l'esame per la licenza di caccia - liguria · 2019. 12. 16. · l'esame per la licenza di...

L'esame per la licenza di cacciaPrimo soccorso – indice generale

Lipotimia

Colpo di sole e di calore

Trauma

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Esposizione basse temperature

Annegamento

Fratture

Norme generali di primo soccorso e rianimazione

Emorragie

Distorsioni

Ustioni

Shock anafilattico

Morso di vipera

Punture di insetti

Lussazioni

L'esame per la licenza di cacciaPrimo soccorso

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Norme generali di primo soccorsoIl primo soccorso consiste in una sequenza di semplici azioni che hanno lo scopo di conservare le funzioni vitali dell’infortunato evitando ulteriori spiacevoli conseguenze sia al paziente che al soccorritore stesso ed alle altre persone presenti. E’ quindi importante : valutare gli eventuali rischi presenti sulla scena dell’infortunio (emanazioni tossiche, fumi, elettricità, sostanze infiammabili), e possibilmente indossare i D.P.I. (Dispositivi di Protezione Individuale, come i guanti e la mascherina)Valutare se la persona è cosciente, scuotendola delicatamente per le spalle e chiamandola ad alta voce. Se non risponde, chiamare aiuto al 118. In attesa del 118• Si dispone la persona su un piano rigido• Si iper-estende il capo• Si controlla il cavo orale eliminando eventuali corpi estranei• Si valutano le condizioni cardiache e respiratorie tramite la manovra GAS (Guardo, Ascolto, Sento) e l’osservazione di eventuali movimenti (MO), tosse (TO) e respiro (RE)

Valutazione delle funzioni vitaliGUARDO se ci sono movimentidel toraceASCOLTO se ci sono rumorirespiratoriSENTO il respiro sulla guancia

Intanto osservo se sono presenti:MO(movimenti) TO(tosse) RE(respiro)


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Norme generali di primo soccorsoSe la persona respira ed il cuore batte : Si mette la persona in posizione laterale di sicurezza (PLS, vedasi figura). Questa posizione evita il rischio di soffocamento e permette all'infortunato di respirare liberamente proprio perché impedisce alla lingua di scivolare verso la gola e, in caso di vomito, i liquidi non vanno ad ostruire le vie aeree ma scorrono verso l'esterno del cavo orale. Nel caso di sospette lesioni alla colonna vertebrale questa manovra non deve essere eseguita.Se la persona non respira ed il cuore non batte : Si telefona al 118 per confermare che si tratta di arresto cardio-circolatorio Si inizia il massaggio cardiaco esterno: si appoggiano le mani con le dita intrecciate al centro del torace del paziente tenendo le braccia tese e si effettuano 30 compressioni di 4/5 cm. seguite da immediato rilascio, con una frequenza di 100 al minuto (circa 2 al secondo). Dopo le 30 compressioni, aperte le vie respiratorie, si procede alla respirazione artificiale effettuando 2 ventilazioni bocca a bocca, poi si ripetono altre 30 compressioni, e così via…

Posizione Laterale di Sicurezza

PLS


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RCP – rianimazione cardio-polmonare


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Lipotimia (svenimento)

I sintomi: Perdita di coscienza transitoria (15-20secondi) dovuta ad una brusca riduzione, di breve durata,del flusso di sangue al cervello e conseguente scarsadisponibilità di ossigeno.Le cause:• emozioni e stress;• affollamento;• ambienti chiusi;• stazione eretta protratta;• ma può essere il primo segno di patologie gravi cometumori cerebrali, cardiopatie, diabete ecc.Trattamento:• posizione antishock;• slacciare cinture e colletti;• arieggiare l’ambiente;• evitare assembramenti.Solitamente si osserva un miglioramento graduale nel girodi 15-20 secondi. In caso contrario chiamare il 118.

posizione antishock


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Il colpo di soleE’ causato da un'eccessiva esposizione al Sole che provoca unaumento di temperatura e una vasodilatazione che conduce auno stato di shock.I sintomi: cefalea e vertigini, sudorazione, nausea,offuscamento della vista, aumento della temperatura, shock,cute umida e fredda.Intervento: per prima cosa è necessario porre l'infortunatoall'ombra, in un luogo arieggiato, e rinfrescargli il capo conimpacchi umidi o acqua fresca ma non troppo fredda.E' consigliabile, se cosciente, fargli bere qualcosa di fresco,meglio integratori di sali minerali.

Il colpo di calore Si verifica in ambienti molto caldi, umidi e poco ventilati. In queste condizioni la sudorazione, che serve a raffreddare il corpo e a disperdere la temperatura, può non avvenire, in quanto l'eccessiva umidità ne impedisce l'evaporazione.I sintomi: Intensa sete, cute molto calda, asciutta, volto arrossato, respiro affannoso, torpore e shock. Intervento: E' necessario condurre immediatamente l'infortunato in un luogo fresco, ventilarlo, raffreddarlo con impacchi di acqua fresca, e tenere sotto controllo respirazione e polso. Se l'infortunato è cosciente, può essere somministrata dell'acqua, se possibile con integratori salini. Assolutamente da evitare alcolici e caffè. Nell'attesa del soccorso, in caso insorgano i sintomi dello shock, l'infortunato può essere messo in posizione antishock, con gli arti inferiori sollevati.


