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ASSOBETON
PRIMO PIANOXIII Congresso Nazionale ASSOBETON"La prefabbricazione nella città del futuro"
STUDI E RICERCHEAnalisi sperimentale di connessione fra elementi prefabbricati di impalcato
DALL’UNIVERSITÀIntervista a Giovanni Plizzari Intervista a Giuseppe Carlo Marano
INSERTISicurezza nel montaggio e nella movimentazione degli elementi prefabbricati in calcestruzzo
TECNOLOGIACalcestruzzo in pratica:durabilità
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CONFINDUSTRIA
Organo Ufficiale di ASSOBETON
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nella sessione privata di giovedì 22 mag-gio, è quello realtivo al cambiamento del contesto normativo, tema di stra-ordinaria impor tanza in considerazione dell’entità del cambiamento a cui stiamo assistendo.Volendo procedere per classificazioni, definirei come “passivo” questo feno-meno, in quanto le nostre aziende non potranno fare altro che adeguar visi evitando di farsi trovare impreparate al sopraggiungere delle varie scadenze, in par te già in vigore, in par te attese - an-che se l’Associazione è stata tutt’altro che passiva nel seguire e contribuire al formarsi delle nuove norme.Obiettivi della prima sessione del 22 maggio sono: fornire ai prefabbricatori un vademecum di sintesi che faccia loro capire ove sia indispensabile oggi rivol-gere la propria attenzione per non farsi cogliere di sorpresa dagli appuntamenti impor tanti e, secondariamente, afferma-re senza alcuna ambiguità che l’Associa-zione si sta battendo per suppor tare un mercato “responsabile”, ove il rispetto delle regole e la ricerca della qualità sono alla base della concorrenza tra imprese tanto più nei momenti, come l’attuale, di grande tensione.Il secondo aspetto, che sarà oggetto del dibattito congressuale venerdì 23 maggio, riguarda, invece, il tema di co-me i prefabbricatori dovrebbero porsi nei confronti delle oppor tunità offer te dal consistente mercato italiano delle costruzioni e di quali potrebbero essere le modalità più proficue nel relazionarsi con gli attori che prendono par te al processo che por ta alla realizzazione di un’opera, dalla sua ideazione alla costru-zione. Parleremo quindi di come essere
L’Editorialedel Presidente
I l ruolo della prefabbricazione nella “città” del futuro: questo è il tema centrale del prossimo Congresso Na-
zionale ASSOBETON, giunto ormai alla sua XIII edizione.I segni del cambiamento in atto sono a tutti evidenti ed in questo senso credo di interpretare un sentimento comune nell’affermare che il ruolo della prefab-bricazione nella “città” del futuro sarà cer tamente differente da quello attuale: ciò che non sappiamo è, invece, come e verso quali direzioni esso evolverà ed a quali risultati approderà.Già a Siena, due anni or sono, parlam-mo dei cambiamenti che si stanno ma-nifestando sul fronte dell’offer ta, quali soprattutto i processi di aggregazione e di concentrazione: sono i fatti a con-fermare che questo fenomeno non è solo divenuto sempre più attuale, ma che il processo in atto è, per così dire, irreversibile.I fronti del cambiamento non si limitano però solo a tale profilo: almeno due sono, infatti, gli aspetti cruciali sui quali, a mio parere, è necessario focalizzare la nostra attenzione, dedicandovi il pro-gramma del Congresso di Baveno.Il primo, che sarà oggetto del dibattito
Appuntamentoa Baveno!“
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“proattivi” all’interno di questo mercato, di come riuscire ad affermare ed esten-dere l’ambito della prefabbricazione fino a ricomprendervi prodotti diversi da quelli tradizionali.Porremo e ci porremo, quindi, l’inter-rogativo se il mondo della prefabbri-cazione, alla luce delle norme tecniche sempre più stringenti e dei numerosi ed accresciuti criteri di sicurezza nei cantie-ri, tema vieppiù presente nell’agenda dei governi, ne esca sminuito nelle proprie potenzialità ovvero arricchito in termini di oppor tunità di sviluppo.Personalmente sono ottimista e la ri-sposta all’interrogativo di cui sopra, a mio modo di vedere, è evidentemente la seconda. Ciò non significa, ovviamen-te, che il percorso sia semplice e privo di insidie, in quanto si tratta di raggiungere il tutt’altro che facile obiettivo di orien-tare il processo decisionale dell’intera “filiera” verso opere di rilevante valore che trovino appunto nella prefabbrica-zione non solo la risposta più efficiente per garantire le prestazioni, la durata e la sostenibilità previste dal progetto, ma anche e soprattutto la risposta più con-veniente dal punto di vista economico e sociale.Sono cer to che i temi sopra illustra-ti, vista la loro rilevanza per l’intero compar to, stimoleranno un’animata di-scussione, arricchendo di nuovi spunti e di nuove prospettive la riflessione di coloro che, mi auguro numerosi, decide-ranno di intervenire. n
(Renzo Bullo)
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AssobetonSezione blocchi e pavimenti
AssobetonProgetto di ricerca SAFECAST
AssobetonOsservatorio Previsionale ASSOBETON
AttuAlitàUso degli inserti per calcestruzzo in conformità alle normative vigenti
di Roberto Ragozzini
tecnologiACalcestruzzo in pratica: durabilità
di Gianni Bebi
insertiSicurezza nel montaggio e nella movimentazione degli elementi prefabbricati in calcestruzzo
di Carlo Schiatti
DAll’universitàIntervista a Giovanni Plizzari Intervista a Giuseppe Carlo Maranodi Andrea Dari
stuDi e ricercheAnalisi sperimentale di connessione fra elementi prefabbricati di impalcato
di Fabio Biondini, Giandomenico Toniolo e Carla L. Zenti
Primo PiAnoXIII Congresso Nazionale ASSOBETON"La prefabbricazione nella città del futuro"di Andrea Dari
il commento Del Direttore
di Maurizio Grandi
l’eDitoriAle Del PresiDente
di Renzo Bullo
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IMC n.2/2008
IndustrIe ManufattI CeMentIzIBimestrale - n. 2/2008
dIrettore responsabIleAndrea Dari
dIrettore edItorIaleMaurizio Grandi
CoMItato dI redazIoneRenzo Bullo, Giorgio Fontana,
Maurizio Grandi, Alessandra Biloni,Andrea Dari, Patrizia Ricci
segreterIa edItorIaleAlessandra Biloni
segreterIa dI redazIonePatrizia Ricci
redazIoneStefania Alessandrini, Alessandra Biloni,
Andrea Dari, Patrizia Ricci, Susanna TontiniStrada Cardio, 4 – 47891 Galazzano – RSM
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autorIzzazIone Segreteria di Stato Affari Interni Prot. n. 73/75/2008 del 15/01/2008.Copia depositata presso il Tribunale della Rep. di San Marino
tuttI I dIrIttI rIservatI È vietata la riproduzione, anche parziale, del materiale pubblicato senza autorizzazione dell’Editore.Le opinioni espresse negli articoli appartengono ai singoli autori, dei quali si rispetta la libertà di giudizio, lasciandoli responsabili dei loro scritti.L’autore garantisce la paternità dei contenuti inviati all’editore manlevando quest’ultimo da ogni eventua-le richiesta di risarcimento danni proveniente da terzi che dovessero rivendicare diritti su tali contenuti.
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ASSOBETON
PRIMO PIANO
XIII Congresso Nazionale ASSOBETON
"La prefabbricazione nella città del futuro"
STUDI E RICERCHE
Analisi sperimentale di connessione fra elementi
prefabbricati di impalcato
DALL’UNIVERSITÀ
Intervista a Giovanni Plizzari
Intervista a Giuseppe Carlo Marano
INSERTISicurezza nel montaggio e nella movimentazione
degli elementi prefabbricati in calcestruzzo
TECNOLOGIACalcestruzzo in pratica:
durabilità
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Organo Ufficiale di ASSOBETON
94elenco soci
come AssociArsi
PubblicAzioni Assobeton
AssobetonCD Manufatti Cementizi
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ASSOBETON: i numeri del 2007
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Il Commentodel Direttore
Un anno, il 2007, complesso da leggere per quanto concerne il mercato della prefab-bricazione in Italia: questa la sintesi dei dati
presentati alla stampa il 26 marzo scorso da AS-SOBETON, alla presenza di quattordici giornalisti in rappresentanza di oltre 30 testate tecniche oltre a Il Sole 24 Ore con Edilizia e Territorio, come testata economica.Se il mercato delle costruzioni mostra, da fonte Cre-sme, con la sola eccezione del settore residenziale, la fine tendenziale di un periodo di contrazione del valore del costruito e l’inizio di una sia pur leggera espansione, il comparto della prefabbricazione non è così semplice da descrivere.La nostra realtà, infatti, è decisamente differen-ziata tra aree geografiche - il sud e le isole in generale sono più dinamiche del nord, che però rappresenta di gran lunga il maggior bacino di mercato, e un nord a sua volta articolato tra nord est, più sofferente, e nord ovest - e tipo-logie di prodotti ove le strutture, di gran lunga le più significativie in termini di volumi, tutto sommato confermano l’andamento del 2006, mentre altri prodotti soffrono (armamenti ferro-viari e solai) ed altri, invece, si espandono come i blocchi e pavimenti.Contestualmente, ASSOBETON ha anche pre-sentato alla stampa i risultati dell’analisi condotta sui bilanci di un centinaio di imprese associate, ovvia-
mente relativi alle gestioni del 2006 comparate con quelle del 2005.Più lineari i dati desunti: a fronte di un incremento dei volumi di affari di qualche punto percentuale, è emersa chiaramente una generalizzata e con-sistente contrazione della marginalità e quindi dei profitti aziendali. Fenomeno, questo, iniziato nel biennio 2003 – 2004 e che ha caratterizzato, con una brusca inversione, la fine del ciclo espansivo precedente.Infine, il calo della redditività, che stimiamo essersi protratta anche nel corso del 2007, ha colpito mag-giormente le imprese con volume d’affari inferiore ai 30 milioni di euro più di quanto abbia toccato quelle di dimensioni maggiori.Due le cosiderazioni, per concludere.La prima è relativa alla grande attenzione prestata dalla stampa specializzata a questa inedita uscita pubblica e l’opportunità, emersa durante il dibattito, di chiarire ai nostri interlocutori esterni non solo la complessità dei dati del comparto rilevati, ma anche le numerose tipologie di produzione non sempre immediatamente e così facilmente riconducibili al settore della prefabbricazione: l’importanza, cioè di dare al mercato informazioni più chiare su chi siamo e che cosa rappresentiamo nel panorama dell’economia nazionale.La seconda è l’importanza, proprio alla luce dei dati elaborati, di disporre di uno strumento che sappia sempre più cogliere le dinamiche interne al comparto – ivi compreso il fattore stagionale, an-cora non emerso per l’impossibilità, al momento, di confrontare tra loro due interi anni di rilevamenti – comparto che, in futuro, andrà probabilmente nella direzione di un’ulteriore maggiore complessità.Credo che sia difficile per chiunque interrogarsi sul futuro senza poter leggere o interpretare ciò che il passato ci “racconta” in modo più o meno palese. ■
(Maurizio Grandi)
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"La prefabbricazione nella città del futuro"
STUDI E RICERCHE
Analisi sperimentale di connessione fra elementi
prefabbricati di impalcato
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Intervista a Giovanni Plizzari
Intervista a Giuseppe Carlo Marano
INSERTISicurezza nel montaggio e nella movimentazione
degli elementi prefabbricati in calcestruzzo
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Organo Ufficiale di ASSOBETON
Gli autori su questo numero
Andrea Dari IDRA S.A. [email protected]
Gianni Bebi Tecnologo del calcestruzzo
Fabio Biondini Professore Associato Dipartimento di Ingegneria Strutturale Politecnico di Milano [email protected]
Massimo Bocciolini Unical SpA [email protected]
Antonella Colombo Libero professionista in Varese Consulente ASSOBETON [email protected]
Giuseppe Mancini Professore Ordinario Dipartimento di Ingegneria Strutturale Politecnico di Torino [email protected]
Carlo Schiatti Libero professionista in Arezzo Gruppo Inserti ASSOBETON
Giandomenico Toniolo Professore Ordinario Dipartimento di Ingegneria Strutturale Politecnico di Milano [email protected]
Carla L. Zenti Assegnista di ricerca Dipartimento di Ingegneria Strutturale Politecnico di Milano [email protected]
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P r i m o P i a n o12
Il 22 e 23 maggio 2008 si terrà la tredicesima edizione del Congres-so Nazionale ASSO-BETON, appuntamento chiave per la nostra Asso-ciazione e, da sempre, occasione di incontro e di confronto tra gli Associati, i vertici dell’Associazione, la stampa e le aziende del settore interessate alle tematiche dell’evento.L’appuntamento è fissato per quest’anno sul lago Maggiore, a Baveno (VB), località congressua-le e turistica, che si affaccia sulle splendide isole Bor-romee.Sarà il Grand Hotel Dino – la cui struttura e il cui parco sono situati proprio sulle rive del lago – ad ospitare i lavori e le numerose iniziative pro-grammate.
L’evento, il cui filo conduttore sarà “La prefabbricazione nella città del futuro”, si articolerà su due giornate,
dedicate rispettivamente alle attività delle Sezioni di ASSOBETON e al Convegno conclusivo, che, come sempre, richiame-rà esperti e personalità da tutta Italia.La prima giornata – giovedì 22 maggio – vedrà lo svolgimento dell’Assemblea Generale dell’Associazione con il rinnovo della Giunta, del Collegio dei Revisori Contabili e del Collegio dei Probiviri per continuare, nel pomeriggio, con incontri tecnici che affronteranno in modo pre-ciso e puntuale il complesso panorama normativo in sensibile trasformazione e di grande impatto sull’attività delle imprese.La tematica principale di questa edizio-ne – per quanto riguarda la sessione pubblica del 23 maggio – verterà, invece, sugli scenari futuri della prefabbricazio-ne, analizzando i vantaggi intrinseci della nostra tecnologia sotto differenti aspetti. Prenderanno parte al dibattito le prin-cipali figure della filiera delle costruzioni che analizzeranno le logiche e le scelte che portano alla realizzazione di un’opera nelle sue varie fasi.L’incontro è fissato per il 22-23 maggio, a Baveno (VB), al Grand Hotel Dino.Tutte le informazioni sul Congresso sono disponibili sul sito: www.con-gressoassobeton.it n
XIII Congresso Nazionale ASSOBETON“La prefabbricazione nella città del futuro”Baveno, 22-23 maggio 2008
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13P r i m o P i a n o
GIOVEDÌ 22 MAGGIO
GIOVEDÌ 23 MAGGIO
Sessioni Private
La Prefabbricazione nella città del futuro
09.00
14.30
09.00
11.00
13.30
Intervengono:Renzo Bullo (Presidente ASSOBETON)Giancarlo Ius (Vice Presidente UIA)Alberto Iori (Pirelli RE)Alfonso Femia (Studio di Architettura Femia – Peluffo)Enrico Dassori (Università degli Studi di Genova)Salvatore Patti (Studio Patti – De Tilla)
16.15
21.00
20.30
19.00
18.00
Registrazione dei partecipanti
Responsabilità ed obbli-ghi nell’esecuzione dei lavori: un mondo in ra-pida evoluzione. Sicurezza, salute e nor-me tecniche
- Introduzione del Presidente- La nascita dell’idea progettuale- L’idea prende forma: target di qualità e prestazioni- Dall’idea al progetto
Coffee Break
Buffet Lunch
- La città del futuro- La gestione del cantiere: un’eredità per il futuro ed una responsabilità sociale nel presente
- Tavola ro tonda
Sezione Tubi a Bassa Pressione
Dichiarazione Ambientale di Prodotto: un moderno strumento di marketing
Sezione Blocchi ePavimenti
Assemblea
Sezione Fibrocemento
CommissioneEsecutiva
Coffee Break
Cena e assegnazione del Premio Egisto Camerini
Aperitivo
Chiusura lavori
Sezione TraverseAssemblea
Sezione Solai e Doppia LastraAssemblea
Conferenza stampa
Saluto del Presidente, delle Autorità e apertura del Congresso
Assemblea Generale
Buffet Lunch
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13.00
Programma del Congresso
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L’obbligo della Marcatura CE per molti dei nostri prodotti è già in vigore. I prodotti che non esibiscono il marchio CE, ove obbligatorio, non possono essere immessi sul mercato.Nel corso del 2008 diverrà obbligatoria la Marcatura CE di diversi prodotti prefabbricati strutturali.
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2 - industrie manufatti cementizi
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di Fabio Biondini, Giandomenico Toniolo, Carla L. Zenti
Dagli atti del 24° Convegno Nazionale AICAP Salerno, 4 - 6 ottobre 2007
Analisi sperimentale di connessione fra elementi prefabbricati di impalcato
S t u d i e r i c e r c h e
SOMMARIOLa memoria si colloca nell’ambito di una ricerca finalizzata allo studio del com-portamento dei nodi e delle unioni delle strutture prefabbricate con l’obiettivo di dare pratica applicazione ai criteri di dut-tilità e di gerarchia delle resistenze che le nuove norme sismiche introducono sistematicamente. La ricerca fa riferimento alla larga gamma delle unioni prevalentemente a secco realizzate con dispositivi meccanici nella maggior parte delle costruzioni prefab-bricate e prevede una ampia campagna sperimentale volta a caratterizzarne le prestazioni sismiche. La memoria descrive il programma spe-rimentale attualmente in corso ed i primi risultati ottenuti con specifico riferimen-to al caso delle unioni trave-tegolo.
1. INTRODUZIONELe costruzioni prefabbricate hanno una larghissima diffusione e rappresenta-no, per alcune tipologie di edifici, un cospicuo patrimonio edilizio. Nel settore degli edifici industriali (prevalentemente monopiano), la soluzione con struttura prefabbricata costituisce più dell’80 % del totale e ora anche per gli edifici pluri-piano con destinazione prevalentemente commerciale la soluzione prefabbricata si va sempre più imponendo.Per avere un’idea della diffusione delle costruzioni prefabbricate basti pensare che nel solo anno 2002 sono stati rea-lizzati circa 20 milioni di mq di orizzon-tamenti prefabbricati. Nel complesso l’industria italiana della prefabbricazione vede attive circa 500 aziende con un totale di circa 20000 addetti. Questi dati
Dagli atti del 24° Convegno Nazionale AICAP Salerno, 4 - 6 ottobre 2007
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industrie manufatti cementizi - 2
indicano la rilevanza sociale ed economi-ca della ricerca: sociale in quanto riguar-da il primario aspetto della protezione civile (salvaguardia delle vite umane) in occasione di terremoti; economica in quanto si riferisce ad un importante set-tore dell’industria nazionale.Da questa industria emerge il forte inte-resse per la completa ed organica solu-zione dei problemi della progettazione sismica riferita appunto alle strutture prefabbricate. Già molti aspetti di questa progettazio-ne sono stati indagati con ricerche su scala nazionale ed europea, [1], [4], [15], supportate dall’associazione nazionale di categoria o da singole aziende del settore. Così l’analisi dell’assieme strutturale, la valutazione delle sue risorse di duttilità e della conseguente capacità dissipativa sotto azione sismica, il corretto calcolo dei principali elementi (travi, pilastri, ecc.) sono stati messi a punto con indagini spe-rimentali e teoriche [3], [5] che portate in sede CEN hanno contribuito alla cor-retta redazione del nuovo Eurocodice 8 [9]. Manca ora l’aspetto chiave costituito dal comportamento dei collegamenti fra gli elementi prefabbricati.I risultati dello studio di questo com-portamento porterà ad una immediata ricaduta industriale orientando la pratica progettazione degli uffici tecnici delle aziende. L’industria stessa della prefabbricazione mostra il suo pieno interesse offrendo, attraverso la sua associazione di catego-ria Assobeton, una base finanziaria per contratti di ricerca con enti universitari, garantendo anche il supporto delle sue competenze professionali e la fornitura dei campioni per la sperimentazione. Ma il principale supporto viene dal Progetto triennale 2005/2008 – DPC/RELUIS, Valutazione e riduzione della vulnerabi-lità di edifici esistenti, nel quale la ricerca è stata inserita come parte del Task 9 Prefabbricazione – Linea 2 calcestruzzo armato.
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18 S t u d i e r i c e r c h e
Il consorzio degli enti coinvolti nella ricer-ca è così composto:4 Politecnico di Milano;4 Università di Bergamo;4 Università di Bologna;4 Università di Firenze;4 Università di Molise;4 Università di Napoli;4 Università di Pisa;4 Sezione Strutture di Assobeton.Il lavoro è coordinato dal prof. Giando-menico Toniolo.La ricerca si pone l’obiettivo di dare una risposta alla necessità ampiamente sentita di una soluzione scientificamente completa circa i problemi della progetta-zione dei nodi e delle unioni delle strut-ture prefabbricate, dando pratica appli-cazione ai criteri di duttilità e di gerarchia delle resistenze (capacity design) [2] che le nuove norme sismiche introducono sistematicamente.Si tratta dell’aspetto fondamentale che governa e condiziona il comportamento sismico delle costruzioni prefabbricate. Posto che i singoli elementi, come pila-stri, travi e solai, vengano correttamente progettati in base agli aggiornati criteri dell’Ingegneria sismica, l’esito della proget-tazione stessa in termini di affidabilità della sicurezza resta giustificato solo se vengo-no compiutamente risolti tutti i com-plementari aspetti del comportamento strutturale d’assieme che dipendono dal corretto funzionamento delle connessio-ni e dal loro efficace posizionamento. Oltre a garantire la resistenza delle con-nessioni stesse prevenendo ogni loro pos-sibile rottura fragile precoce, si dovranno considerare le componenti secondarie di sforzo indotte negli elementi portanti, come le travi, dalle diverse eccentricità tra elementi e vincoli, attraverso anche il funzionamento a diaframma di solai e copertura [10].Si dovranno dunque approfondire questi importanti aspetti che riguardano i punti chiave per i quali passano le azioni che consentono il pieno esplicarsi delle risor-se di duttilità della struttura.
