lastrategianazionale perlabiodiversità initalia · 2019-02-14 · plantbiosystems,142(3):540-549....

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P ALOMBI EDITORI La Strategia Nazionale per la Biodiversità in Italia

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PALOMBI EDITORI

LaStrategiaNazionaleper laBiodiversità

in Italia

Centro Interuniversitario di Ricerca“Biodiversità, Fitosociologia ed Ecologia del Paesaggio”Sapienza Università di RomaDirettore Carlo BLASI

Società Botanica ItalianaPresidente Francesco Maria RAIMONDO

Curatori:Carlo Blasi, Michela Marignani, Caterina Morosi, Alessandro La Posta,Marina Andreella, Eugenio Duprè, Laura Pettiti, Nicoletta Tartaglini, Anna Maria Maggiore,Federico Cinquepalmi & Damiano Luchetti

Supporto ai Curatori:Ilaria Anzellotti, Sandro Bonacquisti, Piera Di Marzio & Barbara Mollo

Foto di:Mattia Azzella, Eva Del Vico, Raffaella Frondoni, Leonardo Rosati,Sandro Bonacquisti, MATTM-Panda photo

Copertina:Paesaggio senese. Foto I. Anzellotti

Quarta di copertina:MATTM-Panda Photo. Foto S. Meyer

NATIONAL FOCAL POINTNome completo dell’istituzione Ministero dell’ambiente e della tutela del Territorio e del MareNome e titolo del responsabile Dr. Aldo Cosentino Direttore GeneraleIndirizzo Vie Capitan Bavastro, 174 00154 RomaTelefono +39 06 57228701Fax +39 06 57228707E-mail [email protected]

Strategia Nazionale per la Biodiversitàin Italia

© 2009

Diritti riservati:Ministero dell’Ambiente e della Tuteladel Territorio e del MareDirezione per la Protezione della Natura

Progettazione e realizzazione grafica acura di:Palombi & Partner S.r.l.Via Gregorio VII, 224,00165 Romawww.palombieditori.it

Finito di stampare in Dicembre 2009Palombi & Partner S.r.l.

ISBN 978-88-6060-259-6

La conservazione della biodiversità e l’uso sostenibile delle risorse garantiscono il correttofunzionamento degli ecosistemi così come la fornitura dei loro servizi, che sono le basiessenziali della vita e dell’economia umane.

La società moderna e l’economia sono, infatti, legate in modo sistemico all’uso dellerisorse naturali e dei sistemi produttivi. In particolare, questa stretta dipendenza si manifestacon le attività agricole e forestali, oltre che con le attività collegate ai trasporti, al turismo ealla crescita urbana.

I benefici diretti e indiretti della biodiversità si riflettono in servizi riguardanti i prodotti(cibo, principi farmaceutici, materie prime, acqua), la regolazione (controllo climatico,protezione dagli eventi estremi), il supporto (produzione di ossigeno, formazione del suolo) egli interessi culturali (aumento delle conoscenze, valore estetico, relazioni sociali).

Realizzare un bilancio ottimale tra tutela della biodiversità, valorizzazione delle risorsenaturali e sviluppo economico significa perseguire l’obiettivo dello sviluppo sostenibile.Inoltre, la perdita di biodiversità e la riduzione dell’efficienza dei servizi ecosistemici hannocosti economici e sociali rilevanti non solo in relazione alla sostenibilità ambientale, ma ancheai tentativi in atto per ridurre la povertà, la fame e la malattia nel mondo.

Grazie alle sue caratteristiche ambientali e storiche, l’Italia è un paese che contiene, atutti i livelli di organizzazione biologica e territoriale, un elevato valore di biodiversità. In questo contesto,studi e attività di ricerca rappresentano il presupposto irrinunciabile per la sostenibilità ambientale discelte e azioni future.

Per elaborare una Strategia Nazionale per la Biodiversità entro il 2010, il Ministero dell’Ambiente edella Tutela del Territorio e del Mare ha realizzato, con la collaborazione di oltre 100 ricercatori, il volume“Stato della Biodiversità in Italia. Contributo alla Strategia Nazionale per la Biodiversità”. Nello stesso anno,con il contributo del sistema universitario nazionale e il coordinamento scientifico della Sapienza,Università di Roma, sono state prodotte cartografie e banche dati di valenza nazionale, raccolte nelCD-Rom “GIS Natura”.

Per realizzare la Strategia Nazionale, l’Italia ha anche avviato un percorso istituzionale in linea con ilprocesso di federalismo in corso, che attribuisce alle Regioni il governo del territorio e allo Stato la tuteladella biodiversità. In tale processo la Conferenza Stato-Regioni è la sede istituzionale per approvare entro il2009 la Strategia Nazionale per la Biodiversità.

Nel 2010, anno mondiale della Biodiversità, sarà presentata ufficialmente la Strategia Nazionale nelcorso della PrimaConferenza Nazionale per la Biodiversità.

Stefania PrestigiacomoMinistro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

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Premessa

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Foto L. Rosati

Foto E. Del Vico

Foto S. Burrascano

Foto S. Burrascano

Il volume “Stato della Biodiversità in Italia. Contributo alla strategia nazionale per labiodiversità” e la banca dati “GIS Natura”, prodotti nel 2005, costituiscono il primopasso per la conoscenza della biodiversità a livello nazionale.

Negli anni successivi, facendo riferimento alla Comunicazione dell’Unione Europea“Arrestare la perdita di Biodiversità entro il 2010 - e oltre. Sostenere i serviziecosistemici per il benessere umano” (COM 216/2006) e relativo Piano d’azione,sono state portate avanti iniziative e azioni riguardanti la biodiversità e completatistudi e progetti di ricerca di carattere tassonomico ed ecologico propedeutici alladefinizione della Strategia Nazionale.

La COM 216/2006 testimonia l’importanza di una politica comunitariaintersettoriale per la biodiversità, fondata sulla consapevolezza dei beni e servizi chequesta offre per il benessere umano e la sopravvivenza della vita sulla Terra; inoltre,afferma il ruolo leader che l’Europa intende assumere a livello internazionale perrafforzare l’attuazione della Convenzione sulla Diversità Biologica.

La comunicazione è accompagnata dal Piano d’Azione europeo, che identifica 4 “areestrategiche”, 10 “obiettivi prioritari” e 47 “obiettivi operativi” organizzati in 157“azioni concrete”.

