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BIMESTRALE DI ATTUALITÁ, CRONACA, CULTURA E POLITICA - GUIDIZZOLO MN ANNO XVI N. 91 - AGOSTO 2010 Editore: Centro Culturale San Lorenzo 46040 Guidizzolo (MN) - Direttore responsabile Andrea Dal Prato - Tariffa R.O.C.: ”Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB - Brescia - Euro 0,50 Libri online, libri per tutti Echi dalla Fiera di luglio Estate nell’Egeo

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BIMESTRALE DI ATTUALITÁ, CRONACA, CULTURA E POLITICA - GUIDIZZOLO MN ANNO XVI N. 91 - AGOSTO 2010

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Echi dalla Fiera di luglio

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TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI: Informativa ai sensi del d. lgs n. 196 del 30-06-2003I dati in possesso della redazione de "la Notizia" sono forniti direttamente dagli interessati o estratti da elenchi pubblici: ovvero in nostropossesso anteriormente all'8-5-1997. Gli interessati possono chiedere la cancellazione, il blocco, l'aggiornamento o l'integrazione deidati od opporsi al trattamento stesso.L’editore si dichiara pienamente disponibile a regolare eventuali spettanze per quelle immagini di cui non sia stato possibile reperire la fonte.

Rebecco, giugno 2010 Inaugurazione del nuovo Centro Polivalente

L’arcobaleno dopo un temporale estivo

sommario

3 Editoriale4 Numeri utili5 RI.VA.V. in arte6 Matteo Milani e il kick boxing8 Appunti di viaggio10 Cronaca16 Notizie dall’Amministrazione Comunale20 Istituto Statale d’Arte 22 Anima e cuore 23 Pensioni e dintorni25 Psicologia36 Arte & dintorni Perle ai porci Testa nel forno Don Antonio Ilario Fortunati Libri online, libri per tutti32 Cesare Stuani Maestro del Lavoro33 Anna Quartucci vince al premio di poesia34 Noi e la legge35 Noi e il fisco36 A tutta penna38 Olio d’oliva: impariamo a conoscerlo40 Tamburello... che passione42 Echi dalla Fiera di luglio

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editoriale Andrea Dal Prato

“C’è una triste tendenza che si sta imponendo, poco alla volta, in alcuni frammenti della cul-tura contemporanea: la banalizzazione”.- scrive Elio Sgreccia, Presidente della Pontificia Accademia pro Vita, che continua - “Dalla vita alla morte tutto sembra sottoposto a un mero processo semplificativo che tende a rinchiudere ogni cosa in un affare privato senza alcun riferimento agli altri. In questo modo, però, la coscienza si assopisce e diventa progressiva-mente incapace di giudizio serio e veritiero”. Un Comitato di 5 persone (l’Agenzia del Farmaco) ha dato (a maggioranza, 4 i favorevoli) il via libera all’uso della pillola abortiva, mettendo alcuni paletti fermi a tutela della donna: l’aborto deve avvenire in ospedale e sotto controllo medico. Ma sono bastati pochi giorni che una donna, presa la prima pillola, firma e se ne va a casa per terminare la “cura”, sotto la propria responsabilità.Il problema di fondo rimane l’aborto che, anche se viene eseguito con tutte le regole e garan-zie, rimane sempre la soppressione di una vita innocente. Si dirà che l’aborto era praticato anche nei secoli precedenti. Sì, ma non in dimensioni così gigantesche. Il fatto nuovo, l’assoluta novità storica, colta bene da Luigi Lombardi Vallauri, è questa: se la pratica dell’aborto è da tempo diffusa, l’abortismo come teoria, come ideologia, “sembra essere un fatto circoscritto alla civiltà occidentale moderna”. Infatti l’aborto, nel XX secolo, è diventato addirittura un “diritto” rivendicato politicamente, giustificato filosoficamente e codificato nelle leggi. Del resto non solo l’aborto è, oggi, un “diritto” garantito dalle leggi, ma in certi paesi è addirittura obbligatorio, per legge.In Cina dai primi anni Ottanta è entrato in vigore il programma di controllo delle nascite che impone il limite di un solo figlio per famiglia. “Chi viola queste regole” scrive Bernardo Cer-vellera “rischia multe salatissime (dai 25.000 ai 100.000 euro, cifre che corrispondono al red-dito annuale medio di un qualunque abitante della Cina profonda, che dunque non potrà mai permettersi un secondo figlio), aborto forzato, infanticidio, distruzione della casa o requisizione dei beni”.Gli effetti sono stati giganteschi: “Lo Stato si vanta dei successi raggiunti: 300 milioni di nascite in meno in 21 anni”. Trecento milioni!!! E quando improvvisamente un bambino “non permesso” riesce a scam-pare all’aborto e a nascere, le contromisure sono quelle raccontate dal Times di Londra il 24 agosto 2000. Un flash di vita cinese a Caidian (Hubei): “Alla donna ancora incinta, di nome Liu, gli impiegati dell’Ufficio per il controllo della popolazione avevano intimato di abortire. La donna aveva già violato altre volte la politica del figlio unico (era incinta per la quarta volta). I medici della clinica a cui la donna era stata costretta a ricorrere hanno iniettato una solu-zione salina nel feto per distruggere il sistema nervoso del nascituro. Ma il bambino è nato sano. I funzionari governativi hanno ordinato al padre di ucciderlo, ma questi si è rifiutato. Essi hanno atteso il ritorno a casa della famiglia e, preso il piccolo, lo hanno affogato”. In Ita-lia questo non accade, però il silenzio del Governo su questi agghiaccianti fatti, preoccupa. Concludiamo con il pensiero chiaro di un prelato e di un politico.Mons. Fisichella, in un’intervista, dice: “Troppo spesso dimentichiamo che la tutela dei diritti delle donne non può mai essere usata contro il diritto alla vita del figlio che hanno in grembo: nell’aborto, sebbene in misura differente, le vittime sono sempre due. Non possiamo sottrarci alla responsabilità sociale di accogliere la vita nascente, che è sempre degna di trovare cit-tadinanza in una società evoluta”.“Che brutta Italia, quella in cui si festeggia un nuovo rivoluzionario metodo per sopprimere la vita”. E’ quanto afferma il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni in una nota. “Ammesso che siano fugati i dubbi sulla pericolosità di questa pillola, e spero sia davvero così, altrimenti l’Aifa avrebbe delle responsabilità enormi sulle potenziali conseguenze per le donne italiane, resta la totale negatività del messaggio culturale ricompreso nella diffusione della Ru 486. Continuiamo a preoccuparci politicamente e a speculare economicamente su come impedire la vita nella maniera più redditizia, comoda e indolore possibile, piuttosto che occuparci se-riamente di come favorirla. Non credo affatto che sia questo il testimone migliore di saggezza da lasciare in eredità alle giovani generazioni”.

RU 486, un rischio:la banalizzazione

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DIRETTORE RESPONSABILEAndrea Dal Prato

CAPO REDATTOREGraziano Pelizzaro

REDAZIONEGiulia AvanziSergio DesideratiLaura LeoratiFrancesca LugoboniElodio PeraniSandra TosiPaolo Zani

COLLABORATORIGiorgio ArientiFrancesca CappaFilippo CeriniCristina DelmenicoMarta LealiDonatella LusentiFranco MondadoriFrancesca PesciFrancesca PiazzaLuca PiazzaMariavittoria SpinaJessica SantiGiulia StuaniDavide TruzziGiovanni Zangobbi

PROGETTO GRAFICOClaudia Dal Prato

EDITORECentro Culturale “San Lorenzo”via Virgilio, 2546040 Guidizzolo (MN)Tel. 348 3115232e-mail: [email protected]

R. O. C.: N° 9434 del 16-10-00Aut. Tribunale di Mantova N° 8/95 del 30-05-1995

Stampa:Arti Grafiche Studio 83 (VR)

Cellofanatura e spedizione postale Coop Service s.c.r.l.Virle Treponti (BS)

COSTO MODULI1 modulo verticale:mm 60 x 38 E. 40,002 moduli orizzontali:mm 60 x 82 E. 70,004 moduli orizzontali:mm 60 x 170 E. 110,001/2 pagina:mm 124 x 170 E. 180,00Pagina intera:mm 277 x 170 E. 340,00

MUNICIPIO - tel. 0376 819201CARABINIERI - tel. 0376 819006 - 112VIGILI URBANI - tel. 0376 840241PRO LOCO Guidizzolo - tel. 0376 1620426GAS (metano) - Pronto intervento tel. 800 905 440BIBLIOTECA COMUNALE - tel. 0376 840435Teatro e manifestazioni - tel. 0376 1620428Oratorio San Lorenzo - tel. 335 1211999FONDAZIONE “RIZZINI” onlus - tel. 0376 819120FONDAZIONE “NonSoloArte” - tel. 0376 840303ISTITUTO COMPRENSIVO - 0376 819049 - 819059ISTITUTO STATALE D’ARTE - tel. 0376 819023Cooperativa “Orizzonti” - tel. 0376 847326PARROCCHIA Birbesi - tel. 0376 819602PARROCCHIA Guidizzolo - tel. 0376 819052 POSTE E TELEGRAFI - tel. 0376 840091SISAM (acquedotto) - 800 859370 - 0376 771869PROTEZIONE CIVILE - tel. 0376 847388 Prenotazione ambulanza - tel. 349 8608653

ORARIO DI APERTURADa lunedì a venerdì: dalle 10 alle 13Sabato: dalle 10 alle 12

Ufficio Tecnico:lunedì e mercoledì dalle 10 alle 12.30 sabato dalle 10 alle 12

Assistente sociale:lunedì e mercoledì dalle 10 alle 12.30

Polizia Municipale:mercoledì e sabato dalle 9 alle 11Su appuntamento tel. 0376 840241

Segreteria e protocollo:Da lunedì a sabato dalle 9 alle 12.30

ORARIO DI APERTURA DOMENICALEMaggio - Settembre dalle 17.00 alle 19.00Ottobre - Aprile dalle 15.30 alle 17.30

• Dr.ssa Emi Ghisolfi - Cell. 333 8356733Prenotazione visite: 0376 840433 (8.30-12.30)Lun. Giov. Ven.: dalle 16 alle 19 (su appuntamento)Mar. Mer. Gio.: dalle 10 alle 13 (su appuntamento)

• Dr. Orfeo Valerio GalvaniAmbulatorio 0376 819794 - abitazione 0376 819096Lun. Mar. Mer. Gio.: dalle 9,30 alle 12,30Mer. Ven.: dalle 16,30 alle 19,30 (su appuntamento)

• Dr. Giuliano PontiAmbulatorio 0376 819475 - abitazione 0376 819177Lun. Mar. Mer. Ven.: dalle 10 alle 12.30Giovedì: dalle 16.30 alle 19

Ambulatori medici presso sede AVISpiazzale Alessandro Dal Prato

• Dr.ssa Doriana Bertazzo Riceve su appuntamento tel.0376 83040 - 838500Martedì dalle 17 alle 18,30 Giovedì dalle 8,30 alle 9,30

• Dr.ssa Angela Gatti - tel. 338 2619350Lunedì - Mercoledì - Venerdì: dalle 17.30 alle 18.30Ambulatorio Medole - tel. 0376 898109

Pediatra di base• Dr.ssa Stella Schena Riceve su appuntamento tel. 0376 847098Lun. Mart. Giov.: dalle 9.30 alle 12.30Merc.: dalle 16 alle 19 - Ven.: dalle 14 alle 17

NUMERO VERDE FARMACIE DI TURNO tel. 800-228521 (Guidizzolo 0376 819005)

Ambulatorio igiene pubblica - tel. 0376 846713Amb. vaccinazioni pediatriche - tel. 0376 846705Servizio di medicina veterinaria - tel. 0376 846724Servizio igiene degli alimenti - tel. 0376 846737Servizio medicina del lavoro - tel. 0376 846733Igiene dell’edilizia ed igiene pubblica - tel. 0376 846738

ORARIO DI APERTURALunedì Mercoledì e Venerdì dalle 14.30 alle 17.30Sabato: dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 17.30

Tutti i giorni dalle 8 alle 19

Ciclo Club 1977 - tel. 0376 818189AVIS - AIDO - tel. 0376 840177 Raphaël - Ambulatorio Castel Goffredo 0376 771292Amici di Rebecco - tel. 0376 819678Associazione Commercianti - tel. 0376 818715Calcio Guidizzolo - tel. 0376 819172Centro Sociale “La Mimosa” - tel. 0376818419Corpo Bandistico - tel. 0376 840090CSE-Anffas - Rebecco - tel. 0376 818253Gruppo Alpini Guidizzolo - tel. 0376 819516GVG-Gruppo Volontari - tel. 0376 818240Tennis Club Guidizzolo - tel. 0376 818382

APERTURA invernale estivolun. 9-12 / 14.30-18.30 9-12 / 15-19 mar. giov. 14.30-18.30 15-19 mer. ven. 9-12 9-12 sab. 9-12

GUIDIZZOLOFestivi: 8 - 9.30 - 11 - 18 17Prefestivi: 19 18Feriali: 7.30 - 18 17

BIRBESI Festivi: 9.30prefestivi 18.30 18Feriali: mart. giov. 8.30

REBECCO Prefestivi 18 17

estivo invernale

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Collettiva “Segni dall’ISA di Guidizzolo” e showroom di serramenti insieme nel primo di tre incontri culturali proposti a Birbesi da “RI.VA.S. in Arte”. Una eclettica tavolozza sulle firme di Lara Bi-netti, Elisa Morbini, Elena Barosio, Sebastian Alberti, Elena Veschetti, Marco Toninelli, Eli-sa Lebovitz, Giorgio Imperatori, Walter Xausa, Marzia Bandiera, Cristina Ferrari e prototipi di porte-finestre che ricordano Tano Festa. Un fe-lice connubio tra mondo artistico e mondo im-prenditoriale di un’azienda leader nella produ-zione e commercio di infissi, scelta di recente nell’ambito del progetto “Benchart” di Regione Lombardia, tra più di mille partecipanti come “Impresa eccellente”. “All’arte, espressione dell’anima creata con le mani o con l’intellet-to, si arriva su percorsi diversificati - ha detto la titolare Gabriella Mascarini salutando con il marito Luigino Sartori, i figli Valentina e Riccar-do i giovani autori e il folto pubblico - e anche le porte d’ingresso sono arte; arredi che seguono canoni estetici, su gusti e costumi, e non sem-plici chiusure delle nostre case. ”Una mission, quella che unisce nel lavoro e nella passione artistica la famiglia Sartori, per divulgare crea-tività e cultura, motore d’evoluzione nel campo aziendale la prima, materia prima per la stessa la seconda. Nell’originale spazio espositivo di via Zanina - come ha ricordato Valentina - il percorso è libero, lasciando al visitatore il gu-sto di scoprire un dedalo di salette ed angoli inusuali pieni di fascino e colore, manufat-ti eleganti e innovativi, buon gusto e poesia. Un grazie alla famiglia Sartori per la proposta che corona una pluridecennale attenzione agli eventi culturali guidizzolesi, e complimenti per il coraggio di offrire nuove opportunità ai gio-vani in un momento di diffusa difficoltà dal sin-daco Graziano Pelizzaro, presente col vicesin-daco Emi Ghisolfi e l’assessore Renato Azzini. Dalla docente Mirella Monacelli attestati di sti-ma riconoscente a nome della preside dell’ISA Franca D’Amico, confermando nel contempo l’intitolazione ufficiale della scuola guidizzole-

se al maestro Alessandro Dal Prato, ispiratore pionieristico del binomio “spirito formativo e conoscenza” ben rappresentato dall’evento. Non è mancato il saluto affettuoso dell’asses-sore regionale Carlo Maccari.