La ricerca si riferisce alla larga gamma delle unioni prevalentemente a secco realizzate con dispositivi meccanici nella maggior par te delle costruzioni pre-fabbricate. Non vengono comprese le unioni con getti integrativi in opera né i dispositivi di isolamento e smorzamento sismico.La presente memoria richiama le varie tipologie di connessione oggetto della ricerca e, con specifico riferimento al caso delle unioni trave-tegolo, descrive il programma sperimentale attualmente in corso ed i primi risultati ottenuti.
2. TIPOLOGIA DELLE UNIONILa ricerca si propone di esaminare le più diffuse tipologie di connessione con rife-rimento ai principali ordini di unioni pre-senti in una struttura prefabbricata, valu-tando in primo luogo i livelli di resistenza e duttilità nel loro tipico funzionamento ed i parametri di rigidezza necessari per la loro rappresentazione nell’ambito dei modelli globali di analisi strutturale.Per queste valutazioni si fa uso principal-mente dell’approccio sperimentale con prove cicliche su prototipi rappresenta-tivi dei particolari locali delle strutture. Vengono preliminarmente stabiliti dei protocolli di prova, con definizione degli assetti, delle storie di carico e dei para-metri valutativi delle risposte, in modo da ottenere risultati quanto più gene-rali possibile e coerenti con i metodi dell’analisi strutturale.Il primo ordine si riferisce alle unioni reci-proche tra elementi di solaio (o copertura) e, nel comportamento sismico del com-plesso strutturale, riguarda la fondamen-tale azione diaframma del solaio stesso grazie alla quale le forze inerziali vengono ripar tite sui diversi elementi ver ticali resistenti, assicurando nel contempo una risposta globale uniforme e coerente.In questo ambito si considerano solai e coperture con elementi affiancati, uniti con connessioni puntuali fatte di profilati metallici e saldature, senza getti di com-pletamento in opera, dove vari tipi di
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elementi sono impiegati come i classici pannelli nervati.Il secondo ordine si riferisce alle unioni tra elementi di solaio e travi portanti, unio-ni che forniscono i vincoli perimetrali del diaframma di piano nel suo comporta-mento sotto azione sismica. Verranno sperimentati i classici tipi di unioni mec-caniche fatte di dispositivi metallici varia-mente ancorati nelle parti.Questa tipologia riguarda tutti i tipi di solaio e copertura, sia quelli con elemen-ti affiancati solidarizzati da una soletta gettata in opera o reciprocamente colle-gati con connessioni puntuali, sia quelli di copertura distanziati dall’interposizione di e lementi “cechi” o “trasparenti”.Il terzo ordine si riferisce alle unioni tra trave e pilastro, unioni realizzate da cop-pie di barre passanti o altri dispositivi che devono garantire il funzionamento a cerniera nella direzione della trave ed il funzionamento ad incastro nella direzio-ne ortogonale.Se nel complesso il comportamento di una tale connessione appare scontato, restano da esaminare nel dettaglio i par-ticolari dell’appoggio necessari per con-sentire sia un’articolazione senza danni della cerniera al livello del terremoto frequente sia una adeguata resistenza sotto l’azione combinata delle due com-ponenti ortogonali del sisma al livello del terremoto raro.Un quarto ordine si riferisce alle unioni tra segmenti di pilastro o tra pilastro e fondazione realizzate con connessioni per aderenza delle armature all’interno di manicotti riempiti in opera con malta.Queste unioni rappresentano una utile alternativa quando le grandi dimensioni dei pilastri creano problemi di trasporto alle altre tradizionali soluzioni (monoliti-che a tutta altezza su plinti a pozzetto). La sperimentazione deve mettere in luce le proprietà derivanti dall’aderenza potenziata nell’ancoraggio delle barre.Un quinto ordine di unioni si riferisce agli attacchi dei pannelli di tamponamento alla struttura, attacchi che devono garantire la
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stabilità dei pannelli stessi, ma soprattutto consentire i grandi scorrimenti di piano attesi sotto azione sismica. La limitazione D ≤ 1% assegnata a tale scorrimento dalle competenti norme è subordinato infatti al coerente progetto delle connes-sioni in questione.Per questo ordine di unioni si vogliono esaminare i tipi di connettori attualmen-te in commercio, verificandone il com-portamento per via sperimentale con riserva di eventuali interventi modificativi
per il necessario adeguamento ai requisi-ti del corretto comportamento sismico.Non vengono invece considerate le unio-ni tra pilastro e fondazione nella tradizio-nale soluzione dei plinti a pozzetto che trovano un perfetto comportamento monolitico, ormai pienamente compro-vato dalla lunga esperienza applicativa e sperimentale.
3. SPERIMENTAZIONENel programma sperimentale descritto nel seguito si considerano le unioni del secondo ordine e, nello specifico, si ana-lizzano le unioni tegolo-trave.Obiettivo della sperimentazione è quello di ottenere risultati che permettano la caratterizzazione delle risorse di dutti-lità degli elementi di connessione per rendere poi possibile la loro corretta rappresentazione all’interno dei modelli di analisi.
3.1 Programma di provaLa verifica sperimentale delle risorse di duttilità di un elemento strutturale sotto azioni alterne, come possono essere quelle di un sisma, richiede l’opportuna definizione della storia di carico. La prima fase del programma speri-mentale prevede una prova preliminare di tipo push-over (Figura 1) al fine di determinare i parametri caratteristici di snervamento dy e Fy e quelli di rottura du e Fu. Tale prova permette di ricavare i parametri necessari alla corretta calibra-zione delle prove cicliche.Al fine di rappresentare significativamen-te le risorse intrinseche di un elemento sotto azione sismica, si impongono asse-gnati cicli di spostamento registrando le risposte in termini di curve forza-spo-stamento e deducendo da queste alcuni parametri che quantificano la prestazio-ne del prototipo sperimentato. Diversi criteri possono essere assunti per la scelta dei cicli di carico. Durante un sisma, l’esperienza ha mostrato un numero limitato di scosse violente. Con-venzionalmente ci si può riferire ad un
Figura 1 – Prova preliminare tipo push-over.
Figura 2 – Prova ciclica: storia di spostamento.
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numero di cicli pari a 3, rilevando a tale limite la caduta relativa di resistenza con:
(1)
essendo H1 la forza massima rilevata al primo ciclo di carico ed H3 quella rileva-ta al terzo ciclo (Figura 2). Eseguendo la prova in controllo di spostamento i primi 3 cicli vengono effettuati sul valore di snervamento ricavato dalla prova push-over. Ai successivi cicli, sempre a serie di 3, viene applicato un incremento di carico pari a: (2)
sino a portare a rottura il campione.Le prove cicliche forniscono direttamen-te le curve forza-spostamento del tipo di quelle riportate in Figura 3.a. Da queste si ottengono le informazioni relative al degrado di resistenza ed alla capacità dis-sipativa. La Figura 3.b mostra il diagram-
ma dell’energia dissipata U, calcolata per i semicicli successivi di Figura 3.a. Nella Figura 3.b si mostra anche come un più significativo valore della capacità dissipa-tiva di un elemento può essere ottenuto rapportando i valori sperimentali U a quelli teorici U0 associati ad un ciclo elastico perfettamente plastico. Come si deduce dalla Figura 3.c, l’energia di un semiciclo di questo modello è data da: (3)
3.2 Impianto di provaDa una prova sperimentale è possibile valutare correttamente gli aspetti legati al comportamento dei connettori coin-volti. Più difficile è invece simulare le condizioni al contorno che si incontrano nella reale situazione di esercizio. È evi-dente quindi la necessità di progettare l’impianto sperimentale in modo che la situazione di prova ricalchi il più possibile
1
4 yd
0 2 yU d d H
1 3
1
H H
Hϕ −=
Figura 3 – Prova ciclica: a) cicli forza-spostamento; b) energia dissipata nei semicicli; c) modello di ciclo elastico-plastico.
c)
a)
b)
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le condizioni al contorno originali, al fine di permettere la formazione indisturbata dei meccanismi di rottura, senza interfe-renze con i contrasti o i supporti neces-sari allo svolgimento della prova. Le prove vengono eseguite presso il Dipartimento di Ingegneria Strutturale del Politecnico di Milano, nel complesso del Laboratorio Prove Materiali. Lo spa-zio per le prove su elementi strutturali al vero è dotato di un pavimento di spesso-re 1,5 m sul quale è previsto un sistema di ancoraggio costituito da una maglia di triangoli equilateri (Figura 4). Su tale maglia è stato studiato l’impianto della prova longitudinale e di quella trasversa-le delle connessioni tegolo-trave. Nello schema di Figura 5, in cui è mostrato l’impianto della prova ciclica longitudinale, si possono distinguere due travi ancorate al pavimento a cui è collegato un segmento di tegolo di lunghezza 160 cm.Le connessioni previste sono 4 per ogni segmento di tegolo e verranno installate e successivamente sollecitate singolar-mente. Per evitare traslazioni trasversali o verticali degli appoggi liberi del tegolo, vengono predisposti binari e guide atti ad impedire tali movimenti. Per eseguire la prova viene utilizzato un martinetto idraulico a doppio effetto, capace di applicare sino a 660 kN in compressione e 460 kN in trazione, avendo stimato che per portare a rottura per taglio una
singola connessione sono necessari 25 kN. Il carico viene applicato all’altezza della connessione. In Figura 6 è mostrato un particolare della connessione tegolo-trave. La gamba del tegolo è collegata alla trave mediante angolari metallici fis-sati con tasselli F16/25 mm. Dato che la sperimentazione è volta all’indagine della duttilità della connessione si è armato il tegolo sovradimensionando le armature rispetto alla resistenza dei connettori (Figura 7). In Figura 8 è rappresentato l’impianto della prova ciclica trasversale. In questo caso vengono sollecitate due connessio-ni alla volta ed il martinetto viene fatto agire perpendicolarmente alla gamba del tegolo all’altezza dell’ala superiore.
4. PROVE PRELIMINARICome evidenziato in precedenza (vedi par. 3.1) si rende necessaria l’esecuzione di prove preliminari per la corretta defi-nizione della storia di carico. Le prove preliminari vengono svolte utilizzando una semplificazione geometrica degli elementi. La Figura 9 mostra l’assetto che simula una connessione tegolo-trave ruotata di 90°. I due elementi laterali più sottili rappresentano le gambe del tegolo, mentre il blocco centrale simula la trave. La configurazione simmetrica si è resa necessaria per agevolare la speri-mentazione. Tutto il sistema è posizionato su di una trave in acciaio 2UPH300 ancorata al pavimento. Gli elementi laterali sono col-legati alla trave di base mediante barre filettate F 38 mm bullonate alle estre-mità. L’impianto di prova è stato studiato per poter anche eseguire una prova ciclica e per questo motivo sono stati posizionati due martinetti contrapposti a singolo effetto sotto e sopra l’elemento centrale.Sono stati installati due tipi di trasdut-tori potenziometrici caratterizzati da corse diverse. Le traslazioni del blocco centrale sono monitorate da tre penny, con una corsa da 150 mm, il primo dei
Figura 4 – Piastra di ancoraggio dell’impianto di prova.
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quali costituisce anche il controllo della prova, eseguita appunto in controllo di spostamento. Per monitorare le traslazioni, le rota-zioni e gli spostamenti fuori piano degli angolari metallici, sono stati utilizzati dei gefran, con una corsa pari a 10 mm (Figura 11).
4.1 Risultati della prima provaI risultati ottenuti dalla prima prova pre-liminare non sono stati quelli attesi, ma tale prova ha fornito comunque una serie di informazioni utili per rivedere le dimensioni di alcuni elementi.In Figura 12 sono rappresentati i risultati in termini di curve forza-spostamento relative ai trasduttori posizionati sull’ele-mento centrale. Dal loro esame si evi-denzia, oltre alla fase iniziale con funzio-namento ad attrito, un comportamento elastico fragile. Non si è potuto apprezzare la duttilità delle connessioni a causa della rottura precoce del copriferro come mostrato in Figura 13. In ogni caso anche gli ele-menti laterali strumentati hanno mostra-to traslazioni sia nel piano sia fuori piano (Figura 14) e per quelli non strumentati è stato comunque possibile rilevare visi-vamente tali spostamenti (Figura 15).La presenza di un’abbondante armatura, capace di sostenere il carico ultimo della prova, non ha impedito la formazione di una macroscopica fessura con distacco del
Figura 7 – Dettagli di armatura del tegolo.
Figura 6 – Particolare della connessione.
Figura 5 – Impianto per la prova ciclica lon-gitudinale.
Figura 8 – Impianto per la prova ciclica tra-sversale.
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bordo terminale dell’elemento trave. Le armature infatti sono entrate pienamen-te in funzione solo dopo la fessurazio-ne. Solo la pretensione delle armature avrebbe potuto evitare tale fessurazio-ne. Gli angolari metallici hanno subito delle contenute distorsioni (Figura 13) mostrando di essere largamente sovra-dimensionati rispetto al resto, mentre i bulloni passanti hanno subito vistose piegature plastiche (Figura 14).I tasselli sollecitati a taglio si sono inclinati
Figura 9 – Impianto per la prova preliminare: a) vista frontale; b) vista laterale.
Figura 10 – Dettagli di armatura del proto-tipo della prova preliminare: a) elemento cen-trale; b)elementi laterali.
Figura 11 – Strumentazione per la prova pre-liminare.
a) b)
a)
b)
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ed hanno provocato un allargamento del foro di alloggio.
4.2 OsservazioniNel corso della prova non si sono potute determinare le caratteristiche di duttilità dei dispositivi metallici. E l’esito così come sopra descritto ha posto l’attenzione sui particolari costrut-tivi delle adiacenti parti in calcestruzzo armato, che possono rappresentare il punto debole della connessione.Si fa notare come il cedimento della con-nessione può essere determinato da:4 rottura per taglio o flessione del bul-
lone passante;4 rottura per taglio dei tasselli;4 rottura per distorsione degli angolari;4 rottura per trazione dei bordi in
calcestruzzo degli elementi in c.a. collegati.
Ai fini di un buon comportamento sismi-co della connessione è opportuno indi-rizzare la rottura verso il meccanismo più duttile e questo può essere indivi-duato nella distorsione degli angolari metallici.Al fine di veicolare il meccanismo di collasso si è dunque deciso di apportare delle modifiche all’elemento metallico a L. Quello utilizzato durante la prima prova preliminare era un profilato com-merciale L 100 x 8 (Figura 15) di esube-rante resistenza e rigidezza. Per la ripeti-zione della prova si è deciso di modifica-re tale elemento (Figura 16) portando lo spessore da 8 a 5 mm, lo spigolo vivo è
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Figura 12 – Prima prova: diagramma forza-spostamento.
Figura 13 – Prima prova: crisi lato calcestruzzo.
Figura 14 – Prima prova: vista dell’angolare.
Figura 16 – Seconda prova: prototipo dell’ele-mento a L.
Figura 15 – Prima prova: elemento a L.
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stato sostituito da un raggio di curvatura di 25 mm e la lunghezza delle asole è stata ridotta da 80 a 50 mm. Con queste modifiche l ’angolare metallico avrebbe dovuto deformarsi plasticamente prima della rottura del calcestruzzo.
4.3 Risultati della seconda provaLa seconda prova ripete sostanzialmente la precedente, con l’impiego dei nuovi angolari metallici come sopra descritti (Figura 16). Dal grafico di Figura 17 si nota come il livello di resistenza sia risul-
tato alquanto inferiore, coerentemente con le dimensioni ridotte dei connettori. La prova ha evidenziato maggiori spo-stamenti e si è interrotta per il raggiun-gimento di fine corsa dei mar tinetti, senza alcun distacco o fessurazione del calcestruzzo. La Figura 18 mostra lo stato degli ango-lari al termine della prova.
5. CONCLUSIONIIl comportamento sismico dei collega-menti nelle strutture prefabbricate è un tema chiave che governa e condiziona il comportamento sismico delle costruzio-ni prefabbricate. Questa ricerca si propone di dare una risposta ai problemi della progettazione dei nodi e delle unioni, dando pratica applicazione ai criteri di duttilità e gerar-chia delle resistenze (capacity design) che le nuove norme sismiche introduco-no sistematicamente. A questo fine, la memoria ha presentato la campagna sperimentale attualmente in corso di svolgimento per la caratteriz-zazione delle prestazioni sismiche delle connessioni delle strutture prefabbri-cate, illustrandone i primi risultati con specifico riferimento al caso delle unioni
Figura 18 – Seconda prova: particolare della connessione.
Figura 17 – Seconda prova: diagramma forza-spostamento.
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trave-tegolo. Tali risultati hanno dato alcune prime indicazioni sulla possibilità di dimensionare le unioni in modo da veicolare la crisi verso i meccanismi più duttili, con riserva in ogni caso di applica-re la gerarchia delle resistenze dosando la sovraresistenza delle connessioni in base alle loro più o meno grandi risorse di duttilità.Si ricorda comunque che quelle qui presentate sono solo prove preliminari
condotte per calibrare opportunamen-te le modalità di carico delle previste prove su conci di elementi al vero. I relativi risultati di questa indagine spe-rimentale verranno presentati in succes-sivi rapporti.
RINGRAZIAMENTISi ringrazia il prof. Roberto Felicetti per il contributo nelle attività di coordinamen-to ed esecuzione delle prove. n
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BiBliografia
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D a l l ’ U n i v e r s i t à30
1Professore, prima di passare al tema centrale dell’intervista, può presentarsi?
Io insegno Tecnica delle Costruzioni alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Brescia.
2 Nell’ambito della prefabbrica-zione avete in corso dei pro-getti di ricerca? Con quali risul-
tati? Potrebbero essere di utilità per l’industria?Da tempo stiamo lavorando nell’ambi-to della prefabbricazione, con particolare riferimento all’ottimizzazione del compor-tamento strutturale grazie all’impiego di materiali innovativi; tra questi posso citare i calcestruzzi ad alte prestazioni o i composi-
ti fibrorinforzati. A Brescia ci siamo occupati sia di grandi elementi strutturali sia di picco-li elementi, con progetti in collaborazione con importanti aziende del settore. Recen-temente stiamo anche studiando l’ottimiz-zazione della progettazione strutturale di edifici prefabbricati in zona sismica.Per finire, ho la responsabilità del coordina-mento di un progetto di ricerca di interesse nazionale (PRIN 2006), finanziato dal Mini-stero dell’Università, per l’ottimizzazione dei rivestimenti per gallerie che spesso sono costituiti da elementi prefabbricati.I risultati ottenuti sembra che siano apprez-zati dalle Aziende che investono sull’In-novazione Tecnologica, in quanto garan-tiscono loro una maggior competitività ed un risparmio sui costi di produzione e realizzazione. Al completamento delle ricerche, diverse aziende hanno messo in produzione elementi studiati nell’ambito di collaborazioni di ricerca con l’Università.
3 Avete collaborazioni in atto con imprese private del setto-re della prefabbricazione? Con
quali obiettivi?Molte ricerche in corso sono svolte nell’ambito di convenzioni di ricerca con importanti aziende del settore della pre-fabbricazione, con l’obiettivo di ottimizzare la progettazione e la realizzazione degli elementi prefabbricati, vale a dire ottenere la miglior qualità al minor costo.È anche in corso, per il Consorzio CIS-E, una collaborazione con una associazione di pro-duttori di travi prefabbricate reticolari miste
Intervista aGiovanni Plizzaridi Andrea Dari
Giovanni Plizzari
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al fine di mettere a punto delle linee guida per la loro progettazione e realizzazione.
4 Come nascono queste collabo-razioni? Può dare qualche con-siglio alle industrie del settore
su come avviare iniziative di questo tipo?La collaborazione nasce quando l’azienda ha modo di verificare che l’Università vuole svolgere uno dei suoi compiti istituzionali, cioè quello di un ente pubblico che si mette a servizio del settore produttivo facendo ricerca che, nel caso in esame, è ricerca applicata con l’obiettivo dell’innovazione tecnologica. All’Università di Brescia abbia-mo attive numerose convenzioni di ricerca che sono il risultato di una fiducia reciproca che si è instaurata negli anni tra l’Università e diverse Aziende del settore.
5 Di recente la riforma delle Università ha toccato, nel vivo, gli ordinamenti che dipendono
dalla vostra Facoltà. Secondo Lei gli studenti riescono, con l’attuale pro-gramma, ad acquisire la necessaria conoscenza tecnica per poter, una volta laureati, gestire con efficacia l’argomento calcestruzzo?L’Università si è accorta di alcune lacune presenti nell’attuale ordinamento tanto che il Ministero dell’Università ci sta chie-dendo di correggerlo, introducendo nel prossimo futuro un nuovo ordinamento.L’argomento del calcestruzzo è indipen-dente dall’ordinamento universitario e dipende soprattutto dal docenti di tecno-logia dei materiali. Nelle sedi universitarie in cui i docenti sono attivi nella ricerca sul calcestruzzo, l’esperienza è particolarmen-te positiva.
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2 - industrie manufatti cementizi
D a l l ’ U n i v e r s i t à32
forme (materiale, armato, precom-presso, ecc.)?I corsi sulla progettazione delle strutture in calcestruzzo armato sono ormai una bella realtà presente in tutti i corsi di laurea in Ingegneria Civile delle diverse Università Italiane. Non è così consolidato l’insegna-mento delle tecnologia del calcestruzzo; da questo punto di vista si potrebbe fare di più visto che, in Italia, questo è il materiale da costruzione maggiormente utilizzato.
7 Che cosa le fa venire in mente la parola “innovazione” in rela-zione ai manufatti cementizi?
Innovazione mi fa pensare anzitutto all’uti-lizzo di nuovi materiali e di nuove tecno-logie, senza dimenticare il connubio tra materiale e struttura visto che la vera ottimizzazione è rappresentata dal miglior rapporto tra prestazioni e costi riferiti però all’elemento strutturale; in questo ambito, il materiale è un importante componente del sistema ma non è l’unico “attore”.Innovazione mi fa però pensare anche ad un nuovo modo di intendere l’edilizia, nel quale alla “parola d’ordine” costo si aggiunga la “parola d’ordine” qualità, che spesso significa un minor costo riferito all’intera vita attesa della struttura, grazie ai ridotti costi di manutenzione. Forse si potrebbe migliorare la situazione se, nel prezzo di vendita, fossero inclusi i costi della manutenzione straordinaria che si rendes-se necessaria nella vita attesa della strut-tura. Questo potrebbe essere un nuovo modo di presentarsi sul mercato, offrendo Costruzioni “a prestazione garantita” per l’intera vita attesa.
