lapilli nr.20 giugno-luglio 2009

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NUMERO 20 - GIUGNO-LUGLIO 2009 DISTRIBUZIONE GRATUITA

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In questo numero di Lapilli, si parla del “divorzio” annunciato di Enrico Mentana e della morte di Michael Jackson. Lo speciale è dedicato alle vacanze, dalle abitudini degli Italiani, allo stress da tempo libero. Inoltre un’intervista alla Dott.ssa Valentina Monaco, psicologa. Si parla anche dell’anniversario della morte di Nikola Tesla, padre dell’elettromagnetismo. Per le rubriche di cinema, il nostro inviato al Taormina Film Festival, fa un critica all’evento. In più si può leggere l’opinione in merito al film di Bellocchio, Vincere. Inizia il Blues Festival di Mascalucia e ne parliamo. Per l’angolo della lettura si parla di librerie on-line e si inaugura storie vere all’ombra dell’Etna, in cui si possono leggere due recensioni a due scrittori siciliani. I libri attenzionati sono molti. Per la rubrica storica, si parla del fatale incidente durante la corsa della 24 ore di Le Mans. Il numero si conclude con un cartellone ricco di eventi e la quarta di copertina di Daniele Casaburi

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Mentana: un divorzio annunciatoAlla vigilia dei 18 anni di collaborazione, Mediaset da il ben-servito al suo pupillo.

On the Moon…

20 Luglio 1969. Con la missione Apollo 11 gli U.S.A battono l’U.R.S.S. nella corsa alla Luna, e se quel fantastico

giorno di 40 anni fa Giulio Verne fosse stato presente – concedetemi la battuta - avrebbe di certo detto ridendo: “L’ idea è

stata mia!”Dopo il lancio, la missione di andata e ritorno dalla Luna durò 200 ore

e per il “volo” fino alla Luna vennero impiegati due moduli: il modulo Orbitale Columbia e il modulo lunare Eagle. Nello stesso fantastico giorno

Neil Armstrong compie la famosa passeggiata lunare. Nel complesso, la permanenza sul nostro satellite durò 21 ore e 38 minuti. Il viaggio di ritorno

ebbe inizio il 24 Luglio. Gli altri componenti dell’equipaggio erano Michael Collins e Edwin Aldrin.

12 Ottobre 1492: Cristoforo Colombo si imbatte nelle Americhe.

21 Maggio 1927: Lindbergh atterra a Parigi dopo un volo in solitario senza scalo dagli U.S.A.

20 Luglio 1969: Armstrong sgambetta sulla Luna…

Prossima fermata? …Marte!

di S. D. B.

Le Mans 1955Uomini e macchine coinvolti nel più grave incidente dell’auto-mobilismo sportivo

Speciale VacanzeDove vanno e cosa fanno gli italiani in tempo di crisi.E come evitare lo stress da vacanze

55° Taormina Film FestivalMeno qualità rispetto all’anno scorso, ma la via del rilancio è tracciata

Il Re del pop è mortoTra un mese avrebbe compiu-to 51 anni. I fan di tutto il mondo sono in lutto. Ma “Jacko” continua a far parlare di sé

Copertina di:Fausto Grasso4 4° di copertina di:

Daniele Casaburi

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ATTUALITÀIn Primo Piano - 4 Mentana: un divorzio annunciato - 6 Il Re del pop è morto

SPECIALE VANCANZE - 8 Le vacanze degli Italiani -10 Psicologia: quando vacanza fa rima con stress -10 Intervista a Valentina Monaco psicologa

SCIENZA & MISTEROL’anniversario -12 Nikola Tesla: il genio che inventò il XX secolo

EVENTI - CinemaLa parola all’esperto -14 55° Taormina Film FestivalL’opinione -16 Tra cinema e storia. Vincere di Bellocchio

EVENTI - Musica -16 Il blues non muore mai

L’ANGOLO DELLA LETTURA -18 Storie vere all’ombra dell’Etna -20 Il boom delle librerie on-line

STORIE IN PILLOLE -21 Le Mans 1955

22- CARTELLONE

Numero 20Giugno-Luglio 2009

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Responsabile Marketing e Comunicazione:

Sebastiano Di [email protected]

347 - 5463318

PER INFO, SUGGERIMENTI, RICHIESTE DI

COLLABORAZIONE E CONTATTI SCRIVI ALLA REDAZIONE:[email protected]

Editore:Associazione Culturale “Lapilli”

Direttore Responsabile:Emilia Giuliana [email protected]

Caporedattore:Claudio [email protected]

Redazione:Sebastiano Di BellaFausto GrassoEmilia Giuliana PapaAlessandro PuglisiAngela PuglisiClaudio SciaccaPatrizia Seminara

Hanno collaborato a questo numero:Alessandro LattanzioGabriele MontemagnoAlberto Surrentino d’Afflitto

Vignette:Giuseppe Ruscica

Progetto Grafico e Impaginazione:Fausto [email protected]

Sede:Via Nino Bixio, 15\b - S.G. la Punta - CT

Registrato presso il tribunale di Catania

n° 17/07 del 15/05/2007

Tipografia:A&G - Via Agira 41/43 - Catania

CATANIAAss. Culturale MajazéAss. Culturale MammutScuola Popolare di Musica “Alan Lomax”BiòMulti KultiNievskiPizzartéPub After NinePub AltamiraScenario PubblicoBar Cafè de ParisBar CherieBar CapriceBar EuropaBar La TavernettaBar La Tazza d’OroBar PriviteraBar ScardaciCaffè SauvageFacoltà di LettereFacoltà di Scienze dell’EducazioneFacoltà di Scienze PoliticheFacoltà di GiurisprudenzaAccademia di Belle ArtiLibreria BonaccorsoLibreria CavallottoLibreria GramignaLibreria La CulturaLibreria La Paglia

Libreria Mondadori (Via di Sangiuliano, C.so Sicilia, Piazza Roma)Libreria MegastorieLibreria TempolibroTertuliaInternetteriaMusiclandArena ArgentinaArena CorsaroArena AduaCinema ABCCinema CapitolCinema KingCinema OdeonCUS CittadellaCittadella UniversitariaFarmavet Etnea - Via Enna 3/fGalleria amici dell’arte - Via Andrea Costa 34San Max Hotel - Via Etnea 329

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Il caso Mentana. Alla vigilia dei 18 anni di collaborazione, Mediaset dà il benservito al suo pupillo. Tempi bui per l’informazione e il giornalismo serio

di Angela Puglisi

UNA CARRIERA BRILLANTEEnrico Mentana nasce a Milano da madre ebrea e padre cattolico. Rimane sempre fedele al motto del movimento anarchico Movimento Socialista Italiano, ““Noi vogli��amo abolire radicalmente la dominazione e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo”, al quale aderì durante gli anni di liceo. Frequenta la facoltà di Scienze politiche di Milano, ma non consegue la laurea. No-nostante ciò, nel 1980 comincia la sua car-riera alla Rai. Da inviato a conduttore del TG1 per poi diventare vicedirettore del TG2. Nel 1991 lascia la Rai per approda-re a Mediaset, dove diventa direttore del TG5, che con lui diventa, al di là di ogni aspettativa, il TG più seguito dagli italia-ni. Dirige il TGcom (primo telegiornale su internet) e vara la rubrica settimanale “Terra”. Risale al novembre del 2004 la scelta di Carlo Rossella per la direzione del TG 5, al posto di Mentana, che da 10 anni ricopriva l’ambito ruolo. È così che Mentana, accetta il ruolo alternativo di direttore editoriale di Canale 5 e riesce nella realizzazione di uno dei programmi di seconda serata più seguiti: Matrix. Il programma nasce, infatti, da una sua idea, con il preciso scopo di fare approfondi-mento. Nella prima puntata, il 4 settembre 2004, si mettono in luce gli aspetti più negativi del fashion system.

LA RIFLESSIONEDopo le elezioni politiche del 2008, Men-tana dichiara di aver incontrato mol-te difficoltà, quella più nota la critica conseguente all’invito, a Matrix, di Antonio Di Pietro. La rottura definitiva dei rapporti di lavoro tra Mediaset e Mentana por-ta quest’ultimo a fare un resoconto del suo vissuto, specialmente degli anni a Me-diaset. «Dopo aver irriso per oltre un decennio le ac-cuse di chi dipingeva Mediaset come una dépendance

di Forza Italia, avevo assistito a una scena che avrebbe fatto esultare i teorici del con-flitto di interessi; Mediaset si era trasfor-mata in un comitato elettorale, dove i di-pendenti festeggiavano per il buon lavoro, portato a termine non tramite la giu-sta informazione o gli ascolti, ma basandosi sulle preferenze accor-date dagli italiani a Silvio Berlusco-ni». Sono queste le parole con le quali Mentana an-ticipa i contenuti del suo recente libro, Passionac��cia, alla rivista “Vanity Fair”. Un Mentana che, da “illustre disoccu-pato”, ha potuto mettere nero su bianco i suoi pensieri. Un Mentana deluso, nostalgico, come affer-ma lui stesso, «della Mediaset che amavo«della Mediaset che amavodella Mediaset che amavo io».»..

IL “CASUS BELLI”Arriviamo all’oggi. Dopo la valanga me-diatica subita, “Mentana deve essere rein��tegrato a Matrix”. O almeno, è questa la sorprendente sentenza disposta il 26 mag-gio 2009 dal giudice del tribunale del la-

voro di Roma, Guido Rosa. Ma il quadro cambia clamorosamente quando, il 5

giugno scorso, Mediaset annuncia di aver risolto “consensualmente” il rapporto di lavoro, che durava da 17 anni, con Enrico Mentana. È questa la notizia che sancisce la fine del lungo e importante rapporto del giornalista con la rete Mediaset, dopo l’incrinatura del 9 febbraio

scorso. Quella sera, Media-set si rifiuta di mandarlo in onda, sta-volta in pri-ma serata,

con Matrix, per uno speciale sulla morte di Eluana Englaro, avvenuta poche ore prima. Ecco quindi il motivo che lo spinge a chie-dere, per dovere di coerenza, le dimissioni da direttore editoriale di Canale 5. Media-

set prende la palla al balzo: annulla la pun-tata di Matrix e licenzia Mentana, il quale sbotta dichiarando che «non è così che si«non è così che sinon è così che si fa informazione su una grande rete nazio-nale”». Non cambia il palinsesto in onda il». Non cambia il palinsesto in onda il. Non cambia il palinsesto in onda il “Grande Fratello 9” che, quella famigerata sera, tocca il picco di share del 47 %.In quei giorni, grande è la mobilitazione politica, non da meno quella della Chiesa. Da Destra e Sinistra, dal Centro e…dal-l’Alto (col Vaticano), tutti sembrano ave-re la giusta soluzione e la giusta proposta. Una maratona durata pochi giorni e con-clusasi persino con le lacrime di qualche parlamentare, addolorato per il triste epilo-go. Poi…più nulla.

IL DOPO MATRIXEnrico Mentana è adesso disoccupato e uf-ficialmente sul mercato da qualche mese. Di lui poche notizie in tv, ma navigando su internet si scorgono dei fatti molto inte-ressanti. Intanto, anche se non viene con-fermata dalle parti, si parla di una collabo-razione di Mentana con LA7. Ancora più “buffa” appare la notizia secondo la quale è in corso una presunta polemica tra Bruno

MENTANA: UN DIVORZIO ANNUNCIATO

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IN PRIMO PIANO

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Il caso Mentana. Alla vigilia dei 18 anni di collaborazione, Mediaset dà il benservito al suo pupillo. Tempi bui per l’informazione e il giornalismo serio

«La passionaccia è una febbre che mi colpì da ragazzo e non mi ha mai più lasciato.» Leggiamo così, in apertura di Passionaccia, volume a metà tra autobiografia e saggio di giornalismo (non accademico, sia chiaro). È con lo stesso spirito a cui fa riferimento nell’incipit, con uguale trasporto, che Mentana ci accompagna, con leggerezza ma senza qualunquismo, in un viaggio, il “suo” viaggio. A partire dagli anni della giovinezza, segnati da una convinta militanza socialista, attraverso l’esaltante esperienza di fondazione del TG5, su esplicita richiesta di Silvio Berlusconi, il quale aspirava a un «telegiornale ecumenico», fino alla rottura con Mediaset, consumatasi in due tempi, come sappiamo dalla cronaca; prima le dimissioni dalla direzione del tg, e poi la rinuncia al suo incarico di direttore editoriale, proprio la sera della morte di Eluana Englaro.Scorrevole, quasi colloquiale nello stile, il libro di Mentana si lascia leggere con facilità, consegnandoci tuttavia una serie di spunti sull’informazione asservita in Italia, sui modi con cui fare giornalismo ma, soprattutto, su cosa significa “essere” giornalisti.

