la teoria dell’interazione sociale. una prospettiva neuro-pragmatista sul riso · ci arrovelliamo...

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IL TEMA • ANIMAL RIDENS I castelli di Yale online V, 2017, 2 pp. 367-397 ISSN: 2282-5460 FAUSTO CARUANA LA TEORIA DELL’INTERAZIONE SOCIALE. UNA PROSPETTIVA NEURO-PRAGMATISTA SUL RISO Abstract. After more than two millennia of theorizing, a unified view of how laughter works is still lacking. Over the years, philosophers have proposed three predominant hypotheses to explain this peculiar human behavior, based on a feeling of superiority, the appreciation of something that violates our ex- pectations, or the release of nervous energy. Contemporary affective neurosci- ence inherited these frameworks, attempting to parcellate the brain regions involved in laughter production accordingly. In the present paper, I will discuss a fourth hypothesis, suggesting that laughter is, first and foremost, a mean for social bonding and communication, evolved to change the behavior of others. Such ‘social-interaction hypothesis’, which links the emotional aspect of laugh- ter to social action tendencies, is in line with a longstanding tradition that goes back to the early Dewey and Mead’s theories of emotion, and the best equipped to explain new evidence from affective neuroscience. Keywords. Laughter, Smile, Pragmatism, Emotion, Enactivism, Affective Neuro- science.

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IL TEMA • ANIMAL RIDENS I castelli di Yale online

V, 2017, 2 pp. 367-397

ISSN: 2282-5460

FAUSTO CARUANA

LA TEORIA DELL’INTERAZIONE SOCIALE. UNA PROSPETTIVA NEURO-PRAGMATISTA SUL RISO

Abstract. Aftermore than twomillenniaof theorizing, aunified viewofhowlaughter works is still lacking. Over the years, philosophers have proposedthreepredominanthypothesestoexplainthispeculiarhumanbehavior,basedonafeelingofsuperiority,theappreciationofsomethingthatviolatesourex-pectations,orthereleaseofnervousenergy.Contemporaryaffectiveneurosci-ence inherited these frameworks, attempting to parcellate the brain regionsinvolvedinlaughterproductionaccordingly.Inthepresentpaper,Iwilldiscussafourthhypothesis,suggestingthatlaughteris,firstandforemost,ameanforsocialbondingandcommunication,evolvedtochangethebehaviorofothers.Such‘social-interactionhypothesis’,whichlinkstheemotionalaspectoflaugh-tertosocialactiontendencies,isinlinewithalongstandingtraditionthatgoesback to the early Dewey and Mead’s theories of emotion, and the bestequippedtoexplainnewevidencefromaffectiveneuroscience.

Keywords.Laughter,Smile,Pragmatism,Emotion,Enactivism,AffectiveNeuro-science.

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«Esiste una specie di primati nell’AmericaMeridio-naleconabitudinipiùgregariedialtrimammiferi,econun curioso comportamento. Imembridiquestaspecie spesso si riuniscono in gruppi più o menograndi e nel corso dei loro chiacchiericci, per causenon identificate, […] si trovanoasubiredegliattac-chidi convulsioni respiratorie involontarie,una spe-ciediansitofragorosoeirresistibile,cheapparemu-tuamenterinforzatoecosìviolentodamettereincri-si il loro normale funzionamento. Lungi dall’esseredannosi,taliattacchisembranodesideratidaimem-bridiquestaspecieealcunidiloronesembranoper-finodipendenti.Potremmoesseretentatidipensarechesesolosapessimochecosasiprovaadesserelo-ro[…]noicapiremmoquestalorocuriosainclinazio-ne.Ma possiamo essere sicuri che tale conoscenzanon ci aiuterebbe […] giacché noi abbiamo giàl’accesso che cerchiamo: la specie è homo sapiens(che effettivamente abita il Sud America, ed altriluoghi)eilcomportamentoèilridere»

(Dennett2012).

I.Introduzione.

Ciarrovelliamointornoallecausedelrisodapiùdiduemillenni.Nelcorso di questo lungo periodo si sono succedute tante ipotesi, ri-conducibiliperlopiùatreteorieprincipali.LaTeoriadell’Incongru-enza, dominante, secondo la quale ridiamo a causa dell’apprezza-mentodiqualcosacheviolalenostreaspettative;laTeoriadellaSu-periorità,secondolaqualeilrisoèevocatodaunsensodisuperiori-tàversoaltriindividui;laTeoriadelSollievo,percuiilrisoèevocatodalrilasciodienergiadapartedelsistemanervoso,aseguitodiunmomentoditensione1.Piùrecentemente,alcunipsicologiedantro-pologihannosuggeritocheilrisoè,primaditutto,unmezzofinaliz-zatoastabilirelegamisocialioacomunicaretraconspecifici,evolu-to primariamente per influenzare il comportamento degli altri(Frijda 1987; Provine 2000; Dunbar 2012; Scott et al. 2014). Po-tremmoribattezzarequestaquartaipotesilaTeoriadell’InterazioneSociale.Nonsappiamoqualetraquesteteoriesiavvicinidipiùallaquintessenzadiquesto comportamentoma, come suggeriscenellacitazione di apertura Daniel Dennett, la soluzione di questo rebus

1PerunapanoramicasullefilosofiedelrisosivedaMorreall1987.

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antropologicononpuòveniredall’introspezione,daunpresuntoac-cessoprivilegiatochel’animalridensavrebbeneiconfrontidelpro-prio ridere. Esistono tuttaviamolte alternativeall’introspezione. Inquesto articolo, ad esempio, affronterò questo tema da una pro-spettivapragmatista,evoluzionistaeneuroscientifica.

Con un enorme problema iniziale. Le nostre attuali conoscenzescientifiche sui meccanismi del ridere sono estremamente scarse,soprattutto se confrontate con la nostra conoscenza di processimentalipiùfacilmenteaffrontabili,quali imeccanismidecisionali, ilprocessamentolinguistico,lamemoria,lavisione–percitarnesoloalcuni.LaprimaragionediquestalacunacelaspiegaRobertProvi-ne,psicologoamericanoespertoinmateria:«Ilrisoèquelcompor-tamento sociale che virtualmente scompare in individui isolati emessisottoscrutinioinunlaboratorio»(Provine2000).E,ahimè,leneuroscienze cognitive richiedono proprio questo: un volontario sisdraia all’internodi una risonanzamagnetica, o viene fatto sedereconunacuffiaEEGsullatesta,eunaseriedistimolivengonopresen-tati ripetutamente,alternando lacondizionesperimentalesotto in-dagineconaltrecondizionisperimentalidicontrollo.Seaciòsiag-giunge il fatto cheognimovimentodeveessere ridottoalminimo,onde evitare artefatti che comprometterebbero la registrazione, ilgiocoèfatto.

Venendodunquemenopermotivi tecniciquelle sofisticate tec-nologiechenormalmenteimpieghiamoperstudiareilfunzionamen-todiindividuisani,lamaggiorpartediciòchesappiamosullascien-zadelrisodipendedaalcuneevidenzeclinichesupazienti–lesionicerebralioparticolariepilessiechegeneranoappuntoriso,echepe-rò poco possono dire suimeccanismi del riso. Le lesioni cerebrali,perloronatura,sonotipicamentevaste,coinvolgonomoltestruttu-re anatomiche, e causano molteplici danni comportamentali. Unalesione circoscritta ad una precisa regione cerebrale, che causi ununicodeficitfunzionale,ècosapiùunicacherara.Ilrisononfaec-cezione (Lauterbach et al. 2013). Altrettanto enigmatiche sono leepilessiechegeneranoriso,detteanchecrisi“gelastiche”daltermi-ne greco gelos, appunto: risata. Durante queste crisi, i pazientiscoppianoaridere–talvoltainmodocosìnaturaledafarsembrarela crisi una risata spontanea. Tipicamente le crisi gelastiche, cometutte le crisi epilettiche, vengono generate in determinate regionipatologiche, il “focus epilettogeno”, perpoi successivamente coin-

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volgerestruttureanatomichepiùomenoadiacenti.Sebbenelecrisigelastichesianotipicamenteassociateadamartomiipotalamici,nel-lamaggior parte dei casi è impossibile dire se unamanifestazioneepilettica–nelnostrocaso,ilrisopatologico–siatotalmentericon-ducibileal focusepilettogenooal successivo reclutamentodialtreregioni(Munarietal.1995).Casicliniciaparte,un’altragrossamoledidatiprovieneinvecedastudidineuroscienzecognitivebasatisul-lapercezionedelrisoeseguitodaaltri individui (Meyeretal.2007;Fusar-Polietal.2009).Indicativo,maovviamentenonesaustivo.

