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0 BANDO CARIPLO 2011 “ COSTRUIRE E RAFFORZARE LEGAMI NELLE COMUNITA’ LOCALI ” RIFORMULAZIONE DEL PROGETTO IL QUARTIERE COME BENE COMUNE Legami comunitari, cura sociale e vivibilità ambientale a San Polo e Sanpolino L’albero rappresenta sin dai tempi più antichi il simbolo e l’espressione della vita, dell’equilibrio, della saggezza. Nucleo proponente: AUSER Territoriale Rete Brescia (capofila) ACLI San Polo (partner 1) ANFFAS Brescia (partner 2) UISP Brescia (partner 3)

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BANDO CARIPLO 2011

“ COSTRUIRE E RAFFORZARE LEGAMI NELLE COMUNITA’ LOCALI ”

RIFORMULAZIONE DEL PROGETTO

IL QUARTIERE COME BENE COMUNE Legami comunitari, cura sociale

e vivibilità ambientale a San Polo e Sanpolino

L’albero rappresenta sin dai tempi più antichi il simbolo e l’espressione della vita, dell’equilibrio, della saggezza.

Nucleo proponente:

AUSER Territoriale Rete Brescia (capofila) ACLI San Polo (partner 1)

ANFFAS Brescia (partner 2) UISP Brescia (partner 3)

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INDICE (cambiare nunerazione pagine in stesura finale) I)CONTESTO PROGETTUALE pag.2 I.A) AREA TERRITORIALE DI RIFERIMENTO pag.2 I.B) MOTIVAZIONI DELL’INTERVENTO pag.5 II) OBIETTIVI DEL PROGETTO pag.10 II.A) PUNTI DI ATTENZIONE E PRIORITÀ: LORO RILEVANZA pag.10 II.B) CAMBIAMENTO AUSPICATO pag.12 II.C) FINALITÀ pag.14 II.D) OBIETTIVI SPECIFICI pag.15 III) STRATEGIE DEL PROGETTO pag.15 III.A) LUOGHI BERSAGLIO pag.16 III.B) GRUPPI BERSAGLIO pag.16 III.C) METODOLOGIA pag.17 III.D) DETTAGLIO DELLE AZIONI pag.18 CRONOGRAMMA pag.33 IV) ORGANIZZAZIONE pag.35 LA RETE DI PROGETTO pag.35 ENTI PROMOTORI pag.38

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I) CONTESTO PROGETTUALE I.A) AREA TERRITORIALE DI RIFERIMENTO: i quartieri di San Polo e Sanpolino nella Circoscrizione EST del Comune di Brescia La proposta progettuale è rivolta ai quartieri contigui di San Polo e Sanpolino localizzati all’interno del più vasto territorio del Comune di Brescia. L’area presenta interessanti dinamiche sociali e di insediamento abitativo derivanti dalla sua storia urbanistica, dalle differenti caratteristiche per composizione demografica e convivenza sociale dei suoi abitanti, di morfologia ambientale, di presenza e fruibilità dei servizi, tali da creare una condizione molto dinamica fra le varie parti che li compongono. I residenti dei quartieri, soprattutto della generazione più adulta, si sentono parte della storia del luogo, ne percepiscono l’essenza di comunità ma, per molti aspetti che il progetto intende affrontare, vivono il territorio come fosse segnato e distinto in “cinque anime” originate da vecchi e recenti insediamenti. Le prime tre anime collocate a San Polo, separate dalla direttrice stradale in lato destro e lato sinistro, le altre a Sanpolino originate da vecchi e recenti insediamenti e per le quali sentono di dover rintracciare un filo comune di collegamento che contribuisca a definire un’identità di quartiere nella quale riconoscersi. Nel lessico cittadino “abitare a San Polo e Sanpolino” sta ad indicare una precisa collocazione urbanistica e sociale nella città, non sempre con una connotazione positiva che semplifica, secondo i residenti, il contesto ed il vissuto di chi vi abita. Il quartiere di San Polo da tempo è coinvolto in un progetto molto complesso di riqualificazione urbana e mobilità delle persone che vede convivere, soprattutto nella parte di nuova costruzione di San Polo, fenomeni di degrado strutturale degli edifici ed ancor più forti criticità sociali per quanto riguarda la popolazione che vive nelle “Torri”, di cui, per una di queste (la torre Tintoretto) si prevede la demolizione. Il quartiere Sanpolino è invece un insediamento recente ed è anch’esso descritto e vissuto dalle persone come area “in progress” che deve ancora definirsi compiutamente sia dal punto di vista urbanistico che come comunità. San Polo Oggi il nome San Polo indica il grande quartiere di Brescia, prima piccola frazione in una vasta area agricola intorno alla città. Il suo nome nasce dalla contrazione del nome San Paolo in San Polo, attribuibile all’occupazione francese ma già in uso a Venezia1, ed ha una lunga storia di sviluppo abitativo e sociale. È un quartiere ideato nel 19722 sorto tra la metà degli anni ’70 e gli anni ’80 come insediamento di edilizia economica e popolare formato da 17.500 alloggi che si basa sull’individuazione di “unità di abitazione” (ripresa da Le Corbusier) ripetibili e integrate ai servizi che costituiscono una unità di vita privata e di relazione sociale : villette a schiera, in linea, a spina, le case alte (le “5 Torri”) che conta il più alto numero di abitanti di tutta la città, 20.525 cittadini residenti3 su una superficie territoriale di 350ha. Ha rappresentato nelle scelte dell’amministrazione comunale di quegli anni un esempio virtuoso di vivibilità in un’area destinata ad una forte concentrazione di abitanti che prevedeva estese aree di verde pubblico, scuole e servizi4 con l’obiettivo di inserire nella periferia cittadina una programmazione organica e razionale.

1 “San Polo. Un borgo, un quartiere, una città nella città”, a cura di G. Mantelli, Presidente Acli San Polo. 2 “S. Polo: un quartiere di iniziativa pubblica”, Leonardo Benevolo, Ed. Morcellana, Roma 3 Dati Comune di Brescia, Unità Statistica-Ufficio Diffusione Informazione Statistica, a cura di Ines Paccanelli, 2011 4 “S. Polo quartiere di Brescia. Una verifica a dieci anni dal progetto”, a cura dell’Ufficio tecnico comunale, Comune di Brescia, 1986.

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Comprende un parco urbano, una zona sportiva, una zona ospedaliera e un gruppo di scuole medie superiori, servizi e centri commerciali. In programmazione c’è la futura metropolitana che prevede tre fermate all’interno del quartiere. Negli anni recenti5, alla luce dell’evoluzione della composizione sociale avvenuta principalmente con il forte flusso migratorio da paesi extra-comunitari e della presenza di situazioni sociali a rischio, la qualità della vita per i residenti negli alloggi degli edifici a torre, specialmente nelle Torri Tintoretto e Cimabue, incontra problematiche complesse, situazioni di emergenza e un disagio abitativo che da tempo sono all’attenzione della comunità, dei mass media e dell’amministrazione comunale che sta investendo risorse destinate ad interventi sociali e strutturali. I residenti nel quartiere “non amano essere rappresentati dalle Torri”6 che ritengono una delle tante dimensioni di storia cittadina e della loro vita quotidiana, una realtà da cui non si sentono estranei e che sentono di dover integrare con più azioni di cambiamento e di accoglienza adeguati ai problemi che in quel luogo si esprimono. II Contratto di Quartiere7 prevede (nel mese di Giugno 2012) la demolizione della torre Tintoretto di proprietà dell’ALER di Brescia in cui sono presenti 192 alloggi ERP, di cui 180 abitati al momento della stesura del piano operativo (2009), ed il trasferimento dei residenti della torre in altri alloggi (in città e nel quartiere) ed un vasto programma di supporto e accompagnamento sociale che avrà un impatto più generale sulla città ed il quartiere stesso e che sarà opportunamente considerato nelle azioni progettuali.8 Nel Piano Generale del Territorio San Polo viene identificato come un quartiere a rischio anche dal punto di vista ambientale. Recenti avvenimenti hanno messo in luce, oltre ai problemi già segnalati di incidenza malattie respiratorie e tumori dovuti alla presenza di industrie pesanti, cave di estrazione, alta mobilità, presunte contaminazioni da Cesio 137 nella falda acquifera che rifornisce San Polo e Buffalora (Ex cava Piccinelli). Il Comune di Brescia ha recentemente installato i piezometri per rilevare la radioattività dell’acqua. Nel dossier ambiente della città si aggiunge la notizia di questi giorni9 di un’emergenza Cromo in alcune aree della zona sud della città (metallo utilizzato in grande quantità e con tempi di smaltimento molto lunghi, secondo l’Asl di Brescia. Inoltre la provincia di Brescia sarà destinata ad ospitare un terzo del fibrocemento (amianto) della Lombardia: 7 degli 11 poli di bonifica dell’amianto, e in città è già attiva la discarica Profacta di Via Brocchi (zona San Polo) che ha una capacità di smaltimento di 78.600 metri cubi di amianto.

Il Contratto di quartiere sta lentamente proseguendo le sue azioni: fra quelle di rilevanza specifica vi sono proprio gli interventi in tema di vivibilità ambientale. Utilizzo energie rinnovabili, laboratori per professioni del recupero, calcolo dell’impronta ecologica e del bilancio familiare, orti per anziani, animali di quartiere sono alcune attività avviate che il nostro progetto intende valorizzare come buone prassi da far conoscere nei due quartieri e da allargare anche a cittadini stranieri e nuovi residenti.

5 “Dal ciancol alla playstation”, a cura di U. Gerola, P. Gaffurini, 2011. 6 Espressione estrapolata da intervista ad una residente nel quartiere da molti anni. 7 “2° Programma Regionale Contratti di Quartiere. Fase negoziale. Progetto integrato di riqualificazione urbana e di rivitalizzazione economica-sociale del Quartiere San Polo – Torre Tintoretto”, Piano operativo di realizzazione della proposta, Comune di Brescia, Settembre 2009. 8 In particolare nelle fasi e interventi previsti dall’Azione 1 e durante l’intero percorso per l’anno 2012. 9 Bsoggi, 14 febbraio 2012

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Sanpolino Il nome del quartiere è un nome artificiale, non nasce da un toponimo originario ma come estensione e ripensamento critico del modello perseguito dal quartiere di San Polo in prossimità del quale è stato realizzato10. É un quartiere di recente progettazione e costruzione: progettato nel 2000/2002 e costruito negli anni a cavallo fra il 2005 ed il 2008, in edilizia economica popolare come progetto di edilizia sostenibile in collaborazione tra pubblico e privato all’avanguardia dal punto di vista energetico (utilizzo dell’energia fotovoltaica, massimo risparmio energetico per le abitazioni).11 I primi alloggi sono stati occupati non più di 4 anni fa, è composto da case a schiera o da edifici al massimo di 7 piani per un totale di 1.900 alloggi e vi risiede attualmente una popolazione di 1.806 abitanti 12in forte e progressiva crescita. Questo sta a significare che siamo in presenza di una configurazione ancora provvisoria del quartiere. Nell’area sono presenti, ma con aspetti “aperti e in progress” vaste aree verdi (area Arvedi, Arici Sega ad esempio), parchi, spazi aperti e spazi dedicati allo sport che rappresentano una grande risorsa intorno alla quale si sono create associazioni e gruppi di cittadini che sollecitano il loro completo utilizzo, alcune delle quali sono coinvolte come parte attiva nella rete di sostegno del progetto, contribuendo con le loro esperienze alla definizione di alcuni obiettivi e specifiche azioni. Sono presenti strutture di carattere sanitarie e socio-assistenziali per gli anziani, strutture sportive, la sede della polizia locale e della circoscrizione, una farmacia e sono previsti nei piani di governo del territorio servizi e insediamenti futuri tra cui alcune fermate della Metropolitana cittadina che dovrebbe favorire i collegamenti sia con il contiguo Quartiere di San Polo sia con il centro della città. Tuttavia il nuovo quartiere presenta carenze infrastrutturali (gli abitanti per alcune necessità convergono ancora sui servizi di San Polo) e disomogenee opportunità di socialità e di aggregazione (assenza di piazze e luoghi di comunità). Le persone che vi abitano vedono le novità ma anche la lentezza del completamento dei progetti in corso, avvertono la “fatica del quartiere a divenire comunità”13, le giovani coppie che vi risiedono lo vivono come quartiere “dormitorio”, lontano dalla vita del centro città, che deve acquisire una dimensione prospettica di quartiere nuovo e innovativo, in grado di creare il senso di appartenenza e di benessere dei suoi abitanti. Il progetto sarà un’opportunità per la creazione di un dialogo fra i due quartieri, considerandoli aree distinte ma unite da fenomeni di novità ed anche da vistose contraddizioni che saranno portate in evidenza con i residenti per favorire un senso di comunità all’interno comunque possibile all’interno di un aggregato composito e diversificato di persone, famiglie, gruppi sociali, sperimentazioni in atto. La vicinanza geografica e gli obiettivi urbanistici e istituzionali che li pongono a confronto nel tempo, l’alternarsi di fasi simili di edificazione in momenti storici di urbanizzazione e insediamento diversi inducono a porre un’attenzione complessiva della comunità e delle istituzioni che deve tendere ad unire ed aggregare, favorendo un senso diffuso di prossimità. Entrambe le aree infatti sono inserite in un processo dinamico, in cui giocano plurimi elementi - ambientali, abitativi (si prevede nei prossimi anni un incremento demografico fino a circa 4000 residenti nell’area di Sanpolino), sociali, economici - e pertanto sono necessariamente candidate ed orientate a coniugare processi di cambiamento con obiettivi di una propria sostenibilità sociale a cui le persone contribuiscano, riconoscendosi nel rispetto delle diversità di ognuno.

10 “ Sanpolino e Violino un’idea di città. L’edilizia residenziale pubblica a Brescia”, M. Tedeschi, N. Rocchi, Comune di Brescia, Ed. Grafo, 2007 11 Miglior progetto di sostenibilità ambientale a livello internazionale, Premio Next Energy Awards 2006. 12 Dati Comune di Brescia, Unità Statistica-Ufficio Diffusione Informazione Statistica, a cura di Ines Paccanelli, 2011. 13 Espressione estrapolata da intervista ad un residente insediatosi da pochi anni nel quartiere.

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Certamente, San Polo e Sanpolino sono esemplificazioni di una città che ha cambiato volto molto velocemente, dove lo sfaldarsi della comunità tradizionale ha fatto venir meno le culture comuni ed è entrata in crisi quella prossimità data dal vicino, dal domestico, dal conosciuto, dove il senso di appartenenza è essere inseriti, partecipare ad una precisa cultura che amalgama attraverso racconti comuni.14 Il progetto quindi assiste ed assisterà nei tre anni della sua realizzazione ad un’ulteriore e veloce trasformazione di un’area che rischia di produrre un ambiente urbano lontano (e anche ostile) rispetto ai tempi e alla qualità della vita delle persone che lo abitano.

Un’area territoriale che presenta un andamento demografico dinamico

Dati demografici al 31.12.2009 (Fonte Ufficio Statistica del Comune di Brescia, elaborazione Marzo 2011)

Nei due quartieri presi in analisi vivono attualmente 22.331 persone: 20.525 a San Polo e 1.806 a Sanpolino, nella cui area si prevede in tempi brevi una crescita fino a 4.000 abitanti.

Famiglie residenti Sono un numero rilevante soprattutto nel quartiere di San Polo: a San Polo su 8.367 famiglie totali, 5.893 sono famiglie con figli o persone a carico, 2.474 le famiglie unipersonali; a Sanpolino su 745 famiglie totali, 457 sono famiglie con figli o persone a carico, 288 le famiglie unipersonali.

Residenti per cittadinanza Il numero di residenti stranieri negli ultimi 10 anni è triplicato, rimanendo comunque in percentuale minore rispetto alla città: a San Polo su 20.525 residenti totali i cittadini stranieri sono 2.395, gli italiani 18.130. A Sanpolino su 1806 residenti totali i cittadini stranieri sono 447 e gli italiani 1.359.

Più giovani e meno anziani rispetto all’insieme della città La piramide delle età segnala una presenza di popolazione anziana leggermente meno alta della città, una alta presenza di minori ed una significativa presenza di giovani al di sotto dei 19 anni di età, più alta rispetto alla presenza media della città di Brescia.