IL PIANO D’AZIONE EUROPEO - AREE STRATEGICHE E OBIETTIVI PRIORITARI

Area 1: La biodiversità nell’UEOB. A1: Salvaguardare gli habitat e le specie più importanti dell'UE

OB. A2: Conservare e ripristinare la biodiversità e i servizi ecosistemici nel contesto ruraledell'UE

OB. A3: Conservare e ripristinare la biodiversità e i servizi ecosistemici nell'ambiente marinodell'UE

OB. A4: Rafforzare la compatibilità tra lo sviluppo regionale e territoriale e la biodiversitàall'interno dell'UE

OB. A5: Ridurre sensibilmente l'impatto delle specie esotiche invasive e dei genotipi esoticisulla biodiversità dell'UE

Area 2: La biodiversità nell’UE e nel mondoOB. A6: Rafforzare sensibilmente l'efficacia della governance internazionale per la biodiversità

e i servizi ecosistemici

OB. A7: Potenziare notevolmente il sostegno alla biodiversità e ai servizi ecosistemicinell'ambito dell'assistenza esterna dell'UE

OB.A8: Ridurre drasticamente l'impatto degli scambi internazionali sulla biodiversità e iservizi ecosistemici su scala planetaria

Area 3: La biodiversità e i cambiamenti climaticiOB. A9: Sostenere l'adattamento della biodiversità ai cambiamenti climatici

Area 4: La base delle conoscenzeOB. A10: Potenziare in maniera sostanziale la base di conoscenze per la conservazione e l'uso

sostenibile della biodiversità, all'interno dell'UE e nel mondo

Il IV National Report per la CBD, predisposto dal MATTM nel 2009 a partire dal Pianod’azione comunitario, riporta i risultati raggiunti a livello nazionale e regionale eindividua il percorso per la definizione di una strategia nazionale proiettata oltre il 2010.

Strategia Nazionale per la

Biodiversità: 2010 e oltre

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Il completamento delle conoscenze di base, l’integrazione delle politiche economichecon la centralità dei servizi ecosistemici, e il coinvolgimento determinante dei governiregionali sono il riferimento culturale, scientifico e politico della Strategia Nazionale perla Biodiversità.

Oltre all’Obiettivo 2010 (Arrestare la perdita di Biodiversità entro il 2010), si voglionoassumere come prioritari altri obiettivi post 2010 quali l’equilibrio tra tutela e sviluppo,l’equilibrio tra economia e servizi ecosistemici e l’esigenza di realizzare una rete di “co-municazione” capace di informare tutti i livelli della società (dai Governi regionali aisingoli cittadini) in merito alle conoscenze acquisite e alle nuove opportunità che labiodiversità determina in termini di innovazione tecnologica e di valorizzazione dellerisorse ambientali (VI Programma d’Azione comunitario per l’Ambiente 2007-2013).

Blasi C., Boitani L., La Posta S., Manes F., Marchetti M. (eds), 2005 – Biodiversità in Italia. Contributo allaStrategia Nazionale per la Biodiversità. Palombi Editori, Roma.

Commission of the European Communities, 2001 - Communication from theCommission to theCouncil,the European Parliament, the Economic and Social Committee and theCommittee of the Regions onthe Sixth Environment Action Programme of the EuropeanCommunity 2001-2010 ‘Environment 2010:Our future,Our choice’. COM (2001) 31 final.

Commission of the European Communities, 2006 - Communication from theCommission Halting theLoss of Biodiversity by 2010—and Beyond. Sustaining ecosystem services for humanwell–being.COM(2006) 216 final. OJ C 184/11 .

Conti F., Abbate G., Alessandrini A., Blasi C., 2005 – AnAnnotatedChecklist of the ItalianVascular Flora.Palombi Editori, Roma.

The EuropeanUnion’s Biodiversity Action Plan “Halting the loss of Biodiversity by 2010 - and beyond.Sustaining ecosystem services for humanwell-being”.

http://ec.europa.eu/environment/nature/biodiversity/comm2006/index_en.htmFourth National Report to theCDB. http://www.cbd.int/reports/Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio, Politecnico di Torino, 2005 - GIS NATURA. Il GIS delle

conoscenze naturalistiche in ItaliaStoch F., 2000 - CKMAP2000: software e help on-line, versione 3.4. Ministero dell’Ambiente (Roma) e

Museo Civico di Storia Naturale (Verona).The Sixth Environment Action Programme of the EuropeanCommunity 2002-2012.http://ec.europa.eu/environment/newprg/index.htm

Foto S. Bonacquisti

Foto L. Rosati

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Paesaggio

La complessità ambientale (clima, litologia, morfologia, flora,fauna) e la lunga storia di utilizzazione umana hanno determinatoin Italia una straordinaria ricchezza di paesaggi.Recentemente, il Ministero dell’Ambiente e dellaTutela delTerritorio e del Mare e il Centro di Ricerca Interuniversitario“Biodiversità, Fitosociologia ed Ecologia del Paesaggio” hannoprodotto una nuova cartografia dei sistemi e sottosistemi diterritorio da cui emerge la straordinaria eterogeneità territoriale epaesaggistica italiana, riassumibile in:3 Regioni di paesaggio24Sistemi di paesaggio (con l’esclusionedi ghiacciai, laghi e lagune)149Sottosistemi di paesaggio.

Questa classificazione territoriale diviene ecoregionale conl’inserimento delle informazioni derivanti dallaCarta delle Serie diVegetazione in termini di tappe mature o vegetazione naturale

potenziale e paesaggistica con le informazioni sull’uso del suolo esulla storia dell’insediamento umano.

Priorità d’azione

• Realizzare analisi diacroniche per monitorare i cambiamentidi uso del paesaggio.

• Aumentare la diversità del paesaggio, con particolareriferimento ai paesaggi culturali.

• Promuovere il recupero delle foreste, includendorimboschimenti e imboschimenti, anche in aree urbaneattraverso la valorizzazione e l’uso di specie legate aglihabitat autoctoni.

• Promuovere l’utilizzo di una rete ecologica a scala dipaesaggio che sia di base per lo sviluppo delle città, lapianificazione e la progettazione.

Blasi C., 2007 - Valutazionedello statodi conservazionedei Parchi Nazionali e dei paesaggi d’Italia. Convenzione tra il MATTM–DPN e il CIRBFEP. Roma.Blasi C., Carranza M.L., Frondoni R., Rosati L., 2000 – Ecosystem classification andmapping: a proposal for Italian landscapes. AppliedVegetation Science, 3(2): 233-242.Blasi C., Bovio G., Corona P., Marchetti M., Maturani A. (a cura di). Incendi eComplessità Ecosistemica. Dalla pianificazione forestale al recuperoambientale. Ministero

dell’Ambiente eTutela del Territorio, Società Botanica Italiana, Palombi Editori, RomaBlasi C., ed. 2007 – Le foreste vetuste nei Parchi Nazionali d’Italia – caratterizzazione floristica, vegetazionale, strutturale e lineeguida per la conservazione e lagestione.

