legge di scala della materia - n.haramein

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 http://ww w.theresonancepro ject.org/pdf/s calinglaw_paper.pdf Unificazione di Scala - Legge di Scala universale per la materia organizzata  Nassim Haramein, Michael Hyson , E.A.Rauscher Abstract. Dai dati osservativi e dalle nostre analisi teoriche, dimostriamo che si può scrivere una legge di scala per tutta la materia organizzata, utilizzando la condizione di Schwarzchild, che descrive le strutture dalle dimensioni cosmologiche a quelle sub-atomiche. Sono interessanti le soluzioni che comprendono gli effetti di torsione e Coriolis nelle equazioni di campo. Osservazioni significative hanno portato ad avanzamenti teorici e sperimentali, che descrivono sistemi che passano nel collasso gravitazionale, incluse le interazioni del vuoto. L'universalità di questa legge di scala, suggerisce una sottostante struttura polarizzabile del vuoto di mini buchi bianchi/buchi neri. Discutiamo brevemente la maniera in cui questo vuoto strutturato può essere descritto in termini di risoluzione di scala analoga allo scaling di tipo frattale, come mezzo di rinormalizzazione alla distanza di Planck. Infine, descriviamo un nuovo orizzonte che chiamiamo "orizzonte di spin", definito come risultato della torsione nello spaziotempo che produce condizioni di confine in una struttura magnetoidrodinamica . Introduzione In astrofisica, i buchi neri sono stati confermati come onnipresenti dai super-giganti di grande scala, tipo quasar e centri galattici, fino ai sistemi di dimensione stellare più piccoli. Queste nuove scoperte rappresentano un progresso di lunga durata per confermare la soluzione del 1916 di Schwarzschild alle equazioni di campo di Einstein. Il buco nero osservato al centro della galassia Via Lattea venne prima scoperto grazie alla sua influenza gravitazionale sulle stelle vicine. Ad oggi, i buchi neri sembrano trovarsi al centro di tutte le galassie esaminate con cura (1). Ora, quasar e gruppi globulari, che risultano ospitare grandi buchi neri e buchi neri stellari, sono ben documentati (1). In questo documento sviluppiamo una legge di scala utilizzando la condizione di Scharzschild e discutiamo la carica e la rotazione in una metrica Kerr-Newman modificata (la soluzione Haramein-Rauscher che comprende gli effetti di torsione e Coriolis nelle equazioni di campo (2)) per buchi neri cosmologici, galattici, stellari e nella dimensione microscopica. E' importante notare che tutti gli oggetti osservati, dal macro al micro, sono emettitori di raggi-x in modo predominante, tipico degli orizzonti dei buchi neri. All'orizzonte la forza gravitazionale  bilancia la radiazion e elettromagnetica, uno stato che prima si credeva essere presente solo n ella cosmogenesi, cosa che implica un modello di creazione continua. Questo è basato sulla topologia delle "zone di Scwarzschild", che generano cellule che dipingono un universo dinamico in espansione e contrazione, prima descritto da Wheeler e Lindquist (3). I processi termodinamici e acustici occupano un ruolo importante nel trasferimento di energia tra l'attrazione gravitazionale, la magnetoidrodinamica (MHD) e la repulsione elettrodinamica (4). Risolvere il comportamento collettivo e coerente delle strutture MHD del plasma, le loro dinamiche termiche e acustiche, risulta in una buona descrizione dei processi che avvengono esternamente, in vicinanza e

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http://www.theresonanceproject.org/pdf/scalinglaw_paper.pdf 

Unificazione di Scala - Legge di Scala universale per la materia organizzata

 Nassim Haramein, Michael Hyson, E.A.Rauscher 

Abstract.

Dai dati osservativi e dalle nostre analisi teoriche, dimostriamo che si può scrivere una legge di

scala per tutta la materia organizzata, utilizzando la condizione di Schwarzchild, che descrive l

strutture dalle dimensioni cosmologiche a quelle sub-atomiche. Sono interessanti le soluzioni c

comprendono gli effetti di torsione e Coriolis nelle equazioni di campo. Osservazioni significat

hanno portato ad avanzamenti teorici e sperimentali, che descrivono sistemi che passano nel

collasso gravitazionale, incluse le interazioni del vuoto. L'universalità di questa legge di scala,

suggerisce una sottostante struttura polarizzabile del vuoto di mini buchi bianchi/buchi neri.

Discutiamo brevemente la maniera in cui questo vuoto strutturato può essere descritto in termin

risoluzione di scala analoga allo scaling di tipo frattale, come mezzo di rinormalizzazione alla

distanza di Planck. Infine, descriviamo un nuovo orizzonte che chiamiamo "orizzonte di spin",definito come risultato della torsione nello spaziotempo che produce condizioni di confine in u

struttura magnetoidrodinamica.

Introduzione

In astrofisica, i buchi neri sono stati confermati come onnipresenti dai super-giganti di grande

scala, tipo quasar e centri galattici, fino ai sistemi di dimensione stellare più piccoli. Queste nuo

scoperte rappresentano un progresso di lunga durata per confermare la soluzione del 1916 di

Schwarzschild alle equazioni di campo di Einstein. Il buco nero osservato al centro della galass

Via Lattea venne prima scoperto grazie alla sua influenza gravitazionale sulle stelle vicine. Adoggi, i buchi neri sembrano trovarsi al centro di tutte le galassie esaminate con cura (1). Ora,

quasar e gruppi globulari, che risultano ospitare grandi buchi neri e buchi neri stellari, sono ben

documentati (1). In questo documento sviluppiamo una legge di scala utilizzando la condizione

Scharzschild e discutiamo la carica e la rotazione in una metrica Kerr-Newman modificata (la

soluzione Haramein-Rauscher che comprende gli effetti di torsione e Coriolis nelle equazioni d

campo (2)) per buchi neri cosmologici, galattici, stellari e nella dimensione microscopica. E'

importante notare che tutti gli oggetti osservati, dal macro al micro, sono emettitori di raggi-x i

modo predominante, tipico degli orizzonti dei buchi neri. All'orizzonte la forza gravitazionale bilancia la radiazione elettromagnetica, uno stato che prima si credeva essere presente solo nell

cosmogenesi, cosa che implica un modello di creazione continua. Questo è basato sulla topolog

delle "zone di Scwarzschild", che generano cellule che dipingono un universo dinamico in

espansione e contrazione, prima descritto da Wheeler e Lindquist (3). I processi termodinamici

acustici occupano un ruolo importante nel trasferimento di energia tra l'attrazione gravitazional

la magnetoidrodinamica (MHD) e la repulsione elettrodinamica (4). Risolvere il comportament

collettivo e coerente delle strutture MHD del plasma, le loro dinamiche termiche e acustiche,

risulta in una buona descrizione dei processi che avvengono esternamente, in vicinanza e

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all'orizzonte dei buchi neri (4). Viene utilizzato un modello toroidale in doppia brana di un grup

U4 e il gruppo cubottaedrico (vedere Appendice A). Questo approccio porta ad un vuoto

strutturato polarizzato e ad un modello unificato esteso. Questo modello è una caratteristica

centrale dell'immagine topologica di Haramein (4,5,6).

A risoluzione cosmologica, le dinamiche del plasma circostanti all'orizzonte degli eventi ci dan

una buona indicazione della struttura fondamentale sottostante allo stato dinamico di

 polarizzazione del vuoto, della sua relazione con l'orizzonte degli eventi (4,7) e della topologia

della struttura dello spaziotempo. Alcune osservazioni recenti provenienti dalla Wide Field

Planetary Camera 2 del Telescopio Spaziale Hubble della Supernova SN1987A e della Nebulo

MyCn18 (cosiddetta Hourglass Nebula) e delle grandi superstrutture galattiche, mostrano certe

qualità che si relazionano allo stato del plasma e alla sua interazione con la struttura del vuoto,

 producendo dinamiche a doppio toroide (8,9,10).