8 In Italia sono presenti molte associazioni culturali che si occupano di argomenti con-
nessi alla progettazione e ai mate-riali da costruzione. Questa prolifi-cità non rischia di disperdere trop-po le occasioni di confronto e di abbassarne, di conseguenza, il tasso
tecnico e, purtroppo, di tenere lon-tani i professionisti italiani da asso-ciazioni internazionali come sono la FIB e la RILEM?Non vedo una eccessiva presenza di asso-ciazioni culturali nel settore delle costru-zioni; ogni realtà specifica è in genera-le rappresentata da una associazione. Si potrebbe però certamente fare di più se le associazioni cercassero un maggior coordi-namento, visto che spesso i problemi sono comuni a diversi “protagonisti” del settore.Anche grazie alla presenza di queste asso-ciazioni nazionali, l’Italia sta offrendo con-tributi significativi alla normativa internazio-nale, soprattutto in ambito CEN e FIB. n
PROF. ING. GIOVANNI PLIZZARI Giovanni Plizzari è Professore Ordinario di “Tecnica delle Costruzioni” presso la Facol-tà di Ingegneria dell’Università di Brescia.Presidente del Collegio dei Tecnici dell’Indu-strializzazione Edilizia (CTE), il Prof. Plizzari è membro: 4 dell’American Society of Civil Engineers
(ASCE);4 dell’American Concrete Institute (ACI);4 della International Association for Bridge
and Structural Engineering (IABSE);4 della International Union of Laboratori-
es and Experts in Construction Mate-rials, Systems and Structures (RILEM);
4 dell’Associazione Italiana per il Calcestruz-zo Armato e Precompresso (AICAP).
Il Prof. Plizzari ha contribuito all’attività normativa sui calcestruzzi fibrorinforzati svolta nell’ambito di Gruppi di Lavoro del CEN (TC 104-WG11), del CNR (DT 204) ed è attualmente membro del gruppo di lavoro fib 4.5 (Bond in concrete) e 8.3 (Fiber Reinforced Concrete) che sta pre-parando il Capitolo sui calcestruzzi fibro-rinforzati del nuovo Codice Modello. Recentemente è stato nominato membro della Commissione sui materiali compositi dl Ministero delle Infrastrutture.Attualmente sta coordinando un Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN 2006) sui materiali innovativi per i rivesti-menti di gallerie.
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1 Professore, prima di passa-re al tema centrale dell’in-tervista, può presentarci la
Facoltà in cui lei insegna?La facoltà di Ingegneria di Taranto è
una delle tre Facoltà del Politecnico di Bari. Natu-ralmente, come tutte le Facol tà re lat ivamente piccole e recenti, presen-ta pregi e difetti abba-stanza peculiar i . Come ama dire qualche collega,
non ha sempre una “massa critica” tale da avviare processi a catena. D’altra par te trovo assai utile e stimo-lante l’estrema dinamicità dovuta alla
bassa “inerzia” caratterizzante tutte le attività, soprattutto quelle decisionali. Inoltre un punto assai positivo è lega-to alla relativamente “bassa” età del corpo docente, testimoniata anche dal fatto che lo stesso Preside, il Prof. Giu-stolisi, è il più giovane d’Italia tra quelli delle Facoltà di Ingegneria. Questo sicuramente aiuta ad un rap-por to assai dinamico e creativo tra noi colleghi.
2 Nell’ambito della prefab-bricazione avete in corso dei progetti di ricerca? Con
quali risultati? Potrebbero esse-re di utilità per l’industria?Sono attualmente in corso due pro-getti di ricerca nel settore della pre-fabbricazione, ed in par ticolare uno, ormai avviato, nel settore delle nuove tipologie costruttive in ambito strut-turale; l’altro, in fase di avvio, riguar-da una applicazione strutturale assai specifica riguardante un par ticolare calcestruzzo. Entrambi mi sono stati direttamente commissionati da industrie private, sia locali che nazionali. Gli obbiettivi sono naturalmente com-misurati alle possibilità ed alle poten-zialità del gruppo di ricerca di cui fac-cio par te, ma sono assai promettenti. Anzi, ritengo che, forse proprio per
Intervista aGiuseppe Carlo Maranodi Andrea Dari
Giuseppe Carlo Marano
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una mia passata esperienza in ambito industriale, siano state gestite in modo da coniugare modi, tempi ed obbiettivi dell’Università con quelli dell’industria. In par ticolare ritengo che progetti di ricerca nell’ambito della prefabbrica-zione siano da strutturare in maniera assai organica, in modo tale da ren-dere subito chiari gli obbiettivi e le finalità. Bisogna innanzitutto considerare che industria e università hanno obbiettivi e finalità istituzionali differenti.In par ticolare l’industria ha necessità di poter prevedere, alla fine di un pro-getto di ricerca, di un prodotto ben definito (inteso anche come brevetto o vantaggio competitivo nei confronti dei concorrenti), quantificabile con degli utili nel medio periodo. Contemporaneamente l ’Università ha necessità di poter avere, oltre che fondi per sostenere le proprie strut-ture, anche di risultati scientifici tali da poter essere pubblicati nelle sedi appropriate. Solo se si coniugano entrambi questi obbiettivi i progetti possono contare su una oppor tuna sinergia tra i due attori.
3 Di recente la riforma delle università ha toccato, nel vivo, gli ordinamenti che
dipendono dalla vostra Facoltà. Secondo Lei gli studenti riesco-no, con l’attuale programma, ad acquisire la necessaria cono-scenza tecnica per poter, una volta laureati, gestire con effi-cacia l’argomento calcestruzzo? Ritiene possibile introdurre nel biennio di specializzazione un corso esclusivamente dedicato al calcestruzzo nelle sue diverse forme (materiale, armato, pre-compresso, ecc.)?L’argomento calcestruzzo è sicura-mente un punto critico nella forma-
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zione dei nuovi ingegneri; peraltro lo è anche per l’aggiornamento degli attuali professionisti.E per questo voglio essere assai diret-to nel centrare il problema: a mio avvi-so per troppo tempo si è ritenuto che le fasi di produzione e posa in opera del calcestruzzo non fossero sufficien-temente qualificate per gli ingegneri, per tanto erano di competenza di altre figure professionali inferiori. Questo atteggiamento probabilmente deriva dal ritenere il proprio bagaglio culturale assai superiore alle necessità di questo settore. Ma queste considerazioni sono fonda-mentalmente erronee, e non perché i geometri, tipicamente impiegati nella produzione del calcestruzzo, non ne abbiano le competenze. Al contrario l’intero settore del cal-cestruzzo preconfezionato si è retto per vari decenni su strutture ope-rative costituite per la quasi totalità da bravissimi geometr i, che hanno fatto a pieno il loro compito. Inevi-tabilmente il settore e la cultura del calcestruzzo non si è potuto avvale-re pienamente del contributo degli ingegneri, soprattutto in termini di capacità di innovazione.La mia esperienza è stata in questo senso, dato che dopo la laurea e appe-na terminato il servizio di leva come guardiamarina, fui assunto dalla Calce-struzzi SpA. L’impatto con il mondo produttivo e con una realtà in cui i problemi non erano sempre r iconducibili ad equazioni differenziali fu piuttosto traumatico. Quella della produzione e gestione del calcestruzzo nei cantieri, soprat-tutto in quelli complessi, mi risultò una realtà assai difficile e soprattutto di cui non sapevo quasi nulla.Questa lacuna, considerando l’impor-tanza del materiale di cui stiamo discu-tendo nell’economia delle costruzioni civili , a mio avviso dovrebbe esse-
re superata inserendo specifici corsi non solo di progettazione e calcolo, oramai consolidati e che forniscono una for te base culturale agli ingegneri strutturisti.Ser vono anche corsi monotematici in termini di “materiale calcestruzzo”, capaci di fornire una base tecnica e tecnologica sul “mondo calcestruzzo”, che comprenda aspetti di progettazio-ne delle miscele, produzione e posa in opera; in termini sintetici fornire una visione a 360 gradi del calcestruzzo come materiale. Nella nostra Facoltà di Taranto nel biennio specialistico di Ingegneria Civi-le già esiste un corso sulla “durabilità dei materiali”, riferito essenzialmente al calcestruzzo. Credo che anche altre Università si siano mosse in questo senso. L’importanza di questo aspetto cultu-rale è anche da porre in relazione alle richieste che le industrie del settore iniziano ad avere per personale qualifi-cato nella gestione degli impianti pro-duttivi, che de facto dovranno essere nel futuro solo laureati.
4 Che cosa le fa venire in mente la parola “innovazio-ne” in relazione ai manufat-
ti cementizi?Tanto, tantissimo, un orizzonte enor-me attualmente inesplorato! Debbo dire che il calcestruzzo “moder-no”, capace di prestazioni spinte in differenti aspetti delle proprie carat-teristiche, è solo parzialmente per-cepito dal tecnico medio, in quanto non riesce a valutare compiutamente le potenzialità. Tipicamente il calce-struzzo è percepito come un impasto standard tra legante idraulico, iner-ti ed acqua, con eventuali aggiunte “magiche”. Se ad esempio si avesse la voglia (e il tempo) di leggere la prima traduzione in italiano che all’inizio del ‘900 l’Ing.
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Santarella fece del libro di Morsch, ci si renderebbe conto che le caratteri-stiche medie richieste al calcestruzzo attualmente non sono poi così supe-riori a quelle che erano richieste oltre 100 anni fa, quando questo materiale era agli albori.Al contrario attualmente il calcestruz-zo moderno è in grado di avere per-formance strabilianti: dalla incredibile fluidità degli SSC alle impressionanti resistenze degli HSC . Pur troppo il punto saliente è sempre e comunque la capacità di produrre un calcestruz-zo di qualità. Controlli, stabilità e costanza della produzione sono punti critici che in Italia probabilmente sono stati trascu-rati, a favore di altri aspetti della pro-gettazione strutturale; naturalmente
maggiori sono le performance richie-ste, maggiore il grado di affidabilità e qualità richiesto nella produzione, nel traspor to e nella posa in opera. Dun-que ritengo che l’innovazione, poten-zialmente già ben strutturata e conso-lidata dal punto di vista concettuale, necessità di un impor tante passo in avanti legato ad un sistema produttivo capace di gestire in maniera moderna, al pari di altre produzioni industriali, questo materiale.
5 In Italia sono presenti molte associazioni culturali che si occupano di argomen-
ti connessi alla progettazione e ai materiali da costruzione. Questa prolificità non rischia di
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disperdere troppo le occasioni di confronto e di abbassarne, di conseguenza, il tasso tecnico e, purtroppo, di tenere lontani i professionisti italiani da associa-zioni internazionali come sono la FIB e la RILEM?Il problema, per come è posto, sus-siste. Avere troppi r ifer imenti tecnici e normativi potrebbe equivalere a non averne nessuno, soprattutto se essi si presentano in forma non coerente tra loro, o peggio contrapposta; le recenti vicissitudini normative nazio-nali ne sono un chiaro esempio. Senza entrare nel merito delle vicis-situdini normative credo che, anche per standardizzare gli aspetti didat-t ic i , sarebbe uti le considerare un unico riferimento tecnico a cui ispi-rarsi, almeno per quanto concerne le questioni più impor tanti. Magar i si potrebbe fare utile r ife-rimento in questo senso agli Euro-codici, il cui impianto generale non credo sia discutibile.Al contrario la nascita di specifiche organizzazioni tecniche nazionali che si occupano localmente di questioni specifiche rappresenta sicuramente un valido suppor to per l’integrazio-ne e la diffusione di queste tecnolo-
gie nell’ambito tecnico. Si pensi ad esempio ai pavimenti in c.a. oppure ad alcune par ticolari tipo-logie costruttive quali quelle traliccia-te miste in acciaio e calcestruzzo. Si tratta di questioni ben definite in ambiti tecnici circoscr itti , in cui le associazioni sono un valido suppor to tecnico sia in termini di riferimenti normativi che costruttivi. n
PROF. ING. GIUSEPPE CARLO MARANO Giuseppe Carlo Marano, laureato con lode presso i l Politecnico di Bar i in ingegneria civile, ha dapprima lavorato come tecnologo di processo presso la Calcestruzzi SpA. Successivamente, dopo aver conseguito il dottorato in Ingegneria delle Struttu-re presso l’Università di Firenze, è dive-nuto r icercatore presso la facoltà di Ingegneria di Taranto, ove attualmente è docente dei corsi di Complementi di Tecnica delle Costruzioni e di Ingegne-ria Sismica.È stato visiting presso la Cambridge University (UK), con cui continua ad avere rapporti scientifici intensi. Ha prodotto oltre una settantina di lavor i scientifici anche su prestigiose r iviste internazionali , sia nel settore dell ’ ingegner ia strutturale che della tecnologia dei calcestruzzi.
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Il problema della sicurezza nel lavoro costituisce un tema di grande attualità che ha assunto speciale rilevanza a segui-to dei tragici eventi capitati negli ultimi mesi anche in aziende di non trascurabile entità. In ambito edilizio, e soprattutto di pre-fabbricazione, questo è sempre stato uno degli aspetti più importanti, perché il settore è caratterizzato da rischi (e numerosità di incidenti) fra i più elevati, e di conseguenza, ad esso sono legati fattori di carattere morale, economico e di affidabilità aziendale.
Normativa Lo stato Italiano ha prodotto, fin dal dopoguerra, una regolamentazione vali-da e in continua evoluzione, concretizza-tasi in un elenco di leggi e decreti molto lungo e variegato. Nella Tabella 1 sono riepilogate, in ordi-ne cronologico, le normative più impor-
tanti attualmente in vigore, distinte per argomenti.Va pur troppo detto che, a fronte di una così fiorente normativa, però molto complessa e frammentaria, non si è avuta una corrispondente efficacia nella sua applicazione. Basti considerare alcune cifre (fonte: Eurispes):4 dall’aprile del 2003 (anno di inizio
della 2° Guerra del Golfo) all’aprile 2007, i militari della coalizione che hanno perso la vita durante le opera-zioni belliche sono stati 3.520. I morti sul lavoro in Italia dal 2003 all’ottobre del 2006 sono stati 5.252;
4 dalla serie storica 2000-2006 risulta che ogni anno in Italia muoiono in media 1.376 persone per infortuni sul lavoro. Poco meno del 70% dei lavoratori (circa 850) perdono la vita per cadute dall’alto di impalcature nell’edilizia, per ribaltamento del trat-
Sicurezza nel montaggio e nella movimentazionedegli elementi prefabbricati in calcestruzzodi Carlo Schiatti
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tore in agricoltura, in un incidente stradale nel trasporto merci per le eccessive ore trascorse alla guida. L’età media degli infortuni mortali si aggira sui 37 anni.
Allo scopo di superare la frammentazio-ne legislativa, ostacolo alla corretta appli-cazione delle norme, e per incrementare l’efficienza della loro applicazione, il Par-lamento ha approvato la Legge n. 123
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D.P.r. 27/04/1995, n. 547 Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro
Norme generali per l’igiene del lavoro
Dispositivi di protezione individuale
Attuazione della direttiva CEE 93/68, 93/95, 96/58, relativa ai Dispositivi di Protezione Individuale
Attuazione della direttiva 2003/10/CE relativa all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (rumore)
Protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti dall’esposizio-ne ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro (piombo, amianto, rumore)
Attuazione delle direttive CEE 89/391, 89/657, 89/655, 89/656, 90/569, 90/270, 90/394, 90/679, riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul lavoro
Attuazione della direttiva 92/58/CEE concernente le prescrizio-ni minime per la segnaletica di sicurezza e/o di salute sul luogo di lavoro
Attuazione della direttiva CEE 92/57 relativa alle prescrizioni mi-nime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili
Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 14 agosto 1996, n.494, recante attuazione della direttiva 92/57/CEE in materia di prescrizione minime di sicurezza e di salute da osservare nei cantieri temporanei o mobili
Regolamento sui contenuti minimi dei piani di sicurezza nei can-tieri temporanei o mobili, in attuazione dell’art. 31, comma I, della Legge 11 Febbraio 1994, n. 109
Regolamento recante disposizioni sul pronto soccorso azienda-le, in attuazione dell’art. 15, comma 3, del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni
Regolamento recante l’individuazione delle attività lavorative comportanti rischi particolarmente elevati
Protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori contro i rischi da agenti chimici durante il lavoro
Problematiche inerenti alla sicurezza dei lavoratori nel caso di mere forniture di materiali in un cantiere edile o di ingegneria civile
Modifiche ed integrazioni al D. Lgs 19/09/1994 n. 626, recante attuazione delle direttive comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro
Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle co-struzioni
D.P.r. 07/01/1956, n. 164
D.P.r. 19/03/1956, n. 303
D.Lgs 04/12/1992, n. 475
D.Lgs 15/08/1991, n. 277
D.Lgs 10/04/2006, n. 195
D.Lgs 19/09/1994, n. 626
D.Lgs 19/03/1996, n. 242
D.L. 14/08/1996, n. 493
D.Lgs 14/08/1996, n. 494
D.Lgs 19/11/1999, n. 528
D.P.r. 03/07/2003, n. 222
D.P.C.m. 14/10/1997, n. 412
D.Lgs 02/02/2002, n. 25
D.m. 15/07/2003, n. 388
Circolare min. Lavoro n° 4del 28/02/2007
D.Lgs 10/97
Tabella 1 – Elenco delle normative.
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del 3 agosto 2007, con la quale ha dele-gato il Governo ad adottare entro nove mesi uno o più decreti legislativi per il riassetto e la riforma delle precedenti disposizioni vigenti, dettando principi e criteri direttivi.In data 6 marzo 2008, il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema del D.Lgs che costituirà il nuovo Testo Unico in materia di sicurezza del lavoro. È in corso l’iter consultivo e legislativo neces-sario all’approvazione definitiva.In estrema sintesi, l’attività legislativa sopra ricordata riforma in maniera radi-cale la materia, accorpa in un testo unico tutte le precedenti disposizioni normati-ve e introduce importanti novità: 4 estensione delle tutele a tutti i settori
di attività e a tutti i lavoratori, compre-si quelli flessibili, precari e autonomi;
4 rafforzamento della rappresentan-za dei lavoratori per la sicurezza in azienda: riconoscimento a sindacati e associazioni dei familiari dell’esercizio dei diritti attribuiti alla persona offesa, partecipazione delle Parti sociali ai sistemi informativi di Ministeri, Regio-ni, Provincie, INAIL, ISPESL, CNEL;
4 contrasto del lavoro irregolare: sospen-sione dell’attività imprenditoriale se si riscontra impiego di personale in nero in percentuale superiore al 20% di quello regolare, ovvero per gravi e reiterate violazioni delle norme di sicurezza, della salute, del riposo giornaliero e settimanale; poteri del personale ispettivo del Ministero del Lavoro estesi a quello della ASL;
4 rafforzamento dell’attività di sorve-glianza: razionalizzazione e coordi-namento delle strutture di vigilanza, coordinamento su tutto il territorio nazionale, immissione in servizio di nuovo personale ispettivo presso il Ministero del Lavoro;
4 attività di formazione e di informazio-ne e sostegno economico alle stesse: sistema di qualificazione di impre-se e lavoratori autonomi attraverso percorsi e progetti formativi mirati,
finanziamenti a carico dell’INAIL per investimenti in materia di sicurezza sul lavoro, credito di imposta in per-centuale sulle spese sostenute dalle imprese per percorsi formativi dei lavoratori;
4 svincolo degli aspetti legati alla sicu-rezza dai meccanismi economici di ribasso negli appalti pubblici e privati: devono essere indicati esplicitamente i costi relativi alla sicurezza sul lavoro; negli appalti pubblici: analisi, ai fini della valutazione delle anomalie delle offer te, dell’adeguatezza del valore economico offerto rispetto al costo del lavoro e al costo della sicurezza; il costo del lavoro (tabelle determinate dal Ministero del Lavoro) non può essere soggetto a ribasso d’asta;
4 coinvolgimento dei committenti nelle responsabilità antinfortunistiche degli appaltatori e dei subappaltatori: responsabilità solidale fra appaltante e appaltatore;
4 sanzioni molto più severe per le impre-se inadempienti: ammende molto ele-vate (fino a 15.000 € per le infrazio-ni formali, fino a 100.000 € per le infrazioni non punite con sanzione penale), arresto (fino a tre anni per le infrazioni gravi). In caso di accertata responsabilità dell’azienda su inciden-ti gravi con feriti o morti: sanzione amministrativa fino a 1.500.000,00 € e sospensione dell’attività.
Le regoLe oPerativeIn attesa dell’approvazione definitiva dei D.Lgs di applicazione della Legge 123/2007, le attività di movimentazione e di montaggio nella prefabbricazione di elementi in calcestruzzo sono normati rispettivamente dal D.Lgs 19/09/1994 n. 626 e dal D.Lgs 14/08/1996 n. 494, con i relativi successivi decreti di modifica, integrazione ed attuazione.Vista la vastità della materia e la moltepli-cità degli argomenti, nel seguito si espor-ranno solo le problematiche principali.Le attività di movimentazione e di mon-
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taggio degli elementi prefabbricati in cal-cestruzzo rientrano fra quella a maggiore rischio per la sicurezza del lavoro. In particolare, l’attività di montaggio è soggetta al particolare rischio di cadu-ta dall’alto, particolarmente aggravato dalla natura dell’attività e dalle condizioni ambientali del posto di lavoro e dell’ope-ra (Allegato II al D.Lgs 494/96 art. 11 comma 1 punti 1 e 10).Queste attività, dunque, devono avve-nire all’interno di un quadro composto da: valutazione dei rischi, istruzioni per la movimentazione, il traspor to ed il
montaggio di ciascun elemento, adeguata formazione del personale impiegato, uti-lizzo di dispositivi di sollevamento idonei e certificati, quadro gerarchico di addetti preposti al controllo di tutti gli aspetti operativi connessi.Le linee guida dell’ISPESL offrono un dia-gramma esemplificativo, riportato nella Figura 1 rappresentante il flusso logico delle attività da esplicare per l’analisi dei rischi.La formazione del personale, unitamen-te alla redazione di istruzioni semplici, chiare, corredate di figure e diagrammi, riveste importanza fondamentale a che
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ANALISI DEL RISCHIOSCHEMA METODOLOGICO GENERALE
INDICANTE LE FASI DI LELIMINAZIONE E DI RIDUZIONE DEI RISCHI PROFESSIONALI SPECIFICI
IDENTIFICAZIONE DEL PERICOLO E VALUTAZIONE DEL RISCHIOIdentificare i pericoli e stimarne le probabilità di accadimento e le conseguenze
ELIMINAZIONE DEL RISCHIOEliminare la necessità di accesso dell’utilizzatore e alla zona a rischio ad
esempio effettuando la lavorazione a terra e non in quotae/o in un secondo momento quando nell’opera da eseguire il rischio è nullo
SOSTITUZIONEFornire mezzi alternativi di accesso al luogo di intervento
in modo da evitare il rischioad esempio utilizzando una piattaforma di lavoro mobile
ISOLAMENTO DEL RISCHIOProvvedere ad isolare il luogo con rischio
ad esempio circoscrivendolo con opportune chiusure o parapetti
NO
RISCHIO RESIDUO
PRO
TEZ
ION
E C
OLL
ETT
IVA
RISCHIO ELIMINATO
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
INIZIO ATTIVITÀ
SI
Figura 1 – Diagramma tratto dalle linee guida ISPESL.