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Le urgenze causate dal freddo possono essere laconseguenza di un raffreddamento localizzato o generale.Le lesioni derivanti da un raffreddamento localizzatointeressano regioni particolari del corpo e vengono indicatecon il termine di congelamento.Il raffreddamento generale, invece, interessa il corpointero e in questo caso si parla di ipotermia oassideramento.Il congelamento provoca lesioni della cute e dei tessuti sottostanti causata dall'esposizione a unfreddo intenso. Solitamente colpisce le parti periferiche del corpo come le dita, le mani, i piedi,le orecchie o il naso.Sintomi:Le lesioni di primo grado provocano un rallentamento della circolazione con dolore ededema locale. La cute in questo caso è cianotica.Le lesioni di secondo grado provocano un arresto della circolazione con locale insensibilitàimmobilità e comparsa di bolle.Le lesioni terzo grado provocano la necrosi del tessuto e un successivo sfaldamento.Intervento: Per le lesioni di primo grado è sufficiente massaggiare delicatamente la parte colpita da congelamento per riattivare la circolazione. E' utile allentare tutto ciò che potrebbe ostacolare la circolazione: lacci, calzettoni,etc.Per le lesioni più gravi, di secondo e di terzo grado, è bene chiamare i soccorsi e coprire la parte lesa coperte, panni riscaldati (37°/40°) asciutti.

Esposizione a basse temperature


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Attenzione:evitare di riscaldare la parte in modo improvviso e ed eccessivo, per esempio attraverso stufe o borse di acqua calda.Evitare anche l'assunzione di alcolici, vasodilatatori che non favoriscono la circolazione del sangue Gravità: Le lesioni di secondo o terzo grado richiedono un immediato ricovero ospedaliero.

IpotermiaIl raffreddamento generale del corpo è noto comeassideramento o ipotermia sistemica. L’esposizione al freddoriduce il calore corporeo. Col tempo, l’organismo non è più ingrado di mantenere costante la propria temperatura interna.Se non viene curata, l’ipotermia è letale. Ricordate chel’ipotermia può insorgere a temperature superiori rispetto alcongelamento. È importante valutare il grado dell’ipotermia.

L’ipotermia può essere:35-32 lieve: Brividi ed eventualmente intorpidimento o leggera sonnolenza. 32-28 grave: Respirazione e polso rallentati, deficit visivi, difficoltà di coordinazione dei movimenti e sonnolenza. 28-24 molto grave: Perdita di conoscenza, assenza di segni vitali rilevabili, corpo molto freddo al tatto con una temperatura interna che può scendere sotto i 27°C, possibile congelamento di alcune parti del corpo.Meno di 24°C FV o asistolia. N.B: In caso di dubbio occorre sovrastimare il grado di ipotermia.


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Annegamento

Avviene per l'ostruzione delle vie aeree da parte di un liquido.Non sempre il corpo è immerso nel liquido, per annegare basta l'immersione degli orifizi respiratori: chi, per un malore ad esempio, cade a faccia in giù in un sottile strato di liquido, rischia di annegare. Lo stesso si può verificare se l'infortunato è incosciente e vomita: è necessario che il vomito possa defluire (vedi posizione laterale di sicurezza). Per riflesso, quando un liquido entra nella cavità orale provoca una chiusura della laringe: l'infortunato perciò non può più respirare e inizia l'asfissia.Se l'infortunato perde coscienza e di conseguenza i riflessi cessano, il liquido può penetrare nella trachea, nei bronchi e negli alveoli polmonari soffocandolo.Sintomi: Il malcapitato, se è soccorso tempestivamente e non ha perso coscienza, sarà molto agitato e spaventato, avrà delle difficoltà respiratorie e tossirà per espellere il liquido dalle vie aeree.Se la permanenza nel liquido è più lunga, l'asfissia porta alla perdita di coscienza e successivamente all'arresto respiratorio e cardiaco. (BLS-basic life support)


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Annegamento

Se le funzioni vitali sono assenti bisogna procedere con il massaggiocardiaco e la respirazione artificiale .Attenzione: Nel caso di cadute in acque basse, l'annegamento potrebbeessere stato provocato da un trauma. In questo caso bisogna averemolta cautela: l'infortunato potrebbe avere delle fratture,per esempio alla colonna vertebrale, il che comporta una grandeattenzione nel rimuoverlo. Quando un paziente è privo di coscienza,non è possibile individuare lesioni spinali. Negli incidenti d’acquadovete partire dal presupposto che il paziente privo di conoscenzaabbia lesioni al collo e alla colonna vertebrale.Ricordate che un soggetto in arresto respiratorio o in arresto cardiaco avrà bisogno di una rianimazione prima che procediate a immobilizzare il collo e la colonna.Segni di attacco cardiaco: A causa di uno sforzo eccessivo il paziente può avere problemi che vanno al di là del semplice principio di annegamento. Alcuni soccorritori inesperti si lasciano ingannare pensando che i dolori toracici siano dovuti a crampi muscolari insorti durante il nuoto.Arresto cardiaco: Spesso correlato all’arresto respiratorio; si può verificare prima del principio di annegamento.Lesioni interne: Durante l’esame del paziente, fate attenzione a possibili fratture ossee, lesioni ai tessuti molli ed emorragie interne (che possono passare inosservate durante la prima fase dell’intervento).