In questo documento, abbiamo sviluppato una legge di scala con frequenze contro raggio del

sistema in scala universale, galattico, stellare-solare e atomico, considerando una rispostafondamentale di tali sistemi nella circostante polarizzazione del vuoto strutturato e discutiamo

 brevemente un nuovo approccio alla rinormalizzazione. In questo documento, toccheremo i

dettagli della topologia di campo e della sua interazione con la struttura del vuoto e ci

concentreremo principalmente nel descrivere la nostra legge di scala, dove confrontiamo la nos

rotazione di scala con il modello atomico standard in cui 1A~10^-8cm. Tramite il confronto,

troviamo i parametri cosmogenici del Big Bang, R~10^-33 e ω~2 x 10^43 Hz e l'universo corre

con R~10^28cm. Deriviamo una legge di scala e discutiamo possibili spiegazioni della massa

mancante dell'Universo in termini di stato del vuoto, strutture polarizzabili e nonlineari, cheincludono una nuova descrizione delle dinamiche solari per generare la fisica di una visione

unificata (2,4).

1. L'Equazione di scala dal macro al micro cosmo in termini di frequenza, ω Raggio, R 

La primaria restrizione alle condizioni relative alla frequenza di un sistema rispetto al suo ragg

avviene tramite la condizione di Schwarzschild. La soluzione del 1916 di Scharzschild è una

soluzione estesa delle equazioni di campo gravitazionale di Einstein, che vennero pubblicate ne

1915. La soluzione di Scharzschild è la più semplice ed elegante soluzione alle equazioni di ca

 per un sistema sferico. (11) Questa soluzione rappresenta l'universalità della forza gravitaziona

come rappresentata da un tensore di gravitazione spin 2, espresso come curvatura di un quadri-

spazio o spazio-tempo. La condizione di Schwarzschild viene data per il raggio di Scharzschild

massa ms:

(1)

 R s (2Gm s /c^2)

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 per la costante 2G/c^2 dove G è la costante gravitazionale e c è la velocità della luce. Questotermine è:

(2)2G/c^2=1.48x10^-28cm/gm,

che noi chiamiamo Γ =2G/c^2, così che R s=Γ m s .

J.A. Wheeler ha usato la soluzione di Scharzschild come soluzione per un buco nero, un sistem

cui la gravità è così forte che la luce, una volta assorbita, non può essere riemessa. Questo ha

 portato alla ricerca dei buchi neri in astrofisica. Egli ha tentato di applicare questa descrizione

della struttura dello spazio-tempo per spiegare la generazione delle forze elettromagnetiche in

termini di micro struttura “quantistica” tramite i mini buchi neri di Planck (12,13,14). Anche

R.W.Lindquist e Wheeler hanno pubblicato del lavoro dipingendo un “universo strutturato

dinamico” basato sulla topologia delle zone di Schwarzchild, disposte per generare cellule (3)

(Vedi Fig.1a).

Questo approccio topologico risulta in un universo che si espande e contrae dinamicamente, do

una particella si alza e cade contro l'attrazione gravitazionale. Questo autore esprime un teoremconcentrico di tipo buco nero/buco bianco combinando una metrica Kerr-Newman di carica e

rotazione dalla soluzione Haramein-Rauscher (2) col concetto di una cellula di Scharzschild ch

espande e contrae. E.A.Rauscher (13) e più recentemente Haramein e Rauscher (2,4,14), hanno

sviluppato una legge di scala per le variabili fisiche come funzione del raggio dell'universo in

espansione. Questo modello cosmogenico dipende dall'approssimazione che l'universo obbedis

alla condizione di Scharzschild data da R s~10^-28 cm/gm x Mu, R u=R s~10^28 cm con il raggio

attuale dell'universo di R u~10^28 cm e massa Mu~10^56 gm. Le primitive condizioni del Big

Bang, come concepite, portano a R s~10^-28 cm/gm x m pldove m plè la massa del buco nero nell

scala di Planck di m pl~10^-5 dato R s~ℓ

~10^-33 cm, la lunghezza di Planck.

Haramein(5) e Rauscher(13) hanno sviluppato una legge di scala dettagliata per la caratteristica

frequenza di un sistema e del suo raggio (4). Questa unica legge di scala tratta i sistemicosmologici e microscopici in termini di fisica del buco nero, sotto la condizione di Scharzschi

 per vari sistemi, che sono anche emettitori di raggi-x. Questo approccio sarà espanso per includ

la natura di una varietà di condizioni del buco nero. Queste condizioni non descriveranno le

dettagliate e più complesse dinamiche di ogni specifico sistema di buco nero, ma in forma

generale, obbediranno la condizione di Schwarzchild di primo ordine. Alcune delle dinamiche

complesse includono le emissioni di raggi-x dovute allo scambio di energia dei buchi neri rotan

rotanti-carichi (15,16). Descrizioni più appropriate dell'origine dello spin e delle sue implicazio

nelle equazioni di Campo, porteranno a nuova fisica, come la soluzione Haramein-Rauscher co

forze di Coriolis e di torsione (2). Di particolare interesse è la descrizione delle proprietà locali

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 plasma e della termodinamica descritte dalle soluzioni di Kerr e Kerr-Newman per i buchi neri

l'applicazione di questa comprensione alla micro-fisica (4).

Possiamo categorizzare i tipi di soluzioni del buco nero nel modo seguente. In generale, un sist

di buco nero collassante preserva la sua massa, la sua carica elettrica e il suo momento angolar

rotazione. Ci sono cinque categorie generali di soluzioni del buco nero. Sono: (1) un buco nero

non carico e non-rotante descritto dalla soluzione delle equazioni di campo di Schwarzchild, (2

 buco nero carico e non-rotante descritto dalla soluzione Reisner-Nordstrom, (3) un buco nero n

carico ma rotante, descritto dalla soluzione di Kerr, (4) un buco nero rotante e carico, descritto

dalla soluzione di Kerr-Newman e (5) la soluzione Haramein-Rauscher che include le forze di

torsione e di Coriolis per definire l'origine della rotazione. (2) Tornando alla nostra condizione Schwarzchild, abbiamo calcolato le condizioni per i buchi neri dal livello micro a quello macro

cosmologico (16). Considerate l'usuale condizione di Schwarzchild suddetta. Haramein, (5,6)

Rauscher (13,17) e altri, hanno notato che in scala universale con R u=10^28cm e Mu=10^56gm

dove:

Γ =(2 G/c^2)=1.48x10^-28 cm/gm,

troviamo un set di condizioni per l'intero universo come buco nero, es., la massa del nostro

universo supera la massa di un sistema, necessaria per superare la velocità di fuga della luce (1

Fig.1a

Fig. 1b

Fig. 1c

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Fig.1. Lattice Universe, Topologie di Kerr-Newman e Haramein

a) L'universo dinamico di Lindquist e Wheeler utilizzando un metodo cellula di Schwarzchild (

(da Lindquist e Wheeler Fig.27.3). Molte zone di Schwarzschild sono connesse per creare un

universo chiuso. Questo universo è dinamico perchè una particella di test nell'interfaccia tra du

zone, si eleva contro l'attrazione gravitazionale di ognuna e ricade sotto l'attrazione gravitazion

di ognuna. Quindi i due stessi centri devono allontanarsi e riavvicinarsi ancora. Lo stesso vale p

tutte le altre coppie di centri, consegue che l'universo strutturato stesso si espande e ricontraeanche se ogni Schwarzchild viene vista come individuale e statica. Questo diagramma è preso d

Lindquist e Wheeler (1957). b) Tipica rappresentazione di un buco nero Kerr-Newman

(C.W.Misner, K.S.Thorne e J.A.Wheeler, Gravitation, Freeman and Co. (1973) p.880). c) Un

modello schematico della membrana topologica di N.Haramein con una struttura doppia U11x1x

sua singolarità in un campo cubottaedrico (2) (Vedi Appendice A).