I.B) MOTIVAZIONI DELL’INTERVENTO Le motivazioni dell’intervento derivano sostanzialmente dalle stesse attese degli abitanti dei due quartieri , di vedere realizzate quelle ipotesi iniziali, alla base di scelte e progettazioni urbanistiche nelle quali anch’essi avevano creduto15, di creazione di una comunità che genera e consolida legami nel rispetto di condizioni di equità e solidarietà, sostenuta e accompagnata nell’affrontare i veloci cambiamenti sociali della popolazione che vi risiede, che abita il quartiere sentendolo di tutti. In questo senso il progetto intende valorizzare il tessuto di relazioni già in essere nei due quartieri, agevolando, laddove esistono complessità, la comunicazione tra le persone residenti e la rete delle loro associazioni attive, contribuendo in questo modo all’apprendimento dei processi di cambiamento in atto, e di metodologie di lavoro di rete tra i soggetti capaci di consolidare esperienze e buone pratiche di coesione.

14 N. Negretti, “Corpi vicini e corpi lontani. I mutamenti della società multietnica e multiculturale”, Ed. Il segno dei Gabrielli, 2011. 15 Si fa riferimento al testo in nota 2.

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Uno degli aspetti più complessi del nostro tempo è il vivere nella diversità. Le diversità di cui siamo tutti portatori faticano ad esprimersi se hanno come sfondo processi di diseguaglianza sociale: gerarchie economiche, sociali e di accesso ai diritti. Le spinte a cambiare avvengono nelle pratiche della vita quotidiana: vi sono risorse diffuse nei modelli organizzativi, nelle capacità delle persone, nei rapporti che si instaurano, nell’uso del tempo da utilizzare meglio. Anche per queste ragioni, serve un’architettura di quartiere che leghi l’agire entro una nuova cultura del vivere insieme. Tutte le città per certi aspetti si assomigliano ed alcune tendenze negli ultimi anni hanno accentuato, in particolare nelle loro nuove zone, la perdita dell’identità culturale urbana intesa come “spirito della città”. Molte volte la bassa qualità della vita vuol dire anche bassa qualità dei luoghi dell’abitare. Le stesse strade e piazze che nei quartieri di San Polo e Sanpolino erano pensate come luogo naturale e primario dell’incontro e dell’interazione sociale, teatro della vita della città, invece sono divenuti luoghi vuoti o di transito veloce. Nell’epoca della globalizzazione la situazione presenta tante e tali complessità (nuovi residenti provenienti da culture e paesi lontani) che trovano spesso gli abitanti impreparati ad accoglierli. Come coniugare senso di appartenenza e poliformità, come raccordare universalità dei diritti con la particolarità delle culture e tenere insieme principi di eguaglianza con l’affermazione delle differenze? Un ulteriore aspetto riguarda l’abitare gli spazi e le strutture presenti nei quartieri, che è uno degli obiettivi del progetto. La “piazza” non è più un luogo simbolo di incontro dei cittadini, sebbene i due quartieri dispongano di ampi spazi, edifici (casa delle associazioni, sedi Anffas, cascina Maggia, ecc.) e parchi, riconosciuti come una ricchezza capace di ridare identità, energia e benessere, ma non pienamente fruibili come luoghi di incontro fra le diverse generazioni e le diverse culture: “…d’estate gli stranieri usano i parchi anche di sera, anche le donne e i bambini ci vanno, noi preferiamo stare in casa”.16 La visione della città è personale: si vede quello che si sa. Per vedere diversamente, il nostro sguardo deve essere capace di sdoppiarsi: allontanandoci dai significati tradizionali, si fa spazio ad una nuova circolazione di senso. La città è un tessuto vivente in cui linguaggi, storie, mondi diversi vengono comunque a contatto, le immagini parlano, comunicano, i luoghi danno identità. Luoghi in cui riconoscersi ma anche sconfinare, fidandosi di andare a vedere altro. Punti di debolezza Gli spazi pubblici di San Polo e Sanpolino appaiono come luoghi che non suscitano più nessuna suggestione, che non significano più emozioni autentiche, memorie, ricordi personali ed in questi luoghi la persona rischia l’isolamento, risulta sradicata, insicura. La cura nei confronti della città diminuisce per mancanza di senso di riconoscimento ed affettività nei suoi confronti. Nell’area specifica ci sono cause di fragilità sociale da presidiare attentamente. Alla disoccupazione, alla precarietà economica personale e familiare si aggiunge la crescita della immigrazione, che crea nuove sacche di povertà e di esclusione, soprattutto in questo quartiere sorto dagli interventi di edilizia “popolare” e che sta affrontando la delicata questione della demolizione della Torre Tintoretto. I cambiamenti in atto, i recenti insediamenti di Sanpolino, l’arrivo (anche in prospettiva) di nuovi abitanti, anziché arricchire l’identità del quartiere rischia di spersonalizzarla ed ogni soggetto si sente estraniato.

16 Racconto di un gruppo di anziani che si occupano in modo volontario delle aree verdi.

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Si aggiunga un dato di natura culturale: oggi si è incrinato il senso comune su cui si fonda il senso di appartenenza dei cittadini, in seguito al moltiplicarsi sul territorio di diverse entità culturali, etniche e religiose. Questo ha frammentato l’identità culturale del quartiere, rendendo difficili o impossibili le relazioni tra le persone ed anche le relazioni verso le istituzioni ritenute lontane e non comprendenti le proprie ragioni. I quartieri sono insediamenti che, come descritto precedentemente, sono parte di grandi e articolati progetti di insediamento abitativo sul territorio e che attendono vecchie e nuove risposte in tema di servizi. La popolazione residente è cresciuta nel tempo all’interno di una rete di servizi che non corrisponde ancora adeguatamente ai bisogni espressi dai cittadini:17

- si registra una carenza di servizi e presidi utili per l’assistenza socio-sanitaria che viene sofferta in particolar modo dalle persone anziane, dalle famiglie con figli e persone con disabilità;

- i medici di base sono solo 5 per tutta la popolazione con orari e strutture non sufficientemente adeguate al bisogno di cura e assistenza;

- i negozi di vicinato ed i servizi quali poste, farmacie sono scarsi o addirittura assenti in alcune zone abitate da persone anziane (ad esempio in San Polo vecchia) ed è insediato un solo Centro commerciale;

- la scuola primaria presente sul territorio è solamente una, così come la scuola secondaria di primo grado, mentre risultano assenti le scuole secondarie di secondo grado;

- l’unica biblioteca presente ha un ruolo integrativo importante che merita attenzione; - i fattori ambientali presentano rischi e nocività derivanti da insediamenti industriali e dalla

attuale viabilità complessa e difficile con alta incidenza di traffico di auto e mezzi su gomma (attualizzati da ulteriori fenomeni di inquinamento ambientale);

- i mezzi pubblici che collegano i quartieri al centro della città di Brescia sono 3, e si registra una inadeguatezza della rete interna di trasporti che non collega in modo trasversale le aree del quartiere;

- non è più attivo (da febbraio 2012) il distaccamento dei vigili del fuoco di San Polo a Brescia;

- il presidio per l’emergenza per la zona sud di Brescia, ospitato dal 2009 nei locali della Croce Bianca, è stato smantellato;

- scarso utilizzo da parte di ragazzi e ragazze degli spazi e delle iniziative proposte nei due quartieri

- nonostante la presenza di strumenti e mezzi di comunicazione locale (radio, giornalini, periodici, pubblicistica, ecc.) l’informazione fatica ad incontrare le tante diversità dei cittadini, per età, genere, generazioni e provenienza;

- carenza di educazione alla cittadinanza e di denominatori culturali comuni; - il previsto abbattimento della Torre Tintoretto nell’area di San Polo è la risposta individuata

dall’Amministrazione comunale e dalla Regione per risolvere il degrado del sito e l’elevata concentrazione di persone in condizioni di disagio sociale, adulto e infantile necessita di maggior partecipazione dei residenti intorno al sito e in tutto il quartiere;

- la prossima chiusura della circoscrizione, insediata nel quartiere di Sanpolino, che rimarrà solo come decentramento anagrafico e non più come ambito di governo del territorio, indebolirà la visibilità dei problemi e delle risorse del quartiere.18

17 Dati raccolti all’interno di interviste e incontri di gruppo. 18 Documento stilato dai Capigruppo della Circoscrizione Est, presentato e discusso nella seduta di Consiglio del 20/9/2011.

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Punti di forza Un primo punto di forza espresso dai cittadini e dalle associazioni che vivono il quartiere è rappresentato dal non riconoscersi nelle valenze negative che tante volte la percezione della città, il racconto diretto e le notizie di cronaca riportano, riferendosi alle Torri e al nuovo insediamento di Sanpolino. Le iniziative di Portierato Sociale, attivate nell’ambito delle Torri dal Comune e da ALER, hanno permesso di disporre di un patrimonio conoscitivo finalizzato ai comportamenti sociali dei residenti, ai loro desideri, alle loro preoccupazioni, alla condivisione degli spazi di comunità. Alla base di una delle Torri è presente una struttura cittadina - Casa delle Associazioni - che accoglie le diverse associazioni che, ritrovandosi in quel luogo, hanno portato nel quartiere persone provenienti dal centro cittadino. Questa struttura rappresenta una significativa potenzialità che sarà valorizzata e realmente abitata dalle varie iniziative del Progetto, per aprirsi maggiormente alla vita del quartiere, divenendo per gli abitanti dei quartieri non più una struttura ospitata, ma al contrario, parte integrante e viva di questa parte della città.19 Sono presenti nel quartiere la sede ASL, la Questura, un Ospedale, la Polizia locale; le 5 Parrocchie aggregano famiglie, bambini e ragazzi; la prospettiva della costruzione della rete metropolitana è vissuta come un evento positivo e auspicato da tempo dagli abitanti che porterà nei luoghi alcune fermate di collegamento tra i due quartieri e il centro città e tra le loro stesse aree abitate. Si stanno avviando progetti di recupero della scolarità rivolti in particolare ai ragazzi, anche stranieri, oltre a prevedere la scuola pomeridiana per i compiti considerando che molti bambini passano tutto il pomeriggio da soli.20 In questi anni si sono costruite nel quartiere reti di relazioni e legami grazie in particolare alle attività che ruotano attorno alle Parrocchie ed alle Scuole. l’esperienza delle Suore Operaie è un riferimento reale per le donne straniere e gli abitanti. Esistono associazioni attive che rappresentano una forte sensibilità rispetto ai temi dell’ambiente e della sua cura individuando in questo (ad esempio il progetto per un possibile “Parco delle cave”) un elemento di particolare fruibilità del territorio che potrebbe rappresentare un forte elemento identitario, ed in questa direzione alcuni dei soggetti presenti nella Rete di adesione - Lega Ambiente, Auser Amici del Parco, CoopCasa, Codisa, Cascina Maggia - sono un valido supporto al progetto. É in fase di implementazione un progetto della biblioteca sulle origini storiche di San Polo che potrebbe costituire un importante contributo al recupero delle radici di quei territori. Il Comune attraverso i suoi Assessorati Famiglia, Politiche Giovanili, Tempi e Orari garantisce al progetto un collegamento sinergico per alcuni interventi specifici rivolti ai giovani ed ai ragazzi del quartiere. Nel territorio sono presenti e ben radicate le associazioni che promuovono il progetto con proprie strutture: l’AUSER ha due Associazioni Locali , la prima svolge corsi strutturati con continuità, la seconda è di promozione sociale ed interviene sull’animazione del tempo libero delle persone adulte ed anziane ed aree verdi; ANFFAS ha nel quartiere la sua sede provinciale con una struttura formativa e servizi sportivi e aggregativi; le ACLI hanno la propria sede presso una Parrocchia di San Polo che è situata in prossimità di una delle Torri; UISP di Brescia ha un proprio circolo ricreativo nell’area e da sempre si impegna per diffondere lo sport come attività di socializzazione e incontro. Il Comune di Brescia, in collegamento con Casa delle Associazioni, metterà a disposizione del progetto uno spazio fisico in Sanpolino pensato per potenziare la fruibilità e accessibilità dei servizi già presenti e per tradurre il progetto nella vita del quartiere.

19 Vedi Accordo di Rete e Delibera di Giunta del Comune di Brescia 20 Sono iniziative del Comune con le diverse associazioni a partire dalle iniziative previste nel Contratto di Quartiere come accompagnamento sociale dell’area delle Torri che sono state ritenute sinergiche con la proposta progettuale.

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Il nuovo spazio sarà identificato come punto di accoglienza, informazione, orientamento per i cittadini. Per questo nuovo obiettivo21, che diverrà una delle azioni da implementare in fase iniziale, il progetto ha già provveduto a delineare il proprio apporto al fine di rendere più vivo un luogo del quartiere. La rete sociale costituita nel progetto rappresenta un soggetto fortemente rappresentativo dell’associazionismo locale e dell’istituzione comunale e pertanto sarà, accanto ai soggetti promotori, attore in tutto il processo e risorsa impegnata nelle specifiche attività in relazione alle diverse sensibilità e competenze sociali. La presenza del Comune di Brescia e degli Assessorati competenti, le peculiarità ed esperienze degli altri soggetti coinvolti e partecipi nell’implementazione del progetto accanto agli enti promotori, potranno contribuire a migliorare il coinvolgimento dei cittadini sintonizzandosi, laddove possibile, con quanto auspicato dalle linee programmatorie degli enti locali (comune e regione ) e delle aziende sanitarie in materia di benessere, welfare, salute, convivenza. In riferimento a quest’ultimo aspetto, si porrà l’attenzione ai seguenti recenti provvedimenti:

promozione alla salute22 . L’orientamento per il 2012 è quello di coinvolgere un numero di soggetti sempre maggiore e sviluppare una reale partecipazione da parte di tutti nelle scelte di salute. Benessere è inteso nell’accezione più ampia come stili di vita, attenzione al ruolo del contesto ambientale per realizzare percorsi di promozione alla salute. Tra questi interventi di promozione di una sana alimentazione e attività fisica, nelle scuole, nei luoghi di lavoro; per la popolazione adulta incrementare e migliorare l’esperienza dei “gruppi di cammino”;

politiche per la famiglia e welfare comunitario. La delibera della Giunta comunale di Brescia23 mira ad una integrazione delle politiche sanitarie, di governo e sviluppo del territorio, istruzione e formazione, della casa, del lavoro, dei tempi, della cultura e del tempo libero. Il Piano di Zona è individuato come luogo e strumento per lo sviluppo della programmazione partecipata che dovrebbe favorire l’integrazione delle risorse di partecipazione e di solidarietà, con un coinvolgimento dei soggetti del privato sociale;

indirizzi regionali in materia sociale24. Mirano a favorire lo sviluppo di un Welfare che

metta al centro la dimensione della conoscenza, responsabilità e della sostenibilità. Lo sviluppo del capitale sociale del territorio deve riuscire a mettere in connessione tre dimensioni: 1- le risorse (capitale umano, sociale e finanziario, non solo pubblico); 2- gli interessi degli attori in gioco; 3- le responsabilità che ciascuno degli attori condivide.

21 Incontro Comitato di Coordinamento , Casa delle Associazioni e Comune di Brescia, 29 febbraio 2012. 22 Documento di programmazione e coordinamento servizi sanitari e socio sanitari Asl di Brescia, anno 2012- Bozza. 23 Comune di Brescia: Piano delle Politiche per la Famiglia e del Welfare comunitaria, 2011. 24 Del. Reg. n. 9/2505 del 16-11-2011 Approvazione documento Un welfare della sostenibilità e della conoscenza. Linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale 2012-2014.