Comesisaràcapito,dunque,lascienzadelrisoèparticolarmentearretrata.Unadelleconseguenzediquestiimportantilimitimetodo-logicièilperpetuarsidialcunifalsimiti,perlopiùereditatidalsensocomunee che spessoprendono la formadi dualismi tra fenomeniapparentementedifferenti,madifattocontinui.Ilpiùnotoèildua-lismotraaspettiemozionaliecognitividelridere,mavenesonoal-tri,comequello traaspettiesperienzialiedespressivi,o traaspettiemozionaliesociali.Èdiquestiultimichevogliooccuparmiinque-stasede.Lasoluzionediquestinodiporterànonsoloaricongiunge-relascienzacontemporaneaconalcuneintuizionifilosoficheclassi-che,chesimostrerannopiùattualichemai,maanchearinnovarelanostravisionedeimeccanismiinattonellenostrerisatequotidiane.

II. Il riso: azione, emozionee interazione socialenella tradizionepragmatista.

Sebbene nel suo classico L’espressione delle emozioni nell’uomo eneglianimali(1872)Darwinnonaffrontiesplicitamenteiltemadellarelazionetraemozioneedespressione,èpossibilederivaredaque-sto testo un approccio secondo il quale uno stimolo emozionaleevoca in noi un’emozione, la quale a sua volta viene seguita daun’espressione. Ilriso,più indettaglio,ècomunementecausatoda«qualcosadiassurdoodiinesplicabile,unasorpresaemozionanteouncertosensodisuperiorità incoluicheride,quandosisentefeli-ce»(Darwin1872,p.142). Inoltre,DarwinsembradarecreditoallacelebreteoriadelrisoformulatadaSpencer,secondoilqualeilrisoè conseguenza dell’improvvisa scarica di energia accumulatasi peremozionioazionicheimprovvisamentevengonoarrestate,segnan-dolafinediunperiododitensione(quellacheabbiamodefinitolaTeoria del Sollievo). Ad ogni modo, secondo Darwin, la risata è

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«l’espressione per eccellenza della gioia e della felicità» (ibid., p.141):vedoqualcosadidivertente,provoallegria,epoirido.

Questaposizione,intuitivaeaprimavistacondivisibile,vieneri-baltata nella teoria delle emozioni di William James (What is anEmotion?,1884),ilprogenitoredellacosiddettaTeoriaSomatica(in-siemealdaneseCarlGeorgLangeealnostroconnazionaleGiuseppeSergi).Jamesintuiscechel’ipotesichel’espressioneemozionale(nelnostrocaso,ilriso)siacausatadaunostatoemozionaleinternopre-esistentel’espressionestessa(adesempio,unostatodigioia)èpar-ticolarmenteproblematicadaunpuntodivistafisiologico–unpun-todivistatroppospessodimenticatoquandosiconsidera lateoriadelleemozionidiWilliamJames.Giànelleprimerighedellostoricosaggiodel1884sichiedequaledelledueipotesisullebasicerebralidelle emozioni siano vere: «… o sono allocate in regioni cerebralispecialieadessededicati,oviceversaleemozionicorrispondonoaprocessi che avvengono in centrimotori e sensoriali». E prosegue:«Se l’ultimadelledue ipotesièquellagiusta,dovremmoallorado-mandarcise il“processo”emozionaleneicentrisensorialiemotorisiaditipospecifico,oseviceversaassomigliaalprocessopercettivoordinario,dicuigiàsappiamoqueicentrisonosede»(p.188;trad.mia). Dunque, il problema di partenza di James sembra essere inbuonapartesquisitamentefisiologico,comeanchedimostra il rife-rimentoai lavoripionieristicidi stimolazioneelettricadiDavidFer-rier,neurologo,neurofisiologoe,amodosuo, filosofodellamente(Morabito 1996)2. Il principale obiettivo di James sembra esserequellodidissolvere lacategoriaemozionalecomecategoria fisiolo-gicaaséstante,edi includerlapiuttostoall’internodiunbacinodialtrecategoriefisiologicamentemenocontroverse–precorrendoleposizionicostruzionisteoggidinuovoinauge(Caruana2017a).

SecondoJames,èfalsodirecheprimaproviamoun’emozioneesuccessivamente la esprimiamo in qualche modo. Piuttosto, emo-zionisempliciqualilapaura,larabbia,ildisgustoo–ilcasodinostrointeresse–lafelicitàespressadalriso,sonofruttodiunacombina-zione tra la sensazione provocata dalla reazione emozionale e la

2Varicordatoinfatticheoltreadesserestato,conPeirce,unodeifondatoridel

pragmatismo,WilliamJames fuancheunodeipadridellapsicologiascientifica.BastasfogliareleprimepaginedeiPrinciplespertastareconmanolasuadetta-gliata conoscenza dello stato dell’arte in fatto di neurofisiologia delle funzionicerebrali,unaconoscenzasulcampooggipiùraratraifilosofidellascienza.

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tendenzaadagirestessa,ovverotracomponentiafferenti(sensoria-li)erisposteefferenti(motorie;Jamespp.189-190).Lacompenetra-zione tra elementi sensoriali e motori è particolarmente chiaraquando,neiPrincipi dellaPsicologia (1890), James trattaproprio iltemadelriso:«Sechiedeteaqualcunodiimmaginaredieliminareilsentimentoassociatoalridere,elatendenzaaridere,dallacoscien-zadelridicolosuscitatadaunoggetto,edidirvipoiinchecosacon-sistequelsensodelridicolo,eseèqualcosadipiùdellameraperce-zionechequell’oggettoappartieneallaclassedellecose“diverten-ti”,questi risponderebbeche lacosachegli chiedetedi fareè fisi-camenteimpossibile,echesevedràunoggettodivertenteallorari-derà»(pp.451-452;trad.ecorsivimiei).Questavisionealcontemposensorialeemotoriariecheggia,comeabbiamovistopocosopra,nelsuoclassicoarticolosulleemozioni, incuisostieneche leemozioni«corrispondonoaprocessicheavvengononeicentrimotoriesenso-riali»(James1884,p.188;trad.ecorsivimiei).