2. Una legge di scala con Frequenza contro Raggio per i buchi neri

Sembrano esserci dversi raggruppamenti di massa dei buchi neri. Queste categorie di buchi ner

rientrano bene nel modello di scala di Haramein (5,6) e Rauscher (2,4,17). Le tre principalicategorie che gli astrofisici hanno identificato sono, (1) buchi neri “stellari”, con una massa di

alcune volte quella del Sole, (2) un buco nero di media dimensione da circa 200 a 500x10^4MA

 buchi neri “supermassicci” con masse che vanno da 10^6 a 10^9 MA, al centro delle galassie e

includono quasar che correntemente sono considerate essere tali buchi neri. Comunque, il mod

cui questi sistemi, da buchi neri supermassicci a stellari, si relazionano tra loro e sicuramente, i

modo in cui la micro fisica si relaziona, è al momento non chiaro teoricamente. Può essere che

descrivendo tutta la materia organizzata come vari stadi di evoluzione delle dinamiche di un bu

nero e che tramite la legge di scala di Haramein (5,6) e Rauscher (2,4,13,14), questi vari sistem possano relazionare e comprendere in modo da includere anche la microfisica. Questo sarà

discusso più avanti nel documento.

Ipotizziamo che la frequenza caratteristica dei buchi neri super giganti, sia dell'ordine della, o

inferiore alla, frequenza caratteristica dei buchi neri di media dimensione o intermedi. Indichia

i buchi neri di media dimensione con G1e i buchi neri supermassicci con G2nella nostra legge d

scala (vedere Figura 2a). Notate che questi sistemi sono anche emettitori di raggi-x per l'involu

di plasma che li circonda. Abbiamo sviluppato una legge di scala per le frequenze universali,

galattiche, stellari-solari e atomiche, considerando una forma fondamentale e dinamica di quest

sistemi nel modello di Schwarzchild. Tracciamo frequenze fondamentali associate, ω, il raggio

di ogni sistema (vedere Tabella 1 e Figura 2a).

 Nella figura 2a, forniamo la frequenza e il raggio caratteristico di ogni sistema, derivato dalla

condizione di Scwarzschild. Forniamo anche la massa di ogni sistema, così come la velocità

associata, per verifica del modello, che è approssimativamente la velocità della luce. Nella figu

mostriamo una traccia approssimata dei vari sistemi di buco nero. Una analisi più dettagliata è

correntemente in progresso (14).

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Troviamo che la legge di scala combacia con i dati su fattore di scala lineare-lineare, cosa

significativa. Iniziamo con la forma ω=+b come approssimazione di primo ordine. Dato che R 

intercetta a R=10 allora ω~8. Se ω~0 che può essere anche considerato come 10^-17Hz, allora

R=28, abbiamo b/a~-1. Quindi abbiamo ω ο intercetta come (0,8) e il R o X intercetta come (8

con buona approssimazione tale che ω=-R+8. Questa legge è derivata dal nostro grafico

utilizzando quantità prive di dimensioni per c=1 dalla relazione ω≅/t, c=R/t tale che R ω=c dand

unità ω=c/R e R=c/ω. sono i fattori di conversione dimensionale. Quindi ω=−+8. Nel nostro

grafico stiamo usando potenze in base 10 o tracciando fattori con esponente in base 10. Quindiabbiamo 10^ω≅^-R+10^8 o 10^ω+10^R=10^8 in modo che 10^ω+=10^8. In questa forma

 possiamo prendere il log alla base 10 di entrambi i lati e tornare alla nostra equazione originale

ω+=8 o ∴ω=-R+8.

E.A.Rauscher calcola l'evoluzione dei parametri fisici da un universo big bang, comprendendo

legge di scala, che è consistente con l'evoluzione sotto le limitazioni di un universo di

Schwarzchild (18). Sotto le condizioni iniziali del big bang (come descritto dalla teoria corrent

ℓ=10^-33 e t=10^-44s, arriviamo alla frequenza di rotazione di 10^43Hz. Sotto le costrizioni

dell'auto-consistenza per la sua condizione di Schwarzchild, abbiamo una frequenza rotazional

10^17 Hz per il presente universo.

 Nella Figura 2a, dovremmo dire che la forma 10^ω+R=10^8 è una approssimazione, per la

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variazione negli specifici sistemi galattici e stellari. Inoltre, utilizziamo l'unità di conversione d

R usando c=1. Mostriamo questo nella figura 2a. Possiamo anche scrivere 10^ω+R=10^8 usan

l'analisi dimensionale in termini di una nuova quantità vettoriale ω' e introducendo una velocità

vettore come c. Quindi possiamo scrivere 10^ω+(ω^t/)^-1 dove c=10^8 anche per preservare

l'appropriata dimensionalità delle nostre variabili ω R. Osserviamo una relazione lineare

approssimata tra R s Mse anche ω R che deriva dal combaciare con i dati astrofisici correnti. Per

questo si utilizza la condizione di primo ordine di Schwarzchild sui sistemi astrofisici e

cosmologici, così come per i sistemi atomici. In questo approccio analizzeremo nel dettagliol'orizzonte degli eventi e le dinamiche ergosferiche che ci daranno un modello più completo de

formazione e della struttura galattica e stellare. Notate che l'espressione che qua deriviamo è un

 buon primo ordine di approssimazione. Raffinamenti, che includono una formulazione più

dettagliata delle dinamiche dei buco nero e altri fattori cosmologici dalla relatività generale,

includeranno effetti di ordine superiore nella nostra legge di scala.

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Figura 2a. Una legge di scala per la materia organizzata con frequenza contro raggio. Il sistema

 buco nero è presentato in questa figura. Indicati dall'alto a sinistra troviamo il mini buco nero n

distanza di Planck di 10^-33 cm, passiamo poi ai buchi neri di dimensione stellare, ai buchi ner

 più grandi, ai buchi neri nei nuclei galattici e in basso a destra troviamo un buco nero dalla

dimensione Universale. Notate che tra la dimensione stellare e la distanza di Planck del mini bu

nero, abbiamo incluso un punto per la dimesione atomica, che calcoliamo in un nuovo valore d

massa che include l'energia disponibile nello spazio vuoto di un nucleo e porta al corretto raggi

 per descrivere una risoluzione atomica come mini buco nero (vedere equazione (5) fino a (18))

interessante che i microtubuli delle cellule eucariote, con tipica lunghezza di 2x10^-8cm e una

frequenza di vibrazione stimata tra 10^9 e 10^14 Hz si allineino quasi precisamente nella legge

scala e si trovino tra le scale stellari e atomiche (19).

Tabella 1. Elenchiamo i raggi associati, la frequenza, la massa e la velocità con vari sistemi

rilevanti. Questi valori sono indicati in Fig.2a e 2b. Notate che la massa della risoluzione atomi

data come valore standard (vedere il valore calcolato nell'equazione da (5) a (18)).

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Figura 2b.  Notiamo che le distanze tra i punti sul nostro grafico, quando divise fra loro, dannouna vicina approssimazione al rapporto Φ(phi) dato da (1+√5)/2=~1.618 e il suo inverso (1-√2=~0.618. E' appropriato e significativo che il cosiddetto “rapporto aureo” sia riflesso nellanostra legge di scala (che descrive una mappa delle dinamiche energetiche in tutte le scale), dache si trova ovunque in natura e ha segnato l'evoluzione delle meccaniche cosmologiche e dell

 fisica moderna (18), dalla modellazione del sistema solare di Keplero (20) alla tassellatura

aperiodica di Penrose (21), incluso il recente lavoro sulla transizione di fase termodinamica dbuchi neri, che mostra una modifica di stato da calore specifico negativo a calore specifico positivo a (1-√5)/2=~0.618 (22).La progressione lineare di scala della materia organizzata nel nostro universo dal macro al micr

le loro apparenti relazioni coerenti, supporta l'ipotesi del vuoto strutturato e questo ci guida alla

descrizione della sua interazione e costrizione sull'orizzonte degli eventi di una struttura

topologica dello spaziotempo. Tramite le interazioni dei buchi neri col loro plasma circostante

avviene la polarizzazione dello stato del vuoto e produce manifestazioni osservabili come

comportamenti collettivi auto-coerenti (4,7,16,23).