SAGGISTICAENRICO MENTANA

Passionaccia Rizzoli, 2009 pp.183 € 17,50

Alessandro Puglisi

Vespa e lo stesso Mentana. A seguito del-la proclamazione di “Porta a Porta” come trasmissione più seguita in seconda serata, Mentana accuserebbe Vespa di aver diffu-so dati falsi. Ne segue una serie di attacchi e contrattacchi dai toni piuttosto pesanti. In alcuni di questi, Mentana si rivolgereb-be al collega dichiarando che ««è solo un uomo pieno di boria, capace di falsificare i dati per non scendere da quel piedistallo privilegiato sul quale si trova». Dal suo canto, Vespa avrebbe risposto, con il con-sueto bon ton, augurando al collega di tor-nare al più presto in video: «Ma i numeri sono numeri: non è colpa mia se nei primi tre anni di confronto la nostra differen��za di ascolto è stata fortissima e se nella scorsa stagione ha perso 25 a 14». Men��tana è quindi, ad oggi, un vero e proprio “scapolo d’oro” in cerca di quel lavoro che tutti �� da �erlusconi a Vespa �� gli au���� da �erlusconi a Vespa �� gli au��da �erlusconi a Vespa �� gli au��gurano di trovare al più presto.

NOTE A PIE’ DI PAGINA…Che si preferisca l’audience all’informa-zione? Il dubbio sorge. E il sospetto stri-sciante che in Italia tiri una brutta aria, in questi ultimi tempi.Senza strumentalizzare la vicenda, è il caso forse di porsi qualche domanda su un argomento che perde sempre più terreno: l’informazione. Essere in-formati non è solo un dirit-to, è anche libertà. Ed ecco che, invece, ogni mezzo di comunicazione viene ma-nipolato, ogni argomento strumentalizzato, da questa o quella parte politica. Tv e giornali danno sempre più spazio a notizie e a particolari aspetti di esse dal valore informati-vo quasi nullo. Per di più, ciascuna no-tizia compare con la stessa facilità con la quale viene fatta sparire. Drammi diventa-no strumento di chi sta al potere, prendono la forma di fiction e fanno sì che le fiction diventino la nostra vita, tanto che non c’è da stupirsi se sullo stato di famiglia di cia-scuno di noi compaia il nome di qualche attore di Beautiful o Cento Vetrine. Per non parlare dei reality sui reality.Abbiamo poi assistito rassegnati (in fondo non c’è nulla di nuovo) all’“eliminazione”, per fortuna non fisica, di quei giornalisti o personaggi scomodi che non si sono limitati a fare gossip e non hanno tenuto la testa bassa. Dei reietti perché fedeli all’idea autentica che avevano del gior-nalismo: quella di fare informazione con serietà e impegno. In Italia, però, si va in controtendenza. Il nostro è un paese che

si distingue da qualsiasi altro in Europa. Le più importanti vicende italiane - soprat-tutto quelle che riguardano i nostri politici - sono oggetto di interesse in Germania, Spagna, Francia, dove si parla di noi nelle prime pagine di quotidiani e periodici pre-stigiosi. Qui invece? Si parla del vincitore del Grande Fratello, dell’eliminato dal-l’Isola Dei Famosi, dell’“amico di Maria De Filippi” che ha lasciato la casetta dei blu, del divorzio di Berlusconi e della sua capigliatura. Tutto per sviare l’attenzione dai veri problemi.“Lui ha capito meglio di ogni altro politico che se una cosa non appare in televisio-ne, non esiste”: è uno dei tanti commenti estrapolati da un documentario americano di qualche anno fa, realizzato dal program-

ma “Wide Angle”. Si parla di Silvio Berlu-sconi, attuale Presidente del Consiglio, il quale possiede un gran numero di emittenti televisive. A quanto pare, forse Internet ri-mane ad oggi uno dei pochi mezzi “liberi”. In Italia tutto sembra andare a gonfie vele d’altronde. La crisi economica - ci dicono – sta per essere superata, quindi non ca-diamo nell’errore di pensare il contrario. E che ne è stato dei terremotati abruzze-si? Tutto risolto? L’allarmismo riguardo i clandestini? E la spazzatura a Napoli e Pa-lermo? Arriverà il giorno in cui la polvere raccolta sotto il tappeto sarà troppa per po-terla nascondere ulteriormente. Rassegnar-si all’idea che la situazione è immutabile, che la libertà che crediamo di possedere sia solo l’illusione dataci dalla comodità di un divano e dall’infinita gamma di varietà televisivi, non è degno di un popolo civile e democratico. Nonostante tutto, il bino-mio informazione-libertà è fondamentale per quanti credono in supporti informativi alternativi quali la rete, la radio, i nuovi giornali e in qualunque forma di partecipa-zione politica e sociale. Perché “in una so��cietà libera l’informazione deve penetrare dovunque”.1111

I diritti dell’informazione sono i primi e più elementari

diritti umani, perché sono la base di ogni vera libertà civile. Internet non è un soggetto, come spesso sentiamo dire, ma una rete inte-

grata di conoscenze applicative, un circuito di saperi che si esprime solo

nel contatto immediato ed universale.

(Giuseppe Corasaniti)

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Il Re del pop è mortoTra un mese avrebbe compiuto cinquantuno anni. I fan di tutto il mondo sono in lutto e dodici di loro si sono suicidati. M.J. continua a far parlare di sé.

di Fausto GrassoCantante, ballerino, compositore, musici-sta, produttore discografico. Michael Jack-son era tutto questo e qualcosa di più.A causa di un arresto cardiaco, il più con-troverso degli artisti della scena Pop ci lascia, alla vigilia del tour mondiale, tutto esaurito, che avrebbe segnato il suo grande ritorno nel mondo dello spettacolo. Il ca-pitolo “Jacko”si conclude con seri proble-mi di salute seguiti in diretta dai maggiori media, dopo un’infanzia travagliata in cui il padre lo inserì di prepotenza nel mondo dello show-biz, vicende sentimentali con-troverse, molteplici interventi chirurgici e scandali giudiziari che lo accusavano di pedofilia. La notizia principale è quella del ricovero d’urgenza all’ospedale Ucla Me-dical Center di Los Angeles, alle ore 12,21, ora locale. Il fratello Ransy, che si trova-va con lui, afferma che Michael sarebbe crollato improvvisamente. I paramedici, accorsi prontamente, dopo gli inutili ten-tativi di rianimazione cardio-polmonare, ne hanno constatato il decesso. E subito nascono le tesi complottiste. Si è data la

colpa al medico di fiducia, dottor Conrad Murray, il quale avrebbe somministrato farmaci letali, ai primi soccorritori che non avrebbero eseguito le giuste proce-dure e perfino ai familiari, che avrebbero così potuto godere dei diritti d’autore, per non parlare delle tante altre tesi ancora più accativanti già in circolazione. In realtà, pare che l’eterno “Peter Pan” soffrisse di una rara malattia genetica ai polmoni, pri-vati delle difese immunitarie a causa della mancanza di una proteina, tanto da costrin-gerlo all’assunzione giornaliera di farmaci. Inoltre, assumeva ansiolitici, antidolorifici, sedativi, antidepressivi, e molto altro. Si attende l’esame tossicologico per far luce sulla morte “sospetta” dell’artista. Non si vuole fare polemica, non vogliamo sem-brare irrispettosi nei confronti di chi lo ha amato e seguito, si è emozionato ascoltan-do i suoi brani, e di chi ha avuto la possibi-lità di assistere ad uno dei suoi spettacolari concerti. Jacko, come viene chiamato dai fans, ha cambiato il mondo della musica dettando le tendenze di una generazione, di chi alle feste ballava in modo flessuoso e si faceva prendere in giro, cercando d’imi-tare il “moonwalker”, o di chi indossava il guantino bianco o il “borsalino”.

In questi giorni si sono sentite dichiarazio-ni e giudizi, opinioni e frasi d’effetto. Mi-chael Jackson è stato definito un alieno, un androide, un uomo insoddisfatto del pro-prio aspetto e che non ha saputo approfit-tare della fortuna. L’opinione che in fondo si avvicina di più alla realtà è quella che definisce Michael Jackson «uno che è nato un bel ragazzo nero ed è morto come una qualunque ragazza bianca»..1111

GENI MUSICALI SCOMPARSI

Sid Vicious, dei Sex Pistols muore per overdose d’eroina a 22 anni;Buddy Holly aveva 23 anni quando morì per un incidente aereo;Otis Redding muore in un incidente aereo a 26 anni;Kurt Cobain si è suicidato con un colpo di pistola in testa in un albergo a Roma. Aveva 27 anni;Janis Joplin muore a 27 anni per overdose di eroina. Si vocifera che sia stata accidentale;Brian Jones annega nella sua piscina a 27 anni;Jim Morrison, a 28 anni, muore per un abuso di alcool e droghe;Jimi Hendrix è morto per soffocamento da vomito mentre dormiva, comunque l’ overdose è stata appurata. 28 anni;Marc Bolan, chitarrista e cantante dei Tyrannosaurus Rex è morto mentre guidava per overdose. 30 anni;Steve Clarke, chitarrista dei Def Leppard, morto per un mix di droghe e alcool a 31 anni;John Belushi, una sera, assieme a Jack Nicolson e altri amici, si fa un’iniezione di cocaina e eroina. Muore a 32 anni;John “Bonzo” Bonham, batterista dei Led Zeppelin, morto per overdose di vodka a 32 anni;Mama Cass, cantante dei Mamas and Papas, è morta a 32 anni asfissiata mentre mangiava;Sam Cooke è stato ucciso con un colpo di fucile dal padrone di un motel. 33 anni;John Lennon viene ucciso da Mark Chapman con un colpo di pistola. Aveva 40 anni;Elvis Presley muore per abuso di farmaci a 42 anni;Farrokh Bulsara, conosciuto come Freddy Mercury, muore per aids a 45 anni;Marvin Gaye è stato ucciso a 45 anni dal padre, a seguito di un litigio.

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Il Re del pop è mortoTra un mese avrebbe compiuto cinquantuno anni. I fan di tutto il mondo sono in lutto e dodici di loro si sono suicidati. M.J. continua a far parlare di sé.

Il profumotra arte e ingegno

Dietro ogni fragranza, prima di ogni profumo, c’è il paziente e certosino lavoro di maestri profumieri. Oltre alla produzione di profumi naturali, che avevano il loro centro in Francia e che sono ancora oggi i più pregiati, nella seconda metà del secolo XIX andò affermandosi sempre di più, specialmente in Germania, l’industria dei profumi sintetici. I migliori profumi attualmente prodotti non sono, però, né completamente sintetici né completamente naturali: il prodotto migliore dell’arte profumiera è una miscela appropriata dei due tipi allo scopo di migliorare il profumo naturale. Un prodotto puramente sintetico sarebbe grossolano e poco soddisfacente per la mancanza di quelle piccole quantità di impurità che affinano e completano la fragranza dei prodotti naturali. L’industria dei profumi è solo in parte fondata su basi scientifiche, divenendo essa un’arte non appena procede alla miscela delle materie prime. I profumi traggono il loro nome dal fatto che, nella forma originaria, essi erano usati come polveri per fumigazioni nei templi egiziani. Le prime polveri erano miscele di aromi finemente macinati, tenuti insieme da mirra e storace. In seguito alla scoperta che, se certe sostanze aromatiche o fiori vengono immersi in grasso o olio, questi trattengono parte del principio odoroso, furono prodotti gli unguenti di fama biblica. Ad Avicenna, medico arabo, spetta la scoperta della distillazione in corrente di vapore degli oli volatili: durante le sue scoperte di pozioni medicamentose, egli trovò che, se si fanno bollire con acqua in un alambicco dei fiori, parte della loro essenza passa nel distillato.

