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l’agricoltura lombarda conta - 2012

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura

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Comitato di redazioneSabrina Giuca, INEA (responsabile); Maria Silvia Giannini (coordinamento per la DGA Regione Lombardia); Alessandro Nebu-loni, DGA Regione Lombardia; Roberto Pretolani, DEMM; Renato Pieri, SMEA; Francesca Marras, INEA; Guido Gay, ÉUPOLIS Lombardia

Referenti tematiciDaniele Bellomo, Danilo Bertoni, Lucia Briamonte, Maurizio Castelli, Stefano Dell’Acqua, Maria Silvia Giannini, Sabrina Giuca, Teresa Lettieri, Claudio Liberati, Pietro Manzoni di Chiosca e Poggiolo, Sonia Marongiu, Renato Pieri, Roberto Pretolani, Maria Rosaria Pupo d’Andrea, Serena Tarangioli

Revisione editingSabrina Giuca, Maria Silvia Giannini e Francesca Marras

ElaborazioniMarco Amato, Alessia Fantini e Fabio Iacobini

Coordinamento editorialeBenedetto Venuto

Progetto grafico e realizzazioneCarlo Silva e Ufficio grafico INEA (Jacopo Barone, Piero Cesarini, Fabio Lapiana, Sofia Mannozzi)

FotografieCarlo Silva

Edizione InternetMassimo Perinotto

SegreteriaLara Abbondanza e Debora Pagani

Si ringraziano: Maria Teresa Besana, Gabriele Boccasile, Isabella Brandi, Valentina Cardinale, Gloria Corti, Simonetta De Leo, Cristian Della Torre, Rita Iacono, Andrea Massari, Giovanna Nicastro, Donatella Parma, Antonio Pepe, Andrea Povellato, Marina Ragni, Roberto Tonetti

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In questa terza edizione dell’opuscolo “L’Agricoltura lombarda conta 2012”, i contributi degli istituti di ricerca INEA, DEMM e SMEA, con i quali la DG Agri-coltura collabora per la sua redazione, forniscono un aggiornato quadro strut-turale ed economico del sistema agro- alimentare lombardo, sulla base dei più recenti dati amministrativi, tra i quali i risultati definitivi del 6° Censi-mento generale dell’agricoltura ISTAT. La pubblicazione da quest’anno viene integrata, inoltre, da informazioni re- lative alle imprese cooperative di tra-sformazione agroalimentare, rese di-sponibili dall’Osservatorio della coope-razione agricola italiana.Nel 2011, nonostante la crisi economi-ca, l’agricoltura e l’industria alimenta-re hanno registrato trend positivi. Il va-lore della produzione agroindustriale lombarda ha superato i 12 miliardi di euro, +7,3% rispetto al 2010, arrivando a rappresentare ben il 16,1% del totale nazionale e circa il 3,7% del PIL regio-

nale. Il valore della componente agrico-la regionale, pari a 7,2 miliardi di euro, mostra un incremento dell’11,5%, con un peso nettamente crescente, pari al 14,5%, sul totale nazionale, mentre il valore aggiunto dell’industria alimen-tare lombarda, stimato +2,4% rispetto al 2010, presenta elementi più favore-voli rispetto al livello nazionale e ad altri settori economici.Nel 2011 vi è stato, quindi, un rafforza-mento del peso del sistema regionale ri-spetto al nazionale, espressione anche della complessiva capacità di reazione delle imprese lombarde la cui dinami-ca congiunturale risulta migliore della corrispondente nazionale, anche se si registra un’ulteriore contrazione del numero delle imprese (-1,6%). Se la ripresa della produzione agricola, dovuta in gran parte all’incremento dei prezzi (+11,2%), porta il valore a livelli superiori a quelli pre-crisi, il recupero del valore aggiunto pare non ancora completato e già elementi di criticità

per la redditività si intravedono nel primo semestre del 2012.Migliorare l’efficienza dei processi pro-duttivi e la redditività aziendale resta-no obiettivi prioritari per rafforzare la capacità competitiva del sistema lom-bardo, che deve essere perseguita attra-verso strategie di sviluppo che possono interessare singole aziende o gruppi di aziende, sino a coinvolgere specifiche filiere a diverso livello territoriale. Adeguamento strutturale, innovazione di prodotto, adozione di nuovi modelli organizzativi sono alcuni degli inter-venti che la Regione Lombardia sostie-ne attraverso le misure del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, il cui stato di avanzamento è giunto all’impe-gno dell’86,4% delle risorse disponibili e alla liquidazione di oltre il 50% delle risorse. L’attenzione al mondo agricolo passa anche dalla promozione dell’a-groalimentare di qualità, rappresenta-to dalle produzioni vinicole, biologiche e a marchio DOP e IGP, con azioni mi-

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rate a consolidare e allacciare nuovi legami commerciali anche sui mercati internazionali e ad aumentare la pre-senza e la riconoscibilità della speci-ficità di queste produzioni in una fase positiva per le esportazioni.A fronte di un contesto economico pro-blematico, la Regione Lombardia ha garantito, per il terzo anno consecutivo,

una maggiore liquidità alle imprese, ero-gando l’acconto del 50% del premio della domanda unica 2012 e indirizzando, in anticipo rispetto agli scorsi anni, i pri-mi flussi agli agricoltori del mantovano colpiti dal sisma; un provvedimento, questo, cui si affiancano gli interventi a favore del credito di funzionamento, per offrire alle aziende agricole condizioni

di finanziamento meno onerose rispetto al mercato creditizio ordinario. Per maggiori approfondimenti ricor-diamo che l’edizione dell’opuscolo si affianca all’annuale rapporto di analisi regionale “Il sistema agroalimentare della Lombardia”.

L’Assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia

Giulio De Capitani

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INDICE

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ECONOMIA E AGRICOLTURATerritorio e popolazione pag. 10 Aree protette pag. 15Prodotto interno lordo pag. 20 Valore aggiunto pag. 22 Occupazione pag. 24

SISTEMA AGROINDUSTRIALEComponenti del sistema pag. 28 Industria alimentare e cooperazione pag. 29Distribuzione pag. 33 Scambi con l’estero pag. 35 Consumi alimentari pag. 38

AGRICOLTURARisultati produttivi in agricoltura pag. 42Andamento agrometereologico pag. 47Consumi intermedi pag. 48 Investimenti pag. 50 Prezzi pag. 53 Strutture in agricoltura pag. 56 Risultati economici delle aziende agricole pag. 66 Credito agrario pag. 73 Mercato fondiario pag. 75

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MULTIFUNZIONALITà E AGRICOLTURAGestione delle risorse idriche pag. 80 Foreste pag. 84 Agroenergie pag. 88 Prodotti a denominazione e tradizionali pag. 91 Agricoltura biologica pag. 97 Agriturismo pag. 101 Vendita diretta pag. 104 Fattorie didattiche pag. 110

POLITICA AGRICOLALegislazione regionale pag. 112Spesa regionale pag. 114 PAC – I pilastro pag. 116 Programma di sviluppo rurale (PAC – II pilastro) pag. 119

GLOSSARIOGlossario pag. 126

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ECONOMIA E AGRICOLTURA

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Il territorio regionale, pari a 23.862 kmq, corrisponde a circa il 7,9% del-la superficie nazionale ed è caratte-

rizzato da una compresenza di aree pianeggianti (47%), collinari (12,4%) e montuose (40,5%). In termini di

popolazione, la Lombardia risulta la prima regione italiana con un nume-ro di residenti che sfiora i 10 milioni

territorio e popolazione

Superficie, popolazione residente e densità abitativa in Lombardia, 2011

Superficie territoriale Ripartizione % Popolazione residente Ripartizione % Densità (kmq) superficie territoriale al 1/1/2011 popolazione residente (abitanti/kmq)

Lombardia 23.862,80 100,0 9.917.714 100,0 415,6 Montagna 9.672,81 40,5 1.054.835 10,6 109,1 Collina 2.963,62 12,4 2.052.259 20,7 692,5 Pianura 11.226,37 47,0 6.810.620 68,7 606,7 Bergamo 2.722,86 11,4 1.098.740 11,1 403,5 Brescia 4.784,36 20,0 1.256.025 12,7 262,5 Como 1.288,07 5,4 594.988 6,0 461,9 Cremona 1.770,57 7,4 363.606 3,7 205,4 Lecco 816,17 3,4 340.167 3,4 416,8 Lodi 782,36 3,3 227.655 2,3 291,0 Mantova 2.338,84 9,8 415.442 4,2 177,6 Milano 1.576,59 6,6 3.156.694 31,8 2.002,2 Monza e Brianza 405,49 1,7 849.636 8,6 2.095,3 Pavia 2.964,70 12,4 548.307 5,5 184,9 Sondrio 3.211,90 13,5 183.169 1,8 57,0 Varese 1.198,71 5,0 883.285 8,9 736,9

Fonte: ISTAT.

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(pari al 16,4% della popolazione na-zionale), per lo più concentrati nella fascia pianeggiante e pedemontana. In queste aree la densità abitativa su-pera i 600 ab./kmq, contro la media

regionale di 415 ab./kmq e la media nazionale di 201 ab./kmq. La popo-lazione mostra una certa dispersione sul territorio tanto che solo il 25,5% della popolazione vive in comuni con

più di 50.000 abitanti contro il 34,7% a livello italiano.Con un incremento medio annuo nel decennio 2001-2010 dell’1,3% contro lo 0,6% calcolato su base nazionale, la

Copertura % del suolo in Lombardia, 2007

Aree Aree agricole Aree Monti e antropizzate Totale aree - di cui - di cui colture - di cui prati var % var. assoluta boscate corpi idrici agricole seminativi permanenti stabili 1999-07 media annuaBergamo 13,9 28,4 17,4 0,7 10,3 -5,4 -557 39,4 18,4Brescia 11,3 35,0 27,3 2,0 5,7 -7,1 -1611 31,9 21,9Como 16,0 15,2 6,4 0,2 8,5 -4,3 -109 48,1 20,8Cremona 10,6 85,5 80,7 3,5 1,2 -1,6 -300 1,6 2,4Lecco 15,0 15,9 5,3 0,2 10,4 -9,9 -179 48,6 20,5Lodi 12,5 80,2 75,8 3,8 0,6 -2,6 -211 3,2 4,1Mantova 12,4 82,0 75,2 5,7 1,1 -2,8 -693 1,1 4,5Milano 39,8 51,9 48,7 1,6 1,7 -6,3 -692 6,2 2,0Monza e Brianza 53,4 36,2 34,2 0,3 1,7 -8,3 -166 9,2 1,1Pavia 9,0 74,0 61,3 11,4 1,3 -2,4 -682 12,0 5,0Sondrio 2,4 7,7 0,5 1,0 6,2 -2,9 -94 34,8 55,1Varese 28,9 15,2 11,1 0,2 3,9 -4,8 -117 45,0 10,9Lombardia 14,1 43,7 35,9 3,1 4,7 -3,9 -5410 24,5 17,7

Fonte: ERSAF-DUSAF 2007.

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dinamica della popolazione residente si presenta piuttosto vivace, anche in virtù dei recenti massicci flussi mi-gratori; circa il 10% della popolazione residente è straniera rispetto al dato nazionale del 7%.Nel 2010 si sono avuti circa 12,3 mi-lioni di arrivi turistici, pari al 12,4% del totale nazionale, di cui il 47,4% da paesi esteri, dato superiore alla media italiana. Con riferimento alle presen-ze l’incidenza regionale sul totale na-zionale si riduce all’8,3%, segno di una durata media dei soggiorni contenuta, tipica del turismo d’affari, connotazio-ne più frequente in Lombardia rispet-to ad altre realtà. Il 46,3% degli arrivi turistici si concentra nella provincia di Milano, seguita da quella di Brescia con il 16,4%. Il 91% degli arrivi è riferi-bile ad esercizi alberghieri e il restan-te 9% ad esercizi complementari. Gli arrivi negli agriturismi corrispondono a circa l’1% del totale regionale.

Consistenza del territorio agricolo (000 ha), 2010

SAU Superficie SAU/Superficie territoriale territoriale %Bergamo 71,0 272,3 26,1Brescia 181,8 478,4 38,0Como 23,7 128,8 18,4Cremona 135,5 177,1 76,5Lecco 10,5 81,6 12,8Lodi 55,6 78,2 71,1Mantova 168,7 233,9 72,1Milano 64,9 157,7 41,1Monza e Brianza 9,7 40,5 23,9Pavia 176,9 296,5 59,7Sondrio 75,1 321,2 23,4Varese 13,4 119,9 11,2 Lombardia 986,8 2.386,1 41,4Italia - Nord 4.568,8 11.993,0 38,1Italia 12.856,0 30.132,0 42,7 Lombardia/Italia - Nord (%) 21,6 19,9 Lombardia/Italia (%) 7,7 7,9

Fonte: ISTAT.

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La copertura del suolo, secondo dati DUSAF (2007), vede la prevalenza delle aree agricole (43,7%), seguite da quelle boscate (24,5%) e da quel-le antropizzate (14,1%), anche se tali proporzioni sono molto variabili a livello provinciale. Il tasso di antro-pizzazione del territorio risulta mol-to elevato nelle province di Monza e Milano (rispettivamente il 53,4% e il 39,8%). Cremona è la provincia con la più alta incidenza di territorio agrico-lo (85,5%), mentre quella di Lecco ha la più elevata percentuale di boschi.La superficie agricola utilizzata (SAU) risulta pari a poco meno di 1 milio-ne di ettari, corrispondente al 41,4% della superficie regionale, in linea con la media nazionale; in particolare, la SAU regionale rappresenta il 7,7% di quella italiana. La provincia con mag-giore incidenza della SAU sulla super-ficie totale è Cremona (76,5%); all’op-posto è Varese (11,2%). I dati del 6°

Rapporto popolazione/superficie agricola (abitanti/100 ha di SAU), 2010

Lombardia

Italia - Nord

Italia

UE-27*

1.005

608

472

289

* EUROSTAT, 2007.Fonte: ISTAT.

Censimento generale dell’agricoltura indicano una riduzione del 5,1% del-la SAU regionale su base decennale, riduzione molto più accentuata nelle province di Bergamo (-23,6%), Son-drio e Lecco.

Come per la densità abitativa anche il rapporto fra popolazione residente e superficie agricola mostra un valore molto elevato, decisamente superiore al corrispondente dato nazionale e a quello comunitario.

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Arrivi turistici per tipo di esercizio e presenze totali, 2010*

Arrivi % arrivi da Arrivi in esercizi Arrivi in esercizi - di cui in Presenze totali paesi esteri alberghieri complementari agriturismo totali

Bergamo 833.709 37,2 737.771 95.938 3.068 1.799.351 Brescia 2.016.536 51,3 1.500.796 515.740 28.070 8.464.905 Como 952.286 63,6 824.333 127.953 7.135 2.540.319 Cremona 189.698 26,5 169.521 20.177 6.419 361.672 Lecco 168.289 45,4 118.503 49.786 1.790 473.634 Lodi 128.374 24,7 127.280 1.094 242 211.038 Mantova 192.128 26,2 141.634 50.494 25.853 439.140 Milano 5.692.914 50,7 5.608.525 84.389 n.d. 11.589.857 Monza e Brianza 428.780 22,4 425.054 3.726 n.d. 701.235 Pavia 163.414 21,1 141.375 22.039 10.900 408.911 Sondrio 635.553 32,7 545.559 89.994 8.868 2.495.026 Varese 897.259 50,2 845.646 51.613 2.019 1.641.776 Lombardia 12.298.940 47,4 11.185.997 1.112.943 94.364 31.126.864 Italia 98.813.845 44,3 79.374.146 19.439.699 2.110.100 375.542.550

*Gli arrivi corrispondono al numero di clienti entrati e registrati nell’esercizio; le presenze sono il numero delle notti trascorse dai clienti all’interno degli esercizi.Fonte: ISTAT.

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aree protette L’elenco ufficiale delle aree protette naturali indica in Lombardia una su-perficie di circa 134.000 ettari, pari al 4,5% della superficie protetta terrestre presente a livello nazionale e al 5,5% della superficie territoriale regiona-le. Le 105 aree naturali presenti sul territorio regionale comprendono: il Parco Nazionale dello Stelvio, 2 riser-ve naturali statali (Bosco Fontana e Bosco Siro Negri), 13 parchi naturali regionali, 62 riserve naturali regionali e 27 altre aree protette, rappresenta-te da monumenti naturali, oasi e aree naturali di interesse locale. Oltre alle suddette aree protette naturali, il si-stema delle aree protette lombarde include ulteriori tipologie, come i parchi sovracomunali d’interesse lo-cale, mentre i parchi regionali, che vengono distinti in fluviali, montani, di cintura metropolitana, agricoli e forestali, arrivano complessivamente a 24. All’interno dei confini dei par-

chi regionali, comunque classificati, si possono individuare aree a parco na-turale corrispondenti alla aree agrofo-restali o incolte del parco regionale, caratterizzate dai più elevati livelli di naturalità e comunque destinate a funzioni prevalentemente di conser-vazione e ripristino dei caratteri na-turali. L’insieme delle aree a parco re-gionale copre, pertanto, oltre 460.000 ettari del territorio lombardo, di cui il 14% è area protetta naturale; parlando in generale di area a parco andrebbe a questa sommata la superficie del Par-co Nazionale dello Stelvio, arrivando così a 524.000 ha.La superficie regionale protetta pre-senta, infine, ulteriori tipologie di aree protette: le zone umide e le aree appartenenti alla rete Natura 2000, le cui superfici non sono direttamente sommabili perché ci possono essere delle sovrapposizioni. Queste ultime rappresentano il 15,6% della superfi-

cie regionale (rispetto al 21% coper-to a livello nazionale); in particolare, 193 sono i siti di importanza comu-nitaria (SIC) che interessano una su-perficie di 224.203 ettari, pari al 9,4% della superficie regionale, e 67 sono le zone di protezione speciale (ZPS), per complessivi 297.425 ettari, pari al 12,5% della superficie regionale. Tuttavia, se si escludono 19 sovrap-posizioni di SIC e ZPS, la rete Natura 2000 della Lombardia risulta costitu-ita da 241 siti estesi su un totale di 372.154 ettari. La distribuzione pro-vinciale della superficie dei siti Natura 2000 vede al primo posto la provincia di Sondrio (41,3%), seguita da quelle di Bergamo (22,3%) e Pavia (15,6%). Il 36% dei siti Natura 2000 della regione è incluso all’interno di aree protette e svolge un ruolo importante nella con-servazione e nella tutela degli habitat e delle specie più importanti. I siti, in-fatti, ospitano 61 delle specie inserite

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Superficie e numero delle aree naturali protette terrestri per classe (ha)

Regione Parco Riserva Parco Riserva Altre aree Totale % su % su Nazionale naturale naturale naturale protette totale superficie statale regionale regionale regionali nazionale territorialeMolise 4.059 1.190 0 50 2.291 7.590 0,2 1,4Liguria 3.860 16 21.592 23 1.781 27.272 0,9 4,7Valle d’Aosta 37.007 0 5.747 512 0 43.266 1,5 13,2Friuli-Venezia Giulia 0 399 46.352 7.043 0 53.794 1,8 6,8Umbria 17.978 0 40.629 0 4.535 63.142 2,2 7,5Marche 61.099 6.085 22.800 493 0 90.477 3,1 9,2Sardegna 84.205 0 6.779 0 0 90.984 3,2 3,8Emilia-Romagna 30.729 8.246 51.578 2.627 142 93.322 3,1 4,0Veneto 15.030 19.483 56.734 2.120 0 93.367 3,2 5,1Lombardia 59.766 244 63.756 9.492 702 133.960 4,5 5,5Toscana 39.958 11.039 51.471 32.539 6.040 141.047 5,4 6,9Piemonte 45.377 3.383 95.425 15.181 19.747 179.113 5,7 6,6Basilicata 157.346 965 33.655 2.197 0 194.163 4,1 12,0Lazio 26.629 25.864 114.632 43.563 6.576 217.264 7,3 12,4Calabria 220.630 16.158 17.687 750 10 255.235 8,7 16,9Puglia 186.177 9.906 66.024 5.870 0 267.977 4,4 6,6Sicilia 0 0 185.551 85.164 3.026 273.741 9,3 10,5Trentino-Alto Adige 70.968 0 207.651 2.211 1.790 282.620 9,7 20,8Abruzzo 219.432 17.783 56.450 10.329 1.057 305.051 10,4 28,1Campania 185.431 2.014 150.143 10.076 2.541 350.205 11,2 23,9Italia 1.465.681 122.775 1.294.656 230.240 50.238 3.163.590 100 9,7Aree protette terrestri (n.) 22 146 105 335 144 752 - di cui: Lombardia 1 2 13 62 27 105

Fonte: MATTM - Direzione Conservazione della Natura, EUAP, 2005; Elenco ufficiale delle aree naturali protette, 6° aggiornamento del 27 aprile 2010.

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nell’allegato II della direttiva Habitat (47 specie animali) e 87 specie di uc-celli inseriti nell’allegato I della diret-tiva Uccelli.Nel 2011, l’84,4% della superficie dei SIC è stata classificata come apparte-nente alla regione biogeografia alpi-na mentre il restante 15,6% a quella continentale. Tra i SIC lombardi ve ne sono alcuni “prioritari” per i quali l’UE ha richiesto una particolare at-tenzione: le praterie acidofile a Nar-dus Stricta, le foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior, le boscaglie di Pinus mugo e Rhodo-dendron hirsutum e le torbiere.In Lombardia il 75,5% delle ZPS rica-de nella regione biogeografica alpina, mentre il 24,5% in quella continenta-le. A differenza dei SIC, la cui esten-sione è rimasta la stessa nel quinquen-nio 2006-2011, la superficie delle ZPS nella regione biogeografica alpina è aumentata considerevolmente rispet-

Distribuzione delle superfici delle aree naturali protette in Lombardia

44,6%

0,2%

0,5%

47,6%

7,1%

Parco Nazionale

Riserva naturale statale

Parco naturale regionale

Riserva naturale regionale

Altre aree protette regionali

Fonte: MATTM - Direzione Conservazione della Natura, EUAP, 2005; Elenco ufficiale delle aree naturali protette, 6° aggiornamento del 27 aprile 2010.

to al 2006 (+66,9%), a significare l’im-portanza data dalla regione a questa tipologia di ambiente, che racchiude il 40% della flora europea. La varietà di ambienti e la convivenza di attivi-tà agro-silvo-pastorali, rende rilevan-

te la rete Natura 2000 lombarda nel quadro della Strategia nazionale sulla biodiversità. Il progetto speciale “Agricoltura”, so-stenuto dalla regione, è orientato a diffondere un’agricoltura sostenibile

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all’interno delle aree protette e dei parchi regionali che consenta, da un lato, la valorizzazione dei prodotti agroalimentari e, dall’altro, il ripristi-no e la conservazione degli elementi naturali del territorio agricolo (aree umide, siepi, fasce boscate, marcite), importantissimi per l’incremento e il mantenimento della biodiversità.

I Parchi regionali in Lombardia

Parco (ha) Area naturale su parco (%)Parco Adamello 50.935 43Parco Adda Nord 6.900 28Parco Adda Sud 24.343 0Parco Agricolo Sud Milano 47.055 0Parco Alto Garda Bresciano 37.452 15Parco Campo dei Fiori 6.337 24Parco Colli di Bergamo 4.683 21Parco Grigna Settentrionale 5.541 0Parco Groane 3.696 35Parco Lombardo della Valle del Ticino 91.618 22Parco Mincio 15.859 0Parco Monte Barro 645 64Parco Monte Netto 1.470 0Parco Montevecchia e Valle del Curone 2.746 74Parco Nord Milano 641 13Parco Oglio Nord 15.173 0Parco Oglio Sud 12.745 0Parco Orobie Bergamasche 69.860 0Parco Orobie Valtellinesi 44.094 0Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate 4.833 76Parco Serio 7.514 0Parco Spina Verde 967 88Parco Bosco delle Querce 44 100Parco Valle del Lambro 8.179 52TOTALE 463.329 14Fonte: Regione Lombardia - DG Sistemi Verdi e Paesaggio, ottobre 2011.

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Estensione dei siti Natura 2000 (ha)*

Piemo

nteVa

lle d'A

osta

Lomb

ardia

Liguri

a

Trento

Bolza

no

Vene

toFri

uli-Ve

nezia

Giulia

Emilia

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Toscan

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March

eLaz

ioAb

ruzzo

Molise

Camp

ania

Puglia

Basili

cata

Calab

riaSic

iliaSa

rdegn

a

0

100.000

200.000

300.000

400.000

500.000

600.000

396.

837

98.9

33

372.

067

149.

819

173.

411

414.

679

149.

733

147.

354

256.

863

362.

725

120.

200

146.

213

441.

630

387.

076

118.

724

395.

537

474.

597

164.

774

319.

392

568.

736

529.

838

*Il numero e l’estensione dei siti Natura 2000 per Regione è stato calcolato escludendo le sovrapposizioni fra i SIC e le ZPS.Fonte: MATTM, 2010.

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prodotto interno lordoIl PIL lombardo, corrispondente al 20,7% del PIL nazionale e al 2,6% di quello comunitario, detiene il valo-re più elevato tra le regioni italiane. L’ultimo dato regionale disponibile a prezzi correnti (relativo al 2009 ag-giornato a febbraio 2012) è pari a circa 317 miliardi di euro, seguono Lazio (con 165 miliardi, pari al 10,8%), Ve-neto (con 141 miliardi, pari al 9,2%) ed Emilia-Romagna (135 miliardi, pari a 8,8%).Il dato risulta interessante se com-parato a quello della popolazione re-gionale, che rappresenta il 16,3% di quella nazionale e l’1,96% di quella dell’UE-27. Da ciò deriva che il PIL pro capite lombardo, pari a 32.400 euro, segue i valori pro capite della Valle d’Aosta e del Trentino-Alto Adi-ge e risulta più elevato del 27,7% ri-

Andamento del PIL per abitante in Lombardia (euro), dal 2003 al 2009

PIL/AbitanteAnni Prezzi Valori correnti concatenati

2003 30.449 27.779 2004 31.058 27.667 2005 31.544 27.554 2006 32.356 27.836 2007 33.442 27.994 2008 33.425 27.233 2009 31.780 25.281

Lombardia/Italia (2009) 1,26 1,26Lombardia/Italia-Nord (2009) 1,06 1,06Lombardia/UE-27 (2009) 1,35 1,23

Fonte: ISTAT, Conti economici regionali.

spetto a quello nazionale e del 37,7% rispetto al comunitario.Il PIL per unità lavorativa (UL) risulta, in termini correnti pari a circa 71.300 euro, superiore del 13% e del 35,4% nel raffronto con l’analogo parametro nazionale e comunitario.Il 2009 ha rappresentato un anno difficile per l’economia italiana e in particolar modo per quella regionale. Il PIL della Lombardia, misurato a va-lori concatenati (antecedenti febbraio 2012), mostra infatti un sensibile calo rispetto all’anno precedente (-6,3%), indicando una sofferenza superiore alla media nazionale, per la quale si segnala un -5% fra il 2008 e il 2009. Su base annua anche in termini di pro-duttività del lavoro si denota una con-trazione del 3,3% a fronte di un -2,5% a livello nazionale.

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Andamento del PIL in Lombardia (mio. euro), dal 2003 al 2009*

Prezzi correnti Valori concatenati

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

300.000

350.000

20072003 2004 2005 2008 20092006

310.952

247.359 263.961

323.973

* Valori concatenati - anno di riferimento 2000. Fonte: ISTAT, Conti economici regionali.

Andamento del PIL per unità lavorativa in Lombardia (euro), dal 2003 al 2009

PIL/Unità di lavoroAnni Prezzi Valori correnti concatenati

2003 62.570 57.085 2004 64.433 57.398 2005 66.197 57.824 2006 67.328 57.923 2007 69.796 58.424 2008 70.715 57.616 2009 70.039 55.715

Lombardia/Italia (2009) 1,12 1,12Lombardia/Italia-Nord (2009) 1,07 1,07Lombardia/UE-27 (2009) 1,33 1,21

Fonte: ISTAT, Conti economici regionali.

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Incidenza % del VA dell’agricoltura1 sul PIL, 2010

VALombardia 1,0Italia 1,8Italia - Nord 1,4Italia - Centro 1,4Italia - Sud e Isole 3,2UE-27 1,7Belgio 0,7Bulgaria 4,9Danimarca 1,3Francia 1,8Germania 0,8Grecia 3,1Paesi Bassi 1,8Polonia 3,7Portogallo 2,2Regno Unito 0,6Romania 6,7Spagna 2,6Svezia 1,7Ungheria 3,81Agricoltura, silvicoltura e pesca. Fonte: ISTAT, Conti economici regionali; EUROSTAT.

valore aggiuntoIl valore aggiunto (VA) lombardo è determinato per il 68,3% dal settore dei servizi e per il 30,7% dall’indu-stria, mentre il contributo del settore primario è pari solo all’1% circa. Tale incidenza risulta inferiore alla media nazionale e comunitaria e a quella del-le regioni dell’Italia settentrionale, ma è paragonabile, a livello europeo, con paesi quali Germania e Regno Unito. Il trend dell’ultimo decennio conferma, come nel resto dell’Italia, una progres-siva perdita di importanza in termini relativi del settore primario.Nonostante la bassa percentuale di incidenza del settore agricolo, la Lom-bardia, con una quota dell’11,4%, con-tribuisce in misura maggiore rispetto alle altre regioni alla formazione del valore aggiunto della branca agricol-tura e foreste nazionale. Il VA regionale, dopo essere giunto nel 2009 sotto la soglia dell’1%, anche per le ampie perdite del valore aggiunto

VA ai prezzi di base1 per settore in Lombardia (mio, euro), 2009

30,7%

68,3%

1,0%

Agricoltura, silvicoltura, pescaIndustria, incluse costruzioni

Servizi, inclusa pubb. amm.ne

Totale

2.77186.817

192.940

282.528

1Valori a prezzi correnti.Fonte: ISTAT, Conti economici regionali.

agricolo (-13%), ha segnato un’inver-sione di rotta, con una variazione positiva dell’1,7% nel 2010 (mentre l’industria è risultata in decisa regres-sione), e dell’11,7% nel 2011.