La compenetrazione sensorialeemotoria, ed il ruolodell’azionenell’emozionepropostadallateoriadelleemozionidiJames,diventaancorapiùradicalenellaversionedellastessateoriaoffertadaJohnDewey e George HerbertMead, eredi del pragmatismo del primo.Mentre,infatti,lateoriasomatica(masarebbemegliodire“sensori-motoria”) di Jamesmantiene un dualismo residuo nelmomento incuiaffrontaladifferenzatralenostreemozionisemplici,corporee,equelle più complesse, in cui il riverbero corporeo è meno ovvio(James 1890, p. 449), nell’ultimo decennio del XIX secolo Dewey eMeadcollaboranoadunateoriadelleemozionicheconsideralosco-podell’agirecomeunconcettochiavediogniemozione,echecon-seguentemente concepisce esperienza emozionale, pensiero edespressione delle emozioni come fasi di una singola coordinazionefunzionale.Inunacoppiadiarticolidedicatiallateoriadell’emozione,Dewey(1894)sostienecheun’integrazionetra lateoriadiDarwinequelladi Jamesèottenibile soloapattodi rompere ildualismo traesperienza ed espressione, considerando l’espressione un aspettoparallelodell’emozione,equindipartedell’ontologiadelleemozioni.Sitratta,sostieneDewey,dinoncompierequella“fallaciadellopsi-cologo”chelostessoJamesavevaformulatoneiPrincipidellaPsico-logia(1890):quandoosserviamoun’espressioneemozionaleinqual-cuno,questavieneinterpretatacomesegnodiqualcos’altro;quandoinvece siamo noi stessi ad esprimere un’emozione, sappiamo bene

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chequellochestiamofacendo,conilvoltooconilrestodelcorpo,nonèlameraesteriorizzazionediunqualcosadiinterno.Queicom-portamenti sono parte dell’emozione stessa, e pensare all’espres-sione come indipendente da una emozione pre-esistente complicaognispiegazione3(Dewey1894,p.555).Unpaiodiannidopo,Deweytornerà sul nucleo centrale di questo argomento, ovvero il supera-mentodel dualismo tra componenteafferentee componenteeffe-rente,trapercezioneeazione,formulandolasuanotacriticaalcon-cetto di arco riflesso nell’omonimo articolo, un scritto che, comespessosièdetto,staallabasedituttalafilosofiadeweyana:«L’arcoriflessononèun’unitàorganica,maunagiustapposizionedipartidi-sgiunte,unacongiunzionemeccanicadiprocessiindipendenti.[…]Lostimolo sensoriale, le connessioni centrali e la rispostamotoria do-vrebberoessereinvecevistenoncomeentitàautonomeeseparate,macomeladivisionedel lavoro, i fattoridiunafunzione, interniadununicotutto»(Dewey1896,p.358).

Relativamentealriso,questaprospettivasitraduceinunaformadiTeoriadelSollievo:«Nondobbiamoguardarealrisodalpuntodivistadellohumor;lasuaconnessioneconlohumorèsecondaria.Ilrisosegnainvecelafinediunperiododisuspance,odiaspettative,cheterminainmodonettoeimprovviso.Leattivitàritmiche,comeil“peek-aboo”,evocanorisoneibambiniadognifineditransizione».Tuttavia,pocherighesotto, lostessoDeweysiavvicinaall’ideapercuiilrisosiaprimadituttounostrumentosociale,unmezzodiinte-razione:«Daunannoemezzoaidueanni,ilbambinoutilizzailrisocomesegnodiassenso.Èilsuoempatico“lofaccio”,o“sì”,adogniideacheglivienesuggeritaeconlaqualeconcordaoincontralesueaspettative»(Dewey1894,p.558).

3AcomplicarelecoseèilfattocheèlostessoDarwinadiscutereperprimo,

enpassant, l’intreccio traespressioneedemozione:«La liberaespressionediun’emozione, con segni esteriori, la intensifica. La repressione, nei limiti delpossibile,di tutti i segniesterniaffievolirebbe lenostreemozioni. Lapersonache compirà gesti violenti incrementerà la propria rabbia; chi non riuscirà acontrollareisegnidipaurasispaventeràinmisuramoltomaggiore;echirestapassivoquandoèsopraffattodaldoloreperdeunagrandeoccasioneperrecu-perare l’elasticitàmentale. Questi risultati derivano in parte dall’intima rela-zioneesistente traquasi tutte leemozionie la loromanifestazione» (p.256).Questodovrebbeessere sufficientea far comprenderecome l’attribuzionediquesteposizionisiapiùfinalizzataafissaredeipunticardinaliconcettuali,chenonadunaricostruzionestoricadiuneffettivoscontrotravisionicontrastanti.

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MentreJamessaldainmodonettoillegametraemozioneecor-po,Deweyesplicitaerafforzailnessocheintercorretral’emozioneel’agire diretto ad uno scopo. Il terzo ed ultimo contributo che ilpragmatismodàadunateoriadelleemozioniportailnomediGeor-geHerbertMead.SièdettochelateoriadelleemozionidiDeweyèfrutto di una strettissima collaborazione tra quest’ultimo e Mead,amico e collega (Ward and Throop 1989; Garrison 2003; Baggio2015). Non a caso, l’abbandono del dualismo tra espressione edesperienzaèpresenteapiùripreseanchenell’operadiMead(Mead1895,1934,2001).AncheMead, inoltre,sembrapensarealrisoco-me ad un fenomeno spiegabile principalmente grazie a una TeoriadelSollievo, inparticolarerelativaalsollievochesiprovaquando–dopoessersiidentificaticonlavittimadiunadisavventura–sirealiz-zadi nonadaver subito la sventura inquestione inprimapersona(Mead 1934, p. 206). Tuttavia, a partire daThe Social Character ofIstinct (2001) – scritto tra il 1908 ed il 1910 – Mead sviluppa unaspettodell’emozionecheèancorapiuttostomarginalenellateoriadi Dewey, ovvero il peso assoluto del valore comunicativo dell’e-spressione e la centralità dell’interazione sociale nel strutturare lenostreemozioni. SecondoMead,nella condotta socialeogni attoècausaeconseguenzadiunattocorrispondenteinunaltroindividuo.Inquest’ottica,l’espressioneemozionalerisultaessereunaparticola-reformadicomunicazionecheprecede(filogeneticamenteedonto-geneticamente)lacomunicazioneintenzionaleoverbale,machenecondivide la funzione di coordinare l’interazione sociale in sensocooperativoo,viceversa,competitivo(Baggio2015;pp.25-26;sive-daperposizionianalogheancheDumouchel2008;Proust2016).

Conseguentemente, potremmo dire che complessivamente laprospettivapragmatista sul riso sembra condurreadun consolida-mentodellerelazionitracomponenteespressiva,componentesog-gettivaemozionaleefunzionecomunicativa.

Unacinquantinadiannidopol’originaleformulazionepragmati-sta,anchealdiquadell’oceanovengonoformulateposizionisecon-dolequali ildualismotraespressioneedesperienzasarebbedari-gettare;sebbene,adifferenzadiquantopropostodaipragmatisti,ladimensione sociale e comunicativa del riso rimanga ad uno stadioembrionale, senondel tuttoassente. Il superamentodeldualismotraesperienzaemozionaleedespressioneèpresentenellafilosofiadel linguaggio ordinario del secondo Wittgenstein e, ancora più

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esplicitamente, nel “concetto di mente” di Gilbert Ryle, avanzatonell’operaomonimadel1949,secondoilquale,sebbenecisianodi-verse accezioni del termine “emozione”, «Innessunodi questi im-pieghi del termine stiamo asserendo o suggerendo che il compor-tamento visibile sia l’effettodi una turbolenza avvertita all’internodel flusso di coscienza dell’agente. […] Gli impulsi, descritti comesentimenti chespingonoall’azione, sonomitiparameccanici» (Ryle2007).Inaltritermini,perRyleimmaginarecheilrisosial’effettodiuna causa mentale inosservabile significa ricadere nella trappolacartesianainsitanelpostulareuno“spiritonellamacchina”delcor-po.Anchelatradizionecontinentale,comebenesemplificatodall’o-peradiHelmutPlessnerdedicataall’analisidelrisoedelpianto,nonsi sottrae alla critica del dualismo tra emozione ed espressione:«Nell’espressionemimica il contenuto psichico e la forma fisica sicomportanol’unorispettoall’altrocomepolidiun’unitàchenonsipossonoreciprocamenteseparare […]senzadistruggere la lorona-turale, immediata e spontanea unità vitale. […] Come movimentidell’espressionemimicaessiappaionoinsostituibili,fusiconl’inten-zione e inseparabili dall’unità dell’insieme espressivo» (Plessner2000).Analogamente, nella sua “fenomenologia della percezione”,Merleau-Pontysostieneesplicitamentecheesisteunacompenetra-zione«frailgestoeilsuosenso,peresempiofral’espressionedelleemozionieleemozionistesse:ilsorriso,ilvoltodisteso,l’allegriadeigesti contengono realmente il ritmo d’azione, il modo d’essere almondo,chesonolagioiastessa»(Merleau-Ponty2003).