I costituenti di un profumo sono tre: il diluente o solvente, il fissatore e l’elemento odorifico o essenza. Il diluente costituisce la maggior parte di ogni profumo finito: le sostanze usate in profumeria hanno infatti odori così potenti da dovere essere considerevolmente diluite nella composizione del profumo. Le sostanze odorose sono in generale poco solubili in acqua, ma facilmente solubili in liquidi grassi e in qualche altro solvente organico. Ciò è facilmente comprensibile se si pensa che, per poter stimolare il processo olfattivo, la sostanza odorosa deve potere sciogliersi nei tessuti grassi che si trovano nel setto olfattivo nella parte superiore del naso, a cui arriva grazie alla sua volatilità. La sostanza usata come diluente nei tempi più antichi era l’olio d’oliva, adatto a questo scopo in quanto è un buon solvente di parecchi potenti odoranti, specialmente degli oli essenziali dei fiori, e ha di per sé solo un blando odore. Esso è stato però sostituito, come diluente per profumeria, dall’alcool etilico, che possiede, rispetto all’olio d’oliva, i seguenti vantaggi: è incolore, è completamente volatile e non lascia alcun residuo, per cui è adatto per applicazioni su stoffe; ha odore piacevole e stimolante ma non tanto forte da interferire con quello del profumo. In una normale soluzione alcoolica del principio odoroso le sostanze più volatili evaporerebbero per prime, e l’odore del profumo consisterebbe in una serie successiva di impressioni anziché in quella globale desiderata: per ovviare a questo inconveniente si aggiunge un fissatore del profumo. Un tempo, fin dalle origini della profumeria, si ritrova un notevole impiego, come fissatori, di certi prodotti animali con funzioni sessuali, specialmente muschio e zibetto. Il daino muschiato maschio, abitante innocuo notturno dell’Himalaia, porta un sacco, nella parte anteriore dell’addome, che si riempie di una sostanza potentemente odorosa che ha la funzione di guidare la femmina verso il maschio. Il daino veniva ucciso, il sacco prelevato e seccato, e il contenuto venduto come muschio in poltiglia. Il muschio è un forte fissativo per i profumi vegetali, cioè li rende più persistenti. Lo zibetto è ottenuto dall’animale omonimo, che vive in Abissinia e in India, come secrezione glandolare sia del maschio che della femmina. Poiché la sostanza poteva essere asportata dall’animale senza danno per lo stesso, questo era tenuto in cattività e stimolato alla produzione di questa sostanza. Lo studio della struttura chimica dei costituenti odoriferi essenziali del muschio e dello zibetto

aprì ben presto la via a sviluppi notevolissimi nella chimica dei materiali da profumeria.Le sostanze odorose usate in profumeria sono gli oli essenziali o essenze, ottenuti generalmente dal regno vegetale, oppure le essenze artificiali, preparate per via sintetica. L’industria dei profumi sintetici, che per la bontà dei prodotti può competere con quella dei profumi naturali, si fonda sull’imitazione dell’odore delle essenze naturali per mezzo di miscele di sostanze odorose ottenute sinteticamente, impiegando materie prime facilmente accessibili.

PENHALIGON’S LONDON Dal XIX secolo PENAHALIGON’S è il fornitore ufficiale delle famiglie reali in tutto il mondo. Nel 1860 William Henry Penhaligon’S partì dalla città natale di Pensance, in Cornovaglia, per andare a Londra ed aprire un negozio da barbiere in Jermyn Street, centro esclusivo di Londra. Per Mister Penhaligon’s era cominciata un’avventura che sarebbe sfociata in un fiorente giro d’affari con la vendita di profumi, eau de toilette e pomate per la sua ricca clientela. Penhaligon’s rimane ancora oggi una vendita di lusso unica in un mercato di nicchia.

FLORIS LONDONGiunta a celebrare il suo 270° anniversario, la Floris è oggi diretta dall’ottava generazione di discendenti del suo fondatore. Juan Famenisa Floris, salpato da Minorca, ebbe l’originale idea di aprire, nel 1730, un negozio di parrucchiere da uomo nell’elegante quartiere St. James di Londra, in Jermyn Street al n.89, negozio che, recentemente ristrutturato assieme a quello di New York, conserva ancora al suo interno i mobili originali in mogano spagnolo acquistati alla Grande Esposizione in Hyde Park del 1851. Floris si è guadagnato ben 17 Royal Warrant: un R. W. viene attribuito ad un fornitore ufficiale di un membro della casa reale, e questo significa essere considerati ai vertici della qualità e del servizio nella propria categoria.

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1. Isola del Giglio (GR)2. Cinque Terre (SP)3. Domus de Maria (CA)4. Pollica Acciaroli e Pioppi (SA)5. Capalbio (GR)6. Castiglione della Pescaia (GR)7. Nardò (LE)

8. Baunei (NU)9. Ostuni (BR)10. Isola di Salina (ME)11. Noto (SR)12. San Vito lo Capo (TP)13. Posada (NU)

Guida blu 2009Le migliori località costiere italiane

LE VACANZE DEGLI ITALIANINonostante la crisi che investe anche il settore turistico – secondo la Confturismo, nei pri-mi mesi del 2009 si è registrato un calo del 24% del giro d’affari - gli italiani restano fedeli al “mito” delle ferie estive. Qualcosa, però, sta cambiando

di Patrizia SeminaraCrisi o non crisi, alle vacanze non si rinuncia. E non ci rinunciano neppure gli italiani. È quanto emerge, in genere, dai dati che da tempo brulicano, numerosi, sui giornali e sul web, risultati di inchieste, sondaggi, ricerche effettuate da società e organizzazioni nazionali (e non) che, annualmente, monitorano l’andamento del flusso turistico nel nostro Paese e nel mondo. E se pochi, ormai, possono permettersi le cosiddette “vacanze lusso” in hotel a cinque stelle e quant’altro incluso, e ancor meno riescono a trascorrere un intero

mese in un villaggio turistico al mare, poco male: l’italiano medio non si scoraggia, e cambia, semplicemente, tipologia di viaggi. Per esempio, meno estero e più Italia, alla - ben ritrovata- riscoperta del bel Paese (e, magari, delle località meno note e costose, anche se altrettanto belle di altre); meno mete esotiche e luoghi più vicini e raggiungibili con una minor spesa; utilizzo dell’auto piuttosto che dell’aereo; vacanze più brevi e da trascorrere in casa di parenti e amici, all’insegna della riscoperta (perché no?) di legami e rapporti ormai persi o trascurati da tempo. Insomma, reso salvo il diritto di ciascuno ad un meritato periodo di riposo, dato che la crisi c’è - e si vede - perché non sfruttare il lato positivo dell’attuale sfavorevole congiuntura economica? Che siano queste le attuali tendenze di chi si appresta ad andare in vacanza nel nostro Paese, lo confermano le indagini condotte da Trademark Italia, società di consulenza e marketing per il turismo e l’ospitalità, secondo la quale gli italiani stanno riscoprendo il piacere di stare insieme in modo autentico e genuino, vanno alla

ricerca di un rapporto più diretto con la natura, puntano su destinazioni meno caotiche e affollate, con possibilità di soggiorno in strutture ricettive a gestione familiare, dove vivere ritmi di vita più tranquilli. Con tali previsioni concorda,

sostanzialmente, il rapporto Aci��Censis Turismo 2008, dove si tracciano ben cinque identikit del viaggiatore degli ultimi anni e si sottolinea come oggi si prediligano i cosiddetti “itinerari tematici”: 9, a tal proposito, i filoni individuati: natura, cultura,

avventura, enogastronomia, salutismo, consumismo, sport, spiritualità, festival ed eventi.Non tutto è, però, così roseo: il Codacons lamenta, per l’Italia, il

LE CITTÀ PIÙ COSTOSE D’ITALIAQuesta la classifica, stilata dalla Codacons alla vigilia del ponte del 2 giugno, sulla base dei prezzi medi giornalieri degli alberghi (camera doppia e colazione inclusa):Venezia: 289,5 euroPortofino: 240 euroRoma: 231 euroIschia: 220 euroTaormina: 209 euroPorto Cervo: 203 euroCapri: 200 euroFirenze: 165 euro

IL RITORNO DEL MINISTERO DEL TURISMOIntanto, tra le polemiche, è stato ripristinato il Ministero del Turismo, già abolito nel 1993 da un referen-dum popolare. Attuale ministro è Michela Vittoria Brambilla, la quale - dicono le “malelingue”- è stata così accontentata dopo la delusione patita al tempo degli incarichi governativi, quando le era sfuggita una pol-trona ministeriale... Provvedimento immediato: un bonus vacanza per le famiglie a basso reddito, utilizzabile, però, solo in determinati periodi dell’anno, non certo in alta stagione.

FONTE: Club 3 -Liberoviaggi

solito caro-prezzi (questi ultimi, per strana “vocazione”, nel nostro Paese risultano troppo alti e non competitivi con l’estero), mentre l’Organizzazione mondiale del Turismo avverte: l’Italia, nella classifica mondiale, non è più la meta preferita dagli stranieri (siamo scesi al quinto posto). Restiamo in testa, almeno, per le mete enogastronomiche: nella classifica stilata in occasione dell’ultima edizione della �orsa internazionale del turismo di Milano (Bit), lo scorso febbraio, conserviamo

il primato, col 12,38% di preferenze, seguiti da Grecia, Spagna, Francia,

Turchia. Ma dove andare in vacanza? Se non vogliamo affidarci ai gusti personali, o se navighiamo nell’incertezza, possiamo sempre seguire i suggerimenti degli

pari al 60%è la percentuale

di Italianiche

viaggiano

Sono diminuite

del 10%

le presenze nelle

mete classiche

mare-montagna

città d’arte

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5 VELE

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LE VACANZE DEGLI ITALIANINonostante la crisi che investe anche il settore turistico – secondo la Confturismo, nei pri-mi mesi del 2009 si è registrato un calo del 24% del giro d’affari - gli italiani restano fedeli al “mito” delle ferie estive. Qualcosa, però, sta cambiando

ANCHE FIDO IN VACANZANiente più scuse (costi permettendo) per i possessori di cani e animali domestici: finalmente anche in Italia è possibile viaggiare con animali al seguito. Almeno in alcune località, dove le strutture alberghiere si sono attrezzate per ospitare i nostri piccoli amici: alle spalle del lago di Garda, il comples-so turistico Terme di Comano Dolomiti di Brenta offre, oltre che alloggi per animali domestici, anche corsi di addestramento per cani e padroni. Il tutto gestito dal centro cinofilo Vita da cani, attraverso lo speciale pacchetto 6 giorni/5 notti, a un costo che va da 350 a 550 euro.A Capo Rizzuto, in Calabria, è nato Dog Campus, il primo alloggio turistico per cani, accanto al villaggio Valtur: qui i cani vengo-no accuditi da personale specializzato.In Romagna e in Liguria alcune spiagge sono state rese accessibili ai cani attraverso una serie di servizi (brandine e ciotole con acqua fresca, palette e sacchetti per la raccolta dei rifiuti, cucce e docce ad hoc) messi a disposi-zione dei possessori di animali. Info su: www.liberoviaggi.it

PER VIAGGIARE SICURI E GARANTITI

ESSERE TURISTI RESPONSABILI

In qualsiasi posto ci rechiamo, siamo ospiti sempre ben accetti, ma lo saremo tanto più se saremo anche turisti civili e responsabili. Non è difficile: basta rispettare le comuni re-gole di buona educazione, e osservarne altre, un po’ più specifiche: ad esempio, non cedere alla tentazione di portare con sé come souve-nir reperti naturali e archeologici, rispettare abitudini e costumi del Paese ospite o, nei Paesi in via di sviluppo, favorire il turismo locale e sostenibile attraverso l’acquisto di prodotti dell’artigianato del luogo.Per ulteriori informazioni c’è anche un guida da consultare: un vademecum messo a punto dalla Mondial Assistance e dall’Aitr (Associazione italiana turismo responsabile), scaricabile sui siti www.mondiality.it, www.aitr.it, www.icei.it.

