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8  / 11 http://www.samaritani.ch L’infinito potere curativo della natura Reportage Un pomeriggio per conoscere le erbe medicinali p. 4 Attualità dalla Federazione Cosa spinge il Samaritano a prestarsi come volontario? p. 10 Associazione e Sezioni Un particolare esercizio di Canob- bio, Comano e Massagno p. 18

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8 / 11http://www.samaritani.ch

L’infinito potere curativo della natura

ReportageUn pomeriggio per conoscere le erbe medicinali p. 4

Attualità dalla FederazioneCosa spinge il Samaritano a prestarsi come volontario? p. 10

Associazione e SezioniUn particolare esercizio di Canob-bio, Comano e Massagno p. 18

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Editoriale Editoriale

Riscopriamo la natura

E’ bello riscoprire, di tanto in tanto soprattutto per chi vive nelle città, la bellezza e la grandiosità – in tutti i sensi – della natura e di quello che così generosamente ci sa dare.Questo numero della rivista è dedi-cato al tema della Colletta Samari-tana che verrà lanciata proprio que-sto mese di agosto, ossia «Primi soccorsi con la natura».La Colletta, quest’anno, può essere così anche motivo di riflessione su come è cambiata la nostra società, nel senso che oggi troviamo già tut-to pronto e ricorriamo spesso e su-bito al medico o alla farmacia anche per una semplice tosse o un raffred-dore. Spesso non ci accorgiamo che abbiamo gli strumenti per iniziare a curarci da soli, e questi ci sono dati dalla natura.Un altro tema afforntato in questo numero è il volontariato. Come sa-pete tra una decina di giorni tutti i volontari della Croce Rossa svizzera si ritroveranno a Berna per una grande festa organizzata in loro ri-conoscimento. Si sono iscritti circa 6000 persone, piû della metà Sa-maritani. Una festa ampiamente meritata per omaggiare l’impegno prestato a titolo gratuito da molti volontari a favore del prossimo.A tutti voi auguro quindi una buona festa e sarà nostro piacere ricevere le vostre impressioni sull’evento!

Buona estate!

Mara Zanetti Maestrani

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SommarioSommario

Reportage

Riscoprire le virtù delle erbe medicinaliUn pomeriggio trascorso nel giardino di piante ed erbe curative della Samaritana ed erborista Lina Kurth (Argovia), mentre insegna ad un gruppo di bambini a riconoscere le buone erbe e poi a preparare dei semplici rimedi curativi.

Attualità dalla Federazione

Anno del volontariatoCosa spinge un Samaritano a prestare il suo tempo libero per svolgere del volontariato? Alcuni pareri di persone impegnate a favore degli altri.

Colletta Samaritana 2011Scopriamo il positivo esempio e la strategia messa in atto dalla Sezione Samaritani di Schwanden (Glarona) per raccogliere sempre tanto successo nell’annuale Colletta Samaritana.

Panorama

Un concreto aiuto per ridare la vistaLa Croce Rossa Svizzera interviene ogni anno con un’équipe medica nella regione del Transhimalaya, isolata e priva di strade d’accesso, e – grazie agli specialisti – cura delle patologie oculari, tra cui la cecità. Decine e decine i pazienti assistiti e guariti. Anche noi possiamo aiutare.

Associazione e Sezioni

Echi dalle Sezioni ticinesi e moesaneIl particolare esercizio annuale congiunto delle Sezioni di Canobbio, Comano e Massagno. La Sezione di Blenio riferisce della giornata coi bambini in capanna, mentre la Sezione di Lugano racconta il successo del suo stand a «Melide Estate». La Sezione di Rovio ha organizzato un’interessante serata sulle zecche.

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Ad ogni emergenza medico-sanitaria c’è il rischio di un’ipossia, ossia di una mancanza acuta

d’ossigeno. E allora la rapidità dell’intervento è decisiva.

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Produrre rimedi curativi con le erbe e piante medicinali

«Cucina delle streghe» nel giardino di casa Cercare le erbe medicinali in un giardino selvaggio e preparare dei medicamenti: è quello che hanno imparato a fare sei bambini con le loro mamme in una soleggiata giornata di luglio. Erano ospiti nel giardino di Lina Kurth, Samaritana ed erborista di Rütschelen, nel Canton Argovia. Anche la redazione di Olten ha partecipato al pomeriggio.

di Kurt Venner

Lina Kurth coltiva e cura da 30 anni e con passione un orto di erbe aroma-tiche e medicinali con tante piante curative, un vero e proprio giardino dall'aspetto naturale e pieno di vita, biologicamente intatto.

Lina è monitrice di corso e di Se-zione della Sezione Samaritani di Dürrenroth, ed è pure istruttrice nell'Associazione regionale di Berna-Emmental, nonché formatrice OC.

Un «paese dormitorio»La Samaritana ed erborista – donna entusiasta e molto impegnata – abita a Rütschelen, uno sperduto e tran-quillo paesino del Canton Argovia. Il comune conta 600 abitanti, 16 azien-de agricole, un garage, un ufficio fi-duciario, uno studio d'architettura e un solo ristorante. Vi è pure una scuola elementare, ma manca un ne-gozio di generi alimentari e di prima necessità. La maggior parte degli abi-tanti non lavora in paese. In questo

senso, Rütschelen ha piuttosto le sembianze di un «villaggio dormito-rio», osserva Lina Kurth. Tuttavia è un paesino dove la cultura non è di-menticata, anzi: ogni 5 anni in estate vi si tengono spettacoli all'aperto.

Orti di erbe medicinali e aromatiche, una passioneLina Kurth abita da 21 anni con suo marito in una casa contadina datata di 300 anni, ben tenuta e piena di charme, in cui si «respirano» pace e

Nel giardino di Lina Kurth (centro) sono tutti molto indaffarati: i bambimi imparano a

produrre rimedi curativi con le piante.

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calore. «Qui la gente si conosce, ci si intrattiene e questo ci piace. Non la-sceremmo per nessuna ragione que-sto paese», afferma convinta Lina Kurth. I loro tre figli sono ormai grandi e fuori casa, il più giovane è partito all'inizio di quest'anno.

La passione di Lina è quella di col-tivare il suo giardino di erbe aroma-tiche e piante medicinali, produrre rimedi curativi e trasmettere il suo sapere agli altri, ad esempio durante la formazione continua dei quadri oppure agli scolari durante le vacan-ze. Proprio come ha fatto l'8 luglio scorso, un bel pomeriggio di sole.

Sei bambini (Debora e Remo Sohm, Simon e Peter Meier, Nicole e Jasmin Grossenbacher) hanno impa-rato nel suo giardino come dalla ca-lendula si può produrre un unguento e come dal timo si produce uno sci-roppo per la tosse.

Piccoli «farmacisti» all'operaSulla tavolata nel giardino della fa-miglia Kurth, accanto alla fattoria, ci sono parecchi barattoli di latta su fornellini a candela e molti altri og-getti pronti all'uso. Prima della cot-tura, i piccoli «farmacisti» devono innanzitutto cercare e trovare le piante nel grande giardino. In segui-to, le erbe e piante giuste vanno tritu-rate, macerate e, sempre rimestando, messe a cuocere sul fuoco per un tempo determinato con l'aggiunta dei relativi ingredienti aromatici, come ad esempio il miele. Ben presto dai vari fornellini si alza un vapore profumato che inonda tutta la tavo-lata del giardino. Tutti hanno potuto provare e annusare i vari preparati. Il miele, sicuramente, rende più appeti-toso per questi piccoli golosoni an-che lo sciroppo per la tosse.