Convenzione tra il MATTM–DPN e il CIRBFEP. Roma.Blasi C., ed. 2007 – Primo contributo alla definizione delle IPAs (Important Plants Areas). Convenzione tra il MATTM–DPN e il CIRBFEP. Roma.Blasi C., Zavattero L., Marignani M., Smiraglia D., Copiz R., Rosati L., DelVico E., 2008 - The conceptof land ecological network and its design usinga land unit approach.

Plant Biosystems, 142 (3): 540-549.

Carta dei Paesaggi d’Italia (1:1.000.000) Carta del Fitoclima d’Italia (1:500.000) Carta delle Serie di Vegetazione d’Italia (1:500.000)

Foto I. Anzellotti

La fauna italiana è la più ricca tra quelle dei Paesi europei (56.000specie) e delle quasi 42.000 specie di animali terresti identificateper il territorio italiano, più di 4.000 (il 10% circa del totale) sonoendemiche.Per le diverse classi deiVertebrati le specie minacciate oscillanotra il 47% e il 68%. Considerando solo le specie minacciate si haun livello di pericolo elevato per il 14% degli anfibi, il 5% deirettili, il 23% degli uccelli e il 15% dei mammiferi.Si riporta la situazione di alcuni gruppi particolarmentesignificativi:

Pesci delle acque dolci: il 60% delle specie presenti in Italiasono alloctone, mentre lo stato di conservazione delleautoctone è estremamente critico.

Coleotteri: circa il 18% delle specie italiane sono endemiche(più di 2.100 su un totale di 12.300). Le aree a maggior rischiosono le foreste relitte planiziali e le zone umide.

Farfalle: le specie italiane sono 5.127, corrispondenti al 60%della fauna europea a lepidotteri.

Uccelli: le 473 specie di uccelli stanno attraversando unperiodo di grande cambiamento, è quindi importante poterdisporre di programmi di monitoraggio a scala nazionale.

Grandi carnivori: si tratta di specie di grande impattosull’opinione pubblica e con rilevanti problemi di gestione.L’esperienza di conservazione e gestione ha permessol’espansione del lupo e la ricomparsa dell’orso e della lincesulle Alpi.

Priorità d’azione

• Migliorare gli schemi di monitoraggio presenti a livelloregionale e inserirli in un contesto coerente a livellonazionale.

• Favorire l’integrazione delle misure di conservazione dellafauna nell’ambito di una gestione agro-silvo-pastoralesostenibile.

• Minimizzare i conflitti e aumentare il consenso da partedell’opinione pubblica attraverso la mitigazione dei danniprodotti dalla fauna selvatica.

• Garantire una gestione venatoria sostenibile.• Gestire il problema delle specie aliene esotiche attraversoprevenzione, risposta rapida alle nuove invasioni ederadicazione e controllo per le specie esotiche invasive.

Fourth National Report to theCDB. http://www.cbd.int/reports/AA.VV., 2005 - Fauna. In: Blasi C., Boitani L., La Posta S., Manes F., Marchetti M.

(eds) Biodiversità in Italia.Contributoalla StrategiaNazionale per la Biodiver-sità. Palombi Editori, Roma. Pp. 239-360.

Minelli A., Chemini C., Argano R., Ruffo S. (a cura di), 2002 – La Fauna in Italia.Touring Editore, Milano, e Ministero dell’Ambiente e dellaTutela delTerrito-rio, Roma. 448 pp.

Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (a cura di), 1993-1995 – Checklist delle speciedella fauna italiana. Fascicoli 1-110. Calderini, Bologna.

Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare / DPN, 2008 – Lafauna italianadalla conoscenzaalla conservazione.The italian fauna fromkno-wledge to conservation. Palombi & Partner, Roma. Pp 1-38.

Ministero dell’Ambiente eTutela delTerritorio e del Mare, Istituto Nazionale perla Fauna Selvatica, Collana Quaderni di conservazione 28 volumi

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Fauna Terrestre

Foto MATTM-Panda Photo (M. Campora)

Foto MATTM-Panda Photo (M. Lanini)

Numero di entità vascolari (specie esottospecie) nelle 20 regioni italiane

N° entità N° endemiche

Valle d’Aosta 2,174 6Piemonte 3,521 40Lombardia 3,220 61Trentino-Alto Adige 2,985 59Veneto 3,295 53Friuli-Venezia Giulia 3,335 28Liguria 3,131 55Emilia-Romagna 2,726 61Toscana 3,435 155Marche 2,571 106Umbria 2,360 95Lazio 3,228 166Abruzzo 3,232 180Molise 2,412 117Campania 2,844 154Puglia 2,287 96Basilicata 2,636 159Calabria 2,630 206Sicilia 3,011 322Sardegna 2,408 256Italia 7,634 1,024

Priorità d’azione

• Realizzare una cartografia della flora ascala regionale e identificare gli habitatterrestri con elevata diversità da inserirenei futuri stadi di revisione della ReteNatura 2000.

• Coinvolgere le aree protettenell’identificazione di uno o piùobiettivi di conservazione in situ.

• Coinvolgere i musei, e in particolare iGiardini Botanici, presenti su tutto ilterritorio nella progettazione di politichecoerenti di conservazione ex situ.

• Monitorare l’evoluzione, in terministrutturali e qualitativi, delle AreeImportanti per le Piante (ImportantPlantAreas).

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Conti F., Abbate G., Alessandrini A. e Blasi C. (Eds), 2005 - AnannotatedChecklist of the ItalianVascular Flora.Università di Roma “La Sapienza”, Dip.to di BiologiaVegetale – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Direzione Protezione della Natura. Palombi Editori, Roma.

AA.VV. 2005 - Flora e vegetazione. Pp.149-238 in Blasi C., Boitani L., La Posta S., Manes F., Marchetti M.(eds), 2005 – Stato della Biodiversità in Italia.Contributo allastrategia nazionale per la biodiversità. Palombi Editori Roma.