Viaggiare, a volte, significa anche rischiare. I pericoli non mancano: dalle truffe ai ritardi, dai bagagli smarriti ai diritti del viaggiatore vio-lati. Meglio, dunque, prendere le opportune precauzioni e, soprattutto, viaggiare informati. Ai numerosi turisti “fai da te”, che organizzano le proprie ferie ricercando voli e alberghi su Internet, si raccomanda di affidarsi a motori di ricerca affidabili, e di non farsi abbindolare da facili offerte, come pacchetti a basso costo dove, però, quasi niente è incluso. Attenzione anche alla scelta della destinazione: a tal fine il sito del Ministero degli Esteri - www.viaggiaresicuri.it - consente di visualizzare, con un semplice click, i Paesi considerati a rischio per la sicurezza dei viaggiatori. E se proprio non si vuole rinunciare al viaggio avventuroso, si può registrare la propria partenza sul sito della Farnesina (www.esteri.it) con il servizio “Dove siamo” (www.dovesiamonelmondo.it), curato dall’Unità di crisi del Ministero degli Esteri. In caso di pericolo, il Ministero potrà contattare gli italiani all’estero, oppure si potrà chiedere soccorso con un semplice sms o al numero 320.2043424. C’è anche la possibilità di stipulare vere e

proprie polizze che danno diritto ad eventuali rimborsi e risarcimenti. Molte agenzie di viaggio oggi offrono, insieme alla vacanza, un’assi-curazione a copertura di malattie o infortuni. Per altre informazioni: www.prontopolizza.it. Da non dimenticare: all’interno dei Paesi dell’Unione Europea, basta portare con sé la Tessera europea di assicurazione a malattia (Team), rilasciata dal servizio sanitario nazionale e della durata di 5 anni (so-stituisce il vecchio modello E111), che garantisce l’assistenza medica all’estero in caso di bisogno. Per chi viaggia in aereo: esiste una Carta dei diritti del passeggero (www.enac.it), che garantisce, in caso di mancato imbarco causa over��booking (non c’è il posto anche se prenotato), il rimborso del biglietto, o un volo alternativo e assistenza.In ogni caso, prima di acquistare biglietti e di prenotare è buona norma leggere con attenzione tutte le clausole, i servizi effettivamente compresi, le possibilità del rimborso, le penalità da pagare in caso di rinuncia.

esperti. E, visto che il mare rimane tra le destinazioni più ambite, basta consultare la Guida �lu 2009 del Touring Club italiano che, insieme agli esperti di Legambiente, dopo aver passato in rassegna quasi trecento località costiere italiane, ha stilato una classifica di 51 zone, sulla base della salute del mare e dell’ambiente, nonché della qualità delle strutture ricettive. Tredici di queste località si sono piazzate al top della classifica, aggiudicandosi il massimo riconoscimento (le “cinque vele”); le restanti 38 sono state insignite delle “quattro vele”. Seguono, via via, altre, con tre, due e una vela. In testa, l’Isola del Giglio (Arcipelago Toscano), seguita da tre comuni delle Cinque Terre (Liguria) e dalla cagliaritana Domus de Maria. Considerando la classifica complessiva, tra tutte le regioni la Sardegna si attesta al primo posto, con ben 14 località; quindi la Toscana, la Puglia, la Sicilia. Nella nostra isola Salina, Noto e San Vito Lo Capo si difendono

bene, posizionandosi rispettivamente al decimo, undicesimo e dodicesimo posto nella classifica delle 13 migliori località costiere italiane.

Insomma, le possibilità non mancano. E neppure le

nuove tendenze. Non ultima, la scelta

controcorrente di viaggiare per conoscere e conoscersi,

senza troppe comodità e con spirito di adattamento, attraverso

la modalità dello Scambio Casa, con notevole abbattimento dei

costi complessivi (info su www.homelink.it). E in più, segnaliamo la stravagante possibilità del tour delle città in monopattino elettrico, il cosiddetto “Segway”. L’idea, nata a Parigi, è arrivata in Italia nel 2004, quando l’agenzia di viaggi Italy Segway Tours ha iniziato ad organizzare giri turistici a Pisa, Firenze, Roma e Milano. Certo, il mezzo è ecologico e originale, ma non per tutte le tasche: il Segway tradizionale - che si ricarica a una presa di corrente con una spesa di circa 30 centesimi per un’autonomia di diverse ore - ha un costo base di 6 mila euro. Anche se la Toyota ha già annunciato il lancio sul mercato, nel 2010, di una versione più economica…Per chi, infine, volesse trascorrere delle vacanze alternative (magari per evitare di incappare nello stress da vacanza), le proposte non mancano: dai viaggi spesi a difesa della natura (svariate associazioni ambientaliste organizzano, per ragazzi e famiglie, campi estivi al mare, in montagna, nei parchi e nelle oasi naturalistiche), alle vacanze dedicate ad attività di volontariato (è possibile partecipare, ad esempio, al recupero di monumenti e siti archeologici, alla pulizia dei fondali marini); fino a varie altre attività di promozione sociale (come quelle di animazione con i bambini dei

più diversi Paesi). Le opportunità, dunque, non mancano per vivere un’estate diversa e provare esperienze nuove, non solo ludiche e ricreative, ma anche costruttive e utili per se stessi, per gli altri, per l’ambiente in cui si vive.

Per saperne di piùAssociazioni che organizzano campi estivi: WWF; Salvalarte; Volontariamente; Legambiente; lunaria.org.

Il numero dei viaggi

degli Italiani è aumentato

del 4%

Il 73%degli Italiani

sceglie l’auto per

viaggiare3500 comuni su 8000propone offertedi “Turismo tematico”

DECISO - NON DECISO

Non farà vacanze24% Ha deciso

43,5%

Non ha deciso32,5% fonte: Trademark italia

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esperta in problematiche relative agli abusi e alla depressione, attualmente impegnata con bambini disabili presso un centro di riabilitazione per l’infanzia nonché membro della Commissione medica di verifica dell’Inps in qualità di consulente nelle cause di separazione.Le chiediamo di fornirci un suo contributo, per così dire “terapeutico”, per comprendere quali siano le modificazioni dei meccanismi psichici che si attivano durante le ferie e come affrontare al meglio questo periodo, particolarmente delicato per alcune categorie di persone socialmente o psicologicamente deboli.

Dott.ssa Monaco, assistiamo ogni giorno a fenomeni sociali preoccupanti spesso proprio in corrispondenza del periodo estivo: aggressioni a soggetti deboli, violenze intrafamiliari e stupri, episodi di aggressività apparentemente immotivata ecc. A cosa attribuisce l’aumento di tali fenomeni in estate? I fenomeni sociali che lei cita denotano tutti un unico difetto della struttura del sé, ovvero l’incapacità dell’individuo di controllare gli impulsi (aggressivi, sessuali). Tali fenomeni aumentano durante i mesi estivi poiché siamo meno impegnati in attività scolastiche o lavorative che coinvolgono le aree corticali del nostro cervello, proprio quelle che presiedono al controllo della vita affettiva ed istintuale.

Quali, dunque, dal punto di vista psicologico, i rischi in cui si incorre con l’arrivo delle ferie estive? E quali le cause? I rischi più frequenti sono la noia e la depressione. La causa di questi due fenomeni è data dall’incapacità di provare piacere, la cosiddetta anedonia, uno dei sintomi più tipici della depressione. In molti individui si riscontra una carente capacità di esprimere le proprie emozioni in maniera sana e una certa difficoltà nella gestione dello stress ambientale dovuto alla pessima qualità della vita che oggi conduciamo. In poche parole noia e depressione esprimono una difficoltà dell’individuo a investire in maniera adeguata sull’ambiente.

Recentemente il neurologo Rosario Sorrentino, direttore dell’Ircap (Istituto di Ricerca e cura per gli attacchi di panico), ha dichiarato che è preferibile evitare il brusco passaggio da un’attività frenetica al totale ozio. Lei cosa ne pensa? Può suggerire ai nostri lettori alcune strategie per evitare noia e depressione? Sono d’accordo. Secondo le ultime ricerche scientifiche esistono alcuni fattori protettivi che riducono il rischio non solo di noia e depressione, ma in generale di tutti i disturbi dell’umore e dei disturbi di personalità, che predispongono ai comportamenti aggressivi. Tra questi fattori citiamo gli hobby, che stimolano il

Ma vacanza non sempre è sinonimo di allegria e spensieratezza. Le cronache quotidiane ce lo confermano. Basta guardare alle masse sempre più numerose di immigrati costretti a vivere di espedienti in terra straniera o a lavorare anche d’estate rinunciando a ricongiungersi con i familiari. O basta volgere lo sguardo, per restare tra “mogli e buoi” di casa nostra, agli sfollati abruzzesi, che trascorreranno delle insolite vacanze tra tendopoli, baracche maleodoranti e anguste vetture di treni arse dalla calura estiva, proprio ora che i riflettori dei media stanno cominciando a spegnersi. Ci rivolgiamo ora alla dott.ssa Valentina Monaco, psicologa specializzata in psicoterapia della Gestalt ed

IntervistaALLA DOTT.SSA VALENTINA MONACO

Psicologa

PSICOLOGIA: QUANDO VACANZA FA RIMA CON STRESS

piacere nell’individuo, i veri amici, con cui esprimere le proprie emozioni, la pratica di qualche sport, in quanto il movimento consente l’integrazione e l’espressione delle emozioni attraverso il corpo. Dunque, consiglio anch’io di evitare di condurre, in estate, una vita povera di sollecitazioni e di interessi.

È ipotizzabile che esistano categorie sociali ed economiche più soggette alla “noia da vacanze”, se mi consente la semplificazione… La sua esperienza professionale potrebbe confermarlo?Non esistono delle categorie sociali più vulnerabili di altre alla noia. I fatti di cronaca e la mia esperienza clinica mi inducono

di Emilia Giuliana Papa

a cura di Emilia Giuliana

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a pensare che la noia sia trasversale a tutte le classi sociali e che sia equamente distribuita tanto tra i soggetti benestanti quanto tra coloro che vivono al di sotto della soglia di povertà. Semmai una minore sofferenza si riscontra laddove l’individuo ha una famiglia unita e con forti valori che rafforzano nel singolo il senso di appartenenza alla comunità familiare; ciò costituisce un potente antidoto contro la solitudine e il senso di vuoto tipici del vissuto depressivo.

Esistono poi persone in cui il disagio psicologico è motivato da cause non più interne, bensì oggettive ed esterne. Alludo ai terremotati abruzzesi, per esempio, e alla cosiddetta “psicologia post-traumatica”. Ci spieghi un po’… La paura, l’angoscia e la tendenza della nostra psiche a rivivere i traumi potrebbero rendere poco serena l’estate dei terremotati. Soffriranno, in più, il disagio del caldo e della vita in tenda, che spesso costringe ad una convivenza forzata con estranei. Molti abruzzesi soffrono di disturbo post-traumatico da stress, cioè di un’incapacità della mente di superare le sensazioni e le emozioni vissute al momento del trauma. Tali emozioni tendono a ripresentarsi, rendendo difficile il ritorno a una vita normale. Esiste una branca della psicologia chiamata “psicologia dell’emergenza”, che si occupa proprio di assistere le persone vittime di calamità naturali. L’Ordine degli Psicologi Regione Sicilia ha creato dei corsi ad hoc e una vera e propria task-force di psicologi dell’emergenza, della quale anch’io faccio parte.

Quindi potreste essere chiamati a intervenire in qualsiasi momento per dare una mano in Abruzzo.Esattamente.

Cosa consiglierebbe, intanto, agli abruzzesi, per affrontare questo particolare disagio estivo, proprio ora che i riflettori dei media si sono volti altrove?Ora che anche le iniziative di solidarietà vanno diminuendo, dovranno attivare tutte le loro risorse interne. Ove possibile, sarebbe auspicabile che ognuno riprendesse a fare la vita che conduceva prima del terremoto. Al fine di aiutare i bambini a non farsi troppo coinvolgere dalle preoccupazioni e dalle angosce degli adulti, sarebbe utile usare la clown Therapy nelle tendopoli e in tutti i luoghi in cui essi sono presenti. Il clowning (“terapia del sorriso”) attiva le risorse psicologiche dell’individuo e favorisce la creatività. Per quanto concerne gli adulti, possono chiedere aiuto agli specialisti se non riescono a tornare da soli alla vita di prima. Infatti, psicologi dell’emergenza provenienti da tutta Italia sono già presenti nel territorio, disponibili ad erogare gratuitamente la loro prestazione professionale su richiesta.

Un’altra categoria a rischio potrebbe essere quella degli immigrati extracomunitari costretti a lavorare anche d’estate e a non rivedere i propri cari. La figura dello psicologo, anche in questo caso, potrebbe aiutarli?Gli immigrati sono certamente una categoria fortemente a rischio per la lontananza dalle loro terre di origine e dalle famiglie. Lo psicologo potrebbe aiutarli a condizione che abbia seguito dei corsi sulla mediazione culturale e abbia fatto un lavoro su se stesso al fine di superare i pregiudizi che ancora esistono nei confronti dello straniero. L’obiettivo dello psicologo, in questo caso, dovrebbe essere di motivare lo straniero ad integrarsi mediando, appunto, tra la cultura dell’immigrato e quella italiana.

Le risulta che esistano servizi sociali gratuiti che prevedano per loro un sostegno psicologico specifico?Qualunque straniero ha diritto di accesso solo ai servizi

sanitari essenziali, tra i quali non è compresa la psicoterapia. L’immigrato può rivolgersi solo agli psicologi della Caritas e di altre associazioni che si occupano di immigrazione (le quali non sempre hanno nel loro organico la figura dello psicologo). Spesso queste associazioni non ricevono fondi e non possono assumere professionisti. Ciò dipende dal fatto che la nostra politica non si è mai posta il problema di integrare gli stranieri nel nostro tessuto sociale e tale lacuna ha favorito reazioni di smarrimento e disorientamento della popolazione italiana in alcune località dove è più alta la presenza di immigrati. Lo straniero fa paura e spesso diventa il capro espiatorio delle tensioni locali. Non escluderei che, se non si educa il nostro popolo alla tolleranza e se non si creano condizioni di vita dignitose per gli extracomunitari, nei prossimi anni assisteremo ad una vera e propria deriva xenofoba.