Trattate lo stato di shock, procedete al trasporto il più rapidamente possibile.


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Il trauma

Le conseguenze del trauma dipendono dalla forza con cui avvienel'impatto tra il corpo e l'oggetto contundente, dalla direzione con cuiaffonda il corpo penetrante nei tessuti ed, infine, dal tipo e dal numerod’organi interni interessati dal trauma.Attenzione: Non sottovalutare mai un evento traumatico poiché non sipuò essere sicuri che l’evento non abbia causato danni, specie se sitratta di traumi cranici, toracici ed addominali.Le ferite: sono lesioni che provocano la rottura della cute esponendo itessuti sottostanti. La causa può essere esterna, come in caso dilacerazione, o interna come, per esempio, nel caso della fuoriuscita,attraverso la cute, dei monconi di un osso fratturato.Lesioni craniche: In base alla forza d’urto intervenuta, allasuperficie d’impatto, all’accelerazione e decelerazione subite, itraumi a livello cranico e/o facciali potranno provocare:lesioni dirette : Coinvolgono i soli tessuti molli (semplici ferite delcuoio capelluto ematomi, ecc.) oppure danneggiano la scatola cranicaprovocando fratture lineari (visibili solo con una radiografia) oppureinfossate.Lesioni indirette: Interessano il tessuto cerebrale, lesionando in modotemporaneo o permanente, in parte o completamente uno dei centri chelo compongono


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Segni di lesione cerebrale

Confusione mentale sino alla perditadella coscienza Cefalea e malessere indefinito Disturbi vista udito ed equilibrio Vomito (a getto) Differenza dei diametri pupillari

Ma l'evento più pericoloso è senz'altro la formazione di ematomi intracranici che, espandendosi,possono comprimere l'encefalo causando gravi alterazioni delle funzioni vitali. Il trauma cranicoinizialmente può non comportare sintomi. Quando si verifica però è sempre necessario trasportarel'infortunato all'ospedale perché le gravi alterazioni si possono verificare anche molte ore dopol'incidente. Per accertarvi delle condizioni della persona traumatizzata, provate a porgli qualchedomanda. Orientamento spazio, tempo, persona.Se riesce a darvi queste informazioni, è sicuramente un buon segno; continuate a dialogare finoall'arrivo dei soccorsi. Se le risposte sono confuse o inappropriate, è possibile che la situazioneprecipiti nel giro di poco tempo. Continuate a far parlare la persona infortunata, riportandola allarealtà; individuate la zona colpita, raffreddatela con del ghiaccio ed evitatele qualsiasi movimentodella testa e del collo. Può capitare che la vittima cada subito in uno stato di coma. In questocaso, aprite le vie aeree e controllate il respiro e i segni vitali. Se assenti iniziare manovre diB.L.S. fino all'arrivo dei soccorsi avendo cura di immobilizzare la testa.


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Ai traumi cranici deve essere sempre abbinato il sospettodi lesioni alle vertebre cervicali


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Il trauma toracicoMette in pericolo la vita del paziente attraverso tre modalità fisiopatologiche:•Insufficienza respiratoria•Shock emorragico (emotorace)•Shock cardiogeno ( contusione cardiaca)I sintomi sono dolore toracico, dispnea, tachipnea, insufficienza respiratoria.Si possono avere traumi chiusi oppure traumi aperti (ferite da armi da taglio e da fuoco).

Il trauma addominaleIn ordine di frequenza il trauma addominale è preceduto dal traumatoracico e cranico. Il 20% di tutti i pazienti traumatizzati vengonosottoposti a trattamento chirurgico.L‘addome è la parte dell’organismo compresa tra il diaframma

e le ossa della pelvi e dell’anca. La cavità addominale contienemolti organi: fegato, stomaco, cistifellea, pancreas, milza,intestino, vescica, organi sessuali femminili. In seguito ad untrauma l’addome può subire un impatto violento e gli organicontenuti in esso possono lesionarsi. In caso di semplicecontusione si ha una lesione chiusa. In caso di ferite con osenza fuoriuscita di organi interni si parlerà di lesione aperta.


