le voci del naviglio n°18 (luglio 2012)

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2 3 4 5 Il lavoro Niente lavoro e niente pensioni Gaggiano Alienazione automezzi Giochi nei parchi Associazioni: il comune aggiorna l’albo Cimitero: A.S.G.A fino al 2014 Trezzano Bilancio: con la giunta Tomasino aumentano le tasse La sedia a dondolo Il tema politico Quale governo dopo quello tecnico? 6 Il mondo Scontro sociale a San Marino 7 L’opinione Il caso Aldrovandi L U G L I O 2 0 1 2 Genova 2001 lo scandalo De Gennaro LA SERA DEL 21 LUGLIO 2001, A GENOVA, PRESSO LA SCUOLA DIAZ, QUATTROCENTO AGENTI HANNO FATTO IRRUZIONE MASSACRANDO DI BOTTE GLI INERMI ATTIVISTI DEL GENOA SOCIAL FORUM CHE ERANO STATI FATTI ALLOGGIARE LÌ DAL COMUNE DI GENOVA. SEGUIRONO BUGIE E DEPISTAGGI. OGGI LA VERITÀ È CONSEGNATA ALLA STORIA. U n sottosegretario della Presidenza del Consiglio che solidarizza con i vertici della Polizia di Stato, condannati, che all’epoca dei fatti di Genova (luglio 2001) si macchiarono di gravi reati, non si era ancora visto in questa nostra Italia di inizio secolo. E’ avvenuto all’indomani della sentenza definitiva della Corte di cassazione che ha condannato a quattro anni Francesco Gratteri, attuale capo del dipartimento centrale anticrimine della Polizia, a cinque anni Vincenzo Canterini, ex dirigente del reparto mobile di Roma e altri, con la condanna accessoria dell’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. Coloro invece non sconteranno la pena saranno i nove agenti del nucleo speciale della Mobile che, riconosciuti colpevoli di lesioni gravi, vedono prescritto il reato per decorrenza dei termini, poiché non esiste il reato di tortura. Gianni De Gennaro, all’epoca dei fatti capo della Polizia, in un primo momento condannato a due anni e otto mesi in secondo grado e poi assolto dalla Cassazione perché il fatto non sussiste, può ancora ricoprire i delicati incarichi istituzionali? Noi pensiamo di no. Oggi che, a parole, si vogliono cambiare le vecchie abitudini, che a fronte della crisi economica ci si è inventati la spending review con lo scopo di ottimizzare le spese e riorganizzare lo Stato, si cominci ad azzerare i posti di potere occupati da chi dimostra molto poco senso della democrazia e della decenza.

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Page 1: Le voci del naviglio N°18 (Luglio 2012)

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5Il lavoro

Niente lavoro e niente pensioni

GaggianoAlienazione automezziGiochi nei parchi

Associazioni: il comuneaggiorna l’albo

Cimitero: A.S.G.A fino al 2014

Trezzano

Bilancio: con la giunta Tomasino aumentano le tasse

La sedia a dondolo

Il tema politico

Quale governo dopo quello tecnico?

6Il mondo

Scontro sociale a San Marino

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L’opinione

Il caso Aldrovandi

L U G L I O 2 0 1 2

Genova 2001lo scandalo De GennaroLA SERA DEL 21 LUGLIO 2001, A GENOVA, PRESSO LA SCUOLA DIAZ,QUATTROCENTO AGENTI HANNO FATTO IRRUZIONE MASSACRANDO DIBOTTE GLI INERMI ATTIVISTI DEL GENOA SOCIAL FORUM CHE ERANOSTATI FATTI ALLOGGIARE LÌ DAL COMUNE DI GENOVA. SEGUIRONOBUGIE E DEPISTAGGI. OGGI LA VERITÀ È CONSEGNATA ALLA STORIA.