E per gli altri, gli italiani che conducono una vita, per così dire, “normale”, che tipologia di vacanza consiglia per rigenerare mente e corpo?La vacanza che rigenera di più la mente ed il corpo e che consiglio a tutti è quella che si trascorre con amici e a contatto con la natura (ad esempio in montagna), senza trascurare lo sport a livello dilettantistico, come accennavo poc’anzi. È necessario fare movimento fisico e seguire una dieta sana. A coloro che si sentono particolarmente stressati consiglio anche i massaggi rilassanti, che fanno bene al corpo e alla mente.

Spesso vacanza è sinonimo di viaggi. Come valuta la tendenza degli ultimi anni a scegliere un tipo di viaggio “mordi e fuggi” e l’altra, opposta, di chi preferisce bed and breakfast e agriturismi in campagna? Quali i pro e i contro?Non esiste una tipologia di viaggi migliore di un’altra. Ognuno deve regolarsi sulla base delle sue disponibilità economiche e dei suoi interessi. Suggerisco di scegliere una località che offra divertimenti e anche cose belle da vedere che stimolino la nostra curiosità e permettano di coltivare le nostre passioni. Buone vacanze a tutti.

Grazie. Buone vacanze anche a lei!

Per saperne di più…

Testimonianze dei terremotati abruzzesi: www.miskappa.blogspot.com

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Nikola Tesla: Il genio che inventò il XX secolo

di Alessandro LattanzioNikola Tesla può essere considerato un benefattore dell’umanità: al suo attivo 700 invenzioni, tra cui l’energia elettrica a corrente alternata, il tachimetro, il contagiri meccanico, la diffusione radio, la lampada per flash fotografici, il motore rotante, la turbina Tesla senza pale, la turbina per l’accensione dei motori elettrici, l’auto elettrica senza generatore di corrente, l’uso medico della risonanza magnetica, la prima centrale idroelettrica, la sismologia, l’altoparlante, l’iniettore elettrico per auto, il sintonizzatore (che è alla base delle radio e dei televisori), la lampadina senza fili, le lampade a fluorescenza, i neon, il circuito di sintonia, il tubo catodico, il microscopio elettronico, il telegrafo pluricanale senza fili, l’antenna di sintonizzazione, oggi usata per i cellulari. E, come se non bastasse, l’alimentazione elettrica via etere.

Nacque il 10 luglio 1856, a Smilijan, in Croazia, secondo di cinque figli del reverendo ortodosso Milutin. Dopo aver studiato ingegneria al Politecnico di Graz e all’Università di Praga, iniziò la sua carriera come impiegato alla società telefonica di Budapest, quindi lavorò per la Continental Edison, filiale di Parigi della Edison Electric Light. Edison era un sostenitore della corrente continua; Tesla, al contrario, riteneva più efficace e produttivo

il ricorso alla corrente alternata. Nonostante tale contrasto di vedute, Edison, su suggerimento del suo consulente, Charles Batchellor, decise di fare venire Nikola Tesla a New York. In quel periodo, T. lavorava al primo motore a corrente alternata e ad un generatore a due tempi per alimentarlo.

T. era capace di anticipare le conseguenze, prima di giungere alla sperimentazione vera e propria dei congegni ideati. All’epoca Edison cercava, in un esperimento dimostrativo, di accendere 400 lampade con le dinamo a vapore. Aveva però il problema di sincronizzare gli impulsi elettrici prodotti dalle dinamo. T. risolse questo problema tecnico producendo, in un anno, ventiquattro tipi diversi di dinamo a corrente continua, assistite da un sistema che assicurava la sincronia negli impulsi di corrente. Edison gli promise un compenso di 50.000 $ a lavoro compiuto.

Ma quando Edison brevettò le bobine ideate da T., non gli diede il compenso promesso, dicendogli: «Tesla, ma lei non capisce l’humor americano... » Nikola si licenziò. Nel 1886, dopo aver inventato un nuovo tipo di lampada ad arco, brevettò un motore elettromagnetico, invenzione che gli diede l’occasione di essere finanziato dalla Western Union Telegraph: fu così creata la Tesla Electric Company. Grazie a ciò, lavorò sul motore a corrente alternata, che poteva modificare il voltaggio e fare arrivare l’elettricità a lunghe distanze. Ne brevettò 30 diversi tipi.

Nel 1895, fu inaugurata la Niagara Falls Power and Conduit Company, la prima centrale idroelettrica alimentata dalle cascate del Niagara, che utilizzava tre generatori Tesla da 5.000 HP. Grazie ad essa, Nikola Tesla guadagnò 500.000 $, grazie ai quali riuscì a continuare le sue ricerche.Nello stesso periodo, inizia a studiare la frequenza e costruisce delle bobine e dei trasmettitori capaci di arrivare a frequenze e voltaggi mai raggiunti, generanti scintille lunghe fino a 40 metri. Scoprì che ogni oggetto possiede una sua frequenza e che sollecitando tale frequenza, si può arrivare a distruggere l’oggetto in questione.

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L’ANNIVERSARIO

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Grazie alle sue ricerche sulle onde radio, T. ideò l’impianto radio otto anni prima di Marconi. Nel 1897, a New York, presentò il primo sommergibile radiocomandato. Ne dirigeva a voce i movimenti e l’immersione! Infatti, adoperò per la prima volta le porte logiche, che oggi sono usate nei computer e nella robotica. Nel giugno del 1899, grazie all’imprenditore Leonard Curtis, direttore della Colorado Springs Power Company, T. poté costruire un laboratorio a Colorado Springs, con cui studiò i fulmini e il loro sfruttamento.

Mentre studiava le onde radio a bassissima frequenza, capaci di raggiungere qualsiasi luogo della Terra, sia sulla superficie che sotto il mare, aveva scoperto di poter far risuonare elettricamente la Terra, come una campana, con un rintocco ogni due ore. A Colorado Springs, produsse, con il suo apparato, un lampo di 60 metri e un tuono che venne udito a 42 Km di distanza, illuminando 200 lampade via etere. Il 20 marzo 1900 depositò il brevetto della tecnologia che trasmetteva l’energia elettrica utilizzando la superficie terrestre e l’atmosfera. Chiunque si fosse sintonizzato con gli apparecchi adatti, avrebbe potuto ricevere elettricità gratuita e illimitata, ovunque.

A Colorado Springs, scoprì anche che, usando frequenze estremamente basse, poteva modificare il clima, generare terremoti e influenzare l’attività bioelettrica del cervello e delle molecole del corpo umano. Il 23 luglio 1901 iniziò la costruzione, presso Long Island, della Wardenclyffe Tower, una torre di legno alta 60 metri, con al vertice un elettrodo di rame di 35 metri di diametro, per convogliare la carica elettrica. La costruzione serviva a distribuire l’energia senza fili e gestire le t e l e c o m u n i c a z i o n i mediante la stessa tecnologia, oltre che a imbrigliare l’energia dei raggi cosmici. Con l’idea della

distribuzione di energia elettrica via etere, cioè senza cavi, chiunque poteva accedere all’energia elettrica, attraverso la collocazione di una semplice antenna. Come potevano le corporation averne dei profitti? Se l’energia elettrica veniva distribuita via cavo, l’utente era obbligato a pagare, altrimenti i cavi di alimentazione venivano recisi. Difficile invece punire gli

utenti morosi, se l’energia è distribuita via etere. Il banchiere J. P. Morgan, che finanziava Tesla, temendo che tutte queste scoperte potessero danneggiare i propri interessi, gli sospese le sovvenzioni.

A 50 anni, Tesla si ritrovò dunque senza soldi, oltre che solo. Nonostante ciò, la sua attività continuò, con l’ideazione delle turbine a gas; nel 1917 studiò i principi di base dei radar, mentre nel 1928 teorizzò un apparato di trasporto aereo a decollo verticale, oltre a navi che potevano volare utilizzando energia elettromagnetica trasmessa via etere. Nel 1940 il governo jugoslavo gli concesse una pensione di 7.200 $ l’anno, mentre era assistito dal nipote Sava Kosanovich.Morì l’8 gennaio 1943, nella sua stanza all’Hotel New Yorker. L’FBI confiscò l’archivio dello scienziato, dichiarandolo “Top Secret”. I funerali si svolsero il 12 gennaio 1943, presso la cattedrale di St. John di New York. Le sue idee, intuizioni e scoperte sono ampiamente utilizzate tutt’oggi, anche nei programmi Ultra Top Secret dei governi statunitense (HAARP), russo (Kontinent) e cinese.

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Sopra: Nikola Tesla;Sotto: La Wardenclyffe Tower, a Long Island;Nella pagina accanto: Un gene��ratore Tesla 5000, componente della Niagara Falls Power and Conduit Company

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55a Taormina Film Festival:meno qualità rispetto all’anno scorso, ma la via del rilancio è tracciata

dal nostro inviato Alberto Surrentino d’AfflittoTaormina. Da anni si parla di “rilancio” del Taormina Film Festival, non essendo però perfettamente chiaro cosa si voglia intendere. Se il raffronto è con i primi anni della direzione Laudadio, con ospiti del calibro di Tom Cruise, Antonio Banderas e Hugh Grant e relativo seguito di giornalisti e fans, è chiaro che la battaglia è persa in partenza. Troppi i soldi che giravano allora e troppo pochi quelli oggi a disposizione. Se per rilancio invece intendiamo la capacità di un festival di darsi una propria identità e di contribuire all’effettiva valorizzazione di un patrimonio cinematografico poco conosciuto, allora la strada intrapresa dalla direttrice Deborah Young (quest’anno al suo terzo mandato) è sicuramente vincente, al di là di quella che al momento può essere la risposta del pubblico (comunque in aumento rispetto all’anno scorso), degli sponsor e delle istituzioni. Un festival incentrato sulla cinematografia del bacino del Mediterraneo, se adeguatamente sostenuto, può in breve diventare uno dei più importanti eventi in ambito europeo. Naturalmente poi ci possono essere edizioni che riescono meglio o peggio. E purtroppo la 55a edizione del Taormina Film Festival si è contraddistinta per la proposizione nelle due categorie competitive

(“Mediterranea” e “Oltre il Mediterraneo”, la prima con giuria internazionale, la seconda con giuria popolare, scelta tra gli avventori del festival) di troppe opere pretenziose e deludenti, di qualche film discreto e di pochi ottimi film, a fronte invece di una indimenticabile edizione 2008.La prima giornata si è aperta con un simpatico siparietto, in cui la direttrice Deborah Young (americana) presenta in italiano e si fa tradurre in inglese, con l’ospite Barbara Bouchet che presenta in italiano e zittisce la traduttrice, dicendole che è perfettamente in grado di ripetere tutto in inglese! Il sorriso lascia presto spazio alla prima deludente opera del concorso ufficiale, Giallo? di Antonio Capuano, un film che sembra un cortometraggio dilatato oltre misura, con una prima parte che vorrebbe imitare lo stile di Tsai Ming Liang ma che invece

finisce solo per annoiare. A seguire, per la sezione “Beyond Mediterranean”, la pellicola brasiliana The eye of the storm, una sorta di imitazione dello stile di Iñarritu e di Arriaga, con la già vista intersezione di storie che si muovono su piani temporali diversi, e che di fatto esaurisce in questo tutta la sua ragion d’essere. Un barlume di speranza lo ha dato, il giorno dopo, il film turco The shadowless, un’opera sicuramente criptica e di difficile lettura, ma che denota una forte personalità dell’autore, il quale ha una sua idea di cinema e la porta avanti con capacità e con coraggio. Uno dei migliori film

visti quest’anno, immotivatamente ignorato dalla giuria, presieduta da Laurent Cantet. Per motivi altrettanto incompresibili, il successivo film presentato nell’ambito della sezione “Beyond”, ha ricevuto il premio del pubblico. Trattasi di Corso – the last beat, di Gustave Reininger, un film che parte come omaggio all’ultimo poeta della “beat generation” e che si conclude come una sorta di macabro reality show, con la cinepresa che segue la malattia, il disfacimento e la morte del protagonista Gregory Corso. Nel mezzo, qualche momento interessante e molti passaggi inutili. E che la scelta del pubblico sia stata quantomeno curiosa, lo si evidenzia dal fatto che due ottimi prodotti erano invece presenti in questa sezione: Sin Nombre del regista californiano Cary Fukunaga, intensa e riuscita opera prima sulla disperazione dei migranti che tentano di varcare la frontiera statunitense; Kelin, film kazako di Ermek Tursunov che senza l’ausilio dei dialoghi ma avvalendosi della sola forza delle immagini, riesce a regalare un’opera intrisa di emozioni; Penalty, pellicola iraniana diretta da Ensieh Shah Husseini, che con toni leggeri mette in