Marisa Rodighiero

Folto pubblico per “RI.VA.S IN ARTE”

Tre scorci dell’esposizionee la famiglia Sartori con il sindaco e l’assessore Regionale Carlo Maccari

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Matteo Milani e il kick boxing

Per un ragazzo di 25 anni trovarsi ad essere uno dei tre allenatori della nazionale italia-na di Kick Boxing potrebbe condizionare il proprio modo di affrontare la quotidianità. Così non è stato per Matteo Milani, una pa-lestra specializzata nel settore a Castiglione della Siviere con oltre 60 iscritti; lui è rima-sto lo stesso. Ora ha poco più di trent’anni, una passione grandissima per questo sport che lo ha affascinato sin da piccolo, l’attac-camento alla sua famiglia ed una ragazza, dice, alla quale deve molto in quanto è gra-zie anche alla sua ‘comprensione’ che lui riesce ad essere sempre in giro per il mon-do con i campioni che allena. “Non ho gran-dissimi hobby oltre la professione. Vado in palestra la mattina alle 9 e torno la sera tar-di. Per questo il tempo libero, sempre poco,

che mi rimane lo dedico alla mia ragazza”. Ma vediamo cos’è la Kick Boxing. Parliamo di uno sport da combattimento che provie-ne dall’unione del karate nipponico con la boxe occidentale, che combina cioè colpi di pugno derivati dal pugilato occidentale a tecniche di calcio caratteristiche delle arti marziali orientali. Sono diversi gli stili, an-che molto differenti, che vanno sotto il nome generico di Kick Boxing. Si va dal ‘contatto leggero (light contact)’ che si combatte su un quadrato di tatami, fino al ‘contatto pie-no (full contact)’ i cui incontri, al contrario, avvengono su di un vero e proprio ring e dove sono consentiti pugni e calci, i round sono continuativi ed è ammessa la vitto-ria per k.o. dell’avversario. Quando inizia a frequentare le scuole elementari Matteo

Milani vede tutti i suoi amichetti interessarsi agli sport più noti, dal calcio alla pallavolo, al tennis, per fare alcuni esempi. Contrariamen-te a loro lui invece è affascinato dalle arti marziali. Non sono certo le botte ad entusiasmarlo quanto piuttosto la perfezione e la cura dei movimenti che lo sport richie-de uniti ad un grande controllo di se stessi. Inizia a seguire i corsi di karate e diventa cintura nera. Si trova così ad affrontare delle gare ed anche a partecipare ai campionati nazionali. Nel 1991, a Bolzano, arriva in finale: è fermato da un infortunio ad alcune falan-gi di un piede. L’anno successivo a Suzzara, contro lo stesso atleta, conquista il titolo italiano nella categoria juniores, limite 70 chilo-grammi. A Guidizzolo viene aperta una scuola di kick boxing e lui si iscrive. ‘Inizio ad allenarmi e mi

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accorgo subito che c’è molto da imparare. Il titolo italiano da poco conquistato non mi mette in una posizione di vantaggio. Se si vogliono raggiungere traguardi importanti, nello sport come nella vita, bisogna sudare. Ogni piccolo passo in avanti è ottenuto solo grazie a molto lavoro. Ho visto in questi anni tanti atleti. Ci sono, certo, i talenti naturali, ma anche loro per vincere devono faticare; allenarsi e continuamente allenarsi”. A 19 anni Matteo è pronto per i combattimenti ma un incidente in moto lo ferma. Non può più combattere ma la sua passione è troppo forte così che intraprende la strada dell’in-segnamento. Nell’agosto 2000 ottiene il suo primo brevetto. Parte con alcuni corsi ma si rende conto di essere un principiante. E al-lora accanto all’insegnamento in palestra ora solo a Castiglione (prima aveva iniziato a Guidizzolo e Montichiari) continua il suo personalissimo lavoro di preparazione nel-le migliori scuole in giro per il mondo. Nel 2002, per la prima volta, si trova all’angolo di un ring in una competizione nazionale. Nella Coppa Italia a squadre porta tre atleti e tutti vincono nella loro categoria; con Livio Ghi-solfi inoltre è medaglia d’argento ai cam-pionati del mondo. Arriva la prima chiamata in nazionale. Si avvicina a questo mondo con sussiego: quasi non ci crede. Questa prima esperienza è in combattimenti a con-tatto leggero. Ora lui si sente pronto per un altro salto. Ancora scuola, ancora corsi ed arriva il brevetto per il Full. Ora la cosa si fa molto seria; ora si combatte veramente.

Apre la sua pale-stra Enjoy Zone dove vengono ad allenarsi ragazzi anche da Asco-li Piceno. E’ con uno di loro, Toni D’Isidoro cate-goria 90 Kg, che inizia a girare per l’Europa seguen-dolo nei molti combattimenti a contatto pieno. Ed in palestra si

lavora. “La forza, e non è la solita frase fat-ta ci dice, sta unicamente nel gruppo. Se si riesce veramente a fare gruppo, a lottare in-sieme per il raggiungimento di un obiettivo, allora si possono fare cose importanti” Nel 2004 due eventi lo segnano. In un inciden-te stradale perde la vita Federico Marchini (nel ricordarlo si commuove) fondatore del-la Pro Fighting, la Federazione con sezione anche a Mantova a cui Matteo si sente le-gato. “Federico era per tutti noi un esempio ed un maestro. La sua scomparsa prima ci distrugge e poi ci dà la forza, nel suo nome, di mettere ancor più impegno: oggi lavoria-mo per lui!”. I successi di Matteo fanno in modo che, sempre nel 2004, arrivi la secon-da chiamata: sarà uno dei tre allenatori del-la nazionale ai campionati mondiali in Thai-landia. Qui si respira un’aria particolare, ci si trova a contatto con chi fino a poco prima si era solo visto in Tv o sulle riviste di setto-re. A rappresentare l’Italia sono 10 atleti; tre di questi Riccardo Cumani, Silvia Vallicelli e Toni D’Isidoro (tutti della sua scuola) otten-gono il bronzo iridato. E’ un vero successo. A gennaio 2005 arriva in palestra un nuovo atleta, italo-marocchino, Archi Azzedine. Ha talento da vendere e si vede. L’anno dopo è Campione italiano Thai Boxe e K1 e con lui si riprende a girare per l’Europa; lo scorso anno arriva anche il titolo conti-nentale. Oggi Matteo si sente come uno che deve correre; per nulla arrivato deve conti-nuare a migliorarsi per dare qualcosa in più ai suoi atleti. Del resto ci sono importanti appuntamenti per la Pro Fighting Italia: gare internazionali in giugno a Genova e Rimini e poi, l’anno prossimo, le Olimpiadi per sport da ring. Ci parla di qualcuno dei suoi atleti: Marco Scamardella, Jessica Bonoldi, Tizia-no Mascoli, Luca Sarzi Sartori, Elena Turini. Ma insiste sul gruppo “Quello che abbiamo ottenuto con questi ragazzi è possibile solo guardando tutti quelli che entrano in pale-stra, che sudano, che lavorano sodo anche solamente per armonizzare i propri movi-menti: danno una grande carica”.

Sergio Desiderati

Per gentile concessione de “IL GAZZETTINO”

Matteo Milani, allenatore della nazionale italiana di Kick Boxing

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Per chi ama crogiolarsi al sole su splendide spiagge con un mare cristallino, Mykonos non rappresenterà certo una delusione. Trattasi di un’isola arida e montuosa che, nonostante l’asprezza del paesaggio, è considerata una delle più affascinanti delle Cicladi. Questo per la bellezza del mare che la circonda, per le nu-merose e piccole spiagge disseminate e na-scoste lungo la frastagliata costa ed infine per il pittoresco capoluogo di Mykonos, chiamato la Chora, che si annida in fondo ad una baia sul

versante occidentale e che è diventato, con le sue bianche casette tipiche dell’architettura cicladica, con i suoi stretti vicoli ed i suoi muli-ni, simbolo delle isole greche.Ovunque è possibile trovare le tradizionali ta-verne in cui assaporare le freschissime insa-late greche, i buonissimi souvlákia, spiedini di pollo o di maiale, e il buonissimo moussaka, lo sformato di patate e melanzane. Qui sono molti anche i pub e i locali di tendenza spesso fre-quentati da vip, habituè delle cronache mon-dane, proprio come Mick Jagger, amante di questo piccolo angolo di paradiso. Alla Chora vale la pena dedicare più di una passeggiata, magari in diversi momenti della giornata, per poter apprezzare i vari volti di questo centro abitato, uno dei più estesi e meglio conserva-ti di tutto l’arcipelago. I vicoli che partono dal porto si dividono in una ragnatela tutta da sco-prire. Andando a spasso per il paese, stupisce la grande quantità di chiesette e cappelle voti-ve, costruite dai marinai dell’isola che ritorna-vano indenni dai lunghi viaggi per mare. La più famosa e la più antica è Paraportiani, all’estre-

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di Francesca Lugoboni

Estate nell’ Egeo

Un esempio di architettura cicladica

Il capoluogo: la Chora con i

caratteristici Mulini a vento

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mità sud del porto. Costruita su due livelli, è in realtà formata da cinque diverse chiese. A piedi si può raggiungere l’altopiano dove sono collocati i famosi mulini a vento, uno dei più rinomati monumenti dell’isola. Anticamente le genti di tutte le Cicladi vi portavano l’orzo e il grano per essere trasformati in farina. Di poco sotto è situata quell’area definita “Piccola Ve-nezia” per via delle sue abitazioni collocate proprio a ridosso del mare. Ma c’è un altro se-greto che spiega il fascino di Mykonos: basta infatti cambiare vicolo, spostarsi sulla spiaggia vicina e, per magia, ci si ritrova completamente soli, avvolti dalla quiete più assoluta. Da tener presente che al di fuori del capoluogo sono po-chissime le zone densamente popolate: piccoli villaggi e minuscole frazioni si disperdono fra le colline. Per questo è indispensabile noleggiare un mezzo per visitare le tante meraviglie che l’isola ha da offrire. Tra i principali punti di inte-resse vanno ricordati il grande Monastero del-la Panaghia Tourliani nei pressi di Ano Mera, le antiche rovine di Panormos a Palio Kastro e il castello di Darga. Non vanno, però, dimen-ticate le spiagge che qui sono davvero tante: quelle che ricordo con maggior piacere per lo scenario e la trasparenza dell’acqua sono Fo-kos beach che si trova a nord, Agrari beach e Ornos beach collocate all’estremo sud e Kapa-ri beach a occidente. Assolutamente da non perdere, soprattutto per chi ama la mitologia greca, è l’escursione a Delos, una piccolissi-ma isola, considerata sacra nella Grecia antica perché qui Latona, riparata da una gigantesca palma, ancora oggi visitabile, diede alla luce Apollo e Artemide. Di fatto l’isola è un museo a cielo aperto perché ingombra di resti archeo-logi e giganteschi templi disseminati ovunque.Se desiderate dunque trascorrere una vacanza all’insegna del sole e del mare, ma condita da un po’ di storia antica, non vi resta che volare a Mykonos!

Francesca Lugoboni

Foto di Valter Dal PratoViaggio organizzato con il supporto di Mincio Viaggi - Mantova

Isola di Delos. Tempio di Serapide

Baia di Kalafati

Le acqua cristalline di Kapari beach

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cronaca

L’orto delle classi terze elementari Un verde intatto lontano dalla strada e un orto che sembra la colorita bancarella di un merca-to rionale con verdure di tutte le qualit‡. Ma la cosa che più stupisce É che gli ortolani sono gli alunni delle due terze elementari del Compren-sivo. “Un progetto iniziato in via sperimentale lo scorso anno - hanno detto le insegnanti San-dra Barbato, Catia Franceschetti, Maria Luisa Orlandi - accolto con favore dai genitori e con entusiasmo dai ragazzi, al punto che qualcuno di loro si sta già cimentando in proprio. Quindi riproposto nel 2010 e volto a favorire una scuola

aggregativa e socializzante; capace di istruire ed educare suscitando interesse; pur toccan-do grossi temi come coltura biologica, rispetto ambientale, scienza alimentare. E di aderire a iniziative-concorsi per allargare i campi d’in-tervento.” Idee che si toccano con mano guar-dando i 50 ragazzini, mentre a gruppi ordinati zappano il terreno, mettono a dimora nuove pianticelle, innnaffiano, raccolgono in cesti i prodotti maturi; aiutandosi l’un l’altro; con conti-nui “perchè”; imparando divertendosi. “Avrem-mo preferito che l’orto fosse nato più vicino alla scuola - continuano le insegnanti - per meglio osservare e registrare le varie fasi di crescita, ma mancava un’adeguata protezione; per fortu-na Benedetta Bini ci ha ospitato nel suo parco. Dobbiamo molto anche ad Antonio Garzotti e al nonno di una nostra alunna, Guerrino Mancina, che ci affiancano con competenza e passione.”

Un sogno da 25.000 EuroÉ entrata nella tabaccheria Due Erre nei giorni scorsi. La signora aveva fatto un sogno ma non riusciva ad interpretare la numerologia che si-curamente, immagina, ci stava sotto. Domenico Boscia, gestore della ricevitoria con la moglie Rosa, ha interpretato quel sogno, fatto di auto e di ladri, indicando il terno 3, 21, 79, da giocare sulla ruota di Bari, ciò che la signora ha fatto. Morale: il giorno dopo il terno è uscito facendo totalizzare alla fortunata giocatrice, tra ambi e terno, la vincita di circa 25.000 euro. Perché Domenico, così certo della sua inter-

pretazione non si è giocato quei numeri, chie-dono altri avventori: “…semplice, risponde lui: il sogno era della signora; se li avessi giocati io non sarebbero certo usciti”. Così ancora una volta la ricevitoria, e soprattutto la signora, è stata baciata dalla fortuna.

La maestra Cappa Ha lasciato Guidizzolo ormai da alcuni anni per avvicinarsi alla famiglia del figlio, ma non ha certo scordato la sua ‘Guidizzolo’ ed i tantissimi bambini e ragazzi (ora uomini e donne) che ha guidato nel percorso scolastico. Così come an-che loro non hanno certo dimenticato la mastra Cappa. Carla Caiola Cappa ha infatti insegnato per tantissimi anni iniziando nel 1948 proprio nella scuola elementare di Guidizzolo. All’epo-ca risiedeva a Crocevia di Medole (accanto a Guidizzolo ha insegnato anche a S. Giacomo di

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cronaca

Cavriana, Birbesi di Guidizzolo, Solferino, Medole, Casalmo-ro…) da dove partiva sempre in biciclet-ta. ‘Forse, ci dice, è per questo che sono ancora al mondo!’ Scartabellando nei suoi ricordi ecco un giudizio scritto da uno dei direttori dell’epo-ca. Ce lo mostra ma

non vuole che lo riportiamo. Noi siamo disub-bidienti: “Votazione ottimo. Piena capacità pro-fessionale, piena dedizione all’insegnamento. Cittadina esemplare. Cordiale nei rapporti pub-blici e, nello stesso tempo, autorevole. Buona cultura. Insegnamento reso piacevole da un tono di cordialità sorridente e da una notevole capacità di rendere attraente la lezione. Mente aperta ai moderni metodi educativi. Buon ren-dimento degli scolari. Molto stimata dalle fami-glie”. Dopo aver terminato il proprio servizio si è dedicata alla pittura esprimendo tutta la sua creativa solarità. Ora avrebbe un piccolo desi-derio: rivedere tutti i ‘suoi’ scolari. Sa che non è possibile ma ugualmente li ricorda e li salu-ta tutti. Per lei gli anni dell’insegnamento, per gli scolari quelli dell’apprendimento, ci ricorda nel salutarci, ‘…sono stati certamente i migliori anni della nostra vita’.

Le quinte in visita alla sede AVISVi sono situazioni ed atteggiamenti della vita che ognuno di noi impara o ha imparato sin da ragazzino, guardando agli adulti e scoprendo da loro, ad esempio, lo straordinario ed insosti-tuibile valore della donazione come atto talvol-ta supremo di amore e partecipazione alle ne-cessità o alle sofferenze degli altri. Può essere questo il messaggio che si coglie dalla visita, alcuni giorni fa, di alcune classi della primaria di Guidizzolo, nello specifico le tre quinte, alla locale sede dell’Avis unita nel progetto “La mia vita in te”, con Aido, Admo e Abeo. I ragazzi-ni, felici tanto per l’uscita scolastica che per i pasticcini finali loro offerti, hanno dimostrato

di cogliere in pieno il senso profondo di quel-la mattinata con una grande lezione pur se lontana dalle aule scolastiche. Con i loro inse-gnanti Cristina Garutti, Gianna Moschini, Luca Pio Occhinegro, Daniela Vinciguerra ed ac-compagnati dal collaboratore vicario Antonio Lanza, sono stati accolti da Maurizio Corradi, presidente dell’ Avis ed Eugenia Ballista mem-bro area scuola provinciale; Giovanni Milani e Andrea Torreggiani rispettivamente presidente e vicepresidente Aido Guidizzolo; Vanni Corghi presidente provinciale Aido. Dopo la visita alla sezione, con la reception, le sale visita, la sala donazione e quella ristoro, spiegata da Franco Pelizzola, sono arrivate puntuali le tantissime domande centrate soprattutto sulle funzioni del sangue e, naturalmente, sull’indispensabi-lità della donazione da molti di loro vissuta si-curamente nel racconto vivo dei loro genitori o parenti iscritti alla sezione. Interessante per tutti il ‘percorso del sangue’: dalla donazione (32.000 le sacche nel mantovano, 500 quelle di Guidizzolo) al centro di Mantova per la scom-posizione e la distribuzione negli ospedali del territorio con le eccedenze inviate al S. Raffae-le di Milano e al S. Matteo di Pavia. In chiusura Vanni Corghi ha illustrato le donazioni di midol-lo osseo e gli incoraggianti risultati sino ad ora ottenuti nella cura delle leucemie. Una lezione per la vita ai donatori di domani.

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cronaca

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Fine corso per la Scuola TennisTutti i ragazzi della scuola tennis di Guidizzolo si sono esibiti davanti ai maestri ed ai genitori al-cune sere or sono durante la festa di fine corso che annualmente il Tennis Club Guidizzolo pro-pone. Un centinaio, partendo dai bambini più piccoli che imparano ad avere dimestichezza con la racchetta, fino ad alcuni giovani agoni-sti: sono questi i ‘numeri’ di un Circolo, come ha ricordato il presidente Alfredo Maccari, da sempre votato alla promozione dello sport nel senso più ampio del termine, per la crescita non solo fisica dei ragazzi. Maccari ha ringraziato le famiglie, le amministrazioni comunali, gli spon-sor, i maestri ed i custodi per il grande lavoro che quotidianamente svolgono. Ringraziamenti ai quali si è unito il sindaco Graziano Pelizzaro estendendoli al Circolo, uno dei più attivi e vi-vaci della provincia. La cerimonia, coordinata dal direttore del circolo Renato Pasini, ha visto l’intervento di Cesare Maccari, ora assessore allo sport ma per anni presidente del sodalizio oltre che uno dei fondatori. Dopo i saluti ai pre-senti Cesare Maccari è andato con il ricordo al 1985, anno non solo “…della grande nevicata nel mantovano e in Guidizzolo, ma anche l’anno in cui Paolo Ferrari ha iniziato la propria attivi-tà di maestro al tennis Club”. ‘Nozze d’argento’ ricordate con l’omaggio al maestro di un nuovo fischietto, “…in attesa di quello d’oro”. Macca-ri ha quindi presentato GianClaudio Passoni, il maestro che affianca Ferrari da un anno e che sta raccogliendo anch’egli la stima e l’apprez-zamento dei ragazzi e delle famiglie. In campo sono poi entrati i ragazzi esibendosi in alcuni colpi di base. Quindi il sindaco con gli assesso-

ri Laura Toniato, Cesare Maccari e Giacomino Milani ha dato vita alle premiazioni dei tornei interni, lasciando spazio poi al graditissimo buf-fet.