Un sottosegretario della Presidenza del Consiglio che solidarizzacon i vertici della Polizia di Stato, condannati, che all’epocadei fatti di Genova (luglio 2001) si macchiarono di gravireati, non si era ancora visto in questa nostra Italia di iniziosecolo. E’ avvenuto all’indomani della sentenza definitiva

della Corte di cassazione che ha condannato a quattro anni FrancescoGratteri, attuale capo del dipartimento centrale anticrimine della Polizia,a cinque anni Vincenzo Canterini, ex dirigente del reparto mobile di Romae altri, con la condanna accessoria dell’interdizione per cinque anni daipubblici uffici. Coloro invece non sconteranno la pena saranno i noveagenti del nucleo speciale della Mobile che, riconosciuti colpevoli dilesioni gravi, vedono prescritto il reato per decorrenza dei termini, poichénon esiste il reato di tortura. Gianni De Gennaro, all’epoca dei fatti capodella Polizia, in un primo momento condannato a due anni e otto mesi insecondo grado e poi assolto dalla Cassazione perché il fatto non sussiste,può ancora ricoprire i delicati incarichi istituzionali? Noi pensiamo dino. Oggi che, a parole, si vogliono cambiare le vecchie abitudini, che afronte della crisi economica ci si è inventati la spending review con loscopo di ottimizzare le spese e riorganizzare lo Stato, si cominci adazzerare i posti di potere occupati da chi dimostra molto poco sensodella democrazia e della decenza.

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Ormai è quasi certo: il governo dei tecnicidurerà fino alla primavera del 2013, dopoche al vertice europeo di fine giugno aBruxelles il premier Monti ha ottenutoassicurazioni sulla politica di sviluppo e

sul controllo dello spread. Si capirà dopo il tipo di ac-cordo e come reagiranno i mercati ma, i partiti che losostengono ad una consultazione elettorale imminente(ad ottobre per intenderci) non sono affatto pronti;per dirla con parole povere non sanno che pesci pren-dere, non hanno un programma, non hanno una coa-lizione e non hanno un leader.

Il Popolo delle Libertà aspetta di essere rifondatodal suo fondatore Berlusconi, che fa capire che po-trebbe ancora guidare la coalizione di centro destra perla prossima tornata elettorale, ma la coalizione per oranon esiste più, perché la lega di Maroni prende le di-stanze da Roma e sembra aver ristretto il suo ambitopolitico al nord e punta alla Regione Lombardia vistele difficoltà del suo presidente Formigoni.

Senza la Lega alleata una parte del PDL pensa chel’attuale maggioranza potrebbe andar bene anche perla prossima legislatura. L’idea non dispiace affatto aduna parte del Partito Democratico che vede Monticome proprio riferimento, quindi, la necessità di con-tinuare il lavoro di questi mesi con la stessa coalizione.

Bersani si dice certo di vincere, ma non sa quali sa-ranno i partiti alleati; non sconfessa per il momentoVendola e Di Pietro ma guarda con attenzione a Casinied al centro. L’incertezza è sovrana nel centrosinistraanche per quanto riguarda il leader: dovrebbe esserescelto con le primarie ma ancora non si capisce se ri-guarderanno solo il Partito Democratico o l’ intera coa-lizione come chiede Vendola ma la coalizione ancoranon esiste ed il segretario di SEL, se vuole parteciparealle primarie, si deve iscrivere al partito di Bersani.

D’Alema, che nel partito conta ancora, dice che sta

per nascere un nuovo centrosinistra europeo e vedeMonti in sintonia con questa svolta affermando che“l’attuale Premier ha posizioni compatibili con il no-stro orizzonte programmatico“.

Monti, quindi, oltre a rappresentare per molti ilsalvatore della Patria, il manovratore che non deve es-sere disturbato, può fare benissimo il leader di en-trambe le coalizioni, quella di destra e quella disinistra, tanto i programmi politici non ci sono, ma ne-anche servirebbero, la linea basta concordarla conl’Europa e con la cancelliera tedesca.