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LA PAROLA ALL’ESPERTO

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55a Taormina Film Festival:meno qualità rispetto all’anno scorso, ma la via del rilancio è tracciata

scena le lacerazioni che la guerra ha provocato in Iran.Sempre per la sezione “Beyond”, assolutamente da dimenticare il film tedesco At any second di Jan Fehse, l’ennesima opera priva di originalità con storie già viste, apparentemente slegate, che si riuniscono in un improbabile finale talmente melodrammatico da non riuscire neanche a commuovere. Senza infamia e senza lode la pellicola indiana Welcome to Sajjanpur e il film coreano Once upon a time in seoul.Tornando al concorso ufficiale, abbiamo già detto dei primi due film. Il giorno dopo è stata la volta di Zrubavel, opera prima dell’israeliano Shumel Beru che, al di là dell’interesse per il racconto della vita della comunità etiope in Israele, si struttura su situazioni prevedibili e incespica su uno snodo narrativo decisamente forzato in funzione del drammatico finale. Film generosamente insignito del Premio Speciale della Giuria. Condivisibile invece il riconoscimento per la migliore regia a Nour Eddine Lakhmari per Casanegra, pellicola sicuramente sopravvalutata ma che comunque si rivela un ottimo film di genere, la cui riuscita è sicuramente riferibile alle doti di direzione. Come altrettanto condivisibile, stavolta senza riserve, l’assegnazione del Golden Tauro per il miglior film a The long night del regista siriano Hatem Alì, opera ben costruita, in cui si racconta il dramma dei detenuti politici e delle loro famiglie e della difficoltà, se non della impossibilità,

di ritornare ad un vita normale. Al di là del forte messaggio, il film si caratterizza per una messa in scena efficace che, senza eccessi e senza retorica, affronta le questioni sottese senza scendere nel dettaglio (non ci sono “buoni” e “cattivi”, solo uomini distrutti dalle proprie scelte) e lascia più di uno spunto di riflessione.Infine, Menzione Speciale della Giuria al film egiziano Fawzya, a special �lend, pellicola sicuramente interessante, per la caratterizzazione “femminista” data al personaggio e che trova il suo punto di forza in una sentita messa in scena che ricorda l’Ettore Scola di �rutti, sporchi e cattivi, ma che trova il suo punto debole in un eccessivo pigiare l’acceleratore sul dramma nella parte finale.Deludente l’atteso nuovo film di Andrè Techinè (già apprezzato autore de I testimoni, presentato due anni fa sempre a Taormina), La fille du R.E.R., pellicola dall’idea interessante ma che non trova un equilibrio tra la storia principale (la protagonista che simula un’ aggressione nazista ai suoi danni) e quella secondaria (la vicenda di droga che coinvolge il suo ragazzo) e che in definitiva sembra riuscire a dire meno di quanto il suo autore avrebbe voluto. Premio per la migliore interpretazione alla protagonista Emile Dequenne.Così come deludente è stato l’ultimo film presentato, Camino, dello spagnolo Javier Fesser. La pellicola racconta la storia di una ragazzina di 12 anni colpita da un male incurabile, in un contesto in cui la madre,

membro dell’Opus Dei, ha indotto la figlia maggiore ad entrare in convento facendole credere che il suo ragazzo l’aveva dimenticata e che si lascia convincere a considerare la malattia della figlia una prova di fede inviatala dall’alto. Tutta la prima parte è sicuramente ben costruita. In seguito, però, l’eliminazione della figura del padre, fortemente credente anche lui ma critico nei confronti dell’atteggiamento della moglie, fa venire meno il confronto e trasforma quella che, fino a quel momento, sembrava un’opera ben riuscita sul rapporto tra fede e mistificazione e tra verità e indottrinamento, in un film a tesi che perde tutta la sua forza riflessiva e si chiude in un non necessario manifesto ideologico. Davvero un peccato, soprattutto perché la forza delle immagini e la scelta stilistica di come rappresentare il dramma rivelano un talento autoriale che avrebbe meritato miglior sorte.Tra i film presentati fuori concorso al Teatro Antico, meritano di essere segnalati Crossing over (già nelle sale italiane), film interpretato da Harrison Ford, poliziotto dell’immigrazione che vive giorno per giorno il dramma dei clandestini e della non sempre facile integrazione dei “naturalizzati”, e Sister smile, di Stijn Coninx, storia vera della suora belga Jeannine e del suo successo discografico di proporzioni mondiali Dominique.Da segnalare, infine, l’inqualificabile atteggiamento degli invitati alla serata di premiazione, i quali, all’annuncio del vincitore, si sono alzati in massa guadagnando in fretta l’uscita, mentre al piano il maestro Puglisi intonava Momenti di gloria. Al riaccendersi delle luci, un incredulo Hugh Hudson, chiamato a presentare la proiezione del director’s cut di Revolution (in teoria l’evento della serata) si è trovato di fronte ad una platea semi vuota, con la conduttrice Lorena Bianchetti che, invano, tentava di richiamare i fuggiaschi al rispetto del regista presente. Veramente una gran brutta figura.

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A sinistra: Cary Fukunaga, regista del film Sin nombre;Nella pagina accanto: Catherine Deneuve; Avin �eru, attore israeliano protagonista del film Zrubavel

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TRA CINEMA E STORIAUn’ipotesi interpretativa su Vincere, l’ultimo impegnativo film del maestro Marco Bellocchio. Quando la realtà irrompe nella finzione.

di Gabriele Montemagno

Realtà e finzione: un rapporto da sempre vitale e i cui confini appaiono, di volta in volta, più o meno labili. Un rapporto che sembra riproposto da Vincere, l’ultimo film di Marco Bellocchio, uscito da qualche mese nelle nostre sale. Qui il regista punta l’obiettivo della sua macchina da presa sulla segreta storia d’amore tra Benito Mussolini ed Ida Dalser. Una storia d’amore che cominciò in quei primi anni del ‘900 nei quali il futuro Duce, ancora giovane, era impegnato come direttore dell’Avanti ed era in piena ascesa politica. Erano gli anni in cui faceva la sua apparizione il Futurismo e scoppiava la rivoluzione bolscevica in Russia. Anni di grandi fermenti, dei quali la travolgente passione tra la giovane donna e colui che guiderà le sorti dell’Italia fino al tragico esito del secondo conflitto mondiale, appare come una sorta di specchio. E tuttavia, questa storia d’amore ed il suo tragico esito rimasero sconosciuti fino agli

anni ’50, quando furono resi pubblici in uno degli appuntamenti de La settimana INCOM, il “notiziario” cinematografico di quegli anni. Ma fu solo nel 2005 che due giornalisti RAI, Novelli e Laurenti, intrapresero una serie di ricerche che diedero vita ad un documentario andato in onda su Rai 3. In esso si evidenziava che questa, lungi dall’essere “una fra le tante” storie d’amore attribuite a Mussolini, ebbe come frutto la nascita di un figlio che finì rinchiuso in manicomio come, del resto, la madre, giacché doveva essere occultata una situazione incresciosa per il capo del fascismo. Mussolini, infatti, aveva allora deciso di regolarizzare la sua vita sentimentale grazie al matrimonio con Rachele Guidi, che gli diede figli legittimi. Una vicenda quindi che si svolse in parallelo con la grande storia e che è adesso divenuta un racconto cinematografico. Quindi, una vicenda che tocca la realtà e la finzione.

Ma c’è di più. Anche in questo film - come già in �uongiorno, notte (film sul caso Moro) - Bellocchio fa ricorso a immagini di repertorio, con i personaggi reali assieme agli attori della finzione. E ciò, se fornisce alla pellicola una maggiore veridicità, sembra complicare un po’ le cose allo spettatore, il quale, abituato a vedere impersonare i personaggi dagli attori (seppure truccati in modo da assomigliare quanto più possibile ai loro corrispettivi reali), resta interdetto non appena vede, nel corso dello stesso racconto, i reali protagonisti della vicenda agire al posto degli attori. E se in Buongiorno, notte Bellocchio inserisce le immagini con i veri protagonisti solo alla fine del film, in Vincere nel corpo dello stesso film avvengono più volte i passaggi tra fiction e documento. In particolare, un momento del film sembra

Ogni anno i vari Comuni siciliani fanno a gara per aggiudicarsi gli artisti migliori, per creare il palinsesto più allettante, per richiamare quanto più pubblico possibile a colpi di festival e serate mondane.Tra le punte di diamante della nostra isola, in me-rito a festival musicali, annoveriamo senza ombra di dubbio il Sikula Raggea festival di Rosolini, il festival jazz del Teatro di Verdura di Palermo, il Cuscus fest di San Vito lo Capo e l’Etna �lues Festival di Mascalucia.Quest’anno si vociferava che, a seguito dello scioglimento del gruppo organizza-tivo dell’Associazione Sicilia �lues e delle elezioni del sindaco di Mascalucia, il fe-

stival sarebbe saltato. Grave perdita per il panorama musicale catanese, e non solo.

È ormai dal lontano 1988, infatti, con la prima edizione dell’Etna �lues Festival, che siamo abituati a questo appuntamento fisso, e a trascorrere serate in compagnia di artisti di grosso calibro. La prima edizio-ne aveva come ospiti Phil Guy (non il più noto fratello Buddy, ma pur sempre uno dei grossi nomi), componente della miti-ca Chicago �lues. Negli anni a seguire, si è potuto assistere a concerti degni della tradizione blues mondiale. Tra questi, una delle ultime esibizioni siciliane di Robert Lee Burnside, morto di recente, di Joe

Hughes, soprannominato “The Guitar”, di Andy J. Forest e Mike Cooper. I concerti si susseguono di anno in anno, sino al 1992, anno in cui si decreta la fine del festival, lasciando l’amaro in bocca agli appassio-nati.Riprendono dodici anni dopo, nel 2004, in modo del tutto originale, il 20 dicembre, presso la chiesa di San Vito. Per pochi in-timi, che in quell’occasione ghiotta hanno potuto ascoltare il gospel di Earl Bynum assieme agli As we are choir, premiata come migliore ensemble gospel al “WBSK Music Award”. In estate l’associazione lan-cia una nuova iniziativa, il “Blues Band on Stage”, un concorso per artisti emergenti.

IL BLUES NON MUORE MAI

A sorpresa, dalle ceneri della vecchia organizzazione, nasce l’As-sociazione in Blues. Proprio quando ormai si credeva che il blues fosse scomparso dalle kermesse musicali dell’estate catanese. L’11 e il 12 luglio, a Mascalucia, risorge il festival più amato dagli aficionados del genere. Con la sua lunga tradizione…

di Fausto Grasso

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L’OPINIONE

MUSICA

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di Alessandro Puglisi

rendere evidente questo passaggio ed il detto “smarrimento” che ne segue: dopo averci mostrato una emozionata e tesa Ida (impersonata da una splendida Giovanna Mezzogiorno, in grado di rendere le forti passioni che animano Ida) comunicare la sua gravidanza al giovane Mussolini (interpretato da un ottimo Filippo Timi) - sequenza che prelude all’appassionato

amplesso amoroso fra i due - il regista ci mostra Ida intenta ad assistere, in un cinema dell’epoca, al filmato della marcia su Roma. Solo che stavolta il Mussolini inquadrato dalla macchina da presa non è Filippo Timi, ma il reale Benito Mussolini, ed il filmato è un vero documentario. Poco dopo, la Dalser-Mezzogiorno afferma che, seppure stempiato, ha riconosciuto il “suo” Benito, i cui occhi sono rimasti sempre gli stessi. Qui lo spettatore si sarebbe aspettato di vedere sempre Timi, magari invecchiato e stempiato: ciò avrebbe confermato la sua consapevolezza di assistere ad una finzione, seppure di una vicenda reale.

