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L’Italia nella storiografìa degli altri paesi La storia dell’Italia in Francia Jean-Dominique Durand La storiografia francese sull’Italia contempo- ranea ha conosciuto, nel corso di questi ulti- mi due decenni, uno sviluppo notevole. Ep- pure essa continua ad essere poco nota nella stessa Italia, mentre non è tradotta, anzi è ad- dirittura ignorata, altrove1. Si deve perciò plaudire all’iniziativa, presa da “Italia con- temporanea”, di promuovere la presentazio- ne sulla rivista di ricerche straniere sulla sto- ria italiana. Una prima storiografia francese dell’Italia appare all’inizio di questo secolo, contempo- raneamente al riavvicinamento franco-ita - liano. Essa verte essenzialmente sulla Rivolu- zione e l’Impero (periodo di cui non ci occu- piamo in questo saggio), sul primo Ottocento (con le ricerche condotte da Julien Luchaire, primo direttore del Centro culturale francese di Firenze2) e sul processo unitario. Nel 1911, Georges Bourgin pubblicava una riflessione storiografica sul Risorgimento, sottolinean- do le difficoltà di un approccio scientifico in presenza di una storiografia abbastanza agiografica ed ideologica, e definendo alcune problematiche3. Si passa successivamente ad una genera- zione di storici che può ancora essere consi- derata di precursori, tra i quali troviamo Maurice Vaussard. Quest’ultimo occupa, nella storia dei rapporti culturali franco-ita- liani, un posto essenziale, in quanto ha svolto il ruolo di intermediario tra i due paesi, in un momento doloroso della loro storia. Egli ha lavorato sulla storia dell’Italia, dimostrando una profonda conoscenza delle evoluzioni e della cultura di questo paese. I suoi studi sul nazionalismo italiano “da Petrarca a Mussolini”4, come quelli sulle basi gianseni- ste del cattolicesimo italiano5, non hanno a tutt’oggi rivali. La sua storia della Democra- zia cristiana è, insieme, una sintesi ormai classica e una testimonianza personale sulla ‘famiglia politica’ alla quale egli appartene- va6; per questo essa rimane insostituibile e continua ad essere stimolante anche se sono stati pubblicati altri studi, che hanno ripro- Voglio ringraziare tutti gli studiosi, specialisti di storia italiana, che hanno risposto alle mie richieste d’informazione. Ringrazio particolarmente Catherine Brice, Philippe Boutry, Olivier Faron, Marc Lazar, Pierre Milza, Jean Pierre Vial- let per aver accettato di leggere il mio testo e per le utili osservazioni fattemi. Ne è prova la recente opera di un ricercatore britannico, Patrick Mc Carthy, L'Italie dans la tourmente, Paris, Presses de Science Po, 1995. Vero è che questo libro non dimostra una padronanza molto migliore neppure della produzione italiana. Julien Luchaire, Essai sur l'évolution intellectuelle de l'Italie de 1815 à 1830, Paris, Hachette, 1906. Georges Bourgin, Les études relatives à la période du Risorgimento en Italie ( 1789-1870), Paris, Cerf, 1911. Maurice Vaussard, De Pétrarque à Mussolini. Evolution du sentiment nationaliste italien, Paris, Colin, 1961. Maurice Vaussard, Jansénisme et gallicanisme aux origines religieuses du Risorgimento, Paris, 1959. Maurice Vaussard, Histoire de la Démocratie chrétienne. France, Belgique, Italie, Paris, Seuil, 1956. Italia contemporanea”, dicembre 1996, n. 205

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L ’Italia nella storiografìa degli altri paesi

La storia dell’Italia in Francia

Jean-Dominique Durand

La storiografia francese sull’Italia contempo­ranea ha conosciuto, nel corso di questi ulti­mi due decenni, uno sviluppo notevole. Ep­pure essa continua ad essere poco nota nella stessa Italia, mentre non è tradotta, anzi è ad­dirittura ignorata, altrove1. Si deve perciò plaudire all’iniziativa, presa da “ Italia con­temporanea” , di promuovere la presentazio­ne sulla rivista di ricerche straniere sulla sto­ria italiana.

Una prima storiografia francese dell’Italia appare all’inizio di questo secolo, contempo­raneamente al riavvicinamento franco-ita­liano. Essa verte essenzialmente sulla Rivolu­zione e l’Impero (periodo di cui non ci occu­piamo in questo saggio), sul primo Ottocento (con le ricerche condotte da Julien Luchaire, primo direttore del Centro culturale francese di Firenze2) e sul processo unitario. Nel 1911, Georges Bourgin pubblicava una riflessione storiografica sul Risorgimento, sottolinean­do le difficoltà di un approccio scientifico in presenza di una storiografia abbastanza

agiografica ed ideologica, e definendo alcune problematiche3.

Si passa successivamente ad una genera­zione di storici che può ancora essere consi­derata di precursori, tra i quali troviamo Maurice Vaussard. Quest’ultimo occupa, nella storia dei rapporti culturali franco-ita­liani, un posto essenziale, in quanto ha svolto il ruolo di intermediario tra i due paesi, in un momento doloroso della loro storia. Egli ha lavorato sulla storia dell’Italia, dimostrando una profonda conoscenza delle evoluzioni e della cultura di questo paese. I suoi studi sul nazionalismo italiano “ da Petrarca a Mussolini”4, come quelli sulle basi gianseni- ste del cattolicesimo italiano5, non hanno a tutt’oggi rivali. La sua storia della Democra­zia cristiana è, insieme, una sintesi ormai classica e una testimonianza personale sulla ‘famiglia politica’ alla quale egli appartene­va6; per questo essa rimane insostituibile e continua ad essere stimolante anche se sono stati pubblicati altri studi, che hanno ripro-

Voglio ringraziare tutti gli studiosi, specialisti di storia italiana, che hanno risposto alle mie richieste d’informazione. Ringrazio particolarmente Catherine Brice, Philippe Boutry, Olivier Faron, Marc Lazar, Pierre Milza, Jean Pierre Vial- let per aver accettato di leggere il mio testo e per le utili osservazioni fattemi.

Ne è prova la recente opera di un ricercatore britannico, Patrick Mc Carthy, L'Italie dans la tourmente, Paris, Presses de Science Po, 1995. Vero è che questo libro non dimostra una padronanza molto migliore neppure della produzione italiana.

Julien Luchaire, Essai sur l'évolution intellectuelle de l'Italie de 1815 à 1830, Paris, Hachette, 1906.Georges Bourgin, Les études relatives à la période du Risorgimento en Italie ( 1789-1870), Paris, Cerf, 1911.Maurice Vaussard, De Pétrarque à Mussolini. Evolution du sentiment nationaliste italien, Paris, Colin, 1961.Maurice Vaussard, Jansénisme et gallicanisme aux origines religieuses du Risorgimento, Paris, 1959.Maurice Vaussard, Histoire de la Démocratie chrétienne. France, Belgique, Italie, Paris, Seuil, 1956.

Italia contemporanea”, dicembre 1996, n. 205

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posto la questione su nuove basi7. Tra le “storie generali” dell’Italia, un campo relati­vamente poco frequentato, nonostante le pubblicazioni di Pierre Milza e di Catherine Brice8, continua ad essere preziosa anche la sua Histoire de l ’Italie contemporaine, uscita all’indomani della guerra e riproposta nel 19709.

Paul Guichonnet è uno di quei pionieri della storia dell’Italia in lingua francese che hanno dissodato il terreno per ricerche suc­cessive. Autore di manuali sempre presenti nelle bibliografie raccomandate agli studenti, sull’Unità italiana, la monarchia liberale, il fascismo10, egli ha pubblicato, soprattutto su “ Rassegna storica del Risorgimento” , un considerevole numero di articoli sul Risorgi­mento che lo hanno consacrato come uno dei migliori specialisti del periodo11. Egli ha an­che studiato approfonditamente la Savoia prefrancese12.

Nel corso degli anni settanta si è affronta­to un nuovo settore di ricerca: quello dei rap­porti franco-italiani e delle migrazioni inter­nazionali. Pierre Milza, nel confrontarsi con la storia italiana attraverso un’‘ego-storia’13, ha preso ad occuparsi del fascismo e ha svol­to un’azione determinante nello sviluppo de­

gli studi dedicati all’Italia nelle università francesi. Ritorneremo più avanti sui suoi la­vori.

Dalla Geografia alla Storia

Occorre a questo punto ricordare che, negli anni sessanta-settanta, le ricerche francesi sull’Italia erano principalmente di impianto geografico.

In Francia, infatti, il curricolo di studi di storia attribuisce notoriamente un posto di grande rilievo alla geografia e in ciò indub­biamente risiede una delle sue peculiarità maggiori e più ricche di implicazioni; il lega­me stabilito tra le due discipline è fortissi­mo. Fernand Braudel, nella sua tesi su La Méditerranée et le monde méditerranéen à l ’époque de Philippe II, nel 1949, ha dimo­strato in modo superbo l’uso che lo storico può e deve fare della geografia, giungendo fino a parlare di “ geostoria” , mentre la scuola geografica francese che si rifà a Vidal de la Blache radicava di preferenza le sue ri­cerche nella storia.

Gli storici francesi dell’Italia hanno potu­to dunque avvalersi dell’autorevole scuola

7 Jean-Marie Mayeur, Des Partis catholiques à la Démocratie chrétienne XIXe-XXe siècles, Paris, Colin, 1980, et Jean- Dominique Durand, L ’Europe de ¡a Démocratie chrétienne, Bruxelles, Complexe, 1995.8 Pierre Milza, Serge Berstein, L ’Italie, la Papauté, 1870-1970, Paris, Masson, 1970; L'Italie contemporaine des nationa­listes aux Européens, Paris, Colin, 1973; L ’Italie contemporaine. Du Risorgimento à la chute du fascisme, Paris, Colin, 1995. Catherine Brice, Histoire de l’Italie, Paris, Hatier, 1992.9 Maurice Vaussard, Histoire de l’Italie contemporaine (1870-1946), Paris, Hachette, 1947; L'Italie moderne, de l’Unité au libéralisme, 1870-1970, Paris, Hachette, 1972. Questa opera segue quella di Jacques Godechot, Histoire de l'Italie mo­derne 1770-1870, le Risorgimento, Paris, Hachette, 1972.10 Paul Guichonnet, L'Unité italienne, Paris, Puf, 1961; La monarchie libérale 1870/1922, Paris, Hatier, 1969; Mus­solini et le fascisme, Paris, Puf, 1966. Di P. Guichonnet, in collaborazione con Maurice Aymard, Jean Georgelin, Pierre Racine, Freddy Thiriet, è anche l’agile ma utile volume Lexique historique de l'Italie, XVe-XXe siècles, Paris, Colin, 1977.11 Ha pubblicato in italiano Cavour agronomo e uomo d’affari, Milano, Feltrinelli, 1961. Ha collaborato anche al Di­zionario biografico degli Italiani e alla “ Rivista storica italiana” . È autore di L'Italie au temps de Stendhal, Paris, Ha­chette, 1966.12 La Savoie de 1815 à 1860, Annecy-Chambéry, Mémorial du centenaire, 1960. Si veda anche la sua Histoire de la Sa­voie, Annecy, Gardet, 1960.13 Pierre Milza, Voyage en Ritalie, Paris, Plon, 1993 [ristampa, Paris, Payot, 1995].

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francese di geografia che ha prodotto im­portanti tesi di Stato14. Da Pàtres et paysans de la Sardaigne15 di Maurice Le Lannou al­l’opera di Robert Bergeron sulla Basilica­ta16, è stata pubblicata tutta una serie di la­vori importanti, dedicati a diverse regioni e città della penisola: l’Umbria, la Puglia, il Friuli, la Sicilia, la Calabria, la Toscana, l’Emilia Romagna, la Liguria, la Valle d’Ao­sta, Milano, Torino, Rom a17. Alcune di queste pubblicazioni oggi sono ovviamente molto datate, ma ciò le rende ancora più uti­li per lo storico in quanto lo aiuta a capire i paesaggi, le strutture sociali ed economiche, a valutare le diversità ed i cambiamenti in­tervenuti, soprattutto nel corso dell’ultimo mezzo secolo, nelle attività degli uomini. Spesso trascurati, o ignorati da storici trop­po frettolosi o chiusi nella loro specialità18,

questi lavori vengono a ricordare come la storia debba essere una disciplina aperta, che guida allo studio globale dell’uomo, e come essa debba fondarsi, per essere effica­ce, su altre scienze.