A D’Alema ha risposto sul Corriere del 4/07/12 Er-nesto Galli Della Loggia affermando che: “nessunapersona ragionevole può pensare che Mario Monti siadi sinistra, così come nessuna persona ragionevole puòpensare che la politica del suo governo sia una politicadi sinistra“.

In questa situazione difficile dal punto di vista eco-nomico, complicata dal punto di vista politico con ipartiti allo sbando, agli elettori non resta che votareGrillo, che almeno li fa ridere.

Noi che non ci vogliamo rassegnare, pensiamo cheun’altra strada esiste: l’unità dei partiti di sinistra, uniticontro il governo Monti ed i partiti che lo sostengono.L’unità dei partiti della sinistra contro questo sistemaeconomico che ha aggravato i problemi dell’umanità,concentrando la ricchezza mondiale nelle mani dipochi e costringendo alla miseria miliardi di persone.L’unità dei partiti della sinistra per un nuovo modellodi sviluppo: un nuovo modo di produrre e di consu-mare che garantisca benessere e felicità per tutti i po-poli nel rispetto dell’ambiente. Una società dove nonci sia più posto per tutti gli speculatori finanziari, ba-sata sulla giustizia, sull’eguaglianza e sulla libertà ditutti, una società dove la ricchezza del pianeta e le ri-sorse disponibili siano a disposizione di tutti.

Francesco Cuzzocrea

QUALE GOVERNO dopo quello tecnico?

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Con delibera di Giunta n°118 del 23giugno 2012, il Comune di Gaggianoha aggiornato l’Albo a cui sono iscrittele Associazioni locali e nazionali. Nel-l’Albo sono previsti tre gradi di appar-

tenenza (1°- 2° - 3°) che indicano le sovvenzioni acui dette associazioni hanno diritto.

Il primo grado (riservato a quelle umanitarie edi volontariato) dà diritto ad una sede e a sovven-zioni più corpose; il secondo grado alle sole sov-venzioni e il terzo è il puro e semplice riconosci-mento ed il diritto al Patrocinio (spesso gratuito)per le iniziative realizzate.

In realtà l’Amministrazione è sempre statamolto “flessibile” accordando il Patrocinio anche

ad altri soggetti non iscritti e gli stessi criteri sisono dimostrati molto elastici. Nella seduta delgiugno scorso sono state cancellate: Il Circolo delPonte e l’Associazione PRO LOCO Gaggiano; la primauna gloriosa associazione nata a corollario delmensile omonimo che ha caratterizzato un tren-tennio di vita gaggianese; la seconda una meteoraelettoralistica orchestrata dal locale PDL e chenon è mai seriamente decollata. Nuova entratal’AVAS. Vi sono quelle che vengono declassate equelle che avanzano di grado: la Croce Oro passadal secondo al primo grado; il Certosino dalsecondo al terzo; l’Associazione Mambre e la Con-trada Bonirola dal terzo al secondo.

Vittorio Ciocca

ASSOCIAZIONI: il Comune aggiorna l’Albo

COSTRUZIONE ZANZARIERE CANCELLI ESTENSIBILI - TAPPARELLE

TENDE DA SOLE - SERRAMENTI IN ALLUMINIO - VENEZIANE

Vigano di Gaggiano (MI) - Via Danimarca 7 tel. 02 90841850 | fax 02 90843740

Preventivi gratuiti. Si riparano zanzariere

CENTRO ZANZARIEREdi BARRETTA MAURO

ALIENAZIONE AUTOMEZZICon determinazione n° 267 del 26 giugno, ilComune ha alienato due ciclomotori PIAGGIO atre ruote (base d’asta 200 € cad.) e un autocarroWOLKSWAGEN 245 (base d’asta 270 €). Se li èaggiudicati tutti e tre il signor Roberto Raimondodi Busto Arsizio per 700 €.

GIOCHI NEI PARCHICon determinazione n° 275 del 4 luglio,l’Amministrazione provvede alla manutenzione

ordinaria dei giochi installati in alcune aree verdidel paese. Assegna l’incarico alla ditta HOLZHOFdi Mezzolombardo (TN) per la modica cifra di €266,20. Viene sostituito un seggiolino perteleferica e una barra curva.