L’AIDO ai Giochi senza frontiere In queste occasioni a trionfare è il più alto spi-rito decubertiano unito all’obiettivo principe della manifestazione: divulgare la cultura del-la donazione attraverso un momento di diver-timento. Parliamo dei tradizioni ‘Giochi senza frontiere’ che l’Aido provinciale organizza ogni anno grazie al contributo dell’uno o dell’altro gruppo comunale. Sempre con la puntuale collaborazione dell’Avis il cui alto spirito della donazione è noto da sem-pre e ben si accomuna a quelli di Aido o Abeo. Quest’anno la predisposizione dei giochi è toc-cata al gruppo di Revere. Vi hanno partecipato oltre un centinaio di donatori dei gruppi comu-nali di Revere, ovviamente, e poi Castel Goffre-do, Gazoldo degli Ippoliti, Curtatone, Rivarolo Mantovano, Virgilio, Volta Mantovana e, non manca mai, Guidizzolo. Si sono sfidati in giochi ormai un po’ dimenticati della tradizione man-tovana, ed a vincere, per la cronaca, è stato il gruppo di Volta Mantovana, seguito da Gazoldo degli Ippoliti e Castel Goffredo a cui toccherà l’organizzazione del prossimo anno. A tutti, perché ciò che conta, soprattutto nella donazione è partecipare, sono stati consegnati premi dal sindaco del Comune di Revere Gloria Regina Bonini, dall’assessore allo sport Luca Bianchi e dalla presidente provinciale Aido An-tonella Marradi. Per i guidizzolesi, raggiunti anche dal sindaco

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cronaca

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Graziano Pelizzaro, è stata un’occasione per visitare il territorio di Revere con la torre, il ca-stello ed i musei permanenti con interessanti mostre.

In San Lorenzo per le quinteAlcune settimane prima avevano seguito con attenzione la ‘lezione’ con cui il prof. Giovanni Zangobbi, storico e docente presso l’Isa di Gui-dizzolo, li aveva intrattenuti nell’Oratorio di San Lorenzo. Così nell’occasione della tradizionale festa di fine anno scolastico, che per le quinte della primaria rappresenta anche la fine di quel ciclo di studi, i ragazzini si sono trasformati in competenti e sicuri ciceroni. La mattinata, presenti i genitori, è iniziata nell’aula magna del comprensivo con la pre-sentazione della mostra con i lavori realizzati dagli alunni sull’antica Roma, seguiti in questi dall’esperta d’arte Aura Zecchini. Poi tutti in-sieme, genitori e ragazzi accompagnati dai loro insegnanti Gianna Moschini, Silvia Simonazzi, Daniela Vinciguerra, Cristina Garutti e Graziano Bardini, hanno raggiunto l’oratorio duecente-sco poco distante dalla scuola. Qui, davanti agli attenti genitori, i ragazzi hanno spiegato il ciclo di affreschi che adornano le pareti della chie-setta soffermandosi sui particolari ed accen-nando all’iconografia classica. Una festa ben congeniata che si è conclusa con un rinfresco organizzato dai genitori ed il ritorno alla scuola dove insieme hanno fatto scorrere le immagini del loro anno scolastico scelte e preparate dal m° Antonio Lanza per concludere con alcune canzoni e con il ‘Fratelli d’Italia’ guidati dalla musicista Francesca Cappa.

25 anni di servizio in parrocchiaLe ‘nozze d’argento’ si possono festeggiare per i motivi più disparati. Il più noto, si sa, è quello dei due coniugi al traguardo dei 25 anni di ma-trimonio. Noi oggi invece parliamo delle ‘nozze d’argento con la parrocchia di Guidizzolo’ le quali, nello specifico, non riguardano i sacerdoti ma la si-gnora Rosanna che da un quarto di secolo è in servizio appunto presso la parrocchia di Guidiz-zolo. Un servizio prezioso che non ha interessa-to solo la canonica ma tutti gli ambienti parroc-chiali, chiesa compresa, verso i quali Rosanna tiene da sempre un’attenzione particolarissima. Lei ovviamente non se lo attendeva, ma alcuni giorni fa i ‘suoi sacerdoti’, quelli con i quali ha collaborato in questi 25 anni e che a Guidizzolo hanno svolto il loro ministero sacerdotale qua-le il parroco precedente don Adriano Avanzi o l’attuale don Libero Zilia, oppure i vicari o i diaconi, le hanno voluto far la sorpresa di una solenne concelebrazione eucaristica. Lei è ar-rivata in chiesa con il marito Luigi Azzini nulla sospettando anzi, sorpresa di trovare figli e nipoti. Poi tutto si è svelato quando sull’altare sono arrivati i sacerdoti. Emozionatissima ed anche incredula ha ringra-ziato il Signore e poi i preti per una festa tanto solenne, partecipando poi anche al pranzo tutti insieme. Una signora solare e sempre attenta; con un pregio in più (per alcuni) o un difetto insopportabile (per altri): una smisurata fede interista che l’ha orgogliosamente portata ad indossare la maglia a strisce neroazzure per una giornata intera all’indomani delle recenti vittorie dell’Inter.

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Revisione auto e motoAnche Guidizzolo dispone, grazie a due giova-ni imprenditori, Ignazio Dellaparte; specialista nelle auto e Diego Nicoli delle moto, di un “Cen-tro Revisioni” all’avanguardia per la strumenta-zione e per l’assistenza che offrono alla clien-tela. La revisione è una scadenza periodica che causa, da sempre, paura all’automobilista. Nel corso degli anni le tempistiche si sono fatte via via più restrittive al fine di assicurare una cor-retta efficienza meccanica dei mezzi circolanti. La “revisione” è il check-up completo di un vei-colo che si effettua periodicamente presso le officine meccaniche autorizzate dal Ministero dei Trasporti per stabilire l’idoneità o meno del mezzo a circolare.

La revisione occupa circa 25 minuti e non bi-sogna fare la prenotazione. É indispensabile presentarsi con la CARTA DI CIRCOLAZIONE IN ORIGINALE. Al nuovo “Centro” guidizzolese possiamo rivolgerci con fiducia.

In-Soliti AttoriLo scorso 27 maggio è andato in scena al Teatro comunale di Guidizzolo lo spettacolo conclusivo del Laboratorio teatrale “In-Soliti Attori”2010“, con la regia di Flavio Cortellazzi e la direzione ar-

tistica della Cooperativa Sociale Teatro Magro. Un momento di ‘teatro speciale’ di impatto signifi-cativo con al centro il tema della solidarietà, una solidarietà non solo immaginata e partecipata ma soprattutto vissuta. Attraverso una compagnia inusuale, con attori inusuali, appunto ‘In-Soliti’. Una collaborazione collaudata ormai da quattro anni di attività tra i ragazzi dell’Istituto Statale d’Arte e i ragazzi del Centro Diurno Disabili di Rebecco e Sacca di Goi-to. Sono stati loro a portare in scena, con la sensi-bilità che li distingue, il tema della solidarietà, per contrastare la tendenza, spesso preponderante, della chiusura in se stessi e dell’attenzione più all’apparire che all’essere. Una iniziativa di gran-de valore umano e sociale che quest’anno ha avuto il sostegno e la partecipazione di un intero territorio attraverso il progetto in rete “Un Gi-rotondo Solidale”, di cui l’Associazione “Gruppo Volontari Guidizzolesi” è capofila e organizzatore: un progetto cofinanziato dalla Fondazione Cariplo che riunisce numerose Istituzioni e Associazioni dell’Alto mantovano sensibili alle tematiche so-ciali. Lo spettacolo mattutino, andato in replica la sera, ha visto i saluti di Mirella Monacelli docente dell’ISA e referente del progetto, la quale ha in-trodotto gli interventi del sindaco Graziano Peliz-zaro, della dirigente ISA Franca D’Amico, dell’as-sessore provinciale Armando Federici Canova, della direttrice del C.D.D. di Rebecco Valentina Salandini. Quest’ultima al termine ha ringraziato i bravissimi attori, il numeroso pubblico, il regista e tutti coloro che hanno contribuito alla realizza-zione dello spettacolo.

cronaca

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cronaca

Buongiorno atletiAl termine di una simpatica partita tra bimbi e genitori (vinta dai bimbi per 8 reti a 6) gli alle-natori hanno inviato ai bimbi una bella lettera di saluto che volentieri riportiamo.Siamo arrivati alla conclusione di questa lunga stagione calcistica e a malincuore dobbiamo salutarci, con la speranza di rivederci l’anno prossimo ancora sul campo da gioco per poter ridere e scherzare ancora insieme, logicamen-te vincendo il campionato... Noi mister abbiamo riso, giocato e tentato d’in-segnarvi il rispetto, l’educazione per il prossi-mo, cioè i vostri avversari e anche compagni di squadra. Speriamo con tutto il cuore che que-sto nostro insegnamento l’abbiate capito e lo mettiate in pratica anche nella vita quotidiana.Un GRAZIE particolare lo dobbiamo a voi ragaz-zi che con la vostra semplicità e i vostri modi di fare ci avete trasmesso tantissime emozioni. Abbiamo fatto il possibile per trasmettervi le stesse sensazioni da noi provate, non sappia-mo esattamente se questo è avvenuto o meno ma ce l’abbiamo messa tutta cercando inoltre di farvi capire la passione che mettiamo noi in questo gioco bellissimo, che è il CALCIO. Un’ultima cosa breve ma essenziale per farvi capire quanto teniamo a voi. Le urlate da noi fatte in campo erano per favi capire la cosa giusta da fare in ogni occasione, in campo e fuori, insomma sempre per il vostro bene. Sia-mo contenti di voi, avete dimostrato d’avere im-

mense doti e qualità calcistiche, fieri d’avervi allenato e con la speranza che le nostre strade proseguano insieme anche in futuro. Ci ricor-deremo di tutto e dì più, soddisfatti del nostro percorso vi lasciamo col sorriso, incerti se piangere o sorridere, ma più convinti di sorri-dere perché felici di essere stati vostri mister. GRAZIE.

Marco e Matteo

Santa Messa in S. LorenzoNei giorni scorsi un gruppo di oltre 60 persone guidate da don Lamberto Leva parroco di Bina-te nel milanese, dopo un viaggio a Solferino e San Martino per visitare i luoghi della Battaglia del 1859 hanno voluto celebrare la santa Messa nell’Oratorio di San Lorenzo.Don Lamberto, amico da molti anni di Fausto e Loredana, era già venuto a visitare l’Orato-rio e ne era rimasto colpito per la tranquillità del luogo, la ricchezza dei suoi affreschi e la cura con cui viene tenuto. Ha chiesto al Comu-ne di potervi celebrare la santa Messa in oc-casione di questo viaggio di approfondimento storico-culturale. Dopo il pranzo che si è tenuto alla “Trattoria Birbesi” sono state donate agli ospiti; dal Comune copie del volume “Il pricipe e l’eremita” e dal centro Culturale S. Lorenzo copie del “Quaderni Guidizzolesi” che trattano dell’Oratorio.

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Notiziedall’Amministrazione

A CURA DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI GUIDIZZOLO

Restaurati gli arredi di San LorenzoIl 25 settembre prossimo l’Oratorio di San Lo-renzo ritroverà i propri arredi restaurati dallo Studio Restauro Arte di Cesarino Monici, lo stesso che ha curato il recupero dell’importan-te ciclo di affreschi di cui la chiesetta è ador-nata. Saranno collocati in teche appositamente indicate dalla Soprintendenza la quale ha se-guito passo passo tutti i lavori approvandone i risultati. Si tratta, complessivamente, di una settantina di manufatti tutti provenienti da San Lorenzo, databili tra il XVI e il XIX secolo. Princi-palmente candelabri, porta palme, cartagloria o reliquiari, alcuni dei quali contengono ancora le reliquie originarie, ex voto dipinti su tavola, cornici varie. Parte sono strutturati in legno tornito o intagliato, decorati su imprimitura con dorature, argentature meccate e laccate; altri sono in metallo di ottone fusi e torniti o sbalzati e cesellati. L’importanza di questi manufatti, dal punto di vista storico, si inquadra nell’ambito del recupero complessivo dell’Oratorio; tutta-via il loro esame non deve e non può ridursi ad una carrellata, veloce o particolareggiata, di ‘oggetti del passato’ in quanto va inscritto nella più ampia pagina della storia dell’arte e, forse

più ancora, della storia di un’intera comunità. ‘Il dotarsi di –cose belle- per esprimere e cele-brare le funzioni del culto della propria fede, ci dice Cesarino Monici, è sempre stata una delle massime aspirazioni delle Comunità Cristiane. Nell’altare si identificava la presenza di Cristo, così come nei reliquiari la testimonianza viva e tangibile dei Martiri della fede. E’ in questa ottica, prosegue, che questi manufatti vanno intesi per far capire a coloro che non vi danno giusta rilevanza, oppure li sottraggono e li di-sperdono, quanto di arte, memoria e vita di in-tere comunità vadano disperse con essi. Questi oggetti, conclude, insieme all’intero complesso con le sue pitture, le sculture e gli intarsi lignei o la tarsie marmoree, rendono ragione di un passato culturalmente alto, attivo e stimolante per un futuro di medesimo profilo’. Il recupe-ro ha seguito un iter particolarmente lungo, iniziato di fatto nel 1997 quando la pratica del progetto architettonico generale, che al mo-mento contemplava anche tutti gli arredi e le pitture interne, aveva dapprima trovato compe-tenza presso la Soprintendenza ai Monumenti di Brescia, la quale predispose un complesso

A - Sec. XVII Crocefisso di arredo d’Altare Maggiore.

Stato finale di restauro.

B - Sec. XVII Reliquiario a teca con

reliquia, intagliato, argentato e meccato.

Stato finale di restauro.

C - Sec. XIX Reliquiario, intagliato, argentato e meccato.

Stato finale di restauro. B C A

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monitoraggio finalizzato al recupero di tutto il complesso ‘museale’ all’epoca in fatiscente stato di abbandono per incuria e umidità. La competenza poi passò alla Soprintendenza di Mantova. L’acquisizione della chiesetta al patrimonio comunale nel 1995 ha di fatto sal-vato questo straordinario monumento il quale ora, con il rientro degli arredi, ritorna al pro-prio stato pressoché originario. Il recupero di queste suppellettili, come del resto di tutto il complesso, è stato di tipo conservativo, ma-terico-strutturale, ma anche estetico per quel tanto che è servito ad amalgamare le lacune all’originale esistente, riconducendo le opere ad una lettura corretta e godibile secondo i primari intendimenti estetico-funzionali senza, tuttavia, incorrere in ricostruzioni arbitrarie. Il restauro è stato voluto e finanziato dall’Ammi-nistrazione Comunale di Guidizzolo con il con-tributo della Fondazione Cariplo.

D - Insieme degli arredi in fase intermedia di restauro

E - Sec. XVII - Cartagloria dell’altare della Pietà Reliquiario, intagliato, argentato e meccato.

E/1 - Stato finale di restauro, e particolare stato iniziale.

F - Sec. XVII - Reliquiario a teca con reliquia, stato iniziale di restauro (Stesso oggetto della foto B).

G - Altare della Pietà. Visione riferita all’anno 1966

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Che il clima stia cambiando ormai è noto a tutti.Le nostre zone, ma anche l’Italia intera sono sempre più spesso interessate da perturbazioni di violenza inaudita. Guidizzolo poi ne sa qualcosa, basta pensare al tornado di tre anni fa.Il 19 e 20 giugno scorsi un nubifragio di portata ecce-zionale ha interessato anche il nostro territorio, dopo che nei giorni precedenti aveva sconvolto mezza Euro-pa, provocando anche numerose vittime.Particolarmente nella giornata di domenica 20 una va-sta zona del territorio comunale ha subito allagamenti, soprattutto a Birbesi e Rebecco. La portata delle precipitazioni è stata senz’altro ecce-zionale, ma alcuni vecchi problemi sono tornati d’at-tualità. Fra questi, prioritaria è senz’altro la questione della pulizia dei fossi: il deflusso dell’acqua piovana risulta talvolta ostacolato da una loro cattiva manu-tenzione, che per regolamento è a carico dei frontisti.

É vero peraltro che la Seriola Marchionale e la Seriola Birbesi più di tanto non riuscivano a scaricare, e quin-di a ricevere, ma alcune esondazioni su tratti stradali sono state causate da intasamenti dei fossati.Sarà necessaria dunque una maggiore attenzione, a scopo preventivo, accompagnata da sanzioni per chi non provvede.Un ringraziamento va poi alla Protezione Civile di Gui-dizzolo, impegnata per tutto il tempo del nubifragio, in-sieme al personale comunale, allo scopo di far fronte all’emergenza ed alleviare i disagi della popolazione più esposta.Smentiti, infine, coloro che affermano che l’area dove sorgerà la nuova scuola materna (foto 1) sia poco ido-nea perché paludosa. Il terreno ha assorbito benissi-mo la pioggia abbondante di quei giorni, così come la zona circostante. Diversa la sorte per la campagna tra Guidizzolo e Birbesi (foto 2).