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Il trauma addominale: segni e sintomiLa dinamica di un evento traumatico può portarvi, da sola, a sospettare una lesione addominale. I segni ed i sintomi che potrete rilevare sono:•Evidenti segni di contusione o ferite;•Dolore nella sede della lesione o generalizzato;•Contrattura della muscolatura addominale•Nausea e vomitoNel caso in cui sia sopravvenuta una emorragia interna potrete avere anche:• Debolezza• Pallore • Sete intensa• Polso e respiro accelerato• Cute fredda e sudata• Agitazione •Shock


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Traumi chiusi ed aperti: primo soccorso

Intervento: coprire la eventuale ferita con teli sterili (non garze perché potrebbero penetrare all’interno della ferita), ed in caso di sanguinamento provare a rallentarlo con una medicazione compressiva, che però sarà inutile se si tratta di una emorragia interna esteriorizzata. Coprire eventuali visceri fuoriusciti con teli sterili, evitando assolutamente di riposizionarli all’interno della cavità.Non rimuovere eventuali oggetti conficcati, ma provvedere a immobilizzarli perché non si muovano durante il trasporto : il tentativo di estrazione potrebbe provocare un’emorragia, aggravando la situazione..Il paziente va posizionato sul dorso, mantenendolo in posizione orizzontale, con le ginocchia piegate ed il capo leggermente sollevato.Coprire il paziente evitando di dargli da bere.

I traumi chiusi dell'addome sono nel 60% dei casi secondari ad incidenti stradali e per il resto ad infortuni lavorativi, domestici e sportivi. In genere si determina la lesione del fegato o della milza o per decelerazione improvvisa o per schiacciamento da compressione; si può avere versamento di sangue nel peritoneo: si parla allora di emoperitoneo. Il fegato, per le sue dimensioni, è uno degli organi più frequentemente interessati da lesioni a seguito di un evento traumatico.

Frattura del fegato


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EmorragieCause: Ogni lesione traumatica, infiammatoria, o tumorale che sia in grado di ledere le pareti dei vasi sanguigni, o del cuore, interrompendone la continuità provoca emorragia, e cioè la fuoriuscita del contenuto (sangue). Si possono avere diverse varietà di emorragie: •Esterne: sono caratterizzate dal fatto che il sangue fuoriesce dal nostro corpo attraverso una ferita (in genere fattore traumatico).•Interne: Il sangue rimane all’interno del nostro corpo, non più nei vasi ma fuori di essi; tuttavia, si versa in grandi cavità (cavo pleurico, cavo peritoneale) attorno ai focolai di frattura, ma noi non siamo in grado di vederlo (fattori traumatici, infettivi, neoplastici, tossici).•Esteriorizzate: L’emorragia avviene all’interno di un organo che comunica all’esterno attraverso un orifizio naturale, come naso, bocca, orecchie, ano, vagina.A seconda della tipologia dei vasi interessati si possono avere:• Emorragie arteriose: sangue rosso vivo, a getto pulsante• Emorragie venose: sangue rosso più scuro, senza pressione e a getto continuo• Emorragie capillari: sangue di colore variabile, in piccole quantità.


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Come controllarle:Cause: Ogni lesione traumatica, infiammatoria, o tumorale che sia in grado di ledere le pareti dei vasi sanguigni, o del cuore, interrompendone la continuità provoca emorragia, e cioè la fuoriuscita del contenuto (sangue). Si possono avere diverse varietà di emorragie: •Far sdraiare il ferito•Sollevare la parte interessata, portando la parte ferita in alto.•Tamponamento compressivo:si effettua con le mani protette da guanto di lattice, interponendo un tampone in tessuto sterile; realizzare poi una medicazione con bendaggio, assicurandosi che la compressione avvenga solo sulla ferita (non deve funzionare da “laccio”).•Laccio emostatico: Se l’emorragia persiste nonostante la compressione si posiziona un laccio arterioso a monte della ferita allentandone la tensione ogni 20 minuti per garantire l’irrorazione sanguigna ai tessuti posti a valle della ferita stessa. In mancanza del laccio si usa una fascia larga, (ad esempio una cravatta), evitando spago, cordicelle, fili metallici. Annotare l’ora di posizionamento del laccio e comunicarla agli operatori sanitari.


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AmputazioniConsistono nella rimozione traumatica di un arto o parte di esso, e possono avvenire per taglio diretto, strappamento o spappolamento. Se gli arti sono stati sezionati di netto si può tentare il reimpianto con buone probabilità di successo se sono stati ben conservati.Trattamento: Rallentare l’emorragia comprimendo con teli sterili sulla sede di amputazione, e se necessario applicare un laccio emostatico a monte.Recuperare il moncone, lavarlo con soluzione fisiologica ed avvolgerlo in garza sterile. Riporlo poi in un sacchetto di plastica e conservarlo al freddo, senza congelarlo e senza immergerlo in liquidi.Le lesioni da strappamento in genere non sono emorragiche.

Corpo estraneoNel caso che una ferita presenti un corpo estraneo:•Non estrarlo•Fissarlo con garze e bende in modo che non si muova all’interno della ferita•L’oggetto verrà rimosso in ambiente chirurgico


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FrattureSono interruzioni di continuità di un osso che si verificano solitamente in seguito ad un evento traumatico.Possono essere causate da flessione, da compressione, da schiacciamento, da torsione, da strappamento. Possono essere dirette se si verificano nel punto del trauma, o indirette se avvengono in zone lontane: ad esempio una frattura di una vertebra in seguito ad una caduta sui calcagni.Ci sono anche delle fratture spontanee, che non sono causate da un trauma ma da un cedimento delle ossa. Sintomi:•Dolore•Deformazione•Gonfiore ed alterazione del colore della pelle•Scroscio•Perdita di funzionalità•Torpore e formicolio•Osso espostoLa presenza di uno o più di questi sintomi indica la probabile presenza di una frattura


