-7,00-6,00-5,00-4,00-3,00-2,00-1,000,001,002,003,004,005,006,007,00
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Tasso di incremento totale
Catanzaro Cosenza Crotone Reggio Calabria Vibo
Tassi di incremento naturale, migratorio e totale delle province calabresi (2002-2011)
Fonte: dati Istat, 2012
ProvinceMedia TIN 2002-2010
TIN 2011
Media TIM 2002-2010
TIM 2011Media TIT
2002-2010
TIT 2011
Catanzaro -0,16 -0,26 0,00 0,08 -0,16 -0,18Cosenza -0,32 -0,53 0,51 0,65 0,19 0,12Crotone 2,47 0,13 -1,57 -0,27 0,89 -0,14Reggio Calabria 0,07 -0,25 0,51 -0,01 0,58 -0,26Vibo Valentia 0,28 -0,18 -2,69 -0,35 -2,41 -0,53Calabria 0,07 -0,71 -0,04 0,15 0,03 -0,56
IndicatoriIndicatori didi spopolamentospopolamento ee malesseremalessere demograficodemografico nellenelle provinceprovincecalabresicalabresi ((20022002--20112011))
Fonte: dati Istat, 2012
Cosa attenderci per il futuro demografico della Calabria?Cosa attenderci per il futuro demografico della Calabria?
Anno
Tassi di incremento
(‰) Età media
Popolazione (%) Indici di struttura (%)
TIN TIM TIT0-14 anni
15-64
anni
65 anni e più
85 anni e
piùVecchiaia
Dipen-denza anziani
Dipen-denza
strutturale2020 -2,1 -0,7 -2,8 44,8 13,3 64,7 22,1 3,7 166,4 34,1 54,62030 -3,7 -0,3 -4,0 47,5 12,1 60,9 27,0 4,3 223,1 44,3 64,22040 -5,4 0,2 -5,2 49,8 11,3 56,2 32,5 6,0 288,1 57,8 77,92050 -7,4 0,6 -6,8 51,3 11,2 52,9 35,9 8,4 320,8 68,0 89,22060 -8,8 1,0 -7,8 51,9 11,3 51,6 37,1 10,5 327,7 71,8 93,7
Indicatori demografici della Calabria. Proiezioni al 2065.
Fonte: Istat, 2011
Vulnerabilità degli anziani Vulnerabilità degli anziani calabresi:calabresi:
primi risultati di un’indagine primi risultati di un’indagine sul camposul campo
Viviamo in una società caratterizzata dall'emergere di forme di rischio sempre più differenziate e complesse.L'età anziana, più di altre fasi della vita, si caratterizza per la compresenza di più situazioni potenzialmente rischiose, che rappresentano delle vere e proprie sfide individuali e collettive (Stranges, 2007a), arrivando ad interessare anche la sfera culturale, etica e valoriale (Donati, 2003):
Il complesso delle problematiche connesse all'invecchiamento appare, dunque, molto articolato:- modificazioni nel rapporto tra gli anziani e la famiglia;- rarefazione delle reti sociali dovuta al progressivo abbandono dei ruoli pubblici (nella società) e privati (nella famiglia);- passaggio epocale da un sistema di co-residenzialità abitativa al sistema della prossimità abitativa fino alle nuove forme di distanza abitativa;- scarsità di risorse materiali e non solo che può talvolta caratterizzare la condizione anziana;- decadimento delle abilità psico-fisiche e generale peggioramento delle condizioni di salute (che ha un impatto sulla qualità della vita).
Applicazione di una metodologia semplice ma esplicativa usata per delineare lasituazione di rischio degli anziani calabresi.
Obiettivo è quello di capire quali gruppi di anziani presentano i più alti rischi divulnerabilità in termini di risorse, reti sociali e capacità di fronteggiamento, riferendosiallo schema concettuale del triangolo del rischio elaborato da Ranci (2002).