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27

VA dell’agricoltura1 sul totale2 (%)

Italia Italia - Nord Lombardia

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

20062000 2001 2002 2003 2004 2007 2008 20092005

1Agricoltura, caccia e pesca.2Valori a prezzi correnti.Fonte: ISTAT, Conti economici regionali.

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occupazioneNel 2011 in Lombardia gli occupati totali, pari a 4,27 milioni, rappresen-tano il 18,6% del valore nazionale; in agricoltura gli occupati ammontano a circa 57.500, corrispondenti all’1,3% del totale degli occupati lombardi e al 6,8% degli occupati agricoli italia-ni. L’incidenza degli occupati agricoli sul totale si colloca in Lombardia al di sotto della media nazionale, pari al 3,7%, e di quella dell’Unione europea, pari al 5%.Tra il 2010 e il 2011 gli occupati agri-coli sono calati dell’11% (-7.000 unità) mentre il settore dei servizi (64%) è diminuito dello 0,2% (-5.000 unità). Gli occupati dell’industria (34%) sono aumentati dell’1%, a fronte di un saldo regionale complessivo pari a zero; il saldo è sostanzialmente stabile anche a livello nazionale (+0,4%), ove la ri-duzione degli agricoli e dell’industria è stata smorzata dai servizi.Nella regione gli occupati agricoli di-

pendenti, che sul totale degli occupati rappresentano il 35% (contro il 48% su base nazionale), sono la componente che negli ultimi anni è calata mag-giormente; anche se gli indipendenti, dopo un periodo di tenuta, hanno fat-to registrare una contrazione. Il tasso di femminilizzazione dell’a-gricoltura lombarda è del 18,8% nel 2011, quota inferiore sia rispetto al to-tale dell’economia sia all’analogo dato delle regioni settentrionali (26,1%), che a quello dell’Italia (29,2%). In Lombardia, secondo la fonte cen-suaria, i lavoratori stranieri in agricol-tura (più di 16.000 unità) hanno una presenza significativa, rappresentando il 42% della manodopera extra-familia-re e il 12% della totale, con un peso quasi doppio rispetto al quadro medio italiano. La loro provenienza è per la maggior parte da paesi extra UE. In Lombardia l’occupazione in agri-coltura, espressa in termini di unità

33,5%

63,8%

2,7%

Agricoltura, silvicoltura, pesca

Industria, incluse costruzioni

Servizi, inclusa pubb. amm.ne

Totale

121

1.486

2.833

4.440

Fonte: ISTAT, Conti economici regionali.

Unità di lavoro per settore in Lombardia (000 unità), 2009

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Incidenza % occupati in agricoltura1 sul totale dell’economia, 2011

% occupatiLombardia 1,3Italia 3,7Italia - Nord 2,6Italia - Centro 2,4Italia - Sud e Isole 6,8UE-27 5,0Austria 5,3Belgio 1,3Bulgaria 6,8Danimarca 2,4Francia 2,9Germania 1,6Grecia 12,4Paesi Bassi 2,5Polonia 12,7Portogallo 9,9Regno Unito 1,2Romania 28,6Spagna 4,2Svezia 2,0Ungheria 4,81 Agricoltura, silvicoltura e pesca.Fonte: ISTAT, Rilevazione sulle forze di lavoro - media 2011, EUROSTAT.

Occupati totali e agricoli per sesso e ripartizione geografica, 2011

Occupati Occupati agricoli

000 unità % femmine 000 unità % femmine Lombardia 4.273,0 41,9 57,5 18,8Italia - Nord 11.925,2 42,8 310,4 26,1Italia 22.967,2 49,7 850,4 29,2

Fonte: ISTAT, Rilevazione sulle forze di lavoro - media 2011.

lavorative (UL) e riferita ai dati ISTAT 2009, rappresenta una quota del 2,7% sul totale regionale, rispetto al 33,5% dell’industria e al 68,3% dei servizi. Se si tiene conto che il valore aggiunto agricolo incide solo per l’1% su quel-lo regionale, da ciò emerge una forte disparità di produttività fra gli occu-pati agricoli e quelli degli altri setto-ri. La produttività media di un’unità lavorativa agricola a prezzi costanti è pari al 58% di un’unità lavorativa me-dia dei servizi e al 63% dell’analogo

dato riferito all’industria. Tuttavia, si evidenzia negli ultimi anni un trend di incremento del valore aggiunto per UL e per occupato agricolo, con una certa riduzione del gap di produttività per occupato rispetto agli altri settori economici. Nel 2011 le variazioni di VA e degli occupati hanno portato una decisa crescita della redditività del lavoro agricolo rispetto al medesimo quadro nazionale, sostanzialmente stabile.

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30

VA ai prezzi di base per UL e per settore (euro)*, 2003-2009

AgricolturaServiziIndustria

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

20092004 20052003 2006 2007 2008

*Valori concatenati - anno di riferimento 2000. Fonte: ISTAT, Conti economici regionali.

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SISTEMA AGROINDUSTRIALE

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componenti del sistemaNel 2011 la dimensione economica del sistema agroalimentare lombardo è stimata in circa 37 miliardi di euro, pari al 16,2% del valore del sistema agroalimentare nazionale e all’11,2% del PIL regionale.Gran parte del valore finale del siste-ma agroalimentare regionale è fornito dalla distribuzione e dalla ristorazio-

Principali componenti del sistema agroindustriale ai prezzi di base in Lombardia (mio. euro), 2011

ne, il cui valore aggiunto incide, rispet-tivamente, per il 40,3% e per il 21,1%.Il rapporto tra il valore della produzio-ne agroalimentare, pari a circa 12,3 miliardi di euro, e il valore del sistema nel suo complesso è di uno a tre. In particolare, alla formazione del valo-re del sistema agroalimentare regio-nale, contribuisce per l’8,5% (contro

il 12,1% a livello nazionale) il valore aggiunto (VA) agricolo (compresa sil-vicoltura e pesca). L’industria alimen-tare, il cui VA rappresenta il 20% circa di quello nazionale, incide invece per il 13,5% sul valore del sistema (11% su base nazionale) mentre i consumi in-termedi agricoli rappresentano l’11% del valore complessivo del sistema.

4.091

3.158

5.015

7.822

14.929

2.018

37.032

Consumi intermedi agricoli

Valore aggiunto agricoltura, silvicoltura e pesca

Valore aggiunto industria alimentare

Valore aggiunto ristorazione

Commercio e distribuzione

Imposte indirette agroindustriali

Totale

13,5%

40,3%

5,4% 11,0%

8,5%

21,1%

Fonte: Stime su dati ISTAT.

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Il valore aggiunto (VA) dell’industria alimentare lombarda è stimato, nel 2011, in circa 5 miliardi di euro. Tale valore corrisponde al 20% del valore ag-giunto dell’industria alimentare nazio-nale e al 13,5% del valore del sistema agroalimentare regionale. L’importan-za relativa del comparto a livello regio-nale è evidenziata dal fatto che il VA dell’industria alimentare supera quello agricolo di circa il 60%, quando a livel-lo nazionale questi valori sono sostan-zialmente equivalenti. L’incidenza del VA dell’industria alimentare regionale sul valore della produzione agroindu-striale si colloca al 41%, rispetto al 33% registrato a livello nazionale.Le imprese attive del settore sono 5.973, pari al 5,6% delle imprese ma-nifatturiere regionali, quota in cresci-ta rispetto al 2010. Si registra, infatti, un incremento su base annua dello 0,7% delle imprese alimentari contro una regressione dell’1,4% delle impre-

industria alimentare e cooperazione

Distribuzione provinciale delle imprese alimentari e manifatturiere in Lombardia1, 2011

Alimentari Alimentari artigiane Manifatturiere Tot. Inc. % Tot. Inc. % Tot. Inc. %

Bergamo 677 11,3 527 13,3 11.750 11,1Brescia 878 14,7 642 16,2 15.768 14,8Como 320 5,4 245 6,2 7.045 6,6Cremona 368 6,2 242 6,1 3.267 3,1Lecco 216 3,6 147 3,7 4.257 4,0Lodi 132 2,2 82 2,1 1.709 1,6Monza 323 5,4 206 5,2 9.961 9,4Milano 1.584 26,5 864 21,8 31.497 29,6Mantova 458 7,7 304 7,7 4.695 4,4Pavia 402 6,7 262 6,6 4.844 4,6Sondrio 210 3,5 136 3,4 1.430 1,3Varese 405 6,8 308 7,8 10.098 9,5Totale 5.973 100,0 3.965 100,0 106.321 100,01Imprese attive. Fonte: Infocamere.

se manifatturiere nel loro complesso. Il 96,1% delle imprese attive è coin-volto nella produzione di alimenti, mentre il 4,6% nel comparto delle be-

vande. La dimensione artigianale ca-ratterizza una fetta importante delle aziende, pari al 66,4% di quelle attive, con l’eccezione del comparto bevan-

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34

Imprese alimentari presenti in Lombardia, 2011

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

7.000

8.000

Impreseattive

Impreseregistrate

Impreseregistrate

Impreseattive

IMPRESE ARTIGIANETOTALE IMPRESE

321

271

72 72

6.415

5.702

3.929 3.893

AlimentariBevande

Fonte: Infocamere.

Incidenza tipologie giuridiche nelle imprese alimentari e manifatturiere in Lombardia1, 2011

0

20%

40%

60%

80%

100%

Alimentari Bevande Alimentari Bevande

TOTALE IMPRESEALIMENTARI

Totale imprese

IMPRESE ALIMENTARIARTIGIANE

IMPRESEMANIFATTURIERE

Impreseartigiane

23,5% 54,6%

29,5%

11,8%

5,2%

45,4%

49,3%

11,1%

55,6%

33,3%

7,5%

33,9%

58,5%

36,9%

25,0%

37,4%

36,4%

36,7%

Imprese individuali

Società di capitale

Altro

Società di persone

1Imprese attive.Fonte: Infocamere.

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de, dove le imprese artigiane sono solo un quarto del totale, con una cre-scita nel biennio 2011-2010 dell’1%.La ripartizione provinciale delle im-prese vede in testa la provincia di Milano (26,5%), seguita da quelle di Brescia (14,7%) e Bergamo (11,3%). Analoga classifica per le imprese ali-mentari artigianali, ma con un’inci-denza più contenuta nel capoluogo regionale e più elevata per le altre pro-vince. Le dinamiche annuali mostra-no un incremento delle imprese attive a Brescia (+4,2%) e Milano (+1,7%) e una significativa contrazione a Varese (-4,7%).Per quanto riguarda la configurazione giuridica delle imprese alimentari, la tipologia prevalente è rappresentata dalle imprese individuali e dalle so-cietà di persone. Discreta è la quota delle società di capitale (23,5%), che risultano invece prevalenti nell’am-bito della produzione delle bevande

Distribuzione provinciale degli addetti delle imprese alimentari in Lombardia, 2010

Alimentari Alimentari artigiane Tot. Inc. % Tot. Inc. %

Bergamo 6.791 6,8 2.581 13,3Brescia 9.704 9,8 3.294 17,0Como 3.741 3,8 1.183 6,1Cremona 7.802 7,9 1.003 5,2Lecco 2.842 2,9 755 3,9Lodi 2.078 2,1 418 2,2Mantova 7.224 7,3 1.435 7,4Milano 42.425 42,7 4.095 21,1Monza e Brianza 4.013 4,0 1.100 5,7Pavia 4.741 4,8 1.174 6,0Sondrio 3.030 3,1 702 3,6Varese 4.887 4,9 1.676 8,6Lombardia 99.278 100,0 19.416 100,0Italia 482.234 166.446

Lombardia/Italia (%) 20,59 11,67 Fonte: INAIL.

(54,6%). Le proporzioni cambiano in favore delle imprese individuali se si considerano le sole imprese artigiane.Secondo i dati INAIL, nel 2010 l’indu-

stria alimentare ha garantito in Lom-bardia occupazione a circa 100.000 addetti (-1,8% rispetto al 2009), cor-rispondenti al 20,6% del totale nazio-

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nale. L’occupazione in tale settore risulta concentrata perlopiù nell’area metropolitana milanese, dove si ad-densano le realtà aziendali di maggiori dimensioni. Gli addetti nelle imprese artigianali risultano più distribuiti sul territorio e sono circa 19.000.Nell’ambito della trasformazione dei prodotti agroalimentari assume un certo rilievo il fenomeno della coope-razione. Nel 2008, secondo gli ultimi dati disponibili, erano presenti 300 re-altà aziendali e oltre 4.000 addetti, le prime pari al 5,1% e le seconde pari al 4,5% dei corrispettivi nazionali. L’inci-denza sul totale nazionale appare ben più elevata con riferimento al com-parto lattiero-caseario, al quale appar-tengono poco meno della metà delle cooperative agroalimentari lombarde e oltre il 50% dei relativi addetti. Le cooperative agroalimentari hanno rea-lizzato, nel 2008, un fatturato di circa tre miliardi di euro, con un’incidenza

Distribuzione delle cooperative agroalimentari per comparto in Italia e Lombardia, 2008

Lombardia Italia Lombardia/Italia Imprese Addetti Imprese Addetti % Imprese % Addetti

Lattiero-caseario 138 2.116 963 11.932 14,3 17,7Servizi 76 626 1.547 14.802 4,9 4,2Ortoflorofrutticolo 26 722 1.321 30.448 2,0 2,4Vitivinicolo 18 164 611 8.619 2,9 1,9Zootecnia da carne 18 401 494 20.663 3,6 1,9Altro 24 145 898 7.322 2,7 2,0

Totale 300 4.176 5.834 93.786 5,1 4,5

Fonte: Osservatorio della Cooperazione Agricola Italiana.

dell’8,2% sul fatturato dell’industria alimentare regionale; un “peso” signi-ficativo anche se non particolarmente accentuato. In Lombardia il fatturato medio per azienda, pari a 9,8 milioni di euro, evidenzia dimensioni supe-riori alla media nazionale, pari a 5,9 milioni di euro per azienda.

La localizzazione delle cooperative agroalimentari nel territorio lombar-do si caratterizza per una spiccata polarizzazione nelle province di Man-tova, Cremona e Brescia, nelle quali si realizza l’87,2% del fatturato del sistema cooperativo agroalimentare regionale.

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distribuzioneLa Lombardia si conferma come una delle realtà leader della distribuzione moderna italiana ed europea: la den-sità dei punti vendita moderni (iper-mercati, supermercati, superette e discount), nel 2011, supera i 290 mq ogni 1.000 abitanti. Si tratta di un dato di assoluto rilievo, analogo o superiore a quello che si registra nelle aree euro-pee più densamente popolate.In regione sono 2.487 i punti vendita della distribuzione alimentare moder-na, con una superficie complessiva di oltre 2,8 milioni mq, in crescita rispet-to al 2010 (+2,6%). L’aumento delle superfici di vendita, con un tasso de-cisamente superiore alla media nazio-nale (+1,5%), ha interessato la maggior parte delle province, con l’eccezione di quelle di Lecco, Lodi e Sondrio.Questa fase di ulteriore sviluppo della distribuzione moderna si deve anzitut-to agli ipermercati (+4,2%), con un sal-do attivo tra aperture e chiusure di 10

Punti vendita della distribuzione moderna in Lombardia, 2011

N. punti vendita Superficie mq var. % 2011/10Superette 612 173.845 -4,0Supermercati 1.090 1.082.608 0,7Ipermercati 230 1.221.714 4,2Discount 555 349.475 6,3Totale 2.487 2.827.642 2,6 Fonte: elaborazioni su dati Nielsen.

Superficie ogni 1.000 abitanti dei punti vendita della distribuzione moderna in Lombardia (mq), 2011

Superette Supermercati Ipermercati Discount Totale Super+Iper TotaleBergamo 20,7 120,7 92,2 52,5 212,9 286,0Brescia 20,3 157,6 150,6 53,6 308,2 382,1Como 15,6 87,5 139,2 35,4 226,7 277,8Cremona 8,0 117,4 121,4 40,5 238,8 287,3Lecco 14,6 87,3 123,7 38,9 211,0 264,5Lodi 15,6 82,0 230,9 35,8 312,9 364,3Mantova 22,0 171,4 111,4 63,7 282,8 368,5Milano 17,0 88,2 116,3 23,2 204,4 244,6Monza e Brianza 15,8 87,0 148,8 22,2 235,8 273,7Pavia 19,9 121,7 145,7 41,0 267,4 328,2Sondrio 59,1 117,7 138,4 44,4 256,2 359,6Varese 13,4 145,8 112,9 32,4 258,7 304,5Totale regionale 18,0 112,3 126,7 36,2 239,0 293,3Fonte: elaborazioni su dati Nielsen.

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punti vendita nel 2011. I discount, che negli ultimi anni hanno avuto tassi di incremento a due cifre, sono aumen-tati del 6,3% tra il 2010 e il 2011, con un saldo attivo di 21 punti vendita; un incremento superiore alla media nazionale, dovuto al fatto che la regio-

ne ha storicamente mostrato indici di densità degli esercizi a basso prezzo inferiori al resto dell’Italia.In Lombardia predominano le catene private della GD. L’importante riasset-to delle centrali d’acquisto, avvenuto nell’ultimo biennio, ha sancito la lea-

dership della centrale Cieffea, che rag-gruppa due imprese leader (Carrefour e Finiper). Questa centrale di acquisto rappresenta poco più del 18% della superficie di vendita regionale, segui-ta da Esd Italia (16,2%) e da Centrale Italiana (14,7%).

Ripartizione della superficie di vendita della distribuzione moderna in Lombardia, 2011

Centrale Cieffea (Carrefour, Finiper, Sisa, Coralis)

Esd Italia (Selex, Agorà)

Centrale Italiana (Coop, Despar, Sigma, Il Gigante)

Centrale Auchan-Crai (Auchan, Crai)

Sicon (Conad, Interdis e Standa-Rewe)

Esselunga

Bennet

Altri

Totale (mq)

18,4%

16,2%

10,8%

9,6%

9,2%

14,7%

5,9%

15,3% 521.058

458.734

414.442

306.151

270.964

258.755

165.593

431.945

2.827.642

Fonte: dati Nielsen e Osservatorio del Commercio - Regione Lombardia.

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scambi con l’esteroNel 2011, il deficit negli scambi con l’estero di prodotti agroalimentari registra, a prezzi correnti, il valore peggiore di tutti i tempi, sia in Lom-bardia, ove si attesta a 4.769 milioni di euro, sia in ambito nazionale, dove raggiunge gli 8.956 milioni di euro: la crescita su base annua e in valore as-soluto è pari, rispettivamente, al 16% e al 23,2%. Ciò è la conseguenza di due fenomeni, comuni ad entrambi gli ambiti territoriali: da un lato, il valore degli acquisti sui mercati esteri supera quello delle esportazioni e, dall’altro, nel 2011, come nel 2006 e nel 2010, le esportazioni crescono meno delle importazioni. In Lombardia, l’aumento delle esporta-zioni (+5,9%) dipende da una crescita in termini sia di quantità (+1,9%) che di prezzo (+3,9%), mentre quella del-le importazioni (+10,7%) è il risultato di un consistente aumento dei prezzi medi (+11,9%) e di una lieve flessione

Scambi con l’estero di prodotti agroalimentari della Lombardia a prezzi correnti (mio. euro)

Contributo % dei prodotti agroali-mentari alla formazione della bilan-cia commerciale della Lombardia

Import Export Saldo

1999 5.690 2.425 -3.2652000 6.120 2.608 -3.5122001 6.273 2.811 -3.4622002 6.283 3.025 -3.2582003 6.542 3.152 -3.3902004 6.844 3.278 -3.5662005 7.119 3.559 -3.5602006 7.902 3.742 -4.1602007 8.309 4.122 -4.1872008 8.559 4.571 -3.9882009 7.929 4.214 -3.7152010 8.691 4.579 -4.1122011 9.619 4.850 -4.769Var.% 2011/2010 10,7 5,9 Var.% 2011/1999 69,1 100,0

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT nella classificazione SH6.

Import Export

1999 7,2 3,82000 6,4 3,62001 6,4 3,62002 6,5 4,02003 6,7 4,22004 6,5 4,12005 6,4 4,22006 6,6 4,02007 6,2 4,12008 7,1 4,42009 8,2 5,12010 7,5 4,92011 7,8 4,7

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT nella classificazione SH6.

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in termini di quantità (-1,1%). Le importazioni agroalimentari rap-presentano il 7,8% delle importazio-ni regionali, mentre le esportazioni si fermano al 4,7%; invece, le stesse quote percentuali calcolate per l’Italia raggiungono, rispettivamente, il 9,7% e l’8,1%. Il principale mercato estero di ap-provvigionamento della regione è la Francia, con una quota del 21,3%, se-guita da Germania (13,3%), Paesi Bas-si (11,3%) e Spagna (9,5%). Sul fronte delle esportazioni ai primi due posti si collocano Francia (15,2%) e Germania (13,2%), seguiti da Svizzera (8,2%) e USA (7,9%). Le fonti di approvvigiona-mento, pertanto, risultano meno con-centrate dei mercati di esportazione. I prodotti lattiero-caseari rappresenta-no la principale merceologia di scam-bio sia sul fronte delle importazioni (14,9%), sia su quello delle esportazio-ni (19,3%).

Principali paesi di origine e destinazione di import ed export agroalimentare della Lombardia, 2011

11,3%2,8%

32,4%

21,3% Francia

Germania

Paesi Bassi

Spagna

Belgio

Svizzera

Regno Unito

Austria

Altri

13,3%

9,5%4,1%

IMPORT

2,7%

2,7%

8,2%

5,2%

35,0%

15,2%

13,2%

7,9%7,1%

EXPORT

4,3%3,9%

Francia

Germania

Svizzera

Stati Uniti d'America

Regno Unito

Paesi Bassi

Spagna

Belgio

Altri

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT nella classificazione SH6.

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41

Quote di import ed export dei prodotti agroalimentari della Lombardia, 2011

8,2%

6,0%4,0%

14,9%

12,3%

6,4%6,3%

IMPORT

41,9%

Prodotti lattiero-caseari

Carni fresche e congelate

Pesce lavorato e conservato

Mangimi

Olii e grassi

Derivati dei cereali

Zucchero e prodotti dolciari

Altri prodotti7,1%5,6%

32,7%

19,3%

Prodotti lattiero-caseari

Derivati dei cereali

Olii e grassi

Zucchero e prodotti dolciari

Bevande non alcoliche

Carni preparate

Vino

Altri prodotti

18,8%

6,0%5,9%

EXPORT

4,6%

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT nella classificazione SH6.

8,2%

6,0%4,0%

14,9%

12,3%

6,4%6,3%

IMPORT

41,9%

Prodotti lattiero-caseari

Carni fresche e congelate

Pesce lavorato e conservato

Mangimi

Olii e grassi

Derivati dei cereali

Zucchero e prodotti dolciari

Altri prodotti7,1%5,6%

32,7%

19,3%

Prodotti lattiero-caseari

Derivati dei cereali

Olii e grassi

Zucchero e prodotti dolciari

Bevande non alcoliche

Carni preparate

Vino

Altri prodotti

18,8%

6,0%5,9%

EXPORT

4,6%

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consumi alimentariLa spesa media mensile per famiglia in Italia, nel 2011, pari a 2.488 euro in valori correnti, è risultata in cresci-ta rispetto al 2010 dell’1,4%. La Lom-bardia, con 3.033 euro per famiglia (+4,7% rispetto al 2010), è la regione con la spesa media mensile più eleva-ta, seguita dal Veneto con 2.903 euro per famiglia.La spesa media delle famiglie per generi alimentari e bevande è cre-sciuta, a livello nazionale, in valori correnti del 2,2% rispetto al 2010 (+2,4% il corrispondente aumento dei prezzi), attestandosi a 477 euro men-sili. In particolare, sono aumentate le voci di spesa per “carne”, “latte, for-maggi e uova” e “zucchero, caffè e altro”. In Lombardia la spesa media mensile per alimentari e bevande è di 491 euro, in crescita del 3,3% rispetto al 2010; tale valore colloca la regio-ne al quarto posto, dietro Campania, Umbria e Sicilia, regioni che presen-

Spesa media mensile a prezzi correnti per famiglia (euro), 2005-2011

Lombardia Italia Italia-Nord

2000

2500

3000

3500

2.872 2.886 2.896 2.930 2.918 2.896

3.033

2.3982.461 2.480 2.485 2.442 2.453

2.488

2.6892.786 2.796 2.810 2.768 2.796 2.843

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, Indagine campionaria sui consumi delle famiglie.

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tano, peraltro, un maggior numero di componenti per famiglia e una rete distributiva meno efficiente. La quota di spesa per alimentari e bevande in Lombardia è del 16,2% sul totale spesa, preceduta solo da Trentino-Alto Adige (14,1%) e Veneto (16,1%), mentre quote maggiori si ri-scontrano in Campania (28,7%), Sici-lia (27,2%) e Calabria (25,7%).

Spesa media mensile a prezzi correnti delle famiglie per alimentari e bevande (euro), 2005-2011

Lombardia Italia Italia-Nord

400

500

490

480

470

460

450

440

430

420

410

486 486

463

483

470475

491

456

467 466 475461 467

477

454461

449

464

455

473

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, Indagine campionaria sui consumi delle famiglie.

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Spesa media mensile per famiglia (euro) e quota percentuale per alimentari e bevande per regione, 2011

Spesa per alimentari e bevande (euro)

Quota

% al

imen

tari e

beva

nde

Spesa media mensile (=100%)

Piemo

nteVa

lle d'A

osta

Lomb

ardia

Liguri

a

Trenti

no-Alt

o Adig

eVe

neto

Friuli-

Vene

zia Gi

uliaEm

ilia-Ro

magn

aTos

cana

Umbri

aMa

rche

Lazio

Abruz

zoMo

liseCa

mpan

iaPu

gliaBa

silicat

aCa

labria

Sicilia

Sarde

gna

Italia

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

3.500

0

5

10

15

20

25

30

35

Quota % alimentari e bevande

Spes

a med

ia me

nsile

per f

amigl

ia

Fonte: ISTAT, Indagine sui consumi delle famiglie.

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AGRICOLTURA

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risultati produttivi in agricolturaNel 2011 la produzione agricola regio-nale calcolata ai prezzi di base (PPB), escluse la silvicoltura e la pesca ed inclusi i servizi connessi e le attività secondarie, raggiunge un valore pari a circa 7,2 miliardi di euro, rafforzando la quota regionale sul valore della pro-duzione agricola nazionale, già la più elevata nel paese (passando dal 13,9% al 14,5%). La regione, inoltre, contri-buisce alla formazione del 28,2% della PPB delle regioni dell’Italia settentrio-nale e, secondo dati EUROSTAT 2010, all’1,8% della PPB della branca agricol-tura dell’UE-27. Con riferimento alla sola produzione agricola zootecnica, la Lombardia contribuisce per il 26,2% alla formazione di quella corrispon-dente nazionale, al 37,9% di quella dell’Italia settentrionale e al 2,7% di quella UE. La composizione della PPB conferma la vocazione zootecnica della regio-ne: l’allevamento contribuisce, infatti,

Produzione agricola ai prezzi di base, consumi intermedi e valore aggiunto in Lombardia (mio euro), 2011

Lombardia Italia Lombardia/Italia mio. euro % mio. euro % %

Coltivazioni agricole 2.213 30,9 26.235 53,3 8,4Erbacee 1.399 19,5 14.535 29,5 9,6Foraggere 488 6,8 1.800 3,7 27,1Arboree 326 4,6 9.900 20,1 3,3Allevamenti 4.275 59,7 16.294 33,1 26,2Carni 2.429 33,9 10.118 20,6 24,0Latte 1.642 22,9 4.962 10,1 33,1Altri zootecnici 204 2,9 1.215 2,5 16,8Servizi connessi 531 7,4 6.144 12,5 8,6Totale PPB beni e servizi agricoli 7.019 98,1 48.674 98,9 14,4(+) attività secondarie* 208 2,9 1.528 3,1 13,6(–) attività secondarie* 69 1,0 981 2,0 7,1Totale PPB branca agricoltura 7.158 100,0 49.222 100,0 14,5Consumi intermedi 4.071 56,9 23.309 47,4 17,5Valore aggiunto ai prezzi di base 3.087 43,1 25.913 52,6 11,9* Per attività secondaria va intesa sia quella effettuata nell’ambito della branca attività agricola e quindi non separabile, vale a dire agriturismo, trasformazione del latte, frutta e carne, evidenziata con il segno (+) e sia quella esercitata da altre branche d’attività economiche nell’ambito delle coltivazioni e degli allevamenti (per esempio da imprese commerciali) che vengono evidenziate con il segno (-).Fonte: ISTAT, Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione.

per il 60% alla sua formazione, men-tre le produzioni vegetali per il 31%, seguite dai servizi connessi e dalle

attività secondarie. Diversamente, a livello nazionale prevale la PPB vege-tale rispetto a quella zootecnica, pari

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rispettivamente al 53% e al 33%. Per quanto riguarda i singoli comparti, in termini di incidenza sulla PPB, predo-minano quello del latte (23,4%) e delle carni suine (15,6%), seguiti dai cereali (14,2%) e dalle carni bovine (11,3%).Sul versante zootecnico a livello nazio-nale, la Lombardia esercita diversi pri-mati con una produzione del 40% della carne suina, del 37,1% del latte vacci-no e del 25,9% della carne bovina. Ri-levanti sono anche le percentuali sulla produzione italiana di carni avicole (18,9%), uova (17,6%) e miele (14,7%).Rispetto al 2010 il valore della pro-duzione agricola regionale è aumen-tato dell’11,5% (al contempo quello nazionale è cresciuto del 7,2%), quasi totalmente ascrivibile all’incremento dei prezzi, mentre i volumi comples-sivi sono rimasti invariati. L’incre-mento della PPB si è bilanciato fra il comparto vegetale (+13,8%) e quello zootecnico (+11,4%), mentre è stato

Valore della produzione agricola ai prezzi di base per principali comparti in Lombardia, 2011

Cereali e legumi secchi

Ortaggi

Colture industriali

Florovivaismo

Vite

Frutta

Altre legnose

Foraggere

Carni bovine

Carni suine

Altre carni

Latte

Uova e altri

Servizi connessi

14,2%2,9%7,6%

3,6%0,7%

1,4%2,3%

1,9%

15,6%

7,7% 11,3%

23,4%0,5%

7,0%

Fonte: ISTAT, Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione.