Blasi C., Marignani M., Copiz R., FipaldiniM., 2009 - Mapping the Important Plant Areas in Italy. Palombi Editori, Roma.http://www2.minambiente.it/pdf-ww2/dpn/biodiversità/important-plant-areas-italy.pdf

Rossi G., Gentili R., Abeli T., Gargano D., Foggi B., Raimondo F.M., Blasi C., 2008 - Flora da conservare. Iniziativa per l’implementazione in Italia delle categorie e deicriteri IUCN (2001) per la redazione di nuove liste rosse. Inf. Bot. Ital. 40 (suppl. 1).

Scoppola A., Blasi C. (Eds), Stato delle conoscenze sulla flora vascolare d’Italia. Palombi Editori, Roma.Scoppola A., Spampinato G., 2005 - Atlante delle specie a rischio di estinzione. CD allegato a: Scoppola A., Blasi C. (Eds), Stato delle conoscenze sulla flora vascolare

d’Italia. Palombi Editori, Roma.

Foto R. Frondoni Foto R. Frondoni

La flora vascolare italiana comprende6.711 specie, ripartite in 196 famiglie e1.267 generi. Le specie vegetali endemichein Italia rappresentano il 15% della floratotale. Dati che non solo mettono l’Italiaal primo posto in Europa per numero dispecie, ma sottolineano anche l’elevatadiversità tassonomica (ricchezza di taxa diordine superiore).

Per le piante vascolari risulta minacciato il19% delle Pteridofite, il 18% delleGimnosperme e il 15% delle Angiosperme(IUCN 1994), in totale 1020 specie, cherappresentano il 15% della flora italiana.

Nel 2006 la Società Botanica Italiana hapromosso l’Iniziativa perl’implementazione delle categorie e deicriteri IUCN per la redazione di nuove ListeRosse. Gli esperti coinvolti in questainiziativa hanno recentemente pubblicato iprimi risultati dell’applicazione dei criteriIUCN (versione 3.1 del 2001) a 40 specietarget della flora italiana.

Flora

BriofiteLa flora briologica italiana risulta essere unadelle più ricche d’Europa, con 1.130 specie(851 Muschi e 279 Epatiche). La ricchezza diquesta flora briologica è evidente anchedall’analisi dei tipi corologici, con una nettaprevalenza dell’elemento boreale (24% neiMuschi; 21% nelle Epatiche), di quellosuboceanico soprattutto fra le Epatiche(15%), taxon particolarmente legato alfattore umidità, e subartico-subalpino(Muschi 15%, Epatiche 10%).

FunghiIn Italia sono conosciute circa 5.000 speciedi Macromiceti e Mixomiceti (funghivisibili a occhio nudo), ma si tratta di cifremolto lontane dalla realtà perché, atutt’oggi, ogni anno, vengono pubblicatealmeno 20 specie nuove per il territorioitaliano. Sulla base dei dati preliminaricontenuti nella checklist dei funghi italiani,56 specie mostrano possibili caratteri diendemicità mentre 87 specie potrebberoessere rare, minacciate o a rischio diestinzione.

LicheniLa checklist dei licheni italiani annovera2.323 taxa (14% della flora lichenicamondiale) e pone l’Italia fra i paesi europeicon la massimadiversità lichenica. I piùabbondanti sono i licheni crostosi (69%),seguono i foliosi (14%), i fruticosi (11%), glisquamulosi (5%) e i leprosi (1%). La listarossa dei licheni d’Italia annovera 276 specie

che risultano rare e/o in forte regresso nelPaese. I licheni epifiti suboceanici sono i piùminacciati: hanno il loro optimumecologico in vegetazione forestale di tiposeminaturale e sono i più sensibiliall’inquinamento atmosferico; seguono ilicheni terricoli della zona mediterranea e ilicheni costieri in grave rischio per ilgenerale degrado degli ambienti litoranei.

AlghePer le specie marine, un censimento recenteannovera 924 tra specie e sottospecie (46Cyanophyta, 509 Rhodophyta, 2Chrysophyta, 208 Phaeophyta, 154Chlorophyta e 5 Spermatophyta). La florabentonica italiana risulta quindi una dellepiù ricche del Mediterraneo. Relativamentealle specie di acqua dolce, non esiste né unaflora nazionale né una lista rossa.Numerose sono comunque le specieminacciate e la loro estinzione potrebbecausare cambiamenti importanti nella

struttura delle comunità vegetali doveerano originariamente presenti, oltre acambiamenti nella biodiversità così comenei tipi di vegetazione.

Priorità d’azione

• Elaborare una lista aggiornata dellespecie fungine italiane, delle cartografiesulla loro distribuzione e dei datiriguardanti la loro ecologia.

• Promuovere una gestione forestalecorretta (selvicoltura naturalistica esistemica).

• Redigere liste rosse nazionali e regionalie piani d’azione per le specie minacciatesecondo le categorie IUCN.

• Realizzare la cartografia della flora algalea scala regionale e identificare gli habitatterrestri ad elevata diversità da inserirenelle future fasi di revisione della ReteNatura 2000.

• Effettuare un inventario delle speciealgali d’acqua dolce a livello nazionale eregionale.

• Realizzare una rete di siti per ilmonitoraggio lichenico all’interno deiboschi vetusti.

• Effettuare il monitoraggio lichenico intermini di biomonitoraggio della qualitàdell’aria.

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Il Mediterraneo è caratterizzato daun’elevata diversità biologica, con unapercentuale di endemismi stimataintorno al 25%.La zonazione del benthos nelle acquedel Mediterraneo presenta un totale di162 popolamenti (biocenosi, facies,associazioni) di cui 61 di interesseconservazionistico.La Direttiva Habitat include 9 habitatmarini (2 prioritari: Praterie di posidoniae Lagune costiere), tutti presenti inItalia.Il macrofitobenthos censito nelle acqueitaliane è caratterizzato da 924 taxa,mentre la fauna marina ammonta a9194 specie, di cui 1047 Protozoi. Nelleacque italiane si hanno regolarmente 8specie di cetacei delle 10 presenti nelMar Mediterraneo.

Priorità d’azione

• Definire piani d’azione per valutarel’intensità del fenomenodell’invasione biologica in aree marinee costiere.

• Promuovere la creazione di una rete di“isole di naturalità” in aree costiere edelocalizzare alcune delle attivitàumane che generano un impattosignificativo (turismo, urbanizzazione,agricoltura insostenibile).

• Definire politiche ambientali percontrastare gli effetti deicambiamenti climatici e perconservare il ruolo ecologico delle“piccole isole” a scala globale e locale.

• Regolare la pesca e le attivitàturistiche lungo le coste.

Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), 1993-1995 – Checklist delle specie della fauna italiana. 1-110. Cal-derini, Bologna.

Reeves R., Notarbartolo di Sciara G. (compilers and editors), 2006 - The status and distribution ofcetaceans in the Black Sea and Mediterranean Sea. IUCN Centre for Mediterranean Cooperation,Malaga, Spain. 137 pp.

UNEP (OCA)/MED WG 149/5 Rev.1

Ambienti Marini

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Foto MATTM-Panda Photo (G. Lacz)

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La Direttiva 92/43/CEEIn Italia, a causa dell’elevata eterogeneitàambientale e della ricchezza di specieanimali e vegetali, sono presenti 132 habitat(33 prioritari) dei 231 (71 prioritari) elencatiper l’Europa. Poiché non sempre ledefinizioni degli habitat presenti nelManuale di interpretazione europeo siadattano alle situazioni italiane è in corso lastesura da parte della Società BotanicaItaliana di un Manuale nazionale diinterpretazione degli habitat, allo scopo didescrivere in modo più dettagliato letipologie fornendo inoltre indicazioni perrendere più omogenea l’interpretazione ascala nazionale.

Natura 2000 NetworkIn Italia, l'individuazione e la gestione dei sitiappartenenti alla Rete Natura 2000 sonoaffidati alle Regioni e alle ProvinceAutonome.Nell’ambito del processo di applicazionedella Direttive 43/92/CEE “Habitat” e79/409/CEE “Uccelli”, sono stati individuati2.284Siti di ImportanzaComunitaria (SIC)e 591 Zone di Protezione Speciale (ZPS); traquesti, 316 SIC sono coincidenti con ZPS epertanto, complessivamente le areecomprese nella Rete Natura 2000 sono intotale 2.559 e coprono una superficie pari a61.891 km2 (20,5% della superficienazionale).

Habitat per regione biogeografica, suddivisi per macrocategorie(dati dicembre 2008)

Alpina Continentale Mediterranea1 – Habitat costieri e vegetazione alofitica - 14 142 – Dune marittime e interne - 10 103 – Habitat d’acqua dolce 12 14 124 – Lande e arbusteti temperati 5 4 35 – Macchie e boscaglie di sclerofille (matorral) 4 6 126 – Formazioni erbose naturali e seminaturali 14 12 117 – Torbiere alte, torbiere basse e paludi basse 8 6 58 – Habitat rocciosi e grotte 10 9 119 – Foreste 24 20 33Totale 77 95 111

Blasi C., D’Antoni S., Duprè E., La PostaA., 2004 – AttidelConvegno“Laconoscenzabotanicae zoologicain Italia: dagli inventarialmonitoraggio”.Quad.Cons. Natura, 18. Min.Ambiente – Ist. Naz. FaunaSelvatica.

Biondi E. (a cura di), 2007 – L’applicazionedellaDirettivaHabitat in Italia e in Europa.Attidel43°Congressodella Società Italianadi ScienzadellaVegetazione. Fitosoiologia, 44(2), suppl. 1, 372 pp.

Biondi E., Blasi C. (eds) - Manuale italiano diinterpretazionedegli habitat della Direttiva92/43/CEE http://unr.unipg.it/habitat/index.jsp

EuropeanCommission DG Environment – NatureBiodiversity, 2007 - InterpretationManualofEuropeanUnionHabitats. EUR27 July2007.http://ec.europa.eu/environment/nature/legislation/habitatsdirective/index_en.htm#interpretation

Ministro dell’Ambiente e dellaTutela delTerritorio edel Mare - Museo di Storia Naturale -Habitatitaliani.http://www.minambiente.it/index.php?id_sezione=814, 21 voll.

Rete Natura 2000

Foto M. Iberite

Foto R. Frondoni

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Foto R. Frondoni

Foto M. Iberite

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Priorità d’azione

• Valutare l’efficacia delle aree protettein termini di rete ecologica territoriale

• Verificare le relazioni esistenti tra reteecologica nazionale, Rete Natura2000, rete ecologica territoriale e retiecologiche specie-specifiche, gruppi dispecie e di comunità.

• Promuovere una gestione delterritorio circostante le aree protetteche sia coerente con gli obiettivi e irequisiti delle stesse, promuovendo ilmantenimento di una naturalitàdiffusa nell’intera matrice territorialee non soltanto in aree corridoio.

• Ampliare il sistema delle aree marineprotette, incompleto e scarsamenteesteso rispetto alle necessità diprotezione degli ambienti costieri emarini.

• Verificare mediante gap analysis lacoerenza tra aree protette edeterogeneità ambientale a scala dipaesaggio.

• Verificare l’efficacia degli strumenti digestione.

La Leggequadro sullearee protette (L.394/91) e la Legge per la difesa del mare (L.979/82), rappresentano rispettivamente iprincipali riferimenti normativi per le areeprotette terrestri e marine.

Nel 2003 in Italia, erano state istituite 772aree protette corrispondenti a poco menodel 10% del territorio nazionale (5°Aggiornamento approvato con Deliberadella Conferenza Stato Regioni del 24luglio 2003 e pubblicato nel Supplementoordinario n. 144 alla Gazzetta Ufficiale n.205 del 4 settembre 2003).I dati al 2009 mostrano un incremento dicirca 90 aree protette, per un totale di circa3.100.000 ettari a terra e circa 2.830.800ettari a mare, con 658 chilometri di costatutelati ed una percentuale, rispetto alterritorio nazionale, del 10,6%.Tale valorepercentuale è destinato ad aumentare inquanto sono attualmente in corso le

procedure per l’istituzione di 5 ParchiNazionali (di cui 4 in Sicilia) e di 5

Aree Marine Protette.Oltre alle aree protetteinserite nell’Elenco

Ufficiale delleAreeProtette (EUAP) ai sensi

della L. 394/91, nel Paeseesistono oltre 400 ulteriori

aree sottoposte ad un regime diprotezione, che interessano circa

430.000 ha di territorio nazionale.

All’indirizzo www.parks.it è consultabileuna banca dati sulle aree protette italiane.

Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio edel mare “Attuazione della Direttiva Habitat estatodi conservazionedi habitat e specie in Italia”http://www.minambiente.it/index.php?id_sezione=2933

Rosati L., Marignani M., BlasiC. 2008 -AGapanalysiscomparing Natura 2000 vs National ProtectedArea network with potential natural vegetation.Community Ecology 9(2):147-154

Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio edel mare Elenco Ufficiale delle aree protettehttp://www.minambiente.it/index.php?id_sezione=1346

Ministero dell’ambiente e della tutela del territorioe del mare Fauna italiana inclusa nella DirettivaHabitat http://www.minambiente.it/index.php?id_sezione=717

Tabella Aree protette EUAPEstensione delle superfici totali relativamente alle singole categorie di aree protette (dati EUAP 2003)Aree Protette Numero Area terrestre Area marina % di aree protette % superficie

(km2) (km2) a livello nazionalenazionale (terrestre)

Parchi Nazionali 22 (+2)* 14,105.51* 718.12 25.56* 4.68*

Aree Marine Protette** 20** 0,00 1.900,82** 3,28** 0,00**

Riserve Naturali Statali 146 1,227.53 0.00 2.12 0.41Altre Aree Nat. Protette Naz. 3 0,00 25.574,77 44,09 0,00Parchi Naturali Regionali 105 11.751,11 0,00 20,26 3,90Riserve Naturali Regionali 335 2.142,21 12,84 3,72 0,71Altre Aree Naturaliprotette regionali 141 572,49 0,18 0,99 0,19

* 2 parchi nazionali sono di recente istituzione, ma di uno dei due non è disponibile la superficie totale.** Oltre alle AMP di cui sopra, si devono aggiungere 2 Parchi archeologici sommersi e il Santuario Pelagos.

Aree Protette

Foto M. Azzella

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Biodiversità: una prospettiva diversaMitigazione ed adattamento ai cambiamenti climatici

Biodiversità, economia ed imprese

Migliorare la biodiversità e i servizi ecosistemici negli ecosistemi antropizzati

Scienza, ricerca e necessità politiche

La strategia nel futuro (post 2010)

I paesi G8 a Postdam e a Kobe hannogià riconosciuto i differenti aspetti delsignificato economico della diversitàbiologica. Avvicinandoci al target 2015,al quale gli Obiettivi del Millennio(Millennium Development Goals, UNEP)si supponga debbano attenersi, occorreenfatizzare l’importanza dei serviziecosistemici per ottenere uno svilupposostenibile e il benessere umano.L’Italia si sta attivando per recuperareil tempo perso nello sviluppo,implementazione e revisione della sua

Strategia Nazionale per laBiodiversità.Prendendo in considerazionegli obiettivi contenuti nel Pianod’Azione Europeo (EuropeanAction Plan), e rispondendo altarget 2010, la StrategiaNazionale per la Biodiversitàdefinisce le basi per le azionifuture (post 2010), ancheattraverso lo sviluppo dei temiseguenti discussi durantel’incontro del G8 di Siracusa.

Foto L. Rosati

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Proiettare la strategia nazionale nel futuro (post 2010)

Nelle pagine seguenti si illustra il contenuto dei temi discussial G8 di Siracusa nell’aprile 2009.

Definire una strategia per la biodiversitàoltre il 2010

sono al contempo ambiziosi e attuabili.Nonostante gli sforzi fatti e gli impegnipresi per raggiungere l’obiettivo 2010,l’uso insostenibile delle risorsebiologiche, il sovrasfruttamento degliecosistemi marini, i cambiamenti di usodel suolo e la degradazione dei suoli,così come la minaccia delle speciealiene invasive, continuano ad essere leforze motrici della perdita dibiodiversità, fortemente acuite dalcambiamento climatico.Il mondo è cambiato rapidamentedall’adozione dell’obiettivo 2010. Unapproccio globale e nel contemposcientifico deve costituire pertanto ilriferimento concettuale per definire unastrategia per la biodiversità post 2010.

La crisi attuale dimostra chiaramenteche il nostro modo di gestire labiodiversità e le risorse naturali nonpuò essere mantenuto più a lungo,poiché la Terra è andata oltre la suacapacità portante e in molti casi laresilienza dei sistemi naturali è statacompromessa.

È necessario, entro un periodoragionevole, evitare un’ulterioredistruzione della natura, assicurando ilflusso continuo e regolare dei serviziecosistemici necessari per sostenere lavita dell’uomo, iniziando il recupero degliecosistemi in via di estinzione odegradati, affrontando gli effetti negatividel cambiamento climatico; tali obiettivi

Foto MATTM-Panda Photo (R. Ragno)

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Diversità biologica e cambiamenti climaticisono strettamente correlati. La biodiversitàè minacciata dai cambiamenti climatici, ciònonostante può mitigarne gli impatti sugliesseri umani e sull’ambiente.

L’”adattamento” è il lento e continuocambiamento funzionale e strutturale deisistemi naturali o antropici in risposta allevariazioni climatiche attuali o previste, checonduce a una riduzione di eventuali dannio allo sfruttamento di opportunitàfavorevoli.Tuttavia, l’adattamento degliecosistemi naturali e antropici èconsiderato insufficiente a fermarel’impatto del cambiamento climatico sullabiodiversità.

Le azioni di adattamento, che includono lagestione degli ecosistemi e delle“infrastrutture naturali”, così come l’uso dinuove e migliori tecnologie di gestione,sono essenziali sia nei settori prioritari comela gestione dell’acqua, la selvicoltura,l’agricoltura, sia nel minimizzare la perditadi biodiversità ad ogni livello diorganizzazione biologica.

La biodiversità e i servizi ecosistemicirappresentano il fondamento del benessereumano e svolgono anche un ruolodeterminante nella regolazione del clima.C’è quindi la necessità di considerare ilcontributo positivo che la biodiversitàe gli ecosistemi naturali fornisconoall’adattamento al cambiamento climaticoe alla sua mitigazione, a livello nazionalee globale.

Le politiche per la biodiversità, a scalanazionale e internazionale, possonocontribuire significativamenteall’adattamento al cambiamento climaticoo alla sua mitigazione, senza avere

conseguenze negative sulla conservazionedella biodiversità o sulle opportunità di unsuo utilizzo sostenibile.

Le azioni capaci di favorire l’adattamentodegli ecosistemi naturali o antropicidovrebbero essere messe in atto con moltaurgenza, poiché si pensa che la naturalecapacità di adattamento degli organismi edegli ecosistemi sia insufficiente a fermarel’impatto del cambiamento climatico sullabiodiversità.

In primo piano c’è la necessità di sostenerela lotta al taglio illegale delle foreste alloscopodi preservare la biodiversità, conevidenti effetti positivi anche in termini diimmagazzinamento e sequestro dicarbonio, di adattamento dei mezzi disostentamento e di assicurazione delbenessere umano.