I bambini hanno infine riempito dei barattolini con i loro «medica-menti», pronti da portare a casa. Fi-nita la preparazione, è stato organiz-zata per loro una succulenta merenda con una torta di frutta appena fatta secondo la ricetta di Lina.

Tutti i partecipanti sono entusiastiDopo la ricca merenda, ci siamo sof-fermati un attimo con le mamme dei partecipanti. Franziska Meier abita a Huttwil ed è attiva quale assistente nella Sezione Samaritani di Dürren-roth, situato tra Huttwil e Affoltern nell'Emmental. Possiede un orto e in futuro vorrebbe coltivare pure lei le erbe medicinali. La giovane mamma pensa che «era molto bello ed interes-sante vedere Lina in azione. Curare e aiutare è infatti uno scopo importan-

te dei Samaritani e Lina con le sue erbe lo interpreta a meraviglia.» An-che Nadine Grossenbacher era molto entusiasta! Vive a Dürrenroth, dove – con suo marito - si occupa di una piccola azienda agricola con 40 pe-core e alcuni animali da cortile. La giovane mamma spiega che la fami-

glia non potrebbe vivere con la sola fattoria. Per questo suo marito ha un altro impiego a tempo pieno. Anche nel suo giardino, Nadine Grossenba-cher coltiva con gioia e passione piante medicinali e aromatiche come il basilico, il rosmarino e il timo e altre ancora.

Prima bisogna raccogliere i fiori di calendula. La pianta ha effetti lassativi, antispasti-ci, sudoriferi e diuretici, nonché cicatrizzanti.

Il giardino naturale di Lina Kurth è un avventuroso spazio tutto da scoprire che offre anche a molti piccoli animali una chance di sviluppo e di vita.

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«Il colore e il sapore delle piante mi affascinano.»Lina Kurth ci racconta che ogni volta constata che le signore che trascorro-no per la prima volta un pomeriggio del genere da lei, poi si mettono a loro volta a produrre pomate e sciroppi, per uso proprio o addirittura per vendere nei mercatini.

E Lina, come è arrivata all'uso delle erbe? «L'orto e il giardino sono mol-to importanti per me. Innanzitutto ho piantato essenzialmente erbe aro-matiche per la cucina, poi più tardi anche piante medicinali proprio per-ché sono Samaritana. Inoltre la loca-

le Scuola mi ha poi chiesto se volevo partecipare ad un progetto di una settimana sul tema «Erbe e piante medicinali.» «Il colore e il sapore del-le piante mi affascinano» – conti-nua  – «Le erbe medicinali hanno degli effetti e questo mi entusiasma.» Coltivare piante medicinali e pro-durre i propri unghenti è, secondo lei, divenuto «di moda».

Credere nella guarigioneL'entusiasta erborista pensa che i ri-medi a base di piante medicinali pos-sano essere impiegati in primo luogo come prevenzione e miglioramento dello stato di benessere generale , op-pure per la cura di lesioni della pelle, infiammazioni della gola o tosse. Un grande ruolo lo gioca anche il fatto di credere nella cura e guarigione con questi mezzi prodotti dalla natura.

Leggere libri, frequentare corsiChi vuole occuparsi di piante ed erbe medicinali, deve lasciarsi consigliare

Jasmin versa la pomata in un barattolo.

Simon e Debora provano lo sciroppo per la tosse che hanno prodotto loro stessi e che, grazie al miele, ha un buon sapore.

in una buona libreria. La scelta di li-bri specialistici in questo settore è molto ampia. Anche in Internet si trovano molte informazioni sulla fi-toterapia se si desidera apprendere la produzione di rimedi curativi. Lina racconta che aggiorna spesso le sue conoscenze attraverso la formazione continua. Ad esempio grazie ai corsi dell'Accademia delle erbe il cui scopo principale è l'approccio competente e rispettoso alle erbe e piante selvati-che o coltivate nel proprio orto di casa. In Internet, l'Accademia citata sottolinea come molte erbe poco ap-pariscenti o semplicemente non no-tate se non addirittura osteggiate come «erbacce» hanno delle proprie-tà eccezionali che un tempo erano conosciute e per questo apprezzate e che oggi invece sono andate quasi completamente dimenticate. n

Lina Kurth, Samaritana ed erborista.

«Le erbe medicinali hanno degli effetti curativi, questo mi entusiasma.» (Lina Kurth)

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che a diverse Sezioni Samaritane. Ultimamente era stato presidente della Sezione di Meilen-Herrliberg.

Impiegato professionalmente nel settore bancario, Hans Künzli aveva sempre dato prova di competenza e di concretezza. Sapeva comunicare in modo positivo le sue opinioni e le sue richieste, ma non amava apparire in primo piano. Tutti quelli che lo hanno conosciuto ed hanno avuto la fortuna di lavorarci assieme, serbe-ranno di lui un piacevole e schietto ricordo. ek.

Fu per anni alla testa di importanti commissioni

In ricordo di Hans Künzli

Hans Künzli

Appena un anno fa, Hans Künzli aveva partecipato all’Assemblea ge-nerale dei delegati della FSS a Cris-sier (VD), ancora presumibilmente

in buona salute, ed aveva ricevuto la prestigiosa nomina di membro ono-rario della FSS. Purtroppo a fine giu-gno, ci è giunta la triste notizia della sua morte, a 69 anni. Prima di lascia-re, nel giugno del 2010 e per raggiun-

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ti limiti di carica, il suo posto nella Commissione della gestione, Künzli aveva occupato per ben 17 anni delle cariche in seno alla FSS. Fu inoltre membro della Commissione delle fi-nanze, di cui fu pure presidente dal 1998 al 2000. In seguito era stato eletto nella Commissione della ge-stione; commissione che diresse in qualità di presidente dal 2003 fino al 2010. Per più di 20 anni era stato attivo nel comitato dell’Associazione cantonale dei Samaritani di Zurigo e prestava il suo lavoro volontario an-

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Nel nostro album di fotografie ab-biamo recentemente trovato una foto che ritrae due persone purtrop-po scomparse lo scorso anno e che hanno lasciato un’importante im-pronta nella nostra Sezione. Per que-sto desideriamo pubblicarla ora sul-la rivista «oggi Samaritani», proprio per ricordarle e per esprimere loro la nostra sincera riconoscenza.

Gastone Medolago (a destra sulla foto) fu tra i nostri primi monitori,

Sezione Samaritani Chiasso; Medolago fu nel Comitato della FSS

In memoria di due persone che tanto hanno dato ai Samaritani

poi istruttore, nonché presidente per parecchi anni dell’Associazione Se-zioni Samaritane Ticino e Moesano (ASSTM) e membro del Comitato centrale della Federazione svizzera dei Samaritani (FSS).

Il dottor Albino Ferrari (a sini-stra), persona sempre disponibile che credeva molto nell’idea samari-tana, fu socio della Sezione per mol-ti anni, collaborò intensamente an-che con la Croce Verde di Chiasso e

fu pure membro e presidente della Croce Rossa del Mendrisiotto.

Sezione di Chiasso

Albino Ferrari (sin) e Gastone Medolago.

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10Albine Bissegger, RomanshornSono attiva come Samaritana con gioia e passione.Aiuto molto

volentieri gli altri, frequento regolarmente gli esercizi mensili della Sezione e partecipo pure ai Posti Samaritani. Trasmettere la mia pluriennale esperienza mi rende felice e mi fa sentire utile. Anche i vicini e conoscenti spesso si rivolgono a me per dei consigli. Sono arrivata alla Sezione Samari-tani anni fa, quando con mio figlio fui partecipe di un incidente e non avevo la minima idea di cosa bisognasse fare per aiutare. In un certo senso, anche se in un’altra forma, ho avverato il desiderio che avevo da bambina, ossia diventare maestra d’asilo o infermiera.