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Principali produzioni vegetali in Lombardia, 2011

Quantità Valore1

000 t var. % 2011/10 % Lombardia/Italia mio. euro var. % 2011/10 % Lombardia/Italia Frumento tenero 228,5 -32,6 8,1 56,9 -7,3 8,1Frumento duro 45,2 -55,5 1,2 14,8 -33,2 1,1Orzo 83,6 -34,0 9,3 17,9 -7,2 9,3Riso 648,5 -1,3 41,8 201,1 13,6 41,7Mais ibrido 2.880,0 13,2 29,6 654,2 51,3 29,6Soia 111,5 8,9 20,4 31,9 21,4 20,4Barbabietola da zucchero 389,0 -7,6 11,1 16,1 0,3 11,0Patate 29,0 -2,7 1,9 11,8 3,4 1,7Pomodori 505,7 -11,3 8,3 60,1 11,4 6,0Poponi 88,0 -1,1 13,3 42,4 5,0 20,0Uva da vino venduta 75,9 35,5 2,3 17,1 53,7 2,5Vino (000 hl) 80,3 -0,5 4,7 142,8 7,3 7,9Olio 0,9 -10,0 0,2 2,0 -3,0 0,2Pesche 6,6 -2,9 0,6 1,8 -24,0 0,6Mele 51,0 1,0 2,3 15,4 -12,0 2,3Pere 17,6 -0,6 1,9 8,9 -25,7 1,9Actinidia 8,5 -6,6 2,0 5,3 9,8 1,91 Ai prezzi di base. Fonte: ISTAT, Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione.

più modesto con riferimento ai servizi connessi (+4,4%) e alle attività secon-darie (+6,7%).

Per la PPB vegetale, nel 2011 si eviden-zia un incremento dovuto soprattutto al comparto cerealicolo (+31,1%) e

alle colture industriali (+10,7%); fra le legnose agrarie si assiste ad un valore in crescita per i prodotti vitivinicoli

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(+10,8%), mentre risultano in calo la frutticoltura (-14,4%) ed il florovivai-smo (-4,3%).Tra i cereali, che hanno fatto segnare il maggiore incremento in termini per-centuali rispetto al 2010, il mais, che rappresenta il 29,6% della produzione nazionale, realizza un incremento del 51% in valore e del 13,2% in quantità. Risultati positivi si segnalano anche

per il riso (41,8% della produzione nazionale), il cui valore è in ascesa (+13,7%) nonostante un modesto calo quantitativo, e per la soia, con un au-mento del 21,4% in valore e dell’8,9% in quantità rispetto al 2010. Al con-trario, si sono avute pesanti perdite, soprattutto dal punto di vista quanti-tativo, per gli altri cereali. Nell’ambito della PPB orticola, in leggera ripresa

rispetto al 2010, si segnala l’incremen-to del valore della produzione dei po-modori (+11,4%); a livello di colture arboree, invece, pesche, mele e pere segnano pesanti contrazioni. Fra i pro-dotti trasformati si distingue il vino, pari al 4,7% della produzione naziona-le in quantità e al 7,9% in valore, la cui PPB è aumentata in valore del 7,3%, a fronte di produzione in quantità inva-

Principali produzioni zootecniche in Lombardia, 2011

Quantità Valore1

000 t var. % 2011/10 % Lombardia/Italia mio. euro var. % 2011/10 % Lombardia/Italia Carni bovine 369,5 1,4 25,9 791,6 6,9 23,2Carni suine 833,8 1,3 40,0 1.096,6 14,6 39,0Carni ovi-caprine 0,9 -10,0 1,4 2,7 -9,3 1,4Carni avicole 320,2 3,2 18,9 447,7 17,8 17,1Uova (milioni di pezzi) 2.317,0 1,2 17,6 198,2 2,8 17,0Latte vaccino (000 hl) 4.217,7 -1,8 37,1 1.639,9 11,6 36,3Latte ovi-caprino (000 hl) 3,1 -3,2 0,5 2,5 -2,0 0,6Miele 1,7 -5,6 14,7 5,7 4,8 14,81 Ai prezzi di base. Fonte: ISTAT, Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione.

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riata rispetto al 2010.L’aumento di valore della PPB zootec-nica trova a livello di singolo prodotto una conferma per quanto riguarda le carni suine (+14,6% in valore e +1,3% in quantità), le carni avicole (rispet-tivamente +17,8% e +3,2%) e il latte

vaccino (+11,6% in valore), quest’ulti-mo in leggero calo produttivo rispetto all’anno precedente (-1,8%). Anche per carni bovine e uova si segnalano incrementi in valore e in quantità, mentre per il comparto ovicaprino si segnala un’annata negativa.

Nel 2011 il valore aggiunto agricolo regionale, pari a circa 3,1 miliardi di euro, è aumentato in termini correnti dell’11,7% rispetto all’anno preceden-te, mentre la sua incidenza sul valore della produzione, pari al 43,1%, si è mantenuta stabile.

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Sin dall’inizio dell’anno 2011 il trend meteorologico, per le sue anomalie rappresentate da fenomeni estremi difficilmente controllabili quali nu-bifragi, grandinate, alte temperature e siccità, ha evidenziato a livello ter-ritoriale delle criticità per il settore agricolo. Intorno alla metà del mese di marzo si sono verificati nubifragi a seguito dei quali si sono resi necessari interventi urgenti di allontanamento dell’acqua dai campi da parte degli enti consorti-li delle aree di interesse. Il mais della Bassa Lodigiana risulta tra le produ-zioni più colpite per problemi strut-turali del canale Cremona-Milano; vi sono state, inoltre, situazioni di una certa complessità che hanno riguar-dato l’esondazione del fiume Chiese. Tra la metà di aprile e la fine di mag-gio, la completa assenza di precipita-

zioni ha innescato ulteriori problema-tiche nel settore maidicolo; a causa del terreno completamente secco e non sempre assistito da un’adeguata irrigazione di soccorso, si è verificata un’emergenza nella Bassa Bresciana. L’emergenza idrica del periodo pri-maverile ha sollecitato una serie di interventi irrigui nei territori del Con-sorzio Terre dei Gonzaga in Destra Po e del Consorzio Est Ticino Villoresi. Oltre al mais, le principali colture in difficoltà sono risultate l’erba medica, il maggengo e altri foraggi, l’orzo e il frumento. Sul finire di maggio, nuove piogge a carattere alluvionale, miste a grandine, hanno creato problemi per i vigneti dell’Oltrepò Pavese e per le or-ticole, il mais e la soia nel mantovano. Il periodo estivo si è contraddistinto per l’alternanza di grandinate e bolle di calore di diversa intensità. Tra Va-

rese, Como e Lecco, lungo la fascia prealpina, i nubifragi di metà luglio hanno causato danni sia alle colture di mais, fieno, soia, ortaggi e piccoli frutti, sia alle strutture, in partico-lare alle serre e ai capannoni adibiti all’attività agricola. L’eccesso di caldo, sopraggiunto nella seconda metà di agosto, ha ridotto in modo variabile, in funzione dell’area, le rese delle vac-che in lattazione e ha generato proble-mi di scottature nel settore orticolo, in particolare per le zucche nelle zone del mantovano e del cremonese. Si sono verificati, inoltre, cali di resa per i cereali, dovuti agli sbalzi termici e a quelli idrici. La vendemmia nell’Oltrepò Pavese ha risentito, invece, delle grandinate. Nel periodo autunnale il perdurare del caldo ha determinato la proroga della stagione irrigua sui frutteti.

andamento agrometeorologico

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consumi intermediNel settore agricolo la spesa regionale per consumi intermedi si è collocata nel 2011 su un valore di oltre 4 mi-liardi di euro, pari al 17,5% del totale nazionale. L’incidenza dei consumi intermedi regionali sul totale del va-lore della branca agricoltura, pari al 56,9%, risulta superiore di 10 pun-ti rispetto a quello italiano, mentre leggermente inferiore nel confronto

con quello comunitario.L’incremento della spesa dell’11,2%, rispetto all’anno precedente, è dovu-to unicamente alla lievitazione dei prezzi (11,3%). L’incremento in valore dei consumi intermedi, presentandosi della stessa entità di quello della pro-duzione ai prezzi di base della branca agricoltura, mantiene pressoché co-stante l’incidenza dei consumi inter-

Consumi intermedi dell’agricoltura in Lombardia

Valori a Riparto % su Var. % Var. % Var. % prezzi correnti % Italia valore quantità prezzo (mio. euro), 2011 2011/10 2011/10 2011/10

Fertilizzanti 252,7 6,2 17,2 19,0 -0,5 19,6Fitofarmaci 55,4 1,4 6,9 5,8 -1,2 7,1Sementi 178,6 4,4 13,4 12,1 -1,3 13,6Mangimi e spese per il bestiame 1.495,5 36,7 25,1 11,5 -0,8 12,4Altri consumi intermedi 2.088,7 51,3 15,2 10,3 0,6 9,5Consumi intermedi 4.070,9 100,0 17,5 11,2 0,0 11,3

Fonte: ISTAT.

Incidenza % dei consumi intermedi sul valore della produzione agricola, 2010

%

Lombardia 57,0

Italia 46,9Italia - Nord 52,9Italia - Centro 42,4Italia - Sud e Isole 39,9

UE-27 59,5Francia 59,2Germania 69,7Paesi Bassi 64,7Polonia 60,8Regno Unito 64,7Romania 57,1Spagna 44,7

Fonte: ISTAT, Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione; EUROSTAT.

medi sul valore della produzione. La dinamica della ragione di scambio fra i prezzi dei prodotti agricoli e quel-

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li dei consumi intermedi, in continua diminuzione negli ultimi anni, si con-ferma anche nel 2011.Con riferimento alle principali catego-rie di mezzi tecnici, i dati ISTAT in-dicano un deciso aumento della spe-

sa per fertilizzanti (+19%), sementi (+12,1%) e mangimi (+11,5%), mentre tale aumento risulta più contenuto per i fitofarmaci (+5,8%). Anche per le singole categorie di mezzi tecnici l’incremento di valore dei consumi è

ascrivibile unicamente alla variazione dei prezzi, anche se sementi e fito-farmaci manifestano una variazione in negativo delle quantità utilizzate, seppur di poco superiore al punto per-centuale.

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Secondo gli ultimi dati ISTAT disponi-bili a livello regionale, il volume degli investimenti fissi lordi agricoli si col-loca su un valore di circa 1,6 miliardi di euro, segnando un calo del 16,8% rispetto all’anno precedente. Gli in-vestimenti fissi lordi agricoli stimati in Lombardia rappresentano il 15,9% degli investimenti agricoli nazionali, mentre il 2,7% del totale degli investi-menti fissi lordi regionali.L’incidenza degli investimenti sul valore aggiunto agricolo regionale, a prezzi correnti, risulta pari al 56,7%. L’entità degli investimenti per unità lavorativa (UL) agricola risulta più elevata del 66% rispetto all’indice na-zionale. Inoltre, al contrario che nel resto del paese, tale indicatore risul-ta confrontabile con gli investimenti procapite calcolati per il settore dei servizi e risulta addirittura più alto del 6,5% dell’analogo dato relativo al settore industriale.

.

investimentiAndamento degli investimenti fissi lordi agricoli* in Lombardia

Valori correnti % su tot. investimenti % su tot. investimenti % su VA agricolo (mio. euro) Lombardia1 agricoltura Italia1 Lombardia1

2000 1.224,5 2,6 12,7 34,7 2001 1.537,5 3,1 15,9 41,4 2002 1.531,1 2,9 14,5 42,6 2003 1.600,8 3,1 14,4 45,5 2004 1.862,1 3,4 15,2 52,7 2005 1.896,8 3,2 15,6 62,9 2006 2.132,1 3,4 17,3 67,8 2007 1.773,2 2,6 14,9 56,8 2008 1.924,3 2,8 16,3 59,7 2009 1.604,9 2,7 15,9 56,7 * Agricoltura, silvicoltura e pesca.1 Valori a prezzi correnti.Fonte: ISTAT, Conti economici regionali.

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Incidenza degli investimenti fissi lordi agricoli* in Lombardia sul totale degli investimenti regionali e degli investimenti agricoli nazionali1

* Agricoltura, silvicoltura e pesca.1 Valori ai prezzi correnti.Fonte: ISTAT, Conti economici regionali.

% su tot. investimenti Lombardia

% su tot. investimenti agricoltura Italia

0

5

10

15

20

2000 2004 2005 2006 2007 2008 20092001 2003 2002

2,6 2,6 2,8 2,73,1 2,9 3,1 3,4 3,43,2

12,7

15,914,5 14,4

15,2 15,617,3

14,916,3 15,9

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Investimenti fissi lordi1 per UL e per settore in Lombardia e Italia, 2009

0

3.000

6.000

9.000

12.000

15.000

Agricoltura

Industria

Servizi

Lombardia Italia Lombardia ItaliaLombardia Italia

13.352

8.029

12.52911.905

13.49012.584

1Valori a prezzi correnti.Fonte: ISTAT, Conti economici regionali.

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Nel 2011 in Lombardia i prezzi dei prodotti agricoli hanno subìto un for-te aumento (+11,2%) rispetto a quello medio nazionale (+6,8%), determi-nando quasi per intero la variazione positiva della PPB agricola regionale. Rispetto al 2010, in linea con la pro-duzione agricola regionale, i consumi intermedi registrano un aumento dei prezzi dell’11,3%.L’incremento dei prezzi della produ-zione regionale ha interessato sia le coltivazioni agricole (+15%), che gli allevamenti (+11%). Nell’ambito delle produzioni vegetali, i cereali guidano la volata dei prezzi, con un aumento di circa il 29% rispetto al 2010. Anche per le coltivazioni fo-raggere (+11,4%) e per le piante indu-striali (+10,6%) gli aumenti di prezzo sono consistenti, mentre si presentano più contenuti per gli ortaggi (+3,8%). In controtendenza i prezzi dei prodotti florovivaistici, con un calo del 4,2%.

prezziVariazione dei prezzi impliciti dei prodotti agricoli in Lombardia e Italia, 2011

Comparto Var. % 2011/10 Lombardia Var. % 2011/10 ItaliaColtivazioni agricole 15,0 6,7Coltivazioni erbacee 19,9 12,1Cereali 28,8 33,7Legumi secchi 13,5 14,7Patate e ortaggi 3,8 3,3Piante industriali 10,6 7,7Fiori e piante da vaso -4,2 -4,4Coltivazioni foraggere 11,4 7,0Coltivazioni legnose 1,8 -0,3Prodotti vitivinicoli 8,4 10,4Prodotti olivicoltura 7,6 8,1Frutta -14,5 -13,3Altre legnose -0,6 -1,1Allevamenti 11,0 9,5Carni 10,2 9,2Latte 13,6 12,4Uova 1,6 1,6Miele 11,0 11,0Zootecnici non alimentari 6,3 4,4Servizi connessi 1,5 1,4Totale produzione beni e servizi agr. 11,4 6,9(+) attività secondarie* 3,6 2,1(-) attività secondarie* 9,6 8,1Totale produzione agricoltura P.B. 11,2 6,8Consumi intermedi 11,3 7,8* Per attività secondaria va intesa sia quella effettuata nell’ambito della branca attività agricola e quindi non separabile, vale a dire agriturismo, trasformazione del latte, frutta e carne, evidenziata con il segno (+) e sia quella esercitata da altre branche d’attività economiche nell’ambito delle coltivazioni e degli allevamenti (per esempio da imprese commerciali) che vengono evidenziate con il segno (-).Fonte: ISTAT, Valore aggiunto ai prezzi di base dell’agricoltura per regione.

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Dinamica degli indici dei prezzi dei prodotti dall’origine al consumo (2000=100)150

145

140

135

130

125

120

115

110

105

100

95

902001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Indice prezzi prodoti agricoli ISTAT

Indice prezzi mercato interno industrie alimentari, bevande e tabacco

Indice prezzi consumo alimentari e bevande analcoliche Lombardia

Indice prezzi consumo alimentari e bevande analcoliche Italia

Fonte: ISTAT.

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Nel 2011 le coltivazioni legnose, i cui prezzi sono in leggera ripresa, sconta-no un andamento disomogeneo tra le diverse produzioni: da una parte i pro-dotti vitivinicoli, vedono salire i prezzi dell’8,4%, dall’altra la frutta registra prezzi in caduta libera (-14,5%).Quasi tutti i comparti zootecnici fanno registrare incrementi di prezzo vicini alla media degli allevamenti. Il prezzo del latte segna un aumento del 13,6% rispetto al 2010, mentre le carni del 10,2%, dovuto soprattutto al prezzo

delle carni suine (+13,1%) e delle carni bovine (+5,4%). Si segnala, inoltre, un leggero rafforzamento per i prezzi delle uova, più elevato per il miele e per i prodotti zootecnici non alimentari.Nel lungo periodo il confronto fra gli indici dei prezzi dei prodotti agricoli, quelli alla produzione industriale e al consumo conferma la tendenza di un maggiore incremento dei prezzi al con-sumo rispetto a quelli alla produzione e all’origine, questi ultimi caratterizza-ti da una spiccata volatilità. Nella fase

più recente si osserva come la distri-buzione abbia smorzato le consistenti variazioni dei prezzi agricoli, anche se a partire dalla seconda metà del 2010 si segnala una ripresa dei prezzi al consumo e, soprattutto, dei prezzi alla produzione industriale. È interessante notare come negli ulti-mi anni le variazioni dei prezzi al con-sumo dei beni alimentari in Lombardia siano meno accentuate rispetto al con-testo nazionale, probabile effetto della rilevante quota di mercato della GDO.

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Secondo i risultati del 6° Censimento generale dell’agricoltura, risultano pre-senti in Lombardia, nel 2010, 54.333 aziende agricole, pari al 3,3% del totale nazionale. La superficie agricola tota-le (SAT) si attesta su circa 1.229.000 ettari, mentre quella utilizzata (SAU) è quantificata in 986.826 ettari, pari al 7,7% della SAU nazionale. La SAU condotta dalle aziende agricole lom-barde ha subìto una riduzione del 5,1% rispetto al 2000. Tale riduzione, essen-do inferiore in valore assoluto rispet-to a quella del numero delle aziende (-23,5%), ha comportato un incremen-to della SAU media aziendale da 14,6 a 18,2 ettari, dato, quest’ultimo, doppio rispetto alla media nazionale.L’azienda individuale e la conduzione diretta rimangono le forme giuridi-che e di conduzione prevalenti; cer-tamente la forma societaria, rispetto al 2000, è cresciuta di importanza in particolare in Lombardia, così come

strutture in agricoltura

Caratteristiche strutturali dell’agricoltura lombarda e italiana, 2010

Lombardia Italia Lombardia/ Italia (%)Aziende agricole (n.) 54.333 1.620.884 3,35Allevamenti totali (n.) 22.064 217.449 10,15Allevamenti bovini (n.) 14.718 124.210 11,85 - di cui vacche da latte 8.463 50.337 16,81Superficie agricola e forestale (SAF) (ha) 1.229.561 17.081.099 7,20Superficie agricola utilizzata (SAU) (ha) 986.826 12.856.048 7,68Unità di bestiame (UBA) 2.739.158 9.957.399 27,51Lavoratori nelle aziende agricole (n.) 137.447 3.870.754 3,55 - di cui familiari (n.) 98.157 2.932.651 3,35Giornate di lavoro totali (migliaia) 19.261 250.806 7,68 - di cui familiari (migliaia) 15.067 200.905 7,50

SAT media per azienda (ha) 22,63 10,54 214,74SAU media per azienda (ha) 18,16 7,93 229,0Allevamenti/aziende agricole (%) 40,61 13,42 302,7UBA/SAU (n.) 2,78 0,77 358,4UBA/allevamento (n.) 124,15 45,79 271,1Lavoratori per azienda (n.) 2,53 2,39 105,9Giornate di lavoro per azienda (n.) 354,5 154,7 229,1Giornate di lavoro/SAU (n.) 19,52 19,51 100,1Giornate lavorative familiari (%) 78,2 80,1 97,7 Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.

è aumentata l’importanza della voce “altra forma di conduzione” tra cui

troviamo le soccide. Complessiva-mente è in aumento la disponibilità

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di SAU in affitto, forma di possesso della superficie che in Lombardia ri-sulta prevalente (49,5%), in termini di ettari, rispetto alla proprietà, diversa-mente da quanto avviene a livello na-zionale (29,9%); così come hanno un maggior peso, in termini di aziende e di superficie, le aziende che possie-dono terra in affitto (anche con altre forme di possesso) e le aziende che dispongono di superficie unicamente in affitto (11,9% rispetto a 4,7%). Nel 2010, il 40,6% delle aziende agricole lombarde, pari a 22.064 unità, eser-cita un’attività di allevamento contro il corrispondente 13,4% a livello na-zionale. L’importanza della zootecnia lombarda in ambito nazionale si deli-nea dall’elevata diffusione dell’alleva-mento, che risulta 3 volte superiore rispetto al relativo parametro nazio-nale, nonché dal carico di bestiame per allevamento (2,7 volte) e per et-taro di SAU (3,6 volte). Anche l’entità

Conduzione e manodopera agricola in Lombardia e Italia, 2010

Lombardia Italia numero % numero %Capo azienda

- con licenza media 34.853 64,1 1.158.494 71,5- con laurea 3.516 6,5 100.981 6,2- età inf. 40 anni 7.894 14,5 161.716 10,0- donna 10.761 19,8 497.847 30,7

Manodopera extra familiare 39.290 28,6 938.103 24,2di cui - manodopera straniera 16.527 42,1 233.055 24,8 - stranieri extra UE 9.065 54,8 98.581 42,3 - stranieri UE 27 7.462 45,2 134.474 57,7di cui - continuativi 18.353 46,7 163.145 17,4 - saltuari 16.494 42,0 695.557 74,1

Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.

del patrimonio zootecnico, che rap-presenta in unità bovine adulte (UBA) il 27,5% di quelle nazionali, distingue la Lombardia nel contesto italiano. Anche se con l’eccezione degli ovica-prini, la maggioranza dei capi si con-centra negli allevamenti di pianura; in montagna l’allevamento, con un’in-cidenza del 59,5% sulle aziende, sep-pur di minori dimensioni rispetto alla

pianura, è più diffuso. Oltre la metà delle aziende agricole lombarde è ubi-cata in pianura; queste concentrano il 65% della SAT e il 73% della SAU e presentano una dimensione delle aziende pari a 24,4 ha, superiore alla media regionale (18,4 ha/azienda). In montagna opera il 23,5% delle azien-de che gestiscono il 25,7% della SAT e il 17,6% della SAU e presentano una

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dimensione media di 13,8 ha. Il qua-dro della superficie aziendale appare assai più concentrato rispetto al con-testo nazionale; l’8,9% delle aziende con più di 50 ettari di SAU controlla il 55,6% della superficie agricola uti-lizzata, mentre sul versante opposto,

le aziende con meno di 5 ha di SAU (49,8% del totale) interessano solo il 4,8% di tale superficie. L’incidenza del lavoro agricolo in Lom-bardia sul totale dell’Italia è del 3,5%, espressa in numero di lavoratori, e del 7,7%, in termini di giornate lavorative,

evidenziando una maggiore rilevanza del lavoro a tempo pieno nei confronti delle altre regioni italiane. Il 78,2% del-le giornate lavorative è stato effettuato da appartenenti al nucleo familiare del conduttore contro l’80% prestato a li-vello nazionale. L’incidenza della ma-

Caratteristiche della conduzione delle aziende agricole in Lombardia e Italia

Lombardia 2010 Italia 2010 Lombardia 2000 Italia 2000 Aziende SAU % SAU % SAU % SAU n. % ettari % Forma giuridica

- aziende individuali 44.554 82,0 527.520 53,5 76,1 63,6 79,1 - società 9.523 17,5 405.539 41,1 17,7 29,8 11,7 - altra forma giuridica 256 0,5 53.766 5,4 6,3 6,6 9,2

Forma di conduzione - conduzione diretta del coltivatore 50.687 93,3 805.868 81,7 82,8 82,1 81,2 - conduzione con salariati 3.106 5,7 134.373 13,6 11,6 17,9 18,7 - altra forma di conduzione 540 1,0 46.585 4,7 5,6 0,0 0,1

Titolo possesso - in proprietà 449.309 45,5 61,9 55,3 76,8 - in affitto 488.206 49,5 29,9 41,5 19,4 - a titolo gratuito 49.311 5,0 8,5 3,3 3,8

Totale 54.333 100 986.826 100,0 100,0 100,0 100,0Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.

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Aziende agricole per classe di SAU in Lombardia e Italia, 2010

Classe di SAU Lombardia Italia % Lombardia % Lombardia/Italia aziende SAU (ha) aziende SAU (ha) aziende SAU aziende SAU< 5 ha 27.076 47.655 1.182.320 1.846.841 49,8 4,8 2,3 2,65-10 ha 7.726 55.154 186.145 1.295.295 14,2 5,6 4,2 4,310-20 ha 7.341 103.794 120.115 1.663.483 13,5 10,5 6,1 6,220-30 ha 3.635 88.434 46.687 1.128.980 6,7 9,0 7,8 7,830-50 ha 3.730 142.681 40.915 1.556.922 6,9 14,5 9,1 9,2> 50 ha 4.825 549.108 44.702 5.364.526 8,9 55,6 10,8 10,2Totale 54.333 986.826 1.620.884 12.856.048 100 100 3,4 7,7Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.

Aziende, superficie agricola utilizzata e totale in Lombardia e Italia, 2010

Lombardia Italia Superficie media (ha) % Lombardia/Italia aziende* ha aziende ha Lombardia Italia aziende superficieSeminativi 35.222 715.263 828.390 7.009.311 20,3 8,5 4,3 10,2Coltivazioni legnose agrarie 14.660 36.484 1.192.081 2.380.769 2,5 2,0 1,2 1,5Prati permanenti e pascoli 21.822 234.591 274.486 3.434.073 10,8 12,5 8 6,8SAU totale 53.680 986.826 1.615.590 12.856.048 18,4 8,0 3,3 7,7Arboricoltura da legno 2.103 18.796 26.772 101.628 8,9 3,8 7,9 18,5Boschi 16.098 141.675 328.358 2.901.038 8,8 8,8 4,9 4,9Superficie non utilizzata 10.267 35.902 302.940 648.746 3,5 2,1 3,4 5,5Altra superficie 43.637 46.362 945.829 573.638 1,1 0,6 4,6 8,1SAT totale 54.189 1.229.561 1.619.228 17.081.099 22,7 10,5 3,3 7,2* Ogni azienda può interessare più indirizzi colturali. Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.

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nodopera extra familiare è più alta in Lombardia, pari al 28,6%, e presenta una più elevata componente straniera (42% rispetto al 24,8%), in particolare di origine extra UE (54,8%). Se la ma-

nodopera continuativa e saltuaria in Lombardia sono equamente ripartite tra le presenze, a livello nazionale pre-vale la componente saltuaria. Le donne in Lombardia risultano meno

presenti nella conduzione aziendale rispetto alla media nazionale (19,8% rispetto al 30,7%), anche per ragioni legate alle maggiori dimensioni azien-dali. Per contro, è più elevata la pre-

Ripartizione % della SAT in Lombardia e Italia, 2010

19,1%

2,9%

58,2%

3,0%

1,5%

11,5%

LOMBARDIA ITALIA

3,8%

0,6%

3,4%

41,1%

14,0%

17,0%

3,8%

20,1%

Seminativi

Coltivazioni legnose agrarie

Prati permanenti e pascoli

Arboricoltura da legno

Boschi

Superficie non utilizzata

Altra superficie

Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.