Gli studi sull’Italia di impianto sociologi­co sono ancora poco diffusi, nonostante il bel libro di Dominique Schnapper su Bolo­gna19 e la tesi di Marco Oberti, presentata nel 1992, su “ Sociétés, localités et classes sociales en Italie. Une réflexion sur la terri­torialisation des formations sociales” . Oberti, che nel maggio 1994 ha organizzato un convegno sull’Italia dopo le elezioni, volto principalmente a fare il punto sullo stato della società italiana, si occupa, in una prospettiva comparatista20, delle strut­ture e del cambiamento sociale nelle città di media dimensione.

14 Un bilancio sulle ricerche di impianto geografico è stato proposto da Etienne Dalmasso nel 1978: La recherche géo­graphique française en Italie depuis la fin de ta Deuxième guerre mondiale, “Mélanges de l’Ecole française de Rome- Mefrm”, 1978-1, 90, Recherches sur l'Italie contemporaine, pp. 15-33.15 Maurice Le Lannou, Pâtres et paysans de la Sardaigne, Tours, Arrault, 1941.16 Robert Bergeron, La Basilicate. Changement social et changement spatial dans une région du Mezzogiorno, Rome, Ecole française de Rome [d’ora in poi Efr], 1994.1 Tra i lavori più importanti: Lise Coulet, Structures régionales et système urbain en Emilie-Romagne, Aix-en-Provence, Edisud, 1982; Etienne Dalmasso, Milan, capitale économique de l'Italie, Gap, Ophrys, 1971; Henri Desplanques, Cam­pagnes ombriennes. Contribution à l’élude des paysages ruraux en Italie centrale, Paris, Colin, 1969; B. Janin, Une région alpine originale: le Val d'Aoste, tradition et renouveau, Grenoble, Allier, 1968; Pierre Gabert, Turin, ville industrielle, Pa­ris, Puf, 1964; J.E. Hermitte, L'économie industrielle des rivages méditérranèens entre Toulon et La Spezia, Gap, Ophrys, 1965, Jacqueline Lieutaud, La Pouille. Un exemple de programmation industrielle dans le Mezzogiorno italien, Rome, Efr, 1991; Brigitte Prost, Le Frioul, région d ’affrontements, Gap, Ophrys, 1973; Renée Rochefort, Travail et travailleurs en Sicile. Etude de géographie sociale, Paris, Puf, 1961; Anne-Marie Seronde-Babonaux, De l'Urbs à la ville. Rome, crois­sance d'une capitale, Aix-en-Province, Edisud, 1980; Colette Vallat, Rome et ses borgate 1960-1980. Des marques urbai­nes à la ville diffuse, Rome, Efr, 1995. Tra le opere collettanee: Jean Meyriat (a cura di), La Calabre. Une région sous- développée de l ’Europe méditerranéenne, Paris, Fnsp, 1960, e, al confine con la geografia, le scienze politiche e la socio­logia, Anne-Marie Seronde (a cura di), Tradition et changement en Toscane, Paris, Fnsp, 1970. Tra le sintesi, eccellente è Etienne Dalmasso, Pierre Gabert, L'Italie, Paris, Puf, 1984. Dominique Rivière, autore di una tesi su “Entre Rome e le Mezzogiorno. L’aménagement, l'emploi, le territoire dans l’aire de développement industriel Roma-Latina” (1990), ha redatto Un aperçu des recherches françaises sur le Mezzogiorno, “Sud”, 1991, n. 1, pp. 11-22.

Cosi, una recente opera di sintesi sullTtalia repubblicana, la cui ambizione è di spiegare l’Italia di oggi, ignora comple­tamente il contributo che possono dare gli studi geografici: Mariella Colin (a cura di), L ’Italie. Echecs et réussites d'une Ré­publique, Paris, Minerve, 1994. Purtroppo, non è questo l’unico difetto dell’opera alquanto mediocre della Colin.

Dominique Schnapper, L'Italie rouge et noire, les modèles culturels de la vie quotidienne à Bologne, Paris, Gallimard, 1971, e Sociologie de l ’Italie, Paris, Puf, 1974. Elementi di sociologia religiosa riguardanti l’Italia si trovavano in Fer­nand Boulard, Jean Rémy, Pratique religieuse urbaine et régions culturelles, Paris, Ed. Ouvrières, 1988.

Marco Oberti, La société italienne, Paris, La Découverte, 1995. Oberti è anche autore di diversi articoli pubblicati su “Sociologie du travail” nel 1993 (Le Mezzogiorno: développement économique, politiques publiques et différenciations ter­ritoriales) e sulla “Revue française de sciences politiques”, nel 1994 (Traditions démocratiques et développement écono­mique: la grande diversité régionale italienne).

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Nel campo delle scienze politiche, le pub­blicazioni sono state in passato relativamente numerose. Tra esse si annoverano studi sul partito democristiano21, le osservazioni di un giornalista come Jacques Nobécourt22, i lavori di Geneviève Bibes sul sistema politico italiano23, gli studi dedicati da Hugues Por­telli a Gramsci24 25. Successivamente, Finteresse per l’Italia sembra affievolirsi, nonostante la pubblicazione, nel 1986, delle analisi di Do­minique Memmi sui manifesti elettorali211. Così, quando nel 1981 la rivista “Pouvoirs” dedicò all’Italia il numero 18, più della metà dei contributi era di autori italiani26.

La crisi vissuta dall’Italia negli anni 1992- 1994 ha sì stimolato studi e ricerche, ma le opere uscite sono poche e, in alcuni casi, poco solide. L’appassionante volume A quoi seri l ’Italie, pubblicato in Francia grazie a una collaborazione editoriale tra la rivista “ Li­mes” e La Découverte, contiene soltanto due contributi francesi27. Del resto, al conve­gno organizzato a Parigi nel 1994 da Marco

Oberti, sul tema “Regards sur l’Italie après les élections” , si è avuto un solo intervento francese, quello di Marc Lazar. In compen­so, quest’ultimo, con un approccio che si po­ne all’incrocio tra scienze politiche e storia, ha aperto nuove strade alla conoscenza del partito comunista28, e ha proposto, in un’o­pera collettanea, scritta con due altri univer­sitari francesi e uno italiano, una lettura del­l’Italia di oggi che si fonda su una ricostru­zione della sua storia scandita dalla questio­ne nazionale29.

Lo storico dell’Italia contemporanea di­spone, nel campo delle scienze umane, di stu­di tra loro molto diversi. Di questa varietà te­stimonia la rivista “Sud” del Centre d’étude et de recherches sur l’Italie méridionale (Ce­rini), nata nel 1990 per iniziativa dell’Ecole française de Rome, del Consolato e dell’Insti- tut français di Napoli. Essa, sulla base di un approccio multidisciplinare, pubblica studi sui recenti sviluppi del Mezzogiorno, ed è di­ventata un punto di incontro degli specialisti

21 Jean-Paul Chassériaud, Le Parti démocrate chrétien en Italie, Paris, Colin, 1965; Thierry Godechot, Le Parti démo­crate-chrétien italien, Paris, Lgdj, 1964; Charles Lucet, Existe-t-il une doctrine de la Démocratie chrétienne?, “Mélanges de L’Ecole française de Rome-Mefrm”, 1978-1, 90, Recherches sur l'Italie contemporaine, pp. 313-381.22 Jacques Nobécourt, L ’Italie à vif, Paris, Seuil, 1970.23 Geneviève Bibes, Le système politique italien, Paris, Puf, 1974, e Les partis politiques italiens, Paris, La Documenta­tion française, 1970; L'Italie. La vie politique depuis 1945, in Encyclopaedia Universalis, vol. XII, 1989, pp. 813-828. Si veda anche Jean Meynaud, Les catégories dirigeantes italiennes, “Revue française de sciences politiques”, 1964, pp. 639- 674, e Les partis politiques en Italie, Paris, Puf, 1965; Jean Besson, Comportements électoraux et politiques, in A.M. Se- ronde (a cura di), Tradition et changement en Toscane, cit., pp. 331-401, e La sociologie électorale en Italie, “Revue fran­çaise de sciences politiques”, 1960, pp. 931-941.24 Hugues Portelli, Gramsci et le bloc historique, Paris, Puf, 1972, e Gramsci et la question religieuse, Paris, Anthropos, 1974; M. Thomas, “A. Gramsci”, tesi, 2 vol., Paris, 1969; J.M. Piotte, La pensée politique de Gramsci, Paris, Anthropos, 1970.25 Dominique Memmi, Du récit en politique. L'affiche électorale italienne, Paris, Presses de la Fnsp, 1986.26 Contributi francesi: Geneviève Bibes, Le système des partis, pp. 71-85; Daniel Clément, Mouvement syndical et systè­me politique dans les années soixante-dix, pp. 109-122; Charles Lucet, Les relations de l ’Eglise et de l’Etat, pp. 123-140; Hugues Portelli, Le communisme italien dans l'impasse, pp. 97-108.■7 Michel Korinman, Lucio Caracciolo (a cura di), A quoi sert l’Italie, Paris-Rome, La Découverte-Limes, 1995 (M. Korinman, Les idées de Monsieur Gualtierotti, pp. 245-251; Marc Lazar, Le laboratoire italien, pp. 17-29). Un’analoga osservazione può essere fatta per la rivista “Politix”, che ha pubblicato un numero speciale sulle Incertitudes italiennes (1995, n. 30). I contributi francesi si limitano a dei bilanci storiografici.28 Marc Lazar, Maisons rouges. Les Partis communistes franpais et italien de la Libération à nos jours, Paris, Aubier, 1992.-9 Ilvo Diamanti, Alain Dieckhoff, Marc Lazar, Didier Musiedlak, L ’Italie, une nation en suspens, Bruxelles, Complexe, 1995. Una recente e rapidissima costruzione è quella di Jacques Georgel, L ’Italie au XXe siècle, Paris, La Documenta­tion française, 1996, 181 pp.

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di scienze sociali e umane: storia, geografia, economia, sociologia, scienze politiche, an­tropologia. Una rivista come questa ci auto­rizza a sottolineare l’importanza di un’istitu­zione come l’Ecole française de Rome e dei centri che hanno un ruolo di sostegno e di sti­molo per la ricerca.

Istituti di ricerca

L’Ecole française de Rome, fondata nel 1873, ha sede a Palazzo Farnese, a Roma. Specia­lizzata per molto tempo in storia archeologi­ca, storia antica e storia medioevale, nel 1972 ha esteso le sue attività alla storia moderna e contemporanea. Sotto la direzione di Mauri­ce Aymard, Philippe Levillain, Gérard Delil­le, Philippe Boutry e oggi di Catherine Brice, questa sezione ha acquisito un’importanza notevole. L’ampliamento delle attività del- l’Ecole ha permesso di favorire gli studi fran­cesi sull’Italia contemporanea e in particola­re, ospitando suoi membri per soggiorni della durata di tre anni e assegnando borse di stu­dio, ha consentito lo sviluppo di ricerche ori­ginali su soggetti propriamente italiani e non soltanto su questioni che attengono sia alla storia italiana sia a quella francese.