Le mie esperienze come Samaritana sono state essenzial-mente positive. Solo una volta una motociclista ferita ha rifiutato le mie cure, essendo lei stessa infermiera.

Maurizio Giovan-nacci, Croce Verde Bellinzona

Sono nei Samari-tani dal 2002. Mi occupo dei Samari-

tani per puro piacere, per imparare (non si smette mai di farlo) e perché mi sento parte integrante

La Croce Rossa Svizzera (CRS) rivolge a tutti un grosso «Grazie!»

Cuore e tanto tempo per il volontariatoCos’è un coro senza coristi? E il 6 dicembre senza San Nicolao? E una squadra di calcio senza calciatori? Oppure ancora un Posto Samaritano senza Samaritani? Insomma, senza tutti gli aiutanti volontari, che spesso lavorano dietro le quinte, il Mondo non sarebbe uguale.

Più di un milione di ore: tante sono quelle prestate a titolo gratuito lo scorso anno in Svizzera da tutti i volontari delle Associazioni canto-nali della Croce Rossa Svizzera (CRS). In questo senso, la Svizzera è tra i primi Paesi nel confronto inter-nazionale. In questo numero non sono però conteggiate le moltissime ore prestate dai Samaritani, che re-galano il proprio tempo e il proprio cuore, sia in esercitazioni come nel-la formazione continua, sia nei Posti Samaritani che nell’organizzazione e nella conduzione di corsi vari e an-

cora nelle azioni di donazione di sangue o di raccolta di abiti usati, come pure, ovviamente, negli inter-venti reali.

Un grande grazie a tutti i volontariL’impegno dei volontari non è scon-tato. In segno di riconoscimento e di ringraziamento, la CRS invita tutti i volontari alla grande festa che si ter-rà sabato 27 agosto a Berna. Sono attesi circa 6000 volontari della grande famiglia della Croce Rossa, di cui ben più di 3000 Samaritani. Un grande «mix» di gente che si ri-

conoscono nel lavoro volontario. Tutti sono invitati ad un sabato po-meriggio che dovrà essere indimen-ticabile e che permetterà per una volta a tutti di rilassarsi e divertirsi.

Il programma è molto variato e prevede musica per tutti i gusti (pop, jazz, musica folk), ma anche piccoli spettacoli e offerte culinarie da tutta la Svizzera. Tra i momenti importanti figura il discorso della Presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey. La FSS au-gura a tutti i Samaritani una diver-tente festa! Petra Zenhäusern

«Il ringraziamento dei pazienti mi va diritto al cuore.»Abbiamo chiesto ad alcuni Samaritani i motivi per i quali si impegnano nel loro tempo libero e in modo volontario per la loro Sezione e se hanno mai avuto modo di pentirsi

di questa grande causa. In poche parole mi sento molto vicino a quello che è lo spirito samaritano.

Essere Samaritano mi procura-sentimenti indescrivibili: sapere che quello che si è appreso lo si porta poi in Sezione e potrebbe tornare utile a qualcuno per salvare una vita, mi dà una gioia molto grande.

Non ho mai avuto occasione di pentirmi: credo che se si è Samaritani nello spirito, si sente dentro la «missione» che si ha, e la si fa non solo in caso di emergen-za, ma anche nella vita di tutti i giorni. Posso dire che anche se l’attività del monitore non è sempre facile, rifarei il cammino che ho fatto sino a qui!

Ingeborg Früh, VolketswilSono Samaritana attiva da ben 36 anni. A me piace soprattutto la buona

camerateria. Volentieri do ai miei colleghi, ma ricevo anche tanto. Il ringraziamento dei pazienti, ad esempio al Posto Samaritano, va diritto al mio cuore. Da alcuni anni sono presidente della Sezione; prima ero istruttrice. Ancora non ho avuto modo di pentirmi di nulla, anzi trovo soddisfazioni.

Patricia Rimle, MuolenI miei genitori e le mie sorelle

maggiori erano già attivi nei Samaritani, quindi sono entrata anche io in Sezione. Quando ero più giovane mi diverti-

vo, alle Gare Samaritane, a mettere alla prova le mie cono-scenze e a cercare di aiutare la mia squadra. E oggi – quale aiuto monitrice del Gruppo Help di Muolen – mi piace molto la collaborazione e il lavoro con i bambini. Approfitto inoltre molto delle esperienze che faccio durante i Posti Samaritani.

Con il lavoro volontario, faccio del bene agli altri ma anche a me: infatti quello che dai, si riceve in misura ancora maggiore.

Wendelin Zuber, ZeneggenAll’età di 15 anni ero attivo per la prima volta nella Sezione di Zeneggen. Ora,

quale soccorritore professionista, desidero trasmettere le mie conoscenze ed esperienze anche ai Samaritani. Sia i pazienti che i famigliari apprezzano molto i nostri interventi. E’ molto bello poter aiutare qualcuno fornendogli i primi soccorsi. Ed è ancora più bello quando il paziente si riprende subito e bene. Purtroppo, non sempre si può aiutare...

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Dal 22 agosto fino al 3 settembre sarà di nuovo la volta della Colletta samaritana

Raccogliere fondi con convinzioneQuando, a fine agosto, a Schwanden in Canton Glarona suonano o bussano alla porta, sono di sicuro i Samaritani! Il presidente Bruno Roth racconta e spiega i motivi del grande successo della sua Sezione di Schwanden in occasione di ogni Colletta samaritana.

Schwanden è un paese di 2500 abi-tanti nel Canton Glarona. Da tem-po vi è attiva una Sezione Samarita-ni che ogni anno partecipa alla Colletta. A Schwanden, i Samarita-ni preferiscono di gran lunga la raccolta «di porta in porta» e vi si impegnano con determinazione, raccogliendo sempre un gran suc-cesso. Secondo il presidente sezio-nale Bruno Roth, è importante che la popolazione conosca di persona i Samaritani. Proprio per questo, se possibile sono spesso e volentieri gli stessi Samaritani che percorrono ogni anno le stesse vie e bussano alle stesse case. In tutto sono impe-gnate circa 10 persone della Sezio-ne. L’impegno sia in tempo che in … «porte da bussare» non deve essere troppo grande per nessuno.

I Samaritani con esperienza consi-gliano le «nuove leve»Per i nuovi soci della Sezione, non è evidente partecipare per la prima volta ad una Colletta e bussare alle porte di persone che non si conosco-no. In questo caso sono importanti i consigli di Annemarie Noser, inca-ricata della Colletta nella Sezione di Schwanden. E’ infatti lei che si oc-cupa dell’istruzione dei nuovi soci Samaritani e che fornisce consigli utili per procedere nel miglior modo possibile alla raccolta di fondi. Le persone in genere apprezzano quan-do i Samaritani del paese si presen-tano alla porta delle loro case, an-

che senza preavviso. Se non c’è nessuno in casa, si lascia un piccolo biglietto con una polizza di versa-mento nella bucalettere. «Questo è un gesto apprezzato dalla popola-zione», racconta Bruno Roth. «Così infatti la gente sa che siamo in giro per la Colletta samaritana e con-temporaneamente non dobbiamo ripassare una seconda volta.» Inol-tre succede che la gente è più gene-rosa nei contributi quando può ver-sarli con una polizza, sostiene Roth. Il metodo di raccolta dei Samaritani di Schwanden è dunque un misto tra raccolta con le liste e con il Con-to Colletta. Molto preziosi sono an-che l’opuscolo e il giornale della Colletta che vengono offerti ai do-

natori in segno di ringraziamento. Non ha invece nessuna influenza sul risultato della Colletta il tema della stessa, che cambia di anno in anno.