Le possibilità di mitigazione del clima che sibasano sull’ecosistema forestale, come laRiduzione di Emissioni, di Deforestazione edi Degradazione (REDD), dovrebbero essereprese in considerazione sia per integrare ilfuturo regimedi mitigazione climatica cheper rinforzare, e non sostituire o indebolire,gli ambiziosi obiettivi globali che sarannonecessari per poter raggiungere grandiriduzioni nelle emissioni di combustibilifossili, assicurando che la REDD possaattivamente sostenere la conservazionedella biodiversità.

Per raggiungere una risposta coordinata el’uso efficiente delle risorse, nell’affrontare ilcambiamento climatico sarà essenziale unoscambio concreto di conoscenze e diesperienze positive, così come iltrasferimento di tecnologie hard e soft,attraverso programmi di cooperazione.

Mitigazione ed adattamento aiCambiamentiClimatici

Foto M. Azzella

La strategia nel futuro (post 2010)

singole aree protette e della loroconnettività ecologica è essenziale per ilflusso continuo dei servizi ecosistemici eper permettere ai sistemi naturalil’adattamento al cambiamento climatico.

Nella realizzazione dei programmiinfrastrutturali si ha la necessitàimperativa di evitare o minimizzarequalsiasi ulteriore distruzione dellanatura prevedendo inoltre, già in fase diprogettazione, una percentuale diinvestimenti e risorse economichedestinate alla realizzazione di“infrastrutture verdi” (“greeninfrastructure”).

Mentre nel promuovere i valoriecosistemici il mondo delle imprese può

giocare un ruolo innovativo, si devericonoscere e incoraggiare il ruolo deigoverni nel predisporre politiche,incentivi e risorse per incorporare i valoriecosistemici nel processo decisionaleproduttivo.

Sia nel mondo ambientalista che inquello imprenditoriale esiste ormai unriconoscimento sempre maggiore dellepotenzialità derivanti dalla protezionedella biodiversità su base commerciale.Anche con una piccola quota di capitaleprivato, il commercio internazionale ed ilprodotto interno nazionale potrebberoessere collegati al “business” dellabiodiversità. Il contributo in termini diconservazione della stessa biodiversitàsarebbe enorme.

Biodiversità, Economia e Imprese

Foto L. Massaro

Foto E. Del Vico

Foto L. RosatiConsiderando come le risorse genetichesiano utilizzate da diversi tipi di utenti, insettori differenti, per scopi diversi, ènecessario considerare sia l’usocommerciale che il valore economicodella diversità genetica.

Gli studi e le procedure eseguite perquantificare il valore della biodiversità edei servizi ecosistemici, dimostrerannoche l’investimento per la conservazionedella natura, soprattutto in tempi di crisifinanziaria, non ostacola la crescita e losviluppo economico. Al contrario,investire nella conservazione della naturae nella protezione del clima può facilitareuna ripresa economica globale, unandamento positivo e sostenibile delmercato del lavoro e una riduzione dellapovertà. In particolare potrà aiutare tuttii soggetti coinvolti a prendere decisionicoerenti con la loro responsabilitàrispetto alla salvaguardia dellabiodiversità.

L’accesso e l’equa condivisione deibenefici derivanti dall’utilizzo delle risorsegenetiche è un obiettivo fondamentaleper ottenere uno sviluppo sostenibile el’integrazione dei valori della biodiversitànell’economia e nel commercio. Perpermetterne la completa integrazioneall’interno della strategia per il “post2010” è quindi essenziale sostenere ilraggiungimento degli obiettiviinternazionali riguardanti questi temi.

Il miglioramento, l’allargamento e lagestione efficiente di una rete globale diaree protette, terrestri e marine,considerate come “infrastrutturenaturali”, possono creare vantaggieconomici e opportunità di occupazione.Il recupero e il mantenimento delle

La strategia nel futuro (post 2010)

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Come nelle aree rurali, sta diventandoessenziale una buona gestione dellabiodiversità e dei servizi ecosistemici negliecosistemi antropizzati. Secondo la BancaMondiale, più del 50% della popolazionemondiale vive oggi in aree urbane eperiurbane e circa 3,4 miliardi di personesono concentrate in aree distanti meno di60 km dalle linee di costa.

Lo sviluppo di specifici incentivi e dipolitiche funzionali alla conservazionedella biodiversità nei settori forestale,agricolo e della pesca (promozione dimercati per prodotti legati all’usosostenibile della biodiversità provenientida agricolture tradizionali) potrebbero edovrebbero creare le condizioni necessarieper migliorare la sicurezza alimentare, lariduzione della povertà (MDG 1), lasostenibilità ambientale (MDG 7) e lasalute delle popolazioni (MDGs 4, 5 e 6).

Esiste un’esigenza immediata di favorire laprotezione delle aree costiere tramitel’applicazione dei principiinternazionalmente riconosciuti dellaGestione Integrata della Zona Costiera(GIZC), così come già previsti dalProgramma Regionale dei Mari dell’UNEP(Regional Seas Programme,UNEP).

Per proteggere dall’impatto delle attivitàumane nelle aree marine e costiere glihabitat e le specie rare e minacciate èimportante rendere funzionale la reteecologica delle aree marine protette, inaccordo con i principi della pianificazionedelle reti regionali.

Le specie esotiche invasive comportanogravi impatti sulla biodiversità e sui serviziecosistemici, impatti valutabili in costimolto elevati che spesso eccedono i costiprevisti per il loro controllo e l’eventualeeradicazione. È necessario quindipianificare con urgenza attività diprevenzione che includano l’allertaprecoce e la risposta rapida. Ciò èpossibile mediante l’implementazione dimigliori procedure di scambio diinformazioni tra banche dati esistenti emediante la definizione sia di indicatoriglobali e di modelli predittivi rispetto a

nuove invasioni che di migliori attivitànelle procedure di valutazione del rischio.

È necessario intensificare il dialogo e imeccanismi di collegamento fraricercatori, pianificatori, politici e cittadiniper migliorare l’integrazione dei risultatidella ricerca nella progettazione urbanacon l’obiettivo di realizzare edifici,

infrastrutture e sistemi di trasportoecologici. Si tratta di realizzare una nuovaforma di pianificazione urbana che tengaconto del funzionamento dei capitalinaturali come i servizi idrologici, lariduzione del rumore e dell’isola di caloreurbana, la pulizia dell’aria e delle acque, ilsequestro e l’immagazzinamento delcarbonio.