L’Ecole, attraverso la sua importantissima attività di promozione di convegni interna­zionali di alto livello, permette anche che si stabiliscano contatti fruttuosi tra ricercatori italiani e francesi (come anche di altre nazio­nalità). Questa sua funzione di piattaforma girevole, di luogo di incontri e di dibattiti, è notevolmente feconda. Raramente i temi

dei convegni riguardano unicamente l’Italia, tuttavia quest’ultima vi occupa sempre un posto di grande rilievo. Ricordiamo in parti­colare, nel 1980-1982, i tre convegni su “Opi­nione pubblica e politica estera in Europa”30; nel 1983 quello su “Paolo VI e la modernità nella Chiesa”31; nel 1984 su “ Le Internazio­nali ed il problema della guerra nel XX seco­lo” 32 e “Città e territorio nel periodo napo­leonico”33; nel 1985 su “ La nobiltà europea nel XIX secolo”34; nel 1986 su “ Il Concilio Vaticano secondo”35; nel 1988 su “L’emigra­zione politica in Europa nel XIX e XX seco­lo”36. A questo elenco, già lungo, si deve ag­giungere la tavola rotonda del 1980 organiz­zata dall’Associazione Italia-Francia e dal- l’Ecole sulla costituzione della Quinta Re­pubblica37. Stanno poi per essere pubblicati gli atti di altri convegni, dedicati a Pio XI (1989), a De Gaulle e l’Italia (1990), all’enci­clica Rerum novarum (1991), e quelli degli in­contri più recenti, dedicati a Condorcet (1794-1994), a “Dalle Accademie all’Istituto. ‘Modello’ francese e esperienze italiane (1796-1799)” e a “ La pedagogia nazionale in Italia dall’Unità alla prima guerra mon­diale. Itinerari e percorsi” . Sono invece in preparazione quelli dei convegni su “Le fami­glie politiche in Europa nel XIX secolo” (1994) e su “ Informazione, propaganda e opinione pubblica durante la seconda guerra mondiale” (1995). La quasi totalità di questi convegni è stata organizzata in collaborazio­ne con università o centri di ricerca italiani.

Inoltre, l’attività editoriale dell’Ecole offre alle ricerche francesi uno sbocco che è tanto più importante e indispensabile in quanto

311 Opinion publique et politique extérieure en Europe, 1 ,1870-1915, Rome, Efr, 1981; II, 1915-1940, Rome, Efr, 1984; III, 1945-1981, Rome, Efr, 1985.31 Paul VI et la modernité dans l'Eglise, Rome, Efr, 1984.

Les Internationales et le problème de la guerre au XXe siècle, Rome, Efr, 1987.Villes et territoire pendant la période napoléonienne (France et Italie), Rome, Efr, 1987.Les noblesses européennes au XXe siècle, Rome, Efr, 1988.

35 Le deuxième Concile du Vatican (1959-1965), Rome, Efr, 1989.L'émigration politique en Europe aux XIXe et XXe siècles, Rome, Efr, 1991.Deux constitutions: la Ve République et la République italienne. Parallèles et commentaires, Rome, Efr, 1988.

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gli editori francesi sono sempre molto restii a pubblicare ponderose opere scientifiche che non riguardino la storia della Francia. I “Mélanges de l’Ecole française de Rome”, nelle sezioni “ Moyen-Age-Temps moder­nes” e “ Italie et Méditerranée” accolgono gli articoli, mentre la Collection de l’Ecole française de Rome pubblica tesi. Hanno co­sì potuto essere pubblicate quelle di storia di Pierre Milza, Fanette Roche-Pézard, Alain Dewerpe, Didier Musiedlak, Jean-Domini­que Durand, Marc Agostino, Daniel-J. Grange38 e quelle di geografia, già ricorda­te, di Jacqueline Lieutaud sulla Puglia e di Robert Bergeron sulla Basilicata. Sono inol­tre in corso di stampa quelle di Philippe Boutry, Catherine Brice, Gilles Pécout, Jean-Pierre Viallet39. L’Ecole française de Rome occupa incontestabilmente, nello sce­nario della ricerca francese sulla storia del­l’Italia contemporanea, un posto assoluta- mente insostituibile.

Tra i più importanti centri di promozione della ricerca, deve anche essere ricordato il Comité franco-italien d’études historiques,

posto sotto l’egida della Farnesina e del Quai d’Orsay, fondato da Jean-Baptiste Duroselle e Enrico Serra e presieduto, per parte france­se, da Pierre Milza. Il Comité è particolar­mente attivo nel campo della storia delle rela­zioni internazionali e le opere che raccoglie sono pubblicate dall’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) di Milano. Il suo ultimo congresso si è svolto a Nizza nel dicembre 1994 sul tema: “ Bilan historiogra­phique des recherches franco-italiennes” . La sua attività è all’origine di molte opere im­portanti sui rapporti tra la Francia e l’Ita­lia40.

Anche la Bibliothèque de documentation internationale contemporaine (Bdic) di Nan­terre svolge un’importante funzione di sussi­dio alla ricerca, grazie al suo notevole fondo italiano che consiste di un patrimonio libra­rio assai vasto e soprattutto di collezioni di periodici, di opuscoli, di volantini per un to­tale di circa 70.000 documenti, di cui 1.300 sono collezioni di periodici. Il fondo è parti­colarmente interessante per la storia dell’emi­grazione antifascista41.

38 Pierre Milza, Français eI Italiens à la fin du XIXe siècle. Aux origines du rapprochement franco-italien de 1900-1902, Rome, Efr, 1981; Fanette Roche-Pézard, L'aventure futuriste (1909-1919), Rome, Efr, 1983; Alain Dewerpe, L'industrie aux champs. Essai sur la proto-industrialisation en Italie du Nord (1800-1880), Rome, Efr, 1985; Didier Musiedlak, Uni­versité privée et formation de la classe dirigeante: l ’exemple de l ’Université L. Bocconi ( 1902-1925), Rome, Efr, 1990; Jean-Dominique Durand, L ’Eglise catholique dans la crise de l ’Italie (1943-1948), Rome, Efr, 1991; Marc Agostino, Le Pape Pie XI et l ’opinion (1922-1939), Rome, Efr, 1991; Daniel-Jacques Grange, L ’Italie et la Méditerranée ( 1896- 1911). Les fondements d'une politique étrangère (1922-1939), Rome, Efr, 1994. Si possono aggiungere le seguenti tesi che indirettamente riguardano l’Italia: Brigitte Waché, Monseigneur Duchesne (1843-1922). Historien de l'Eglise, direc­teur de l ’Ecole Française de Rome, Rome, Efr, 1992; Claude Prudhomme, Stratégie missionnaire du Saint-Siège sous Léon XIII (1878-1903). Centralisation romaine et défis culturels, Rome, Efr, 1994.39 Philippe Boutry, La restauration de Rome. Sacralité de ta ville, tradition des croyances et recomposition de la Curie à l'âge de Léon XII et de Grégoire XVI (1814-1846); Jean-Pierre Viallet, L ’anticléricalisme en Italie (1867-1915); Cathe­rine Brice, Monumentalité publique et politique: le Vittoriano (1870-1943); Gilles Pécout, La fin de la paix des vilains. L ’entrée en politique des campagnes toscanes de l ’Unité au début du XXe siècle. Essai de reconstitution du processus de politisation du monde paysan dans la province de Florence 1859-1912.40 Jean-Baptiste Duroselle, Enrico Serra (a cura di), Italia e Francia 1939-1945, Milano, Angeli, 1984; Id., Italia e Fran­cia 1946-1954, Milano, Angeli, 1988; Id., Italia e Francia. I nazionalismi a confronto, Milano, Angeli, 1993; Id., Italia, Francia e Mediterraneo, Milano, Angeli, 1990. Si vedano anche L'emigrazione italiana in Francia prima del 1914, Mila­no, Angeli, 1979; Italia e Francia: dal 1919 al 1939, Milano, Ispi, 1981; Il vincolo culturale tra Italia e Francia negli anni trenta e quaranta, Milano, Ispi, 1986. Jean-Baptiste Duroselle è autore di uno degli studi più affidabili sulla questione di Trieste all’indomani della seconda guerra mondiale: Le conflit de Trieste 1943-1954, Bruxelles, Institut de sociologie de l’Université (Vedeco), 1966.41 Monique Suzzoni, Le fonds italien de la Bibliothèque de documentation internationale contemporaine: éléments de con­tenu et classement thématique, “Matériaux pour l’histoire de notre temps”, juillet-septembre 1994, pp. 51-55.

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Peraltro, sono molte le università francesi che dispongono di centri di ricerca che si occu­pano anche dell’Italia. Uno dei più attivi si tro­va a Parigi, alla Fondation nationale des scien­ces politiques: si tratta del Centre d’histoire de l’Europe du XXe siècle, diretto da Pierre Mil­za, presso il quale è attivo un gruppo di ricerca sull’Italia contemporanea che organizza con­vegni e seminari. Pierre Milza dirige anche il Cedei, Centre d’études et de documentation sur l’émigration italienne, creato nell’ottobre 1983 dall’Istituto italiano di cultura di Parigi, dall’Institut d’études politiques de Paris, dal- l’Ecole des hautes études en sciences sociales e dalla Maison des sciences de l’homme. Il Ce­dei, che funziona attraverso corrispondenti re­gionali, in un primo tempo ha incentrato la sua attività di ricerca sull’emigrazione politica antifascista, ma successivamente ha esteso il suo interesse all’insieme della corrente migra­toria proveniente d’oltralpe. Infine, il Ceri (Centre d’études et de recherches internationa­les presso l’Institut d’études politiques), di vo­cazione generalista, ha un settore “Italia” che ha contribuito all’elaborazione di diverse ope­re pubblicate dalla Fnsp (vedi nota 23).

Anche presso molte università parigine esi­stono centri di studi e ricerche sull’Italia. A Pa­ris II, il Centre d’études et de recherches sur les institutions politiques italiennes (Ceripi), diret­to da Hugues Portelli, raccoglie essenzialmente giuristi e politologici. All’università della Sor­bonne Nouvelle-Paris III, sono da citare l’atti­vità del Centre d’études et de recherches sur l’I- talie d’aujourd’hui (Cria), diretto da Georges

Saro42, quella del Centre de recherches sur l’I- talie moderne et contemporaine (Crime), sotto la guida di Mario Fusco43 e del Centre inter-di- sciplinaire de recherches sur la culture et l’émi- gration (settore italiano) o Circe, animato da Jean-Charles Vegliarne, che ha svolto ricerche sulla “cultura della mobilità” caratteristica dell’area italo-romanza; le pubblicazioni del Centro vertono su questioni di tipo sociocultu­rale44. All’Università di Nanterre-Paris X, il Centre de recherches italiennes organizza un seminario permanente dedicato alla “Civiltà dell’Italia contemporanea” e pubblica un pe­riodico, “Italie Années 90”, diretto da Janine Menet-Genty45. In questa università, gli studi storici sull’Italia sono diretti da Philippe Levil- lain, ex direttore degli studi per la storia mo­derna e contemporanea all’Ecole française de Rome, docente di storia contemporanea, e da Marc Lazar, docente di sociologia politica.

Fuori Parigi, è a Grenoble che si trovano i centri specializzati più impegnati negli studi sull’Italia. All’università Pierre Mendès France-Grenoble 2, il Centre de recherches d’histoire de l’Italie et des pays alpins (Chri- pa), fondato da Ambroise Jobert nel 1969 e successivamente ampliato e rafforzato da Pierre Guillen, ha lavorato molto sulla storia dei rapporti franco-italiani46. Oggi è diretto da Daniel-J. Grange, e offre ai ricercatori una ricca biblioteca. Esso mantiene rapporti privilegiati con l’Università di Torino, con la quale organizza da vent’anni un convegno annuale. Le due istituzioni hanno in prepara­zione un atlante della stampa del Piemonte e

4~ Il Cria è uno degli organizzatori del convegno del maggio 1994 "Regards sur l’Italie après les élections”.Il Crime pubblica un periodico di carattere prevalentemente letterario, “Italiques”.

44 Jean-Jacques Vegliante ha diretto l’edizione di una collana dal titolo “Gli italiani all’estero” , stampata dalle Publi- cations de la Sorbonne Nouvelle, nella quale sono usciti Dati intoduttivi 1861-1981 [ristampa 1994], Passages des italiens, Luigi Campolonghi, m e vie d’exil, Autres passages...45 “Italie Années 90” ha un ritmo di pubblicazione annuale. I primi numeri hanno avuto come tema: Les langages sectoriels, L'ambiente, Les rapports France-Italie.6 Pierre Guillen compare regolarmente tra gli autori dei volumi curati da J.B. Duroselle, E. Serra, Italia e Francia, cit.

ed è uno dei reponsabili della rivista “Relations internationales” nella quale ha pubblicato numerosissimi saggi sulla politica estera dell’Italia e sui rapporti franco-italiani. Si veda anche P. Guillen (a cura di), La France et ¡’Italie pendant la première guerre mondiale, Grenoble, Pug, 1976.