Presenti sull’arco di tutto l’annoBruno Roth sottolinea però che è importante che la Sezione sia pre-sente e visibile tra la popolazione durante tutto l’anno. Così i Samari-tani svolgono esercizi in pubblico e, con la Società di musica, organizza-no pure il brunch per il primo ago-sto. La Sezione conta 30 membri attivi. Oltre ai corsi standard, orga-nizza formazioni mirate, per esem-pio per i responsabili della locale scuola. Petra Zenhäusern

La Colletta samaritana presentata alla TV svizzera«insieme», così si chiama la nota breve trasmissione domenicale della Televisione svizzera. E’ solo essendo «insieme» che funziona la Colletta Samaritana, ossia quando tutte le Sezioni si impegnano nella raccolta di nuovi fondi. Domenica 21 agosto alle 19.20 la Televisione svizzera di lingua tedesca (SF) presenterà la Colletta samaritana. Come noto la trasmissione «insieme» riferisce ogni settimana di enti e associazioni impegnate nel settore sociale, o della salvaguardia della natura o ancora della salute, sia in Svizzera che nel Terzo Mondo. I brevi filmati mostrano come operano le organizzazioni d’aiuto in questi vari settori d’attivi-tà. Date un’occhiata!

Schwanden (Glarona): i Samaritani registrano sempre ottimi risultati nella Colletta.

Il motto della Colletta di quest’anno è: «Primi soccorsi con la natura».

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Le virtù terapeutiche delle piante ed erbe medicinali

La fitoterapia si dimostra efficace da secoliSempre più persone si avvalgono nuovamente di rimedi naturali, seguendo così l’esempio dei loro antenati che hanno utilizzato piante ed erbe per curarsi.

Per fitoterapia s’intende la disciplina terapeutica che si avvale delle piante officinali come medicinali. La fito-terapia rientra tre le terapie mediche più antiche ed ha accompagnato gli uomini, dalle origini e dalle culture più disparate, lungo l’intero corso della loro storia.

La storia della fitoterapia ebbe inizio circa nel 3000 a.C. in Cina. A quel tempo viveva l’imperatore Shen-Nung, che scrisse il primo er-bario contenente già 365 preparati con i relativi effetti. Nel 1000 a.C. nacque in India la medicina ayurve-dica che si basa sui cinque elementi: fuoco, acqua, etere, terra, aria.

In Europa, uno dei precursori della medicina moderna fu Ippocra-te da Kos (460 a.C.). Scrisse circa 61 opere, tutte sulla fitoterapia e la me-dicina. In seguto la tradizione fito-medica si spostò nei conventi, dove venivano spesso coltivati orti di erbe e piante officinali.

A partire dal XV secolo cominciò il periodo aureo degli erbari. Nell’età barocca (XVI e XVII seco-lo) si cominciò a studiare la compo-sizione delle piante ed erbe.

La base è l’erboristeria (fitofar-macognosia), che mette a disposi-zione le conoscenze sulle varie pian-te officinali. I valori empirici, le conoscenze tramandate e le tradi-zioni rivestono a tal riguardo un ruolo importante. Tuttavia molti ef-fetti delle piante officinali non sono ancora stati scientificamente docu-mentati. Pertanto l’obiettivo della fitoterapia è di studiare l’effetto te-rapeutico delle piante officinali e delle sostanze in esse contenute.In fitoterapia si utilizzano solo pian-te intere o parti di esse come fiori, foglie, semi, cortecce, radici. Le piante vengono impiegate sotto di-verse forme, ad esempio come infu-si, tè, succhi, olii o unguenti.

Il fatto che i rimedi naturali – in particolare quelli fitoterapici – sia-no sempre più richiesti, è dimostra-to dai sondaggi. Si ottengono, tra

l’altro, buoni risultati nel rafforza-mento del sistema immunitario, in presenza di raffreddori, malattie delle vie respiratorie, dermatosi, malattie venose o disturbi della me-nopausa (fonte: www.gesundheits-kanton.ch).

Sebbene l’impiego delle piante officinali sia di regola sicuro e ben tollerabile, anche in questo caso, analogamente alla medicina tradi-zionale, se ne raccomanda un uso moderato. In presenza di incertezze e domande, si consiglia d’informar-si prima presso una farmacia o il medico di famiglia. pz

La farmaciadella nonnaUnguento di calendulaLa calendula è un vero e proprio toccasana. L’unguento di fiori fre-schi aiuta in presenza di ferite, con-tusioni ed ematomi. L’unguento di calendula è anche indicato in modo ottimale per labbra, mani e piedi secchi e screpolati.• tagliare a pezzetti due doppie

manciate colme di calendula (fo-glie, stelo e fiori)

• in una padella riscaldare 500 grammi di arachidi (grasso d’ara-chidi indurito, disponibile in drogheria)

• mettere la calendula tagliata nel grasso caldo, lasciar sobbollire, mescolare

• far riposare con il coperchio per un giorno

• il giorno successivo riscaldare leggermente, filtrare e versare l’unguento in recipienti puliti.

Liquore di Cassis (Liquore di ribes nero)Queste bacche, grazie al loro eleva-to contenuto di vitamina C, vengo-no lavorate perlopiù per la produ-zione di succo di frutta, gelatina o sciroppo. Stimolano il sistema im-munitario in caso di malattie da raffreddamento. Un goccio di liquo-re di cassis in un infuso di rosa cani-na caldo ha un sapore delizioso.• mondare bene e lavare il ribes

nero e versarlo in un vaso da con-serva per 2/3

• ricoprire la bacche con Bätzi (ac-quavite), chiudere con il coper-chio e lasciar riposare per 6–8 settimane

• portare ad ebollizione 1 litro di vino rosso e 1 kg di zucchero, in seguito lasciar raffreddare

• aggiungere 5 dl di Bätzi di bac-che, mescolare e versare il tutto in bottiglie pulite.

Il liquore si conserva per 2–3 anni.

� Fonte:�Lina�Kurth

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La Croce Rossa l’ha annunciato da tempo: a inizio settembre un oftal-mologo e la sua équipe si recheran-no a Dunai per allestire un campo provvisorio e restituire la vista ai ciechi. La notizia di questo miraco-lo si diffonde per settimane negli insediamenti più remoti, raggiun-gendo anche la famiglia di Shamu Lama, a 4000 metri di altitudine. Sua moglie e suo fratello sono ciechi da quattro anni a causa della cata-ratta. Qualche mese fa una collabo-ratrice della Croce Rossa è andata a trovarli e ha parlato loro del campo oculistico. Ma Shamu Lama esitava e ha consultato il guaritore, il cui consiglio ha fugato ogni dubbio: «Io non posso aiutarvi, ma la Croce Rossa sì.» Dunai si trova a un’alti-tudine di 2200 metri. Shamu Lama pensa che il viaggio con il proprio figlioletto e due adulti ciechi durerà otto giorni. Otto lunghi giorni di marcia su stretti crinali, ripide pie-traie e sentieri scoscesi. La famiglia si avvia così verso la lontana meta.

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Nepal: il lungo cammino verso la luceNel Transhimalaya, una regione isolata e priva di strade d’accesso, vivono 30 000 persone. Una volta all’anno un’équipe medica si reca in aereo a Dunai, il capoluogo del distretto, per curare e operare in un dispensario mobile decine di persone cieche o affette da patologie oculari. La Croce Rossa Svizzera ha realizzato un impressionante documentario su questo campo oculistico.

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Come bagaglio ha qualche rupia, un sacco contenente lenticchie e ce-reali, alcune stoviglie.