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senza di giovani capi azienda (14,5% rispetto al 10%). Per quanto riguarda il titolo di studio del conduttore, la laurea non trova differenze (circa il 6%) mentre è infe-riore in Lombardia la percentuale dei conduttori con licenza media a van-taggio dei titoli di media superiore.

Investimenti colturali e consistenze bestiameCon riferimento all’utilizzo del suolo, i seminativi si confermano la tipolo-gia colturale più diffusa, estesa sul 58,2% della superficie agricola, contro il 41,1% a livello nazionale. Al contra-rio, il contributo delle legnose agrarie

sul totale della superficie si presenta modesto e decisamente sotto la me-dia. Le foraggere permanenti si esten-dono sul 19,1% della SAT, in linea con il dato nazionale (20,1%), mentre il bosco incide per l’11,5%. L’incidenza della SAU sulla SAT è dell’80,3% con-tro il 75,3% in Italia.

Caratteristiche strutturali degli allevamenti lombardi e italiani, 2010

Lombardia Italia Consistenze medie % Lombardia/Italia allevamenti capi allevamenti capi Lombardia Italia allevamenti capi

Bovini 14.718 1.484.991 124.210 5.592.700 101 45 11,8 26,6- di cui vacche da latte 8.463 546.320 50.337 1.599.442 65 32 16,8 34,2

Bufalini 86 10.209 2.435 360.291 119 148 3,5 2,8Ovini 1.659 105.759 51.096 6.782.179 64 133 3,2 1,6Caprini 2.210 57.705 22.759 861.942 26 38 9,7 6,7Equini 5.664 30.196 45.363 219.159 5 5 12,5 13,8Suini 2.642 4.758.963 26.197 9.331.314 1.801 356 10,1 51Avicoli 2.396 26.512.923 23.953 167.512.019 11.065 6.993 10,0 15,8Conigli 1.060 415.452 9.346 7.194.099 392 770 11,3 5,8Struzzi 31 980 244 5.246 32 22 12,7 18,7Allevamenti totali 22.064 217.449 10,1 % allevamenti/az.totali 40,6 13,4 Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.

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Caratteristiche strutturali delle aziende agricole lombarde per fasce altimetriche, 2010

Montagna % su totale Collina % su totale Pianura % su totale Lombardia fasce fasce fasce

Aziende totali (n.) 12.768 23,5 11.561 21,3 30.004 55,2 54.333SAU (ha) 173.578 17,6 91.962 9,3 721.286 73,1 986.826

- di cui seminativi 7.123 1,0 49.666 6,9 658.473 92,1 715.263- di cui coltivazioni legnose agrarie 4.471 12,3 22.549 61,8 9.464 25,9 36.484- di cui foraggere permanenti 160.766 69,2 19.541 8,4 52.061 22,4 232.368

SAT (ha) 316.238 25,7 115.982 9,4 797.341 64,8 1.229.561SAT media (ha) 24,8 10,0 26,6 22,6SAU media (ha) 13,8 8,0 24,4 18,4Allevamenti totali (n.) 7.597 34,8 3.910 17,9 10.353 47,4 21.860% Allevamenti/aziende 59,5 33,8 34,5 40,2Bovini (capi) 77.820 5,2 107.722 7,3 1.299.449 87,5 1.484.991

- di cui vacche da latte 38.467 7,0 36.649 6,7 471.204 86,3 546.320 bovini/allevamento 16 45 176 101 Ovini (capi) 59.134 55,9 14.014 13,3 32.611 30,8 105.759 ovini/allevamento 49 53 163 64 Caprini (capi) 37.624 65,2 6.725 11,7 13.356 23,1 57.705 caprini/allevamento 25 19 41 26 Suini (capi) 6.789 0,1 113.032 2,4 4.639.142 97,5 4.758.963 suini/allevamento 11 283 2.813 1.801 Avicoli (capi) 1.365.813 5,2 5.158.916 19,5 19.988.194 75,4 26.512.923 avicoli/allevamento 1.756 8.941 19.201 11.065Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.

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Superfici e produzioni delle principali coltivazioni in Lombardia e Italia, 2011

Lombardia Italia Lombardia/ItaliaColtivazioni Superficie Resa Produzione Superficie Resa Produzione % % totale (ha) (t/ha) raccolta (000 t) totale (ha) (t/ha) raccolta (000 t) superficie produzioneCereali 430.807 9,1 3.932 3.432.652 5,7 19.504 12,6 20,2

- frumento tenero 45.050 5,1 228 531.135 5,3 2.829 8,5 8,1 - orzo 17.357 4,8 83 269.675 3,5 949 6,4 8,7 - riso 105.709 6,0 638 246.541 6,0 1.490 42,9 42,8 - mais da granella 242.436 11,9 2.880 994.831 9,8 9.753 24,4 29,5

Semi oleosi 32.924 3,9 127 302.955 2,9 883 10,9 14,4 - colza 3.267 2,6 8 18.834 2,3 44 17,3 18,9 - soia 28.347 4,0 114 165.955 3,4 565 17,1 20,3

Legumi secchi 1.505 3,8 6 68.269 1,9 133 2,2 4,3Piante da tubero 949 30,6 29 62.091 24,9 1.547 1,5 1,9Ortaggi in piena aria 13.902 50,4 701 434.331 27,9 12.136 3,2 5,8

- pomodoro da industria 7.158 71,0 508 84.449 63,1 5.331 8,5 9,5 - popone o melone 2.264 28,2 64 23.173 23,1 536 9,8 11,9

Ortaggi in serra 2.405 40,5 97 26.970 47,8 1.290 8,9 7,5Foraggere temp. - erbai 184.850 50,9 9.401 948.607 27,3 25.924 19,5 36,3 - mais ceroso 131.325 58,7 7.711 297.452 52,5 15.621 44,1 49,4Foraggere temp. - prati avv. 87.077 48,0 4.177 1.024.183 25,0 25.621 8,5 16,3 - erba medica 65.247 48,4 3.155 683.010 29,0 19.836 9,6 15,9Foraggere permanenti 248.922 18,1 4.502 4.309.101 5,1 21.891 5,8 20,6

- prati permanenti 128.942 32,3 4.165 927.819 15,7 14.570 13,9 28,6 - pascoli 119.980 2,8 336 3.582.373 2,4 8.678 3,3 3,9

Frutta fresca e secca 4.016 22,7 91 417.681 15,2 6.341 1,0 1,4 - melo 1.782 28,4 51 54.067 44,6 2.411 3,3 2,1 - pero 793 21,7 17 36.339 25,5 927 2,2 1,9

Uva da vino 21.331 8,7 185 661.935 8,9 5.903 3,2 3,1Olivo 2.317 2,0 5 1.162.465 2,8 3.210 0,2 0,1Fonte: ISTAT e Ente Nazionale Risi.

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Riguardo all’allevamento, il 70% prati-ca quello bovino, con una dimensione media, espressa in numero di capi, più che doppia rispetto a quella nazio-nale (101 contro 45). Gli allevamenti da latte sono 8.463, pari al 16,8% di quelli italiani, con un numero di capi corrispondenti a poco più di un terzo di quelli allevati in Italia. L’allevamento suinicolo interessa 2.642

aziende, pari al 10,1% del totale na-zionale, che controllano da sole oltre il 51% dei capi allevati in Italia. Al contrario, minore risulta l’apporto dei comparti ovino e caprino, men-tre l’avicoltura regionale rappresenta una quota del 15,8% del totale dei capi allevati in Italia. È interessante nota-re come, nonostante il generale calo delle aziende rispetto al 2000, i capi

allevati siano aumentati nel comparto suinicolo (+24%), ovino (+17%) e ca-prino (+16,8%). I capi bovini allevati mostrano, invece, una contrazione su base decennale del 7,6%, comunque inferiore al calo delle aziende agricole.Secondo i dati congiunturali ISTAT 2011 sulle superfici investite e le quantità prodotte, i cereali occupa-no una significativa porzione della

Consistenze e produzioni degli allevamenti in Lombardia, 2011

Lombardia Italia Lombardia/ItaliaAllevamenti Numero Produzione Numero Produzione % % di capi (t) di capi (t) capi produz.Bovini - Carni bovine 1.578.976 369.500 5.897.525 1.427.100 26,8 25,9Suini - Carni suine 4.164.452 833.800 9.350.781 2.082.600 44,5 40,0Ovicaprini - Carni ovicaprine 145.426 900 8.902.556 62.700 1,6 1,4Pollame n.d. 320.200 n.d. 1.695.800 n.d. 18,9Vacche e bufale - Latte di vacca e bufala (000 hl) 549.225 42.177 1.991.515 110.395 27,6 38,2Pecore e capre - Latte di pecora e capra (000 hl) 121.896 31 7.920.616 5.675 1,5 0,5Uova (milioni di pezzi) n.d. 2.317 n.d. 13.166 n.d. 17,6Miele n.d. 1.700 n.d. 11.600 n.d. 14,7Fonte: ISTAT.

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SAU regionale (oltre 430.000 ha, pari circa al 44% della SAU) e rappresen-tano il 12,6% dell’intera superficie cerealicola italiana; la maggior parte delle superfici cerealicole è investita a granoturco (oltre 242.000 ha), in forte crescita rispetto al 2010 (+10%), e a riso (105.000 ha). La Lombardia garantisce il 29,5% della produzione nazionale di mais da granella e ben il 42,8% di quella risicola. Le superfici a semi oleosi, sostanzialmente stabili rispetto al 2010, vedono primeggiare la soia (20,3% della produzione nazio-nale), seguita dalla colza (18,9% della produzione italiana).Tra gli erbai prevale il mais ceroso (131.325 ettari) con una produzione pari al 49,4% del totale nazionale. Tra i prati avvicendati si segnala l’erba

medica, la cui coltura si estende su oltre 65.000 ettari, che realizza in Lombardia il 15,9% della produzione nazionale. Le foraggere permanenti sono rappre-sentate dal 51,8% da prato permanen-te mentre la restante parte è pascolo. Nel raffronto con il 2010, le superfi-ci a erbaio sono aumentate del 7,8% (+9,2% il mais ceroso), quelle a pra-to avvicendato del 7,6% e le foraggere permanenti dello 0,5%.Anche se le colture legnose assumo-no particolare rilievo e valorizzazio-ne a livello regionale, il loro peso in quantità è modesto. La produzione di frutta fresca è pari all’1,4% del totale italiano, con frazioni di poco supe-riori solo per mele e pere; in regione, inoltre, si produce il 3,1% dell’uva da

vino e lo 0,2% delle olive da olio nazio-nali. L’orticoltura è praticata su circa 14.000 ettari in piano campo e 2.400 ettari in serra.La forte vocazione zootecnica lombar-da è confermata dai dati delle consi-stenze zootecniche e delle produzio-ni realizzate nel 2011. La regione ha un peso preponderante nel settore suinicolo (44,5% delle consistenze e 40% delle produzioni) e in quello del latte vaccino (27,6% del patrimonio e 38,2% della produzione). Anche le quote di carne bovina (25,9%), pol-lame (18,9%), uova (17,6%) e miele (14,7%) sono significative. Si presen-ta nettamente più limitato, invece, il peso delle produzioni ovine e caprine, che è, rispettivamente, dell’1,4% per le carni e dell’0,5% per il latte.

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Dalla rilevazione contabile RICA1 2010 viene applicato il nuovo sistema di classificazione delle aziende che si fon-

da sul valore della produzione (stan-dard output - SO) e non più sul reddito lordo (RL). Trattandosi di produzione,

ciò determina una maggiore frequenza di aziende nelle classi di dimensio-ni più alte rispetto al passato: circa il

risultati economici delle aziende agricole

Risultati aziendali per classe di dimensione economica (DE) in Italia e Lombardia, 2010

Classe di DE % az. % SO Peso SAU UL/az. UBA/az. Kw/ha PLV/ha PLV/UL RN/ULFAM Costi RN % medio* media (ha) (€) (€) (€) correnti % ITALIA da 4.000 a 8.000 € 11,51 1,16 150,89 5,41 0,18 0,71 8,53 13.435 74.858 34.742 30,74 42,15 da 8.000 a 25.000 € 38,71 9,65 128,30 9,32 0,48 2,36 6,74 23.820 49.545 31.315 32,08 45,78 da 25.000 a 50.000 € 21,56 12,78 83,53 18,89 0,77 5,95 5,10 49.703 64.138 44.941 32,09 48,04 da 50.000 a 100.000 € 13,12 15,62 48,95 32,86 1,27 17,88 4,05 81.310 64.259 53.536 33,44 55,15 da 100.000 a 500.000 € 14,59 54,45 43,92 65,43 2,69 62,40 3,58 241.083 89.601 82.995 36,63 45,67 da 500.000 a 1.000.000 € 0,47 4,82 11,74 74,96 3,47 203,82 4,44 640.088 184.529 220.694 39,16 44,87 > = 1.000.000 € 0,04 1,51 1,00 117,32 6,72 643,65 3,22 1.477.252 219.720 402.166 49,27 39,38 Totale 100 100 76,05 22,56 0,95 14,93 4,60 70.898 74.529 58.006 34,95 47,31LOMBARDIA da 4.000 a 8.000 € 4,39 0,20 204,27 7,69 0,15 1,58 5,54 11.119 74.127 39.175 23,64 52,85 da 8.000 a 25.000 € 25,63 3,23 95,85 9,25 0,30 5,03 13,60 31.635 106.881 50.617 33,14 46,15 da 25.000 a 50.000 € 22,71 6,71 64,26 19,85 0,46 8,97 7,02 55.379 121.177 68.850 30,44 49,49 da 50.000 a 100.000 € 16,72 9,49 49,91 40,04 0,45 30,00 5,17 91.057 200.821 114.048 35,02 47,45 da 100.000 a 500.000 € 26,45 57,68 48,64 68,25 1,50 88,75 5,01 320.979 213.385 183.999 34,27 53,10 da 500.000 a 1.000.000 € 3,94 19,40 40,07 60,36 2,51 284,28 7,28 911.903 362.641 344.989 39,33 48,84 > = 1.000.000 € 0,16 3,29 1,00 97,50 3,73 1.095,93 5,81 1.270.604 340.574 321.518 51,80 39,90 Totale 100 100 56,20 34,50 0,77 44,84 6,06 159.273 208.197 151.867 35,32 50,79* Esprime il numero medio di aziende dell’universo rappresentate da una azienda del campione rilevato. Fonte: dati RICA INEA estesi all’universo mediante pesi di base elaborati dall’INEA.

1. Per informazioni sull’indagine RICA si veda www.rica.inea.it.

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30% delle aziende italiane risulta esse-re sopra i 100.000 euro di SO. Queste aziende rappresentano il 60% dello SO a livello nazionale seguendo i tradizio-nali confronti, mentre, a livello regio-nale, emerge che le aziende lombarde

arrivano a rappresentare circa l’80% dello SO regionale.Nel 2010, rispetto al 2009, si rileva-no mediamente maggiori dimensioni medie economiche delle aziende lom-barde che hanno comportato un au-

mento dei principali indicatori, quali la superficie agricola utilizzata (SAU) per azienda (+50%) e un aumento della produzione vendibile lorda (PLV) ad ettaro (+220%). Oltre a questi valori si riscontra una maggiore meccanizza-

Risultati aziendali medi dei principali paesi UE (media 2007-2009) (euro)*

% n. % RLS RLS a PL a PL/ULA RN/ha RN/ULF % sussidi azienda UE azienda azienda /PLFrancia 7,10 18,65 77,43 142.520 75.142 373 20.518 19,48Italia 14,78 16,48 32,90 56.806 41.460 1.590 26.357 10,01Spagna 12,97 13,44 30,60 45.461 32.318 687 20.860 16,32Germania 3,73 12,39 97,95 213.753 86.401 344 23.011 17,92Olanda 1,19 6,32 157,24 401.248 144.683 917 20.528 4,30Regno Unito 1,77 6,01 100,20 224.714 97.424 307 37.808 20,35Polonia 15,26 5,21 10,07 25.902 14.801 451 5.361 17,95Grecia 10,60 3,84 10,70 18.976 16.077 1.629 11.173 32,21Danimarca 0,65 2,52 114,50 297.851 187.321 -345 -33.917 11,10Belgio 0,64 2,30 105,67 200.132 98.754 1.074 30.687 12,16Lombardia 0,71 2,25 92,74 483.833 100.131 3.195 64.619 9,26Romania 17,13 2,19 3,78 11.966 7.115 382 3.215 15,21Austria 1,46 1,65 33,37 72.761 46.052 889 20.599 28,08Irlanda 2,13 1,61 22,20 42.822 37.896 417 17.767 46,97RICA UE 100,00 100,00 29,52 60.069 36.032 524 13.433 17,62* Ordinati in base al prezzo del paese. Fonte: FADN.

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Cerealicoltura specializzata, risultati aziendali medi in euro rappresentati dei principali paesi UE della RICA UE (triennio media 2007-2009)*

Paesi % n. RLS a PL/ha PL/ULA RN/ha RN/ULF sussidi/PL % ha % ha altri % ha % SAU non aziende azienda cereali seminativi foraggi coltivataFrancia 12,41 72,93 1.081 85.494 295 25.983 33,03 61,33 23,87 7,96 6,52Germania 3,08 108,83 1.143 104.653 182 31.827 29,88 61,58 24,21 10,93 3,27Regno Unito 3,47 96,50 1.107 114.812 317 51.653 29,33 54,71 17,60 18,64 7,15Spagna 13,92 23,36 523 41.764 329 29.208 36,47 66,28 11,47 3,70 17,22Italia 13,18 19,80 1.369 37.492 584 17.833 31,77 78,63 9,17 5,18 5,81Romania 19,35 6,45 476 12.942 146 6.304 28,67 70,35 26,41 1,61 1,35RICA UE 100,00 29,74 846 44.703 252 18.987 32,57 65,66 20,05 6,94 6,53Lombardia 1,87 34,43 2.021 47.814 904 23.768 30,94 88,98 3,04 4,79 2,53* Nella UE i paesi rappresentano il 77% del RLS totale, in Lombardia le aziende rappresentano il 25% del RLS italiano.Fonte: FADN.

zione ad ettaro (+30%), a fronte di una minore utilizzazione di manodopera (-20%), e una maggiore remunerazione del lavoro familiare (+260%). Un lieve decremento si riscontra, inve-ce, nell’incidenza dei costi correnti sul-la PLV, dei costi fissi e del reddito netto familiare (RN); esiste solo un analogo aumento progressivo dell’incidenza dei costi correnti e del RN all’aumentare della classe di dimensione economica.

Le aziende lombarde si possono assimi-lare, per dimensioni economiche, alle aziende dei paesi con le agricolture più avanzate (Olanda, Germania, Inghil-terra, Belgio, Danimarca), ma quan-to a produttività e remunerazione del lavoro familiare, la Lombardia non ha uguali. Tuttavia, in termini di produt-tività del lavoro, i livelli di Danimar-ca (187.000 euro) e Olanda (144.000 euro), paesi con agricoltura intensiva e

tesa al cosiddetto labour saving, ovvero a ridurre l’impiego di manodopera nei processi produttivi grazie alle innova-zioni, sono molto distanti e maggiori a quelli della Lombardia (100.000 euro).Attraverso i dati della FADN europea re-lativi al triennio 2007-2009, sono state analizzate le principali tipologie azien-dali per un confronto sia tra regione e Italia, sia tra regione e paesi che contri-buiscono in misura maggiore al reddito

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Viticoltura specializzata, risultati aziendali medi in euro rappresentati dei principali paesi UE della RICA UE (triennio media 2007-2009)*

Paesi % n. RLS a PL/ha PL/ULA RN/ha RN/ULF sussidi/PL % uva- % ha % ha % ha aziende azienda vino/PL vite cereali foraggiFrancia 21,25 101,81 8.324 66.233 2.007 30.013 1,80 93,63 70,38 11,96 6,35Italia 32,54 26,10 7.513 42.209 3.588 33.507 1,93 92,56 70,68 9,72 7,09Spagna 21,62 23,36 1.347 20.843 705 14.342 5,73 85,77 63,98 15,83 0,41Austria 3,11 64,83 3.429 39.796 1.291 17.866 16,95 66,45 28,66 44,56 4,48Germania 3,28 58,72 10.987 53.591 3.428 23.809 1,97 90,80 71,32 17,69 2,93Grecia 5,54 11,27 5.204 16.016 3.518 12.880 21,39 86,13 70,15 9,00 0,80RICA UE 100,00 41,03 5.285 40.949 1.845 23.632 3,24 91,31 66,84 13,93 4,17Lombardia 1,37 26,97 7.764 42.351 4.414 32.352 5,24 86,94 65,19 7,75 24,65* Nella UE i paesi rappresentano il 97% del RLS totale, in Lombardia le aziende rappresentano il 4% del RLS italiano.Fonte: FADN.

lordo standard (RLS) complessivo del gruppo preso in esame. Nel confron-to con l’Italia, le aziende della Lom-bardia sono sempre più performanti. Guardando agli orientamenti produtti-vi, nella cerealicoltura specializzata la Lombardia è lontana dalle dimensioni economiche delle aziende del Nord Eu-ropa (Francia, Inghilterra e Germania) ma presenta alti livelli di PLV/ha e RN/ha. La foraggicoltura e le superfici non

coltivate, invece, sono meno diffuse che altrove.Riguardo alla viticoltura, le aziende lombarde sono in linea con la situa-zione italiana. In Francia questa tipo-logia di aziende presenta una migliore performance in termini di PL/ha e PL/ULA; tuttavia, in termini di remunera-zione del lavoro familiare, le aziende lombarde si mantengono allo stesso livello. Anche in questo caso la viti-

coltura lombarda si accompagna a una diffusa foraggicoltura.Nella frutticoltura specializzata la re-gione presenta aziende sempre con alta performance per il RN sia a ettaro che per ULA, mentre la produttività è analoga a quella delle aziende france-si e tedesche. Le colture permanenti miste sono diffuse in Italia ma presen-tano bassa produttività; in Lombardia le aziende hanno risultati migliori, ma

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Bovine da latte specializzate, risultati aziendali medi in euro rappresentati dei principali paesi UE della RICA UE (triennio media 2007-2009)*

Paesi % n. RLS a PL/ha PL/ULA RN/ha RN/ULF sussidi/PL UBA/ha vacche a % PL % ha aziende azienda azienda latticini/PL foraggiGermania 12,40 73,07 2.474 85.258 566 24.906 19,25 1,38 48,57 69,45 73,48Francia 10,31 65,40 1.784 76.735 379 17.401 19,75 1,18 45,73 70,69 81,84Olanda 3,79 124,20 5.179 143.205 953 28.652 11,59 2,48 73,71 81,33 96,65Regno Unito 3,12 130,19 3.050 126.345 655 41.751 11,06 1,85 115,77 76,06 91,69Italia 4,43 70,86 5.987 89.238 2596 46.717 8,77 2,51 48,00 71,94 84,20Irlanda 3,72 59,44 2.174 76.136 782 31.297 19,06 1,84 55,39 70,66 97,72RICA UE 100,00 42,51 2.477 51.899 672 16.648 17,33 1,41 32,72 71,26 79,74Lombardia 1,09 140,18 7.979 138.414 3825 84.006 9,30 3,30 83,39 72,92 77,34* Nella UE i paesi rappresentano il 70% del RLS totale, in Lombardia le aziende rappresentano il 49% del RLS italiano. Fonte: FADN.

Bestiame da latte, allevamento e ingrasso combinate, risultati aziendali medi in euro rappresentati dei principali paesi UE della RICA UE (triennio media 2007-2009)*

Paesi % n. RLS a PL/ha PL/ULA RN/ha RN/ULF sussidi/PL UBA/ha % PL latte % PL % ha aziende azienda /PL carne/PL foraggiFrancia 16,29 47,17 829 55.261 172 12.248 46,62 1,14 15,08 68,73 89,31Italia 11,96 52,16 2.743 63.735 1.253 33.645 12,42 1,55 41,28 33,90 85,54Germania 4,18 65,52 1.386 67.287 239 16.112 35,53 1,17 24,44 43,00 74,64Irlanda 19,26 12,80 568 22.184 314 12.630 84,02 1,10 2,80 78,88 98,54Belgio 2,29 86,10 2.225 80.826 671 24.642 27,09 2,19 18,33 57,32 83,02Regno Unito 3,84 38,67 725 57.746 204 18.820 51,03 1,16 2,65 72,42 96,48RICA UE 100,00 28,93 1.050 38.683 371 15.083 38,62 1,13 21,74 52,65 87,16Lombardia 0,83 81,90 7.416 111.712 3.130 51.604 10,89 4,23 40,10 38,09 66,06* Nella UE i paesi rappresentano il 78% del RLS totale, in Lombardia le aziende rappresentano il 11% del RLS italiano. Fonte: FADN.

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Granivori (suini e avicoli) specializzati o combinati, risultati aziendali medi in euro rappresentati dei principali paesi UE della RICA UE (triennio media 2007-2009)*

Paesi % n. RLS a PL/ha PL/ULA RN/ha RN/ULF sussidi % UBA % PL carne % PL carne e % ha aziende azienda /PL /ha maiale/PL uova avicoli/PL cerealiSpagna 11,55 177,52 8.809 110.970 2.344 38.951 2,61 17,28 58,52 16,24 54,09Italia 4,94 365,18 19.142 166.935 8.245 122.774 2,00 24,72 63,42 18,75 70,72Germania 7,30 127,12 5.435 154.562 382 15.601 6,42 5,03 73,25 6,93 65,80Polonia 33,36 18,03 4.262 37.704 942 9.515 5,90 3,16 36,20 48,82 85,59Olanda 3,84 150,34 77.488 378.927 1.069 7.031 0,70 70,84 64,44 28,88 20,25Francia 5,29 103,38 12.885 176.396 699 12.838 2,93 17,45 54,97 26,51 59,75RICA UE 100,00 86,32 9.650 97.237 1.369 20.302 3,80 10,74 56,09 27,77 67,55Lombardia 1,26 603,76 20.394 255.383 10.624 270.262 2,27 22,38 79,70 8,20 85,38* Nella UE i paesi rappresentano il 75% del RLS totale, in Lombardia le aziende rappresentano il 42% del RLS italiano.Fonte: FADN.

Allevamenti misti, risultati aziendali medi in euro rappresentati dei principali paesi UE della RICA UE (triennio media 2007-2009)*

Paesi % n. RLS a PL/ha PL/ULA RN/ha RN/ULF sussidi % UBA % PL carne % PL carne e % ha aziende azienda /PL /ha maiale/PL uova avicoli/PL cerealiPolonia 41,46 8,53 1.253 10.507 376 3.249 22,12 17,44 45,78 10,61 31,13Francia 3,30 89,84 2.979 111.671 383 16.052 13,16 24,01 47,86 13,00 67,81Germania 2,44 99,30 3.100 103.110 255 13.484 14,03 21,94 51,33 10,07 45,51Italia 2,60 45,08 2.882 44.608 1146 21.023 10,66 24,91 30,11 11,72 58,60Spagna 3,13 25,28 972 41.742 484 22.047 16,94 11,79 66,59 16,61 78,67Danimarca 0,04 221,56 4.671 227.329 -872 -117.227 10,72 24,35 44,37 8,89 38,70RICA UE 100,00 14,91 2.012 21.138 423 4.863 15,51 22,25 43,57 10,06 49,36Lombardia 0,07 145,57 12.487 170.523 6735 198.603 7,08 39,48 42,27 5,98 30,00* Nella UE i paesi rappresentano il 74% del RLS totale, in Lombardia le aziende rappresentano il 9% del RLS italiano.Fonte: FADN.

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sempre distanti dall’Olanda capofila del gruppo di paesi. In questo caso, le superfici a cereali accompagnano quel-le delle colture permanenti.Riguardo alla bovinicoltura specia-lizzata da latte, per la quale la Lom-bardia è il maggiore produttore nazio-nale, le aziende regionali presentano

livelli di produttività ad addetto ana-loghi a quelli di Inghilterra e Olanda. Le aziende lombarde, però, hanno un carico di bestiame molto più alto che si traduce in un alto livello sia della produttività a ettaro sia della remu-nerazione del lavoro familiare. Gli al-levamenti a granivori, di grandissime

dimensioni e con un grande carico di bestiame, presentano una remu-nerazione del lavoro familiare eleva-tissima. In questa tipologia di azien-de, così come presenti nel campione RICA, si accompagna all’allevamento una diffusa cerealicoltura per la pro-duzione dei mangimi.