Si potrebbe così affermare che Vincere non è solo un film di finzione che racconta un fatto realmente accaduto (come tanta cinematografia e fiction televisiva), ma qualcosa di più e di diverso: in questo film la realtà irrompe nella finzione. Il documentario entra nella fiction senza che la sua veridicità sia messa in crisi dalla possibile arbitrarietà che ogni fiction porta con sé. Il sapiente montaggio che sovrappone, all’inizio del film, le scritte futuriste alle immagini di macchine in movimento, le inquadrature che seguono le sinuosità del corpo nudo di Ida-Mezzogiorno, la quale sembra concedersi inerme agli amplessi virili di Mussolini-Timi, o ancora la

paradossale “sfida a Dio” del giovane Mussolini-Timi all’inizio del film, sono scene che riescono non solo ad esprimere il clima culturale ed etico nel quale il Duce si è formato e mosso, ma riescono a rendere ragione delle sue movenze decise durante la marcia su Roma o delle sue espressioni cariche e dei suoi gesti plateali al limite del ridicolo (in realtà, sapientemente calcolati) di fronte alle folle esaltate. Una finzione a favore della realtà, si potrebbe quindi affermare. O meglio: un racconto “storico” - il film - cui la realtà e la finzione sapientemente combinati e connessi fra loro attribuiscono una verità maggiore, più complessa, e forniscono un migliore contributo alla comprensione di un’oscura pagina della nostra storia.

Un film, Vincere, che pare indicare un modo utile attraverso cui osservare il nostro presente. Un presente in cui i mezzi di comunicazione e le immagini hanno acquisito una tale pregnanza ed invadenza da rendere spesso difficile distinguere ciò che è reale da ciò che è ricostruito. Eppure, forse sarebbe più utile comprendere che non è sempre opportuno separare la finzione dalla realtà, giacché l’una è spesso unita all’altra, ed entrambe possono rivelarci la complessità che sta dietro alla globale verità di fatti e personaggi.

È l’anno in cui vince Marco Gioé con la sua band, accompagnato all’armonica dal-l’ormai famigerato Joe Pedros. Ma le star, i veri interpreti, i grandi nomi, sono Ca-rey Bell, armonicista di Muddy Waters, e Popa Chubby, un colosso - anche in senso strettamente fisico! - della chitarra blues e della “musica del diavolo”. L’anno dopo è il turno di Marcia Ball, Mem Shannon e Brian Lee. Poi i nomi si fanno veramente grandi. Il 2007 è l’anno delle grandi star: l’ormai settantenne John Mayall, con i Bluesbreakers, concerto all’altezza delle aspettative, un mix di energia ed eclettismo come poche volte si è ascoltato; e Sandra Hall, che nella prima serata racconta di aver perso i bagagli all’aeroporto e di esse-re andata, nel pomeriggio, a fare compere in un vicino centro commerciale. Infine, il cosiddetto erede di B.B.King lascia tutti col fiato sospeso: Joe Bonamassa, quasi due ore di puro blues-rock energizzante. L’anno scorso ci si è divertiti con i Nine �elow Zero, band dal look stravagante che ha fatto conoscere al pubblico siciliano il concetto di british-blues; poi si è ballato con Bettye Lavette, e ci si è emozionati con Willy Deville e la sua band.

Poteva interrompersi nuovamente il soda-lizio tra buona musica, Comune di Masca-lucia e pubblico? Nel giro di pochi giorni giunge la sperata notizia: anche quest’an-no, nonostante sia cambiata la compagine organizzativa, il festival blues più apprez-

zato in Sicilia - oserei dire tra i più noti an-che nel resto d’Italia, paragonato a quello di Pistoia - esce con due serate, l’11 e 12 luglio, all’insegna della nuova scena blues. Nella prima attesissima serata, avremo la chitarrista e cantante serba Ana Popovic, una bella ragazza che mescola rock, blues e jazz in un genere sicuramente non origi-nale ma molto personalizzato, già insigni-ta, nel 2002, del premio di “Best Guitarist and Best Album” al French Blues Award. Nella seconda serata potremo ascoltare Deitra Farr, notoriamente una delle voca-list più apprezzate nella scena di Chicago, oltre che pittrice e autrice di testi e com-posizioni.Si era sparsa pure la voce che quest’an-no ci sarebbe stato – udite udite! - Eric Clapton. La notizia non è stata smentita, ma non crediamo che un ospite di questo calibro si possa nascondere a lungo ad un pubblico attento come il nostro. Speriamo che, magari, in una delle prossime edizioni si realizzi il miracolo...

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a cura di Emilia Giuliana Papa

Una vicenda torbida di passione e delitto che parrebbe venir fuori da un romanzo a tinte forti. E invece è realtà autentica, seppellita per decenni, come la sua innocente vittima Aida, tra cumuli di documenti dimenticati, e ora riemersa grazie alle meticolose e appassionate ricerche di Marinella Fiume. Docente di lettere nei licei della provincia catanese, scrittrice prolifica e fervida ricercatrice, Marinella ha al suo attivo svariate pubblicazioni, dal premiato Sibilla arcana. Mariannina Caffa 1841��1878 (2000) ai racconti L’angelo di �otero (2005) fino al dizionario Siciliane (2006). Oggi, coraggiosamente, ridà luce

– attraverso ricerche in archivio, vecchie testate giornalistiche dell’epoca, testimonianze e “canti e cunti” del noto cantastorie giarrese Orazio Strano – a una storia vera e, proprio per questo, quasi incredibile, che si consuma tra Giarre e Fiumefreddo sullo sfondo del ventennio fascista. Anno 1933: la Fiume ricostruisce con precisione filologica, ma anche con equilibrio stilistico e senso della misura, una vicenda nostrana non facile da affrontare: la storia di Giuseppina e Giovannino, amanti “clandestini”, imparentati fra loro, e della figlia di lei, la piccola Iduzza, colpevole solo di aver intuito la tresca tra la madre e il proprio cognato. Possessivo e violento, Giovannino, forse temendo le chiacchiere che avrebbe potuto scatenare la scomoda testimone, seppellisce viva la cognatina di 5 anni. Un delitto, quello di Iduzza, che tutti sospettano in paese e che, venuto a galla, innesca un processo che si concluderà – per sentenza emessa il 29 maggio 1933 dalla Corte d’Assise di Catania - con la fucilazione di Giovannino, reo colpevole di omicidio volontario, e l’assoluzione della madre adultera “per non aver commesso il fatto”. Nulla, a partire dalle identità dei protagonisti, è frutto di invenzione letteraria. E proprio in ciò consiste la complessità della delicata operazione di recupero condotta dalla Fiume. Una macchia indelebile nella nostra storia locale che l’autrice restituisce alla memoria collettiva, assieme a un interessante squarcio di atmosfere e società del famigerato ventennio nonché della cultura popolare e del linguaggio dialettale della Sicilia degli anni ’30.

NARRATIVAMARINELLA FIUMECeleste Aida. Una storia vera Rubettino, 2008 pp.136 € 8,00

NARRATIVA ITALIANAGIORGIO VASTAIl tempo materialeMinimum Fax, 2008 pp. 311 € 13,00

di Emilia Giuliana Papa

Storie Vere all’ombra dell’Etna

NARRATIVA ITALIANAGIORGIO MONTEFOSCHILe due ragazze con gli occhi verdiRizzoli, 2009 pp. 360 € 19,50

NARRATIVA ITALIANAVINCENZO GALLUZZOMalalunaA&B editrice, 2009 pp. 256 € 19,00

NARRATIVA ITALIANAGAETANO SAVATTERII ragazzi di RegalpetraRizzoli, 2009 pp. 300 € 18,00

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Fuori gioco di Salvatore Scalia, editore Marsilio, è libro che si legge tutto d’un fiato. Paolo, il protagonista mascalucese, “un carusazzu” che ama le donne, aspira a diventare, anche per venire incontro alle ambizioni di un padre frustrato, un grande campione di calcio. Ma perde la scommessa con la vita, avviandosi inesorabilmente, sconfitto e deriso, verso un dramma privo di riscatto. Amaro è il senso del romanzo, metafora della Catania anni ’70, ma anche tragico emblema universale dei vinti di ogni epoca e latitudine. Con la politica piegata a clientelismo e voto di scambio, è qualcun altro ad avere successo e a diventare ricco e rispettato perché disposto, venendo a patti con la propria coscienza, a piegarsi al potente e prepotente di turno, non importa se rappresentante delle istituzioni o semplice mafioso. Una storia vera quella raccontata, che Scalia riesuma dalla nostra cronaca locale, non senza indulgere a un linguaggio vernacolare e a espressioni colorite che ci restituiscono colori e sapori della madre Sicilia. L’autore - caposervizio della pagina culturale del quotidiano “La Sicilia”, già stimato scrittore e autore di teatro - con quest’ultima pubblicazione, che segue all’indubbio successo di La punizione (2006), dimostra senza ombra di dubbio di saper conciliare il mestiere di giornalista con una vocazione autenticamente letteraria. E dà prova, ancora una volta, con l’acuto scandaglio psicologico dei suoi personaggi, di conoscere profondamente la realtà sociale e umana dell’area geografica in cui vive e opera.

NARRATIVASALVATORE SCALIA

Fuori gioco. Vita bruciata di un calciatore di provincia Marsilio editore, 2009

pp.125 € 12,00

di Emilia Giuliana Papa

Storie Vere all’ombra dell’Etna

NARRATIVA STRANIERAALAN DREWNei giardini d’acquaEdizioni Piemme, 2009 pp. 373 € 19,00

SAGGISTICAMAURIZIO PALLANTELa felicità sostenibileRizzoli, 2009 pp. 216 € 16,00

TIZIANO SCARPAStabat materEinaudi, 2009 pp. 144 € 17,00

MASSIMO LUGLIL’istinto del lupoNewton Compton, 2009 pp. 334 € 9,90

RACCONTI E ALTROAA.VV. (Ravasi, Bonura, Mastrocola, Cerati, etc.)Playstation, caffetterie e altri raccontiInterlinea, 2009 pp. 184 € 14,00

RACCONTI E ALTROCESARE CREMONINILe ali sotto i piediRizzoli, 2009 pp. 264 € 16,50

CESARINA VIGHYL’ultima estateFazi, 2009 pp. 190 € 18,00

ANTONIO SCURATIIl bambino che sognava la fine del mondoBompiani, 2009 pp. 295 € 18,00

ANDREA VITALIAlmeno il cappelloGarzanti, 2009 pp. 405 € 17,60

VINCITORE DEL PREMIO STREGA 2009

NARRATIVA ITALIANAGIORGIO FALETTIIo sono DioBaldini Castoldi Dalai, 2009 pp. 523 € 20,00

SAGGISTICAALESSANDRO LATTANZIOPotere Globale. Il ritorno della Russia sulla scena mondialeFuoco edizioni, 2009 pp. 157 € 13,00

I FINALISTI

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Il boom delle librerie on-lineUn settore in crescita esponenziale: è quello dei negozi in rete. Si entra, si scelgono i prodotti desiderati, si paga con carta di credito e il gioco è fatto. Analizziamo in particolare il fenomeno delle librerie on-line, sempre più punto di riferimento per lettori forti e non.

di Alessandro PuglisiEntrare col sorriso sulle labbra, aggirarsi circospetti tra le file degli scaffali, scrutare le copertine e i titoli; ogni tanto afferrare un libro, apprezzare l’odore delle pagine, sfogliarlo. Un piacere insostituibile, si di-rebbe, per molti dei frequentatori assidui delle librerie.Tuttavia, ormai da qualche anno, nel campo dell’editoria c’è un fenomeno che fa parla-re di sé: i cosiddetti bookstores on-line. Siti web raggiungibili con un semplice click, che mettono in vendita migliaia e migliaia di volumi, spesso praticando sconti supe-riori a quelli delle librerie tradizionali. Non solo, articolati programmi di fidelizzazione dei clienti e segnalazione di tutte le novità in comodità, via posta elettronica.

Indubbiamente, la crescita sul mercato di questo genere di negozi virtuali dipende da un gran numero di fattori diversi, molti dei quali necessariamente sfuggono all’ac-quirente. In ogni caso, tralasciando analisi economiche che non ci competono, e senza voler imboccare le tortuose vie del marke-ting, possiamo comunque evidenziare pro e contro di questo tipo di acquisti.