Nel frattempo nell’ufficio della Croce Rossa di Nepaljani, al confi-ne con l’India, fervono i preparativi: strumenti, farmaci e tavola operato-ria sono pronti. Occorre portare an-che un generatore e acqua potabile per l’équipe: a Dunai non c’è né elet-tricità né acqua corrente. Il materia-

le viene stipato in sei casse metalli-che da 50 chili. Dopo un ultimo controllo, il responsabile del campo oftalmico si rivolge all’équipe cine-matografica svizzera che realizza un documentario: «Siamo pronti». Il tempo invece fa i capricci. Il monso-ne non accenna a placarsi. Le piog-ge sono così violente che volare a vista con il piccolo aeroplano è troppo rischioso. Il vento è impreve-

Shamu Lama prepara la cena per la sua famiglia al campo oftalmico.

Il lungo cammino verso la luce, DVD, 18 minuti, 4 lingue, anno di produzione: 2011

Ordini questo impressionante documentario presso: CRS, Rainmattstrasse 10, 3011 Berna, 031 387 71 11 o [email protected]: fr. 25.– più spese di spedizione, a favore del progetto «Donare la vista», PC: 30-4200-3

Un volontario trasporta le pesanti casse di materiale fino al campo.

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dibile e la corta pista di decollo di Dunai, troppo scivolosa. Ogni mat-tina alle 5.30 l’équipe si reca all’aero dromo per poi tornare sco-raggiata in città nel pomeriggio. È impossibile volare. Ma è anche im-possibile differire la missione: il team oftalmico non ha più disponi-bilità, i prossimi campi sono infatti già annunciati. «Non possiamo per-mettere che la gente faccia tanta strada per nulla», ripete ogni giorno il responsabile della Croce Rossa.

Intanto Shamu Lama avanza con fatica. All’imbrunire, la famiglia si accampa e si prepara a passare la notte all’addiaccio. Il lama attizza il fuoco e prepara un piatto di cere-ali. «Ancora due o tre notti e siamo arrivati.» «Credi che potrò di nuo-vo vederti?», gli chiede la moglie. «Sì, certo. L’ha detto anche il guari-tore.»

Sono trascorse altre 24 ore e il maltempo continua a imperversare a Nepalganj. Ma il bollettino me-teo è rassicurante, e ad alta quota il vento si sta calmando. «Forse po-tremmo farcela in elicottero», pro-pone il responsabile. L’équipe cine-matografica tentenna. E se l’apparecchio non riuscisse ad at-terrare? Chi coprirebbe i costi? Ma non bisogna dimenticare le famiglie che aspettano. Il responsabile non intende rinunciare. Discute con tut-ti gli interessati e finisce per trovare una soluzione. Alla mattina del set-timo giorno, le casse vengono cari-cate su un elicottero. Sfidando le nuvole e la nebbia, l’apparecchio fi-nisce per atterrare a Dunai proprio nel momento in cui il cielo si schia-risce come per incanto.

I volontari trasportano il mate-riale fino all’edificio che fungerà da

dispensario. Altri vanno ad attinge-re acqua al fiume e lavano a fondo il soffitto, le pareti e il pavimento del-la sala operatoria improvvisata. I pazienti fanno la fila per la registra-zione.

Da ieri Shamu Lama riesce a ve-dere il fiume e i primi casolari di Dunai. Questa mattina ha sentito un rumore scoppiettante nel cielo. Il sentiero che scende verso Dunai è pericolosamente ripido. Con un ul-timo sforzo sua moglie e suo fratel-lo, stravolti dallo sfinimento, arran-cano tra i sassi e si aggrappano a lui. Finalmente arrivano al campo of-talmico.

Due giorni dopo i due pazienti hanno riacquistato la vista; posso-no rivedere i volti amati e la luce del sole. Inizia il viaggio di ritorno. Muniti di occhiali da sole, lanciano un ultimo sguardo verso la valle sottostante. Nel Transhimalaya sono avvenuti veri e propri miracoli. Dopo quattro giorni di duro lavoro il medico oculista, dottor Indu Pra-sad Dhungel, commenta: «Abbiamo esaminato 300 persone e ne abbia-mo operate 67, abbiamo prescritto medicamenti e distribuito occhiali. La gente ci è estremamente grata. Questo campo oculistico è stato fi-

Un’occasione d’oro per donare la vista

La storia del campo oftalmico ha profondamente commosso Arlette. A casa ha rovistato nel suo portagioie e ha trovato una catenina d’oro strappata, un orecchino spaiato e una vecchia spilla con la chiusura difettosa. «Non essendo sicura che i gioielli bastassero per un’operazione ho parlato della colletta a mia zia, la quale mi ha dato un vecchio anello d’oro con un turchese.»Cercando l’indirizzo sul sito della Croce Rossa Svizzera, Arlette ha scoperto la boutique dei regali e un paio di bellissimi orecchini a un prezzo interes-sante. Così, un paio di giorni dopo la presentazione del film, alla CRS sono pervenuti un’ordinazione e un pacchetto contenente oro vecchio. Grazie ad Arlette, due persone cieche potranno riacquistare la vista.

Il suo oro vecchio permette di ridonare la vista a un cieco! Lo invii bene imballato a: CRS, «Donare la vista», Rainmattstrasse 10, 3001 Berna. Non dimentichi di indicare il suo indirizzo affinché possiamo accusare ricevuta del pacchetto.

Tre domande a Beatrix Spring, responsabile di progetti CRS

Perché la Croce Rossa è impegna-ta nella lotta alla cecità causata dalla povertà in Nepal?In Nepal la causa principale della cecità dovuta alla povertà è la cataratta. La CRS, specializzata nel settore sanitario, opera con succes-so in questo paese dal 1984. Il fatto che una persona possa rivedere i volti dei propri cari dopo anni di buio significa molto per me.

Come raggiungete gli abitanti delle zone montagnose isolate?I nostri campi oftalmici godono di un’ottima reputazione. Tutti coloro che hanno avuto a che fare con noi raccontano la propria espe-rienza ad altri.

Come finanzia i programmi di medicina oftalmica la Croce Rossa?I campi possono essere organizzati solo grazie alla colletta di oro vecchio. Da 30 anni, grazie alla nostra serietà e alla nostra competenza, godiamo della fiducia di numerosi donatori privati. Dei dentisti e i loro pazienti ci sosten-gono inviandoci denti e otturazio-ni d’oro. Abbiamo inoltre dei benefattori e degli sponsor che ogni anno contribuiscono a ridonare la vista a migliaia di persone.

nanziato dalla Croce Rossa Svizze-ra: per restituire la vista a un cieco bastano 50 franchi!»

L’ultima cassa viene caricata nell’elicot-tero sotto una pioggia.

Man mano che arrivano, i pazienti vengono registrati e iscritti per l’esame oculistico.

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Riordinare risveglia vecchi ricordi

La redazione di questa mia colonna avviene proprio nel periodo in cui, qui al Segretariato centrale, noi im­piegati dobbiamo fare dei piccoli traslochi temporanei per consenti­re gli importanti lavori di ristruttu­razione alla palazzina che ci ospita. No no! Non ce ne andiamo dalla sede di Olten, verrà però migliora­to il nostro posto di lavoro.Per un paio di mesi dovremo quindi lavorare in condizioni particolari, un po’ più «ristretti» e vicini gli uni agli altri. I lavori di risanamento coinvolgono la parte vecchia dell’edificio: i tubi per l’acqua e i cavi elettrici devono essere sostitu­iti, così come pure il riscaldamento e altro ancora.Ogni anno gli atti e i documenti che, secondo le nostre procedure, sono da conservare, vengono ordi­nati ognuno nei propri archivi. Così, lungo gli anni, il materiale ar­chiviato nei nostri uffici aumenta, e non solo quello cartaceo. Gli arma­di si rivelano allora dei veri e propri «cappelli magici». Ci capita infatti di ritrovare piccoli oggetti o regali come piattini di stagno provenienti da organizzazioni amiche. Oppure ancora, in uno dei miei cassetti, ho trovato una busta con delle foto­grafie di Martigny. Erano immagini e ricordi del weekend conclusivo passato con il Gruppo del progetto «Revisione della struttura e degli statuti 1995».Tutto quello che, in queste occa­sioni, si prende in mano ci riporta inevitabilmente a vivere ricordi, sia di incontri, che di persone e di luo­ghi. Purtroppo però... non c’è tem­po per rimanere nel passato. Il «nuovo» è già qui che ci aspetta.