III. Il dualismo tra espressione ed esperienza nelle neuroscienzecontemporanee.

Una domanda particolarmente intrigante è se la compenetrazionetra espressione, emozione e interazione sociale, evidenziata dalleteoriepragmatiste,siavalidaanchequandocispostiamodal livellopersonale a quello “più basso” delle componenti cerebrali o, vice-versa,sedistingueretraquestidifferentidominirimangainveceunabuonastrategiaquandocioccupiamodellaparcellazionedelcervel-loemozionale4.Esistonomodulicerebralidell’emozione,separatida

4Laprimadelledueopzionièquellache,impiegandountermineeloquentequantoorribile,definiscounaprospettiva“neuro-pragmatista”.

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quellidell’espressioneedell’interazionesociale?Sitrattadisistemiindipendenti che potenzialmente si sono evoluti autonomamentel’unodall’altro?Einchemodounarispostaaquestedomandepuòcontribuireafarlucesullenostreteoriedelriso?

Ho premesso che l’arretratezza delle neuroscienze in merito altema del riso ha facilitato il perpetuarsi di mitici dualismi, parzial-menteconfortatidaunaletturadeformatadelcontributodiDarwine,soprattutto,diWilliamJames.Quandosiparladiemozioni,infatti,le neuroscienze contemporanee sono esplicitamente neo-James-iane5.Nellemanidimoltineuroscienziaticontemporanei,tuttavia,lateoria Jamesiana perde la sua vocazione originaria di integrazionesensorimotoria, andando ad evidenziare solamente la componentesomatica relativa al ruolo che il feedback corporeo ha nella genesidell’esperienzaemozionale,edimenticandoinveceilruolosvoltodaisistemi d’azione, ovvero i sistemi motori alla base dell’output (l’e-spressionedelleemozioni).Rispettoallateoriadelleemozionideriva-tadaDarwin,dunque,leteorieneo-Jamesianemantengonoundua-lismotraespressioneemozionaleedesperienzaemozionale,maneribaltanol’ordinedicomparsa:lostimoloemozionaleevocarisposteemozionali,per lopiùgenerateautomaticamentedai sistemisotto-corticali,esuccessivamente la“rilettura”del feedback corporeo,adoperadisistemicentrali,generavereeproprieemozioni.

Secondoquesta ipotesi, dunque, il dualismo tra espressione edesperienza–chesecondoalcunièriconducibileadunlascitocarte-siano – diventa lo strumento per compiere una parcellazione delcervelloemozionale.Secondo ilneuroscienziato JosephLeDoux,adesempio,«Imeccanismi cerebrali chedanno luogoalleespressioniemozionali innate sonodistintidaquelli chegenerano l’esperienzaemozionale cosciente» (LeDoux 2015). L’espressione diventa qual-cosa che concerne il sistemamotorio,mentre l’esperienza divieneunaformapeculiaredisensazione,unocchiodellamentecherileg-

5Perfarequalcheesempiopopolare,WilliamJamesèildeusexmachinadel-lapopolareteoriadel“marcatoresomatico”descrittadaDamasionelsuoL’er-rorediCartesio (1994),erelativaallacomponentesomaticaedemozionaleinattoneinostriprocessidecisionali. Inoltre, l’ombradi Jamesèpresentenella“teoriadelfeedback facciale”,cheverràdescrittapiùavanti.L’influenzadiJa-mesèinoltrepresentenelleteoriecostruzioniste,dalqualeereditanounapo-sizione anti-essenzialista nei confronti delle emozioni, riassumibile nello slo-gan:leemozioninonsonoungenerenaturale(Caruana2017b).

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geisegnalicorporei.Maècosìchestannolecose?Possiamo“loca-lizzare”l’esperienzaemozionale?Nellapartecheseguecercheròdimettere in lucecomequestasceltametodologica,oltrecheesserediscutibile da un punto di vista sperimentale, conduca la ricercasull’esperienzaemozionaleadunvicolocieco.

IV.Ladissezionedellascitopragmatista.

IV.1.Centridisgiuntiperl’espressioneemozionaleelacomunicazio-nevolontaria?Unmodellocomunementeaccettatoinneuroscienzesostienecheilcontrollodelrisodipendadaduesistemicorticaliseparati:unospe-cificatamente implicato nell’espressione emozionale involontaria euno invecededicatoal controllovolontariodell’espressione,per lopiùcoinvolto infunzionicomunicative. In lineacon l’approcciofilo-soficosopradelineato,nessunodeiduesistemièimplicatonelpro-cessamento della componente soggettiva emozionale che tipica-menteèassociataalriso.

Lastrutturacerebralecoinvoltanelprimodeiduesistemièladi-visioneanterioredellacortecciadelcingolo(ACC),unaregionecon-nessasiaconnucleidi controllodellamuscolatura facciale,siaconaree emozionali che controllano la risposta vegetativa. Secondoquesta ipotesi, il “programma affettivo” della risata, ovvero quelprogramma cerebrale che coordina quell’insieme di risposte com-plesse,automatiche,rapideedibrevedurata(iltempodiunsorrisoodiunarisata),sarebbeattivatograzieallamodulazionetop-downcheACCesercitasuunavarietàdistrutturesottocorticaliemoziona-li6.Questaipotesièstatasostanzialmenteincoraggiatadall’osserva-zioneoccasionaledipazientiincuicrisigelastiche,caratterizzatedaimprovvisiscoppidirisoprividellacolorituraemozionale,venivanogenerateda tumoridiACC (Arroyoetal.1993). Inoltre,èdescrittonella letteratura scientifica il casodi unpaziente conepilessia far-macoresistenteincuilastimolazioneelettricadiACC,eseguitaperilmappaggio prechirurgico, evocava analogamente riso deprivato diquel sensodipiacereedi allegria, che tipicamenteaccompagna la

6Perun’introduzionealconcettodi“programmaaffettivo”sivedaGriffiths1997.

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risata(Sperlietal.2006).Torneremosullasoliditàdiquesteeviden-zesuccessivamente.

Centrodelcontrollodelrisoedelsorrisovolontarioèinveceilsi-stemamotorioe,più inparticolare, laregionedell’opercolofrontale(FO;Wildetal.2003),unaregionecompromessainpazienticonpare-sifaccialevolontaria,incapacidiridereacomandomaingradodiri-dere o sorridere spontaneamente quando qualcosa li diverte. Studirecentihannodimostratochelalesionediquestaregioneimpattainmodoparticolaresullamodulazionevolontaria(intesacomeinibizio-ne o aumento) dell’espressione emozionale (Salas et al. 2016), adesempio,inquellesituazioniincuiciscappadarideremadobbiamotrattenerciperragionisociali.Questaregioneèinoltrereclutataneglistudidineuroimmaginiincuiisoggettidevonoimitareoprodurrevo-lontariamente sorriso o altre espressioni facciali (Leslie et al. 2004;vanderGaagetal.2007;Leeetal.2008;Wattendorfetal.2013).Adefinitiva conferma di un coinvolgimento di FO nella produzione diriso/sorrisoèilfattochequesteespressionipossonoessereevocateaseguito della sua stimolazione elettrica (Fernández-Baca Vaca et al.2011;Caruanaetal.2016b).Essendovicinaall’areadiBroca,centrodiproduzione linguistica, èpossibile inoltre immaginareun suo contri-butoalladimensionecomunicativa(citatasopra)delrisoedelsorriso.OltreadFO,un’altraareamotoriatipicamenteassociataalcontrollovolontariodell’espressionefaccialeèl’areapre-supplementaremoto-ria (pre-SMA;Lauterbachetal.2013),anch’essa ingradodievocareriso a seguito della sua stimolazione elettrica (Fried et al. 1998;Krolak-Salmonetal.2006;Schmittetal.2006).