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Il valore del credito agrario erogato in Lombardia nel 2011 ammonta a 8,5 miliardi di euro, a fronte di una consi-stenza di 43,8 miliardi di euro in ambito nazionale. Nell’ultimo biennio la varia-zione della consistenza del credito agra-rio, su base annua, non cambia: passa dal +8,3% del 2010 al +8,2% del 2011, in Lombardia, e dal +7,5% al +7,1% in Italia, mentre sul credito totale erogato, in regione e in ambito nazionale, passa rispettivamente dall’1,6% al’1,7% e dal 2,4 al 2,3%.La consistenza del credito agrario per ettaro di SAU, che per il totale Italia è di 3.398 euro, in Lombardia si attesta a 8.593 euro ed evidenzia una forte va-riabilità: dai 1.474 euro delle aziende agricole della provincia di Sondrio ai 12.364 euro di quelle cremonesi.Il credito agrario in sofferenza ammon-ta a 524 milioni di euro ed è pari al 6,7% del credito agrario regionale; si tratta di un tasso in forte crescita rispetto al

credito agrario

La consistenza del credito in Lombardia e Italia (mio. euro), 2011

Credito Credito totale Credito Credito agrario totale in sofferenza agrario in sofferenzaBergamo 38.853 2.145 736 31Brescia 62.903 2.959 2.077 197Como 16.347 741 134 9Cremona 11.191 710 1.688 121Lecco 9.657 502 49 1Lodi 6.417 271 555 8Mantova 15.672 795 1.392 42Milano 284.877 8.916 767 34Monza e Brianza 24.447 1.075 87 3Pavia 12.284 932 799 71Sondrio 4.485 111 110 1Varese 21.800 1.341 90 6Lombardia 508.933 20.498 8.463 524Italia 1.939.793 104.315 43.781 3.654Lombardia/Italia (%) 26,2 19,7 19,3 14,3

Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia.

2010, ma molto più basso di quello che si riscontra a livello nazionale, dove il suo peso sul credito agrario complessi-vo si attesta all’8,9%.La componente del credito agrario con durata superiore ai cinque anni preva-le nettamente sulle altre due tipologie (quella inferiore all’anno e quella di du-

rata compresa tra 1 e 5 anni), sia a livel-lo nazionale (63,7%) sia in Lombardia (68,0%). La sua distribuzione in regione varia a livello provinciale, attestandosi sopra il 71% nelle province di Brescia, Cremona e Bergamo e mantenendosi al di sotto del 60% nelle province di Mila-no, Bergamo, Sondrio e Pavia.

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Credito agrario per ettaro di SAU in Lombardia e Italia (euro), 2011

Sondrio

Pavia

Lecco

Como

Varese

Mantova

Lombardia

Monza e Brianza

Lodi

Bergamo

Brescia

Milano

Cremona

Italia

0 3000 6000 9000 12000 15000

Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia.

Distribuzione percentuale per tipologie del credito agrario in Lombardia e Italia, 2011

0 20 40 60 80 100

Durata > 5 anni

Durata < 1 anno

Durata tra 1 e 5 anni

Italia

Lombardia

Bergamo

Brescia

Como

Cremona

Lecco

Lodi

Mantova

Milano

Monza e Brianza

Pavia

Sondrio

Varese

Fonte: elaborazioni su dati Banca d’Italia.

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Anche nel 2011 il mercato fondiario in Lombardia ha visto diminuire ulterior-mente gli scambi. Le compravendite dei fondi rustici si sono concentrate quasi esclusivamente nelle aree di pianura e nella collina “ricca”, interessando generalmente appezzamenti di medie dimensioni e, in pochi casi, aziende ac-corpate, ampie e ben strutturate.Nelle zone di montagna il mercato si rileva modesto o inesistente e limitato agli appezzamenti di fondovalle prossi-mi alle strade e ai centri urbani. Analo-gamente agli anni precedenti, nel 2011 si è assistito ad una lievitazione seppur modesta dei valori fondiari per gli al-peggi privati, a seguito dell’applicazione della PAC. In collina le quotazioni si mantengono elevate, ma anche dove gli ordinamenti specializzati, come vigneti, oliveti e or-ticole da pieno campo o da IV gamma, assicurano redditi più elevati si eviden-ziano flessioni dei prezzi massimi. Il

mercato fondiario

Valori fondiari medi in Lombardia (migliaia di euro/ha di SAU), 2011

Zona altimetrica Totale Var. % Montagna Collina Pianura 2011/2010

Varese 15,0 27,3 41,0 28,3 0,0Como 5,7 29,4 26,6 16,1 0,0Sondrio 6,2 - - 6,2 0,0Milano - 26,7 39,2 39,0 1,8Bergamo 12,8 36,2 69,2 39,9 0,0Brescia 9,3 49,6 51,0 40,0 -1,5Pavia 7,2 24,3 32,5 30,5 -0,2Cremona - - 35,6 35,6 0,0Mantova - 63,8 45,4 46,8 0,0Lecco 6,8 30,4 - 18,3 0,0Lodi - - 44,4 44,4 3,0Lombardia 8,4 38,3 42,3 35,1 0,0Italia 11,4 14,2 32,2 19,4 0,6Fonte: INEA, Banca dati dei valori fondiari.

mercato nelle zone di collina general-mente ha mantenuto una fase riflessi-va, orientata alla stabilità dei valori fon-diari, mentre in pianura è aumentato il divario fra il mercato delle aziende produttrici di alimenti e quello degli ap-pezzamenti.

In larga parte il mercato ha riguardato appezzamenti, spesso destinati ad altre opportunità di reddito, come l’esercizio dell’agriturismo e del turismo rurale o l’insediamento di strutture destinate alla produzione di energia da fonti rin-novabili.

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Le transazioni per la maggior parte sono risultate legate agli espropri con-seguenti alla realizzazione delle grandi opere, soprattutto nelle zone della fa-scia dell’alta pianura e della collina pre-alpina, come nel caso dell’interconnes-sione Pedemontana Bre.Be.Mi e delle opere accessorie. A fronte della stabilità dei valori stimati e dei prezzi, in apparente contraddizio-ne rispetto alla flessione della doman-da, risultano contrazioni che intaccano moderatamente i valori medi in alcu-ni territori. Il mercato fondiario della provincia di Brescia subisce flessioni stimate nel 2% circa, mentre l’Oltrepò Pavese, in particolare per i suoli in-vestiti a vigneto, arretra del 3% circa. Nella provincia di Lodi e nel Milanese Abbiatense si segnalano rivalutazioni modeste, intorno al 3%. In particolare nel milanese, il mercato è trascinato da produzioni e servizi innovativi quali l’agriturismo, l’allevamento di cavalli e

la produzione di energia da biomasse. A livello regionale i casi di grandi aziende compravendute si accompagnano, inve-ce, a valori prossimi ai prezzi massimi

rilevati negli ultimi anni che superano, per unità di superficie, quelli propri de-gli appezzamenti. La domanda di terreni è espressa dagli

Andamento del prezzo della terra in Lombardia e Italia*

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

40.000

1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011

Lombardia

Media nazionale

* Euro/ettaro di SAU, prezzi correnti.Fonte: INEA, Banca dati dei valori fondiari.

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Canoni per contratti d’affitto in Lombardia (euro/ettaro), 2008-2011

Anni/contratti 2008 2009 2010 2011Contratti in deroga per seminativi e prati (VA) 150 150 155 170Terreni per florovivaismo (CO) 380 380 400 440Contratti per prati (CO e LC) 240 240 250 275Contratti per alpeggi (a corpo) nella montagna (SO) 55 55 55 55Contratti stagionali per ortaggi nella collina di Bergamo 2.150 2.150 2.100 2.100Contratti in deroga per seminativi nella pianura bresciana 850 850 900 900Contratti in deroga per risaie (PV) 675 675 750 825Contoterzisti per seminativi irrigui (MI) 550 550 600 660Contratti in deroga per seminativi irrigui (LO) 700 700 750 825Contratti stagionali per pomodori e ortaggi (Casalasco, CR) 850 750 900 900Contratti per la fornitura di biomasse a impianti da FER* (CR) nd nd 1.350 1.350Contratti stagionali per ortaggi (Viadananese e Oltrepò, MN) 1.200 1.100 1.000 1.050* Fonti energetiche rinnovabili.Fonte: INEA, Banca dati dei valori fondiari (dati su interviste).

imprenditori agricoli che vogliono am-pliare la dimensione aziendale, mentre gli investitori extra-agricoli interven-gono quasi esclusivamente tramite la costituzione di società agricole, utili a conseguire i benefici fiscali propri dei coltivatori diretti.In Lombardia l’affitto è largamente pre-sente specie in alcune province; i dati del 6° Censimento generale dell’agricol-tura mostrano che la SAU in affitto, pari a 488.206 ettari, supera la SAU in pro-prietà, pari a 449.308 ettari; sulla base dei dati provvisori si era valutato un aumento del 13% della SAU in affitto ri-spetto al 2000 e un aumento delle azien-de condotte in solo affitto. In ordine ai canoni d’affitto, il 2011 segna un anda-mento al rialzo, sebbene rispetto agli ultimi anni si inizi ad intravedere una certa stabilità. Nelle province di Berga-mo, Como, Lecco, Lodi, Milano, Pavia e Varese si registrano gli aumenti maggio-ri. I canoni d’affitto aumentano soprat-

tutto in occasione dei rinnovi contrat-tuali, in presenza di colture di pregio o in presenza di impegni di rispetto della direttiva sui nitrati o, in particolare. per i suoli affittati dagli enti, i quali hanno chiesto aumenti contrattuali in denaro e in miglioramenti fondiari a fronte di contratti di lunga durata (15 anni). Fa eccezione il Comune di Milano che ha

scelto, per i fondi di proprietà, di mo-derare i canoni in vista di Milano Expo 2015. Le produzioni energetiche da fonti rinnovabili sono sostenute dalla tariffa onnicomprensiva; dopo il forte aumento nelle aree ove è più elevata la presenza di impianti a biogas, i canoni si sono stabilizzati.

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MULTIfUNzIONALITà E AGRICOLTURA

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La Lombardia detiene una superfi-cie irrigabile di circa 693.000 ettari, pari al 18,5% della superficie irrigabile nazionale, la quota regionale massi-ma. La superficie irrigabile interessa il 69% della SAU regionale, mentre la superficie irrigata, che ammonta a ol-tre 581.000 ettari e rappresenta l’84% della superficie irrigabile, è pari al 57,8% della SAU. Se si considera la superficie irrigata, il peso sul totale nazionale sale dal 18,5% al 24%. Le aziende irrigate, pari a circa 27.000 unità, rappresentano il 6,8% delle aziende irrigate. Nel territo-rio lombardo è situato il 44% della su-perficie irrigata rientrante nella classe oltre i 100 ettari di superficie irrigata. Delle circa 31.000 aziende irrigabili, solo il 3,8% (pari a 1.184 unità) uti-lizza servizi di consulenza irrigua, per una superficie pari al 5,5% della su-perficie irrigabile; il loro peso a livello nazionale risulta ancora inferiore e

gestione delle risorse idricheAziende e relativa superficie irrigata - Incidenza su aziende totali e superficie coltivata, 2010

Aziende con Superficie % aziende con % superficie superficie irrigata irrigata (ha) superficie irrigata irrigata su SAU1

su totale aziende1

Lombardia 27.039 581.714 50,4 57,8Italia 398.979 2.418.921 24,7 18,7Italia-Nord 158.172 1.591.746 40,1 34,5Italia-Centro 33.002 145.102 13,1 6,6Italia-Sud 207.805 682.072 21,4 11,11 Il totale delle aziende e delle superfici comprende SAU e arboricoltura da legno. Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.

Superficie irrigata per sistema di irrigazione, 2010

Sistemi di irrigazione (%) Scorrimento superficiale Sommersione Aspersione Microirrigazione Altro ed infiltrazione laterale sistemaLombardia 57,6 14,6 25,8 1,4 0,6Italia 30,9 9,1 39,6 17,5 2,8Italia-Nord 40,8 13,4 36,4 7,7 1,7Italia-Centro 10,1 0,5 61,8 22,0 5,5Italia-Sud 12,4 1,1 42,5 39,3 4,8

Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.

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Presenza di servizi di consulenza irrigua in aziende con superficie irrigabile*, 2010

Aziende e superficie irrigabile Presenza di servizi di consulenza irrigua aziende ha aziende ha aziende ha % su aziende % su superficie % % irrigabili irrigabileNord-Ovest 77.154 1.160.257 14,2 30,9 1.711 49.906 2,2 4,3 Lombardia 31.310 693.718 5,7 18,5 1.184 37.989 3,8 5,5 Nord-Est 131.565 1.151.642 24,1 30,7 3.558 64.422 2,7 5,6 Centro 54.792 328.177 10,1 8,8 799 12.153 1,5 3,7 Sud 196.921 749.024 36,1 20,0 1.187 12.063 0,6 1,6 Isole 84.565 360.413 15,5 9,6 865 8.424 1,0 2,3 Italia 544.997 3.749.514 100,0 100,0 8.120 146.968 1,5 3,9

* E/o sistemi di determinazione del fabbisogno irriguo. Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.

Superficie irrigata per fonte di approvvigionamento dell’acqua irrigua, 2010

Fonte di approvvigionamento Acque sotterranee Acque superficiali Acque superficiali Acquedotto, consorzio Acquedotto, consorzio Altra all’interno o nelle all’interno dell’azienda al di fuori dell’azienda di irrigazione e bonifica di irrigazione e bonifica fonte vicinanze dell’azienda (bacini naturali (laghi, fiumi o altro ente irriguo o altro ente irriguo ed artificiali) o corsi d’acqua) con consegna a turno con consegna a domandaLombardia 7,4 2,3 11,3 59,1 17,7 2,3Italia 25,5 5,1 10,0 33,2 22,5 3,7Italia-Nord 15,6 3,7 11,9 42,9 23,1 2,8Italia-Centro 47,2 14,1 15,5 6,6 12,0 4,6Italia-Sud 44,0 6,4 4,3 16,2 23,5 5,7Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.

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pari all’1,5% per le aziende e al 3,9% per la superficie. A livello provinciale, Sondrio presenta valori percentuali superiori alla media regionale.Per quanto riguarda i sistemi di irriga-zione, si riscontra l’uso in prevalenza dello scorrimento superficiale e della infiltrazione laterale (57,6% della su-perficie irrigata contro il 30,9% nazio-nale), seguito dall’aspersione (25,8%, valore inferiore alla media nazionale) e dalla sommersione (14,6%, valore su- periore alla media nazionale). L’in-cidenza percentuale della microirri-gazione (1,4%) appare decisamente contenuta.Il 76,8% della superficie irrigua regio-nale è approvvigionata tramite acque-dotti, consorzi di bonifica e irrigazio-ne o altri enti irrigui; i tre quarti di questa superficie sono serviti con con-segna a turno, la restante parte con consegna a domanda. Il 13,6% della superficie irrigua dipende da acque

Ente Irriguo Superfici (ha) Amministrativa Attrezzata IrrigataEst Ticino Villoresi 278.258 118.041 118.041 Media Pianura Bergamasca 77.550 22.984 22.984 Adda Serio 56.537 27.885 27.885 Muzza Bassa Lodigiana 72.690 52.080 52.080 Sinistra Oglio 52.300 11.161 11.161 Mella e dei Fontanili 48.300 28.316 28.316 Naviglio Vacchelli 56.621 - 3.785 Dugali 54.581 20.695 14.960 Medio Chiese 55.874 19.663 19.663 Fra Mella e Chiese 36.098 1.545 1.545 Alta e Media Pianura Mantovana 57.878 47.144 39.584 Navarolo, Agro mantovano Cremonese 47.792 34.907 34.907 Colli Morenici del Garda 21.104 10.287 10.033 Sud Ovest Mantova 27.955 20.259 20.259 Fossa di Pozzolo 48.488 41.031 31.677 Terre dei Gonzaga in destra Po 41.410 40.530 40.530 Associazione Irrigazione Est Sesia1 122.754 136.815 127.558 Burana1 17.616 86.173 50.205 Totale Lombardia2 1.173.806 719.516 655.173 1 Dati riferiti esclusivamente al territorio lombardo. Per gli enti interregionali, in relazione all’estensione e al grado di interconnessione della rete irrigua, è possibile scorporare tra le regioni solo la superficie amministrativa.2 Sono esclusi i consorzi con funzione esclusivamente di bonifica.Fonte: elaborazioni su dati SIGRIAN, 2009.

Superfici degli enti irrigui in Lombardia

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superficiali, mentre il 7,4% da risorse idriche sotterranee.Secondo il SIGRIAN (Sistema infor-mativo per la gestione delle risorse idriche in agricoltura a livello nazio-nale), la rete irrigua regionale risulta gestita da 18 enti irrigui, per una su-perficie attrezzata di 719.516 ettari ed una irrigata di 655.173 ettari. Tali

dati, tuttavia, sono comprensivi di al-cune superfici extraregionali.La lunghezza complessiva della rete gestita dagli enti irrigui è di circa 4.500 km, tenendo solo conto della rete irrigua principale ed escludendo quella privata. Ponendo l’attenzione sulle caratteristiche della rete irrigua, si nota come il 58% della stessa pre-

senta una duplice funzione di bonifica e irrigazione. Quasi tutti i canali sono a cielo aperto (89,6%), mentre le ope-re di presa sono caratterizzate da cap-tazione da falda (35%), presa da fiume (30%), captazione da sorgente (16,7%) e da canale (14,3%).

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La superficie forestale regionale è quantificata in 620.122 ettari, corri-spondente al 26% della superficie to-tale lombarda. Nel 2011 le aree boschive presentano, rispetto all’anno precedente, un mode-sto incremento di 1.079 ettari (+0,2%), dovuto alla costituzione di 266 ettari di bosco di origine artificiale e di 989 ettari di riforestazione naturale a fron-te di 176 ettari di trasformazioni. L’in-cremento risulta ascrivibile alle nuove forestazioni in pianura e montagna; in particolare, le province di Mantova e Cremona registrano un incremento annuo delle superfici forestali, rispet-tivamente, del 3% e del 2%.Naturalmente, la superficie foresta-le risulta maggiormente concentra-ta nelle aree montane (80% circa) e in minor misura in pianura (7%) e collina (13%). A livello provinciale il 27,3% delle foreste risulta situato in provincia di Brescia, mentre il 18,5% e

foreste

Ripartizione della superficie a bosco per provincia in Lombardia, 2010

Fonte: ERSAF, Rapporto sullo stato delle foreste in Lombardia.

Bergamo

Brescia

Como

Cremona

Lecco

Lodi

Mantova

Milano

Monza e Brianza

Pavia

Sondrio

Varese

18,4%8,9%

0,6%6,9%0,4%

0,5%1,7%

10,2%

0,5%

18,5%

27,3%6,0%

il 18,4%, rispettivamente, in quelle di Sondrio e di Bergamo.L’incidenza del bosco sulla superficie

territoriale risulta maggiore nelle aree montane (50,9%), mentre è molto li-mitata negli areali di pianura (4,1%).

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Il tasso di copertura forestale del ter-ritorio vede il primato della provincia di Lecco (52,3%), seguita da quelle di Como (49,3%), Varese (45,6%) e Ber-gamo (42%). All’opposto si colloca la provincia di Mantova, con solo l’1,3% della superficie coperta da formazioni boscose, seguita da quelle di Cremona (1,9%) e Lodi (3,4%).Riguardo alle denunce di taglio, nel 2011 si è avuto un incremento del 6,2% rispetto all’anno precedente; tale incremento si riduce all’1,8% in termini di superfici al taglio e all’1,3% relativamente alle masse tagliate. Il 74% della produzione di legname deri-vante da taglio del bosco è destinato a finalità energetiche, la restante parte è rappresentata da legname da opera. Alla produzione complessiva di circa 600.000 mc di legname derivante da tagli forestali vanno aggiunte produ-zioni fuori foresta di pioppo da ripa e di pioppo da pioppeto.

Incidenza del bosco sulla superficie territoriale in Lombardia, 2010

Sup. territoriale (ha) di cui a Bosco (ha) % Bosco/Sup. territorialeProvince

Bergamo 272.286 114.368 42,0Brescia 478.436 169.514 35,4Como 128.807 63.459 49,3Cremona 177.057 3.412 1,9Lecco 81.617 42.704 52,3Lodi 78.236 2.662 3,4Mantova 233.884 2.973 1,3Milano 157.659 10.722 6,8Monza e Brianza 40.549 3.372 8,3Pavia 296.470 37.475 12,6Sondrio 321.190 114.779 35,7Varese 119.871 54.681 45,6Fascia altimetrica Pianura 1.122.637 45.724 4,1Collina 296.362 81.672 27,6Montagna 967.281 492.727 50,9Lombardia 2.386.280 620.123 26,0Fonte: ERSAF, Rapporto sullo stato delle foreste in Lombardia.

Sotto il profilo della pianificazione forestale in Lombardia sussistono 24 piani di indirizzo forestali e 120 pia-

ni di assestamento forestale vigenti, che interessano circa il 25% della su-perficie forestale regionale. Gli ettari

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Denunce di taglio bosco e relative produzioni in Lombardia

2010 2011 var.% 2010/11

Richieste di taglio (n.) 21.956 23.307 6,2- di cui fustaie 2.987 2.748 -8,0- di cui cedui 18.969 20.559 8,4- di cui fino a 600 m slm 12.956 13.204 1,9- di cui da 600 a 1.000 m slm 6.037 6.577 8,9- di cui oltre 1.000 m slm 2.963 3.526 19,0

Superficie al taglio (ha) 8.675 8.827 1,8- di cui fustaie 2.323 2.463 6,0- di cui cedui 6.351 6.364 0,2- di cui fino a 600 m slm 4.339 3.276 -24,5- di cui da 600 a 1.000 m slm 2.395 3.010 25,7- di cui oltre 1.000 m slm 1.940 2.541 31,0

Massa richiesta al taglio (mc) 599.071 606.944 1,3- di cui fustaie 151.782 166.797 9,9- di cui cedui 447.289 440.147 -1,6- di cui fino a 600 m slm 308.818 290.976 -5,8- di cui da 600 a 1.000 m slm 159.046 153.851 -3,3- di cui oltre 1.000 m slm 131.207 162.117 23,6- di cui da opera 159.326 138.691 -13,0- di cui per uso energetico 439.744 451.172 2,6Fonte: DG Sistemi Verdi e Paesaggio Regione Lombardia.

Composizione della superficie forestale per tipologie in Lombardia, 2010

Tipi forestali Ripartizione %Querco-carpineti e carpineti 1,1Querceti 7,2Castagneti 13,4Orno-ostrieti 10,9Aceri-frassineti 3,9Betuleti e corileti 3,3Faggete 15,1Mughete 1,0Pinete di pino silvestre 2,3Piceo-faggeti 1,5Abieteti 2,6Peccete 12,8Lariceti e cembrete 6,8Alneti 2,4Formazioni particolari 0,8Formazioni antropogene 7,9Formazioni pre-forestali 2,9Aree boscate non classificate 3,9

Totale 100,0Fonte: ERSAF, Rapporto sullo stato delle foreste in Lombardia.

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di superficie boschiva che ricadono nell’ambito delle aree Natura 2000 sono 126.000.La gestione e lo sfruttamento econo-mico delle risorse forestali lombarde è esercitato da 24 consorzi forestali e da 191 imprese boschive iscritte all’albo regionale. A questi si aggiungono l’En-te regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste (ERSAF) e gli enti fore-

stali (province, comunità montane, parchi e riserve). I consorzi forestali gestiscono 103.000 ettari di superfici, di cui 64.000 a bosco, mediante l’au-silio di 266 addetti, mentre almeno 500 sono gli occupati nelle imprese forestali.Le politiche regionali in campo fore-stale prevedono l’azione congiunta di diverse misure del PSR; in particolare,

la misura 221 prevede il finanziamen-to di impianti boschivi permanenti a ciclo medio-lungo per legname di pre-gio e a ciclo breve per biomassa e a pioppeto (1.000 ettari circa di nuovi impianti ammessi a finanziamento nel 2010). Nel 2010 l’iniziativa “10.000 ettari di nuovi boschi e sistemi verdi multifunzionali” ha visto il collaudo di 280 ettari di boschi.

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La vocazione zootecnica dell’agricol-tura lombarda di pianura e le neces-sità legate allo smaltimento dei reflui, unitamente all’incentivazione econo-mica alla filiera agroenergetica, hanno portato negli ultimi anni ad una forte crescita degli impianti di biogas.La Lombardia, con oltre il 40% del to-tale nazionale degli impianti operativi per la produzione di biogas di origine agrozootecnica presenti sul proprio territorio, si attesta come la regione leader nello sviluppo del settore.Partendo dai dati del Centro ricerche produzioni animali (CRPA) e della Re-gione Lombardia-Gruppo Ricicla, re-lativi agli impianti operativi nel 2011 nelle province di Brescia, Cremona e Lodi, si stima che siano presenti in re-gione 286 impianti a biogas, con una potenza elettrica installata complessi-va di 226 MWe e una potenza media di 0,8 MWe.Il legame con l’attività zootecnica ri-

agroenergie

Impianti a biogas in Lombardia, 2011

Impianti (n.) Potenza elettrica installata (MWe)1 Potenza media (kWe)1

Bergamo* 7 4,1 582Brescia** 55 40,3 733Cremona** 122 92,2 755Lodi** 39 36,5 935Mantova* 35 28,3 807Milano* 4 4,0 999Pavia* 23 20,4 888Sondrio* 1 0,6 640Lombardia 286 226,3 7921 Potenza energia elettrica. Fonte: elaborazioni su dati CRPA* e Regione Lombardia-Gruppo Ricicla**.

Distribuzione % delle aziende con impianti di produzione di energia rinnovabile per tipologia e ripartizione, 2010

Lombardia Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud Isole ItaliaEnergia eolica 2,1 4,7 11,0 17,1 50,0 17,3 100,0 Biomassa 14,8 32,5 46,4 13,1 6,9 1,1 100,0 Biogas 42,8 55,4 33,1 6,3 3,3 1,8 100,0 Produzione di energia solare 9,5 20,8 42,3 20,2 9,9 6,8 100,0 Produzione di idroenegia 3,7 21,5 63,4 9,9 3,5 1,7 100,0 Altre fonti di energia rinnovabile 7,4 21,2 24,8 24,7 24,2 5,1 100,0 Aziende con impianti 9,6 21,2 40,6 19,7 12,2 6,4 100,0Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.

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Impianti di teleriscaldamento a biomasse agroforestali in Lombardia, 2011

Localizzazione Società Pot. termica Caldaie (n.) Utenze della centrale di gestione installata (MWt) servite (n.)

Tirano (SO) T.C.V.V.V. 20 3 691Sellero Novelle (BS) T.S.N. 12,9 1 415Collio (BS) F.R. Alta Val Trompia 12,9 1 320Sedrina (BG) Servizi Comunali Sedrina 12,9 1 200S.Caterina Valfurva (SO) T.C.V.V.V. 12 2 54Sondalo (SO) T.C.V.V.V 10 2 361Piancogno (BS) Integra 5,5 2 200Abbiategrasso (MI) I Leprotti 1,5 1 10Marchirolo (VA) Energia Legno Varese 1 1 8Ospitaletto (BS) Fraternità Agricola Onlus 0,9 1 2

Fonte: elaborazioni su dati DIG – Politecnico di Milano.

sulta particolarmente evidente dall’a-nalisi della distribuzione territoriale degli impianti, collocati principalmen-te nelle province di Cremona e Bre-scia, che complessivamente detengono il 60% dell’energia elettrica derivante da biogas di origine agrozootecnica in Lombardia.Risulta interessante osservare come la tipologia di impianti più diffusa in regione sia quella con classe di poten-za da 0,75 a 1 MWe; tale dimensio-namento permette agli imprenditori agricoli lombardi di sfruttare al mas-simo i vantaggi derivanti dalla tariffa omnicomprensiva, valida per gli im-pianti fino a 1 MWe. Gli impianti di di-mensione oltre 1 MWe rappresentano solo il 7% del totale.La produzione di bioenergie ha trova-to una via di sviluppo anche nelle aree montane, dove l’avvio della filiera le-gno-energia ha permesso di valorizza-re le risorse forestali per la produzio-

ne sia di calore sia di energia elettrica. In particolare, nel 2011 risultano at-tivi in Lombardia 14 impianti a bio-massa destinati prevalentemente al-la produzione di calore e, in misura minore, di energia elettrica, concen-trati prevalentemente nelle province di Sondrio e Brescia. Gli impianti ali-mentano 19 caldaie, la cui potenza è

di circa 100 MWt, pari al 25% della potenza delle centrali a riscaldamen-to a biomasse agroforestali nazionali. Questo dato colloca la Lombardia nel-la seconda posizione nazionale dopo il Trentino-Alto Adige.Per la produzione di biocarburanti (bioetanolo e biodiesel) sono presenti in Lombardia 5 impianti di trasfor-

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mazione con una capacità produttiva pari a circa 670.000 tonnellate (dati 2010). Tale capacità è pari a circa un terzo di quella nazionale che è, in ogni caso, quasi totalmente slegata dalla produzione di materia prima locale.Secondo i dati del Gestore Servizi Energetici, la quota di energia di ori-gine fotovoltaica prodotta dal setto-re agricolo in Lombardia, nel 2011, ammonta al 17% del totale nazionale, dato leggermente superiore alla media delle regioni italiane.Secondo i dati del 6° Censimento ISTAT gli impianti per la produzione di energia rinnovabile da energia so-lare risultano essere i più diffusi nelle aziende agricole lombarde con im-pianti (79,2%), in analogia con quanto avviene in Italia (80,2%). In Lombar-

dia seguono, diversamente che a livel-lo nazionale, gli impianti a biomassa (14,4%), tra cui quelli a biogas. Consi-derando la singola tipologia di impian-to risulta particolarmente rilevante il peso delle aziende con impianti a bio-gas presenti in Lombardia, pari al 43% del totale nazionale delle aziende con impianti. Per fascia altimetrica si può cogliere una certa differenziazione, in quanto in pianura risultano superio-ri alla media regionale gli impianti a biomassa e biogas, mentre nelle fascia montana e collinare risultano superio-ri alla media regionale gli impianti a energia solare; oltre che, nella prima, gli impianti a idroenergia e, nella se-conda, impianti da altre fonti di ener-gia rinnovabile.