Regina Gorza,Segretaria centrale FSS

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Nuova documentazione dei corsi in dirittura d’arrivo

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Dal 1 gennaio 2012 tutte le Sezioni Samaritane impartiranno i loro corsi secondo le nuove direttive (guide­lines 2010) valide universalmente per l’insegnamento della rianima­zione da parte di laici. La redazione di Olten si è rivolta a Roland Marti, capo del Settore Formazione e Con­sulenza del Segretariato centrale della FSS per fare il punto sulle pro­cedure d’introduzione delle nuove «guidelines». ek.

A che punto sono giunti i preparati-vi in seno alla FSS, alle Associazioni cantonali e presso i monitori?I preparativi procedeno secondo i piani. Recentemente si è conclusa la revisione e la verifica di tutta la do­cumentazione d’insegnamento da parte del settore medico della Croce Rossa svizzera (CRS – Swiss Resu­sciation Council) e di SMEDREC. A seguito di questa revisione speciali­stica, hanno dovuto essere apporta­te alcune modifiche. Nel frattempo, da parte delle Associazioni cantona­li sono giunte al Segretariato centra­le le prime comande del nuovo ma­teriale d’insegnamento. In settembre si procederà alla stampa di tutta la documentazione nelle tre lingue na­zionali, così che dal 1 gennaio 2012 tutti i corsi della FSS si svolgeranno secondo le nuove direttive. Da metà ottobre avrà poi luogo l’in­troduzione dei monitori al nuovo

materiale per i corsi. Grazie al pro­gramma E­Learning, i monitori po­tranno esaminare e studiare da casa la parte teorica. Infine verrà orga­nizzato un incontro durante il quale saranno illustrati i nuovi elementi pratici. Per i monitori che non vo­gliono o non possono usare E­Lear­ning, le Associazioni cantonali offri­ranno degli incontri informativi. Si tratta, questa, della prima volta che la Federazione svizzera dei Samari­tani impiega E­Learning nella sua formazione. Per la produzione e l’implementazione del programma, la FSS ha trovanto un partner com­petente e affidabile nella Scuola Lindenhof di Berna. Una grande parte del programma è già a dispo­sizione in forma di bozza; ci sono quindi buone premesse per la con­clusione del lavoro.

Quali sono i concetti nuovi?Per i monitori è sicuramente impor­tante sapere che l’apprezzato siste­ma dei tre classatori resta in vigore. Tutti i quadri della formazione rice­veranno una nuova edizione dell’in­tera documentazione. La struttura di base dei corsi resta invariata, mentre nei piani di procedura ci sono stati cambiamenti minimi (soprattutto a riguardo del Corso soccorritori e del corso BLS­AED). Aggiornamenti importanti sono av­venuti soprattutto nelle tematiche legate alla rianimazione, come ad esempio l’algoritmo BLS­AED. La novità più importante è che nella rianimazione sono eliminate le due prime insufflazioni.

Quali vantaggi porta alle Sezioni il marchio di qualità della CRS?Oggi sappiamo che il nuovo corso BLS­AED può portare il marchio di qualità della CRS. Molte Sezioni, in passato, hanno constatato che spes­so potenziali clienti (come i Centri Fitness) chiedevano il riconoscimen­to CRS. Alcuni clienti si rimettevano alla concorrenza, poiché per l’otte­nimento del certificato dell’azienda, veniva loro richiesto di seguire un corso che avesse le direttive della CRS. Dal prossimo anno, grazie al marchio della CRS, noi Samaritani saremo piazzati meglio sul mercato.

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Roland Marti

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Romaine Kuonen, prima presidente centrale di REDOG

Con «Joy» ho scoperto la gioia di aiutareTredici anni fa, Romaine Kuonen e Joy, un bravo cane da catastrofe di razza Retriever, erano un Team molto affiatato. Ora Joy è andato in... pensione e la sua conducente è diventata la prima presidente centrale di REDOG.

di Eugen Kiener

Anche se il quadrupede è «in pensio-ne», sono sempre ancora un team: spesso li si possono incontrare du-rante le loro passeggiate nei dintorni di Berna. Stiamo parlando di Joy, femmina Retriever di 13 anni, e del-la sua padrona Romaine Kuonen, 47enne vallesana d’origine. Ambe-due non partecipano però più e non vengono più chiamate per impieghi in caso di catastrofe. Il cane è infatti diventato troppo anziano; a 10 anni di età Joy è stata meritatamente «pensionata».

Joy è il primo cane da soccorso arrivato in casa di Romaine Kuo-nen. A quel tempo, lei, suo marito e i due figli vivevano ancora a Briga. Lei desiderava ardentemente un ca-gnolino. «Con questo cane dovrai lavorare molto», le disse allora l’al-levatrice quando Romaine si decise per un Chesapeake Bay Retriever. In occasione di un allenamento con il Gruppo regionale REDOG del Vallese, cagnolina e padrona prova-rono molto piacere nel lavoro di ri-cerca su terreni impervi.

La formazione di un cane da ca-tastrofe richiede un grande investi-mento di tempo. Per ben 4 anni, quasi ogni sabato bisogna esercitar-si e bisogna superare test e prove di vario genere prima di poter entrate nel Team d’intervento.

Collaborazione con i SamaritaniOltre al lavoro con il cane, un altro tema importante sono i primi soc-

REDOG in breveREDOG, il cui logo rappresenta simbolicamente il segno della Croce Rossa Svizzera, si mette incondizionatamente al servizio dell’aiuto umanitario. Gli scopi della sua attività sono: salvare vite umane, alleviare le sofferenze e portare aiuto. REDOG è in grado di assolvere questi compiti grazie ai team (conducente e cane) da salvataggio altamente qualificati che, volontaria-mente, si addestrano per anni con migliaia di ore di allenamento. E questo per fare in modo che REDOG individui velocemente e con affidabilità la localizzazione dei dispersi. Sin dalla sua fondazione, la REDOG è sostenuta dal forte idealismo e dall’impegno dei singoli membri. Il numero dei Team è in aumento. L’Organizzazione gode grande di prestigio internazionale.

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corsi. Nella formazione nell’am-bito dei primi soccorsi, i Gruppi regionali REDOG collaborano molto spesso con le Sezioni Samari-tani e i loro monitori.

Questa collaborazione si sviluppa anche su altri livelli: il Segretariato centrale della FSS a Olten è infatti pure la sede burocratica (indirizza-rio, ecc) di REDOG. E questo poi-ché l’associazione svizzera per i cani da ricerca e salvataggio (REDOG appunto) è una delle organizzazioni di soccorso affiliate alla Croce Ros-sa svizzera. La FSS sostiene RE-DOG nel lavoro con le sue Sezioni, ad esempio nell’organizzazione dell’Assemblea dei delegati. RE-DOG dà lavoro ad una propria se-gretaria a tempo parziale che si oc-cupa dell’amministrazione dei circa 650 soci e dei 12 Gruppi regionali.