IV.2.Unmodulocerebralepergliaspettiemozionalidelriso?Se, contro l’ipotesi pragmatista della compenetrazione tra espres-sione,esperienzaefunzionecomunicativadelriso,siammettecheicentri motori citati sopra sono esclusivamente dedicati all’espres-sione (involontaria e, separatamente, volontaria) del riso, allora ènecessario pensare che esistano, allo stessomodo, centri dedicatiall’esperienzaemozionaledi felicitàodidivertimento,odiqualun-que cosa si agiti all’interno di quello spaziomentale inosservabileche poi sfocia nel comportamento osservabile della risata. L’ideaclassicapercuiilrisoègeneratodalriconoscimentodiun’incongru-enzacheemergedalconfrontotraun’aspettativaeunfattoosser-vato (Teoriadell’Incongruenza),adesempio,potrebbeesseresuffi-

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cientepersospettarel’esistenza,inqualchepartedelcervello,diunsiffattomeccanismocomparatore.Troviamolo!

Questaèapparentemente lasoluzionepropostadaArroyoecol-laboratori(Arroyoetal.1993).Nellorostudioclassicodistimolazioneelettrica,discutonoilcasodiduepazientineiqualiilrisovieneevoca-to a seguito della stimolazione di centri della corteccia temporo-basale,una regionecerebralenon implicata in funzionimotorie,mapiuttosto nel processamento cognitivo e semantico, nonché in fun-zionidimemoria.Ilfattochesiapossibileevocarerisostimolandoan-chequestaregioneèstatocomprovatodaaltreevidenzesuccessive(Satowetal.2003;Yamaoetal.2015),maleragionidelperchéque-stosuccedarestanoancoraoggipiuttostomisteriose.Curiosamente,tuttavia,Arroyoecollaboratoriconcludonoche«Èinteressantenota-re che la secondapazientedescritta esperisce un’incongruenza (mi-smatch)tralesueprecedentiesperienzeelestranepercezioniuditiveevisiveavvenutedurantelastimolazione.Inquestapaziente,questaincongruenza dà luogo ad un senso di allegria (mirth). Quest’espe-rienzadiincongruenzafornirebbeuna“baseneuroscientifica”all’ideadiSchopenhauerpercuil’originedelrisorisultidalcontrastotraunapercezioneeunarappresentazioneastratta.Perciò,ilrisosarebbelaconseguenzadelcoglieretaleincongruenza»(Arroyoetal.1993,pp.772-773). E concludono con l’ipotesi dicotomica per cui «Il cingolo(ACC)èdiprimariaimportanzainrelazioneagliaspettimotoridelriso,mentre la corteccia temporo-basale è implicata nel processarne gliaspettiemozionali»(ibidem,p.775).Comevedremosuccessivamen-te,èpossibile rigettarequestedicotomiepur restandoall’internodiunaneuroscienzameccanicista.

V.Versoun’integrazione.

Nellasezioneprecedenteabbiamodistintotraduecomponentipro-duttive del riso, una involontaria-emozionale ed una volontaria-comunicativa, e una terza componente legata all’esperienza emo-zionale. Comeabbiamodetto, la distinzione tra riso involontario evolontario è utile ed intuitiva, e gode del supporto empirico datodalla doppia dissociazione: pazienti incapaci di produrre riso a co-mando,maingradodiriderespontaneamentee,viceversa,pazientichepresentanolasintomatologiaopposta.Èstatosostenutoinoltre

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cheriso/sorrisospontaneoreclutanomuscolileggermentedifferentida quelli ingaggiati durante il riso/sorriso volontario, un’osserva-zionechestaallabasedelladifferenzatra“sorrisoDuchenne”–sor-risogenuinochecoinvolgeimuscoliorbicolariailatidegliocchi–e“sorrisononDuchenne”–sorrisovolontario,cheessendoprivodel-la componente orbicolare viene avvertito dall’osservatore come“falso”.Tuttavia,inbiologialecosesonoraramentecosìnette.Ein-fattièstatodimostratochelaproduzionevolontariadiunsorrisohaunretro-effettosullostatoaffettivodichi lacompie,unfenomenodescrittodalla“teoriadel feed-back facciale”.Secondoquesta teo-ria,laproduzioneforzatadiunsorriso–magarisemplicementedo-vutaal fattodi tenereunapennatra identi–predisponeall’espe-rienzaemozionale corrispondentedi allegria, influenzando ilmodoin cui l’informazione emozionale viene processata (Niedenthal2007),violandocosìl’ipoteticoisolamentodelsistemavolontariodaquelloemozionale.

Inoltre, contrariamente a quanto detto sopra, studi recenti distimolazioneelettricahannomostratochenonsololacomponentemotoria,maanchequellaemozionale,caratterizzaglieffettidimol-testimolazionideicentrimotoriemozionalidiACC,diFOedipre-SMA. Inuno studio recente, condotto suunadecinadipazienti, lastimolazione di ACC ha evocato espressioni di riso associate, nellametàdeisoggetti,adunveroepropriosensodiallegria(Caruanaetal.2015),appunto,control’ipotesipercuiquestocentrosiaprepo-stoalsolocontrollodellarispostamotoriaemozionale.L’altrametàdeisoggetti,purnonriportandoesplicitamentestatiemozionalipar-ticolari,hariportatosensazionidinaturaenterocettiva,allostomacooatutto ilcorpo,segnochelaregioneinquestionenonsi limitaacontrollare la muscolatura facciale, ma, piuttosto, una risposta dinaturaemozionale.Analogamente,anchepazientistimolati inFOepre-SMA,ipoteticamenteimplicatenelrisovolontario,riportanochelastimolazionehaevocatosensazioni(perdirlaconleparoledeipa-zientistessi)«comesequalcunostessescherzandoconmesuqual-cosa» (Fernández-Baca Vaca et al. 2011) o, addirittura, di sentirsi«come durante un film di Stanlio e Ollio» (Krolak-Salmon et al.2006).Inbreve,aumentandolacasisticadipazientiincuirisoosor-risosonostatievocatidallastimolazione,comeèsuccessonegliul-timianni,èdiventatoevidentecomenonsiapossibileprevederelapresenza di una componente soggettiva emozionale solamente a

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partiredallaconoscenzadelsitocorticalestimolato.Inaltritermini,coerentementeconquantodiscussonelleteoriepragmatistesulrisoe sulleemozioni, la componenteespressivaequella affettiva sem-branononessereseparabili–neppurealivelloneurofisiologico!

VI.Ladimensionesocialedelriso.

Abbiamo visto come, nella tradizione pragmatista, tre componentidel riso– azione, emozionee interazione sociale – siano inestrica-bilmentelegate.Abbiamopoivistocomelacompenetrazionetraleprimeduecomponenti,azioneedemozione,siariscontrabileanchealivelloneurofisiologico:nonsembranoesisteremoduliespressiviemoduli emozionali disgiunti. Che ne è della dimensione sociale ecomunicativa?