La vulnerabilità è definita come “una situazione di vita in cui l’autonomia e la capacità diautodeterminazione dei soggetti è permanentemente minacciata da un inserimentoinstabile dentro i principali sistemi di integrazione sociale e di distribuzione delle risorse”(Ranci, 2002, p. 28). Sempre più frequentemente, questo termine vulnerabilità sociale èutilizzato per indicare gli effetti di quei cambiamenti socio-economici che, nel corso degliultimi decenni, hanno eroso gli assetti tradizionali dello Stato sociale a base industriale, inItalia come nel resto dell’Europa (Negri, 2006).
Rischio vulnerabilitàRischio vulnerabilità
Limitate capacità di fronteggia
mento
Scarsità di risorse
Scarsa integrazione
nelle reti sociali
Quindi, una condizione dirischio sociale caratterizzata daun mix di precario accesso allerisorse materiali fondamentali,fragilità del tessuto relazionaledi riferimento e riduzione dellecapacità di scelta derivantedalla diminuzione deifunctioning.
PrimaPrima areaarea deldel rischiorischio:: lele risorserisorse
Variabile Domanda del questionario utilizzata e relative modalità Codifica della variabile
Reddito Dom. 7.12. Vuole dirci a quanto ammontano le sue entratemensili? (tener conto di pensione, affitti, indennità diaccompagnamento, reversibilità, ecc.)
0 = se entrate mensili <=600 euro;1 = se entrate mensili >600 euro
Difficoltà nell'affrontare spese necessarie
Dom. 7.11 Con riferimento agli ultimi 2 anni, le è mai capitato(Spesso, Abbastanza spesso, Raramente, Mai) di:a. Arrivare a fine mese con difficoltàb. Dover utilizzare i risparmi per poter arrivare a fine mesec. Non pagare alla scadenza le bolletted. Dover risparmiare sul riscaldamento della casae. Dover risparmiare sulla spesa alimentaref. Dover risparmiare sulle spese mediche
0 = se l'intervistato ha nessuna o almassimo 1 difficoltà1 = se l'intervistato ha almeno 2 delle 6difficoltà
Capacità di risparmiare
Dom. 7.8.d. Con il reddito che percepisce attualmente riesce arisparmiare:a. Spessob. Abbastanza spessoc. Raramented. Mai
0 = se l'intervistato riesce a risparmiare"spesso" o "abbastanza spesso"1 = se l'intervistato riesce a risparmiare"raramente" o "mai"
Titolo di godimento dell'abitazione
Dom. 2.3. Lei vive in un’abitazionea. Di sua proprietà o di una delle persone con cui viveb. In affittoc. In comodatod. In usufruttoe. Di proprietà di un parente non conviventef. È un alloggio popolareg. Altro
0 = se la casa è di proprietàdell'individuo o di altra personaconvivente1 = se la casa è goduta ad altro titolo
Adeguatezza dell'abitazione
Dom. 2.3.1. Rispetto alle esigenze sue e/o del suo nucleofamiliare o di convivenza, l’abitazione in cui vive èa. Troppo piccolab. Piccolac. Adeguatad. Grandee. Fin troppo grande
0 = se la casa è considerata almeno"adeguata"1 = se la casa è considerata "piccola" o"troppo piccola"
Variabili (domande originarie e relative codifiche) considerate nel calcolo dell'indicatore di rischio derivante dalla carenza di risorse
SecondaSeconda areaarea deldel rischiorischio:: lele retireti socialisociali
IndicatoreDomanda del questionario utilizzata e relative
modalitàCodifica della variabile
Solitudine abitativa
Ricavata dall'incrocio delle Dom. 2.1. e 2.2.2.1 Se vive solo, perché: […]2.2 Se non vive solo, con chi abita: […]
0 = se l'intervistato non vive solo;1 = se l'intervistato vive solo.