0-250 251-500 501-7500%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

18,2%

8,6%

13,2%

7,1%

52,9%

751-1000 Oltre 1 MW

Impianti a biomassa per classe di potenza in Lombardia (%), 2011

Fonte: elaborazioni su dati CRPA e Regione Lombardia-Gruppo Ricicla.

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Per i prodotti DOP e IGP, di cui l’I-talia si conferma leader a livello eu-ropeo, la Lombardia offre un’ampia rappresentanza di prodotti con 26 ri-conoscimenti su 244 complessivi, tan-to da collocarsi ai primi posti a livello regionale. Data la spiccata caratteriz-zazione zootecnica dell’agricoltura regionale, sono i formaggi e i salumi a primeggiare, rispettivamente con 12 e 10 riconoscimenti, ma produzioni a denominazione sono presenti anche nei comparti oleicolo e ortofrutticolo. L’attenzione alla valorizzazione dei prodotti tipici si evidenzia dal fatto che su 14 DOP riconosciute in Italia tra luglio 2011 e agosto 2012, ben tre sono lombarde: i formaggi Salva Cre-masco e Nostrano di Valle Trompia, prodotti esclusivamente in Lombar-dia, e la Coppa di Parma, condivisa con l’Emilia-Romagna.Nell’ambito della produzione di for-maggi DOP, secondo i dati ISTAT

prodotti a denominazione e tradizionaliNumero di DOP e IGP in Lombardia e Italia*

*Situazione al 24 agosto 2012.Fonte: MIPAAF.

Italia

Lombardia2

97

2

43

12

44

10

35

0

25 26

244

Ortofrutticolie cereali

Oli d'oliva Formaggi Salumi Altro TOTALE

0

50

100

150

200

250

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Elenco dei prodotti DOP e IGP in Lombardia*

Categoria Prodotto Denominazione TerritorioFORMAGGI Bitto DOP SO, comuni della provincia di BG Formaggella del Luinese DOP DOP Comuni della provincia di VA Formai de Mut dell’Alta Valle Brembana DOP Comuni della provincia di BG Gorgonzola DOP BG, BS, CO, CR, LC, LO, MI, PV, VA Grana Padano DOP BG, BS, CO, CR, LC, LO, MN(sinistra Po), MI, PV, SO, VA Nostrano Valle Trompia DOP Comuni della provincia di BS Parmigiano Reggiano DOP MN(destra Po) Provolone Valpadana DOP CR, BS, comuni delle province di BG, MN, LO Quartirolo Lombardo DOP BG, BS, CO, CR, LC, LO, MI, PV, VA Taleggio DOP BG, BS, CO, CR, LC, LO, MI, PV Salva cremasco DOP BG, BS, CR, LC, LO, MI Valtellina Casera DOP SOSALUMI Bresaola della Valtellina IGP SO Coppa di Parma IGP MN, PV, comuni delle province di CR, LO, MI Cotechino Modena IGP BG, BS, CO, CR, LC, LO, MN, MI, PV, VA Mortadella Bologna IGP Intero territorio regionale Salame Brianza DOP Comuni delle province di CO, LC, MI Salame Cremona IGP Intero territorio regionale Salame d’oca di Mortara IGP Comuni della provincia di PV Salame di Varzi DOP Comuni della provincia di PV Salamini italiani alla cacciatora DOP Intero territorio regionale Zampone Modena IGP BG, BS, CO, CR, LC, LO, MN, MI, PV, VAOLI D’OLIVA Olio extravergine d’oliva Garda DOP Comuni della provincia di BS Olio extravergine d’oliva Laghi Lombardi DOP Comuni delle province di BG, BS, CO, LCORTOFRUTTICOLI Mela di Valtellina IGP Comuni della provincia di SO Pera Mantovana IGP Comuni della provincia di MN*Situazione al 24 agosto 2012. Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.

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2011, risultano coinvolte in regione ben 5.267 aziende agricole e 7.218 al-levamenti bovini da latte, per un tota-le di oltre 510.000 capi allevati. L’inci-denza degli allevamenti bovini da latte finalizzati a produzioni DOP sul totale nazionale è del 20,8%, mentre quella dei capi allevati si colloca intorno al 45%. Risultano inoltre in attività 349 trasformatori, di cui 273 caseificatori (il 19,3% del totale nazionale).Con riferimento alla preparazione del-le carni DOP e IGP le aziende agricole coinvolte nella filiera sono 1.707, cor-rispondenti a 2.421 allevamenti (qua-si esclusivamente suinicoli), per una quota rilevante del totale nazionale, pari al 43%, che colloca la Lombardia quale regione con maggiore presenza produttiva in questo comparto. Impor-tante è anche l’incidenza dei trasfor-matori di insaccati (15,5% del totale nazionale) che sale al 24,6% se si con-siderano i soli macellatori. Minore ri-

Operatori1 nel settore dei prodotti DOP e IGP in Lombardia e Italia, 2011

Lombardia Italia % Lombardia/ItaliaFormaggi DOP Produttori - aziende agricole 5.267 31.116 16,9 Produttori - allevamenti bovini 7.218 34.721 20,8 Capi bovini allevati 510.716 1.132.564 45,1 Trasformatori 349 1.663 21,0 Trasformatori - di cui caseificatori 273 1.416 19,3

Preparazione carni DOP e IGP Produttori - aziende agricole 1.707 3.966 43,0 Produttori - allevamenti 2.421 5.313 45,6 Trasformatori 105 678 15,5 Trasformatori - di cui macellatori 43 175 24,6

Ortofrutta DOP e IGP Produttori - aziende agricole 413 16.621 2,5 Trasformatori 9 1.092 0,8

Olii extravergine DOP e IGP Produttori - aziende agricole 196 20.278 1,0 Trasformatori 37 1.855 2,0 Trasformatori - di cui molitori 16 1.023 1,6

Carni IGP Trasformatori 13 834 1,61 I dati dei trasformatori sono riferiti alle imprese e non agli impianti.Fonte: ISTAT.

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levanza nel confronto con il contesto italiano assumono le produzioni orto-frutticole DOP e IGP, gli oli extravergi-ne DOP e IGP e le carni IGP.Nel settore vitivinicolo la Lombardia vanta una gamma di 27 DOP, di cui 5 DOCG e 22 DOC, e 15 IGP. Va segna-lato come la normativa comunitaria preveda l’assegnazione della menzio-ne DOP ai vini DOC e DOCG e della menzione IGP ai vini IGT, ammetten-do la coesistenza con le tradizionali menzioni italiane. Il panorama delle denominazioni lombarde si è recen-temente evoluto con il riconoscimen-to della DOP (menzione tradizionale DOC) Valtènesi in provincia di Brescia.Complessivamente, la superficie dei vi-tigni a denominazione in Lombardia, nella vendemmia 2011, è di 18.095 et-

tari, su una superficie vitata regionale di 21.331 ettari, in calo del 4,2% rispet-to all’anno precedente. In particolare, la superficie vitata iscritta agli albi dei vigneti DOC e DOCG è, secondo i dati 2011 della DG Agricoltura della Regione Lombardia, pari a 12.658 et-tari, mentre quella a IGT si colloca sui 5.437 ettari.I prodotti agroalimentari tradiziona-li, il cui elenco risulta aggiornato a giugno 2012, sono 242, con categorie bilanciate fra prodotti da forno e pa-sticceria, formaggi e derivati del latte e carni fresche e trasformate. Oltre a queste categorie, che contano cir-ca 70 prodotti ciascuna, si distingue quella degli ortofrutticoli, con 30 pro-dotti tradizionali riconosciuti.

Lombardia Italia

DOCG DOC IGT

0

50

100

150

200

250

300

350

5

73

22 15

118

330

Vini DOP e IGP in Lombardia e Italia*

* Situazione al 30 novembre 2011.Fonte: MIPAAF.

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Superfici iscritte agli albi dei vigneti DOC/DOCG e agli elenchi delle vigne IGT in Lombardia per la vendemmia 2011

Nome albo DOC/DOCG Superficie iscritta (ha)DOC - Oltrepò Pavese 3.214 DOC - Bonarda dell’Oltrepò Pavese 2.840 DOCG - Franciacorta 2.579 DOC - Lugana 866 DOC - Garda 691 DOCG - Valtellina Superiore 382 DOC - Lambrusco Mantovano 357 DOC - Curtefranca - Provvisorio 240 DOC - Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese 232 DOC - Valcalepio 183 DOCG - Oltrepò Pavese Metodo Classico 133 DOC - Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese 117 DOC - Valtellina Rosso o Rosso di Valtellina 110 DOC - Oltrepò Pavese Pinot Grigio 109 DOCG - Sforzato di Valtellina o Sfursat 98 DOC - Valtenesi 92 DOC - Buttafuoco dell’oltrepò Pavese 83 DOC - San Colombano al Lambro 75 DOC - Garda Bresciano 60 DOC - Capriano del Colle 55 DOC - Garda Colli Mantovani 38 DOC - Botticino 30 DOCG - Scanzo o Moscato di Scanzo 21 DOC - Colleoni o Terre del Colleoni 19 DOC - Casteggio 14 DOC - San Martino della Battaglia 11 DOC - Cellatica 9

Nome elenco IGT Superficie iscritta (ha)ITG - Provincia di Pavia o Pavia 4.519 ITG - Provincia di Mantova o Mantova 264 ITG - Bergamasca 144 ITG - Alto Mincio 103 ITG - Collina del Milanese 88 ITG - Benaco Bresciano 67 ITG - Quistello 65 ITG - Terrazze Retiche di Sondrio 61 ITG - Terre Lariane 31 ITG - Montenetto di Brescia 26 ITG - Ronchi di Brescia 22 ITG - Valcamonica 20 ITG - Sebino 13 ITG - Sabbioneta 7 ITG - Ronchi Varesini 6

TOTALE DOC e DOCG 12.658 TOTALE IGT 5.437

Superfici totali iscritte agli albi DOC/DOCG ed elenchi IGT 18.095

Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.

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100

Prodotti agro-alimentari tradizionali per comparto in Lombardia

0

10

20

30

40

50

60

70

80

Carni freschee trasformate

Formaggi Latte frescoe ricotta

Miele Ortaggie frutta

Grassi(burro e oli)

4

6764

3

71

21

30

Paste fresche,prodotti da forno

e pasticceria

Prodottiittici

Fonte: Elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali del MIPAAF, Undicesima revisione (luglio 2011).

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101

L’agricoltura biologica in Lombardia trova una diffusione relativamente li-mitata. Nel 2011, gli operatori biologi-ci, infatti, rappresentano solo il 3,1% di quelli nazionali; il loro numero ri-sulta comunque in crescita rispetto al 2010 (+11,3%). Guardando i produtto-

ri lombardi, il loro peso sul dato na-zionale è pari a meno del 2%, mentre i trasformatori arrivano al 10,4%. La superficie agricola utilizzata destinata all’agricoltura biologica in Lombardia rappresenta circa l’1,9% della SAU biologica nazionale (dati SINAB) e il

agricoltura biologica

Operatori Produttori Trasformatori

0%

2%

4%

6%

8%

10%

12%

3,1%

1,8%1,4%

10,4%

SAU

Incidenza del comparto biologico regionale sul totale nazionale, 2011

Fonte: SINAB.

Operatori1 del settore biologico in Lombardia, 2011

Aziende Produttori Preparatori numero % numero % numero %Bergamo 153 11,4 90 11,4 74 11,2Brescia 226 16,9 156 19,7 91 13,7Como 56 4,2 33 4,2 29 4,4Cremona 62 4,6 31 3,9 36 5,4Lecco 46 3,4 24 3,0 30 4,5Lodi 24 1,8 7 0,9 20 3,0Mantova 154 11,5 97 12,3 67 10,1Milano 204 15,2 42 5,3 170 25,6Monza e Brianza 35 2,6 6 0,8 31 4,7Pavia 291 21,7 255 32,3 69 10,4Sondrio 37 2,8 21 2,7 18 2,7Varese 52 3,9 28 3,5 28 4,2Lombardia 1.340 100,0 790 100,0 663 100,01 Il dato non comprende gli importatori esclusivi. Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.

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102

Ripartizione della SAU biologica regionale per coltura, 2011

Cereali

Colture industriali e legumi secchi

Frutta

Vite

Olivo

Ortive

Foraggere avvicendate

Prati e pascoli

Altro

Totale (ha)

9.652

1.750

311

865

98

439

4.060

2.011

110

19.296

50,0%0,6%

21,0%

9,1%1,6%

4,5%0,5%

2,3%

10,4%

Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.

2% di quella complessiva regionale.Secondo i dati della DG Agricoltu-ra (al 31 dicembre 2011), risultano operanti in Lombardia 1.340 aziende biologiche, di cui 790 svolgono attivi-

tà di produzione ma in parte anche di preparazione. I preparatori, con un aumento del 14%, fanno segnare l’in-cremento annuo più deciso. Dall’osservazione della distribuzione

pro-vinciale degli operatori si evin-ce il primato della provincia di Pavia (21,7%), seguita da quelle di Brescia (16,9%), Milano (15,2%), Mantova (11,5%) e Bergamo (11,4%). Con ri-

Produttori biologici in Lombardia, 2011

Vegetali Zootecnia numero % numero %

Bergamo 86 11,4 16 8,4Brescia 152 20,1 22 11,6Como 28 3,7 20 10,5Cremona 27 3,6 11 5,8Lecco 23 3,0 19 10,0Lodi 6 0,8 1 0,5Mantova 96 12,7 18 9,5Milano 35 4,6 13 6,8Monza e Brianza 6 0,8 2 1,1Pavia 250 33,1 52 27,4Sondrio 18 2,4 9 4,7Varese 28 3,7 7 3,7Lombardia 755 100,0 190 100,0

Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.

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ferimento ai soli produttori, la quo-ta della provincia di Pavia raggiunge il 32,3%, seguita da quelle di Brescia (19,7%) e Mantova (12,3%). Con il 25,6% sul totale regionale, la provincia di Milano detiene il primato limitata-mente ai preparatori.

Il 95% dei produttori biologici lombar-di ha ottenuto la certificazione per le produzioni vegetali, mentre la zootec-nia biologica riguarda solo il 24% dei produttori. Pavia conferma il proprio ruolo di provincia leader per le pro-duzioni vegetali e per la zootecnia,

rispettivamente con il 33,1% dei pro-duttori vegetali e il 27,4% dei produt-tori zootecnici.La recente dinamica delle superfici appare molto vivace, con un incre-mento del 23,4% fra il 2010 e il 2011. Considerando le superfici biologiche

Superficie destinata ad agricoltura biologica in Lombardia (ha), 2011

Superficie Superficie in Totale Ripartizione biologica conversione superficie %Bergamo 596 224 820 3,2Brescia 1.109 521 1.629 6,4Como 398 45 444 1,7Cremona 670 265 935 3,7Lecco 90 53 143 0,6Lodi 1.016 35 1.051 4,1Mantova 1.485 469 1.953 7,7Milano 887 374 1.261 5,0Monza e Brianza 255 80 335 1,3Pavia 14.029 1.548 15.577 61,4Sondrio 603 16 619 2,4Varese 505 86 590 2,3Lombardia 21.643 3.714 25.358 100,0Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.

Numero di capi allevati con metodo biologico in Lombardia, 2011 Bovini Suini Ovicaprini AvicoliBergamo 243 93 74 16 Brescia 151 203 172 1.736 Como 215 - - 5.100 Cremona 733 37 759 10.000 Lecco 4 - 151 - Lodi 1.109 1.930 - -Mantova 112 1.186 77 124.456 Milano 1.107 200 5 1.100 Monza e Brianza 207 - 27 - Pavia 5.612 41 70 706 Sondrio 162 - - -Varese 41 - 205 - Lombardia 9.696 3.690 1.540 143.114Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.

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complessive, incluse quelle in con-versione, emerge come in provincia di Pavia si concentri ben il 61,4% del totale regionale della SAU biologica.La ripartizione della superficie biolo-gica mostra una prevalenza dei cereali (50%), seguiti dalle foraggere avvicen-date (21%) e dalle foraggere perma-nenti (10,4%). Il 61,5% della superficie cerealicola biologica è rappresentata

dal riso. Fra le colture permanenti prevale la vite (4,5% della SAU biologi-ca regionale), mentre le ortive pesano solo per il 2,3%.La zootecnia biologica è rappresenta-ta da 190 allevamenti; l’incidenza dei capi allevati con metodo biologico ap-pare estremamente contenuta rispetto a quelli con metodo convenzionale. I capi bovini, che si collocano di poco al

di sotto delle 10.000 unità e sono pre-senti in 142 aziende, la cui dimensione media è di 68 capi, sono cresciuti del 17,8% rispetto al 2010; i suini e gli ovi-caprini ammontano, rispettivamente, a 3.690 e a 1.540 unità, mentre oltre 140.000 sono i capi avicoli.In base ai dati del Censimento ISTAT 2010, più dell’80% della SAU biologica regionale è situata in pianura.

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agriturismoNel 2010 la Lombardia, superando il Veneto, si è collocata al terzo posto fra le regioni italiane per numero di agri-turismi (6,6% su base nazionale), dopo Toscana e Trentino-Alto Adige. La mar-cata caratterizzazione dell’agriturismo lombardo verso l’offerta di strutture con servizio di ristorazione emerge cal-colando l’incidenza regionale sul totale delle aziende italiane impegnate in tale attività, pari al 9,7%. Questo dato sale al 22,3% se calcolato per le aziende che offrono esclusivamente la ristorazione. Al contrario, gli agriturismi lombardi con alloggio rappresentano solo il 4,1% del totale nazionale e il 4,6% del totale nazionale dei posti letto.La dinamica dell’agriturismo regiona-le appare in continua crescita, facen-do registrare un incremento del 2,5% delle aziende fra il 2010 e il 2011. Le province a maggiore vocazione agritu-ristica si confermano quelle di Brescia (21,3% delle aziende presenti in Lom-

Agriturismi attivi in Lombardia

2010 2011 var. % Ripartizione %Province 2011/10 per area (2011)Bergamo 121 128 5,8 9,4Brescia 277 290 4,7 21,3Como 88 96 9,1 7,1Cremona 66 68 3,0 5,0Lecco 58 61 5,2 4,5Lodi 27 27 0,0 2,0Mantova 215 214 -0,5 15,7Milano 92 93 1,1 6,8Monza e Brianza 12 11 -8,3 0,8Pavia 211 213 0,9 15,7Sondrio 82 87 6,1 6,4Varese 78 72 -7,7 5,3Fascia altimetrica Montagna 357 374 4,8 27,5Collina 432 444 2,8 32,6Pianura 538 542 0,7 39,9Aree rurali Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo 112 119 6,3 8,8Aree rurali intermedie 393 407 3,6 29,9Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata 540 545 0,9 40,1Poli urbani 282 289 2,5 21,3Totale Lombardia 1.327 1.360 2,5 100,0Totale Italia 19.973 n.d n.d Lombardia/Italia (%) 6,64 n.d n.d Fonte: ISTAT e DG Agricoltura Regione Lombardia.

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bardia), Mantova e Pavia (entrambe al 16%), anche se i maggiori incrementi si rilevano nelle province di Como, Sondrio, Bergamo e Lecco; in con-trotendenza, quelle di Monza, Varese e Mantova, che vedono una riduzio-ne delle aziende autorizzate. Le aree maggiormente vocate sono quelle del Garda bresciano, le colline Moreniche Mantovane, l’Oltrepo Pavese e la fascia prealpina e pedemontana.Circa il 52% degli agriturismi lombar-di offre possibilità di alloggio, contro l’82% a livello nazionale, mentre la ristorazione coinvolge il 72% delle aziende contro il 50% a livello nazio-nale. L’impatto delle altre attività e della degustazione si presenta minore con, rispettivamente, il 48,2% e il 7,4% del totale del campione. Le aziende agrituristiche che vedono coesistere alloggio e ristorazione sono circa il 35% del totale, mentre il 23,1% offre il solo servizio di ristorazione e il 15% il

solo pernottamento. I posti letto sono 10.719 (+13,9% rispetto al 2010) e le piazzole per la sosta all’aperto 373. Le aree maggiormente vocate alle aziende agrituristiche con alloggio sono quelle montane e collinari e le province di Mantova (62,6%), Brescia e Sondrio. Il 50,6% di queste aziende offre un ser-vizio di pensione completa, mentre il 28,7% si limita al solo pernottamento.Le aziende autorizzate alla ristorazio-ne dispongono di 38.520 posti a sedere e mostrano una maggiore incidenza nelle province di Bergamo, Sondrio e Varese. Le aziende con altre attività si riscontrano maggiormente nelle aree rurali ad agricoltura intensiva e, so-prattutto, nei poli urbani. Fra queste attività, si segnala il ruolo dell’equi-tazione, presente nel 13% degli agri-turismi lombardi, dei corsi (13%) e delle attività sportive (7%). Minore, in-vece, è il ruolo dell’escursionismo (4%), mountain-bike (3,1%), osservazione na-

turalistica (2,3%) e trekking (1,4%).Il 34% delle aziende agrituristiche lombarde ha un conduttore di sesso femminile, dato in linea con la media nazionale, con punte fra il 40% e il 45% nella fascia montana e nelle province di Varese, Lecco e Sondrio.

Distribuzione degli agriturismi in Lombardia, 2011

Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.

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Tipologia delle aziende agrituristiche in Lombardia*, 2011

% Aziende N. posti letto N. piazzole % Aziende N. posti % Aziende % Aziende autorizzate di sosta autorizzate alla a sedere autorizzate alla autorizzate ad all’alloggio all’aperto ristorazione degustazione altre attivitàProvinceBergamo 35,2 624 - 89,8 4.542 2,3 39,8Brescia 62,1 3.660 100 78,3 8.436 7,9 43,8Como 47,9 506 26 78,1 2.213 8,3 33,3Cremona 61,8 647 7 80,9 2.166 14,7 73,5Lecco 37,7 227 41 83,6 2.188 6,6 34,4Lodi 29,6 147 - 37,0 410 18,5 66,7Mantova 62,6 1.812 115 67,8 5.490 7,9 62,6Milano 37,6 599 30 53,8 3.011 2,2 62,4Monza e Brianza 36,4 74 - 81,8 447 0,0 63,6Pavia 57,7 1.563 26 50,2 4.518 5,2 38,5Sondrio 59,8 578 15 88,5 2.715 6,9 29,9Varese 34,7 282 13 87,5 2.384 15,3 69,4Fascia altimetrica Montagna 56,7 2.613 157 81,8 9.967 5,6 34,5Collina 60,4 4.749 100 70,7 13.375 9,9 42,3Pianura 43,7 3.357 116 67,2 15.178 6,5 62,5Aree rurali Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo 66,4 947 17 74,8 3.132 5,0 26,9Aree rurali intermedie 61,2 3.354 196 73,7 10.551 7,9 38,6Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata 50,8 4.810 110 72,1 15.533 7,5 56,0Poli urbani 38,8 1.608 50 69,9 9.304 7,3 56,1Totale Lombardia 52,7 10.719 373 72,4 38.520 7,4 48,2* Un’azienda può essere autorizzata all’esercizio di una o più tipologie di attività.Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.

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La vendita diretta al consumatore in Lombardia, secondo i dati del 6° Cen-simento dell’agricoltura, viene prati-cata da oltre 12.000 aziende agricole, pari al 27,8% del totale regionale delle aziende che commercializzano, con-tro il 26,1% del dato nazionale. Nelle province di Como, Lecco e Va-rese la vendita diretta è praticata da oltre il 70% delle aziende agricole che commercializzano, mentre all’opposto le province di Lodi, Cremona e Man-tova si attestano su livelli del 10%. La densità abitativa e, di conseguenza, l’ampiezza del mercato, rappresentano un’importante determinante della dif-fusione della vendita diretta; nei comu-ni dei poli urbani tale attività è pratica-ta dal 50% delle imprese, ad eccezione della provincia di Milano (27,2%). Uno sviluppo analogo a quello delle aree metropolitane si riscontra nelle aree collinari e montane maggiormente in-teressate dai flussi turistici.

vendita direttaAziende con vendita diretta al consumatore in Lombardia, 2010

Aziende con % aziende con vendita vendita diretta diretta sul totale aziende con venditaProvinceBergamo 1.847 44,5Brescia 2.896 28,4Como 1.173 72,6Cremona 369 8,8Lecco 782 75,6Lodi 129 10,0Mantova 894 10,7Milano 558 27,2Monza e Brianza 316 49,0Pavia 1.399 21,8Sondrio 952 35,7Varese 871 74,7Fascia altimetrica Montagna 4.240 59,9Collina 3.988 45,4Pianura 3.958 14,2Aree ruraliAree rurali con problemi complessivi di sviluppo 1.055 35,8Aree rurali intermedie 4.176 55,7Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata 3.711 13,9Poli urbani 3.244 49,4Totale Lombardia 12.186 27,8Totale Italia 270.579 26,1Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.

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Tipologia delle aziende con vendita diretta al consumatore in Lombardia, 2010

% con vendita % con vendita diretta % con vendita diretta % con vendita diretta % con vendita direttaProvince diretta in azienda fuori azienda di prodotti vegetali prodotti animali prodotti trasformati Bergamo 86,2 26,7 31,8 46,2 36,1Brescia 88,3 23,4 35,0 31,0 48,0Como 82,0 34,5 41,9 48,4 23,2Cremona 72,1 46,9 67,5 22,5 15,2Lecco 88,2 24,3 38,7 53,1 24,7Lodi 78,3 31,0 46,5 30,2 29,5Mantova 78,9 36,2 70,4 18,2 19,5Milano 80,5 38,0 56,6 34,4 19,9Monza e Brianza 75,0 45,3 70,9 23,4 13,0Pavia 84,2 43,4 41,7 9,9 54,2Sondrio 88,9 23,3 25,9 41,6 46,3Varese 86,2 32,3 50,2 41,6 19,3Fascia altimetrica Montagna 90,5 21,2 23,8 49,8 44,6Collina 85,0 34,8 44,1 23,4 42,0Pianura 78,4 37,5 60,1 28,8 18,7Aree rurali Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo 88,1 24,5 29,6 38,5 43,3Aree rurali intermedie 89,8 26,5 24,8 41,8 50,7Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata 80,9 33,7 53,8 25,2 28,5Poli urbani 81,8 35,5 55,4 33,8 20,8Lombardia 84,8 30,9 42,2 34,3 35,4Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.

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La vendita diretta, praticata esterna-mente all’azienda, interessa il 31% del-le aziende, con punte oltre il 40% nelle province di Cremona, Pavia e Monza e un’incidenza maggiore nelle zone di pianura e nei poli urbani. Per quanto riguarda le tipologie dei prodotti offerti al consumatore, prevalgono le aziende con vendita diretta di prodotti vegetali (42,2%), seguite dai prodotti trasfor-mati (35,4%) e dai prodotti di origine animale. Il commercio elettronico dei prodotti interessa, in Lombardia, il 4,4% delle aziende con vendita diretta al consumatore; un’incidenza in linea con quella delle ripartizioni del Nord e Centro Italia ma superiore alla media nazionale (2,4%), che risente del suo scarso utilizzo nelle ripartizioni del Sud (0,9%) e delle Isole (1,6%). Nelle aree di pianura ad agricoltura intensiva e nei poli urbani la vendita diretta riguarda soprattutto le produ-zioni vegetali, mentre nelle aree di

Aziende con vendita diretta al consumatore finale e utilizzo di commercio elettronico, 2010

Aziende con vendita Commercio elettronico Commercio elettronico diretta al consumatore finale per vendita di prodotti /vendita diretta n. % e servizi aziendali (%) (%) Italia 270.579 100,0 100,00 2,4 Nord-Ovest 31.924 11,8 19,80 4,1 Lombardia 12.186 4,5 8,04 4,4 Nord-Est 28.220 10,4 21,13 5,0 Centro 45.539 16,8 31,06 4,5 Sud 120.767 44,6 17,12 0,9 Isole 44.129 16,3 10,90 1,6 Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.

montagna prevale la commercializza-zione diretta di prodotti trasformati e di prodotti di origine animale. Pavia è la provincia con maggiore incidenza della commercializzazione di prodot-ti trasformati, trainata dal comparto vino, mentre nelle province di Mon-za e Mantova predominano i prodotti vegetali, offerti da oltre il 70% delle aziende.

Riguardo agli operatori con offerta di-retta al pubblico, i più numerosi sono i florovivaisti, che contano in Lom-bardia quasi 2.000 realtà, seguiti dalle cantine (1.511), dai produttori di de-rivati del latte e da quelli di carni e salumi. La vendita diretta di ortive è praticata da oltre 1.000 aziende.Sul territorio lombardo, oltre all’e-lenco ufficiale dei farmers’ markets

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111

basato sulle comunicazioni dei Co-muni alla Regione, sussistono nume-rose analoghe iniziative coordinate

principalmente dalle organizzazioni professionali agricole. Secondo una stima ottenuta incrociando le autoriz-

zazioni comunali con la lista dei mer-cati facenti capo a Campagna Amica–Coldiretti e con quelli organizzati dal

Numero di aziende con vendita diretta al consumatore per prodotto in Lombardia, 2010

Fonte: ISTAT - 6° Censimento generale dell’agricoltura.