Comepremessoall’iniziodell’articolo,seconfrontataalletreteo-riedominantidelriso,l’ipotesicheilrisoabbiaunafunzioneprima-riamente sociale (secondo quella che abbiamo chiamato Teoriadell’Interazione Sociale) è stata compiutamente sviluppata solo intempirelativamenterecenti.Nelcorsodellasuacarrieralopsicolo-go americano Robert Provine (2000, 2012) ha studiato il riso cosìcome un etologo studia il comportamento animale: si è recato astudiarelaspeciediriferimento,gliumani,nelsuoambientenatura-le,supermercati,pub,oaltriluoghipubblici.Ilrisultatodiquestola-voroèsorprendente:nelcorsodellenostreinterazionisocialiridia-mocontinuamente,maquasimaiperragioniumoristiche.Mac’èdipiù.Nonsoloilrisononèindicedialcunoscherzo,mottoosituazio-necomica,ma,viceversa,èspiegabileprevalentementeapartiredacircostanze sociali. Ad esempio, dice Provine, tipicamente ride piùchiparladichiascolta:ilrisoèunacomponentedeldiscorso,evie-ne prodotto esattamente in determinati momenti del parlato (adesempio,allafineenonametàdiunenunciato).Inoltre,l’individuogerarchicamente sottoposto ridepiùquandoparla il superiore chenonviceversa.Pare,inoltre,cheledonneridanodipiùquandopar-lanoconuomini,diquantonon faccianoquandoparlanoconaltredonne; e comunque sempre più di quanto non ridano gli uominiquandoparlanoalledonne(naturalmente,siparladitrendstatistici,nondileggiinviolabili).Esiste,inaltritermini,uncodice,unagram-maticadelridere,cheèprimadituttounagrammaticasociale.Infi-

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ne,ilrisodiunindividuoèscatenato,primaditutto,dalrisodialtrimembridelgruppo,tantodafarsupporrecheilcervelloumanosiadotato di uno specifico meccanismo di trasformazione percettivo-motoria, che trasforma quasi automaticamente il riso percepito inrisoprodotto.Torneremosuquestopuntosuccessivamente.

Diversi altri studi “sul campo”hannomostrato come la compo-nentesocialeeaffiliativasiauntrattocaratteristicodelnostroride-re:sebbeneigiocatoridibowlingsianopresumibilmentemoltofelicisubitodopoaverfattounostrike, lafrequenzadel lorosorrisocor-reladipiùconilfattodiincontrarelosguardodiunaltrogiocatore,piuttostochealnumerodibirilli caduti.Analogamente,èstatoos-servatocheicalciatoriridonodopoungolperlopiùnelmomentoincuiincontranolosguardodeicompagnidisquadra,echeipremiatialle olimpiadi di Barcellona del 1992 hanno mostrato, durante lepremiazioni, genuini “sorrisi Duchenne” solo quando interagivanoconilpubblicoogliufficialidigara(perunarassegnasuquestidati,sivedanoGriffithseScarantino2009). Infondo,rideremmosenonci fosse nessuno davanti a noi? Si badi bene: ovviamente ridiamoanchequandosiamosoli,adesempioleggendounlibrooguardan-do un film in solitudine,ma è possibile che questo dipenda da unmeccanismopensatoperunanimalesociale.Avrebbesensounari-spostacosìdispendiosa,daunpuntodivistafisiologico,senonfosseprevistounuditorio?

Sempreinlineaconunateoriasocialeeaffiliativadelrisostailfat-tochequestocomportamentosiascatenato,primaditutto,dalrisodialtrimembridelgruppo:lostimolopiùefficaceperevocareunari-sataèun’altrarisata.Ilcontagiodelrisoètalmenteprorompentedafar supporre l’esistenza di unmeccanismo neurobiologico di accop-piamentopercezione-azione,chetrasformiautomaticamentelerisatepercepiteinrisateprodottee,aquestoproposito,èstatonotatocheun“meccanismomirror”sembrerebbepotersvolgereperfettamentequestocompito(Provine2014).Coerentementeconquestapossibili-tà,studisupazientichirurgicihannoriportatocheglistessisitidiACCedipre-SMA,incuilastimolazioneelettricaevocariso,siattivanodu-rantelasempliceosservazionepassivadialtriindividuicheesibisconoquestocomportamento,mostrandochel’osservazionedelrisovienemappatanonsolonellepartivisivedelnostrocervello,maanchedi-rettamente nei centri che controllano la produzione del ridere(Krolak-Salmon et al. 2006; Caruana et al. 2016a). Studi comporta-

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mentali, inoltre, hannomostrato che il contagio dell’espressione disorriso è talmente forte che basta osservare quest’espressione perattivare,nell’arcodi500ms,imuscolizigomaticoedorbicolareimpli-cati nella sua produzione (si veda per una rassegna sul fenomenodellafacialmimicryNiedenthaletal.2010).

Maperché,seilridereserveastringerelegamisociali,devean-cheesserepiacevole,talmentepiacevole,dafarsìcheincondizioninormaliespressioneedesperienzasianototalmentecompenetrate?Ènotochespessol’evoluzionerendepiacevoliicomportamentivan-taggiosi, quali il cibarsi o il sesso per la riproduzione, ma l’antro-pologoRobinDunbarha formulatoun’ipotesi evoluzionisticaparti-colarmenteinteressanteafavoredellaTeoriadell’InterazioneSocia-le.SecondoDunbar(2012)lesocietàdeiprimatisifondanosucoali-zionichesonorafforzatedameccanismineurochimici talipercui il“groomingsociale”–cioèlapraticaditoccarsiperrimuovereparas-sitidalcorpo–siaccompagnaadunrilasciodiendorfina,unoppioi-deche rendepiacevole lapratica sociale inquestione. Inquest’ot-tica,ilsistemadeglioppioidigiocherebbeunruoloparticolarenellostabilireemantenererelazionisocialialungotermine.Tuttavia,nelcorsodell’evoluzione,pressioniecologichehannoportatoadunal-largamento della dimensione dei gruppi sociali tale da far sì che iltatto(ilcontattosocialedelgrooming)nonfossepiùsufficienteperstabilireinterazionisocialimolteplici.Unmeccanismouditivoevisi-voavrebbequindiconseguentementepresoilpostodiquellotattiledelgrooming:ilriso.Ridere,inquest’ottica,sarebbeun’innovazioneevolutivafinalizzataaconsolidaregrossigruppisociali,caratteristicidegliscimpanzé,degliaustralopitechi,deitardiominidie,crescendoviavia,finoaquellidell’uomomoderno.

Arenderequestaipotesiqualcosadipiùdi,comesidiceinquesticasi,unajust-so-storyèunaseriedistudineuroscientificirecenti.Inunostudiodel2016diNummenmaaecollaboratori(alqualehapar-tecipato lo stessoDunbar) è stato scoperto che, l’essere toccati inmododolce(sebbenenonsensuale)dalpropriopartner,aumentailrilasciodioppioidi inunaseriedistrutturecerebrali, in lineacon ildato secondo cui il corrispettivo scimmiesco del contatto sociale,appunto ilgrooming,èassociatoadunrilasciodioppioidi ingradodimodulare regionidel nostro cervello sociale. Inun secondo stu-dio,lostessogruppohamostratochelaproduzionedirisatesociali,evocateda filmatidivertentiosservati incompagniadiamici, siac-

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compagna ad un rilascio di oppioidi presso quelle stesse strutturechesonoimplicatenelrilasciodiquellesostanzeaseguitodicontat-tosociale(Manninenetal.2017).Inalcunediquestestrutture,inol-tre,dopol’osservazionedifilmatichefannoridere,èstatoregistra-tounaumentodelladisponibilitàdirecettoriperoppioidi:ilrisoso-ciale,dunque,cambiailnostrocervello.Cosaancordimaggiorinte-resse,traquestestrutturecorticaliesottocorticalinespiccanoalcu-ne,comel’ACCel’FO,che,comeabbiamovistosopra,quandoven-gono stimolate elettricamente evocano riso associato alla corri-spondenteesperienzaemozionale!