Nelle scorse settimane l’organico degli uffici comu-nali ha registrato alcune novità significative.Il tecnico comunale, arch. Alessandra Madella, ha chiesto ed ottenuto la mobilità verso il Comune di Goi-to, andando a dirigere l’ufficio dove aveva prestato servizio fino al 2005.Analogamente la comandante l’ufficio di Polizia Loca-le, Ramona Tarchini, ha partecipato ad un bando per mobilità del Comune di Castiglione delle Stiviere, ri-sultandone vincitrice.L’Amministrazione Comunale, che ha ritenuto di non

ostacolare le loro scelte personali e professionali, formula ad entrambe i migliori auguri di successo, insieme ai ringraziamenti per il servizio prestato alla comunità guidizzolese.Alla direzione dell’ufficio tecnico comunale è stata promossa l’ing. Giovanna Negri, già in servizio presso lo stesso ufficio.In biblioteca, infine, l’esito del concorso pubblico ha confermato in servizio di ruolo l’aiuto bibliotecaria Arianna Fornari.

Novità negli uffici comunali

Cambiamento climatico

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Con i recenti lavori di sistemazione dei vialetti al ci-mitero comunale l’Amministrazione comunale, con un finanziamento regionale Frisl, ha messo mano all’ade-guamento del sistema di viabilità pedonale e ai colle-gamenti funzionali in modo da garantire l’accesso e la percorribilità ai non deambulanti, alle persone anzia-ne, ai passeggini, al carrello portaferetri, alle scarpe con i tacchi, ai veicoli e mezzi su ruote in generale. La nuova pavimentazione, realizzata su prescrizione del-la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesag-gistici per le provincie di Brescia, Cremona e Manto-va, è costituita da 15 cm di terra stabilizzata, materiale organico, naturale, ecologico e drenante. Si ottiene dalla miscelazione di materiale terroso, tipo stabiliz-zato di cava, con calce idraulica e l’aggiunta di una soluzione di sali non tossici a base di silicati, fosfati e carbonati di sodio e potassio, atti ad assicurare il consolidamento e la stabilizzazione dell’impasto con l’eliminazione dell’interferenza dovuta alle sostan-ze organiche attive. L’effetto che si ottiene non deve essere come l’asfalto o una gettata in cemento, ma deve richiamare il sentiero in ghiaietto. Così ha voluto la Soprintendenza, per cui quelli che a qualcuno sono sembrati difetti di realizzazione, in realtà sono gli ef-fetti cercati. In occasione delle opere di sbancamento dei vialetti sono state rinvenute, ad una profondità di circa 15/20 centimetri, due antiche lapidi, Come è noto anticamente anche la comunità di Guidizzolo aveva

il proprio cimitero intorno alla chiesa dei Ss. Pietro e Paolo. A partire dalla fine del XVIII secolo, per motivi igienici, tutti i comuni e la parrocchie del mantovano dismisero i vecchi cimiteri e ne costruirono di nuovi fuori dai centri abitati. A Guidizzolo ciò avvenne intor-no all’anno 1840. Probabilmente di ridotte dimensioni (circa la metà dell’attuale campo 1), con una semplice recinzione e con tutte sepolture ad inumazione quin-di senza loculi o tombe in muratura, il cimitero acco-glieva le salme dei defunti sulle quali venivano posate lapidi commemorative come quelle ritrovate, datate 1850 e 1879, che ora saranno ripulite e collocate quale memoria storica su alcune pareti interne del cimitero.

Nuove pavimentazioni al cimitero

La strada degli Squadri e via PoSono iniziati nei giorni scorsi i lavori che riguardano due importanti arterie del nostro Comune. Per strada Squadri, lo “stradoncino” che collega direttamente la frazione Rebecco con la statale, si sta procedendo all’allargamento. Il costo dell’intervento è a carico dei privati, mentre il Comune ha proceduto unicamente all’acquisizione dei ritagli di terreno necessari all’am-pliamento.Contemporaneamente sono iniziati i lavori di realiz-zazione dell’ultimo tratto di via Po, sempre a carico dei privati lottizzanti. Questo intervento consentirà di completare la viabilità nord da via don Sturzo fino alla zona industriale, quindi alla statale. Con queste opere si otterrà un alleggerimento del traf-fico nel centro urbano.

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Istituto Superiore d’Arte

A cura del dirigente scolastico Prof.ssa Franca Damico

Alessandro Dal Prato

Un premio alla creatività di grande prestigio quello che gli alunni Zanetti Clara IB, Piovanelli Andrea IIIB, Ber-tani Arianna e Maknaoui Hanane IVB, accompagnati dal Prof. Yuri Fischetti, hanno ricevuto dalle mani del Presidente di Italia Nostra Alessandra Mottola Molfi-no nella Sala della Ragione dello storico palazzo dei Capitani del Popolo ad Ascoli Piceno in occasione del Congresso nazionale dell’Associazione. L’Istituto d’Arte di Guidizzolo si è infatti classificato al

primo posto al concorso nazionale “Da Rifiuto a Risor-sa”, una competizione che Italia Nostra Onlus bandi-sce già da qualche anno nell’ambito della campagna nazionale “Paesaggi sensibili” rivolta a studenti e stu-dentesse delle superiori con lo scopo di sensibilizzare i giovani sulla necessità di un futuro più equo, armo-nioso, sostenibile, rispettoso del prossimo e delle ri-sorse del pianeta. Una iniziativa inquadrata nel protocollo di intesa tra Italia Nostra e Miur, realizzata con il sostegno dell’ UNESCO per promuovere le at-tività -Decennio per l’Educazione allo Sviluppo Soste-nibile- lanciate dall’Assemblea Generale delle Nazio-ni Unite nel 2005 , a cui Italia Nostra partecipa come membro del Comitato Scientifico. Il concorso invitava pertanto i giovani a formulare progetti e iniziative volti alla riduzione, allo smaltimen-to, al recupero e riutilizzo dei rifiuti, ed al contempo a riflettere sugli effetti fortemente negativi che l’errata gestione della problematica dei rifiuti può avere sul territorio, riguardo l’igiene e l’estetica delle città, e sull’ambiente.I nostri studenti, coordinati dai docenti A. Slamone, M.R. Milo, M. Brotto, Y. Fischetti e E. Poletti,in gruppi o singolarmente, hanno prodotto e inviato al concorso molteplici progetti e manufatti. I lavori, presentati su grande schermo nel corso dell’assemblea di Ascoli Piceno, hanno ricevuto l’ap-prezzamento del pubblico presente ed in particolare quello della prestigiosa Giuria del concorso, che ha premiato, tra le tante opere pervenute da tutta Italia , proprio quelle dei nostri studenti per la grande origi-nalità , la precisione esecutiva, nonché per l’accura-tezza della loro presentazione.Davvero una bella opportunità che ha permesso ai nostri alunni di vivere un’ esperienza particolarmen-te gratificante, oltre che di grande valore formativo, civile e sociale, ma anche un’ottima occasione, colta al volo dalla Scuola d’Arte guidizzolese, di finire per meriti artistici sui Mass-Media nazionali. Grazie ragazzi!!!

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Istituto Superiore d’Arte

1. Sabato 18 settembreSUL LAGO DA SAN LUIGICon la barca solare, ammirando la flora e la fauna del lago Superiore, si naviga sino a Ri-valta, donde si passa a Rodigo, che conserva nella bella chiesa parrocchiale due antichi dipinti relativi a San Luigi Gonzaga.Percorso in pullman e in battello. Contributo alle spese . 20,00 Prenotazione obbligatoria

2. Sabato 2 ottobreLA FORMA DELLA CITTÁL’aspetto di Mantova, come appare in due di-pinti del Quattro e del Seicento a confronto con quello attuale.Passeggiata in città. Contributo alle spese . 10,00

3. Sabato 16 ottobreDUE CHIESE RINNOVATEI recenti restauri consentono di ammirare le belle forme delle chiese settecentesche di San Barnaba e Ognissanti, rivedendo nel contempo i preziosi dipinti che custodiscono

e le antiche strutture conventuali annesse.Passeggiata in città. Contributo alle spese . 10,00

4. Sabato 30 ottobreLE BELLE SAGRESTIEVisita di due sagrestie, con i loro tesori e sco-nosciute opere connesse: quella di Sacchet-ta, con le memorie dei marchesi Cavriani, e quella del Polirone, con il dipinto di Saverio Della Rosa recentemente ricuperato.Percorso in pullman. Contributo alle spese . 20,00Prenotazione obbligatoria

5. Sabato 13 novembreI TESORI DI SUZZARAItinerario nel centro della città con la chie-sa dell’Immacolata, ricca di antichi dipinti e sculture tra cui due capolavori: la tela sei-centesca raffigurante San Longino e la sta-tua cinquecentesca detta “Madonna della Cherubina”.Percorso in pullman. Contributo alle spese . 20, 00Prenotazione obbligatoria.

Alla scoperta del museo diffuso

A chi prenota i cinque itinerari, in omaggio la partecipazione a LE PAROLE DIPINTE, la visita alla mostra IL GIRO DEL MONDO IN BIBLIOTECA e sconti sulle pubblicazioni disponibili al bookshop.

Visite, informazioni e prenotazioni: MUSEO DIOCESANO “FRANCESCO GONZAGA” Mantova, Piazza Virgiliana 55 mercoledì - domenica ore 9.30-12 e 15-17.30 - tel. e fax 0376 320602 - [email protected]

Oltre a quelli ben noti, Mantova possiede un altro grande museo, costituito dalle innumerevoli opere d’arte disseminate in città e in provincia: un “museo diffuso”, per larga parte ancora da esplorare. Allo scopo si propongono per l’autunno 2010 cinque itinerari a tema, volti a scoprire opere collegate con alcuni dei capolavori ammirabili al Museo, dal quale ogni itinerario comincia.Gli itinerari sono guidati da Mons. Roberto Brunelli con Marco Rebuzzi e Bruno Cavallaro. Tutti partono dal Museo Diocesano, piazza Virgiliana, 55 alle ore 15 e si prolungano per circa tre ore.

Ristorante

Tel. 0376 818697via H. Dunant, 46 Guidizzolo (MN)

www.ristorantelacollinetta.it

Menù della casa:Antipasti di pescePaella al pescado

da Fabio

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A cura di Sandra Tosi

Anima e cuore

Qualcuno dice che il computer è il mezzo di co-municazione più freddo che esista.Eppure non di rado, rappresenta per molti una finestra spalancata sul mondo. Spazi e latitudini non hanno più confini certi e definiti, persone di diverse etnie, diverse reli-gioni, usi, costumi o idiomi differenti, possono “incontrarsi” nel desiderio di comunicare sem-pre e comunque con il linguaggio universale della musica, ad esempio, o dell’arte ma, anche nel semplice desiderio di condividere qualcosa di bello, gradevole ed edificante. Non è poco, soprattutto considerato che tutto ciò avviene tra persone che nella vita, forse, non si incon-treranno mai! Questa è una nuova dimensione della comuni-cazione: nelle amicizie internettiane tutto ciò che è esteriorità diviene inutile, non vi sono di-strazioni perciò. La voglia di essere presente è spesso ricono-scibile in un “clic” su inoltra, che basta già a condividere e far girare un file, in tempo reale, a chilometri di distanza… Quante persone ho conosciuto e quante ami-cizie! Qualcuno mi scrive in italiano, magari “maccheronico” (ma spesso meglio di come scrivono molti Italiani!) per gli altri c’è il tradut-tore ed ho cominciato pure ad imparare qual-che parola straniera. Certo bisogna stare attenti, gli infami esistono ovunque ed anche in internet, ma basta gettarli nel cestino e nei casi più seri rivolgersi alle for-ze dell’ordine che a disponibilità e competenza, sono davvero splendide.Io sono stata fortunata finora: con George, ca-nadese, stimato professore e ricercatore che adora l’Italia e la “sua” Roma dove si è ampia-mente meritato la sua prima laurea in medicina. Alfredo Puppo da anni in Venezuela, che mi ha

mandato la foto di tutta la sua splendida fami-glia, E ancora: Ahnna dal Brasile, Leon Maria dal Perù, Sunny da Malta, Magdalena dall’Ar-gentina e da tutta Europa!E poi tanti dall’Italia: Padre Adriano cattedra-tico Salesiano, Il dott. Maurizio e la splendida sorella Emilia, che conoscerò nel mio prossimo viaggio a Roma, Nicola e Antonio con la moglie Tina da Mergellina, Suor Mary da Macerata che spero di conoscere prestissimo.Il prof. Eugenio, il dott. Alessandro di Roma e ancora: Florinda di Ostia, Anna, Renata e Pao-la di Milano, Antonello e la moglie Elda, umbri, Emilio e Tullia lui romano la moglie di Curtato-ne… E sono solo alcuni. Ma tanti altri, che non cito, mi hanno chiesto di ricevere la Notizia, per conoscere il mio paese!Amicizie che si consolidano, pur non conoscen-dosi di persona, magari solo con una telefonata ogni tanto e scambi di opinioni. Ma c’è di più. Non di rado, le conoscenze via etere divengono reali e nascono vere e profonde amicizie, com’è successo con alcuni dei citati ma soprattutto con la romana GiEffebis e la bresciana Macc-Dany, per chi conosce le presentazioni in Po-werPoint, Gina e Daniela per il resto del mondo!Ed è una e-mail di Gina (più che un’amica è una sorella) che vi voglio regalare, per far comprendere quanto c’è da imparare da tutte queste GRANDI amicizie in rete (la lettera verrà pubblicata sul prossimo numero, per ragioni di spazio).Concludo quindi, mandando a Gina, che si è in-namorata di Guidizzolo e a tutti gli amici lettori, lontani o vicini, un abbraccione mantovano at-traverso la Notizia, che unisca il globo a tutto tondo!

Sandra [email protected]

Amici online

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Pensioni e dintorni...A cura di Paolo Zani, Consulente previdenzialeI lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale

Dal 1° luglio p.v. sarà corrisposta dall’INPS (per le pensioni del settore privato) o dall’INPDAP (per quelle del settore pubblico) la cosiddetta “quattordicesima” ovvero quella somma aggiuntiva annuale che la Legge 127 del 2007 ha previsto in favore dei pensionati a basso reddito.Gli interessatiI possibili beneficiari di questa somma aggiuntiva sono i ti-tolari di pensioni (ex lavoratori dipendenti e ex lavoratori autonomi) che abbiano già compiuto o compiano nel 2010 i 64 anni di età e che non abbiano redditi personali (non si valuta il reddito dell’eventuale coniuge) superiori a una volta e mezzo l’importo annuo del trattamento minimo. Per l’anno 2010, in considerazione del fatto che il trattamento minimo mensile è fissato in 460.97 E, la soglia di reddito da non superare è pari di 8.988.92 E (E 460.97 x 13x 1,5).Gli aumentiPer evitare che, come è avvenuto in passato, la cifra sia distribuita a pioggia, appiattendo le differenze tra chi ha pagato più contributi e chi ne ha versati di meno, la legge prevede un importo differenziato del beneficio in base agli anni di contributi versati per ottenere la pensione, secondo la seguente tabella

Se la pensione a cui attribuire l’aumento è una pensione di reversibilità, per stabilire a quale fascia di aumenti si abbia diritto, il numero dei contributi accreditati in favore del co-niuge defunto si abbatte del 40 %.I requisiti Come ho accennato, per ottenere la quattordicesima oc-corre essere in possesso di due requisiti: quello anagra-fico dei 64 anni e quello reddituale. Mentre per verificare il requisito anagrafico basterà guardare la data di nascita, più complesso è, invece, il meccanismo per accertare il re-quisito reddituale che non deve superare, per l’anno 2010, l’importo lordo di 8.988,92 E.Come già detto, contrariamente a quanto avviene per altre maggiorazioni od integrazioni, per attribuire la quattordice-sima si tiene conto solo del reddito personale del pensiona-to e non anche di quello cumulato con l’eventuale coniuge.Si deve tener conto di tutti i redditi personali valutati al lor-do, con la sola esclusione dei redditi derivanti dalla casa di abitazione, dalla percezione degli assegni al nucleo fa-miliare e delle indennità di accompagnamento e dei redditi derivanti dal pagamento dei trattamenti di fine rapporto di lavoro e di quelli soggetti a tassazione separata.I redditi rilevanti sono:• Redditi da pensione, comprese quelle erogate da Stati Esteri• Redditi di lavoro dipendente e assimilati• Redditi di lavoro autonomo, professionale, parasubordina to e d’impresa in Italia e all’estero

• Interessi bancari, postali, dei BOT, dei CCT e dei titoli di Stato, proventi di quote di investimento, vincite al lotto e lotterie, ecc.• Redditi di partecipazione in società e imprese• Redditi di terreni e fabbricati in Italia e all’estero (esclusa la casa di abitazione)• Altri redditi assoggettabili all’IRPEF (compresi gli assegni alimentari e di sostentamento, i redditi di capitale, ecc.)• Rendite vitalizie o a tempo determinato costituite a titolo oneroso in Italia e all’estero• Altri redditi non assoggettabili all’IRPEF• Prestazioni assistenziali in danaro erogate dallo Stato o altri Enti pubblici o Stati esteri (escluse le indennità di accompagnamento per invalidi civili, le indennità previste per i ciechi parziali e l’indennità di comunicazione per i sordomuti)• Lavoro dipendente prestato all’estero• Quote di pensione trattenute dal datore di lavoro• Assegno di mantenimento corrisposto dal coniuge separato• Redditi da capitali prodotti all’esteroLa “Quattordicesima” ridottaPer redditoÈ frequente il caso in cui il reddito personale supera il li-mite degli 8.988.92 euro ma è comunque inferiore al reddi-to incrementato dell’importo degli aumenti; in questi casi l’aumento sarà erogato in misura tale da non superare quest’ultima soglia.Per comprendere il meccanismo ipotizziamo il caso di un pensionato con 30 anni di contributi e con un reddito per-sonale di 9.100 E. In questa ipotesi il reddito del pensio-nato è superiore al limite degli 8.988,92 E ma è inferiore ai 9.492,92 E ovvero alla somma del reddito richiesto per otte-nere l’aumento più l’importo del beneficio che, nel caso di un pensionato con più di 30 anni di contributi, è di 504 euro. L’incremento che sarà pagato dall’INPS sarà di 392,92 euro che, sommati agli 9.100 euro del suo reddito personale, gli consentiranno di non superare la soglia di 9.492,92 euro.Per compimento dei 64 anni nel corso dell’annoIn questo caso la “quattordicesima” viene rapportata ai soli mesi successivi al compimento del 64^ anno di età. Così, ad esempio, un pensionato nato il 5 agosto 1946 con 28 anni di CTB da lavoro dipendente invece di percepire l’intero im-porto di 504,00 euro percepirà solo i 4/12 della somma vale a dire 168,00 euro.Cosa fare per ottenere la quattordicesima?In generale il pensionato non deve fare alcunché per otte-nere questo beneficio che, di norma, viene erogato auto-maticamente in base alle dichiarazioni reddituali (i cosid-detti modelli RED) già acquisiti.Può verificarsi il caso in cui queste dichiarazioni non sia-no mai state presentate oppure siano state compilate in modo errato ed allora è necessario presentare una richie-sta all’INPS o all’INDAP compilando, ovviamente, il modello RED.