Frequenza di contatto con la famiglia (figli, nipoti, fratelli o sorelle)
Dom. 3.1.1 Con quale frequenza vede i suoi figli?Dom. 3.2.1 Con quale frequenza vede i suoi nipoti?Dom. 3.3.1 Qual è la frequenza con cui vede i suoifratelli/sorelle?(scala di risposta uguale per tutte e tre le domande)
a. Quotidianamenteb. Settimanalmentec. Mensilmented. Qualche volta nel corso dell’annoe. Mai
0 = se l'intervistato vede almeno un parente (figlio/a, nipote,fratello o sorella) quotidianamente o almeno settimanalmente;1 = se l'intervistato non vede alcun parente almenosettimanalmente (cioè riesce ad avere contatti con la famiglia almassimo mensilmente)
Frequenza di contatto con vicini e amici
Dom. 4.1. Se ha amici, con quale frequenza li incontra?a. Non ho amicib. Quotidianamentec. Settimanalmented. Mensilmentee. Qualche volta nel corso dell’annof. MaiDom. 4.2 Frequenta le persone che risiedono nelquartiere in cui vive? a. Spesso b. Raramente c. Mai
0 = se l'intervistato vede amici almeno mensilmente (quindiquotidianamente, settimanalmente o mensilmente) e/o vicinispesso1 = se l'intervistato non ha amici, o li vede solo qualche voltaall'anno o mai e vede raramente o mai i vicini
Sostegno offerto dalla rete familiare e parentale
Dom. 7.3. a,b,c,d. Se si sente male a chi si rivolge?- Partner/coniuge - Figli/e- Fratelli/Sorelle - Parenti(scala di risposta uguale per tutte le figure citate)
a. Sempre b. Quasi sempre c. Raramente d. Mai
0 = se l'intervistato si rivolge ad almeno una di queste quattrofigure "sempre" o "quasi sempre" se si sente male;1 = se l'intervistato non ha nemmeno una di queste figure a cuirivolgersi "sempre" o "quasi sempre" se si sente male (quindi, sevi si rivolge, lo fa "raramente" oppure non lo fa "mai").
Sostegno offerto dalla rete amicale e di vicinato
Dom. 7.3. e, f. Se si sente male a chi si rivolge?- Amici -Vicini(scala di risposta uguale per entrambe le figure citate)
a. Sempre b. Quasi sempre c. Raramente d. Mai
0 = se l'intervistato si rivolge ad almeno una di due figure"sempre" o "quasi sempre" se si sente male;1 = se l'intervistato non ha nemmeno una di queste figure a cuirivolgersi "sempre" o "quasi sempre" se si sente male (quindi, sevi si rivolge, lo fa "raramente" oppure non lo fa "mai").
Variabili (domande originarie e relative codifiche) considerate nel calcolo dell'indicatore di rischio derivante dall'assenza o dalla rarefazione delle reti sociali
TerzaTerza areaarea deldel rischiorischio:: lele capacitàcapacità didi fronteggiamentofronteggiamento
Indicatore Domanda del questionario utilizzata e relative modalità Codifica della variabile
Stato di salute Dom. 7.1 Come giudica il suo stato attuale di salute?a. Ottimo b. Buono c. Abbastanza buono d. Precario e. Pessimo
0 = se l'intervistato dichiara uno stato di salute"ottimo", "buono" o "abbastanza buono";1 = se l'intervistato dichiara, viceversa, unostato di salute "precario" o "pessimo".
Istruzione Dom. 1.4. Titolo di studioa. Nessuno o licenza elementare b. Licenza mediac. Avviamento o qual. Profess. d. Diploma di scuola media superioree. Laurea f.Titolo post laurea
0 = se l'intervistato ha titolo di studio parialmeno all'avviamento o qualifica professionale;1 = se l'intervistato ha al massimo la licenzamedia come titolo di studio.
Informazione Dom. 4.7 Nella quotidianità le capita di:- Leggere un avviso o una notizia su un giornale e non capirne bene ilsignificato- Non riuscire velocemente a fare i conti della spesa (es. il restodovuto)- Incontrare difficoltà a leggere le bollette- Avere difficoltà nella gestione di un conto corrente- Incontrare difficoltà nella compilazione di un’autocertificazione o diun modulo postale- Non riuscire a fare un prelievo di contanti allo sportello bancomat obancoposta- Incontrare difficoltà a pagare il ticket per una prestazione sanitaria(scala di risposta uguale per tutte le domande)
a. Spesso b. Qualche volta c. Raramente d. Mai
0 = se l'intervistato non ha avuto nessuno deitipi di difficoltà elencati "spesso" o "qualchevolta";1 = se l'intervistato ha avuto almeno una delledifficoltà elencate "spesso" o "qualche volta".