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della regione Rhône-Alpes. L’elenco degli stu­di di questo Centro particolarmente dinamico è impressionante: esso conta non meno di 25 titoli, in francese o in italiano, tra quelli già pubblicati e quelli in corso di pubblicazione47. All’università Stendhal-Grenoble 3, il Centre d’études et de recherches sur la culture italien­ne contemporaine (Cercic), diretto da Gilbert Bosetti, ha un indirizzo prevalentemente lette­rario. Troppo spesso la ricerca in campo lette­

rario è trascurata dagli storici, che non cono­scono, perché l’informazione circola male, l’attività degli italianisti48. Ora, il Cercic pub­blica una rivista di grande interesse, “Nove­cento” : il numero 17, ad esempio, è dedicato alle “Culture frontaliere dellTstria”, di grande rilievo per la storia di questa regione; altri fa­scicoli contengono studi sulF’impegno’ di al­cuni scrittori, utili per far luce sul periodo sto-

. . . . . .49neo in cui essi sono vissuti .

47 Elenco delle pubblicazioni del Chripa di Grenoble: La France et la question valdôtaine au cours et à l’issue de la seconde guerre mondiale (Actes du colloque, Grenoble, 28-30 septembre 1973), préface de P. Guillen, Grenoble, Pug, 1976; Historio­graphie religieuse et historiographie sociale (Journées franco-italiennes d’histoire, Briançon, 8-9 mai 1975), Grenoble, Chri­pa, 1976; Piémont et Alpes françaises au milieu du XXe siècle (Actes des Journées franco-italiennes d’histoire, Briançon, 4-5 juin 1977) Grenoble, Chripa, 1979; La recherche en Sciences Sociales sur l'Italie à Grenoble, Grenoble, Chripa, 1979; M. Len- gereau, Le General De Gaulle, la Vallée d'Aoste et la frontière italienne des Alpes (1943-1945), Aoste, Musumeci, 1980; Sa­voie, Dauphiné, Piémont. Aspects d'Histoire Economique et Sociale au XIXe siècle (Actes des Journées franco-italiennes d’hi­stoire, Conflans, 19-21 octobre 1979), Grenoble, Chripa, 1980; Guerra e Resistenza nelle regioni alpine occidentali: 1940-1945 (Incontro franco-italiano, Torino, 26-28 settembre 1978), a cura di Ettore Passerin d’Entrèves, Milano, Angeli, 1980; Travail et migrations dans les Alpes françaises et italiennes (Actes du VIIe colloque franco-italien d’histoire alpine, Chambéry, 3-5 octobre 1983), Grenoble, Chripa, 1984; Etudes sur la Vallée d’Aoste XVIIIe siècle, Grenoble Chripa, 1984; Regioni e comu­nità montane delle Alpi Occidentali: problemi economici, storici e sociali (Atti del colloquio franco-italiano di Aosta, 1982), a cura di Giorgio Gilbert, Milano, Angeli, 1984; Le identità regionali. Fascismo e antifascismo in Piemonte (Atti del colloquio franco-italiano, Alessandria, 8-10 ottobre 1984), a cura di Maurilio Guasco, Milano, Angeli, 1987; Ruptures ou continuités en France et en Italie au lendemain de la seconde guerre mondiale, Grenoble, Chripa, 1986; Spécificité du milieu alpin? (Actes du colloque franco-italien d’études alpines, Grenoble, 23-25 septembre 1985), Grenoble, Chripa, 1986; Partecipazione e autonomia nella territorialità dell’area alpina occidentale. Profili storici e giuridici (Atti del XII colloquio franco-italiano di studi alpini, Torino, 16-18 ottobre 1986), a cura di Giorgio Lombardi, Milano, Angeli, 1988; La France et l ’Italie dans les années cinquante (Rencontre franco-italienne, Grenoble, 3-4 avril 1987) Grenoble, Chripa, 1989; La frontière. Nécéssité ou artifice? (Actes du XIIIe colloque franco-italien d’études alpines, Grenoble, 8-10 octobre 1987), Grenoble, Chripa, 1989; L 'écho des événements de France dans les Etats de la Maison de Savoie. 1788-1792 (Colloque franco-italien dans le cadre du bicentenaire de la Révolution Française, Grenoble, Vizille, 29-30 septembre-1 er octobre 1988), Grenoble, Chripa, 1992; La centralità dei luoghi periferici e le capitali secondarie. Aspetti del potere locale nell'equilibrio europeo (XIV colloquio franco­italiano di studi alpini, San Francesco di Cueno, 28-29 ottobre 1988) [non ancora pubblicato]; Instruire le peuple — Educa­tion populaire et formation professionelle: étude comparée de leur évolution dans la région Rhône-Alpes, le Piémont et la vallée d'Aoste (XVe colloque franco-italien d’études alpines, Grenoble, 6-7 octobre 1989), Grenoble Chripa, 1992; Scambi e trasfe­rimenti tra commercio e cultura nell'arco alpino occidentale (XVI colloquio franco-italiano di studi alpini, Gressoney, 1993) [non ancora pubblicato]; La Presse Régionale XIXe-XXe siècle — Rhône-Alpes)Piémont — Val d'Aoste (XVIIe colloque fran­co-italien d’études alpines, Grenoble, 8-9 octobre 1992) [di prossima pubblicazione]; Le Département. Hier, aujourd’hui, de­main. Delà Province à la Région, de la Centralisation à la Décentralisation (Colloque tenu a Grenoble, 24-26 septembre 1991, en collaboration avec le Chresi) [di prossima pubblicazione]; Accademie, salotti, circoli nell’Arco alpino occidentale. Il loro contributo alla formazione di una nuova cultura tra Ottocento e Novecento (XVIII colloquio franco-italiano di studi alpini, Torre Pedice, 6-8 ottobre 1991) [di prossima pubblicazione]; Le patrimoine et la cité. L'ésprit des lieux (Colloque internatio­nal, Annecy, 28-30 septembre 1995) [di prossima pubblicazione].48 Esiste una società di italianisti dell’insegnamento superiore (Société des Italianistes de l’Enseignement Supérieur), di­retta da M. Georges Virlogeux, professore alla Université de Provence, curatore di uno degli ultimi volumi della corri­spondenza di Massimo D’Azeglio. La “Revue des études italiennes” pubblica numerosi saggi di storia della letteratura e della cultura. Utile è quello di Michel David, Pour une chronographie des études italiennes en France au XXe siècle, 1984, n. 1-4, pp. 129-165.49 II numero 17 di “Novecento” è stato pubblicato nel 1993. Il numero 18, del 1994, contiene un articolo di Dominique Vittoz, Contribution à une étude de F après-fascisme: idéologie et engagement chez Guido Morselli, e di Gilbert Bosetti, La jeune nation italienne entre demos et ethnos.

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Gli studi sull’Italia contemporanea non sono promossi soltanto da queste istituzioni. Molti altri centri di ricerca indirizzano, in specifici settori, i loro studi su questo paese. Ne sono esempi, per la storia religiosa, l’In­stitut d’histoire du christianisme dell’univer­sità Jean Moulin-Lyon 3, associato al Centre André Latreille di Lyon 2; per la storia della prima guerra mondiale, l’Historial de la Grande guerre a Peronne; a Nizza, il DEA (Diploma di studi approfonditi, che prepara alla tesi) “Mediterranée. Expansions, modè­les, transferts” , diretto da Ralph Schor, si oc­cupa anche dell’Italia.

Gli orientamenti della ricerca

Dal punto di vista cronologico, nella ricerca francese sull’Italia, predomina nettamente il ventesimo secolo. La prima parte del dician­novesimo secolo sarebbe totalmente trascu­rata se non ci fossero i recenti lavori, d’impo­stazione molto originale, di Philippe Bou- try50. La seconda parte del secolo è meglio studiata, anche se, per la storia del Risorgi­mento, Paul Guichonnet non ha avuto segua­ci. Egli, ad esempio, sin dal 1954, aveva evi­denziato la singolarità di una personalità co­me quella di monsignor André Charvaz, pre­cettore di Vittorio Emanuele II, vescovo di Pinerolo e arcivescovo di Genova, sottoli­neando che “merita[va] di vedere la sua opera e la sua azione esaminati con obiettività alla

luce dei dati più recenti e delle esigenze del metodo storico” . Aggiungeva inoltre che il prelato savoiardo, vescovo di terre italiane, non doveva “rimanere tra i dimenticati della storia del Risorgimento”51. Solo nel 1993 un convegno scientifico potè essere dedicato ad André Charvaz52. In definitiva, non si può far a meno di constatare l’assenza di pubbli­cazioni recenti sul Risorgimento e sui suoi principali attori, che si tratti di Cavour, di Vittorio Emanuele II o di Mazzini53.

Va tuttavia segnalata l’esistenza di ap­procci che, abbandonando il terreno politico per quello economico (gli esordi dell’indu­strializzazione)54 e per quello sociale (lo stu­dio delle città), hanno profondamente rinno­vato la conoscenza di questo periodo. La te­si di dottorato di Olivier Faron, presentata alla fine del 1995, testimonia adeguatamente di questo rinnovamento delle tematiche e delle metodologie. Il lavoro di Faron sulla società milanese degli anni 1811-1860 si basa sull’analisi di una fonte assai originale, l’a- nagrafe, ossia il registro della popolazione e dei suoi mutamenti (nascite e morti), crea­ta all’inizio del diciannovesimo secolo e co­stantemente aggiornata. L’analisi dell’ana- grafe, accompagnata da informazioni sulle condanne, sul servizio militare, sull’abban­dono dei fanciulli o la mobilità, ha consenti­to a Faron di tracciare un quadro assai com­pleto non soltanto della popolazione ma an­che della società di Milano e dei comporta­menti urbani55.

50 Ph. Boutry, La restauration de Rome, cit.51 Paul Guichonnet, Les archives de Mgr André Charvaz, précepteur de Victor-Emmanuel II, archevêque de Gênes, et leur intérêt pour l'histoire du Risorgimento, “ Rassegna storica del Risorgimento”, 1954, pp. 385-390.5~ Jean-Dominique Durand, Marius Hudry, Christian Sorrei (a cura di), Un évêque entre la Savoie et l ’Italie. André Charvaz (1793-1870), Chambéry, Université de Savoie, 1994.53 Esiste un Garibaldi, di Max Gallo, Paris, Fayard, 1982.

A. Dewerpe, L ’industrie aux champs, cit.55 Olivier Faron, “La ville des destins croisés. Recherches sur la société milanaise du XIX' siècle (1811-1860”), tesi di dot­torato in storia, 1995. In merito all’utilizzo dell’anagrafe, si vedano i suoi articoli metodologici: L'anagrafe milanaise de Na­poléon à l’Unité. Une source originale pour l'histoire sociale urbaine, “Mélanges de l’Ecole française de Rome-Mefrm 1986- 2, pp. 1153-1176; Gli stati delle anime di fine Ottocento a Milano: una fonte originale per l’analisi demografica, “Storia urba­na”, 1989, pp. 231-243. Si veda inoltre Olivier Faron, Etienne Hubert (a cura di), Le sol et ¡'immeuble. Les formes dissociées de propriété immobilière dans les villes de France et d'Italie (XVf-XIX* siècles), Rome, Efr, 1995.

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L’Italia unita, dagli anni sessanta dell’Ot­tocento alla prima guerra mondiale, resta in­vece un campo privilegiato dagli storici fran­cesi; su questo periodo Jean-Claude Lescure ha prodotto recentemente un’opera di sinte­si, limitandosi all'esame della questione na­zionale56. Si possono identificare quattro ampi settori di indagine, di grande originali­tà nella scelta delle problematiche, in cui si sono distinti i lavori di Gilles Pécout, Cathe­rine Brice, Daniel-J. Grange e Jean-Pierre Viallet.