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le procedure adottate siano veramente efficaci. Insieme alla conoscenza delle istruzioni di lavoro, ciascun lavoratore deve essere portato da un lato ad acqui-sire la consapevolezza dell’importanza di prendersi cura della propria sicurezza, ma anche di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro (su cui pos-sono ricadere gli effetti delle sue azioni o delle sue omissioni) e, dall’altro lato, ad acquisire uno stato mentale che lo porti al rispetto automatico di regole essenzia-li di comportamento:4 osservare le disposizioni e le istruzioni
impartite dal datore di lavoro, dai diri-genti e dai preposti, ai fini della prote-zione collettiva ed individuale;
4 utilizzare correttamente i macchi-nari, le apparecchiature, gli utensili, le sostanze e preparati pericolosi, i mezzi di trasporto e le altre attrezza-ture di lavoro, nonché i dispositivi di sicurezza;
4 utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione;
4 segnalare immediatamente al datore di lavoro, ai dirigenti, ai preposti, al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, le eventuali deficienze dei mezzi e dei dispositivi, nonché le altre eventuali condizioni di pericolo di cui si venga a conoscenza, adoperando-si direttamente, in caso di urgenza, nell’ambito delle proprie competenze e possibilità, per eliminare o ridurre tali deficienze o pericoli;
4 astenersi dal modificare o rimuovere, senza autorizzazione, i dispositivi di sicurezza forniti e installati;
4 astenersi dal compiere, di propria ini-ziativa, operazioni o manovre che non siano di propria competenza ovvero che possano compromettere la sicu-rezza propria o di altri lavoratori;
4 contribuire, insieme al datore di lavo-ro, ai dirigenti e ai preposti, all’adem-pimento di tutti gli obblighi imposti dalle leggi e dalle autorità competenti o comunque necessari per la tutela,
la sicurezza e la salute dei lavoratori durante il lavoro.
Come ricordato, l’attività di montag-gio in cantiere è l’attività maggiormente soggetta a rischi per la sicurezza sul lavoro. L’attività è oggi normata dal D.Lgs 14/08/1996, n. 494, e più in dettaglio dall’Allegato II di tale decreto. Sono previste figure professionali chiave di supporto, costituite dai Coordinatori per la sicurezza in fase di progettazione e in fase di esecuzione, il cui compito, come dice la parola stessa, è quello di coordinare in cantiere le attività anche contemporanee delle imprese presenti, in modo da eliminare i rischi connessi.Già in fase di progettazione, con aggior-namenti continui in fase di appalto e di esecuzione, deve essere redatto un Piano Operativo di Sicurezza (P.O.S.) i cui contenuti sono esemplificati dalla Figura 2, che mostra il contenuto di un P.O.S. tipo.Le attività di montaggio di elementi pre-fabbricati in calcestruzzo hanno pecu-liarità che le differenziano rispetto agli altri cantieri edili. Vedremo nel seguito le specificità. Le regole comuni a tutti i cantieri edili temporanei e/o mobili sono le seguenti:4 obbligo di adottare segnaletiche ade-
guate ai rischi e conformi al D.Lgs. 493/94;
4 attenzione e definizione nella scelta delle zone di accatastamento mate-riali (che non devono intralciare le lavorazioni, devono essere impilati in modo stabile e lontani da zone di scavo non protette);
4 scelta e definizione della viabilità di cantiere e delle modalità di accesso in caso di scarsa visibilità di eventuali ostacoli;
4 scelta e definizione di modalità e lay-out per l’accesso del personale in quota;
4 previsione e definizione di dispositivi di protezione individuale (D.P.I.), di attrezzature e di macchinari conformi alle norme e certificati;
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iNDiCe DeL PiaNo Di SiCUreZZa e CoorDiNameNto
1. geNeraLitÀ ............................................................................................................................................................................................ 1.1 ANAGRAFICA DEL CANTIERE ............................................................................................................................................................................................................................ 1.2 SOGGETTI PER LA SICUREZZA .......................................................................................................................................................................................................................... 1.3 INDIVIDUAZIONE DEL RAPPORTO UOMINI/GIORNO DI MASSIMA ................................................................................................................................... 1.4 OGGETTO DEL PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO (P.S.C.) ................................................................................................................................ 1.5 REVISIONE DEL P.S.C. .................................................................................................................................................................................................................................................. 1.6 MODALITÀ DI AGGIORNAMENTO DEL P.S.C. ......................................................................................................................................................................................... 1.7 ATTIVITÀ DI COORDINAMENTO IN FASE DI ESECUZIONE LAVORI .................................................................................................................................... 1.7.1 COORDINAMENTO DELLE IMPRESE PRESENTI IN CANTIERE ............................................................................................................... 1.7.2 RIUNIONE PRELIMINARE ALL’INIZIO DEI LAVORI ............................................................................................................................................. 1.7.3 RIUNIONI PERIODICHE DURANTE LA REALIZZAZIONE DEI LAVORI ............................................................................................. 1.7.4 SOPRALLUOGHI IN CANTIERE ....................................................................................................................................................................................... 1.8 MODALITÀ E PROCEDURE PER L’AZIONE DI COORDINAMENTO ...................................................................................................................................... 1.8.1 DOCUMENTAZIONE DELL’IMPRESA APPALTATRICE/ESECUTRICE ....................................................................................................... 1.9 NORMATIVA DI RIFERIMENTO ............................................................................................................................................................................................................................
2. FigUre PreviSte NeL P.S.C. ................................................................................................................................................................ 2.1 COMMITTENTE O RESPONSABILE DEI LAVORI .................................................................................................................................................................................... 2.2 COORDINATORE PER LA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE ................................................................................................................................. 2.3 COORDINATORE PER LA SICUREZZA IN FASE DI ESECUZIONE (C.E.L.) .......................................................................................................................... 2.4 DATORE DI LAVORO (IMPRESA) ....................................................................................................................................................................................................................... 2.5 MEDICO COMPETENTE ........................................................................................................................................................................................................................................... 2.6 LAVORATORE .................................................................................................................................................................................................................................................................. 2.7 RESPONSABILE DI CANTIERE .............................................................................................................................................................................................................................. 2.8 PREPOSTO DI CANTIERE ........................................................................................................................................................................................................................................ 2.9 CAPOSQUADRA ........................................................................................................................................................................................................................................................... 2.10 RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA ........................................................................................................................................................ 2.11 SOGGETTI DELEGATI ..............................................................................................................................................................................................................................................
3. CaratteriStiCHe DeLL’oPera/Lavori ........................................................................................................................................ 3.1 DESCRIZIONE .................................................................................................................................................................................................................................................................. 3.2 ELENCO DEI LAVORI DA ESEGUIRE ...............................................................................................................................................................................................................
4. orgaNiZZaZioNe DeL CaNtiere ................................................................................................................................................... 4.1 RECINZIONE ED ACCESSI AL CANTIERE .................................................................................................................................................................................................... 4.2 VIABILITÀ DI CANTIERE ............................................................................................................................................................................................................................................ 4.3 SERVIZI IGIENICO-ASSISTENZIALI E LOGISTICI ...................................................................................................................................................................................... 4.4 AREE DI STOCCAGGIO ............................................................................................................................................................................................................................................
5. riSCHi CoNteStUaLi ........................................................................................................................................................................... 5.1 MAPPATURA SOTTOSERVIZI E LINEE AEREE ............................................................................................................................................................................................ 5.2 INTERFERENZE CON EDIFICI E OPERE ESISTENTI ............................................................................................................................................................................... 5.3 INTERFERENZE CON IL TRAFFICO VIABILISTICO ................................................................................................................................................................................. 5.4 INQUINAMENTO VERSO L’ESTERNO ............................................................................................................................................................................................................ 5.4.1 RUMORE ........................................................................................................................................................................................................................................... 5.4.2 POLVERI ............................................................................................................................................................................................................................................. 5.4.3 GAS .......................................................................................................................................................................................................................................................
6. imPiaNtiStiCa, maCCHiNari e attreZZatUre Di CaNtiere ............................................................................................... 6.1 IMPIANTO ELETTRICO .............................................................................................................................................................................................................................................. 6.2 IMPIANTO FOGNARIO ............................................................................................................................................................................................................................................. 6.3 IMPIANTO DI ADDUZIONE ACQUA ............................................................................................................................................................................................................. 6.4 IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE ............................................................................................................................................................................................................................. 6.5 ATTREZZATURE E MACCHINARI ...................................................................................................................................................................................................................... 6.6 UTILIZZO DI PRODOTTI CHIMICI ....................................................................................................................................................................................................................
7. LavoraZioNi oggetto Di SPeCiFiCHe DiSPoSiZioNi ............................................................................................................ 7.1 SCAVI ..................................................................................................................................................................................................................................................................................... 7.2 REALIZZAZIONE FONDAZIONI (TRAVI E PUNTI) .............................................................................................................................................................................. 7.3 REALIZZAZIONE OPERE PREFABBRICATE ................................................................................................................................................................................................. 7.4 REALIZZAZIONE SCALE IN C.A. E SETTI DI SOSTEGNO ............................................................................................................................................................... ..............................................................................................................................................................................................................................................................................................................
8. DoCUmeNti Da teNere iN CaNtiere ............................................................................................................................................9. SegNaLetiCa Di SiCUreZZa .............................................................................................................................................................10. DiSPoSitivi Di ProteZioNe iNDiviDUaLe .................................................................................................................................11. riSCHio rUmore .................................................................................................................................................................................12. SorvegLiaNZa SaNitaria ..............................................................................................................................................................13. geStioNe DeLL’emergeNZa ...........................................................................................................................................................14. aNaLiSi e vaLUtaZioNe Dei riSCHi NeLLe FaSi Lavorative ..............................................................................................15. oNeri Per La SiCUreZZa .................................................................................................................................................................16. Programma Dei Lavori .................................................................................................................................................................. aLLegati: Cronoprogramma Layout di Cantiere Schede attività
Figura 2 – Contenuto di un P.O.S. tipo.
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4 definizione delle tipologie di materiali manipolabili direttamente dagli ope-ratori (il limite di peso trasportabile da un addetto è indicativamente di 30 kg, dopo di che è necessario l’uti-lizzo di gruppi di persone, e comun-que di frequenti turnazioni; inoltre un P.O.S. che preveda un uso esteso della movimentazione manuale dei carichi quando sia possibile usare dei mezzi alternativi non è considerato idoneo).
SiCUreZZa NeL moNtaggio DegLi eLemeNti PreFabbriCati iN CaLCeStrUZZoOgni impresa che monta elementi pre-fabbricati in calcestruzzo, data la varie-tà e la specificità sia dei componenti prefabbricati, che degli inserti utilizzati, che degli accessori ad essi connessi, che delle attrezzature disponibili quali presidi contro la caduta dall’alto (parapetti), ha l’obbligo di definire una propria meto-dologia di lavorazione, farla inserire nel P.O.S. dello specifico cantiere a cura del Coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione, e di attenersi ad essa.Nonostante la possibile diversificazione sopra descritta, le problematiche relative alla sicurezza nelle fasi di montaggio sono comuni. Peculiarità specifiche sono con-nesse alla movimentazione degli elementi ed al rischio di cadute dall’alto.Gli elementi in calcestruzzo sono movi-mentati grazie a dispositivi metallici inseriti nel calcestruzzo in fase di getto, in stabili-mento, cui si collegano dispositivi mobili di raccordo al gancio della gru. Questi inser-ti devono essere dimensionati e realizzati secondo le normative vigenti. Istruzioni di lavoro specifiche devono supportare i lavoratori appositamente addestrati.Le Aziende specializzate nella produzione di inserti per la prefabbricazione mettono a disposizione numerose soluzioni certifi-cate, che offrono la sintesi di pluriennali e molteplici esperienze, di professionalità, oltre alla garanzia di processi produttivi controllati, di prove meccaniche metallo-grafiche sistematiche, di Sistemi di Qualità aziendale certificati.Per quanto riguarda il rischio di cadute dall’alto, la particolare natura dell’opera rende necessario l’utilizzo di dispositivi specifici, diversi dai presidi di prevenzio-ne e protezione solitamente adottati in un normale cantiere edile, tipicamente il ponteggio, in quanto questo intralcereb-be il lavoro anziché supportarlo. Tali dispositivi sono costituiti generalmen-te da piantane, collegate da funi, a realiz-
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Figura 3 – Esempi di imbracature.
Figura 4 – Esempi di dispositivi metallici.
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zare una linea di protezione disponibile per i lavoratori a cui assicurarsi durante le operazioni in quota, mediante i D.P.I. per-sonali in dotazione (cinture di sicurezza, imbracature e assorbitori normalizzati); i D.P.I. devono essere conformi alle diretti-ve europee, quindi certificati CE.I requisiti cui devono soddisfare le linee di sicurezza anticaduta sono:4 conformità ai requisiti della norma
UNI EN 795, classe C, sia per quanto riguarda i carichi statici e dinamici di progetto, sia per quanto riguarda le prove da effettuarsi sui tipi caratteriz-zanti i modelli;
4 possibilità di montaggio a terra, prima del sollevamento del componente prefabbricato su cui vengono installati;
4 facilità di montaggio e di rimozione al termine del lavoro.
Anche in questo caso, alcune Aziende specializzate nella produzione di inserti per la prefabbricazione mettono a dispo-sizione soluzioni collaudate certificate CE.Solo quando non è possibile utilizzare le linee di sicurezza è possibile ricorrere all’uso di attrezzature omologate e certi-
ficate che consentano il lavoro in quota in sicurezza (carrelli elevatori, ceste, ecc.). Anche in questo caso, l’addetto dovrà indossare opportuna imbracatura ade-guatamente fissata al supporto.Nei rari casi in cui, per esempio, l’elemen-to prefabbricato, per sue caratteristiche geometriche intrinseche, comporta una scarsa superficie di pedonabilità, oltre alla linea di sicurezza a cui assicurarsi, si può far ricorso a reti di protezione anticaduta estese a tutta la superficie di lavorazione.Altre regole comuni a tutti i cantieri di montaggio di componenti prefabbricati in calcestruzzo sono le seguenti:4 durante le fasi di lavoro che riguar-
dano strettamente il montaggio del prefabbricato, nessuna altra impresa deve operare nell’area interessata: ciò preclude fra l’altro la possibilità a per-sonale non addestrato di interferire con le lavorazioni, diventando così causa di pericolo per sè stesso e per altri lavoratori;
4 prima di iniziare qualsiasi operazione di sollevamento o movimentazione con-trollare che tutte le attrezzature (ganci,
Figura 5 – Dispositivi di protezione.
Figura 6 – Dispositivi di sicurezza.
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catene, funi, ecc.) siano in perfetto stato di conservazione e tarati per il carico cui sono destinati;
4 evitare di sganciare gli elementi fintan-to che questi non siano stati corretta-mente fissati;
4 non transitare né sostare nel raggio di azione dei carichi sospesi;
4 non sganciare gli elementi prefabbricati finchè non siano opportunamente fissati (travi) e/o bloccati nei loro allog-giamenti (plinti e pilastri);
4 utilizzare le scale con scrupolosa con-formità ai piani di sicurezza. L’uso della scala è fra le più diffuse cause di inci-denti sul lavoro:
• le scale devono essere dotate di opportuni elementi antisdruccio-levoli, sbordare almeno oltre un metro rispetto al piano di arrivo, avere una massima inclinazione di 4:1 ed essere legate saldamente ai pilastri;
• fintanto che la legatura superiore della scala non sia assicurata, un secondo lavoratore dovrà assicura-re la scala a terra durante la salita del compagno;
4 munire di una linea di sicurezza anti-caduta le travi di copertura prima di sollevarle.
L’addetto operante in copertura dovrà agganciarsi opportunamente alla linea di sicurezza solo dopo aver fissato le travi;
4 rimuovere le protezioni collettive installate solamente quando non siano più necessarie e quando le condizioni di rischio che ne richiedevano la pre-senza siano effettivamente cessate.
La rimozione dovrà avvenire secondo precise istruzioni scritte che evitino il manifestarsi del rischio di caduta proprio nella fese finale del cantiere, al momento della rimozione delle protezioni stesse. n
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Figura 7 – Fase di lavorazione. Figura 8 – Utilizzo di scale in sicurezza.
Figura 9 – Dispositivi di protezione.
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DURABILITÀLa serie di norme che compongono la UNI 8981: “Durabilità delle opere e manufatti in calcestruzzo” fornisce le necessarie indicazioni in ordine alle
definizioni, ai meccanismi ed alle cause dei fenome-ni di degrado. In termini generali la durabilità, o durevolezza, può essere definita come “capacità da parte di opere o manufatti, di mantenere nel tempo, entro limiti accettabili per le esigenze di esercizio, i valori delle caratteristiche funzio-nali”; per contro, la degrada-zione risulta: “il manifestarsi, con varia intensità e velo-cità, di fenomeni di altera-zione tali da ridurre i valori delle caratteristiche di fun-zionalità delle opere e dei manufatti di calcestruzzo”.Il degrado delle opere e dei manufatti di calce-
struzzo può avvenire per azione di sostanze presenti sia nell’ambiente di esercizio che all’interno del calcestruzzo
(come accade, per esempio, nella rea-zione alcali-aggregati), oppure a causa di azioni fisiche o meccaniche connesse alla stessa pratica di lavorazione o eser-citate dall’ambiente. La degradazione si può manifestare in modo più o meno intenso, in tempi brevi o, anche, molto lunghi, in relazione alla eventuale pre-senza di fattori intrinseci.
1 PRINCIPALI CAUSE DI DEGRADOLe azioni aggressive sono raramente presenti singolarmente, la maggior parte dei fenomeni degenerativi deve essere, infatti, ascritta a complesse coazioni fra diverse cause. In genere, le più frequenti casistiche degenerative dipendono dalla porosità e permeabilità del conglo-merato, fattori che consentono agli agen-ti aggressivi atmosferici, o di altra natura, di raggiungere il tessuto più interno del calcestruzzo attivando e diffondendo i processi di degrado.La norma UNI 8981 nella parte 1a, indi-vidua, fra le “azioni esterne gli agenti chimici naturali, gli agenti chimici degli ambienti industriali, le cause fisiche, mec-caniche ed elettrochimiche.
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1 Estratto da “Calcestruzzo in pratica” di Gianni Bebi – 1a Edizione – marzo 2007, pubblicato da IMREADY Srl.
Calcestruzzoin pratica:durabilitàdi Gianni Bebi1
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Fra le azioni intrinseche sono invece annoverati i componenti inadeguati, errori di proporzionamento della miscela e nelle modalità esecutive”. 1.1 CarbonatazioneAllo stato fresco il calcestruzzo ha un pH pari a circa 13,5. In questa condizione, fortemente alcalina, dell’in-terfaccia ferro-calcestruzzo, i ferri d’ar-matura sono passivamente protetti: i fenomeni corrosivi non possono, in pra-tica, avvenire.L’idrossido di calcio è, però, un composto solubile in acqua acidula, estremamente instabile e reattivo. Una delle sue reazioni più comuni, quella con l’anidride carbo-nica atmosferica (CO2), definita car-bonatazione, porta alla formazione di carbonato di calcio e acqua.Il prodotto della reazione, il carbonato di calcio, caratterizzato da un pH inferio-re a 10, non è in grado di preservare i ferri d’armatura dai processi corrosivi: il ferro, non più protetto, si ossida, in ambiente umido e in presenza di ossige-no, originando voluminosi ossidi di ferro idrati (con volume da 2 a 7 volte supe-riore a quello originario) che inducono,
nel calcestruzzo, tensioni in grado di pre-valere sulla sua resistenza a trazione. Ne conseguono, dapprima, fessu-razioni e quindi, con il procedere del tempo e con la disponibilità di ossigeno e acqua, si verifica il distacco di stra-ti di calcestruzzo (fenomeno noto con il termine “Spalling”) sempre più significativi. La bassa qualità dei calcestruzzi oggi in opera è proprio testimoniato dalla diffu-sione di questo fenomeno, che si osserva in molte delle strutture in conglomerato cementizio armato esposte all’atmosfera esterna.
1.2 CloruriUn fenomeno analogo, in termini di per-dita della protezione all’interfaccia ferro-calcestruzzo, è indotto dalla presen-za di cloruri, elementi estremamente solubili, quindi in grado di penetrare con una certa facilità nel calcestruzzo. L’ossidazione, al contrario di quella pro-vocata dalla carbonatazione che risulta più estesa, si manifesta in piccole zone
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Figura 1 – Effetto della corrosione dei ferri d’armatura e sul calcestruzzo.
Figura 2 – Danni provocati dalla corrosione da cloruri.