0

500

1.000

1.500

2.000

Cereali Ortive Florovivaismo Latte Vino Olio

1.146

572

1.046

1.949

1.329

430427

1.511

Der. Latte Carni e salumi

Distribuzione dei farmers’ markets in Lombardia

Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia e Coldiretti - Campagna Amica, luglio 2012.

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Distributori di latte crudo in Lombardia*

Distributori di Ripartizione % Var.% latte crudo per fascia geografica 2012/2011Province Bergamo 77 16,5 4,1Brescia 61 13,1 -10,3Como 49 10,5 4,3Cremona 3 0,6 -66,7Lecco 45 9,7 7,1Lodi 3 0,6 -40,0Mantova 18 3,9 -30,8Milano 83 17,8 1,2Monza e Brianza 37 7,9 -7,5Pavia 8 1,7 -42,9Sondrio 15 3,2 25,0Varese 67 14,4 3,1Fascia altimetrica Montagna 62 13,3 8,8Collina 166 35,6 0,0Pianura 238 51,1 -8,8Aree rurali Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo 13 2,8 18,2Aree rurali intermedie 50 10,7 2,0Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata 115 24,7 -18,4Poli urbani 288 61,8 1,8Totale Lombardia 466 100,0 -3,7*Situazione al 5 giugno 2012. Fonte: DG Sanità Regione Lombardia.

Distributori di latte crudo in Lombardia

Fonte: DG Sanità Regione Lombardia, giugno 2012.

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Consorzio Agrituristico Mantovano, sono 142 i mercati contadini presenti in regione, con strutture che si con-centrano soprattutto nelle province di Milano e Mantova.Una forma di vendita diretta di rilievo, in una regione a vocazione zootecnica come la Lombardia, è rappresentata dalla vendita di latte crudo ai consu-matori finali mediante erogatori au-

tomatici. A luglio 2012 risultano pre-senti in regione, secondo la DG Sanità Regione Lombardia, 466 erogatori, pari a un terzo del totale nazionale. Il numero dei distributori regionali mostra una flessione del 3,7% rispet-to allo stesso periodo del 2011. Nelle aree ad agricoltura intensiva specia-lizzata la diminuzione dei distributori è superiore al 18%; tale riduzione è

però compensata da un leggero incre-mento nei poli urbani, dove maggior-mente si concentrano gli erogatori. Le province della Lombardia meridionale vedono cali su base annua fra il 30 e il 66%, confermando che la densità abitativa è il principale parametro che spiega la diffusione e la sopravvivenza nel tempo dei distributori.

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Distribuzione delle fattorie didattiche in Lombardia, 2011

Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.

Le fattorie didattiche sono una for-ma di diversificazione dell’attività agricola che ha trovato largo seguito in Lombardia, dove sin dal 2002 si è provveduto all’istituzione di un albo e alla definizione della Carta dei requi-siti di qualità, necessaria per il ricono-scimento delle aziende.Lo sviluppo delle fattorie didattiche mostra dinamicità negli ultimi anni, con un incremento del 3,4% del-le strutture accreditate fra il 2010 e il 2011, arrivate a quota 184. L’80% delle fattorie didattiche accreditate in regione, pari a 147 strutture, sono anche in possesso della certificazione agrituristica. Riguardo alla distribuzione territoria-le delle strutture, la provincia di Ber-gamo mantiene la preminenza, con il 25% delle fattorie didattiche regionali, seguita dalle province di Pavia (14,1%) e Brescia (11,4%).

fattorie didatticheFattorie didattiche in Lombardia, 2011

Fattorie Var. %Province didattiche 2011/2010 Bergamo 46 7,0Brescia 21 0,0Como 8 0,0Cremona 13 0,0Lecco 7 16,7Lodi 12 -7,7Mantova 16 -5,9Milano 14 7,7Monza e Brianza 4 100,0Pavia 26 0,0Sondrio 6 20,0Varese 11 0,0Fascia altimetrica Montagna 37 5,7Collina 54 5,9Pianura 93 1,1Aree rurali Aree rurali con problemicomplessivi di sviluppo 10 11,1

Aree rurali intermedie 35 2,9Aree rurali ad agricolturaintensiva specializzata 80 0,0

Poli urbani 59 7,3Totale Lombardia 184 3,4Fonte: DG Agricoltura Regione Lombardia.

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POLITICA AGRICOLA

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Il testo normativo fondamentale è la legge regionale 5 dicembre 2008, n. 31 - Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pe-sca e sviluppo rurale che si articola nei seguenti titoli:TITOLO I - Oggetto del testo unico. TITOLO II - Interventi nel settore ru-rale, silvo-pastorale, agroalimentare e della pesca. TITOLO III - Articolazione delle com-petenze. TITOLO IV - Disposizioni sulle superfi-ci e sull’economia forestali. TITOLO V - Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste (ERSAF). TITOLO VI - Sorveglianza fitosanitaria. TITOLO VII - Disposizioni in materia di bonifica e irrigazione. TITOLO VIII - Disposizioni sulla rac-colta, coltivazione e commercializza-zione di funghi epigei e ipogei (tartufi). TITOLO VIII bis - Disposizioni san-zionatorie in applicazione di regola-

menti comunitari in materia di mer-cato agricolo comune, in particolare vitivinicolo.TITOLO VIII ter - Disposizioni relative al controllo del potenziale produttivo viticolo.TITOLO VIII quater - Disposizioni in materia di utilizzazione agronomica dei fertilizzanti azotati inclusi gli ef-fluenti di allevamento, le acque di ve-getazione dei frantoi oleari e le acque reflue derivanti da aziende agricole e da piccole aziende agroalimentari.TITOLO IX - Disposizioni sull’incre-mento e la tutela del patrimonio ittico e sull’esercizio della pesca nelle acque della regione.TITOLO X - Disciplina regionale dell’a-griturismo. TITOLO XI - Disposizioni sugli usi ci-vici. TITOLO XII - Disposizioni finali.

Il Testo unico è stato recentemente modificato dalle seguenti leggi:• leggeregionale18aprile2012,n.7

- Misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione (art. 13, 14, 15, 60, 61, 63);

• leggeregionale15marzo2012,n.5- Disposizioni in materia di riduzio-ne dei costi degli apparati ammini-strativi. Attuazione dell’articolo 6, commi 2 e 5, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finan-ziaria e di competitività economi-ca), convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122;

• legge regionale 28 dicembre 2011,n. 25 - Modifiche alla legge regionale 5 dicembre 2008, n. 31 (Testo uni-co delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale) e disposizioni in materia di riordino dei consorzi di bonifica;

• legge regionale 21 febbraio 2011,

legislazione regionale

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n. 3 - Interventi normativi per l’at-tuazione della programmazione re-gionale e di modifica e integrazione di disposizioni legislative - Collegato ordinamentale 2011 (art.20).

RECEnTI ATTI DI nORMAzIOnE• Regolamento regionale 8 giugno

2012, n. 1 - Disciplina del procedi-mento elettorale dei consorzi di bo-nifica ai sensi dell’articolo 82 della l.r. 31/2008 e dell’articolo 2 della l.r. 25/2011;

• regolamento regionale 14 febbraio 2011, n. 1 - Modifiche al regola-mento regionale 20 luglio 2007, n. 5 “Norme forestali regionali, in at-tuazione dell’articolo 50, comma 4, della legge regionale 5 dicembre 2008, n. 31 (Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale)”;

• regolamentoregionale19dicembre 2011, n. 7 - Modifiche al regolamen-

to regionale 6 maggio 2008 n. 4 “Norme di attuazione del titolo X della legge regionale 5 dicembre 2008, n. 31 (Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale)”;

• regolamento regionale 19 gennaio 2010, n. 1 - Modifiche al regola-mento regionale 20 luglio 2007, n. 5 “Norme forestali, in attuazione dell’articolo 11 della legge regionale 28 ottobre 2004, n. 27 (Tutela e va-lorizzazione delle superfici, del pae-saggio e dell’economia forestale)”;

• regolamento regionale 8 febbraio2010, n. 3 - Regolamento di polizia idraulica ai sensi dell’articolo 85, comma 5, della legge regionale 5 di-cembre 2008, n. 31 (Testo unico del-le leggi regionali in materia di agri-coltura, foreste, pesca e sviluppo);

• regolamento regionale 8 febbraio2010, n. 4 - Modifiche al regolamen-to regionale 22 maggio 2003, n. 9

“Attuazione della l.r. 30 luglio 2001 n. 12 (Norme per l’incremento e la tutela del patrimonio ittico e l’eser-cizio della pesca nelle acque della Regione Lombardia)”;

• regolamentoregionale27settembre2010, n. 8 - Regolamento per l’indi-viduazione, in attuazione dell’arti-colo 54, comma 9, della legge regio-nale 5 dicembre 2008 n. 31 (Testo unico delle leggi regionali in mate-ria di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale) dei lavori di mera manutenzione forestale che, non comportando una modificazione delle situazioni naturali, non sono configurabili come impianti o opere edilizie in senso stretto rientranti nell’ambito di applicazione della normativa sui lavori pubblici, e fis-sazione dei relativi limiti d’importo.

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Secondo la metodologia INEA la spesa pubblica in agricoltura viene annual-mente analizzata nella sua dinamica per valutare l’impatto delle politiche sul territorio.Le voci di spesa che compongono il sostegno pubblico regionale vengono quantificate e qualificate nella loro natura diretta o indiretta. Nel 2009 l’ammontare complessivo del sostegno pubblico al settore agricolo in Lombar-dia è stato di 1.574 miliardi di euro; il 78% del quale è rappresentato da tra-sferimenti monetari di politica agraria, mentre il restante 22% da agevolazioni contributive e fiscali.Per quanto riguarda i trasferimenti di politica agraria, la regione ha contri-buito con il proprio bilancio per il 20%, pari a 316 miliardi di euro, l’Agea e gli organismi pagatori regionali (sia per il FEAGA che finanzia la PAC sia per il FEASR che finanzia lo sviluppo rurale) hanno contribuito per il 53,8% (846

spesa regionalemilioni di euro), mentre il MIPAAF ha contribuito per il 4,5% (71 milioni di euro).Tra le agevolazioni prevalgono quel-le per i carburanti (9,1%), seguite da quelle previdenziali e contributive (5,4%).L’ammontare dei pagamenti comples-sivi per il settore agricolo della Lom-bardia, pari a circa 318 milioni di

euro, è in linea rispetto agli anni pre-cedenti (284 milioni di euro nel 2008 e 304 nel 2007). L’incidenza percen-tuale dei pagamenti al settore sul va-lore aggiunto agricolo regionale risulta lievemente in aumento, passando dal 9,8% (2007) all’11,3% nel 2009, men-tre a livello nazionale tale incidenza si riduce passando dal 12,9% al 12%.L’analisi della spesa per tipologia di

Pagamenti al settore agricolo e incidenza % sul valore aggiunto agricolo regionale (mio. euro)

2007 % 2008 % 2009 %Lombardia 304,40 9,76 284,76 8,90 317,91 11,28 Nord-Ovest 572,17 10,52 537,67 9,73 579,02 11,80Nord-Est 598,92 8,57 515,91 7,49 534,24 8,49Centro 307,24 6,60 290,54 6,11 251,52 5,83Sud 1.258,07 17,08 1.161,88 16,08 1.078,53 16,24Isole 916,83 23,55 1.070,29 27,21 668,11 17,93 Italia 3.653,22 12,89 3.576,28 12,62 3.111,41 12,02Fonte: INEA, Banca dati sulla spesa pubblica in agricoltura.

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interventi di politica agraria rileva che, per il 2009, la parte più consi-stente dei pagamenti totali è quella relativa alla voce “assistenza tecnica e ricerca”, pari a circa il 50%; con la “gestione di impresa” (32%) arrivano a coprire l’80% della spesa. Seguono, in ordine di grandezza, le voci di spesa “attività forestali” (8%), “infrastruttu-

re” (4,2%) e “investimenti aziendali” (3,2%). Per alcuni di questi interventi si regista un’apparente riduzione delle risorse impiegate, ma in realtà a tali fondi vanno sommati quelli finanziati attraverso il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) che non transitano più attraverso il bilancio regionale ma di-rettamente dal bilancio dell’organismo

pagatore regionale. Ciò considerato si può precisare che, se teniamo con-to di entrambi i flussi di spesa, quelli che transitano attraverso il bilancio regionale e quelli contenuti nel bilan-cio dell’organismo pagatore, il livello di spesa agricola risulta in linea con le quote di spesa che molte Regioni de-stinano a tali interventi (PSR).

Ripartizione del sostegno al settore agricolo per tipologia di intervento e per regione (%), 2009

Trasferimenti da politiche Agevolazioni tributarie Totale comunitarie nazionali regionali e contributive

Lombardia 53,8 4,5 20,1 21,6 100,0 Nord-Ovest 54,4 5,5 20,8 19,3 100,0Nord-Est 56,6 6,8 15,2 21,4 100,0Centro 56,4 7,1 11,7 24,9 100,0Sud 50,5 4,8 23,3 21,3 100,0Isole 44,5 3,3 29,4 22,9 100,0 Italia 52,5 5,5 20,3 21,7 100,0Fonte: INEA, Banca dati sulla spesa pubblica in agricoltura.

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Nel 2011, la Lombardia ha erogato 507 milioni di euro di aiuti diretti, somme già decurtate dal taglio rela-tivo alla modulazione, pari al 12,3% del massimale netto a disposizione dell’Italia per tale anno. Nel comples-so, i beneficiari degli aiuti sono stati 35.588 e di questi il 21,8% (poco più di 7.700) sono società. L’1,2% della aziende (470) non risulta aver rice-vuto il pagamento unico (PUA) ma solo gli aiuti diretti connessi al Titolo IV e all’art. 68 del regolamento (CE) n. 73/2009. Lo 0,7% dei beneficiari e l’1,1% dei pagamenti riguardano, inve-ce, aziende fuori Regione.Oltre 430 milioni di euro, pari all’85% del totale, è rappresentato dal valore dei titoli di PUA, sia ordinari che spe-ciali. Seguono l’aiuto specifico per il riso previsto dal Titolo IV, che impe-gna altri 39 milioni di euro (7,7%), e gli aiuti dell’art. 68 che rappresentano, complessivamente, il 5% del totale.

Il valore medio dei titoli è di circa 12.400 euro ad azienda; tuttavia, il 57% dei beneficiari del pagamento uni-co riceve 5.000 euro o meno di aiuti. Per quanto riguarda gli aiuti dell’art. 68, i più importanti sono quelli a favo-re della qualità del latte, che sono stati concessi su 3,5 milioni di tonnellate di latte, pari alla metà dei quantitativi ammessi all’aiuto a livello nazionale, per complessivi 17 milioni di euro; anche in questo caso si tratta di im-porti già al netto del taglio relativo alla modulazione. Seguono gli aiuti a copertura dei premi assicurativi (cir-ca 12 milioni di euro) e i pagamenti a favore del miglioramento della qualità dei bovini. In particolare, nella regio-ne sono stati ammessi all’aiuto oltre 100.000 capi bovini, circa il 12% del totale ammesso a livello nazionale, e di questi la quasi totalità (96,6%) ri-guarda i capi macellati in conformità ad un disciplinare di etichettatura fa-

coltativa approvato dal MIPAAF. La distribuzione dei pagamenti diretti è molto sbilanciata territorialmente. Le provincie di Pavia, Mantova, Bre-scia e Cremona, assorbono i ¾ dei pagamenti diretti erogati in regione; all’estremo opposto, Como, Monza e Brianza, Varese e Lecco, non raggiun-gono, insieme, il 3%. Il regime di PUA garantisce la maggior parte degli aiuti, superando, in 9 province, il 90% del to-tale. Eccezioni di un certo rilievo sono date dalla provincia di Pavia, dove i pagamenti per gli aiuti specifici per il riso rappresentano il 30% dei paga-menti diretti che giungono in provin-cia (che concentra il 78% di questa ti-pologia di aiuto), e da quelle di Milano e Sondrio, dove tra il 15% e il 20% degli aiuti provengono dalle misure previste dall’art. 68 e dagli aiuti specifici del Ti-tolo IV del reg. (CE) n. 73/2009. Riguardo al regime delle quote latte, che ricade nella normativa di riferi-

pac - i pilastro

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mento dell’OCM unica, anche per le campagna 2010/11 e 2011/12, così come per la precedente, l’Italia non ha superato il proprio quantitativo na-

zionale di riferimento. Nel 2010/11 la produzione della Lombardia si è atte-stata su 4.379.573 tonnellate, pari al 41,3% del totale nazionale. In quella

successiva le consegne a fine campa-gna sono state pari a 4.457.935 ton-nellate (il 41,1% del totale nazionale), di cui oltre la metà è stata realizzata

Pagamenti erogati nel 2011 in Lombardia (al netto della modulazione) - euro

Titoli RPU Articolo 68 reg. (CE) n. 73/2009 Titolo IV Totale Totale di cui di cui Aiuti di cui Aiuti Totale di cui pagamenti Articolo 68 Contributo alle alla qualità alla qualità Titolo IV Riso diretti assicurazioni* latte carni bovine

Bergamo 25.305.430 2.013.145 282.959 1.307.262 333.761 109.823 107.187 27.402.783Brescia 89.238.562 6.582.962 724.159 4.427.341 1.310.511 23.989 23.193 95.818.296Como 4.242.025 237.458 28.396 137.386 38.461 13.008 12.984 4.490.685Cremona 79.400.960 6.739.193 1.824.208 4.591.406 115.501 92.511 91.502 86.202.660Lecco 2.034.057 157.574 5.176 96.114 42.685 0 0 2.186.867Lodi 28.668.104 2.384.249 544.556 1.659.318 115.571 867.798 865.339 31.886.574Mantova 88.573.369 8.184.542 2.891.527 2.976.043 1.667.904 455.950 451.544 97.101.716Milano 34.671.002 2.579.084 1.246.296 1.127.032 154.153 6.272.524 6.257.547 43.513.255Monza E Brianza 3.684.680 108.512 29.762 56.232 21.989 134.014 133.017 3.927.403Pavia 67.063.468 4.342.318 3.731.195 352.390 195.900 30.588.736 30.560.025 101.966.153Sondrio 3.503.172 618.246 343.121 179.204 7.079 0 0 4.099.802Varese 2.786.679 186.684 17.137 144.660 22.474 24.332 23.141 2.995.072Fuori Regione 4.720.343 394.494 359.370 6.281 7.905 717.510 716.737 5.832.347Totale 433.891.850 34.528.462 12.027.860 17.060.668 4.033.894 39.300.194,80 39.242.215,81 507.423.612,66* Comprensivo dei fondi nazionali e della quota di cofinanziamento nazionale.Fonte: elaborazioni su dati DG Agricoltura Regione Lombardia.

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in due sole province (Brescia e Cre-mona). Nonostante, per la terza cam-pagna consecutiva, risulti scongiurato il temuto sforamento di quota, sono presenti esuberi individuali, che nel-la regione hanno raggiunto 168.605 tonnellate (il 40% del totale naziona-le). Tali esuberi sono attribuibili per il 40% alla sola provincia di Brescia. L’altro grande comparto di interesse regionale nell’ambito dell’OCM uni-ca è quello vitivinicolo. La dotazione finanziaria per l’attuazione del piano nazionale di sostegno 2012 ammonta a 341 milioni di euro. Di questi, circa 65 milioni di euro non possono es-

sere preventivamente attribuiti alle regioni, in quanto si tratta di fondi nazionali per la misura di promozio-ne sui mercati esteri, per le misure di assicurazione dei raccolti e per quella di distillazione dei sottoprodotti. Dei restanti 276 milioni, la dotazione per la Lombardia ammonta a 10,8 milio-ni di euro (il 4%). Di questi, quasi 5 milioni di euro (46% del totale regio-nale), è destinato alla ristrutturazione e riconversione dei vigneti (3% della dotazione nazionale della stessa mi-sura), 3,3 milioni di euro agli inve-stimenti (pari al 10% della dotazione nazionale) e 1,5 milioni alla promo-

zione sui mercati dei paesi terzi (4% del totale nazionale). Il restante 10% è equamente distribuito tra le misure di vendemmia verde e di arricchimento dei mosti (con quote, rispettivamente, pari al 6 e 2% del totale nazionale per le medesime voci). Riguardo alla mi-sura di distillazione dell’alcole per usi commestibili sono stati richiesti aiuti per 14.700 euro (0,2% del totale na-zionale), a fronte di un’assegnazione iniziale di 74.429 euro, riguardanti 42 ettari di vigneto.

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Complessivamente le risorse finan-ziarie pubbliche rese disponibili attraverso il PSR nel periodo di pro-grammazione 2007-2013 ammontano a 1.026.027.304 euro (di cui il 46%

circa da FEASR); il valore è compren-sivo delle risorse aggiuntive, pari a 106.073.334 euro, che la Regione ha introdotto per il rafforzamento della strategia del PSR in relazione alle prio-

rità dettate dalla riforma della PAC 2009 (Health Check). Queste ultime risorse sono state ripartite per il 37% a favore della misura 214 “pagamenti agroambientali”, per il 55,5% a favore

programma di sviluppo rurale (pac - ii pilastro)

Esecuzione finanziaria del PSR della Regione Lombardia (euro)

Assi/misure Pagamenti 2011 Stato avanzamento al 31/12/2011 % avanzamento Spesa pubblica di cui FEASR Spesa pubblica di cui FEASR 31/12/11 (FEASR)Asse 1 Mis. 111 - Formazione, informazione e diffusione della conoscenza 676.401 302.486 1.959.326 863.301 34,2Mis. 112 - Insediamento di giovani agricoltori 6.826.020 3.053.340 18.237.307 8.070.574 70,7Mis. 113 - Prepensionamento - - 32.762 14.022 26,7Mis. 114 - Ricorso a servizi di consulenza 9.000 4.023 9.000 4.023 0,1Mis. 115 - Istituzione di servizi di gestione, aiuto e consulenza 14.568 6.522 187.593 82.241 66,7Mis. 121 - Ammodernamento delle aziende agricole 37.653.308 17.535.533 81.287.102 36.855.242 36,4Mis. 122 - Migliore valorizzazione economica delle foreste 2.035.891 910.716 5.296.811 2.370.630 60,6Mis. 123 - Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli 6.503.210 2.908.332 17.480.483 7.747.573 27,0Mis. 124 - Cooperazione 287.631 128.571 376.606 168.405 22,1Mis. 125 - Miglioramento e sviluppo delle infrastrutture 5.324.270 2.587.009 6.465.965 3.088.242 9,5Mis. 126 - Ripristinare il potenziale della produzione agricola - - 13.221 5.659 99,2Mis. 132 - Sostegno agli agricoltori che partecipano ai sistemi di qualità 395.857 176.948 607.991 271.026 26,9Mis. 133 - Attività di informazione e promozione dei prodotti di qualità 1.038.808 464.748 1.521.451 680.827 69,7TOTALE ASSE 1 60.764.964 28.078.228 133.475.618 60.221.765 32,2

>>>>> segue

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Esecuzione finanziaria del PSR della Regione Lombardia (euro) segue

Assi/misure Pagamenti 2011 Stato avanzamento al 31/12/2011 % avanzamento Spesa pubblica di cui FEASR Spesa pubblica di cui FEASR 31/12/11 (FEASR)Asse 2 Mis. 211 - Indennità a favore degli agricoltori delle zone montane 13.462.430 5.923.564 47.923.102 21.086.285 67,4Mis. 214 - Pagamenti agro-ambientali 29.622.465 13.810.627 156.015.068 69.607.628 56,2Mis. 216 - Investimenti non produttivi 924.754 406.892 924.754 406.892 2,7Mis. 221 - Imboschimento di terreni agricoli 10.399.014 4.576.790 48.920.805 21.525.616 66,9Mis. 223 - Imboschimento di superfici non agricole 3.824 1.683 3.824 1.683 0,6Mis. 226 - Ricostituzione del potenziale forestale 2.493.600 1.097.184 3.405.789 1.498.547 16,6TOTALE ASSE 2 56.906.087 25.816.740 257.193.342 114.126.651 53,9

Asse 3Mis. 311 - Diversificazione verso attività non agricole 7.257.997 3.247.318 14.633.957 6.542.585 25,7Mis. 312 - Sostegno alla creazione e allo sviluppo delle microimprese 475.269 212.561 475.269 212.561 19,8Mis. 313 - Incentivazione di attività turistiche 553.218 247.424 820.309 367.001 13,9Mis. 321 - Servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale 1.730.451 773.971 3.382.839 1.511.038 20,9Mis. 323 - Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale 3.192.648 1.428.715 5.087.073 2.276.849 22,2Mis. 331 - Formazione e informazione 158.993 71.102 158.993 71.102 9,9TOTALE ASSE 3 13.368.576 5.981.091 24.558.440 10.981.136 23,2

TOTALE ASSE 4 1.795.691 790.104 2.943.812 1.295.277 6,3

Assistenza tecnica 773.481 340.332 2.240.558 972.707 19,4

TOTALE 133.608.798 61.006.494 420.411.769 187.597.535 39,8Fonte: elaborazioni su dati DG Agricoltura Regione Lombardia.

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della misura 121 “ammodernamento aziende agricole” e della misura 125 A “gestione idrica e salvaguardia del territorio”, e per il 7,5% a favore della misura 321 “servizi essenziali per le popolazioni rurali”. Al 31/12/2011 la Lombardia, con un avanzamento finanziario dei paga-menti pari al 41% del programmato (420 milioni di euro), si pone sopra la media delle regioni dell’area compe-titività (39,4%) e al terzo posto nella graduatoria dell’avanzamento dopo Valle d’Aosta (63,8%) e le province di Trento (50,8%) e Bolzano (68,9%).Le misure dell’Asse 2 presentano, nel 2011, la situazione di esecuzione fi-nanziaria più avanzata (53,9%) rispet-to alla media del programma; seguono le azioni proposte dall’Asse 1 del PSR con 32,2%, le misure dell’Asse 3 con 23,2% e, infine, quelle dell’Asse 4 con 6,3%. Per quanto riguarda invece i pagamen-

Area Programma Pagamenti PSR* Pagamenti PSR Stato di programmati 2007-2013 avanzamento (%)* Abruzzo 142.434.242 412.776.678 34,5 Bolzano 228.921.957 332.334.695 68,9 Emilia-Romagna 431.654.777 1.058.637.014 40,8 Friuli-Venezia Giulia 100.763.109 267.448.847 37,7 Lazio 239.896.724 705.548.684 34,0 Liguria 106.980.531 292.024.136 36,6 Lombardia 420.411.769 1.030.976.570 40,8 Marche 213.013.488 485.140.566 43,9 Molise 72.925.125 207.870.961 35,1 Piemonte 365.704.278 980.462.994 37,3 Sardegna 478.064.209 1.292.253.805 37,0 Toscana 307.430.540 876.140.965 35,1 Trento 142.439.685 280.633.361 50,8 Umbria 314.044.606 792.389.363 39,6 Valle d’Aosta 79.377.931 124.429.303 63,8 Veneto 369.181.012 1.050.817.665 35,1 Totale 4.013.243.983 10.189.885.607 39,4 Basilicata 241.755.614 671.763.196 36,0 Calabria 393.480.761 1.089.901.667 36,1 Campania 556.658.077 1.813.586.204 30,7 Puglia 569.246.513 1.617.660.218 35,2 Sicilia 772.387.471 2.185.429.544 35,3 Totale 2.533.528.436 7.378.340.829 34,3 Rete Rurale Nazionale 30.687.985 82.919.766 37,0TOTALE ITALIA 6.577.460.404 17.651.146.202 37,3* Situazione al 31 dicembre 2011. Fonte: elaborazioni su dati Rete Rurale Nazionale. -

Stato di avanzamento dei pagamenti PSR nelle Regioni italiane (euro)

Comp

etitiv

itàCo

nverg

enza

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ti relativi all’anno 2011, la spesa pub-blica erogata ammonta a 133,6 milio-ni di euro; l’erogazione più elevata ha riguardato la misura 121 (37 milioni di euro che porta la percentuale di

avanzamento al 36,4%), con un miglio- ramento rispetto al 2010 delle perfor-mance dell’Asse 1 che passa dal 18,3% al 32,2%, seguita dalla misura 214 (29,6 milioni di euro e un avanzamen-

to del 56,2%). In netto recupero la si-tuazione dell’Asse 3 mentre è ancora modesta la spesa relativa all’Asse 4. Il 2011 è stato l’anno in cui i Gruppi di azione locale (GAL) hanno comin-

Lombardia - Distribuzione percentuale della spesa pubblica del PSR erogata per misura, 2007-2011

11,7%

3,6%

38,1%

Agro-ambientali

Imboschimento

Indennità compensative

Ammodernamento

Accrescimento VA

Diversificazione

Giovani

Altro11,9%

19,8%

4,3%

4,4% 6,2%

Fonte: elaborazioni su dati DG Agricoltura Regiome Lombardia.