Inconclusione,ilcontributodelleneuroscienzesembraripercor-rerel’ideapragmatistadiunacompenetrazionetraazione,emozio-neeinterazionesociale,ancheadunlivelloneurofisiologico.QuesteconsiderazionisembranoportarenuovaacquaalmulinodellaTeoriadell’Interazione Sociale, secondo la quale il riso è una pratica chesvolgeunafunzioneprimariamentesocialeeaffiliativa,cheaddirit-tura rinforza le interazioni socialimediante il rilasciodioppioidi.Sitratta,complessivamente,diunateoriaparticolarmenteinteressan-tedaunpuntodivistaevoluzionistico,ingradodispiegareperché,conbuonapacediqueifilosoficheavevanopensatoalrisocomeuncomportamento tipicamente umano (vedi Plessner), forme di risosocialesianostate individuateancheneiprimatinonumani (DavilaRossetal.2009;sivedanoanchedeWaal2009;Leavens2009)7.

VII.Sulle“cause”delriso:unaprospettivaneuro-pragmatista.

Unatteggiamentocomune,quandosiparladi fenomenimentali,èquellodi ipotizzarel’esistenzadiunostadioprecedentealfenome-nostesso,unmeccanismoinosservabilechedàilviaadunacatenacausale che sfocia nell’evento osservabile. Se un meccanismo delgenereesiste, così continuaquesto tipodi ragionamento,nonvi èragionedipensarechenon losipossa individuarenelcervello.Ra-gionamenti di questo tipo sono stati fatti in relazione a fenomeniqualilacoscienza(dacuièderivatalaricercadiunluogonelcervello

7Pernonparlaredell’ormaicelebrecasodelrisoevocatoneirattimediante

solletico – pratica che ricade anch’essa nella categoria di “contatto sociale”(Panksepp 2000, 2005; Panksepp and Burgdorf 2003; Ishiyama and Brecht2016).

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incuiessavieneprodotta),lavolontàointenzionediagire(ispirataalle “teorie causali dell’azione” della filosofia dellamente di taglioanalitico),equalcosadisimilepotrebbeesserepensatoancheinre-lazionealridere:uneventomentalechedàilviaadunacatenacau-salechesiconcludenell’attodellarisata.Comeabbiamovisto,l’ideaclassicapercuiilrisoègeneratodalriconoscimentodiun’incongru-enza,cheemergedalconfrontotraun’aspettativaeunfattoosser-vato (Teoria dell’Incongruenza), ha indotto alcuni scienziati a so-spettarel’esistenza,inqualchepartedelcervello(adesempio,nellacortecciatemporo-basale)diunospecificomeccanismocomparato-re.Questoatteggiamentoperòpotrebbenonrappresentarel’unicaalternativa.

Relativamente alla coscienza, ad esempio, Dennett (2012) hamostratoinmodopiuttostoconvincentecomesiatutt’altrocheov-viochepostularel’esistenzadicentricerebraliincuivieneprodottala percezione cosciente sia l’unica opzione possibile. Viceversa, lapercezione cosciente potrebbe essere un fenomenomolto diversodacomeceloimmaginiamoe,inparticolare,nonlocalizzabileinal-cuna parte del cervello. A questo proposito Dennett cita WilliamJames (1890): «Nel cervello non esiste una cellula o un gruppo dicellule in una tale preminenza anatomica o funzionale da potersembrarelachiavedivoltaoilcentrodigravitàdell’interosistema».Inmanieraanaloga,qualcosadisimileèstatosostenutoinrelazioneallavolontàointenzionediagire:potrebbenonessereaffattoveroche le nostre azioni siano causate da decisioni, consce o inconscechesiano,elaborate inspecificimeccanismicerebrali.Leazionipo-trebberoviceversa“emergere”comeconseguenzadiprocessidina-tura più accidentale, e distribuiti in molteplici centri cerebrali(SchurgerandUithol2015).

Èselastessacosavalesseperilriso?Secifossequalcosasipro-fondamenteerratogiànell’ideaper cuidietroogni risata si cela lostessomeccanismo e la stessa catena causale di eventi? Se il risoserveauno scopo,nonèdetto chequesto scopovenga raggiuntosemprenellostessomodo,attraversolestesseprocedure,attraver-soglistessimeccanismi.Adesempio,c’èunpostoprecisoincuina-sceilriso,nelcervello?Forse,invece,ladomandasulperchésiridenon deve essere intesa come una domanda sulle cause interne –forsecioèquestorisultaessereunodiquellicheRylechiamava“er-

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rori categoriali”8. Forse, inoltre, questa potrebbe essere una pistacheciaiutaaspiegareduecuriosifattifisiologici:perchéilrisopuòessereevocatostimolandounagranvarietàdiareeecentricerebra-li, tra iquali spiccano il cingoloanteriore (ACC), l’opercolo frontale(FO), la supplementaremotoria (pre-SMA) e la corteccia temporo-basale, più alcuni centri sottocorticali9; perché evocare il riso daquesticentriècosìincredibilmenteraro,seconfrontatoadesempiocon la frequenza con cui le stesse stimolazioni elettriche evocanomovimenticomplessiquandoeseguitenelsistemamotorio, fosfenidalsistemavisivo,ofischidalleareeuditive.

Partiamodallaprimaquestione:perchétanteareepossonoevo-carerisosestimolate?Abbiamovistocomeiltentativodidareunarispostaesaurienteaquestadomandahaportatoglistudiosiadap-pellarsi ad una serie di dualismi, quale quello tra esperienza edespressione, o quello tra riso volontario ed emozionale: il cingoloanteriore (ACC)è implicatonellaproduzionedell’espressioneemo-zionale,l’opercolofrontale(FO)nellaproduzionedelrisovolontario,mentrelacortecciatemporo-basaleèlegataall’esperienzadifelicitàderivatadalla comprensione semanticadiun’incongruenza,odallamemoria. Abbiamo anche visto, però, che le cose non sono cosìsemplici perché sapere quale regione viene stimolata non è suffi-

8Ilproblemanelpensarecheilcomico,cioèl’immediatoaspettofenomenicodelridere,siaunbuoncandidatoadesserelacausa“meccanica”delriso,èsta-toesplicitatodaDennettnelseguentepassaggio:«Èovvio[…]perchéridiamo.Noiridiamoperchésiamofelici,perchésiamocontenti,perchéalcunecoseso-nocomiche.Sevolevamounesempiodi«virtusdormitiva»inunaspiegazione,eccociserviti:ridiamoacausadellacomicitàdellostimolo.[…]Manoiabbiamobisognodiunaspiegazionedel riderechevadaoltrequestaovviaverità, cosìcomefanno lespiegazioni tipichedeldoloreedelcomportamentoprovocatodaldolore.Possiamodareunaspiegazionebiologicaperfettamentevalidadelperchésideveverificareildoloreeilcomportamentoprovocatodaldolore[…];ciòchevogliamoèunaspiegazionealtrettantofondatadelperchécidebbanoessere la comicità e il ridere. […] Un’appropriata descrizione del ridere develasciar fuori la presunta comicità intrinseca, l’allegria, la causticità, perché laloropresenzanon farebbealtrocheposticipare il tentativodi risponderealladomanda»(Dennett2012,pp.77-78).

9Inproposito,comeabbiamodetto,ilrisopuòessereevocatostimolandodi-versicentricerebrali,maquesto“molti” impallidiscedi fronteallasterminataquantitàdi siti la cui stimolazionenonhamaievocato riso,edifficilmente lofarà in futuro. Cioè bisogna essere attenti, rifiutando una versionemodularerigidadellecausedel riso,anoncaderenel rischioopposto,percui“tutto fatutto”el’anatomianonconta.Contaeccome,invece.

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ciente per poter predire se il riso sarà accompagnato, omeno, daallegria:lacomponenteemozionalesoggettivapuòaccompagnareononaccompagnareilriso,indipendentementedaqualesialaregio-ne cerebrale stimolata. Per questo motivo, accettando i suggeri-mentideipragmatisti,abbiamosuggeritodipensarealladicotomiatraesperienzaedespressionecomeadunafalsadicotomia,ovverounadicotomiasolo“concettuale”,echenonnecessariamenteèin-dice di come le cose vengonoelaboratenel cervello,o nella feno-menologiainprimapersona.