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del ferro (Pitting), ovvero dove maggiore è la concentrazione di cloruri. Queste sostanze, presenti nel conglo-merato o penetrate nello stesso (per esempio a seguito dell’impiego di sali antigelo nella viabilità, o perché esposto in ambiente marino), dissolvono il film alcalino all’interfaccia ferro-calcestruzzo e abbassano il pH consentendo l’inne-sco dei processi corrosivi.Il cloruro di sodio favorisce l’ingresso di acqua nel calcestruzzo provocandone la disgregazione, come descritto nel paragrafo 1.6; il cloruro di calcio, invece, attacca fortemente la pasta di cemen-to con conseguente disgregazione del conglomerato.
1.3 SolfatiPresenti in acque e terreni, i solfati possono reagire con la pasta di cemento originando fenomeni espansivi e fessura-tivi incontrollabili, in grado di manifestarsi dopo periodi di tempo molto variabili (anche mesi e, addirittura, anni).Il rimedio preventivo più semplice è rap-presentato dall’impiego di cementi resi-stenti ai solfati e dall’adozione di rapporti acqua/cemento il più ridotti possibile.
1.4 AcidiIl calcestruzzo non resiste agli attacchi acidi. Ne consegue che, ove di questi fosse prevedibile la presenza, si debba ricorrere alla protezione delle superfici di calcestruzzo con rivestimenti specifici.
1.5 Reattività agli alcaliIn taluni casi, la presenza di particolari minerali amorfi negli aggregati (opale, calcedonio, ecc.) può compor tare la reazioni di questi con gli alcali con-tenuti nel cemento. La reazione, che può avvenire a distanza di mesi o di anni, a seconda di numerose variabili, com-porta fenomeni espansivi incontrollati e localizzati, che possono dar luogo a gravi compromissioni strutturali. La norma UNI 8520, nella parte 22a, fissa le metodologie per determinare la “potenziale reattività agli alcali” di un aggregato.Una par ticolare manifestazione della reattività fra alcali ed aggregati è costi-tuita dal fenomeno noto con il termine “Pop out”, che si riscontra prevalente-mente sulle superfici delle pavimentazio-ni industriali. La presenza di elementi reattivi provoca il distacco di una piccola porzione circo-lare che lascia un piccolo, caratteristico, “cratere” conico.Nel caso di impossibilità pratica ad operare la sostituzione di un aggregato sospetto, è consigliabile il ricorso all’im-piego di cementi “poveri” di alcali ed all’uso congiunto di adeguate addizioni di filler ad elevata attività pozzolanica quali microsilice e ceneri volanti.La ricerca sta proponendo additivi in grado di prevenire tale fenomeno.
1.6 Cicli di gelo e disgeloL’acqua che penetra nelle porosi-tà del calcestruzzo, per effetto del gelo aumenta il suo volume (del 9% circa) generando pressioni sulle pareti dei pori. La sollecitazione, specie se ripetuta attra-
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Figura 3 – Degrado del calcestruzzo per reazione fra alcali del cemento e aggregati reattivi.
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verso innumerevoli cicli di gelo e disgelo, può portare alla disgregazione del conglomerato.Per ovviare a questo tipo di degene-razione è necessario ricorrere all’im-piego di additivi aeranti in grado di fornire celle di compensazione (micro-bolle d’aria) alle tensioni di congelamen-to adottando, inoltre, come è sempre consigliabile, ridotti rapporti acqua cemento. L’aggiunta di microbolle comporta una sensibile perdita di resistenza, di cui tenere conto al momento della formula-zione del mix design.La formazione di microbolle all’interno del calcestruzzo è influenzata anche dalle caratteristiche dei componenti del calce-struzzo e dalle condizioni ambientali. È opportuno, quindi, tenere sotto con-trollo l’efficace funzionamento dell’addi-tivo utilizzato, specie con temperature elevate e, quindi, valutare adeguatamen-te i risultati raggiunti. Gli aggregati non devono essere sensibili al gelo, ovvero, devono risul-tare non gelivi. Una particolare situazione di degrado si riscontra nei pavimenti industriali quan-do le macrobolle risultano praticamente sature d’acqua a causa di pendenze inadeguate o per la presenza di neve in fase di scongelamento. L’aumento di volume provoca tensioni di trazione nelle zone corticali; non essendoci con-
trasto il calcestruzzo, di conseguenza, si disgrega.
2 PRESCRIZIONI PER LA DURABILITÀI criteri di composizione del calce-struzzo in funzione della classe di esposizione dell’opera da realizza-re, determinati in conformità con la norma UNI EN 206-1 e UNI 11104, sono richiamati nelle Tabelle 1.2 e 1.5. Le prime quattro elencano le possibili caratter istiche dell’ambiente in cui si potrebbe trovare l’opera, mentre la quinta ripor ta il rispetto di para-metri fondamentali per resistere ad ogni singola esposizione. Vale la pena far notare che i valori del rappor to A/C indicati dalla Tabella 1.5 risultano inferiori a quelli “normalmente” utiliz-zati in cantiere, mentre le resistenze caratteristiche sono superiori a quelle altrettanto “normalmente” impiegate. È compito del progettista valutare la resistenza del materiale in funzione di quanto previsto dalle norme: salvo casi par ticolari, per fare un esempio, non ha senso prescrivere Rck 25 quando la classe di esposizione prevede Rck 40, se non si vuole generare confusione fra impresa e fornitore di calcestruzzo.Ulteriori prescrizioni, spesso disattese, riguardano lo spessore del copriferro ed il suo controllo, i metodi di messa in opera e i metodi di stagionatura. n
Figura 4 – Danni provocati dal gelo.
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In occasione del Congresso BIBM 2008, viene presentata la prima edizione del “Precast Book BIBM”.Si tratta di un volume realiz-zato dal BIBM e dalla casa edi-trice IMREADY che presenta la Federazione Europea e le Associazioni ad essa federate.All’interno del documento sono presenti non solo i rife-rimenti istituzionali del BIBM e delle Associazioni ma anche l’elenco di tutte le aziende ad esse associate.
Precast book verrà distribuito in oltre 800 copie durante il Congresso BIBM di Vienna e successivamente inviato a tutte le Associazioni e aziende associate.Si tratta della 1a edizione di un volume destinato ad arricchirsi nei prossimi anni delle informazioni relative all’attività svolta dal BIBM, dei numeri della Prefabbricazione a livello europeo e di un’ampia sezione dedicata ai fornitori del settore.
Visibilità attraverso una comunicazione efficiente
di Bernd Wolschner – BIBM President
La comunicazione viene oggi con-siderata fondamentale nel com-mercio; la pubblicità è basata sul principio che nessuno acquista qualcosa che non conosce. Anche se non direttamente coinvolto in
ambito promozionale, BIBM uti-lizza la sua posizione privilegia-ta nel cuore dell’Europa per giocare un ruolo nella divul-gazione delle informazioni, dell’esperienza e del know-how nel settore del calce-struzzo preconfezionato. L’impor tanza di una Fede-razione di settore a livello europeo è data da una serie di fattori tra cui il peso effetti-vo (in termini di turnover, per-sonale impiegato, importanza strategica, ecc.) e la perce-zione che di essa ha il mondo esterno (reputazione).In BIBM siamo convinti che
la nostra industria abbia giocato un ruolo secondario per troppo tempo e ora ritenia-mo necessario condividere con gli associati i benefici che il nostro settore potrebbe porta-re a quello delle costruzioni. Il primo passo in questa direzione deve comunque essere fatto partendo da noi stessi; per poter essere in grado di convincere qualcuno dell’importanza e della forza del nostro messaggio, bisogna prima esserne profondamente convinti. Essere consapevoli della propria forza rappresenta il primo passo verso l’efficace espressione del proprio potenziale.Essendo la nostra industria frammentata, più riusciamo a coordinare il nostro messaggio e parlare all’unisono, più verremo ascoltati. Le idee che vogliamo trasmettere sono positive e possono contribuire a dar forma al futuro dell’Europa.
Pubblichiamo in anteprima il sommario della relazione che il Prof. Giuseppe Mancini presente-rà durante i lavori del Congresso BIBM.
Miglioramento dei prodotti prefabbricati con l’uso degli Eurocodici per le strutture in calcestruzzo
di Giuseppe Mancini
L a pubb l i c a z i one deg l i Eu rocod i c i EN1992-1-1, EN 1992-1-2, EN1992-2, EN 1992-3 sulle strutture in calcestruzzo apre cer tamente una nuova epoca di liber tà per quanto riguarda la possibilità dell’industria della prefabbricazione di ideare strutture sempre più performanti.Una delle principali innovazioni rispetto alla versione ENV, è l’ampliamento delle classi del calcestruzzo permesse ora per l’uso strutturale. In passato erano limitate
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a 50 MPa, ma ora sono state estese a 90 MPa. Secondo la mia opinione una tale innovazione, unita alla disponibilità di un set completo di parametr i in grado di descrivere una così ampia gamma di classi di calcestruzzo, determinerà una rivoluzio-ne nell’ambito dei prodotti prefabbricati. L’industria della prefabbricazione è infatti orientata verso il risparmio dei materiali e la riduzione del peso e quindi del costo del traspor to e dell’assemblaggio. In questo modo la sostenibilità dei prodotti prefab-bricati sarà aumentata por tando notevoli vantaggi all’ambiente.Un altro impor tante strumento per i l miglioramento dei prodotti prefabbricati consiste nella possibilità di ridurre signi-ficativamente i valori dei coefficienti di sicurezza util izzando procedure di cer-tificazione di qualità nella produzione, in par ticolare:4 riduzione delle deviazioni nelle dimen-
sioni della sezione trasversale attraver-so il controllo qualità;
4 utilizzo di dati geometrici ridotti o misu-rati nella progettazione;
4 valutazione della resistenza del calce-struzzo direttamente sulle strutture ultimate.
Tutte queste procedure sono par ticolar-mente adatte per l’utilizzo in un’azienda di prefabbricazione e, già oggigiorno, vengo-no spesso incluse nella definizione dell’at-tuale piano qualità.Un ulteriore riconoscimento della qualità della produzione del prefabbricato si può trovare nella riduzione da zero a 10 mm del copriferro del calcestruzzo. Ciò è permesso quando il valore di copri-ferro è sottoposto a misurazioni molto accurate e vengono rifiutati elementi non conformi, procedura che è possibile prati-camente sono con elementi prefabbricati. Dalle considerazioni di cui sopra risulta chiaro che l’aumento delle classi strut-turali e il riconoscimento dell’alto livello di controllo qualità durante l’esecuzione produrrà insieme un nuovo impulso nel miglioramento della produzione corrente e il raggiungimento di nuove forme strut-turali prefabbricate.Oltre ai miglioramenti di cui sopra di carat-tere generale, molti altri modelli di design specifico che possono avere un’influenza significativa nell’industria della prefabbri-cazione, sono inclusi nell’Eurocodice sulle strutture in calcestruzzo.Innanzitutto vorrei menzionare il problema
della connessione tra gli elementi prefab-bricati attraverso giunti gettati in situ e/o l’integrazione di elementi prefabbricati con getto di calcestruzzo in situ (Figura 1). L’obiettivo da raggiungere in questi casi è la monoliticità della struttura ottenuta da calcestruzzi diversi, di diversa età. Una raccomandazione di design specifico è quindi necessaria per la valutazione della performance della connessione.L’EN 1992-1-1 propone un nuovo modello per la progettazione di giunti indentati per connessioni (Figura 2), in grado di descri-vere il meccanismo di resistenza al taglio all’interfaccia tra getti di calcestruzzo con
Figura 1 – Esempi di interfaccia.
Figura 2 – Giunto indentato.
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tempi diversi, molto utile in questo tipo di giunti. Questo modello può essere applicato in presenza di diverse tipologie di superfici da accoppiare (molto lisce, lisce, irregolari e indentate). Tiene in considerazione la possibile pre-senza di una pressione agente or togonal-mente alla superficie e permette la verifica del calcestruzzo e il progetto dell’armatura necessaria che attraversa il giunto.Oltre alla loro classica applicazione nella progettazione dei giunti , rappresentati in Figura 1, il modello di giunti indentati promuoverà, secondo me, l’integrazione di specifici elementi prefabbricati nelle strut-ture gettate in situ.La costruzione di blisters negli impalcati da ponte, sia gettati in situ che realizzati con segmenti prefabbricati accoppiati median-te giunti coniugati, è un tipico esempio di un caso in cui sul giunto si raggiunge un alto livello di tensioni tangenziali. È noto peraltro che la forza di precom-pressione ha bisogno per essere trasmessa all’intera sezione attraverso il blister. In questi elementi ci si aspetta dunque un’alta concentrazione di armatura. Inoltre i cavi che dovrebbero essere local-mente ancorati e quelli nelle vicinanze sono soggetti ad impor tanti deviazioni
nelle zone di connessione tra i blisters e le pareti della sezione scatolare. Le guaine hanno raggi di cur vatura che variano da segmento a segmento e quindi è probabile che interferiscano con l’ordi-naria armatura che attraversa il giunto.Questa contemporanea presenza di alta percentuale di armatura e guaine di cavi è difficile da gestire correttamente sul posto ma, al contrar io, può essere facilmente controllata nello stabilimento di prefab-bricazione, dove il controllo di qualità è idoneo a soddisfare i più severi requisiti di progettazione. La prefabbricazione dei blisters e la loro connessione da realizzare in situ è stata recentemente usata nella realizzazione di due impor tanti ponti in Italia. Entr ambi sono car at ter izzat i da una sezione scatolare composita (solette in calcestruzzo e anime in acciaio), precom-presse con cavi sia esterni che interni (Figure 3 e 4). La scelta di questi blisters ha largamente facilitato la realizzazione e l’aumento della qualità, nonchè la riduzione dei tempi di esecuzione in situ.Infine la sezione 10 dell’EN 1992-1-1 con-tiene specifiche regole per elementi e strutture prefabbricate. Alcuni di questi modelli sono util i per aumentare e ottimizzare la progettazione delle strutture prefabbricate. Tra i tanti si segnalano:4 l’influenza della maturazione a vapore
nella valutazione della resistenza a com-pressione a meno di 28 giorni;
4 la possibilità di usare la funzione di maturazione per la valutazione delle deformazioni da creep nel caso di ele-menti maturati a vapore;
4 la possibilità di ignorare deformazioni da ritiro autogeno in elementi maturati col calore a anche di trascurare la deforma-zione da ritiro durante la maturazione.
Tutti questi modelli sono impor tanti per chiar ire l ’e f fetto del la maturaz ione a vapore in un ambito nel quale general-mente sono state usate delle soluzioni eterogenee. In conclusione, anche solo sulla base di una così cor ta lista di specifiche regole, è chiaro che l’uso degli Eurocodici per le strutture in calcestruzzo migliorerà la pro-duzione dell’industria di prefabbricazione sia in termini di qualità che di economia sostenendo l’obiettivo della costruzione sostenibile. n
Figura 3 – Blister nelle travi da ponte.
Figura 4 – Armatura all’interno del blister.
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di Massimo Bocciolini
I l 13 marzo, presso l’Aula Magna della Facoltà di Ingegneria di Bologna, si è tenu-to il convegno “Le strutture di calcestruz-zo: dall’Eurocodice 2 alle Norme Tecni-che” organizzato da aicap e patrocinato dal Consiglio Superiore dei LL.PP. e dalla Facoltà di Ingegneria di Bologna.Sono affluiti circa 150 par tecipanti, tra professori, dottorandi, studenti e, soprat-tutto, professionisti da tutta Italia. L’incontro si preannunciava ricco di nume-rosi spunti d’interesse, in quanto poteva essere considerato il primo con valenza istituzionale dalla pubblicazione delle NTC del 14 gennaio 2008 e dalla conversio-ne in legge del decreto “Milleproroghe”. Tale valenza era confermata dai relatori, molti dei quali componenti del Consiglio Superiore dei LL.PP. (CSLLPP) e dalla signi-ficativa presenza (anche se fugace e non pianificata dal programma ufficiale) del Presidente Ing. Marcello Mauro. Quello del 13 marzo rientra nel ciclo di convegni che aicap sta por tando per tutta l’Italia da circa tre anni, dedicati ad incen-tivare l’utilizzo degli Eurocodici per la pro-gettazione civile. Allo scopo verranno spe-diti a tutti i par tecipanti i due volumi editi dall’associazione “Guida all’uso dell’Euro-codice 2” aggiornati con i riferimenti alle NTC di recente pubblicazione.Dopo l’aper tura dei lavori da par te del Preside della Facoltà di Ingegneria di Bolo-gna, Prof. Pierpaolo Diotallevi e del Pre-sidente di aicap Prof. Luca Sanpaolesi, è intervenuto l’Ing. Marcello Mauro che ha dichiarato che con l’ultima versione delle NTC, si poteva considerare concluso il “travaglio normativo” degli ultimi anni, per quanto riguarda la definizione delle nuove regole per la progettazione strutturale. Il Presidente, che ha sottolineato l’aper tu-ra delle NTC agli Eurocodici, ha anticipato che il giorno successivo si sarebbe tenuta una riunione del CSLLPP per la discussione della Circolare Ministeriale che dovrebbe presentare e integrare le nuove NTC e dare indicazioni sugli strumenti pratici, atti a soddisfare alcune prescrizioni che la norma “formula senza spiegare”. Ricorda infine che sul sito Internet del
CSLLPP i progettisti possono accedere ai parametri zonali sismici tramite un pro-gramma sperimentale “Spettri di risposta” delle azioni sismiche di progetto per il gener ico sito del terr itor io nazionale , che verrà aggiornato prossimamente per render lo più accurato e più facilmente scaricabile.Il Prof. Piero Pozzati, dall’alto della sua prestigiosa figura, ha voluto dedicare il suo intervento ai più giovani. Ha infatti rievocato gli ultimi 60 anni di storia di aicap con qualche curioso e sim-patico aneddoto, sottolineando il ruolo che ha ricoper to la Facoltà d’Ingegneria di Bologna in questo periodo. Ha ricordato quando il Prof. Cestelli Guidi nel ’49 fondò a Bologna anicap (Associazione nazionale cemento armato precompresso) sceglien-do come sede il refettorio di una chiesa (nonostante la vocazione assolutamente laica della associazione), ai tempi in cui il Prof Odone Belluzzi era la figura di rife-rimento della Scienza delle Costruzioni e Levi e Pizzetti i suoi allievi più conosciuti. Ha quindi ricordato la fusione del 1971 di anicap con aica (Associazione italiana cemento armato) per dare vita ad aicap che ha mantenuto la tradizione voluta del Prof. Cestelli Guidi di organizzare le allora “Giornate anicap”.Il Prof. Luca Sanpaolesi ha commentato le nuove NTC, sottolineando che, anche se nascono come norme prestazionali , contengono sempre troppe prescr izio-ni per essere definite tali. Ha ricordato che la versione finale di queste risale al 27/7/2007 e che il ritardo della pubblica-zione è dovuto all’iter burocratico dato dalle numerose modifiche richieste dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e dal parere negativo emesso dall’Austr ia, secondo la quale la misura proposta, r iguardo alla progettazione di strutture di legno, presenterebbe aspetti che possono creare ostacoli alla libera cir-colazione di servizi e di prodotti nell’ambi-to del mercato interno europeo. L’emissione di un parere circostanziato da par te di uno Stato Membro, determina il r invio dell’adozione del provvedimento
ConVegno aICap le strutture dI CalCestruzzo: dall’euroCodICe 2 alle norMe teCnICheBologna, 13 Marzo 2008
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di quattro mesi a decorrere dalla data in cui la Commissione ha ricevuto la comu-nicazione del progetto di regola tecnica e compor ta l’obbligo di riferire alla Com-missione sul seguito che si intende dare al parere stesso.Sanpaolesi ha r iassunto, a sommi capi, le caratter istiche pr incipali delle NTC, molte delle quali in comune con la ver-sione del 2005. Ha quindi sottolineato che la funzione primaria di quello che fu definito “Testo Unico” è stata quella di raccogliere norme “sparpagliate” che davano evidenti pro-blemi di aggiornamento ai legislatori e di consultazione agli utenti. Ha ricordato che le nuove NTC rispettano totalmente l’im-postazione generale degli Eurocodici, che potranno essere utilizzati per progettare (in quanto ritenuti “norme di comprovata validità”) non appena verranno approvate dal CSLLPP le Appendici Nazionali, già completate.Sanpaolesi ha puntualizzato che la par te sismica è totalmente nuova: sono stati defi-niti 4 stati limite, contro i 2 degli Eurocodici e la zonazione dei parametri degli spettri sismici e dei tempi di ritorno è stata sosti-tuita con una zonazione più puntuale (aree di 5 km2), ripor tata nel sito del CSLLP. Ha inoltre sottolineato che l’Italia è stata una delle prime al mondo a effettuare que-sto tipo di zonazione.Ha ricordato le novità in campo geotecnico e dei materiali e prodotti da costruzione, evidenziando come la marcatura CE cambi le regole con cui si controllano e si accet-tano i prodotti che arrivano in cantiere e che hanno l’obbligo di essere qualificati. La circolare del CSLLPP di prossima pub-blicazione amplierà e inquadrerà con più precisione il capitolo 11.Il Professore ha r icordato che le NTC ampliano i criteri con cui si può operare sulle costruzioni esistenti e consentono di utilizzare coefficienti parziali minori di quelli utilizzati per le strutture nuove, con la ragionevole osservazione che è “meglio fare poco in termini di sicurezza che non fare niente”. Infine ha fatto notare l’impor tanza della prossima Circolare Minister iale e della “quasi cogenza” di questo documento, che “ha lo stesso peso delle NTC”.L’inter vento del Prof. Franco Angotti ver teva sulle “verifiche di sicurezza e pre-stazioni attese”, confrontando quanto pre-scritto dalle NTC e gli EC0 e EC2.