Partecipazione sociale
Dom. 4.3 Frequenta gruppi o associazioni?a. No b. Si, politici c. Si, sindacali d. Si, religiosie. Si, circoli per la terza età f. Si, circoli culturalig. Si, gruppi di volontariato h. Si, altre associazioni
0 = se l'intervistato frequenta almeno ungruppo o un'associazione;1 = se l'intervistato con frequenta alcungruppo.
Servizi di pubblica utilità
Dom. 5.1 Se non ha mai usufruito dei servizi sociali erogati dalcomune, per quali motivi?a. Non ne ho avuto bisogno b. Mancanza di informazionic. Assistenza dei familiari d. Assistenza retribuitae. Assistenza di amici o vicini f. Altro (specificare)____________
0 = se l'intervistato non ha usufruito dei serviziperché "non ne ha avuto bisogno" o aveva altrotipo di "assistenza";1 = se l'intervistato ha dichiarato di non averusufruito dei servizi per "mancanza diinformazioni".
Variabili (domande originarie e relative codifiche) considerate nel calcolo dell'indicatore di rischio derivante dalla scarsità di capacità di fronteggiamento
PrincipaliPrincipali risultatirisultati:: incidenzaincidenza deidei tretre tipitipi didi vulnerabilitàvulnerabilità tratraalcunealcune categoriecategorie didi anzianianziani
Risorse Reti sociali Fronteggiamento
Genere
Femmine 1,25 1,36 1,89Maschi 1,17 1,15 1,69Età
65-74 1,17 1,21 1,5775-84 1,29 1,35 2,14Stato civile
Coniugato/a 1,13 0,94 1,66Divorziato/a 1,70 1,80 1,91Nubile/celibe 1,35 1,96 1,72Separato/a 1,74 1,95 1,76Vedovo/a 1,28 1,62 2,10Ampiezza comune
fino a 3000 ab. 1,16 1,28 1,99da 3000 ab a 10000 ab. 1,14 1,26 1,90da 10000 ab a 30000 ab. 1,15 1,14 1,71oltre i 30000 ab. 1,39 1,37 1,65Luogo di residenza
Centro urbano 1,14 1,27 1,77Periferia urbana 1,38 1,31 1,83Zona rurale, casa isolata 1,03 1,15 1,82Zona rurale, piccoli gruppi di case 1,15 1,12 2,04Provincia di residenza
Catanzaro 1,17 1,31 1,86Cosenza 1,12 1,15 1,78Crotone 1,06 1,18 1,77Reggio Calabria 1,37 1,38 1,85Vibo Valentia 1,39 1,48 1,75
Valore medio di rischi sociali cumulati per tipologia (risorse, reti sociali e fronteggiamento) in alcuni sottogruppi di anziani calabresi
QualiQuali gruppigruppi didi anzianianziani sonosono complessivamentecomplessivamente piùpiù aa rischio?rischio?
Gruppi di popolazione per valore medio di rischi sociali cumulati (modalità per ciascuna variabile ordinate per valore crescente dell'indicatore)
5,42
6,11
5,36
6,45
5,20
6,52
6,61
6,91
7,26
5,44
5,86
5,90
6,03
5,32
5,66
6,01
6,11
5,48
5,54
5,83
6,17
6,30
0,00 1,00 2,00 3,00 4,00 5,00 6,00 7,00 8,00
Maschi
Femmine
65-74
75-84
Coniugato/a
Nubile/celibe
Vedovo/a
Divorziato/a
Separato/a
10001-30000
>30000
3001-10000
<=3000
Zona rur., casa isolata
Centro urbano
Zona rur., picc. gruppi case
Periferia urbana
Crotone
Cosenza
Catanzaro
Reggio Calabria
Vibo Valentia
Gen
ere
Età
Sta
to c
ivile
Am
pie
zza
com
une
Luog
o di
resi
den
zaPr
ovin
cia
di
resi
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BreviBrevi riflessioniriflessioni
Emerge che per tutti i gruppi di anziani indagati il valore più elevato si registra in relazione al rischio di fronteggiamento, cui segue il rischio relativo alle risorse e, per finire, quello relativo alle reti.