In principio si vendevano solo libri, oggi si possono trovare e acquistare anche cd musicali, dvd, libri in lingua inglese, vi-deogiochi e perfino mp3 da scaricare, del

più in generale i negozi sul Web, anche se non metteranno in difficoltà i punti vendita tradizionali, forse toglieranno loro almeno una fetta considerevole di mercato.

tutto legalmente, sul proprio pc. È questo il caso di IBS (www.internetbookshop.it), negozio virtuale con più di un milione di clienti, e BOL (www.bol.it), solo per restare sul suolo italiano. La homepage accoglie il visitatore mostrando novità e offerte relati-ve a tutte le categorie merceologiche tratta-te. Basta una semplice ricerca per individua-re il prodotto deside-rato all’interno di un catalogo molto più fit-to rispetto al numero di libri che si possono trovare anche nelle li-brerie più fornite. Altrettanto facile acqui-stare, pagando, se si preferisce, con carta di credito, e la consegna è affidata a un corriere espresso.I contro? Ovviamente acquistare in rete toglie al cliente il piacere di cui si dice-va, quella tipica ebbrezza da bibliofili. E, qualche volta, se non si compra da “nego-zi” affidabili, può scapparci la fregatura. Non è certamente il caso dei siti segna-

lati poco sopra, dotati di sistemi di protezione di tutti i dati personali.

Insomma, cambiano le modalità del commer-cio, si modifica il rap-porto del potenziale ac-quirente con il negozio, sia esso tradizionale o virtuale. In un quadro economico, sociale, ma soprattutto culturale complesso come quello all’interno del quale vi-viamo, non c’è da stu-pirsi se, a lungo andare, le librerie on-line, ma

LIBRERIE ON-LINE

Internet Bookshopwww.ibs.it

Bolwww.bol.it

Unilibrowww.unilibro.it

Websterwww.webster.it

Libreria universitariawww.libreriauniversitaria.it

Gullivertownwww.gullivertown.it

Amazon (in inglese)www.amazon.com

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Il boom delle librerie on-lineUn settore in crescita esponenziale: è quello dei negozi in rete. Si entra, si scelgono i prodotti desiderati, si paga con carta di credito e il gioco è fatto. Analizziamo in particolare il fenomeno delle librerie on-line, sempre più punto di riferimento per lettori forti e non.

Le Mans 195511 giugno 1955: uomini e macchine coinvolti nel più gra-ve incidente dell’automobilismo sportivo. Una tragedia, consumatasi in pochissimi secondi, nella quale persero la vita oltre ottanta persone

di Sebastiano Di Bella

e, data l’elevatissima velocità, perde com-pletamente il controllo del mezzo in pieno rettilineo; nello stesso istante, sente un urto alla parte posteriore della vettura, entra in testa-coda, urta violentemente contro gli stand falciando un giornalista ed un agen-te della Gendarmerie, rimbalza dall’altra parte e si schianta contro il muro delle tri-bune. Quando scende dalla vettura, ferito e scioccato, non riesce a capire chi lo ha colpito da dietro!Eppure, in un attimo di lucidità, ricorda di aver visto, con la coda dell’occhio, nel momento dell’impatto, un’ombra passargli sulla testa. Quell’ombra altro non è che la Mercedes di Levegh, che a ben 260 all’ora, trovandosi sulla sua traiettoria la piccola Healey di Macklin, non riesce ad evitare l’impatto. A quella velocità, la Mercedes, ormai senza controllo decolla e si schianta su un terrapieno di fronte alle tribune, ter-rapieno che era stato realizzato per proteg-gere gli spettatori. Purtroppo il terrapieno agisce come una vera e propria rampa di lancio; l’auto di Levegh, incendiandosi, si spezza in due. Il motore con i suoi nume-rosi pezzi, ormai veri e propri proiettili, piomba sulle centinaia di persone delle tribune.Una vera strage. Il prato antistante le tri-bune offre uno spettacolo raccapricciante: ovunque si guardi, cadaveri, corpi dilania-ti e le urla dei feriti che riempiono l’aria invasa dal fumo del rogo della vettura di Levegh, deceduto sul colpo. Il tragico bi-lancio, compreso il pilota francese, fu di 82 vittime, alcune delle quali non verran-no mai identificati a causa delle condizioni in cui erano state rinvenute.I commissari decisero di far continuare la corsa, che fu vinta da Hawthorn, mentre la Mercedes decise di ritirarsi. Di chi la re-sponsabilità dell’incidente? Molti i dubbi, molte le polemiche, una sola certezza: la gente dimentica.

ore, tra alberi, villaggi ed imprevisti vari, su un tracciato dalle imprevedibili insidie: pioggia, incidenti, animali che attraversa-no la pista. Una gara fondata su un’unica regola di base: durare!A causa del regolamento si troveranno quindi in gara auto velocissime e auto quasi completamente di serie, molto più lente, che complicheranno non poco la vita ai piloti dei prototipi.

Questa la cronaca dell’evento. La gara era iniziata, come da copione, alle 16.00 di sabato 11 giugno. Hawthorn (Jaguar D Type) e Fangio (Mercedes 300 SLR) compiono un giro completo del circuito in poco più di quattro minuti; le Lotus, le Cooper, le Healey ecc. non possono far altro che stare a guardare. Solo una Mer-cedes stava già per essere doppiata perché particolarmente lenta, quella del francese Pierre Levegh.La classifica vede in testa Hawthorn, che si prepara a doppiare Macklin su una Hea-ley, seguono Levegh e Fangio, entrambi su Mercedes.

Da qualche giro, il box della Ja-guar segnala a Hawthorn che deve fermarsi per il rifornimento. Macklin vede nei suoi specchi la velocissima Jaguar (260 km/h) e si sposta correttamente a destra per lasciarla passare. In maniera del tutto inaspettata Hawthorn (Jaguar) chiude di colpo il sor-passo, frenando e tagliando la strada alla Healey di Macklin, il quale si rende subito conto che frenare per evitare l’impatto con la Jaguar non sarebbe stato suffi-ciente; le vetture sono ormai sullo stretto rettilineo che passa davan-ti le tribune.Macklin (Healey) non ha scelta, sterza bruscamente verso sinistra

La Ventiquattrore nacque nel 1923 da un’idea di Charles Faroux, già all’epo-ca figura importante nell’automobilismo francese. F. volle creare un vero e proprio banco di prova per testare l’affidabilità non solo delle vetture di serie ma anche delle vetture sportive. In pochi anni, la 24ore si trasformò in un vero e proprio trampolino di sperimentazione per vetture dalle carat-teristiche tecniche eccezionali, i prototipi appunto, costruiti per affrontare la grande gara, a patto però che i costruttori ne rea-lizzassero un certo numero per la normale rete di vendita ai clienti.È trascorso solo un decennio dal secondo conflitto mondiale e i nemici di ieri torna-no a sfidarsi su questo eccezionale traccia-to, che è formato dalle strade di tutti i gior-ni. È qui che Ferrari, Jaguar e Mercedes si daranno battaglia sul filo dei 300 km/h. Il circuito misura, nel 1955, 12 chilometri e mezzo, con curve come la Dunlop, che vengono percorse a 280 all’ora dai proto-tipi, o il mitico rettilineo Hunadieres, sei infernali chilometri sui quali già allora si superavano i 300 orari. Tutto questo per 24

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Nelle foto a sinistra: la Mercedes di Pierre Levegh prima e dopo l’incidente;Accanto il titolo: la prima locandina della ventiquattrore di Le Mans;

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Venerdì 10 LuglioINSECTAInaugurazionePalazzo della culturah.19,00Mostrada Lun a Dom - h.9-13Mar e Gio - h.9-13 15.30-17.30fino al 20 agosto

Venerdì 10 LuglioTaormina Arte 2009ANASTACIATeatro Antico Taorminah.21,30 da € 59,00 a 79,00

Venerdì 10 LuglioJOYCE MINUZ dj setMercati Generalih.23,00 € 10,00

Sabato 11 LuglioEtna in BluesANA POPOVICParco Trinità Manenti - Mascaluciah.21,00 € 11,50

Sabato 11 LuglioMAD IN SICILYMercati Generalih.23,00 € 5,00

Domenica 12 LuglioEtna in BluesDEITRA FARR’SParco Trinità Manenti - Mascaluciah.21,00 € 11,50

Lunedì 13 LuglioBIAGIO ANTONACCITeatro Antico Taorminah.21,00 da € 41,50 a 62,50

Mercoledì 15 LuglioGIOVANNI ALLEVIParco Trinità Manenti - Mascaluciah.21,00 da € 27,50 a 44,00

Mercoledì 15 LuglioEtnafest 2009ENRICO RAVA QUINTETAuditorium Le Ciminiereh.21,00 € 10,00

Giovedì 16 LuglioCatania Jazz presentaJazz Marathon 3° edizioneROSALIA DE SOUZAAnfiteatro Tremestieri Etneoh.21,00 € 11,00

Giovedì 16 LuglioTaormina Arte 2009MICHAEL BOLTONTeatro Antico Taorminah.21,30 da € 39,00 a 79,00

Venerdì 17 LuglioGILLES PETERSON dj setMercati Generalih.23,00 € 10,00

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Venerdì 17 LuglioCatania Jazz presentaJazz Marathon 3° edizioneDAMIANI - BONAFEDE 6etAnfiteatro Tremestieri Etneoh.21,00 € 11,00

Sabato 18 LuglioDisco Shit PresentaLEEROY THORNHILL (Prodigy) dj set Mercati Generalih.23,00 € 10,00

Sabato 18 LuglioCatania Jazz presentaJazz Marathon 3° edizioneELIAN ELIAS QUARTETAnfiteatro Tremestieri Etneoh.21,00 € 11,00

Sabato 18 LuglioKHALEDPorto Turistico - Pozzalloh.21,00 da € 16,50 a 27,50

Domenica 19 LuglioEtnafest 2009PETER CINCOTTIAuditorium Le Ciminiereh.21,00 € 10,00

Domenica 19 LuglioCatania Jazz presentaJazz Marathon 3° edizioneHIROMI QUARTETAnfiteatro Tremestieri Etneoh.21,00 € 11,00

Lunedì 20 LuglioTaormina Arte 2009MOMIX in BothanicaTeatro Antico Taorminah.21,30 da € 59,00 a 79,00

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INCONTRI

MOSTRA

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Martedì 21 LuglioFestival Sete Sois Sete LuasEYAL SELA - IsraeleParco Trinità Manenti - Mascaluciah.22,00 € 3,00

Mercoledì 22 LuglioFestival Sete Sois Sete LuasTETÉ ALHINHO - Capo VerdeParco Trinità Manenti - Mascaluciah.22,00 € 3,00

Giovedì 23 LuglioTaormina Arte 2009ROBERTO BOLLE & FRIENDSTeatro Antico Taorminah.21,30 da € 59,00 a 79,00

Giovedì 23 LuglioFestival Sete Sois Sete LuasNAVEGANTE - PortogalloParco Trinità Manenti - Mascaluciah.22,00 € 3,00

Venerdì 24 LuglioBEN WESTBEACHdj setMercati Generalih.23,00 € 10,00

Venerdì 24 LuglioTaormina Arte 2009ROBERTO BENIGNITutto DanteTeatro Antico Taorminah.21,30 da € 59,00 a 79,00

Venerdì 24 LuglioFestival Sete Sois Sete LuasJUAN PINILLA - AndalusiaParco Trinità Manenti - Mascaluciah.22,00 € 3,00

Sabato 25 LuglioFestival Sete Sois Sete Luas7LUASORKESTRA - MediterraneoParco Trinità Manenti - Mascaluciah.22,00 € 3,00

Sabato 25 LuglioAd ali spiegate - 3° edizionePremio Angelo D’ArrigoTeatro Antico Taorminah.22,00 da € 15,00 a 35,00

Domenica 26 LuglioGIUSEPPE MIGNECOMostra antologicaChiesa del Carmine - Taorminafino al 1 Novembre

Domenica 26 LuglioEtnafest 2009BABA ZULASommersault in the CoffinAuditorium Le Ciminiereh.21,00 € 10,00

Domenica 26 LuglioTaormina Arte 2009UOMINI IN FRACOmaggio a Domenico ModugnoTeatro Antico Taorminah.21,30 da € 28,00 a 44,00

Lunedì 27 LuglioTaormina Arte 2009SIMPLE MINDSTeatro Antico Taorminah.21,30 da € 28,00 a 44,00

Martedì 28 Luglio9° Tributo a Francesco VirlinziPACIFICO - ARISA - MALIKA AYANEAnfiteatro Le Ciminiereh.21,00 € 15,00

Venerdì 31 LuglioRODNEY HUNTER dj setMercati Generalih.23,00 € 10,00

Sabato 1 AgostoEtnafest 2009ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIOAuditorium Le Ciminiereh.21,00 € 10,00

Domenica 2 AgostoEtnafest 2009LUDOVICO EINAUDIAuditorium Le Ciminiereh.21,00 € 10,00

Lunedì 3 AgostoEtnafest 2009KABALLÀAuditorium Le Ciminiereh.21,00 € 10,00

Martedì 11 AgostoEtnafest 2009ROY PACI & ARETUSKAAuditorium Le Ciminiereh.21,00 € 10,00

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