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Ha ricordato i 4 principi fondamentali delle norme: resistenza, funzionalità in esercizio, robustezza e durabilità. Si è dilungato sul concetto dell’approccio probabilistico alla definizione delle azioni e delle resistenze, arrivando alla conclusio-ne che il metodo semi probabilistico agli stati limite consente, tramite l’uso di valori caratteristici e dei coefficienti parziali di sicurezza, un approccio alla progettazio-ne probabilistico senza che il progettista abbia conoscenze specifiche sulla scienza statistica. Si è soffermato sull’approccio alla proget-tazione sismica, in funzione della tipologia di struttura, confrontando le 3 classi di conseguenza proposte dagli Eurocodici (CC1, CC2, CC3 per basso, normale e alto affollamento) e le 4 classi d’uso delle NTC. I valori corrispondenti a queste devono essere moltiplicati per la vita nominale VN, per ottenere il periodo di riferimento dell’azione sismica VR da utilizzare nel sito del CSLLPP per trovare gli spettri degli accelerogrammi da impiegare nelle verifi-che di calcolo. Ha infine ricordato i coefficienti parziali di acciaio e calcestruzzo (gc=1,5-1,6 e gs=1,15), le azioni permanenti e variabili e le tre verifiche agli Stati Limite Ultimi: SL di Equilibrio (verifica al ribaltamento, come se la struttura fosse rigida e il terreno inin-fluente - galleggiamento), SL di resistenza (collasso interno ovvero la verifica classi-ca) e lo SL geotecnico, in cui si ipotizza la struttura for te e il terreno debole.L’intervento del Prof. Maurizio Taliano, che sostituiva il Prof. Piero Marro, ver-teva su “gli stati limite ultimi”. Il profes-sore ha esordito facendo notare che le norme europee (UNI 206-1 e E2) e italia-ne (NTC) concordavano nel considerare come resistenza del calcestruzzo quella caratteristica cilindrica a 28gg e nell’uso della notazione CX/Y per definire la classe di resistenza. A tale scopo, diventa fondamentale la relazione per convertire la resistenza cubica in cilindrica (l/D=2) riportata nelle NTC fck = 0,83 Rck. Ha fatto quindi notare che l’aper tura delle due norme alle alte resistenze favorisce soprattutto le strutture compresse, come i pilastri, e quelle precompresse, in quanto ad un aumento della resistenza a compres-sione non corrisponde un aumento pro-porzionale del modulo di elasticità e della resistenza a trazione.
Ad esempio, un aumento della resisten-za a compressione caratteristica da 30 a 60 MPa (quindi del 100%) por ta ad un aumento del 52% della resistenza a tra-zione e del 18% del modulo di elasticità (prospetto 3.1 E2). Per gl i acciai r icorda che entrambe le norme introducono acciaio ad alta duttilità (B450C) ed a bassa duttilità (B450A).Il Prof. Franco Mola ha parlato degli “stati limite di esercizio e verifiche a carico di punta”. Suggestiva quanto disarmante l’osservazio-ne del Professore di Tecnica delle costru-zioni del Politecnico di Milano che ha puntualizzato che le NTC sono leggi dello stato e vanno ovviamente ottemperate, ma che “le leggi della Scienza delle Costru-zioni sono scritte nel granito” e il progettista di buon senso, deve sapersi muovere tra le norme in maniera “sapiente”.Il Prof. Maurizio Orlando ha focalizzato l’attenzione sul “punzonamento e modelli tirante-puntone” da utilizzare in presen-za di elementi tozzi, o elementi in cui è presente un impor tante effetto localiz-zato, dato da una impor tante variazione di sezione o dalla presenza di un carico concentrato. Elementi tipici sono i plinti e gli appoggi dei carr i ponte dei capannoni e i nodi trave pilastro.L’Ing. Pietro Ciaravola del Consiglio Supe-riore dei LL.PP. ha ricordato l’imminente pubblicazione della Circolare Ministeriale, che ha definito “commentario alle NTC”, e di consultare il sito del Consiglio Superiore per scaricare le NTC, la zonazione sismica e le Linee Guida per la messa in opera del calcestrutto strutturale. Ha anche comunicato che UNI, su pressio-ni del CSLLPP, pubblicherà un CD con den-tro le 74 norme richiamate dalle NTC a un prezzo politico pari al 95% di sconto della somma dei prezzi delle norme inserite.Il Prof. Edoardo Cosenza ha effettuato un’avvincente presentazione sull’ ”azione sismica e risposta strutturale”. Ha inizial-mente ribadito l’innovazione delle ultime mappe di sismicità che reputa tra le miglio-ri del mondo “seconde forse solo a quelle della California”. Il passaggio dalle quattro zone sismiche ad una mappa puntuale è stato progettato per “uniformare il r ischio sismico in tutta l’Italia”: per quasi ogni comune è possibile scaricare la famiglia di spettri al variare del periodo di ritorno, da utilizzare in funzione
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del periodo di riferimento VR, ovvero del tipo di struttura. Considera le NTC, nelle prescrizioni sismiche, un’evoluzione dell’E8, in quanto più recenti.I l professore introduce alcuni concetti fondamentali della progettazione sismica, riguardo alla risposta della struttura. Il fattore di struttura definisce la struttura in alta duttilità (più esile, meno resistente, più duttile) e in bassa duttilità (più resi-stente e meno duttile). Suggestivo è l’esempio dell’ospedale ame-r icano crol lato dopo un ter remoto e costruito molto più resistente: al terremo-to successivo la struttura è rimasta integra, ma si sono distrutti tutti i macchinari all’in-terno di questa. La gerarchia delle resistenze (Capacity Design) serve per stabilire quali elementi si plasticizzano per primi durante l’azione del sisma. Il professore indica che occorre sovradimensionare gli elementi più fra-gili per ottenere una struttura più dutti-le , aggiungendo che la fondazione deve essere robusta (non deve plasticizzare), il solaio al primo piano deve essere duttile, l’acciaio non va mai sovradimensionato, la rottura a taglio è fragile, quella a flessio-
ne è duttile, il pilastro è fragile, la trave è duttile. Nelle verifica a taglio è più impor tante concentrarsi sulle resistenze che sulle sol-lecitazioni: occorre verificare il pilastro con i momenti resistenti delle travi, moltiplicati per il coefficiente grd. Ha ricordato che l’esplosione dei nodi è più probabile sulla facciata e negli spigoli che in quelli interni. Richiama gli SLE come SL di operatività, SL di danno e gli SLU come SL di salvaguardia della vita e SL di prevenzione del collasso. Interessante l’ap-plicazione degli isolatori sismici nel nuovo ospedale di Napoli.L’intervento del Prof. Camillo Nuti ver-teva sull’ ”analisi strutturale e verifiche agli stati limite”. Nell’intervento il Professore ricorda che è possibile trascurare il sisma ver ticale, ma non per i ponti e i grossi sbalzi e la possibilità di ricorrere all’analisi statica non lineare nelle verifiche sismiche.Il Prof. Giandomenico Toniolo ha parlato di “regole specifiche e dettagli costruttivi”, il Prof. Liberato Ferrara ha descritto il calcolo di un edificio multipiano e l’Ing. Antonella Colombo quello di un edificio industriale. n
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Straordinar ie performances dei settor i facenti capo a Ucomesa, l ’associazione che rappresenta in Ita l ia l ’ industr ia di :
4 impiant i e macchinar i per perfora-z ioni e consol idamenti ;
4 impiant i e macchinar i per la lavora-zione degl i iner t i ;
4 impiant i e macch inar i per produ-zione , traspor to, posa in opera del calcestr uzzo;
4 impiant i e macchinar i per prefabbr i-caz ione e produz ione d i mater ia l i da costruzione;
4 imp i an t i e macch ina r i pe r l avor i stradal i ;
4 gru a tor re;4 macch i ne pe r p rove ma te r i a l i e
a ltre attrezzature per l ’edi l iz ia .
Il settore in cifre
Anche nel 2007 i l trend è stato estre-mamente pos i t i vo. I l pre-consunt ivo del fatturato settor ia le indica un incre-mento sul 2006 attorno al 27% per un valore di oltre 3,6 mi l iardi di Euro.L’ industr ia rappresentata da Ucomesa ha i l suo punto di forza nel l ’expor t : nei pr imi undic i mesi del 2007 le espor ta-z ion i s f ior ano i 2 ,3 mi l i a rd i d i Euro, segnando un incremento del 45,8%. Si tratta di un r isultato di assoluto r i l ie-vo, super iore al la crescita record regi-strata nel 2006 per l ’analogo per iodo (+43,5% sul 2005).Pr incipale area di dest inazione del l ’ex-por t , con circa i l 40% del totale , r imane l ’Europa dei 27; g l i a l tr i paesi del l ’Eu-
uCoMesaBooM delle esportazIonI per le MaCChIne edIlI, stradalI e MInerarIe
Nata nel 1951, UCoMESA è l’associazione che rappresenta in Italia l’industria di:4 impianti e macchinari per perforazioni e consolidamenti;4 impianti e macchinari per la lavorazione degli inerti;4 impianti e macchinari per produzione, trasporto, posa in opera del calcestruzzo;4 impianti e macchinari per prefabbricazione e produzione di materiali da costruzione;4 impianti e macchinari per lavori stradali;4 gru a torre;4 macchine per prove materiali e altre attrezzature per l’edilizia.UCoMESA svolge il proprio ruolo in seno ad ANIMA (Federazione delle Associazioni Nazionali dell’Industria Meccanica Varia e Affine) e al Comitato Europeo CECE (Committee for European Construction Equipment). Intrattiene rapporti con organismi e istituzioni nazionali e internazionali competenti in campo economico, promozionale, tecnico e legislativo e collabora con le associazioni che rappresentano settori complementari o categorie utilizzatrici dei macchinari per le costruzioni.Stimolare i soci nel loro processo di crescita e di radicamento nel mercato è da sempre un obiet-tivo prioritario che UCoMESA persegue, verificando e coordinando esigenze e obiettivi comuni alle aziende per quanto riguarda normative costruttive e di sicurezza, monitoraggio dei mercati e internazionalizzazione.L’associazione mette a disposizione servizi che consentono alle aziende di raggiungere elevati stan-dard qualitativi nella progettazione e nella fabbricazione dei prodotti e contribuiscono ad aumentare l’efficacia e l’incisività delle attività aziendali di promozione e commercializzazione.Supportare gli aspetti commerciali e favorire l’internazionalizzazione delle imprese del settore è un traguardo che vede UCoMESA sempre più impegnata nella programmazione di iniziative all’estero, quali la partecipazione alle più importanti manifestazioni fieristiche, l’organizzazione di workshop, la stipula di accordi di collaborazione con organizzazioni locali che associano imprese edili o distributori di macchinari.
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ropa , gr az ie soprattutto a l la cresc i ta d i t a l u n i me r c a t i d e l l ’ a r e a c en t ro -or ien ta le , a s sorbono ne l comples so i l 14%, avvic inando la quota del l ’area as iat ica (17%) che r imane , dopo la UE, la seconda dest inaz ione del le nostre espor taz ioni . L’Afr ica segna nel 2007 un enorme progresso (+88%): tenen-do t u t t av i a p re sen te che a que s to r isultato concorre per c irca un terzo l ’eccezionale volume di expor t ver so un unico paese (Congo) è più real ist i -co un incremento attorno al 30% che r imane comunque un buon r isultato.A l ivel lo di s ingol i paesi , sono gl i Stat i Unit i – con 185 mln di Euro- a guidare la c lass i f ica degl i acquirent i del mac-chinar io ita l iano; l ’expor t ver so l ’Ame-r ica settentr ionale , che rappresenta i l 9% del tota le , è in prat ica dest inato per la quasi total i tà agl i Stat i Unit i .In area “Europa dei 27” sono la Francia e la Germania ad assorbire i maggior i volumi di expor t , r ispett ivamente 180 mln di Euro (+34% r ispetto al 2006) e
102 mln di Euro (+70%).In termini percentual i , è la Romania a segnare l ’ incremento più s igni f icat ivo de l l e e spor t a z ion i (+133% , con un valore di expor t che supera gl i 80 mln d i Euro) . A seguire , Polonia (+116%, va lore attorno a i 40 mln) e Bulgar ia (+104%, valore circa 30 mln) .Le previsioni per il 2008 r imangono favorevol i , con un fatturato settor ia le in crescita di c irca i l 10-12%. Questa prev i s ione conta ancor a su l l ’ expor t che dovrebbe compensare la f less ione del mercato domest ico e r iconfermar-s i l ’e lemento trainante del compar to.I success i de l l e nos t re espor taz ion i sono confor tant i e ancor p iù s ign i f i -cat iv i a l la luce del permanere di fat-tor i l im i tant i come i l r a f forzamento del l ’euro r ispetto al dol laro, la crescita del costo di energia e mater ie pr ime , l a s t r u t tu r a a z i enda l e d i d imens io -n i medio-p icco le che car at ter izza le imprese ita l iane .Ucomesa, insieme a Unicredit e Vero-
71A t t u a l i t à
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2 - industrie manufatti cementizi
Import/Export periodo gennaio – novembre 2007Macchini edili, stradali, minerarie e affini
nafiere – nell ’ambito di un accordo quadro siglato tra la Federazione Anima, i l Ministero del Commercio Internazionale e l ’ ICE – continuerà per tanto a sup-por tare nel processo di internazionalizzazione le piccole e medie imprese del settore delle macchine edil i , stradal i e minerar ie , attraver so azioni di marketing diretto e prodotti finanziar i che favor iscono la penetrazione in mercati emergen-ti , con r isultati r i levanti ed un considerevole contr ibuto al l ’att ivo della bi lancia commerciale del settore (+1,8 mil iardi e).
IMP 2005 IMP 2006 IMP 2007 EXP 2005 EXP 2006 EXP 2007 SALDO
AFRICA
D %
3.246.799 3.844.208
18,4
4.942.960
28,6
136.976.313 168.713.194
23,2
317.688.366
88,3
312.745.406
America
centro
meridionale
D %
2.832.976 3.241.016
14,4
6.490.031
100,2
44.754.637 83.621.774
86,8
116.276.267
39,1
109.786.236
America
Settentrionale
D %
35.038.277 36.908.486
5,3
51.175.348
38,7
94.588.260 166.360.859
75,9
195.722.267
17,6
144.546.919
ASIA
D %
23.807.950 38.876.641
63,3
50.860.595
30,8
165.292.877 267.289.211
61,7
389.553.898
45,7
338.717.303
EUROPA
ALTRI
D %
32.302.634 33.575.445
3,9
28.356.243
-15,5
143.875.877 215.168.954
49,6
310.445.097
44,3
282.088.854
Unione
europea 27
D %
252.475.433 274.431.997
8,7
312.668.683
13,9
480.354.810 633.522.310
31,9
891.759.837
40,8
579.091.154
OCEANIA E
ALTRI
TERRITORI
D %
1.253.497 293.342
-76,6
290.258
-1,1
14.160.411 15.425.796
8,9
37.995.766
146,3
37.705.508
TOTALE
D %
350.957.566 391.171.249
11,5
454.760.315
16,3
1.080.003.185 1.550.102.427
43,5
2.259.441.774
45,8
1.804.681.380
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IMER Group di Poggibonsi (Siena), lea-der europeo nella produzione di mac-chine per l’edilizia, di macchine e impian-ti per la produzione, per il traspor to e la messa in opera del calcestruzzo e specializzato nel settore delle macchine
movimento terra, è stato presente al SAMOTER 2008 (il salone internazio-nale dedicato alle macchine movimento terra da cantiere e per l’edilizia che si è svolto a Verona dal 5 al 9 Marzo 2008), con i propri fiori all’occhiello per quanto riguarda il settore del calcestruzzo. La Concrete Machiner y Division del gruppo toscano ha scelto questa presti-giosa vetrina per dare risalto alla linea di autobetonpompe BOOMIX e all’autobetoniera X-DRIVE 115 senza falso telaio, soluzioni che pun-tano a rafforzare ulteriormente il ruolo di IMER Group nel settore Concrete.La l inea di autobetonpompe BOO-MIX rappresenta uno dei punti di forza nell ’offer ta della Concrete Machine-r y Division di IMER Group. Realizzate con acciaio speciale, che permette di
2 - industrie manufatti cementizi
L e A z i e n d e i n f o r m a n o74
IMER Group
I fIorI all’occhIello dI IMer Group nel settore concrete presentatI al saMoter 2008
Abicert
Non solo servizi dall’elevato valore pro-fessionale: ABICer t eroga servizi di cer-tificazione attraverso un rappor to di dialogo costruttivo volto a far crescere gradualmente i propri clienti.ABICer t, organismo di Cer tificazione nazionale notificato presso la Commis-sione Europea con il n. 1982, è abilitato con Decreto n. 57170/A dal Ser vizio Tecnico Centrale del Ministero delle Infrastrutture di concer to con il Mini-stero dello Svi luppo Economico e i l Ministero dell’Interno per il r ilascio di cer tificazioni inerenti i prodotti per le costruzioni, in conformità alla Direttiva 89/106 CEE (bitumi, conglomerati bitu-minosi, prefabbricati in cls, aggregati, malte, calci, ...) ABICer t è organismo autorizzato dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per la cer-tificazione FPC del calcestruzzo prodotto con processo industrializzato (decreto n.
57170/B) ed opera in tutto il territorio nazionale. Le caratter istiche dei ser vizi ABICer t sono:4 la competenza dei tecnici, dotati di
specifica esperienza operativa;4 il pragmatismo, fondato sull’esperien-
za pratica in cantiere;4 la ridotta burocrazia, che consente al
cliente un proficuo dialogo costrut-tivo anziché un deferente ascolto di sudditanza, come spesso accade;
4 la celerità operativa, che lo distingue da altri enti di cer tificazione.
La competenza dei tecnici ABICer t per-mette all’azienda di verificare le prove minime richieste dalle norme di prodot-to effettivamente necessarie e rispar-miare il denaro speso in prove ed attività spesso inutili.
Per ulteriori informazioniSede - Filiali operative Ortona - Zona Industriale Cucullo Uscita A14 - 66026 Milano - V.le Argonne 39 - 20123 Roma - Via Roccantica 2/a - 00100 Tel 085 9039330 Fax 085 9039077 Informazioni generali: [email protected] [email protected] Marcatura CE: [email protected]
abIcert - servIzIo e qualItà
tre
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industrie manufatti cementizi - 2
75L e A z i e n d e i n f o r m a n o
coniugare resistenza e leggerezza, que-ste macchine si presentano come una soluzione realmente flessibile e funzio-nale per la messa in opera del calce-struzzo. Le autobetonpompe BOOMIX sono, infatti, state allestite con betoniere di capacità compresa fra i 7 e i 9 metri cubi ed hanno bracci che raggiungono un’altezza massima di 29 metri. Queste caratteristiche permettono di garantire una grande versatilità di uti-lizzo nei cantier i, poiché permettono di traspor tare il mater iale contenuto all ’ interno della betoniera nel punto desiderato, grazie alla presenza di un radiocomando elettr ico che regola il movimento del braccio di distribuzione. Il “cuore” delle autobetonpompe BOOMIX di IMER Group è il grup-po pompante SCP 60/55 , che rag-giunge una produzione teorica massima di 60 metri cubi all’ora. Il quantitativo di calcestruzzo ottenuto r isulta sempre ottimale grazie all ’uti-lizzo di appositi sensori di controllo e la qualità è assicurata dal design delle spirali di mescolazione che garantiscono omogeneità d’impasto in tutte le sezioni del tamburo mantenendo inalterate le caratteristiche del materiale. Precis ione nel la lavorazione e nel la distr ibuzione sono altr i due vantaggi offer ti dalle autobetonpompe BOOMIX di IMER Group. Questi mezzi r isultano, inoltre , estre-mamente sicur i , dimostrando grande stabilità anche quando la betoniera è vuota grazie all’utilizzo di stabilizzatori appositamente dimensionati.La vetrina del SAMOTER 2008 ha rap-presentato un’occasione ideale per dare v is ib i l i tà anche all’autobetoniera X-DRIVE 115 senza falso telaio di IMER Group. Questo modello è, infat-ti, il primo a consentire il traspor to di 11 metri cubi di calcestruzzo nel rispetto dei limiti legali, senza sanzioni per ecces-so di carico. Notevolmente più leggera rispetto alle autobetoniere tradizionali grazie all’im-piego dell’ acciaio speciale IMER WEAR (con durezza 300 – 350 HB), si contrad-distingue per l’innovativo sistema di alle-stimento senza falso telaio, che consen-te all’autotelaio di muoversi in maniera indipendente e annullare le interazioni
normalmente determinate dalla presen-za dei longheroni. Queste caratter is t iche permettono all’autobetoniera X-DRIVE 115 di otte-nere un miglior assetto di marcia del vei-colo, grazie all’abbassamento dell’altezza e del baricentro rispetto agli allestimenti tradizionali.La Concrete Machiner y Division (che occupa complessivamente 250 dipen-denti) rappresenta il 37% del fatturato aggregato di IMER Group ed è dislocata nello stabilimento produttivo di Basal-della di Campoformido (Udine), che si sviluppa su un’area di 150mila metri quadrati. La produzione è ar ticolata in due linee di prodotto: gli impianti di betonaggio e le macchine per il traspor to del calce-struzzo. La Concrete Machinery Division di IMER Group è nata grazie all’ac-quisizione di ORU- Le Officine Riunite-Udine S.p.A, nel 1999 e di L&T, nel 2002. Grazie alle competen-ze di ORU, leader nella costruzione di impianti di betonaggio, orizzontali e ver-ticali, centrali a raggio raschiante, sistemi di distr ibuzione aerea del calcestruz-zo, mescolatrici e software di gestione e di L&T , azienda specializzata nella produzione di autobetoniere , pompe e nastri per la distribuzione del calce-struzzo, IMER Group ha raggiunto una significativa tappa nella pro-pria affermazione quale gruppo di rilievo nel panorama internazio-nale del settore dell’edilizia e del mondo delle costruzioni.