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Tipologia delle fratture

Una frattura può essere:Composta, in cui i segmenti di frattura conservano la loro posizione anatomicaScomposta, se i due monconi si spostano e non si trovano più allineati sullo stesso asse Chiusa, se non c'è lacerazione del tessuto muscolare o cutaneoEsposta, quando un moncone lacera il tessuto esterno ed esce. In questi casi la lesione è più grave, in quanto normalmente i tessuti ossei non vengono mai a contatto con i germi esterni che possono perciò costituire un grave pericolo e dare origine a serie complicazioni. Si procede ad un lavaggio della ferita con soluzione fisiologica, avvolgendo poi con un telo sterile, cercando di immobilizzare i monconi senza tentare di riallinearli, procedendo delicatamente.

Frattura composta

Frattura scomposta

Frattura esposta


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Immobilizzazione delle fratture

La stabilizzazione di una frattura deve avvenire mediante steccaggio, allo scopo di:

• Ridurre il movimento delle parti fratturate riducendo il dolore ed il danno locale

•Prevenire lacerazioni cutanee e quindi la trasformazione di una frattura chiusa in aperta (esposta).

•Prevenire ulteriori lesioni a carico dei vasi e nervi ad opera dei monconi ossei.

•Prevenire la riduzione del flusso ematico distale e l’eccessivo sanguinamento in sede di lesione.

Immobilizzazione e steccaggio di fratture alle

ossa lunghe della gamba


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Per un corretto steccaggio occorre:

• Rimuovere i vestiti da ogni parte potenzialmente fratturata

• Valutare lo stato neurologico e vascolare a valle del punto di frattura

• Proteggere le eventuali ferite con tela sterile prima di applicare le stecca

• Immobilizzare sempre le articolazioni a monte e a valle del punto di frattura

•Trazionare e riallineare quando possibile: In caso di resistenza al trazionamento steccare l’arto come si trova.

nel dubbio immobilizzare sempre !


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Lussazione della spalla

Dopo l’intervento(riduzione)

LussazioneSi verifica quando, a seguito di un trauma o di un falso movimento, un capo articolare esce dalla sua articolazione senza ritornare al suo posto.Le lussazioni più frequenti interessano la spalla, le dita, i gomiti.Sintomi: forte dolore, impotenza funzionale e blocco dell’articolazione, gonfiore e deformazione dell’articolazione.Comportamento: bisogna evitare di rimettere a posto l'articolazione. E' invece importante chiamare i soccorsi che trasporteranno l'infortunato all'ospedale dopo aver immobilizzato l'arto nel migliore dei modi.L'immobilizzazione dell'arto, con appositi presidi, prima di qualsiasi movimento o trasporto è fondamentale per alleviare le sofferenze dell'infortunato e per evitare ulteriori traumi. Anche se la lussazione è molto dolorosa, l'infortunato non è in pericolo di vita.Poiché non è facile, senza una lastra, diagnosticare che non ci siano delle fratture, è sempre bene comportarsi come se ci si trovasse di fronte a una frattura.


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Distorsione

E’ l’effetto prodotto sui tessuti articolari e peri-articolari da un movimento improvviso e violento,extra-fisiologico, temporaneo e autoriducente. Learticolazioni interessate da una distorsione sonosolitamente il ginocchio, il polso, il gomito e, moltofrequentemente, la caviglia.I sintomi caratteristici sono gonfiore, dolore esensazione di calore.Intervento: occorre mettere immediatamente a riposol'arto interessato, comprimere l'articolazione con unbendaggio rigido, applicare ghiaccio e, se il caso lorichiede, elevare l'arto per ridurre l’edema.In genere basta riposo e fasciatura; per alcunedistorsioni più gravi è opportuno immobilizzare conun'ingessatura come nel caso delle fratture.Nei casi più gravi si ricorre all'intervento chirurgicoper ricostruire i legamenti lesionati, soprattuttoquando le loro condizioni potrebbero portare adun'instabilità permanente dell'arto, o a ulterioricomplicanze (artrosi, altri dolori).

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UstioniSono lesioni della cute e dei tessuti provocate dal calore. Possono essere causate da un contatto diretto col fuoco, con liquidi bollenti, con sostanze chimiche ma anche da un'eccessiva esposizione al sole, da una fonte radioattiva o da una folgorazione.L'estensione dell'ustione è molto importante per determinarne la gravità. Se supera il 50% della superficie corporea, le possibilità di sopravvivenza sono deboli. Per il 30-40% le condizioni sono gravissime mentre, intorno al 20% , anche se la situazione è grave, non ci sono gravi rischi di vita.Le ustioni che interessano solo il primo strato di pelle sono definite “di primo grado”; quando il danno penetra in alcuni degli strati sottostanti, la lesione è denominata “di secondo grado”; se invece l'alterazione coinvolge tutti gli strati della cute, si classifica come “di terzo grado”; un'ustione “di quarto grado” comporta lesioni ai tessuti più profondi, come muscoli ed ossa.