Paolo [email protected]

A luglio la “quattordicesima“ ai pensionati a basso reddito

Lavoratori dipendenti (anni di contribuzione)

Lavoratori autonomi (anni di contribuzione)

Somma aggiuntiva

Fino a 15Sopra i 15 e fino a 25

Oltre i 25

336 E420 E504 E

Fino a 18Sopra i 18 e fino a 28

Oltre i 28

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Ingredienti per 4 persone

Tritare finemente i fichi e il prosciutto crudo, amalgamare bene i due ingredienti e poi pro-cedere nel modo tradizionale nella preparazio-ne della pasta.Disporre il ripieno nei quadrati della sfoglia e chiuderli nel modo tradizionale. Il ripieno non ha bisogno di correzioni di sale perché il pro-sciutto dovrebbe dare la giusta sapidità.Cuocere i ravioli in abbondante acqua salata, scolarli e servirli conditi con burro fuso, salvia e poco timo.

Preparazione

Vini consigliatiMerlot, rosso della Cantina PrendinaIn alternativa anche un Cabernet

400 g di fichi essiccati400 g di prosciutto crudosalvia e timo

Per la pasta250 g di farina (per metà grano tenero e metà grano duro)2 uova1 pizzico di sale

a cura di Donatella Lusenti

Ravioli con fichi e crudo

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Proponiamo la ricetta del Bar Trattoria “Al Monu-mento” di Birbesi via Monumento (chiuso al gio-vedì). La ricetta proposta è un primo piatto che indubbiamente fa parte delle tante proposte che la titolare, signora Sonia, propone stagionalmente ai propri affezionati clienti; Ravioli con fichi e crudo, conditi con burro fuso salvia e poco timo.

Indubbiamente la creatività e l’esperienza della titolare sanno proporre durante, l’arco delle stagioni, piatti che rispettano la tradizione valorizzando i prodotti del territorio, basti ricordare marmellate e mostarde di loro produzione e anche per questa ricetta il procedimento per l’essicazione dei fichi è curata da loro. Tra le numerose proposte ricordiamo: ravioli con mascarpone e noci, tortelli di zucca, ravioli con radicchio rosso, mele e spek, filetto con melagrana, spezzatino con carciofi, arrosti con uva, mele e arancia.

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Psicologiaa cura della Dott.ssa Giulia Stuani

I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale

Il fenomeno dei crop circles, i cerchi nel grano, sono presenti in tutto il mondo, si può risalire ai più vecchi negli anni ’60 in terre inglesi, ma nell’ultimo periodo si sono moltiplicate queste opere anche in Italia; solo negli ultimi 3 mesi ne sono stati trovati 28, nelle province di Padova, Caltanissetta, Viterbo, Brescia, Milano, Torino, Faenza, Ravenna, Cuneo, Macerata, Pesaro-Urbino, Ancona, Perugia, Livorno, Pavia, Udine e numerose altre. I più creativi sostengono che questi disegni vengano svolti da mani aliene, da extraterrestri in grado di piegare, ma non spez-zare, le spighe di grano, con lo scopo di inviarci messaggi, che però nessuno è ancora riuscito a codificare; altresì, è stato dimostrato che alcuni dei disegni rurali sono stati svolti da mano uma-na, con lo scopo di muovere l’opinione pubblica. Non si vuole qui affrontare una disquisizione sul-la veridicità o meno di questi “segni”, ma, data la loro numerosità incipiente, nell’ultimo periodo mi è capitato sempre più spesso di sentirne par-lare e di pormi quindi alcune domande sul com-portamento umano. Di fronte a questi misteriosi disegni, l’animo umano tendenzialmente di ritrova a dover risolvere un dubbio (sono stati gli alieni oppure no?) e le posizioni che si riscontrano più facilmente sono quelle estreme: da un lato coloro che credono nella presenza aliena senza andare in cerca di eventuali prove e dall’altro coloro che sostengono che siano solo opere umane senza considerare che ci sono dettagli non riconduci-bili all’uomo, perlomeno allo stato attuale delle conoscenze che la scienza ha a sua disposizione. Ma andiamo oltre anche a questo. Ciò che acco-muna queste due posizioni mentali è la conside-razione che “l’altro” (l’alieno) esista: nel primo caso lo si dà per scontato, nel secondo lo si nega con tutte le forze, ma per negare qualcosa biso-gna averlo presente. Siamo, quindi, per l’ennesima volta, di fronte alle reazioni dell’animo umano a paragone con l’altro, con il diverso, con lo sconosciuto; il fatto che,

trattandosi di alieni, in questo caso, si possano tingere le discussioni di mistero, non implica che il comportamento umano sia diverso da tutte le altre volte in cui si ritrova ad avere a che fare con un’entità diversa, sia essa di un colore diverso della pelle, di nazionalità diversa, di mentalità di-versa, con una disabilità fisica o psichica, o un extraterrestre. L’uomo si comporta sempre nello stesso modo: o decide di reprimere il diverso, o decide di allearcisi riponendo in esso fiducia; ma come si nota, entrambe le posizioni presumono un cambiamento dello stato attuale delle cose. A questo punto, mi sono chiesta, quanto possi-bile sia, invece, una terza via, cioè quella della “convivenza”, nel senso che “i normali” ed “i di-versi” possano coesistere all’interno della stes-sa società, e qui si riaprono tutte le discussioni che in Italia perdurano da anni sull’immigrazione, sull’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro, sul recupero dei carcerati o dei tossicodipenden-ti, per dirne alcune; inutile negarlo, il nostro Bel Paese ha ancora molte difficoltà ad accettare le differenze tra le persone, siamo ancora molto in-dietro culturalmente per poter fare un passo così grande. Per contrasto, ho pensato, invece, all’In-ghilterra, luogo in cui gli immigrati, o le persone di colore diverso, o i disabili fisici e mentali, sono inseriti nel mondo “dei normali” tranquillamente, dove vi è una coesistenza serena, colorata, a pre-scindere, di rispetto per l’altro. Quindi, una folgorazione: se provassimo a conce-pire che gli alieni esistano e che ci stiano man-dando dei messaggi, possiamo permetterci di non considerare che la maggior parte dei messaggi sia stata lasciata in terre dove si è più pronti alla coabitazione? Sugli alieni, concediamoci il bene-ficio del dubbio, ma teniamoci quanto di buono è possibile nella nostra quotidianità: nessuno è normale e nessuno è diverso (o alieno), se non siamo noi stessi a costruirlo così.

Giulia Stuani

I “crop circles”: chi sono gli alieni?

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iPerle ai porciUn libro sulla scuola. Scritto dal punto di vista del professor Perboni, il cui metodo è quel-lo della ‘carogna’. Fin dall’inizio afferma di ri-nunciare a priori ad insegnare qualcosa agli studenti parcheggiati -letteralmente secondo la sua descrizione- in classe dai genitori. Ma non sempre questo ‘personaggio-carogna’ è presente: in più di un’oc-casione infatti fa capolino la sua volontà d’insegnare al suo studente-tipo (la cui più alta ispirazione sareb-be quella di far parte di un reality show…).Uno spaccato della vita scolastica attuale, che ci accompagna lungo un intero anno di scuola e ci mostra uno spettacolo squallido, per certi versi maligno, raccapricciante e, purtroppo, sotto molti aspetti reale. Per fortuna il terribile Gianmarco Perboni (pseu-donimo dietro il quale si nasconde in apparenza un vero professore), autore di questo testo, è dotato d’in-credibile ironia! Come non sorridere delle tante disavventure fatte subire agli studenti? Come non ridere delle riunioni dei professori, in cui le professoresse commentano i flirt dei propri studenti e li seguono come fossero serie televisive e i professori leggono il giornale? E vogliamo parlare dei colloqui con i genitori in cui si vedono le realtà più diverse? Da genitori per cui la scuola è solo qualcosa con cui i figli passano il tempo per dedicarsi poi ad attività migliori e più incisive quali…il calcio, a genitori che non verificano neppure il rendimento sco-lastico dei propri pargoli. Secchioni che chie-dono ai professori di fingere di mettere loro dei brutti voti per non essere pestati, lo stesso

professor Perboni che graffia i motorini di alcu-ni studenti per vendetta e molto altro in questo libro satirico.Uno sguardo tragicomico sull’istituzione sco-lastica dei nostri giorni sempre più preda di cambiamenti radicali in senso, il più delle volte, discutibile. Dopo aver ghignato più volte leg-

gendo questo diario del professore riconoscendo situazioni vissute anche nella mia classe delle su-periori, non potevo non chiedermi che fine faran-no gli studenti che non hanno avuto la mia stes-sa fortuna di trovare pro-fessori in grado di farli ra-gionare. Esistono ancora professori che chiedono “cosa ne pensi dell’argo-mento studiato?” durante le interrogazioni? Esisto-no ancora queste rocce dell’insegnamento che non vogliono la lezionci-na imparata a memoria, ma un’analisi personale? Esistono ancora nella scuola superiore?E qui arriva la nota ne-gativa: se gli studenti di

oggi sono, come dice il professor Perboni, ‘la generazione scoraggiante, irrecuperabile, bo-vinamente supina’ come si fa a cambiare la si-tuazione?Tutti dovrebbero prenderne consapevolez-za, giovani in primis visto che il futuro è loro, ugualmente i genitori, che desiderano un futuro roseo per i loro bambini e anche i professori, che dovrebbero non-essere carogne!Auguro una buona, leggera e divertente lettura a tutti sotto questo caldo sole estivo!

Marta Leali

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Vorrei parlarvi di tante cose, in questa calda notte di giugno. Vorrei parlarvi di orrende visio-ni, di un regista misconosciuto e forse anche di cucina. Ma andiamo con ordine.Leggo su un vecchio giornale: “Riapre la pizze-ria Conca D’oro, a Senna Comasco”. E fin qui nulla di strano se non che, nel forno di quella pizzeria, ai primi di febbraio, è stata infilata una testa umana. La vicenda è questa: la sera del 2 febbraio Alberto Arrighi, titolare di una famo-sa armeria nel centro di Como, spara a Giaco-mo Brambilla per una squallida storia di soldi. Dopo averlo uccciso, Arrighi chiama il suocero, titolare della pizzeria di Senna Comasco. Ema-nuele La Rosa corre all’armeria e resta lì mentre Arrighi taglia la testa a Brambilla (“Per rendere difficile il riconoscimento”, dirà poi). I due quin-di partono in auto in direzione di Domodossola. Il corpo di Brambilla, avvolto in sacchi della spazzatura nera, viene lasciato in un bosco. E la testa? I due se la portano dietro. Arrivano alla pizzeria Conca D’oro. Lì La Rosa tira fuori una teglia bella capiente e dice ad Arrighi: “Tieni, la testa mettila qui”. Detto fatto, la testa finisce in forno. La Rosa appende un foglio: “Non aprire, deve cuocere molto”.Penso che nessuno al mondo abbia mai sentito parlare di Michael Wotruba, di Peter Newton, di Kevin Mancuso, di John Larson, di David Hills o di Robert Yip. In effetti queste persone non esi-stono anzi, sarebbe meglio dire, questa persona non esiste. Quelli citati non sono altro i moltepli-ci pseudonimi utilizzati da Aristide Massaccesi, al secolo Joe D’Amato (Roma, 15 dicembre 1936 - Roma, 23 gennaio 1999). Egli fu soprattutto un grande regista e direttore della fotografia e può essere considerato il cineasta italiano più proli-fico di sempre: circa 200 film diretti o fotografati. Ma stanotte la mia mente corre a “Rosso San-gue” del 1981.Nel film un energumeno, frutto di un esperimen-to genetico, fugge da un ospedale e, dopo aver seminato diversi morti lungo la sua strada, si rifugia in una villa al cui interno si trovano due bambini e la loro babysitter. Dopo aver afferrato per i capelli la donna, la trascina per tutta la casa

fino in prossimità di un forno a gas. Quindi le infila dentro la testa. La scena è a dir poco disgustosa. Premetto che la telecamera è sistemata all’interno del forno. La pelle della malcapitata comincia a diventare dapprima bruna. Quindi inizia-no a comparire, qua e là, le prime piaghe. Nel frattempo il volto e gli occhi divengono tumefatti. Col passare del tempo la cute inizia a passare dal colore viola al bluastro. Poi i capelli iniziano a fu-mare e ad accorciarsi vistosamente, fino a di-radarsi. A questo punto la babysitter, dopo aver cercato invano di divincolarsi, sviene esausta.Tutti abbiamo visto arrostire un pollo nel forno. Ma nessuno di noi si è mai soffermato ad os-servare le varie fasi della sua cottura. Non so perchè ma penso che, un giorno, Joe D’Amato abbia osservato attentamente attraverso il vetro del forno di casa sua, penetrando ogni singola fibra del povero volatile arrosto e giungendo fino ai nostri giorni e alla pizzeria Conca D’oro di Senna Comasco. E’ stato un veggente, un sensitivo. Aveva previsto tutto e ci ha mostrato tutto l’orrore e la violenza di un’azione umana folle, con molta onestà e coraggio. Mi piace ri-cordarlo attraverso alcune sue semplici parole: “Quello che noi abbiamo sempre cercato di fare è stato dare al pubblico quello che il pubblico voleva. Con passione ed entusiasmo. E senza un filo di ipocrisia”.Buonanotte.

Luca [email protected]

Testa nel forno

Luca Piazza

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Via Quagliara, 28 - Guidizzolo Tel. 0376 818052

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Strada Mantova-Brescia. Fa freddo. Entro in un bar della Piazza Grande di Guidizzolo per prendere un cappuccino. Appoggiato con i go-miti piantati sul bancone del bar, un omone dai cespugliosi baffi sale e pepe mi fa un cordiale cenno di saluto.Incoraggiato, azzardo una domanda:- Scusi: Don Ilario… Ne parla ancora la gente di Guidizzolo?- Don Ilario? Chi era costui? Mai sentito par-lare.Nebulosamente mi torna alla memoria l’incipit dell’ottavo capitolo de I promessi sposi con Renzo e Lucia che tentano il matrimonio segre-to davanti all’atterrito don Abbondio, ancora immerso nei suoi studi filosofici. “Carneade! Chi era costui?”- Vede, aggiunge l’omone dai baffi cespugliosi, io con i preti non vado molto d’accordo. E poi non so chi è questo don Ilario. Ma lei, lo cono-sce?- Non lo conosco perché è vissuto nell’Otto-cento, ma so che è stato un prete straordina-rio che ha fatto tanto bene per Guidizzolo, per i suoi parrocchiani e per la sua chiesa.- Chi glielo ha detto?- Il prof. Franco Mondadori che su don Antonio Ilario Fortunati ha appena scritto un libro molto interessante e simpatico. E con molte illustra-zioni a colori.- Mondadori, il professorino?- Sì, proprio lui. Uno storico e uno scrittore di alto livello.- Lo sappiamo, lo conoscono tutti. E come si chiama questo libro?- La lunga vita di Don Antonio Ilario Fortunati (1738-1830).- Ma dove lo si può trovare?- Presso il Centro Culturale San Lorenzo: qui, a Guidizzolo.- Insomma, alla fin fine, chi era questo don Ila-rio?- Un giovane di Moglia di Gonzaga, che ha stu-

diato da prete presso i Gesuiti di Mantova, che presto è diventato curato a Guidizzolo, allora dipendente dal Monastero Olivetano di Santa Maria del Gradaro di Mantova, per poi essere nominato arciprete, sempre di Guidizzolo.- Insomma, un prete che ha fatto carriera!- Non come si crede. Si oppose con decisio-ne alle spogliazioni sia di Napoleone sia della Corte di Vienna, che intendevano privare la Parrocchia dei suoi averi, ed infine anche alle pretese temporali del monastero Olivetano di Mantova…- Contro il Trono e contro l’Altare! Questo prete mi piace!- Non esageriamo! Ma voglio dirle che gli stu-diosi sono d’accordo con lei perché fu un uomo di pietà, un osservatore acuto della civiltà con-tadina avviata verso l’era preindustriale, uno studioso attento ed un epigrafista - autore di lapidi - di alta finezza e intuito. C’è da aggiun-gere che si è molto applicato all’abbellimento e all’arricchimento della Chiesa parrocchiale. Una relazione della severa Curia Vescovile di Mantova descrive don Fortunati “uomo dotto, zelante, esemplare, sollecito del divin culto e di rara pietà. La sua cultura spaziava non solo nell’ambito delle materie religiose, ma anche in quello delle scienze, dell’arte, della storia e del-la letteratura. Si cimentò anche come scrittore, ma difficile è ricostruirne la bibliografia, poiché molte sue opere furono interrotte, o sono inedi-te, mutile, ed altre perdute”.L’omone si grattò i baffi cespugliosi e disse, quasi borbottando:- Credo proprio che finirò per leggere questo libro su don Ilario!