Se consideriamo la risoluzione atomica nella nostra legge di scala, troviamo che è l'unica che nobbedisce alla condizione di Schwarzchild. Comunque, nel contesto di un vuoto polarizzabile d

la densità dell'energia del vuoto quantistico è tipicamente data come ρv=5.157x10^93gm/cm^3

 possiamo calcolare il contributo dell'energia del vuoto necessaria per produrre una condizione d

tipo Schwarzchild per il raggio del nucleone. Per un protone con un raggio di 1.321Fermi e un

volume, V pdi 9.665x10^-39cm^3, la quantità dell'energia del vuoto disponibile nel volume di u

 protone R  p è, R  p=ρvp, quindi

 R p=5.157x10^93gm/cm^3x9.665x10^-39cm^3=~4.984x10^55gm/volume protone.(4)

Si può calcolare un simile risultato utilizzando il volume del protone V p e dividendolo per il

volume di Planck ℓ^uguale a 4.220x10^-99cm^3 estrappolato dalla lunghezza di Planck di1.616x10^-33cm. Questo risulta in 2.290x10^60 ℓ^3 volumi di Planck contenuti in un protone

Una massa di Planck è 2.176x10^-5gm, ne consegue che l'energia del vuoto equivalente in un

volume del protone è

 R p=2.176x10^-5gm x 2.290x10^60ℓ  ̂3=~4.983x10^55gm/volume protone. (5)

Quindi possiamo calcolare la proporzione di energia del vuoto disponibile nel volume del proto

R  p per arrivare alla massa M necessaria perchè un nucleone obbedisca alla condizione di

Schwarzchild R s=2GM/c^2 nel tipico raggio di un protone di 1.321Fermi, quindi

1.321x10^-13cm=(2x6.674x10^-8cm^3/(gm s^2)xM)/8.988x10^20cm^2/s^2(6)

dove M equivale alla massa richiesta,

M=(8.988x10^20cm^2/s^2x1.321x10^-13cm)/(2x6.674x10^-8cm^3/(gm s^2))=~8.898x10^14g(7)

fornita dalla densità del vacuum. Ne consegue che solo una piccolissima porzione di massa/ene

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disponibile nel vuoto è necessaria perchè un nucleone raggiunga la condizione di Schwarzchild

dato che questo rapporto è

(R p /M)=(4.984x10^55gm)/(8.898x10^14gm)=~5.601x10^40(8)

E' interessante notare che questo rapporto è approssimativamente il rapporto della forza

gravitazionale con la “forza forte” stimata di 10^40 volte superiore alla gravità. Quindi consegu

che solo 1.785x10^-39% della massa/energia del vuoto nel volume del protone, è necessario peformare un “protone di Schwarzchild”. Questo contributo dal vuoto può essere il risultato di un

 piccola quantità di energia del vuoto che diviene coerente e polarizzata in vicinanza e al confin

del protone rotante. Un protone di tale massa produrrebbe una forza gravitazionale agendo su u

altro protone situato alla distanza di

 F=(GM^2)/r^2)=(6.674x10^-8cm^3/(gm s^2)x(8.898x10^14gm)^2)/(2x1.321x10^-13cm)̂ 2=7.570x10^47dynes

(9)

Ora calcoliamo la velocità di due protoni di Schwarzchild che orbitano fra loro con i loro centr

teorici separati da un diametro del protone nell'approccio semi-classico. Utilizziamo la forzadall'Equazione 9 per calcolare l'accelerazione associata,

F=Ma

(10)

quindi

a=F/M=(7.570x10^47dynes)/(8.898x10^14gm)=8.508x10^32cm/s^2(11)

Abbiamo utilizzato questa accelerazione per derivare la velocità relativistica come

v=2√ar=2√8.508x10^32cm/s^2x(2x1.321x10^-13cm)=2.998x10^10cm/s

(12)Otteniamo v=c, quindi il periodo è

t=(2π  )/v=(2x3.142x(2x1.321x10^-13cm))/(2.998x10^10cm/s)=5.537x10^-23s(13)

che è la caratteristica del tempo di interazione della forza forte. L'interazione forte si manifesta

nella sua abilità di reagire in un tempo molto breve. (Per esempio, per una particella che passa

nucleo atomico di circa 10^-13cm in diametro con una velocità approssimativa di 10^10cm/s, e

con una energia cinetica di ~50MeV per un protone di 0.03MeV per un elettrone, il tempo

dell'interazione forte è di circa 10^-23s). (24) La frequenza calcolata dall'equazione (13) è quin

 f =1/T=1/(5.537x10^-23s)=~1.806x10^22Hz(14)

che è entro le frequenze d'emissione dei raggi gamma del nucelo di un atomo. Questo è un

risultato notevole.

In seguito confrontiamo queste forze gravitazionali calcolate tra due protoni di Schwarzchild e

forza forte, generalmente usata per spiegare la loro attrazione. La costante di accoppiamento de

forza forte è considerata essere 1 e su questa scala la relativa costante di accoppiamento

elettromagnetica è α~1/137. La forza forte può essere approssimativamente quanto la forza di

repulsione di Coulomb moltiplicata per l'inverso della costante di struttura fine, 137. Quindi la

repulsione di due protoni che si toccano è

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 Forza=(K cq1 2 )/r^2(15)

dove K c=8.988x10^9N m^2C^2 e q1 = q2 = 1.602x10^-19 che è la carica del protone. Quindi

 F=((8.988x10^9N m^2C^2)x(1.602x10^-19C)^2)/(2x1.321x10^-15m)̂ 2=33N o 3.3x10^6 dynes(16)

questo porta ad una forza forte tra essi, stimata in 3.3x10^6 dynes moltiplicato per 137 che risu

in 4.52x10^8 dynes nella separazione dove i due protoni sono contigui. E' chiaro da questi risuche la “forza forte” può essere giustificata dall'attrazione gravitazionale tra due protoni di

Schwarzchild come calcolato nell'Equazione (9). Molto del componente gravitazionale, inclusa

una porzione dell'energia del vuoto, può essere utilizzato per il confinamento alla risoluzione d

quark.

Come visto sopra, la polarizzazione del vuoto può avere un ruolo importante da giocare nei

 processi in scala micro e macro. Negli anni recenti la densità dell'energia del vuoto è stata misu

da vari laboratori internazionali e di università Americane (25,26,27,28,29). A livello universal

la necessità di riaffermare la costante cosmologica per spiegare l'espansione accelerata (30,31)

evidenza che questo vuoto energetico ha proprietà fisiche e agisce in tutti i livelli di scala e può

indicare una rotazione universale. Quindi, il vuoto può essere descritto in termini di gradienti trscale di densità di massa-energia (come nella nostra legge di scala), producendo varie frequenz

rotazionali. Per esempio, la densità del vuoto intergalattico relativa alla densità galattica interna

ai cambiamenti di densità vicino alla superficie dell'orizzonte degli eventi del buco nero centra

una galassia, dove le particelle accelerano verso la velocità della luce, genera vari gradienti

differenziali che guidano il momento/spin angolare in tutte le scale. Queste diverse scale di den

interagiscono per generare confini topologici, dai quali possiamo derivare la legge di scala. I

 processi termodinamici ed elettroidrodinamici di tipo Coriolis sulla superficie di questi confini

dell'orizzonte degli eventi, sono conseguenza di questo gradiente di densità del vuoto, non

dissimile dal differenziale di alta pressione e bassa pressione nel plasma delle turbolenzeatmosferiche che producono significativi eventi energetici come uragani, tempeste di fulmini e

tornado. Inoltre, la prevalente struttura delle particelle subatomiche e la disposizione altamente

ordinata dei superclusters (9,10) sono indicazione di un vuoto strutturato (4). Esaminiamo anch

 buchi neri di livello cosmologico, galattico, stellare e atomico e discutiamo brevemente un nuo

approccio alle soluzioni del big bang nell'universo primordiale.

3. Buchi neri di dimensione stellare, una nuova legge di scala universale e il ruolo della struttu

del vuoto

Il nostro modello corrente di parametri cosmogenici e dell'evoluzione fisica cosmologica, vede

l'universo come intero. Persino in queste approssimazioni relativamente semplici, osserviamoeffetti cosmogenici in analogia ai modelli inflazionari e lo completiamo con una scala continua

livello microfisico con parte del lavoro preliminare presentato in questo documento (18). La

costante cosmologica di Hubble ora diviene una approssimazione per regioni cosmologiche

distanti di spazio dove si osservano grandi spostamenti sul rosso.

I sistemi di buco nero nei centri galattici, la cui esistenza viene ipotizzata da oltre due decenni

 per i quali esiste molta evidenza osservativa, devono occupare qualche ruolo nella natura e nell

struttura dell'intero sistema galattico (1). Sono stati osservati come associati al centro di molti

dischi galattici che sono stati analizzati ed è appropriato assumere che questi buchi neri giganti

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occupino un ruolo importante nella formazione e nelle dinamiche galattiche.