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Ustioni - Azioni

1. Raffreddare: Arrestare al più presto l’azionelesiva del calore mediante l’uso di acqua fredda,versata abbondantemente sulle regioni ustionateed anche sulle parti del corpo cheapparentemente non paiono lese. Irrorare quindicon acqua fredda tutto il corpo.

2. Spogliare: eliminare gli abiti che ricoprono laregione lesa. E’ fondamentale ricordare che gliabiti stessi debbono essere tagliati e rimossicon estrema delicatezza senza toccare con lemani le zone ustionate. Mai si deve sfilare gliabiti, in quanto, con tale manovra, si puòstrappare lo strato della cute ustionata il cheprovoca sanguinamento e facile infezione dellaparte. Non rimuovere i tessuti fusi con la cute.

3. Proteggere: avvolgere l’infortunato in teli elenzuoli puliti. L’ideale sarebbe avvolgere le partilese in lenzuolini sterili non adesivi. Questaprecauzione consente di limitare al massimo lepossibilità d’infezione dell’ustione. Non applicaredisinfettanti o qualsiasi preparato a base grassa.


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Ustioni da sostanze chimicheIn questo caso bisogna cercare di capire di quale sostanzasi parla per poter agire in modo corretto. La potenza, laconcentrazione dell'agente tossico e la durata delcontatto sono gli elementi che determinano il grado didistruzione dei tessuti.Innanzi tutto bisogna spogliare l’infortunato e cercare dirimuovere la sostanza chimica in eccesso sulla cute con unpanno pulito.In base al tipo di sostanza si possono fare dei lavaggi conacqua ma non sempre però perché alcune sostanzechimiche a contatto con l’acqua possono provocare dannimaggiori. L’irrigazione immediata è controindicata peralcuni prodotti chimici perché provoca una reazioneesotermica (con produzione di calore) dannosa o rilascio disottoprodotti pericolosi. Tali sostanze includono calcesecca, fenolo, l’acido muriatico (o acido cloridrico), acidosolforico concentrato (dal 52 al 100%), e metalli sempliciquali potassio e sodio. I pazienti contaminati acidomuriatico devono essere trattati con sapone primadell’irrigazione con acqua.


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Morso di viperaIn Italia esistono 4 specie di vipere.Questi serpenti velenosi sono piuttosto schivi, temono l'uomo e aggrediscono soltanto per difesa.Rispetto ad altri serpenti non velenosi le vipere si distinguono in particolare dalla pupilla, verticale e non rotonda, dalla costituzione breve e tozza e dalla forma triangolare della testa.Il morso della vipera lascia dei segni evidenti: due piccoli fori che distano circa 1 cm. l'uno dall'altro, i segni lasciati dai denti veleniferi. Talvolta oltre ai fori dei denti veleniferi possono essere presenti anche dei forellini molto più piccoli lasciati dagli altri denti, molto meno profondi ed evidenti. Il morso di altri serpenti non velenosi, invece, non presenta questi due fori maggiori.

DentiveleniferiAltri denti


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Modalità di azione del velenoIl morso avviene in tre fasi: apertura della bocca con un angolo maggiore di 180°, estrazione delle zanne, morso. In media un morso può contenere dai 5 ai 15 mg di principio attivo, minore se la vipera ha da poco morso un altro animale e le sedi prevalentemente colpite sono gli arti inferiori e superiori, ma i siti di aggressione più pericolosi sono il collo o la testa. Il veleno della vipera contiene acqua, protidi, nucleotidi, ioni, metalli; sostanze che consentono di immobilizzare, uccidere e digerire la preda.Sintomi: sulla zona del morso compaiono dopo pochi minuti, i seguenti effetti locali: dolore, tumefazione imponente ed estesa, necrosi e chiazzatura emorragica (livido). Tra gli effetti generalizzati, che compaiono dopo circa 1 ora dal morso: mal di testa, nausea, vomito, dolori addominali, febbre, difficoltà nei movimenti, alterazione dello stato di coscienza; inoltre possono comparire vomito di sangue, feci con sangue digerito e colorazione giallastra della pelle. Nei casi più gravi si ha la morte per grave insufficienza cardiocircolatoria o per gravi alterazioni della coagulazione del sangue.

La dose mortale per il 50% dei colpiti è pari a 0,55 mg/Kg peso corporeo

Per uccidere un uomo di 70Kg dovrebbero essere inoculati almeno 38,5 mg di veleno, quindi oltre il doppio di un singolo morso


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Modalità di interventoIn caso di morso di vipera è necessario chiamare subito isoccorsi (118) che provvederanno al trasporto in ospedaledove verrà praticata la terapia antiofidica e antitetanica.Nel frattempo tranquillizzare il paziente e pulireaccuratamente la pelle intorno al morso.Non incidere né succhiare il sangue dalla ferita (rischio peril soccorritore e perdita di tempo; inoltre l’incisionefavorisce la diffusione del veleno perché fa aumentare ilcontatto tra il veleno stesso ed i liquidi circolanti (sangue elinfa). Spremere la ferita immediatamente dopo il morso, èinvece utile per fare uscire la maggior quantità possibile diveleno.Evitare l’utilizzo del laccio emostatico, che può danneggiare i tessuti, ma effettuare unafasciatura non molto stretta. Nel caso che il morso abbia interessato un braccio o una gamba,per esempio, si può applicare una fasciatura a monte della ferita, sino alla fine dell'arto.Non somministrare alcoolici od eccitanti; (facilitano la diffusione del veleno).Non iniettare il siero, se non in caso di grande lontananza da ospedali o medici (pericolo direazione anafilattica).Non applicare ghiaccio.