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II) OBIETTIVI DEL PROGETTO

Ciò che è piccolo ci è caro perché domestico e perché ci parla allusivamente di ciò che è grande25

La frase è significativa dell’orientamento che il progetto intende perseguire: è sentimento condiviso tra i proponenti ed i soggetti della rete che questi quartieri possano recuperare e rafforzare la propria identità per essere capaci di accogliere e integrare il nuovo e il diverso. Le persone interrogate, sulle criticità del proprio abitare nel quartiere, in fase di definizione del progetto, hanno espresso intenzionalità positiva che verrà assunta come leva creativa per individuare nuove modalità di coesione sociale e senso di appartenenza. II.A) PUNTI DI ATTENZIONE E PRIORITÀ: LORO RILEVANZA Il progetto prende avvio dall’idea, sostenuta dai cittadini incontrati, che questa parte della città recuperi e rafforzi la propria identità permettendo ai suoi abitanti di ritornare ad occupare attivamente i luoghi ed il territori, occupandosi di esso ed in questo di se stessi. Le strategie che includono e si prendono cura appaiono le più idonee a realizzare la nozione di bene comune incorporata nel modello di sviluppo sostenibile. Si tratta di un modello attento ai bisogni di tutti, di coloro che presentano risorse forti ma anche dei soggetti più marginali, poveri, dei disabili e di tutte e tutti coloro che sono le nostre generazioni future. Nel confronto avviato sono stati evidenziati i seguenti punti di attenzione:

- le caratteristiche di eterogeneità dei quartieri generano situazioni di disequilibrio visibili nella composizione e organizzazione delle diverse parti del territorio, nella collocazione e fruizione dei servizi, nell’accessibilità e mobilità interna, nelle forme di interazione comunitaria e nella concentrazione di problematiche sociali in alcuni punti specifici;

- le differenti visioni legate alla diversità di situazioni, bisogni, aspettative e pratiche quotidiane di vita. La percezione generale è quella di una progressiva diminuzione della capacità coesiva dovuta non solo alla diversità delle realtà esistenti ma anche allo sfaldamento di legami tra le generazioni, tra le culture, tra vecchi e nuovi abitanti, tra italiani e stranieri, tra persone in difficoltà e con disabilità e persone che lo sono di meno;

- difficoltà di integrazione e dialogo con e tra le diverse “comunità” presenti, intese come situazioni e luoghi a sé dentro la comunità più ampia dei quartieri. La presenza ad esempio di un insediamento abitativo ad alta concentrazione di persone e di disagio sociale (le Torri) è un dato di realtà con cui gli abitanti si confrontano da tempo e che viene vissuto in modo contraddittorio e differenziato: tutti concordano sul fatto che occorra trovare una soluzione ma diverse sono le interpretazioni e le proposte;

- la carenza di luoghi di aggregazione per le persone, in particolare per i giovani, si accompagna alla necessità di trasformare gli stessi in luoghi reali di incontro tra gruppi sociali diversi per età, estrazione sociale, provenienza ed esperienza affinché favoriscano la conoscenza e lo scambio tra le persone come base minima per un’interazione sociale;

- la vivibilità sociale è strettamente legata alla vivibilità ambientale. La criticità ambientale derivante da inquinamento dell’aria e del suolo (a causa degli storici insediamenti industriali ad alta rischiosità), traffico congestionato e viabilità intensa, scarsi collegamenti all’interno del quartiere connotano un’area tematica che accomuna la sensibilità di tutti gli abitanti.

25 F. Pessoa, tratto dal racconto “Il marinaio”, traduzione di A. Tabucchi, Einaudi 1988.

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L’importanza di costruire oggi una progettualità complessiva che sia capace di collegare i vari problemi evidenziati e di ridisegnare l’architettura sociale del quartiere viene colta da tutti i decisori locali come uno dei punti di attenzione all’interno della programmazione urbana. In tal senso va interpretata anche l’attenzione dell’Amministrazione Comunale verso il progetto e gli interventi mirati a rafforzare la coesione sociale del quartiere. La presenza attiva di molte realtà associative, la vitalità dei centri parrocchiali, l’impegno volontario di persone diverse, la realizzazione di altri progetti sociali in corso con la collaborazione di istituzioni e segmenti della società civile, costituiscono oggi un patrimonio prezioso di risorse e di idee da cui partire per creare nuova consapevolezza e cultura della cittadinanza attiva per migliorare la coesione sociale nel territorio. Fare comunità imparando ad esserlo Coerentemente ai punti di attenzione si individuano le seguenti priorità che si riferiscono a: I LEGAMI COMUNITARI

- la conoscenza e rilettura delle realtà composite presenti nei quartieri in termini di bisogni, aspettative, nuclei di disagio da affrontare, ma anche risorse, competenze, luoghi ed esperienze che costituiscono i punti di forza;

- la valorizzazione della memoria sociale (luoghi e persone) come possibilità di comprendere la storia, le trasformazioni, le diverse realtà le molteplici competenze diffuse attraverso le quali prefigurare nuove immagini e stabilire nuove relazioni nel territorio;

- il rafforzamento delle pratiche che aiutano a rinsaldare le relazioni sociali, la conoscenza tra gruppi di abitanti, lo scambio e dialogo tra giovani e anziani, tra donne e uomini, tra italiani e stranieri, in luoghi e momenti dedicati e attorno ad interessi comuni;

- la comunicazione come veicolo di informazione diffusa e di crescita delle competenze sociali degli abitanti.

LA QUALITA’ SOCIALE DEL TEMPO E DEGLI SPAZI - la valorizzazione degli spazi esistenti per stimolare una fruizione allargata e per favorire l’incontro

tra gruppi; - l’identificazione di nuove funzioni degli spazi esistenti per aumentare le iniziative e ottimizzare le

risorse; - la valorizzazione dei tempi quotidiani in cui è possibile condividere interessi, desiderio di socialità,

apprendimento, cura di sé e degli altri, impegno sociale; - l’attenzione alle regole, al rispetto, alla legalità, alla sicurezza come criteri condivisi di cittadinanza e

di equità. LA QUALITA’ DELL’AMBIENTE - la cura degli spazi e dei beni comuni anche come impegno personale e collettivo; - l’attenzione all’ambiente di vita e alle diverse modalità attraverso cui è possibile migliorare la salute

delle persone, la salubrità dei luoghi, la conservazione degli spazi comuni; - l’attenzione ai comportamenti quotidiani che ledono l’ambiente e all’acquisizione di pratiche

ecocompatibili come occasione di crescita collettiva e di auto-responsabilizzazione. LA CURA DELLE PERSONE - l’attenzione ai bisogni delle persone più fragili, in particolare anziani e persone con disabilità e alle

modalità attraverso cui la comunità può prendersi cura degli stessi e anche loro stessi possono prendersi cura delle relazioni;

- l’identificazione dei fattori che tendono ad escludere le persone, il riconoscimento delle paure e delle insicurezze che dividono e degli elementi che fanno crescere e che stimolano le persone ad unirsi e impegnarsi;

- lo sviluppo delle pratiche di cura già messe in atto dalle reti sociali, delle competenze e delle risorse che il quartiere possiede.

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LA PARTECIPAZIONE E LA PROGETTUALITA’ CONDIVISA - l’identificazione delle competenze del quartiere e delle sue componenti più attive; - la collaborazione tra istituzioni e società civile, la circolazione delle esperienze, l’interazione tra

iniziative e progetti per migliorare l’impatto degli interventi ; - l’integrazione delle risorse e delle competenze tra servizi e tra reti sociali; - il coinvolgimento dei cittadini meno visibili e che hanno voce minore ( persone con disabilità, le

comunità straniere, gli anziani, i bambini, i giovani); - la promozione di forme innovative di partecipazione degli abitanti e del volontariato come

modalità di attivazione sociale premiante e altamente utile per la coesione sociale del territorio; - la promozione di attività ricreative e sportive come pratiche di partecipazione e di creazione di

“ponti” di relazioni fra i cittadini dei due quartieri e fra essi e la città nel complesso; - la condivisone di pratiche ed esperienze con altri progetti di coesione sociale.

Il concetto di cura è la chiave di lettura utile a identificare una prospettiva di coesione sociale nell’esperienza della quotidianità. Comporre la vita quotidiana è di fatto un lavorare insieme, sostenuto dall’aspirazione ad imparare per conoscere, capire, fare, condividere. Il “prendersi cura” significa farsi carico delle nostre relazioni ed interdipendenze e provare a costruire significati nuovi e possibilità di stare al mondo; una sorta di “architettura che lega” l’agire individuale all’interno di una nuova cultura del vivere insieme. In tal modo si possono costruire “cornici di senso” che siano comuni, riconoscibili, amichevoli, necessarie a promuovere le capacità dei cittadini e delle cittadine e a dare ordine e senso a nuovi comportamenti. II.B) CAMBIAMENTO AUSPICATO

L’ambiente urbano con le sue presenze, i suoi colori, forme, strutture, dimensioni e storie rappresenta la

comunicazione non verbale più potente del nostro vivere ed il tema della cura come prospettiva di coesione diviene un lavorare insieme, individuale e collettivo.

L’intervento delineato trova le sue fondamenta negli elementi di dinamicità presenti nei quartieri: una consapevolezza forte dei problemi e delle criticità; l’esistenza di numerose organizzazioni ben radicate, riconosciute dalle persone e capaci di intercettare bisogni e confrontare soluzioni; la diversità di presenze che da un lato pone problemi ma dall’altro arricchisce il pensiero e le modalità di (auto)organizzazione. Le azioni saranno dunque improntate fondamentalmente a mobilitare tutte queste risorse per dare forza e contenuto a una visione il più possibile condivisa del quartiere e delle sue possibilità di crescita sociale e per accrescere la sua vivibilità sociale ed ambientale. E’ convinzione dei proponenti e dei soggetti appartenenti alla rete che le azioni di progetto saranno motore di cambiamento sia per gli elementi di novità insita nei diversi contenuti e nella metodologia delle azioni, sia perché metteranno al centro le pratiche di apprendimento connesse all’agire in prima persona da parte degli abitanti dei quartieri, rafforzandone l’empowerment e garantendo in questo modo la sostenibilità delle innovazioni nel tempo. In tal senso i cambiamenti che si porranno in atto saranno periodicamente monitorati dai soggetti proponenti e dalla rete per verificare coerenze e corrispondenza agli obiettivi, prevedendo laddove necessario interventi di riallineamento sulla base dei processi di mutamento che metteranno in atto.

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Nei tre anni di lavoro si tenderà a raggiungere i seguenti risultati:

- maggiore consapevolezza da parte degli abitanti dell’insieme di realtà, problemi e prospettive che connotano i quartieri ed una riconoscibilità più evidente dell’identità del territorio raggiunta con la costruzione ed il mantenimento nel tempo della “rete sociale per il quartiere” (coordinamento di rete);

- valorizzazione di competenze “trasversali” per saper esercitare una cittadinanza più attiva, di cui “L’albero delle competenze di quartiere” sarà un segno distintivo e rinnovabile;

- fruizione più allargata di spazi, luoghi pubblici, sedi associative e aree comuni; - abitare i luoghi nei quartieri (a partire dalla Casa delle Associazioni e nuovo Punto orientamento e

accoglienza Sanpolino, le sedi di associazioni ecc.) mirati a mantenere e promuovere dialogo e coesione sociale;

- comportamenti e pratiche ecocompatibili più diffuse in relazione ad un maggior grado di conoscenza e coscienza sui fattori di rischio del quartiere e sulle concrete azioni di miglioramento nell’agire quotidiano;

- strumenti di informazione e comunicazione più efficaci sulla vita del quartiere e sui servizi fruibili, capaci di raggiungere e mobilitare un maggior numero di abitanti;

- iniziative di animazione e competizione solidale (Olimpiadi di quartiere) coordinate e attive nei tre anni del progetto;

- “Agenda di quartiere” delle iniziative di comunità programmata e condivisa fra i soggetti della rete; - Maggiore vicinanza, conoscenza e adesione al volontariato della popolazione più giovane dei due

quartieri; - occasioni di maggior relazioni fra il quartiere e la città nel suo complesso, attraverso iniziative che

favoriscono il contatto fra gli abitanti di San Polo e Sanpolino e i residenti di altri quartieri; - stipula di un “Patto di rete per i quartieri” al fine di consolidare le metodologie di lavoro utilizzate e

gli orientamenti di comunità praticati nel progetto, in modo da assicurare, oltre la conclusione del progetto, la prosecuzione dell’esperienza.

Piste di lavoro L’intervento focalizza il tema della qualità del vivere quotidiano come ambito privilegiato per ritessere le relazioni sociali e ricostruire un’identità condivisa del territorio basata sulla riconoscibilità culturale e sociale dei luoghi, sulla vivibilità e accessibilità degli spazi, sulla salubrità dell’ambiente e sulla capacità di prendersi cura di sé e degli altri all’interno della comunità. II.C) FINALITÀ Il progetto si propone di lavorare sui seguenti aspetti:

- realizzare approfondimenti e letture condivise del quartiere attraverso analisi, mappature, ricostruzione della memoria e delle realtà esistenti;

- aprire alla fruizione del quartiere la struttura della Casa delle Associazioni, di un nuovo spazio in Sanpolino, delle sedi FoBAP, Anffas, di altre associazioni di quartiere per dare opportunità di confronto agli abitanti e per far crescere identità collettiva, coesione sociale, responsabilità civica e cittadinanza attiva;

- adattare un nuovo spazio fisico in Sanpolino (Punto di informazione, accoglienza e orientamento) mantenere e promuovere dialogo e coesione sociale;

- sostenere la costituzione di un coordinamento della rete di associazioni, gruppi, singole comunità presenti nel quartiere, aperto, visibile e situato in una struttura già esistente, quale strumento di promozione culturale, animazione sociale, formativa e informativa che favorisca nel tempo la comunicazione tra gruppi e interessi diversi e costruisca legami reali all’interno della vita di quartiere;

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- innovare le forme di comunicazione attraverso la realizzazione di laboratori, la messa a punto di proposte sull’utilizzo di strumenti già esistenti (il bimensile SanpoloPolis delle ACLI) e di nuova formulazione (cortometraggi e programmi radio relativi al quartiere);

- promuovere l’informazione e il confronto sui temi della sostenibilità/vivibilità ambientale e dei comportamenti quotidiani ecocompatibili (sostenere la raccolta differenziata ed il risparmio energetico, buon utilizzo delle aree verdi, cura dei luoghi);

- realizzare azioni di avvicinamento dei più giovani al mondo del volontariato nel quartiere; - concorrere al sostegno delle iniziative della Casa delle Associazioni orientate a contrastare il

fenomeno della dispersione scolastica, con particolare attenzione alle “seconde generazioni”; - realizzare percorsi di animazione/formazione per la crescita di una cultura di cittadinanza attiva,

legalità e responsabilità civica; - costruire l’albero delle competenze di quartiere, per la valorizzazione delle competenze e

trasmissione dei saperi, delle esperienze tra generazioni, i generi, persone di cultura e provenienza diversa, persone con disabilità;

- ampliare, attraverso una gestione coordinata e condivisa, l’utilizzo e la fruizione della sede ANFFAS per attività sportive e culturali e per iniziative sociali di incontro tra generazioni e generi e di dialogo tra diversità (abilità fisiche e mentali, linguistiche, culturali); della sede ACLI per attività di promozione dell’informazione, attività rivolte alle famiglie, incontri ed eventi ; delle sedi AUSER e TULE per incontri di formazione, laboratori intergenerazionali, corsi di alfabetizzazione digitale rivolte agli anziani; degli Oratori parrocchiali per nuovi eventi collettivi, dei circoli UISP per le sport come attività di aggregazione.

- sperimentare l’utilizzo della figura del custode sociale, come riferimento per le persone anziane in condizioni di particolare fragilità personale e/o famigliare, in raccordo con i servizi sociali comunali e le iniziative di volontariato nel quartiere, per integrare le risorse disponibili e rendere più vivibile e partecipata la rete di protezione;

- organizzare eventi culturali e ludico-sportivi (“Olimpiade dei quartieri”) rivolti a tutti i residenti; - organizzare incontri ed eventi a carattere interculturale per coinvolgere le diverse comunità

presenti nel quartiere e favorire il superamento dei pregiudizi derivanti dalla non conoscenza. II.D) OBIETTIVI SPECIFICI Gli obiettivi specifici sono corrispondenti alle 7 azioni a seguito descritte: 1) Una rete sociale per il quartiere costituita seguendo un percorso di partecipazione che garantisca visibilità e continuità nel tempo e renda riconoscibili le diverse identità personali, socio-culturali ed associative presenti nei quartieri. Scopo precipuo è l’opportunità di rappresentare nella Rete in modo unitario l’identità sociale del quartiere e la sua propria biografia. 2) Comunicazione sociale e cittadinanza per costruire un metodo ed una modalità di comunicazione che narri le storie, idee, emozioni, esperienze al servizio del quartiere come bene comune di chi lo abita, di chi lo usa, dando valore alle relazioni di aiuto, di servizio e di cura dell’ambiente, di chi vi opera, dando visibilità alle reti sociali ed a chi ha una storia e vuole raccontarla. 3) Welfare sociale di quartiere per sperimentare l’utilizzo della figura del custode sociale, come riferimento per le persone anziane in condizioni di particolare fragilità personale e/o famigliare. 4) Valorizzazione di spazi sociali per l’utilizzo e la fruizione delle sedi dell’Anffas e della FoBAP per attività sportive e culturali e per iniziative sociali di incontro tra generazioni e generi e di dialogo tra persone diverse e diversità nelle abilità fisiche e mentali, linguistiche, culturali e l’apertura alle iniziative dei luoghi di TULE, Auser Amici del Parco, UISP di quartiere. 5) Costruire l’albero di competenze di quartiere per la valorizzazione e la trasmissione delle esperienze, dei comportamenti solidali, delle abilità degli abitanti per infondere energie e fiducia nei processi di apprendimento e di scambio nelle relazioni.