CIMITERO: A.S.G.A. fino al 2014.Con delibera di Giunta n°95 del 19 maggio,l’Amministrazione comunale ha affidato ad ASGAla gestione dei servizi cimiteriali fino al 31dicembre 2014. Il costo dell’operazione è di65.000 euro.

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L’ultimo pezzo, prima delle meritate

vacanze agostane, lo dedichiamo a

una “buona notizia”: a Trezzano s/N,

il 18 giugno scorso, è stato approvato

il Bilancio preventivo 2012.

Certo che con un Sindaco provvisto

di così “notevoli attributi”, con una

maggioranza così “coesa e determi-

nata”, un funzionario così “solerte e

competente” e, dulcis in fundo, una

opposizione così “responsabilmente

presente” non poteva essere altri-

menti.

Eppure, nonostante questa situazione

idilliaca, noi trezzanesi continuiamo a

percepire una sensazione alquanto

spiacevole che potremmo tradurre

così: rispetto al bilancio approvato, se

imboccassimo l’autostrada del sole

contromano, in pieno esodo vacan-

ziero, magari un po’ alticci, rischie-

remo sicuramente meno pericoli.

La sediaadondolo

Nella seduta del 18 giugno il ConsiglioComunale di Trezzano sul Naviglio haapprovato con 12 voti favorevoli e 6contrari il bilancio di previsione 2012.Vota a favore anche il consigliere Perrone,

già IDV ed ora indipendente, scatenando le ire deiconsiglieri del Pd e di Trezzano Oltre che urlano,giustamente, al tradimento senza riuscire ad essereperò, a loro volta, totalmente credibili. Tutti si ri-corderanno, infatti, il salto della quaglia effettuatoda Trezzano Oltre passato, in men che non si dica,dalla bocciatura del bilancio 2011, bollato conparole di fuoco, all’ingresso in maggioranza con unsuo esponente proprio per gestire lo stesso facendopoi ritorno, a stretto giro di posta, dopo soli 2mesi, all’opposizione.

Tutti si ricorderanno anche che il Pd, fino a pocotempo fa, deteneva, in accordo con la maggioranza,la presidenza della Commissione Finanze e Bilancio,cioè una delle commissioni politiche per eccellenzae che, in diversi Consigli Comunali, ha soccorso lasquinternata maggioranza Tomasino garantendoneil numero legale.

In un Consiglio così composto vale sicuramenteil detto “chi non ha peccato scagli la prima pietra”.

La verità è che questo Consiglio Comunale deve

andarsene a casa per manifesta incapacità di inten-dere e di volere.

Il bilancio approvato si riduce, in pratica, ad unaumento indiscriminato della tassazione dopo che ilcentro-destra aveva fatto campagna elettorale promet-tendone un abbassamento e accusando la maggio-ranza di centrosinistra di essere il “partito delle tasse”.

L’aliquota base per il commerciale e per le se-conde case è stata portata al massimo consentito, l’1,06%. Non è stata ridotta ma confermata quellasulla prima, mentre è stata aumentata l’IRPEF co-munale dello 0,3% portandola allo 0,8%. E’ statoinserito a bilancio, tra l’altro, 1 milione di euro darecuperare per mezzo di multe (rosso-stop e auto-velox): niente male per chi in campagna elettoraleprometteva che “non avrebbe mai messo le maninelle tasche dei trezzanesi”.

Tutto questo viene fatto passare con la necessitàdi rientro nel Patto di Stabilità, foglia di fico usata daquesta amministrazione per giustificare ormai qual-siasi scempiaggine. Da segnalare, magari per susci-tare qualche riflessione, l’ammontare delle entratetributarie che dal 2010 al 2012 sono fortemente inaumento. Nel 2010 l’amministrazione Scundi incas-sava 14.300.000 euro; nel 2012 l’amministrazioneTomasino prevede di incassarne 16.443.000.