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Considerazioni sull’impiego del siero anti-ofidicoL’uso del siero è sconsigliabile perché: Circa il 75% dei soggetti morsicati può subirecomplicazioni in conseguenza della somministrazione delsiero antiofidico. Il siero richiede una conservazione a basse temperature(2°-6°), difficilmente realizzabili nel corso di una escursione. L’inoculazione del siero antiofidico può scatenare unareazione anafilattica, forse più pericolosa del morso stesso.

Pertanto la somministrazione del siero deve essere attuatain ambiente ospedaliero, luogo più idoneo al trattamento dieventuali effetti collaterali di carattere allergico, taloragravi e potenzialmente fatali quali lo shock anafilattico. Ilsiero deve essere somministrato in infusione endovenosalenta, diluito in 100-250 ml di fisiologica; si sottolinea che ilsito di inoculazione del veleno è raggiunto in 2 ore dall’1,4-6% del siero se somministrato per via intramuscolare osottocutanea, contro l’85% se somministrato per viaendovenosa.


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Punture di insetto (Api, Vespe, Calabroni)Estrarre l’eventuale pungiglione cercando di evitare che il

veleno penetri ancora di più. Lavare con acqua e sapone e disinfettare. Tenere in osservazione il paziente per 30 minuti percogliere i segni di un’eventuale allergia (orticaria, pruritodiffuso, solletico alla gola, fatica a respirare).Alcune persone mostrano semplicemente una reazione di

dolore accompagnata da un modesto gonfiore incorrispondenza della puntura. Altri soggetti presentanoreazioni molto più gravi, fino allo shock anafilattico.Lo shock anafilattico è la conseguenza di una grave reazione allergica e deve essere considerato una condizione gravissima e potenzialmente letale.Numerosissime sostanze possono costituire degli allergeni, ovvero causare una reazione avversa in alcune persone,Per esempio, il pelo del gatto può essere un allergene. Una persona che è allergica al pelo del gatto starnutirà o proverà prurito ogni volta che un gatto sarà nelle vicinanze. Questa è una reazione allergica lieve. Altre reazioni allergiche sono più gravi.


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Lo shock anafilatticoNello shock anafilattico, l’esposizione all’allergene causa una rapida dilatazione dei vasi sanguigni con drastica riduzione della pressione sanguigna (ipotensione). I tessuti che rivestono le vie respiratorie possono gonfiarsi fino ad ostruire il passaggio dell’aria, determinando così una insufficienza respiratoria.La reazione anafilattica può essere provocata da: • Punture di api, calabroni e vespe che possono causare reazioni gravi e a insorgenza rapida.• Ingestione di allergeni: cibi come noci, spezie, bacche, pesci e molluschi e anche alcuni farmaci possono causare reazioni allergiche. Nella maggior parte dei casi la reazione è più lenta rispetto a quella osservata in caso di punture di insetti.• Inalazione di allergeni: polvere, pollini e polveri chimiche possono spesso causare reazioni molto rapide e gravi.• Iniezione di allergeni: le antitossine e i farmaci come la penicillina possono causare gravi reazioni.• Assorbimento di allergeni: alcune sostanze chimiche, quando vengono a contatto con la pelle, producono gravissime reazioni.


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Lo shock anafilatticoNon esiste alcun sistema per prevedere l’evoluzione di uno shock anafilattico. L’insorgenza dì gravi reazioni può verificarsi immediatamente o dopo 30 minuti o più. Una reazione allergica lieve può trasformarsi in uno shock anafilattico estremamente grave nel giro di pochi minuti.I segni di uno shock anafilattico possono comprendere:• Livello di coscienza: irrequietezza, spesso seguita da svenimento o stato di incoscienza.• Respirazione: difficoltosa, a volte con suoni sibilanti o rantoli.• Polso: rapido e molto debole o addirittura impercettibile.• Pressione sanguigna: inizialmente normale, poi scende a valori da shock.• Cute: arrossamento o bolle evidenti (come da orticaria).• Viso: marcato rigonfiamento del viso e della lingua, spesso con cianosi delle labbra e pallore intorno alla bocca e alla lingua• Vomito• Arti: spesso vi è un rigonfiamento delle caviglie e/o dei polsi. Prurito o bruciore cutaneo, soprattutto in corrispondenza del viso, del torace e della schiena.


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Fasi dell’intervento di emergenzaGli sforzi iniziali dovranno essere diretti verso le misure di rianimazione di base.• Mantenere pervie le vie respiratorie • Attuare la rianimazione polmonare o cardiopolmonare.• Chiamare immediatamente il 118• Mettere il paziente cosciente in posizione supina o semiseduta.• Se possibile informare il personale ospedaliero della sostanza che ha causato la reazione e di come è penetrata nell’organismo del paziente (per esempio puntura di insetto, inalazione). • Continuare il trattamento d’urgenza durante il trasporto.