Gilles Pécout si è soffermato sullo studio del processo di socializzazione politica e di nazionalizzazione delle campagne, in parti­colare attraverso l’esempio della Toscana, in un arco cronologico che va dalla fine del Risorgimento alla prima guerra mondiale57. Occupandosi di forme di sociabilità, egli ha dedicato un importante articolo alle società di tiro58; attualmente egli partecipa al pro­gramma di ricerca della Domus mazziniana e del Cnr italiano su Mazzini, studiando l’in­fluenza di quest’ultimo sulla pedagogia e l’as­sociazionismo popolare nella Francia del di­ciannovesimo secolo.

Un indirizzo di ricerca diverso, ma non senza rapporti con il precedente, è quello in­dividuato da Catherine Brice, che lavora so­prattutto sul modo in cui è stato pensato, realizzato e recepito il processo di “naziona­lizzazione delle masse” italiane attraverso lo studio del discorso e delle pratiche politiche, delle forme simboliche, dell’italianizzazione della cultura, della funzione della m onar­chia59. Il suo interesse per le forme architet­toniche e urbanistiche di Roma la porta a scegliere una periodizzazione più ampia, che va oltre l’Unità sino al periodo fascista. Il suo studio sul Vittoriano (il monumento a Vittorio Emanuelle II in piazza Venezia a Roma) consente di analizzare, attraverso un caso significativo, la “ monumentalità pubblica e politica” dal 1870 sino al 194 360. Questa linea di studi conduce C. Brice ad approfondire anche l’immagine della monarchia piemontese come elemento di “nazionalizzazione delle masse” attraver­so lo studio della monumentalità pubblica, delle liturgie politiche, del sistema della Corte e delle organizzazioni politiche mo­narchiche.

56 Jean-Claude Lescure, L ’Italie, in L'Europe des nationalismes aux nations. Italie, Espagne, Irlande, Paris, Sedes, 1996, pp. 7-285. Sempre su questo tenja, la sintesi breve ma molto utile di Gilles Pécout, De ¡’unité nationale italienne au na­tionalisme pré-fasciste. Réflexions autour du Risorgimento comme processus d'intégration nationale (“L’Information hi­storique” , 1996, n. 58, pp. 21-31), che prelude alla prossima pubblicazione (nel 1996) del suo volume L ’Italie du Risor­gimento à l’avènement du fascisme, Paris, Nathan.57 Gilles Pécout, La fin de la paix des vilains, cit.; Dalla Toscana alla Provenza: emigrazione e politicizzazione nelle cam­pagne (1880-1910), “Studi storici” , 1990, pp. 723-738; Politisation et monde paysan en Toscane: l ’apprentissage politique en Valdelsa siennoise 1882-1912, “Revue d’histoire moderne et contemporaine”, 1991, pp. 51-72; La mobilisation patrio­tique et ses résistances dans les campagnes toscanes à la fin du Risorgimento, 1859-1870, in Jean-Clément Martin (a cura di), Guerre et répression. La Vendée et le monde, Nantes, Ouest-Editions, 1993, pp. 119-127.58 Gilles Pécout, Les sociétés de tir dans l’Italie unifiée de la seconde moitié du XIXe siècle. La difficile mise en place d’une sociabilité institutionnelle entre volontariat, loisir et apprentissage civique, “ Mélanges de l’Ecole française de Rome-Me- frim”, 1990-2, 102, pp. 553-676.59 Catherine Brice, Lecture politique d’un espace urbain: Florence capitale, 1865-1870, “Mélanges de l’Ecole française de Rome-Mefrm”, 1982-2, 94, pp. 847-889; L'immaginario della Terza Roma, in Soprintendenza per i beni ambientali e ar­chitettonici del Lazio, Il Vittoriano: materiali per una storia, 2 voi., Roma, F.lli Paolombi, 1986, vol. I, pp. 11-25; Mo­numentalité et urbanisme romains (1848-1922), in Philippe Levillain (a cura di), Dictionnaire historique de la Papauté, Paris, Fayard, 1994, pp. 1140-1143. Su questi temi si veda Jean-Claude Lescure, Le monument national à Giuseppe Maz­zini, “ Revue d’histoire moderne et contemporaine”, 1993, pp. 177-201.60 C. Brice, Monumentalité publique, cit.; Le détournement d'une image architecturale: le cas du monument à Victor-Em­manuel II durant le fascisme, “Image et histoire” (Aix-en-Provence, Publisud), 1987, pp. 171-186; Les fastes impériaux, in Rome 1920-1945. Le modèle fasciste, son Duce, sa mythologie, Paris, Autrement, 1991, pp. 124-131.

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Con la sua imponente tesi di dottorato, Daniel-J. Grange apre un’altra prospettiva di ricerca sulle ambizioni mediterranee dell’I­talia61. Egli dimostra come, tra il 1896 e il 1911, da Adua a Tripoli, abbia preso forma il grande disegno mediterraneo dell’Italia, di­ventato poi il fondamento della politica este­ra del giovane regno. Ciò lo induce a prende­re in esame “tre altri fenomeni di grande rilie­vo, a prima vista indipendenti dalla politica estera, ma in realtà ad essa strettamente con­nessi se si considerano le dinamiche storiche profonde: il decollo economico del paese, l’ondata migratoria e la comparsa di un mo­vimento di pensiero vigoroso e attivo, il na­zionalismo”62.

Un quarto tema di ricerca è stato indivi­duato da Jean-Pierre Viallet nell’anticlericali- smo63. Si tratta di un tema tanto più stimo­lante in quanto poco studiato, forse sottova­lutato, dalla storiografia italiana. Eppure Giorgio Spini, già nel 197064, aveva richia­mato l’attenzione sul peso esercitato dall’an- ticlericalismo popolare sull’azione dei catto­lici nel paese. A suo avviso, è impossibile ca­pire la storia religiosa dei due ultimi secoli senza prendere in considerazione il grande assalto da esso lanciato contro la Chiesa cat­

tolica. Jean-Pierre Viallet ha magistralmente confermato la convinzione di Spini con la sua tesi, nella quale analizza dettagliatamen­te l’anticlericalismo in azione, mettendo in luce il diverso esprimersi degli “anticlericali­smi” delle élites, delle classi popolari, degli intellettuali, delle varie correnti politiche. Il quadro estremamente ricco da lui tracciato permette di meglio capire lo stato d’animo della Chiesa cattolica e della Santa Sede, co­strette a confrontarsi con lo Stato unitario realizzato a spese degli Stati pontifici e con le dottrine, giudicate deleterie, nate dalla ci­viltà moderna. Si trattava, per loro, non sol­tanto di condannare, ma anche di organiz­zarsi per cercare di riconquistare la società65.

L’emigrazione italiana verso la Francia è diventata, principalmente su impulso di Pier­re Milza, presidente del Cedei, uno dei temi fondamentali delle ricerche francesi sull’Ita­lia66. Tali ricerche si iscrivono in una storio­grafia che assegna un posto di primo piano alle questioni dell’immigrazione, come dimo­strano le pubblicazioni di Gérard Noiriel e di Ralph Schor67. Quest’ultimo ha contribuito in prima persona a chiarire quale sia stato il contributo degli immigrati italiani nel Sud­est della Francia68. Tra i lavori più importan-

61 Daniel-J. Grange, L'Italie et la Méditerranée, cit.62 Daniel-J. Grange, L'Italie et la Méditerranée, cit., p. 4.63 J.-P. Viallet, L ’anticléricalisme, cit.64 Giorgio Spini, Gli studi storico-religiosi sui secoli XVIII-XX, in La storiografia italiana negli ultimi vent’anni, Milano, Marzorati, 1970, vol. II.63 Si veda la sintesi di Jean-Dominique Durand, L'Italie entre renouveau et question nationale ( 1830-1849) e L ’Eglise à la recherche de l ’Italie perdue, in Jean-Marie Mayeur (a cura di), Histoire du christianisme des origines à nos jours, XI, Libéralisme, industrialisation, expansion européenne (1830-1914), Paris, Desclée, 1995, pp. 263-278 e 611-636. Un esem­pio di questa volontà di conquista in Jean-Dominique Durand, Les débuts des Caisses rurales en Italie: entre intransi- geantisme et action économique (1892-1914), in M. Aubrun, G. Audisio, B. Dompnier, A. Gueslin (a cura di), Entre idéal et réalité. Actes du Colloque international d ’Histoire, Finances et Religion, Clermont-Ferrand, Publications de l'In­stitut d'Etudes du Massif Central, 1994, pp. 315-329.66 P. Milza, Français et Italiens à la fin du XIXe siècle, cit., e Les Italiens en France de 1914 à 1940, Rome, Efr, 1986. Si veda soprattutto il suo Voyage en Ritalie, cit., ottima analisi e nel contempo testimonianza personale. Pierre Milza, De­nis Peschanski (a cura di), Italiens et Espagnols en France, 1938-1946, Paris, L’Harmattan, 1994.6i Gérard Noiriel, Le creuset français. Histoire de ¡’immigration, XIXe-XXe siècles, Paris, Seuil, 1988; Ralph Schor, L ’o­pinion française et les étrangers 1919-1933, Paris, Publications de la Sorbonne, 1985. Una bibliografia è stata redatta da Michel Dreyfus et Pierre Milza, Un siècle d ’immigration en France (1850-1950). Bibliographie, Paris, Cedei, 1987.68 Ralph Schor, Il fascismo italiano nelle Alpes-Maritimes 1922-1939, “Notiziario dell’Istituto storico della Resistenza in Cuneo e provincia”, dicembre 1984, n. 26, pp. 21-57; Pierre Milza, Ralph Schor, Eric Vial, Italian di Francia. L ’emigra-

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ti69, vale ricordare quelli di Marie-Claude Blanc-Chaléard, che ha presentato nel dicem­bre 1995 una tesi su “Les Italiens dans l’Est parisien des années 1880 aux années 1960. Une histoire d’intégration”, nella quale pren­de in esame la componente italiana nel popo­lamento di Parigi e uno spazio preciso, ana­lizzato come luogo d’incontro e di confronto nel corso di quasi un secolo; ella è autrice, in collaborazione con Pierre Milza, di una bella monografia su Le Nogent des Italiens10, com­pletata da una mostra al Museo di Nogent, comune della banlieue parigina, patria dei Ritals dello scrittore François Cavanna71.

Gli aspetti politici delfimmigrazione sono trattati da Eric Vial, autore di una tesi di ter­zo ciclo, presentata nel 1986 alla Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales, sulla Le­ga italiana dei diritti dell’uomo (Lidu), “una organizzazione antifascista in esilio, tra il 1923 e il 1934” . Attualmente Vial sta lavo­

rando sull’emigrazione politica italiana “tra fronti popolari e seconda guerra mondiale” ; la sua ricerca si basa sul Casellario politico centrale, che raccoglie i fascicoli individuali aperti dalla polizia italiana, dal 1896 al 1945, per controllare tutti coloro che nel pae­se potevano essere annoverati come sovversi­vi reali o potenziali72. Come è naturale, il Cpc è considerevolmente ricco per il periodo suc­cessivo al 1926. Si tratta di una fonte straor­dinaria, costituita da 5.615 cartelle contenen­ti 160.000 fascicoli, di cui 30.000 circa riguar­dano persone che in un certo periodo hanno soggiornato in Francia. Una simile fonte esi­ge un approccio metodologico particolare73.