Alcune categorie fanno eccezione rispetto a questa classifica: tra gli anziani nubili/celibi o vedovi, il rischio relativo alle reti è, infatti, più elevato rispetto a quello delle risorse, così come per gli anziani residenti nelle zone rurali (casa isolata) e per quelli residenti nella provincia di Catanzaro.
Anche per queste categorie si conferma, comunque, il valore massimo nell'area del rischio di fronteggiamento.
Guardiamo “oltre”:Guardiamo “oltre”:emergono nuove situazione emergono nuove situazione
a rischio …a rischio …
Le donne sono il pilastro della rete informale di aiuti tra le Le donne sono il pilastro della rete informale di aiuti tra le famigliefamiglie
Consideriamo tre generazioni di donne, nate nel 1940, 1960 e 1970
La terza ha dunque più carichi, per un periodo più lungo ma meno tempo da dedicare alla cura perché lavora
Sono le principali care giver (32,5%), dedicano più di 2 miliardi di ore di lavoro di cura per altre famiglie in un anno.
La donna nata nel 19401940 a 40 anni
può dividere il carico delle cure agli anziani e ai bambini con altri 9 adulti 9 adulti – ha almeno un anziano per 12 anni 12 anni nella rete di parentela (il 30% lavora)
La donna nata nel 19601960 a 40 anni
può dividere il lavoro di cura con altri 5 adulti 5 adulti – ha almeno un anziano per 18 anni 18 anni nella rete di parentela (il 50% lavora)
La donna nata nel 19701970 a 40 anni
può dividere il lavoro di cura con altri 5 adulti 5 adulti – ha almeno un genitore anziano per 22 anni 22 anni nella rete di parentela (il 63% lavora)
Le nonne “sandwich”Le nonne “sandwich”Dal punto di vista delle madri delle donne (nate nel 1913, 1934 e 1945)
La donna del 19131913 diventa nonna a 53 anni
vive col coniuge, i 3 figli avuti sono usciti dalla famiglia e le daranno 6 nipoti, non ha più genitori anziani, e non ha grandi carichi per i nipoti perché 2 figlie/nuore su 3 sono casalinghe
La donna del 19341934 diventa nonna a 55 anni
vive col coniuge, ha ancora un genitore anziano di cui occuparsi, ma le figlie e le nuore impegnate 1 su 2col lavoro hanno maggior bisogno di aiuto, quindi più carico anche se meno figli e nipoti della precedente
La donna del 19451945 diventa nonna a 55 anni
dei due figli avuti uno è ancora in casa, ha un madre 80enne nel 50% dei casi e un padre 83enne nel 17%. Presta aiuto per la cura dei nipoti. A questa età ancora il 23% è occupata
Sulle nonne tende a concentrarsi un sovraccarico di lavoro di cura: benché con un minore numero di figli e nipoti rispetto alle donne nate nel 1934 e nel 1913 sono più spesso chiamate a sostenere figlie/nuore impegnate nel mondo del lavoro e ad assistere genitori molto anziani, gestendo al contempo, le esigenze dei familiari conviventi, e il loro lavoro
Famiglie che ricevono aiuti informali per tipologia - Anni 1983 e 2009 (per 100 famiglie con le stesse caratteristiche)
30,9
35,5
23,3
37,5
26,3
16,9
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0
Famiglie con almeno un bambino con
meno di 14 anni e madre occupata
Famiglie con almeno una persona di 80
anni e più
Totale delle famiglie
2009 1983
CaregiverCaregiver= passano dal 20,8% al 26,8%
Nuove problematicheNuove problematiche
Famiglie allungateFamiglie allungate
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