Migliorare la biodiversità e i servizi ecosistemici negli ecosistemi antropizzati

La strategia nel futuro (post 2010)

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La sfida attuale della ricerca è di spostarel’attenzione dagli studi analitici di relazionecausa-effetto, alle analisi dei sistemicomplessi. Le parole chiave di taleapproccio sono integrazione emultidisciplinarità.

L’esperienza dimostra che esiste lanecessità di pensare la ricerca scientifica adun livello superiore che, pur mantenendosalda la necessità di sviluppare la scienza dibase come la tassonomia, l’ecologia, lagestione delle specie ecc., sia veramentecapace di integrare le conoscenzeprovenienti da differenti discipline.

La conoscenza esauriente e condivisa dellabiodiversità e del funzionamento dei serviziecosistemici costituiscono la base per unprocesso decisionale politico nel contempotempestivo e scientificamente valido. Porsiquesto obiettivo rappresenta attualmentela più grande delle sfide scientifiche. Èevidente la necessità di migliorare la nostracapacità di sviluppare e mantenereun’interfaccia globale scienza/politica ingrado di assicurare la cooperazioneinternazionale sull’ambiente. La ricercascientifica coerente e integrata è il pilastrofondamentale per raggiungere questoobiettivo.

Per la conservazione e l’uso sostenibile

della biodiversità, per il benessere umanoduraturo e lo sviluppo sostenibile è perciòurgente completare il processo dicostituzione di un meccanismo utile alraggiungimento concreto di tale interfacciascienza/politica sulla biodiversità e suiservizi ecosistemici. La piena funzionalitàdell’interfaccia scienza/politica deve inparticolare tener conto della necessità disviluppare e sostenere la capacitàtecnologica e scientifica nei temi legati allabiodiversità specialmente nelle nazioni invia di sviluppo, così come definito dallaventicinquesima sessione UNEP delGoverningCouncil e dal decimo ForumGlobale dei Ministri dell’Ambiente.

È fondamentale monitorare e valutare labiodiversità attraverso la messa in rete deisistemi di monitoraggio esistenti: persviluppare uno schemadi monitoraggioglobale sulla biodiversità è quindi essenzialedefinire e implementare azioni forti perpromuovere la cooperazione tra Nazioni,organizzazioni internazionali, istituti diricerca e organizzazioni non governative.

Una rete globale, basata su organizzazioni,centri e meccanismi esistenti, finalizzataallo scambio di conoscenze scientifiche,esperienze positive, tecnologia edinnovazione, è in grado di testare modelligestionali e politici per migliorare

l’interfaccia scienza/politica per labiodiversità, per i servizi ecosistemici e per ilbenessere umano.Una rete globale èinoltre necessaria per rendere attendibili earmonizzare i dati sulla biodiversità, inclusigli indicatori appropriati per la valutazionedel benessere umano.

In relazione alle diverse capacità dellesingole nazioni dovrebbero esseresostenute, insieme allo scambio diconoscenze e tecnologie ed alle attività dicapacitybuilding, ricerche mirate e perquanto possibile esaustive.

Per pianificare il monitoraggio deicambiamenti della biodiversità e perdefinire le valutazioni ambientali globali èaltrettanto importante migliorare losviluppo e l’uso di tecnologie avanzate (ades. sensori per telerilevamento satellitare).

Dovrebbero inoltre essere enfatizzate e diconseguenza dovrebbero essere impostatee implementate azioni condivise perassicurare una comunicazione permanentee tempestiva sullo stato e sull’andamentodella biodiversità al pubblico.

Scienza, Ricerca e necessità Politiche

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Foto MATTM-Panda Photo (V- Loi - S. Pisano)

La strategia nel futuro

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Per raggiungere obiettivi sociali, culturali edeconomici che contribuiscanoreciprocamente al miglioramento dellaqualità della vita dei cittadini per i prossimianni e per le generazioni future ènecessario preparare, aggiornare e attuarestrategie nazionali per la biodiversità.Ciò richiede un approccio multidisciplinareche comporta una forte cooperazionetra decisori politici, amministrazioni,agenzie, mondo accademico e portatori diinteresse. Allo scopo di raggiungere questiobiettivi l’Italia ha intrapreso un percorso,in linea con il processo federalista in corso,dove i Consigli Regionali sono responsabilidel governo del loro territorio e lo Stato èresponsabile per la biodiversità.La Conferenza Stato-Regioni è l’organoistituzionale presso il quale la StrategiaNazionale per la biodiversità saràapprovata nel 2009 e verrà presentataufficialmente durante la Prima ConferenzaNazionale sulla Biodiversità, un’importanteoccasione per aumentare laconsapevolezza sul tema dellaconservazione della biodiversità in vistadel 2010, anno mondiale della biodiversità.C’è una forte consapevolezza sul fatto cheformazione, informazione, comunicazionee sensibilizzazione dell’opinione pubblicasono mezzi essenziali per coinvolgere in

programmi e azioni politiche le comunitàlocali e i portatori di interesse.I cittadini dovrebbero essere informati sucosa sia la biodiversità e su come i serviziecosistemici siano alla base dellasopravvivenza e pertanto non debbano piùessere minacciati dalle attività umane.Per implementare un meccanismo virtuosodi coinvolgimento dei cittadini e renderlipartecipanti consapevoli dell’impegnonazionale per la conservazione dellabiodiversità, una parte sostanziale dellaStrategia Nazionale sarà basata sul fatto diincludere temi legati alla biodiversità inprogrammi di formazione, informazione ecomunicazione.

La necessità di adottare un approccio istituzionale e partecipativo

Foto R. Frondoni

Foto S. Burrascano Foto L. Rosati

Foto M. Azzella

La strategia nel futuro (post 2010)

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del MareVia Cristoforo Colombo, 44

I - 00147 Roma

Tel. +39 06 57 221

www.minambiente.it

Direzione per la Protezione della NaturaVia Capitan Bavastro, 174

I - 00154 Roma

Tel. +39 06 57 22 87 22 – 06 57 22 87 05

Fax: +39 06 57 22 87 07

www.minambiente.it

[email protected]; [email protected]

Società Botanica ItalianaVia G. La Pira, 4

I - 50121 Firenze

Tel. +39 055 27 57 379

Fax +39 055 27 57 467

www.societabotanicaitaliana.it

[email protected]

Centro Interuniversitario di Ricerca “Biodiversità, Fitosociologia ed Ecologia del Paesaggio”Sapienza Università di Roma

P.le Aldo Moro, 5

I - 00185 Roma

Tel. +39 06 49 91 25 61

Fax +39 06 49 91 24 37

www.uniroma1.it/cirbfep

[email protected]