Ci riferiamo brevemente ai dettagli topologici di questi campi, che sono in relazione con la

struttura del vuoto nelle prossime sezioni, ma la topologia a doppio toroide di N.Haramein visi

nella Figura 1b è una rappresentazione della soluzione delle dinamiche di campo che stiamo

usando per ogni scala (vedi riferimento 2). La topologia toroidale è una caratteristica centrale d

modello di Haramein (5,6) e Haramein-Rauscher (2,4,14) qui brevemente descritto e dettagliat

nel riferimento (2). Inoltre, se consideriamo i mini buchi neri nella distanza di Planck a livello

micro, possiamo contemplare la possibilità delle stesse dinamiche di campo nel dominioquantistico. Nelle prossime sezioni introduciamo alcune osservazioni astrofisiche e alcuni conc

teorici che, pensiamo, porteranno ad una migliore comprensione dell'universalità della struttura

 buco nero e della sua relazione al fenomeno del vuoto.

Per discutere appropriatamente le dinamiche di un oggetto stellare collassante, si deve prima

affrontare il problema del collasso gravitazionale e delle sue conseguenze globali. Chiaramente

un'analisi dettagliata è fuori dallo scopo di questo documento e verrà data solo una breve vision

generale in riferimento alla sfida della curvatura estrema, assieme ad altri dettagli in future

 pubblicazioni. Misner, Thorne e Wheeler hanno descritto l'evidenza del collasso gravitazionale

fornita dalle stelle e dal big crunch universale “come la più grande crisi di tutti i tempi della fis

(32). Le soluzioni di Schwarzschild alle equazioni di campo di Einstein, che portano alla estrem

curvatura della singolarità, erano le prime soluzioni trovate e vennero presentate da Einstein ne

1916. Come risultato della gravitazione, l'universo si espande ad una dimensione massima e qu

si ricontrae e collassa in singolarità e quindi nulla, non si fanno altre predizioni e le equazioni d

campo di Einstein invariabilmente sviluppano la singolarità (12). Inoltre, alla risoluzione

quantistica, le fluttuazioni del vuoto sono così grandi (formalmente infinite) che vengono

rinormalizzate usando la scala di Planck. La topologia fluttua inducendo strutture tipo wormho

alla distanza di Planck (schiuma quantistica), generando così un collasso gravitazionale che vie

formato continuamente per poi perdere forma, ovunque nello spazio. E' stato sottolineato che la

fluttuazione quantistica nella distanza di Planck, potrebbe essere “una guida al risultato delcollasso a livello di una stella e al livello dell'universo” (33). Negli anni '70 l'evidenza della

 possibilità di una dinamica di collasso ha generato una grande sfida concettuale o un paradosso

dato che sotto la singolarità non ci può essere fisica o è stato descritto, “la fisica sicuramente

 prosegue ancora” (32).

Correntemente abbiamo forte evidenza osservativa del collasso in scala stellare, galattica e del

quasar. Inoltre, la densità di fluttuazione del vuoto alla risoluzione quantistica, che ha ottenuto

grande supporto dalla teoria e dagli esperimenti (25-29), è evidenza che il collasso può avvenir

livello delle particelle subatomiche, producendo un vuoto strutturato polarizzato. Certamente, s

scala universale è emersa dalla singolarità e torna alla singolarità e il collasso gravitazionale si

trova alla risoluzione del centro stellare e galattico e infine, se scopriamo che il collasso come m

 buco nero, sta avvenendo ovunque nello spazio in un vuoto dinamico, allora possiamo dedurre

il collasso non è solo predetto dalla grande curvatura dello spazio metrico, ma che è fondament

alla struttura della topologia dello spaziotempo che interagisce con la materia/energia.

Considerando l'universo dinamico di Lindquist e Wheeler (3) che collassa e si espande e che la

singolarità può avvenire in tutte le scale, ci aspetteremmo un buco bianco (espansione) centrato

dalla singolarità di un buco nero (collasso). Da questo consegue che l'orizzonte della singolarit

 può non essere liscio e che “il buco nero non ha capelli” può non essere una giusta analogia. La

condizione dell'invarianza di Lorentz si affronta utilizzando la bolla U4 modo che i capelli poss

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essere resi uniformi lungo la topologia toroidale senza la necessità di una “parte” (2). Inoltre,

questi capelli topologici dello spaziotempo passano in specifiche dinamiche giroscopiche di tip

 Newtoniano e dinamiche di Coriolis, tipicamente osservate nel plasma e nelle loro strutture aut

organizzanti, che sono associate con forte radiazione elettromagnetica (la porzione del buco bia

in espansione) trovata nelle ergosfere e in molti corpi astrofisici. Si potrebbe persino pensare al

 braccia di una galassia come ai “capelli” molto lunghi dell'ergosfera e del rigonfiamento del bu

nero centrale. Nuovi dati dai buchi neri come quello del centro galattico di MCG-6-30, mostran

l'irradiazione di generose emissioni luminose, che non si possono attribuire dalla sola caduta libdi materia (34,35). Nella trasformazione di Laplace, lo spazio e il tempo non sono casi limitant

ma orientamento dell'effetto.

 Nel mondo prodotto da un universo strutturato di buchi bianchi/buchi neri, l'unificazione è data

uno scaling topologico che definisce orizzonti in tutte le scale – dove la micro fisica si descrive

come grande curvatura vicino alla distanza di Planck dei mini buchi bianchi/neri e la grande sc

è quantizzata da orizzonti con “capelli”. Possiamo scrivere una condizione d'equivalenza,

risultante dal bilanciamento dinamico tra la radiazione elettromagnetica e la geometria collassa

dello spazio e diamo una prima considerazione nel riferimento (4). Nella struttura duale buco n

 buco bianco, la singolarità può occupare un ruolo in un inverso speculare dove la massa-energi

viene distrutta e ricreata dalla torsione fondamentale dello spaziotempo.

Se consideriamo la topologia della curvatura infinita in una struttura dello spaziotempo

(includendo la torsione, l'effetto Coriolis e la carica (2)) di un buco bianco che contiene una

singolarità del buco nero collassante, la relazione tra il debole campo gravitazionale (la porzion

 buco bianco) e lo spazio altamente curvato della singolarità centrale, genera una topologia dell

spaziotempo equivalente al toroide U11 la sua controparte polarizzata, che risulta in un doppio

toroide U1111. ando, quando esaminiamo il raggio mentre si avvicina a zero nella singolarità,

troviamo il vuoto dato che la topologia del toroide è centrata da un buco. Le fluttuazioni del vu

 possono essere causate dall'estrema curvatura che pizzica la struttura del vuoto al centro dei bu

neri in tutte le scale dove la massa si avvicina all'infinito e dove il vuoto viene rinormalizzatocome 5.157x10^93 gm/cm^3 alla risoluzione di Planck (2,4).

Hawking confronta la fluttuazione della schiuma quantistica del vuoto alla produzione di coppi

elettrone-positrone e afferma che “che lo spaziotempo abbiamo una struttura in queste scale

(schiuma quantistica) è questione aperta. Si ipotizza che questa struttura possa essere frattale. P

le strutture sono ciò con cui sappiamo come lavorare, mentre non abbiamo idea di come formu

leggi fisiche su un frattale” (36). Alla scala di Planck, al centro del doppio toroide, il collasso d

assumere la minima quantità di simmetria dei vettori per l'equilibrio ideale di tutte le forze, in

modo che possano sommarsi a 0 e apparire come il vuoto. Nel riferimento (2) e in alcuni dettag

nell'Appendice A, abbiamo espresso come il sottogruppo del gruppo U123 tenente il cubottaedro

venga utilizzato e messo in relazione al gruppo del doppio toroide U11. risoluzione del vuoto, la

struttura del vuoto deve convergere ai minimi vettori per avere equilibrio – i dodici vettori

convergenti di un cubottaedro. Il problema frazionale generato alla singolarità e, quindi, a livel

del vuoto, può essere risolto dalla frattalizzazione dei dodici vettori collassanti necessaria per i

minimo equilibrio della crescita cubottaedrica di un vuoto strutturato – una curva di tipo Koch

dalla quale possiamo trovare risoluzioni di strutture a discretezza infinita. Questo può essere un

metodo per applicare la geometria frattale alla struttura dello spaziotempo e per usare le risoluz

frattali con la singolarità.