Per il piano triennale delle opere pubbliche siprevede un investimento di 3.250.000 euro, ma laprogrammazione manca di vera progettualità: è unbilancio senza una fisionomia chiara, senza unachiara direzione di marcia, all’insegna del tiriamo acampare e dell’aumento indiscriminato delle tasse.

Come al solito il Consiglio Comunale di Trez-zano sul Naviglio risulta, come da due anni a questaparte, sempre uguale a se stesso, con una maggio-ranza votata all’immobilismo ed una minoranza,che a turno, ne permette la sopravvivenza.

Giovanni Papa

Bilancio: con la giunta Tomasino AUMENTANO LE TASSE

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l’opin

ione

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Soltanto da pochi giorni è stata confermatadalla Corte di Cassazione, la condanna a3 anni e 6 mesi di reclusione per i poliziotticolpevoli dell’omicidio di Federico Al-drovandi.

Succede il 25 settembre 2005. Il massacro seguito dall’omicidio del diciottenne

ferrarese, per mano di quattro poliziotti che, al suorientro a casa dopo una nottata in discoteca, lo ri-tengono violento, un elemento di disturbo per ilquartiere e sotto forte effetto di stupefacenti.

Succede che le forze dell’ordine in questione,dapprima due, in un momento successivo raggiuntida una seconda volante, affermano di essere statiaggrediti dal giovane a “mosse di karate” e cosìgiustificano la loro legittima difesa, che avrebbecomportato due manganelli spezzati, diversi segnidi violenta colluttazione sul corpo del ragazzo.

Nessun segno però sui corpi degli agenti. Una mancata trasmissione alla procura del bro-

gliaccio delle conversazioni tra i quattro agenti e il113, che per diversi mesi viene tenuto nascosto.

“Lo abbiamo bastonato di brutto…” si scoprepoi siano state le parole di uno dei quattro agenti inuna conversazione con la centrale.

Una testimone oculare sente chiaramente la vocee le grida di aiuto del ragazzo, e vede due dei poli-ziotti accanirsi contro di lui, inerme.

Tanti dubbi, tante opacità nella vicenda, tra cuiil mancato sopralluogo tempestivo del medico legalee successivamente due voci contrastanti di una primaanalisi autoptica, che afferma la morte del ragazzoper eccesso di ketamine ed eroina, e una seconda,che confuta la prima asserendo che le dosi delle so-stanze stupefacenti assunte fossero decisamente in-sufficienti a provocarne la morte, avvenuta inveceper asfissia e schiacciamento del fascio di His (unavalvola cardiaca), provocata dalla pressione degliagenti sul corpo prono di Federico.

Falso, omissione, mancata trasmissione di atti eintralcio di elementi probatori: sono anche questele accuse per cui una seconda inchiesta vede i quattroagenti condannati per eccesso colposo dell’utilizzolegittimo di armi, il 6 luglio 2009, a 3 anni e 6 mesidi reclusione.

La pena non verrà però scontata a causa dell’in-dulto.

E’ tanto chiaro quanto difficile da dimostrareche si tratti di un massacro a sangue freddo, chenon ha motivo nè giustificazione.

Il signor Aldrovandi, padre della vittima, chiedecosa mai avesse potuto fare per essere ridotto così:asfissia, lesioni cerebro-facciali, schiacciamento deitesticoli.

E’ stato trovato morto, ammanettato, in posi-zione supina.

Come, un giovane disarmato e dalle contenutedimensioni fisiche, contro quattro poliziotti armatidi manganelli e pistole, può essersi dimostrato tantoviolento e pericoloso da dover essere ucciso per le-gittima difesa? E’ chiara l’omertà sdegnosa che si falargo in tutta questa storia.

Solo la grande forza dei coniugi Aldrovandimanda avanti le indagini, per scalfire quei dolorosipunti di domanda, guardando fisso negli occhi lequattro forze dell’ordine, i quattro assassini, perchédi questo trattasi.