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6) Olimpiade di quartiere per costruire un calendario biennale di eventi commisurato a quanto emerso e costruito nell’anno precedente, basandosi sulle caratteristiche e gli interessi dei target coinvolti, sui principali bisogni coesivi su cui ci si è attivati, sulla qualità della partecipazione e dei contributi raccolti. 7) Coordinamento - gestione e monitoraggio/valutazione del progetto per un coordinamento efficace e una buona gestione dei percorsi progettuali, che garantiscano il raggiungimento degli obiettivi, il consolidamento di una rete operativa stabile nel tempo, oltre il progetto, e di monitoraggio continuo delle iniziative promosse. DURATA COMPLESSIVA PROGETTO : dal 1° Febbraio 2012 a 31 gennaio 2015 (36 mesi)

III) STRATEGIE DEL PROGETTO Spesso dove maggiori sono i problemi maggiori sono le risorse sociali, come se la stessa comunità provvedesse a curarsi, ed è rispetto a bisogni espressi in ambito locale che le persone sono disposte ad attivarsi. Il progetto intende lavorare sulla crescita del senso di comunità come ambito in cui il cittadino investe energie e competenze; sul rafforzamento dell’identità del quartiere come capacità di accogliere ed integrare il nuovo e il diverso; sulla riappropriazione/controllo sociale degli spazi territoriali e ideali, sapendo che uno spazio frequentato è uno spazio sicuro in cui si svolgono attività legali; sul “prendersi cura” in quanto (inter)azione che si fa carico delle relazioni ed interdipendenze e che lega l’agire individuale entro una cultura del vivere insieme. L’associazionismo presente sarà il motore per migliorare la qualità di vita, relazione e comunicazione, la fruibilità degli spazi e la collaborazione istituzionale anche attraverso percorsi specifici tematici, di sperimentazione e di confronto. III.A) LUOGHI BERSAGLIO

- Casa delle Associazioni del Comune di Brescia, collocata nel quartiere di S. Polo (Via Cimabue), che diverrà “punto di incontro e luogo comune” per i residenti e sede di coordinamento delle realtà associative attive nel progetto, punto di incontro di diversi interventi socioculturali e un nuovo spazio fisico nel quartiere di Sanpolino come punto informativo, accoglienza e orientamento;

- strutture Anffas e FoBAP collocate nel quartiere di S. Polo, dotata di impianti e servizi che saranno resi fruibili a nuovi utenti (bambini, giovani e adulti) e che diverrà una sede di iniziative socio-culturali e sportive aperte al quartiere ed ai suoi abitanti;

- sede ACLI di S. Polo collocata in prossimità della Torre “Cimabue” e che diverrà una sede di iniziative socio-culturali, informative, di comunicazione e formazione;

- Circolo UISP di S. Polo, diverrà sede di iniziative socio-culturali, informative, di comunicazione e formazione, punto di riferimento per le iniziative delle Olimpiadi di quartiere;

- Circolo Auser Tempo Libero e TULE (Terza Libera Università Libera Età) di S. Polo e Sanpolino per iniziative socio-culturali, informative, di comunicazione e formazione, azioni specifiche di progetto;

- vie e caseggiati, servizi commerciali siti nell’area, aree verdi del Parco, Cascina Maggia, aree attrezzate per attività ludico-sportive, Oratori parrocchiali, la sede delle Suore operaie che saranno tutte valorizzate per un utilizzo sociale e di fruizione allargata all’interno delle diverse iniziative di progetto.

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III.B) GRUPPI BERSAGLIO - Residenti del quartiere, donne e uomini adulti e anziani, bambini/e, ragazzi/e (come

beneficiari di informazione e comunicazione, azioni specifiche legate alla costituzione del coordinamento e della rete sociale di quartiere, l’albero delle competenze ed eventi socioculturali).

- Ragazzi (in particolare gruppi di 17 anni di età) e loro famiglie (come beneficiari di informazione e comunicazione, azioni specifiche legate al volontariato, eventi socioculturali) e interventi specifici volti a contrastare la dispersione scolastica.

- Anziani non autosufficienti (come beneficiari di informazione e comunicazione, azioni di supporto legate all’iniziativa dei custodi sociali).

- Persone con esperienze di disabilità e loro famiglie (come beneficiari di informazione e comunicazione, azioni di sostegno, apertura di spazi per animazione di quartiere, eventi socioculturali).

- Comunità straniere, in particolare le donne (beneficiarie di iniziative di informazione e comunicazione, albero delle competenze, eventi socioculturali, incontri a tema, facilitazione linguistica e culturale).

- Associazioni culturali, di promozione sociale, di volontariato, civili e religiose partecipanti alla rete e di nuovo ingresso (beneficiarie di informazione e comunicazione, percorsi di approfondimento tematico e gruppi di discussione, partecipazione attiva nella programmazione e organizzazione di tutte le iniziative previste).

III.C) METODOLOGIA La metodologia di lavoro sarà particolarmente attenta a preservare le modalità partecipative adottate in fase di preparazione della proposta di progetto e di composizione della rete di sostegno nelle quali si è riservata attenzione e ascolto alla ricognizione delle diverse esperienze ed idee espresse dai soggetti e dai testimoni della vita sociale dei quartieri. Metodologia di lavoro per il funzionamento della rete: Il coinvolgimento diretto delle persone, degli enti partner e aderenti alle azioni di progetto richiede un’articolazione snella, aperta a nuove adesioni e contributi, efficiente ed operativa. In tal senso si prevedono alcuni organismi e funzioni del progetto allo scopo di mantenere una corretta gestione:

- costituzione di un Comitato di coordinamento composto da rappresentanti degli enti proponenti, responsabile della pianificazione generale, della corretta esecuzione delle varie azioni, della salvaguardia della metodologia di partecipazione attiva e del monitoraggio di processo e di risultato;

- funzione di supervisione scientifica dei contenuti, strumenti e delle metodologie proposte; - segreteria di progetto generale ed articolata per ogni ente proponente; - équipe di monitoraggio e valutazione (ente esterno) per la verifica del buon andamento del

progetto e la restituzione di risultati; - costituzione di referenti e gruppi specifici di lavoro per la programmazione e la realizzazione delle

singole azioni che mobiliteranno e valorizzeranno risorse umane, materiali ed economiche; - costituzione di un tavolo stabile di coordinamento della rete, situato all’interno della Casa delle

Associazioni e nel nuovo punto individuato nel quartiere di Sanpolino; - assemblea cittadina di fine annualità per rendere pubblici i risultati, lo stato di avanzamento del

lavoro e le criticità.

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Metodologia di lavoro nelle specifiche azioni: I referenti ed i soggetti coinvolti nelle azioni specifiche adotteranno una metodologia di lavoro che utilizzerà, secondo le indicazioni metodologiche fornite dalla figura di supervisione scientifica, strumenti tipici della ricerca-azione attenti alla dimensione sociale, ai dati qualitativi, utilizzando, nel caso, i dati socio-economici quantitativi messi a disposizione dalle fonti esistenti e dai soggetti coinvolti (enti aderenti alla rete, Comune, Circoscrizione ecc.). Verranno individuate competenze specialistiche per la realizzazione delle varie azioni, in coerenza con gli obiettivi di progetto. Si prevede, per tutta la durata del progetto, la costruzione di un repertorio fotografico che sia testimonianza, insieme agli altri e diversi strumenti utilizzati nel monitoraggio, delle fasi di lavoro, dei protagonisti, delle loro attività, dei differenti approcci ai temi oggetto del progetto e ai luoghi in cui le azioni si realizzano. III.D) DETTAGLIO DELLE AZIONI AZIONE 1 UNA RETE SOCIALE PER IL QUARTIERE Obiettivi e percorso previsto

L’azione, della durata di 35 mesi, ha l’obiettivo di creare una Rete sociale per il quartiere costituita secondo un percorso di reale apertura e partecipazione che le garantisca visibilità e continuità nel tempo ed all’interno della quale si riconoscano le diverse identità personali, socio-culturali ed associative presenti nei quartieri. Scopo precipuo è l’opportunità di rappresentare nella Rete in modo unitario e riconoscibile l’identità sociale del quartiere e la sua propria biografia. La costituzione della rete sociale per il quartiere, denominata anche Coordinamento di rete, è stata individuata come una opportunità concreta che potrà mobilitare senso civico, sensibilità diverse, buone pratiche che non si pongono facilmente a confronto e generare, o rafforzare, il senso di appartenenza dei singoli e delle realtà associative ad una comunità composita, dialogante e solidale. La presenza in loco della Casa delle Associazioni del Comune di Brescia e di altri luoghi presenti nell’area – sedi aggregative e strutture comunali, TULE, Auser Amici del Parco, strutture Fobap e Anffas, Acli, Oratori, circolo UISP- rappresentano i punti di competenza ed i luoghi da valorizzare per favorire l’incontro tra i diversi soggetti e rispondere alle loro sollecitazioni per costituire la Rete sociale del quartiere.26. L’uso della Casa delle Associazioni e del nuovo spazio individuato dall’ente locale in Sanpolino come luogo di incontro del Coordinamento della rete potrà:

- rafforzare la visibilità e fruibilità della Casa delle Associazioni, - ampliare e sviluppare l’azione sociale del coordinamento, - aprire al quartiere le strutture per far crescere, nel confronto tra esperienze

diverse, identità collettiva, coesione sociale, responsabilità civica e cittadinanza attiva.

Il percorso sarà condiviso con gli Assessorati di riferimento, Politiche Giovanili-Tempi e Orari-Famiglia, che opereranno in sinergia con il progetto mettendo a disposizione la sede della Casa delle Associazioni ed il nuovo spazio nel quartiere di Sanpolino, il personale addetto, in un continuo incontro/confronto con iniziative specifiche comunali attive nell’area di riferimento.27

26 Vedi interviste Fase1 e incontri preparatori Fase 2 di proposta 27 Vedi Delibera Giunta Comune di Brescia di condivisione del progetto e Verbale del Comitato di Coordinamento del progetto , 29/2/2012.

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Sarà prestata la necessaria attenzione ai processi di mobilità in corso per i residenti della Torre Tintoretto ed ai gruppi/strutture/servizi che sono responsabili della gestione dell’evento all’interno del Contratto di Quartiere.28 In fase finale del progetto e prima della sua conclusione, si prevede la stipula di un Patto di Quartiere che impegni tutti i soggetti della Rete a consolidare la propria presenza e azione oltre la durata del progetto, attraverso l’individuazione di risorse e metodologie di lavoro utili allo scopo. Il Patto sarà reso pubblico attraverso specifiche iniziative.

1.1 La biografia del quartiere Si prevede di delineare la Biografia del quartiere come fase propedeutica, racconto di chi vi abita e dare forma ad una lettura condivisa: “Una casa di parole raddoppia e sostiene la casa di travi e mattoni in cui scorre la quotidianità”29. La biografia del quartiere sarà intesa come “realtà in divenire” costruita dalla dinamica azione-interazione dei suoi abitanti che potrà aiutare a creare una nuova cultura del vivere insieme a San Polo e Sanpolino, tra nuove e vecchie generazioni, tra nuovi residenti e diverse culture, tra donne e uomini, tra esperienze delle disabilità, tra il quartiere e l’insieme della città. I gruppi e persone incontrate in fase di proposta indicano l’esigenza sempre più diffusa fra gli individui di descrivere “cosa è successo”, di dare continuità all’esistenza, di lasciare tracce, di rinsaldare i legami. Il racconto di voce in voce, di generazione in generazione, di “piccole” storie può anche evitare il rischio di accentuazioni ideologiche o conflittuali nella lettura dei problemi e nella ricerca di soluzioni. In questo senso la storia e la memoria dei residenti saranno opportunamente sollecitate come occasione di apprendimento a cui tutti possono contribuire, partendo dalla “propria “storia. Metodologia 1.1: Si costituirà un Gruppo di lavoro formato dai referenti delle 4 associazioni proponenti, da 2 referenti della Casa delle Associazioni e da 4 esperti/e in grado di fornire tutti gli elementi utili sia teorici che metodologici per rendere operativo tutto il percorso dell’azione 1. a)riunioni tematiche, animazioni di gruppo, approfondimenti, letture condivise del quartiere, ricostruzione della memoria e delle realtà esistenti; b) materiali fotografici; c)socializzazione delle competenze sociali dei soggetti coinvolti; d)mostra itinerante della biografia di quartiere, in particolare nelle scuole coinvolte nella rete; e)percorso monografico da inserire nell’anno formativo 2013/2014 di TULE, Terza Università Libera Età; f)sinergia con il Progetto “Biblioteche”, finanziato dalla Fondazione Cariplo, in corso nei quartieri per trovare convergenze, confrontare risultati e valorizzare l’apporto di ciascuno. Durata 1.1 : 9 mesi (Mese 2-Mese 10)

1.2 Accordo per la costituzione del Coordinamento della rete stabile Definizione dell’Accordo di Coordinamento della Rete delle associazioni, gruppi, singole comunità presenti nel quartiere, situato presso la Casa delle Associazioni, quale strumento di promozione culturale, animazione sociale, formativa e informativa che favorisca nel tempo la comunicazione tra gruppi e costruisca legami reali all’interno della vita di quartiere.

28 “Piano operativo della proposta”, Contratto di quartiere, Comune di Brescia, 2009 29 P. Jedlowski

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Metodologia 1.2: a)Incontri per confrontare e definire le modalità di attivazione della Rete e la sua fattibilità: scegliere obiettivi, metodi, regolamento, agenda annuale, calendario delle manifestazioni, collaborazioni e condivisione degli eventi, campagne di sensibilizzazione sul volontariato e la partecipazione attiva alla vita del quartiere. Si prevede la presenza di osservatori/conduttori esterni come facilitatori del lavoro di gruppo e sostegno alla definizione della Rete; b)stipula Patto di rete (in fase finale) Durata 1.2: 6 mesi (Mese 2-Mese 7)

1.3 Abitare la Casa delle Associazioni e rendere operativa la Rete sociale Si ritiene opportuno valorizzare le competenze dei soggetti/gruppi e associazioni che operano nei quartieri e nella Casa delle Associazioni in quanto attori di un processo all’interno del quale inserire la Rete e attuare pratiche a favore della coesione sociale intesa come disponibilità a generarla, prendendosi cura di aspetti del vivere comunitario per superare i diversi particolarismi che possono generarsi, esprimendo una costante attenzione alle molteplici differenze (culturali, di mobilità, linguistiche, di età, ecc.) Metodologia 1.3: a)festa iniziale per presentare il progetto e la rete per dar modo a tutti gli abitanti di conoscere il luogo e le sue potenzialità; b) produzione e diffusione materiali promozionali multilingue; c) realizzazione di eventi (previsti dal progetto ma anche organizzati in forma autonoma da gruppi di residenti o associazioni); d)corsi, laboratori, eventi condivisi con tavolo di raccordo con “Anima Sanpolino”, progetto del Comune, e con l’attività delle Consulte per iniziative di animazione integrate con l’azione di progetto e per azioni di contrasto al fenomeno delle dispersione scolastica; c) incontri periodici del Coordinamento della Rete (agenda condivisa e pubblica); d) animazione di un nuovo spazio fisico individuato nel quartiere di Sanpolino per caratterizzarlo come luogo di progetto per accoglienza, informazione e orientamento per gli abitanti. Durata: 29 mesi (Mese 8-Mese 36)

1.4 Giovani e cultura del volontariato Promozione della cultura di volontariato tra i giovani diciassettenni che abitano i quartieri interessati, proponendo loro un percorso ed un impegno che li veda partecipi delle scelte, coinvolgendo anche le loro famiglie e le associazioni attive nella costituenda Rete di quartiere con l’obiettivo di favorire il volontariato giovanile, il dialogo intergenerazionale e con le istituzioni locali, formare un gruppo di ragazzi che contribuiscano a migliorare il processo di coesione sociale nei quartieri coinvolti. Metodologia 1.4: a)iniziative di informazione e coinvolgimento dei ragazzi di 17 anni di età e delle loro famiglie; b)incontri di presentazione offerte e associazioni di volontariato nel territorio e confronto con i ragazzi e con le famiglie; d)esperienze di volontariato e accompagnamento in itinere (tutoraggio e coinvolgimento dell’ente locale e degli enti promotori, in particolare Auser San Polo, Anffas, Acli San Polo e Uisp San Polo ). Durata 1.4: 31 mesi (Mese 2 - Mese 32)

Tempi Azione 1 35 mesi (Mese 2 - Mese 36)

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Risorse (umane, materiali, economiche)

1.1 -1 conduttore esperto di gruppo -4 referenti (responsabili) degli enti promotori per pianificazione percorso -4 referenti (rappresentanti) degli enti promotori per attività continua presso la Case delle Associazioni -4 esperti di diverse discipline -n. 1 PC portatile (in condivisione all’interno della rete) -n. 1 videoproiettore e telo di proiezione -materiale fotografico/espositivo -attività enti promotori e sinergie con soggetti della rete (Università Libera Età, Comune per progetto Biblioteche) -materiali per pubblicizzare Patto di rete 1.2 - 1 coordinatore/facilitatore -materiali di consumo per attività della Casa delle Associazioni -materiali per pubblicizzare Patto di rete 1.3 -valorizzazione raccordo con progetti del Comune (Anima Sanpolino, Consulte, progetto Biblioteche) -esperti/animatori corsi contro la dispersione scolastica -adeguamento nuovo spazio (punto di informazione) a Sanpolino -acquisto arredi -locandine/volantini (n.1.000) -traduzioni/mediazione linguistica 1.4. -materiali informativi (lettere/volantini) per festa/feste -redazione opuscoli offerte di volontariato sul quartiere e il territorio -4 accompagnatori esperti di volontariato per eventi e viaggi di conoscenza -3 esperti x tutoraggio/mentoring in itinere -4 esperti di sostegno sociale della Rete -materiali di consumo

Soggetti coinvolti

Referenti: tutti i 4 enti promotori. Soggetti coinvolti: Comune di Brescia (Assessorato Tempi ed Orari, Assessorato Politiche giovanili, Assessorato alla Famiglia e alla persona), tutti gli enti aderenti all’Accordo di Rete di progetto, comunità straniere e donne in particolare, cittadini e cittadine, giovani, famiglie e persone con esperienze di disabilità, referenti Contratto di Quartiere.