Il gradiente di densità del vuoto, ∇^2φ = 4πρ ρ il gradiente rinormalizzato e φ suo potenziale c

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ottenuto, si relaziona alla nostra legge di scala, che si estende dalla lunghezza di Planck 

all'Universo come intero e la variazione in densità detta il livello energetico del vuoto in varie

scale. Dal lavoro di Haramein e Rauscher (2), consideriamo per esempio, alla costante

cosmologica Λ ≠ 0dove la densit�di energia del vuoto

E = ((c^5 ħ)/G)^1/2=1.25x10^16 ergs

(17)

 per una accelerazione universale di

a = (c^7/(Għ))^1/2 = 5.73x10^53 cm/sec^2

(18)

al limite inferiore di

ℓ = )/ ) / = . - ∓Għ ^3 ^1 2 1 62x10^ 33(19)

dove la densità di energia èρ = c^5/(G^2ħ) = 5.16x10^93 gm/cm^3 (13)

(20)

La costante cosmologica viene espressa nelle equazioni di campo di Einstein come

R µν - ½ gµν R µµ - Λgµν = (8πGTµν)/c^4

(21)

La differenza nella densità del vuoto e quindi la differenza nella quantità del mare di Fermi-Dir

delle interazioni fra gli operatori di creazione e distruzione (7), guida la topologia continua e

dinamica, collassante ed espandente, in tutte le scale. Questo è analogo all'interazione delle

 pressioni ad alta e bassa densità dell'aria che genera e guida la topologia magnetoidrodinamica

degli uragani e dei tornado, che in questo caso, guida la topologia toroidale delle strutture buco

 bianco/nero in tutte le scale. Il differenziale in densità tra il vuoto esterno e il vuoto interno del

 buco nero, può essere la causa dei tipi di processo di polarizzazione del vuoto all'orizzonte deg

eventi, responsabile per la produzione di coppie di mini buchi bianchi/buchi neri.

 Notate che i recenti dati sulla radiazione di fondo raccolti dalla Wilkinson Microwave Anisotro

Probe indicano un'immagine piuttosto diversa della topologia dell'universo rispetto a quanto pr

creduto; una topologia che sembra di natura toroidale (37). I componenti ottopolari e quadripolnella mappatura della CMB, esibiscono un particolare asse spaziale di polarizzazione con un

equatore altamente strutturato e questo supporta la presenza della topologia a doppio toroide

almeno 400.000 anni dopo il big bang, quando il plasma di idrogeno estremamente caldo era

 pienamente ionizzato. Confrontiamo queste scoperte alla mappatura delle strutture galattiche e

dinamiche del plasma nelle supernove, dove sono necessarie grandi deviazioni dai tipici model

sferici e abbiamo una coincidenza con la topologia del doppio toroide (38). Le stesse strutture s

state anche osservate alle risoluzioni delle stelle collassate, dei microquasar e dei quasar. Inoltr

sembra che la distribuzione nella grande scala dei superclusters, si auto-organizzi ai vertici deg

ottaedri, generando una immensa struttura di cuboattaedri (9,10).

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Figura 3. Strutture in grande scala

(a) Immagine del Telescopio Spaziale Hubble che mostra la vista superiore degli enormi vortic

della Nebulosa del Granchio.

(b) Immagine del Telescopio Spaziale Hubble dalla camera nelle frequenze vicine all'infrarossodallo spettrometro multi-oggetto (NICMOS) che fornisce una visione ravvicinata del cuore dell

 Nebulosa del Granchio e della sua stella di neutroni centrale che mostra strutture “simili a lobi”

che delineano un ottaedro.

(c) La mappa delle strutture in larga scala mostra un allineamento che passa attraverso il Drago

l'Orsa Maggiore, il Leone, Ercole e il Grande Attrattore, includendo una lunga catena di gruppi

 piccoli che finiscono nel Tucano.

(d) I dati recenti sulla distribuzione delle strutture in larga scala, come i superclusters, mostrano

alti livelli di coerenza geometrica in giganteschi ottaedri organizzati in modo frattale (9,10) che

generano i 12 vettori del gruppo cubottaedrico U2.

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(Vedere anche Fig.3(d)). Questa è una mappa nello spazio 3D dai dati della Figura 3(c) dove A

l'estensione del supercluster Virgo-Coma, A2 è ETJEA 127, A3 è Idra-Centauro, A4 è Orsa

Maggiore, A5 è ETJEA 154, A6 è Sextans. Il vertice di A2-A3 è la concentrazione Shapley, il

vertice di A3-A4 equivale a Leone, il vertice A1-A2 è ETJEA 126, il vertice A1-A4 equivale a

Virgo-Coma, il vertice A3-A5 equivale a Ercole. B1 equivale a A3, B2 è ETJEA 16 + Grus-Ind

B4 equivale a Pesci, B5 è Aquarius-Cetus, B6 è Horologium-Reticulum, il vertice B3-B4 equiv

a Pesci-Cetus, il vertice B1- B6 equivale a Fenice, il vertice B4-B5 a Perseo-Pegaso, C1 equiva

B3, C5 è ETJEA 207, C6 equivale a Formax, il vertice C1-C2 is Sculptor + ETJEA, D2 equivaal Tucano, D4 equivale a C2. (Da Battaner e Florido, 1998 [10]).

(e) Grafica da “Fractal Octahedron Network of the Large Scale Structure”, Battaner, 1988

4. Orizzonte di Spin

Stiamo definendo una nuova forma d'orizzonte che chiamiamo “orizzonte di spin” o condizion

confine “SH”, in base alla frequenza di rotazione e accelerazione di vari corpi mentre il raggio

avvicina a zero in una soluzione Haramein-Rauscher di spaziotempo con torsione. L'orizzonte è

definito dove la torsione si avvicina a zero, τµν→e la velocità circolare si avvicina all'infinito,

vc→∞ . Mentre il raggio originale di Schwarzschild è stato derivato in base ad un corpo staziona

osserviamo che tutti i corpi ruotano. Studi recenti mostrano ora che i buchi neri ruotano e, in

effetti, si scopre ora che i buchi neri galattici supermassicci possono ruotare quasi alla velocità

della luce (39,40).

Tradizionalmente si pensava che solo le stelle sopra le tre masse solari, potessero formare

singolarità dopo la fase nova. Se un orizzonte di spin degli eventi venisse stabilito, si potrebbe

dimostrare l'esistenza in tutta la materia organizzata, di singolarità o strutture simili a singolarit

In questa visione la dualità buco bianco/buco nero viene presentata dalla cosmogenesi, in un

universo di continua creazione e disintegrazione, contrazione ed espansione. In quello che segu

esprimiamo le nostre dinamiche solari in tali termini e dimostriamo un'auto-similarità del Sole la galassie che possiedono al centro dei buchi neri supermassicci dalla rapida rotazione.

a) Galassie che ruotano troppo rapidamente

Un enigma di lungo tempo è la rapidità della rotazione delle galassie. Molte stime delle loro ma

 basate sulla materia luminosa visibile, concludono che le galassie stanno ruotando troppo

rapidamente rispetto alla loro massa stimata e secondo la meccanica celeste Kepleriana, stanno

ruotando oltre la velocità di fuga in tutte le regioni dai loro rigonfiamenti ai loro dischi. Second

tali analisi dovrebbero tutte disgregarsi. Come fanno le galassie a rimanere sistemi organizzati,

invece che dissiparsi con la fuga della loro massa?Inoltre le regioni dei dischi galattici ruotano approssimativamente alla stessa velocità dalla zon

appena oltre il rigonfiamento fino ai loro estremi visibili, quindi come se fossero quasi corpi so

Ancora, secondo l'analisi Kepleriana, le frequenze di rotazione dovrebbero cadere con l'aument

della distanza di 1/r^2. Questa “piattezza” delle loro curve di rotazione e la “massa extra” usata

rispondere alla stabilità delle galassie, viene correntemente spiegata dalla presenza ipotizzata d

anelli di “materia oscura” che sarebbero la cosiddetta “massa mancante”. (Vedi Figura 4)

Dopo circa 70 anni di osservazione, non abbiamo ancora osservato la “materia oscura”. In effet

stato riportato di recente che le galassie ellittiche mostrano poca o forse nessuna “materia oscur

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(41) e si suggerisce in un articolo (42) che questo significhi che “parte della materia mancante,

manchi”.