E’ il 5 marzo del 2010, quando tre poliziottisono stati condannati nel processo Aldrovandibis sui presunti depistaggi nelle indagini, mentre unquarto è stato rinviato a giudizio. La decisione suidepistaggi conferma l’ipotesi accusatoria dell’intral-cio alle indagini fin dal primo momento.

Questa rete di indagini che ancora non portanoa una verità, a una giustizia che possa in qualchemodo alleviare il peso di una vita spezzata, si fastrada sino al 9 ottobre 2010, quando dopo unanuova sentenza della Corte d’Appello viene chiestoai genitori della giovane vittima di non costituirsiparte civile al processo, in cambio di un risarcimentodi 2 milioni di euro.

2 milioni di euro può essere forse consideratauna cifra tanto ingente da risarcire la perdita di unfiglio? No. Nulla, se non la verità vorrebbero i co-niugi Aldrovandi.

Il 21 giugno 2012, come già accennato, si chiudeil processo con la conferma della Corte di Cassa-zione di condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusioneper i quattro poliziotti, Enzo Pontani, Luca Pollastri,Paolo Forlani e Monica Segatto, riservando a unsecondo momento le accuse disciplinari.

Per Amnesty International si è trattato di “unlungo e tormentato percorso di ricerca della veritàe della giustizia” ed esprime solidarietà e vicinanzaai familiari di Federico Aldrovandi, che in questianni hanno dovuto fronteggiare assenza di collabo-razione da parte delle istituzioni italiane e depistaggidell’inchiesta.

Non è certo presente uno sfondo politico nellavicenda, non coinvolge certo centinaia di persone enon si tratta di un massacro collettivo e studiatocon disposizioni di superiori, non si può quindiforse definire il caso Aldrovandi una “seconda Ge-nova”; ma si può continuare a dire no, a indignarsi,davanti a tali inaccettabili vicende che vedono pro-tagoniste vittime innocenti e forze dell’ordine col-pevoli di scempi e protette dallo Stato.

Tania Becce

CASO ALDROVANDI:una verità nascosta troppo a lungo per proteggere le forze del “dis-ordine”

Page 6: Le voci del naviglio N°18 (Luglio 2012)

il la

voro

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In Italia e in Europa la disoccupazione accelera equesto maggio raggiunge livelli record: colpiti inparticolare i giovani, con tassi sempre più elevati.In Italia, secondo l’Istat, il tasso di disoccupazioneha raggiunto il 10,1%, in aumento dell’1,9% su

base annua: record storico per i giovani tra i 15 e i24 anni, al 36,2%, il dato più alto dall’inizio delleserie storiche mensili e trimestrali, registrate nel1992 e nel 2004. Secondo Eurostat nell’Unione eu-ropea tra i giovani di circa 27 anni sono 5 milioni emezzo quelli senza lavoro, mentre sotto i 25 anni,3,4 milioni.

Il Paese meno toccato dal problema è la Germa-nia, con il tasso di disoccupazione giovanile piùbasso al 7,9%; tra i più interessati si colloca invecel’Italia. Nelle leggi del ministro Fornero, afferma DiPietro, ‘’non c’e’ una sola norma che serva a incen-tivare l’occupazione giovanile, ne’ per via diretta,con qualche forma di incentivazione all’assunzionedi ragazze e ragazzi, ne’ per via indiretta, con un so-stegno alla sviluppo che porterebbe alla creazionedi posti di lavoro.

Al contrario, quasi tutte le principali leggi varatedal governo Monti sembrano fatte apposta per nonfar trovare lavoro ai giovani. Con il blocco dei pen-sionamenti, Monti e la Fornero hanno impedito ognipossibile ricambio e, di fatto, hanno ‘licenziato pre-ventivamente’ 800mila giovani”.

Dissente Anna Finocchiaro – senatrice del PD-affermando che non è affatto vero che il governoMonti sia “nemico” dei giovani.