Gli studi di Jean-Charles Vegliarne sulla “cultura della mobilità”74 affrontano la que­stione delfimmigrazione dal punto di vista so­cioculturale. Dal canto suo, Caroline Douki aggredisce il problema dall’Italia, da una delle principali regioni di partenza, la Toscana75.

zione fra le due guerre, supplemento a “Storia e dossier”, dicembre 1989, pp. 4-41; L'image de l'Italie dans la presse ni­çoise (1948-1953), in J.B. Duroselle, E. Serra (a cura di), Italia e Francia, cit., pp. 250-268; L ’arrivée des Juifs d ’Italie dans les Alpes-Maritimes ( 1938-1940), e “L ’Idée latine". Une revue de rapprochement franco-italien dans les années tren­te, in J.B. Duroselle, E. Serra (a cura di), Italia, Francia e Mediterraneo, cit., rispettivamente pp. 96-111 e pp. 144-159.69 Citiamo la tesi di geografia di Anne-Marie Faidutti-Rudolph, L ’immigration italienne dans le sud-est de la France, Gap, Ophrys, 1964; Pierre Guillen, L'immigration italienne en France après 1945, enjeu dans les relations franco-italien­nes, in Michel Dumoulin (a cura di), Mouvements et politiques migratoires en Europe depuis 1945. Le cas italien, Bruxel­les, Ciaco, 1989.70 Pierre Milza, Marie-Claude Blanc-Chaléard, Le Nogent des Italiens, Paris, Autrement, 1995. Una sintesi regionale recente si trova negli atti dell’incontro del Cedei del 1993, pubblicati a cura di Antonio Bechelloni, Michel Dreyfus, Pier­re Milza, L ’immigration italienne en France. Un siècle de présence italienne dans trois régions françaises 1880-1980, Bru­xelles, Complexe, 1995, in cui si tratta del Midi, del Sud-ovest aquitano, della regione parigina, con accenni comparati alla Germania, alla Gran Bretagna, al Belgio e alla Svizzera. Ne è un completamento il volume di Antoine Mares, Pierre Milza (a cura di), Le Paris des étrangers, Paris, Publications de la Sorbonne, 1995.1 François Cavanna, Les Ritals, Paris, Belfond, 1978.

7_ Eric Vial, Notes sur l ’exil et l ’intégration des Italiens dans la société française pendant le fascisme, in Maurizio Degl'In­nocenti (a cura di), L'esilio nella storia del movimento operaio e l ’emigrazione economica, Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 1992. pp. 171-184; Emigrés politiques, immigrés qui se politisent, quelques données tirées des dossiers du Casellario politico centrale (Rome), in L ’émigration politique en Europe, cit. pp. 73-93. Eric Vial lavora anche sulla Unione popolare ita­liana, un’organizzazione di massa del Partito comunista italiano in Provenza.

Eric Vial, Le Casellario politico centrale, source pour l ’histoire de l’émigration politique, in P. Milza, Les Italiens en France, cit., pp. 155-167; Le traitement des dossiers du Casellario politico, “Mélanges de l’Ecole française de Rome- Mefrm", 1988, pp. 273-284; Le Casellario politico centrale, source pour l'étude de l ’émigration politique dans le Sud- Est, in Emile Temine, Teodosio Vertone (a cura di), Gli italiani nella Francia de! Sud e in Corsica (1860-1980), Milano, Angeli, 1988, pp. 17-28. Si veda anche Pierre Milza, “Emigrés politiques” et “émigrés du travail": Italiens en France d’a­près le fonds du Casellario politico centrale, “Mélanges de l’Ecole française de Rome-Mefrm” , 1988, pp. 181-186.74 Jean-Charles Vegliarne, Gli italiani all’estero 1861-1981, cit.

Si veda la carta degli emigranti italiani partiti per la Francia dal 1896 al 1902, in P. Milza, Voyage en Ritalie, cit., p. 65.

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Ella è autrice di una tesi presentata nel mag­gio 1996, dal titolo “ Les mutations d’un espace régional au miroir de l’émigration: l’Apennin toscan (1860-1914)” , in cui ha stu­diato le strutture economiche e sociali, demo­grafiche, culturali e politiche di una regione- campione — quella di Lucca e degli Appenni­ni ad essa pertinenti, divenuta nella seconda metà dell’Ottocento zona di emigrazione massiva — allo scopo di capire il posto e il peso che l’emigrazione ha nella regione e nel­la società d ’origine. Si tratta di un lavoro molto ampio, che rinnova la conoscenza del fenomeno dell’emigrazione, prendendolo in esame a monte, cioè nella zona di partenza. In attesa che questa tesi venga pubblicata, si possono leggere i saggi già scritti dall’autri­ce che testimoniano quanto essa sia interes­sante76.

Si è già visto che lo studio delle relazioni internazionali è stato sviluppato da Jean- Baptiste Duroselle e da Enrico Serra, all’in­terno del Comité franco-italien d’études hi­storiques. Su questo tema sono apparse mol­

te pubblicazioni, generalmente per i tipi di un editore italiano, Franco Angeli di Milano77. Tuttavia questi lavori raramente hanno pro­dotto grandi sintesi, a parte lo studio sulla questione di Trieste dello stesso Duroselle e naturalmente l’ampia tesi di Daniel-J. Gran­ge. Disponiamo innanzitutto di numerose re­lazioni pubblicate negli atti dei convegni e in riviste come “ Relations internationales”78. Le pubblicazioni di Maurice Vai'sse e di Pier­re Guillen sono significative dell’interesse per i rapporti franco-italiani negli anni cinquan­ta, al tempo degli esordi delle prime organiz­zazioni economiche in ambito europeo79, te­ma sul quale sta lavorando Alain Quagliari- ni. L’utilità degli studi sulle relazioni interre­gionali è stata sottolineata dal volume collet- taneo dedicato alle Alpi Marittime e il confi­ne80, che tratta dei rapporti di frontiera tanto sul piano commerciale che su quelli politico, militare o religioso.

Per quanto riguarda i rapporti culturali in­vece, gli studi esistenti sono poco significati­vi. Non esistono per l’Italia lavori equivalenti

76 Caroline Douki, L ’émigration toscane de 1860 à 1914: rythmes et flux, “Studi emigrazione”, marzo 1993, pp. 29-47; Les maires de l'Italie libérale à l'épreuve de l'émigration: le cas des campagnes lucquoises, “Mélanges de l’Ecole française de Rome-Mefrim”, 1994-1, pp. 333-364.77 Vedi nota 40.78 Ricordiamo: Maurice Vaïsse, Le règlement du différend naval franco-italien 1945-1949, “Relations internationales”, printemps 1990, n. 61, pp. 15-28; Georges Bidault et l'Italie (1944-1948), in J.B. Duroselle, E. Serra (a cura di), Italia e Francia, cit., pp. 298-313. Pierre Guillen, L ’Italie et le problème allemand, 1945-1955, "Relations internationales”, automne 1987, pp. 289-312; Les réfugiés antifascistes et les relations franco-italiennes dans l'entre-deux guerres, “Rela­tions internationales”, été 1993, pp. 137-151; Les vicissitudes des rapports franco-italiens de la rencontre de Cannes (dé­cembre ¡948) à celle de Santa Margherita (février 1951), e Les questions européennes dans les rapports franco-italiens de la rencontre de Santa Margherita (février 1951) au voyage de Pierre Mendès France à Rome (janvier 1955), in J.B. Du­roselle, E. Serra (a cura di), Italia e Francia 1946-1954, cit., pp. 13-30 e 31-48; La coopération économique entre la France et l'Italie de septembre 1939 à septembre 1945, in J.B. Duroselle, E. Serra (a cura di), Italia e Francia 1939-1945, cit., pp. 129-177; La France, l'Italie et la défense de la Méditerranée ( 1947-1951), in J.B. Duroselle, E. Serra (a cura di), Italia, Francia e Mediterraneo, cit., pp. 15-24. Jean-Baptiste Duroselle, Le général de Gaulle et l ’Italie de juin 1943 à septembre 1944, in J.B. Duroselle, E. Serra (a cura di), Italia e Francia 1939-1945, cit., pp. 97-113.79 Si veda il convegno “De Gaulle et l’Italie” organizzato dall’Ecole française de Rome nel 1990 (i cui Atti sono di pros­sima pubblicazione), e la tesi di Alain Quagliarini sui rapporti franco-italiani tra il 1945 e il 1955: La "question alleman­de" dans les relations franco-italiennes de 1951 à 1954, “Mélanges de l’Ecole française de Rome-Mefrim“, 1992-2, pp. 871-897; Alain Quagliarini ha pubblicato anche La "question allemande" dans les relations franco-italiennes au cours de l’année 1955, “Storia delle relazioni internazionali” , 1992, n. 1-2, pp. 135-165, e Les relations italo-aüemandes en 1956: le triomphe des intérêts, “Mélanges de l’Ecole française de Rome-Mefrim”, 1995-1, pp. 177-205. Su un argomento connesso, vedi Colette Barbier, Les négociations franco-germano-italiennes en vue de l’etablissement d'une coopération nucléaire au cours des années 1956-1958, “Revue d’histoire diplomatique, 1990, pp. 81-113.

Les Alpes-Maritimes et la frontière. 1860 à nos jours, Nice, Ed. Serre, 1992.

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a quelli di cui disponiamo per la Germania81. Le ricerche di Jean-Dominique Durand sul­l’influenza di Jacques Maritain in Italia82, che consentono di valutare la presenza di un grande filosofo francese nella cultura ita­liana, rimangono relativamente isolate83; al­l’opposto, invece, Jean-Marie Mayeur ha mostrato l’influenza esercitata da Luigi Stur- zo su una parte dell’opinione pubblica e della cultura francese84. Per quanto riguarda la cultura italiana, è riconosciuto il valore della monografia che Didier Musiedlak ha dedica­to all’Università Bocconi di Milano. Questa tesi, che mira a ricostruire la formazione di una parte della classe dirigente del paese tra il 1902 e il 1925, si inserisce nella corrente di rinnovamento della storia sociale dell’inse­gnamento superiore cui si assiste in Italia. Di fatto essa coinvolge la storia politica, cultu­rale, sociale, economica85: con la fondazione dell’Università Bocconi si trattava infatti di far fronte al bisogno di imprenditori e di qua­dri in un’Italia in espansione industriale e di mettere quest’ultima al passo con l’Europa garantendo “la promozione di una classe di­rigente più aperta ai problemi economici” .

Infine, alcuni articoli86 permettono sin da ora di apprezzare la fecondità della tesi, an­cora in corso di elaborazione, di Frédéric Ai­tai, “ Les intellectuels napolitains: engage­ment politiques et activités culturelles (1943-milieu des années soixante)” . In essa l’autore studia non soltanto l’impegno politi­co degli intellettuali di una città la cui presti­giosa tradizione di pensiero è una delle basi più salde della cultura italiana, ma anche le riflessioni da loro condotte attorno alla que­stione meridionale, alla costruzione europea, all’identità culturale e nazionale e alla storia.