Giovanni FreddiScrittore, Giornalista,

Professore ordinario all’Università di Venezia

Don Antonio Ilario Fortunati chi era costui?

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Venerdì 24 settembre ore 20,30presso l’Oratorio di Guidizzolo (salone don Giulio)

presentazione del volume

“La lunga vita di Don Antonio Ilario Fortunati”Interverrano:

Mons. Roberto Brunellidon Libero Zilia

don Adriano AvanziSindaco Graziano Pelizzaro

Prof. Franco Modadori

Moderatore: Sergio Desiderati

Allestimento a cura della commissione

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Non è una novità: l’internet del nuovo millennio favorisce lo sviluppo di progetti per la consul-tazione di libri in formato elettronico. Il web ha cambiato anche il modo di fare ricerca bi-bliografica, consentendo di accedere online ai cataloghi collettivi sia delle biblioteche (OPAC) sia di molte librerie e creando nuove risorse per reperire libri rari o fuori catalogo, ad esempio tramite lo scambio tra privati. Prescindendo dai siti commerciali, che consentono l’acquisto di libri da tutto il mon-do, questa pagina vuole essere d’incoraggia-mento per tutti i bibliofili desiderosi di scoprire il mondo del libro online. Vediamo dunque alcu-ne delle più interessanti proposte dedicate agli appassionati della let-tura, ma anche agli stu-denti ed ai ricercatori, che convenientemente si avvalgono delle risor-se elettroniche. Fondata nel 1995, Liber Liber è una ONLUS che si propone il nobile obiettivo di promuovere l’accesso gratuito alla cultura. Numerosi i progetti avviati da questa organizzazione tutta italiana: tra essi spiccano una biblioteca digitale di testi classici e con-temporanei, scaricabili in vari formati, (Pro-getto Manuzio), e un repertorio di audiolibri in formato mp3 (Libro parlato). Liber Liber colla-bora al Progetto Gutenberg, celeberrima inizia-tiva internazionale che offre migliaia di opere in formato elettronico. Il Progetto Gutenberg, storicamente il primo portale di libri scaricabili gratuitamente, raccoglie opere non coperte da copyright o liberamente consultabili per volon-tà di autori ed editori davvero lungimiranti, ed è in continua espansione.

Controverso ma utilissimo è Google Libri, la sezione nella quale il più famoso portale di ri-cerca al mondo offre la possibilità di visualizza-re un’anteprima, più o meno limitata, di libri di ogni epoca, opportunamente formattati per la consultazione online. Interessante e innovati-vo è anche aNobii, “il tarlo della lettura”, primo

e unico social network interamente dedicato ai libri. Lanciato nel 2005 a Hong Kong, aNobii consente ai suoi utenti di creare la propria li-breria virtuale, scrivere recensioni e condivi-dere notizie sul mondo dell’editoria in ben quin-dici lingue; il software è facile da utilizzare, l’accesso avviene senza vincoli e non viola la pri-vacy dell’utente. Avvalersi delle risorse elettroniche è una scel-ta pratica ed ecologica, che tuttavia non sminu-isce l’incomparabile fa-scino della carta stam-pata. Concludo pertanto

con un tradizionale invito alla lettura: è uscita la raccolta di racconti “Estate 2010”, a cura del-la casa editrice presentARTsì, in vendita nelle librerie di Castiglione, Desenzano (Liberty), Montichiari (Dragomanno), Salò (UBIK) e nelle edicole guidizzolesi. “Estate 2010”, alla quale ho avuto il piacere di partecipare con un mio inedito, è l’ideale per riempire i momenti d’ozio di una stagione che non vuol finire mentre l’au-tunno è già alle porte.

Mariavittoria SpinaDott. In Lingue e Letterature Straniere

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Agente procuratore Montemagno Snc

di Montemagno FrancoEleonora e Floriana

Pensa in grande – e opera – l’Associazione Na-zionale Carabinieri (A.N.C.) – Sezione e Gruppo di Castiglione delle Stiviere e Solferino – per il VII Raduno Interregionale che si terrà a Casti-glione nei giorni 17- 18 e 19 Settembre p.v..Molto intenso il programma delle manifestazio-ni, che culmineranno con l’inaugurazione, nel sagrato antistante il Duomo, del monumento – opera dello scultore Angelo Alme – dedica-to alle “Donne Eroiche” che si sono prodiga-te nell’assistenza ai feriti durante la Battaglia

di Solferino e S.Martino nel 1859: un contri-buto significativo alle ormai prossi-me celebrazioni dell’ Unità d’Ita-lia.Per un contesto adeguatamente dedicato, già sa-bato 5 Settembre verrà inaugurata a Palazzo Men-ghini in via Ce-sare Battisti, alle ore 10, la Mostra Storica sull’Arma dei Carabinieri.La Tre-giorni ini-zierà il 17 Set-tembre, quando presso la Sala “Mons. Rinaldo Dalboni” sarà attivo per tutta la giornata, in col-laborazione con il Circolo Filate-lico, il servizio di “Annullo Posta-le” con le cartoli-

ne celebrative dei vari avvenimenti, mentre alle ore 21, presso la Sala Consiliare Comunale, si svolgerà il “Convegno sull’Arma dei Carabinie-ri, sull’A.N.C. e sul Volontariato”.Sabato 18, alle ore 9,30, deposizione della co-rona d’alloro al monumento al Carabiniere e S. Messa presso il Parco Pastore. Seguirà, alle ore 11, l’inaugurazione del monumento alle “Donne Eroiche” presso il sagrato del Duomo. Nel po-meriggio, alle ore 16, Mostra statica al Parco Pastore di Mezzi Protezione Civile A.N.C.. Alle ore 21 concerto in piazza Castello - a Solferino - della Fanfara del 3° Btg. Carabinieri “Lombar-dia” di Milano.Domenica 18 Settembre, alle ore 8,30, ritrovo, ammassamento e concentramento dei raduni-sti presso il piazzale della Repubblica (ex Olim-po), con successiva sfilata per le vie cittadine fino a Parco Pastore, dove alle ore 11, dopo la premiazione dei concorsi “Temi e Disegni” per le scuole sul tema “Il Carabiniere nella società moderna”, visto dai ragazzi, Autorità e Perso-nalità varie terranno discorsi e interventi. Alle ore 13, dulcis in fundo, pranzo sociale presso il Parco Ghisiola, su prenotazione e fino ad esaurimento dei posti disponibili.La sezione A.N.C. di Castiglione delle Stiviere e Solferino, costituita ufficialmente nel 1978 e oggi tra le più rappresentative a livello naziona-le per i traguardi raggiunti con i suoi attuali 154 iscritti, porge il benvenuto ai partecipanti al Ra-duno di Settembre, riconoscente e orgogliosa del Comitato d’Onore che annovera le massime Autorità civili, militari e religiose a livello regio-nale, provinciale e diocesano, e per l’A.N.C. an-che a livello nazionale.

Filippo Cerini

Per informazioni: Sito:www.anc-castiglionedellestiviere.it E-mail:[email protected]

VII Raduno Interregionale Associazione Nazionale dei Carabinieri Sezione di Castiglione delle Stiviere e Solferino

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Il 1° maggio 2010 il Presidente della Repubblica ha concesso ad un nostro Concittadino la De-corazione della “Stella al Merito del Lavoro” con il titolo di Maestro del Lavoro.L’alta onorificenza è rilasciata a quanti si sono distinti nelle loro aziende per perizia, laboriosi-tà, condotta morale, ma ancor più per aver av-viato all’attività produttiva, giovani che si affac-ciavano per la prima volta in un opificio pronti ad imparare un’arte od un mestiere.La prima esperienza lavorativa l’ha iniziata nel nostro paese presso la ditta “Waberman” cimentandosi per la prima volta con sostanze chimiche per la produzione di un ottimo collan-te. Ragazzo esuberante ed intraprendente vie-ne presto affiancato ai titolari per aiutarli nel reparto commerciale. Il servizio militare gli impone un periodo di pau-sa ed al suo ritorno, come coadiutore, presta servizio presso il magazzino vendita “Generi di Monopolio di Stato” di Ferrara.

In seguito va a lavorare come operaio presso la ditta “Panelettric” acquisendo i primi rudimenti di montaggi industriali, poi alla ditta “Fincimec, qui, dopo un periodo da operaio, diventa con-tabile della stessa meritandosi una stima e ri-spetto, acquisendo sempre più conoscenze nel campo di impianti industriali.Viste le sue innate capacità viene assunto dalla Ditta Montedison. nello Stabilimento di Ferrara ed in seguito trasferito presso lo Stabilimento Montedison di Mantova (oggi POLIMERI EURO-PA S.p.A.)Lavora per un periodo di tempo al confeziona-mento per passare poi come gruista in darse-na. Curioso e attento, per sua natura, legge i manuali operativi e, spesso, venivano integrati con alcune sue osservazioni esplicative.Messosi in luce passa come operatore esterno nella distribuzione (reparto dedito allo stoc-caggio ed allo smistamento delle materie pri-me e dei prodotti finiti di provenienza dagli altri

reparti). Diventa assistente alla “Ma-nutenzione” ed in seguito alla “Tecno-logia” mettendo a frutto l’esperienza ac-quisita negli anni precedenti, nel campo dei montaggi industriali.Divenuto quadro, e come tecnologo se-nior, collabora a vari progetti improntati specialmente alla sicurezza ed alla tu-tela ambientale senza smettere mai di trasmettere a chi gli stava vicino l’espe-rienza accumulata in trentacinque anni di gestione, modifiche e montaggi di nuovi impianti industriali.È in pensione dal mese di Luglio 2009.Ha dato la sua disponibilità a parlare del “mondo del lavoro” per illustrarne ca-ratteristiche e scopi relativamenta alla sicurezza e alla tutela ambientale, alle Scolaresche.

Cesare StuaniMaestro del Lavoro

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Milano 1° maggio 2010, il ministro Maroni consegnail riconoscimento a Cesare Stuani

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“Molti ragazzi sono poeti; vedono con i loro occhi cose che noi non vediamo più. Hanno solo bisogno talvolta di essere coltivati”. Ci parla così Anna Maria Giallonardo docen-te presso la scuola secondaria di 1° grado dell’Istituto Comprensivo di Guidizzolo, colei che in questi anni ha “coltivato’”nei ragazzi la passione per la poesia. Un lavoro che ha dato frutti copiosi visto che anche quest’anno, per la sesta volta, qualcuno dei “suoi” ragazzi ha vinto al Concorso internazionale di poesia “Ar-naldo Da Brescia”. Nella sezione individuale ha vinto Anna Quartucci, un “talento naturale” dice chi la conosce. Le poesia pervenute alla vaglio della giuria sono state ben 1.938 in rappresentanza di 160 scuole, anche dall’estero. Anna ha presentato due lavori (tanti se ne potevano proporre) e la poesia vincitrice porta il titolo “Verso il futu-ro”, letta in San Barnaba a Brescia dall’attrice Elena Cominelli. Anna Quartucci non è nuova a queste affermazioni. Lo scorso anno aveva infatti trionfato, salendo sul gradino più alto del podio nello stesso premio, con un lavoro di gruppo realizzato da tutta la classe. Va ri-cordato a questo punto come l’Istituto Com-prensivo di Guidizzolo giunga così alla sesta affermazione nel Concorso con 3 primi posti, una menzione d’onore ed un quarto che si aggiungono a quello ottenuto da Anna Quar-tucci. Con una dominante: l’insegnante Anna Maria Giallonardo la quale riesce, evidente-mente, a far emergere quelle sensibilità che diversamente potrebbero rimanere inespres-se. E ben sappiamo come un animo poetico riesca ad esprimere tutti i sentimenti umani, dall’amore alla paura alla disperazione, con la delicatezza e la concretezza che mai potranno prevaricare l’altro. La poesia vincitrice:

Anna Quartucci vince al premio di poesia

Verso il futuro Hai la testa fra le nuvole affondata

ma con mezzo piede in terra, ti senti diversa, quasi beata e sembri sempre di perla.

Vuoi fare l’adulta, e un po’ ti riesce,

da quel che risulta il tuo carattere cresce.

Anche il corpo non è più da bambina, tutto è cambiato,

quella bocca che era piccina ora ha un sapore sbagliato.

Pensavi della vita una splendida avventura,

ma te ne sei pentita: non ne sei più così sicura.

Ora hai imparato che nulla potrai prevenire:

nulla è insensato: è tutto da scoprire.

Che cosa c’è da scoprire? Forse un mondo di speranze,

o di inganni: o di illusioni da vestire? Io alla mia vita sto aprendo le danze.

Nella fotografia: la vincitrice con l’insegnante e tutta la classe

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Tra le segnalazioni più frequenti a firma di utenti o di Associazioni di consumatori si annoverano quelle relative agli operatori di telefonia e di comunicazio-ne elettronica in genere. Per tale motivo la Direzione Tutela dei Consumatori ha diramato linee guida che si applicano ai rapporti con gli operatori di telefo-nia, di reti televisive e di comunicazione elettronica perfezionati attraverso contratti per adesione. Que-sti ultimi, predisposti unilateralmente dai fornitori di servizi su moduli o formulari utilizzabili in serie, deb-bono agevolare la piena consapevolezza dei diritti garantiti ai consumatori. In particolare, detti contratti per adesione, indipen-dentemente dalla tecnologia utilizzata, “devono prevedere la facoltà del contraente di recedere dal contratto o di trasferire le utenze presso altro opera-tore senza vincoli temporali o ritardi non giustificati e senza spese non giustificate da costi dell’operato-re”. Qualora il contratto preveda una durata minima, quest’ultima è vincolante solo per l’operatore e non anche per il fruitore del servizio. Sono esclusi dal raggio di tutela i clienti business di grandi dimensioni in ragione della loro maggiore forza contrattuale.Le compagnie telefoniche, come pure quelle che forniscono linea adsl, non possono pretendere la penale in caso di recesso anticipato dal contratto. La penale non può nemmeno essere camuffata da costo di disattivazione. A tal riguardo, l’Autorità Ga-rante per le Comunicazioni ha deliberato che in caso di portabilità del numero da un operatore ad un altro non possono essere chiesti costi di disattivazione. All’atto pratico, ciò si spiega considerando che la disattivazione della preesistente configurazione coincide di fatto con l’attivazione della nuova confi-gurazione a cura del nuovo operatore. Qualora, in violazione delle predette tutele, si abbia a ricevere fatture con addebito di “costi di disatti-vazione”, oltre alla facoltà di contestare validamen-te tale infondata pretesa, si può segnalare il caso all’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni

(Via Isonzo 21/b, 00198 Roma, Tel. 06/69644111 Fax. 06/69644926; per inviare e-mail ed allegati con valore legale di raccomandata e da indirizzo di posta elet-tronica certificata: “[email protected]”) che vi-gila sull’attuazione delle disposizioni sopra riportate.In ogni caso, gli operatori potranno addebitare agli utenti esclusivamente le spese per cui sia dimostra-bile, attraverso pezze giustificative, un costo dai pri-mi sopportato per procedere alla disattivazione o al trasferimento.Per il recesso o per il trasferimento delle utenze di telecomunicazioni, l’eventuale preavviso richiesto – espressamente indicato in contratto – non può essere superiore a 30 giorni. In tutti i casi di scio-glimento del rapporto contrattuale per qualsiasi causa, ivi compreso il trasferimento delle utenze, è altresì riconosciuto all’utente il diritto alla restituzio-ne (in caso di recesso) o alla portabilità (in caso di trasferimento), nel breve periodo, del credito resi-duo disponibile. L’operatore non può in alcun modo “compensare” l’eventuale credito residuo con pre-sunto esborso sostenuto per il recesso o per il tra-sferimento. Sussiste inoltre l’obbligo per l’operatore di indicare espressamente eventuali esclusioni o limitazioni al diritto di restituzione del credito che sia stato accumulato in virtù di offerte promozionali. Altro motivo di reclamo può essere individuato nell’inadempimento o inesatto adempimento con-trattuale imputabile all’operatore. Basti, fra tutti, l’esempio dei segnali criptati che impediscono di ve-dere le trasmissioni televisive acquistate in forza di contratti in abbonamento. In tali casi è consigliabile inoltrare raccomandata AR in cui l’operatore vie-ne messo in mora per un periodo (normalmente 15 giorni), decorso inutilmente il quale il contratto deve considerarsi risolto per inadempimento, con conse-guente obbligo per l’operatore di rimborsare quanto pagato e di risarcire l’eventuale e comprovato mag-gior danno subito dal consumatore.