“E’ necessario – asserisce la Finocchiaro – chequalsiasi risorsa che venga individuata, a partire daitagli della spending review, sia utilizzata per crearenuova occupazione. Ma accanto al rigore necessarioservono misure che muovano l’economia reale epermettano ad imprese, ma anche agli enti locali, ad

esempio, di creare nuovi posti di lavoro”.Ma oltre ai meri dati statistici, pensiamo a

quanto sia frustrante per un giovane mandare cur-riculum spesso a vuoto, accontentarsi volta pervolta di posti di lavoro che non siano al livello delleproprie capacità e che non rendano giustizia ai sa-crifici accademici.

Immaginiamoci cosa possa vedere un giovaneche guardi oggi al proprio futuro: incertezza.

Impossibilità di realizzarsi, ma anche semplice-mente di mettere su casa, pensare a una famiglia,per non parlare della carriera. Quasi una chimeraper il giovane italiano di oggi.

Poniamo ora a confronto questa visione conquella di un cinquantenne con molti anni lavorativialle spalle, che come è giusto, altro non aspetta chela meritata pensione.

Invece no: niente posti di lavoro per i giovani eaumento degli anni lavorativi per coloro in età dipensionamento.

Non pare che vada rivisto, e forse capovolto, ildecreto Spending Review?

Mai visto decreto più complementare alla pro-fezia dei Maya.

Tania Becce

NIENTE LAVORO E NIENTE PENSIONI.Spendig Review: un decreto che rema contro la crescita della società.

Ci potete trovare anche su facebook all’indirizzo “Le Voci del Naviglio” e sul blog giovanicomunistitrezzano.blogspot.itPer qualsiasi segnalazione, lettere alla redazione e consigli scrivete a: [email protected]

EditoreAssociazione Le Voci del NaviglioDirettore ResponsabileVittorio CioccaComitato di redazioneMauro Scolari, Samir Adraoui, Vittorio Ciocca, Luigi Ferrario, Rosario Pascarella, Daniela Roman, Mattia Scolari, Francesco CuzzocreaHanno collaboratoBruno Accetta, Tania Becce, Edoardo Pascarella, Giovanni Papa, StampaGalli Thierry stampa srl - Milano Distribuito a Gaggiano e Trezzano S/N

Autorizzazione del tribunale di Milano n° 35 del19/01/2011

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il lavoro

7

Aria di scontro sociale nella piccola Re-pubblica di San Marino. Il 22 giugno si èsvolto con un’ottima partecipazione losciopero generale indetto dalla sigla unitariasindacale CSU (Centrale Sindacale Uni-

taria) che raggruppa al suo interno due dei sindacatipiù importanti del paese: la CSdL (ConfederazioneSammarinese del Lavoro) e la CDLS (ConfederazioneDemocratica Lavoratori Sammarinese).

Un lungo serpentone, partito da Piazzale Bel-luzzi, composto da 700 persone secondo il quoti-diano “Il Resto del Carlino”, circa 1000 perl’Osservatorio delle Forze dell’ Ordine, tra i 1500-2000 per gli organizzatori, è scivolato per le vie cit-tadine sino a raggiungere il Palazzo Pubblico, sededei principali organi istituzionali e amministrativi,dove era in corso una seduta del Consiglio Grandee Generale.

Tra fischi, slogan e cartelloni recanti frasi come“il popolo ha fame”, i segretari generali dei due sin-dacati hanno potuto prendere la parola e rivendi-care le motivazioni alla base di questamobilitazione, accusando il governo di essere lon-tano dalle richieste e dalle necessità del mondo dellavoro tanto da aver gettato la piccola Repubblica,famosa per il suo benessere economico, da alcunimesi a questa parte, in un completo stato di agita-zione e indignazione.

Causa principale è la nuova Riforma Tributarianecessaria per rimpinguare le casse dello stato in unparticolare momento di difficoltà economica, ancorpiù aggravata dalla terribilecrisi mondiale abbattutasicon la sua scure anche sullaSerenissima.