Finalmente, il tema della colonizzazione italiana dopo il 1870, trattato dall’opera di Jean-Louis Miège87, rimasta a lungo isolata, viene ora seriamente affrontato da diversi studi che prendono in esame elementi parti­colari della presenza italiana oltremare: Ju­liette Bessis ha analizzato la politica mussoli- niana nei confronti della Tunisa88; Fabienne Le Houérou, i cui lavori si situano alla con­fluenza tra storia ed etnologia89, ha prodotto un libro originale sulla conquista dell’Abissi- nia, che si basa sul confrontro tra ciò che emerge dagli archivi tradizionali e testimo-

81 Claude Digeon, La crise allemande de la pensée française (1870-1914), Paris, Puf, 1959 [ristampa 1992]; Hans Man­fred Bock, Reinhart Meyer-Kalkus, Michel Trebitsch, Entre Locamo et Vichy. Les relations culturelles franco-alleman­des dans les années 1930, Paris, Cnrs éd., 1993.82 Jean-Dominique Durand, La grande attaque de 1956, “Cahiers Jacques Maritain”, juin 1995, n. 30, pp. 2-31; “Jac­ques Maritain et l’Italie”, comunicazione ai convegno “Jacques Maritain et l’Europe. La réception de la pensée de Jac­ques Maritain dans divers pays d’Europe” , Toulouse, 18-19 novembre 1993. Gli atti del convegno sono stati pubblicati nell'autunno del 1996 col titolo Jacques Maritain en Europe. La réception de sa pensée, Paris, Beauchesne.83 Pierre Guiral, André Gide et l'Italie, in J.B. Duroselle, E. Serra (a cura di), Italia, Francia e Mediterraneo, cit., pp. 214-223.84 Jean-Marie Mayeur, Luigi Sturzo et la culture démocrate-chrétienne française de l'entre-deux guerres, “France-Fo­rum”, mai-juin 1990, pp. 22-25 [trad. it. Sturzo e la cultura democratica cristiana francese, in Gabriele La Rosa (a cura di), Luigi Sturzo e la democrazia europea, Roma-Bari, Laterza, 1990, pp. 149-158], Purtroppo, la tesi di Jean-Luc Pou- thier, “Les catholiques sociaux et les démocrates chrétiens français devant l’Italie fasciste” (Paris, Institut d’Etudes po­litiques, 1981), non è mai stata pubblicata.85 Didier Musiedlak, Université privée et formation, cit.86 Frédéric Attal, Les intellectuels napolitains et l'Histoire dans les années cinquante, “Sud”, 1992, n. 3-4, e Adolfo Omo- deo nel 1943, in Gloria Chianese (a cura di), Mezzogiorno 1943. La scelta, la lotta, la speranza, Napoli, Esi, 1995, pp. 145-148.87 Jean-Louis Miège, L ’impérialisme colonial italien de 1870 à nos jours, Paris, Sedes, 1968.88 Juliette Bessis, La Méditerranée fasciste. L ’Italie mussolinienne et la Tunisie, Paris, Karthala, 1980. Da non dimenti­care André Martel, La Lybie 1835-1990. Essai de géopolitique historique, Paris, Puf, 1991.89 Fabienne Le Houerou, L'épopée des soldats de Mussolini en Abyssinie (1936-1938). Les "Ensablés", Paris, L’Harmat­tan. 1994.

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nianze di soldati stabilitisi definitivamente in Etiopia, detti “ les Ensablés” [“ gli insab­biati” , ndt.]; infine Colette Dubois analizza i difficili problemi connessi alla decolonizza-

90zione .Con il fascismo, entriamo in un campo do­

minato da Pierre Milza, che ha dato al pub­blico francese alcune sintesi indispensabili91 in assenza di traduzioni di studi italiani92. So­no però anche da ricordare l’eccellente ma- nualetto di Paul Guichonnet93, e il lavoro di Jacques Droz sull’antifascismo, anche se quest’ultimo prende in considerazione l’Eu­ropa nel suo complesso e non si limita al caso italiano94.

Marie-Anne Matard, responsabile del Ce­rini, il gruppo dell’Ecole française de Rome che lavora sull’Italia meridionale, ha scelto, per la sua tesi, di studiare una regione sotto il fascismo: nel caso specifico la Sicilia sud­orientale. Anche Jean-Pierre Viallet, nel suo libro pubblicato in italiano nel 1985 dalla Claudiana di Torino su La Chiesa valdese di fronte allo Stato fascista, prende in esame, con grande capacità di cogliere anche le mini­me sfumature, una regione e contemporanea­mente una confessione religiosa nel loro rap- 50 * * * 54

porto con il fascismo. Ma è stata soprattutto la cultura italiana nei suoi vari aspetti ad at­tirare l’attenzione dei ricercatori francesi: Bernard Biancotto si è occupato del pensiero politico di Guglielmo Ferrerò, storico anti­fascista morto in esilio a Ginevra nel 194295; mentre Michel Ostenc96 ha scritto una tesi che ci permette una conoscenza piu approfondita dei problemi attinenti all’i­struzione. Essa illustra infatti come i proget­ti degli intellettuali, e segnatamente di Gio­vanni Gentile, di formare un cittadino co­sciente, si siano via via trasformati, per effet­to dei richiami all’ordine e dell’irreggimenta- zione della dittatura, nella fascistizzazione della gioventù. Ostenc si è anche occupato dell’atteggiamento assunto dagli intellettuali italiani (D’Annunzio, Marinetti, Pirandello, Ungaretti, Malaparte, Gobetti soprattutto) di fronte alla prima guerra mondiale ed al primo fascismo97. Il bell’articolo di Marie- Anne Matard, L ’Anti-“Lei”: utopie linguisti- que ou projet totalitaire?98, riesce a penetrare nel funzionamento intellettuale del regime, mentre l’analisi del cinema condotta da quel profondo conoscitore che è Jean G ili" e quella delle arti (in particolare dell’architet-

50 Colette Dubois, L'Italie, cas atypique d'une puissance européenne en Afrique. Une colonisation tardive, une décoloni­sation précoce, “Matériaux pour l’histoire de notre temps” (Bdic, Nanterre), juillet-décembre 1993, pp. 10-14; Des ré­solutions novatrices au désenchantement. L ’ONU et la décolonisation de la Corne de l ’Afrique (1948-1977), “Relations internationales” , printemps 1994, pp. 81-98.91 Pierre Milza, Serge Berstein, L ’Italie fasciste, Paris, Colin, 1970 [ristampato col titolo Le fascisme italien 1919-1945, Paris, Seuil, 1980]; Dictionnaire historique des fascismes et du nazisme, Bruxelles, Complexe, 1992. Pierre Milza, Les fa ­scismes, Paris, Imprimerie nationale, 1985; L ’Italie fasciste devant l'opinion française, 1920-1940, Paris, Colin, 1967 [ri­stampato col titolo Le fascisme italien et la presse française 1920-1940, Bruxelles, Complexe, 1987].92 Da citare la pubblicazione in francese di Renzo De Felice, Comprendre le fascisme, Paris, Seghers, 1957, e alcuni ca­pitoli tratti da Mussolini, III, Il Duce, voi. 2, Lo Stato totalitario (1936-1940), Torino, Einaudi, 1981, con il titolo Le fascisme, un totalitarisme à l ’italienne?, Paris, Fnsp, 1988.” Paul Guichonnet, Mussolini et le fascisme, Paris, Puf, 1967.54 Jacques Droz, Histoire de l'antifascisme en Europe 1923-1939, Paris, La Découverte, 1985.95 Bernard Biancotto, La pensée politique de Guglielmo Ferrerò, Aix-en-Provence, Presses Universitaires, 1994.29 Michel Ostenc, L ’éducation en Italie pendant le fascisme, Paris, Publications de la Sorbonne, 1980.97 Michel Ostenc, Intellectuels italiens et fascisme (1915-1929), Paris, Payot, 1983.98 “Mélanges de l’Ecole française de Rome- Mefrm“, 1988, pp. 971-1010.99 Jean-A. Gili, L'Italie de Mussolini et son cinéma, Paris, Veyrier, 1985; Le cinéma italien à ¡’ombre des Faisceaux (1922-1945), Perpignan, Institut Jean Vigo, 1990; Fascisme et Résistance dans le cinéma italien, Paris, Minard, 1970. Aldo Bernardini, Jean-A. Gili (a cura di), Le cinéma italien de “La prise de Rome" (1905) à “Rome ville ouverte (1945), Paris, Centre Georges Pompidou, 1986. La rivista “CinémAction” ha dedicato il numero 70 (1994) al neoreali-

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tu ra100) ci permettono di misurare la sua ambizione di dominare gli spiriti. Denise Detragiache101 ha studiato la volontà del re­gime di controllare la popolazione attraver­so un’indagine sullo spazio che esso concesse alle donne.

Gli studi sull’Italia dopo la seconda guer­ra mondiale riguardano essenzialmente la vi­ta politica. Non v’è dubbio che gli studiosi francesi siano alla ricerca di chiavi di inter­pretazione del sistema politico italiano, poco conosciuto in Francia, la cui entrata in crisi, per effetto delle inchieste di “Mani pulite” , ha ispirato alla stampa innumerevoli artico­li. Un buon esempio degli interrogativi che questi ultimi si pongono è costituito dal nu­mero speciale della rivista “Politix” , edita dalle Presses de Sciences Po, intitolato Incer- titudes italiennes, i cui autori sono peraltro tutti italiani102. Questa volontà di decifrare avvenimenti attuali richiama necessariamen­te i numerosi studi, già citati, di stampo po­litologico o sociologico, pubblicati negli an­ni sessanta e settanta. Ma — ed è una diffe­renza sostanziale rispetto a quei lavori ora superati — gli storici oggi sono molto pre­

senti, come dimostra la sintesi breve ma as­sai utile di Eric Vial, uscita nel volume col- lettaneo Une histoire de la démocratie en Eu­rope103, e le ricerche sono per lo più pluridi- sciplinari. Quello della pluridisciplinarietà è appunto l’obiettivo datosi da Marc Lazar con la costituzione, nel 1996, del Groupe de recherches pluridisciplinaires sur l’Italie contemporaine (Grepic) presso il Centre d’é­tudes et de recherches internationales della Fondation nationale des sciences politiques. Esso cerca di chiarire i mutamenti della so­cietà politica italiana proprio analizzandone la storia: l’opera collettanea L ’Italie, une na­tion en suspens, i cui autori sono politologi e storici, è una buona illustrazione di questo orientamento, difficile da perseguire ma ne­cessario. L’intera dimostrazione è qui co­struita intorno alla questione nazionale, dal compimento dell’Unità sino alla comparsa di Silvio Berlusconi104.

Anche i partiti politici italiani cominciano ad essere meglio conosciuti. I lavori di Jean- Dominique Durand sui confini del religioso e del politico, sulla Democrazia cristiana105 e sulle origini dell’egemonia politica dei cat-

smo italiano. Una tesi su “Scenario en Italie. Histoire du scénario en Italie de 1940 à 1970” è stata presentata da Bapti­ste Coureau a Parigi nel giugno 1996.100 Pierre Milza, Fanette Roche-Pézard (a cura di), Ari et Fascisme, Bruxelles, Complexe, 1989 (si veda in particolare il contributo di Catherine Brice, G. Pagano, M. Piacentini: un architecte "fasciste" et un "architecte du totalitarisme"?, pp. 101-119). Françoise Liffran (a cura di), Rome, 1920-1945. Le modèle fasciste, son Duce, sa mythologie, Paris, Autrement, 1991.101 Denise Detragiache, Un aspect de la politique démographique de l'Italie fasciste: la répression de l ’avortement, “Mé­langes de l’Ecole française de Rome-Mefrm”, 1980-2, pp. 691-735; Il fascismo femminile da San Sepolcro all'Affare Mat­teotti ( 1919-1925), “Storia contemporanea”, 1983, pp. 211-251; De la "Mamma" à la "nouvelle italienne": la presse des femmes fascistes de 1930 à 1942, in Entre émancipation et nationalisme: la presse féminine d ’Europe 1914-1945, Paris, Deuxtemps tierce, 1991.102 “Politix”, Incertitudes italiennes, 1995, n. 30, già citato. Si veda inoltre Italie. Décomposition ou recomposition?, “Re­vue politique et parlementaire”, 1993.103 Eric Vial, La démocratie à l ’italienne, in Antoine de Baecque (a cura di), Une histoire de la démocratie en Europe, Paris, Le Monde-Editions, 1990, pp. 176-195.104 I. Diamanti e al., L ’Italie, une nation en suspens, cit.105 Jean-Marie Mayeur, Des Partis catholiques à la Démocratie chrétienne XIX*-XX* siècles, Paris, Colin, 1980; Jean- Dominique Durand, L ’Europe de la Démocratie chrétienne, Bruxelles, Complexe, 1995. Sulle origini: Jean-Marie Mayeur, La Démocratie-chrétienne en Italie avant 1914, “Archives de Sociologie des religions” , 1962, n. 13, pp. 133- 138. Una proposta di confronto è costituita dall’articolo di René Rémond, La Démocratie chrétienne en France au len­demain de la deuxième guerre mondiale. Contribution a une étude comparative des forces politiques entre la France et l’I­talie, “Storia e politica”, 1975, pp. 163-174.