Ma torniamo al percorso forma-tivo di Romaine: «Quando Joy ed io avevamo concluso la formazione, attendevamo con impazienza di es-sere chiamate per il nostro primo intervento reale.» E il primo inter-vento, ricorda la nostra interlocutri-ce, fu lungo la strada del San Ber-nardo: una frana aveva aveva causato un cedimento in una galle-ria. Putroppo l’automobilista che vi era rimasta sepolta è stata ritrovata morta.

Eletta a prima presidente centraleAssieme al lavoro sul terreno, Ro-maine Kuonen si è vieppiù impegna-ta anche in seno a REDOG. E’ stata per diversi anni co-presidente del

Gruppo regionale di Berna, prima di essere eletta quattro anni fa nel Comitato centrale di REDOG, dove ha riattivato il settore Marketing e Sponsoring. Lo scorso mese di mar-zo, i delegati dell’assemblea nazio-nale l’hanno eletta a prima presi-dente centrale di REDOG. L’Organizzazione approfitta del 40esimo anniversario di attività per far meglio conoscere alla popola-zione i suoi scopi e le sue attività. «La nostra associazione sta entran-do in una nuova fase», spiega Ro-maine. «Il periodo pionieristico è terminato, ora REDOG deve conso-lidarsi. Grazie agli interventi inter-nazionali in caso di catastrofe (l’ul-timo ad esempio in occasione del terremoto in Giappone) REDOG si è fatta recentemente conoscere di più. Desideriamo pure far conoscere maggiormente i servizi del nostro Team di ricerca, e questo allo scopo di rendere cosciente la popolazione che noi siamo in grado di cercare le persone disperse nei boschi e su ter-reni alpini difficili. Per svolgere la nostra attività abbiamo bisogno an-che di donatori e cerchiamo dei partner anche nel mondo economi-co. D’altra parte, nella nostra for-mazione aumentano sempre più an-che le esigenze professionali.»

Nei gruppi regionali non ci sono problemi di reclutamento di nuove leve: sono infatti sempre molte le persone che partecipano alle mani-festazioni informative. Il numero delle persone che però si impegna-no a seguire la formazione basta appena a tenere stabile il numero complessivo dei soci. L’idea di poter prestare aiuto agli altri con il pro-prio cane appassiona molta gente e gli interventi reali sono esperienze di vita profonde: «Vedere come si salva un famigliare, come le speran-ze dei congiunti – anche se appese ad un filo – siano forti, e vedere la riconoscenza delle persone salvate è impressionante.» n

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Quest’anno, purtroppo, ha piovuto a dirotto, ma non abbiamo mollato! In passato abbiamo invitato anche altre associazioni: come i Pompieri, la REGA, l’ambulanza, Redog, i ciechi; il tutto sempre in un ambien-te a dir poco incantevole. Come conclusione, facciamo una griglia-ta. Ci ha sempre ospitato il «mitico» socio attivo della Sezione di Canob-bio, Berto.

In passato Berto è stato il custode delle Scuole Medie che si trovano proprio di fianco alla sua fattoria. Al suo pensionamento, ha potuto rimanere nella sua fattoria, che cura da solo con molto impegno. Adesso ha soltanto ancora un gallo ed una gallina, 17 gatti, un cane femmina

Canobbio, Comano e Massagno

Esercizio di chiusura in comune dal mitico «Berto»

Da molti decenni la Sezione di Canobbio organizza, per concludere la stagione, un esercizio all’aperto, prima delle vacanze estive, presso «La vacherie» del Berto, fattoria stile «dacia russa», a Trevano-Canobbio. L'esercizio è organizzato insieme alle Sezioni di Comano e di Massagno. È un esercizio speciale che abbiamo sempre mantenuto, con qualsiasi tempo.

(Tata) ed un gregge di pecore. Ma in passato aveva cavalli, asini, conigli, porcellini d’India e caprette.

Quando fa bel tempo, dalla fatto-ria si gode uno splendido panorama sul lago di Lugano e vasti dintorni.

Se fa brutto tempo, Berto ha pa-recchie risorse per utilizzare locali: dalla stalla, alla ghiacciaia, oppure nel portico ecc. Ha anche un bellis-simo grottino con camino e nel re-tro un vero e proprio museo di og-getti antichi per l’utilizzo domestico ed agricolo tradizionale ticinese.

È una bellissima occasione, que-sta, per ritrovarci e per salutarci, prima delle vacanze e lavorare bene insieme alle nostre «consorelle» di Comano e Massagno, con le quali

dividiamo già molti impegni duran-te l’anno. (In passato invitavamo anche la popolazione di Canobbio che purtroppo non partecipava molto numerosa.)

Per me personalmente, fra tutte questa è la manifestazione che pre-ferisco. Il mio esercizio all’aperto preferito è stato quello con la parte-cipazione della società Redog.

Mi appassiona però pure orga-nizzare ad invitare le famiglie e gli anziani al circo Knie in novembre.

Auguro a tutti un buon prosegui-mento e buon lavoro.

Cari saluti.

Franca Dotti, segretaria della Sezione di Canobbio

Da sinistra, la presidente Elena Petrini, una socia di Comano, e Fiorenzo Gianinazzi di Canobbio.

Il «mitico» Berto Pedrini socio attivo.Ugo Campana, socio attivo, Canobbio.

La monitrice istruttrice Loredana Fraschina, una socia e la presidente Beatrice Basso di Massagno.

Susanna Menegatti, pres. Sez. Canobbio.

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son poids idéal consiste à ne manger qu’une demi-portion. Si vous avez déjà testé ce régime et lisez tout de même ces lignes, c‘est probablement qu‘il n‘a pas fonctionné. Pourtant, ce n‘est pas une raison pour abandonner, surtout pas maintenant quand vous êtes sur le point d‘atteindre sans effort et de conserver une bonne fois pour toutes le poids que vous souhaitez.

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oggi samaritani 8/11

Blenio

Incontro dei Samaritani con i ragazzi della colonia estiva di GordaAnche quest’anno vogliamo rendere partecipi i lettori della rivista fede-rativa della bella e positiva giornata trascorsa da alcune nostre Samari-tane alla Colonia estiva per bambi-ni svoltasi alla capanna di Gorda su organizzazione della Società alpini-stica Nido d’Aquila di Aquila. Sia-mo salite in capanna il 28 giugno, accolte da ben 17 giovani e giova-nissimi partecipanti, ai quali – spontaneamente – si sono aggiunti altri 5 bambini presenti sul posto, di passaggio. Tutti quanti si sono divertiti molto in questa insolita ma splendida cornice per un’esercita-zione, quest'anno dedicata al tema dei bendaggi. I bambini, a rotazio-ne, hanno «lavorato» in quattro po-stazioni, cercando dapprima un luogo su una cartina topografica,

destreggiandosi poi in una fasciatu-ra specifica: del piede, del gomito, del dito e per una scottatura. È stato loro chiesto quale ferita è più insi-diosa: un’escoriazione o un taglio dal quale fuoriesce abbastanza san-gue e sono stati resi attenti su come si possono causare ustioni e scotta-ture, sui tipi di classificazione che ci sono, come riconoscerle, come trat-tarle e proteggerle prima di poter andare dal medico o prima che arri-vi l’ambulanza. Si è pure verificato un sanguinamento da naso non si-mulato! Poi tutti insieme, via a rea-lizzare la mummia più bella! Grazie ragazze e ragazzi, abbiamo ben percepito la voglia che avete di imparare e di divertirvi in tutte le occasioni. Siete stati grandi!� Ausilia,�Nadia,�Gianna�e�Gilda

Il folto gruppo di bambini che ha partecipato alla giornata samaritana sui bendaggi.