Figura 4. Frequenze di rotazione contro distanza dal centro della galassia M31

Le varie curve denotano il supposto contributo alla rotazione totale del buco nero centrale,l'idrogeno, il rigonfiamento, l'anello di materia oscura e le masse del disco.

Un approccio alternativo può essere assumere che i nostri calcoli manchino invece di qualcosa

Questo problema può essere risolto rispondendo appropriatamente all'origine della rotazione o

(2), che ora si pensa nata dal big bang e conservata da quel momento in un qualche ambiente

ideale privo di attrito. In uno spaziotempo che incorpora una fonte per il momento angolare nel

tensore di stress, come una torsione che produce una dinamica di tipo Coriolis sullo spazio met

e assumendo un mezzo viscoso, le strutture galattiche, le dinamiche del plasma nelle ergosfere

comportamenti di tipo atmosferico nelle stelle, possono essere meglio descritti dallamagnetoidrodinamica (MHD) guidata dalla struttura dello spaziotempo stesso. In queste

condizioni strati taglienti come gli strati di Hartmann e altri definiscono specifiche condizioni d

orizzonte che possono chiarire appropriatamente il cosiddetto problema dell'appiattimento

galattico. Inoltre, con la riduzione del raggio di un sistema, la torsione dello spaziotempo in un

metrica Haramein-Rauscher produce un'accelerazione angolare crescente con velocità delle

 particelle che tende verso c in un raggio molto specifico – l'orizzonte di spin. In questa sezione

dimostriamo la derivazione dell'orizzonte di spin per il nostro Sole usando le relazioni di scala

galattica.

 b) Molti sistemi rotanti sono Auto-Similari

I sistemi rotanti in varie scale mostrano caratteristiche simili, come un appiattimento delle loro

curve di rotazione, incluse le galassie, il nostro Sole e gli uragani. (Vedi Figura 5). I tornado so

strutture vorticose similari con fenomeni luminosi, emissioni di raggi gamma e altri

comportamenti che, è stato suggerito, nascerebbero da un vuoto strutturato polarizzato (43, 44,

46, 47). Qualitativamente, queste strutture sono simili nonostante la grande differenza di

dimensione. Nella Figura 5, dimostriamo che la MHD del Sole, ad una densità media di 1.4 vo

quella dell'acqua o persino gli uragani, con una densità media di 1.7x10^-5 volte quella dell'acq

esibiscono le stesse caratteristiche come il cosiddetto “appiattimento galattico”, che si trova nel

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strutture galattiche con una densità media di 1 particella per metro. E' sconcertante scoprire anc

che il nucleo del Sole e il rigonfiamento galattico rappresentino entrambi lo 0.2% dei loro ragg

rispettivi. Questi risultati esprimono che meccanismi comuni possono riguardare le dinamiche

spin della MHD in tutte le scale.

Figura 5. Auto-similarità delle curve di rotazione del Sole, della galassia e degli uragani

a) Profilo della frequenza di rotazione del Sole; metà di sinistra (48), metà di destra (49);

 b) Frequenza di rotazione della M31 (50);

c) Raccolta di varie curve di rotazione galattiche;

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d) Varie curve di rotazione degli uragani (50);

Evidenza che i buchi neri centrali stanno ruotando rapidamente, ci arriva da Yoshiaki e Rubin (

e Y. Sofue et al.(52) che mostrano per osservazione delle linee di monossido di carbonio (CO),

il rigonfiamento interno delle galassie con la più chiara evidenza di un buco nero supermassicc

centrale, quando tracciate su una lunga scala (vedi Fig.6), provano che la rotazione del

rigonfiamento è Kepleriana, nel caso della galassia Via Lattea, dal centro verso l'esterno per lo

0.001 del suo raggio totale. Oltre a questo, abbiamo un chiaro appiattimento della curva di

rotazione.

Figura 6. Grafico logaritmico delle Frequenze di Rotazione Galattiche. Notate che il rigonfiam

è Kepleriano, solo le curve esterne sono “appiattite”.

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Figura 7. Frequenza di Rotazione del Sole dalle Predizioni Eliosismologiche: modellazione

genetica della rotazione in prossimità del nucleo del Sole. Usiamo il Caso III di sopra, come no

modello della frequenza di rotazione del Sole (48).

c) Un Orizzonte di Spin degli Eventi per il Sole

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Charbonneau et al., ha usato un approccio di modellazione per stimare le frequenze di rotazion

interne al Sole in prossimità del suo nucleo. La loro conclusione è che la frequenza di rotazione

Sole è facilmente appiattita allo 0.1 del suo raggio. Comunque, nel loro Caso III, inseriscono i

assumendo una frequenza di incremento monotona. Vedi Figura 7. Noi abbiamo usato questa

stima per ottenere il raggio di un orizzonte di spin degli eventi del Sole. La Figura 8 mostra una

stima della curva di rotazione del Sole dal centro, da 0 al 100% del suo raggio.

Figura 8. Frequenze di rotazione del Sole. La frequenza di rotazione (in nano-Hz) contro il ragg(0.0 – 1.0) per il Sole (48,49). Notate la similarità con le curve di rotazione galattiche. Nella pa

esterna, la frequenza di rotazione dipende dalla latitudine, mostrata dalla diffusione di curve ch

vediamo verso la destra. Il periodo è di 24 giorni all'equatore e di circa 32 giorni vicino ai poli

(approssimativamente 400 nHz).

Figura 9. Velocità di rotazione contro Raggio fino alla velocità della luce, c. E' stata inserita un

curva (48) secondo le frequenze di rotazione stimate per il nucleo interno del Sole ed estrappol

 per stimare dove la frequenza di rotazione ha raggiunto c, il raggio di un orizzonte di spin del S

è di circa 220 Km.

Abbiamo ottenuto un risultato di 220 km di raggio per un orizzonte di spin del Sole. Vedere Fi

9. Usando una simile curva verso gli estremi superiori e inferiori del Caso III, siamo arrivati ad

una stima minima di 140 Km di raggio e massima di 350 km.

In seguito abbiamo stimato la massa dell'ipotetico orizzonte di spin della “singolarità” del Sole

assumendo l'auto-similarità del Sole con la scala galattica. Abbiamo usato una legge di scala pe

galassie e la dimensione dei loro buchi neri centrali, derivata da Ferrarese (53), da un campione

16 galassie a spirale e 20 ellittiche, dove la velocità di dispersione del rigonfiamento σc è stata

osservata in correlazione stretta con la velocità circolare galattica vc , l'ultima misurata dove lacurva di rotazione è piatta.

La massa del buco nero centrale di una galassia è data come....

M• = (1.66±.32)x10^8 (σc / 200 Km s^-1)4.58±0.52 ΜΑ

(22)

Dalle velocità di rotazione del Caso III, deriviamo una dispersione definita come deviazione

standard delle velocità di rotazione del rigonfiamento della galassia (53). La dispersione del So

viene quindi calcolata utilizzando le velocità di rotazione del suo nucleo (che è analogo in

 percentuale di dimensione, al rigonfiamento galattico suddetto), per arrivare al risultato diσ c=0.375964779. Sostituendo questo valore nell'equazione (22), stimiamo che la “struttura tipo

 buco nero” centrale per il Sole, analoga al centro della nostra galassia, è uguale a 5.439x10^-5

volte la massa del Sole o circa 1,082,474 Kg o 1.082474x10^9 gm e rappresenta circa il

5.439x10^-3% della massa del Sole, utilizzando una bassa stima della dispersione.