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tolici dal 1946 al 1992106, gettano nuova luce sulle opere di impianto classico di Jean-Paul Chassériaud e Thierry Godechot107. Per quanto riguarda la sinistra, il Partito sociali­sta viene studiato da Fabrice d’Almeida, che ha scritto la sua tesi su “Histoire et politique en France et en Italie depuis 1945: l’exemple des socialistes” (1995). L’approccio compa­ratista era stato adottato per la prima volta da Marc Lazar per la sua storia dei due par­titi comunisti più potenti d’Europa, il Pcf e il Pei, quelle “Case rosse” 108, oggi un po’ ma­landate, che però, dalla liberazione alla fine degli anni ottanta, hanno pesato fortemente sul destino dei due paesi. Marc Lazar ha con­tinuato per la via aperta da quest’opera mol­to innovativa con un numero notevole di ar­ticoli sull’evoluzione del Partito comunista italiano e del regime politico in Italia109, e con le sue analisi più recenti110 *. Anche il Par­tito repubblicano, un movimento politico d’importanza molto più modesta ma non tra­scurabile, che si richiama a una lunga tradi­zione ed è ingiustamente negletto dalla sto­riografia italiana, ha trovato in Francia il suo storico. Ne ha riaperto il fascicolo, a par­tire dalla sua ricostituzione nel 19431U, Jean- Claude Lescure.

Seguendo il filone comparatista, Isabelle Sommier ha scritto una tesi, presentata nel 1993, sulla violenza dell’estrema sinistra ita­liana112 e prosegue ora le sue ricerche utiliz­zando interviste fatte a operai metallurgici della Fiat di Torino ed a ex militanti di Potere operaio, Lotta continua, Autonomia ope­raia.

In questo paesaggio sociopolitico, dobbia­mo ricordare le analisi di Marie-Anne Ma- tard-Bonucci sulla mafia, ed in particolare la sua sintesi, pubblicata nel 1994, che offre al pubblico francofono i risultati dei recenti lavori degli storici e dei sociologi italiani su questa organizzazione criminale113.

Per quanto riguarda il terreno della storia politica, che pur appare frequentato da pa­recchi studiosi con analisi di movimenti e comportamenti, duole segnalare l’assenza di biografie, un vuoto che le annotazioni im­pressionistiche dell’ambasciatore Gilles Mar- tinet, nel suo Italiens1I4, non riempiono. In questo settore, per il Novecento come del re­sto per l’Ottocento, non disponiamo di pub­blicazioni soddisfacenti; a parte l’eccellente Aldo Moro, il cui autore è peraltro lo storico italiano Giorgio Campanini115, mancano so­lidi studi sulle figure di rilievo del ventesimo

106 J.-D. Durand, L'Eglise catholique, cit. Brevi osservazioni in Aux origines du succès de la Démocratie chrétienne en Italie au lendemain de la Deuxième guerre mondiale, “Matériaux pour l’histoire de notre temps” (Bdic, Nanterre), juil­let-décembre 1995, pp. 16-19.107 J.-P. Chassériaud, Le Parti démocrate chrétien en Italie, cit.; T. Godechot, Le Parti démocrate-chrétien italien, cit.108 M. Lazar, Maisons rouges, cit.109 Marc Lazar, Parti communiste italien: le syndrome du déclin?, “Communisme”, 1988, n. 17, pp. 101-110; Le Parti communiste italien face aux défis des années quatre-vingt, “Commentaire”, 1988-1989, n. 44, pp. 937-948; Dal Pci a! Pds: la fine di un’epoca, in Mario Telò (a cura di), Tra nazione ed Europa, Milano, Angeli, 1993, pp. 248-266; Jeux de miroir politiques. Les gauches en France et en Italie, “Italie Années 90”, février 1994, pp. 45-59.110 Marc Lazar, Italie: la fin du chemin de croix?, “Politique internationale”, printemps 1994, n. 63, pp. 129-141; I pro­gressisti, in Ilvo Diamanti, Renato Mannheimer (a cura di), Milano a Roma. Guida all’Italia elettorale de! 1994, Roma, Donzelli, 1994, pp. 73-84.1 ' 1 Jean-Claude Lescure, La reconstruction du parti républicain italien dans l ’immédiat après-guerre, “Mélanges de l’E­cole française de Rome-Mefrim”, 1991-2, pp. 589-628; di J.-C. Lescure siamo in attesa che venga pubblicata la tesi “Le Parti républicain italien 1943-1948”.Il_ Isabelle Sommier, “La forclusion de la violence politique: ouvriers/intellectuels en France et en Italie depuis 1968 ’, tesi, Université de Paris I, 1993.113 Marie-Anne Matard-Bonucci, Histoire de la mafia, Bruxelles, Complexe, 1994.

Gilles Martinet, Les italiens, Paris, Grasset, 1990.115 Giorgio Campanini, Aldo Moro, Paris, Beauchesne, 1988. L’edizione originale di quest’opera è francese; quella ita­liana (Roma, Studium) è posteriore.

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secolo116 117. Si aspetta quindi con interesse la biografia del duce che sta preparando Pierre Milza.

La storia religiosa, infine, occupa un posto di primo piano nella storiografia francese dell’Italia contemporanea. Dal 1988 ad oggi sono state redatte tre ampie tesi di Stato de­dicate a questioni religiose che coprono l’in­tero arco di tempo che va dalla Restaurazio­ne alla seconda metà del ventesimo secolo. Si tratta delle tesi già citate di Philippe Boutry sulla Roma pontificia nella Restaurazione, di Jean-Pierre Viallet sull’anticlericalismo nel periodo dall’Unità alla prima guerra mondiale, di Jean-Dominique Durand sulla struttura e l’azione religiosa, sociale, politica della Chiesa cattolica nell’immediato dopo­guerra ( 1943-1948)111. A questo imponente complesso dobbiamo aggiungere la tesi di Marc Agostino, sulla figura di Papa Pio XI e l’opinione pubblica in Francia e in Italia118, nella quale la storia religiosa della penisola tra il 1922 ed il 1939 è evidentemente assai presente. Molto acute sono le interpretazioni di Emile Poulat, uno dei più sensibili conosci­tori francesi di storia religiosa dell’Italia. La sua opera — un’insieme fondamentale — la incontra spesso, la chiarisce e precisa l’in­

fluenza del papato come le vicissitudini del movimento cattolico. Alla sua “ lunga spedi­zione in Italia” , come egli ha definito il suo lavoro119, devono accompagnarsi coloro che hanno un qualche interesse per il cattoli­cesimo italiano. Disponiamo dunque, nel campo della storia religiosa, di un corpus di lavori fondamentali, del cui impianto meto­dologico occorre tener conto e che proseguo­no lungo la strada aperta a suo tempo da Maurice Vaussard con i suoi studi sul gianse­nismo e sull’intelligenza cattolica nell’Italia del ventesimo secolo120.

Conclusione

Per un giovane ricercatore francese non è cer­to facile intraprendere studi sull’Italia. L’uni­versità francese, nonostante un’innegabile apertura conseguente alla crescente integra­zione europea, conserva, come la cultura francese nel suo complesso, il marchio di un gallocentrismo acuto, di cui è prova la reti­cenza di tanti editori a tradurre autori stra­nieri e a pubblicare opere che riguardino un paese straniero. La maggior parte degli stessi studenti, in un paese in cui la padronanza

116 Si possono trovare opere che hanno il merito di esistere, ma di cui lo storico non può accontentarsi: così, Elisabeth de Miribel, Giorgio La Pira. Un prophète au coeur de notre histoire, Paris, Desclée de Brouwer, 1992, o Elisabeth Ar- noulx de Pirey, De Gasperi. Le père italien de l ’Europe, Paris, Téqui, 1991.117 Jean-Dominique Durand, L ’Eglise catholique, le concordat et la constitution italienne, “Rivista di scienze religiose”,1990, pp. 407-424; La stampa cattolica diocesana in Italia nel secondo dopoguerra (1945-1948), “Quaderni del Centro studi C. Trabucco” , 1991, n. 16, pp. 27-70; La stampa dell’Azione cattolica italiana nel secondo dopoguerra (1945- 1948), “Quaderni del Centro studi C. Trabucco”, 1993, n. 19, pp. 7-37; Catholicisme et économie en Italie. L'enseigne­ment de Francesco Vito, professeur à l’Université catholique de Milan, in Les chrétiens et l’économie, Paris, Centurion,1991, pp. 179-203.118 M. Agostino, Le Pape Pie XI et l’opinion, cit.119 Emile Poulat, Catholicisme, démocratie et socialisme. Le mouvement catholique et Mgr Benigni de la naissance du so­cialisme à la victoire du fascisme, Tournai, Casterman, 1977, p. 12. Molto utili anche Intégrisme et catholicisme intégral. Un réseau secret international antimoderniste: La "Sapinière" (1909-1921), Tournai, Casterman, 1969; Eglise contre bourgeoisie. Introduction au devenir du catholicisme actuel, Tournai, Casterman, 1977; L'ère postchrétienne. Un monde sorti de Dieu, Paris, Flammarion, 1994.1-0 Maurice Vaussard, L'intelligence catholique dans l’Italie du XXe siècle, Paris, 1921. Più recentemente, il Dictionnaire historique de la Papauté, curato da Philippe Levillain (Paris, Fayard, 1994), presenta alcune voci che costituiscono un importante insieme di piccoli saggi che interessano la storia religiosa (ma anche la storia generale) dellTtalia: Accords du Latran, Unité italienne, République romaine, Quirinal, Démocratie chrétienne, La Civiltà Cattolica, Monumentalité et urbanisme romain, Movimento cattolico...

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delle lingue non è certo una delle qualità più coltivate, esitano a impegnarsi in studi inevi­tabilmente più complessi di quelli che fareb­bero se continuassero a dedicarsi tranquilla­mente a ricerche di minore ampiezza, almeno sul piano geografico. Gli ostacoli da superare non sono piccoli: recarsi sul posto alla ricerca di fondi archivistici, padroneggiare la lingua, far propria una cultura diversa, dominare la bibliografia la cui ampiezza e varietà, soprat­tutto in Italia, rappresentano una delle mag­giori difficoltà da superare, di fronte alla quale numerosi ricercatori francesi sembrano deporre le armi. Eppure, l’analisi dell’evolu­zione della storiografia francese rivela un in­teresse crescente per oggetti di studio relativi ad altri paesi, sostenuto del resto dalle politi­che di ricerca del ministero dell’Istruzione su­periore e della Ricerca, dal Cnrs, dalle stesse università e anche dalle regioni: esistono in­fatti diverse forme di aiuto per favorire quan­ti desiderano tentare l’avventura in luoghi più o meno remoti.

Nel giro di circa vent’anni la storia dell’Ita­lia in Francia ha registrato uno sviluppo dav­vero notevole121. Sono stati prodotti lavori

numerosi, diversi, di grande qualità, alcuni dei quali segnano una tappa importante anche per la storiografia italiana. Questa crescita è legata al prestigio di alcune personalità che la­vorano nelle università (Pierre Milza, Jean- Marie Mayeur, Emile Poulat, Philippe Levil- lain, René Rémond...) e all’insostituibile atti­vità dell’Ecole française de Rome, l’amplia­mento delle cui competenze alla storia moder­na e contemporanea è stato fondamentale.

I lavori recentemente pubblicati rispec­chiano anche un cambiamento negli orienta­menti della ricerca. A lungo le pubblicazioni francesi si sono limitate al tema dei rapporti tra i due paesi e abbiamo potuto osservare come questo filone resti giustamente molto vivace. Tuttavia, sono state anche prodotte ricerche sulla storia interna dell’Italia: esse costituiscono un filone che, incontrandosi con una scuola storica italiana poderosa, vi­va, che produce lavori di notevole qualità, è foriero di scambi di molto fecondi.

Jean-Dominique Durand[ traduzione dal francese di Francesca Ferraiini Tosi

e di Paola Redaelli]

1-1 L’importanza dello sviluppo della ricerca francese sull’Italia si misura percorrendo i bilanci stabiliti da Philippe Le- villain per la storia religiosa e da Jean-A. Gili per gli altri settori della ricerca storica (cfr. "Mélanges de l'Ecole française de Rome-Mefrm” , 1978-1, 90, Recherches sur l’Italie contemporaine, rispettivamente pp. 43-45 e 35-41).