Seconl’appellarsiaquestadicotomianonsipuòrisponderealladomandasulperchéabbiamotantisiticerebralichepossonoindur-reilrisoquandostimolati,alloraunapossibilitàalternativaperfarlo,ecoerenteconlalineadipensierochestiamoseguendoadesso,po-trebbeessere laseguente:èpossibilechevaricentricerebralipar-tecipinoall’insorgeredella risata inquantocontribuiscono,ognunosecondo logichediverse, a creare specifiche situazionidi accumuloche, superatauna certa soglia, sfocianonel fenomenodella risata.Questa ipotesi preserva l’idea che tutti questi centri, benché reci-procamenteconnessi,contribuisconoinmododifferenteagenerarelarisatao,perdirlointerminipiùchiari,fannocosediverse.Modu-lazionidinaturasocialeemotivazionalepotrebberoimpattaredipiùsull’attivitàdelcingoloanteriore,inclusoadesempioilcontagiodel-larisata,mentremodulazionidioriginesemantico-cognitivapotreb-bero guidare di più il contributo della corteccia temporo-basale,quelledinaturamotoriavolontariasull’opercolofrontale,ecosìvia– sempreconsiderandoche la risatachealla fineprodurremosaràsempre il frutto di un’intricata commistione di questi elementi, enonlaconseguenzadiunosolodiessi.Infondo,nonesisteunarisa-tapuramentevolontaria,néunarisatatotalmenteemozionale.Noncisaràrisatacognitivaalnettodelcontestosociale incuici trovia-mo10,mentrelarisatacontagiatasaràtantopiùpotentequantoco-gnitivamentedominiamoifattori“semantici”chehannodetermina-

10Siricordiadesempio l’affermazionediProvinecitata inaperturapercui i

soggettisperimentalinonriesconoariderequandosonomessisottoosserva-zione in un ambiente disagevole, come un laboratorio sperimentale. Si notiinoltreche,nellostudiodiManninenetal.(2017)sulrilasciodioppioidi,que-stoproblemaèstatoaggiratoconillasciarecheisoggettiosservasserofilmatidivertentiinsiemeailoroamici,sottopostiascrutinioscientificosolosuccessi-vamente,enondurante,l’osservazionedeivideo.

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to quella situazione, e sarà inoltre influenzata dall’identità e dallaposizionegerarchicadichilaproduceperprimo.

Relativamentealsecondopunto,invece,lamancatasistematicitàdellaproduzionedellarisataaseguitodellastimolazioneelettricadiquesti “punti caldi”, nonché la sua scarsa frequenza negli studi distimolazione,potrebbeesserespiegatadalfattochel’insorgeredel-larisata,aseguitodellastimolazioneelettricadiuncentrodelriso,dipende in larghissimapartedaquellochesuccede,nel frattempo,intuttiglialtricentri–esoltantoilverificarsidiunapiùomenofor-tuita combinazione di circostanze, associate alla stimolazione, po-trebbedarluogoall’insorgeredelriso.Inaltritermini,sel’emergeredellarisataèl’effettodiunfattorediaccumulocheimprovvisamen-te passa una determinata soglia, allora è necessario un “gioco disquadra”perchéquestasogliavengapassata:uncentrodelrisosti-molatoelettricamenteè senz’altrounbuonpuntodipartenza,maaltrifattorisonoaltrettantonecessari:lo“stato”deglialtricentridelriso, nonché fattori assortiti, tra i quali includerei senz’altro fattorisistemiciquali ilcaratteredelpaziente, ilsuostatoemotivoinqueldeterminatomomento,o il gradodiagioodisagioprovatodalpa-zientenel contesto sociale in cui avviene la stimolazione11. Se cosìfosse,allora,laricercadiun“centrodellarisata”sarebbedaabban-donare–benchéalcunicentricerebralipossanoesserepiùfrequen-tementecoinvoltiepotenzialmente“pesaredipiù”inquestogiocodiequilibri.

VIII.Conclusione.

Inquestotestoabbiamovistocomevisianoargomentiteorici,con-siderazioni evoluzionistiche ed evidenze neuroscientifiche a soste-gnodell’intuizionepragmatistadiunacompenetrazionetraazione,

11Qualcosadisimileriguardauncomportamentoaffiliativodeimacachisimi-lealriso:illip-smacking.Qualcheannofaabbiamoscopertochelastimolazio-nediunapartedell’insulapuòevocareillip-smacking,apattoperòchelasti-molazionedell’insulaavvengamentreilsoggettoèsveglioestafissandonegliocchiunaltroindividuo.Altrimenti,nonsievocanessunarisposta(Caruanaetal.2011;Jezzinietal.2012).Questosuggeriscechelastimolazionedell’insulaaumentalaprobabilitàdiprodurreunarispostaaffiliativa,machetaleprobabi-litàrisenteanchediquellochestasuccedendoaltrovenelcervello–adesem-pioinregionianatomicamenteconnesseall’insulaereattivealcontattovisivoqualil’amigdalaoleregionidelsolcotemporalesuperiore.

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emozione e interazione sociale. Sembra inoltre legittimo pensarechequestitredomininoncorrispondanoatremoduliindipendenti,che hanno avuto processi evolutivi autonomi e svincolati l’unodall’altro.Complessivamente,gliargomentidiscussisembranoquin-disupportareunaTeoriadell’InterazioneSociale,secondolaqualeilriso è prima di tutto una risposta affiliativa finalizzata a rafforzarelegamisociali,associandolarispostacomportamentaleadunostatopositivomediato, tra le altre cose, dal rilascio di oppioidi. Questaipotesi,sinoti,nonnegachealtrelogiche–comequellelegateallohumoroallapercezionediincongruenzesemantichedescrittedallaTeoria dell’Incongruenza – siano intervenute successivamente. È,piuttosto, legittimopensarechedifferentimeccanismi si siano,nelcorsodeltempo,fusiinsieme.Un’ipotesidelgenereèstatasostenu-ta, ad esempio, a proposito del disgusto12 – un’altra espressioneemozionaleche,nonacaso,qualcunohadefinitoessereidealmentecollocata«travomitoeriso»(Menninghaus2016).© 2017 The Author. Open Access published under the terms of the CC-BY-4.0.

12SecondoKelly(2011) ildisgustoumanoè ilrisultatodell’accorpamentodiduemeccanismiindipendenti,presentisingolarmenteancheneglialtrianimali.Il primoèunmeccanismo finalizzato ad evitare l’ingestionedi cibi potenzial-mentedannosi,regolatodaunospecifico“affectprogram”che,tralealtreco-se,èancheallabasedell’espressionedidisgusto.L’altromeccanismo, invece,nonhaachefareconlacomponenteoraledeldisgusto,néconilsistemaga-strointestinale.È inveceunmeccanismodiallontanamentodiagentipatogeniealtriparassiti,econtrollalaprossimitàfisicaadognipotenzialefontediinfe-zione.Sitrattadiunmeccanismopiùplastico,menorigidoemodularedelpri-mo. I duemeccanismi, continua Kelly, hanno avuto traiettorie evolutive con-vergentisolonell’uomo.Unacausapotrebbeesserestata,adesempio, legataallosviluppodiartefattienuovestrategiedicaccia,chehannoportatoadunamaggioredisponibilitàdicarnee,conseguentemente,adunamaggioreesposi-zione ad agenti patogeni. Da qui il meccanismo di disgusto (e, banalmente,l’espressionedidisgusto)siestendeafattorianchemoltolontanidaldominioingestivo-alimentare,chesecondoalcuniarrivaadincludereildisgustomorale(sivedaancheChapmanandAnderson2012).

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