Anche Ferrarese (33) fornisce una relazione tra la dispersione delle velocità del rigonfiamento

velocità circolare del disco di una galassia:

Log Vc = (0.84) Log (σ c)+0.55

(23)

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Ancora, usando una dispersione di velocità di σ c=0.375964779 per il Sole, possiamo ottenere l

velocità circolare del Sole basata sull'equazione (23). Troviamo che questo valore è ~1.887

Km/sec p 1.887x10^3 cm/sec. La vera velocità circolare del Sole può essere calcolata dal suo

 periodo stimato di 26 giorni all'equatore, con un raggio di ~675.000 Km o ~6.75x10^8 cm, la

circonferenza del Sole è ~4,239,000 Km o ~4.239x10^9 Km. Ventisei giorni sono ~2,246,400

secondi. Quindi la velocità circolare è ~1.5599 Km/sec o ~1.5599x10^3 cm/sec. Il vero valore

~1.88 Km/secondo o ~1.88x10^3 cm/sec ed è una notevole congruenza con il valore ottenuto.Questo è significativo considerando che il Sole è di circa 11 o 12 gradi di magnitudine più picc

della Via Lattea.

Potremmo ottenere un risultato migliore. Dato che il periodo stimato del Sole varia da 23 giorn

28 giorni, ripetendo i calcoli con il periodo di 28 giorni arriviamo a 1.7522 cm/sec che rapprese

solo un errore del 12% su circa 11 ordini di magnitudine. Questo calcolo supporta la nostra leg

di scala presentata nella Sezione 2. che caratterizza la materia in tutte le scale come fenomeno

auto-similare. Inoltre, come nella scala galattica dove si trova un buco nero e dove i dati ora

mostrano velocità che approcciano c, il nostro Sole può ospitare una simile struttura tipo-

singolarità nel suo centro, con una curva di rotazione piatta simile alle galassie a spirale e una

velocità circolare ben predetta dalla sua dispersione.

Il nostro oggetto stellare locale, il Sole, è un complesso oscillatore acustico, da cui possiamo

derivare l'analogia di una campana che suona. Le dinamiche del plasma del Sole sono consisten

con le modalità di eccitazione del plasma galattico e stellare osservabili e con i loro campi di

topologia toroidale. Alcune di queste modalità delle oscillazioni dinamiche del plasma, sono

 plasmon-acustiche e possono spiegare la turbolenza dinamica solare, così come le dinamiche d

 plasma osservate, circostanti ai buchi neri conosciuti, come i centri galattici e i buchi neri di

dimensione media e stellare (4). Quindi, l'ergosfera del nostro Sole esibisce alcune dinamiche c

ci aspetteremmo nelle vicinanze dell'orizzonte di un buco nero, includendo il fatto che è un

emettitore di raggi-x significativo. Le similarità in queste dinamiche del plasma e topologie dicampo, che si trovano in tutte le scale, possono essere una forte indicazione della validità

dell'approccio suddetto alle dinamiche energetiche nella struttura interna della nostra stella loca

al risultante momento angolare del nostro sistema solare. Quando esaminiamo queste modalità

d'oscillazione eccitativa, troviamo che possono essere descritte da un nucleo cavo circoscritto d

semi-permeabile orizzonte di spin di una struttura di tipo buco nero, che genera una eccitazione

 plasmone acustica dell'ergosfera, quando la materia si immerge attraverso l'orizzonte – dove un

cavità di risonanza è consistente con le modalità di oscillazione acustica, similmente ad una

campana vuota che risuona meglio di una piena. L'attività di tipo macchia solare, può essere

trovata con una curata esaminazione delle ergosfere stellari, galattiche e dei buchi neri in scala

quasar.

Una delle caratteristiche predominanti del Sole sono le strutture periodiche delle macchie solar

che appaiono sulla sua superficie, la cui fonte non è ancora ben compresa ad oggi. Usando il

suddetto concetto buco bianco/buco nero, Haramein ha ipotizzato un decennio fa che queste

fratture nelle dinamiche del plasma non fossero solo eventi di superfici, ma fossero causate da

struttura interna gravitazionale e collassante, che assorbe materiale e genera immense dinamich

vorticose di tipo Coriolis nel plasma verso il centro solare. Nelle recenti scoperte della SOHO,

dati in estremo UV indicano che le macchie solari sono come enormi uragani che avvengono so

la superficie in tempesta e assorbono materiale verso il centro del Sole (54), mentre prima si

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 pensava che fossero eventi di superficie e che espellessero materiale. E' importante notare che l

regioni delle macchie solari sono aree di estrema emissione di raggi-x, cosa che ci attenderemm

in regioni dove la materia si dirige a spirale verso il centro. L'osservazione della formazione di

macchie solari agli antipodi, suggerisce sempre una struttura del plasma altamente organizzata.

dinamiche del plasma del nostro ambiente atmosferico sono simili a quelle osservate nelle

dimaniche del plasma dell'ergosfera del nostro Sole.

Conclusione

Dai dati recenti e da alcune correnti considerazioni teoriche, abbiamo sviluppato una legge di s

dai buchi neri universali macroscopici, a quelli galattici, stellari e mini, che obbediscono alla

condizione di Schwarzschild e alla metrica Kerr-Newman, estendendo la topologia di scala alla

microfisica della distanza di Planck. Negli anni recenti, la fisica osservativa dei buchi neri, è

divenuta una caratteristica dominante delle considerazioni astrofisiche. Dopo più di cinquant'an

di modelli teorici, ora abbiamo una varietà di osservazioni dei buchi neri in vari livelli di scala,

quella stellare, ai fenomeni galattici e cosmologici e osserviamo che tutte le risoluzioni hanno

dinamiche del plasma molto simili, (tutte emettitrici di raggi-x) e simili caratteristiche di topolo

di campo. Queste osservazioni emozionanti hanno portato ad avanzamenti teorici e sperimental per meglio descrivere lo stato di un buco nero, che si estende allo stato delle interazioni virtual

vuoto. Inoltre, dimostriamo che una struttura del vuoto polarizzata, può essere intimamente

coinvolta nelle dinamiche della formazione dei buchi neri dalla risoluzione atomica alla

dimensione universale, definendo simili meccaniche in tutte le scale. Queste strutture di

 polarizzazione sembrano consistenti anche con la metrica Haramein-Rauscher, producendo un

doppio toroide U4 dalla dinamica di un buco bianco/buco nero concentrici e con la sua singolar

cuboattaedrica e viene ripetutamente osservata in vari dati astrofisici. Discutiamo brevemente u

vuoto strutturato energetico nella distanza di Planck, utilizzando un frattale di Koch cuboattaed

nella singolarità. La condizione di base della relazione tra i buchi neri e il vuoto è nel livello discala subatomica, dove mettiamo in relazione la forza nucleare forte con la forza gravitazionale

 buco nero di Planck. La forma dei mini buchi neri e di quelli cosmologici accoppiata allo stato

 polarizzazione del vuoto, viene ipotizzata come fonte delle recenti osservazioni della dimensio

di scala e la forma dei buchi neri e delle altre caratteristiche astrofisiche. Nelle ultime sezioni

 possiamo mettere in scala la dispersione della velocità del rigonfiamento, derivata dalle struttur

galattiche e applicarlo al nostro Sole con notevole accuratezza, considerando le magnitudini di

scala. Questo punta ancora alle dinamiche di simili meccaniche che coinvolgono le strutture di

 buco nero in tutte le scale. Lo sviluppo della legge di scala permetterà una migliore comprensio

della materia organizzata nell'universo e ci darà una immagine uniforme e unificata delle

dinamiche delle leggi fisiche che agiscono in vari sistemi e scale e quindi, un modello unificato

Riconoscimenti

Gli autori desiderano esprimere la loro gratitudine per il supporto e l'amicizia dei nostri collegh

 presso la The Resonance Project Foundation. Esprimiamo anche un particolare apprezzamento

S.P. Sirag e le discussioni fruttuose.

Appendice A

La fondamentale topologia del vuoto viene presentata assieme all'analisi della specificità

dell'esistenza di specifiche proprietà delle particelle elementari che sono generate e osservate.

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Applichiamo anche questa struttura topologica all'analisi delle strutture cosmologiche

macroscopiche. In questa Appendice elaboriamo sulla topologia presentata nella sezione

 precedente. Prima presentiamo qualche base di teoria di gruppo e quindi il modello.