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Lombardia - Distribuzione percentuale della spesa pubblica del PSR erogata per misura, 2011

10,1%

5,4%

22,2% Agro-ambientali

Imboschimento

Indennità compensative

Ammodernamento

Accrescimento VA

Diversificazione

Giovani

Altro

7,8%

28,2%

4,9%

5,1%

16,4%

Fonte: elaborazioni su dati DG Agricoltura Regiome Lombardia.

ciato a dare il loro contributo attivo all’avanzamento della spesa dell’Asse 4. Nell’ambito della misura 41 “piani di sviluppo locale” sono stati emessi 384 bandi con risorse messe comples-

sivamente a disposizione pari a oltre 55,5 milioni di euro.Nel corso del 2011 è stata approva-ta una proposta di modifica del PSR Lombardia che prevede, tra l’altro,

una rimodulazione delle risorse con un loro trasferimento dalla misura 114 alla 112 e dalle 221 e 223 alle 121, 122, 123, 125, 226, 311 e 323.

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GLOSSARIO

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Agricoltura biologicaSistema di gestione sostenibile dell’agri-coltura per ottenere prodotti e alimenti di alta qualità nel rispetto dell’ambiente e della salute umana, vegetale e anima-le, ai sensi del reg. (CE) n. 834/2007. Non prevede l’uso di fitofarmaci e fer-tilizzanti di sintesi, diserbanti, fitore-golatori, organismi geneticamente mo- dificati, nonché l’uso zootecnico di an-tibiotici per la profilassi e ormoni.

AgriturismoRappresenta la più diffusa attività a valenza multifunzionale per le impre-se agricole italiane. Oltre a ricezione e ospitalità, rientrano fra le attività agri-turistiche, ai sensi della legge 96/06, anche quelle ricreative, culturali e di-dattiche, di pratica sportiva, nonché escursionistiche e di ippoturismo, e la degustazione di prodotti aziendali, in-clusa la mescita del vino. I pasti e le bevande somministrate devono essere

costituiti prevalentemente da prodotti propri e da prodotti di aziende agricole della zona, con preferenza per i pro-dotti tipici, di qualità (DOP e IGP) e tradizionali.

AmmortamentiAttraverso l’ammortamento il costo pluriennale dei beni a fecondità ripe-tuta viene ripartito in più esercizi in funzione della loro durata economica. Sono calcolati secondo il criterio del valore di sostituzione per piantagioni (inclusi gli impianti forestali), fabbri-cati, impianti fissi, miglioramenti fon-diari, macchine e attrezzi.

Attività secondarieSono le attività effettuate nel settore agricolo (agriturismo, trasformazione aziendale di latte, frutta e carne, ac-quacoltura, vendita diretta) e quelle conseguenti ad altre branche produt-tive (commercio e trasformazione) ma

relative a beni e prodotti agricoli.

Banca dati InEA sulla spesa pubblicain agricolturaEsamina la spesa pubblica in agricol-tura sulla base dei bilanci preventivi e consuntivi delle Regioni attraverso una metodologia che analizza l’evoluzione e la consistenza della spesa regionale, quantificando e qualificando le voci che compongono in maniera diretta o indiretta l’ammontare del sostegno pubblico al settore. Attraverso la co-struzione del “consolidato della spesa pubblica per l’agricoltura”, la Banca fornisce una stima del sostegno pub-blico complessivo al settore primario di cui si avvalgono le Amministrazioni regionali e centrali.

CF - Costi fissiComprendono gli oneri sostenuti per l’impiego di fattori produttivi (ammor-tamenti, salari, oneri sociali, quote di

glossario

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accantonamento per il trattamento di fine rapporto - TFR, affitti passivi di terreni, interessi di capitali presi a pre-stito, imposte e tasse, altre spese gene-rali e fondiarie, contributi IVA passivi) che vengono impiegati per più anni nel processo produttivo, nonché le soprav-venienze passive (derivanti da crediti, portafoglio, debiti).

Consumi intermediAggregato delle spese correnti delle aziende agricole (sementi, concimi, antiparassitari, mangimi, energia, ac-qua irrigua e servizi vari). A queste voci vanno aggiunti i reimpieghi.

Contributi alla produzioneCon l’entrata in vigore nel 2005 della riforma della PAC e l’introduzione del pagamento unico per azienda è stata rivista la classificazione degli aiuti che prima confluivano nel prezzo base. Ora vengono classificati in: Contributi

ai prodotti, Altri contributi alla pro-duzione, Contributi per altre attività economiche. Solo la prima categoria Contributi ai prodotti rientra nella va-lutazione del prezzo base.

ContoterzismoFornitura di mezzi meccanici da parte di ditte e/o società specializzate nello svolgimento di attività produttive azien-dali (aratura, semina, raccolta, ecc.).

CV - Costi variabiliIncludono tutti gli oneri sostenu-ti, compresi i reimpieghi di prodotti aziendali, per i mezzi tecnici a logo-rio totale, quelli cioè che esaurisco-no il loro effetto nel corso dell’annata (sementi, concimi, mangimi, energia, ecc.), nonché per l’impiego di manodo-pera avventizia.

DE - Dimensione economicaDal 2010, con il nuovo sistema di ti-

pologia per classificare le aziende, è subentrata alla UDE (Unità di dimen-sione economica) una nuova distribu-zione della dimensione economica in euro; la RICA Italia adotta 8 classi di dimensione economica per individua-re le sue aziende, addensando le classi proposte dalla RICA CE.

DiscountPunto di vendita che contiene un as-sortimento limitato di prodotti alimen-tari e di uso domestico corrente a prez-zi molto convenienti. La dimensione varia tra i 300 e i 1.000 mq e l’allesti-mento, essenziale, si caratterizza per un minimo servizio.

DOC - Denominazione di originecontrollataÈ assegnata ai vini prodotti in zone de-limitate (piccole e medie dimensioni) di cui portano il loro nome geografico.

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DOCG - Denominazione di origine controllata e garantitaÈ assegnata ai vini di particolare pregio qualitativo, di notorietà nazionale e in-ternazionale prodotti in aree di limita-te dimensioni (pochi Comuni).

DOP - Denominazione di origineprotettaÈ assegnata a un prodotto agricolo o alimentare originario di una regione, di un luogo determinato o, in casi ec-cezionali, di un Paese, ai sensi del re-golamento (CE) n. 510/2006, quando “le caratteristiche sono dovute essen-zialmente o esclusivamente ad un par-ticolare ambiente geografico, inclusi i fattori naturali e umani, e la cui pro-duzione, trasformazione ed elabora-zione avvengono nella zona geografica delimitata”.

Farmers’ market o mercati contadiniSpazi pubblici messi a disposizione da

Regioni e Comuni per garantire agli agricoltori la vendita diretta di prodotti locali e biologici, ai sensi del decreto ministeriale del 20 novembre 2007.

Fattori esterni e StatoQuesta voce rappresenta i costi soste-nuti dall’azienda per salari e oneri so-ciali, per affitti passivi, interessi passivi e per tasse e IVA (sia sulle operazioni correnti, sia sugli investimenti).

FatturatoL’ammontare di tutte le fatture emes-se nel periodo di riferimento per ven-dite sul mercato interno ed estero. Il valore del fatturato si intende al netto dell’IVA fatturata ai clienti, degli ab-buoni e sconti e al lordo delle spese (trasporti, imballaggi, ecc.) e delle al-tre imposte addebitate ai clienti (per es. imposta di fabbricazione). Nel fat-turato sono comprese anche le vendi-te di prodotti non trasformati dall’im-

presa e le fatture per prestazioni di servizi e per lavorazioni eseguite per conto terzi su materie prime da essi fornite; sono escluse le vendite dei ca-pitali fissi dell’impresa.

FEAGA - Fondo europeo agricolo di garanzia. Operativo dal 2007, è subentrato alla sezione “garanzia” del precedente Fondo europeo agricolo (FEOGA) e cofinanzia, tra l’altro, le misure di in-tervento destinate a regolarizzare i mercati agricoli e i pagamenti diretti agli agricoltori.

FEASR - Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale Subentrato al FEOGA insieme al FE-AGA, sostiene la politica europea in materia di sviluppo rurale, finanziando i programmi dei vari Stati membri e re-gioni dell’Unione Europea.

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GD - Grande distribuzioneInsieme di imprese che possiedono punti vendita operanti nella forma di supermercato, ipermercato, discount, grande magazzino, altra impresa spe-cializzata di grande superficie.

Grande magazzinoEsercizio di vendita al dettaglio che dispone di una superficie di vendita superiore a 400 mq e di almeno 5 di-stinti reparti (oltre l’eventuale annesso reparto alimentare) ciascuno dei quali destinato alla vendita di articoli appar-tenenti a settori merceologici diversi e in massima parte di largo consumo.

Health Check della PAC (Stato di salute della PAC)Valutazione, da parte della Commis-sione Europea, dell’attuazione della riforma della PAC nel 2007, in cui sono emerse nuove sfide per l’agricol-tura europea (cambiamenti climatici,

energie rinnovabili, gestione delle ri-sorse idriche, biodiversità, ristruttu-razione del settore lattiero-caseario, banda larga per le aree rurali). Ciò ha portato, tra l’altro, all’inserimento, nei PSR, di un sostegno specifico alle operazioni innovative per l’agricoltura nelle zone rurali connesse alle nuove sfide.

IGP - Indicazione geografica protettaÈ assegnata a un prodotto agricolo o alimentare originario di una regione, di un luogo determinato o, in casi ec-cezionali, di un Paese, ai sensi del re-golamento (CE) n. 510/2006, quando “una determinata qualità, la reputa-zione o altre caratteristiche possono essere attribuiti all’origine geografica e la cui produzione e/o trasformazione e/o elaborazione avvengono nell’area geografica determinata”.

IGT - Indicazione geografica tipicaÈ assegnata ai vini le cui zone di pro-duzione sono generalmente ampie, ac- compagnata da menzioni (vitigno, ti-pologia enologica, ecc.).

ImposteI prelievi obbligatori operati dalle am-ministrazioni pubbliche. Sono di due specie: le imposte dirette, che sono prelevate periodicamente sul reddito e sul patrimonio; le imposte indirette, che operano sulla produzione e sulle importazioni di beni e servizi, sull’u-tilizzazione del lavoro, sulla proprie-tà e sull’utilizzo di terreni, fabbricati o altri beni impiegati nell’attività di produzione.

IpermercatoEsercizio di vendita al dettaglio con superficie di vendita superiore a 2.500 mq, suddiviso in reparti (alimentare e non alimentare), ciascuno dei quali

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aventi, rispettivamente, le caratte-ristiche di supermercato e di grande magazzino.

Manodopera extrafamiliareOperai a tempo indeterminato, catego-rie speciali, impiegati, dirigenti, operai a tempo determinato e coloni impropri.

Manodopera familiarePersone di 15 anni e più appartenenti alla famiglia del conduttore che svolgo-no lavoro agricolo nell’azienda.

MOL - Margine operativo lordoIndicatore di redditività di un’azien-da basato sulla sua gestione carat-teristica, ovvero al lordo di interessi (gestione finanziaria), tasse (gestio-ne fiscale), deprezzamento di beni e ammortamenti.

MultifunzionalitàCon il termine multifunzionalità si in-

tende un nuovo ruolo dell’agricoltura – sostenuto anche dalla PAC – che non si limita più a produrre il cibo neces-sario all’alimentazione, ma svolge altre importanti funzioni tra cui la tutela e la protezione dell’ambiente, la difesa del territorio, il mantenimento delle aree rurali, la salvaguardia dei prodot-ti tipici e la conservazione degli usi e delle tradizioni del mondo contadino.

OCM - Organizzazione comune di mercatoCreata per raggiungere gli obietti-vi della PAC, è un insieme di misure per gestire il mercato di un determi-nato prodotto agricolo (produzione e scambi) che si fonda sul rispetto dei principi dell’unicità dei mercati agri-coli, della solidarietà finanziaria e del-la preferenza comunitaria. Il reg (CE) n. 1234/2007 relativo all’organizzazio-ne della c.d. OCM unica, ha incorpo-rato le ventuno precedenti OCM.

OTE - Orientamento tecnico economicoLa classificazione delle aziende agri-cole per OTE si basa sulla determina-zione del peso economico delle varie attività produttive presenti in azienda e sulla loro combinazione. A tal fine, utilizzando i RLS della zona in cui ricade l’azienda, si moltiplicano gli ettari coltivati o il numero dei capi allevati per il corrispondente RLS. La combinazione ottenuta si confronta con uno schema tipologico che serve ad individuare gli OTE secondo cri-teri stabiliti a livello comunitario e validi per tutte le statistiche ufficiali. Un’azienda viene detta specializzata quando il RLS di una o più attività produttive affini supera i 2/3 del RLS totale dell’azienda. Dal 2001 la tipo-logia adottata è quella del reg. (CE) n.1555/01.

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PAC - Politica agricola comune Costituisce una delle più importan-ti politiche dell’Unione Europea e si prefigge di incrementare la produt-tività dell’agricoltura, assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola, stabilizzare i mercati, ga-rantire la sicurezza degli approvvigio- namenti e assicurare prezzi ragione-voli ai consumatori. Prevede misure di sostegno al mercato, aiuti diretti ai produttori e misure di sostegno per lo sviluppo dell’agricoltura delle aree rurali.

PIL - Prodotto interno lordoIl PIL è costituito dal valore complessi-vo dei beni e servizi prodotti all’interno di un paese, durante un determinato periodo di tempo (di solito un anno so-lare). Non comprende il valore dei beni e servizi intermedi.

PL - Produzione lordaValore delle produzioni delle colture e degli allevamenti e di altri prodotti aziendali. Comprende: vendite, reim-pieghi, autoconsumi, variazioni delle scorte vive e del magazzino, prodotti aziendali. A tale valore è stato sommato l’ammontare dei contributi pubblici ri-cevuti da ciascuna azienda; la variabile così ottenuta misura quindi l’ammon-tare effettivo ricevuto dall’agricoltore per i propri prodotti in accordo con il criterio del “prezzo di base” indicato nella metodologia del SEC95.

PLV - Produzione lorda vendibileValore dei prodotti aziendali venduti, di quelli destinati all’autoconsumo, alla remunerazione dei salariati, alle immobilizzazioni; tiene conto delle va-riazioni delle giacenze di prodot-ti in magazzino. Per gli allevamenti, l’utile lordo, oltre che delle vendite e degli acquisti, tiene conto degli incre-

menti di valore registrati nell’eserci-zio per i capi destinati all’ingrasso e per quelli di allevamento che passano di categoria. La produzione vendibile comprende anche le sopravvenienze attive (derivanti da crediti, portafo-glio, debiti) e altre entrate aziendali tra le quali quelle derivanti da attivi-tà agrituristiche collegate all’azien-da, dagli affitti attivi e dal noleggio di macchine aziendali (se occasionale), nonché i contributi pubblici percepiti dall’azienda per calamità, per soste-gno agli oneri, per terreni presi in af-fitto, per contributi IVA attivi.

PPB - Produzione al prezzo di baseCon il SEC 95 vengono inclusi nella produzione i reimpieghi e gli scambi fra le aziende agricole, nonché i servizi annessi all’agricoltura. La valorizzazio-ne della produzione viene effettuata al prezzo di base, cioè al prezzo ricevuto dal produttore per unità di prodotto,

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dedotte le imposte sul prodotto e in-clusi tutti i contributi legati al prodotto stesso. Si escludono i contributi non commisurati ai prodotti.

Prezzi impliciti (indice dei) È il rapporto tra il valore di un aggre-gato economico a prezzi correnti ed il corrispondente aggregato a prezzi costanti.

Prodotti tradizionaliProdotti agroalimentari le cui meto-diche di lavorazione, conservazione e stagionatura sono inscindibilmente le-gate agli usi e alle tradizioni del territo-rio da almeno 25 anni. Sono individua-ti dalle Regioni e iscritti nel registro nazionale istituito presso il Ministero delle politiche agricole alimentarie e forestali (MIPAAF), aggiornato con de-creti annuali.

PSR - Piani di sviluppo rurale Piani da attuarsi a livello regionale, per ciascun Stato membro, di durata settennale, in cui è specificato, attra-verso una serie di misure e azioni, cosa può essere finanziato dal FEASR, su un dato territorio, nell’ambito delle misure dello sviluppo rurale (secondo pilastro della PAC). In particolare, le azioni proposte dall’Asse 1 mirano ad incrementare la produttività e la competitività delle aziende agricole e di trasformazione, stimolando l’inno-vazione di processo e di prodotto. Le misure dell’Asse 2 intendono promuo-vere il sostegno di uno sviluppo agri-colo e forestale sostenibile in armonia con la tutela della biodiversità, la va-lorizzazione del paesaggio e lo svilup-po di fonti energetiche rinnovabili. Le misure dell’Asse 3 garantiscono la permanenza delle popolazioni rurali nelle aree svantaggiate e promuovono la diversificazione dell’economia ru-

rale. Le misure dell’Asse 4 intendono integrare gli aspetti agricoli nelle at-tività di sviluppo locale e accrescere l’efficacia e l’efficienza della governan-ce locale.

PUA - Pagamento unico aziendale Pagamento che le aziende ricevono nell’ambito del RPU.

Quarta (IV) gammaProdotti ortofrutticoli (frutta e verdu-re fresche), lavati, asciugati, tagliati, confezionati in vaschette o in sacchet-ti di plastica pronti per il consumo. Si tratta di un servizio che comporta un valore aggiunto che trasforma il pro-dotto agricolo in un prodotto indu-striale a tutti gli effetti, con un prezzo maggiore a quello di un ortaggio ven-duto tal quale.

Regioni biogeograficheL’Unione Europea è suddivisa nelle se-

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guenti 9 regioni biogeografiche, ovvero ambiti territoriali con caratteristiche ecologiche omogenee: Atlantica, Con-tinentale, Alpina, Mediterranea, Borea-le, Macaronesica, Pannonica, Steppica e regione del Mar Nero. Il territorio italiano è interessato dalle regioni Al-pina, Continentale e Mediterranea. L’efficacia della rete Natura 2000 per la conservazione di habitat e specie vie-ne valutata a livello biogeografico, in-dipendentemente dai confini politico-amministrativi.

ReimpieghiCon il SEC 95 si distingue tra quelli reimpiegati nell’ambito della stessa azienda e quelli oggetto di scambio tra aziende agricole con contropartita di carattere economico. Dalla nuova valutazione vanno escluse dal calcolo le seguenti produzioni: uve per la pro-duzione di vino da parte delle aziende agricole, in quanto il relativo valore

è compreso nella trasformazione del vino; olive destinate alla produzione di olio direttamente da parte delle azien-de agricole; il latte destinato all’ali-mentazione dei redi (vitelli) nell’am-bito della stessa azienda agricola; le foraggere permanenti non oggetto di compravendita tra aziende agricole; i sottoprodotti senza valore economico; le sementi riutilizzate nell’ambito della stessa azienda agricola. Vanno inve-ce incluse nel calcolo dei reimpieghi: le sementi, che hanno un valore eco-nomico e che sono vendute ad altre aziende agricole; i prodotti utilizzati anche nell’alimentazione del bestiame; le produzioni foraggere direttamente commercializzabili (fieno, insilati di mais, ecc.).

Rete natura 2000È una rete di siti che si estende su tutti e 27 gli Stati della UE con l’obiettivo di arrestare il declino della biodiver-

sità tramite la tutela a lungo termine di specie ed habitat maggiormente minacciati, compatibilmente con le esigenze delle attività antropiche pre-senti sul territorio. Appartengono alla rete Natura 2000 i siti di importanza comunitaria (SIC), istituiti attraverso la direttiva 92/43/CE (“direttiva Habi-tat”) per la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica, selezionati per ogni regione biogeografica, e le zone di protezione speciali (ZPS), istituite at-traverso la direttiva 79/409/CEE (“di-rettiva Uccelli”) sulla conservazione degli uccelli selvatici.

RICA - Rete di Informazione Conta-bile AgricolaStrumento informativo finalizzato alla conoscenza della condizione econo-mica delle aziende agricole europee. In Italia, l’INEA ha la responsabilità dell’organizzazione e del funziona-

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mento della RICA nazionale che rap-presenta l’unica fonte armonizzata di dati microeconomici. Il campo di osservazione dell’indagine RICA non coincide con l’universo delle aziende agricole ma include solo quelle la cui dimensione in termini economici è tale da poterle definire commerciali. Per i disegni campionari, fino all’eser-cizio 2009 compreso vengono indicate come variabili strategiche: il Reddito Lordo Standard (RLS), la produzione lorda ai prezzi di base e i costi; per gli esercizi dal 2010 vengono indicate come variabili strategiche: lo Standard Output (SO), il valore della produzione ai prezzi di base e il valore dei costi in-termedi di produzione. Di ciascuna va-riabile strategica sono calcolate: media e varianza come media ponderata. La metodologia adottata permette di rap-presentare i risultati secondo la regio-ne geografica, la dimensione economi-ca – che dal 2010 è passata dall’unità

di misura convenzionale (UDE = 1200 euro) all’euro – e l’OTE.

RICA-REAIndagine condotta congiuntamente da ISTAT e INEA in collaborazione con le Regioni e Province autonome. Consen-te di rilevare, a livello di ogni singola azienda agricola, i risultati economici nell’anno di riferimento: costi, giacen-ze e scorte, acquisti e vendite di capita-le fisso, reimpieghi, ricavi, autoconsu-mo, contributi alle aziende, costo del lavoro e redditi delle famiglie agricole.

Rn - Reddito netto familiareCalcolato come PL - (consumi interme-di + ammortamenti + fattori esterni e Stato). Rappresenta la remunerazione dei fattori fissi di produzione apportati dall’imprenditore e dalla sua famiglia (terra, lavoro familiare e capitale) e del rischio imprenditoriale.

RLS - Reddito lordo standardSi tratta di un parametro determi-nato per definite attività produttive mediante differenza tra la produ-zione vendibile e l’importo di alcuni costi specifici (sementi, concimi, an-tiparassitari, mangimi, foraggi, ecc.) esclusi quelli per l’impiego della ma-nodopera e delle macchine. I redditi lordi così determinati vengono defini-ti “standard” in quanto la produzione vendibile e i costi sono calcolati su una media triennale e con riferimento a determinate aree geografiche (re-gioni e province autonome). I RLS sono espressi in euro ed aggiornati dall’INEA in occasione delle indagini strutturali e dei censimenti condot-ti dall’ISTAT. L’ammontare dei RLS corrispondenti alle attività produttive aziendali diviso 1.200 equivale alla di-mensione economica dell’azienda ed è espresso in UDE.

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RPU - Regime di pagamento unicoIntrodotto dalla riforma Fischler, in esso vengono ricondotti e disciplinati la maggior parte degli aiuti diretti setto-riali erogati tramite le OCM della PAC. Ogni agricoltore che accede al RPU è titolare di un diritto all’aiuto per ettaro nel rispetto delle norme sulla condizio-nalità (v. Riforma Fischler).

SAT - Superficie totale aziendaleÈ l’area complessiva dei terreni dell’azienda destinata a colture erba-cee e/o legnose agrarie, inclusi boschi e superficie agraria non utilizzata, non-ché l’area occupata da parchi e giardini ornamentali, fabbricati, stagni e cana-li, situati entro il perimetro dei terreni che costituiscono l’azienda.

SAU - Superficie agricola utilizzataÈ la superficie costituita dall’insieme dei seminativi, prati permanenti e pa-scoli, coltivazioni legnose agrarie, orti

familiari e castagneti da frutto.

Servizi connessiEsercizio per conto terzi e noleggio di mezzi e di macchine agricole con personale; raccolta, prima lavorazione (esclusa trasformazione), conservazio-ne di prodotti agricoli e altre attività dei servizi connessi all’agricoltura svol-ti per conto terzi; sistemazione di par-chi, giardini e aiuole; attività dei servizi connessi all’allevamento del bestiame, esclusi i servizi veterinari.

Sn - Saldo normalizzatoÈ dato dal rapporto percentuale tra il saldo semplice (esportazioni - im-portazioni) e il volume di commercio (esportazioni + importazioni); varia tra -100 (assenza di esportazioni) e + 100 (assenza di importazioni) e consente di confrontare la performance com-merciale di aggregati di prodotti diversi e di diverso valore assoluto.

Standard Output – SO (Produzione Standard) La determinazione della Produzione Standard di ciascuna attività produt-tiva agricola avviene moltiplicando la sua dimensione aziendale per la produzione standard unitaria che la caratterizza nel territorio (regione o provincia autonoma) in cui è ubicata l’azienda. La somma delle produzioni standard di tutte le attività praticate dalla stessa azienda in un determinato esercizio contabile (o annata agraria) costituisce la Produzione Standard (o Standard Output) aziendale.

SupermercatoEsercizio di vendita al dettaglio a libe-ro servizio e con pagamento all’uscita, con superficie superiore a 400 mq e va-sto assortimento di prodotti alimentari di largo consumo, in massima parte preconfezionati, nonché di articoli non alimentari di uso domestico corrente.

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SussidiSi intendono i sussidi sulle operazio-ni correnti collegate alla produzione (non agli investimenti). I pagamenti per cessazione delle attività agricole, perciò, non sono inclusi. I sussidi sono considerati sulla base della titolarità e non dell’effettiva ricezione di un paga-mento nell’ottica di ottenere risultati coerenti (produzione/costi/sussidi) per un determinato anno contabile.

Tariffa onnicomprensivaConsiste nell’erogazione di un be-neficio monetario, differenziato per fonte, corrisposto per ogni kWh netto di energia elettrica immesso in rete. Diversamente dal Conto energia per il fotovoltaico e dai Certificati Verdi, che incentivano tutta l’energia prodotta (compresa quella autoconsumata), la tariffa è corrisposta solo per l’elettri-cità effettivamente ceduta alla rete, al netto degli autoconsumi. Il produttore

che beneficia della tariffa onnicom-prensiva non ha il diritto di vendere l’energia prodotta, quindi rinuncia a qualsiasi ulteriore corrispettivo eco-nomico, al contrario del beneficio economico dei Certificati Verdi che va a sommarsi ai proventi derivanti dalla vendita di elettricità.

UBA - Unità bovine adulteUnità di misura della consistenza di un allevamento che, rapportata alla SAU, consente di determinare la densità dell’allevamento stesso.

UL - Unità di lavoroUnità di analisi che quantifica in modo omogeneo il volume di lavoro svolto da coloro che partecipano, con diverse mo-dalità e intensità di tempi, al processo di produzione di un paese, a prescinde-re dalla loro residenza. L’insieme delle unità di lavoro è ottenuto dalla somma delle posizioni lavorative a tempo pieno

e dalle posizioni lavorative a tempo par-ziale (principali e secondarie), trasfor-mate in unità a tempo pieno.

ULA - Unità di lavoro annuoL’ULA equivale al contributo di alme-no 2.200 ore/annuo per un lavoratore familiare e di 1.800 ore/annuo per un salariato.

ULFAM - Unità di lavoro familiarePersone che lavorano in azienda e che non ricevono salario o stipendio ma sono remunerate attraverso il reddito che rimane alla famiglia derivante dal-lo svolgimento dell’attività agricola.

VA - Valore aggiuntoÈ il saldo tra la produzione e i consu-mi intermedi, in cui la produzione è valutata ai prezzi di base, cioè al netto delle imposte sui prodotti e al lordo dei contributi ai prodotti. La produ-zione valutata ai prezzi di base si dif-

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ferenzia da quella valutata al costo dei fattori: quest’ultima è al netto di tutte le imposte (sia quelle sui prodotti, sia le altre imposte sulla produzione) e al lordo di tutti i contributi (sia i contri-buti commisurati al valore dei beni prodotti, sia gli altri contributi alla produzione).

Valori concatenatiIl concatenamento è il sistema di va-lutazione della produzione e dei prez-zi in termini reali. L’indice a catena considera le variazioni di prezzo o

di volume non solo nei valori assun-ti dalle variabili nell’anno corrente e nell’anno base, ma anche rispetto all’andamento complessivo del feno-meno nell’intero intervallo temporale esaminato.

Vendita direttaVendita al consumatore finale effet-tuata in azienda tramite spacci - o ad-dirittura consentendo la raccolta dei prodotti dagli alberi e dagli orti (“pick your own”) - e presso punti esterni o attraverso forme innovative, quali:

vendita per corrispondenza (su cata-logo); e-commerce (vendita tramite internet); consegna a domicilio a sin-goli o a gruppi organizzati di consu-matori, come i Gruppi di acquisto so-lidale (GAS); vendita attraverso spazi pubblici messi a disposizione dalle Amministrazioni locali, i cosiddetti mercati degli agricoltori o farmers’ markets; rifornimento di distributori automatici nelle aree urbane di latte crudo, spremute di arance fresche, porzioni di ortofrutta fresca.

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“L’agricoltura lombarda conta - 2012” è disponibile anche in versione inglese.La pubblicazione è consultabile in lingua italiana e inglese sul sito della Regione Lombardia

(http://www.agricoltura.regione.lombardia.it) e sul sito dell’INEA (www.inea.it)

“Lombard agriculture in figures - 2012” is also available in English.The publication can be consulted in Italian and English at the website of the Lombardy Region

(http://www.agricoltura.regione.lombardia.it) and at the website of INEA (www.inea.it).

StampaCSR s.r.l. Centro Stampa e Riproduzione

Via di Pietralata, 157 - 00158 RomaFinito di stampare nel mese di ottobre 2012

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isbn 978-88-8145-302-3