Ufficio Stampa IMER Group:Eclettica Relazioni Pubbliche S.r.l.Contact: Riccardo PoleselVia Porta Nova, 18 – 40123 BolognaTel.+39 051 268165Fax +39 051 [email protected]
Concrete Machinery Division IMER GroupContact: Loredana VielVia Santa Caterina, 3530030 Basaldella di Campoformido (Udine)Tel. +39 0432 563911 Fax +39 0432 [email protected] www.imergroup.com
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2 - industrie manufatti cementizi
L e A z i e n d e i n f o r m a n o76
Unifer
La Unifer produce acciaio per cemento armato B450A e B450C. Unifer propone la fornitura di articoli non standard e nell’ottica della specializzazione e del servizio, garantisce alla propria clientela la soluzione e la soddisfazione di specifiche esigenze, realizzando prodotti su disegno dei progettisti, con misure e formati variabili subito pronti per l’utilizzo. Questa versatilità si traduce, per le imprese utilizzatrici, in una semplificazione dei pro-cessi produttivi con conseguente risparmio di risorse e denaro. Unifer Spa opera con un Sistema di Gestione della Qualità in conformità alla norma UNI EN ISO 9001 e i prodotti sono qualificati dal Ministero delle Infrastrutture.I prodotti sono:4 traliccio elettrosaldato, ad altezze e
diametri e lunghezze variabili, destinato alla produzione di solai, pannelli prefab-bricati, lastre tralicciate, travetti tralicciati e muri a doppia lastra, con una gamma di diametri da h 7,5 cm 5/6/4 (altezza 7,5 cm Ø5 mm inferiore Ø6 mm superio-
re staffa Ø4 mm liscio) fino a h 37 cm 16/16/10 (altezza 37 cm Ø16 mm infe-riore Ø16 mm superiore - staffa Ø10 mm liscio);
4 rete elettrosaldata a misura, con la possibilità di passi differenziati e di diametri e misure variabili; la dimensio-ne trasversale dei pannelli di rete ha un range tra i 20 cm ai 360 cm, mentre la dimensione dei fili longitudinali sono dai 20 cm ai 1200 cm. Il range di diametri trasversali è compreso dai Ø4 mm ai Ø16 mm e quello longitudinale dai Ø4 mm ai Ø25 mm;
4 rete elettrosaldata sagomata, per consentirne l’adattamento immediato alla produzione del manufatto cementizio;
4 rete per canalette passa cavi sago-mate per manufatti in calcestruzzo arma-to vibro-compresso;
4 rete per terra armata sagomata, strutture speciali per il contenimento o la stabilizzazione di scarpate e rilevati;
4 armature per c.a., produzione di strutture saldate;
4 bobine e barre tagliate con diametri compresi tra Ø3 e Ø16 mm.
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ASSOBETON
l’Ass
ocia
zion
e
ASSOBETON
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2 - industrie manufatti cementizi
ASSOBETON ha presentato alle testate tecniche ed economiche, nel corso di una conferenza stampa tenu-tasi a Milano il 26 marzo scorso, i dati relativi all’andamento del mer-cato della prefabbricazione italiana nel 2007 e le previsioni per l’anno in corso, con riferimenti impor tanti al più ampio settore italiano delle costruzioni.L’industr ia dei manufatti cementizi rappresenta un compar to decisamen-te impor tante all’interno del settore delle costruzioni in Italia – oltre il 10% del PIL nazionale pari a
circa 150 miliardi di euro - con le sue 1.300 imprese, 39.000 addetti e 6.500 milioni di euro di fattura-to complessivo annuo.I l panorama emer so dal l ’ indagine vede il settore trainato dall’edi-lizia residenziale, che ha vissuto negli ultimi dieci anni momenti di grande espansione. Al contrario, l’edilizia non residen-ziale pr ivata, nello stesso per iodo, ha mostrato segni di sofferenza e solo ora comincia a registrare timidi segnali di ripresa (Tabella 1).Complessivamente , l ’Osser vator io
Osservatorio Previsionale ASSOBETONPresentati alla stampa i dati sull’andamento del comparto della prefabbricazione e delle costruzioni nel 2007 e le stime per il 2008
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ha comparato nei quattro trime-stri 2007 una serie di informazioni (Produzione in metri cubi, Consegna-to trimestrale, ecc.) provenienti da circa 70 aziende della prefab-bricazione per un complessivo fatturato rappresentato di quasi 1,4 mld di €.I dati forniti dall’Osservatorio mostra-no un volume d’affari nel 2007 comparabile con quello del 2006 con un trend trimestrale in leg-gera crescita più o meno accen-tuato a seconda dell’area geografica di appar tenenza: le regioni del Nord segnano un trend trimestrale del + 4%, meglio al Centro ed al Sud e Isole, dove le aziende del compar to hanno registrato rispettivamente, una crescita del + 6% e del + 7%.Per quanto concerne il monitoraggio effettuato sui dati di bilancio del 2006 e del 2005 su un campione di cento imprese associate, si rileva una varia-zione positiva del 5,9% per quanto concerne il valore della produzione ed una for te contrazione dell’utile netto di esercizio che si è contratto di oltre 41 punti percentuali. Ciò a conferma della accesa concor-renza esistente oggi sul mercato, in par ticolare per quello relativo all’edi-lizia non residenziale privata.
In questo contesto, le piccole e medie imprese sof f rono magg iormente rispetto alle medio-grandi.Soddisfazione è stata espressa dal Presidente di ASSOBETON, Renzo Bullo, che ha dichiarato: “È con pia-ce re che ASSOBETON rende ogg i pubblici i dati di mercato relativi al propr io compar to, r i scontrando, se pur con momenti di diff icoltà, qual-che segnale positivo per il prossimo futuro. La grande concorrenza che si registra, infatti, ormai da anni nel settore - e ben rappresentata dall’andamento del mer-cato nel 2007 – obbliga ormai tutte le imprese a trovare soluzioni innovative, sia dal punto di vista tecnologico che organizzativo. Di questo si parlerà durante il nostro prossimo Congresso Nazionale - che si terrà il 22 e 23 maggio a Baveno, sul Lago Maggiore – che verterà sul ruolo della prefabbricazione in cemento nell’urbanistica del futuro”.
La sintesi delle rilevazioni rela-tive ai trimestri 2007 è disponi-bile in home page del sito web associativo www.assobeton.it, cliccando il tasto “Documenti” nell’area dedicata all’Osservato-rio Previsionale. n
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Residenziali
Fonte: Elaborazione Clarium sui dati del Rapporto Congiunturale CRESME/SAIE 2008
Non residenziali private Non residenziali pubbliche Genio civile
-3,0%
-5,7%
-7,9%
-8,0%
-2,9%
2,9%2,4%
0,30%
2,4%2,0%
1,4%2,0%
0,2%1,0%
-1,0%
-2,0%
0,7%
3,0%2,0% 2,0%
2007 2008 2009 2010 2011
Tabella 1
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2 - industrie manufatti cementizi
ASSOBETON ha ricevuto la comuni-cazione, da par te della Commissione Europea, del finanziamento, all’inter-no del Settimo Programma Quadro, del progetto di ricerca SAFECAST.Il Settimo Programma Quadro per la r icerca e lo sviluppo tecnologico (7PQ) è il pr incipale strumento con cui l ’Unione Europea finanzierà la r icerca in Europa nel per iodo dal 2007 al 2013. Il 7PQ, creato anche per r ispondere alle esigenze dell’Europa in materia di occupazione e di competitività, sostiene la r icerca in determinate
aree di pr ior ità con l ’obiettivo di rendere e mantenere l ’UE leader mondiale in questi settori. Il 7PQ è composto da 4 blocchi prin-cipali di attività rappresentati da 4 programmi specifici. Tra questi, il programma «Capacità» mira, tra l’altro, al rafforzamento delle capacità innovative delle piccole e medie imprese (PMI) ai fini di un migliore utilizzo della ricerca. Tra le linee di finanziamento previste, una è dedicata specificatamente alle associazioni di PMI, alle quali viene offer to un suppor to per sviluppare
Progetto di ricerca SAFECAST
di Antonella Colombo
Performance of Innovative Mechanical Connections in Precast Buildings Structures under Seismic Conditions
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industrie manufatti cementizi - 2
soluzioni a problemi comuni affrontati da numerose PMI in settori specifici.SAFECAST è un progetto di ricerca presentato in risposta ad un bando europeo dedicato proprio alle Asso-ciazioni di PMI. Il bando, strutturato in due momenti fondamentali, ha previsto l’invio di una proposta molto concisa con sca-denza 1 giugno 2007. In seguito alla valutazione positiva da par te della Commissione Europea, una proposta completa è stata inviata il 28 novembre 2007. Nei giorni scor si la Commissione Europea ha comunicato la decisio-ne di finanziare il progetto che avrà inizio presumibilmente durante la seconda metà dell’anno in corso.Il consorzio di ricerca è composto da 17 par tners, raggruppabili in 3 distinte categorie a seconda del ruolo che ricoprono. In maniera estremamente semplifi-cata, i tre ruoli chiave del progetto possono essere così descritti:4 “commit tent i” : 5 Assoc iaz ion i
Nazionali di prefabbricatori sono state coinvolte nel progetto: ASSO-BETON - Italia, ANDECE - Spagna, ANIPB - Por togallo, SEVIPS - Gre-cia e TPCA – Turchia. Con specifi-co riferimento al compor tamento sismico delle strutture prefabbri-cate e dei collegamenti tra i vari elementi strutturali, il ruolo delle associazioni è quello di individuare le tematiche di maggior interesse (compor tamento sismico di siste-mi di collegamento tradizionale , sviluppo di nuovi sistemi di colle-gamento, compor tamento sismico di elementi precompressi, defor-mabilità ed interazione tra sistemi prefabbricati e sistemi gettati in opera, ecc .) che necessitano di soluzioni standardizzate. ASSOBE-TON ricoprirà inoltre il ruolo di coordinatore dell’intero progetto di ricerca. Le tematiche individuate
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2 - industrie manufatti cementizi
Figura 1 – Scopo e mezzi utilizzati nel progetto.
Progetto SAFECAST
SCOPOEliminare le lacune nella conoscenza del
comportamento sismico di strutture prefabbricate precompresse, con specifico riferimento ai
collegamenti, alla deformabilità ed all’interazione tra elementi prefabbricati e gettati in opera.
Sviluppare strumenti numerici adeguati ed affidabili.
Definire nuovi criteri per il progetto sismico di strutture prefabbricate basati sul comportamento
delle connessioni.
STRUMENTIProve sperimentali monotoniche, cicliche e
dinamiche (tavola vibrante) su inserti, nodi e sottostrutture.
Prove pseudodinamiche su edifici mono e pluripiano.Analisi numeriche.
PARTNERSASSOBETON
ANDECE ANIPBSEVIPS TPCAEC-DG JRC LNECPOLIMI NTUAITU ULJLABOR LUGEAHALFEN DLC
TZPREF RIPHORSA
verranno comunicate ai:4 “prestatori d’opera”: il consorzio
prevede il contributo di 7 enti di ricerca di diversa nazionalità: Poli-tecnico di Milano – Italia, Labor – Italia, Joint Research Centre – Laboratorio ELSA - Belgio, Natio-nal Technical University of Athens – Grecia, Istanbul Technical Univer-sity - Turchia, Laboratorio Nacional de Engenharia Civil – Por togallo, Università di LJUBLJANA – Slo-venia. Gli enti di ricerca hanno lo scopo di eseguire gli studi scientifi-ci commissionati dalle Associazioni. Il progetto prevede la presenza di un cospicuo numero di enti di ricerca al fine ottenere risultati in tempi relativamente ridotti (il pro-getto ha una durata di tre anni).
Le diverse competenze degli enti di ricerca coinvolti verranno utiliz-zate al fine di ottenere una visione olistica delle diverse problema-
tiche trattate . Gli studi eseguiti dai prestator i d’opera verranno supervisionati dai:
4 “super visor i”: i r isultati di que-sto progetto avranno una r ica-duta sull’intero ciclo di vita delle strutture prefabbricate, dalla loro progettazione alla loro realizzazio-ne. Per tale motivo, la validità dei risultati del progetto e la fattibili-tà delle soluzioni proposte verrà assicurata, per quanto di propria competenza, dalla presenza di 5 aziende, e più in dettaglio: la fat-tibilità in fase progettuale verrà assicurata da DLC – Italia; la fat-tibilità dal punto di vista del pre-fabbr icatore verrà assicurata da Truzzi Prefabbricati – Italia e da Prelosar-Riphorsa – Spagna, men-tre dal punto di vista dell’inser tista verrà assicurata da Halfen GmbH – Germania; infine, il monitorag-gio del compor tamento d’insieme
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industrie manufatti cementizi - 2
dell’edificio prefabbricato sarà ad opera di LU.GE.A – Italia.
Scopo principale del progetto è lo studio del compor tamento sismico dei collegamenti (sia esistenti che di nuova concezione) nelle strutture prefabbricate. Oltre ai collegamenti tra i diversi elementi strutturali, SAFECAST trat-terà anche i collegamenti tra elementi prefabbricati e par ti in opera, con par ticolare r ifer imento al collega-mento tra struttura prefabbricata e nucleo scala/ascensore nel caso di edifici pluripiano. Oltre alla qualificazione di diverse tipologie di connessioni, il progetto analizzerà anche le metodologie di progetto (basate sul criterio di gerar-chia delle resistenze) da utilizzarsi nel caso di edifici mono e pluriplano. Prove sperimentali verranno ese-guite sui collegamenti considerando un diverso livello di dettaglio:4 prove sugli elementi metallici utiliz-
zati per realizzare il collegamento: queste prove permetteranno una qualificazione del compor tamento stesso dell’elemento;
4 prove su connessioni: queste prove permetteranno di qual i ficare i l compor tamento degli elementi di collegamento inseriti in elementi strutturali, mettendo in evidenza il contributo dei dettagli d’armatura;
4 prove su sottostrutture: queste prove permetteranno di qualifi-care il compor tamento di par ti di strutture, mettendo in eviden-za il compor tamento dell’insieme strutturale;
4 prove su s t r ut ture complete : sono previste prove su due edifici monopiano e su un edificio plu-r iplano. Oltre alla qualificazione del compor tamento strutturale completo, queste prove permette-ranno di ricavare dati fondamentali sul compor tamento sismico delle strutture prefabbricate. In par ti-
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2 - industrie manufatti cementizi
Figura 2 – Descrizione delle 7 macro attività (WPi).
SAFECAST: Piano di lavoro
WP11. Identificazione delle metodologie progettuali esistenti per strutture prefabbricate2.Identificazione delle tipologie di collegamento esistenti (tradizionali e dissipative)3. Identificazione delle tematiche di interesse dell’industria della prefabbricazione4. Identificazione delle tipologie da sottoporre a prova
WP21.Test su soluzioni esistenti (sia tradizionali che innovative)
a. Test su singole unità⇒ monotonici e ciclici
b. Test su nodi e sottostrutture (comportamento degli inserti + elementi collegati-effetti locali della deformabilità, confinamento, taglio, precompressione, carico dinamico, componente verticale del sisma)⇒ monotonici, ciclici e su tavola vibrante
2.Test su soluzioni nuove o modificate
WP31. Sviluppo di macro-modelli basati sul comportamento dei componenti2. Esecuzione di analisi FEM per ricavare dati aggiuntivi3. calibrazione dei macro-modelli sulla base dei risultati delle prove sperimentali e numeriche4. Generalizzazione dei macro-modelli ad altri tipi di collegamenti5. Implementazione dei macro-modelli in programmi di analisi strutturale
WP41. Prove su edifici monopiano (azione diaframma del solaio, effetti della presenza dei pannelli, effetti di altri possibili sistemi di controvento, limiti sulla deformabilità)2.Prove su edifici pluripiano
a. Parte prefabbricata ⇒ Comportamento dei nodi, metodi per garantire l’approccio basato sulla gerarchia delle resistenze
b. Parte prefabbricata + nucleo gettato in opera⇒ interazione tra parte prefabbricata e gettata in opera, metodi
per garantire l’approccio basato sulla gerarchia delle resistenze3.Monitoraggio del comportamento globale strutturale (per verificare le soluzioni di collegamento proposte, possibilità di usare un limitato numero di sensori per monitorare il comportamento strutturale, possibilità di realizzare un sistema di allarme) 4.Monitoraggio del comportamento locale di elementi precompressi (per analizzare l’evoluzione di sforzi e deformazioni sotto condizioni di carico e di vincolo diverse, per analizzare il comportamento sismico delle sezioni d’estremità di elementi precompressi)
WP51. Validazione di programmi per l’analisi strutturale sulla base dei risultati delle prove sulle strutture complete2. Generalizzazione dei risultati ad altre tipologie strutturali3.Verifica delle metodologie progettuali proposte per le connessioni e per l’intera struttura4. Valutazione economica delle soluzioni proposte5. Esecuzione di analisi di vulnerabilità e di rischio
WP61. Regole di progetto per le diverse tipologie di collegamento2. Metodo basato sul criterio di gerarchia delle resistenze per edifici mono e pluripiano3. Verifica analitica dei metodi di progetto proposti per connessioni e per strutture complete
WP71.Disseminazione 2.Training
Valutazione del comportamento delle soluzioni studiate e suggerimenti per possibili migliorie
colare, le prove su edifici mono-piano forniranno dati riguardanti il compor tamento a diaframma delle coper ture, l’impor tanza dell’effet-to scatolare e l’influenza della pre-senza di pannelli di tamponamen-to. Le prove sull’edificio pluriplano consentiranno invece di verificare le metodologie progettuali dispo-nibili in letteratura e quelle even-tualmente proposte all’interno del progetto. Inoltre , queste prove consentiranno di valutare i diver-si contributi alla resistenza sismi-ca offer ti dalla par te di struttura prefabbricata e dai nuclei gettati in opera presenti. Uno o più ele-menti strutturali (probabilmente una trave ed un tegolo) che ver-ranno utilizzati per la costruzione dell ’edificio plur ipiano verranno strumentati pr ima del getto del calcestruzzo. La strumentazione inserita permetterà di monitorare
in continuo il compor tamento (in termini di sforzi e deformazioni) di calcestruzzo ed armatura (ordina-ria e di precompressione) durante tutte le fasi di vita di un elemento prefabbricato: la tesatura dei cavi, il getto del calcestruzzo, la matu-razione a vapore, lo stoccaggio e il traspor to, il compor tamento in opera con una situazione di vinco-lo in semplice appoggio (durante il montaggio) e di doppio incastro (dopo il getto in opera della solet-ta di collegamento), ed il compor-tamento allo stato limite ultimo per carichi sismici.
Lo studio verrà completato dall’ese-cuzione di analisi numeriche. In maniera molto schematica, scopo e mezzi utilizzati nel progetto sono riassunti nella Figura 1.Lo studio si ar ticola in 7 macro attivi-tà (WPi) i cui contenuti sono breve-mente elencati nella Figura 2. n
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2 - industrie manufatti cementizi
Il 6 giugno 2008 si terrà il convegno organizzato da ASSOBETON (Sezio-ne Blocchi e Pavimenti) per la cultura e l’informazione della pavimentazione in masselli di calcestruzzo.Fidenza Meeting sarà rivolto ad ammi-nistrator i pubblici , professionisti e studenti del settore.L’evento si svolgerà a Fidenza (PR) nel corso di una giornata che trat-terà l’utilizzo del massello in calce-struzzo in contesti urbani, par tendo dall’esempio dei lavori di ripavimen-tazione svolti in via Abate Zani, nella cittadina sede del meeting.L’appuntamento vuole essere un momen-to di incontro, confronto e aggiornamen-to sulle concrete opportunità e tecnolo-gie – in particolare rappresentate dai masselli in calcestruzzo – per migliorare la qualità e la vivibilità delle reti urbane all’interno dei centri cittadini.Per questo motivo Fidenza Meeting
si terrà direttamente sul luogo dei lavori, permettendo ad ogni par teci-pante di vedere, toccare con mano e “vivere” la strada di cui si parlerà nella tavola rotonda.Il programma del convegno prevede-rà una breve presentazione del “Pro-getto ULISSE” e della sua par ticolare applicazione a Fidenza; valutazioni sul cambiamento dell’area a seguito dei lavori; un’illustrazione delle caratteri-stiche par ticolari del massello in cal-cestruzzo e dei pregi del suo utilizzo in contesti urbani, con par ticolare attenzione al ruolo di traffic calming che caratterizza il prodotto.Una mostra sui lavori svolti nell’area dell’incontro illustrerà le diverse fasi del progetto e sarà aper ta ai par teci-panti e agli abitanti dell’area.
Per maggiori informazioni: www.new-street.info. n
Sezione Blocchi e Pavimenti
Fidenza Meeting il massello che riqualifica i centri urbani
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CD “Manufatti Cementizi” - edizione 2008
NORME• Calcestruzzo• Calcestruzzoaeratoautoclavato e calcestruzzo alleggerito con struttura aperta• Calcestruzzofibrorinforzato• Calcestruzzoautocompattante• Cemento• Acquad’impasto• Acciaiod’armatura• Aggregati• Additivi• Malta• Pigmenti• Controlligeometrici• Durabilità• Corrosione• Regolecomuni• Prefabbricatiabasecementizia• Pavimentazioni• Elementidimuratura• Elementicomplementari per muratura• Tubazionidicalcestruzzo
• Ingegneriadelleacquediscarico• Accessori,impiantiemanufatti per acque di scarico• Pali• Fibrocemento• Traverseferroviarie• Termicaerisparmioenergetico• Fuoco• Acustica• Eurocodici• Accessorieimpermeabilizzazioni
NORMATIVE ITALIANE• Normativaperlecostruzioni• Sismica• Geotecnica• Ponti• CostruzioniPrefabbricate• Edificiinmuratura• Prodottidacostruzione• Cemento• Rendimentoenergetico• Fuoco• Acustica
Invitiamo chi fosse interessato ad ordinare il CD a contattare la Segreteria associativa:
Gabriella TardivoTel. 02.70100168 e-mail: [email protected]
Dato il successo ottenuto dalla precedente edizione, ASSOBETON propone in esclusiva agli Associati il CD “Manufatti Cementizi” - edizione 2008.Lo strumento, realizzato con la collaborazione di UNI, contiene norme tecniche, sia nazionali che europee, leggi e decreti nazionali relativi a prodotti, metodi di prova e tecniche di progettazione; documenti indispensabili per poter operare in un contesto complesso disponendo in tempi rapidi di tutta la normativa aggiornata inerente il nostro settore.Il materiale è organizzato secondo il seguente indice degli argomenti:
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industrie manufatti cementizi - 2
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2 - industrie manufatti cementizi
D a l e g g e r e88
Pubblicazioni ASSOBETON
ASSOBETONAssobeton1956-200650 anni tra storia e memoria
Associati:Euro 33,00 + IVA 4%
Non Associati:Euro 50,00 + IVA 4%
La Prefabbicazione in calcestrtuzzoGuida all’utilizzo nella progettazione
COPERTINA MORBIDAAssociati:Euro 14,00 + IVA 4%
COPERTINA RIGIDANon Associati:Euro 19,00 + IVA 4%
Manuale per la Prevenzione Antifortunistica nel Settore prefabbricati in C.A.