Al termine, in forma giocata, si è dato il via ad un concorso di «miglior mummia».

La monitrice Ausilia con i ragazzi durante la lezione accanto alla capanna.

L'essere Samaritano s'impara da piccoliQuest'anno dedicato a livello inter­nazionale al volontariato è ricco di eventi propositivi volti a riconosce­re maggiormente il nostro ruolo di Samaritani (ci vediamo a Berna il 27 agosto?), essendo anche l'Anno in­ternazionale delle foreste oso fare un paragone: Su tutto il territorio nazionale sem­pre più il bosco si trasforma in aula scolastica temporanea per un sem­pre maggior numero di bambini. Grazie alle «scuole nel bosco» i più piccoli imparano a conoscere la na­tura e a rispettarla. Nel bosco i bambini hanno la possibilità di os­servare e meravigliarsi, ma anche di eseguire lavori manuali ed essere creativi. Quando saranno adulti, il rispetto verso la natura sarà, si spe­ra, scontato. Che bello! La Federazione svizzera dei Samari­tani, grazie alle Associazioni canto­nali e in particolare alle Sezioni, intende entrare sempre più nelle scuole con i propri corsi, con risul­tati sempre più positivi a favore di tutta la popolazione. Quando i più piccoli saranno adulti, l'essere Sa­maritano sarà spontaneo, che bello! L'Anno internazionale 2012 sarà de­dicato alle cooperative e all'energia sostenibile, quindi tutti... «green» e nel 2013? Tutti green e sam? Il 2013 sarà infatti l'anno del nostro anni­versario: Le Gare samaritane saran­no organizzate in Ticino unitamente al PILA. Inviate a [email protected] oppure a lampert@tici­no.com le vostre idee, in particolare per la parte ricreativa di questo im­portante evento che si terrà dal 18 al 20 maggio a Tenero. Sarà mia premura analizzarle e proporle al comitato organizzativo. Buona estate! � Renato�Lampert,� Vicepresidente�FSS

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«oggi Samaritani» 8/2011Data di apparizione: 17 agosto 2011

EditoreFederazione svizzeradei Samaritani FSSMartin-Disteli-Strasse 27Casella postale4601 OltenTelefono 062 286 02 00Telefax 062 286 02 [email protected]

Segretaria centrale: Regina Gorza

Abbonamenti,cambiamenti d’indirizzoper scritto all’indirizzo citato

Prezzo d’abbonamentoSingolo abbonamentoper terzi:Fr. 33.– annuali

10 numeri all’annoTiratura: 5000 copie

RedazionePetra ZenhäusernSegretariato: Karin SchmidTelefono 062 286 02 23

Ticino e MoesanoMara MaestraniCasa Vescovi, 6717 DangioTelefono e fax 091 872 17 [email protected] articoli: entro il 15 di ogni mese

InserzioniZürichsee Werbe AGVerlag und AnnoncenSeestrasse 86 8712 StäfaTelefono 044 928 56 11Telefax 044 928 56 00

Impaginazione, stampa, spedizioneAVD GOLDACH AG9403 Goldach

Impressum

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oggi samaritani 8/11

È questo il titolo della conferenza che la Sezione Samaritani di Rovio ha organizzato lo scorso 7 giugno. Un grido di aiuto che ha attirato a Rovio, nella sala dell’Ala Materna, un centinaio di persone provenienti da tutto il Mendrisiotto interessate e curiose di conoscere meglio e più da vicino questo indesiderato acaro che spopola nei nostri boschi.

La nostra concittadina dr. Simo-na Casati, biologa, con un lavoro di dottorato proprio sulle zecche, ci ha illustrato con l’aiuto di immagini proiettate cosa sono le zecche, dove le troviamo ed anche il loro interes-sante ciclo vitale che si compone di 3 stadi: larva, ninfa e adulto. Siamo venuti così a conoscenza che questo parassita si nutre una volta sola per ogni stadio, che tra un pasto di san-gue e l’altro passano anche diversi mesi e che nel frattempo esso atten-de pazientemente, nascosto nel sot-tobosco, il passaggio di un nuovo ospite (animale o uomo). Sono state sfatate anche alcune leggende come quelle secondo le quali le zecche sal-

Rovio

«Aiuto! Una zecca», echi da un’interessante conferenza

tano, volano o cadono dagli alberi.L’altro relatore, anch’egli nostro concittadino nonché medico di se-zione, dr. Marco Ferrera specialista in malattia generale, ci ha edotto dapprima sui diversi significati eti-mologici del nome zecca, su modi di dire e su alcuni aneddoti per poi ad-dentrarsi in campo più prettamente medico.

Sapere che ci sono zecche porta-trici di batteri e virus che all’uomo provocano anche gravi complica-zioni non è stato certo rassicurante.

Dr. Ferrera si è soffermato sulle conseguenze della morsicatura di una zecca portatrice del batterio Borrelia Burgdorferi che provoca la cosiddetta Borreliosi di Lyme o ma-lattia di Lyme. In Ticino circa il 15% delle zecche è portatrice di questo batterio. La malattia si svi-luppa in 3 fasi ed ha un’incubazione che va da 3 giorni a mesi o anni dopo il contagio. È importante rico-noscere la prima fase che si manife-sta con una macchia rossa circolare nel punto della morsicatura.

Un’altra malattia causata sempre da questi acari è la Meningoencefalite da zecca. Fortunatamente zecche portatrici di questo virus non se ne riscontrano nei boschi ticinesi.

Un consiglio che il medico ci ha dato è quello di controllare bene ogni parte del corpo al ritorno da una passeggiata nei boschi e se si scopre una zecca toglierla con una pinzetta e disinfettare subito la parte morsicata.

Le interessanti esposizioni dei re-latori hanno suscitato numerose curiosità e domande tra il pubblico presente. C’è anche chi, come il sig. S. Wallimann, ha condiviso la pro-pria esperienza raccontando la sua disavventura, spiegando sintomi e conseguenze dopo la puntura di una zecca infetta.

Naturalmente tutto ciò non deve scoraggiarci e rinunciare quindi ad una salutare passeggiata nei nostri boschi perché: non tutte le zecche sono portatrici di microorganismi che provocano malattie.

La Sezione di Rovio

Con grande successo, si è conclusa a fine luglio la manifestazione «Meli-de Estate». Malgrado le bizze del tempo, le energie, l’armonia e l’otti-ma collaborazione fra i Samaritani di Campione, Lugano e Melide è stata grandiosa; un’esperienza indi-menticabile e coinvolgente che ci ha dato modo di offrire assistenza e svolgere attività di promozione con spiccata umanità. Lo scambio di esperienze tra persone che non si co-noscono e si ritrovano a lavorare insieme, convalida l’idea che l’obiet-tivo comune ci unisce al di là di

Lugano

Amicizia, allegria e complicità durante i mercatini

ogni appartenenza. Il pubblico era rassicurato dalla presenza dei Sa-maritani e talvolta non osava chie-dere come poter entrare nei Samari-tani; la nostra sensibilità ci spinti a fare il primo passo per spiegare quello che facciamo. Ma il fatto più sensazionale è l’enorme interesse ri-scontrato nella donazione del san-gue: c'è ancora tanta gente generosa che pensa al prossimo. E' stata in-somma una piacevole «maratona», 14 serate consecutive (dalle 18 alla 1). A noi Samaritani la tenacia non manca, l'evento ci ha «ricaricato le

batterie». Collaborare in tanti ac-cresce il desiderio di far meglio «UMANAMENTE». Annamaria Di Gregorio

Tre nostri Samaritani/e allo stand allestito in occasione di Melide Estate.