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La tutela dei consumatori

Noi e la leggeA cura di Laura Leorati, avvocato

I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale

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Rogiti notarili immobiliari: le novitàDopo molta attesa è stata pubblicata la circo-lare n. 2/2010 dell’Agenzia del Territorio, con la quale vengono fornite importanti precisa-zioni sulle modifiche legislative introdotte dal D.L. 31/05/2010 n.78.La norma stabilisce che è ora possibile, ne-gli atti in cui si concede l’ipoteca o di cui si chiede la trascrizione, l’immobile deve essere designato anche con l’indicazione di almeno tre confini.Inoltre, si impone che negli atti pubblici e nel-le scritture private autenticate tra vivi aventi ad oggetto il trasferimento, la costituzione o lo scioglimento di diritti reali su fabbricati già esistenti devono essere contenute, pena la nullità, oltre all’identificativo catastale, anche il riferimento alle planimetrie depositate in ca-tasto e la dichiarazione, resa in atti dagli inte-statari, della conformità allo stato di fatto dei dati catastali e delle planimetrie. Prima della stipula di tali atti, il notaio individua gli intesta-tari catastali e verifica la loro conformità con le risultanze dei registri immobiliari.Lo scopo di tali modifiche dovrebbe esse-re anche quello di migliorare la qualità delle banche dati catastali, in termini di coerenza sostanziale e non solo formale, migliorando l’affidabilità delle informazioni che potranno confluire nell’Anagrafe Immobiliare Integra-

ta (in corso di realizzazione) per il rilascio dei servizi ad essa correlati. Altro fine, non meno importante, è quello di far emergere possibili fenomeni di elusione ed evasione fiscale, nel settore impositivo immobiliare, connessi ad un mancato aggior-namento dei dati oggettivi delle unità immobi-liari, ai quali può corrispondere una maggiore redditività, rispetto a quella risultante in cata-sto. La circolare precisa che spetta al notaio, prima della stipula del rogito, il compito di provvedere all’allineamento dell’intestazione catastale con le risultanze dei registri immobi-liari, qualora non vi sia uguaglianza tra le due banche dati. In pratica ci si dovrà attivare, pri-ma della stipula, mediante la presentazione di una o più domande di volture. Sono interessati dalla manovra in esame solo gli immobili già iscritti al catasto edilizio urba-no e quelli per i quali sussiste l’obbligo di di-chiarazione. Resteranno pertanto esclusi, ad esempio, i fabbricati rurali, gli edifici diroccati (che risultano iscritti in catasto come unità collabenti) o i lastrici solari e le aree urbane, iscritti in catasto con l’indicazione della sola superficie

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Noi e il fiscoA cura della dott.ssa Giulia Avanzi, commercialista

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Figli di genitori separatiSi sente continuamente dire che i figli di genitori separati sono degli sbandati privi d’educazione, sia morale che civile, che non combineranno mai nulla nella vita e che non sono in grado di relazio-narsi con le altre persone. Io sono figlia di genitori separati. Tale separazio-ne è avvenuta quando stavo per compiere quat-tordici anni, momento critico già di per sé dato il passaggio dalle scuole medie al –nel mio caso- Ginnasio. Cambiamento di scuola e compagni, quantità e metodo di studio, materie e professori. E perdita dei genitori. Sì, perché quando i genitori si separano per mantenere il loro ‘ruolo’ devono compiere uno sforzo ben maggiore di quando sono una coppia che si spalleggia e prende le de-cisioni insieme. Chi critica i figli di genitori separati tenga ben presente che quel ragazzo/a è passato dall’avere delle colonne portanti nella sua vita fin dall’inizio (letteralmente inizio!) alla distruzione totale e im-mediata di tutto ciò che lo riguardava. I genitori sono gli occhi esterni che durante il nostro svilup-po ci aiutano a creare la nostra ‘immagine ester-na’, ovvero come altri occhi ci vedono. Sono loro che ci danno sicurezza, anche nel relazionarci.Provate a pensare a un’adolescenza ‘normale’. Il ragazzo/a inizia a mettere in discussione i ge-nitori, è naturale; vuole più spazio decisionale e d’azione, è normale. Ma questo è graduale. Per un figlio di genitori separati il paesaggio cambia di colpo, un po’ come addormentarsi in un luogo e svegliarsi in un altro. É uno shock. Tanto che, se non mi sbaglio, alcuni psicologi e psichiatri lo paragonano al lutto.É per questo che l’uomo e la donna che fino a quel momento sono stati padre e madre dovrebbe-ro cercare di non essere egoisti. Loro, come uomo e donna, si separano? Bene, le persone cambiano, non vanno più d’accordo, vi sono terze persone nella loro storia che sfaldano il loro amore e il rispetto che hanno l’un l’altra. Purtroppo sono cose che capitano, ma non per questo smettono di essere genitori. Questo non lo dicono gli esper-ti (e non ho idea se lo dicano o meno…), ma la persona che scrive, una figlia di genitori separati,

cresciuta negli ultimi otto anni con il ‘solo’ affetto materno.Generalmente sono una persona riservata, dei miei problemi non parlo volentieri, ma leggendo i giornali qua e là, con i commenti e le riflessioni di persone che nella mia situazione (e quella di molti altri, sia chiaro che sono tutt’altro che una mosca bianca!) non ci sono passati ma si permettono di criticare a destra ed a manca, sono arrivata allo sfinimento.Esistono i ‘cattivi ragazzi’ è vero, non sarò certo io a negarlo, ma chi ve lo dice che siano così per-ché i genitori sono separati e non perché invece dalla vita hanno tutto? O perché semplicemente non hanno ricevuto un briciolo di buona educa-zione? Una volta che il figlio è cresciuto i genitori possono fare ben poco, l’educazione si dà ai bam-bini non agli adolescenti. Se le suddette figure ge-nitoriali invece di educare il figlio a pensare con la propria testa ne delegano la crescita a persone esterne (per esempio ai professori, che ben poco possono fare…) è logico che poi tale figlio possa essere trascinato da amicizie sbagliate o divenire semplicemente un delinquente. É triste, ma è la verità.Altra verità è che la perdita, per qualsiasi motiva-zione vi sia, dà la sensazione di una profonda la-cerazione. Come se le persone che sono state alla base della propria crescita fossero morte e il loro posto fosse stato preso da mostri che urlano, liti-gano e ti feriscono mentre lottano tra di loro. Ogni sentenza rimandata, ogni seppur minima difficol-tà legale e burocratica è come un macigno. Si vive nella costante incertezza di ciò che ci circonda.Parlando sempre della mia situazione, come ho accennato, negli ultimi otto anni sono stata alleva-ta da mamma. Mi ritengo fortunata, perché la mia mamma è una donna forte, indipendente, che ha sempre cercato, alcune volte sbagliando altre az-zeccandoci in pieno, di proteggermi e farmi vive-re serena. Mi sono sempre sentita circondata dal suo affetto, anche nei momenti più bui. Oltre a lei vi sono state altre due persone speciali: la nonna e lo zio. Anche se lontani, anche se ci sentiamo poco, la loro presenza e il loro affetto per me li ho sempre sentiti. Mi hanno sempre sostenuta, tutti e tre.

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Io credo, con tutta la forza che ho, nella famiglia, di qualunque genere essa sia, e lo devo proprio a loro tre. É grazie a loro che io so di avere un fu-turo, che qualsiasi cosa mi dovesse accadere loro saranno al mio fianco, nel bene e nel male. Io so che quando piangerò ancora o mi sentirò delusa, saranno accanto a me. É anche per i loro sforzi ed il loro sostegno che io voglio andare avanti e costruire la mia vita!Grazie Mamma. Grazie Nonna. Grazie Zio. Probabilmente alcuni tra voi, magari proprio i pa-dri, si chiederanno dove fosse il mio di padre e se io non sia ingiusta nei suoi confronti. Soddisfo subito la vostra curiosità: ha preferito spendere il suo tempo con un’altra persona, e chi ha cervello per intendere lo faccia. Nelle sporadiche volte in cui ha tentato di dedicarsi a me l’ha fatto nel modo più sbagliato possibile: apparendo e sparendo, un secondo c’era, quello successivo era già scompar-so. Anche questo crea incertezza, non trovate? Un continuo tira e molla. Io mi sono sentita abban-donata. Se il Fato fosse stato differente ora potrei pensare a lui in modo positivo, ma ora come ora non posso far a meno di pensare al suo abbando-no, al suo rifiuto nei miei confronti. A quanto mi sia sentita sola, incompresa. A tutti i miei sforzi per nascondere agli altri tutto ciò che sentivo e provavo, arrivando al punto di perdere me stessa. Sì, perché a un certo punto della mia vita mi sono chiesta: ma io chi sono? Cosa mi piace? Cosa amo? Cosa non mi piace? Cosa non amo?C’è voluto molto tempo e un’analisi approfondita su me stessa, e da parte di me stessa, per riuscire a capire qualcosa di tutto quel groviglio di emo-zioni che avevo dentro. E ho vent’anni. Quanti di voi sono stati costretti a un’analisi si-mile? A quale età? Trent’anni? Quaranta? Tutto questo mi è accaduto durante l’adolescenza. Vorrei tanto poter dire d’essere stata l’unica a vi-vere questa esperienza, purtroppo non è così. Chi c’è dentro fino al collo e non vede alcuna speran-za perché tutto è nero e si chiede ‘cosa posso fare? come posso vivere così? chi sono io?’ prosegua con la sua analisi personale e, anche se mi rendo conto sia difficilissimo da fare, cerchi di parlarne con persone che ama. Ma, soprattutto, viva ogni secondo pensando al proprio futuro e lasci da par-te il rancore e il desiderio di vendetta, li rinchiuda in un cassetto della sua mente senza che intac-chino il resto della sua vita. Non è semplice, lo so, ma è necessario se non si vuole dare potere a chi ci fa soffrire. Io sono la prova vivente che da queste faccende si può uscire e non nascondo le difficoltà affrontate. Tutti questi palesi ostacoli, signori, non sono scu-se o giustificazioni per i figli di genitori separati che commettono crimini o si drogano o bevono.

Rispondono le dott.sse Mandosi e Savi Ogni separazione porta con sé un carico di emozioni che gli individui coinvolti possono provare e agire in forme diverse a seconda delle predisposizioni personali, della tolle-ranza alla frustrazione, delle circostanze, del supporto offerto dalla famiglia.“L’altro” può uscire dal nostro raggio di controllo e questo può farci provare rabbia; emozione che si può manifestare con diverse intensità e in momen-ti diversi del processo di separazione. Marta, figlia di genitori separati, condivide la sua esperienza, fatta di dolore, sofferenza e rabbia verso ciò che ha vissuto come un abbandono, accompagnato a volte da sensi di colpa. La sua testimonianza sviscera i nuclei proble-matici che accomunano molte separazioni e la conclude con tono propositivo, suggerendo di lasciare da parte il rancore, che andrebbe comunque sempre rielaborato e mediato, con-centrandosi sulla costruzione della propria identità e non su ciò che è “mancato”.Questa lettera può servire come spunto di ri-flessione per chi si trova coinvolto in una se-parazione, ma anche per tutti coloro che, per scarse conoscenze, tendono a giudicare a prio-ri comportamenti che possono essere manife-stati da chi ha perso parte dei suoi riferimenti.Non è tanto la condizione della separazione a ingenerare questi comportamenti, quanto la scarsa gestione della propria emotività; co-mune a diversi malesseri individuali e sociali. Una separazione non è, e non dovrebbe essere, una sentenza di inevitabile sofferenza. Spesso è proprio attraverso una buona mediazione che è possibile raggiungere una collaborazio-ne continuativa che permetta di gestire le ri-sorse realmente disponibili, sul piano affettivo, economico e cognitivo.

Dott.sse Emanuela Mandosi e Mara SaviPsicologhe

Questa è la verità, la mia verità personale, che riguarda me e forse, con differenti sfumature, qualcuno lì fuori… Quindi, quando iniziate a dire che ‘noi’ figli di genitori separati non abbiamo valori, non abbiamo futuro, siamo destinati alla criminalità, fate una cortesia a voi stessi: tacete.

Marta Leali

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Per ottenere un buon olio non ci sono particolari segreti. Basta lavorare le olive, sane, entro po-chi giorni dalla raccolta. Ora la lavorazione viene effettuata con impianti e tecnologie che permet-tono dei risultati eccezionali sotto il profilo qua-litativo.Andiamo per ordine. Le olive conferite al frantoio vengono lavate e defogliate e quindi frantumate; nei moderni oleifici in frangitori meccanici, in quelli più vecchi in molazze di granito. Ne risulta una pasta omogenea, che viene gramolata (im-pastata) per 45 minuti ed è pronta alla separazio-ne dell’olio dal resto dei componenti dell’oliva. Nei vecchi impianti l’estrazione avveniva con delle potenti presse. Negli impianti moderni la separazione dell’olio dalla sansa e dall’acqua di vegetazione avviene mediante centrifugazione. Al contrario di quanto comunemente si pensa, la lavorazione con gli impianti moderni ha notevol-mente aumentato la qualità dell’olio in quanto tut-te le fasi di lavorazione sono controllate e gestite dall’operatore e soprattutto la temperatura di la-vorazione è quella ottimale per il buon risultato, mentre una volta era tutto più casuale.

Il mosto ottenuto viene ancora centrifugato per togliere le impurità più grosse. A questo punto l’olio è allo stato “grezzo”. Già così si può usare, tanto che in alcune regioni italiane se un olio non è velato non è considerato genuino. L’olio grezzo però ha un inconveniente: col passare del tempo decanta formando un deposito sul fondo che se non viene rimosso con dei travasi, dopo qualche mese altera il sapore dell’olio. Per non avere questo problema l’olio viene filtrato prima di es-sere confezionato.Per il mantenimento dell’olio prima del confe-zionamento, lo stoccaggio avviene in serbatoi di acciaio inox, a bassa temperatura. Qualsiasi olio, anche di ottima qualità, si può degradare veloce-mente se non si combattono i nemici che sono la luce, il caldo e l’ossigeno.Dal 2002 l’olio di oliva non può essere commer-cializzato sfuso, bensì in contenitori di capacità massima 5 litri. I contenitori usati per la vendita sono le bottiglie in vetro da 250 cc a 2 litri, meglio se in vetro scuro per contrastare i raggi UV o le lattine in banda stagnata fino a 5 litri.Come viene classificato l’olio? Sulle etichette troveremo una di queste scritte obbligatorie:OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVAè il prodotto allo stato naturale, così come lo ab-biamo descritto in precedenza e con un’acidità massima di 0,8%. Va bene per qualsiasi uso se ne voglia fare: crudo oppure cotto. Ha delle formi-dabili proprietà nutrizionali e nessuna controin-dicazione.OLIO DI OLIVA è una miscela fra una piccola parte di olio vergi-ne ed il resto olio di oliva raffinato con un’acidità non superiore al 2%. La raffinazione consiste nel togliere mediante azioni chimico-fisiche quei di-fetti che un olio può avere alla produzione. Viene deacidificato, deodorato, decolorato. È general-mente poco saporito e va bene per tutti gli usi.

Olio d’oliva: impariamo a conoscerlo

L’extra vergine di oliva è l’unico olio, ottenuto direttamente dal frutto delle olive, che può essere consumato allo stato naturale senza alcuna manipolazione chimica, ma attenzio-ne: in commercio esistono anche prodotti contraffatti e di incerta provenienza, impariamo a leggere le etichette.

Torchio in legno manuale, 1850 circa

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Erroneamente considerato più leggero dell’extra vergine per il sapore meno marcato. La digeribi-lità di qualsiasi olio non è determinata dal gusto bensì dalla quantità. Non c’è un olio più leggero di un altro, nemmeno gli oli di semi, tutti gli oli ap-portano circa 900 kcal x 100 grammi.OLIO DI SANSA E DI OLIVAottenuto dalla miscela di olio di sansa di oliva raffinato e olio di oliva vergine, con acidità non superiore all’1%. La continua diminuzione di prezzo di alcuni extra vergine ha praticamente estromesso l’olio di sansa e di oliva dagli scaffali di vendita. Comunque per le fritture è migliore di qualsiasi olio di semi.Olio extra vergine di oliva, ma quale?La legislazione sull’etichettatura dell’olio è un gi-nepraio: fra leggi, decreti nazionali e comunitari che si sono sovrapposti negli anni, per il consu-matore la scelta non è facile. Tanto più che molti produttori tentano di far credere quello che non é. Cerchiamo allora di capirne qualcosa.Oltre alla classificazione OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA ci sono delle indicazioni che ne defini-scono l’origine.D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta) oppu-re I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta). Solo queste due indicazioni garantiscono l’area geo-grafica di produzione di quell’olio. Ne è garante un Consorzio di tutela, sotto il controllo di un Ente certificatore, che applica rigide norme comuni-tarie e del Ministero delle Politiche Agricole Ali-mentari e Forestali. In etichetta è ben evidenzia-to il logo comunitario di riferimento.BIOLOGICO Ottenuto dalla coltura agricola biologica degli olivi. Il rispetto delle procedure è assicurato e certificato dai severissimi controlli effettuati dall’ Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica, che ne garantisce la qualità e la provenienza.Ha in etichetta il logo comunitario del biologico.PRODOTTO ITALIANO È garantita la tracciabilità che ne assicura l’ori-gine italiana.MISCELA DI OLI COMUNITARI. È garantita l’origine da paesi della Comunità Eu-ropea.MISCELA DI OLI COMUNITARI E NON COMUNI-TARI. È un olio extra vergine del quale non si conosce l’origine.