Beneficiari Residenti donne e uomini, gruppi e associazioni, organizzazioni che svolgono attività specifiche nei quartieri, donne e uomini, giovani (in particolare di 17 anni di età), bambini, soggetti e famiglie con esperienze di disabilità, comunità straniere e donne in particolare presenti nel quartiere.

Risultati attesi 1.1 Coinvolgimento attivo di gruppi di residenti nel percorso proposto. Materiale documentario utile a sviluppare la conoscenza del quartiere e prodotti di promozione. Diffusione efficace dei prodotti. Scambio e acquisizione di nuove competenze sociali da parte dei gruppi più attivi di residenti. Maggiore visibilità del quartiere e delle sue specifiche connotazioni. 1.2 Partecipazione attiva di tutti i soggetti chiamati a costituire la rete. Patto e di rete. 1.3 Sviluppo di nuove iniziative per consolidare e sviluppare l’utilizzo della Casa delle

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Associazioni e del nuovo spazio nel quartiere di Sanpolino. Raccordo e collaborazione tra interventi e agire sociale dei diversi Soggetti operanti nel quartiere. Iniziative contro la dispersione scolastica. Agenda condivisa pubblica. Partecipazione attiva dei residenti. Patto di Rete. 1.4 Coinvolgimento attivo di gruppi di giovani e di famiglie. Informazione efficace verso nuovi target. Nuove sensibilità sul tema del volontariato, con particolare attenzione al tema dell’invecchiamento e delle problematiche dei soggetti con disabilità. Raccordo e cooperazione tra organizzazioni sociali per implementare l’impegno volontario.

Criteri di valutazione degli esiti

Definizione degli indicatori di realizzazione e risultato (iniziative e prodotti previsti/realizzati; quanti e quali partecipanti; tipologia di informazione/diffusione realizzata e beneficiari/realtà raggiunte; livello di soddisfazione dei partecipanti e grado di conoscenza/competenza raggiunto; partecipazione attiva dei soggetti della rete; proposte condivise; accordi realizzati; effetto/impatto dell’azione sul quartiere e sulla città). Utilizzo di strumenti di monitoraggio per misurare l’andamento dell’azione (diario di bordo, osservazione partecipata, questionari ) e di valutazione (questionari, interviste) per verificare il raggiungimento degli obiettivi.

AZIONE 2 COMUNICAZIONE SOCIALE E CITTADINANZA Obiettivi e percorso previsto

L’Azione 2 ha la durata di 19 mesi ed ha l’obiettivo di costruire all’interno della Rete di quartiere un metodo ed una modalità di comunicazione che narri le storie, idee, emozioni, esperienze al servizio del quartiere come bene comune di chi lo abita, di chi lo usa, dando valore alle relazioni di aiuto, di servizio e di cura dell’ambiente, di chi vi opera, dando visibilità alle reti sociali ed a chi ha una storia e vuole raccontarla. Nei tempi dell’Azione 2 si terrà conto delle fasi di intervento sul quartiere S. Polo e Sanpolino previste dal Contratto di Quartiere e dal progetto Anima Sanpolino. Il progetto e tutte le fasi di comunicazione e informazione dovranno tenere conto dei processi di cambiamento indotti da altri progetti in corso (anche riferiti alla complessità della scelta di abbattimento della torre Tintoretto).

2.1. Innovare le forme di comunicazione Promozione di iniziative che permettano la ricerca di una metodologia comune per intervenire e consolidare nel tempo una comunicazione e informazione efficace nel quartiere e rappresentativa delle diverse anime della Rete e degli interventi previsti. Metodologia 2.1: a)- 1. realizzazione di laboratori tematici (1 per ogni anno, orientati alle seguenti tematiche: Sostenibilità, vivibilità e comportamenti quotidiani eco-compatibili; Cultura di cittadinanza attiva e responsabilità civica coniugata lungo le fasi della vita; Incontro tra culture diverse) con le associazioni del quartiere per mettere a punto strumenti comuni ed efficaci di informazione/comunicazione puntuale sulle azioni del progetto verso il quartiere, verso i gruppi target specifici e verso la città per evitare dispersione di risorse e informazioni e stili e linguaggi non appropriati. Tali laboratori rappresentano il luogo ideativo di contenuti e metodologie da utilizzare nelle successive fasi dell’azione 2 in quanto base concettuale e metodologica. - 2. messa a punto di nuove proposte sull’utilizzo di strumenti già esistenti (il bimensile SanpoloPolis delle ACLI) trasferite in nuove tecniche multimediali e con la collaborazione di giovani e di esperti in strumenti di comunicazione e in sinergia con il Comune, in particolare con l’Assessorato Politiche Giovanili, che gestisce in proprio programmi di comunicazione rivolti ai giovani, centrati sull’utilizzo delle nuove tecnologie (in particolare strumenti web del portale Internet);

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b) la redazione dell’inserto “Il quartiere come bene comune” all’interno del bimensile SanpoloPolis da distribuire a San Polo e Sanpolino in forma cartacea e trasferito on-line con una fruizione multilingue; c) sinergia con i percorsi formativi laboratoriali, avviati da un progetto del Comune di Brescia, per preparare un gruppo di giovani alla realizzazione di strumenti di comunicazione e per coinvolgere nel tempo nuovi gruppi di giovani sul tema del video come strumento di partecipazione dei cittadini; d) realizzazione di cortometraggi sulla vita del quartiere, sulle associazioni attive tra i residenti, coinvolgendo gruppi di giovani del quartiere da divulgare nelle scuole, biblioteche, centri di aggregazione, casa delle associazioni e immessi nel circuito “Bresciaclick”; e) realizzazione di materiali promozionali (cartoline “San Polo e Sanpolino siamo noi”) per rappresentare i volti del quartiere ed ideati all’interno della Rete con gruppi di residenti valorizzando competenze, interessi e passioni degli abitanti; f) distribuzione dei prodotti realizzati attraverso tutti i canali comunicativi e le iniziative programmate, a partire da quelli attivati dall’ente locale e dai partner fino ai social network, opportunamente pubblicizzati attraverso i media. Durata 2.1: 19 mesi (Mese 6 – Mese 24)

2.2 Promuovere l’informazione e il confronto sui temi della sostenibilità/vivibilità ambientale e dei comportamenti

quotidiani ecocompatibili I temi legati all’informazione e confronto sui temi della sostenibilità e vivibilità ambientale rappresentano una opportunità per verificare e creare sensibilità e legami tra le persone e i luoghi dell’abitare. Metodologia 2.2: a) campagna informativa per sostenere le buone pratiche già in corso nei due quartieri e facenti parte di iniziative avviate nel Contratto di quartiere e da associazioni attive sui temi specifici (raccolta differenziata, risparmio energetico, buon utilizzo delle aree verdi, cura dei luoghi, buone prassi di quartiere). Attraverso i materiali promozionali ed i laboratori previsti nel punto 2.1. e altre iniziative dei punti successivi (laboratori tematici, inserti bimensili di progetto, cortometraggi, cartoline, iniziative previste nelle Olimpiadi) verranno valorizzati e veicolati i soggetti coinvolti, le azioni che promuovono comportamenti eco-compatibili e i messaggi efficaci; b) incontri a tema con gruppi di residenti e con attenzione specifica a determinati target (giovani, anziani, stranieri, nuovi residenti) per “avvicinare” i temi ambientali alla quotidianità di ciascuno; c) organizzazione di gruppi di residenti che in forma di volontariato propongono e sviluppano azioni eco-compatibili e di consumo consapevole, in collegamento con gruppi e associazioni sportive e con iniziative avviate dalla ASL locale. Durata 2.2: 15 mesi (Mese 10-Mese 24)

2.3 Realizzare percorsi di animazione/formazione per la crescita di una cultura di cittadinanza attiva e responsabilità civica

coniugata nelle diverse fasi della vita. Gli enti promotori in sinergia con la rete dei soggetti intendono approfondire il tema della sicurezza intesa come cultura dell’apprendimento e della conoscenza dei diritti per poter esercitare una responsabilità civica segnata dalla cultura di cittadinanza

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attiva. In particolare il tema il tema verrà coniugato come processo che si articola in modo differente nelle diverse fasi della vita30: sentirsi cittadini sicuri da bambini, ragazzi, adulti, anziani, come uomini e donne, come persone con esperienze di disabilità ed immigrazione. Metodologia 2.3: a)l’esito dei laboratori previsti nella fase 2.1. fornirà una base di conoscenza e per orientare l’azione dei diversi soggetti della rete ad una cultura di cittadinanza attiva più consapevole ed esplicita sull’importanza dell’attenzione alle diverse fasi della vita. Tali contenuti verranno messi a disposizione dei soggetti utilizzando, anche, l’apporto di volontari degli stessi enti proponenti per raggiungere le diverse realtà del territorio (scuole, biblioteche, Università della Terza Età, Associazione dei commercianti, associazioni di stranieri, associazioni delle rete. Durata 2.3: 13 mesi(Mese 12- Mese 24)

2.4 Organizzare incontri ed eventi a carattere interculturale Per coinvolgere le comunità etniche presenti nel quartiere e favorire il superamento dei pregiudizi derivanti dalla non conoscenza, mettendo in primo piano l’agire delle donne migranti, come esperte delle relazioni, intente a comporre la vita quotidiana fra mondi pratici e simbolici differenti con le quali promuovere percorsi di animazione alla diversità. Metodologia 2.4: a)coinvolgimento diretto delle comunità etniche nei percorsi 2.2 e 2.3 agendo in particolare sulle donne in modo di favorire e ampliare la partecipazione loro e delle famiglie ai temi e alle iniziative per promuovere la cultura della vivibilità ambientale e della cittadinanza attiva nelle diverse fasi della vita. b)programmazione congiunta di attività interculturali che possano essere inserite nelle azioni progettuali, in particolare nell’Azione 5 (Albero delle competenze) e Azione 6 (Olimpiade di quartiere); c) utilizzo di figure di mediazione linguistico culturale per facilitare il processo sopra illustrato e supportare la partecipazione delle persone. Durata 2.4: 13 mesi (Mese 10-Mese 24)

Tempi Azione 2 19 mesi (Mese 6 - Mese 24 ) Risorse (umane, materiali, economiche)

2.1 a) punti 1e2 - 3 referenti x 4 enti promotori b) redazione, stampa, testi online inserto bimensile giornalino di quartiere per tutta la durata del progetto c)raccordo con progetto Assessorato Politiche Giovanili per comunicazione giovani31 c) acquisto di 1 telecamera e attrezzature adeguate per realizzazione/montaggio cortometraggi e) stampa di cartoline promozionali (n. 20.000 copie con diverse immagini e testi) 2.2 a)materiali di informazione specifici (compresi in prodotti previsti in 2.1) b) 3 operatori per interviste e raccolta dati commercianti ecc. c) volontari attivi nelle diverse aree/vie32 d) volontari attivi nelle diverse aree/vie33

30 La letteratura internazionale come i documenti ONU sul nuovo millennio danno particolare risalto alla coniugazione dei diritti di cittadinanza nelle diverse fasi della vita. L’Europa punta l’attenzione alla coesione sociale favorendo la partecipazione attiva dei cittadini nelle loro specificità di età e fase del corso di vita. Vedi C. Saraceno (a cura di) “Età e corso della vita”, Il Mulino, 2003. 31 Vedi delibera Comune di Brescia di condivisione del progetto. 32 Nessun costo imputato 33 Nessun costo imputato

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2.3 a) 4 p. per attività verso commercianti 2.4 a)-b) 2 organizzatori/organizzatrici b) Mediazione linguistica culturale

Soggetti coinvolti Referenti: Auser, ACLI S.Polo, UISP, Anffas Soggetti coinvolti: tutti i soggetti della Rete aderente in particolare Auser Amici del Parco, CO.DI.SA, Legambiente Circolo di Brescia, Cooperativa Sociale Soggiorni CER e Cooperativa Turismo CER, Scuole, Comune di Brescia con Assessorati Politiche Giovanili, Tempi e Orari, Casa delle Associazioni.

Beneficiari Residenti. Gruppi /realtà sociali specifiche (associazioni di categoria, giovani, comunità etniche). Associazioni.

Risultati attesi 2.1 Partecipazione attiva dei cittadini ai laboratori. Messa a punto di strumenti e metodologie condivise di comunicazione. Inserto bimensile e prodotti comunicativi efficaci per la diffusione ai residenti. Buona distribuzione dei prodotti nel quartiere e nella città. Trasferimento di nuove competenze sociali ai giovani coinvolti. 2.2 Coinvolgimento attivo di gruppi di residenti. Buona circolazione dell’informazione sui temi della sostenibilità e vivibilità ambientale e cittadinanza. Ampliamento di buone prassi e di comportamenti eco-compatibili tra i residenti. Sviluppo di nuove iniziative volontarie e autorganizzate. 2.3-2.4 Coinvolgimento attivo delle comunità etniche. Sviluppo di forme e modalità di dialogo interculturale. Programma comune di lavoro.

Criteri di valutazione degli esiti

Definizione degli indicatori di realizzazione e risultato (iniziative e prodotti previsti/realizzati; strumenti di informazione realizzati e beneficiari/realtà raggiunte; quanti e quali partecipanti; grado di partecipazione attiva; livello di nuove conoscenze/competenze acquisite; quante e quali nuove buone prassi attivate e tipologia di protagonisti; livello di partecipazione attiva dei Soggetti di rete; qualità della programmazione comune; effetto/impatto dell’azione sul quartiere). Utilizzo di strumenti di monitoraggio per misurare l’andamento dell’azione (diario di bordo, osservazione partecipata, questionari ) e di valutazione (questionari, interviste) per verificare il raggiungimento degli obiettivi.

AZIONE 3 WELFARE SOCIALE DI QUARTIERE Obiettivi e percorso previsto

L’azione ha la durata di 24 mesi ed intende sperimentare l’utilizzo della figura del custode sociale, come riferimento per le persone anziane in condizioni di particolare fragilità personale e/o famigliare, in raccordo con i servizi sociali comunali e le iniziative di volontariato nel quartiere, per integrare le risorse disponibili e rendere più vivibile e partecipata la rete di protezione. Il percorso sarà condotto in sinergia e raccordo con il Comune di Brescia, Assessorato alla Famiglia e alla persona ed i servizi sociali.

3.1.Il custode sociale Metodologia 3.1: a)analisi dei bisogni più rilevanti e localizzazione dei caseggiati coinvolti in sinergia con Comune e associazioni che lavorano con anziani e famiglie b)valutazione degli elementi rilevati per definire figura e ruolo con figure specialistiche

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c)organizzazione e formazione del gruppo di volontari che diventeranno custodi sociali d)attivazione della presenza del custode sociale e)valutazione degli effetti e dell’impatto sul target per mettere a sistema l’iniziativa con il sostegno del volontariato f)pubblicizzazione iniziativa attraverso gli strumenti previsti nell’Azione 2 Durata: 24 mesi (Mese 13-Mese 36)

Tempi Azione 3 24 mesi (Mese 13 - Mese 36) Risorse (umane, materiali, economiche)

3.1 a) 10 p. dell’ente referente capofila di presidio per intera durata percorso b)-e)organizzatore/coordinatore(Auser); 1 supervisore (geriatra) c)2 operatori x formazione d)2 operatori x attivazione presenza figura e)volantino pubblicizzazione e kit di assistenza; rimborsi persone volontarie

Soggetti coinvolti

Referente: AUSER Brescia Soggetti coinvolti: Comune di Brescia Assessorato alla Famiglia, Servizi sociali, Auser Amici del Parco, Anffas, ACLI, Parrocchie, Suore operaie

Beneficiari Anziani in situazione di particolare fragilità e solitudine. Risultati attesi Migliore conoscenza dei bisogni di anziani fragili e soli.