Associati:Euro 7,00 + IVA 20%
Non Associati:Euro 9,00 + IVA 20%
Annuario del settore della prefabbricazione 2006La vendita è realizzata direttamente da IDRA s.a.
Associati:Euro 15
Non Associati:Euro 45
SEZIONE TUBITubazioni in calcestruzzo Manuale di progettazione
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Tubazioni in calcestruzzoGuide e ManualeCD-ROM
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SEZIONE SOLAI E DOPPIA LASTRALa Carta del Solaio
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Solai in calcestruzzo epareti prefabbricate adoppia lastraCD-ROM
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industrie manufatti cementizi - 2
89D a l e g g e r e
Inserti per calcestruzzo Manuale di progettazione e utilizzo
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GRUPPO INSERTI
Industrie manufatti cementizi Industrie manufatti cementizi - 1
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SEZIONE BLOCCHI E PAVIMENTIEDIZIONE 1VOLUME 1Codice di pratica per la posa in opera di masselli autobloccanti in calcestruzzo
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EDIZIONE 1VOLUME 2Codice di pratica per la posa in opera di blocchi in calcestruzzo
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EDIZIONE 1VOLUME 3Raccomandazioni per l’impiego di elementi grigliati per pavimentazioni erbose e per il consolidamento dei terreni e criteri per la valutazione della di tali prodottiGratis
Progetto strade nuoveL’intervento di via Abate Zani a FidenzaDVD
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Codice di pratica per la manutenzione di masselli autobloccanti in calcestruzzo
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SottofondiCatalogo per il dimensionamento di pavimentazioni in masselli in ambito urbano
Gratis
Muratura di qualità in blocchi di calcestruzzo vibrocompresso.Storia, caratteristiche e progettazione
La vendita e realizzata direttamente da Pubblicemento Srl(P.zza Marconi, 28 - 00144 Roma;Tel. 0654210237; Fax 0659 15408).Gli ordini sono raccolti attraverso il sito www.progettoulisse.it
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Organo ufficiale della Sezione Blocchi e Pavimenti della ASSOBETON
Abbonamento gratutito mediante la registrazione sul sito www.assobeton.it - Sezione Blocchi e Pavimenti
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2 - industrie manufatti cementizi
90 D a l e g g e r e
SEZIONE FIBROCEMENTOLa ventilazione delle coperture a falda protette con lastre ondulate in Fibrocemento Ecologicoe i suoi effetti sulle patologie da condensa
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Posa in Opera di Lastre Ondulate in Fibrocemento Ecologico
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Manuale per la installazione in sicurezza delle copertureRealizzate con lastre ondulate in fibrocemento ecologico
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Lastre ondulateLastre piane
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Edizione il Sole 24 OreLe coperture in lastre di fibrocemento
Disponibile presso le librerie il Sole 24 OrePer informazioni:[email protected]
Euro 33,00
SEZIONE STRUTTURECondizioni generali di appallto
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Linee Guida esplicative e interpretative della UNI 9502/2001Documento sperimentale
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Manuale d’uso e manutenzione (D.M. 3 dicembre 1987, n.39 par.6)
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Banca DatiASSOBETON SezioneProduttori StrutturePrefabbricateIndagine conoscitiva centri di produzione attività 2000
Euro 60,00 + IVA 20%
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La sottoscritta ditta ........................................................................................................................
con sede in ........................................................................................ Prov. ..................................
Indirizzo ....................................................................................... Cap ...........................................
Tel: ...................................... Fax: .................................... Email ...................................................
Part. IVA n° ....................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
È INTErESSATA A rICEVErE INFOrmAzIONI PEr L’AdESIONE Ad ASSOBETON. A TAL FINE FOrNISCE LE SEGUENTI INFOrmAzIONI
C.C.N.L. applicato ..........................................................................................................................
N° stabilimenti .................... e loro ubicazione:
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
Eventuale società controllante.......................................................................................................
Eventuali società controllate e/o collegate ....................................................................................
.......................................................................................................................................................
Aderisce all’associazione/unione degli industriali della/e provincia/e, quale/i?
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
Come associarsiASSOBETON
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ATTIVITA’ PrOdUTTIVE: Numero complessivo dipendenti .......................................
Volume d’affari esercizio precedente ................................
❒ Strutture prefabbricate
❒ Pali
❒ Tubi a bassa pressione
❒ Blocchi e pavimenti
❒ Cabine elettriche
❒ manufatti in calcestruzzo cellulare autoclavato
❒ manufatti in Fibrocemento
❒ Traverse ed Armamenti Ferroviari
❒ Tubi per acquedotti
❒ Solai e doppia Lastra
❒ Altro (specificare)
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
Persona da contattare: ......................................................................
Posizione in azienda: ......................................................................
dATA .......................... TImBrO E FIrmA
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2 - industrie manufatti cementizi
ASSOBETON
A. zAmBETTI SPA
A.L.C.O.S. PrOdUzIONI SrL
A.V. STrUTTUrE SPA
ALFA SrL
ALTAN PrEFABBrICATI SPA
ANTONIO BASSO PrEFABBrICATI SrL
APEdIL SrL
ArEA PrEFABBrICATI SPA
ArEA SPA
ASSOTUBI ECOLOGICA SrL
BArACLIT SPA
BATTILANA PrEFABBrICATI SPA
BETA mANUFATTI CONGLOmErATI SrL
BETON 5 SrL
BETON PIAVE SPA
BETON rAPId SrL
BIANCO PrEFABBrICATI SrL
BONETTI SPA
BOTTA SrL
C.A.P.P.A. SrL
C.C.G. QUErzOLI SCrL
C.E.I.S. TrAdING SrL
C.m.C. SrL
C.P.C. COSTrUzIONE PrEF. CEmENTO SPA
CANOVA SPA
CAPPELLArI SrL
CAPrESE SrL
CASITALIA SPA
CAV. CESTArO GUSTAVO SrL
CE.mA. CEmENTmANUFATTI SrL
CEmENTAL SPA
CEmENTUBI SPA
CLC SrL
CO.I.mA. PrEFABBrICATI SrL
CO.mA.C. SrL
COdELFA SPA
COOPErATIVA PrECASA SCrL
COOPSETTE SCrL
COPrEm SrL
COSTrUzIONI GENErALI BASSO CAV. ANGELO SPA
CrEzzA SrL
CSP PrEFABBrICATI SPA
d.m.P. dALLA mOrA PrEFABBrICATI SrL
dIOdOrO EdILFEr SrL
dUEGI PrEFABBrICATI SrL
GOrLE
LImBIATE
CALVENzANO
PONTE SAN GIOVANNI
rAmUSCELLO dI SESTO AL rEGHENA
TrEVISO
SOrdIO
S. ANTONINO dI CASALGrANdE
COrNArEdO
ANzANO dEL PArCO
BIBBIENA STAzIONE
COrNEdO VICENTINO
SPIGNO SATUrNIA
POzzALLO
NErVESA dELLA BATTAGLIA
PIAzzOLA SUIL BrENTA
mAzArA dEL VALLO
CASTENEdOLO
BrUSASCO
S. NICOLÒ A TOrdINO
FOrLÌ
PErGINE
mAdONE
CArINI
FIOrENzUOLA d’ArdA
POGGIO rUSCO
SErrAVALLE PO
SPINAdESCO
PrEGANzIOL
Frz. QUINTANO-CASTELLI CALEPIO
GENOLA
GrUGLIASCO
CArmIGNANO dI BrENTA
TrANI
CALTANISSETTA
TOrTONA
FIUmICELLO
CAdELBOSCO SOPrA
BOTTANUCO
POSTIOmA dI PAESE
GOrdONA
GHISALBA
mUSILE dI PIAVE
rOSETO dEGLI ABrUzzI
FOSSANO
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TE
CN
Società Città Provincia
Associati
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industrie manufatti cementizi - 2
E.mA. PrEFABBrICATI dI mASCAzzINI G. & C. SAS
ECOCEm SrL
EdIL LECA SPA
EdILBLOK SPA
EdILCEmENTO SPA
EdILFIBrO SPA
EdILKAP PrEFABBrICATI SPA
EdILmANUFATTI SrL
EdIL -PrEFABBrICATI SrL
EdILSOLAI SPA
EdILTUBI SPA
ErrEVI SrL
ESSE SOLAI SrL
EUGANEA PrECOmPrESSI SPA
EUrOBETON SrL
EUrOCAP SrL
F.LLI ANELLI dI ANELLI ALVArO-BrUNO-ALBErTO E C. SNC
F.LLI mUNArETTO dI GIUSEPPE dIV. SUmmANIA B. SrL
F.m.C. PrEFABBrICATI SrL
FErrArI B.K. SPA
FErrArINI SPA
FIBrOTUBI SrL
GALLO rOCCO SrL
G.E.d. SrL
GArdONI SrL
GAzEBO SPA
GENErALE PrEFABBrICATI SPA
GIOrNI OSCAr dI GIOrNI mASSImO & C. SNC
GrUPPO CENTrO NOrd SPA
GrUPPO CI.VA. SPA
GUELFO TESTArmATA
GUErrINI PrEFABBrICATI SPA
I.CI.ENNE. SrL
I.CO.B. SPA
I.L.C.E.A. SPA
I.L.CE.V. SPA
I.r.A.dEL. COSTrUzIONI SrL
ICEP SPA
ImPrESA PIzzArOTTI & C. SPA
ImPrESA TrE COLLI SPA
IN.Pr.EdIL SrL
INdUSTrIE CEVIP SPA
IPA PrECAST SPA
IPIEmmE SPA
ITALBLOK dI BErVICATO IUrI & C. SAS
ITALCABINE SrL
ITALSLEEPErS SPA
ITEr - COOP.VA rAVENNATE SCArL
LA CEmENTIFErA dI VEzzOLI m. & C. SNC
LANdINI SPA
LATErCEmENTI SPA
LECA SISTEmI SPA
LOdOVICHI dOmENICO SPA
LOmBArdA PrEFABBrICATI SPA
LOmBArdA SPA
BUSCATE
OSIO SOTTO
VALVASONE
CASTELLI CALEPIO
GUBBIO
ArENA PO
BArGE
STATTE
mISTErBIANCO
CESENA
TrOFArELLO
CASTELLO d’ArGILE
VIVArO dI dUEVILLE
TOrrI dI QUArTESOLO
SALOrNO
CASTELLETTO mONFErrATO
SANTArCANGELO dI rOmAGNA
zANÈ
VIGEVANO
LUGO dI GrEzzANA
VErONA
BAGNOLO IN PIANO
GIOIA dEL COLLE
PIEVESESTINA-CESENA
PANdINO
GATTEO
ELLErA
SANSEPOLCrO
BELFIOrE
IVrEA
rOmA
SANTHIÀ
ArEzzO
CATANIA
rOVIGO
CAVArzErE
GUIdIzzOLO
mOLITErNO
PArmA
CArrOSIO
mASSErANO
rOmA
CALCINATE
ALIFE
CAIVANO
ISOLA rIzzA
CATANIA
LUGO
PONTOGLIO
CASTELNOVO SOTTO
CASTELmINIO dI rESANA
rUBBIANO dI FOrNOVO - SOLIGNANO
CHIUSI SCALO
mONTICHIArI
OSIO SOTTO
mI
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BS
BG
Società Città Provincia
Associati
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2 - industrie manufatti cementizi
m.C.m. mANUF. CEmENTIzI mONTICONE SPA
m.G. PrEFABBrICATI SrL
mA.CE.VI. SrL
mABO PrEFABBrICATI SPA
mAGNETTI BUILdING SPA
mAGNETTI SPA
mANINI PrEFABBrICATI SPA
mArANIT SPA
mArGArITELLI ITALIA SPA
mArTINI PrEFABBrICATI SPA
mC PrEFABBrICATI SrL
mC-mANINI PrEFABBrICATI SPA
mOrETTA PrEFABBrICATI dI mOrETTA G. & C. SNC
mOrETTI PrEFABBrICATI SrL
mOSEr CESArE mANUFATTI IN CEmENTO SrL
mOzzO PrEFABBrICATI SrL
mUSILLI SPA
NICO VELO SPA
NUOVA SUPErSOLAIO SPA
NUOVA TESI SYSTEm SrL
OPErE IdrICHE SPA
PAC - PrEFABBrICATI ACCIAIO CEmENTO SrL
PAdANA PANNELLI SPA
PALLAOrO LIVIO & C. SNC
PAmA PrEFABBrICATI SPA
PANNELLI SPA
PAVEr COSTrUzIONI SPA
PAVIBLOK SrL
PICCA PrEFABBrICATI SPA
PINTO GEOm. CESIdIO & C. SAS
PIrCHEr SPA
PIzzUTI PrECOmPrESSI SrL
PIzzUTI PrEFABBrICATI SrL
PrE SYSTEm SPA
PrECOmPrESSI SrL
PrECOmPrESSI VALSUGANA SPA
PrEFABBrICATI CAmUNA SrL
PrEFABBrICATI CArTIGLIANO SPA
PrEFABBrICATI CIVIdINI SPA
PrEFABBrICATI LAPrEdIL SrL
PrEFABBrICATI LP SPA
PrEFABBrICATI mOIOLI SPA
PrEFABBrICATI mOrrI SrL
PrEFABBrICATI PArA SNC
PrEFABBrICATI PArmA SPA
PrEFABBrICATI SGArIOTO SrL
PrEFABBrICATI TONELLATO SAS
PrEFABBrICATI zANON SrL
PrEFABBrICATI zECCA SUd SPA
PrEGECO PrEFABBrICATI SPA
PrELCO ITALIA SrL
PrE-NOVA 76 dI zANNIN FErrUCCIO E FIGLIE SrL
PrEP SrL
PrOGrESS SPA
r.C.L. SrL
ASTI
CASTELVErdE
CIVITELLA IN VAL dI CHIANA
BIBBIENA STAzIONE
CArVICO
PALAzzAGO
SANTA mArIA ANGELI - ASSISI
POGGIO rENATICO
TOrGIANO
mEdOLE
CArdANO AL CAmPO
SOmAGLIA
LOVErO VALTELLINO
ErBUSCO
zAmBANA
SANTA mArIA dI zEVIO
SAN VITTOrE dEL LAzIO
FONTANIVA
LONATO
CASALE SUL SILE
rOmA
FArA VICENTINO
ACQUANEGrA SUL CHIESE
TrENTO
rEzzATO
VErOLANUOVA
PIACENzA
SPECCHIA
LATINA - BOrGO S. mICHELE
CASTELLANA GrOTTE
CITTIGLIO
CrOTONE
CrOTONE
SEdEGLIANO
PONTENUrE
FONTANIVA
GrATACASOLO
TOrrI dI QUArTESOLO
OSIO SOPrA
TOLENTINO
BOrGO A mOzzANO
BAGNATICA
rImINI
FOrLÌ
COLOrNO
rAGUSA
mONTEBELLUNA
CITTAdELLA
CASTELLALTO
VILLAFrANCA
mONTICHIArI
SErEN dEL GrAPPA
GUBBIO
BrESSANONE
GOrLAGO
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Società Città Provincia
Associati
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industrie manufatti cementizi - 2
Società Città Provincia
Associati
r.P. rOBErTI & PAOLETTI SrL
rdB CENTrO SPA
rdB HEBEL SPA
rdB SPA
rECOrd SPA
rIVOLI SPA
rOSSI TrANQUILLO NOrd dI mASCArO GEOm. T. & C. SAS
S & T VArESE SrL
S.F.r. dI FrANzONI & C. SNC
S.I.C.E.P. SPA
S.I.P.A. SPA
S.I.P.C. SOLAI VArESE SrL
S.I.P.E. SPA
SAFAB SPA
SAN mICHELE SPA
SANTINELLO COSTrUzIONI SPA
SAr COSTrUzIONI PrEFABBrICATE SrL
SEIEFFE PrEFABBrICATI SPA
SELCE SPA
SENINI SPA
SErIO PrEFABBrICATI SrL
SICAP SPA - dIVISIONE CEmENTISTI
SICEP SPA
SOCIETÀ ITALIANA LASTrE SPA
SOCIETÀ mErIdIONALE INErTI S.m.I. SrL
SOLAI VILLA SrL
SOm.mA. PrEFABBrICATI SrL
SPAV PrEFABBrICATI SPA
STAI PrEFABBrICATI SrL
STErCHELE SPA
STYL-COmP SPA
TAV SOLAI dI IVANO BOSCAGLI & C.SNC
TCT SrL
TECNOCOmPONENTI SPA
TEGOLAIA SrL
TIdONA PrEFABBrICATI SrL
TmC BErArdO SrL
TrACI SPA
TrAVErSUd SrL
TrAVI mILANO SrL
TrUzzI PrEFABBrICATI SrL
UNIBLOC SrL
UNIPrE SrL
V.m.C. - VENETA mANUFATTI IN CEmENTO dI SILVANO,
PAOLO E SEVErINO mICHELETTO & C. SAS
VEGA PrEFABBrICATI SrL
VELA PrEFABBrICATI SrL
VIANINI INdUSTrIA SPA
VIBrAPAC SPA
VIBrOCENTrO SrL
VIBrOTEK SrL
zANETTI SrL
zECCA PrEFABBrICATI SPA
FANO
mONTECATINI TErmE
PONTENUrE
PONTENUrE
GArLASCO
rIVOLI VErONESE
mANTOVA
INdUNO OLONA
rEzzATO
VErONA
BENEVENTO
VIGNATE
VICENzA
rOmA
mANErBIO
CASELLE dI SELVAzzANO
CASTIGLIONE dELLE STIVIErE
BONEA
mONSELICE
NOVAGLI mONTICHIArI
rOmANO dI LOmBArdIA
FOrLÌ
BELPASSO
VErOLANUOVA
VASTO
TUrBIGO
SOmAGLIA
mArTIGNACCO
ACQUANEGrA SUL CHIESE
ISOLA VICENTINA
zANICA
ASCIANO
BrINdISI
FIESSE
CASIEr
rAGUSA
BUSCA
BATTIPAGLIA
mELFI
mILANO
POGGIO rUSCO
POGGIBONSI
SOrdIO
CONTrOGUErrA
COrTE FrANCA
rOmA
SOLArO
S. rUFINA dI CITTAdUCALE
FAGGIANO
CAPrINO VErONESE
COSIO VALTELLINO
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rESANA TV
Imp Assobeton 2.indd 97 25-04-2008 18:18:26
SocietàArCELOrmITTAL VErdErIO SrL
ATECAP
BASF CC ITALIA SPA
CASAGrANdE SPA
CHrYSO ITALIA SPA
COLLE SPA
dLC SrL
EdILmAFEr SrL
EdILmATIC SrL
EISEKO COmPUTErS SrL
GENErAL AdmIXTUrES SPA
GL LOCATELLI SrL
HALFEN-dEHA SrL
HArPACEAS SrL
I.B.I. INdUSTrIE BLOCCHIErE ITALIANE SPA
ICT - INNOVATIVE CONCrETE TECHNOLOGIES SrL
ImE SrL
KELLEr FONdAzIONI SrL
LE OFFICINE rIUNITE - UdINE SPA
mAPEI SPA
mArCANTONINI SrL
OFF. mECC. mAFFIOLETTI dArIO SrL
OFFICINE mECCANICHE GALLETTI O.m.G. SrL
PLASTYBETON SrL
rUrEdIL SPA
S.F. SISTEmI FOGNArI SCArL
SIdErUrGICA LATINA mArTIN - S.L.m. SPA
TECNOGrIP SrL
TESEO SrL
W.r. GrACE ITALIANA SPA
XELLA ITALIA SrL
VErdErIO INFErIOrE
rOmA
TrEVISO
FONTANAFrEddA
LALLIO
LENTIAI
mILANO
mILANO
PEGOGNAGA
SAN mArTINO BUON ALBErGO
PONzANO VENETO
TUrATE
UrGNANO
mILANO
mILANO
PIACENzA
CAmPOGALLIANO
VErONA
BASALdELLA dI CAmPOFOrmIdO
mILANO
PASSAGGIO dI BETTONA
BrUSAPOrTO
PONTE VALLECEPPI
mArENO dI PIAVE
SAN dONATO mILANESE
rOmA
CEPrANO
SAN GILLIO
TrEmESTIErI ETNEO
PASSIrANA dI rHO
GrASSOBBIO
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Città Provincia
Soci Aggregati
2 - industrie manufatti cementizi
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Ediltubi spa (TO) Impianto a torre modello HS 675 completo di n. 2 mescolatori APOLLO per la produzione di manufatti in cemento (pavimenti auto-bloccanti, blocchi per murature, cordoli e muretti contro terra).
Per realizzare i prodotti sopra elencati, occorre un impianto che abbia le seguenti caratteristiche:
• controllo accurato dell’umidità contenuta negli inerti; • dosaggio preciso della quantità di acqua; • controllo preciso del rapporto A/C attraverso le sonde
AQUAMAT posizionate sul fondo del mescolatore;• ottima miscelazione del mix-design attraverso
l’esclusivo principio asincrono e controcorrente tipico dei mescolatori SKAKO.
SKAKO Italia srl • Via Discesa Galatina, 10 • I – 81024 Maddaloni (CE)Tel.: +39 08 23 435 998 • Fax +39 08 23 203 970 • e-mail: [email protected] • www.skako.com
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ASSOBETON
PRIMO PIANOXIII Congresso Nazionale ASSOBETON"La prefabbricazione nella città del futuro"
STUDI E RICERCHEAnalisi sperimentale di connessione fra elementi prefabbricati di impalcato
DALL’UNIVERSITÀIntervista a Giovanni Plizzari Intervista a Giuseppe Carlo Marano
INSERTISicurezza nel montaggio e nella movimentazione degli elementi prefabbricati in calcestruzzo
TECNOLOGIACalcestruzzo in pratica:durabilità
2 2 0 0 8
CONFINDUSTRIA
Organo Ufficiale di ASSOBETON
Anno IV
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20
08
Axim Italia produce additiviper calcestruzzi a prestazione
facili da mettere in opera e durabili.
L’abbinamento giustoper ogni occasione
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Italcementi Group
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