Oltre a ciò in etichetta si trovano delle indicazioni obbligatorie come: la data di scadenza, la capa-cità del recipiente, il luogo di confezionamento, la raccomandazione di tenerlo al buio, e anche la descrizione obbligatoria “olio di oliva di catego-ria superiore ottenuto direttamente dalle olive e unicamente mediante procedimenti meccanici”. Qualcuno poi cerca di attribuirsi dei plus a volte paradossali: Olio di frantoio: tutti gli oli di oliva anche il più cat-tivo nasce in frantoio.Olio di prima spremitura: da almeno cinquant’an-ni non c’è più la seconda spremitura.Spremuto o estratto a freddo: è una dicitura am-messa dalla legge, ormai la totalità degli oli ha questo pregio, chi non lo scrive lo fa per evitare della inutile complicazione burocratica.Come fa il consumatore a scegliere un olio senza essere fregato? Il prezzo di sicuro non aiuta, perché si può trova-re una buona qualità anche in prodotti di fascia media e non è così sicuro che un olio molto caro sia davvero superiore. Importante è acquistare il prodotto confezionato e sigillato e se in etichetta c’è scritto Olio extra vergine di oliva, si può stare tranquilli che lo è davvero. Per trovare un olio che soddisfi completamente il nostro gusto, l’unico modo è assaggiarlo. Pro-varlo sulle patate lesse, calde fumanti, e valutarlo con uno strumento straordinario che tutti abbia-mo: il nostro palato.

Lorenzo Ruzza

Moderno separatore per scindere: acqua-olio e sansa dal prodotto ottenuto dalla molitura delle olive

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Tamburello... che passioneIl tamburello è uno sport molto antico e, infatti, Greci e Romani sono stati dei grandi esti-matori dei giochi con la palla tramandati fino a noi. Poche sono le testimonianze sui rego-lamenti, ma sta di fatto che oggi è uno degli sport più amati a Guidizzolo dove vanta una tradizione lunghissima. Vi proponiamo uno stralcio della ricerca fatta del nostro concitta-dino Gianfranco Ruffoni.

1935. In piazza Marconi una foto ricordo della squadra di tamburello con gli appassionati

Se d’un colpo facciamo un passo indietro di mille anni, troviamo un trattato sul gioco del-la palla, scritto da messer Antonio Scanno da Salò. L’attrezzo era qualcosa di simile al tambu-rello, la palla non era altro che delle strisce di cuoio avvolte fino a formare un gomitolo, dan-done una forma tonda. Il tempo passa velocemente, l’attrezzo viene modificato più volte, fino a divenire un telaio in legno in cui viene tesa una pelle animale, per renderlo elastico e robusto. Oggi il tambu-rello è costruito interamente in plastica, è più resistente e la tela è in grado di sopportare le fortissime sollecitazioni della palla che pesa 82 grammi, con un diametro di 61 millimetri. È il 1890 l’anno zero dello sport del tamburello, infatti viene riconosciuto come “Federazione Ginnastica d’Italia”. Solo nel 1910 ne nasce una nuova denominata “Federazione Italiana

Palla Tamburello” a cui si iscrissero diverse associzioni e tra queste anche il nostro paese che ha una vera tradizione sportiva. Nel nostro paese si iniziò già nel 1920-27: si giocava solo per svago domenicale, il campo da gioco erano le ampie piazze (Marconi e Pezzatì). Solo nel 1935 si formò la prima squadra di tamburello, denominata: ENAL Guidizzolo. Si fece pure un torneo con le squadre di Medo-le, Solferino, Goito-Malavicina, Gazoldo: vinse il Medole, la squadra del Guidizzolo si classifi-cò al secondo posto, i giocatori erano: Angelo Zumini, Bonfiglio Gandellini, Remo Mori, Neldo Ferrari, Cirillo Moschini, segretario M° Adelchi Fattori. Questi, se vogliamo, sono stati i promo-tori di questo sport. L’anno dopo la squadra fu sciolta dal richiamo al servizio militare. Nel dopoguerra dette un vero impulso il guidiz-zolese Emilio Covallero. Nel 1946-47 si alterna-rono diversi giocatori, diverse le categoria (B e C); il campo di gioco era il piazzale Marconi, poi il campo di calcio di via Tomasina. Nel cor-so degli anni si videro molti volti nuovi come: Cesare Maccari, Mario Parmeggiani, Mario Martelli, Benito Serravalle. Nel 1964 nacque una nuova società: la “A. T. Guidizzolo”. Promo-tori erano: Lino Rosoli, Mario Costa e Umber-to Pasquali, con una rosa di giocatori che, nel 1966, passarono dalla serie “B” alla “A”. Nel 1969, non avendo sponsor si autofinanziarono. Nel frattempo, presso il bar Maroli, si formò la società i “VELOCI” che conquistarono il torneo Cantarelli. Nel 1970 la “A. T. Guidizzolo” viene acquisita dal Cav. Curzio Bonazzi, unico sponsor, com-preso il gruppo giocatori: Mario Costa, Giovan-ni Bassignani, Giuseppe Bianchera, Virginio Garini, Alberto Pelizzaro, Giovanni Bonesini, Albis Dolci, Roberto Fracassi, segretario M°

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1953. Da sinistra: Curiolano Margoni (segretario), Antonio Gandini, Cesare Maccari, Emilio Covallero, Egidio Tomasi e Mario Parmeggiani

1972. Da sinistra, in piedi: Emilio Covallero, Bonazzi Cav, Curzio (presidente), Cesare Maccari, Adamo Bonazzi, Virginio Garini. Accosciati: Giuseppe Bianchera. Damoli (detto Sissa), Roberto Fracassi, Giovanni Bassignani e Giovanni Bonesini

Luigi Petrali. Nel 1972, visto l’aggravarsi del-la sua salute, il Cav. Bonazzi, decise di ces-sare l’attività cedendo i giocatori ad altre società. Nel frattempo, in paese si discute per ricomporre un’altra società. Infatti, nel 1973, nasce una nuova “A. T. Guidizzolo”, la cui direzione viene assunta, come sponsor, dalla “De Giuli Gino”. Nel 1974, alcuni amici, su incitamento del Cav. Bonazzi, rifondano una piccola società, chiamata “A. T. Il Gui-dizzolo”, con Presidente Gianfranco Ruffoni e segretario Sergio Pelladoni. Con la priorità all’addestramento dei giovani per l’uso del tamburello,si organizzarono tornei notturni e la società si sciolse nel 1977. II tempo passa, è inevitabile che per so-stenere le squadre, servano delle vere di-sponibilità economiche, così la “De Giuli” si allea con i fratelli Meneghelli che, nel 1982, ne assumono la piena direzione, con la denominazione “A. T. UNIVERSO”, segre-tario Ennio Mussa, d.t. Giuseppe Bianchera, Ottorino Vergna e Rinaldo Villagrossi. Ben presto arrivano le prime vittorie: nella cate-goria Pulcini conquistano il Titolo Italiano e nella categoria Allievi il Titolo Provinciale. Nel 1985 nella categoria. Allievi conquistano il Titolo Italiano. Nel 1988 la squadra Junio-res si aggiudica titolo di Campione d’Italia. Nel 1992, dopo 10 anni di attività sportiva, la “A. T. UNIVERSO”, cessa l’attività per motivi economici. È certo che tutto questo passamano di so-cietà, che dal 1910 al 1985 sono state molte, è stato fatto con il solo scopo di soddisfare le molte persone del paese per le quali era l’unico sport appassionante, anche se pove-ro. Il cambio delle diverse società ha dato anche dei risultati positivi, con giocatori che si sono forgiati dando la propria anima a questo sport. Nonostante tutte le iscrizio-ni alla Federazione “FIT”, che da moltissimi anni è solo un’ala del “CONl”, il gioco del tamburello, che impegna società e giocatori con tanto lavoro, ancor oggi non ha lo stesso riconoscimento che hanno altre discipline. La mia ricerca sulla cronistoria del gioco del tamburello si ferma alla fine dell’anno 1992.

Ruffoni Cav. Uff. Gianfranco

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Pro Loco InformaA cura di Jessica Santi

PRO LOCO GUIDIZZOLO

tel. e fax 0376 819455 cell. 339 2444823sede via Vittorio Veneto

ufficio in Municipio - sabato dalle 10,00 alle 11,30 al 2° piano

I commenti raccolti tra i presenti alla mani-festazione sono stati unanimi: “Una serata meravigliosa”.L’apertura della Fiera in Musica 2010 con il festival “Military Show Band” è stata occa-sione anche per l’inaugurazione della rinno-vata pista di atletica.Al centro sportivo, recentemente definito dal Coni una “Cittadella dello sport”, il sin-daco Graziano Pelizzaro ha ringraziato tutte le associazioni guidizzolesi per quanto e per come operano sul territorio; ha parlato del centro sportivo e dell’attività che svolge per ragazzi e adulti, divisa in molteplici discipli-ne.Dopo il taglio del nastro ha fatto seguito l’intervento dell’assessore allo sport Carlo Maccari: “C’è chi dice che la nostra ammini-strazione ha investito molto nel centro spor-tivo, ma ciò che abbiamo fatto è qui sotto gli occhi di tutti, per lo sport e per la crescita dei giovani e meno giovani.” Gli ha fatto eco l’as-sessore regionale alla semplificazione Carlo Maccari il quale ha ricordato il ruolo svolto dalla Regione con specifici finanziamenti per le strutture sportive. I giovanissimi del Ciclo Club 77 hanno sperimentato subito la pista appena inaugurata, accompagnati da uno dei Gruppi di Cammino promossi dall’ammi-nistrazione comunale.Ma la protagonista indiscussa è stata la mu-sica. Appassionante e coinvolgente.I tre gruppi musicali: il Corpo Bandistico di Guidizzolo, la Fanfara degli Alpini “Star of Alps” e la Fanfara dei Bersaglieri “Aminto Carretto” di Bedizzole, sul prato del campo da calcio con i loro strumenti e la loro mu-sica hanno dato vita a figure e coreografie via via sempre più complesse, il cui gradi-mento veniva esternato da applausi sempre più fragorosi. Alla fine poi, i tre gruppi riuniti hanno eseguito l’Inno di Mameli, insieme e con passaggi alterni, sottolineando ancora una volta le peculiarità che caratterizzano le tre formazioni.

Echi dalla Fiera di luglio

Il taglio del nastro della nuova “Pista di atletica”, ha ufficialmente aperto il programma delle manifestazione della Fiera 2010

Fanfara dei Bersaglieri “Aminto Carretto” di Bedizzole

Foto Gianfranco Ruffoni

Foto Gianfranco Ruffoni

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La pittrice SusannaTruzzi, mentre esegue un “Tato”, dipinto con colori perfettamente lavabili, su una volontaria

Concerto musicale del Corpo Bandistico di Guidizzolo “The Music Movies”

Il Gruppo Micologicoha curato la tradizionale esposizione didattica delle“Specie Fungine”

Il “TRIO B” presentato da Claudia Morselli, propone le migliori canzoni degli anni ‘60 e ‘70

La serato di martedì si chiude con il tradizionale“Spettacolo pirotecnico”

Foto Enzo Galvani

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Notiziario del Corpo Bandistico di Guidizzolo - a cura di Francesca Cappa

Festival Military Show BandQuest’anno la fiera ha introdotto molte novità a co-minciare da un’apertura molto particolare la sera del 14 luglio al Campo Sportivo dove il Corpo Bandistico Guidizzolo, la Fanfara alpina “Star of Alps” di Villa-nuova sul Clisi e la Fanfara dei Bersaglieri “Aminto Carretto” di Bedizzole si sono riunite su questo cam-po per uno spettacolo costituito da figure e movi-menti sincronizzati dettati dal ritmo incessante delle percussioni e delle marce suonate, chi da fermi chi correndo. Per le fanfare questo genere di esibizione è pane quotidiano, il Corpo Bandistico invece ha voluto pro-vare questa nuova esperienza e sotto la guida di un impeccabile Gottardi Marco, già componente della fanfara Alpina Tridentina e promosso maestro per l’occasione, è riuscito a schierare una cinquantina di elementi, tra i quali amici provenienti dalle Bande di Cavriana e Gazoldo degli Ippoliti.É stata un’avventura impegnativa che ha portato a vere e proprie prove sul campo per rendere reali figu-re e movimenti che sulla carta apparivano impossibili da realizzare per un gruppo senza alcuna esperienza in merito, ma grazie all’enorme pazienza dei musicisti ed alla bravura e caparbietà del loro maestro d’ecce-zione lo spettacolo si è svolto senza intoppi.Il merito di questo evento va al Circolo Diapason in collaborazione con il presidente della Banda Roberto

Lucchini, che ha voluto fin da subito realizzarlo, alla Pro Loco ed alla sezione degli Alpini di Guidizzolo, senza di loro questo spettacolo sarebbe ancora sulla carta.

Cartù e CineQuest’anno il concerto per la fiera di luglio aveva un nome altisonante “The Music Movies Concert” che tradotto in guidizzolose suonerebbe come un “Cartù e Cine”, cioè film e cartoni animati accompagnati dalle loro affascinanti colonne sonore.Così, in una calda sera d’estate, appena il sole ha co-minciato a calare per lasciare spazio alla notte, le no-stre stelle hanno preso posto sul palco e hanno acce-so le loro flebili lucine per disturbare il meno possibile gli spettatori e permettere loro di godersi appieno la

Foto Gianfranco Ruffoni

Foto Gianfranco Ruffoni

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Rolando Bettoncelli, al centro della foto, con il figlio Mauro e il nipote Marco

Concerto di fine anno del 2001

proiezione dei film assaporando la magia della colon-na sonora suonata dal vivo.Spesso un film mediocre diviene famoso grazie ad una brillante colonna sonora e rendere omaggio a queste opere sta ormai diventando una tradizione della no-stra fiera, ogni anno sempre più bella e interessante.Il concerto è cominciato sulle squillanti note di “Scuola di polizia”, per proseguire con un emozio-nante “Leggenda del pianista sull’oceano” , un cupo “Batman”, splendidi cartoni animati come “Il Principe d’Egitto” e “Disney Fantasy”, film ormai d’altri tempi come “Highlander” e l’indimenticabile “Rocky”, le splendide musiche di J. Williams dei film di “Harry Potter - A.I. - Il Patriota”, il coinvolgente “Puttin’ on the ritz” con un Fred Astaire esilarante per terminare con un “Pirati dei Caraibi” travolgente.Il concerto così si sarebbe dovuto chiudere, ma è pro-seguito con gli Abba e un medley di loro canzoni in sfondo al musical “Mamma mia”, per definitivamente terminare sulle note dell’Inno di Mameli.Una magnifica serata di musica e cinema, contornata infine da splendidi fuochi d’artificio ad illuminare un cielo limpido ma senza stelle, gliele abbiamo rubate noi per alcune ore per poterle mettere su un palco tra le mani del magistrale M° Nicola Ferraresi che anche nel buio è riuscito a farle risplendere.Un ringraziamento particolare all’amico Matteo Mo-randi per aver creato i magnifici video che hanno re-galato una magia particolare a questo concerto di fine luglio.

Cordoglio per la scomparsadi Rolando BettoncelliDi lui dire semplicemente che era conosciuto è trop-po poco. Non solo a Guidizzolo. Conosciuto ma anche soprattutto molto stimato e grande amico di tutti, con

un carattere gioviale e solare. Così grande cordoglio ha destato in Guidizzolo la notizia della scomparsa di Rolando Bettoncelli, rimbalzata velocissima per il pa-ese. La sua attività di idraulico lo aveva portato in tan-tissime case ed erano pertanto in molti a conoscerlo ed apprezzarlo; tuttavia ciò per cui sicuramente tutti lo ricordano sono quei ‘piatti’ che da sempre suona nel Corpo Bandistico di Guidizzolo. La banda guidiz-zolese, una delle più vecchie se non la più vecchia d’Italia con i suoi oltre 170 anni di vita, oggi ha tanti giovani, alcuni come il nipote giovanissimi, ma la co-stanza con cui è sempre rimasta in attività in anni pas-sati va ascritta ad alcuni della ‘vecchia guardia’ che tutt’ora non mancano mai alle prove. Uno di questi era Rolando Bettoncelli il quale se n’è andato in un attimo lasciando la ‘sua’ Banda orfana di un elemento dal quale, ricordandolo, ci sarà sempre da attingere. Ro-lando mancherà; mancherà ai suoi molti amici, man-cherà alla Banda, mancherà anche a chi, come colui che scrive, ha avuto modo di apprezzarne negli anni, per amicizia e per la vicinanza al Corpo Bandistico, la grande serietà e l’impegno con cui ha sempre affron-tato ogni sua attività.

Sergio Desiderati

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