Risposta adeguata ai bisogni rilevati. Gruppo stabile di volontari con funzioni di custode sociale. Rafforzamento e integrazione tra competenze pubbliche e privato sociale.

Criteri di valutazione degli esiti

Analisi condivisa (redazione di un documento comune tra enti coinvolti). Servizio attivato e n° anziani coinvolti in relazione ai bisogni rilevati. N. operatori e volontari attivati. N. enti partecipanti all’azione, livello di partecipazione e grado di soddisfazione.

AZIONE 4 VALORIZZAZIONE DI SPAZI SOCIALI Obiettivi e percorso previsto

L’Azione ha la durata di 24 mesi ed ha l’obiettivo di ampliare, attraverso una gestione coordinata e condivisa, l’utilizzo e la fruizione in particolare delle sedi dell’Anffas e della FoBAP presenti nei quartieri per attività sportive e culturali e iniziative sociali di incontro tra generazioni e generi e di dialogo tra persone con diversità nelle abilità fisiche e mentali, linguistiche, culturali. Verranno rese fruibili agli abitanti anche le sedi di altre associazioni e soggetti che partecipano alla rete (AUSER Amici del Parco, di TULE-Terza Libera Università Libera Età- le sedi delle unità di offerta sociale del Comune, il circolo UISP, gli Oratori ) con l’intento di aprire ai quartieri alcuni spazi che usualmente sono destinati alla loro utenza di riferimento e che invece il progetto intende aprire alla frequentazione di soggetti diversi e con obiettivi di dialogo e rafforzamento di reciproca conoscenza e di maggiore coesione. L’opportunità di aprire questi spazi verrà programmata in modo partecipato nella rete ed in relazione alle iniziative ed eventi previsti nelle Azioni 1, 2 e 6. L’obiettivo è quello di favorire l’incontro tra persone e gruppi, tra giovani e adulti, gli uni e gli altri con le loro differenze e specificità personali. Anffas in quanto Associazione di famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e Relazionale si renderà protagonista nella rete dei promotori e nella rete di quartiere di azioni mirate a saldare nella coesione sociale le specifiche e plurime esperienze presenti , portatrici di un contributo alla vita delle persone da valorizzare e rendere comune a tutti.

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4.1. Spazi aperti al quartiere Metodologia 4.1: Verranno messi a disposizione (a titolo gratuito)34 le sedi Fobap e Anffas nel quartiere per la realizzazione di eventi sportivi e culturali organizzati all’interno della programmazione delle Azioni 1-2-5-6 i seguenti spazi per tutti:

- locale poli-funzionale come sala per incontri e riunioni, palestra, svolgimento di corsi e manifestazioni nel sito della sede della FoBAP;

- campo da calcio (in erba) nel perimetro della sede della FoBAP - il centro studi disabilità (biblioteca specializzata sui temi della disabilità

intellettiva) gestito da Anffas. Durata: 24 mesi (Mese 13- Mese 36)

4.2. Porte aperte al quartiere Metodologia 4.2: Con lo stesso intento i residenti e la Rete di quartiere potranno utilizzare le sedi AUSER Amici del Parco, di TULE-Terza Libera Università Libera Età- le sedi delle unità di offerta sociale del Comune, il circolo UISP, gli Oratori delle Parrocchie per incontri di formazione, intergenerazionali, iniziative rivolte alle persone anziane, ai giovani, alle comunità straniere come previsto dalle Azioni di progetto. Inoltre tutti i luoghi coinvolti in questa azione, Anffas e FoBAP compresi, diverranno un tema/iniziativa divulgato durante le Olimpiadi di Quartiere (Az. 6) per lanciare un concorso fotografico che inviti gli abitanti a dare il proprio sguardo su persone, cose e attività che testimonino la vita e storia delle associazioni di quartiere. Durata: 14 mesi (Mese 13- Mese 36)

Tempi Azione 4 24 mesi (Mese 13 - Mese 36) Risorse (umane, materiali, economiche)

4.1. -materiali di pubblicizzazione e comunicazione iniziative e loro modalità (nei 2 anni dell’azione) - spese per portierato/pulizie spazi e luoghi in orari diurni e serali 4.2 -spese gestione sedi

Soggetti coinvolti

Referente: Anffas (FoBAP) Soggetti coinvolti: tutti gli enti partner, Comune e Assessorati competenti, tutti i soggetti della rete, Università Libera Età, AUSER Amici del Parco, di TULE-Terza Libera Università Libera Età- le sedi delle unità di offerta sociale del Comune, il circolo UISP, gli Oratori delle Parrocchie

Beneficiari Cittadini e cittadine residenti, famiglie, bambini e ragazzi, giovani, anziani, gruppi e associazioni del quartiere

Risultati attesi Maggiore e migliore utilizzo degli spazi sociali del quartiere. Aumento e diversificazione della fruizione. Programmazione condivisa degli eventi all’interno degli spazi. Nuovi eventi e proposte. Consolidamento e stabilizzazione dell’iniziativa.

Criteri di valutazione degli esiti

Definizione degli indicatori di realizzazione e risultato (iniziative previste/realizzate; n° e tipologia di fruitori e di partecipanti alle iniziative; n° e tipologia di enti partecipanti; qualità della programmazione condivisa; effetto/impatto dell’azione sul quartiere). Utilizzo di strumenti di monitoraggio per misurare l’andamento dell’azione (diario di bordo, osservazione partecipata, questionari ) e di valutazione (questionari, interviste) per verificare il raggiungimento degli obiettivi.

34 Vedi documento di adesione della Rete e lettera FoBAP di utilizzo spazi di sua proprietà.

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AZIONE 5 COSTRUIRE L’ALBERO DELLE COMPETENZE

DI QUARTIERE Obiettivi e percorso previsto

Obiettivo dell’Azione, della durata di 8 mesi, è la concreta rappresentazione (in forma di oggetto-albero) dell’Albero delle competenze di quartiere per la valorizzazione e trasmissione tra generazioni delle esperienze, comportamenti solidali, abilità degli abitanti, di donne e uomini, per infondere energie nell’apprendimento del quartiere. Il percorso è orientato a promuovere negli abitanti momenti di individuazione delle proprie abilità e risorse utili alla comunità e di socializzarle in ambiti specifici della vita del quartiere: la Casa delle Associazioni, le scuole, le sedi Anffas e FoBAP, i circoli UISP, le biblioteche, alcune vie, le Parrocchie, le Suore operaie, la Cascina Maggia, nei diversi luoghi di passaggio e aggregazione.

5.1. L’Albero delle competenze Metodologia 5.1: a)incontri mirati al coinvolgimento delle associazioni presenti nella rete per l’individuazione di aree dove proporre il percorso di mappatura delle esperienze, abilità, competenze personali e professionali fra persone appartenenti a diversi contesti sociali, genere, età, abilità psico-fisiche, generazioni diverse e differenti nazionalità al fine di creare un contatto fra loro e con la comunità più vasta; b)promozione del percorso ed accoglienza delle persone interessate a partecipare con iniziative di informazione realizzate nell’Azione 2; c)sperimentazione di 5 brevi percorsi di mappatura delle competenze presenti nelle persone residenti in una determinata strada, isolato, condominio, con una metodologia partecipativa e ludica; d)costruzione, sulla base dei risultati, di alberi delle competenze in materiale riciclabile con elenco delle abilità mappate ed installazione nella strada, isolato, condominio, costruiti con il contributo di persone e famiglie con esperienze di disabilità. Durata 5.1: 6 mesi (Mese 20-Mese 25)

5.2. Le competenze per il quartiere Metodologia 5.2: a) iniziative di diffusione nel territorio nella Casa delle Associazioni, biblioteca, scuole, centri sportivi, nelle diverse associazioni, nelle vie, i risultati e la metodologia ed i benefici dello scambio che apportano in una comunità. Durata 5.2: 3 mesi (Mese 25-Mese 27)

Tempi Azione 5 8 mesi (Mese 20 - Mese 27 ) Risorse (umane, materiali, economiche)

5.1 a)enti promotori e soggetti della rete b)-c) ente fornitore con competenze specifiche d) materiali per la costruzione alberi ed esposizione itinerante 5.2 a)enti promotori e soggetti della rete

Soggetti coinvolti

Referenti: enti promotori in raccordo con ente fornitore Soggetti coinvolti: tutti gli enti aderenti alla Rete, in particolare TULE, le scuole, le Parrocchie, i circoli UISP, i singoli abitanti, le comunità straniere e in particolare modo le donne, i giovani, gli anziani, famiglie e persone con esperienze di disabilità, gli artigiani e commercianti.

Beneficiari Residenti donne e uomini, comunità straniere, gruppi target individuati all’interno della Casa delle Associazioni

Risultati attesi Mappa delle competenze esistenti nell’area individuata. Arricchimento della storia sociale del quartiere con materiale documentario e

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iconografico. Utilizzo dell’albero delle competenze in situazioni specifiche (Casa delle Associazioni, banca del tempo e/o altre realtà che basano la propria sullo scambio di tempo/competenze, caseggiati, centri aggregazione). Coinvolgimento attivo di residenti nella costruzione della mappa. Rafforzamento dei contatti e delle relazioni tra residenti di diversa età, culture e genere.

Criteri di valutazione degli esiti

Definizione degli indicatori di realizzazione e risultato (iniziative previste/realizzate; n° e tipologia di partecipanti alle iniziative; n° e tipologia di prodotti realizzati; tipologia di utilizzo/diffusione dei prodotti qualità della programmazione condivisa; effetto/impatto dell’azione sul quartiere). Utilizzo di strumenti di monitoraggio per misurare l’andamento dell’azione (diario di bordo, osservazione partecipata, questionari ) e di valutazione (questionari, interviste) per verificare il raggiungimento degli obiettivi.

AZIONE 6 OLIMPIADE DI QUARTIERE Obiettivi e percorso previsto

L’Azione durerà 24 mesi e si delinea a partire dalle idee e sollecitazioni scaturite all’interno della rete dei soggetti e raccolte durante le singole azioni realizzate. I quartieri sono ovviamente interessati periodicamente da iniziative diverse di natura ludico-sportiva, ma emergono tempi e luoghi non coinvolti e quindi persone e comunità che rimangono escluse o ai margini dalle occasioni di incontro e aggregazione collettiva. In tal senso durante gli ultimi due anni di attività gli enti proponenti e la rete sociale costruiranno un calendario di eventi commisurato a quanto emerso e costruito nell’anno precedente, basandosi sulle caratteristiche e gli interessi dei target coinvolti, sui principali bisogni coesivi su cui ci si è attivati, sulla qualità della partecipazione e dei contributi raccolti. Si sceglie di nominare l’azione con il termine Olimpiade in quanto saranno messi in raffronto e competizione positiva le cinque aree in cui si suddividono i quartieri (Ovest, Questura, Est, Sanpolino, San Polo storico), ciascuna con il proprio colore quanti sono i cerchi olimpici nella tradizione. Ogni area si candiderà per la scelta di un colore che la potrà rappresentare. In questa azione che coinvolgerà tutti i proponenti e la rete, il partner Uisp sarà una risorsa peculiare per tradurre l’attività di agonismo come motore per la promozione di una cultura di partecipazione e di sensibilizzazione in tema di salute, ambiente, incontro fra culture, soggetti diversamente abili e diverse generazioni. Metodologia 6.1: Le iniziative coinvolgeranno tutto il quartiere, luoghi fisici diversi, soggetti sociali attivi e gruppi di residenti disponibili ad attivarsi. Saranno aperte e utilizzate per le diverse occasioni le sedi Anffas e FoBAP, Nave di Harlock, aree verdi pubbliche, Cascina Maggia, Oratori, biblioteche, strutture sportive, piazze, singole vie, caseggiati. Target delle iniziative saranno tutti i residenti, con particolare attenzione a bambini, giovani e anziani, comunità straniere, persone con disabilità, che saranno coinvolti attraverso proposte costruite ad hoc ed anche tutta la città con iniziative promozionali di “invito nel quartiere” Si prevede di organizzare eventi che scandiscano la durata del progetto nei due anni, prevedendo anche una festa di apertura e una festa di chiusura, a cui si aggiungeranno piccoli eventi, coordinati dall’agenda della rete, autorganizzati da residenti o da altre realtà associative coinvolte in corso d’opera, quali cene di caseggiato o di via, letture pubbliche, proiezione di filmati, esposizioni, ballo, mostre sui talenti e mestieri, musica, . La tipologia degli eventi prevede: sportivi (partite e/o tornei di calcio, rugby, basket, gare podistiche, escursioni a piedi, bicicletta); socio-culturali (visite guidate, proiezione film, conferenze, presentazione prodotti documentari realizzati quali mostra fotografica itinerante, giocoleria di strada, giornate di creatività e libera

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espressione dei bambini e dei ragazzi, gara di ballo, esposizioni di artisti e creativi locali). Si valorizzeranno, inoltre, iniziative in corso ad opera del Comune e dei diversi Assessorati e del Centro Oratori rivolti ai giovani e ai ragazzi (Progetto “Itinera”, i CAG ed altre iniziative sociali specifiche)35 e del progetto Biblioteche. Si prevede anche di lanciare delle iniziative “premianti” dell’impegno dei residenti e degli esercizi commerciali sui temi della vivibilità e sostenibilità ambientale e della cura dei luoghi di vita (ad esempio “la via più pulita”, lo spazio verde più curato, l’iniziativa più solidale) per stimolare l’attivazione e l’autorganizzazione degli abitanti e forme di volontariato utili alla comunità. Durata: 24 mesi (Mese 13-Mese 36)

Tempi Azione 6 24 mesi (Mese 13 – Mese 36) Risorse (umane, materiali, economiche)

6.1- Incontri gruppo promotore rappresentato dagli enti di progetto -12 p. per pianificazione complessiva per la durata dell’azione -12 p. per organizzazione e presidio programmi e coinvolgimento del quartiere -rimborsi spese volontari (n.10 p.) -affitto attrezzature -spese carburante x automezzi -articoli di vestiario “Olimpiade” -pulizia quartiere/vie - vigilanza quartiere/via -materiale informatico

Soggetti coinvolti

Referente: enti promotori in collaborazione con Comune e con tutti gli altri enti aderenti alla rete per la pianificazione puntuale dei singoli eventi, la realizzazione e la ricerca di sponsor.

Beneficiari Tutti i residenti e le diverse associazioni e gruppi attivi nei quartieri. Risultati attesi Realizzazione di nuovi eventi.

Coinvolgimento attivo delle associazioni. Coinvolgimento attivo dei residenti. Sviluppo dell’attività cooperativa tra enti del pubblico e del privato sociale. Rafforzamento di relazioni e di interscambi.

Criteri di valutazione degli esiti

Definizione degli indicatori di realizzazione e risultato (iniziative previste/realizzate; n° e tipologia di partecipanti alle iniziative; n° e tipologia di soggetti coinvolti e livello di partecipazione; qualità della programmazione condivisa; effetto/impatto dell’azione sul quartiere). Utilizzo di strumenti di monitoraggio per misurare l’andamento dell’azione (diario di bordo, osservazione partecipata, questionari ) e di valutazione (questionari, interviste) per verificare il raggiungimento degli obiettivi.

AZIONE 7 Trasversale

COORDINAMENTO - GESTIONE E MONITORAGGIO/VALUTAZIONE DEL PROGETTO

Obiettivi e percorso previsto

7.1 Coordinamento e buona gestione Assicurare un coordinamento efficace e una buona gestione dei percorsi progettuali, che garantiscano il raggiungimento degli obiettivi e il consolidamento di una rete operativa stabile. Organismi previsti:

- Comitato di Coordinamento: 4 referenti degli enti promotori ed 1 coordinatore generale di progetto

- Segreteria di progetto: segreteria generale in capo ad Auser; segreteria organizzativa per ciascun ente promotore

35 Vedi delibera Comune di Brescia di condivisione del progetto.

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- Amministrazione: generale in capo ad Auser ; amministrazione per ciascuno degli altri 3 enti

- Supervisione scientifica: generale, per controllare la coerenza metodologica e contenutistica del piano di lavoro.