Ciò che più ha infastiditoi sindacati e i lavoratori di-pendenti locali e frontalieri (iquali sono assoggettati aduna doppia contribuzione fi-scale, quella dovuta al Ti-tano e quella dovuta all’Italia) è stato lo stravolgi-mento operato in sede di Commissione Finanziariadel testo della riforma precedentemente concordatotra sindacati e Governo e dal fatto che, come haspiegato il segretario generale della ConfederazioneSammarinese del Lavoro Giuliano Tamagnini, “da-vanti a noi il capogruppo della Democrazia Cri-stiana ha candidamente affermato che la partita tralavoratori dipendenti e autonomi non era mai statadefinita chiaramente. E’ stata quindi una presa ingiro durata mesi”.

Il comunicato della CSU, rilasciato per motivarele ragioni e convocare i lavoratori allo sciopero, è

chiaro: in questa Riforma Tributaria “viene realiz-zata una inaccettabile parificazione tra il tratta-mento del lavoro autonomo e quello del lavorodipendente - recita il comunicato - applicando indi-stintamente per tutti le stesse aliquote contributivee gli stessi scaglioni di reddito dei lavoratori dipen-denti. Ciò è un fatto inaudito, che non ha riscontriin nessun paese evoluto, in quanto queste due tipo-logie di reddito sono totalmente differenti, tant’è cheil reddito da lavoro autonomo, nella sua determi-nazione, beneficia di una lunga serie di sgravi, dacui il lavoro dipendente è completamente escluso.Se questa legge venisse approvata così com’è, da-rebbe un ulteriore durissimo colpo alla concerta-zione e alla democrazia partecipativa”. E’fondamentale, inoltre, secondo Marco Tura, leaderdella CdLS, che nel suo discorso al Pianello ha at-taccato «qualche libero professionista travestito dapolitico che ha parificato il trattamento impositivotra redditi da lavoro dipendente e autonomo”, “cac-ciare gli speculatori da questo Paese”.

Non soltanto critiche da parte della CSU maanche proposte concrete contenute in un documentodi “controriforma”. Tra gli interventi ipotizzatil’abolizione dello “splitting” cioè il riconoscimentodelle spese produzione reddito, l’introduzione delquoziente familiare per i lavoratori dipendenti, l’isti-tuzione dello scontrino fiscale e di una quota di red-dito massimo di responsabilita’ sociale, un’impostapatrimoniale, tassazione di rendite finanziarie, plu-svalenze immobiliari, dividendi e benefit per lavo-

ratori autonomi e societa’ edinfine, nuovi strumenti perl’accertamento dei redditi epatrimoni nascosti al fisco,elemento non previsto nellariforma governativa, inquanto – come si legge inuna nota della CSU - a SanMarino il 30% dei lavora-tori autonomi dichiara bi-lanci in perdita, quindi senzaversare alcunché al fisco,

mentre il 70% dichiara meno di 25/30mila euro, ov-vero la retribuzione media dei lavoratori dipendenti.Proposte quindi finalizzate all’equità sociale, tute-lando i lavoratori e i pensionati e mettendo al centrola famiglia.

Che la Riforma Fiscale sia necessaria è ricono-sciuto dagli stessi sindacati, non si può accettare,però, una riforma i cui contenuti siano, come af-ferma il solito Tamagnini, “colpire il reddito dei la-voratori dipendenti, senza garantire vera equita’,trasparenza e lotta all’evasione”.

Mattia Scolari

Scontro sociale A SAN MARINO

Page 8: Le voci del naviglio N°18 (Luglio 2012)

Ore 18 Aperitivo

Ore 19,30 Apertura ristorante

Ore 21 Concerto con i

(musica rock)

SPECIALITA’ GNOCCO FRITTO

NOTTE ROSSAL A L U N A E ’ R O S S A E L A N O T T E A N C H E

SABATO 1 SETTEMBREPresso l’Aerea Feste di via Gramsci,36

A GAGGIANO

FEDERAZIONE DELLA SINISTRA Trezzano s/n. - Gaggiano