Il trasporto immediato in ospedale deve essere considerato parte del trattamento per tutti i pazienti in stato di shock

Lo shock anafilattico è un’urgenza molto grave che richiede l’iniezione di farmaci specifici per contrastare la reazione

allergica

Test allergologico cutaneo

Di Wolfgang Ihloff - Opera propria, GFDL, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3639512

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L'esame per la licenza di caccia

1) In caso di emorragie arteriose esterne, quale è il colore del sangue?

a) Rosso scuro

b) Rosso vivo

c) Bluastro

2) Nelle emorragie arteriose esterne, in quale modo esce il sangue?

a) Lentamente

b) A getto pulsante più o meno forte a seconda dell’arteria

recisa

c) Non sempre fuoriesce

3) Nelle emorragie venose esterne, in quale modo esce il sangue?

a) Senza pressione e senza intermittenza

b) A getto pulsante intermittente

c) Senza pressione ma con intermittenza

4) In caso di lipotimia (svenimento) quale è il comportamento corretto da tenere?

a) Sdraiare il paziente sollevandogli le gambe

b) Cercar di far camminare il paziente

c) Somministrare moderatamente degli alcolici

Pagina 1Primo soccorso

5) In caso di emorragia arteriosa esterna, quale è il comportamento corretto da tenere?

a) Non far nulla

b) Porre un laccio a monte della ferita e mantenerlo per

diverse ore

c) Comprimere fortemente l’arteria contro l’osso ed il

muscolo sottostante

6) Per quanto tempo si può mantenere un laccio a monte di una emorragia arteriosa esterna?

a) 2-3 minuti

b) Non più di 40 minuti

c) 3 ore al massimo

7) In caso di morso di vipera quale tra questi comportamenti è quello corretto?

a) Somministrare alcolici

b) Cercare di far camminare il soggetto

c) Applicare una fasciatura a monte della ferita

8) Sintomo tipico dell’arresto cardio-circolatorio è:a) Colorito cianotico (bluastro) della pelle e delle labbra

b) Aumento del polso carotideo (collo)

c) Diminuzione della temperatura corporea

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9) In caso di frattura esposta (osso che fuoriesce dalla cute) quale è il comportamento corretto da tenere?

a) Applicare del ghiaccio sulla frattura

b) Cercare di far rientrare l’osso in ogni modo

c) Immobilizzare la ferita

10) In caso di frattura ossea di un arto in che modo deve essere eseguita l’immobilizzazione con stecche?

a) Immobilizzare le 2 articolazioni vicine alla frattura

b) Deve essere immobilizzato tutto il corpo

c) Non si deve procedere a nessuna immobilizzazione delle

articolazioni, ma solo dell’osso fratturato

11) In caso di ustione di grado lieve, cosa occorre fare?a) Rompere le vescicole che si sono formate

b) Raffreddare lungamente con acqua la parte ustionata

c) Cospargere con olio la parte ustionata

12) In caso di ustioni gravi, quando gli indumenti siano attaccati al corpo, quale di questi accorgimenti è corretto?

a) Cercare di rimuoverli delicatamente

b) Non vanno rimossi ma coperti con teli sterili

c) Va somministrato alcool


13) In caso di lussazione, cosa occorre immediatamente fare?

a) Ridurre immediatamente i capi articolari

b) Immobilizzare l’articolazione

c) Somministrare alcool

14) In caso di distorsione, quale comportamento occorre tenere?

a) Impacchi caldi

b) Impacchi freddi con immobilizzazione

c) Impacchi freddi con immobilizzazione e fasciatura molto stretta

15) In caso di congelamento, quale comportamento occorre tenere?

a) Somministrare alcolici

b) Mettere le parti congelate a contatto diretto con fonti di calore

c) Favorire la circolazione massaggiando delicatamente le parti

congelate

16) Quale tra questi è il metodo corretto per eseguire il massaggio cardiaco?

a) Massaggiare con il palmo della mano il torace del paziente

all’altezza del cuore

b) Comprimere lo sterno con le mani fino ad abbassarlo di 4-5 cm.

c) Battere alternativamente le mani sul torace all’altezza del cuore

per circa 30 secondi

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17) Che cosa è la lipotimia?a) Svenimento

b) Un infarto cardiaco

c) Perdita di tessuto grasso

18) In caso di emergenza è opportuno porre il paziente in 'posizione di sicurezza'. Qual è la 'posizione di sicurezza'?

a) Paziente ruotato sul fianco destro, arto inferiore sinistro

flesso al ginocchio e all’anca e appoggiato un po’ avanti sul

destro sottostante

b) Paziente supino (sdraiato con addome in alto) con la testa

iperestesa per migliorare la respirazione

c) Paziente seduto

19) In caso di emorragia venosa esterna, qual è il colore del sangue?

a) Rosso vivo

b) Rosso scuro

c) Bluastro


l'esame per la licenza di caccia - liguria · 2019. 12. 16. · l'esame per la licenza di...

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