7.2 Monitoraggio e valutazione Assicurare il buon andamento del progetto e l’efficacia delle azioni attraverso un’attività sistemica di monitoraggio e valutazione. L’Equipe di valutazione sarà formata da consulenti esterni e da un ente terzo. Obiettivi: La valutazione del progetto adotta un approccio metodologico di tipo processuale, partecipato e dinamico volto a coinvolgere direttamente i soggetti partecipanti, a stimolare la capacità di confronto e di adattamento costante alle esigenze che emergono e a consolidare la capacità di lavorare in modo collaborativo. Monitoraggio e valutazione sono intesi come strumento in grado di registrare ed analizzare gli interventi attuati, le strategie adottate e i risultati conseguiti per verificare efficacia ed efficienza del percorso realizzato, in base agli indicatori quantitativi e qualitativi sopra esplicitati; e di produrre un quadro analitico che evidenzi potenzialità e criticità e fattori di sostenibilità e trasferibilità dell’intervento. Strumenti: piano di monitoraggio e valutazione con relativi indicatori di performance; strumenti di rilevazione dati (schede periodiche di monitoraggio dello stato di avanzamento procedurale e finanziario degli interventi da compilarsi a cura dei referenti delle azioni; questionari di soddisfazione per i gruppi target; interviste semistrutturate e /o focus group dei referenti e operatori degli enti coinvolti); strumenti di sistematizzazione dei dati (calendario delle attività previste/realizzate, tempi previsti/effettivi; griglie di registrazione/elaborazione dei dati); strumenti di osservazione partecipata (diario di bordo degli operatori). Inoltre verrà puntualmente raccolta la documentazione elaborata nel corso delle diverse azioni. Tempi e Prodotti: l’attività di elaborazione e presentazione dei dati raccolti avverrà alla fine di ognuno dei 3 anni attraverso la stesura di Report intermedi (annuali) sull’andamento delle attività e di un Report finale che sintetizzerà gli elementi significativi, i risultati raggiunti e la valutazione degli interventi e della loro efficacia nel conseguimento degli obiettivi progettuali. Modalità: verrà costituita un’Equipe di valutazione formata da referenti degli enti promotori e da consulenti esterni. Tutti gli enti partner verranno coinvolti periodicamente nella raccolta e discussione dei dati in modo da garantire partecipazione e fornire elementi utili ad affrontare criticità e a ri-tarare eventualmente gli interventi. 7.3 Attività di Rete Assicurare il buon andamento dell’attività di Rete, attraverso: - La costituzione di un Tavolo di Coordinamento della Rete36 cui faranno

riferimento tutti gli enti aderenti in fase progettuale ed eventualmente altri enti che si aggiungeranno in fase di realizzazione. Sono previsti incontri periodici e brevi report di aggiornamento sulla situazione.

- Assemblea cittadina di fine anno di intervento con tutta la cittadinanza del quartiere, tutti gli enti aderenti e alla presenza dell’ente locale, come momento di informazione, ascolto e verifica.

Tempi Azione 7 36 mesi (Mese 1 - Mese 36)

36 Il Tavolo di Coordinamento della rete ha tenuto la prima riunione il giorno 5/3/2012 presso la Casa delle Associazioni in Via Cimabue, Brescia.

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Risorse (umane, materiali, economiche)

7.1 - 7.2 - 7.3 - 4 coordinatori progetto (1 x ente) -1 coordinatore generale -segreteria generale (capofila) -segreteria singoli enti -amministrativo generale -amministrativo singoli enti -1 supervisione scientifica -bilancio sociale e rendicontazione -assicurazioni -monitoraggio e valutazione (ente terzo) -cancelleria

Soggetti coinvolti

Tutti gli enti promotori e gli enti aderenti.

Beneficiari Ente locale, associazioni, cittadini e cittadine residenti. Risultati attesi Strumenti efficaci di coordinamento e gestione.

Report di monitoraggio e valutazione. Tavolo di Coordinamento della Rete. Coinvolgimento continuativo delle realtà del quartiere. Raccordo efficace tra iniziative. Restituzione dei risultati al quartiere.

Criteri di valutazione degli esiti

Definizione degli indicatori di realizzazione e risultato (n° e tipologia di organismi di coordinamento e gestione previsti/realizzati; grado di partecipazione degli enti costituenti; n° di prodotti di monitoraggio/valutazione previsti/realizzati; grado di raccordo/integrazione di competenze; n° e tipologia di soggetti e realtà di quartiere coinvolte; grado di partecipazione ai momenti di restituzione dei risultati; documenti di programmazione condivisa). Utilizzo di strumenti di monitoraggio per misurare l’andamento dell’azione (diario di bordo, osservazione partecipata, questionari ) e di valutazione (questionari, interviste) per verificare il raggiungimento degli obiettivi.

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CRONOPROGRAMMA AZIONE

1 AZIONE

2 AZIONE

3 AZIONE

4 AZIONE

5 AZIONE

6 AZIONE

7 1° ANNO

2012

1 Febbraio 2 Marzo 3 Aprile 4 Maggio 5 Giugno 6 Luglio 7 Agosto 8 Settembre 9 Ottobre 10 Novembre 11 Dicembre

2° ANNO 2013

12 Gennaio

13 Febbraio 14 Marzo 15 Aprile 16 Maggio 17 Giugno 18 Luglio 19 Agosto 20 Settembre 21 Ottobre 22 Novembre 23 Dicembre

3°ANNO 2014

24 Gennaio

25 Febbraio 26 Marzo 27 Aprile 28 Maggio 29 Giugno 30 Luglio 31 Agosto 32 Settembre 33 Ottobre 34 Novembre 35 Dicembre

2015 36 Gennaio

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IV. ORGANIZZAZIONE LA RETE DI PROGETTO

La riformulazione del progetto e delle diverse azioni in cui si articola, così come per la fase di ideazione, è scaturita dal confronto tra i partner proponenti, l’Ente locale Comune di Brescia ed ha trovato conferma e ampliamento nel confronto con i soggetti della rete, che sono stati chiamati a dar vita al previsto Tavolo di Coordinamento di rete37. Nello schema che segue, che deriva dalla descrizione di dettaglio delle azioni, si precisano i profili dei soggetti ed il ruolo previsto in fase di programmazione del progetto e delle singole azioni come indicazione di impegno generale e specifico che nella fase realizzativa delle azioni potrà essere meglio precisato e descritto:38

DENOMINAZIONE ENTE PROFILO RUOLO NEL PROGETTO

1. COMUNE di BRESCIA

Amministrazione locale della Città di Brescia

Sostegno e partecipazione all’insieme delle attività previste dal progetto, partecipazione all’insieme delle attività, messa a disposizione di sedi e risorse umane. In particolare partecipa alle riunioni di programmazione previste per la rete ed i gruppi di lavoro che si costituiranno, con referenti degli Assessorati coinvolti e con proprio personale, in particolare le operatrici addette alla Casa delle Associazioni ed i dirigenti di Assessorato coinvolti secondo le proprie specifiche responsabilità. Le azioni: Az. 1-Presenza e attivazione della rete, creazione di collegamento e sinergia con progetti in essere quali Anima Sanpolino, Contratto di quartiere, progetto Biblioteche e attività delle Consulte, coinvolgimento diretto nel progetto giovani e volontariato e dispersione scolastica; Az.2-Promozione della comunicazione sociale integrandosi con progetti in essere nel Contratto di Quartiere e partecipazione diretta in tutte le iniziative pubbliche previste; Az.3-Sinergia con enti promotori attraverso il coinvolgimento degli operatori sociali alla realizzazione dell’azione; Az.5-Coinvolgimento delle referenti della Casa delle Associazioni per la realizzazione dei percorsi previsti nell’azione e disseminazione risultati e prodotti; Az.6-Partecipa alla preparazione del calendario eventi e agenda Olimpiadi nel rispetto di ruoli e competenze assegnate; Az.7-Partecipazione al Tavolo di coordinamento della rete e ai gruppi di lavoro. VEDI DELIBERA DI GIUNTA N.863/76094 P.G. del 10/10/2011

2. TULE - Terza Università Libera Età

Libera Università rivolta a persone adulte e anziane attiva nella città di Brescia e presente nei quartieri di S. Polo e Sanpolino.

Partecipa con propri referenti ed organizzazione volontaria alle attività previste nel progetto, in particolare per le azioni: Az.1-Tutte le attività previste e in particolare prevedendo un percorso monografico sulla base del lavoro dedicato alla biografia di quartiere; Az.2-Tutte le attività riguardanti i laboratori previsti; Az.4- Attività Porte aperte al quartiere;

37 Vedi nota 36. 38 Estratto da Accordo di Rete, sottoscritto in data 6 ottobre 2011 in Brescia.

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Az.5-Coinvolgimento diretto nella individuazione delle competenze di quartiere; Az.6-Coinvolgimento diretto nelle iniziative delle Olimpiadi; Az.7-Partecipazione al Tavolo di coordinamento della rete.

3. AUSER - Amici del Parco e dell’Arici Sega

Associazione di volontariato che aggrega persone anziane e adulte impegnata nell’area specifica del progetto in difesa dell’aree verdi e degli spazi comuni del parco.

Partecipa con propri referenti e coinvolge l’insieme dei suoi associati nelle attività del progetto più vicine alla propria mission. In particolare partecipa alle azioni: Az.1-Partecipa alla costruzione della biografia del quartiere; Az.2-Tutte le attività riguardanti i laboratori ed in particolare le attività rivolte alla cittadinanza attiva secondo le diverse fasi della vita; Az.3-Partecipazione alle attività per l’individuazione dei bisogni; Az.4-Attività mirate alle Porte aperte al quartiere; Az.5-Coinvolgimento diretto nella individuazione delle competenze di quartiere; Az.6-Coinvolgimento diretto nelle iniziative delle Olimpiadi; Az.7-Partecipazione al Tavolo di coordinamento della rete.

4. CODISA -Comitato di Difesa Salute e Ambiente

Comitato attivo sui temi della salute e ambiente attivo nell’area specifica del progetto con attenzione specifica ai problemi dell’inquinamento

Partecipa con propri referenti e coinvolge l’insieme dei suoi associati nelle attività specifiche previste in particolare dalle azioni: Az.1-Partecipa alla costruzione della biografia del quartiere e del progetto giovani e volontariato; Az.2-Partecipazione ai laboratori e promozione cultura della sostenibilità e vivibilità ambientale; Az.6-Coinvolgimento diretto nelle iniziative delle Olimpiadi; Az.7-Partecipazione al Tavolo di coordinamento della rete.

5. LEGA AMBIENTE Circolo Brescia

Associazione impegnata sui temi ambientali e tutela del territorio attiva sull’area cittadina e di rifermento del progetto

Partecipa con propri referenti e coinvolge l’insieme dei suoi associati nelle attività specifiche previste in particolare dalle azioni: A.1-Partecipa alla ricostruzione della biografia del quartiere e volontariato per i giovani Az.2-Partecipazione ai laboratori e promozione cultura della sostenibilità e vivibilità ambientale Az.6-Coinvolgimento diretto nelle iniziative delle Olimpiadi Az.7-Partecipazione Tavolo di coordinamento della rete

7. COOP. SOCIALE SOGGIORNI CER ONLUS

Cooperativa sociale attiva in ambito aggregativo, ricreativo, tempo libero attiva presso la struttura Cascina Maggia

Partecipa con propri referenti e coinvolge la propria struttura Cascina Maggia nelle attività specifiche previste in particolare dalle azioni: Az.1-Partecipa alla costruzione della biografia del quartiere e del progetto giovani e volontariato; Az.2-Partecipazione ai laboratori e promozione cultura della sostenibilità e vivibilità ambientale; Az.6-Coinvolgimento diretto nelle iniziative delle Olimpiadi; Az.7-Partecipazione al Tavolo della rete.

8. COOP. TURISMO CER

Cooperativa attiva in ambito aggregativo, turismo e tempo libero attiva presso la struttura Cascina Maggia (Bs)

Partecipa con propri referenti e coinvolge la propria struttura Cascina Maggia nelle attività: Az.1-Partecipa alla ricostruzione della biografia del quartiere e volontariato per i giovani; Az.2-Partecipazione ai laboratori e promozione cultura della sostenibilità e vivibilità ambientale; Az.6-Coinvolgimento diretto nelle iniziative delle Olimpiadi; Az.7-Partecipazione al Tavolo della rete.

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9. PARROCCHIA S.ANGELA MERICI PARROCCHIA CONVERSIONE DI S.PAOLO PARROCCHIA SANTE CAPITANIO E GEROSA PARROCCHIA S.LUIGI GONZAGA SUORE OPERAIE

Luoghi di culto e aggregazione religiosa, sedi di Oratori e di iniziative di solidarietà e comunità presenti nel quartiere

Partecipano all’insieme delle azioni previste dal progetto in particolare alle attività previste dalle azioni: Az.1-Partecipa alla costruzione della biografia del quartiere Az.2-Tutte le attività riguardanti i laboratori ed in particolare il tema della cittadinanza attiva secondo le diverse fasi della vita; Az.3-Partecipazione per l’individuazione dei bisogni sociali; Az.4-Partecipazione alle iniziative Porte aperte al quartiere; Az.5-Coinvolgimento nella individuazione delle competenze di quartiere; Az.6-Coinvolgimento diretto nelle iniziative delle Olimpiadi; Az.7-Partecipazione Tavolo della rete.

10. COOPCASA

Cooperativa di edilizia presente nel quartiere

Partecipa alle specifiche azioni previste nel progetto in particolare alle azioni: Az.1-Partecipa alla costruzione della biografia del quartiere; Az.4-Porte aperte al quartiere; Az.6-Coinvolgimento diretto nelle iniziative delle Olimpiadi; Az.7-Partecipazione al Tavolo della rete.

11. ISTITUTO COMPRENSIVO BRESCIA EST 2

Istituto scolastico situato nell’area territoriale dei quartieri

Partecipa alle specifiche azioni previste nel progetto in particolare alle azioni: Az.1-Partecipa alle attività contro la dispersione scolastica, il volontariato giovanile e il dialogo intergenerazionale; Az.2-Coinvolgimento nell’attività di diffusione dei prodotti e iniziative di informazione e comunicazione; Az.4-Partecipazione alle iniziative Porte aperte al quartiere; Az.5-Disponibilità ad ospitare i prodotti dell’azione; Az.6-Coinvolgimento nelle iniziative delle Olimpiadi Az.7-Partecipazione al Tavolo della rete.

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IV) ORGANIZZAZIONE ENTI PROMOTORI

ENTE CAPOFILA: AUSER Territoriale Rete Brescia

Referente capofila è Auser Territoriale Rete Brescia che conta sul territorio 46 Associazioni Locali Affiliate con circa 6.400 soci e 1.300 volontari che hanno svolto attività di volontariato nell’anno 2010 corrispondenti a 270.000 ore. Mission, finalità, valori: considerare l’età anziana come un tempo di vita. La persona anziana è un soggetto ancora attivo e in grado di dare contributi utili e funzionali allo sviluppo della società. La promozione di una differente cultura dell’invecchiamento implica l’educazione a una visione della vita, da intendersi come itinerario da percorrere globalmente, senza che vi siano aree di esclusione o, peggio ancora, di impedimento. L’Associazione Auser si propone i seguenti valori obiettivi:

- sviluppare il volontariato e la sensibilità nei confronti dei problemi sociali, le attività di promozione sociale, l’educazione degli adulti, la solidarietà internazionale;

- sostenere le persone migliorandone la qualità della vita e delle relazioni, sviluppare la solidarietà intesa come disponibilità all’aiuto e al supporto reciproco;

- incrementare il livello d’interesse e sensibilità della comunità locale nei confronti della condizione anziana;

- valorizzare le esperienze personali degli anziani e le capacità ad esse collegate; - promuovere il “buon vicinato” in rapporto con le istituzioni pubbliche; - far sentire parte e far prendere parte i cittadini, con la consapevolezza della necessità del

contributo di tutti nella soluzione dei problemi sociali; - il recupero di identità delle città creando reti di relazioni e legami di solidarietà sempre più diffusi:

dalle parentele alle amicizie; dai gruppi sociali e di volontariato a quelli culturali ed associativi. Principali attività svolte: il rapporto percentuale soci/volontari si è incrementato negli ultimi anni. Per quanto riguarda i beni ed i servizi prodotti si osserva che l’Auser è organizzata per offrire in particolare: - servizi di aiuto alla persona ed alla comunità a partire dall’ascolto telefonico per 30 ore settimanali cui

si aggiungono servizi di: trasporto assistito socio sanitario, consegna pasti a domicilio, segretariato sociale, compagnia telefonica;

- servizi di socializzazione, di animazione territoriale attraverso occasioni di tempo libero organizzato ed attività culturali/espressive (educazione degli adulti, tempo libero, esercizio fisico, turismo sociale);

- volontariato civico con attività rivolte alle nuove generazioni (nonni vigili) e altre sul versante del miglioramento delle relazioni tra le persone con la presenza nelle aree versi e nei luoghi aggregativi

- attività di aiuto alle persone immigrate nel momento dell’accesso agli sportelli della Questura (ogni giorno si accolgono e orientano oltre 1000 persone). Tutto questo in “rete”, in modo coordinato e complementare al servizio pubblico.

Presenza e radicamento nel Quartiere, attività svolte e/o in corso, capacità di coinvolgimento: in particolare nel Quartiere di San Polo e Sanpolino sono presenti due Auser-Ala (Associazioni Locali Affiliate). La prima denominata “Terza Università della Libera Età (TULE)” svolge corsi strutturati con continuità; organizza visite culturali a musei, mostre, spettacoli teatrali; attiva laboratori espressivi/artigianali. I corsi o laboratori attivati nel 2010 sono stati 38 con un numero complessivo di iscritti di 298 persone di cui l’83% donne. La tipologia dei corsi e laboratori svolti riguardano: l’arte, la decorazione, l’informatica, le lingue, la musica, la salute e l’educazione al benessere, la storia e la filosofia, sartoria, taglio e cucito, psicologia, ginnastica. L'associazione è soggetto importante di un progetto di recupero scolastico di ragazzi con difficoltà di apprendimento che vede in rete più soggetti (Comune di Brescia) e sempre in rete con vari partner, una esperienza di “scuola di sartoria per donne straniere nell'area S.Polino con più di 40 iscritte. La seconda denominata “Auser Amici del Parco e dell’Arici Sega” ha 247 soci e 53 volontari e svolge servizi con la quotidiana presenza in 2 RSA con attività di organizzazione e animazione dei momenti ludico-creativi (numero delle persone assistite circa 240). Presso la sede si svolgono attività di animazione del tempo libero con funzionamento riconosciuto dall’Amministrazione Comunale di Centro Diurno per anziani tutti i pomeriggi.

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Rapporti di collaborazione con gli altri soggetti proponenti: i rapporti sono costanti attraverso le ALA aperte nel territorio ed è prassi che si organizzino congiuntamente eventi e iniziative. Tra Auser Brescia e Anffas esiste da oltre 10 anni un rapporto solido per il quale i volontari di Auser “accompagnano” i ragazzi disabili al Centro Diurno Anffas. Con Acli si realizzano, nel quartiere, iniziative di socializzazione comuni nelle varie ricorrenze annuali che riguardano il tempo libero e l’aggregazione della popolazione anziana. Con UISP di Brescia, ed in particolare con il circolo di quartiere S. Polo si intrattengono da anni rapporti costanti per iniziative comuni rivolte anche alla popolazione anziana. Ruolo svolto nel Progetto: AUSER ha costruito la proposta partendo dalle proprie osservazioni sul campo, attraverso i suoi aderenti, l’ha condivisa con i partner sviluppando le iniziative che permettessero la raccolta di indicazioni e raccomandazioni con momenti di consultazione con i testimoni della comunità locale (abitanti, associazioni, Istituzioni locali, Comune di Brescia) che hanno identificato i problemi, definito e condiviso gli obiettivi. In quanto ente capofila, intende assumere un ruolo paritetico agli altri enti nella condivisione e progettazione degli interventi, assumere il coordinamento e la segreteria generale, valutazione e monitoraggio, produrre sul campo azioni specifiche riferite alle peculiarità dell’associazione stessa.

ENTE PARTNER - ANFFAS Brescia Onlus

È una delle 180 Associazioni che compongono la base sociale di ANFFAS Onlus, Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e Relazionale. Il percorso svolto da ANFFAS, e quindi dalle sue 180 Associazioni territoriali, è articolato e complesso e di lungo periodo. ANFFAS infatti nasce nel 1958, mentre a Brescia è dal 1966 che le Famiglie che decisero di dare vita all’Associazione operano per promuovere la cultura dei diritti delle persone con disabilità. ANFFAS si sente a pieno titolo membro attivo del movimento delle persone con disabilità e delle loro famiglie. La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (New York, 13 dicembre 2006) ha convinto l’Organizzazione Mondiale della Sanità che la disabilità non è una malattia, ma la risultante della relazione tra condizione di salute e di funzionamento individuale e ambiente sfavorevole. Il movimento, per quanto riguarda l’Italia, ha conquistato la Legge 104 del 1992, la Legge 67 del 2006 per la tutela dalla discriminazione, e ha portato il Parlamento Italiano a ratificare la Convenzione ONU (Legge n. 18 del 3 marzo 2009). Mission, finalità, valori: ANFFAS Brescia è strutturata come Associazione che intende sviluppare:

- darsi da fare per tutelare e ampliare i diritti delle persone con disabilità e di chi li rappresenta - non limitarsi a rivendicare diritti ma agire per creare le condizioni nascano e crescano nella

consapevolezza e nella mentalità delle persone e delle Istituzioni - convincersi che tutelare e ampliare i diritti vuol dire conoscere, approfondire, fare proposte, e che

per fare questo occorre sempre mettersi dalla parte della persona con disabilità e di chi la rappresenta, e adottare il punto di vista di chi è discriminato e in condizione di svantaggio

- convincersi che agire per la tutela dei diritti delle persone con disabilità vuol dire agire per la tutela di un miglioramento per tutte e per tutti

Principali attività svolte: SAI – SERVIZIO ACCOGLIENZA E INFORMAZIONE - Il SAI è uno spazio dedicato alle persone con disabilità ed ai loro familiari per essere informati sui propri diritti e poterne rivendicare la piena esigibilità. Ha lo scopo di organizzare attività e funzioni di accoglienza, ascolto e accompagnamento per le famiglie di persone con disabilità intellettiva e relazionale, per aiutarle e sostenerle nella loro funzione di protezione e di promozione dei diritti di cittadinanza, delle pari opportunità e della non discriminazione. Il servizio si rivolge ai familiari e ai rappresentanti legali di persone disabili ed eroga informazioni diverse. Si configura come servizio pubblico ed è Punto Famiglia riconosciuto dal Comune di Brescia Assessorato alla Famiglia, alla persona ed ai Servizi Sociali. SPG-SERVIZIO PROTEZIONE GIURIDICA - All’interno del SAI si è sviluppata, dal 2004, un’attività che ha assunto la funzione di un vero e proprio servizio, dedicato alla Protezione Giuridica e in particolare al ruolo dell’Amministratore di Sostegno.

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SCUOLA DEI DIRITTI- La Scuola dei Diritti si occupa di: problema del pagamento delle rette dei servizi sociali e socio-sanitari; di chi e in che modo ci si deve prendere cura dei problemi della persona con disabilità (la presa in carico); il problema di come difendersi dalle discriminazioni dirette e indirette. La Scuola dei Diritti si organizza in collaborazione con le Famiglie, gli enti gestori di servizi per persone con disabilità, gli Enti Locali. Presenza e radicamento nel Quartiere, attività svolte e/o in corso, capacità di coinvolgimento : Anffas Bs Onlus ha la propria sede legale e operativa nel Q.re S.Polo dal 2000. L’attività a maggiore contatto con i cittadini è la Festa del Volontariato (dieci edizioni) che negli ultimi cinque anni si è tenuta nella sede dell’Associazione. Dall’anno scorso la festa è divenuta a tutti gli effetti la Festa dell’Anffas di Brescia, con la partecipazione di migliaia di cittadini. Partecipa inoltre alle attività della Casa delle Associazioni nell’ambito del gruppo disabilità della Consulta per la Vita Sociale del Comune di Brescia. Rapporti di collaborazione con gli altri soggetti proponenti: Anffas Brescia Onlus collabora con AUSER nell’ambito del progetto “Amministratore di Sostegno – AdS Brescia”. Nel progetto “AdS Brescia” ANFFAS Bs Onlus è ente capofila e AUSER è membro del comitato di pilotaggio. Il progetto coinvolge complessivamente 15 Associazioni: ANFFAS Bs Onlus, AUSER, A.M.A. (AutoMutuoAiuto), ANFFAS Desenzano, ANTEAS, AUTISMANDO, Il Chiaro nel Bosco Onlus, Il Chiaro nel Bosco Salò, Futura Bassa Bresciana, Ass.ne INSIEME, U.P.I.A., Ass.ne La Manica, Ass.ne Casello 11, Alleanza per la Salute Mentale, Nessuno è un’Isola. Il Circolo ACLI di S.Polo collabora e sostiene l’ANFFAS di Brescia nella organizzazione e gestione della Festa del Volontariato (dall’anno scorso divenuta Festa dell’ANFFAS di Brescia) che da anni si organizza nel Q.re S.Polo. UISP Brescia ed il circolo di S.Polo sono presenti e coinvolti nelle diverse attività sportive organizzate per la Festa annuale e disponibili da sempre ad interventi specifici. Ruolo svolto nel Progetto: Il ruolo di ANFFAS Brescia in generale sarà quello di portare il punto di vista e le possibilità di contributo civico delle persone e delle famiglie con disabili, in particolare rispetto alle modalità di comunicazione e alle modalità di organizzazione degli eventi e delle iniziative. Nello specifico partecipa a tutte le attività e al coordinamento, sarà referente di un’azione specifica e metterà a disposizione, tramite FoBAP, alcuni spazi nelle sedi del quartiere, realizza interventi specifici come stabilito nell’accordo di partenariato.

ENTE PARTNER - ACLI S.Polo

Le Acli, Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani, sono un'associazione di laici cristiani che, attraverso una rete di circoli, servizi, imprese, progetti ed associazioni specifiche, contribuisce da più di 60 anni a tessere i legami della società, favorendo forme di partecipazione e di democrazia. L'Associazione conta oggi in provincia di Brescia circa 10.500 iscritti e 82 Circoli. Gli utenti raggiunti dai diversi servizi sono ogni anno più di 50.000 Mission, finalità, valori: giuridicamente, le Acli si presentano come una "associazione di promozione sociale": un sistema diffuso e organizzato sul territorio che promuove il lavoro e i lavoratori, educa ed incoraggia alla cittadinanza attiva, difende, aiuta e sostiene i cittadini, in particolare quanti si trovano in condizione di emarginazione o a rischio di esclusione sociale. Principali attività, presenza e radicamento nel Quartiere, attività svolte e/o in corso, capacità di coinvolgiment: il Circolo Acli “San Polo”, insediato ed operante nel quartiere, è attualmente il circolo più grande, per numero di associati, di tutta la provincia bresciana. Conta su un proprio periodico di informazione denominato “SanpoloPolis” distribuito gratuitamente in tutto il quartiere. Al 31 dicembre 2010 gli iscritti sono 350 cui vanno aggiunti altri 95 iscritti alla “Unione Sportiva Acli”. Il 60 % degli iscritti è di sesso maschile e il rimanente 40 % è di sesso femminile. Da diversi anni è stato attivato presso i locali del Circolo Acli San Polo uno “Sportello dei reclami e delle proposte” gestito da volontari, per raccogliere segnalazioni ed eventuali proposte in merito a disservizi e problemi del territorio.

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Le segnalazioni vengono quindi verificate e inoltrate alle istituzioni competenti. Negli ultimi anni sono state raccolte segnalazioni al mese che hanno riguardato quasi totalmente problematiche relative al verde pubblico, alla manutenzione di strade, marciapiedi e lampioni, alle strutture ricreative per bambini, alla sorveglianza degli spazi comuni, alla rimozioni di rifiuti ingombranti. E’ attivo il servizio di Patronato, attraverso il lavoro di addetti sociali preparati e formati dalla nostra sede provinciale. Nella sede territoriale vengono ricevute le richieste di servizio e viene svolto lavoro di front-office rispetto a problematiche di tipo sociale, pensionistico e di invalidità. E’ attivo il servizio di Assistenza Fiscale, attraverso lo sportello CAF ACLI, per la ricezione e compilazione delle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche (oltre 200 dichiarazioni). L’attività del Circolo Acli San Polo è sviluppata grazie al lavoro volontario dei soci. Le spese strutturali e generali vengono coperte con gli utili della gestione del bar-ritrovo annesso al circolo, attraverso il tesseramento e, in forma minore, attraverso la gestione di corsi rivolti agli associati. Nel periodo estivo il Circolo propone un evento socializzante e formativo denominato FestAcli, della durata di una settimana, nella piazza del quartiere, per coinvolgere sensibilmente i cittadini sui temi scelti di volta in volta e per favorire occasioni di incontro e amicizia. Rapporti di collaborazione con gli altri soggetti proponenti: Acli collabora costantemente con Auser nel quartiere proponendo, in modo congiunto, attività ed eventi di socializzazione che vengono organizzati periodicamente durante l’anno e si rivolgono all’intera popolazione residente e, per alcune iniziative specifiche, alla popolazione anziana. Il Circolo ACLI di S. Polo collabora e sostiene l’ANFFAS di Brescia nella organizzazione e gestione della Festa del Volontariato che da anni si organizza in S. Polo e Sanpolino. Ruolo svolto nel Progetto: Acli S Polo parteciperà alla progettazione, utilizzerà le competenze sviluppate in questi anni, essendo la sua sede collocata nel quartiere di San Polo alla base di una delle Torri, luogo che viene ritenuto particolarmente problematico e che sarà soggetto in un futuro prossimo ad abbattimento.

ENTE PARTNER - UISP Brescia

UISP è un Ente di Promozione Sportiva con finalità assistenziali e di promozione sociale a carattere nazionale. Il Comitato territoriale di Brescia è stato costituito nel 1971 e nel 2011 ha superato i 21.000 associati, con oltre 300 associazioni affiliate, sull’intero territorio della provincia di Brescia. Il Comitato UISP di Brescia aderisce al Forum Provinciale del Terzo Settore, al Forum di promozione del Turismo Sociale ed al Centro Servizi per il Volontariato. Mission, finalità, valori: intendiamo lo sport come diritto di tutti i cittadini, indipendentemente dall’età, dalle motivazioni e dalle condizioni fisiche : Sport come percorso attivo, fatto di scelte consapevoli, per migliorare e valorizzare l’ambiente, a cominciare dal proprio corpo; Sport come diritto di cittadinanza, portatore di valori positivi, reciproco riconoscimento con chi organizza occasioni di solidarietà e di impegno civile nel Terzo Settore.La missione è dimostrare che “un altro sport è possibile”. Questo significa non solo sviluppare innovazione culturale, ma anche tradurla concretamente in sperimentazione tecnica, metodologica e organizzativa. Leghe, Aree e Coordinamenti UISP hanno fatto proprie e rafforzate queste scelte strategiche. Da qui i vari campionati proposti (calcio, sci, volley, tennis, ginnastica, danza ecc.); i corsi per tutti (attività motoria, arti marziali, yoga, ballo, corsi musicali e culturali); i progetti di solidarietà in carcere, con gli immigrati, con i disabili; le grandi manifestazioni cittadine (Vivicittà, Bicincittà, La Corsa Rosa, Tuttindanza). Presso la sede UISP opera inoltre il “Vivicittà Circolo UISP”, circolo socio-culturale, che propone molteplici iniziative (corsi, gite, visite a mostre, feste, incontri a tema), rivolte ad una utenza diversificata (giovani, adulti, anziani). Il circolo gestisce anche un centro Aperto per anziani, in convenzione con l’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Brescia, la cui utenza risiede prevalentemente nella Circoscrizione centro. Principali attività, presenza e radicamento nel Quartiere, attività svolte e/o in corso, capacità di coinvolgimento: nei quartieri di San Polo e Sanpolino la UISP è presente con alcune associazioni affiliate. In particolare: - una scuola di danza, che opera prevalentemente con minori e giovani - una scuola di Yoga, con utenza prevalentemente femminile - una scuola di Arti Marziali (Aikido) - un Circolo socio-culturale, che organizza anche attività motoria con gli anziani - un centro ippico, che svolge anche attività di ippoterapia con disabili - alcune squadre di calcio amatoriale, che svolgono anche attività “over 35”.

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Rapporti di collaborazione con gli altri soggetti proponenti: UISP da sempre collabora con Auser Territoriale e Auser Amici del Parco di San Polo, così come intrattiene rapporti di sinergia e realizzazione iniziative comuni nei quartieri con Anffas e Acli San Polo. Ruolo svolto nel Progetto: UISP Brescia parteciperà alla progettazione, utilizzerà le competenze sviluppate in questi anni nel quartiere, parteciperà a tutte le azioni previste contribuendo a realizzare interventi specifici in particolare nell’azione 6 Olimpiade di Quartiere.